A cura di Russo Salvatore Alessandro (Abdera, in Tracia, 480-410 a.C. circa) Opere principali:...

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(Abdera, in Tracia, 480-410 a.C. circa)Opere principali: Intorno agli dei

(Lentini, in Sicilia, 484-375 a.C. circa)Opere principali: Elogio di Elena

Protagora afferma che tutte le opinioni sono vere perché l’uomo è un flusso continuo di percezioni. Gorgia, che distrugge l’essere e il non-essere, dichiara che tutte le opinioni sono erronee. L’opposizione però è soltanto apparente: i due Sofisti concordano, in fondo, nel riconoscere che non è possibile una verità oggettiva.

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Protagora Gorgia

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Protagora Gorgia

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Protagora di Abdera, afferma che:

<<L’uomo è misura di tutte le cose, di quelle che sono per quelle che sono, di

quelle che non sono per quelle che non sono>>

Questa formula, tramandataci da Platone, è stata interpretata in senso soggettivo: ciò

che un individuo percepisce con i sensi è vero per quell’individuo, ciò che un altro percepisce

è vero per l’altro.

Protagora Gorgia

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Protagora dice: Non avviene talora che quando soffi lo stesso vento uno di noi senta freddo e un altro no, e uno abbia freddo un poco e un altro assai? Apparenza e simbolo sono la stessa cosa.

Platone, Teeteo

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Dà il primo giudizio sull’uomo

Uomo MetronUomo in generale Uomo individuale

Misura generale Misura individuale

Presupposto sensibile

Cambia il soggetto

Cambia l’ oggetto

Opinioni relative

Verita’ umane

Sul piano teorico

Sul piano pratico

Uguali

Più o meno valide

Protagora Gorgia

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L’uomo è giudice

La realtà è come appare

La verità è relativa

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gorgia di lentini, afferma che:

1)Niente esiste

Con questo egli non vuole negare le apparenze sensibili nelle quali si svolge la

vita, ma intende affermare e dimostrare che, al di là delle apparenze, non esiste alcuna

realtà assoluta ed immutabile

2) Se anche qualcosa esistesse, non sarebbe conoscibile3) Se pure fosse conoscibile, non sarebbe comunicabile

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1. Ipotizziamo che qualcosa esista. Esso sarà:

1. ESSERE2. NON ESSERE3. UN INSIEME DI

ESSERE E NON ESSERE2. Ora il non essere non è

3. Anche l’essere non è, in quanto se fosse dovrebbe essere:

1. ETERNO2. GENERATO3. ETERNO E GENERATO

INSIEME{{

4. Ipotizziamo che l’essere sia eterno. Ora: {Se è eterno non ha principio

Se non ha principio è infinitoSe è infinito non è in alcun

luogoSe non è in alcun luogo non

esiste5. Ipotizziamo che l’essere sia generato.

Da che cosa? {Non dall’essere stesso,

perché intal caso esisterebbe già.Non dal non essere, perché il

nonessere non è.

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Non si può dire che una cosa esista per il solo fatto che l'uomo la pensi: cosi, ad esempio, si può pensare che un uomo voli o che dei carri corrano sul mare, ma non per questo esistono l'uomo che vola o i carri che corrono sul mare. Perciò il pensato non implica l'esistenza, o, in altre parole, non esiste. Inoltre se il pensato esistesse, e tutto ciò che è pensato fosse per ciò stesso esistente, ciò che non esiste non potrebbe essere pensato. Di conseguenza l'essere non implica necessariamente che debba essere pensato o, in altre parole, l'essere non è pensato.Se le cose pensate non si può dire che siano esistenti, sarà vero anche l'inverso, che non si può dire che l'essere sia pensato. È giusta e conseguente la deduzione che « se il pensato non esiste, l'essere non è pensato ». E che le cose pensate non esistano è chiaro: infatti, se

il pensato esiste, allora tutte le cose pensate esistono, comunque le si pensino. Di più se il pensato esiste, il non-esistente non potrà esser pensato, perché ai contrari toccano contrari attributi. Ma ciò è assurdo, perché si pensa anche Sciita e la Chimera e molte altre cose irreali. Dunque l'essere non è pensato.

Da Contro i matematici di Sesto Empirico

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Il mezzo di comunicazione è la parola, che non può identificarsi con l'essere. Come il visibile (ciò che vediamo) non può diventare udibile (ciò che udiamo), cosi l'essere, che è esterno a noi, non può diventare parola, che invece è in noi.Da Contro i matematici di Sesto Empirico

Posto che le cose esistenti sono visibili e udibili e in genere sensibili e di esse le visibili sono percepibili per mezzo della vista e le udibili per l'udito, e non viceversa, come dunque si potranno esprimeread un altro? Poichè il mezzo con cui ci esprimiamo è la parola, e la parola non è l'oggetto, la cosa, non è realtà esistente ciò che esprimiamo al nostro vicino, ma solo parola, che è altro dall'oggetto. Al modo stesso dunque che il visibile non può diventare audibile, e viceversa, così l'essere, in quanto è oggetto esterno a noi, non può diventar la parola, che è in noi. E non essendo parola, non potrà essere manifestato ad altri.

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