a cura di  · Web viewIl cieco desidera dal Signore non del denaro, ma la luce. Senza di questa,...

23
SETE di PAROLA XXXIII Settimana del Tempo Ordinario dall’ 18 al 25 Novembre 2012

Transcript of a cura di  · Web viewIl cieco desidera dal Signore non del denaro, ma la luce. Senza di questa,...

Page 1: a cura di  · Web viewIl cieco desidera dal Signore non del denaro, ma la luce. Senza di questa, tutto il resto gli sembra di ben poco valore. Non chiediamo al Signore ricchezze evanescenti,

SETE di PAROLA

XXXIII Settimana del Tempo Ordinario

dall’ 18 al 25 Novembre 2012

VANGELO del giorno

COMMENTOPREGHIERA

IMPEGNO

Page 2: a cura di  · Web viewIl cieco desidera dal Signore non del denaro, ma la luce. Senza di questa, tutto il resto gli sembra di ben poco valore. Non chiediamo al Signore ricchezze evanescenti,

Domenica, 18 novembre 2012Liturgia della Parola Mc 13,24-32

LA PAROLA DEL SIGNORE…È ASCOLTATA

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In quei giorni, dopo quella tribolazione,il sole si oscurerà,la luna non darà più la sua luce,le stelle cadranno dal

cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo. Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte.  In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.  Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre».

…È MEDITATAQuasi alla fine dell'anno liturgico, mentre ci prepariamo a salutare l'evangelista Marco, la liturgia ci propone un brano del tredicesimo capitolo del primo evangelo. Un testo difficile, che non possiamo comprendere se non tenendo conto del suo genere letterario - quello apocalittico - e mettendo al centro della nostra lettura non la fine della creazione, ma il fine della sua storia.Ogni giorno facciamo l'esperienza drammatica del conflitto fra il bene e il male, percepiamo la fragilità e la bellezza dell'amore che ci abita, sentiamo in noi il desiderio di una giustizia irrintracciabile negli umani tribunali, e ci chiediamo cosa rimarrà di tutto questo, chi ne uscirà vincitore, se davvero tutto l'amore gettato nei solchi dei giorni, dei mesi e degl'anni porteranno ad

un raccolto abbondante. Questa è la promessa radicata nel cuore.Questa è la certezza della Parola che non passa, che non conosce ammuffimenti e vecchiaie.Questa è la speranza con cui lo Spirito infiamma la nostra passione di bellezza, desiderio di sfiorare l'eterno, ricerca di pienezza di vita.La storia, quella del mondo, la mia, la tua, è nelle mani di Dio e l'ultima parola su di essa sarà il trionfo del Risorto. L'universo è lanciato verso quel punto. Quello è il suo fine.Nulla andrà perso. Il più invisibile gesto d'amore verrà ritrovato nel cuore di Dio, come un bicchiere d'acqua fresca, una mano stretta nel sigillo della pace, un'accoglienza incondizionata a chi si sente stretto nel morso della delusione. La venuta del Signore non porterà distruzione o

Page 3: a cura di  · Web viewIl cieco desidera dal Signore non del denaro, ma la luce. Senza di questa, tutto il resto gli sembra di ben poco valore. Non chiediamo al Signore ricchezze evanescenti,

azzeramento, ma la Sua eterna regalità. Fino alla fine, quella di Gesù, è una buona notizia. I nostri poveri cuori masticati dall'amore, non cadranno nel vuoto, ma saranno raccolti dal Veniente e consegnati nella mani del Padre. Lui sa. Lui non dimentica. Mancano un paio di settimane all’inizio del periodo di Avvento e già siamo richiamati alla vigilanza, a porre attenzione ai segni dei tempi, ai gesti di salvezza che Dio compie ogni giorno nei nostri confronti. Non sappiamo il giorno e l’ora in cui il Figlio dell’uomo tornerà, ma ciò che conta e attenderlo con fiducia attraverso

l’accoglienza dei segni con i quali si rende presente. Cristo è vicino, sta alle porte,Cristo che è alla periferia della mia casa, della mia città, agli orli murati dei nostri mondi separati, sta lì, come una porta, come una breccia nel muro, come una breccia di luce a indicare incontri e offerte di solidarietà e di amore. E se ogni Eucaristia, se ogni vita, se ogni sera della vita si chiudesse con le parole stesse con cui si chiude la Bibbia, parole di porte aperte, di battenti spalancati, di cuore e di braccia larghi quanto la speranza: «Lo Spirito e la Sposa dicono vieni! e chi ascolta ripeta: vieni».

…È PREGATAVieni, Signore Gesù, vieni! Resta vicino a noi, Signore, non ci abbandonare. Amen.

…MI IMPEGNAQuanti segni Dio ci lascia ogni giorno! Riconosci l’intervento di Dio nella tua vita o attribuisci ciò che accade al caso? Lasciamo che ciò che Dio fa per noi ci indichi la strada verso la comunione con Lui.

Lunedì, 19 novembre 2012 Liturgia della Parola Lc 18,35-43

LA PAROLA DEL SIGNORE…È ASCOLTATA

Mentre Gesù si avvicinava a Gèrico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!». Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando fu vicino, gli domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la

Page 4: a cura di  · Web viewIl cieco desidera dal Signore non del denaro, ma la luce. Senza di questa, tutto il resto gli sembra di ben poco valore. Non chiediamo al Signore ricchezze evanescenti,

vista! La tua fede ti ha salvato». Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio.

…È MEDITATA

Sappiamo anche da altri testi che la condizione di cecità ha un significato pregnante nei Vangeli. Rappresenta l’uomo che ha bisogno della luce di Dio, la luce della fede, per conoscere veramente la realtà e camminare nella via della vita. Essenziale è riconoscersi ciechi, bisognosi di questa luce, altrimenti si rimane ciechi per sempre. Bartimeo, dunque, in quel punto strategico del racconto di Marco, è presentato come modello. Egli non è cieco dalla nascita, ma ha perso la vista: è l’uomo che ha perso la luce e ne è consapevole, ma non ha perso la speranza, sa cogliere la possibilità di incontro con Gesù e si affida a Lui per essere guarito. Infatti, quando sente che il Maestro passa sulla sua strada, grida: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!», e lo ripete con forza . E quando Gesù lo chiama e gli chiede che cosa vuole da Lui, risponde: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». Bartimeo rappresenta l’uomo che riconosce il proprio male e grida al Signore, fiducioso di essere sanato. La sua invocazione, semplice e sincera, è esemplare, e infatti – come quella del pubblicano al tempio: «O Dio, abbi pietà di me peccatore» – è entrata nella tradizione della preghiera cristiana. Nell’incontro con Cristo, vissuto con fede, Bartimeo riacquista la luce che

aveva perduto, e con essa la pienezza della propria dignità: si rialza in piedi e riprende il cammino, che da quel momento ha una guida, Gesù, e una strada, la stessa che Gesù percorre. L’evangelista non ci dirà più nulla di Bartimeo, ma in lui ci presenta chi è il discepolo: colui che, con la luce della fede, segue Gesù «lungo la strada». Ci sono ricchezze preziose per la nostra vita che possiamo perdere, e che non sono materiali. In questa prospettiva, Bartimeo potrebbe rappresentare quanti vivono in regioni di antica evangelizzazione, dove la luce della fede si è affievolita, e si sono allontanati da Dio, non lo ritengono più rilevante per la vita: persone che perciò hanno perso una grande ricchezza, sono «decadute» da un’alta dignità - non quella economica o di potere terreno, ma quella cristiana -, hanno perso l’orientamento sicuro e solido della vita e sono diventati, spesso inconsciamente, mendicanti del senso dell’esistenza. Sono le tante persone che hanno bisogno di una nuova evangelizzazione, cioè di un nuovo incontro con Gesù, il Cristo, il Figlio di Dio, che può aprire nuovamente i loro occhi e insegnare loro la strada (Benedetto XVI)

Il cieco desidera dal Signore non

Page 5: a cura di  · Web viewIl cieco desidera dal Signore non del denaro, ma la luce. Senza di questa, tutto il resto gli sembra di ben poco valore. Non chiediamo al Signore ricchezze evanescenti,

del denaro, ma la luce. Senza di questa, tutto il resto gli sembra di ben poco valore. Non chiediamo al Signore ricchezze evanescenti, beni terreni, onori effimeri, ma la

luce. Non quella luce che finisce con il giorno, ma quella che non conosce inizio e che il tempo non potrà mai spegnere.

Gregorio Magno

…È PREGATADonaci occhi nuovi, Signore, capaci di guardare al di là delle cose, donaci un cuore nuovo, che sappia riconoscerti e amarti sopra ogni cosa. Amen..

…MI IMPEGNAMi interrogherò su che cosa faccio io perché i vicini riacquistino la vista; si interessino di Gesù che passa, nascosto sia nelle persone che negli avvenimenti di ogni giorno.

Martedì, 20 novembre 2012 Liturgia della Parola Lc 19,1-10

LA PAROLA DEL SIGNORE…È ASCOLTATA

In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomoro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

…È MEDITATAQuando mi trovo in situazioni spiacevoli, quando attraverso momenti difficili o soffro per qualsiasi motivo, ho la sensazione

che Dio si sia dimenticato di me, che Dio abbia altro da fare piuttosto che occuparsi di uno come me. Zaccheo pensa allo stesso modo, al

Page 6: a cura di  · Web viewIl cieco desidera dal Signore non del denaro, ma la luce. Senza di questa, tutto il resto gli sembra di ben poco valore. Non chiediamo al Signore ricchezze evanescenti,

punto che, per vedere Gesù, sale su un albero: il suo pensiero è che Gesù non desideri vedere uno come lui. Invece Gesù si ferma e gli dice non solo che vuole incontrarlo ma che vuole andare a casa sua. Oggi Gesù vuole stare con te, in casa tua: non un incontro veloce in mezzo alla strada ma nella tua stanza, nelle tue abitudini, nei tuoi lavori, così come nelle tue gioie e pure nei tuoi peccati. Gesù conosce la nostra vita ed è per questo che vuole dimorare con noi. Vuole prendere parte, nello scorrere dei tempo, alle nostre occupazioni. E tu,

sei pronto per accogliere Gesù nella tua vita? Vuoi fare esperienza di questa presenza costante nella tua vita? Il sì di Zaccheo gli ha permesso di fare entrare nella sua casa la Salvezza.

Non devi rimanere in te stesso con senso di amarezza per la tua miseria, neppure per un istante, perché anche questo è un chiudersi a Dio, è dare importanza a quello che siamo, e non a Lui che è amore!

Divo Barsotti

…È PREGATA Signore, vieni nella mia casa, chiamami per nome, dimmi le tue parole di conforto e di incoraggiamento. Aiutami a diventare nuovo ogni giorno, per poter incontrare le sorelle ed i fratelli che mi circondano con cuore nuovo.

…MI IMPEGNAGesù vuole fermarsi a casa nostra, oggi. Zaccheo trova la forza per uscire dal circolo vizioso di solitudine e di rifiuto in cui si dibatteva. Zaccheo è diventato un uomo nuovo, un discepolo di Gesù Cristo. La conversione di Zaccheo è la storia di ogni persona.

Mercoledì, 21 novembre 2012 Presentazione della Beata Vergine MariaLa memoria odierna della Presentazione della Beata Vergine Maria ha un'importanza notevole, non solo perché in essa vien commemorato uno dei misteri della vita di Colei che Dio ha scelto come Madre del Suo Figlio e come Madre della Chiesa, nè soltanto perché in questa

'presentazione' di Maria vien richiamata la 'presentazione' al Padre celeste di Cristo e, anzi, di tutti i cristiani, ma anche perché essa costituisce un gesto concreto di ecumenismo, di dialogo con i nostri fratelli dell'Oriente. In questo giorno della dedicazione (543) della chiesa di S. Maria Nuova, costruita presso il tempio di Gerusalemme, celebriamo insieme ai cristiani d'oriente quella 'dedicazione' che Maria fece a Dio di se stessa fin dall'infanzia, mossa dallo Spirito Santo, della cui grazia era stata ricolma nella sua immacolata

Page 7: a cura di  · Web viewIl cieco desidera dal Signore non del denaro, ma la luce. Senza di questa, tutto il resto gli sembra di ben poco valore. Non chiediamo al Signore ricchezze evanescenti,

concezione'. 

Liturgia della Parola Mc 3,31-35LA PAROLA DEL SIGNORE

…È ASCOLTATAIn quel tempo, Gesù disse una parabola, perché era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all’altro. Disse dunque: «Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci dei suoi servi, consegnò loro dieci monete d’oro, dicendo: “Fatele fruttare fino al mio ritorno”. Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a dire: “Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi”. Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornò e fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato. Si presentò il primo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate dieci”. Gli disse: “Bene, servo buono! Poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città”. Poi si presentò il secondo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate cinque”. Anche a questo disse: “Tu pure sarai a capo di cinque città”. Venne poi anche un altro e disse: “Signore, ecco la tua moneta d’oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminato”. Gli rispose: “Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l’avrei riscosso con gli interessi”. Disse poi ai presenti: “Toglietegli la moneta d’oro e datela a colui che ne ha dieci”. Gli risposero: “Signore, ne ha già dieci!”. “Io vi dico: A chi ha, sarà dato; invece a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. E quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me”».Dette queste cose, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme.

…È MEDITATA"Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi" - ecco il dramma che Gesù ci lascia intravedere attraverso la parabola delle mine. Ed è il dramma del rifiuto di Dio. Sembra, a prima vista, che questa sia una nota secondaria rispetto

all'evolversi del racconto della parabola caratterizzato dalla necessità di impiegare bene le mine, ossia i doni di Dio. Invece questa nota potrebbe essere il perno di tutto. Sì, perché impiegare bene le mine significa accettare

Page 8: a cura di  · Web viewIl cieco desidera dal Signore non del denaro, ma la luce. Senza di questa, tutto il resto gli sembra di ben poco valore. Non chiediamo al Signore ricchezze evanescenti,

innanzi tutto di essere "servi". Ma per accettare di essere servi bisogna maturare la consapevolezza del nostro dipendere da Dio, percependo di essere innestati in Lui come il tralcio alla vite, dunque a Lui uniti e sottomessi, senza per questo sentirsi dimezzati.  Ma concretamente come devo accogliere la signoria di Dio nella mia vita? Cosa devo mettere in atto? Il testo dice che "i cittadini odiavano quest'uomo di nobile stirpe". Non solo: si rifiutavano di contattarlo direttamente, gli

mandavano ambascerie. Dunque, far regnare Dio su di noi, significa amarlo e contattarlo. Amarlo con tutto il cuore, senza finzioni, e contattarlo nella Sua Parola, fedelmente e direttamente, ogni giorno, come faremo anche oggi, con gli occhi puntati sulla splendida icona della lavanda dei piedi per contemplare la sua divina regalità china sull'uomo, a servire, "fino alla fine"Ogni tua azione, pensiero od opera, parola o gesto, sia degna della pienezza di perfezione cui tendi.

Giovanni Vannucci…È PREGATASignore, aiutami a riconoscerti in ogni fratello e ad essere riconoscente per i doni ricevuti utilizzandoli sempre per la tua gloria e il bene di tutti.

…MI IMPEGNADio ci ha donato dei doni da mettere a servizio della comunità, non lasciamo perdere ciò che siamo nel profondo! La nostra giornata sia vissuta all'insegna del lasciar crescere i doni che il Signore ci ha dato, lasciando crescere quelli degli altri.

Giovedì, 22 novembre 2012 Santa Cecilia, vergine e martire Cecilia è una delle sette donna martiri di cui si fa menzione nel Canone Romano. Ad essa è dedicata una basilica in Trastevere a Roma (sec. IV). Il suo culto si diffuse dovunque prendendo l’avvio da una «Passione» nella quale viene esaltata come modello di vergine cristiana. Più tardiva è l’interpretazione del suo ruolo di

ispiratrice e patrona della musica e del canto sacro. La sua memoria il 22 novembre è già celebrata nell’anno 546

Liturgia della Parola Lc 19,41-44LA PAROLA DEL SIGNORE

…È ASCOLTATA

Page 9: a cura di  · Web viewIl cieco desidera dal Signore non del denaro, ma la luce. Senza di questa, tutto il resto gli sembra di ben poco valore. Non chiediamo al Signore ricchezze evanescenti,

In quel tempo, Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città pianse su di essa dicendo: «Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi. Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata».

…È MEDITATAPiange, il Signore. Piange di dolore, perché vede rifiutato l'annuncio, piange singhiozzando, perché sa che la sua fine è vicina. Non è bastata la sua predicazione, la sua presenza misericordiosa, la sua opera di guarigione degli infermi. Gerusalemme è rimasta ostile, la classe dirigente del neonato tempio è sorda ai suoi richiami deliranti e profetici. Piange, Dio, perché vede che rifiutiamo il suo amore, che ci condanniamo con le nostre stesse mani, perché, allontanandoci da lui, la nostra vita è caligine e tenebra. Piange, il Signore, perché l'umanità preferisce ostinarsi nello stare lontana da lui, insensibile ai suoi richiami. La gloria di Gerusalemme scomparirà, travolta dalla violenza degli arroganti, vittima della sua supponenza. Riporre fiducia nelle

pietre non servirà, credere che Dio combatterà col popolo è pura illusione. L'aquila di Roma imperiale sostituirà la stella di Davide e il tempio, luogo che Dio abita, verrà raso al suolo come tutta la città. Piange, il Signore, perché vede la piccolezza dei nostri cuori, la presunzione di chi pensa di potere fare a meno di Dio, come il nostro mondo arrogante e spocchioso. Piange Dio. Gesù ha deciso: darà la sua vita.-----------------------------------------------Mi hai chiamato, hai gridato, e hai trapassato la mia sordità. Hai brillato, hai rifulso, e hai vinto la mia cecità. Hai emesso il tuo profumo, l'ho respirato e ora anelo a te. Ho gustato e ora ho fame e sete di te. Mi hai toccato e ora ardo dal desiderio della tua pace.Sant'Agostino

…È PREGATASignore, che hai glorificato santa Cecilia con la corona della verginità e del martirio, per la comunione a questo sacro convito donaci una forza nuova perché superiamo ogni male e raggiungiamo la gloria del cielo.

…MI IMPEGNADopo secoli ancora non abbiamo compreso la via della pace nonostante la redenzione; non abbiamo compreso appieno il tempo e i tempi in cui siamo visitati da Dio e dal suo Unigenito. Ci sono ancora

Page 10: a cura di  · Web viewIl cieco desidera dal Signore non del denaro, ma la luce. Senza di questa, tutto il resto gli sembra di ben poco valore. Non chiediamo al Signore ricchezze evanescenti,

i motivi di pianto per Cristo, è ancora accorato il suo lamento. «Se tu conoscessi il dono di Dio», credo siano queste le parole che Cristo ci sta rivolgendo. Attende la tua e la mia risposta.

Venerdì, 23 novembre 2012 Liturgia della Parola Lc 19,45-48

LA PAROLA DEL SIGNORE…È ASCOLTATA

In quel tempo, Gesù, entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà casa di preghiera”. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri». Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo; ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo.

…È MEDITATAGesù caccia i mercanti dal tempio, non vuole che la casa di preghiera si trasformi in mercato. Quante volte, anche noi, pensiamo che la preghiera sia un baratto, diamo del tempo a Dio ed egli, gentilmente, veda di esaudire le nostre richieste! Troppi, anche fra i cristiani, hanno la malsana idea che si possa contrattare con Dio, come si fa con un politico famoso, come quando si chiede una spintarella o una raccomandazione. Gesù non sopporta l'idea che il volto del Padre diventi il corrucciato volto di un despota e ribalta i banchi dei venditori, urla e caccia fuori tutti. Così, Gesù segna la sua fine. Malvisto dalla classe sacerdotale per le sue intransigenze e le sue

libere interpretazioni della Legge di Dio, la sua azione nel cuore del tempio è inaccettabile: si cerca, ora, l'occasione concreta per toglierlo di mezzo. Ma è difficile, perché la gente pende dalle sue parole. Bisognerà muoversi con cautela, fuori dai luoghi affollati, meglio se di notte. Anche noi, oggi, pendiamo dalle parole del Maestro, e non vogliamo contrattare con Dio o vederlo come un despota da corrompere, il Padre sa di cosa abbiamo bisogno e il Figlio darà la sua vita per noi.---------------------------------------------Vedete figli miei, bisogna riflettere che abbiamo un’anima da salvare e un’eternità che ci aspetta.

Giovanni Maria Vianney

…È PREGATA

Page 11: a cura di  · Web viewIl cieco desidera dal Signore non del denaro, ma la luce. Senza di questa, tutto il resto gli sembra di ben poco valore. Non chiediamo al Signore ricchezze evanescenti,

Signore Gesù, donami una vita interiore profonda, fa' che io sia nella Chiesa un piccolo fuoco che arde di zelo per te e per il tuo regno.

…MI IMPEGNAll Signore vuole che anche il mio cuore diventi casa di preghiera per incontrarlo sovente e poi irradiarlo agli altri nella comune casa di preghiera che è la Chiesa.

Sabato, 24 novembre 2012 Santi Andrea Dung Lac e compagni, martiri Nella regione del Tonchino, Annam e Cocincina – ora Vietnam – ad opera di intrepidi missionari, risuonò per la prima volta nel sec. XVI la parola del Vangelo. Il martirio fecondò la semina apostolica in questo lembo dell’Oriente. Dal 1625 al 1886, salvo rari periodi di quiete, infuriò una violenza persecuzione con la quale gli imperatori e i mandarini misero in atto ogni genere di astuzie e di perfidie per stroncare la

tenera piantagione della Chiesa. Il totale delle vittime, nel corso di tre secoli, ammonta a circa 130.000. La crudeltà dei carnefici, non piegò l’invitta costanza dei confessori della fede: decapitati, crocifissi, strangolati, segati, squartati, sottoposti a inenarrabili torture nel carcere e nelle miniere fecero rifulgere la gloria del Signore, «che rivela nei deboli la sua potenza e dona agli inermi la forza del martirio» (M.R., prefazio dei martiri). Giovanni Paolo II, la domenica 19 giugno 1988, accomunò nell’aureola dei santi una schiera di 117 martiri di varia nazionalità, condizione sociale ed ecclesiale: sacerdoti, seminaristi, catechisti, semplici laici fra cui una mamma e diversi padri di famiglia, soldati, contadini, artigiani, pescatori. Un nome viene segnalato: Andrea Dung-Lac, presbitero, martirizzato nel 1839 e beatificato nel 1900 anno giubilare della redenzione da Leone XIII. Il 24 novembre è il giorno del martirio di alcuni di questi santi. 

Liturgia della Parola Lc 20,27-40LA PAROLA DEL SIGNORE

…È ASCOLTATAIn quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti,

Page 12: a cura di  · Web viewIl cieco desidera dal Signore non del denaro, ma la luce. Senza di questa, tutto il resto gli sembra di ben poco valore. Non chiediamo al Signore ricchezze evanescenti,

non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». E non osavano più rivolgergli alcuna domanda.

…È MEDITATALa risposta di Gesù che non lascia dubbi. Nella risposta di Gesù emerge l’irritazione di chi non sopporta la finzione. Gesù non sopporta l’ipocrisia dell’elite che manipola e ridicolizza la fede in Dio per legittimare e difendere i suoi propri interessi. La risposta contiene due parti: (a) voi non capite nulla della risurrezione: “I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni dell’altro mondo e della risurrezione dai morti, non prendono moglie né marito; e nemmeno possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, essendo figli della risurrezione, sono figli di Dio”. Gesù spiega che la condizione delle persone dopo la morte sarà totalmente diversa dalla condizione attuale. Dopo la morte non ci saranno più sposalizi, ma tutti saranno come angeli nel cielo. I sadducei immaginavano la vita in

cielo uguale alla vita sulla terra; (b) voi non capite nulla di Dio: “Che poi i morti risorgono, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando chiama il Signore: Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi; perché tutti vivono per lui”. I discepoli e le discepole, che stiano attenti ed imparino! Chi sta dalla parte di questi sadduccei si trova al lato opposto a Dio! Venite, dunque, o genti tutte, oppressi dai peccati e ricevete il perdono. Sono io, infatti, il vostro perdono, io la Pasqua della redenzione, io l'agnello immolato per voi, io il vostro lavacro, io la vostra vita, io la vostra risurrezione, io la vostra luce, io la vostra salvezza, io il vostro re. Io vi porto in alto nei cieli. Io vi risusciterò e vi farò vedere il Padre che è nei cieli.Melitone di Sardi

…È PREGATABenedetto il Signore, mia roccia, che addestra le mie mani alla guerra, le mie dita alla battaglia.  Mio alleato e mia fortezza, mio rifugio e mio liberatore, mio scudo in cui confido.

…MI IMPEGNA

Page 13: a cura di  · Web viewIl cieco desidera dal Signore non del denaro, ma la luce. Senza di questa, tutto il resto gli sembra di ben poco valore. Non chiediamo al Signore ricchezze evanescenti,

Gesù vuole che la nostra fede sia viva, vivente, di questa ora, di oggi, per oggi. Vuole una fede efficace, pronta a dare speranza, consolazione, salvezza, redenzione.

-----------------------------------------------------------------------------------------------------

5Gesù è l’uomo perfetto. Diventando uomo come noi, il Figlio di Dio è diventato fratello ed amico di ogni uomo. Ha lavorato con mani d’uomo. Ha pensato con mente d’uomo. Ha agito con volontà d’uomo. Ha amato con cuore d’uomo. Nascendo dalla Vergine Maria, egli si è fatto veramente uno di noi: uguale a noi in tutto, eccetto che nel peccato. Ha accettato liberamente di morire per noi e ci ha donato la vita: in Gesù, morto e risorto, Dio ha fatto pace con noi e ci ha resi fratelli. Ogni uomo può davvero dire: il Figlio di Dio ha amato me ed è morto in croce per me. (Gaudium et Spes - n. 10)

GESU’ UOMO COME NOI

Leggendo i Vangeli, scopriamo che il tratto più evidente della personalità di Gesù è la verità, l’autenticità. Gesù è stato un uomo come noi ed ha vissuto in una famiglia umana: non è un extraterrestre. Questo lo capiamo soprattutto dai

Page 14: a cura di  · Web viewIl cieco desidera dal Signore non del denaro, ma la luce. Senza di questa, tutto il resto gli sembra di ben poco valore. Non chiediamo al Signore ricchezze evanescenti,

Vangeli di Matteo e Luca, che ci raccontano la sua infanzia e ci fanno anche l’elenco dei suoi antenati, il suo “albero genealogico”.

Non ha fatto finta di essere uomo. Ha vissuto completamente radicato nella società e nella cultura del suo tempo; ha parlato il linguaggio del suo tempo: se pensiamo alle parabole, che spesso richiamano immagini e situazioni di vita reali, ci rendiamo conto che la società di allora era composta da giudici poco capaci di giustizia, proprietari lontani dal loro lavoro, persone religiose contente delle loro virtù, donne di cattiva fama…

Gesù è stato un uomo completo ed equilibrato. Ha provato sulla sua pelle tutti i sentimenti umani: la gioia (Lc 10,21), ma anche la tristezza (Mc 3,5), la paura e l’angoscia (Mc 14,33). Bisognerebbe rileggere lentamente tutte le pagine dei Vangeli per

individuare quanta ricchezza umana troviamo ed alla quale non prestiamo troppa attenzione.

Gesù possiede anche quello che un autore francese ha chiamato “l’equilibrio dei contrari”.

Ecco qualche esempio. Gesù è molto esigente, ma anche comprensivo allo stesso tempo; insegna una morale altissima, ma non condanna le persone; è un leader ma si fa servitore degli altri; è un contemplativo che passa le notti in preghiera con Dio, ma anche un uomo d’azione; è forte e mite; è abile e semplice; condivide i momenti di gioia degli uomini pur vivendo molto povera-mente; comunica un insegnamento sublime con immediatezza e semplicità di espressione. Gesù è profondamente innamorato della vita, e tuttavia affronterà con coraggio la passione e la morte.

Gesù è stato un uomo libero e generoso. Si è donato agli uomini non solo a parole, ma fino al culmine supremo della morte, l’offerta del suo più grande gesto d’amore. Ha lottato contro ogni forma di male: la sofferenza, la malattia, Satana, la morte e soprattutto il peccato. Ci ha insegnato che la vita è servizio e a scegliere sempre il posto di chi serve (Mc 10,42-45).

Si è presentato come una persona libera da tutte le persone e le tradizioni che non sono al servizio dell’uomo. Gli stessi avversari di Gesù hanno detto di lui che “parla ed insegna con rettitudine, e non guarda in faccia a nessuno, ma insegna secondo la verità di Dio” (Lc 20,21-22). Gesù possedeva la libertà di

Page 15: a cura di  · Web viewIl cieco desidera dal Signore non del denaro, ma la luce. Senza di questa, tutto il resto gli sembra di ben poco valore. Non chiediamo al Signore ricchezze evanescenti,

chi ama e perdona, di chi si dona, di chi sa lottare per un ideale altissimo e non ha tempo di occuparsi di cose di poco conto.

L’UOMO GESU’ : UN MISTERO DA SCOPRIRE

La prima cosa che dobbiamo fare quando rileggiamo le pagine dei Vangeli è scoprire l’umanità vera e profonda di Gesù, trovare in lui un fratello ed un amico esigente.

L’umanità di Gesù è come uno scrigno prezioso: se lo apriamo, scopriremo il mistero profondo della sua persona. E’ un po’ la stessa scoperta dell’apostolo Pietro che un giorno affermò: “Tu sei il Messia, il Figlio del Dio vivente” (Mt 16,16).Questa scoperta non è frutto solo della ricerca umana, ma è anche dono di Dio. Infatti a Pietro, Gesù rispose: “Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l’hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli” (Mt 16,17).Era stato proprio Gesù a chiedere ai suoi discepoli: “La gente chi dice che sia il Figlio dell’uomo?” (Mt 16,13). Le risposte a questa domanda, ieri come oggi, sono molte e diverse. Possono essere risposte interessanti, istruttive, stimolanti. Ma nessuno di noi può delegare ad altri la risposta a questa domanda: dobbiamo rispondere in prima persona, assumendo le nostre responsabilità.Di fronte a Gesù non ci sono scappatoie!

E’ facile “imprigionare” Gesù in una fede abitudinaria, fatta a propria misura. Sei capace di andare oltre le tue piccole vedute ed i tuoi egoismi?

Page 16: a cura di  · Web viewIl cieco desidera dal Signore non del denaro, ma la luce. Senza di questa, tutto il resto gli sembra di ben poco valore. Non chiediamo al Signore ricchezze evanescenti,

Confronti il tuo modo di essere persona con il modello umano proposto da Gesù?

Approfondisci la conoscenza di Gesù con la lettura dei Vangeli? Cerchi di far crescere un rapporto vivo di amicizia con Lui nella preghiera?

PREGHIERA DI PAOLO VISignore, io credo: io voglio credere in Te.O Signore, fa che la mia fede sia piena, senza riserve, e che essa penetri nel mio pensiero, nel mio modo di giudicare le cose divine e le cose umane.

O Signore, fa che la mia fede sia libera: cioè abbia il concorso personale della mia adesione, accetti le rinunce ed i doveri che essa comporta e che esprima l’apice decisivo della mia personalità: credo in Te, o Signore.

O Signore, fa che la mia fede sia certa; certa d’una sua esteriore congruenza di prove e d’una interiore testimonianza dello Spirito Santo, certa di una sua luce rassicurante, d’una sua conclusione pacificante, d’una sua assimilazione riposante.

O Signore. fa che la mia fede sia forte; non tema le contrarietà dei problemi, onde è piena l’esperienza della nostra vita avida di luce; non tema le avversità di chi la discute, la impugna, la rifiuta, la nega; ma si rinsaldi nell’intima prova della Tua verità, resista alla fatica della critica, si corrobori nella affermazione continua sormontante le

Page 17: a cura di  · Web viewIl cieco desidera dal Signore non del denaro, ma la luce. Senza di questa, tutto il resto gli sembra di ben poco valore. Non chiediamo al Signore ricchezze evanescenti,

difficoltà dialettiche e spirituali, in cui si svolge la nostra temporale esistenza.

O Signore, fa che la mia fede sia gioiosa e dia pace e letizia al mio spirito, e lo abiliti all’orazione con Dio e alla consacrazione con gli uomini, così che irradi nel colloquio sacro e profano l’interiore beatitudine del suo fortunato possesso.

O Signore, fa che la mia fede sia operosa e dia alla carità le ragioni della sua espansione morale, così che sia vera amicizia con Te e sia in Te nelle opere, nelle sofferenze, nell’attesa della rivelazione finale, una continua testimonianza, un alimento continuo di speranza.

O Signore, fa che la mia fede sia umile e non presuma fondarsi sull’esperienza del mio pensiero e del mio sentimento; ma si arrenda alla testimonianza dello Spirito Santo, e non abbia altra migliore garanzia che nella docilità alla Tradizione e all’autorità del Magistero della santa Chiesa. Amen.