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Indice

1. Tutor…………………………………………………………………...…pag.4

2. Come preparare l’Esame di Stato di Psicologia….…pag.6

3. Le scelte didattiche delle commissioni………………….pag.9

4. La prima prova…………………………………………………...…pag.11

5. La seconda prova…………………………….………….…….….pag.16

6. La terza prova……………………………………..……..…..……pag.19

7. La quarta prova…………………………………..…..……..……pag.22

8. Speciale: i criteri di valutazione dell’EdS………..……pag.24

9. Come propiziare un esito positivo……..……….….….…pag.28

10. Kit di Preparazione: non solo contenuti………………pag.29

11. Contatti…….…..……………..……………..……..…….……….pag.30

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Note

Questa Guida è frutto di anni di esperienza lavorativa

in ambito didattico.

Questa Guida è pensata come risorsa informativa e

divulgativa. Altresì la Guida non garantisce il

raggiungimento dei medesimi risultati professionali e

personali dell’Autore.

In tal senso, il Lettore si assume piena responsabilità

circa le proprie scelte e le modalità in cui utilizzerà le

conoscenze qui presentate. È vietato riprodurre in

tutto o in parte il contenuto di questa guida, con

qualsiasi mezzo e per qualsiasi scopo, senza citare la

fonte. Il lavoro altrui va rispettato.

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1. Tutor

Piacere di conoscerti! Sono Stella Di Giorgio,

psicologa e tutor di 110eLode.Net. Lavoro da

quasi 20 anni in ambito didattico.

Il mio sogno è trasformare l’EdS da un accumulo ansioso

e ossessivo di nozioni in un percorso di crescita

personale e professionale.

Per questo, ho creato il 1° Kit per l’EdS, che ha aiutato

oltre 10 generazioni di psicologi ad abilitarsi,

aggiornandolo più di 25 volte in 10 anni. Continuo a innovare

formati, contenuti e strategie, spesso imitate imitate sia da

tanti piccoli tutor che da grandi case editrici.

Ho introdotto per prima l’approccio metacognitivo e

strategico alla preparazione dell’EdS. Poi quello modulare e

costruttivista.

Ho visto passare in 110eLode quelli che oggi sono

psicologi di spicco nei loro settori e che riconoscono

alla preparazione per l’EdS un’utilità proseguita oltre il

superamento delle prove.

Spero che sarà così anche per te.

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Consulta i numerosi materiali anche gratuiti: un blog

con oltre 200 articoli di consigli per tutte le prove, report

digitali, tutorial per il progetto e il ragionamento clinico,

mini-manuali aggiornati ogni anno su ogni aspetto nuovo

dell’EdS, nonché audio e video esplicativi.

Iscriviti alla lista di www.110elode.net per ricevere le

nuove risorse ogni volta che vengono rilasciate.

Questa, in particolare, è una mini-guida introduttiva che si

concentra sugli aspetti imprevedibili e complessi

dell’EdS e su come gestirli.

Ad esempio, cosa fare se esce un argomento che

non hai studiato? Cosa fare se la commissione

struttura le prove in modo diverso dal solito, se ti

sorprende con paragrafi specifici e inconsueti?

In questa mini-guida troverai alcune indicazioni:

• per iniziare a orientarti tra le prove d’esame;

• per sviluppare la flessibilità necessaria ad

affrontare l’EdS e l’avvio della professione;

• per superare l’approccio nozionistico allo

studio;

• per entrare in un’ottica diversa, propria dell’EdS e

della professione, basata sul problem-solving e non

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sull’affastellamento di teorie.

Questa mini-guida è concentrata. E su che si concentra? Sul

metodo, che all’EdS è più importante del contenuto.

Pensa all’abbondanza di contenuti disponibili

oggi gratis: solo sulla memoria, Google

restituisce più 250milioni di risultati!

Il problema quindi non è attingere ai contenuti, né ha

senso comprarli, visto che sovrabbondano.

E non è detto che memorizzare più contenuti possibili

equivalga ad essere più preparati e ad avere più

possibilità di superare l’esame. Magari!

Ci vuole anche altro per superare l’EdS. Non è solo la fortuna

(che comunque conta, come in tutte le cose), ma anche un

cambiamento di approccio alla preparazione, da studente a

professionista.

2. Come preparare l’Esame di Stato di Psicologia

L’Esame di Stato non è come un esame universitario,

con un “programma” stabilito da un prof, con una lista di libri

prestabiliti e di argomenti fissi da memorizzare.

È un esame di abilitazione, quindi ispirato alla

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professione.

Per questo richiede un taglio pratico, una preparazione non

nozionistica e la capacità di gestire l’incertezza e la

complessità.

Nella pratica professionale, ad esempio in quella clinica,

tu avrai a che fare con persone diverse, che ti esporranno

problemi diversi e non prevedibili.

Non c’è una lista prestabilita di problemi che possono esporti,

con annesse soluzioni prefissate.

Ad ogni paziente risponderai in modo flessibile, più che

applicando meccanicamente una procedura.

Così sarà all’Esame di Stato. Non c’è un elenco prestabilito

di argomenti da studiare, né modalità di svolgimento fisse.

Non ci sono tempistiche fisse. Non ci sono criteri di

correzione validi sempre e dovunque.

Non ci sono regole rigide e prevedibili sui contenuti,

sulle strutture o su qualunque altro aspetto.

Tutti si ostinano a cercarle, anche a causa dell’ansia che

motiva appunto il bisogno di “chiusura”.

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E ormai tantissimi si improvvisano anche a fornire indicazioni

perentorie su come di debbano fare o non fare le prove.

Il tutto basandosi su pericolose generalizzazioni.

Nei tanti materiali e corsi che vengono

quotidianamente prodotti e venduti, anche con modalità

pubblicitarie aggressive, spesso si presume persino di sapere

cosa vogliano o non vogliano i commissari di una certa sede.

Senza considerare che cambiano ogni anno. E anche quando

gli stessi commissari restano in carica per tanti anni, possono

cambiare i loro gusti e le loro aspettative.

Quindi, nessuno può sapere nulla in anticipo. E nessuno

può sapere chi leggerà il tuo compito e cosa ne penserà.

Sarebbe comodo avere un set di regole e contenuti precotti

per cui, memorizzandoli e applicandoli, si “svolta” l’esame.

Anche se una scaletta si è ripetuta per tanti anni, non si può

dare per scontato che verrà sicuramente ripetuta

anche quando tu sosterrai il tuo esame.

E se la stravolgono proprio in quella sessione?

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Purtroppo, l’unica regola all’Esame di Stato è che non

ci sono regole all’Esame di Stato.

3. Le scelte didattiche delle commissioni

All’EdS, ci sono direttive ministeriali vincolanti per tutte le

sedi, ma sono generiche. Quindi, lasciano ampio margine di

manovra alle singole commissioni.

Ogni commissione è libera di stabilire le tempistiche

che preferisce, ad eccezione della data della prima prova,

fissata dal ministero, uguale per tutte le sedi.

Ogni commissione è libera di strutturare le prove come

vuole, a prescindere dai tempi e dalle strutture scelte dalle

commissioni precedenti.

Quindi, purtroppo non si possono trarre

generalizzazioni a partire da quello che è successo in

una sede in una sessione precedente su percentuale di

bocciati, struttura delle prove, richieste specifiche, ecc.

Non si può prevedere il futuro basandosi su quello che è

successo in passato e che hanno fatto i commissari passati.

Si tratterebbe di ragionamenti induttivi, che spesso

sfociano in miti e leggende metropolitane.

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Oltre che non essere in sintonia con la professione di

psicologo, a cui ti stai abilitando.

Tuttavia, il fatto che non ci siano certezze assolute, è

sia un limite, che un’opportunità.

Per sdrammatizzare

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4. La prima prova

La prima prova è una trattazione teorico-pratica che

può spaziare in tutti gli ambiti della psicologia: generale,

sociale, dello sviluppo, metodologia e professione, temi e

problemi o su qualunque altro argomento.

Questo non significa che dovrai prepararti migliaia di

temi “pronti” su tutto lo scibile psicologico, da trascrivere al

momento dell’esame così come li hai memorizzati.

È opportuno concentrarsi su argomenti-jolly, pochi ma

flessibili e significativi per te. Non servono mille

argomenti, ma pochi, meno di quelli che pensi.

Occorre fare un lavoro diverso, cioè allenarsi ad adattarli alle

richieste delle tracce.

Infatti, la traccia può contenere termini diversi da quelli

con cui hai etichettato gli argomenti o con cui sono intitolati i

capitoli del libro che usi.

Ad esempio, potrebbe uscire una traccia sulle “relazioni

interpersonali”, ma non serve preparare un tema

“precotto” che si intitoli esattamente così.

Non serve che sul libro ci sia un capitolo che si intitoli così.

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Se hai preparato la teoria dell’attaccamento, oppure un tema

sulla famiglia oppure un tema sul gruppo, questi argomenti

possono coprire anche una traccia sulle “relazioni

interpersonali”, senza dover aggiungere un altro tema

intitolato così.

A proposito della teoria dell’attaccamento o della teoria di

Bandura: è vero che si prestano a mille argomenti, ma

non abusarne! I professori sono abbastanza stufi di compiti

basati su Bowlby.

La prima prova, comunque, NON è un compito

pavloviano, basato su un apprendimento

associazionista, in cui predisporre una lista di temi precotti

e poi sperare che esca una traccia che corrisponda

esattamente a un tema precotto.

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Anzi, meglio non sovraccaricare la tua memoria di teorie, per

non essere accusati di “accozzaglia”, una

contestazione frequente nei temi, che riflette un approccio

“universitario” alla preparazione.

Un approccio stressante e ossessivo che tende ad

affastellare nomi e date, invece che dare un taglio da

professionista allo svolgimento.

La prima prova, quindi, non è una mera esibizione di

conoscenze teoriche: su quelle ti hanno già valutato per

ben 5 anni!

Certo, ci vogliono pure quelle, perché lo psicologo si distingue

anche per il suo bagaglio di conoscenze specialistiche e

scientifiche, che sono una risorsa preziosa e pratica, non

astratta e inutile.

All’Esame, però, bisogna andare oltre e dimostrare di

saper usare quelle teorie. La finalità insita in un

esame di abilitazione non è (solo) di sfoggiare ciò che sai,

ma soprattutto di dimostrare cosa puoi fare con ciò che

sai.

Quindi è opportuno dare spazio alla pratica. Ad esempio,

generalmente, nelle tracce di tema si chiede sia una parte

teorica che una parte applicativa.

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Nella parte applicativa, è opportuno descrivere come lo

psicologo può utilizzare concretamente le conoscenze esposte

nella parte teorica: per quale problema e per quale attività

può essere utile?

E’ un esercizio nuovo, sembra difficile, ma ci sono modi per

svolgerlo e può diventare molto appassionante, perché è

finalmente concreto.

Nel kit ho spiegato come fare oggi il collegamento tra teoria e

pratica, ottimizzando anche la preparazione delle prove,

in modo che quello che studi per la prima, lo riutilizzi

anche nella seconda e nella terza, riducendo il tempo

richiesto per prepararti.

Siccome il kit cambia sempre, perché all’esame ci sono

sempre novità, controlla su www.110elode.net qual è la

versione attuale.

Cosa non è la prima prova:

- non è una ripetizione dell’esame di psicologia generale;

- non è una prova teorica, in cui affastellare nozioni;

- non è una prova associazionistica, in cui ad una traccia

corrisponde un solo argomento. La stessa traccia può

essere svolta in mille modi e con mille contenuti diversi,

tutti adeguati, se opportunamente adattati.

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Attenzione! la prima prova non è per forza un

tema. Ogni commissione è libera di scegliere contenuti

e struttura di ogni prova. Occorre adeguare

flessibilmente ciò che sai alle richieste della traccia.

Per sdrammatizzare

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5. La seconda prova

La seconda prova è, generalmente, un progetto (ma non

sempre!).

Saper impostare un progetto significa saper

lavorare in modo ordinato, logico, coerente,

basandosi su teorie scientifiche, utilizzando metodi validati

empiricamente, misurando i risultati ottenuti.

Questo è anche ciò che richiede la professione di

psicologo.

Il progetto, quindi, è espressione di una “forma mentis” che

dimostra come lo psicologo non lavori in modo caotico e

impulsivo, ma in modo scientifico e flessibile.

Il progetto è costituito da una scaletta di paragrafi da

sviluppare. Questi paragrafi possono riguardare riferimenti

teorici e metodologici utili a prevenire un disagio,

affrontare un problema, promuovere il benessere.

I paragrafi da sviluppare nel progetto possono variare:

non essendoci una scaletta rigida e fissa, ciascuna

commissione può elaborarne una.

I paragrafi, quindi, possono essere in numero variabile.

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Alcuni paragrafi tendono a ripetersi (titolo, riferimenti teorici,

obiettivi, metodologia, attività, risorse umane e materiali,

modalità di valutazione dell’efficacia).

Tuttavia, può cambiare l’ordine in cui sono richiesti i

paragrafi oppure il nome con cui vengono chiamati.

Alcuni paragrafi possono essere accorpati. Altri possono

prevedere ulteriori suddivisioni interne (obiettivi divisi in

generali e specifici).

Alcuni paragrafi possono essere aggiunti o tolti in base a

ciò che preferisce ciascuna commissione.

Occorre sempre attenersi ai paragrafi forniti da una

commissione. Svilupparli uno a uno, nell’ordine richiesto. E

rispettare il nome con cui vengono intitolati dalla tua

commissione.

Cosa non è la seconda prova:

- non è una prova mnemonica, in cui studiare mille

progetti già svolti da Asl, Regioni, Coop, sperando che esca

un progetto uguale a quello che hai già memorizzato;

- non è un tema, da scrivere in modo discorsivo;

- non è una prova di statistica o di ragioneria.

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Attenzione! La seconda prova non è per forza un

progetto. Ogni commissione è libera di scegliere

contenuti e struttura di ogni prova. Occorre adeguare

flessibilmente ciò che sai alle richieste della traccia,

attenendoti alla scaletta.

Per sdrammatizzare

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6. La terza prova

La terza prova è un caso clinico (ma non sempre!) su cui

ragionare clinicamente.

Può essere un caso di indirizzo clinico, evolutivo,

lavoro, ricerca/neuropsicologia, ma anche di altri

indirizzi.

In ogni sede, ogni commissione, decide quante tracce fornire

e di quali e quanti indirizzi.

La traccia del caso clinico è , generalmente, un racconto che

riguarda un protagonista con un disagio o una problematica,

da commentare.

Anche in questa terza prova, come nella seconda,

generalmente ci sono punti da sviluppare.

Ad esempio: ipotesi diagnostiche, aree da approfondire,

batteria di test da utilizzare, ipotesi di intervento o altre

richieste che variano in base alle commissioni.

Ma anche in questa prova, non esiste una scaletta fissa

e valida sempre e ovunque.

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Le richieste di base della terza prova tendono a

ripetersi e sono quelle appena citate.

Però, ciascuna commissione può chiamarle a modo suo,

richiederle in un ordine diverso o aggiungere altri punti.

Infine, nella terza prova, non si tratta di fare diagnosi,

riconducendo i sintomi a categorie psichiatriche.

Se si scrivono solo questi tipi di commenti, prettamente

psichiatrici, i commissari possono contestare che hai

dato un taglio troppo psichiatrico alla prova.

Oppure, che sei stato precipitoso nel trarre conclusioni

diagnostiche.

La terza prova non è un quiz, ma è appunto una prova di

ragionamento clinico. D’altronde, lo psicologo non fa quiz,

ma di fronte a una persona che sta male, ci ragiona. Non

applica in modo rigido griglie prefissate.

Cosa non è la terza prova:

- non è una prova di psichiatria, in cui memorizzare a

pappagallo tutti i criteri del DSM-5;

- non è una prova di psicoterapia;

- non è un quiz in cui occorre azzeccare una diagnosi,

ma fare ragionamenti che possono portare a ipotesi.

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Attenzione! La terza prova non è per forza un caso

clinico. Ogni commissione è libera di scegliere

contenuti e struttura di ogni prova. Occorre adeguare

flessibilmente ciò che sai alle richieste della traccia,

attenendoti alla scaletta.

Per sdrammatizzare

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7. La quarta prova

La quarta prova è una prova orale. Può essere richiesto di

parlare delle prove scritte, dell’esperienza di tirocinio, dei

progetti futuri.

Può essere richiesto di commentare il codice deontologico, le

leggi e gli aspetti procedurali che regolano la professione di

psicologo.

Oppure qualunque altro argomento vogliano i

commissari in quel momento. Non ci sono domande e

argomenti fissi e prestabiliti.

Cosa non è la quarta prova:

- non è una pura formalità: si può essere bocciati anche a

questa prova. Aver superato gli scritti, anche con ottimi voti,

non garantisce l’abilitazione.

- non è una prova di giurisprudenza;

- non è una prova di memoria, in cui sciorinare gli articoli

di codici e leggi, senza averli capiti e senza saperli applicare.

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Attenzione! Anche se si tratta di leggi e codici, ogni

commissario può dare una sua interpretazione, avere le sue

aspettative ad esempio su cosa debba o non debba fare un

tirocinante e può valutare negativamente una risposta

che un altro commissario valuta positivamente. Meglio

usare sempre la massima prudenza.

Per sdrammatizzare

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8. Speciale: i criteri di valutazione dell’EdS

Ecco una lista ironica dei criteri di valutazione,

perché sì…tendono ad essere un po’ arbitrari, per

cui proviamo con l’ironia.

Il Tema:

Se hai scritto poco, dovevi approfondire;

Se hai scritto tanto, dovevi essere sintetico;

Se hai scritto “medio”, dovevi scrivere di più (o forse di

meno);

Se hai scritto semplice, dovevi scrivere tecnico;

Se hai scritto tecnico, dovevi essere comprensibile a tutti!

Se hai trattato l’autore X, è troppo vecchio;

Se hai trattato Y, è troppo recente;

Ma come, è di 10 anni fa?!

A seconda del prof:

- sono troppi, la teoria non vale più;

- sono pochi, ancora non è stata validata;

- se è stata validata a sufficienza: allora è vecchia, ricomincia

dal punto 1.

E al progetto?

La premessa teorica è troppo lunga, mica è un tema!

Se l’hai fatta breve, sei stato incompleto: dovevi

approfondire!

Se hai fatto il progetto troppo discorsivo: dovevi

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schematizzare;

Se hai schematizzato…è un progetto, mica sono appunti!

Se lo hai fatto medio, dovevi farlo più schematico.

(o più discorsivo, dipende se siamo in luna calante o

crescente).

Ma al caso clinico i criteri saranno più chiari!

Sì, infatti…

Se hai fatto diagnosi, non sei stato prudente;

Se sei stato prudente…dovevi osare!

Se non hai fatto l’ipotesi diagnostica, dovevi farla;

Se l’hai fatta, è azzardata, ricomincia dal punto 1 e salta un

turno;

Se hai usato un modello teorico, non va bene: non sei uno

psicoterapeuta!

Se non lo hai usato: e come fai a inquadrare il problema?

Vabbè, ho usato il DSM, che è ateorico.

Non va bene: non sei mica uno psichiatra!

Se non hai usato un manuale diagnostico: hai basato l’ipotesi

sul nulla;

Se hai inviato allo psicoterapeuta: è uno scandalo! Stai

svalutando lo psicologo;

Se hai fatto fare allo psicologo, hai violato la legge 56/89;

Se hai indicato un intervento: dovevi essere generico;

Se sei stato generico: male, dovevi essere più specifico

riguardo a obiettivi e attività.

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Ok, verrà l’orale i criteri di valutazione saranno

uniformi, visto che è basato su leggi, codici e codicilli…

Sì, infatti…

Se dici che hai fatto solo osservazione, dovevi fare di più;

Se hai fatto di più, hai violato il ruolo di tirocinante!

Hai fatto i test? Te se magnano.

Non li hai fatti? Potevi farli, sotto supervisione!

Ah no, non potevi farli, neanche sotto supervisione.

O forse sì, ma solo se conti fino a 30, fai una capriola e hai il

tatuaggio di uno scorpione sulla caviglia.

E dopo l’EdS quali sono i tuoi progetti?

Almeno su quelli nessuno potrà sindacare.

E infatti: se dici che vuoi iscriverti a una scuola di

psicoterapia, te se magnano: mica è obbligatorio, lo

psicologo può fare molto anche senza essere psicoterapeuta.

Se non vuoi iscriverti a una scuola: te se magnano! Che vuoi

fare, solo come psicologo?

In ogni caso: te se magnano.

Insomma, possibile che tutto sia così arbitrario?

Ma no, un criterio uniforme c’è ed è questo.

Calcola la congiuntura astrale tra Plutone in Sagittario e

Nettuno in Ariete.

Moltiplica per quello che hai mangiato il 22 febbraio 2013

sera (se macrobiotico, aggiungi 10 punti).

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Dividi per la parallasse della gittata dell’acqua della Fontana

di Trevi misurata dalla punta del naso del tritone alla prima

monetina da un centesimo lanciata dalla un turista

giapponese nell’angolo destro della vaschetta sinistra.

Applica al tutto il principio del Rehearsal di Atkinson e Shiffrin

e del problem-solving model di Upon e Schever (che neanche

esistono)…

…and the cat is on the table.

E in bocca al lupo a tutti!

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9. Come propiziare un esito positivo

Questo è il pupazzo di Freud che regalo virtualmente a tutti,

per fare riti propiziatori per l’EdS ;).

Non sarà facile l’EdS, come non è stato facile studiare 5 anni:

ci sono voluti tanti sacrifici, ma ce l’hai fatta!

All’EdS, ci sono elementi di arbitrio, di imprevedibilità e

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complessità, è vero, ma hai tutte le risorse per

affrontarlo.

Hai studiato tanto, hai fatto il tirocinio, qualcosa tirerai fuori,

anche se uscirà una traccia assurda.

Dopo i primi minuti di shock, abbi fiducia in te: le tue

conoscenze e le tue esperienze di formazione e di vita

affioreranno.

10. Kit di Preparazione: non solo contenuti

Cos’è il Kit 110eLode? E’ un pacchetto di preparazione

“chiavi in mano”, con materiali sempre aggiornati (perché

ci sono sempre novità all’Eds!).

Ci sono anche materiali aggiuntivi, istant-book sulle novità da

considerare per ogni sessione, audiocorsi, videocorsi, gruppo

riservato di tutoraggio e supervisione, strategie sempre

nuove, simulazioni con feedback, iniziative di tutoraggio fino

al superamento dell’EdS.

Non sono riassuntini o materiali predigeriti.

Il focus non sono i contenuti: quelli li trovi anche gratis su

Google. Ce ne sono quanti ne vuoi su qualsiasi argomento. Il

problema oggi non è reperire i contenuti.

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Il focus del kit è il metodo di preparazione, esclusivo,

derivante da un’esperienza quasi ventennale e

costantemente rinnovato.

Per questo ci sono sempre diverse formule, scopri

quelle attuali su www.110elode.net

Scarica i materiali gratuiti, leggi gli articoli con i

suggerimenti e partecipa alle iniziative esclusive per l’Esame

di Stato Psicologia.

11. Contatti

Dott.ssa Stella Di Giorgio, Psicologa e

tutor. Nel 2006 ho fondato lo Studio

Didattico 110eLode.Net, ho realizzato il 1°

Kit di preparazione per l’Esame di Stato e ho aiutato

oltre 10 generazioni di psicologi ad abilitarsi.

Sito: www.110elode.net/contatti

Linkedin: https://it.linkedin.com/in/stelladigiorgio

Se hai segnalazioni, suggerimenti, richieste, scrivi a

[email protected].

In bocca al lupo!