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Anno XII - n. 46 - Giugno 2013 - Periodico Trimestrale - Spedizione in A.P. - 70% - Bergamo - c/c 16386245 46 46

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“Se vuoi un anno di prosperità, fai crescere il grano

Se vuoi dieci anni di prosperità, fai crescere gli alberi

Se vuoi cent’anni di prosperità, fai crescere le persone.”

Ringraziamo le aziende che con il loro contributo ci permettono di crescere giorno per giorno e portare avanti iniziative come questo giornale.

Stucchi

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EDITORIALE 3“Fare Welfare a partire dallabase”Angelo Frigerio

SPAZIO SCIENTIFICO 4“Medicina e Oncologia:le sinergie”

Michela Colombo

DALLA VOSTRA PARTE 6“Volontariato a Romano di Lombardia”

SPAZIO ASSOCIAZIONE 7“Oggi vi presentiamo:il Gruppo Alpini di Calvenzano”

SPAZIO TECNICO 8“Biologia molecolare dei tumorisolidi”Dott. Maurizio Zaccanelli

SPAZIO CULTURA 10“I tesori vicino a casa:Il Santuario Madonna dei Campidi Brignano”Luigi Minuti

SPAZIO PSICOLOGICO 12“Carola si racconta”Luisa Bonetti

L’ INTERVISTA A... 14“Andrea Possenti”Domenico Durante

SPAZIO BENESSERE 16“La dieta dell’estate”Giusi De Agostini

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SOMMARIO

COMITATO SCIENTIFICOBarni Sandro Bonetti Luisa Cremonesi Marco Cabiddu Mary Petrelli Fausto

COMITATO Dl REDAZIONEBonetti Luisa Barni Sandro Ceriani VandaCabiddu MaryOlejnik Kristina

DIRETTORE RESPONSABILEFrigerio Angelo

VICEDIRETTORECremonesi Marco

SEGRETERIAFrigerio Enrico Tel. 0363-314151 Fax 0363-314121 [email protected]

PROGETTO GRAFICOStudio Origgi Via Mac Mahon, 78 - 20155 MILANO

REALIZZAZIONE GRAFICAVenturini Fiorenzo - Treviglio

STAMPATipocarto Via L. D a Vinci - 24043 Caravaggio (Bg)

EDITOREAssociazione “Amici di Gabry” ONLUSVia Matteotti, 125 - 24045 Fara G. d’Adda (Bg)

N. AUTORIZZAZIONE 34Del 06 Luglio 2001 Tribunale di Bergamo

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Fare welfare a partire dal basso

Stiamo vivendo momenti di grandi cambiamenti,difficili, però anche in questo periodo vedo emer-gere situazioni che meritano di essere messe inluce.La conclusione dell' editoriale del nr. 45 dellanostra rivista sosteneva come all' interno di que-sta multidisciplinarietà sanitaria, nel nuovoatteggiamento della medicina verso il pazienteche è il focus delle uscite del 2013, il ruolo deinostri volontari assumeva un posto altrettantoimportante come presenza all' interno di questoagire in equipe e guardandolo bene noto moltodi nuovo.Trovo uno spirito vivace nel volontariato di oggi,moderno e collaborazionista, che abbandonaposizioni statiche ed esclusivistiche nel ruolo e faemergere una interazione di lavoro che esalta unwelfare che nasce dal basso.Guardo in modo particolare l' integrazione di

lavoro tra i nostri volontari e quelli di altre asso-ciazioni e l'esperienza dei servizi effettuati neimesi di gennaio sino ad ora mi rendono entusia-sta. Mi riferisco alla collaborazione con TrasportoSolidale durante l' emergenza per la radioterapiadi quel periodo ed in quella occasione abbiamoavuto la possibilità di conoscere altre realtà cheoperano all' ospedale di Casalpusterlengo comel' associazione “Il Samaritano” ed altre ed il rap-porto che si è instaurato è stato subitaneo e frut-tifero. Al centro dell' attività sempre l 'accoglien-za del malato oncologico e la sua famiglia, il ten-tativo di migliorare la qualità di vita dei pazienti.Ricerca di collaborazione ed integrazione nelleattività svolte senza perdere la propria identità:allora è vero che il volontariato attraverso il ruolodi ogni individuo cerca di costruire una societàdove partendo dal basso si rende un modellovivace ed aderente alla nostra territorialità, avvi-cinandoci ancor più ai temi scottanti di questinostri anni di crisi.Oggi più che mai si deve recuperare la validitàdel modello che pone la persona, la sua unicità,il suo valore, le sue aspirazioni al centro dellapropria attività, un modello che è proprio delnostro mondo semplice e popolare e della nostrabassa contadina, da declinare quotidianamentee concretamente.Vorrei sottolineare che è un chiaro richiamo allaresponsabilità delle persone in un rapporto equi-librato e costruttivo nei compiti dei singoli, delleassociazioni e dello stato.E' il welfare delle persone semplici che afferma-no la priorità delle iniziative che nascono dalbasso, dalle persone e dalla comunità, per la rea-lizzazione del bene comune ed impone ai livellisuperiori di non sostituirsi a quelli inferiori madi sostenerli, aiutarli e svilupparli senzasopraffarli.

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Angelo FrigerioDirettore responsabile.Presidente della associazione “Amici di Gabry”

ASSOCIAZIONEAMICI DI GABRYTel. e Fax 0363 [email protected]

CHI INCONTRATE?Donne disponibili all'ascoltoMedicoSpecialisti del settore: Oncologo, Senologo, Esperti di Medicina AlternativaPsicologo

DOVE SIAMO:"Associazione Amici di Gabry"V.le Oriano, 2024047 Treviglio (BG)Martedì e Venerdì dalle ore 9.30 alle 11.30Tel. 0363 305153

DH OncologicoOspedale di TreviglioLunedì, Mercoledì e Giovedìdalle ore 9,30 alle 11,30Tel. 0363 424739

COLLABORAZIONESe diventi socio/a sostenitore, anche conun piccolo contributo, potenzierai il progetto che coinvolge ognuno di noi.

ASSOCIAZIONE "AMICI DI GABRY"ONLUSSede legale:Via Matteotti 12524045 Fara d’AddaP.I.: 02645050168Cod. IBAN: IT 92 D 08899 53643 000000210230Credito Cooperativo di Treviglio

c/c postale 16386245

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cina Generale di questo ospedale, edanche del Dipartimento di ScienzeMediche di tutta l’ azienda ospedalie-ra. La Medicina Generale di Treviglio,oltre ad accogliere pazienti con pro-blematiche internistiche, riserva sta-bilmente dei letti ai pazienti con pato-logie oncologiche ed emato-oncolo-giche. Tali letti sono usufruibili duran-te tutto l’ iter assistenziale, che vadalla fase diagnostica (qualora nonpossa essere espletata per viaambulatoriale), alla fase terapeutica(ad esempio per l'attuazione di tratta-menti chemio e/o radioterapici in par-

n questo numero puntiamoancora l’ attenzione sulle figureprofessionali e sui reparti che

collaborano con l’ unità operativa diOncologia dell' azienda ospedalieradi Treviglio-Caravaggio, incontrandoil dottor Maurizio Destro.

-Dottore, ringraziandola anzituttoper la disponibilità con cui haaccettato di rispondere a questaintervista, le chiedo di presentarsie di illustrare queli sono le princi-pali mansioni del Reparto da leidiretto.-Sono direttore del Reparto di Medi-

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ticolari condizioni o in presenza dicomplicanze non altrimenti gestibili),alla gestione della fase avanzata perconsentire la scelta e l'attivazione delregime assistenziale più idoneo per ilpaziente (ex. ADI, terapia del dolore,Hospice).

-Come si svolgono ed in cosa con-sistono la collaborazione e l’ inter-disciplinarietà con il Reparto diOncologia?-Tra il Reparto di Medicina e ilDipartimento di Oncologia vi è unastretta e fattiva collaborazione, nonsolo per la gestione clinica congiuntadei pazienti con patologie oncologi-che ed emato-oncologiche, maanche per la partecipazione attiva deiDirettori dei due Dipartimenti alla“neocostituita” Commissione Scienti-fica Aziendale, che detta le direttiveper la ricerca scientifica dell' aziendastessa. Per quanto riguarda la ricer-ca scientifica sono già state realizza-te delle pubblicazioni congiunte edesistono collaborazioni interdiparti-mentali stabili anche in termini diricerca clinica.Ad esempio, da alcuni mesi è attivoun protocollo multidisciplinare cheprevede la collaborazione tra gliOncologi e gli Internisti afferenti alCentro per la Diagnosi e Cura del-l’ Ipertensione Arteriosa nella gestio-ne dei pazienti affetti da neoplasiesolide che necessitano di terapia confarmaci antiangiogenetici. Questaricerca clinica, che fino ad ora haconsentito di prendere in carico unaventina di pazienti, è stata presenta-ta ad alcuni congressi Nazionali edInternazionali per le rispettive disci-pline. Alla luce delle esperienze posi-tive in corso, l’ intenzione è quindiquella di rafforzare ulteriormente lacollaborazione dei due Dipartimentiin termini clinici e di ricerca scientifi-ca, per garantire ai pazienti un’ assi-stenza di qualità sempre migliore.

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Michela ColomboGiornalista volontariadell’ Associazione“Amici di Gabry”

VUOI FINANZIARCI? ECCO COME:

Sostienici senza spendere.Deduci dalle tasse

il tuo contributoIscriviti ad “Amici di Gabry”

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(CUD/730/Unico) e il 5 per mille

della tua imposta sul reddito verrà destinato ad

“Amici di Gabry”.Per sceglierci dovrai

indicare il codice fiscale dell’associazione:

02645050168La destinazione del 5 per mille

non interferisce con quella dell’ 8 per mille

per le opere socialiDello Stato e delle Chiese.

Domenica 9 Giugno 2013nel verde del Roccolo di Treviglio si terrà il XII Green Day“Amici di Gabry”

In Collaborazione con “Amici di Gabry”

Sabato 8 Giugno 2013, alle ore 13

4° MemorialMassimo Gaini

“Oggi come ieri calcio di cuore”

TORNEO DI CALCIO FEMMINILEal centro sportivo di Cavernago

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NELLA PRIMAVERA del 2012 la nostra associazione Amici diGabry insieme al CSV ed altre 4 associazioni di Romano ha pre-sentato alla Regione Lombardia un progetto dal titolo:

TRA RADICI E FUTURO: DIVENTARE BENE COMUNE PER LA CITTÀ.

La finalità del pro-getto era di crearesinergie tra leassociazioni dellaconsulta per attiva-re risposte integra-te ad alcuni biso-

gni della città, in particolare per i bisognidell’ammalato in ospedale. A fine luglio2012 abbiamo avuto la piacevole notiziadi essere stati ammessi al finanziamen-to.I bisogni individuati nel progetto eranoanche quelli di una maggiore inclusionesociale per i bambini, gli anziani, le per-sone diversamente abili della città. Le associazioni hanno progettato inter-venti di conoscenza tra le associazioni,di sensibilizzazione al volontariato, diformazione dei volontari.Sono state molte le iniziative attivate con un discreto successo: una serata culturalecon la presentazione di cinque nuove associazioni, di cui tre provenienti da paesi stra-nieri. Una serata rock fatta dai giovani per i giovani; la festa del volontariato con 50associazioni aderenti, un pranzo conviviale, il coinvolgimento di un centinaio di bam-bini in una caccia al tesoro delle associazioni misteriose, una mostra sul volontariatofatta dalle scuole con disegni, slogan, fotografie; una marcia non competitiva delvolontariato; tre serate dedicate al cineforum sul volontariato, un percorso di forma-zione di 5 serate con l’iscrizione di 50 volontari. Il risultato migliore è però offerto dalla fraternità che le associazioni hanno saputo svi-luppare , passando da una competizione che a volte spinge il campanilismo, allacooperazione che sa vedere nel Bene Comune della città l’obiettivo comune dellaassociazioni.È stata una bellissima esperienza di collaborazione. ogni volta che ci vediamo con lealtre associazioni è una festa e il cuore ci dice: “sono contento che la tua associazio-ne esista, mi fa piacere il lavoro che stai facendo, stimo la tua associazione come fossela mia e faccio il tifo perché tutte le associazioni in campo sappiano giocare la loroGenitorialità Sociale verso tutta la comunità.

Franca, Marco, Silvio, Simona

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Anche se da queste parti della Bassa le monta-gne si possono ammirare solo in lontananzaquando la nebbia e l’afa lo permettono, lo spiritoalpino è certamente ben radicato a Calvenzanocome testimonia la presenza da oltre 30 anni diun vivace e numeroso Gruppo Alpini. Fondatonel 1981 oggi conta 38 alpini in congedo e 25Amici Alpini. Da oltre venti anni, su gentile con-cessione dell’ex parroco Don Sesto Bonetti,hanno la propria sede presso l’Oratorio dellaBeata Vergine Assunta soprannominato “Madonna dei Campi “ e ancor più recentementeChiesetta degli Alpini. Fin dalla costituzione delGruppo di Calvenzano gli Alpini si sono presi acuore le sorti di questo piccolo gioiello che doposvariati secoli di storia necessitava certamentedi un importante intervento di consolidamentomurario e di significativo restauro di tutti gli affre-schi che ricoprono completamente l’interno dellaChiesetta.

Uno dei massimi capolavori pittorici del cremasco Tommaso Pombioli, completato nei primi anni del ‘ 600,ha ritrovato nel 2000 l’antico splendore grazie al restauro durato svariati anni e un importante impegno eco-nomico. Il Gruppo Alpini con tanto lavoro e con la caparbietà di chi è abituato a lunghe marce con lo zainoin spalla, hanno raccolto, grazie all’aiuto di tante persone, tutto il necessario per completare un opera dav-vero grandiosa.Ma la fatica si dimentica presto quando si raggiunge la vetta e soprattutto è più leggera se il tragitto lo sipercorre col sorriso ed in compagnia di tanta brava gente. Buona parte delle risorse economiche sono stateraccolta organizzando, tutti gli anni ad inizio Settembre, una bellissima Festa Alpina, diventata rapidamen-te un appuntamento tradizionale che attira gente da tutta la Bassa. Ora che l’Oratorio dell’Assunta ha ritrovato l’antico splendore, gli alpini continuano a coccolarlo con tuttequelle manutenzioni ordinarie necessario ad evitarne il progressivo degrado e nel frattempo, per non per-dere le buoni abitudini, grazie ai contributi raccolti in tutte le loro manifestazioni, danno una mano a qual-cuno che ne ha veramente bisogno o a qualche progetto nel loro territorio.Solo per citare qualche altra iniziativa, l’aiuto del Gruppo Alpini di Calvenzano ha raggiunto la Missione diPadre Kimu in Malawi per sostenere, con il Gruppo Missionario locale, la costruzione di un ospedale, oppu-re è arrivato nella terra alpina aquilana distrutta dal tremendo terremoto o ancor più recentemente si è fer-mato a due passi dalla propria sede sostenendo il restauro degli affreschi presenti nella Cappella delCimitero comunale.Ma gli Alpini si contraddistinguono anche per la voglia di stare insieme con semplicità ed amicizia e tuttociò, oltre che nella tradizionale Festa Alpina di fine estate, si manifesta in tutti gli altri appuntamenti distri-buiti nel corso dell’anno. Il principale è certamente l’Adunata Nazionale Alpini che quest’anno vedrà sfilarele penne nere per le vie di Piacenza il prossimo 12 Maggio al ter-mine di un caloroso fine settimana in cui la città verrà amichevol-mente invasa dai Gruppi provenienti da tutta Italia e non solo. In occasione del Santo Natale poi, gli alpini di Calvenzano orga-nizzano da oltre 10 anni una rassegna di Cori Alpini che con leloro note infondono una dolce atmosfera trasmettendo i miglioriAuguri per le Feste a tutto il paese.Finita la naja si scordano i gradi dei comandanti, alpini, caporali,sergenti e tenenti complemento continuano a stare insieme fiancoa fianco divertendosi in ogni occasione ma sempre pronti, sotto laguida del Capo Gruppo Angelo De Stefani a dare il proprio aiutoper qualsiasi iniziativa benefica, senza clamore ma con tantoimpegno.

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l 25 aprile u.s. si è festeggiato ilsessantesimo anniversariodella pubblicazione, sulla rivista

americana Nature, del primo articoloche riportava la descrizione dellastruttura a doppia elica del DNA. Dal 1953 sono stati compiuti passi dagigante con una serie impressionan-te di scoperte tali da meritare il pre-mio Nobel.La biologia molecolare si occupa pro-prio dello studio di DNA e RNA edello interazioni con le altre molecolebiologiche. Ricordiamo brevemente cosa sono ea cosa servono gli acidi nucleici. Il DNA è costituito da uno scheletrocostante (acido fosforico e desossiri-bosio) e da una sequenza variabilecostituita da 4 basi azotate: Adenina(A), Citosina (C), Guanina (G) eTimina (T). La diversa successione di questequattro sostanze determina la diver-sa successione degli amminoacidiche sono i costituenti delle proteine epiù in dettaglio degli enzimi, che sono

i regolatori di tutte le reazioni chimi-che presenti nelle cellule. Esiste un codice genetico che fa cor-rispondere a una tripletta di basi azo-tate un amminoacido. Avendo quindi a disposizione 4 basiè possibile comporre 64 triplette dibasi, sufficienti quindi a garantire lacorrispondenza coi 20 amminoacidiche costituiscono le proteine. Nella sequenza di basi del DNA èquindi conservata l'informazionenecessaria a determinare la sequen-za degli amminoacidi presenti nelleproteine che regolano tutti i processicellulari. Tale passaggio di informazioneavviene grazie alla presenza dell'al-tro acido nucleico l'RNA che fa damessaggero e traduttore delle duesequenze di molecole biologiche.Risulta chiaro da questa breve sinte-si dei principali processi biologici,che una seppur piccola variazionedella sequenza delle basi del DNApossa portare ad una variazionedella sequenza degli amminoacididella proteina corrispondente e daquesta ad un malfunzionamento deirelativi processi biologici. In particolare se questi sono coinvol-ti nel ciclo cellulare (ossia la vita dellasingola cellula, dalla duplicazionealla morte della stessa) appare evi-dente come un'alterazione degli stes-si possa portare a sviluppo di formetumorali. Le alterazioni che a tutt'oggi sonostate riscontrate, sono relative sia alcontrollo della duplicazione cellulare(iperproliferazione) che alla mortecellulare o apoptosi (le celluleaumentano di numero perché nonmuoiono mai).Oggi, dalle indagini relative allasequenza del DNA, è possibile indivi-duare elementi predisponenti ad

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alcune forme tumorali. Ad esempio le alterazioni dei geniBCRA 1 e BCRA 2 sono significativenel caso dei tumori ereditari dellamammella e dell’ovaio (che peraltrosono solo il 5-10% dell’insieme deidue tipi di tumori).In altri casi è possibile studiare muta-zioni non presenti fin dalla nascita,come nel caso precedente, ma modi-fiche che si vengono ad instaurarenel tessuto colpito dal tumore.

In questa situazione lo studio dellasequenza degli acidi nucleici è utilein alcuni tumori, sia per una classifi-cazione più accurata, ma più impor-tante è addirittura la possibilità diindividuare una prognosi più correttain funzione della presenza di altera-zioni geniche. Infine, ed è la cosa che vorrei mag-giormente sottolineare, è la possibili-tà di individuare la terapia (in sensoqualitativo e quantitativo) più oppor-tuna per ciascun tipo di paziente(ossia quella che viene chiamata tar-get terapia), cioè una terapia perso-nalizzata).Recentemente nel caso specifico deltumore del colon metastatizzatosono stati introdotti dei farmaci biolo-gici (anticorpi monoclonali contro ilrecettore cellulare del fattore di cre-scita dell’epidermide: EGFR). Talifarmaci sono in grado di bloccare ilseguente meccanismo biologico. Illegame dell’EGF (quando avviene) alsuo recettore, presente sulla superfi-cie delle cellule, produce delle modi-ficazione a catena in una serie di pro-teine all’interno delle stesse (trasdu-zione del segnale) fino ad arrivare alnucleo dove viene indotta la duplica-zione cellulare. Nel caso del tumore del colon-retto,tale serie di reazioni è alterato ed è

possibile bloccare la proliferazioneimpedendo il legame tra EGF ed ilsuo recettore: a tale scopo vengonosomministrati i nuovi farmaci. Ma inun gruppo di pazienti (circa il 45%)tale farmaco è assolutamente ineffi-cace in quanto un gene (K-RAS o B-RAF), di quelli che controllano la tra-sduzione del segnale, è mutato e laproteina che produce tale gene agi-sce sempre indipendentemente dalfatto che l’EGF sia o meno legato alsuo recettore. Pertanto prima di som-ministrare tali farmaci a dei malati ditumore del colon retto, è necessariocercare le mutazioni eventualmentepresenti nei due geni sopracitati.Da poche settimane il laboratoriodell’U.O.S. di Biologia Molecolaredel’Ospedale di Treviglio è fornito diun sequenziatore di DNA ossia diuno strumento che è in grado dideterminare la successione dellebasi di qualsiasi frammento di DNA.Per poter eseguire tale ricerca vieneeffettuata una reazione chimica nellaquale vengono prodotti frammenti viavia più lunghi di una base in modotale che venga riconosciuta propriol’ultima base che termina il frammen-to. Lo strumento acquisito è in gradodi differenziare i frammenti in basealla loro lunghezza, ordinarli per lun-ghezza e riconoscere l’ultima base diciascun frammento. Da ciò si puòdeterminare la sequenza delle basi.Utilizzando tale tecnologia e con lacollaborazione dell’U.O. AnatomiaPatologica dell’Ospedale, potremoidentificare l’eventuale presenzadelle mutazioni del gene KRAS neipazienti affetti da tumore del colon-retto metastatico.Nostra intenzione è proseguire inquesto ambito, studiando per esem-pio la possibilità di introdurre test dibiologia molecolare che cerchino dievidenziare la suscettibilità ai farma-ci utilizzati nella terapia del dolore.

Dott. Maurizio ZaccanelliResponsabile di Unità Semplicedi Biologia Molecolare OspedaleTreviglio-Caravaggio

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Isolato nella campagna tra Brignano,Castel Rozzone e Treviglio, antichissimo,oggetto di recente pregevole restauro,propone all’altare maggiore un comples-so scultoreo di A. Fantoni.

e origini del bel Santuario sono leg-gendarie e lontanissime nel tempo, esimili a quelle già indagatedell’’Annunciata’ di Verdello, colloca-

bili in un periodo tra l’VIII ed il X secolo, daltardo longobardo alle invasioni degli

Ungheri. Entrambi gli edifici sacri erano infat-ti in origine dedicati a San Giorgio, il santopiù venerato dai conquistatori calati dal Nordnel 568 d.C. Due differenti ma simili tradi-zioni popolari raccontano a loro modo lagenesi di questo Santuario. La prima tradizione narra di un periodo in cuiil borgo e il castello di Brignano erano statisottoposti ad un assedio, e già la popolazio-ne temeva gli effetti dell’imminente resaquando improvvisamente gli assedianti leva-rono le tende abbandonando i loro propositia seguito di un miracoloso intervento dellaMadonna ad essi apparsa dopo che aveva-no profanato una cappella campestre a Leidedicata.La seconda tradizione non parla diun’Apparizione ma di una statua che si tro-vava all’interno della cappella campestre:‘Una statua della Madonna particolarmentevenerata dai brignanesi che osavano resi-stere ad un assedio verso l’anno Mille, vienedal capo degli assedianti asportata e collo-cata all’interno della sua tenda, ma all’indo-mani egli non la ritrova se non nel posto ori-ginario, la scena si ripete più volte con ilmedesimo esito, ne segue la conversionedel capo e di tutti i suoi e l’abbandono di ognivelleità nei confronti dei brignanesi’.Entrambe le storie hanno lieto fine e prelu-dono alla graduale trasformazione dellachiesa campestre nel Santuario marianovero e proprio.Le prime notizie storiche risalgono alla VisitaPastorale del Vescovo di Cremona mons.Cesare Speciano, del 1603, dal cui verbale,si apprende che si trattava di una piccolachiesetta rivolta ad oriente, illuminata daun’unica finestra munita di vetro, senzasacrestia, senza torre né campane, senzaalcun titolo e dotazione. Oltre all’ingressoprincipale aveva un accesso laterale, a nord,proprio come l’attuale. Internamente c’erauna copertura a volta e sopra l’altare erapresente una nicchia rivestita di legno inta-gliato e dorato con un statua in legno della

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dato i muri ma anche la sistemazione dellavasta area antistante attrezzata a verde ed aparcheggio mentre un’altra ampia area atti-gua è stata al momento solo piantumata, l’in-sieme si presenta ai pellegrini in un aspettoben gradevole anzi accattivante ed allo stes-so tempo austero come si conviene ad unsecolare edificio di culto che resta immersonel verde della campagna ad ovest dell’abita-to di Brignano, tra i campi di rigoglioso gra-noturco. L’ingresso è stato spostato da ovest a nord

dell’edificio e appena vi si accede, nellapenombra, spiccano il pulpito settecentescoin legno intagliato e dorato, mentre sull’altarmaggiore fa bella mostra di sé la rinomatastatua dello scultore neoclassico bergama-sco Andrea Fantoni raffigurate la Madonnaimmacolata e incoronata, con il bambinoGesù trattenuto con una mano mentre conl’altra si accinge ad affondare una freccianella testa orrenda di un drago schiacciatodai piedi di Maria. Sulla sinistra del presbite-rio un affresco mostra in analoga tenzoneSan Giorgio, a ricordare l’antichissima originedi questo bel Santuario tanto amato dai bri-gnanesi ma anche dai fedeli dei paesi vicini

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Vergine Immacolata con il Bambino vestitacon abiti di stoffa. Tra le raccomandazioniche il Vescovo lasciò in occasione dellaVisita vi era quella della erezione di una torrecampanaria. Raccomandazione che fu tenuta in debitaconsiderazione se, nel 1624 il CardinalCamporri, oltre a citare un ‘baldachino seri-co’ sopra la statua della Vergine, nota la pre-senza di una ‘campana super parvo campa-nili’ e constata che la popolazione sta pen-sando di ampliare l’Oratorio con materiale dacostruzione ricavato dalla demolizione dellacappella, anch’essa dedicata a S. Giorgio,che sorgeva poco lontano presso la CascinaSavorino,(anche per questo motivo nel pre-sbiterio, a sinistra dell’altare dedicato allaVergine, trova posto un affresco con l’imma-gine di S. Giorgio).Iniziata nel 1624 la costruzione della nuovachiesa, al tempo della Visita del vescovoFrancesco Visconti nel 1645, essa si pre-sentava pressappoco come la vediamo ora

benché non completamente terminata.Risultava già costruita la sacrestia con atti-gua stanza per l’’eremita’, come ancora oggisono chiamati i custodi della chiesta (in dia-letto: reméta).Internamente erano state erette le due cap-pelle laterali, mentre l’aula, illuminata da seifinestre, era ancora priva di volta e di intona-co. Nel muro dietro l’altare, protetta dalvetro, stava la stessa statua della Vergine inlegno da vestire che ‘erat in oratorio veteri’.Circa trent’anni dopo, durante la Visita delVescovo mons. Isimbardi del 1674, la chiesaappare pressoché terminata e nella cappellaa mezzogiorno già compare un altare e latela raffigurante S. Barnaba, mentre è anco-ra vuota la cappella a settentrione.Grazie ai verbali delle Visite Apostoliche,uniche fonti per ora conosciute che docu-mentano le origini del Santuario, sappiamodunque che l’attuale fabbrica è stata erettain luogo di un precedente ‘parvum Oratoriumsub invocatione B.V.M de Campis’ (VisitaVisconti) da qui il consolidamento della dedi-cazione in Santuario della Madonna deicampi.Oggi il Santuario si presenta rinnovato dagliaccurati restauri compiuti dall’impresa FerriNardi di Castel Rozzone che hanno riguar-

Luigi MinutiStorico e amante dellanostra “bassa”

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Qualche mese fa ho incontratoCarola, una giovane donna di 33anni, alla fine di un faticoso per-corso di malattia. Le ho così chie-sto di raccontarci della sua espe-rienza perchè non vada persa laricchezza e la forza che, leggerete,traspare dalle sue parole.

irca un anno fa la mia vita ècambiata… un anno fa sononata per la seconda volta!Ho

avuto un percorso obbligato che miha tolto molto ma sorprendentemen-te mi ha regalato tantissimo: unaforza ed una voglia di vivere incredi-bili, tanto amore dalle persone a mevicine ed una crescita personale chealtrimenti non avrei mai avuto.

Qualche mese fa ho conosciuto la

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Dottoressa Bonetti in un momentodifficile del mio percorso, in cui misentivo “ferma” e “persa”, in cui nonriuscivo più ad andare avanti edavevo spesso voglia di piangere. Daquel giorno ho fatto un percorso chemi ha permesso di liberarmi delleesperienze negative e del ricordodella sofferenza provata anche soloparlandone e sfogandomi completa-mente.

Come tante, troppe persone ho vis-suto un incubo ad occhi aperti: dalladiagnosi del mio tumore tutto èesploso ed ho “spento il cervello” affi-dandomi completamente ai miei istin-ti e lasciandomi trasportare daglieventi affrontando attimo dopo attimosenza pensare al perché e al perco-me era successo a me e come pote-vo andare avanti. Spesso il nostroistinto, sopito dentro di noi, ha unvalore incredibile e può essere fon-damentale per non lasciarsi andare eper affrontare tutto quello che unaoperazione ed una serie di terapie tiprovocano. Io avevo un tumore allalingua, una rarità: e certo, come pote-va colpirmi qualcosa di banale?Ebbene, ho subito una pesante ope-razione che mi ha lasciato diverseconseguenze, anche molto comples-se e delicate su cui ho dovuto lavora-re per mesi. Il dolore che ho provatosia fisico che psicologico non è quan-tificabile, non riesco nemmeno adescriverlo. Posso solo dire che misono risvegliata con una “semilin-gua”ricostruita con una parte del mioquadricipite, la mandibola tagliata, undente in meno, una tracheotomia, unbraccio immobile ed un dolore e gon-fiore incredibili in tutto il viso. Noncontando dunque diverse cicatriciche mi accompagneranno per tutta la

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vita ed ogni volta che mi guarderòallo specchio mi ricorderanno questamia brutta esperienza. Sebbene nonpotessi parlare, mangiare, cammina-re per giorni, avevo accettato la miasituazione con serenità e speranzaattendendo con pazienza il giorno delmio riscatto. Avevo anche una lava-gnetta con un pennarello grazie aiquali potevo comunicare con le per-sone che venivano a trovarmi, e devodire di non aver mai amato un ogget-to come ho fatto con questo! Unacosa così infantile e semplice si è tra-sformata per me nell’unico canale dicomunicazione col mondo esternoed è stata veramente preziosa intanti momenti. Una cosa che hoimparato in questo periodo è statanon aver paura del silenzio e nonsentirmi in imbarazzo o a disagio sesi sta in silenzio con le altre persone.Fino ad allora per me era stato l’op-posto: piuttosto riempivo lo spazio trame e gli altri con le parole, anche inu-tili, mentre ora mi trovavo ad apprez-zare i momenti di silenzio e di con-templazione delle espressioni deglialtri. Penso che non ascolterò maipiù così profondamente qualcuno siacon le orecchie che con gli occhi.Dopo giorni di ripresa dall’ operazio-ne ho anche affrontato dei trattamen-ti radioterapici che per me sono statiil periodo peggiore : ogni giorno idolori, le vesciche in bocca, le infiam-mazioni, l’incapacità di parlare emangiare aumentavano esponenzial-mente e mi ritrovai dopo 33 sedutesfinita e distrutta in tutti i sensi. Ma funel momento di peggiore dolore e pri-vazione che la mia voglia di vitaesplose ed il giorno dopo la fine delleterapie io ed il mio compagno partim-mo con il nostro camper ed i nostricani verso la Bretagna: un luogo cheavevo tanto sognato nei giorni peg-giori, un’oasi in cui potevo cercare diriprendermi e di rifocillarmi chiuden-do con il passato “viaggio” così duroe doloroso.

In tutto il percorso sono stata seguitada medici più che competenti egeniali, persone con un grande cuore

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che sono state in grado di aiutarmi,rispettarmi e di trattarmi come unapersona e non come un caso clinico.Questo mio percorso però è statomolto lungo: in un anno ho lavoratotantissimo sulla ripresa della parola,sulla capacità di mangiare; insomma,sono ritornata bambina a 32 anni!Non contando anche tutta la fisiote-rapia fatta per il braccio, il collo e lapostura: ma ho dovuto lavorare più ditutto sulla mia pazienza e tenacia pernon perdere mai la speranza di tor-nare il più possibile come prima,almeno fisicamente. L’appoggio dellepersone a me care, il mio compagno,i miei genitori, i miei amici, è statofondamentale per “nutrire” e “rimpol-pare” l’energia necessaria per poterandare avanti ogni singolo giorno. E’difficile riassumere e trasmetteretutte le mie sensazioni ed emozioni inpoche righe, ma sono sicura che lepersone che con me condividono unmomento così terribile possono tro-vare nelle mie parole la speranza e laforza per cercare di superare anchequei momenti che sembrano insor-montabili. E’ fondamentale non mol-lare mai e crederci fino in fondo per-ché dobbiamo imparare a vivereveramente ogni secondo che abbia-mo senza sprecarlo , non dandoloper scontato e riconoscergli quelvalore che troppo spesso dimenti-chiamo.

Luisa BonettiPsico-Oncologadell’AssociazionePsicologa dell’U.O. di Oncologia MedicaAzienda OspedalieraTreviglio-Caravaggio

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cco un giovane di cui la comunitàtrevigliese può andare fiera, unesempio per tanti giovani e per la

speranza di un futuro nel quale il pro-gresso non si dissocia dalla difesa disaldi valori.Ciao Andrea, dalle nostre imprese tele-visive di STV1, ad una intervista ad unoscienziato, non ti nascondo una certaemozione.Alcune domande che intendono avvici-nare, appunto, lo scienziato che vivelontano da Treviglio al territorio, quello incui Amici di Gabry ogni giorno si sforza espera di portare sollievo ed aiuto allesofferenze.Partiamo dal tuo PERSONALE CON-CETTO DI TERRITORIO?Il territorio per me costituisce la mappa -geografica, relazionale e interiore - sucui si sono sviluppate tutte le esperienzeche mi hanno formato. In moltissime diqueste esperienze, l’ area di Treviglio e isuoi abitanti hanno ricoperto un ruolocentrale. Per questo, sebbene mi piacciapensarmi cittadino del mondo, sento

Treviglio più “mondo” del resto.QUAL È L’ ICONA DI TREVIGLIO DAPORTARE CON SÈ?Sono innumerevoli i ricordi, di eventi e diluoghi trevigliesi, che mi accompagnanoovunque. Se devo menzionare qualcosache è nato soltanto in tempi recenti, madi cui spesso mi piace dare resoconto alivello pubblico, talora anche in ambitointernazionale, indicherei il MuseoScientifico, che costituisce per me, cometrevigliese, un’icona da propagandare eun motivo di orgoglio speciale.QUALE IL RUOLO DEL TERRITORIONELL’ ORIGINE DEGLI INTERESSISCIENTIFICI?L’interesse per le Scienze e il desideriodi alzare gli occhi al cosmo è maturatosui banchi della scuole elementari DeAmicis, colle prime letture stimolate dallamaestra De Agostini, e nei giochi coimiei compagni di classe. Simulavamoviaggi spaziali e la nostra vita quotidianasu una base lunare. Poi, appena imparaia consultare le mappe del cielo, i punti diriferimento (nelle lunghe serate passatesul terrazzo della casa dei miei genitori)divennero il campanile, gli acquedotti, letorri industriali della città. Insomma, lecostruzioni che spiccavano per altezza eper mole nel panorama di Treviglio si tra-sformarono in un personalissimo siste-ma di coordinate celesti, che curiosa-mente, ancora oggi, mi trovo ad applica-re quasi inconsciamente anche quandoTreviglio è lontanissima.OGGI, DALLA SARDEGNA O DAL-L’AUSTRALIA, È POSSIBILE PERCE-PIRE I PROBLEMI E I CAMBIAMENTINEL TERRITORIO?La frequentazione intensa del mondosportivo, e del basket trevigliese in pri-mis, mi ha fornito per tantissimi anniun’occasione magnifica di incontrarepersone da cui molto ho imparato, e dipercepire i cambiamenti, le prospettive ei problemi dell’area ove abitavo, quasisempre riflessi in tempo reale nel conte-sto dello sport. Oggi purtroppo, non-ostante gli sforzi per tenermi aggiornato,

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mi trovo a vivere questi aspetti molto piùin superficie, mentre desidererei avere lacapacità di spendermi di più nell’areatrevigliese, per provare a restituire allamia terra almeno una parte di quanto miha dato. La vostra Associazione è ungrande esempio in tal senso. Diciamoche per me, ciò costituisce un progettoper il futuro, spero non troppo lontano.

BiografiaAndrea Possenti è nato il 9 luglio del1963 a Treviglio. Dopo aver frequentatoil Liceo Scientifico Lussana (oggi GalileoGalilei) a Caravaggio, si è iscritto allaFacoltà di Fisica presso l'Università diMilano. Parallelamente ha portato avan-ti l’attività di cronista sportivo, iniziatacome hobby saltuario all’età di 14 annisulla carta stampata, effettuando lerecensioni delle partite casalinghe dellaOr.Sa. Pallacanestro. A 16 anni haavviato le prime sporadiche collabora-zioni con la emittente televisiva locale,trasformatesi nella conduzione di unaregolare trasmissione, denominata“Obiettivo Sport” nel decennio successi-vo. Seguendo questa sua passione, hareso conto delle vicende dello sport, noncalcistico, della Provincia di Bergamo,con puntate in alcuni grandi eventi inter-nazionali, come i Mondiali di Atletica. Dopo la Laurea in Fisica, con una tesisulle Stelle di Neutroni (relatrice laprof.ssa Monica Colpi), si è trasferito aBologna, dove, presso la localeUniversità, ha portato avanti il Dottoratoin Astronomia sotto la guida del prof.Nicolò D’Amico. E’ in questa fase che èentrato direttamente in contatto con lestelle chiamate “pulsar”, per indagare lequali ha trascorso oltre due anni (negliultimi 12) presso il Radiotelescopio diParkes in Australia o presso ilRadiotelescopio di Green Bank negliStati Uniti. Queste lunghe trasfertehanno ovviamente determinato il pro-gressivo abbandono delle attività nelmondo sportivo, che sono tornate aessere solo occasione di impegno neltempo libero. Una volta ottenuto il Dottorato, Possentiha proseguito la sua attività in campoastrofisico, usufruendo dei cosiddettiAssegni di Ricerca, uno pressol’Università di Bologna e un secondopresso l’Osservatorio di Cagliari. E’ infi-ne divenuto ricercatore a tempo pienodell'Istituto Nazionale di Astrofisica

(INAF) nel 2005. È stato docente per iCorsi di Laurea in Astronomia e in Fisicapresso le Università di Bologna e diCagliari e dall'Ottobre 2010 è Direttoredell'INAF-Osservatorio Astronomico diCagliari e fa parte del “Board” delSardinia Radio Telescope (SRT), il piùgrande radio telescopio italiano e unodei più moderni del mondo, situato nelComune di San Basilio (35 chilometri anord di Cagliari) e oggi in fase di avviodella sua operatività.È membro del gruppo ristretto di scien-ziati europei che hanno ottenuto ilPremio Cartesio 2005, grazie alla sco-perta di oltre 700 nuove radiopulsar e, inparticolare, unitamente a Marta Burgaye Nicolò D’Amico, della prima pulsarDoppia. E' autore di più di 140 pubblica-zioni su riviste scientifiche professionalie ha tenuto oltre una ventina di semina-ri su invito in vari congressi e siti di ricer-ca internazionali.A fianco dell'attività di astrofisico, si èintensamente occupato di divulgazioneastronomica e diffusione della culturascientifica, inizialmente, negli anni ’90,presso il Museo Astronomico dell’Istitutodi Fisica dell’Università di Milano (aPalazzo Brera) e successivamente aBologna e in Sardegna. In totale, sonooltre 220 le conferenze pubbliche tenutenegli ultimi 15 anni, molte delle qualidedicate agli studenti delle scuole. Haanche pubblicato due libri di divulgazio-ne (“Eclissi”, eds. Mursia 1999, e“Comete, diario di viaggio”, 1.a edizioneCuen 1997, 2.a edizione Mimesis 2002)dedicati ai fenomeni celesti emotiva-mente più coinvolgenti.

Durante DomenicoVolontario dell’ associazione“Amici di Gabry”

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inalmente è arrivata...l’Estate!L’estate è periodo di vacanze, diviaggi, di attività all’aria aperta;

sole e movimento sono ingredienti indi-spensabili per il benessere del corpo edella mente.Ben si sa che il cibo è il carburante checi permette di affrontare la giornata conla giusta carica ed energia, ma nonsolo. Una dieta corretta e alcunesostanze contenute negli alimenti pos-sono influire positivamente anche sulnostro stato d’animo e sul nostro buo-numore.Per questo motivo, in questo periododell’anno, la nostra dieta dovrebbemodificarsi, alleggerendosi di cibi grassiche ci appesantiscono e ci rendono piùdifficile da tollerare il caldo e il sole.Curare l’alimentazione è sempre impor-tante ma durante l’estate, quando ilcaldo si fa sentire, alimentarsi in modoappropriato è fondamentale per conser-vare un buono stato di salute.Innanzitutto, per contrastare l’aumentoeccessivo della sudorazione, che puòcausare delle carenze di sali minerali,oligoelementi e vitamine è indispensabi-le introdurre molti liquidi, in particolareacqua, frullati e centrifughe, limitare ilconsumo di bibite gasate, molto zuc-cherate e alcoliche.Con il caldo, i processi digestivi sonomeno efficienti per cui si raccomanda ilconsumo di cibi leggeri.Una dieta sana e ben bilanciata deveprevedere il consumo regolare di fruttae verdura, alimenti che in particolarmodo in estate dovrebbero essere con-sumati in grandi quantità: contengonomolti liquidi e sono ricchi di sali minera-li e di vitamine. Meglio consumarli crudiperchè mantengono inalterato il loroprezioso contenuto.

La frutta è il dono più prezioso e gustosodell’estate; gradita per l’invitante fre-schezza, ha un modesto apporto caloricoed è capace di soddisfare l’appetito.Bellezza, sapore e salute, le tre qualitàdella frutta di stagione che fa bene alcorpo e alla mente.Dalle pesche ai meloni, passando perangurie, albicocche e ciliegie, l’estate èsicuramente la stagione in cui a tavolatrionfano gusto e colore.La frutta contiene la vitamina A, C ed Eche sono “antiossidanti naturali”, in gradodi contrastare l’azione negativa dei radi-cali liberi e di proteggere da diverse pato-logie come l’Alzheimer, infarti e tumori.Le Albicocche contengono vitamina B,

C ed abbondanti carotenoidi (precursoridella vitamina A). Questo frutto aiuta ilsistema immunitario ed è un toccasanaper la pelle, le unghie e i capelli.L’Anguria contiene vitamina A e C, frut-tosio e potassio, stimola la diuresi ed èdrenante.Le Ciliegie sono ricche di flavanoidi, con-tro i radicali liberi e l’invecchiamento dellapelle. La melatonina contenuta nelle cilie-gie aiuta il sonno. Mangiarle fa beneanche al cuore, riducono il colesterolo.Le Fragole contengono vitamina C, saliminerali come il ferro, calcio, fosforo epotassio, sono depurative e diuretiche.I Mirtilli contengono vitamina A e C,fosforo e potassio, sono antibatterici, pro-teggono i vasi sanguigni e fortificano icapillari.Il Melone ha una funzione dissetante erinfrescante, favorisce l’eliminazionedelle tossine. È il frutto ideale per rasso-dare e rinforzare la pelle mantenendolafresca e tonica.Il Ribes è un alleato dell’apparato dige-rente e del fegato. Depurativo, dissetantee diuretico, combatte lo stress e la fatica.Le Pesche sono ricche di vitamina A, B eC, di calcio e zinco. Favoriscono la secre-zione di succhi gastrici, stimolando ladigestione. Ha proprietà lassative e diu-retiche.E allora riempiamo il nostro carrello dibuona frutta e ….BUONA ESTATE a tutti!

Giusi De AgostiniPsicologa dell’U.O. di Oncologia MedicaAzienda OspedalieraTreviglio-Caravaggio

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AMICI DI GABRY - ONLUSSede Associativa V.le Oriano, 20 • 24047 Treviglio (BG) - Tel. e Fax: 0363 305153

[email protected] - www.amicidigabry.itReg. Prov. Ass. 28/96 - Fg 7 - Sez. D - P.I./C.F. 02645050168

L’ASSOCIAZIONE OFFRE I SEGUENTI SERVIZI

• SPORTELLO INFORMATIVOE’ un servizio rivolto a chi, per la prima volta, entra in contatto con l’Associazione,

ha come obiettivo quello di accogliere i bisogni della persona e di aiutarla a conoscere la realtà del nostro lavoro attraverso la presentazione dei servizi che offriamo.

• SPORTELLO DI CONSULENZA PSICOLOGICAE’ uno spazio di ascolto e di elaborazione dei vissuti legati alla malattia al quale potersi rivolgere per una consulenza o individuale o familiare, presso Day Hospital Oncologico

• SPORTELLO DI CONSULENZA LEGALEIl servizio è a disposizione esclusivamente per i soci dell’Associazione

per problematiche inerenti alla malattia.Per appuntamento telefonare negli orari di apertura alla sede associativa

in Viale Oriano a Treviglio

Promuoviamo incontri formativi rivolti alla popolazione e/o a piccoli gruppi su tematiche legate alla malattia tumorale.

Più forza ad “Amici di Gabry” più servizi ai malatiVUOI FINANZIARCI? ECCO COME:

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