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A. MACCHI
Momento sul piano mesio-distale di 285 gr nini azione : raddrizzamento
estrusione
Fig. 2 le
sul piano orizzontale, differenza biomeccanica quindi. Durante il raddrizzamento sul piano mesio distale, con la tecnica linguale, non si ha il Momento di lingualizzazione tipico della tecnica vestibolare.Se il dente da livellare fosse ruotato in senso inverso a quello prima mostrato, la risultante delle forze parallele e discordi sarebbe diretta apicalmente. In tal caso, nella applicazione vestibolare avremmo un momento vestibolarizzante sul piano vestibolo linguale, mentre nella applicazione linguale, tale momento è sempre nullo. Nel livellamento sul piano mesio distale con la tecnica vestibolare con arco diritto, sono sempre presenti dei momenti vestibolarizzanti o lingualizzanti. Ricordiamo che se non esistono
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spazi tra ì denti, ì momenti lingualizzanti si trasformano necessariamente in una forza tenden-
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TECNICA LINGUALE E TECNICA VESTIBOLARE: DIFFERENZE BIOMECCANICHE
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A. MACCHI
Piano orizzontale movimenti sul piano verticale
Il piano occlusale è il piano su cui si manifestano le maggiori differenze tra biomeccanica vestibolare e linguale.In proiezione occlusale i brackets linguali presentano lo slot più vicino al centro di resistenza di quanto non lo sia lo slot dei brackets vesti-i i » ' ! « • • • • • i » #bolan se gli incisivi sono normo o pro-inciinati.
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oe gli incisivi sono retroinclinati la proiezione del bracket linguale rispetto al centro di resistenza è addirittura distale al C entro di Resistenza (Fig. 22).Da questo deriva che applicando una forza intrusiva è più facile da ottenere, con la tecnica
linguale, un’intrusione senza la tipica vestibola- rizzazione della corona, della tecnica vestibolare; applicando una forza estrusiva è più facile ottenere un’estrusione corporea con minima vestibolarizzazione della corona (Fig. 23).Una forza verticale di 30 g applicata sui brackets vestibolari degli incisivi superiori nor- moinclinati determina un momento vestibola- rizzante la corona di 210 g/mm.Con la tecnica vestibolare sarà quindi necessario mettere in atto particolari meccaniche per evitare che la forza intrusiva determini solo vestibolarizzazione delle corone.
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TECNICA LINGUALE E TECNICA VESTIBOLARE: DIFFERENZE BIOMECCANICHE
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La stessa forza applicata lingualmente crea un momento vestibolarizzante minimo di 30 g/mm tale da creare un’intrusione con pochissima vestibolarizzazione. A nche con una tecnica d ’arco diritto linguale sarà possibile ottenere un intrusione senza vestibolarizzazione.Se gli incisivi sono proinclinati l ’applicazione di una forza verticale vestibolare, crea un
momento vestibolarizzante la corona ancora maggiore rispetto alla situazione precedente. L’applicazione della stessa forza linguale determina dei momenti vestibolarizzanti en ormemente inferiori.Se gli incisivi sono retroinclinati la rorza verticale vestibolare, crea un momento vestibolarizzante le corone di 135 g/mm.
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A. MACCHI
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FORZA gr. 30
La stessa forza applicata lingualmente, nella stessa situazione crea un piccolo momento ma di segno opposto, determinando così un’intrusione con una lingualizzazione della corona.Le considerazioni sin qui esposte valgono anche per i movimenti d’estrusione.
Le forze verticali estrusive determinano dei momenti lingualizzanti la corona che saranno sempre inferiori se la forza è applicata lingualmente. I movimenti verticali sono quindi tenden zialm en te più corporei se realizzati con un apparecchiatura linguale.
Piano occlusale controllo delle derotazioni
Nelle derotazioni la Coppia di Forze si realizza solo in una situazione ideale. Nella maggior parte dei casi, la diversa distanza inter-bracket mesiale e distale rispetto al dente ruotato, i diversi tipi di rotazione, l ’entità diversa dei denti di ancoraggio, fa sì che l ’arco di livellamento non possa trasmettere al bracket una Coppia di Forze, ma il controllo è dato da forze parallele e discordi di entità diversa.
Immaginiamo che un arco di livellamento vestibolare trasmetta a un bracket largo 3 mm, nella fase iniziale, due forze parallele e discordi una diretta lingualmente di 60 gr e una diretta vestibolarmente di 30 g (Fig. 24).La risultante di tali forze è una forza di 30 g rappresentata vettorialmente nella figura 25. Tale forza è diretta lingualmente; facendola scorrere sulla sua retta d’azione è possibile
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TECNICA LINGUALE E TECNICA VESTIBOLARE: DIFFERENZE BIOMECCANICHE
CONTROLLO VESTIBOLARE DELLA ROTAZIONE
APPLICAZIONE DI DUE FORZE PARALLELE DISCORDI
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valutare la sua azione rispetto al centro di resi- derotazione dell’incisivo.stenza dell’incisivo superiore. Rappresentiamo (Fig. 27) la stessa situazione aLa risultante (Fig. 26) crea per la sua distanza livello linguale, su un bracket che ha i punti didal centro di resistenza, mm 5,5, un momento controllo della rotazione ad una distanza recidi 135 g/mm. Tale momento determina la p rocad i2 mm.
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Fig. 26
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A. MACCHI
CONTROLLO LINGUALE DELLA ROTAZIONE
APPLICAZIONE DI DUE FORZE PARALLELE DISCORDI
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Fig. 27 Fig. 28
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Fig.
La risultante anche in questo caso è di 30 g diretta lingualmente (Fig. 28) ma la sua distanza dal centro di resistenza è di 3 mm (Fig. 29). La conseguenza è che il momento che si crea sarà di 90 g/mm.
Non esistono quindi differenze biomeccaniche nel controllo della rotazione tra l’applicazione vestibolare e l’applicazione linguale, ma solo differenze meccaniche legate alla larghezza dei brackets.
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TECNICA LINGUALE E TECNICA VESTIBOLARE: DIFFERENZE BIOMECCANICHE
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