*7 30. $30/$ 4PQSJOUFOEFO[BTFO[B DBTTB ......L M5S ha partecipato alla mobilitazione con-tro tutto...

6
CARLO ALBERTO BUCCI ALESSANDRA PAOLINI N ATALE di Roma, “ratto del Colosseo”. C’è chi ricorde- rà così i 2700 anni della fondazione dell’Urbe, ovvero con la guerra scoppiata in Campido- glio tra la sindaca Raggi e il mini- stro Franceschini per la nuova ge- stione dell’Anfiteatro Flavio, gio- iello di Roma per storia, bellezza e per gli incassi: 40 milioni all’an- no. Nello stesso giorno, venerdì 21 aprile, il Collegio romano co- munica a tutte le sue diramazio- ni (meno una) dove i soldi di bi- glietti andranno a finire. Ovvero sul conto corrente del nuovo gio- iello che accorpa Colosseo, Fori, Palatino e Domus Aurea. Recita la circolare: “Restano in capo al Parco archeologico del Colosseo il codice fiscale, il codice Ipa e il conto di Tesoreria intestati alla Ex soprintendenza speciale per il Colosseo e l’Area archeologica centrale in considerazione del fatto che la gestione del maggior volume d’affari resterà in capo a tale istituto”. Insomma, già da due giorni il bancomat Colosseo è stato “congelato”. È in attesa che la creatura di Franceschini, affidata ad interim al direttore generale per l’Arte e l’architettu- ra contemporanea, Federica Gal- loni, in attesa che a fine giugno venga scelto tra 84 esperti il su- per manager per l’arena dei gla- diatori, si doti di una sede, di un comitato scientifico, di un cda e di un collegio dei revisori dei con- ti. Senza organismi amministra- tivi e di indirizzo il forziere del Co- losseo, il direttore può aprirlo? Ma dal ministero gettano ac- qua sul fuoco. Spiegano che gli aspetti contabili non sono un pro- blema. E che il periodo di interre- gno «sarà gestito senza alcuna difficoltà come è già avvenuto nel 2015 per i primi venti musei autonomi e come è avvenuto lo scorso anno per gli altri 10 i istitu- ti dei quali alcuni a Roma: Ostia antica, Appia e Museo nazionale romano». La nuova Soprintendenza sta- tale depauperata del Colosseo (ne accorpa 3 e ora si chiama So- printendenza speciale Archeolo- gia, belle arti e paesaggio di Ro- ma) è rimasta però senza conto corrente sebbene abbia un nuo- vo, suo codice identificativo (Ipa). «Delle motivazioni alla ba- se di questa iniziativa non sono al corrente — dice il soprinten- dente Francesco Prosperetti — La nota della Direzione generale del Bilancio da cui ha origine il provvedimento non ci è stata in- viata. Dunque, una sorpresa diffi- cile da commentare: per questo venerdì sera ho chiesto per iscrit- to che la nota ci venga inoltrata». Senza portafoglio e senza se- de, Prosperetti. La nuova direttri- ce del Museo nazionale romano, Daniela Porro, ha infatti richie- sto le stanze della sede di piazza Soprintendenza senza cassa tutti i fondi al Colosseo ma ora non può spenderli Il ministero sposta il conto sul nuovo istituto privo però di personale E rassicura: “Tempi tecnici”. Sfratto a palazzo Massimo, Sos Appia LE MERAVIGLIE Il Colosseo (a destra) perla del nuovo parco archeologico, incassa quaranta milioni di euro all’anno con sei milioni di visitatori. il Parco dell’Appia antica (a sinistra) vende invece molti meno biglietti, e ha problemi di sede e organici Il patrimonio della città

Transcript of *7 30. $30/$ 4PQSJOUFOEFO[BTFO[B DBTTB ......L M5S ha partecipato alla mobilitazione con-tro tutto...

Page 1: *7 30. $30/$ 4PQSJOUFOEFO[BTFO[B DBTTB ......L M5S ha partecipato alla mobilitazione con-tro tutto questo sfilando lo scorso 7 maggio nel-la manifestazione romana del coordinamento

IV ROMA CRONACA laRepubblica DOMENICA 23 APRILE 2017

CARLO ALBERTO BUCCI

ALESSANDRA PAOLINI

NATALE di Roma, “ratto del Colosseo”. C’è chi ricorde-rà così i 2700 anni della

fondazione dell’Urbe, ovvero con la guerra scoppiata in Campido-glio tra la sindaca Raggi e il mini-stro Franceschini per la nuova ge-stione dell’Anfiteatro Flavio, gio-iello di Roma per storia, bellezza e per gli incassi: 40 milioni all’an-no. Nello stesso giorno, venerdì 21 aprile, il Collegio romano co-munica a tutte le sue diramazio-ni (meno una) dove i soldi di bi-glietti andranno a finire. Ovvero sul conto corrente del nuovo gio-iello che accorpa Colosseo, Fori, Palatino e Domus Aurea. Recita la circolare: “Restano in capo al Parco archeologico del Colosseo il codice fiscale, il codice Ipa e il conto di Tesoreria intestati alla Ex soprintendenza speciale per il Colosseo e l’Area archeologica

centrale in considerazione del fatto che la gestione del maggior volume d’affari resterà in capo a tale istituto”. Insomma, già da due giorni il bancomat Colosseo è stato “congelato”. È in attesa che la creatura di Franceschini, affidata ad interim al direttore generale per l’Arte e l’architettu-ra contemporanea, Federica Gal-loni, in attesa che a fine giugno

venga scelto tra 84 esperti il su-per manager per l’arena dei gla-diatori, si doti di una sede, di un comitato scientifico, di un cda e di un collegio dei revisori dei con-ti. Senza organismi amministra-tivi e di indirizzo il forziere del Co-losseo, il direttore può aprirlo?

Ma dal ministero gettano ac-qua sul fuoco. Spiegano che gli aspetti contabili non sono un pro-

blema. E che il periodo di interre-gno «sarà gestito senza alcuna difficoltà come è già avvenuto nel 2015 per i primi venti musei autonomi e come è avvenuto lo scorso anno per gli altri 10 i istitu-ti dei quali alcuni a Roma: Ostia antica, Appia e Museo nazionale romano».

La nuova Soprintendenza sta-tale depauperata del Colosseo

(ne accorpa 3 e ora si chiama So-printendenza speciale Archeolo-gia, belle arti e paesaggio di Ro-ma) è rimasta però senza conto corrente sebbene abbia un nuo-vo, suo codice identificativo (Ipa). «Delle motivazioni alla ba-se di questa iniziativa non sono al corrente — dice il soprinten-dente Francesco Prosperetti — La nota della Direzione generale

del Bilancio da cui ha origine il provvedimento non ci è stata in-viata. Dunque, una sorpresa diffi-cile da commentare: per questo venerdì sera ho chiesto per iscrit-to che la nota ci venga inoltrata».

Senza portafoglio e senza se-de, Prosperetti. La nuova direttri-ce del Museo nazionale romano, Daniela Porro, ha infatti richie-sto le stanze della sede di piazza

Soprintendenza senza cassatutti i fondi al Colosseoma ora non può spenderliIl ministero sposta il conto sul nuovo istituto privo però di personaleE rassicura: “Tempi tecnici”. Sfratto a palazzo Massimo, Sos Appia

LE MERAVIGLIE

Il Colosseo (a destra) perla del nuovo parco archeologico, incassa quaranta milioni di euro all’anno con sei milioni di visitatori. il Parco dell’Appia antica (a sinistra) vende invece molti meno biglietti, e ha problemi di sede e organici

Il patrimonio della città

Page 2: *7 30. $30/$ 4PQSJOUFOEFO[BTFO[B DBTTB ......L M5S ha partecipato alla mobilitazione con-tro tutto questo sfilando lo scorso 7 maggio nel-la manifestazione romana del coordinamento

laRepubblica DOMENICA 23 APRILE 2017 V

dei Cinquecento, come quelle del-le Terme di Diocleziano: accanto alle opere d’arte ci sono infatti gli uffici della soprintendenza che ora viene invitata a traslocare.

In cerca di casa anche il Parco archeologico dell’Appia antica. In sua difesa scende in campo Ita-lia nostra nazionale: “Il parco è partito con una forte carenza di organico e risorse e senza che sia-

no stati individuati i luoghi adat-ti per gli uffici”. Infatti, non è an-cora partita la mobilità interna. E il gigantesco esercito della vec-chia soprintendenza aspetta di essere smistato tra i parchi di Ap-pia, Colosseo e Ostia, nei musei e negli uffici della nuova struttura di Prosperetti. Grande confusio-ne all’ombra del Colosseo.

<DALLA PRIMA DI CRONACA

TOMASO MONTANARI

MA basta ricordare che giustificò proprio con la sottrazione di quegli introiti l’in-troduzione del biglietto al Pantheon per

capire che non è vero. Come dimostra anche l’ag-gressiva operazione con la quale il ministro ha sfilato al Comune le Scuderie del Quirinale, sia-mo di fronte ad una precisa strategia: fare del Collegio Romano il vero centro decisionale della politica culturale romana. Se si aggiunge il fatto che la moglie di Franceschini guida l’opposizio-ne pd in Campidoglio ce n’è abbastanza per inne-scare uno scontro frontale.

La disarticolazione del patrimonio culturale romano in più centri decisionali e la sostanziale demolizione della soprintendenza sono destina-ti a incidere in negativo su ogni progetto di frui-zione integrata. Lo “scippo” del Colosseo è la pie-tra tombale sul progetto di Antonio Cederna: un unico parco civico e archeologico che unisse l’Ap-pia ai Fori senza soluzione di continuità. È dun-que naturale che il sindaco reagisca.

La stragrande maggioranza della comunità scientifica dell’archeologia e della storia dell’ar-te si è pronunciata (con documenti ufficiali del-le varie consulte) contro la riforma Franceschi-ni, giudicata il punto più basso della storia della tutela nell’Italia unita. Il patrimonio è stato divi-so in una good company (grandi musei e grandi monumenti) che mercifica in modo cinico e anti-culturale ciò che gli è affidato, e nella bad compa-ny del territorio, delle biblioteche e degli archi-vi. La politica ha colonizzato gli organismi scien-tifici secondo il modello Rai, e la ricerca è ormai fuori dall’agenda. Infine, appare fuori controllo l’uso spregiudicato di un precariato senza dirit-ti, travestito da volontariato.

L’M5S ha partecipato alla mobilitazione con-tro tutto questo sfilando lo scorso 7 maggio nel-la manifestazione romana del coordinamento Emergenza Cultura. E il vicesindaco Luca Berga-mo ha dichiarato: «Basta con lo sfruttamento in-tensivo del nostro patrimonio a meri fini di bi-glietteria». Se questo ricorso non è una lite per la cassa, ma il primo passo verso una politica cultu-rale alternativa, allora si potrebbe aprire uno scenario di grandissimo interesse.

MAURO FAVALE

«MAI, in passato, il Colos-seo ha trasferito risor-se al Comune di Ro-

ma». Il giorno dopo la “dichiara-zione di guerra” del Campidoglio al governo sulla gestione del mo-numento più visitato (e soprat-tutto più redditizio) d’Italia, è il ministro Dario Franceschini a battere un colpo. Insiste sulle «fa-ke news» della sindaca che l’al-tro ieri aveva contestato la ripar-tizione dei ricavi della vendita dei biglietti dell’Anfiteatro Fla-vio dopo l’istituzione, decisa dal Mibact, del Parco archeologico. Di quei 40 milioni l’anno, «solo il 30%» resterà alla vecchia Soprin-tendenza, privata del controllo di Colosseo, Foro romano, Palati-no e Domus Aurea. «Prima — so-stiene la Raggi — ne andava l’80%».

Per il ministro il calcolo non è preciso: «Le risorse derivanti dai biglietti del Parco Archeologico — scrive — contribuiranno per un 80% alla tutela e valorizzazio-ne di tutti i beni culturali statali presenti nel territorio di Roma, di cui il 50% a quelli siti nell’area archeologica centrale e il 30% a quelli nel restante territorio del-la città, di competenza della So-

printendenza speciale di Roma». Il restante 20%, invece, «come già avviene dal 2015 per tutti i musei e i luoghi di cultura dello Stato, contribuirà al sostegno dell’intero sistema museale na-zionale».

Al di là delle accuse di “fake news”, lo scontro, come si evince dalle dichiarazioni, insiste sulla filosofia alla base della divisione dei fondi: per il Comune, il parco premia maggiormente l’area ar-cheologica destinando al resto della città “le briciole”. Per il mini-stero non cambia nulla e anche il resto del patrimonio della capita-le continuerà a essere valorizza-

to, beneficiando di una migliore gestione del parco del Colosseo. Secondo l’assessore alla Cultura Luca Bergamo (che da mesi è en-trato in polemica con Franceschi-ni) «il Campidoglio non ricorre al Tar solo per i soldi», anche se la questione è centrale: «Sarà il Mi-bact — afferma — a decidere di volta in volta quanti soldi girare alla Soprintendenza». Una discre-zionalità contestata dal Comune.

Il conflitto è, dunque, politico e di “poteri”, con la giunta M5S che nel suo ricorso al Tar imputa al Mibact proprio un «eccesso di potere, contradditorietà e difet-to di istruttoria in relazione all’Accordo di valorizzazione sot-toscritto il 21 aprile 2015» dal mi-nistro Franceschini con l’allora sindaco Ignazio Marino, l’atto al-la base del decreto che a gennaio ha istituito il nuovo parco archeo-logico. «Un parco per soli turisti», attacca ancora Bergamo, «in con-trasto con i principi di trattati in-ternazionali e dell’Unione euro-pea che anche il ministro ha volu-to e che dicono che il patrimonio culturale è una risorsa fondamen-tale per la promozione delle rela-zioni umane e del benessere dei cittadini». La guerra, come si ve-de, è solo all’inizio.

CONTRARIO

Una pietra tombalesul sogno di Cederna

«DALLA PRIMA DI CRONACA

GIULIANO VOLPE

UNA svolta realizzata dal ministro France-schini. I presupposti: il 30 dicembre 2014 veniva consegnata al ministro e

all’allora sindaco Marino lo studio di una Com-missione paritetica Mibact-Roma Capitale, pre-sieduta da chi scrive, che proponeva varie solu-zioni e suggeriva la nascita di un organismo unitario per l’area archeologica centrale. La ve-ra assurdità sta nella separazione di competen-ze e di azioni. Il 21 aprile 2015 si ebbe la sotto-scrizione di un accordo tra ministro e sindaco e si lavorò al progetto di un Consorzio, ma il pro-getto si bloccò. Costituita la nuova Giunta, chie-si all’assessore Bergamo un incontro (tenutosi il 14.11.2016) per proporre la ripresa di un per-corso comune. Purtroppo, non ci furono le con-dizioni.

Si è giunti poi all’istituzione del Parco, atto coerente con la riforma del Mibact. In questo di-segno Roma ha avuto, giustamente, un tratta-mento speciale: ben 10 musei-parchi dotati di autonomia, con un direttore, un cda, un comita-to scientifico. Alla Soprintendenza, che ora si occuperà della tutela dell’intero patrimonio culturale di Roma (prima operavano ben tre di-verse Soprintendenze) è rimasto lo statuto spe-ciale.

Parco non è necessariamente sinonimo di spazio separato. Siamo tutti consapevoli che l’area centrale debba conservare — e accentua-re — la sua funzione di spazio vivo e vitale capa-ce di rendere esplicito il senso di luoghi e monu-menti. Con servizi adeguati, capace di contri-buire al miglioramento della qualità della vita urbana, ricca di valori che favoriscano la socia-lizzazione: un vero parco urbano. Rilancio della ricerca, iniziative culturali, programmi di re-stauro e di manutenzione, comunicazione effi-cace, uso delle tecnologie, saranno tra i compi-ti del nuovo direttore, che potrà occuparsi a tempo pieno di questa porzione di Roma. Con la speranza anche che possa ripartire un’inte-sa tra ministero e comune, mettendo da parte polemiche e contrapposizioni.

(presidente del Consiglio superiore beni cul-turali e paesaggistici del Mibact)

Il ministro Dario Franceschini

PALAZZO MASSIMO

Il museo ospita anche uffici della Soprintendenza

©RIPRODUZIONE RISERVATA

LA POLEMICA/ PROSEGUE LO SCONTRO TRA BERGAMO E IL MINISTRO FRANCESCHINI

“Un parco per turisti”“Basta con le fake news”

IL MUSEO DELLE TERME

Altri uffici alle Termedi Diocleziano

I LUOGHI

FAVOREVOLE

Il patto col Mibactbloccato dal M5S

OSTIA ANTICA

Ostia Antica, comel’Appia, è diventatosito archeologicoautonomo

Page 3: *7 30. $30/$ 4PQSJOUFOEFO[BTFO[B DBTTB ......L M5S ha partecipato alla mobilitazione con-tro tutto questo sfilando lo scorso 7 maggio nel-la manifestazione romana del coordinamento

-TRX IL:22/04/17 22:42-NOTE:

-MSGR - 20_CITTA - 38 - 23/04/17-N:

38

www.ilmessaggero.it

Domenica23Aprile 2017Cronaca di Roma

L’INTERVENTO

Carodirettore,Virginia Raggi, sindaca

di Roma, ed io al suo fian-co, abbiamo annunciatoche RomaCapitale ha pre-sentato un ricorso al TAR

del Lazio chiedendo la sospensi-va e poi l’annullamento del de-creto con cui ilMIBACTha deci-so di istituire una nuova struttu-ra, il Parco archeologico del Co-losseo e dei Fori, che crea ulte-riori sovrapposizioni nella tute-la e valorizzazione del patrimo-nio culturale diRoma.Lagiunta comunalehadeciso

di ricorrere al Tribunale perchéil Ministero ha unilateralmentepreso decisioni su una materiadi interesse strategico per la cit-tà e la sua comunità, senza ac-cettare di confrontarsi, comepureproposto apiù riprese.Le ragioni di sostanza e di di-

ritto sono molte: la violazionedell’Accordo di valorizzazionefirmato tra Roma e Ministeropochi anni fa; l’imposizione uni-laterale e illegittima di scelteche hanno effetto su valori stra-tegici per lo sviluppo della cittàe della sua comunità; l’eccessodi potere da parte del Ministeroche scavalca prerogative ricono-sciute per legge a Roma qualecapitale (e piu’ in generale ai go-verni delle città); la centralizza-

zione nel Ministero di decisionisull’uso di risorse generate da eper la città, e altro ancora.Il Ministro Franceschini rea-

gisce dicendo che diamo notiziefalse e che siamo contro l’inno-vazione. Fandonie. Il decreto acui ci opponiamodice che solo il30% delle risorse generate dalnuovo ente andrà alla Soprin-tendenza di Roma e sul destinodel resto deciderà il Ministero,mentre oggi l’80% resta automa-ticamente a Roma. E’ falso chesiamo contro le innovazioni.Noi abbiamo proposto innova-zioni senza precedenti. Abbia-mo offerto di creare un consor-zio per curare insieme tutto ilpatrimonio culturale di Roma,non solo al centro. Solo così sievita di fare un polo di serie A(quello ricco al centro per turi-sti) e tanti di serie B (nel restodella città senzamezzi). Solo co-sì si risolve una volta per tutte ilconflitto, con relative lentezze espesso arbitrarietà delle decisio-ni, generato dalla sovrapposizio-

ne delle tante autorità che han-no voce in tema di patrimonioculturale sul territoriodiRoma.Non siamo affatto contro l’in-

novazione. Al contrario, è vec-chio il modello cui s’ispira la ri-formadelMIBACT.

IL MODELLOUnmodello che investe solo nelturismo, per poi tardivamenteaccorgersi che servono misureper contenerlo, quando si accor-ge di aver soffocato il centro diVenezia e aver seppellito di turi-stimordi e fuggi quello delle cit-tà d’arte. Un modello incapacedi promuovere un turismo so-stenibile che vive delle tanteme-raviglie che punteggiano il terri-

torio delle nostre citta, e non so-lo il patrimonio già noto. Unmo-dello che si dimostra incapacedi redistribuire le risorse gene-rate dal turismo fuori dagli at-trattori turistici classici. Unmo-dello vecchio che contraddice lepiù moderne e importanti con-venzioni e decisioni internazio-nali sottoscritte dall’Italia inma-teria di patrimonio culturale(da ultimo quelle dell’UE). Vec-chio, perché chiuso nel suo dog-ma si dimostra incapace di sti-molare la creazione di attivitàeconomiche ad alto valore ag-giunto, ormai emergenti in tuttaEuropa. È il Ministero che nonsa innovare, non la Roma di Vir-ginia Raggi. Servono riformeprofondee coraggiose, capaci diliberare l’immenso potenzialesociale ed economico chederivada una gestione del patrimonioculturale che lo integra nella vi-ta civile e culturale della città,non che lo separa. Riforme chesono necessarie per consentireaRomadimettere la suaunicitàa servizio dello sviluppo del pae-se. Noi ci siamo. Presentando ilricorso e ripetendo, come pureabbiamo fatto oggi, l’offerta dicreare una collaborazione traistituzioni sul governo del patri-monio e in tutta la città lo dimo-striamo. IlMinistero?

LucaBergamo**vicesindaco

e assessore allaCultura

«È falso che siamo contro l’innovazione,il Mibact non si è confrontato con noi»

LA POLEMICA

Almio segnale, scatenate l’inferno.Il fiero Massimo Decimo Meridionon l’avrebbe certo immaginatoche il suo Colosseo potesse innesca-reunabizzarra guerradegli incassitra un Comune che rivendica risor-se di monumenti statali e un Mini-stero dei beni culturali che gli ri-corda che le risorse statali, a nor-ma di legge, devono comunque re-stare al patrimonio dello Stato. In-somma, un braccio di ferro che hapiù il sapore di una bagarre politi-ca che di scrupolo culturale.Tant’è. «Un gesto senza preceden-ti», stigmatizza il ministro DarioFranceschini, il ricorso al Tar pre-sentato ieri dalla sindaca VirginiaRaggi (tramite l’avvocatura capito-lina) contro l’istituzione del parcoarcheologico del Colosseo perché«lesivo degli interessi di Roma», silegge nella nota, e contro la nomi-na del direttore attraverso il bandointernazionale. Tutto ruota intor-no a quel tesoretto di 44.431.551mi-lioni di euro che l’Anfiteatro Flavioha incassato dal pagamento dei bi-glietti nel 2016 (un -2,17% rispettoal 2015 quando ne guadagnava44.613.000).

LA DENUNCIACosa denuncia la sindaca Raggi?Che con la nascita del parco del Co-losseo, gli incassi d’oro del monu-mento lascino Roma e non venga-no più investiti sulla città. Fermorestando che dal bancomat Colos-seo (monumento delMibact) non èmai piovuto un centesimo sul patri-monio in consegna al Comune diRoma, all’indomani del coup detheatre del Campidoglio, è stato ilministro Franceschini a chiarireeuroper euro tutto il caso sollevatodai 5S. «Prima della riforma, l’80%degli incassi del Colosseo restavasu Roma per il Colosseo, Foro Ro-mano, Palatino, e il resto del patri-monio statale diRoma in consegnaalla Soprintendenza speciale,men-tre il 20% andava al fondo di solida-rietà nazionale, come fanno tutti imusei statali italiani a favore deimusei piùpiccoli».Dopo la riformache succede? «L’80% degli incassidel Colosseo resta su Roma per ilColosseo, Foro Romano, Palatino eil resto del patrimonio statale,men-tre il 20% va al fondo di solidarietànazionale, come fanno tutti imuseistatali italiani a favore dei museipiù piccoli. Notate qualche diffe-renza?». Entriamo ancora di più

nel dettaglio del decreto di riformache tanto impensierisce la sindacaRaggi e il suoassessore allaCulturaLuca Bergamo. Perché la riformaprevede una ripartizione specificadei fondi introitati dai biglietti delColosseo. Dell’80% che resterà aRoma, il 50% andrà nelle casse delparco archeologico del Colosseo(che comprende anche il Foro Ro-mano, Palatino e Domus Aurea),mentre il 30% volerà alla nuova So-printendenza Archeologia, belleArti e Paesaggio di Roma. Eccolo,quel 30% che resta al territorio ro-mano (ricordiamolo, statale) e chefa tuonare la Raggi: «Roma non habisogno di zone di serie A a zone diserieB.Tutti i posti devonoavere lastessa dignità». Peccato che la Rag-gi dimentica che la nuova Soprin-tendenza non deve più affrontarele spese per l’area archeologicacentrale, non ha più in consegnal’Appia Antica, le quattro sedi delMuseo nazionale Romano, tutto ilcomplessodiOstiaAntica ePortus,perché sono diventati enti a gestio-ne autonoma. Come a dire, i costipotrebbero essere diversi rispettoal bilancio degli anni precedenti.Come precisano i tecnici del Colle-gio Romano, «questa ripartizionedei fondi tra parco e Soprintenden-za di Romanon è stata improvvisa-ta per il decreto, ma è stata definitasulla base di uno studio della conta-bilità storica degli investimenti del-

la Soprintendenza, garantendo aquest’ultima una cifra mai inferio-re al 30%. Tant’é che la Soprinten-denza di Roma, che resta speciale,continua ad essere una delle piùricched’Italia conun flusso regola-re ed enorme di risorse». Pensareche tutta questa bagarre non è suc-cessaaTorino, con la sindaca grilli-na Chiara Appendino, per i MuseiReali diventati autonomi. E non èsuccessa a Firenze, dove Uffizi eGalleria dell’Accademia conquista-no quasi 20 milioni di euro di in-troiti dai biglietti. Perché solo aRo-ma?Esoloal Colosseo?

LauraLarcan

Colosseo, lite sui fondiIl ministero: «La Capitalenon perderà gli incassi»`Dopo il ricorso al Tar del Campidoglio, Franceschini assicura:«Una fetta consistente degli introiti resta al parco archeologico»

Il ministro Dario Franceschini

IL COLLEGIO ROMANO:«LA SOPRINTENDENZAMANTIENE LO STATUSSPECIALE CONUNO DEI BUDGETPIÙ ALTI D’ITALIA» Luca Bergamo

IL VICESINDACOLUCA BERGAMO:«ECCESSO DI POTEREDEL MINISTERO CHESCAVALCA PREROGATIVERICONOSCIUTE A ROMA»

Page 4: *7 30. $30/$ 4PQSJOUFOEFO[BTFO[B DBTTB ......L M5S ha partecipato alla mobilitazione con-tro tutto questo sfilando lo scorso 7 maggio nel-la manifestazione romana del coordinamento

RM12 TEMPO LIBERO Domenica 23 Aprile 2017 Corriere della Sera

Santa CeciliaOmaggio a Irma Ravinale Omaggio a Irma Ravinale, compositrice emerita della Repubblica e accademica di Santa Cecilia, oggi alle 18 all’Auditorium (viale de Coubertin 30, info: 06.80241281). Alcuni dei suoi allievi eseguono «Sombras», della Ravinale, e prime esecuzioni assolute. Giulia Perroni legge la sua poesia «La nascita della musica» (2017).

VIVERELA

CITTÀ

Via dei GreciTrovesi, pagine ispirate a MannPer «Percorsi jazz», oggi alle 18 a ingresso libero nel Conservatorio Santa Cecilia (via dei Greci 18, info: 06.45550854) Alessio Sebastio pianoforte e Min Ji Kim voce. Alle 19 «Berg Heim, una piccola montagna magica» di Gianluigi Trovesi (foto), ispirato a Thomas Mann, con Paolo Damianial contrabbasso e Ettore Fioravanti alla batteria.

AuditoriumVidotto, storia d’Italia in 100 fotoPer «Speciale lezioni di storia», incontro con Vittorio Vidotto «Storia d’Italia in 100 foto. 1860-1918» oggi alle 11 all’Auditorium (sala Sinopoli, viale de Coubertin 30, info: 06.80241281). Dall’Unità a oggi la fotografia ha registrato eventi e umori di una società in divenire e ha contribuito alla costruzione dell’identità nazionale.

M olti equivoci intorno a «Emilia» diClaudio Tolcachir, in scena all’Argentina. C’era una calamita,

Giulia Lazzarini. A chiunque si chiedesse com’era lo spettacolo, rispondeva: c’è una eccezionale Giulia Lazzarini. Ma la commedia? e lo spettacolo? Girarci intorno è inutile, anzi dannoso. La commedia è modesta; ancor più modesto lo spettacolo. L’Emilia del titolo è la ritrovata tata di Walter. Costei a Walter ha tutto sacrificato. Quando all’inizio accenna alla prigione che le è toccata in sorte non capiamo. Solo in conclusione intuiremo che essa è l’estremo sacrificio per colui che allevò da bambino: aveva quasi rinunciato al suo, di figlio; era vissuta per strada con un cane; poi ritrova Walter e si imbatte nel dramma familiare. Walter ha sposato Carolina, che già aveva un figlio, Leo. Quando entrerà in scena Gabriel, il padre di Leo, cominceremo a vedere con chiarezza il quadro. Perché i componenti di quella famiglia (complice non poco la regia) non facevano che abbracciarsi, toccarsi, carezzarsi, strofinarsi, sbaciucchiarsi? Tra loro, qualcosa non andava per niente bene. Avremmo potuto intuirlo dal comportamento di Carolina, Pia Lanciotti: che un poco si trascinava di qua e di là, un’anima persa. La verità è che Carolina non ha mai amato il sempre entusiasta, il sempre sopra le righe, Walter, ossia Sergio Romano. Nel momento in cui lei se ne va, lui la strangola e noi supponiamo che Emilia si sia assunta la responsabilità dell’omicidio. Insomma un melodramma travestito per tre quarti da commedia. In esso la scena di Paola Castrignanò appare incongrua (un ammasso di cuscini e materassi per delineare il quadro di un trasloco e invero di un assedio). Gli attori, tutti eccedono e vanno ciascuno per conto proprio. La stessa Lazzarini si limita a muovere le mani, troppo, e ad assumere le vesti dell’addolorata, colei che ha gettato il cuore oltre l’ostacolo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

La Recensione

«Emilia», tutto modesto: commedia e spettacolo

Interprete Giulia Lazzarini, protagonistadi «Emilia», commediache va in scena ancora oggial Teatro Argentina

Colosseo pigliatutto (e la cassa). Azzeratala soprintendenza Una circolare cancella di fatto l’ex Archeologica Prosperetti: «Sorpresa, noi neanche avvertiti»

Il parco archeologico delColosseo di fatto ancora nonesiste, ma la soprintendenzaspeciale per il Colosseo e l’areaarcheologica centrale è statagià cancellata completamente.E lo fa una circolare ministe-riale della direzione generaledel Bilancio, in cui si comuni-ca che «restano in capo al Par-co archeologico del Colosseo ilcodice fiscale, il codice Ipa, ilconto di Tesoreria intestati al-l’ex-soprintendenza specialeper il Colosseo e l’area archeo-logica centrale in considera-zione del fatto che la gestionedel maggior volume d’affariresterà in capo a tale istituto».

Di fatto tutta l’autonomiaamministrativa, gestionale edeconomica di cui godeva la so-printendenza viene trasferita

all’istituto che ancora non c’è:la cassaforte dei monumentidi Roma. Ma nulla viene tra-sferito alla «rinominata» so-printendenza speciale archeo-logia, belle arti e paesaggio diRoma, guidata da FrancescoProsperetti, che così commen-ta: «Delle motivazioni alla ba-se di questa iniziativa non so-no al corrente, la nota della Di-rezione generale del Bilancioda cui ha origine il provvedi-mento non ci è stata inviata.Dunque è una sorpresa diffici-le da commentare: per questoho chiesto per iscritto che lanota ci venga inoltrata».

La circolare ministeriale,che di fatto cancella in mododefinitivo l’esperienza della«speciale archeologica» è del 21 Aprile, Natale di Roma, stes-

so giorno in cui la sindaca Vir-ginia Raggi ha annunciato ri-corso al Tar contro l’istituzio-ne del parco archeologico. «Lavalorizzazione del patrimonioculturale, artistico e storicodella città necessita di sceltecondivise e collaborazione traistituzioni, non di decisionicalate dall’alto», così ieri lasindaca ha ribadito la sua op-posizione alla decisione mini-steriale. Il Colosseo è la puntadi diamante della riformaFranceschini, non solo perl’importanza del monumento,ma soprattutto per i 60 milionidi incasso annuo, che finoravenivano usati per la sua com-pleta autonomia e per la tuteladi siti e monumenti sempre dicompetenza dell’ex-archeolo-gica. E proprio sulla distribu-

zione dei soldi, che «andreb-bero via da Roma», puntano ildito Raggi e chi contrasta l’isti-tuzione del Parco. Una versio-ne contestata dal ministro Da-rio Franceschini anche su Fb:«Prima delle riforma l’80% de-gli incassi restava su Roma peril Colosseo, i Fori e il resto delpatrimonio statale, mentre il20 andava al fondo di solida-rietà nazionale, come fanno

PolemicaIl ministro Franceschini,il sindaco Raggi,il Colosseo

Beni culturali

Prenestina

Maam occupato,due assessori(e un catalogo)

S ono passati i primicinque anni e ieriil Maam, «Museo

dell’Altro e dell’Altrove Metropoliz_città meticcia», ha festeggiato il suo anniversario anchecon gli artisti che hanno contribuito a questo esperimento. Nello spazio di via Prenestina 913 — un ex salumificio ora di proprietà privata di un costruttore, luogo di un’occupazione abitativa e di conseguenza non sempre aperto al pubblico — erano presenti due assessori capitolini: Luca Bergamo, Crescita culturale, e Luca Montuori, urbanistica, protagonisti di un incontro dal titolo «La Roma di tutti». È stata anche l’occasione per presentare il nuovo libro-catalogo «Maam», volume di 992 pagine (costo 50 euro) con immagini e testi che raccontano il «museo» lo spazio abitativo, le opere, le iniziative, i passanti e gli abitanti. «Il Maam – scrive nell’introduzione l’ideatore dell’iniziativa Giorgio de Finis – prova a ricucire i due punti estremi della metropoli contemporanea, il luogo più alto per eccellenza, quello del museo d’arte (il cui prezioso involucro è affidato, dalle città-mondo in competizione, alle archistar) e il più basso e degradato, lo slum».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

60Milioni Incasso annuodel Colosseo,il sito più visitato d’Italia

tutti i musei statali italiani afavore dei musei più picco-li;dopo la riforma l’80% degliincassi resta su Roma per ilColosseo, i Fori e il resto delpatrimonio statale, mentre il20 va al fondo di solidarietànazionale, come fanno tutti imusei statali italiani a favoredei musei più piccoli».

Maria Rosaria Spadaccino

Page 5: *7 30. $30/$ 4PQSJOUFOEFO[BTFO[B DBTTB ......L M5S ha partecipato alla mobilitazione con-tro tutto questo sfilando lo scorso 7 maggio nel-la manifestazione romana del coordinamento
Page 6: *7 30. $30/$ 4PQSJOUFOEFO[BTFO[B DBTTB ......L M5S ha partecipato alla mobilitazione con-tro tutto questo sfilando lo scorso 7 maggio nel-la manifestazione romana del coordinamento

16 » LETTURE | IL FATTO QUOTIDIANO | Domenica 23 Aprile 2017

TRUMP, L’A NA RC H I ADELLE BOMBE USA

D ONA L DIl presi-d e ntenon stam o st ran d oforza ma lav ul ne ra-bilità di unsistema dicui non hail controllo

» FABIO MINI

La politica internazionale dell’a m mi ni s tr a zi on eTrump non sembra preoccupare né gli americani négli alleati. Prevale la sensazione che le sue minaccealla Siria, alla Russia, all’Europa, alla Cina, all’Iran ealla Corea del Nord siano solo sbruffonate per di-stogliere gli elettori dagli insuccessi sul piano inter-no. Nel clima europeo di instabilità della Gran Bre-tagna, della Francia, della Germania e dell’It ali a,tutte sotto elezioni, si consolida il fronte pro ame-ricano.In Medio Oriente l’Europa è pronta a soccombere di fronte al golpe istitu-zionale turco (salutato con gioia da Trump) e alla nuova ondata di demoniz-zazione del regime siriano (che comporta la legittimazione di tutti i movimentijihadisti fraternamente chiamati “oppositori”). La Francia sollecita il sostegnoamericano assicurando di avere le prove dell’attacco chimico organizzato daAssad su Khan Shaykhun. Vedremo, ma i precedenti non promettono niente dibuono. Nel 2003, le “prove” portate da Colin Powell all’Onu sulle armi di Sad-dam erano fasulle. Come quelle dei francesi nel 2013 sull’attacco chimico diAssad a Ghuta. I loro servizi segreti ripresero informazioni di terza mano ri-cevute dagli israeliani. Gli ispettori Onu dimostrarono che l’impiego di ordignichimici si era verificato, ma non si pronunciarono sulla responsabilità visto che“tali armi erano in possesso anche dei ribelli”. Il nostro governo ha già sposatola tesi degli Usa (sicuri della responsabilità siriana), il ministro della DifesaRoberta Pinotti è pronta a fornire altri uomini e armamenti in Iraq, Afghanistane ovunque gli americani li richiedano. L’Alto Rappresentante per la Politicaestera Ue, Federica Mogherini, è tanto schierata con Washington da attribuirela responsabilità ad Assad per l’atto materiale e per la “responsabilità morale”che il governo siriano ha nel “colpire il proprio popolo”. Anche Paolo Gentiloniè andato a Washington per garantire la nostra fedeltà “a prescindere”.

Trump ha reclamato il merito di aver ordinato sia l’attacco missilistico pu-nitivo sulla Siria, sia lo sgancio sull’Afghanistan di una GBU 43-B (Moab- Mas-sive Ordnance Air Blast bomb, detta madre di tutte le bombe) sia l’invio delCarrier Strike Group- 1 (gruppo navale della portaerei Carl Vinson) contro laCorea del Nord. Si è inoltre riservato di prendere misure definitive in Europaper la questione ucraina, contro la Russia e contro la Cina. Il bellicismo delpresidente vorrebbe dare l’idea di compattare le varie anime del partito re-pubblicano (inclusi i neoconservatori) e ottenere il consenso dei falchi de-mocratici per coprire le crescenti difficoltà interne. In realtà, Trump si è ficcatonel grande “compattatore” politico-militare-industriale che da sempre ridi-mensiona, stritola e schiaccia i “rifiuti” presidenziali. Invece della forza, stamostrando la vulnerabilità di un sistema di cui non ha il controllo.

Il capo del Pentagono James Mattis (ex generale dei Marine mandato inpensione da Obama) ha avviato un “nuovo approccio” all’uso della forza mi-litare stabilendo, senza alcuna autorità, che non è necessaria l’autorizzazionepresidenziale per le operazioni strategiche e quelle speciali. Così gli alti co-mandanti degli Unified Commands hanno ricevuto la direttiva informale dipoter impiegare tutte le armi a disposizione per operazioni nelle aree di pro-pria competenza. I comandi “geografici” sono sei (Northcom per Stati Uniti eCanada, Southcom per Centro e sud America, Eucom per Europa, Russia eTurchia, Africom per Africa, Centcom per Medioriente e Asia Centrale, Pacomper Pacifico, Estremo Oriente, Subcontinente Indiano, Cina, Oceania). I co-mandi funzionali tre (Stratcom per assetti strategici e nucleari, Socom per o-perazioni speciali, Transcom per trasporti e mobilità globale). Così Stratcomha già iniziato la verifica dei propri assetti; Socom pianifica operazioni specialie segrete in tutto il mondo; Eucom e Centcom hanno bombardato la Siria; Cen-tcom ha tirato fuori il “bombolone” e Pacom ha inviato il gruppo Vinson versola Corea.

Potrebbe sembrare un decentramento di autorità che affranca i comandantimilitari dai vincoli della burocrazia della Casa Bianca o del Congresso. Mal’autonomia aumenta la responsabilità e diminuisce la copertura politica. Cosealle quali i comandanti americani non sono abituati. Infatti le prime tre azionidei potenti muscoli militari hanno creato più imbarazzi che successi. L’ae -roporto siriano di Al Shayrat è stato colpito con eccesso di materiali e carenzadi determinazione: i russi sono stati avvertiti, gli aerei siriani si sono tolti dimezzo e i danni strutturali sono stati limitati. Il bombolone afghano da 16 mi-lioni di dollari ha colpito un’area poco più ampia di due campi da calcio. Il

gruppo navale ha cincischiato nel “decidere in autonomia” e negoziato pergiorni col Pentagono su tempi e scopi del cambio di programma. I marinai nonhanno preso bene il prolungamento di trenta giorni del turno di servizio.

Ai militari americani viene ancora insegnata la massima di Patton: il doveredi un soldato non è di morire ma di uccidere. Ma glielo devono ordinare. Qual-cuno più in alto se ne deve assumere la responsabilità e per un alto Comandantel’unico in grado di dare quell’ordine è il Comandante in Capo: il presidente. Selui abdica o si lascia scippare tale prerogativa, tutto si complica. Inoltre nonesiste più compartimentazione geografica: ogni conflitto regionale ha una va-lenza globale. Il generale John Nicholson che ha lanciato il bombolone in Af-ghanistan ha assicurato che sulla decisione di tale impiego non ha influito nes -sun fattore “esterno”all’area di competenza. Questa affermazione dimostra lasua impreparazione. E infatti ora si trova di fronte agli afghani che voglionoaltri attacchi del genere, ai quali si aggiungono gli iracheni, i ribelli siriani, isauditi e perfino gli europei che già chiedono un bombolone per ogni problema:dalla Libia, all’Ucraina, al Caucaso e al Baltico.

Le megabombe termobariche sono le armi più potenti dopo quelle nucleari:l’ultimo passo “c on ve nz ion al e” prima dell’impiego nucleare. Finora eranol’arma di deterrenza contro i tentativi di proliferazione nucleare. Questo gra -dino è stato superato per un’operazione che poteva essere condotta con unapletora di armi meno appariscenti come contro i tunnel afghani nel 2001. Ora,invece, si giustifica l’impiego di megabombe americane e russe (i russi hannoil Padre di tutte le bombe - Foab - con potenza doppia della Moab) per ogniesigenza di distruzione di massa e, per chi non ce l’ha, si giustifica l’uso degliordigni nucleari, chimici e batteriologici. La Corea del Nord e Israele non a-spettavano altro. Ora Mattis dovrebbe rispondere al Congresso e al presidentedi questo “nuovo approccio” e saprebbe come farlo invocando l’eccezionalità

delle situazioni contingenti. Ma se qualcosa andasse stor-to a rispondere sarebbero chiamati i comandanti che han-no deciso in autonomia e che, secondo Mattis, “muovonoliberamente nell’ambito delle rispettive aree di compe-tenza”. Una libertà che però ha dei limiti e delle conse-guenze che vanno insegnati.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

CAOS AL COMANDO Il capo del Pentagono James Mattis haintrodotto un “nuovo approccio” a l l’uso della forza militare: non è piùnecessaria l’autorizzazione presidenziale per le operazioni strategiche

Effetto MoabLa Massive Or-dnance Air Blastbomb, “madre ditutte le bombe”,lanciata dagliUsa in Afghani-st a n Ansa

DALLA SIRIA ALLA COREA

Chi èFA B I OMINIÈ nato aM a n f re d o n i anel 1942.Tra i vari incarichiè stato portavocedel capo di Statom a g g i o red e l l ' E s e rc i toitaliano e, dal1993 al 1996.Generale dicorpo d'armata,è stato capo diStato maggioredel ComandoNato per il SudEuropa e a partiredal gennaio 2001ha guidatoil ComandoInterforze delleOperazioni neiBalcani.Tra 2002 e 2003è statoco m a n d a n tedelle operazionidi pace a guidaN a toin Kosovon e l l ' a m b i todella missioneKfor (KosovoFo rce )

Domenica 23 Aprile 2017 | IL FATTO QUOTIDIANO | CRONACA » 17

» ANDREA MANAGÒ

Si alzano i toni della di-sputa attorno alla ge-stione del Colosseotra Virginia Raggi e

Dario Franceschini. Ieri ilministro dei Beni Culturaliha bollato come “fake news”le parole della sindaca di Ro-ma sulla ripartizione degliincassi del nuovo Parco Ar-cheologico del Colosseo. Leiinvece ha parlato di “St atocentrale che vuole gestire intotale autonomia il territo-rio della città”.

La contesa è esplosa il 21aprile, dopo che il Campido-glio ha presentato ricorso alTar contro il decreto Mibactdel 12 gennaio scorso che i-stituisce il Parco Archeolo-gico del Colosseo, dotando-lo di competenze sull’a nfi-teatro Flavio, una parte delForo romano, il Palatino e laDomus Aurea. La Raggi so-stiene sia un “provvedimen-to lesivo degli interessi diRoma”. Il Ministero replicache i proventi “co ntr ib ui-ranno per l’80% alla tutela evalorizzazione di tutti i beniculturali statali nel territo-rio di Roma, di competenzadella Soprintendenza spe-ciale di Roma”. E che “mai,in passato, il Colosseo hatrasferito risorse al Comu-ne”.

MA IN UNA CIRCOLARE con isuoi allegati, firmata proprioil 21 aprile dalla DirezioneGenerale Organizzazionedel Mibact, visionata dalFa tto , salta fuori qualcosache non torna rispetto alleparole di Franceschini.Nell’allegato infatti si leggeche “restano in capo al Parco

COL OS SEO Fake news Franceschini:insulti e fuga con la cassaAccusa il Campidoglio per il ricorso e vara una circolare che sposta i soldi

Archeologico del Colosseo ilcodice fiscale, il codice Ipa eil conto di tesoreria intestatial l’ex soprintendenza spe-ciale per il Colosseo e l’areaarcheologica centrale”. Lamotivazione: “La gestionedel maggior numero di affariresterà in capo a tale istitu-

to”. Un controsenso, vistoche nella relazione al decre-to Mibact del 12 gennaio vie-ne assegnato proprio alla So-printendenza speciale il“trenta percento” degli in-troiti del Parco del Colosseo,salvo poi privarla perfinodella sua cassa. Viene dachiedersi se anche la circo-lare non sia una fake news.

Non solo, Franceschinisostiene che “il Colosseo se-guirà lo stesso percorso ditutti gli altri istituti autono-mi”. Ma, sempre nella rela-zione al provvedimento cheistituisce l’ente, si specificache “al Parco potrà essere

conferita”, dopo un “apposi -to decreto, di concerto colMef e con il Ministro per lasemplificazione”, la classifi-cazione di “autonomia spe-ciale”. E ancora, l’intestazio -ne della circolare Mibactparla di “adeguamento dellesoprintendenze speciali aglistandard internazionali inmateria di musei e luoghi dicultura”. Ovvero i parametristabiliti dall’Icom: la pre-senza di un Cda, un comitatoscientifico e un collegio deirevisori dei conti. Peccatoche si tratti di tre organismidi cui al momento dispone laSoprintendenza speciale ma

Tra s fe r i m e n t iIl 21 aprile il ministerocomunica che i fondipassano per interoal nuovo ente

La disputa Il sindaco di Roma Virginia Raggi con il ministro ai Beni Culturali Dario Franceschini La Pre ss e

» PIERFRANCESCO CURZI

Il“Ponte dei desideri”che rischiadi lasciare senza lavoro 20 ope-

rai. La decisione improvvisa presada Autostrade per l’Italia, declas-sare uno dei ponti dell’A/14 a Ca-merano, vicino ad Ancona, ridu-cendo il carico consentito di tran-sito da 72 a 12 tonnellate, ha messoin ginocchio titolare e lavoratoridella Conero Frammentazioni. Giàfirmate le lettere di licenziamen-to. Una ditta attiva da mezzo se-colo con 60 mezzi, 3 impianti percalcestruzzo, vagliatura e fram-mentazione inerti che su quel pon-te ci deve passare per forza, essen-do l’unica via di accesso. Prima diPasqua è stato ridotto il tonnellag-gio consentito e messo il divietoche sta bloccando la mobilitàdell’azienda: “Se quel ponte non èsicuro - attacca il titolare, SandroBaldini - perché la società, per treanni, ha trasportato il materialenecessario al cantiere per la terzacorsia? Ho tutte le bolle di caricodel materiale fornito che provano

le decine di viaggi giornalieri conpeso medio di 50 tonnellate. Ba-sterebbe un nuovo collaudo per ri-solvere il problema, a quel puntoAutostrade dovrebbe ristruttura-re il ponte a sue spese. La storia èchiara, ma nessuno ci aiuta, le isti-tuzioni hanno creato un muro digomma”. Per una volta sono i di-pendenti a manifestare in favoredel padrone. Dal giorno di Pasquai venti operai non abbandonanopiù il presidio davanti all’azienda,notte e giorno. Tensioni tra mani-festanti e forze dell’ordine, verticicon questore e prefetto: “Ci chie-dono di stare calmi, ma non muo-vono un dito per noi”, denuncia ilgeometra dell’azienda, SimonePaoletti, ferito mercoledì durantele proteste al presidio. Il titolare siè beccato due denunce, una perfurto aggravato dopo aver fatto ri-muovere i jersey che bloccavanol’accesso in ditta. “Abbiamo in pie-di commesse da un milione di euroe dieci cantieri, uno, il più delicatodoveva partire martedì: la demo-lizione di una scuola a San Ginesio,

lesionata dal terre-moto. Il Comune hafretta, noi abbiamo lemani legate e stiamoperdendo le commes-s e”. Il ponte in que-stione, il 166, precedequello caduto il 9 mar-zo scorso, provocan-do la morte di due per-sone che viaggiavanoin auto e il ferimentodi tre operai della dit-ta che stava effettuando i lavori. LaProcura, che indaga per omicidiocolposo plurimo, ha iscritto unaquarantina di persone sul registrodegli indagati, tra tecnici e operai.A due, il capo cantiere della dittaappaltatrice e il direttore tecnicodi quella incaricata del lavoro, è ar-rivato un avviso di garanzia. L’ipo -tesi più accreditata è l’errore uma-no, i martinetti a cui il ponte do-veva essere agganciato non sareb-bero stati fissati regolarmente.

I due episodi non hanno alcunlegame diretto tra loro, ma a livel-lo emotivo il crollo di marzo ha fi-

nito col danneggiarel’azienda. Autostradeper l’Italia si difende eprecisa: “Già nel 2014,la Direzione del 7°Tronco di Pescara a-veva sollecitato sia ilComune di Cameranoche Baldini a discipli-nare i transiti nel ri-spetto ai limiti di por-tata. Questo per scon-giurare un potenziale

pericolo per la circolazione. Daqui l’installazione del divieto a 12tonnellate, più volte violato”.Schermaglie, in mezzo ci sono lo-ro, gli operai, promotori del pro-filo Facebook Il ponte dei desideri.Giovani come Lorenzo, 25 anni,assunto il 31 dicembre scorso, cheogni giorno fa 80 chilometri pervenire al lavoro, o Luca, 27 anni,che poche settimane fa ha com-prato casa e acceso un mutuo. Ga-briele, 58 anni, dopo trent’anni, amarzo aveva deciso di acquistareuna macchina nuova.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Sulla A/14 Autostrade riduce da 72 a 12 tonnellate la portata, la Conero va nei guaiSTORIE D’I TA L I A

Il ponte declassato fa fallire l’azienda

La protesta Già partiti20 licenziamenti

Abbiamo inp i ed ico m m e s s eda unm il i o n eM a r ted ìdove vapartire lade m ol i z i o n edi unasc uolale s i o n a t adal sisma

SA N D ROBA L D I N I

L I SB ONA

Scontri fra tifosi,muore investitoun turista di Firenze

qUN ITALIANO DI 41 ANNI è statoinvestito e ucciso intorno alle 3 di

notte di ieri a Lisbona, in Portogallo, neipressi dello stadio, dove poco prima si e-rano consumati violenti scontri tra ultrasdello Sporting Lisbona e del Benfica in vistadel derby.A quanto riferiscono i media portoghesi,dopo l’investimento mortale sul posto c’è

stato un fuggi fuggi generale e l’uomo, chepotrebbe essere stato in compagnia di al-cuni supporter dello Sporting arrivati conlui da Firenze, è stato abbandonato sul sel-ciato. Del caso si occupa la polizia giudi-ziaria di Lisbona, che sta procedendo peromicidio. Soccorso sul posto dai sanitari,Ficini è morto in ospedale per le gravi lesioniriportate. Ricercato il conducente dell’au-

to: per rintracciarlo e ricostruire la dinami-ca dell’accaduto sono allo studio le imma-gini delle telecamere di sorveglianza. “Ècon profondo cordoglio che voglio espri-mere la vicinanza mia, dell’a m m i n i s t ra z i o -ne comunale e della città intera alla fami-glia, agli amici e alla tifoseria viola”, il com-mento del sindaco di Firenze Dario Nardel-la.

FORI IMPERIALI

Reggio, la Ddasegnala Cobara l l’Anac: orarischia l’a pp a l to» LUCIO MUSOLINO

imparentati o legati alclan.

Se i direttori tecnicidella società hanno reso –scrive il pm Stefano Mu-solino - “dichiarazioni re-ticenti e menzognere”,l’amministratore unicodella Cobar Vito MatteoBarozzi ha invece confer-m a t o s o l o u n a p a r t edell’estorsione subita daiDe Stefano “p re f e r en d orestare reticente sull’a s-sunzione di dipendentiindicati da esponenti del-la cosca e sulle modalità diindividuazione di alcunifornitori, anch’essi impo-sti dagli esponenti delgruppo De Stefano”.

Con la segnalazioneall’Anac, in ballo non c’èsolo l’appalto del Colos-seo ma anche altri impor-tanti lavori che la Costru-zioni Barozzi sta ese-guendo in tutta Italia. Se-condo la Dda, quindi, nonproprio una vittima nelsenso più puro del termi-ne. Vittima che, tra l’altro,non si è costituita parte ci-vile nel processo “P r i n c i-pe”.

non il Parco del Colosseo.Eppure le risorse andrannoal primo e non al secondo en-te.

Di fatto lo scontro ruotaattorno alla ripartizione deip r o v e n t i c h e a r r i v a n odall’Anfiteatro Flavio: il piùvisitato in Italia con 6,4 mi-lioni di accessi nel 2016 e unincasso che si aggira attornoai 40 milioni di euro. Per ca-pire l’entità della posta ingioco, da solo il Colosseo to-talizza oltre un milione di vi-sitatori in più della somma diquelli degli scavi di Pompei edella Galleria degli Uffizi.

LA DISPUTA profuma di car-te bollate. Il ricorso al Tarpresentato dalla giunta Rag-gi si basa sull’ipotesi di man-cato rispetto da parte del Mi-bact dell’accordo - siglato il21 aprile 2015 - di valorizza-zione comune della parte deiFori di competenza ministe-riale e di quella detenuta dalCampidoglio. Un’intesa cheil Comune vorrebbe esten-dere a tutto il patrimonio ar-cheologico cittadino. Men-tre il Mibact, a gennaio, sot-tolinea che “è quanto maiopportuno, per il Ministero,avere un unico interlocutorenei rapporti col Comune”.Ovvero proprio il Parco delColosseo da cui è nata l’in -tera disputa.