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Concorso internazionale di progettazione organizzato dal Comitato Valdo Fusi Büro Kiefer, Kengo Kuma, Topotek1 per Torino

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allegato a Casabella numero 749 novembre 2006n. 11/2006

direttore responsabile Roberto Briglia

n.11, poste italiane spasped. a.p., D.L. 353/03 art. 1, comma 1, dcb verona

editor Francesco Dal Co

Arnoldo Mondadori Editore20090 Segrate, Milano

Casabellarivista internazionale di architetturavia D. Trentacoste 7, 20134 Milanotel 02 215631fax 02 21563260

stampato daMondadori Printing spavia Bianca di Savoia 12, Milanonel mese di ottobre 2006

copyright© 2006 Arnoldo Mondadori Editore

Tutti i diritti di proprietà letteraria e artistica riservati.Manoscritti e foto anche se non pubblicati non si restituiscono.

3 Volontariato urbanistico: una procedura ineditaTesto di Elena Caffarena, Emanuele Chieli, Mario Comba, Carlo Ratti, Edoardo Riccio

4 Stato di fattoFoto di Gabriele Basilico e Pino dell’Aquila

6 Progetto Büro Kiefer

10 Progetto Kengo Kuma

14 Progetto Topotek1

18 Un nuovo iter concorsuale

20 Estratto dal bando

Comitato Valdo Fusi

FondatoriElena CaffarenaEmanuele ChieliMario CombaCarlo RattiEdoardo Riccio

SostenitoriAndrea AgnelliFrancesca Albesano CassineAldo AllaraPiercarlo AndreolettiMarco AndreolettiLuca AntonettoElena ApollonioAndrea AroasioMaurizio AssaltoMarco AssettoGiuseppe AstoreAlessia BadinoEugenio BarcellonaGabriele BasilicoPier Luigi BassignanaCesare BastianiniAlessandro BattaglinoMario BaudinoMimosa Beck PeccozMassimo BellisaiCarmen BelloniLudovico BenazzoBernardo BertoldiSusanna BertoliEnrico BettiniPiero BianucciGiovanni Maria Biffi GentiliLuca BilanciniLuigi BobbioAndrea BoccaCarlo Boccazzi VarottoFilippo BolaffiLucas BonaGiuseppe BonazziGiuseppe BoninoAndrea BorelloCarola BottoAlessandro BoriniFederico BrajaFrancesco BraydaGiovanni BrinoMonica BurzioMaddalena BurzioMario BussoAnna Caissotti di ChiusanoBenedetto CameranaSandro CalderiniClaudia CandeliFabio CandeliDaniela CanensiCristiana CanonicoSara CaprinoPiercesare CarcheriSofia CarioggiaAlberto CarpanetoNicoletta CasiraghiCarlotta CassinePier Giovanni CastagnoliLaura CastellaniPaolo CattaneoRoberto Cavallo PerinDaniele CericolaAlvise ChevallardRiccardo ChiabergeElisabetta ChiccoGiovanni ChieliFilippo ChieliAndrea ChiusanoAscanio CibrarioLuciana CicuttiniFrancesca CilluffoBeatrice ColleoniJoe ColombanoPier Andrea ComoglioEnrico ConfienzaMaria CoppiFranco CorsicoRuggero Cosentino di RondèMarida CravettoBarbara CravettoGiulio CrosettoAnnibale CrosignaniCarlo DaneoDonatella D’AngeloClaudia de BenedettiSimona de MarchiGiuseppina de SantisFederico Della ChiesaSergio DellavecchiaEmilio DiscacciatiAlberto DoniniAngelo d’OrsiDeborah DriussiIlaria Duprè

Franco DuprèJohn ElkannGiorgio EmprinLorenzo FazioMarco Giovanni FerrariErnesto FerreroPaolo Edoardo Fiora di CentocrociDonato FirraoAlessandro ForteGiovanni FrancavillaDaniela Franzo VailatiPaolo FrasciscoAnna FrisaAngelica FrisaMaridè FulginitiLuigi FusiMarta FusiUmberto GalloDamiano GardimanRenato GardinoMargherita GarisLuigi GarosciPiero GastaldoLuigi Alberto GaudeElena GaudinoLorenzo GermakPatrizia GhiazzaGemma GiacosaMatteo GianniFrancesca GiorcelliAlberto GiordanoMaria Luisa GiordanoRenzo GiubergiaVanna GiubergiaPaola GiubergiaRoberto GnaviClaudio GorlierPiergiorgio GrassoAlessandro GrellaVittorio Gromis di TranaGiovanna Guidetti RossiGiorgio GuadagnoCarlo IervolinoRodolfo Incisa della RocchettaEmanuele Incisa della RocchettaFabio IsaiaPeter JaegerLorenzo Jona CelesiaMicaela KustermannTommaso LambertFilippo LambertElisa LanzaFrancesco LanzettiJustin LeeAlessandro LenottiGiuseppe LignanaAntonello LoiMarco LombardiLaura LongoLivia LusanaAlessandro MacchiNicoletta Marchiandi QuatraroAlberto MarengoGianluigi MarinoMarziano MarzanoLuigi Mazza MidianaGuido MeakGiovanni MedaSara MerlinoFederica MerloMaria Elvira MichelottiAndrea MigliettaStefano MilanesioLuca MilanettoIrzio MonterminiAnna Mortarino Majno di CapriglioTom MuirheadMarco MunnaGiulia MuraAlberto MusyAlberto NasiEnrica NasiAnna Nicolis di RobilantGian Mario OrtaldaGian Piero PagellaGiulio PagellaElisabetta Palici di SuniGabriele Papadia de BottiniLaura ParmentolaPaola ParmentolaMargherita Passerin d’EntrèvesEmanuele Passerin d’EntrèvesCarlo Patetta RottaFerrante Paveri FontanaPaolo PejroneEnrico PellegriniAlessandro Peretti GrivaAlexandra Pesce de FeoGiuseppe PeyronPaola PisanoCecilia PisottiDavide PizzaDavide PlavanAnna Maria Poggi

Mimmo PolzellaAldo PonzettiGaetano PoppaFrancesco ProfumoGiovanni PronRoberto QuagliaGian Piero QuaglinoDanilo RagonaFrancesco RaseroAlberto RecchiClaudia RecchiFilippo Reviglio della VeneriaFrancesco Reviglio della VeneriaMaria Teresa RiccardiFederico RiccioOreste RiccioEmanuela RiccioWalter RicciottiMargherita RignonAlessandro RiscossaMatteo RobiglioEdi Rodriguez PeranchoCristina RolleGiorgio RosentalEmanuele RossettiNiccolò Rossi di MonteleraFranco RossoPiero RuspiniMarco RuspiniGianluca SabenaDaniele SalarisBarbara SalinaPierre Sallier de la TourMassimo L. SalvadoriPatrizia Sandretto Re RebaudengoGiovanni SangiorgioAristide SaniniAngelo SantoroClaudio SartoriIacopo SassiLuca SavarinoAlessandro ScanavinoGiorgio SciancaFilippo ScognamiglioAriel Segre AmarFilippo SertorioLuca SettineriVittorio SgarbiAlberto SinigagliaLaura SivieroAlice SpalatroEva Sportoletti BaduelGiulia TapparoMarco ToledoMarco TomaselloGiovanni TorrettaOliviero ToscaniValentina TosoLuca TrabuccoMarco TravaglioMaurizio TraversiMaurizio Turinetti di PrieroVittorio Turinetti di PrieroFederico VailatiMarco ValerioElena ValvassoriGary Van ZantePaola VanettiFiorella VarvelloGianni VattimoGianluca Verdun di CantognoRenato VergaPaolo VerriSaverio VertoneUmberto VianoEmilio VoliUmberto Zanon di ValgiurataRodolfo ZichGiovanna Zincone

Si ringraziano inoltre Pino dell’AquilaGabriele BasilicoLuigi BobbioFrancesco BraydaCompagnia di San PaoloFranco CorsicoPierre-Alain CrosetErselFondazione AtriumFondazione Sandretto Re RebaudengoFondazione Torino InternazionaleGelateria GROMHotel VittoriaChiara MorandiniWalter NicolinoPaolo PejroneAndrea PininfarinaMatteo RobiglioIacopo SassiAlice SpalatroRistorante Tre GallineStudio Vittorio NeirottiMirko Zardini

Concorso internazionale di progettazione organizzato dal Comitato Valdo Fusi Büro Kiefer, Kengo Kuma, Topotek1 per Torino

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Supplemento a cura del Comitato Valdo Fusi con la collaborazione di Francesco Brayda

Pubblicazione con il contributo della

Mostra dei progetti con il contributo di

comitato valdo fusi

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D’accordo, non siamo a livello delle grandi campagne di fund-raisingd’ispirazione anglosassone. O dei recenti versamenti miliardari in beneficenzaannunciati da Warren Buffett e Bill Gates. Ma chi ha detto che anche in Italianon sia possibile chiamare a raccolta con successo soggetti privati per lanciareiniziative di interesse pubblico? Che non sia possibile mettere insieme le forzedella cosiddetta società civile per contribuire alle scelte urbanistiche di un città?Il caso di Piazzale Valdo Fusi, a Torino, sembrava esemplare per lanciareun’iniziativa di questo genere. Un sito al centro del dibattito architettonicocittadino per oltre cinquant’anni, da quando l’isolato preesistente venne raso alsuolo durante i bombardamenti bellici e su cui si cimentarono moltissimiarchitetti (non ultimo Alvar Aalto). Un progetto ultimato nel 2004 che suscitòdiscussioni incandescenti - con il Sindaco Chiamparino che rifiutò di partecipareall’inaugurazione e centinaia di cittadini che si sentirono in dovere di scriverespontaneamente ai giornali per esprimere la propria indignazione. Come trasformare una situazione del genere in un’opportunità? Come fareemergere le energie latenti della città - in certi casi nemmeno troppo latenti,soprattutto quando si tratta del proverbiale ‘mugugno’ piemontese - eincanalarle verso qualcosa di positivo?Il Comitato Valdo Fusi è nato per cercare di rispondere a queste domande. Unoscopo immediato: bandire, solo con sponsor privati e grazie ai fondi raccoltimediante una sottoscrizione pubblica, un concorso di progettazione di alto livelloper elaborare delle proposte alternative per la risistemazione superficiale diPiazzale Valdo Fusi e delle aree verdi adiacenti (Piazza Carlina e Aiuola Balbo).Ma, al di là di questo, anche finalità più ambiziose.Innanzitutto cercare di elaborare nuove procedure concorsuali di tipo partecipato,invitando i cittadini a fornire le proprie indicazioni ai progettisti e in seguito aesprimersi sui progetti finalisti insieme a una giuria tecnica, come nel caso diLes Halles a Parigi o del World Trade Center a New York. Tali procedure, studiatein modo da essere compatibili con le normative vigenti in Italia (la cosiddetta legge Merloni) e in Europa sui lavori pubblici, potrebbero poiessere riproposte in futuro dall'amministrazione comunale di Torino o di altrecittà italiane. Il Comitato vorrebbe così contribuire al dibattito sulla qualitàdell'architettura in Italia e sulle strategie che potrebbero incentivarla. Quante volte la fredda burocrazia della legge Merloni è stata messa all’indicequale corresponsabile della scarsa qualità architettonica delle grandi opere nel nostro Paese?Infine, come accennato all’inizio, uno scopo più generale. Cercare di stimolareanche in Italia, attraverso campagne di fund-raising private, iniziative sussidiariee di rilancio rispetto alla gestione ordinaria di una città.Le attività del Comitato si concludono con la pubblicazione di questosupplemento di Casabella e con la presentazione dei progetti di Büro Kiefer,

Kengo Kuma e Topotek1. Il vincitore definitivo sarà scelto a Torino il prossimo 12 ottobre, con una giuria pubblica che terrà conto sia del parere di un gruppo diesperti sia dei giudizi espressi dai cittadini. Il Comitato si scioglierà donando ilprogetto vincitore alla città di Torino, che si è impegnata, col fervido sostegnodel Sindaco Chiamparino e del suo consulente per l’architettura Carlo Olmo, afare il possibile per realizzarlo.Due precisazioni. Tutti e tre i finalisti sono stranieri. Questa situazione non èstata dettata da nessuna presa di posizione ideologica. Non vogliamo entrarenella recente polemica sull’eccessiva presenza di progettisti stranieri in Italia esulla loro frequente vittoria nelle gare per le grandi opere pubbliche. Pur noncondividendo l’impostazione del dibattito, ce ne teniamo fuori, limitandoci arilevare che diversi italiani comparivano nella lista iniziale degli invitati perPiazzale Valdo Fusi, ma che poi non hanno superato le fasi di selezione affidate auna giuria popolare.La seconda precisazione riguarda le modalità seguite per il concorso, chesaranno discusse più estesamente nel seguito. Il Comitato ha adottato unaprocedura ad inviti, estesa in prima battuta a un gruppo di architetti di chiarafama, con alle spalle un brillante curriculum di opere costruite. Non sarebbestato meglio lanciare un concorso aperto a tutti? In linea di principio, sì. Ma le disavventure architettoniche di Piazzale Valdo Fusi negli ultimicinquant’anni non consentivano ulteriori possibilità di errore. Il rischio che unvincitore di buone speranze e di talento, ma alle prime armi, potesse aggiudicarsiil concorso per poi rivelarsi incapace di soddisfare le aspettative della città eratroppo alto. Tuttavia, poiché siamo convinti del fatto che il concorso di progettazione aperto atutti sia in generale uno degli strumenti migliori e comunque l’unico capace difare emergere nuovi talenti e dare una chance anche a chi non sia già affermato,abbiamo chiesto ai finalisti di individuare per la prossima fase dei piccoli tasselliall’interno delle tre piazze: un caffè, un’edicola, alcuni elementi di arredo urbano.L’idea è che per ciascuno di essi venga bandito un mini-concorso aperto aigiovani sotto i trentacinque anni. Nel caso di questi pixel, i rischi sarebberomolto limitati: si tratterebbe di interventi puntiformi e circoscritti, magaristrutture temporanee che potrebbero essere ricostruite dopo uno o più anni (unpo’ come avviene per il Serpentine Pavilion di Londra). Per concludere vorremmo ringraziare tutti coloro che hanno appoggiato il ComitatoValdo Fusi in circa un anno di attività. Innanzitutto coloro che hanno formalizzato lapropria adesione e il proprio sostegno economico, e che sono elencati nella paginaprecedente. Ma anche moltissimi cittadini che hanno contribuito mettendo adisposizione le proprie capacità. Sono loro che, come volontari e tra mille difficoltàorganizzative tipiche delle iniziative popolari, ci hanno permesso di andare avanti edi arrivare con successo alla conclusione di questa iniziativa.

I fondatori del Comitato Valdo FusiElena Caffarena, Emanuele Chieli, Mario Comba, Carlo Ratti, Edoardo Riccio

Volontariato urbanistico: una procedura inedita

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PINO DELL’AQUILA

Gabriele Basilico e Pino dell’Aquila, fotografie dello stato di fatto

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GABRIELE BASILICO

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Büro Kiefer tavole di progettoPiazzale Valdo Fusi, l’Aiuola Balbo, Piazza Carlina e Piazza Cavour presentano caratteristiche eterogenee, ma il

loro impianto risponde a tipologie ben codificate. Sono sistemazioni “classiche” che rientrano in categorie quali il

parco, il giardino, la piazza e la piazza di rappresentanza. Tuttavia queste tipologie si sono progressivamente ibri-

date e smarrite col tempo.

Piazza Carlina

Piazza Carlina, nata come piazza di rappresentanza e ancora oggi carica di storia, ha dovuto adattarsi al numero

crescente di automobili che hanno alterato il suo aspetto. Il rapporto tra superfici orizzontali e verticali deve

essere ripensato e, tramite l’eliminazione dei parcheggi nei controviali, lo spazio urbano deve essere ricucito. In

tal modo l’attuale appropriazione di superfici esterne a scopi commerciali (mercato, ristorante, bar, ecc.) acqui-

sterà spessore, coerenza e qualità. Particolare riguardo deve essere posto all’accentuazione della rotonda in

quanto punto focale e centro della piazza. Il progetto propone di evidenziare la forma storica in modo chiaro e

moderno grazie a un cordolo di cemento bianco a vista e un cerchio interno di siepe di bosso. Ingressi larghi 150 cm

vengono disposti secondo uno schema radiale per consentire la permeabilità dall’esterno, senza interferire con

l’intimità interna. L’illuminazione sottolinea il nuovo cerchio centrale.

Aiuola Balbo

Proponiamo di potenziare l’ingresso accanto alla scuola elementare Nicolò Tommaseo e quello verso Piazzale

Valdo Fusi. Questi passaggi, che non compromettono l’intimità dello spazio verde, consentono di avere un ingres-

so più visibile e di aumentare la sicurezza percepita dai fruitori del giardino, creando maggior chiarezza distributi-

va. I giochi per bambini attualmente presenti non si confanno al ricco potenziale del luogo: pini ad alto fusto sono

lo scenario ideale per la creazione di giochi in legno, lavorati in modo plastico. Le classiche panchine devono

essere ridistribuite e potenziate. Infine l’illuminazione esistente dovrà essere leggermente incrementata in modo

da garantire sicurezza e facilità di orientamento nelle ore notturne.

Piazzale Valdo Fusi

Scopo dell’intervento è migliorare le qualità spaziali di Piazzale Valdo Fusi, limitando gli interventi strutturali al mini-

mo. L’idea progettuale è quella di creare uno spazio piano unico, semplice e flessibile. La nuova superficie di calpe-

stio è una ‘seconda pelle’ che non ricalca le pendenze del progetto originario ma che ne regolarizza i dislivelli. Una

superficie che reagisce e che cambia a seconda delle esigenze e dei tempi. Questa superficie riporta la piazza a livel-

lo della strada, connettendola con le illustri presenze architettoniche che vi si affacciano. Per livellare la piazza sono

previsti grigliati metallici. Questi elementi sono modulari, flessibili e permettono di mantenere inalterata la superficie

del parcheggio esistente. L’intenzione è quella di creare un unico manto a cui vengono sottratte delle superfici in

modo da integrare le funzioni esistenti: l’uscita dal parcheggio interrato, aree destinate a commercio, ecc. La decisio-

ne di quali e quanti inserti introdurre nella struttura a griglia saranno frutto di un processo partecipato tra residenti

interessati e progettisti. Nella proposta sono state ipotizzate gradinate di legno per eventi culturali e un’area multi-

funzionale, leggermente ribassata per eventi sportivi e ricreativi. Il coinvolgimento della cittadinanza nel processo di

realizzazione renderebbe Piazzale Valdo Fusi la “piazza dei torinesi”. I grigliati metallici sono modificabili e adattabili:

possono essere più o meno trasparenti, essere riempiti con diversi tipi di materiali (erba, acciottolato, ecc.) ed essere

asportati temporaneamente per creare aree tematiche (cinema all’aperto, torneo di beach volleyball, ecc.). La loro

maglia deve essere congrua all’uso previsto e offrire una superficie comoda per passeggiare e muoversi. Tramite la

creazione del nuovo impalcato l’edificio centrale scompare trasformandosi in una struttura ipogea coperta da un filo

d’acqua. Gli edifici d’angolo esistenti e le rampe d’accesso al parcheggio sono integrati nello schema generale trami-

te grigliati coperti da piante rampicanti. La vita pubblica riacquista dinamismo e diventa così espressione dei cittadini

che l’hanno plasmata. (Revisione del testo originale a cura di Anna Frisa)

Gabriele Kiefer nasce nel 1960 a Frankenthal(Pfalz), Germania. Studiaarchitettura del paesaggiopresso la TechnischeUniversität di Berlino, dovecontinua la propria attivitàcome ricercatrice tra il 1987 eil 1991. Nel 1989 fonda ilproprio studio professionale aBerlino. Tra i suoi lavori visono l'Allerpark di Wolfsburg,la Piazza della Biosfera diPotsdam, il parco e riservanaturale Adlershof.Ha ricevuto diversiriconoscimenti, tra cui ilPremio Europeo per laprogettazione di spazi pubbliciurbani (Parco Lene Voigt,Reudnitz, Lipsia). Dal 2002 èprofessore ordinario pressol’Istituto di Urbanistica eArchitettura del Paesaggiodella Technische UniversitätCarolo-Wilhelmina aBraunschweig.

Tancredi Capatti nasce nel 1972 a Milano, dovestudia architettura presso illocale Politecnico. Dal 1997 al2001 lavora presso lo StudioBüro Kiefer a Berlino. Nel 1999 fonda, insieme aRiccardo Curcio e AndreaZarbo, lo studio “inesterni”,con sede a Milano e Berlino.Dal 2003 lavora comericercatore presso l’Istituto diUrbanistica e Architettura delPaesaggio della TechnischeUniversität Carolo-Wilhelminaa Braunschweig.

http://www.buero-kiefer.de/büro

kie

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keng

o ku

ma

Kengo Kuma è uno dei principali architettigiapponesi contemporanei.Nato a Kanagawa, Giappone,nel 1954, si è laureatoall’Università di Tokyo nel 1979. Nel 1985 è statoVisiting Scholar presso la Columbia University diNew York, mentre dal 2001 è professore presso la KeioUniversity. Nel 1990 hafondato lo studio KengoKuma e associati. Tra i suoi progetti sisegnalano la nuova sededella Louis Vuitton di Tokyo, il Museo d'Arte dellaprefettura di Nagasaki, lacasa-prototipo della GrandeMuraglia nelle vicinanze di Pechino. Ha ricevutonumerosi riconoscimenti, tracui il Gran Premio dell'Istitutodi Architettura giapponese(2000) e il Premiointernazionale Spirit ofNature - Wood ArchitectureAward per l’uso del legnonella progettazione (2002).Secondo la giuria di quest’ultimo, Kengo Kuma"ha la capacità di combinarecon successo elementitradizionali e nuoviproducendo un’architetturaschiettamente moderna e al tempo stesso rispettosadel contesto in cui si colloca."

http://www.kkaa.co.jp/

Kengo Kuma tavole di progettoIl progetto propone di trasformare le tre piazze - attualmente poco integrate e chiuse in se stesse - in luoghi di

incontro dalla forma organica, accoglienti ed invitanti. Alcune considerazioni preliminari sui problemi da risolvere:

Piazza Carlina è composta da quattro spazi triangolari e da uno circolare, separati tra loro e rispetto alle case da

strade con automobili parcheggiate; tali porzioni della piazza sono essenzialmente inutili, in quanto poco usate. La

vista e i flussi delle persone in Piazzale Valdo Fusi sono ostacolati da due ali sopraelevate e da un edificio centra-

le. La forma simmetrica dell’Aiuola Balbo non è in grado di accogliere tutte le attività umane che potrebbero tro-

varvi posto. Nelle tre piazze l'introduzione di componenti di arredo urbano mobili, e non fissi come quelli attuali,

permetterà un uso flessibile dello spazio per diverse attività. La risistemazione complessiva delle tre piazze potrà

generare nuove dinamiche in città. Allo stato attuale, i pedoni circolano soprattutto lungo via Roma, che collega

la stazione di Porta Nuova a Piazza Castello. Le altre aree di Torino non sono invece molto frequentate. Questo

progetto si propone di eliminare tale anomalia e di creare nuovi percorsi capaci di incanalare i pedoni, torinesi e

turisti di passaggio, verso il Po attraverso Piazza Carlina, Piazzale Valdo Fusi e l’Aiuola Balbo. In tutt’e tre le piazze

viene proposto un uso estensivo del legno: un materiale unico, naturale e riciclabile. La sua produzione, inoltre,

contribuisce a fissare l’anidride carbonica presente nell’atmosfera, con un effetto benefico a livello globale.

Piazza Carlina

Come già sottolineato, in Piazza Carlina il rapporto tra traffico pedonale e veicolare non è ben risolto. In effetti,

pare che molti pedoni abbiano paura di camminare lungo marciapiedi della piazza o di non potersi rilassare a

causa dell’eccessivo traffico. Per questo noi proponiamo una piazza libera e aperta, dalla forma organica. In tal

modo, tra l’altro, verrà migliorato l’accesso ai caffè e al mercato. La riorganizzazione della piazza passerà attra-

verso l’utilizzo del verde. Gli alberi esistenti verranno conservati, mentre nuove piantumazioni permetteranno di

suddividere la piazza in ampie zone aperte, ciascuna con un proprio carattere. I cittadini potranno cosí rilassarsi

nella piazza, fermandosi nei suoi caffè, nelle sue gallerie d’arte e negozi o semplicemente stando seduti sulle

nuove panchine mentre aspettano il tram.

Aiuola Balbo

Per conservare il fascino e le caratteristiche attuali di questa piazza, la fontana e il prato centrali non sono

stati toccati. Sono stati pensati invece degli inserti dalla forma rotonda, che ricordano le onde che si propaga-

no nell’acqua. Essi ospitano spazi di gioco e di relax, caffè, aree libere per eventi diversi e aiuole di fiori.

All’interno di questi spazi, sono previsti dei dischi mobili, fissati a delle viti che li sostengono e che permetto-

no di alzarli ed abbassarli. Questi dischi, normalmente a livello del terreno, possono essere sollevati a varie

altezze a seconda delle attività in corso. Non essendo visibili quando non in uso, non alterano la bellezza pae-

saggistica dell’Aiuola Balbo. D’altro canto, quando vengono sollevati simultaneamente, creano un panorama

radicalmente nuovo che evoca il galleggiare delle foglie di loto. Diversi dischi, realizzati in legno, possono

essere utilizzati come tavoli o sedie.

Piazzale Valdo Fusi

I problemi principali di Piazzale Valdo Fusi nel suo stato attuale sono la separazione dalle strade laterali e l’assen-

za di attività consone alle sue dimensioni. Per questo abbiamo proposto di ripensare completamente l’impalcato

sopra al parcheggio, in modo da collegarlo visivamente alle vie adiacenti e da semplificare i flussi pedonali.

Vengono creati spazi coperti per diverse funzioni, molto illuminati da grandi aperture circolari soprastanti.

L’intervento consentirà di recuperare una visione di insieme dello spazio, che lo stato attuale non consente. Sono

previsti pali verticali con diverse funzioni: alcuni sostengono gli apparecchi di illuminazione (lampioni), altri servo-

no per tendere membrane orizzontali (con funzione di sedili) o verticali per la delimitazione di spazi per le varie

attività. (Testo rivisto e corretto da Anna Frisa)

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topo

tek1

Martin Rhein Cano è nato a Buenos Aires nel 1967. Dopoaver studiato architettura del paesaggioall’Università di Hannover, ha fondato nel1996 lo studio Topotek 1. Recentementeè stato Visiting Professor pressol’Université de Montréal, laAmsterdamse Hogeschool voor deKunstenl’Ecole Supérieure de Paysage deVersailles.

Lorenz Dexler è nato a Darmstadt nel 1968. Dopo averstudiato architettura del paesaggioall’Università di Hannover ha lavoratocon lo studio Topotek 1, di cui è diventatopartner nel 1999.

Topotek1 è uno studio di architettura del paesaggiospecializzato nella progettazione deglispazi pubblici a partire da una letturaattenta dell’ambiente costruito. Tra leopere realizzate il parco post-industiale diEberswalde, il campus dell’UniversitàMartin Luther di Halle, il parco delcastello di Wolfsburg e l’area sportivaHerenschürli a Zurigo. Topotek1 haricevuto diversi riconoscimenti, tra i qualiil Premio tedesco SEB AG per laprogettazione di spazi pubblici urbani(2002) e il premio della Fondazione„Lebendige Stadt“ per gli spazi sportiviinnovativi (2005). Le numerose opererealizzate in Germania e all’esterogarantiscono un’efficace capacità direalizzazione, in accordo con le esigenzedei singoli clienti.

http://www.topotek1.de/

Topotek1 tavole di progettoLo ‘spazio Valdo Fusi’ non è mai stato concepito come piazza. Si tratta piuttosto di un tassello mancante della

città, di un isolato che fu distrutto durante la guerra lasciando un vuoto urbano. Proponiamo quindi di considerar-

lo non come piazza ma piuttosto come parco, un volume verde in grado di bilanciare la maglia di origine rinasci-

mentale e barocca di forte presenza e di grande valore storico e architettonico. Un parco con un classico e impo-

nente carattere naturale, in un contrasto liberatorio rispetto alla predominanza di materiali duri, alla grande den-

sità di Torino e alle aree con pavimentazione in pietra come Piazza Castello e Piazza Carlo Alberto. Il nuovo parco

proposto intende potenziare l’identità di questa parte della città di Torino, completando l’anello costituito dagli

spazi verdi lussureggianti già esistenti: la stessa Piazza Valdo Fusi, Piazza Carlina, l’Aiuola Balbo e Piazza Cavour.

Questo anello potrà svolgere un importante ruolo per la città.

Piazzale Valdo Fusi

Valdo Fusi diventa un parco urbano compatto, integralmente riprogettato. Un nuovo volume verde che si relaziona

coi densi blocchi residenziali circostanti, i quali non hanno la forza di controbilanciare l’attuale piazza aperta. Il

disegno è quello di un parco all’inglese concentrato: un luogo dove passeggiare, riposarsi all’ombra delle piante,

giocare, ecc. Il collegamento visivo con le altre piazze è garantito proprio dal verde. Il parco Valdo Fusi vuole

capovolgere la logica di pieni e vuoti, creatasi dopo la distruzione dell’isolato durante la guerra, tramite l’introdu-

zione di un volume ritagliato ed estrapolato dal suo contesto per essere impiantato in un luogo nuovo. Si tratta di

una trasposizione del paesaggio pastorale in un parco urbano: il prato all’inglese, le colline e i gruppi di alberi si

sviluppano intorno a un sistema ondulato di percorsi che gli conferisce un’impronta contemporanea. In contrasto

con la limpida geometria della città si stabilisce un dialogo tra natura e artificio. Gli attraversamenti e i percorsi

all'interno del parco sono un tema centrale. Un percorso di accesso veloce viene controbilanciato da percorsi

pedonali ondulati ad anello più intimi, dove soffermarsi, riposare e passeggiare con calma all’ombra delle nuove

alberature. I bordi rialzati del parco sono una citazione torinese e vanno a definire il paesaggio ritagliato e qui

concentrato. Sono pensati in maniera tale da potercisi sedere, sfruttando i dislivelli topografici. Incorporano inol-

tre l’illuminazione e altri elementi di arredo urbano, che vengono così meglio integrati nel contesto. Le aperture

per la ventilazione del garage interrato diventano griglie che seguono la topografia del prato all’inglese.

Piazza Carlina

Piazza Carlina ha una struttura classica che non viene modificata, ma riorganizzata. Gli assi principali continuano

ad essere utilizzati per la circolazione carrabile, mentre le strade che confluiscono negli angoli vengono converti-

te in aree pedonali, lasciando aree libere a disposizione per i ristoranti, caffè, per il mercato e per altre attività

cittadine. La richiesta di parcheggi viene soddisfatta comunque dal garage interrato di Piazzale Valdo Fusi.

L'infoltimento dell'area verde centrale serve per sottolineare la connessione visiva con le altre piazze e allo

stesso tempo per equilibrare i vari elementi della piazza. All’interno inoltre si crea una zona pedonale intima ed

invitante.

Giardino Aiuola Balbo

Per il Giardino Aiuola Balbo il progetto non prevede una grande modifica dell’attuale configurazione. Le alberatu-

re sono conservate, mentre il prato e la fontana vengono ridisegnati. La superficie dell’acqua, punteggiata dagli

spruzzi delle fontane, offre un’atmosfera piacevole e rinfrescante durante l’estate e diventa una pista di pattinag-

gio sul ghiaccio durante l’inverno. La piazza può anche ospitare un cinema all’aperto, un concerto o altri spettaco-

li durante l’estate. Il lato nord-ovest può essere utilizzato per collocare uno schermo o un palco. Tramite un’ac-

centuazione discreta ma contemporanea del disegno classico originario si ottiene un parco di loisir di forte pre-

senza. (Testo rivisto e corretto da Anna Frisa)

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Quale procedura seguire per il concorso? Tre punti fermi:

promuovere la partecipazione dei cittadini; avere concorrenti di

alto livello internazionale; rispettare le specificità del sito.

Proprio il dibattito sulle procedure è stato oggetto delle prime

riunioni pubbliche del Comitato. Un gruppo di lavoro interno,

composto da Luigi Bobbio, Franco Corsico e Matteo Robiglio,

ha redatto una bozza di programma, di cui seguono alcuni

stralci:

“Come si decide una architettura in pubblico; contributo per il

processo di ridisegno degli spazi pubblici del Borgo Nuovo.

Il dibattito sulla qualità architettonica della sistemazione

esterna del parcheggio di Piazzale Valdo Fusi a Torino ha

portato alla luce un nodo fondamentale della costruzione della

città contemporanea: come si costruisce il consenso del

pubblico su un’opera pubblica? Questo è il vero elemento di

novità, attraverso il quale Torino potrebbe offrire, a partire da

un caso solo apparentemente minore, un contributo utile su un

tema che emerge con sempre maggiore forza nelle città

occidentali (a Parigi come a New York).

La città contemporanea è intrinsecamente pluralista. Esigenze,

desideri, bisogni e gusti sono diversi, in molti casi opposti.

Appartengono alla sfera degli individui e dei gruppi, ognuno

dei quali proietta le proprie attese e volontà sul proprio spazio

di vita. Lo spazio privato può essere caratterizzato da ognuno in

indipendenza ed autonomia. Lo spazio pubblico della città è

invece il punto di intersezione, per forza unico anche quando

non univoco, di traiettorie molteplici e potenzialmente

conflittuali.

Lo spazio pubblico della città antica poteva essere deciso dal

sovrano. Lo spazio pubblico della città medioevale poteva

scaturire come espressione organica della comunità che lo

costruiva. Lo spazio pubblico della città industriale era

espressione di una chiara funzionalità (circolazione, svago,

sosta). E oggi?

Dopo aver constatato che il concorso di progettazione non

sembrerebbe la procedura più adatta in questo caso (v. anche

le considerazioni iniziali a pag. 3), Bobbio, Corsico e Robiglio

elaborano una proposta:

“I limiti delle procedure concorsuali correnti potrebbero essere

superati attraverso un processo di costruzione di una

commessa pubblica condivisa. Intendiamo con questa

espressione definire un percorso di lavoro partecipativo,

parallelo alle necessarie indagini tecniche e storiche, che

attraverso il coinvolgimento dei cittadini esplori

preventivamente in una fase di ascolto del territorio bisogni,

esigenze e aspettative, ponendoli alla base di un successivo

studio progettuale affidato ad architetti professionisti, con

tappe di verifica pubblica intermedie e messa a punto delle

soluzioni proposte.

Spetterebbe alla fase di ascolto definire ad esempio i contorni

dell’ambito da ridisegnare, le vocazioni e gli usi possibili dei

diversi spazi, le caratteristiche morfologiche desiderate. Per

l’individuazione degli architetti potrebbe essere utilizzata la

procedura francese del marché de définition, poco nota in Italia

ma del tutto compatibile con la normativa nazionale.

Si tratta di una procedura di tipo concorsuale che viene

adottata nei casi in cui la collettività non è in grado di definire

con precisione un mandato di opera pubblica (si veda

http://www.localjuris.com.fr/archives/marches2001/guidemp/

proced/defini.ht).

Essa si sviluppa di solito - anche se può essere adattata ai casi

specifici - in tre fasi: inizialmente si individua, con procedura

aperta e selezione sulla base del curriculum, un certo numero

di gruppi professionali di livello internazionale (dell’ordine di

10). A questi viene sottoposto il risultato della fase di indagine

preliminare, invitandoli a formulare una proposta sintetica di

approccio al tema di progetto; sulla base delle proposte

formulate si selezionano tre gruppi, che vengono incaricati di

sviluppare in parallelo le loro proposte progettuali, con

l’impegno a verifiche pubbliche periodiche. Al termine di

questa terza fase si procede alla scelta della proposta da

portare in attuazione. In tutte le fasi, la scelta può essere

effettuata da una giuria pubblica dei cittadini. La realizzazione

del progetto prescelto può essere affidata direttamente ai

professionisti che ne sono autori, o affidata agli uffici tecnici

della città.”

Conclusione: sembra che questa ipotesi potrebbe “offrire la

rapidità, qualità, condivisione e trasparenza che il ‘caso’ Valdo

Fusi richiede, ma che crediamo anche possa costituire un utile

precedente per altri interventi nella città.”

La bozza redatta da Luigi Bobbio, Franco Corsico e Matteo

Robiglio è stata a sua volta discussa pubblicamente e

leggermente rivista, ma ha costituito la traccia su cui costruire

l’iter concorsuale per Piazzale Valdo Fusi, come spiegato nel

seguito.

La fase di ascolto della città

Si è cominciato attraverso un'articolata fase di ascolto e di

concertazione con la cittadinanza, per la quale ci si è affidati

alla Cooperativa Biloba e alla DemoA&T. Il percorso si è

articolato in tre fasi distinte:

- Computer Aided Telephonic Interview (C.A.T.I.) a un campione

casuale di abitanti della zona, a ciascuno dei quali è stato

chiesto di rispondere a un questionario;

- Street Stall, cioè raccolta di informazioni mediante

questionari e interviste nelle tre piazze oggetto del concorso,

con l’ausilio di banchetti e cartelloni interattivi;

- interviste a testimoni privilegiati dell’area.

L’obiettivo della C.A.T.I. è stato quello di definire in modo

quantitativo i temi da approfondire e discutere con i testimoni

privilegiati. Il Street Stall, dal canto suo, ha permesso di

completare e qualificare ulteriormente il lavoro di ricerca con la

presenza di una postazione mobile nelle tre piazze oggetto

dell’indagine, seguendo metodologie consolidate per l’ascolto

del territorio. Le interviste ai testimoni privilegiati, infine,

hanno permesso di approfondire i diversi temi emersi.

Il giudizio generale dei residenti rispetto all’area oggetto

dell’indagine è positivo: le tre piazze sono percepite come il

cuore della circoscrizione e come un sito di grande valore

estetico, urbanistico e architettonico. L’area viene considerata

parte integrante del centro cittadino.

La maggior parte del campione, tuttavia, evidenzia elementi di

criticità nella sistemazione attuale di Piazzale Valdo Fusi. Molti

lo vedono estraneo al contesto circostante e non esiterebbero a

modificarne alcuni aspetti: la pendenza, l’edificio centrale, le

ali laterali, le facciate vetrate ai bordi della piazza, ecc.

Più in generale, l’obiettivo di questa prima fase di ascolto è

stato comprendere come venga percepita l’area di cui fanno

parte Piazzale Valdo Fusi, l’Aiuola Balbo e Piazza Carlina: quali i

suoi punti di forza, quali le criticità, quale la relativa influenza

Un nuovo iter concorsuale

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nella percezione cittadina all’interno dell’intera circoscrizione. Le

informazioni e le indicazioni progettuali emerse, raccolte in un

dossier, sono diventate parte integrante del bando di concorso

spedito ai progettisti.

La fase di selezione dei progettisti

Dal punto di vista della selezione dei progettisti si è proceduto

nel modo seguente: durante le prime riunioni pubbliche del

Comitato è stata definita una lista di venti professionisti di livello

internazionale; in una seconda fase si è proceduto alla selezione

di undici partecipanti, attraverso una consultazione popolare e

con la collaborazione di due tecnici: Mirko Zardini, Direttore del

Canadian Center for Architecture di Montreal e Pierre-Alain

Croset, docente presso il Politecnico di Torino. Gli undici

selezionati sono:

- 5+1 (Italia)

- Büro Kiefer (Germania)

- James Corner (USA)

- Carlos Ferrater (Spagna)

- Kengo Kuma (Giappone)

- Gustavson Porter (UK)

- Dominique Perrault (Francia)

- Topotek1 (Germania)

- Guillermo Vazquez Consuegra (Spagna)

- West8 (Olanda)

- Franco Zagari (Italia)

In una terza e ultima fase sono stati individuati quattro finalisti

tramite votazioni via Internet e sempre con la collaborazione di

Mirko Zardini e Pierre-Alain Croset. Costoro - Büro Kiefer, Kengo

Kuma, Topotek1, Guillermo Vazquez Consuegra - sono stati

invitati a Torino nei primi mesi del 2006 dal Comitato per tenere

delle lezioni pubbliche e presentare i propri lavori alla città.

Nelle settimane successive alla presentazione, inoltre, è stato

spedito loro il bando di concorso, insieme a tutti i materiali

necessari. Le proposte progettuali di Büro Kiefer, Kengo Kuma e

Topotek1 sono presentate in questo allegato di «Casabella».

Guillermo Vazquez Consuegra, invece, non è riuscito a rispettare i

tempi imposti dal concorso e quindi non risulta tra i partecipanti.

In queste settimane è in corso una votazione popolare. Sono

state allestite due mostre con gli elaborati di progetto: nelle

relative sedi i cittadini possono scegliere la proposta preferita

nonché esprimere giudizi e formulare domande per i progettisti.

Lo stesso può essere fatto per via telematica, sia sul sito del

Comitato (www.valdofusi.it), sia su quello del quotidiano «La

Stampa» (www.lastampa.it). Molti media (da «Repubblica» al

«Giornale», da Rai 3 a Retesette), inoltre, hanno dato ampio

rilievo ai progetti finalisti, promuovendone la conoscenza presso

la popolazione e segnalando le modalità di voto sul sito del

Comitato.

L’obiettivo è quella di ottenere indicazioni articolate, orientate

non solo all’individuazione di un progetto preferito ma anche

alla valorizzazione dei singoli elementi di ciascuno di essi

attraverso giudizi critici, estetici e funzionali da parte dei

cittadini.

Un evento conclusivo è previsto per l’inizio del mese di ottobre

2006. I finalisti torneranno a Torino per presentare i propri

progetti, la giuria tecnica li dibatterà pubblicamente e, tenendo

conto dei pareri espressi dai cittadini secondo la formula

descritta nel bando, annuncerà il vincitore al termine della

giornata.

Inquadramento giuridico

La procedura adottata è compatibile con le normative vigenti sui

lavori pubblici (tra cui la legge Merloni)? In che modo essa

potrebbe essere riproposta in futuro dalla città di Torino o da altre

amministrazioni pubbliche? Il tema è al centro di una memoria

redatta da Mario Comba, ordinario di diritto pubblico comparato

presso l’Università di Torino e co-fondatore del Comitato Valdo

Fusi. Seguono alcuni stralci.

“Dal punto di vista giuridico, il Comitato Valdo Fusi è un comitato

non riconosciuto (articoli 36 e seguenti del Codice Civile).

Pertanto esso può essere definito a tutti gli effetti come

‘soggetto privato’, non rientrando nella definizione comunitaria di

organismo di diritto pubblico (art. 1, par. 9, Dir. 2004/18/CE) in

quanto non dotato di personalità giuridica.

Posto che il Comitato è un ‘soggetto privato’, esso sarebbe

comunque obbligato ad applicare la normativa comunitaria in

materia di appalti solo nei casi indicati dall’art. 8 della Direttiva

2004/18/CE e "dunque nel caso in cui si verifichino

contemporaneamente i seguenti requisiti: (i) appalto di servizi del

valore superiore a 211.000 Euro; (ii) finanziamento proveniente in

misura superiore al 50% da amministrazioni aggiudicatrici (per

esempio Fondazioni e altri organismi di diritto pubblico); (iii)

connessione con un appalto di lavori a sua volta soggetto alla

normativa comunitaria".

Nel caso del Comitato Valdo Fusi l’articolo 8 non è applicabile già

solo per la mancanza del requisito (i), in quanto il valore dei

compensi erogati ai partecipanti al concorso è stato inferiore a

211.000 Euro. Ma, indipendentemente dall’importo dell’appalto,

l’articolo 8 non sarebbe comunque applicabile perché lo studio di

fattibilità acquistato dal Comitato non è ‘connesso’ a un appalto

di lavori.

Il Comitato, infatti, si limiterà a donare i risultati del Concorso al

Comune, il quale rimane assolutamente libero nel decidere se

utilizzarlo per procedere o meno alla progettazione esecutiva e

all’effettuazione dei lavori di risistemazione delle piazze torinesi.

Non vi è dunque alcuna connessione giuridica tra l’appalto di

servizi effettuato dal Comitato e l’eventuale svolgimento da parte

del Comune di un appalto di lavori che realizzi i suggerimenti

architettonici contenuti nel progetto vincitore.

L’assenza del requisito della connessione deriva dalla struttura

stessa dell’operazione svolta dal Comitato, la quale consiste in

una iniziativa privata volta a produrre un progetto di fattibilità,

poi offerto all’ente pubblico competente per la realizzazione delle

opere (in questo caso, il Comune di Torino). Quest’ultimo, a sua

volta, è pienamente libero nel decidere se realizzare o meno le

opere oggetto del progetto.

La cesura tra i privati che offrono un progetto e l’ente pubblico

che lo riceve, rimanendo però del tutto svincolato circa la sua

realizzazione, consente di ripetere il medesimo schema in altre

situazioni, indipendentemente dal valore dell’appalto.

Non essendo soggetto alla normativa nazionale e comunitaria

in materia di appalti pubblici, il Comitato Valdo Fusi ha potuto

applicare una procedura concorsuale innovativa,

appositamente studiata per aderire alle esigenze degli utenti

delle piazze torinesi. La formula adottata dal Comitato

potrebbe essere riproposta in futuro, consentendo la

sperimentazione di procedure concorsuali innovative attraverso

una proficua collaborazione tra i cittadini e le loro

amministrazioni pubbliche.”

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1. Introduzione

Obiettivo del presente concorso internazionale di progettazione è la riqualificazione

del sistema degli spazi pubblici nel centro storico di Torino, con particolare

riferimento al Piazzale Valdo Fusi, alla Piazza Carlo Emanuele II (detta Piazza Carlina)

e all’Aiuola Balbo. Il concorso, bandito dal Comitato Valdo Fusi grazie ai fondi

raccolti mediante una sottoscrizione pubblica e l’apporto di sponsor privati, vuole

essere un’occasione per applicare procedure innovative che consentano ai cittadini

di esprimere il proprio parere nelle diverse fasi concorsuali e di affiancare una giuria

tecnica nella scelta del progetto vincitore. Per maggiori informazioni sui processi di

partecipazione vedere il sito www.valdofusi.it.

Il presente bando viene inviato ai quattro finalisti invitati dal Comitato Valdo Fusi a

partecipare all’ultima fase del concorso:

- Büro Kiefer, Germania;

- Guillermo Vazquez Consuegra, Spagna;

- Kengo Kuma, Giappone;

- Topotek1, Germania.

Costoro sono invitati a formulare una proposta sintetica (sketch) di approccio al tema

di progetto. Sulla base delle proposte formulate, sarà selezionato il vincitore

secondo la procedura descritta all’art. 6. A ciascuno dei progettisti sopra indicati

sarà riconosciuto un onorario pari a 5.000 (cinquemila) Euro, oltre alla copertura di

tutte le spese di viaggio sostenute per conto del Comitato Valdo Fusi.

2. Tempistica

Il Comitato Valdo Fusi renderà disponibile via web il materiale di concorso, di cui

all’art. 4, ai singoli concorrenti entro il 19 maggio. A partire da questa data i

progettisti avranno otto settimane di tempo per la stesura degli elaborati (descritti

all’art. 5), che dovranno essere spediti entro il 14 luglio 2006. [...]

Gli elaborati inviati verranno pubblicizzati nella città di Torino, con diverse modalità

(per esempio pubblicazione sui quotidiani locali e nazionali e affissione in aree

pubbliche), al fine di promuoverne la conoscenza tra la popolazione.

Ciascun progettista dovrà intervenire alla presentazione pubblica degli elaborati, in

occasione della quale sarà annunciato il vincitore del concorso. [...]

A seguito della proclamazione del vincitore avrà inizio la fase esecutiva, nell’ambito

della quale è auspicabile che la progettazione di uno o più piccoli elementi (per

esempio un padiglione adibito a caffè o un’edicola o altri particolari di arredo

urbano) possano essere attribuiti a giovani architetti under 35 mediante procedura

concorsuale aperta a tutti, definita e condotta dal vincitore stesso.

3. Requisiti e vincoli progettuali

Oggetto del presente concorso è la risistemazione superficiale delle tre piazze.

I progettisti dovranno ispirarsi alle indicazioni fornite dai cittadini durante la fase

di ascolto della città e contenute nel rapporto prodotto dalla Cooperativa Biloba,

disponibile in rete all’indirizzo http://www.valdofusi.it/ita/bando/documenti.

Inoltre si allegano indicazioni progettuali più specifiche per le singole piazze. [...]

4. Elenco allegati [...]

5. Elaborati di progetto

Gli elaborati di progetto dovranno essere:

- n. 3 tavole (max.) in formato A0 orizzontale, all’interno delle quali dovranno

essere presenti:

• piante, planimetrie e sezioni in scala 1:500;

• eventuali disegni in scala di maggior dettaglio;

• fotoinserimenti delle soluzioni progettuali;

- relazione in formato A3 fino a un massimo di 10 pagine di testo e immagini e

che dovrà contenere una stima indicativa dei costi di intervento;

- breve video-intervista esplicativa del progetto (durata massima 3 minuti).

Tutti gli elaborati dovranno essere in lingua italiana, con la sola esclusione della

video-intervista, che potrà essere in lingua inglese.

6. Giuria e processo di selezione

Dopo la consegna degli elaborati, la valutazione si svolgerà nel modo seguente:

- una prima fase pubblica di voto popolare, durante la quale i cittadini saranno

chiamati ad esprimere un loro giudizio.

La pubblicazione degli elaborati sui quotidiani locali e nazionali e l’affissione in

spazi pubblici saranno alcuni dei metodi seguiti per la divulgazione dei progetti;

- un evento conclusivo durante il quale i finalisti presenteranno i loro progetti.

La giuria li dibatterà pubblicamente, tenendo conto dei pareri raccolti durante la

fase di ascolto, e annuncerà il vincitore al termine della giornata.

In particolare il vincitore sarà selezionato sulla base di:

• una valutazione estetica, che peserà per l’80% e che spetterà per un 50%

al voto popolare e per il 50% alla giuria;

• una valutazione tecnico-economica, che peserà per il 20% e sarà di

competenza esclusiva della Giuria.

La Giuria sarà composta da un massimo di 8 persone [...]

allegato a Casabella 749 n. 11/2006

Estratto dal bando di concorso

Pubblicazione con il contributo della

comitato valdo fusi

Mostra dei progetti con il contributo di