A coLpo sicuro Liguria super! - Amici per la pesca · anche solo un molo, possono essere importanti...

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18 18 Liguria Lanzardi, saraghi e lampughe ci fanno divertire un mondo! ~ Prendiamo le canne e salpiamo con gli esperti del posto ~ A COLPO SICURO

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Liguria super!❝ Lanzardi, saraghi e lampughe ci fanno divertire un mondo! ~

❝ Prendiamo le canne e salpiamo con gli esperti del posto ~

A coLpo sicuro

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In barca sul mare di Savona con tecniche

differenti per carnieri da sballo19

Liguria super!

❝ ... e non serve allontanarsi molto dal porto per essere sicuri di catturare ~

❝ Si arriva anche con piccole imbarcazioni

che non necessitano di patente nautica...~

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Acque deL sAvonese

Ci capita spesso di andare in giro per il Belpaese al-la ricerca di località che siano buone per la pesca e di fare di tutto per ca-

pirne le potenzialità, ancor prima di raccontarle a chi ci legge. Non ne parliamo spesso, è vero, ma il lavoro preparatorio per realizzare uno dei nostri itinerari non è cosa da poco. Per avere delle “piccole certezze” quando si parla di pesca, è d’obbligo provare e riprovare, valutare la presenza del-le varie specie di pesci in periodi di-versi e prendere note minuziose sulla conformazione del fondale, sull’espo-sizione di una spiaggia, sulla presen-za o meno della posidonia e su tan-ti altri fattori che possono entrare in gioco quando si pesca. Le profondità dell’acqua e gli effetti del mare mos-so su un determinato punto di costa, anche solo un molo, possono essere importanti per la scelta della posta-zione, della tecnica e della montatu-ra. In questo caso, però, siamo andati incontro a un’esperienza “comoda-comoda”... visto che ad accoglierci al nostro arrivo a Savona è stato un pe-scatore del posto: Tiziano Guatti.

nAto proprio quiMembro dell’associazione “Amici per la pesca”, per Tiziano il mare davan-ti a Savona e dintorni non ha segreti. Per questo ci aveva contattato con la promessa di portarci in barca e fare da cicerone a tutti i nostri lettori, descri-

vendo il mare di casa sua, con l’umil-tà di chi cattura parecchio ma non se ne vanta troppo e si propone sempre con un sorriso. Grazie a lui, nelle pagi-ne che seguiranno parleremo di pesca dalla barca appena fuori dal porto di Savona e delle postazioni più redditi-zie, da raggiungere anche con piccole barche che non necessitano di patente nautica. Vedremo come sia possibile fare incetta di lanzardi, saraghi e pa-lamite senza dover percorrere miglia e miglia. Di tanto in tanto, potrà arrivare anche l’orata a impreziosire il carniere, oltre ai piccoli pesci del bolentino (tor-di, sciarrani e boghe). E con il caldo arriveranno anche tonnetti, lecce stella e belle lampughe.

BoLentino e Light driftingTra i molti modi di pescare che l’in-ventiva dell’uomo è riuscita a escogi-

A cura di: Matthieu AmatoFoto di: Matthieu Amato, Fabio Marotta

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Una bella opportunitàUscite in barca nel Savonese per chi vuole diventare socio!

L’ associazione “Amici per la pesca” è stata creata allo scopo di promuovere la diffusione della

pesca sportiva marittima e delle attività connesse alla conoscenza del mare. Questo sodalizio organizza attività agonistiche e ricreative di vario tipo. Tra queste ultime rientrano le uscite in mare che si susseguono quasi tutti i fine settimana, usando le barche di cui l’associazione è dotata. Per raggiungere il punto d’imbarco il percorso è semplice: si arriva con l’autostrada A10 Genova-Ventimiglia e si esce al casello di Albisola; poi è sufficiente seguire le indicazioni per Savona. A breve distanza dalla città c’è una galleria: bisogna fermarsi prima di entrare, sulla sinistra del tunnel, dove ci sono sempre dei parcheggi disponibili. A chi desiderasse saperne di più, consigliamo di visitare il sito dell’associazione all’indirizzo www.amiciperlapesca.it.

❝ Le postazioni sono appena fuori dal porto e si arriva anche con una piccola barca ~

❝ Il nostro obiettivo è una bella pescata a “barca ferma” con esche naturali e artificiali ~

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tare e perfezionare, in queste pagine daremo spazio a quelli che general-mente si praticano a “barca ferma”, ovvero bolentino e light drifting. Per chi non lo sapesse, quest’ultimo è un termine, chiaramente anglofono, che va di moda ma che sostanzialmente indica la pesca alla correntina fatta con la canna, un tecnica tutta italiana. Solo più tardi ci sarà spazio per parlare di spinning, l’emozionante tecnica a lancio con le esche artificiali… l’occa-sione ci sarà data da una condizione di pesca assolutamente particolare. Ora però è arrivato il momento di imbar-carsi e mollare l’ormeggio. Con il sole che sorge e la leva dell’acceleratore al minimo, lasciamo le placide acque del porto di Savona. Alle nostre spalle la torre dell’orologio, simbolo della città, diventa sempre più piccola… e siamo quasi arrivati a destinazione.

Strutture portualiPorto di Savona (44°18’93”N, 08°30’33”E)è formato dalla Darsena Nuova, dalla Vecchia (uno sporgente che delimita a nord la darsena Nuova), dal vecchio molo frangiflutti che si spinge in mare dalla Calata Paolo Boselli e dalla darsena Alti Fondali, protetta dal nuovo molo frangiflutti. Le zone riservate all’ormeggio delle imbarcazioni da diporto sono gestite dalla Società Servizi Generali Porto di Savona-Vado Ligure, in collaborazione con Assonautica, e hanno una disponibilità di circa 540 posti barca. Anche la Lega Navale ha in concessione alcuni pontili riservati ai soci ma disponibili solo in caso di emergenza. C

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ricco bottino nelle acque davanti a Savona: branchi di lanzardi (a sinistra) per belle pescate dalla barca.

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Appena usciti dal porto, la prima postazione buona per calare l’an-cora si trova a un miglio in dire-

zione est, nord-est. Fornire delle coor-dinate Gps precise non avrebbe senso, in quanto non ci riferiamo a una secca precisa e di dimensioni limitate ma a un’area di fondale ampia, sabbiosa e quindi piatta. La profondità è di 35 me-tri e con un ecoscandaglio è sempre fa-cile individuarla. La zona di mare di cui parliamo si trova davanti alla spiaggia di Albisola Marina, dove tanti appassionati di pesca dalla barca si ritrovano la do-menica mattina presto.

ZonA di pAsso!Descritta così la situazione, a chiunque verrebbe da chiedersi: “Perché bisogna calare l’ancora proprio lì, se non ci sono particolari secche rocciose?”. Ebbene, ci è stato detto che quella è la zona miglio-re per praticare il light drifting mirando alle prede classiche di questa tecnica, ovvero palamite e lanzardi (sorta di gros-si sgombri dal ventre puntinato). A dire il vero, le cose tornano anche all’occhio dell’esperto, perché pure in altre zone

Light drifting

❝ Davanti ad Albisola Marina, su un fondale di 35 metri, siamo nel posto giusto ~

❝ Una pasturazione costante a base di sardine è uno dei segreti che ci fanno catturare sempre! ~

Amici per lA peScA di nome e di fatto, i ragazzi del club di Savona ci hanno portato alla scoperta di ottime poste.

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della Liguria (chi scrive pesca molto a Genova e nel Levante) la profondità mi-gliore per calare l’ancora è quella che si aggira attorno ai 35 metri, mentre solo nel periodo autunnale delle mangianze capita che i pesci si avvicinino molto a riva su un fondale più basso. Va detto, però, che si tratta di pesci eccitati per via del novellame e che per questa ra-gione difficilmente si fanno prendere a light drifting.

i consigLi deL nostro AccompAgnAtoreStiamo parlando di una tecnica parti-colare che consiste nel calare in acqua diverse esche naturali, generalmente a base di sarda, e lasciarle fluttuare in cor-rente, più o meno distanti dalla barca. Canne da 4 metri leggere e paraboli-che e mulinelli taglia 6000 caricati con nylon dello 0,30 sono gli attrezzi giusti. Per avere maggiori dettagli in proposito, abbiamo fatto una serie di domande al nostro accompagnatore, Tiziano Guatti, che ci ha risposto così: «Il fattore fonda-mentale in questa tecnica è una pastura-zione corretta, e con questo intendo dire abbondante e costante. Per rendere l’idea, vi posso dire che per un’uscita di mezza

giornata può essere necessaria anche una cassetta di sardine da 7-8 chili. Le sardine andranno tagliate a pezzetti con le forbici al momento, appena prima di gettarle in acqua. I risultati migliori si hanno lancian-do in acqua una sardina tagliata a pezzi ogni minuto. In questo modo si crea una scia di pastura che i pesci risaliranno fino a giungere alle nostre esche e la corrente farà sì che queste vengano a trovarsi nel mez-zo. Un aiuto alla pasturazione può essere dato anche da reti riempite di sarde tritate molto finemente e calate sotto la barca, a una quindicina di metri di profondità. L’ar-matura è molto importante: pescheremo con un finale in fluorocarbon lungo 3 me-tri, di diametro compreso tra 0,20 e 0,30 millimetri, secondo la diffidenza dei pesci e la loro taglia media. Naturalmente, con finali così sottili le palamite potrebbero ta-gliare la lenza e liberarsi. Per evitarlo, pos-siamo usare un pezzo di multifibra di circa 30 centimetri e creare il cosiddetto “rinfor-zo all’amo”, che resterà nascosto all’inter-no di una sarda intera, innescata con ago apposito in modo da restare invisibile al pesce. Una volta allamata la palamita, i denti strofineranno sul trecciato, che non si taglierà. Come ami consiglio modelli ro-busti, a becco d’aquila, del 2/0 o 3/0».

Innesco perfettoEcco come si prepara un filettino “da cavalla”

C onoscere la pesca a light drifting vuol dire saper proporre ai pesci l’esca che a loro

piace e delle giuste dimensioni perché a ogni tocca possano ragionevolmente corrispondere allamata, combattimento e cattura. Quello che vediamo nelle immagini è un boccone di piccole dimensioni, adatto a catturare lanzardi (in Liguria, “cavalle”) e lecce stella. Si tratta di un filetto di sardina, ridotto con le forbici per adattarsi alle dimensioni di un amo Aberdeen del numero 6.

tagliato un piccolo pezzo di filetto, lo pungiamo vicino a un’estremità.

Facciamolo scorrere oltre la curva dell’amo e pungiamolo nuovamente.

ripetiamo la stessa operazione per la terza volta ed ecco che l’innesco è finito.

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Per mettere in pesca più lenze senza rischiare troppi garbugli, è neces-sario allargare le canne a ventaglio

e utilizzare i piombi per zavorrare le len-ze. Per quanto riguarda la prima esigen-za, quattro portacanne orientabili sa-rebbero il massimo. Ricordiamoci infatti che l’abboccata della preda è violenta e arriva all’improvviso: per questo appog-giare una canna contro il bordo della barca, anche con la frizione aperta, po-trebbe essere il preludio a un definitivo saluto all’accoppiata canna-mulinello!

montAturePer quanto riguarda la grammatura del-le montature, va detto che sono molti i sistemi adottati dai pescatori ma il più diffuso (perché semplice ed efficace) consiste nell’infilare un’oliva da 5 a 30 grammi sopra la girella che collega len-za madre e finale e che costituirà il natu-rale punto d’arresto per il piombo. Nel caso in cui le prede fossero numerose e di taglia non troppo elevata, possiamo sostituire la montatura a un solo amo su bracciolo lungo con un’altra a due ami. La paratura, come possiamo vedere nel disegno alla pagina accanto, è formata da un trave in nylon trasparente da 150 centimetri circa per 0,28 millimetri di diametro. I braccioli misurano 120 cen-

Sfrizionate senza fine!

Taratura sempre a posto!

C ome abbiamo già avuto modo di dire, nella pesca a light drifting è importante che l’esca

si trovi nella scia di pastura. Quando si pesca con più lenze, però, è obbligatorio affondarle con piombi di grammatura diversa, sia per distanziare gli ami e scongiurare i garbugli sia per poter scandagliare diverse profondità alla ricerca dei pesci. Le condizioni di pesca e le variazioni della corrente possono richiedere numerosi cambi della zavorra nel corso di una pescata, con conseguenti tagli della lenza madre per sfilare il piombo a oliva. Ma c’è un particolare tipo di piombo che, grazie ai suoi due “cappucci” in gomma, consente di essere sostituito senza tagliare nulla: comodo e geniale! In molti lo usano e non se ne sono mai pentiti.

❝ Il recupero dei lanzardi con filo fine è un’emozione da provare ~

Con il piombo intercambiabile non si taglia la lenza

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timetri e sono un poco più sottili. Per tutte le prede fino al mezzo chilo, chi scrive consiglia di usare un fluorocarbon dello 0,22, pur disponendo di qualche scorta di filo più resistente per i casi in cui i pesci non si facessero davvero re-more ad abboccare. Con questa mon-tatura, potremo divertirci alla grande e fare doppiette di lanzardi (in dialetto locale “cavalle”) e lecce stella, queste ul-time presenti solo con l’acqua calda dei mesi estivi e autunnali.

effetto richiAmoChe si peschi con due ami oppure uno solo, il bello del light drifting nasce sem-pre dal contrasto tra calma e frenesia che caratterizza questa tecnica di pesca. Vale a dire la calma delle canne in pesca a barca ferma, quando tutto tace, e la frenesia che segue l’abboccata improv-visa, con lo stridere della frizione del mulinello che quasi ci provoca un infar-to… A qualcuno potrà sembrare strano, ma per un appassionato di pesca dalla barca non c’è momento più bello della violentissima abboccata di una palamita! In mezzo a tutto questo ben di Dio, poi, ci può essere spazio anche per la pesca con gli artificiali. Attenzione: non dob-biamo alzare l’ancora ma solo recupera-

❝ Quando le prede sono particolarmente attive anche lo spinning diverte ~

il terminAle A DUe brAccioli è ideale per prede fino al mezzo chilo. lecce stella e saraghi sono le prede principali.

per il liGHt DriFtinG Generico: piombo intercambiabile, bracciolo lungo, rinforzo in multifibra e amo beack del 3/0.

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re le canne da light drifting… la stessa scia di pastura che ci ha fatto catturare fin qui, con il trascorrere del tempo ha attirato a poppa una serie di predatori che possono rispondere anche all’attra-zione delle esche finte. E allora, sotto con ondulanti, minnow e micro jig!

impostAZione dA LAnciAtoriPer sapere cosa fare e come attrezzarsi bisogna considerare quali sono le prede

del momento: l’avversario più frequen-te sarà ancora il lanzardo, ma anche le “ricciolotte” da chilo (da rilasciare per-ché crescano) e le lecce stella (ancora in estate e autunno) possono farci divertire alla grande. Per ultima abbiamo lasciato la preda più bella di tutte, la lampuga, che non si fa problemi ad attaccare le esche neanche a pochi metri dalla bar-ca. Invece, la palamita sarà una preda più rara che consueta. L’attrezzatura di

❝ I lanzardi si fiondano rapidi sugli artificiali ~

le colorAte lAmpUGHe (a sinistra, un bell’esemplare) ci aspettano a spinning. Sulla via del rientro, saraghi a light drifting.

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❝ Canna da 2,1-3 metri, mulinello taglia 5000, nylon 0,28 o multifibra 0,15: siamo pronti per lo spinning ~

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massima dovrà essere composta da una cannetta da 2,1-3 metri e mulinello ta-glia 5000 caricato con nylon dello 0,28 o multifibra dello 0,15. Solo per le lecce stella e le occhiate potremo cambiare at-trezzo e prendere un corto fioretto con azione da 15-20 grammi abbinato a un mulinellino taglia 3000. Tra gli artificiali, i più usati sono i minnow da 7 e gli on-dulanti, ma va detto che negli ultimi an-ni stanno prendendo piede i micro jig, che qualcuno conosce anche col nome di caster. In ogni caso, anche le gomme possono essere prese in considerazione per i recuperi più lenti. Come abbiamo già avuto modo di dire, il più bel pre-mio, oltre alla palamita, potrebbe essere una coloratissima lampuga!

si cAmBiA!A questo punto, quasi come se si trat-tasse di una sola e ricca pescata, re-cuperiamo l’ancora e volgiamo la prua verso Savona ma… non stiamo ancora rientrando in porto. Puntiamo invece in direzione sud-ovest e fermiamoci a 200 metri circa dal molo portuale, proprio davanti all’antemurale di sco-gli. L’acqua qui è un po’ meno pro-fonda rispetto a prima, l’ecoscanda-glio dovrebbe riportare un numero di metri compreso tra 20 e 25. Possiamo calare di nuovo l’ancora e riprendere

le canne da light drifting: innescan-do un filetto di sardina o qualche bel boccone di calamaro, potremmo fare nostro anche un bel sarago maggiore, mentre calando sul fondo un braccio-lo dello 0,30 innescato con un gran-chio vivo (è un innesco da realizzare con due o tre ami) potremmo ambire all’orata: in fondo, sarebbe la degna conclusione di una pescata sottocosta decisamente ben riuscita.

Meteo e correntiIl maestrale porta bel tempo, ma il mare si alza

N ella buona stagione, brezze di mare nascenti da sud poi girano da ovest, sud-ovest. Quando

si alzano venti forti da levante, da terra sembrano provenire da ponente, mentre al largo in effetti soffiano da est. Le burrasche da cattivo tempo spirano di solito dai quadranti meridionali (scirocco e libeccio). In generale, il maestrale tende a ristabilire il bel tempo, ma alza il mare. Con tempo sereno è frequente il vento da nord-est, quello caratteristico dell’arco ligure di Ponente a partire dall’area di Savona.

CorrentiDominante quella che va da levante verso ponente,

soltanto occasionalmente invertita in superficie da forti libecciate o dal meno frequente vento di maestrale forte.

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❝ E prima di rientrare in porto, un'ultima fermata davanti all'antemurale: saraghi e orate per chiudere alla grande! ~