9. Classificazione delle aziende L’azienda di erogazione
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9. Classificazione delle aziendeL’azienda di erogazione
Ragioneria Generale ed Applicata – Sede di Fano
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Pur esercitando tutte attività di acquisizione, produzione, uso di beni economici, per la soddisfazione dei bisogni umani, le aziende possono avere oggetti specifici differenti
classi
sottoclassi
Gli elementi di differenziazione delle varie classi di aziende
Le tre classi di aziende sono accomunate dal fine generale= soddisfare i bisogni umani, ma si differenziano per le finalità immediate e per la struttura caratteristica.
La STRUTTURA DELLE AZIENDE è composta dadiversi elementi tra i quali si instaurano complesse edinamiche relazioni di interdipendenza:•Assetto istituzionale•Combinazioni economiche•Patrimonio•Organismo personale•Assetto organizzativo•Assetto tecnico
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Classificazione delle aziende rispetto al fine
Aziende di produzione
Aziende dierogazione
Aziendecomposte
Enti non profit
Perseguono la realizzazione del profitto attraverso il soddisfacimento dei bisogni umani
Perseguono il soddisfacimento dei bisogni umani attraverso reperimento/impiego delle risorse necessarie, senza scopo di lucro
Perseguono allo stesso tempo sia l’obiettivo di soddisfare i bisogni umani che quello di perseguire un utile
DIRETTA
INDIRETTA
Operano in settori che non ricadono nell’interesse dello Stato e delle aziende di produzionePerseguono il soddisfacimento dei bisogni di soggetti umani esterni all’ente, senza scopo di lucro
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Classificazione delle aziende rispetto all’attività svolta
SETTORE PRIMARIO
SETTORE SECONDARIO
SETTORE TERZIARIO
SETTORE TERZIARIOAVANZATO
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Classificazione delle aziende rispetto al luogo/articolazione strutturale
DIVISE
INDIVISE
Classificazione delle aziende rispetto alle dimensioni
PICCOLE
MEDIE
GRANDI
criteri quantitativi(n. dipendenti, fatturato, capitaleinvestito) e/o criteri qualitativi
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Classificazione delle aziende rispetto al soggetto aziendaleche le governa
INDIVIDUALI
COLLETTIVE
SOCIETÀ
Di persone Di capitali Cooperative
Soc. semplice
S.r.l. Mutualità prevalente
S.n.c. S.p.a Mutualità sussidiaria
S.a.s S.a.p.a
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CLASSIFICAZIONE DELLE AZIENDE
CRITERIO DI CLASSIFICAZIONE TIPOLOGIEAZIENDALI
FINE produzione erogazione composte
ATTIVITA’ primario secondario
LUOGO divise indivise
DIMESIONE piccole medie grandi
SOGGETTI CHE LA GOVERNANO individuali Collettive(società)
Di persone
Di capitali
Cooperative
in sisntesi
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Approfondimento: Le piccole imprese nel contesto nazionale
Specializzazione nei settori leggeri, meno capital intensive
Natura prevalentemente familiare (modello a proprietà chiusa)
Capacità di tenuta anche nei periodi recessivi e resistenza nel tempo
Ragioni del successo da ricercare nel modello distrettuale: “capitalismoreticolare” fondato sull’integrazione produttiva, sociale, culturale Tendenza a sviluppare il legame con altre PI, più che la dimensione
Creazione di “gruppi” e “distretti industriali” per condividere competenze
Distretti come bacino di competenze distintive e luogo di relazioni sociali
Necessità di una razionalizzazione della struttura imprenditoriale italiana: di fronte alla forte concorrenza internazionale i distretti possono continuare a rappresentare un vantaggio competitivo se utilizzati come alternativa alla produzione di massa (soddisfazione di bisogni personalizzati) e se le imprese diventano più “grandi” e strutturate.
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IL FINE DELLE AZIENDE DI EROGAZIONE
NO MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO (differenza tra proventi e spese) SI REALIZZAZIONE DEI FINI ISTITUZIONALI (accrescere le risorse, accrescere i beni e i servizi messi a disposizione dei soggetti interessati)
MA SEMPRE OPERANDO IN CONDIZIONI DI: EQUILIBRIO (PROVENTI = SPESE) EFFICIENZA (BASSI ONERI UNITARI/ALTI RENDIMENTI)
L’AZIENDA DI EROGAZIONE
Sistema socio-economico che produce beni/servizi per soddisfare i bisogni di:- persone all’interno dell’azienda o che vi fanno capo (aziende di consumo: associazioni culturali, sportive, ecc.)- persone esterne (beneficiari) nell’interesse dei quali l’azienda è stata istituita ed opera (aziende di erogazione in senso stretto: enti morali di assistenza, beneficenza, di ricerca, ..)
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CICLO OPERATIVO procedimento di PRODUZIONE procedimento di EROGAZIONE / CONSUMO
CICLO FINANZIARIO ENTRATE derivanti da:- persone interne- persone esterne- patrimonio- una combinazione delle precedenti USCITE
- Per attivare i processi produttivi
CICLO ECONOMICO RENDITE / PROVENTI SPESE / ONERI
I CICLI DI ATTIVITA’ DELLE AZIENDE DI EROGAZIONE
Equilibrio economico: Pr = SpAvanzo economico: Pr > SpDisavanzo economico: Pr < Sp
Pareggio finanziario: E = UAvanzo finanziario: E > UDisavanzo finanziario: E < U
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Approfondimento: le imprese pubbliche
Nascita della grande impresa pubblica: costituzione dell’IRI, 1933, ente creato dallo Stato nel periodo fascista per salvare settori industriali strategici Fase di intervento forte dello Stato dell’economia: all’IRI si affiancano ENI, EFIM, ENEL (1962) gruppi di società stabilmente collegate tra loro. Nel 1956 venne creato il ministero delle partecipazioni statali, emblema di una riprogettazione del sistema italiano imperniato sulla figura dell’impresa pubblica, estremo rimedio per difendere un sistema banca-industria molto complesso. Alla base del disegno delle partecipazioni statali non risiede una ideologia nazionalizzatrice, ma l’obiettivo di risanare le imprese per poi riaffidarle ai privati. “Golden age” (1950-1973): negli anni del miracolo economico emerge il ruolo delle imprese pubbliche per la modernizzazione dello stato italiano L’attività di salvataggio delle imprese private è durata più del previsto, senza raggiungere in pieno gli scopi. Vanno riconosciuti meriti (investimento in settori rischiosi, riduzione dello scarto tra Nord e Sud) e colpe (sforzi costosi e ritorni ridotti).
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.Negli anni 70 si assiste alla crisi delle grandi imprese, alcune delle quali riuscirono a sopravvivere solo grazie all’aiuto pubblico. L’ostinata difesa di certe realtà economiche rispondeva al disegno di creare nel nostro territorio una lista di “campioni nazionali” (meccanica-Ansaldo, automobile-Fiat, chimica-Montedison). Mentre le grandi imprese pubbliche palesavano tutta la debolezza della loro crescita artificiosa le piccole imprese dimostrarono di saper rivestire un ruolo di forza trainante per l’economia italiana, concentrandosi in settori tradizionali ad alta intensità di lavoro, facendo della flessibilità un fattore di successo (sistemi a specializzazione flessibile). Negli anni 80 il governo avviò le prime politiche di riordino, ponendosi come obiettivo il sostegno delle grandi imprese, destinatarie di non poche agevolazioni. Il decennio è anche contraddistinti dall’esplosione del terziario. Gli anni 90 sono segnati dai notevoli processi di privatizzazione del patrimonio pubblico sia industriale che bancario: molti enti pubblici vennero trasformati in società per azioni, affidandone la proprietà al ministero del Tesoro (L. 474/92); alcune imprese vennero cedute in più tranches: Imi, Ina, Eni, Telecom, Autostrade, Banca Nazionale del Lavoro, ponendo fine alla triste vicenda dell’Iri, struttura polisettoriale allargatasi con un tale grado di diversificazione da renderne impossibili la gestione e l’organizzazione, soppressa il 31 dicembre 2003 trasferendo le poche società ancora conservate sotto il controllo pubblico direttamente al Ministero Tesoro (53% di Alitalia) o a società possedute dal Ministero Tesoro (il 99,5% della RAI è posseduta dalla RAI Holding, di proprietà del Ministero del Tesoro).
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L’accelerazione nel processo di dismissione delle partecipazioni statali trova la sua principale giustificazione nelle pressioni esercitate a livello europeo. Al 1° settembre 2004, il Ministero dell’Economia e del Tesoro possiede una partecipazione totalitaria nell’Anas Spa, nelle Ferrovie dello Stato, nella Rai Holding; quella nella Cassa depositi e prestiti è scesa al 70% (ceduto il 30% a 65 Fondazioni bancarie. Partecipazioni importanti sono inoltre possedute in Alitalia Spa (62,33%), in Poste Italiane (65%), in Enel (50,63%), in Finmeccanica Spa (32,30%), in Eni Spa (20,32%). Esistono poi partecipazioni “simboliche” in Seat Spa (0,1%) e in Telecom Italia Spa (0,1%). Accuse mosse allo Stato: aver mancato di un respiro strategico e aver seguito una logica di salvataggio a tutti i costi, con politiche di rilancio limitate ad una distribuzione “a pioggia” di finanziamenti agevolati e di contributi a fondo perduto, favorendo, con comportamenti “collusivi”, la permanenza di grandi imprese in condizioni di inefficienza; conduzione disorganica nella fase della ristrutturazione delle imprese divenute pubbliche, e della successiva fase della loro dismissione, mirante a renderle di nuovo ai privati; le mal gestite privatizzazioni hanno indebolito il sistema economico nazionale, trasformando oligopoli pubblici in oligopoli privati. E’ tuttavia impensabile una totale privatizzazione dell’economia; selezionate le imprese da mantenere sotto il controllo pubblico e definita la missione strategica, gli sforzi dovrebbero essere volti a inserire nell’organizzazione meccanismi di mercato, in modo che la deburocratizzazione restituisca la flessibilità organizzativa e gestionale necessaria alle imprese per essere longeve e competitive.
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Azienda pubblica
Finalità generali dell’istituto azienda pubblica (dallo Stato allesue articolazioni in istituti pubblici territoriali) = bene comune, progresso sociale e spirituale dei suoi membri
Finalità economiche immediate = appagamento dei bisogni pubblici delle persone pertinenti alla collettività politica territoriale mediante la produzione di beni e (soprattutto) di servizi pubblici e mediante il consumo degli stessi (aziende composte pubbliche)+ soddisfazione interessi economici non istituzionali (es. dei fornitori)
Caratteri fondamentali = la produzione e il consumo non è il mezzo ma il fine; non si configurano conferenti di capitale proprio assimilabili a quelli delle imprese
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Azienda familiare
Finalità generali dell’istituto famiglia = di ordine sociale, etico ereligioso – genera, alleva, educa e assiste le persone
Finalità economiche immediate = appagamento dei bisogni dellepersone che la compongono (interessi economici istituzionali)+ soddisfacimento di attese economiche di persone e società nonmembri dell’istituto (interessi economici non istituzionali)
Caratteri fondamentali = svolgimento di processi di consumo e digestione patrimoniale (redditi di lavoro e di gestione del patrimonio,consumi, investimenti, negoziazioni di credito e di rischi particolari)
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Testi/Parti del Programma di riferimento
1) M. Paoloni, P. Paoloni, Introduzione ed orientamento allo studio delleAziende, Giappichelli, To, 2009, Cap. 3.2) P. Paoloni (a cura di), Introduzione alla contabilità generale e al
bilancio di esercizio, Cedam, Padova, 1997, Cap. 1 p. 9-17.