a Assemblea Generale C.I.S.M ... - Diocesi di Catania · gno l’augurio con la celebrazione di...

12
N ell’ambito dell’An- no Europeo dell’in- vecchiamento attivo e della soli- darietà fra le generazioni, Bene- detto XVI ha visitato la Casa- Famiglia “Viva gli Anziani” della comunità di Sant’Egidio, situata sul Gianicolo a Roma. Le immagini trasmesse dalla TV hanno presentato un volto umano e sereno del Santo Padre che esprime la gioia nell’incontro con i suoi coetanei e come un buon Papà elargisce con tenerezza carezze e sorrisi. “Vengo tra di voi come Vescovo di Roma, ma anche come anzia- no in visita ai suoi coetanei”. ha detto e poi ha aggiunto: “le diffi- coltà e le sofferenze legate alla terza età sono spesso aggravate dalla crisi economica”. Questa particolare attenzione al mondo degli anziani, spesso coperto di mesti- zia, di nostalgia per la passata gioventù, ha consentito al Papa di innalzare un inno alla vita. “Chi accoglie gli anziani, accoglie la vita”, ha detto, apprez- zando la lodevole testi- monianza di carità del centro chiamato appunto viva gli anziani”. Mentre la logica dell’ef- ficienza e del profitto prevale nella società del consumismo e dello spreco, gli anziani vengono spesso considerati come “non produttivi” e “inu- tili” e, quindi, emarginati nei centri di assistenza perché in famiglia è difficile tenerli e badare ad essi. La figura dei nonni e la loro preziosa opera edu- cativa oggi tende ad essere ridotta ed emarginata, vanificando quel ricco patrimonio culturale e sociale che la famiglia manifesta della sua inte- rezza e completezza generazionale. Le belle immagini delle antiche famiglie patriarcali di un tempo sono oggi dei ricordi e delle storie non adatte al nostro tempo. Gli anziani sono un valore per la società, soprattutto per i giovani” ha affermato il Papa e solo attraverso un “contatto fecondo con gli anziani” si sviluppa una vera crescita umana e sociale, capace di produrre una puntuale azione educativa. N ei giorni 5-9 novembre, si è svolta ad Acireale la 52ª Assemblea Generale della Conferenza Italia- na Superiori Maggiori sul tema “Tempo di nuova evangelizzazione - responsabilità dei Religiosi”. Giovedì sera, 8 novembre, i parteci- panti all’Assemblea sono venuti in Cattedrale. L’Arcivescovo ha presie- duto la Concelebrazione Eucaristica nella Cappella di Sant’Agata. Di seguito il testo dell’omelia del- l’Arcivescovo”. Carissimi Fratelli nel Signore, 1. Sono particolarmente lieto di accogliervi e di ringraziarvi per ave- re inserito nel programma della vostra 52 a Assemblea Generale la celebrazione eucaristica nella Catte- drale della Chiesa Catanese che da dieci anni mi onoro di servire e pre- siedere dopo i tre anni trascorsi ad Acireale. Vi accolgo a nome di una Chiesa che decisamente fa parte di quelle descritte nell’Instrumentum Laboris della XIII Assemblea Generale Ordi- naria del Sinodo dei Vescovi nei seguenti termini: “Molte Chiese locali riconoscono l’importanza di questa testimonianza profetica [delle persone di vita consacrata] del Van- gelo, sorgente di tante energie per la vita di fede delle comunità cristiane e di tanti battezzati” (n. 114). La Chiesa di Catania riconosce volentieri i benefici che il Signore le elargisce tramite la Vita Consacrata in essa abbondantemente ed esem- plarmente presente ed operante. Questa concelebrazione eucaristica che ho la gioia di presiedere, esprime la gratitudine della Chiesa catanese per la benevolenza del Padre, e sono lieto che voi vi associate ai nostri sentimenti. 2. La 52 a Assemblea si svolge nel primo mese dell’Anno della Fede e la vostra attenzione è rivolta al tema: “Tempo di nuova evangelizzazione. Responsabilità dei Religiosi”. L’Anno della Fede illumina e rinvi- gorisce il tempo della nuova evange- lizzazione: tutta la Chiesa è invitata a comprendere questo stretto rapporto tra l’iniziativa promossa dal Santo Padre Benedetto XVI e il mandato che Cristo ha affidato ai suoi disce- poli di ogni tempo e in ogni luogo. Certamente l’Assemblea in corso costituisce per voi tutti un momento privilegiato dell’Anno della Fede: ve lo auguro cordialmente. Accompa- gno l’augurio con la celebrazione di questa Santa Messa per voi qui pre- senti e per le realtà di vita consacra- ta che rappresentate nel nostro Pae- se. Invoco la speciale assistenza del- lo Spirito Santo sul servizio di presi- Catania - anno XXVIII - n. 41 - 18 novembre 2012 - Euro 0,60 - www.prospettiveonline.it CONTIENE I.P. settimanale regionale di attualità (conv. in L. 27/02/ 2004 n o 46) art. 1, c. 1, DCB - Fil. di CT - Taxe perçue - Tassa riscossa - ISSN: 1720-0881 “Poste Italiane s.p.a.” - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 “In caso di mancato recapito rinviare al CMP/CPO di Catania, per la restituzione al mittente previo addebito. Il mittente si impegna a pagare la tariffa vigente” MUSEO DIOCESANO: SERATA LETTERARIA a pagina 7 (segue a pagina 2) ROTARY: LA DIACONIA DELLA ACCOGLIENZA a pagina 11 SANTA ROSALIA anche a CATANIA a pagina 9 LA MALATTIA NELL’AT E NT a pagina 6 Per amore vale la pena di vivere Benedetto XVI in visita alla casa “Viva gli anziani” della Comunità di Sant’Egidio Tappa catanese per i partecipanti alla 52 a Assemblea Generale C.I.S.M. Testimoni dell’amore (segue a pagina 2) Giuseppe Adernò Salvatore Gristina Arcivescovo A PAGINA 5 L’UPG PREPARA IL RITIRO DI AVVENTO DEL SIGNORE Foto Siciliani-Gennari /SIR

Transcript of a Assemblea Generale C.I.S.M ... - Diocesi di Catania · gno l’augurio con la celebrazione di...

Nell’ambito dell’An-

no Europeo dell’in-

vecchiamento attivo e della soli-

darietà fra le generazioni, Bene-

detto XVI ha visitato la Casa-

Famiglia “Viva gli Anziani” della

comunità di Sant’Egidio, situata

sul Gianicolo a Roma.

Le immagini trasmesse dalla TV

hanno presentato un volto umano

e sereno del Santo Padre che

esprime la gioia nell’incontro con

i suoi coetanei e come un buon

Papà elargisce con tenerezza

carezze e sorrisi.

“Vengo tra di voi come Vescovo

di Roma, ma anche come anzia-

no in visita ai suoi coetanei”. ha

detto e poi ha aggiunto: “le diffi-

coltà e le sofferenze legate alla

terza età sono spesso aggravate

dalla crisi economica”. Questa

particolare attenzione al

mondo degli anziani,

spesso coperto di mesti-

zia, di nostalgia per la

passata gioventù, ha

consentito al Papa di

innalzare un inno alla

vita. “Chi accoglie gli

anziani, accoglie la

vita”, ha detto, apprez-

zando la lodevole testi-

monianza di carità del

centro chiamato appunto

“viva gli anziani”.

Mentre la logica dell’ef-

ficienza e del profitto

prevale nella società del

consumismo e dello spreco, gli anziani vengono

spesso considerati come “non produttivi” e “inu-

tili” e, quindi, emarginati nei centri di assistenza

perché in famiglia è difficile tenerli e badare ad

essi.

La figura dei nonni e la loro preziosa opera edu-

cativa oggi tende ad essere ridotta ed emarginata,

vanificando quel ricco patrimonio culturale e

sociale che la famiglia manifesta della sua inte-

rezza e completezza generazionale. Le belle

immagini delle antiche famiglie patriarcali di un

tempo sono oggi dei ricordi e delle storie non

adatte al nostro tempo.

“Gli anziani sono un valore per la società,

soprattutto per i giovani” ha affermato il Papa e

solo attraverso un “contatto fecondo con gli

anziani” si sviluppa una vera crescita umana e

sociale, capace di produrre una puntuale azione

educativa.

Nei giorni 5-9 novembre,

si è svolta ad Acireale la

52ª Assemblea Generale

della Conferenza Italia-

na Superiori Maggiori sul tema

“Tempo di nuova evangelizzazione -

responsabilità dei Religiosi”.

Giovedì sera, 8 novembre, i parteci-

panti all’Assemblea sono venuti in

Cattedrale. L’Arcivescovo ha presie-

duto la Concelebrazione Eucaristica

nella Cappella di Sant’Agata.

Di seguito il testo dell’omelia del-

l’Arcivescovo”.

Carissimi Fratelli nel Signore,

1. Sono particolarmente lieto di

accogliervi e di ringraziarvi per ave-

re inserito nel programma della

vostra 52a Assemblea Generale la

celebrazione eucaristica nella Catte-

drale della Chiesa Catanese che da

dieci anni mi onoro di servire e pre-

siedere dopo i tre anni trascorsi ad

Acireale.

Vi accolgo a nome di una Chiesa che

decisamente fa parte di quelle

descritte nell’Instrumentum Laboris

della XIII Assemblea Generale Ordi-

naria del Sinodo dei Vescovi nei

seguenti termini: “Molte Chiese

locali riconoscono l’importanza di

questa testimonianza profetica [delle

persone di vita consacrata] del Van-

gelo, sorgente di tante energie per la

vita di fede delle comunità cristiane

e di tanti battezzati” (n. 114).

La Chiesa di Catania riconosce

volentieri i benefici che il Signore le

elargisce tramite la Vita Consacrata

in essa abbondantemente ed esem-

plarmente presente ed operante.

Questa concelebrazione eucaristica

che ho la gioia di presiedere, esprime

la gratitudine della Chiesa catanese

per la benevolenza del Padre, e sono

lieto che voi vi associate ai nostri

sentimenti.

2. La 52a Assemblea si svolge nel

primo mese dell’Anno della Fede e

la vostra attenzione è rivolta al tema:

“Tempo di nuova evangelizzazione.

Responsabilità dei Religiosi”.

L’Anno della Fede illumina e rinvi-

gorisce il tempo della nuova evange-

lizzazione: tutta la Chiesa è invitata a

comprendere questo stretto rapporto

tra l’iniziativa promossa dal Santo

Padre Benedetto XVI e il mandato

che Cristo ha affidato ai suoi disce-

poli di ogni tempo e in ogni luogo.

Certamente l’Assemblea in corso

costituisce per voi tutti un momento

privilegiato dell’Anno della Fede: ve

lo auguro cordialmente. Accompa-

gno l’augurio con la celebrazione di

questa Santa Messa per voi qui pre-

senti e per le realtà di vita consacra-

ta che rappresentate nel nostro Pae-

se. Invoco la speciale assistenza del-

lo Spirito Santo sul servizio di presi-

Catania - anno XXVIII - n. 41 - 18 novembre 2012 - Euro 0,60 - www.prospettiveonline.it CONTIENE I.P.

settimanale regionale di attualità

(conv. in L. 27/02/ 2004 no 46) art. 1, c. 1, DCB - Fil. di CT - Taxe perçue - Tassa riscossa - ISSN: 1720-0881“Poste Italiane s.p.a.” - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003

“In caso di mancato recapito rinviare al CMP/CPO di Catania, per la restituzione al mittente previo addebito. Il mittente si impegna a pagare la tariffa vigente”

MUSEO

DIOCESANO:

SERATA

LETTERARIA

a pagina 7

(segue a pagina 2)

ROTARY:

LA DIACONIA

DELLA

ACCOGLIENZA

a pagina 11

SANTA ROSALIA

anche a CATANIA

a pagina 9

LA MALATTIA

NELL’AT E NT

a pagina 6

Per amore vale la pena di vivereBenedetto XVI in visita alla casa “Viva gli anziani” della Comunità di Sant’Egidio

Tappa catanese per i partecipanti alla 52a Assemblea Generale C.I.S.M.

Testimoni dell’amore

(segue a pagina 2)

Giuseppe Adernò

✠ Salvatore Gristina

Arcivescovo

A PAGINA 5

L’UPG PREPARA

IL RITIRO

DI AVVENTO

DEL SIGNORE

Foto Siciliani-Gennari/SIR

denza cui Padre Luigi Gaetani

O.C.D. è stato da voi chiamato con

suffragio pressoché plebiscitario.

3. Mi piace sottolineare un particola-

re aspetto che arricchisce l’intensa

comunione che stiamo vivendo in

questa celebrazione eucaristica.

Nel n. 13 della Lettera apostolica

“Porta Fidei”, il Papa ci esorta a

“ripercorrere la storia della nostra

fede” con lo sguardo fisso su Gesù

Cristo, «colui che dà origine alla

fede e la porta a compimento» (Eb

12, 2) e allo scopo di leggere, in tale

storia, anzitutto “il grande apporto

che uomini e donne hanno offerto

alla crescita e allo sviluppo della

comunità con la testimonianza della

loro vita”.

Carissimi fratelli, ripercorrendo la

storia della nostra fede, voi oggi ave-

te la possibilità di incontrare la San-

ta Martire alla quale è dedicata que-

sta insigne Cattedrale, ed io penso

con grande venerazione ai vostri

Santi Fondatori. Ci unisce l’ammira-

zione per Sant’Agata che donò la sua

vita, per testimoniare la verità del

Vangelo che l’aveva trasformata e

resa capace di giungere fino al dono

più grande dell’amore con il perdono

dei suoi persecutori. Condividiamo

pure la venerazione verso i vostri

Fondatori, persone che hanno consa-

crato la loro vita a Cristo, lasciando

ogni cosa per vivere in semplicità

evangelica l’obbedienza, la povertà e

la castità, segni concreti dell’attesa

del Signore che non tarda a venire.

Queste belle espressioni del Papa

evidenziano la chiave di lettura vera

e profonda, Per Fede, della vita buo-

na di Agata e dei vostri Fondatori,

che così restano per la Chiesa

modello di adesione al Vangelo e

quindi di autentica opera evangeliz-

zatrice.

4. I vostri Fondatori, carissimi fratel-

li di vita consacrata, ci aiutano, cia-

scuno con uno specifico contributo,

a comprendere le affermazioni di

Paolo e poc’anzi ascoltate nella pri-

ma lettura (Fil 3, 3-8a).

L’apostolo qualifica i cristiani come

“veri circoncisi” perché “celebriamo

il culto mossi dallo Spirito di Dio e

ci vantiamo in Cristo Gesù senza

porre fiducia nella carne”.

L’incontro con Cristo ha radicalmen-

te cambiato Paolo al punto che titoli

di vanto prima posseduti con fierez-

za, vengono meno nella loro consi-

stenza ed invece sono considerati

“una perdita a motivo di Cristo”.

La fede in Cristo Gesù che ci ha

amati fino a dare la sua vita per noi,

rende Agata e i vostri Fondatori

testimoni e modelli dell’autentico

cristocentrismo che qualifica sempre

ed ovunque la Chiesa.

5. Quale grazia, quale dono speciale

imploriamo dal Padre per interces-

sione di S. Paolo, di Sant’Agata e dei

vostri Santi Fondatori?

Anzitutto di imitarli nel rendere la

fede chiara e visibile spiegazione

della nostra esistenza: “Per fede

viviamo anche noi: per il riconosci-

mento vivo del Signore Gesù, pre-

sente nella nostra esistenza e nella

storia” (Porta Fidei n.13).

Gesù è presente anche oggi nell’at-

teggiamento che Luca descrive nel

Capitolo 15 del suo Vangelo di cui

abbiamo ascoltato la prima parte (1-

10): Gesù è l’evangelizzatore, il

mediatore e lo strumento dell’amore

misericordioso del Padre.

I pubblicani e i peccatori si avvicina-

vano a Gesù per ascoltarlo; i farisei e

gli scribi inorridivano per tale con-

tatto: “Costui accoglie i peccatori e

mangia con loro”.

In questo tempo di nuova evangeliz-

zazione, tutta la Chiesa e particolar-

mente noi ministri ordinati e voi per-

sone consacrate, dobbiamo annun-

ziare e testimoniare l’amore miseri-

cordioso del Signore.

Noi che sperimentiamo nel ministero

e nella vita consacrata la predilezio-

ne da parte di Gesù, dobbiamo resta-

re, come Paolo e Luca, estasiati

davanti all’Amore misericordioso

che può convertire anche i nostri

contemporanei.

Il Signore liberi tutta la Chiesa e

soprattutto noi, da ogni atteggiamen-

to che riproponesse la durezza di

mente e di cuore dei farisei e degli

scribi che “mormoravano”. La nostra

esistenza sia, invece, proclamazione

entusiasta e appassionata, efficace e

convincente dell’Evangelo che gua-

risce e salva. In questo, noi sacerdo-

ti valorizzeremo il ministero della

riconciliazione, il servizio della dire-

zione spirituale, come pure ogni for-

ma di incontro personale o comuni-

tario con le sorelle e i fratelli che il

Signore affida alla nostra carità

pastorale.

6. Anche la Chiesa di Catania, e con

la consolante esperienza di quanto

da essa già ricevuto, auspica “che la

vita consacrata dia un apporto essen-

ziale alla nuova evangelizzazione, in

particolare nel campo dell’educazio-

ne, della sanità, della cura pastorale,

soprattutto verso i poveri e le perso-

ne più bisognose di aiuto spirituale e

materiale” (Instrumentum, 114).

Allo scopo di favorire una tale pre-

senza particolarmente feconda, già

da diversi anni, si svolge a Catania

l’Assemblea diocesana sulla vita

consacrata. I temi di riflessione sono

stati sempre di grande interesse ed

attualità. La prossima Assemblea, la

17a, si svolgerà martedì 27 novem-

bre sul tema “Emergenza Educativa

e Nuova Evangelizzazione: Fare cri-

stianesimo a Scuola”. Vi chiedo di

accompagnarci con uno speciale

ricordo nella preghiera.

7. La Vergine Santissima, verso la

quale tutte le forme di vita consacra-

ta ed anche la Chiesa di Catania

nutrono speciale e filiale devozione,

benedica il nostro comune impegno

nella nuova evangelizzazione, di

modo che si realizzi in noi il vibran-

te e commosso auspicio formulato

dal Servo di Dio Paolo VI nella sem-

pre attuale Esortazione Apostolica

Evangelii nuntiandi (8 dicembre

1975): “Sia questa la grande gioia

delle nostre vite impegnate. Possa il

mondo del nostro tempo, che cerca

ora nell’angoscia, ora nella speranza,

di ricevere la Buona Novella non da

evangelizzatori tristi e scoraggiati,

impazienti e ansiosi, ma da ministri

del Vangelo, la cui vita irradi fervo-

re, che abbiano per primi ricevuto in

loro la gioia del Cristo, e accettino di

mettere in gioco la propria vita affin-

ché il Regno sia annunziato e la

Chiesa sia impiantata nel cuore del

mondo” (n. 80).

Così sia per tutti noi.

®

Prospettive - 18 novembre 20122

PRIMO PIANOIndietro nel tempo

intervistando

Pietro Moncada ___________3

Il futuro della cultura

nel giornalismo ___________3

Sicurezza web: Scarsa

percezione del rischio ______5

INFORMADIOCESINotizie in breve___________6

Lettera dell’Arcivescovo____6

DIOCESIApertura XXXIII anno

sociale dell’OVS __________7

Biancavilla ospita

le reliquie del beato

Giovanni Paolo II _________7

Misterbianco: Premio Nazionale

Aquila d’Argento __________8

Paternò: Presentato il libro

di Pietro Ruggiero _________9

Film: Venuto al mondo ____11

sommario al n. 41

7Direzione amministrazione

e redazione:

via San Giuseppe al Duomo 2/4,

95124 Catania

Redazione e amministrazione:

tel. 095 2500220

fax 095 8992039

www.prospettiveonline.it

E-mail: [email protected]

[email protected]

[email protected]

Editrice ARCA s.r.l.

via San Giuseppe al Duomo 2/4,

95124 Catania

Iscritta al Registro degli Operatori

di Comunicazione (ROC) n. 7858

Direttore responsabile

Giuseppe Longo

Progetto grafico:

Patrizia Di Blasi - SRI spa.

Impaginazione e grafica:

Vera Cannavò

Abbonamenti:ordinario Euro 40,00

ridotto (scuole, associazioni,confraternite, etc.) Euro 30,00

versamento su c/c postale n. 12442935intestato a: ARCA s.r.l.

via San Giuseppe al Duomo 2/4 95124 Catania

Pubblicità: a mod. (1 colonna x 41mm). Commerciali Euro 27,11 a mod. Redazionali Euro 1,55 a mm

Annunci immobiliari e R.P.Q. Euro 0,21 a parola (min. 10 parole)

Legali/istituzionali/finanziari Euro 48,80

Manchettes commercialiEuro 81,34 cadauna

Stampa a colori maggiorazione 10%

Iscritto al Registro della Stampa del Tribunale di

Catania al n. 665 del 3.5.1985

La testata percepisce contributi statali diretti

ex L. 7/8/1990 nr. 250

Stampa: GRAFICHE COSENTINO sas

L I T O G R A F I A

Zona Industriale - C.da Balchino S. Maria Poggiarelli

Caltagirone (CT) - Telef. 0933 34132 / 0933 27307

Unione Stampa Periodica Italiana

Settimanale associato alla F.I.S.C.

(Federazione Italiana Settimanali Cattolici)

Questo numero è stato chiuso

alle ore 13.00 di mercoledì 14 novembre 2012

(continua da pag. 1)

TESTIMONI...

Con il loro bisogno di affetto e di

aiuto, ci ricordano che “l’essere

umano è relazionale”, e quindi favo-

riscono “l’esperienza del bisogno

dell’aiuto degli altri”. Questa speci-

fica connotazione dell’anziano,

motiva e giustifica la vita di relazio-

ne tra le persone anche appartenenti

a famiglie diverse che si ritrovano

nella comunità di accoglienza.

In una società che tende a far preva-

lere i bisogni del singolo, producen-

do una diffusa solitudine, il sentirsi

“comunità” è una specifica finalità e

prassi della Chiesa cattolica che

accoglie, guida protegge tutti i suoi

membri. La solidarietà tra giovani e

anziani aiuta a far comprendere

come la Chiesa sia effettivamente

“famiglia di tutte le generazioni”,

dove ognuno può sentirsi “a casa” e

dove “non regna la logica del profit-

to o dell’avere, ma quella della gra-

tuità e dell’amore”.

Anche l’uso ottimale del tempo che

l’anziano dedica alla preghiera lo

aiuta a divenire “intercessore presso

Dio” e ancora una volta il dono del-

la vita si ripete in uno scambio di

doni e di attenzioni dell’uno verso

l’altro.

Nel saluto finale, dopo aver visitato

la struttura realizzata dalla Comunità

di Sant’Egidio, il Papa ha aggiunto:

“Sentitevi amati da Dio e sappiate

portare in questa nostra società,

spesso così individualista ed effi-

cientista, un raggio dell’amore di

Dio”.

Questo raggio brilla ancor più radio-

so nell’anno della Fede che esalta la

Carità e si alimenta di Speranza. Le

tre virtù teologali accompagnano il

cammino del cristiano nel sentiero

della storia dove si intrecciano espe-

rienze, azioni e testimonianze. La

preghiera degli anziani, infatti, “può

proteggere il mondo, aiutandolo for-

se in modo più incisivo che l’affan-

narsi di tanti”.

Gli attacchi frequenti alla famiglia

che oggi, per essere moderna, si pre-

senta allargata e mista, la pervasiva

crisi di identità e di valori nella vita

di coppia, preludono ad una società

povera per la quale si preannuncia

una “mala vecchiaia”.

Ritorna ancora oggi attuale l’inse-

gnamento di San Pio X, il quale cen-

to anni fa (24 settembre 1912) nel-

l’enciclica “Singulari quadam” scri-

veva: Qualunque cosa faccia il cri-

stiano anche nell’ordine delle cose

terrene, non gli è lecito trascurare i

beni soprannaturali, anzi, secondo

gli insegnamenti della cristiana

sapienza deve dirigere tutte quante

le cose al bene supremo, come ad

ultimo fine.

Gli anziani con la loro testimonianza

di impegno e di sacrificio raccontano

questa forte tensione di energia e di

ideale che manca alle nuove genera-

zioni.

La ricerca del bene comune che

dovrebbe animare l’azione politica

del singolo cittadino e dell’intera

comunità civica, è ancora un ideale

tanto lontano, ma non per questo non

bisogna tentare di conseguirlo.

Ogni giorno, ogni azione, è un pic-

colo passo verso la meta.

Giuseppe Adernò

(continua da pag. 1)

PER AMORE...

ABBONAMENTI - PUBBLICITÀ COMMERCIALI - SPECIALI PARROCCHIALI

Vincenzo Montensanto 095. 2504311

Dal lunedì a l venerdì da l le 15:00 a l le 18:00

Filodirettocon

Ecco come mettersi in contatto con noi:Ecco come mettersi in contatto con noi:

•• Inviare un’email all’[email protected]

•• Telefonare o mandare un fax

al numero 095 8992039

Per il numero che sarà in edicola

e in parrocchia il 2 dicembre 2012,

vi preghiamo di inviare i vostri contributi

entro venerdì 23 novembre 2012. Grazie!

UFFICIO MARKETINGVicino alle tue esigenze

348.1400832 - [email protected]

Prospettive - 18 novembre 2012 3

Ricevere un libro in donoè come accogliere uno

scrigno di emozioni, che con discre-zione bussano all’animo, chiedendo ilpermesso della condivisione.Adoro la domenica pomeriggio per-correre le strade del centro storico del-la città: attraverso così la Via MuseoBiscari e mi fermo dinanzi alla solen-ne soglia della dimora di IgnazioPaternò Castello che oggi è aperta alpubblico grazie a un’esposizione diorologi di lusso.Scambio delle chiacchiere col por-tiere, il gentile Vittorio che da qua-rant’anni espleta la sua mansione nelsontuoso palazzo con religioso sensodel dovere e di amore per il suo pre-zioso officio. Ci sono persone chenascono già con l’abito della profes-sione che svolgono: Vittorio è natoportiere di quel Palazzo, anzi senzadi lui il Biscari sarebbe spoglio, pri-vo di quella umanità che solo chi èalla soglia ti può trasmettere.Oggi da quest’uomo ricevo in donoun libro: “Il principe delle immagini:Francesco Alliata di Villafranca, pio-niere del cinema subacqueo” di Gae-tano Cafiero, Ed. Mare Magnum” Iltesto racconta la trepidante storia diquattro giovani entusiasti di immer-sioni subacquee che negli anni ’40fondano la Panaria Film, la primacasa di produzione cinematograficadi riprese sub marine: FrancescoAlliata di Villafranca, Quintino diNapoli, Pietro Moncada di Paternò eRenzo Avanzo. Fu il primo esempiodi cinema subacqueo in Italia.Sorpresa e lusingata, sfoglio con cre-scente interesse le pagine di quel librocaratterizzate da foto in bianco e nero

tipiche degli anni ’40: sono immaginefervide e cariche di vita segnata danobili ideali generati da un robustoentusiasmo.Richiudo il libro, mi guardo intorno eil Palazzo con la sua scala a tenagliami si presenta con il suo solito magne-tico abbraccio. Vorrei stare ore a con-templare quell’edificio sede della bel-lezza e dell’ingegno, ma il mio sensodella misura mi sollecita ad andare via.Decido pertanto di lasciare l’aria dellacittà e di dirigermi verso il mare: lascogliera mi si presenta come luogoideale per leggere quel libro che giàprofuma di salsedine.La piazza di Acicastello mi sembra illuogo più idoneo per fermarmi apensare.Inizio a leggere le prime pagine diquel volume, ma sono distratta dallaseducente bellezza del paesaggiomarino che come un mostro affasci-nante inghiotte la mia mente.Improvvisamente mi accorgo di nonessere sola: un giovane dalla corpora-tura statuaria e in maglietta e pantalon-cini si avvicina a me e con le bracciaelegantemente appoggiate alle ringhie-ra così si esprime con una dizione puli-ta da ogni inflessione dialettale: <<Eral’Estate del 1946 quando, a bordo delmotoveliero “San Giuseppe”, noi ram-polli della nobiltà siciliana, tutti exmembri del “Circolo della Vela” diPalermo, raggiungemmo il selvaggiopaesaggio eoliano. Il nostro scopo eraquello di poter esercitare per il periodoestivo la pesca subacquea. Prima dipartire per le Isole Eolie, il nostro ter-ritorio di caccia era stata l’isola diUstica, al largo di Palermo. Perdonamise non mi sono presentato, gentile Ste-

fania, il mio nome è Pietro Monca-da>>. Ero impietrita dallo stupore. Mitrovavo innanzi a uno dei fondatoridella casa di produzione cinematograf-ca “Panaria film”, scomparso già daqualche anno e protagonista insieme alprincipe Alliata di quella entusiasman-te avventura innalzata da lì a pocotempo alla dignità della decima musa.Meravigliata e lusingata di quellostraordinario incontro, pregai il mioillustre interlocutore di parlarmi di sé.Costui fece un cenno col capo e colvolto radioso guardando verso il mare,così continuò: <<Durante la II guerramondiale, prestai servizio a Pinerolo,come Ufficiale di cavalleria. Nel 1942venni inviato in Costa Azzurra dovemi venne affidato il comando dellaguarnigione di Antibes. Nell’estate del1943, giù al porto in un negozietto dimodeste pretese, vidi una maschera,due pinne e un fucile d’alluminio. Miprecipitai nella botteguccia e acquistaiquell’attrezzatura. Durante una licen-za militare, tornato in Sicilia mostraiai miei amici quegli strumenti formi-

dabili. E insieme scoprimmo i fondalimarini; quel mondo appannato e con-fuso a occhi nudi, ti si manifestava intutto il suo splendore.Abbiamo avuto purtroppo poco tempoper questo bacio fuggevole con la pro-fondità marina: gli alleati sbarcano inSicilia, crolla il regime fascista, e laguerra comunque continua fino al1945. Finiti gli orrori dell’evento bel-lico, vogliamo ricominciare, occupan-doci di altro. In Sicilia ritrovo i mieiamici di sempre: Francesco Alliata,Quinto di Napoli, cugino di Francescoe il barone Renzo Avanzo, veneto diRovigo, conosciuto al Circolo dellaVela di Palermo. Ci procurammo unoscassato motoveliero e con amore epazienza iniziammo a fabbricarci conle nostre mani maschere e respiratoricon attrezzi di fortuna.La nostra avventura subacqueacominciò a Ustica, per poi spostarsinelle Eolie. In quel tempo si profilò innoi il desiderio di condividere con gli

altri quello spettacolo che a noi si pre-sentava grazie a maschere, pinne eboccaglio. Ci procurammo un’attrez-zatura per video riprese a tenuta sta-gna e con serie difficoltà strutturali,dovute alle condizioni di pressioneatmosferica e alla luce, aprimmo ilnostro obiettivo alle profondità delmare. Il sorprendente risultato di que-sta strepitosa iniziativa fu un cortome-traggio di rara bellezza dal titoloeccentrico di “Cacciatori Sottomari-

ni”. Il piccolo film, si presentavaapparentemente come la descrizionedi una giornata di pesca di tre giovanisub, ma in realtà era un semplice pre-testo per ritrarre i fondali eoliani cari-chi di magnetica bellezza. “Cacciatorisottomarini” segna la nascita dellaPanaria Film, la cui avventura fumolto importante per tutto il cinemaitaliano e internazionale>>. Avevoascoltato quell’illustre interlocutore,rapita da quel vivace entusiasmocomunicato dalle sue parole eleganti ecomposte, quando commossa gli chie-si quale paesaggio submarino lo aves-se maggiormente affascinato. Guar-dandomi col suo volto radioso e sfio-randomi col gesto di una carezza ilviso così mi sussurrò: <<Non c’èmare più immenso e affascinante chequello che alberga nel cuore dell’uo-mo. I suoi silenzi e i suoi misteri sonofondali inesplorati>>.Detto questo lentamente svanì. Miritrovai quel libro tra le mani con quel-le foto pulsanti di vita.L’odore del mare quel pomeriggio mipervadeva l’animo infondendomiun’antica dolcezza.

Stefania Bonifacio

Naufragar m’è dolce in questo mareIndietro nel tempo intervistando Pietro Moncada

La crisi della carta stam-pata (periodica e quoti-

diana, laica e religiosa) si avverteancora di più a causa della concor-renza non soltanto televisiva. Tra leconseguenze più vistose: la margi-nalizzazione, se non l’estinzione,degli spazi culturali. La “TerzaPagina”, che pure ha una sua tradi-zione storico-civile che andrebbetutelata, sta per morire? Di questo edi molti altri interrogativi si è fattacarico una giovane studiosa, che hanel dna la sindrome del giornalista,la neo dott.ssa in “Scienze dellaComunicazione” Giorgia Lodato,con una tesi (relatrice la prof.ssaSarah Zappulla Muscarà) che rico-struisce la genesi e lo sviluppo del-la Terza Pagina nei giornali italianie, in particolare, nel quotidiano “LaSicilia”, discussa in questi giorninell’Auditorium dei Benedettini diCatania. L’abbiamo incontrata e,nero su bianco, ci ha concessoun’intervista.Nell’odierna società più che cultu-

ra si è inclini a fare “cronaca del-

la cultura” ossia divulgazione.

D’altronde quotidiani e periodici

sono specchio rifrangente dei nuo-

vi tempi. Eppure vi sono giornali

che credono ancora fermamente

nel valore aggiunto delle pagine

culturali. Come spiega ciò? “Èauspicabile che taluni continuino ariservare ampi spazi alla cultura,oggi come ieri, coinvolgendo lette-rati, critici, scrittori, studiosi, intel-

lettuali, per offrire al let-tore approfondimenti checontrastino il progressivoimpoverimento che lasocietà sta attraversando.Il lettore ideale è uninterlocutore attento, atti-vo, colto, collaborativo”.La relatrice della sua

tesi, la prof.ssa Muscarà,

sottolinea l’importanza

del suo lavoro di ricerca

anche alla luce di una

più consapevole storia

del costume e dell’anali-

si socio-comunicativa

dei linguaggi contempo-

ranei. “Dalle preziosetestimonianze di Giusep-pe Di Fazio, caporedatto-re delle pagine culturali,

come pure da quelle dei giornalistiGiovanna Giordano e Mario Gras-so, trapela la convinzione che, non-ostante il concetto di comunicazio-ne sia oggi profondamente cambia-to (sia sul versante dell’emittenteche del ricevente), l’indelebile trac-

cia di ciò che rimane sulla cartastampata conserva una fondamenta-le rilevanza, tanto più se non si trat-ta di mere notizie ma di reportage,critiche, rubriche. Sarebbe pureauspicabile un’educazione giornali-stica già a livello scolastico comeconcreta proposta per avvicinare igiovani alla Terza Pagina”.Quale potrebbe essere il futuro del-

la Terza Pagina? “È fondato il timo-re che, dopo i social network e i newmedia (tra altri face book e twitter),ci sia sempre meno spazio per la cul-tura. È però necessario andare oltregli stereotipi, i modelli leggeri o fri-voli, per tentare di fare un uso intel-ligente di questi mezzi. La culturapuò stare anche dentro i modernicanali di comunicazione, adeguandoin qualche modo il linguaggio aitempi che viviamo e alla lingua par-lata (senza scivolare nell’appiatti-mento), e raggiungendo un numeropiù elevato di persone, velocementee in ogni angolo del mondo, a costiassai più contenuti. Insomma la cul-tura può anche avere una diffusione

2.0, cioè nella Rete, anche se la sug-gestione di un articolo sul giornalemantiene quel fascino cominciatoall’alba del ’900. Un fascino che, persopravvivere, deve poter annoveraretra i suoi protagonisti persone dispessore culturale e umano”.Non è facile orientarsi nella gene-

rale alienazione culturale che si

sta consumando tra lo smarrimen-

to ideologico e l’intellettualismo

mercenario. Ma lei sembra avere le

idee chiare. “Più che altro credo nelruolo della cultura e della paginaculturale, volani privilegiati perogni progresso civile, antidoti allacrisi morale e perfino economica”.Qualche sogno in cantiere? “Vor-rei continuare ad occuparmi dicomunicazione e di tutto ciò che vigravita intorno, fondendo con equi-librio conoscenze letterarie e nuovetecnologie. La mia missione? Riu-scire a scrivere bene per raggiunge-re rapidamente ed efficacemente untarget composito di lettori”.

Maria Valeria Sanfilippo

Il futuro della cultura nel giornalismo

l’intervista

Intervista alla neolaureata Giorgia Lodato sul ruolo della Terza Pagina nei quotidiani e nei periodici

I ragazzi della Panaria film

Prospettive - 18 novembre 20124

“Direttore, ci dica…”.È l’inizio del nuovo

spot per invitare i giovani al Ritiro diAvvento, che si ispira alle grandi con-ferenze-stampa volte a diffonderenotizie di un certo rilievo. Un pizzicodi ironia che non guasta, e lo spot èpronto per essere visto su YouTube.È certamente un’ottima idea perpoter portare ai giovani la notizia diquesto grande evento del 2 dicembre,ma soprattutto, nel realizzarlo insie-me la sera dello scorso giovedì 8novembre, lo spot si è rivelato unmodo simpatico per consolidare ilegami di collaborazione e di amici-zia che cominciano a esserci tra i gio-vani vicini all’UPG, siano essi appar-tenenti all’equipe diocesana, allaConsulta, rappresentanti delle equipeterritoriali o aspiranti del Propedeuti-co. L’idea degli spot non è nuova, giàin passato ne sono stati realizzati. Lapassata edizione della Pentecoste deiGiovani, per esempio, ne ha realizza-ti ben 5, sempre sulle idee vulcanichee sulla regia del nostro Gaetano Can-tone, che si avvale della collabora-zione di Alessandro Marletta e diAndrea Arcoria. A loro un grande rin-graziamento.Il Ritiro continua ad essere organiz-zato nei minimi particolari. Inizieràcon il saluto di don Paternò, direttoredell’Istituto Salesiano di Barriera econ l’introduzione di don Nino LaManna, che lascerà la sua Parrocchiadi Adrano per qualche ora, a benefi-cio di quei giovani dei quali, in pas-sato, è stato Direttore diocesano. Varimovimenti e associazioni (Comunitàdi S.Egidio, AGESCI, CL, Focolari-ni, Ginestra Bianca, Rinnovamentonello Spirito, Azione Cattolica, Chie-sa-Mondo…) appartenenti alla Con-sulta, saranno i protagonisti delle“Fontane di luce” della mattinata.Dopo il pranzo, inizierà la preziosaopera di “Giovani e Riconciliazio-ne”, che aiuterà chi vuole confessarsia prepararsi bene per il sacramentodella Riconciliazione. Il pomeriggio,infatti, vedrà in contemporaneadiversi luoghi attivati perché i giova-ni presenti ne possano usufruire. Cisarà la Cappella dove sarà esposto ilSantissimo Sacramento, il luogo del-le confessioni, e tre stanze che daran-no la possibilità di approfondire la

conoscenza di alcune realtà ecclesia-li: la missionarietà, la partecipazionealle Giornate Mondiali della Gioven-tù e la realtà delle vocazioni, con par-ticolare riferimento alla scelta sacer-dotale. Termineremo con la solenneConcelebrazione Eucaristica presie-duta dal nostro Arcivescovo. Abbia-mo voluto che la S.Messa fosse cele-brata alle 18.00, l’orario della cele-brazione parrocchiale di ogni dome-nica pomeriggio: la S.Messa ad ora-rio è certamente significativa perchéi parrocchiani della Chiesa “S.Cuo-re” alla Barriera, stringendosi attornoall’Arcivescovo, possano sentirsipartecipi, anche solo per quelmomento, di un grande evento dioce-sano fatto per i giovani. Certamente,abbiamo messo in conto che staremostrettini…ma con tutto il cuore ce loauguriamo, vorrà dire che il ritirosarà stato partecipato.Vorrei particolarmente ringraziare iPadri Salesiani e i giovani dell’Ora-

torio di Barriera, che stanno già lavo-rando per la sistemazione della gior-nata e già provano con il nostro corodell’UPG, e i sacerdoti del Vicariatoche si sono detti disponibili ad assi-curare presenza e collaborazione, siala loro, sia quella dei loro giovaniparrocchiani.Cos’altro dirvi? Vogliamo che questoevento sia ancora una volta l’occa-sione di conoscerci e di poter esserepreparati, attraverso la preghiera e laformazione, a portare Cristo a tutti,soprattutto agli “altri” giovani, quelliche non saranno presenti, i lontani,quelli che sono alla ricerca delSignore ma non sanno come fare pertrovarlo. L’unione fa la forza!Insieme ai vicedirettori dell’Ufficio,P.Alfio Bonanno e Rosario Ragusa, ea tutti i collaboratori, vi aspettiamonumerosi.

Don Salvo Gulisano

Direttore UPG

Prospettive - 18 novembre 2012 5

Uno spot per stuzzicare l’appetitoL’Ufficio diocesano di pastorale giovanile prepara il ritiro di avvento

5

PRIMOPIANO

Dimmi che passwordscegli e ti dico chi sei.

Un recente studio condotto da HarrisInteractive per conto della notaazienda Eset Nod32 (fornitore glo-bale di software di sicurezza infor-matica per le aziende e per gli utentiprivati) ha rivelato come i cosiddettinativi digitali, sono imprudenti nellascelta della password e non solo. Il

campione in esame, tra i 18 e 34anni, mostra come spesso i giovaninon prestino particolare attenzionealla privacy. Preferiscono passwordsemplici, con lo stesso usernameanche per altri servizi, e cosi accadeper i pin del bancomat e delle sche-de telefoniche. Sono i giovanissimidunque i più vulnerabili. Cosi unragazzo su quattro non dà molta

attenzione alla scelta di una chiaved’ingresso sicura, mentre sempre il12% di loro per comodità o accidiaavrebbe impostato anche lo stessopin d’accesso per bancomat e altriservizi online. Curiosità del caso, ipiù virtuosi sembrano essere gli over55. Si tratta di una generazione chenon è cresciuta a pane e pc per inten-derci, ma che si è dovuta adattare alnuovo mondo digitale in un’età tut-t’altro che adolescenziale. Differen-ze si notano anche secondo la condi-zione famigliare degli intervistati:secondo i dati raccolti le personesposate prestano più attenzione allascelta delle loro password a differen-za dei single, con uno scarto del12%. Cosi anche per chi ha unaretribuzione piuttosto alta rispetto achi percepisce un reddito più mode-sto: in questo caso si passa dall’88%ad appena il 79%. Dati che trovanoconferma anche in un’altra ricerca direcente pubblicazione condotta daZonaAlarm (società della CheckPoint, uno dei marchi più affidabiliper la sicurezza sul web). In questocaso si nota come i nativi digitalisovrastimano le loro competenzeinformatiche al punto da approcciar-si ad essi in maniera sufficiente eapprossimativa. Cosi solo 1 su 3ritiene che la sicurezza informaticasia un argomento da trattare con iguanti. L’aspetto più importante del-le due ricerche è quello che riguardala consapevolezza dei giovani chesembrano snobbare un aspetto fon-damentale nell’utilizzo delle nuovetecnologie. In ogni caso viene menola teoria che i nativi digitali siano ipiù virtuosi nella scelta delle pas-sword e nella gestione della propriaprivacy. A dare una spiegazione diquesti dati ci ha pensato AlessioPennasilico membro del Comitatotecnico scientifico di Clusit, Associ-azione italiana per la Sicurezzainformatica. Secondo il parere del-l’esperto in questione ai nativi digi-tali manca quella che lui definisce la“percezione del rischio”, specie in

ambito informatico. I giovani, infat-ti, trovano molta della tecnologiache utilizzano, scontata, naturale,semplice, e insomma come qualcosache è normale e sempre esistita. Daciò scaturisce l’atteggiamento di suf-ficienza nella gestione della sicurez-za informatica. Cosi sempre piùspesso si trovano ragazzi che utiliz-zano internet magari meglio dei pro-pri genitori, ma dimenticano di pre-stare attenzione alla necessità dicambiare password o di renderla piùcomplessa. Discorso che poi si spo-sta anche sui social network dovemolti ragazzi dimenticano che posta-re foto e informazioni personali nonè un gioco cosi innocente. E spessoin molti dimenticano che ciò ches’invia nella rete può essere letto datutti e può rimanewre visibile onlineanche per molti anni. A riguardobasta ricordare come di recenteFacebook sia finito nell’occhio delciclone per alcune lacune riguardan-ti la privacy. Infatti, un anonimo stu-dente di legge irlandese, MaxSchrems, ha convinto l’Irish DataProtection Commissioner (simile alnostro Garante per la Protezione deiDati Personali) ad aprire un’indagi-ne su Facebook per scoprire se ilsocial network violi o no la privacydegli utenti europei. Il giovane lau-reando, infatti, ha scovato ben venti-due violazioni del codice di tuteladella privacy.Una in particolare dovrebbe farriflettere: spesso le informazionicancellate dagli utenti rimangonoconservate nel server del sito ameri-cano. In realtà, l’azienda di MarkZuckerberg non le cancella del tuttoma le conserva per altri fini. Atten-zione, quindi, a quello che scriviamoe postiamo sui social network, senzadimenticare che una password vul-nerabile (come ad esempio la data dinascita) può essere violata con gran-de facilità. E poi potrebbero essereguai.

Filippo Cannizzo

Scarsa percezione del rischio

Nell’edizione 2012 spa-

zio ai tradizionali

“Carri” scenografici e al concorso

“Sulla strada dei Santi: la religiosi-

tà popolare in Sicilia”

Si rinnova a Belpasso l’appuntamen-to patronale con i festeggiamenti inonore a S. Lucia del prossimo 13Dicembre. Attesa, come sempre, perla tradizionale “spaccata” dei “Carridi S. Lucia” che anche quest’anno siarticolerà in due giorni, l’11 e il 12,con la partecipazione di ben 5 mac-chine sceniche, in rappresentanzadei quartieri cittadini, che rievoche-ranno sfondi religiosi e di vita vissu-ta. A margine dell’evento quest’annoè stato anche programmato anche ilconcorso intitolato “Sulla strada deiSanti: la religiosità popolare in Sici-lia”. La rassegna, aperta a tutti gli

autori e registi, senza distinzione dietà e nazionalità, vedrà in concorsola realizzazione di cortometraggidella durata massima di 15 minuti,attraverso lo sviluppo di due precisesezioni: a) I Carri di S. Lucia a Bel-passo; b) La religiosità popolare inSicilia. Ogni opera dovrà essere rea-lizzata e inviata in formato HD 1080su file.MOV con codifica H264 inmassima qualità sull’apposito indi-rizzo ftp.link: ftp://streaming.videobank.it/

Hostname: streaming.videobank.it

Username: carrisantalucia

Password: carrisantalucia

Il materiale inviato resterà di pro-prietà della “Fondazione Carri S.Lucia”.I “corti” pervenuti saranno esamina-ti da apposita Giuria, composta da

personalità della cultura e del cine-ma. Al vincitore di ogni sezione ver-rà assegnato un premio di €.500,00.Le decisioni della giuria sono insin-dacabili. La proclamazione dei vin-citori avverrà durante una manifesta-zione ad hoc, nel periodo compresotra il 15 Luglio ed il 31 Agosto 2013.I festeggiamenti patronali di Belpas-so sono organizzati dalla “Fondazio-ne Carri S. Lucia” presieduta daGianni De Luca, dalle principali rap-presentanze religiose cittadine, non-chè dal Comune di Belpasso con ilbeneplacito del commissario straor-dinario Angelo Sajeva e del presi-dente del Consiglio Comunale NinoRapisarda.

Carmelo Aurite

Addetto stampa Comune Belpasso

Festa “S. Lucia” a Belpasso

Sicurezza web

La relazione di don Giu-

seppe Bellia, dal tema

La Malattia nell’AT e nel NT, ha

inaugurato i lavori del corso per

Volontari e Ministri Straordinari

operanti nella Pastorale della Salute,

durante il primo incontro svoltosi

presso il Seminario Arcivescovile di

Catania. Don Bellia, ha iniziato la

sua argomentazione concentrandosi

sul tema della malattia e della soffe-

renza nella teologia biblica dell’AT.

Facendo esplicito riferimento ai

diversi scritti veterotestamentari, si è

soffermato sulla visione della malat-

tia come sinonimo di peccato e di

punizione divina, secondo la dottrina

della retribuzione, tipica della teolo-

gia deuteronomistica. Poi, ripercor-

rendo la vicenda di Giobbe, ha

mostrato come la stessa dottrina del-

la retribuzione viene sconfessata dal-

lo stesso Dio nel giusto sofferente,

che soffre e non riceve risposta.

Sapientemente, don Bellia, ha riba-

dito che la malattia non viene giusti-

ficata da alcuna parola umana e

neanche da Dio, che non ha bisogno

d’essere difeso. Di fronte alla malat-

tia, alla domanda di Giobbe, non c’è

una risposta se non nel Dio che si

rivela, in Cristo Crocifisso, nel NT.

Dunque, l’unica via per avvicinarsi

al mistero della sofferenza e della

malattia, è da vedere nello stare in

silenzio, in contemplazione del volto

crocifisso del Figlio di Dio, incarna-

tosi come servo sofferente che con la

sua morte e resurrezione, offre se

stesso in risposta alla sofferenza del

giusto, di ogni uomo. Ecco perché,

leggere in modo orante i Salmi, e

parte della letteratura sapienziale,

come il libro del Qoelet, il libro del

Siracide, la vicenda di Tobia, i Pro-

verbi, può aiutare a dar conforto, a

consolare chi soffre e chi vive in uno

stato di malattia. Stare in silenzio,

esserci per l’altro e con l’altro, sem-

plicemente standogli accanto e dan-

dogli voce, chiedendogli sì qual è il

suo tormento, rispondendo non con

le nostre parole ma con quella di

Dio. Con la Parola, che è Parola di

vita eterna, che sana e salva. Pregare

Dio, mettersi in ascolto della sua

parola, non significa capir tutto,

anzi, ci ricorda don Bellia, consiste

proprio nel dire a Dio, “non ti capia-

mo”! L’invisibilità di Dio nella sof-

ferenza di chi soffre, l’impotenza di

non poter far nulla, sentendoci

abbondonati, come è accaduto anche

allo stesso Gesù, ci deve condurre ad

affidarci con cuore sincero a Dio,

alla sua Volontà, che non ci è chiara,

a noi ma non a Lui. Dio ha un pro-

getto più grande, una visione com-

plessiva, svelataci dal suo unico

Figlio, che con la sua morte e risur-

rezione, con la sua Pasqua, ci ha

segnato la via, e fatti passare nella

vera vita, nella vera Luce. In que-

st’ultima, può solo trovar senso il

mistero della malattia come quello

della stessa vita. Oggi, come ci ha

sottolineato don Bellia, si parla più

del rispetto della vita, dell’inviolabi-

lità della vita fin dal suo concepi-

mento, e poco della inviolabilità del-

la stessa, al suo termine. Noi creden-

ti dobbiamo interrogarci anche su

quest’ultimo aspetto, cominciando a

rendere testimonianza della speran-

za, della fede e della fiducia che è in

noi, prendendoci cura di chi soffre,

di chi sta per concludere il suo cam-

mino terreno. Facendoci strumento,

“volto” di Dio. Del suo volto mater-

no che ci ama e ci consola senza mai

stancarsi, nell’oggi di ogni singolo

nostro giorno. A tal proposito, don

Bellia, ha invitato tutti a soffermarsi

sulla presenza femminile negli scrit-

ti neotestamentari, e sull’aspetto

materno della consolazione e miseri-

cordia di Dio, visibile nella Chiesa,

continuazione messianica della sua

opera. Questo è il compito dei mini-

stri straordinari, e di ogni operatore

pastorale, particolarmente in ambito

di pastorale della salute, di consola-

re, di dare speranza, di farsi prossi-

mo, di offrire se stessi, offrendo,

dando, donando il corpo di Cristo,

l’eucarestia. Esercitando, così, quel-

la diaconia, quel servizio verso tutti i

fratelli, specialmente i più bisognosi

di un nostro sguardo, di un nostro

semplice gesto d’amore, gratuito,

come un semplice sorriso. Siamo

chiamati tutti, in forza del battesimo

e della confermazione ricevuta con

la cresima, ad essere “mediatori”

della lieta notizia che Dio ci ama e

che ha dato tutto per noi, la sua stes-

sa vita, nel suo unico Figlio, che

“umiliò se stesso facendosi obbe-

diente fino alla morte e ad una morte

di croce”(Fil 2, 8). Da qui, la consi-

derazione di don Bellia, di riscoprire

l’importanza del sacramento dell’un-

zione degli infermi e del viatico, del

“dare l’eucarestia”, non all’ultimo

momento, ma accompagnando chi

soffre, coscientemente, verso la sua

dipartita. Concludendo, sintetizzia-

mo, in tre punti, come lo stesso don

Bellia ha fatto, ciò cui è chiamato il

semplice credente, operatore o mini-

stro straordinario, che sia, dinanzi a

chi soffre: 1) dare, nel senso di dona-

re, la Parola di Dio, di ogni giorno o

della domenica stessa, cercando di

tradurla nell’oggi di chi ascolta; 2)

operare con i gesti che Gesù stesso

ha compiuto verso i bisognosi, come

chiedere sempre se c’è bisogno di

qualcosa, prestarsi di informare la

famiglia, i cari, lo stesso parroco del-

la situazione che vive il malato; 3)

mettersi dalla sua parte, dalla parte

di chi soffre, compatendo con lui

ogni sua angoscia come ogni sua

gioia, invitandolo ad abbandonarsi

con noi stessi all’abbraccio conso-

lante e amante di Dio, nel Crocifisso.

Solo così, potremmo “con-vincere”,

nel senso etimologico, di “vincere

insieme” il male, la malattia che

avanza, solo avendo fiducia e essen-

do capaci di darla nell’altro a noi

prossimo e in Dio! Si vince solo se si

è con l’altro, con Dio! E solo così

non si è mai soli e non si lascia mai

solo nessuno, donando non la guari-

gione, ma la serenità del cuore, la

solidarietà dell’essere con, dell’es-

serci sempre e comunque. Dobbiamo

chiedere al Signore, allora, come ci

ricorda in conclusione don Bellia, di

esser suoi strumenti, vie della Sua

Consolazione. Amen.

Manuela Finocchiaro

6 Prospettive - 18 novembre 20126

Lunedì 19

•• Ore 10.00 Viagrande, Residenza

SS. Salvatore: incontra i Sacerdo-

ti del III Vicariato.

Martedì 20

•• Ore 9.30 Lavoro interno per la

Visita pastorale.

Mercoledì 21

•• Lavoro interno per la Visita

pastorale.

Giovedì 22

•• Lavoro interno per la Visita

pastorale.

Venerdì 23

•• Lavoro interno per la Visita

pastorale.

Sabato 24

•• Fuori Sede.

Domenica 25

•• Ore 11.00 Trecastagni, parroc-

chia S. Caterina: celebra la S.

Messa.

•• Ore 18.00 Catania, Basilica Catte-

drale: celebra la S. Messa con la

partecipazione delle Confraternite.

®

Dall’Agenda dell’Arcivescovo

Notizie in breve dal 19 al 25 novembre

Inaugurato il Corso per Volontari e Ministri Straordinari operanti nella Pastorale della Salute

LA MALATTIA

nell’Antico e Nuovo Testamento

L’Arcivescovo

Ai Reverendi Presbiteri dell’Arcidiocesi

Carissimi,

Sono particolarmente lieto di comunicarvi che a parti-

re dal 22 ottobre riprenderanno gli INCONTRI NELLA

RESIDENZA SANTISSIMO SALVATORE a Viagrande.

Con questi incontri avremo la possibilità di celebrare

l’Anno della Fede nella fraternità sacerdotale. Ci sarà,

quindi, dopo la preghiera iniziale, un momento di

riflessione che sarà guidato da un confratello. Condi-

videremo anche il pranzo preparato dalle Suore del

Bell’Amore, che sin d’ora ringraziamo per la loro

attenzione.

Ci incontreremo per Vicariato secondo il calendario

che allego alla presente pregandovi di prenderne nota

nelle vostre agende.

Comunico sin d’ora che dal 29 luglio al 7 agosto 2013,

a Dio piacendo, ci sarà la possibilità di una vacanza a

mare ... Seguiranno informazioni più dettagliate.

Un cordiale saluto nel Signore.

✠ Salvatore,Arcivescovo

Calendario degli incontri presso Viagrande - Resi-

denza SS.mo Salvatore:

III Vicariato: Lunedì 19 Novembre 2012

IV Vicariato: Lunedì 10 Dicembre 2012

V Vicariato: Lunedì 14 Gennaio 2013

VI Vicariato: Lunedì 21 Gennaio 2013

VII Vicariato: Lunedì 11 Febbraio 2013

VIII Vicariato: Lunedì 25 Febbraio 2013

IX Vicariato: Lunedì 11 Marzo 2013

X Vicariato: Lunedì 18 Marzo 2013

XI Vicariato: Lunedì 8 Aprile 2013

XII Vicariato: Lunedì 22 Aprile 2013

XIII Vicariato: Lunedì 6 Maggio 2013

XIV Vicariato: Lunedì 3 Giugno 2013

XV Vicariato: Lunedì 17 Giugno 2013

Gli incontri avranno inizio alle ore 10,00.

Incontri dei sacerdoti con l’ArcivescovoViagrande - Residenza SS.mo Salvatore

Lo scorso 30 ottobre inseminario si è svolta

l’Assemblea Generale dell’OVS conla quale si è ufficialmente apertol’anno associativo per i tanti membridi questa famiglia diocesana che vivee opera accanto al Seminario, aisacerdoti e in particolare ai seminari-sti per aiutarli nel cammino di forma-zione al presbiterato. L’assemblea,presieduta dal rettore del nostroSeminario Arcivescovile mons. Giu-seppe Schillaci, ha visto la partecipa-zione di un numeroso gruppo di ade-renti, che come ogni anno si impe-gnano a fondo a seguire da vicino larealtà del nostro Seminario. All’ini-zio abbiamo pregato con la preghieraper le vocazioni e dopo sono seguiti isaluti e i ringraziamenti agli interve-nuti da parte del rettore del Semina-rio, che ha sottolineato l’importanzadi questo particolare anno, coinci-dente con l’Anno della Fede, volutodal Santo Padre Benedetto XVI. Atale proposito il rettore ha sottolinea-to come, rispondendo ad una precisaindicazione del nostro Arcivescovo,dataci alla settimana estiva, quest’an-no il cammino specifico del Semina-rio, con gli incontri comunitari, saràcondotto attraverso una rilettura delCredo e dei documenti del ConcilioVaticano II. Inoltre è stata presentatala “famiglia” del Seminario ed in par-ticolare i nuovi seminaristi che que-st’anno sono in numero di otto, i qua-li si sono raccomandati caldamentealla preghiera dei tanti dell’OVS.Prendendo la parola, don VincenzoNicolosi, vice-rettore del Seminario,ha esordito affermando che sentiva lamancanza dell’OVS, perché questarealtà dà la giusta dimensione allavocazione, in quanto le vocazionivengono dalla comunità e sono per lacomunità! e l’OVS è una bellaespressione della comunità, ribaden-do che si tratta di una realtà non cle-ricale ma laicale. È stato poi illustra-to dettagliatamente il programma delnuovo anno sociale che vedrà appun-tamenti con cadenza mensile, perincontri di vario genere, di preghiera,

di formazione e a carattere ricreativo,che si svolgeranno presso i locali delnostro seminario. Dal salone S. Aga-

ta ci si è spostati poi presso la chiesaRegina Apostolorum per vivere congioia e ringraziamento la Celebrazio-

ne Eucaristica presieduta da S.E.Mons. Salvatore Gristina che ha scel-to le orazioni proprie per le vocazio-ni agli Ordino Sacri. L’Arcivescovonell’omelia ha fatto riferimentoall’Anno della Fede, evidenziando inparticolare l’importanza di vivere lafede nei propri cammini ecclesiali,approfondendo il testo di BenedettoXVI Porta fidei. L’atteggiamentofondamentale per vivere quest’anno èquello di avere lo sguardo fisso suGesù, riprendendo quanto GiovanniPaolo II nella Novo millennio ineunte

sottolineava per i cristiani. I santi,ribadiva l’Arcivescovo, hanno fattoquesto, sia quelli presenti nel calen-dario, sia quelli che ciascuno di noiha conosciuto in vita. Per fede vivia-mo anche noi: per il riconoscimentodel Signore Gesù, che avviene attra-

verso la contemplazione del suo vol-to. Lo riconosciamo e lo contemplia-mo presente nella nostra vita e nellastoria, ma non nelle cose grandi onelle manifestazioni straordinarie,bensì nel piccolo seme o nel lievito,come ci indicavano i testi della litur-gia del giorno. Ecco la grande con-traddizione del Vangelo! Il nostroPastore, invitava poi la famiglia del-l’OVS a crescere, ma non solo nelnumero, ma per la bellezza e la ric-chezza dell’esperienza di pregare peri sacerdoti, i seminaristi e le vocazio-ni. In un clima di grande fraternità, isaluti tra i tanti convenuti hanno con-cluso una così bella e significativagiornata.

Marco Fiore

Seminarista IV Anno

La sera di martedì 6novembre, al Museo dio-

cesano, a cura dell’Istituto Superioredi Scienze Religiose “San Luca” dellaPontificia Facoltà Teologica di Sicilia,si è tenuta la presentazione delle nuo-ve pubblicazioni di Vincenzo Arnone,sacerdote scrittore originario di Fava-ra ma operante nel Fiorentino, docen-te nella Facoltà Teologica dell’Italiacentrale, “Bibbia e letteratura” (S.Sciascia) e “Gerusalemme. Dovevolano i poeti” (Pazzini) e di Antoni-no Grasso, dottore in Teologia-Mario-logia al Marianum, docente al SanLuca, “Perché appare la Madonna?”(Ancilla). Padre Giuseppe Calambro-gio, direttore del San Luca, e France-sco Tosto, docente al Liceo scientificoGalilei, hanno presentato le opere diArnone, mentre padre AntoninoUcciardo, docente al San Luca, hapresentato il libro di Grasso.I due testi di studi biblici esaminano levarie infiltrazioni delle Sacre Scritturenella letteratura di ogni tempo e gli

autori, cattolici o meno, che alla Bib-bia hanno attinto come ispirazione oricerca. La Bibbia per il credente valetta in atteggiamento di ascolto e difede; per il lettore, laico e colto, conquella attenzione piena di stupore difronte a una realtà umano-divina chesi proietta nell’orizzonte storico, cul-turale, letterario di immenso valore,da superare l’usura del tempo e il sus-seguirsi di epoche e stagioni. La rifles-sione sulla città santa intende leggerela sua storia trimillenaria attraverso losguardo di poeti e narratori, dai versidei salmi agli inni e cantici dei profe-ti.Al commento fatto da padre Calam-brogio, che ha inquadrato la riflessio-ne biblico-letteraria facendo un accu-rato, critico ed ampio excursus storicosulla cultura degli ultimi secoli inEuropa, dalla Rivoluzione Francesead oggi, ostile al Cristianesimo e alCattolicesimo in particolare conside-rato “in decomposizione”, sulla falsa-riga di quanto affermato da Maritain, è

seguito anche l’intervento dell’autoreche, dopo aver esposto una stimolantepanoramica esemplificativa di grandiletterati d’ogni tempo che si sono ispi-rati al Vecchio e al Nuovo Testamentoper scrivere le loro celebri opere arti-stiche, assieme agli altri relatori harisposto alle domande e alle conside-razioni-testimonianze esposte dadiversi allievi intervenuti all’incontro.Il volume sulle apparizioni mariane,

che finora non hanno goduto quasinessun credito nell’elite di intellettua-li e teologi per essere declassati aeventi secondari e privati, costituisceuna rara riflessione teologica su avve-nimenti che la Chiesa ha riconosciutoma che finora hanno avuto scarsaattenzione.Il lavoro si colloca in un contesto cheha necessità di ponderazione, di rifles-sione, di chiarezza. Davvero encomia-bile è l’equilibrio, proposto dall’auto-re, con cui bisogna guardare alle appa-rizioni autentiche e la riflessione èsostenuta da una bibliografia accuratae non pregiudizievole. Si tratta di unostraordinario che ricorda l’ordinarioperché la presenza materna ed effica-ce della Vergine Maria non può essereconfinata a ciò che si manifesta ecce-zionalmente. Il relatore non si è sof-fermato sulle pagine dedicate allavalutazione e al valore delle appari-zioni per attenzionare, invece, quellededicate al loro significato: esse sonodono per la Chiesa e per la fede, attua-lizzazione nel tempo della consegnafatta da Maria a Cana: “Tutto quelloche vi dice, fatelo” (Gv 2,5).“Non è pertanto esagerato riconoscereche le apparizioni sono richiami dellaMadre”, ha affermato il prof. Ucciar-do, “e quindi effetto della sua media-zione materna. I messaggi -riconosceil nostro autore- sono degli appelliinterpellanti che: scuotono dall’inerziadi fede e muovono alla speranza;richiamano alla conversione e alla vitaevangelica; intendono riportare Dio alcentro della storia personale e colletti-va e guidarla verso il suo vero fineescatologico”.

Memorex

Prospettive - 18 novembre 2012 7

DIOCESI

77

Lo straordinario che ricorda l’ordinarioAl Museo diocesano sono state presentate diverse nuove pubblicazioni

Apertura XXXIII anno sociale dell’Opera Vocazioni Sacerdotale

Riconoscere Gesù nella contemplazione

“Aprite, anzi, spalan-cate le porte a Cri-

sto!” e lo scorso 1° novembre le por-te della chiesa Beata Maria Verginedell’Angelo Annunziata di Bianca-villa si sono spalancate, accogliendole Reliquie del Beato Giovanni Pao-

lo II, facendo memoria delle paroledel Papa pronunciate all’inizio delsuo pontificato. Giunti in auto daBelpasso, le Reliquie sono stateaccolte in chiesa dal Parroco, PadreGiovambattista Zappalà e da nume-rosi fedeli radunati sul sagrato della

chiesa. Un frammento di talare bian-ca, un pezzetto della camicia indos-sata dal Papa sul letto di morte, unacorona del Santo Rosario e la casulaindossata dal Santo Padre, 18 annifa, il 5 novembre del 1994 durante lasua visita pastorale a Catania nelcorso della solenne beatificazione diMadre Maddalena Caterina Morano,queste le Reliquie che sono stateportate in processione e posizionatenella navata di destra.L’iniziativa rientra nel programmadelle celebrazioni giubilari del 60°anniversario di elevazione a parroc-chia e nel 70° di sacerdozio di donPlacido Brancato, rettore della chie-sa San Giuseppe e parroco emeritodell’Annunziata. L’arrivo è coincisoanche con la data di ordinazionesacerdotale di Giovanni Paolo IIavvenuta il primo novembre del1946.La comunità parrocchiale ha volutorendere omaggio al Papa con diverseiniziative nel fine-settimana appenatrascorso, quali momenti di preghie-

ra, la proiezione di un video sullavita del Beato e il coinvolgimento inparticolare dei ragazzi dell’Azionecattolica. Sabato 3 novembre in tar-da serata è stata promossa un’adora-zione Eucaristica dai gruppi giovani-li della città, i quali sono stati chia-mati a partecipare in chiesa almomento di adorazione conclusasi apochi minuti dalla mezzanotte, ed,altresì, invitati a coinvolgere i lorocoetanei che il sabato sera frequenta-no i pub e i bar.Domenica mattina, in coincidenzacon la festa del 4 novembre, dopo iltradizionale omaggio al monumentoai caduti, posto in piazza Annunzia-ta, le autorità civili e le associazionidi volontariato hanno voluto rendereomaggio alle Reliquie in chiesa. Altermine della celebrazione Eucaristi-ca domenicale vespertina, in ricordodell’onomastico di Karol Wojtyla, èavvenuto il congedo da parte delleReliquie del Santo Padre.

Antonio Alessandro M. Zappalà

Biancavilla ospita le reliquie del beato Giovanni Paolo II

Il mondo ha bisogno di testimoni della verità

La sera di sabato 10

novembre, nel teatro

comunale del palazzo del Senato di

Misterbianco, a cura dell’Accademia

d’Arte etrusca e dell’assessorato alla

Cultura, si è svolta la cerimonia di

consegna del Premio nazionale

“Aquila d’argento”, con la partecipa-

zione del presidente m° Carmen Are-

na, del sindaco dr Nino Di Guardo,

dell’assessore comunale alla cultura

d.ssa Barbara Valentina Bruno, del

vice sindaco Carmelo Santapaola,

del presidente del Consiglio comu-

nale Nino Marchese, del comandan-

te della Tenenza Carabinieri ten.

Giuseppe Fiore, del comandante del-

la Polizia municipale dr Antonino Di

Stefano, del consigliere emerito del-

la Suprema Corte di Cassazione avv.

Ugo Scelfo.

La presentazione della manifestazio-

ne è stata affidata al dr Mario Fusari

e alla d.ssa Jolanda Palumbo Scelfo,

con il coordinamento della prof.

Simona Barbirotto.

I premiati sono insigni personalità

della nostra terra che si sono distinte

a livello internazionale e in diversi

campi dello scibile umano, della cul-

tura e della scienza: avv. Domenico

Azzia, promotore e diffusore della

sicilianità nel mondo; d.ssa M. Leti-

zia Pumo, studiosa di astrofisica;

prof. Sergio Paradiso, medico-scien-

ziato psichiatra; col. pilota Ignazio

Nicolosi, per la prestigiosa carriera

militare a servizio della pace; sig.

Carmelo Melia, imprenditoria per la

scenografia e la grafica.

Una Targa alla memoria è stata asse-

gnata in onore dei caduti del 62° reg-

gimento “Fanteria Sicilia” nella bat-

taglia di El Alamein. A ricordare con

viva commozione l’eroico sacrificio

dei nostri soldati eroici soldati

immolatisi 70 anni fa, nel sanguino-

so teatro di guerra dell’Africa setten-

trionale, per l’onore della Patria e

per proteggere la ritirata delle nostre

truppe tallonate dall’avanzata delle

truppe alleate, è stato l’avv. Giusep-

pe Schembari.

Riconoscimenti speciali: prof. Gra-

zia Calanna, giornalismo; dr Mario

Coco, dirigente tributi; m° Pippo

Consolo, pittura; Serafino Caruso,

già presidente confcommercio; m°

Salvatore Signorello, musica; dr

Nicola Le Mura, responsabile centro

regionale di produzione 118 Sicilia;

rag. Giuseppe Spina, direttore gene-

rale IISS “Gemmellaro” Catania.

Momenti culturali: Mimmo Santo-

nocito, storico; Maria Borzì, poetes-

sa; cav. Giuseppe Patanè; momenti

musicali: prof. Anna Maria Calì, pia-

nista; Piera Grifasi, soprano.

La sera di domenica 11 è stata inau-

gurata dalla madrina prof. Vera Pul-

virenti, vicepresidente nazionale del

Serra Club e presidente Club Unesco

Giarre-Riposto, ospite il m° Pippo

Consolo, presso la galleria civica

“Pippo Giuffrida” di piazza Mazzini

la mostra d’arte contemporanea nel-

la cui rassegna sono state esposte le

opere dei seguenti artisti dell’Acca-

demia: Innocenza Alessi, Simona

Barbirotto, Giovanni Bonaccorso,

Maria Borzì, Agata Bucolo, Salvo

Burgio, Anna Enza Calì, Benito Cal-

cagno, Carmelo Caruso, Anna De

Luca, Maria Concetta Di Mauro,

Giovanni Fazzeni, Nino Fontanazza,

Carmelo Gangemi, Angelo Liotta,

Rosetta Liotta, Guido Lo Giudice,

Maria Grazia Magrì, Angela Marino,

Maurizio Mazzarà, Rosario Monta-

gna, Marisa Motta, Anna Nolfo,

Enza Pagano, Nicoletta Palizzolo,

Maria Panepinto, Carmen Patanè,

Daniela Paun, Maria Luisa Pomido-

ro, Antonella Ponzo, Alfonso Resti-

vo, Grazia Santonocito, Connie

Sciacca, Giusy Spampinato, Mary

Testa, Maria Pia Tinnirello, Vito

Tomaselli, Salvo Torre.

Antonino Blandini

Prospettive - 18 novembre 201288

DIOCESI

Con un primo

momento di

alto significato socio-cul-

turale l’Associazione cat-

tolica delle ex alunne

domenicane del Collegio

Sacro Cuore di Catania ha

dato il via alle attività del

nuovo anno pastorale e

sociale 2012-2013: la visi-

ta alle Biblioteche Riunite

“Civica e Antonino Ursino

Recupero” di via Bibliote-

ca in coincidenza con il

centenario della morte del

poeta catanese Mario

Rapisardi. Le ex allieve

dell’istituto delle suore

domenicane del S. Cuore

di Gesù, accompagnate dalla presi-

dente prof. Santuzza Quattrocchi

Paradiso e dal giornalista Antonino

Blandini, nel rendere omaggio a

Rapisardi hanno visitato gli antichi

locali delle Biblioteche Riunite che,

in un apposito vano, custodiscono

gelosamente quel tesoro nascosto e

prezioso costituito dalla biblioteca-

museo del grande concittadino la cui

fama, leggendaria e straordinaria in

vita, è caduta da quasi un secolo in

un inesorabile oblìo.

A fare gli onori di casa la direttrice,

dott.ssa Rita Angela Carbonaro, che

ha guidato i visitatori, abbagliati dal-

la straordinaria bellezza e severa

maestà architettonica ed artistica

della storica Sala Vaccarini, ed ha

illustrato le vicende emblematiche

del benemerito ente pubblico morale

catanese di alta cultura, dalle prime

origini della Biblioteca o Libreria

Benedettina dell’abbazia cassinese

di S. Nicolò la Rena all’espropria-

zione nel 1866 anche del patrimonio

culturale dei colti e dotti monaci

benedettini, fino alla rifondazione

giuridica dell’attuale Biblioteca che

da circa 80 anni va sotto il nome di

Biblioteche Riunite Civica e A. Ursi-

no-Recupero, in onore del sindaco

benefattore che, nel 1925, donò al

Comune oltre 41.000 volumi di sto-

ria patria catanese e siciliana.

L’ente bibliografico occupa i locali

dell’originaria raccolta libraria bene-

dettina, del museo e del refettorio

piccolo. Da oltre 60 anni la Bibliote-

ca continua ad incrementarsi supe-

rando i 210.000 volumi con le acqui-

sizioni, in gran parte

per donazioni, di beni

bibliografici di inte-

resse siciliano che si

aggiungono alle per-

gamene, ai manoscrit-

ti, ai codici miniati,

agli incunaboli, alle

cinquecentine, ai dise-

gni, ai quotidiani, ai

periodici, ai manifesti

e ai fogli volanti.

Il grande ed inestima-

bile tesoro bibliogra-

fico e documentario,

posseduto dalle BB.

RR. e fruibile gratui-

tamente dai cittadini

nonostante molti

codici si trovino nel monastero di S.

Lorenzo del Escorial in Madrid, ha

una precisa matrice benedettina, ad

iniziare dall’abate Giacomo De Soris

(sec. XIV). La prima pietra della

biblioteca fu posta dall’abate Roma-

no Giordano, mentre l’abate Grego-

rio Motta la completò. Dopo il 1693

i monaci la ricostruirono più vasta e

più ricca grazie all’onere delle spese

affrontato dall’abate Nicolò Riccioli

e all’interessamento del priore Placi-

do Scammacca e del dotto benedetti-

no Vito Maria Amico al quale si deve

anche la fondazione della Biblioteca

Universitaria. Tanti altri colti mona-

ci legarono i propri libri alla Biblio-

teca abbaziale fino ad arrivare a Lui-

gi Taddeo Della Marra e all’ultimo

abate Giuseppe Benedetto Dusmet.

Il prof. Blandini, sfatando tanti luo-

ghi comuni, ha intrattenuto le ex

allieve nella sala del Refettorio pic-

colo sulle tormentate ed esaltanti

vicende biografiche, professionali e

familiari, nonché sulla vastissima

produzione poetica (dall’Ode a S.

Agata alla Palingenesi, al Lucifero,

alla controversia con Carducci, alla

rottura con Verga, al Giobbe, all’At-

lantide) del Vate di Catania, esaltato

e discusso con una passionalità ed

intensità incredibili, vicende trascor-

se tra Firenze, Roma e la Sicilia e

giunte al parossismo nelle grandiose

onoranze che ebbe da vivo e da mor-

to.

La conversazione su uno dei più

significativi esponenti della cultura

italiana tra Ottocento e Novecento si

è conclusa nella Sala Rapisardi, dove

sono conservati 3.565 volumi mano-

scritti e a stampa, 3.800 lettere,

cimeli, mobili, arredi vari e quadri

appartenuti al poeta, amico di celebri

pittori catanesi -come Francesco Di

Bartolo, Antonino Gandolfo, Natale

Attanasio, Calcedonio Reina,

Michele Rapisardi- dei quali riman-

gono memorie legate anche alla sto-

ria di Catania.

Momento particolarmente toccante è

stata la lettura di un brano della liri-

ca agatina del giovanissimo devoto

Mario, turbato e sdegnato dalla pie-

tosa situazione in cui si trovava la

città nel 1859 raccomandando alla

Santa Patrona Liberatrice la Patria

oppressa: “Agata, oh! Ve’ Catania,

commisera il suo stato: Ella non ha

chi regoli il suo funesto fato: Deh!

Tu, sua figlia, accelera ad aiutarla il

piè. Mira…con strido lugubre l’alma

virtù la lascia…Se a fato tal sottrag-

gasi sarà sol tua mercé.

A.B.

L’associazione ex allieve S. Cuore in visita alle Biblioteche Riunite Civica e A. Ursino Recupero

La sicilianità nota nel mondo

Misterbianco: Premio Nazionale Aquila d’Argento

Gli scaffali del SAPERE

Lo scorso 8 novembre, in

seminario, si è tenuto un

altro appuntamento del cammino

annuale dell’Opera Vocazioni Sacer-

dotali della nostra diocesi: la celebra-

zione dei fedeli defunti. Questa occa-

sione di incontro ha visto la parteci-

pazione di tanti impegnati per la pre-

ghiera ed il sostegno alle vocazioni

sacerdotali, provenienti da diverse

comunità parrocchiali. La memoria

dei defunti ha dato la possibilità di

ricordare durante la celebrazione

Eucaristica tanti benefattori, familia-

ri, amici, sacerdoti che ci hanno

lasciato nel corso degli anni. Un elen-

co lungo di nomi per cui si è pregato:

compagni nella vita, che ora gioisco-

no del riposo tra le braccia del Padre.

La Santa Messa, presieduta dal retto-

re del Seminario mons. Giuseppe

Schillaci, ci ha uniti in preghiera per

ringraziare il Signore per il dono del-

la vita. Nell’omelia è stato sottolinea-

to come l’uomo di fede non può met-

tere avanti se stesso, ma fissare lo

sguardo su Gesù. Così, tutti noi cri-

stiani, dobbiamo essere proiettati alla

conoscenza di Gesù: è Lui che deve

costituire il pensiero nei pensieri e la

preoccupazione nelle preoccupazio-

ni. Rifacendosi alla splendida pagina

lucana della liturgia del giorno, con

l’inizio delle parabole della miseri-

cordia al cap. 15, è stato presentato il

volto di Gesù che è accoglienza,

benevolenza, misericordia; ed è que-

sto volto che noi vogliamo conoscere

e far conoscere. L’invito che il rettore

ha fatto a tutti per vivere questo anno

della fede, si può sintetizzare nell’es-

sere capaci di accostarsi al volto di

Cristo, rivelatore dell’amore del

Padre. Un momento significativo di

incontro e di condivisione, attorno

alla mensa eucaristica, che ha avvici-

nato ancora di più noi seminaristi con

i tanti che hanno preso sul serio l’im-

pegno di sostenere le vocazioni.

M.F.

In Seminario celebrata la memoria dei defunti con l’OVS

Fissare lo sguardo su Gesù

La sera di sabato 3novembre, con la parte-

cipazione dell’Arcivescovo Mons.Salvatore Gristina, la comunità par-rocchiale San Cristoforo alle Sciareguidata dal parroco don Ezio Igna-zio Coco, ha vissuto come una gran-de famiglia, allargata a tutto il vastoe difficile quartiere San Cristoforo,uno dei momenti più intensi ed esal-tanti del suo impegno ecclesiale,frutto tangibile della provvidenzialevisita pastorale: la solenne Concele-brazione Eucaristica e il rito dibenedizione della cripta “SantaRosalia” ai primi vespri della XXXIdomenica del T.O. nel corso dellospeciale Anno della Fede.Una spontanea e gioiosa festa dipopolo ha caratterizzato l’inaugura-zione della cappella S. Rosalia,sistemata dal parroco nella criptaconfraternale della parrocchiale divia Plebiscito, rendendo particolar-mente commosso il nostro Arcive-scovo per il devoto e storico riferi-mento al culto di Santa Rosalia, lavenerata patrona di Palermo, cittàdove egli ha gran parte delle proprieradici in quanto ha trascorso tantianni della sua vita: da seminarista,studente, docente, parroco, vicariogenerale e Vescovo.Centinaia di parrocchiani, con 40bambini del catechismo addestrati alsuono del violino, hanno affollato ilteatro della parrocchia per accoglie-re al suo atteso arrivo Mons. Gristi-na.Ai graditi ospiti e ai molti parroc-chiani presenti è stato proiettato unvideo sui lavori di restauro, promos-si e seguiti in prima persona dal par-roco con l’ausilio fraterno di tanticollaboratori esperti nei vari settori,che hanno interessato gli interventiconservativi e sostitutivi per rendereagibile e godibile la cappella richia-

mante, nel nome e nell’età, l’operadei padri che sono vissuti nel segnodella devozione verso gli specialisanti patroni della comunità: S.

Rosalia vergine e S. Cristoforo mar-tire.All’inizio della s. Messa, molto par-tecipata anche dai fedeli che hannoseguito la celebrazione nel maxi-schermo del teatro, un fedele laico,il sig. Enzo Auteri, molto impegnatonei due anni di intenso lavoromanuale, ha rivolto all’Arcivescovoil saluto a nome di tutta la comunitàparrocchiale ricordando le origini ele vicende del luogo di culto e del-l’edificio parrocchiale annesso, chenel luglio 1943 ebbe a subire gravidanni causati dai bombardamenti eancor oggi bisognoso di messa insicurezza, di consolidamento e diadeguato restauro che ne permettal’utilizzazione per lo svolgimento

delle attività.All’omelìa l’Arcivescovo, alla lucedella Parola di Dio proclamata, haevidenziato l’importante significato

del Credo in Dio Uno e Trino nel-l’Anno della Fede da vivere perso-nalmente e comunitariamente, nel50° anniversario dell’inizio delConcilio Ecumenico Vaticano II, nelricordo dei gesti profetici del beatoGiovanni XXIII e nel 20° della pub-blicazione del catechismo dellaChiesa Cattolica, che sintetizza lanostra fede e gli insegnamenti con-ciliari.Successivamente è avvenuto il com-movente rito della benedizione del-l’altare con la proclamazione del-l’apposita preghiera da parte del-l’Arcivescovo che lo ha asperso edincensato, mentre l’assemblea can-tava l’atto di fede nel Dio unico delpopolo eletto “Shemà Israel Adonai

elohenu, Adonai ehad”; alcune par-rocchiane hanno ricoperto la mensadel sacrificio e del convito eucaristi-co dei sacri lini, adornandola con

fiori e ceri in segnodi venerazione delsito attorno al qualei credenti in Cristosi radunano percelebrare la suaPasqua. La tovagliaricorda anche lasindone in cui fuavvolto il corpo delSignore e sulla qua-le si posa ancora ilcorpo mistico delvero Agnello diDio. Gli altri orna-menti ricordanoche Cristo è lucedel mondo, dal cuialtare si dipartonolo splendore cheogni cristiano deveirradiare nel mondoe la gioia del convi-to nuziale al quale ifedeli partecipano.

Al restauro hanno collaborato tantifedeli con le loro famiglie per ono-rare l’antica santa contitolare delquartiere: Michele Bassetta e colla-boratori marmisti, Francesco Bassolapide dedicatoria, Mario Bonaiutofabbro, Domenico Lucifora piastrel-lista, Franco Arcifa e Giacomo One-sto elettricisti, sig. Recupero idrauli-co, sig.ri Proetto e Casella pittori,Enzo Sofia gli scassi, Agatino Rosa-rio Scuderi falegname, AntoninoRapisarda tappezziere, Simone Fri-sina statua S. Cuore, CarmelaComes mosaicista, Stefano Gugliel-mino iconografo per l’olio su tela diS. Rosalia Erano presenti tanti bene-fattori: comunità neocatecumenaleS. Carlo Borromeo Poggio Lupo,

Giuseppe e Nunzia Monteleone,Concetto Farsari, Rosario Intrigile,le signore della parrocchia e altrianonimi. Un ringraziamento è anda-to anche a generosi donatori: LuciaIndaco, seminarista Marco Pasqua-relli, Antonio Testaì, Anna MariaBrancatelli, sig. La Rosa, SalvatoreDe Filippo. Speciale ringraziamentoa: ing. Vincenzo Musumarra presi-dente confraternita, Enzo Auteri,Matteo Crimi. È doveroso ricordareche due anni fa il parrocchiano sig.Carmelo Cosentino, in occasionedel felice ripristino del culto a S.Rosalia, ha donato alla parrocchiaun quadro, che raffigura la santacompatrona, sistemato all’internodella chiesa superiore.A conclusione del sacro rito, dopo larecita della preghiera per la visitapastorale, il parroco ha ringraziatol’Arcivescovo per la sua paternavicinanza chiedendo, assai preoccu-pato, il suo aiuto per poter riaprire,una volta rimesso a nuovo e in sicu-rezza, con urgenza e come emergen-za prioritaria, l’attiguo edificio par-rocchiale, ancora in stato di fortedegrado strutturale ed inagibile permancanza totale di finanziamenti.“È necessario” ha detto “che lanostra amata Chiesa catanese siscommetta particolarmente neiquartieri più disagiati di periferia edi frontiera come segno della vici-nanza dell’amore di Dio”. Mons.Gristina, al quale il parroco ha dona-to una copia dell’icona bizantineg-giante di S. Rosalia dipinta dall’ico-nografo Guglielmino, in segno diincoraggiamento ha promesso pienoappoggio all’iniziativa, nei limiti delpossibile, lodando parroco e comu-nità per l’impegno profuso nel lavo-rare per il decoro delle cose sacre, aservizio di tutto il popolo affidatoalle loro cure apostoliche.Tra la commozione generale, il poe-ta-trovatore Nunzio Rapisarda haletto una poesia dedicata alle santeAgata e Rosalia e il mezzo sopranodel Teatro Massimo, Sonia MariaFortunato, ha cantato l’Ave Maria diGounod. Per qualche minuto 40 vio-linisti in erba hanno suonato in ono-re dell’amato pastore della Chiesacatanese, salutato con lo stesso tra-volgente entusiasmo dell’accoglien-za.

Blanc

Prospettive - 18 novembre 2012

...Una spontanea

e gioiosa festa

di popolo

ha caratterizzato

l’inaugurazione

della cappella

S. Rosalia, sistemata

dal parroco

nella cripta

confraternale

della parrocchiale

di via Plebiscito...

9

DIOCESI

Un cuor solo e un’anima sola

L’associazione profes-sionale cattolica di inse-

gnanti, dirigenti e formatori(UCIIM) e il Comune di Paternòassessorato alla cultura lunedì 12novembre presso la biblioteca comu-nale hanno presentato il libro Nei

Dintorni di Dio di Pietro Antonio

Ruggiero, un dialogo con il giovaneamico Danilo Testa lungo il cammi-no di Santiago de Compostela suDio, la Chiesa, la fede, la verità, ilsenso della vita, il male, le grandiquestioni etiche, rivolto a giovani eadulti, credenti e non. Durante lapresentazione hanno dialogato conl’autore Carmelo Santangelo docen-te, e Antonio Moschetto giovaneimpegnato nel volontariato. Vi è sta-to anche un intermezzo musicaledelle violiste Barbara Cavallaro eSara Lombardo che hanno eseguitoMinuetto di Bach, Dolce Sentire eL’Ave Maria. L’autore Pietro Anto-nio Ruggiero ci sottolinea che<<Questo libro è nato per scherzo,successivamente si è concretizzato inmaniera seria, e ora ha dato i suoifrutti significativi. È nato per scher-

zo perché una sera eravamo in cam-pagna con un gruppo di giovani, edopo aver mangiato qualcosa hannoiniziato a tartassarmi di domandepiù varie dalla differenza di chiama-re un sacerdote don o padre, dellasofferenza soprattutto degli innocen-ti, che senso ha andare a messa senon mi sento, se mi devo confessarenon è meglio farlo direttamente conDio. Tutte le domande che attraver-sano non solo il cuore dei giovanima il cuore della vita di tutti. Poiognuno la esplicita in maniera più omeno chiara, chi ha il coraggio didirle, chi li tiene nascoste, chi li tra-sforma in lacrime segrete, chi liesprime in grido o preghiera nonimporta. Sono domande che ci ven-gono incontro non ce li portiamodentro sono fuori di noi. Giorni doposiamo partiti con un ragazzo DaniloTesta per Santiago de Compostela apiedi e a lui è venuto in mente di far-mi le stesse domande mentre cammi-navamo e registrava. Da qui è venu-to fuori il libro temprato dal cammi-no poiché quest’ultimo ha comepurificato le domande la fatica, l’ac-

coglienza degli altri l’essere accantoa gente di tutte le nazioni, chiedersise lo si sta facendo per dimagrire,per fede, per ammirare il paesaggio,le domande più serie quelle sullavita e sulla morte quelle sulla pedo-filia. Ritornando dal viaggio ho rivi-sto le domande le citazioni così alume di naso e li ho riportati perbene ed è venuto fuori un testo, chediventa quasi un manuale con alcu-ne domande e con spunti di risposta.Invito più a guardare le domandeche le risposte anche perché per fareuna domanda ci vuole una persona

intelligente, per rispondere bastachiunque. Il vero intelligente dellibro è stato Danilo nel pormi le suedomande e ci sono spunti che semessi in mano a insegnanti di reli-gione ad un genitore o ad un giova-ne possono essere utili. Quello che illibro ha portato è stato veramentesorprendente perché ha vendutomigliaia di copie anche all’estero,con una prefazione del CardinaleMartino che la reso ancora più vei-colabile>>.

Anita Rapisarda

Paternò: L’UCIIM e il Comune hanno presentato il libro di Pietro Ruggiero

Scherzando e ridendo…

Il popolo di San Cristoforo onora come compatrona Santa Rosalia

Dono e mistero

Il sacerdote medita spesso su quelleparole della liturgia: «Ecco il sommosacerdote che ai suoi giorni piacquea Dio e fu trovato giusto». Queste parole trovano la loro pienaaccoglienza in Cristo. E Lui il Sommo Sacerdote dellaNuova ed Eterna Alleanza, l’unicoSacerdote, da cui tutti i sacerdotiattingono il dono e la grazia dellavocazione e della missione. Il Sacerdote è gioioso del fatto che ilsacerdozio di Cristo risplende in luinella sua verità come dono e misteroa favore degli uomini, sino alla finedel mondo.Gesù si è offerto in sacrificio sulla

croce. Egli stesso ne ha istituita la«memoria» per tutti i tempi, sotto ilsegno del pane e del vino. E con questo immenso dono Egli haaffidato il suo Sacrificio alla Chiesa.Ogni sacerdote, dovunque si toivi,celebra l’unico Sacrificio del Signo-re Gesù.

Offrì se stesso

Il Sacerdote ricorda sempre congioia e immensa gratitudine quell’e-vento in cui Gesù prese il pane e lodiede ai suoi discepoli dicendo:«Prendete e mangiatene tutti: questoè il mio corpo...». E dopo prese nel-le sue mani il calice colmo di vino,lo benedisse, lo diede ai suoi disce-poli dicendo: «Prendete e bevetenetutti: questo è il calice del mio san-gue per la Nuova ed Eterna Alleanza,versato per voi e per tutti in remis-sione dei peccati». E aggiunse: «Fatequesto in memoria di me».Queste parole meravigliose sono il

cuore pulsante di ogni vita sacerdo-tale. Il Sacerdote le ripete ogni voltacome se fosse la prima! Egli fa tuttoin modo che non siano mai dette perabitudine perché esprimono l’attua-lizzazione più piena del sacerdozio.Il Sacerdote celebrando il Sacrificiodi Cristo, è continuamente richiama-to dalle parole che leggiamo nellaLettera agli Ebrei: «Cristo, venutocome sommo sacerdote dei benifuturi, [...] entrò una volta per sem-pre nel santuario non con sangue dicapri e di vitelli, ma con il propriosangue, dopo averci ottenuto unaredenzione eterna. Infatti, se il san-gue dei capri e dei vitelli e la ceneredi una giovenca, sparsi su quelli chesono contaminati, li santificano,purificandoli nella carne, quanto piùil sangue di Cristo, il quale con unoSpirito eterno offrì se stesso senzamacchia a Dio, purificherà la nostracoscienza dalle opere morte, per ser-vire il Dio vivente? Per questo Egli èmediatore di una nuova alleanza». Il Sacerdote vede con gli occhi dellafede ciò di cui parla la Lettera agliEbrei. Cristo mediante il propriosangue entra nell’eterno santuario.Egli come Sacerdote consacrato ineterno «si è assiso alla destra dellamaestà nell’alto dei cieli». E da lìintercede per noi come Mediatoreper tracciarci il cammino di una vitanuova, eterna. Egli ci ama ed ha ver-sato il suo sangue per lavare i nostripeccati. Ha dato se stesso per noi.Cristo introduce nell’eterno santua-rio il sacrificio di se stesso, che è ilprezzo della nostra redenzione. L’of-ferta, cioè la vittima, è inseparabiledal sacerdote. Quando si celebra

l’Eucarestia, tutta la Chiesa si radunaspiritualmente nel Cenacolo, là dovesi riunirono gli Apostoli insieme aCristo per l’Ultima Cena.

Amicizia

Il Sacerdote rilegge spesso nel Van-gelo di Giovanni le parole pronun-ciate da Cristo nel discorso di addio.Tra le tante ricchezze di questo testo,il Sacerdote si sofferma sulla fraserivolta da Gesù agli Apostoli: «Nes-suno ha un amore più grande di que-sto: dare la vita per i propri amici.Voi siete miei amici, se farete ciò cheio vi comando. Non vi chiamo piùservi, perché il servo non sa quelloche fa il suo padrone; ma vi ho chia-mato amici, perché tutto ciò che houdito dal Padre l’ho fatto conoscere avoi».«Amici»: così Gesù chiamò gliApostoli. Così vuole chiamare anchei Sacerdoti, che, grazie al sacramen-to dell’Ordine, sono partecipi del suoSacerdozio.Il Sacerdote ascolta queste parolecon grande emozione e umiltà. Par-lano dell’amicizia, e dell’amicizia inparticolare dei Sacerdoti con Gesù. ISacerdoti partecipano del sacerdoziodi Cristo in particolare come ministridell’Eucaristia. Gesù non potevaesprimere la sua amicizia in modopiù eloquente che permettendo aisacerdoti della Nuova Alleanza, dioperare in suo nome.Proprio questo avviene in tutto il ser-vizio sacerdotale, quando il Sacerdo-te amministra i sacramenti e special-mente quando celebra l’Eucaristia.Ripete le parole che Gesù pronunciòsopra il pane e il vino e, mediante ilministero sacerdotale, si opera la

stessa consacrazione operata daGesù. Non vi può essere un’espres-sione dell’amicizia più completa diquesta. Essa si pone al centro stessodel ministero sacerdotale.Cristo dice: «Non voi avete sceltome, ma io ho scelto voi e vi ho costi-tuiti perché andiate e portiate frutto eil vostro frutto rimanga». È la mis-sione che Gesù dà ai Sacerdoti dipotere andare e portare frutto.Maria, Madre di Cristo Sommo ed

Eterno Sacerdote, con la sua assiduaprotezione sorregge sempre i passidella misisone sacerdotale, soprattut-to quando la strada si fa ardua e lafatica pesa maggiormente. La Vergi-ne fedele intercede presso il Figliosuo, affinché non venga mai meno ilcoraggio di rendergli testimonianzanei diversi campi dell’apostolato,collaborando con Lui.

Padre Angelico Savarino

Non si tratta certamente di ignoranza per gli

avvenimenti che prefigurano la fine del

mondo. Infatti tre elementi sono presenti

perché nessuno venga colto di sorpresa: l’ar-

cangelo Michele, i segni della natura e la

presenza di Gesù presso Dio. Il libro di

Daniele ci ricorda che - “sorgerà Michele “il

gran principe, che vigila sui figli del tuo

popolo”. E il segno del fico: “dalla pianta di

fico imparate la parabola: quando ormai il

suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie,

sapete che l’estate è vicina”. Gesù che inter-

cede per santificarci. Sono tre realtà che

richiedono attenzione, ciò vuol dire che non

bisogna prendere alla leggera gli avvenimen-

ti, ma osservarli ed accorgercene. La sensibi-

lità non deve essere soltanto verso ciò che si

vede e si tocca, ma anche verso ciò che non

si vede e non si tocca. La vigilanza di Miche-

le sui figli del popolo di Dio è strettamente

sicura e certa. Si tratta di percepirne la pre-

senza vivendo intensamente una vita spiri-

tuale ed una vita di unione con Dio. Questa

vigilanza deve costituire un motivo di speran-

za per il fatto finale che è la risurrezione. In

un mondo di distruzione e di angoscia la cer-

tezza della risurrezione è la speranza che

questo mondo finisce per entrare nel mondo

nuovo dove “coloro che hanno indotto molti

alla giustizia risplenderanno come le stelle

per sempre”. La natura con i suoi ritmi è

l’altro vigilante che ci assicura la presenza di

Dio: “così anche voi: quando vedrete acca-

dere queste cose, sappiate che egli è vicino, è

alle porte”. La sicurezza viene anche dalla

parola di Gesù: “il cielo e la terra passeran-

no, ma le mie parole non passeranno”. Non

solo la sua parola, ma lui stesso, che assiso

per sempre alla destra di Dio, rende perfetti

per sempre quelli che vengono santificati.

Praticare la giustizia e l’amore è ciò che san-

tifica.

Leone Calambrogio

Riflessioni sul Vangelo

XXXIII DOM T.O. / B - Dn 12,1-3; Sal 15/16,5.8-11; Ebr 10,11-14.18; Mc 13,24-32

La grande colletta che stanno preparandoper i poveri di Gerusalemme non evita isospetti o le insinuazioni. È contento che inTito, da lui invitato, trovino la stessa solle-citudine che è nel suo cuore. A questa col-letta egli si dedica per la gloria del Signoree per dimostrare anche l’impulso del suocuore. A Tito vengono affiancati anche due

fratelli incaricati dalle chiese, uno dei qualiè “lodato a motivo del vangelo”. Con que-sto affiancamento, afferma Paolo, “intendia-mo evitare che qualcuno possa biasimarciper questa abbondanza che viene ammini-strata”. La preoccupazione di Paolo è quelladi “comportarci bene non soltanto davanti alSignore, ma anche davanti agli uomini,

mentre Tito è suo collaboratore e compagnopresso di loro, gli altri fratelli sono delegatidalle chiese e a gloria di Cristo, esorta,quindi, i Corinti “a dare prova del loro amo-re e della legittimità del suo vanto nei loroconfronti”.

L.C.

San Paolo in briciole

… COLORO CHE AVRANNO

INDOTTO MOLTI ALLA GIUSTIZIA …

…Alla quale ci dedichiamoper la gloria del Signore… 2 Cor 8,16-24

Quella Morte rivela il Cuore di Dio

Il sacerdote sente la responsabilità del dono e del mistero di cui è investito a servizio degli uomini

Prospettive - 18 novembre 201210

DIOCESI

Il Rotary “Paternò Alto

Simeto” (presidente Giu-

seppe Testaj), in interclub con “Aci-

reale” (presidente Aldo Grassi), “Aet-

na Nord Ovest Bronte” (presidente

Carlotta Reitano) e “Randazzo Valle

dell’Alcantara” (presidente Cettina

Lazzaro), ha affrontato con pragmati-

smo le circostanze nelle quali solida-

rietà, spirito di accoglienza, profes-

sionalità e competenza debbono con-

correre ad assicurare i diritti umani

fondamentali sul nostro territorio nel

meeting “Integrità e integrazione:

aspetti sanitari e risvolti sociali delle

migrazioni”. Relazione di base del

dott. Mauro Sapienza, direttore del-

l’U.O. complessa malattie infettive

dell’ospedale “Carlo Basilotta” di

Nicosia, che, per gli aspetti sanitari,

ha spiegato “non bisogna attendere

che l’immigrato si ammali perché il

servizio sanitario si accorga della sua

esistenza. Nei centri di accoglienza,

prima doverosa pratica sanitaria

generica, si fanno accertamenti anche

approfonditi grazie ai quali si ottiene

lo specifico identikit sanitario del

soggetto; così si scopre se ha portato

con sé virus e patologie endemiche

dei Paesi di provenienza o di transito.

L’idea che gli immigrati portino

malattie è sciovinista, sbagliata e

scorretta: è possibile, ma può succe-

dere esattamente il contrario; batteri e

virus hanno comportamenti e memo-

rie non lineari ben noti agli operatori

sanitari, si istallano dove non trovano

barriere e anticorpi; si deve quindi

praticare la profilassi pre e post anche

nei casi di accompagnamento alla

frontiera. L’avvio agli accertamenti

può non venire accettato e compreso

dall’immigrato, che talora lo percepi-

sce come abuso, intrusione e viola-

zione della persona, ma grazie all’im-

piego di mediatori culturali integrati

in ambito infettivologico adottando il

codice STP (Stranieri Temporanea-

mente Presenti) che consente di

avviare gli accertamenti sanitari da

subito, senza l’obbligo di segnalare

alle polizie le condizioni di lavoro del

servizio sanitario dedicato ai migran-

ti sono migliorate notevolmente”. Il

protocollo “le buone prassi” definito

a Catania e apprezzato dall’allora

ministro dell’Interno Roberto Maro-

ni, applicato con consenso nei Cara

(centri di accoglienza per richiedenti

asilo) di Mineo e Lampedusa, è stato

l’argomento centrale della relazione

della Dott. Denise Zaksongo, vicedi-

rettore del Cara di Mineo, delegata

del Governo Italiano per i flussi

migratori sul territorio nazionale,

“nella nostra esperienza si conferma

l’importanza della figura del media-

tore linguistico e culturale, preferi-

bilmente di nazionalità straniera, la

cui opera rende tutto più facile anche

in funzione del percorso di cittadi-

nanza che è negli auspici di tutti”.

Purtroppo per queste nuove figure

professionali, abbastanza presenti

sul territorio, non vi sono fondi suf-

ficienti per coprire l’effettiva esigen-

za. A tal proposito l’italo-venezuela-

na Saurina Gomez ha fatto conosce-

re la “banca dei mediatori culturali”

già operativa nella Sicilia orientale

con quattordici sportelli. Nel suo

breve intervento di saluto, il presi-

dente dimissionario della Provincia

di Catania, on. Giuseppe Castiglio-

ne, ha sottolineato “Mineo è una

realtà positiva di livello europeo; gli

standard di efficienza esplicati in

esso fanno dire che si è superata la

logica dell’emergenza e si è stabilito

un buon rapporto col territorio, in

particolare con le strutture sanitarie

e ospedaliere. Per comprendere l’im-

portanza e il valore di quanto si sta

facendo dalle nostre parti bastano

alcune proiezioni demografiche: in

Europa tra qualche decennio il

numero di cittadini passerà da 800

milioni a 700; nello stesso periodo le

popolazioni africane passeranno da

un miliardo e cento milioni a due

miliardi”. Non sono proiezioni scon-

volgenti o allarmanti, non dobbiamo

prepararci all’invasione. L’Europa

delle democrazie mature deve pro-

muovere politiche e iniziative di

sostegno al miglioramento delle

condizioni strutturali, infrastruttura-

li, sociali e politiche deficitarie di

vaste regioni del pianeta, a partire

dal continente africano per la sua

vicinanza e per le sue caratteristiche:

le migrazioni sono la storia del mon-

do, non si possono arrestare, l’impe-

gno di missioni e ong con finalità

sociosanitarie e di istruzione-forma-

zione punta a far sì che le migrazio-

ni scaturiscano da scelte ragionate

piuttosto che dalla disperazione e

dalla fuga dalle guerre, dai genocidi

e dalle malattie. Anche su questo

fronte la mediazione culturale ha un

ruolo da giocare. In chiusura di sera-

ta la presidente Lazzaro ha dichiara-

to “è bello sentire i migranti dichia-

rare il loro entusiasmo e la speranza

di radicarsi da noi; un fatto partico-

larmente importante in questo

momento storico”.

Carlo Majorana Gravina

Prospettive - 18 novembre 2012

eventi

11

Le conseguenze dell’egoismoIn una Sarajevo drammatica viaggio a ritroso tra violenze guerra e amore umano

Assicurare i diritti umani fondamentali e la tutela della salute dei migranti

La diaconia dell’accoglienza

Tratto da libro di Marga-

ret Mazzantini dal gusto

forte e travolgente, non si può restare

indifferenti, a sottrarsi all’emozione

davanti alla tradizione e trasposizione

cinematografica firmata dal regista

Sergio Castellito, marito dell’autrice.

Trama complicata, e piena di sorprese

con tratti di storia di una guerra dei

Paesi balcanici, servita al potere dei

forti e alle multinazionali, che ha ster-

minato la gente debole, illusa di otte-

nere la propria autodeterminazione e

salvare il proprio Stato. La storia

viaggia su tre tempi: 1° 1984 olimpia-

di invernali - la studentessa Gemma,

interpretata da Penelope Cruz, si reca

per la prima volta a Sarajevo per svol-

gere una tesi di laurea su un poeta

bosniaco e lì conosce l’esuberante

Gojko che le fa da guida, e la introdu-

ce tra i suoi amici artisti dove incon-

tra Diego, fotografo americano e

nasce l’amore subito. 2° tempo 1992 -

la coppia interrompe la felicità bohe-

mienne romana per soccorrere gli

amici assediati dalle bombe. Il terzo

poco meno di vent’anni dopo,

quando Gemma chiamata da Goj-

ko, per l’allestimento di una

mostra delle fotografie di Diego

ritorna a Sarajevo, ingrigita fisica-

mente ma anche interiormente “la

bella donna italiana” così battezza-

ta da Gojko, ma questa volta la

donna in compagnia del figlio Pie-

tro e lascia a casa il marito ufficia-

le dei carabinieri. In questi due

tempi è accaduto molto, il fil rou-

ge è il figlio e la sterilità di Gem-

ma, ma prima di conoscere la veri-

tà tutto ci conduce nell’inferno

della guerra di Sarajevo, in quella

maledetta primavera del 1992, una

stagione piena di speranze, ma

anche di delusioni. Una verità

atroce attende Gemma, che la

costringe ad affrontare la profon-

dità della sua perdita, il vero orrore

della guerra e il potere di redenzione

dell’amore. Si intrecciano i piani spa-

zio-temporali in diverse direzioni. Un

impianto sociale, economico e affetti-

vo drammatico come il “Dottor Ziva-

go”. Per chi conosce il libro c’è qual-

che differenza tra il piano del raccon-

to e la realtà sostanziale del film: c’è

l’enfasi del personaggio ridondante

Gojko (interpretato da Adnan Hasko-

vic), peraltro efficace, ma c’è l’ameri-

canata esteriore di Diego (Emile

Hirsch) che va verso un’esaltazione

esagerata. Una Penelope Cruz,

mutevole lunatica sensibilissima

che regge il personaggio, l’attrice

non è per niente trasformata dal

divismo holliwoodiano. Molto vero

il personaggio di “Pietro” Castellito

figlio di Margaret e Sergio, trascina-

to a Sarajevo dalla madre, mentre il

ragazzo rimpiange le vacanze in

Sardegna poiché cresciuto in una

vita comoda e protettiva. Sergio

Castellito riserva per lui una piccola

parte, simbolo di rifugio per la don-

na e il bambino, piovuto dalla trage-

dia; il risultato è una prospettiva che

intriga e prende il pubblico. Intriso

di amarezza, ci conduce a riflettere

sul perfido egoismo dell’età adulta.

Il cast di supporto artistico è pieno

di pathos. Un film che nella dispera-

zione racconta l’amore e l’umanità,

ma alla luce di una presa di coscienza

che deve spingerci a pensare che non

si corre per il potere e la guerra, ma

per vivere tutti insieme; noi andiamo,

i veri eroi sono quelli che restano,

stanno sul campo ogni giorno a lotta-

re. L’intenso amore tra Diego e Gem-

ma non era abbastanza per colmare

l’impossibilità di Gemma a concepire

figli. Nella Sarajevo devastata i due

trovano Aska (interpretata da Jane

Birkin) una possibile surrogata, che

viene colpita dalla violenza della

guerra e degli uomini-bestie. Scene in

cui campeggiano tele colorate, cam-

pagne infuocate, case distrutte e un

mare azzurro che inghiotte la vista ma

l’attrice Cruz si mette in gioco a tutto

tondo passando dal drammatico al

brillante, al contemporaneo riportan-

do in scena la vita nelle multi-facce.

Lella Battiato

Non verranno meno iservizi sanitari all’O-

spedale di Biancavilla. Anzi, ilPronto Soccorso e il reparto diMedicina saranno potenziati, gra-zie ad una rimodulazione del per-sonale. È quanto emerso dall’in-contro tra il sindaco Pippo Glorio-so e il direttore sanitario SalvoCalì, svoltosi, nei giorni scorsi, alPalazzo comunale. La notizia piùimportante è senz’altro quellarelativa alla paventata chiusura

delle sale operatorie di Chirurgia,con il conseguente spostamentodegli interventi presso l’Ospedaledi Paternò.“A Biancavilla la Chirurgia nonchiuderà – ha assicurato il dottorCalì – continueranno ad effettuar-si gli interventi chirurgici cosìcome avvenuto in passato, inter-venti che rappresentano, peraltro,la stragrande maggioranza delleoperazioni effettuate in questianni nel presidio ospedaliero. Per

Biancavilla non cambierà nulla –ha aggiunto il direttore sanitario –abbiamo rimodulato il personaleche andrà a potenziare altri repar-ti”.L’incontro era stato richiesto dalsindaco Glorioso per scongiurareil depotenziamento dell’ospedale“Maria SS. Addolorata”. “Sono soddisfatto dell’incontrocon il dottor Calì – ha sottolineatoGlorioso – abbiamo fatto chiarez-za su una vicenda che ha destato

preoccupazione fra i cittadini che,adesso, possono sentirsi tutelatiperché non solo le operazioni chi-rurgiche continueranno a svolger-si nel nostro Ospedale come sem-pre, ma anche perché nei prossimimesi l’Ospedale verrà ampliatocon il nuovo padiglione che per-metterà un’organizzazione ancorapiù ampia dei servizi sanitari”.

Ufficio Stampa

Vincenzo Ventura

Incontro Sindaco-Direttore Sanitario: la Chirurgia rimane all’Ospedale di Biancavilla

Reparti potenziati per tutelari i cittadini