6/7 Giugno-Luglio 2010 - Missionario Francescano · Hanno collaborato: E.Piacentini, L.Fanin,...

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6/7 6/7 Giugno-Luglio 2010 Giugno-Luglio 2010 Mensile di carattere religioso-missionario dellʼOrdine dei Frati Minori Conventuali Maria, madre e modello del sacerdote pg 6 Coppa del mondo 2010 in Sudafrica pg 15 Assemblea Missionaria Francescana pg 23 Anno LXXVII - N.6/7 Giugno - Luglio 2010 - Poste Italiane S.p.a.- Sped. in Abb. Postale DL 353/2003 (Conv. in L. 27.02.2004 n.46) - Art.1 Comma 2 - DCB Roma Giugno -luglio10_Mag 2004.qxd 12/05/10 21:33 Pagina 1

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  • 6/7 6/7 Giugno-Luglio 2010Giugno-Luglio 2010Mensile di carattere religioso-missionariodellʼOrdine dei Frati Minori Conventuali

    Maria, madre emodello del sacerdote

    pg 6

    Coppa del mondo2010 in Sudafrica

    pg 15

    Assemblea MissionariaFrancescana

    pg 23

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    anno LXXVII n°6/7Giugno-Luglio 2010

    Rivista di carattere religioso-missionario dellʼOrdine Frati Minori ConventualiMensile - Reg. Trib. di Tivoli n. 17/2005 del 15.11.2005 - Sped. in abb. post.DL 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n.46) - Art. 1, comma 2 - DCB RomaDirettore editoriale: P.G.Battista BuonamanoDirettore responsabile: P. Ernesto PiacentiniSegretaria di redazione: Annamaria IacorossiRedattori: G.Buonamano, G.DʼAngelo, I. LaurentiniHanno collaborato: E.Piacentini, L.Fanin, J.M.Càr, T.Swiatkowski-Ciesli-kiewicz, Limbert Tejerina, Emilian Dumea, Vittorio Trani, Pastorelli-Sr.Donata, Emy.

    Finito di stampare nel mese di maggio 2010

    copertina:missionario francescano

    in Africa

    Nel rispetto della Legge675/96, custodiremo i Suoi datipersonali e li utilizzeremo peraggiornarLa sulle nostre inizia-tive promozionali. Se Lei desi-derasse opporsi al trattamentodei dati che La riguardano, aisensi dell’art.13 della legge675/96, potrà scrivere in ognimomento al IMF, P.zaS.Maria, 1 - 00039 Zagarolo(Rm), chiedendo l’aggiorna-mento, la verifica o la cancella-zione dei Suoi dati.

    il punto Gianbattista Buonamano 3Peccato e santitàeditoriale Ernesto Piacentini 5Festa della Facoltà Seraphicumanno sacerdotale Luciano Fanin 6Maria, Madre e modello del sacerdotenews a cura della redazione 8a cura di Medici Senza Frontieredalle missioni Swiatkowski-Cieslikiewicz 10Alle falde del Kilimanjarodal mondo Zenit e Fides 15 Coppa del mondo 2010 in Sudafricaprogetto adozioni Emilian Dumea 18Romania: Povertà e miseriatestimoni Vittorio Trani 20P. Quirico Pignalberisolidarietà Pastorelli - Sr. Donata 25Cile: emergenza terremotoanimazione a cura della redazione 27Torino-Lesna; Romaeventi Emj 28Associazione Musicale Jubilatenovità in libreria a cura della redazione 31Edizioni: Emi Bologna; Messaggero Padova

    IMFIMF IL MISSIONARIO FRANCESCANOIL MISSIONARIO FRANCESCANO

    Direzione, redazione e amministrazione: P.zza S.Maria, 1 -

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    Sommario

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  • il punto

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    Carissimi, “il Signore vi dia pace!”

    La Chiesa “è certamente santa, essa è però anche peccatrice, come comu-nità fatta di uomini peccatori”. Per cui, come ci ricorda Benedetto XVI,è una grazia riconoscere i peccati e aver bisogno di rinnovamento, dicambiamento. Poter fare penitenza è dunque il dono della grazia equesto vale anche per quanti negli ultimi tempi hanno spesso evitatola parola penitenza, perché appare troppo dura. Oggi, davanti allesituazioni che parlano dei peccati di membri della Chiesa, si speri-menta che poter far penitenza è grazia e che è necessario fare peni-tenza, riconoscere in quanto si è sbagliato, aprirsi al perdono e lasciar-si trasformare.

    Nel Credo professiamo la Chiesa “una, santa, cattolica e apostolica”.Santa vuol dire che viene da Dio; santa, perché è unita a Cristo, ilSanto, che, con il Padre e lo Spirito, l'ha amata e si è consegnato peressa per santificarla. La Chiesa è il popolo santo di Dio e i suoi mem-bri sono chiamati santi . Tutto il popolo di Dio è santo nella sua costi-tuzione. La Chiesa, popolo di Dio, unita a Cristo, è santificata da Luie diventa anche santificante, cioè introduce nella santità attraverso imezzi lasciati da Cristo. In essa acquistiamo la santità attraverso lagrazia di Dio. La santità delle persone non è qualcosa di fuori dellarealtà, qualcosa superiore o distante, ma accade giorno per giornoattraverso l'amore che è l’anima della santità.

    Ci poniamo una domanda: “Come una Chiesa può essere santa aven-do errori e difetti?”. Da parte di Dio essa è santa, da parte delle perso-ne che la compongono, c'è il cammino di santificazione. Sulla terra, laChiesa è rivestita di una vera, anche se imperfetta, santità. Il corpo di Cristo santo e immacolato è composto di peccatori checamminano nella ricerca della santità. Riconoscere che ci sono difet-ti, che si deve migliorare è una delle grandi forze della Chiesa. Non-ostante i fallimenti, essa cammina, avendo bisogno di convertirsi sem-pre più al Vangelo. La Chiesa è composta di persone che sono pecca-tori e santi. Così fu costituita da Cristo per essere un faro, una luce perl'umanità. Attraverso i secoli ha dato e continua a donare il suo con-tributo per il bene delle persone. La più grande opera della Chiesa èstata aprire al mondo i tesori della redenzione che Cristo gli ha affi-dato inviando gli apostoli a continuare la sua presenza e missione.

    Certo, come ha ricordato Benedetto XVI, la presenza del peccatonon deve far chiudere gli occhi davanti alla santità nella chiesa: nonsolo a quella dei santi canonizzati, ma anche a quella degli umili, deicristiani comuni, di sacerdoti e missionari che non appaiono, nonfanno notizia ma che nell’ininterrotta catena della storia hanno sem-pre vissuto il comandamento nuovo dell’amore, fino all’amore deinemici e nel dono della vita. Noi scerdoti dobbiamo sempre farememoria che abbiamo donato esistenza e cuore al servizio di Dio edei fatelli, bisognosi di aiuti concreti e di speranza nel cammino spes-so nebuloso e confuso della vita. Nel nostro tempo, frastornato da“cattive notizie”, noi sacerdoti e consacrati dobbiamo essere testimonicoerenti e sereni, per raccontare la gioia dell’incontro con Cristo chepuò cambiare profondamente ogni esistenza.

    Nel nostro tempo, frastornato da

    “cattive notizie”, noi sacerdoti e consacrati

    dobbiamo essere testimoni coerenti e

    sereni, per raccontare la gioia dell’incontro con Cristo che può

    cambiare profondamenteogni esistenza.

    di P. GBattista Buonamano

    Peccatoe

    santità

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    “I poveri... li avete sempre con voi”

    Carissimi lettori e amici delle nostre missioni francescane, “il Signore vi dia pace!”. Come ognianno, in occasione della bella ricorrenza di S. Antonio, vengo a voi con una lettera, per mani-festare gratitudine per quanto fate per le missioni francescane. S. Antonio, testimone del Vangelo della carità, è un invito ad accogliere la Parola di Dio e ad aprire il nostro cuore ai fratelli, in particolare quanti vivono nel bisogno.

    Mi ritornavano in mente le parole di Gesù: “I poveri... li avete sempre con voi” (Gv 12,8). E’ invito a riflettere su una realtà della nostra società, la povertà. A riconoscere le forme di povertà che ciinterrogano, che devono entrare nella nostra vita, nella nostra fede; non relegare i poveri ai marginidella società, Gesù ci invita a collocarli al centro della nostra vita e della comunità ecclesiale.

    Avere attenzione per i poveri, vuol dire interrogarsi sulla nostra vita di credenti, di sacerdoti, dimissionari, mettendoci in discussione: Ciò ci induce a fare delle scelte per cercare di vivere con maggiorcoerenza evangelica. Porre il povero al centro della propria vita di fede, nel contesto storico in sui sivive, vuol dire riferirsi esplicitamente a Gesù “povero” che si è incarnato nella nostra condizione e cheai poveri ha annunziato che “Il regno di Dio si è fatto vicino” (Mc1,15). Il Gesù povero ci fa capireche Dio è come un medico che si prende cura di chi è malato, che si rivela ai piccoli come ai destinataridella salvezza.

    La solidarietà è la forza di un autentico rinnovamento del mondo contemporaneo. È la verificadella nostra fedeltà a Cristo che ha detto: “I poveri... li avete sempre con voi”, e ancora: “Ogni volta cheavete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25,40). Lanostra conversione a Dio si realizza soltanto sulla via di questa solidarietà. Adozioni/sostegno a distanza

    Spiegare in poche righe quali meravigliosi frutti di vita porti l'adozione a distanza di singoli e diprogetti, sia a chi dona che a chi riceve non è semplice. Attraverso la Rivista, che ricevete mensilmente,testimoniano la gioia dei bambini, adulti, giovani vocazioni.

    In questa breve lettera desidero esprimere uno speciale ringraziamento da parte dei missionari edei volontari che operano in terra di missione, a tutti voi che da anni collaborate con i nostri progetti eadozione a distanza.

    Grazie per la vita di questi bambini, delle loro famiglie e comunità! Grazie per la meraviglia che c'è in voi. Grazie per l'amore attraverso cui partecipate a questo grande movimento di vita.

    lettere dalla redazione

    S. Antonio, amico di Dio e dei poveri,voce di Dio e voce degli uomini,giovane capace di parlare ai giovani,uomo forte capace di resistere ai forti,con la potenza disarmante del Vangelo!Oggi il mondo ha bisogno urgente del Vangelo: aiutaci ad essere infaticabili annunciatori di Gesù nelle strade spente della società del benessere;aiutaci a gridare il Vangelo con la vita,facendoci veramente poveri,per testimoniare la ricchezza che è Dio.

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    Seraphicum: formazione teologicae preparazione allaevangelizzazione

    I l 13 marzo la Facoltà Teologica S.Bonaventu-ra, Seraphicum, dei Frati Minori Conventualiha celebrato la sua annuale festa. Per taleoccasione è stato invitato il card. Peter KodwoAppiah Turkson, Presidente del pontificio Con-siglio di Giustizia e Pace.

    Dopo la celebrazione eucaristica ha tenutouna relazione su: la Chiesa in Africa nel recen-te Sinodo. Dalla sua interessante relazione, èemerso il lavoro missionario di evangelizzazio-ne nelle varie zone africane dagli inizi del seco-lo scorso fino ad oggi.

    Il cardinale ha messo particolarmente inrisalto le “traditiones doctrinales franciscanae”per “mettere la verità scientifica - il sapere - alservizio della verità dellʼuomo nella costruzionedi una vocazione”.

    Il Seraphicum, con grande competenza, haformato negli anni passati numerosi missionariche hanno evangelizzato alcune zone dellʼAfri-ca, in particolare la nazione della Rhodesia,oggi Zambia, e altre zone dellʼAfrica.

    Ultimamente, due Sinodi dei Vescovi hannoevidenziato i frutti di questo lavoro missio-nario nella Ecclesia in Africa, Esortazione Apo-stolica del 1995, rinnovata poi nel 2005. Tale èla missione della Chiesa famiglia di Dio in Afri-ca.

    Il Sinodo dei Vescovi si è riunito nuovamen-te 15 anni dopo la Prima Assemblea. Non sitrattava più di contemplare la Chiesa in Africanella sua identità e la sua auto-comprensionecome testimone di Cristo e famiglia di Dio. Sitrattava di considerare questa volta la sua atti-vità e la sua missione come sale della terra eluce del mondo, al servizio della riconciliazione,della giustizia e della pace. Nel Secondo Sino-do, la Chiesa famiglia di Dio considerava quin-di la sua missione nel Continente e nel mondo.

    Dallʼessere “Chiesa- Famiglia di Dio” allʼes-sere “Chiesa – servitrice” e della riconciliazione,

    FESTA DELLAFESTA DELLA

    FACOLTÀ FACOLTÀ

    TEOLOGICA TEOLOGICA

    S.BONAVENTURAS.BONAVENTURA

    DI ROMADI ROMA

    della giustizia e della pace (Sale della terra, ...luce del mondo).

    E ̓importante comunque che lʼazione pasto-rale non deve mai essere azione politica. Nelsecondo sinodo, la Chiesa in Africa ha ricono-sciuto che essa può essere veramente famigliadi Dio e fratellanza di Cristo solo nella misura incui promuove una Chiesa ed una società afri-cane in cui le persone sono riconciliate oltre eal disopra dei loro legami tribali ed etnici, le lorodelimitazioni razziali e di casta, e le loro diffe-renziazioni di genere.

    Per cui la strada missionaria da percorreredalla Chiesa in Africa è la strada del pastore,trasformando la teologia in azione pastoraleper portare avanti la missione di essere saledella terra e luce del mondo.

    P er la festa della Facoltà, mentre si è riper-corso con soddisfazione il cammino missio-nario con tutti i suoi studenti, che dopo gli studiteologici sono partiti per le missioni e in partico-lare per lʼAfrica, si è fatto proposito di continua-re intensamente lo studio della Teologia in pro-spettiva di evangelizzazione, perché essa sia“al servizio della riconcilizione, della giustizia edella pace”.

    E ̓ con questo spirito che docenti e alunnidella Facoltà Teologica si impegnano.

    In tale circostanza, ha avuto luogo anchelʼinsediamento del nuovo Preside della Facoltànella persona di P. Domenico Paoletti.

    di P. Ernesto Piacentini

    editoriale

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    di P. Luciano Fanin

    Maria, madre e modello del

    SACERDOTE

    2009 - giugno - 2010 Anno Sacerdotale

    La Vergine santa, essendo tipo e modello della Chiesa, lo è anche per la vita del cristiano e, a maggior ragione, di ogni sacerdote.

    Il presbitero che si ispiri alla vita di Maria non solo se la sente vicina alla sua

    esperienza quotidiana, ma comincia a scoprire, con lei, che cosa significhi veramente

    credere, sperare, amare.

    anno sacerdotale

    La beata vergine Maria ha un posto singolaris-simo nella storia della salvezza. In lei si incon-trano le due alleanze, in quanto personifica-zione ideale della simbolica “figlia di Sion” (cfr. Sofo-nia 3,14-15) e nel contempo frutto primo della pas-qua del Figlio suo Gesù. Nel suo grembo verginaleil Verbo eterno ricevette lʼunzione sacerdotale nelmomento stesso dellʼincarnazione. Per questoMaria santissima è madre del Cristo, sommo Sacer-dote, e di conseguenza è anche madre, sul pianospirituale, di tutti coloro che partecipano, anche sein modi essenzialmente differenziati, del medesimosacerdozio, siano essi semplici fedeli o ministri ordi-nati.

    Inoltre la Vergine santa, essendo tipo e modellodella Chiesa, lo è anche per la vita del cristiano e,con maggior ragione, di ogni sacerdote. Si può direche la Chiesa la propone come modello, non per lesue prerogative speciali, ma perché nella sua con-dizione concreta di vita “aderì totalmente e respon-

    sabilmente alla volontà di Dio” (Lc 1,38). Inoltre “ne accolse la parola e la mise in pratica;

    la sua azione fu animata dalla carità e dallo spirito diservizio; insomma, fu la prima e la più perfettaseguace di Cristo: il che ha valore esemplare, uni-versale e permanente” (Paolo VI, Esortazione apo-stolica “Marialis cultus, n. 35).

    Maria è esempio unico della prontezza e docilitàcon cui il sacerdote, animato dallʼazione dello Spiri-to santo, è chiamato a comunicare agli uomini i frut-ti e i beni della redenzione e prolungare così neltempo lʼopera sacerdotale e redentrice di Cristo,come a suo modo lo ha fatto la madre del Signore.

    Nel compimento della sua missione la beataVergine Maria progredisce continuamente nellafede, nella speranza e carità. Ella cerca e segue inogni cosa la divina volontà. Serba fedelmente la suaunione al Figlio suo sino alla Croce, divenendo cosìnella sua vita modello di quel amore materno, delquale devono essere animati tutti quelli che, nellamissione apostolica della Chiesa, cooperano allarinascita di ogni creatura.

    Il presbitero che si ispiri alla vita di Maria e nepratichi il culto e la devozione filiale non solo se lasente vicina alla sua esperienza quotidiana, macomincia a scoprire, con lei, che cosa significhiveramente credere, sperare, amare. Guardando alei accetta e valorizza lʼascesi dellʼobbedienza, delcelibato e della povertà nellʼesercizio generoso delsuo ministero pastorale per la sua vita spirituale.

    Gesù morente, rivolgendosi a sua madre e indi-cando Giovanni, le aveva detto “Donna, ecco il tuofiglio” (Gv 19,26). Poi, guardando Giovanni, avevaaggiunto: “Ecco la tua madre! E da quel momento ildiscepolo la prese nella sua casa” (Gv 19,27). Gio-vanni, che nella sera del giovedì santo aveva giàricevuto la potestà di celebrare lʼEucarestia (cfr. Lc22,19), fu donato a Maria come figlio da Gesù ago-nizzante. Ogni sacerdote, quindi, avendo ricevuto la

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    santa potestàmediante il sacra-mento dellʼOrdine,ha in certo sensoper primo il diritto divedere in lei la suamadre e il suo spe-ciale ausilio (cfr.Giovanni Paolo II,Lettera ai sacerdo-ti, n.11, 8 aprile1979).

    Maria, quindi, èlì accanto ad ognisacerdote. Occor-re in definitiva sco-prirne la presenzamaterna ed acco-glierne lʼinvito a4comportarsi “inmaniera degna delSignore, per pia-cergli in tutto, por-tando frutto in ogniopera buona e crescendo nella conoscenza di Dio”(Col 1,10).

    Ammirato dalla bellezza e dalla grandezza diMaria il santo curato dʼArs non perdeva occasionenella sua predicazione di cantarne le lodi. Si espri-meva in questo modo: “Il Padre si compiace di con-templare il cuore della Santissima Vergine Mariacome il capolavoro delle sue mani. Appena creata,la Vergine santa ha la pienezza della grazia, nel cuioceano procede”.

    “La Vergine santa è quella bella creatura chenon ha mai disgustato il buon Dio”.

    “Prima della nascita, Maria e Gesù non erano,per così dire, che una persona sola!”.

    “Mai nessuno potrà comprendere ciò che pas-sava allora in Maria, nostra buona madre… Ellanavigava in un oceano di felicità, senza trovare ilfondo, e se nostro Signore non avesse aumentatole sue forze, essa non avrebbe potuto sostenere laviolenza della sua gioia”.

    “Il modo più sicuro per conoscere la volontà diDio è di pregare la nostra buona Madre!”. ”Lʼuomoera creato per il cielo. Il demonio ha spezzato lascala che vi conduceva. Nostro Signore con la suapassione, ce ne ha formato unʼaltra… La SS. Vergi-ne è sullʼalto della scala e la tiene a due mani”.

    “La Chiesa ha molta ragione di chiamare il pec-

    cato di Adamo unafelice colpa.Senza di essa nonavremmo avuto lasanta Vergine, néGesù Cristo nelsacramento del-lʼaltare”. “Gettateviprontamente nellabraccia dellaMadre di Dio.Consacratevi aMaria, pregatelamolto, onoratelasoprattutto nellasua ImmacolataConcezione”. Da queste consi-derazioni appare ilcuore filiale esacerdote di S.Giovanni M. Vian-ney. Aveva una confi-

    denza grande in Maria. Ripeteva con S. Bernardoche non la si invoca mai invano! La Vergine santa ètutta misericordia e amore per noi e per quanti lainvocano. Da buon pastore sognava di mettere intutti i cuori lʼamore per la santa Vergine di cui il suoera ripieno. t

    Preghiera dei Sacerdoti

    Signore Gesù, che in S.Giovanni M.Vianney hai voluto donarealla Chiesa una toccante immagine della tuacarità pastorale, fa ̓che in sua compagnia e sorretti dal suo esempio viviamo in pienezza questʼAnno Sacerdotale. Fa ̓che, sostando come lui davanti allʼEucaristia, possiamo imparare quanto sia semplice e quotidiana la tua parola che ci ammaestra; tenero lʼamore con cui accogli i peccatori pentiti; consolante lʼabbandono confidente alla tua Madre Immacolata.Faʼ, o Signore Gesù, che, per intercessione delS.Curato dʼArs, le famiglie cristiane divengano«piccole chiese», in cui tutte le vocazioni e tutti i carismi, ispirati dal tuo Santo Spirito,possano essere accolti e valorizzati.

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  • newsNotizie

    dalMondo

    a cura diMedici senza Frontiere

    www.Crisidimenticate

    fondita sui flussi finanziari a sostegno della lotta allamalnutrizione infantile. Nonostante lʼalto numero dimorti prevenibili, il contributo congiunto delle nazio-ni più ricche del mondo è rimasto invariato dal 2000al 2007. I paesi ricchi spendono solamente 350milioni di dollari allʼanno, contro gli 11.2 miliardi sti-mati dalla Banca Mondiale come necessari percombattere adeguatamente la malnutrizione in 36paesi ad alto rischio. Altri 1.3 miliardi di dollari sareb-bero necessari per raggiungere i paesi con una pre-valenza di malnutrizione più alta nei bambini sotto i5 anni. Anche se dei miliardi di dollari sono almomento spesi in aiuti internazionali per “assisten-za e sicurezza alimentare” o “assistenza alimentaredi emergenza”, osservando i dati con più attenzio-ne, MSF ha riscontrato che meno del 2% di taleassistenza è speso per cibo che include i nutrientinecessari a prevenire la malnutrizione infantile.Destinare parte di questi miliardi di dollari, almomento spesi per lʼassistenza alimentare, percomprare cibo appropriato per bambini sotto i 5anni, porterebbe grande riduzione nei devastantieffetti della malnutrizione in milioni di bambini: ritar-do della crescita, aumento di malattie e morte.

    - Malattie dimenticate -La scarsità di fondi investiti

    Più di 400 milioni di persone sono a rischio acausa delle malattie tropicali dimenticate come laleishmaniosi viscerale (kala azar), la malattia delsonno, la malattia di Chagas e lʼulcera di Buruli.Le prime tre sono tra le più mortali e tutte e quattrosono state evidenziate dallʼOrganizzazione Mondia-le per la Sanità (OMS) come particolarmente pro-blematiche poiché il trattamento e gli strumenti didiagnosi sono vecchi, inefficienti, o peggio inesi-stenti, con intere popolazioni di pazienti bloccate inaree remote o a rischio alle quali è difficile o impos-sibile accedere. Inoltre, la ricerca e sviluppo di nuovimedicinali e diagnostici sono tristemente privi difondi sufficienti. A meno che non ci sia un sostan-zioso aumento delle risorse disponibili a favore deiprogrammi nazionali di controllo per la diagnosi atti-va e il trattamento dei pazienti, un investimento nelleiniziative di prevenzione nonché una ricerca specifi-ca e sviluppo di nuovi strumenti, le vittime di questemalattie resteranno dimenticate.

    - Pakistan -Civili intrappolati nella violenza

    Il Pakistan è stato sconvolto da unʼintensa vio-lenza per tutto il 2009. Il conflitto tra lʼesercito paki-stano e i gruppi armati nel North West Frontier Pro-vince (NWFP) e nelle Federally Administered Tribal

    - Repubblica Dem. del Congo -Il clima di violenza non dà tregua

    ai civili nelle regioni orientaliPer tutto il 2009, gli abitanti della parte orienta-

    le della Repubblica Democratica del Congo (RDC)hanno subito la violenza incessante di gruppi arma-ti appartenenti a diverse fazioni. Centinaia di perso-ne sono state uccise, migliaia di donne, bambini etalora uomini sono stati stuprati, e centinaia dimigliaia di persone hanno dovuto abbandonare leloro case. Tra i pochi soggetti a offrire assistenzamedica di base, chirurgica, nutrizionale e psicologi-ca, MSF ha chiesto alle altre organizzazioni umani-tarie di aumentare la loro presenza nelle aree ruralipiù colpite da questa violenza estrema. Nellʼultimoanno le équipe di MSF hanno continuato a garanti-re cure mediche gratuite e ha contrastare epidemiecome lʼEbola, il colera e il morbillo. Nel 2009, MSFha vaccinato contro il morbillo più di 500.000 bam-bini in tutto il Paese.

    - Malnutrizione infantile -I fondi inadeguati minano i risultati nel trattamento di questa malattia Ogni anno da 3.5 a 5 milioni di bambini circa

    muoiono per cause legate alla malnutrizione. MSFha pubblicato un rapporto che offre unʼanalisi appro-

    Civili attaccati ed esclusi dagli aiuti umanitari in Pakistan, Somalia, Yemen, Sri Lanka,

    Afghanistan e Repubblica Democratica delCongo. Malnutrizione infantile, scarsità dei fondi per HIV/AIDS, costante indifferenza

    nei riguardi di altre malattie.Sono queste alcune fra le peggiori emergenze del 2009 con cui si è

    confrontata lʼazione di MSF.

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  • Areas (FATA) ha provocato lo sfollamento di oltredue milioni di persone, mentre svariati bombarda-menti nelle principali città pakistane hanno uccisocentinaia di persone e ne hanno ferite migliaia. Le già difficili condizioni di vita delle zone più remo-te del Pakistan sono peggiorate a causa della vio-lenza che si è intensificata negli ultimi due anni. Lamancanza di sicurezza e le restrizioni sugli sposta-menti limitano la disponibilità di servizi medici allagente più bisognosa. MSF non è riuscita a garanti-re supporto medico durante gli scontri nel Kurram,nel Swat e nel Waziristan meridionale.

    - Somalia -Civili in trappola tra violenza

    e mancanza di accesso alle cure

    Nel 2009, la popolazione somala ha continuatoa essere vittima della violenza indiscriminata, men-tre la siccità ha devastato parti del paese. Milioni dipersone hanno urgente bisogno di cure sanitarie,ma lʼenorme divario tra esigenze dei somali e rispo-sta umanitaria in materia continua ad allargarsi.

    - Sri Lanka -Migliaia di feriti nell̓ ultimo atto di una

    guerra che infiamma il Paese da più di 10 anni

    Mentre gli scontri infuriavano tra lʼesercito cin-galese e le Tigri tamil nello Sri Lanka settentrionale,migliaia di civili sono rimasti intrappolati per mesi inuna zona di guerra ridotta a una piccola striscia digiungla e spiaggia, senza alcun aiuto e con una limi-tata assistenza medica.

    Pochi mesi prima della fine della guerra civile,le organizzazioni umanitarie, inclusa MSF, hannodovuto lasciare le zone più interessate dagli scontri,su richiesta del governo. Soltanto il Comitato Inter-nazionale della Croce Rossa (ICRC) ha potuto con-tinuare a fornire assistenza medica di base, eva-cuando i feriti negli ospedali del Ministero dellaSalute. Da febbraio 2009, unʼequipe chirurgica diMSF lavora in uno di questi ospedali nei pressi diVavuniya.

    - Sudan -Condizioni drammatiche per le popola-

    zioni del Sudan merid. e del Darfur

    Lʼemergenza medica umanitaria è continuataper tutto il 2009 in varie parti del Paese. Oltre allacrisi in corso nel Darfur, la popolazione del Sudanmeridionale ha dovuto far fronte a un aggravarsidella situazione dovuta a un incremento della vio-lenza, al diffondersi di epidemie e allo scarso se non

    inesistente accesso alle cure mediche.Quasi cinque anni dopo il Comprehensive PeaceAgreement (CPA) che ha messo fine a una brutalee pluridecennale guerra civile, il bisogno di medici intutto il Sudan meridionale resta ancora una priorità,ma le crescenti tensioni stanno creando una situa-zione di insicurezza.

    - YEMEN -Civili intrappolati in una guerra brutale

    a nord del PaeseLe cinque guerre dallʼesito incerto scoppiate

    nel Governatorato di Saada, nello Yemen setten-trionale, hanno portato a una sesta guerra, finora lapiù intensa. Lʼesercito yemenita ha incrementato lasua offensiva contro un gruppo armato reclutato frala comunità dominante nella regione con un esitodal punto di vista umanitario senza precedenti:obiettivi civili e non militari, come gli ospedali, sonostati duramente colpiti dagli attacchi. Centinaia dimigliaia di sfollati senza assistenza a causa del con-flitto. Unʼemergenza nutrizionale è stata riscontratafra i bambini sradicati dalle loro case. Per la primavolta un paese confinante, lʼArabia Saudita, è statocoinvolta nel conflitto, peggiorando ulteriormente lasituazione già critica dei civili. t

    Quando le crisi dimenticate Quando le crisi dimenticate non fanno notizia.non fanno notizia.

    Presentazione del libro di Medici Senza Frontiere

    “Le crisi umanitariedimenticate dai media2009” (Marsilio editori)

    Intervengono: VittorioEmanuele Parsi

    (Professore in RelazioniInternazionali presso

    lʼUniversità Cattolica delSacro Cuore di Milano), Daniele

    Mastrogiacomo (giornalista e inviato di“Repubblica”), esponente MSF.

    Sabato 19/06 ore 12.00 - Riccione

    Premio giornalistico Ilaria AlpiPremio giornalistico Ilaria Alpi

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    RR endiamo gloria e lode al Signore, per il beneconcesso al popolo di Dio della Chiesa Cattoli-ca che è in Tanzania, così come per la crescita del-lʼOrdine dei Frati Minori Conventuali.

    La nostra presenza in questa terra ha avuto ini-zio nel 1988, come missione della Provincia di Var-savia (Polonia). Attualmente la Custodia è compo-sta da 15 frati, di cui 10 polacchi e 5 tanzaniani, e dagiovani tanzaniani in formazione iniziale.

    La Custodia attualmente è costituita da 4 comu-nità. Queste sono a servizio della Chiesa nelleseguenti attività: 3 parrocchie, una casa di forma-zione per i candidati allʼOrdine, assistenza spiritualeai religiosi, lʼinsegnamento di religione nei Collegi,apostolato mariano dei mass media e altre attività..

    Il nostro Ordine, oggi, è presente in sette PaesidellʼAfrica: Zambia, Ghana, Kenya, Tanzania, Burki-na Faso, Uganda, Malawi.

    art. e foto di fr. Tadeusz Światkowskifr. Krzysztof Cieslikiewicz

    I Frati Minori Conventuali

    in TanzaniaTanzania

    dalle missioni

    La presenza dell'Ordine in Tanzania risale al 1988.

    I frati sono molto noti nel Paese per la loro attività editoriale mariana.

    Promuovono con entusiasmo il carisma francescano

    nella Chiesa della Tanzania.

    Sono impegnati nell'istruzione infantile e giovanile.

    Alle falde del Kilimanjaro

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    Come gran parte dei Paesi africani, la Tanzaniaè afflitta dall'epidemia dell'AIDS. I dati ufficiali indi-cano il 7% della popolazione adulta, con una fortepenetrazione nella classe d'età tra i 20 e i 34 anni. Ilgoverno ha attuato un piano di prevenzione.

    ReligioniA livello religioso, Cristiani (Cattolici e Protestan-

    ti quasi a pari livelli) costituiscono ormai il 35% dellapopolazione, seguiti dai Musulmani (35%) e daiseguaci delle religioni tradizionali (ridotti al 30%). AZanzibar prevalgono invece nettamente i Musulma-ni (99%), seguiti dai Cristiani (1%).

    EtnieLa maggioranza degli abitanti appartiene a etnie

    di ceppo bantu, come sukuma, nyamwezi, hehe,bena, gogo, bahaya, makonde, chagga, ha e nyak-yusa. Fra le etnie nilotiche si trovano i nomadi masaie i luo; entrambi i gruppi sono presenti numerosi nelconfinante Kenya. Gruppi che parlano lingue cusci-tiche risiedono specialmente nella Regione delManyara. Due piccole tribù aborigene appartengo-no alla famiglia khoisan. Ogni gruppo etnico ha lapropria lingua ma la lingua nazionale è lo Swahili,una lingua di origine Bantu con forti influenze arabeed ora inglesi.

    La maggior parte della popolazione dell'isola diZanzibar è originaria della terraferma tranne ungruppo, gli shirazi, le cui origini sono state fatte risa-lire ai primi coloni persiani dell'isola. Ma quasi tutti

    LLa Tanzania, formalmente Repubbli-ca Unita di Tanzania (Jamhuri yaMuungano wa Tanzania in swahili, Uni-ted Republic of Tanzania in inglese) èuno stato dell'Africa orientale. Confina anord con Kenya e Uganda, a ovest conRuanda, Burundi e Repubblica Demo-cratica del Congo, e a sud con Zambia,Malawi e Mozambico. A est è bagnatadall'Oceano Indiano.

    Dar es Salaam è la città più grandeed è stata la capitale fino agli anni ʻ70. Iltrasferimento delle funzioni amministra-tive nella nuova capitale designataDodoma, posta al centro della Tanzania,non è stato ancora completato.

    Il nome "Tanzania" è un portmanteaucreato dalla fusione di "Tanganica" (nome dellacolonia britannica che corrisponde alla Tanzaniacontinentale) e "Zanzibar"; fu adottato quando i duesoggetti si unirono nel 1964.

    PopolazioneIn Tanzania presso Gola di Olduvai sono stati

    ritrovati alcuni dei più antichi resti fossili umani mairivenuti. Oltre a questi, sono state trovate anche leprime tracce di uso del legno come materiale dacostruzione per arnesi, presso le Cascate Kalambo.

    DemografiaLa densità della popolazione varia da una per-

    sona per chilometro quadrato nelle regioni aride a51 per chilometro quadrato negli altipiani ricchi d'ac-qua dell'entroterra fino ai 134 per chilometro quadrodi Zanzibar. Più dell'80% della popolazione abita inzone rurali.

    Sopra, i frati della Tanzania con il ministro Generale, al centro.Sotto, donne della Tanzania.

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    hanno una forte percentuale di sangue arabo. I resi-denti non africani della terraferma e di Zanzibarcostituiscono l'1% della popolazione e sono costitui-ti soprattutto da indopakistani, arabi ed europei.

    Regioni della TanzaniaLa Tanzania è amministrativamente suddivisa in

    regioni, a loro volta suddivise in wilaya o distretti.Attualmente sono state istituite 26 regioni e 127distretti.

    Città principaliDar es Salaam Dar es Salaam (2.336.055 abitanti; 2.850.000l'agglomerato urbano) è situata sulla costa dell'O-ceano Indiano di fronte all'isola di Zanzibar. E ̓ ilmaggior centro industriale del Paese: complessi ali-mentari, del tabacco, tessili, cementieri, farmaceuti-ci e chimici.

    ZanzibarZanzibar (206.000 abitanti) capoluogo dell'omo-nima unità federata si trova sull'isola di Unguja(conosciuta erroneamente come Zanzibar) ed è unimportante mercato dell'avorio e maggior polo com-merciale e scalo marittimo dell'isola. Nell'antichità fuun fiorente centro del commercio degli schiavi.

    ArushaArusha (270.500 abitanti) è il capoluogo dellaregione omonima e si trova a 1450 m s.l.m. ai piedidel monte Meru (mt. 4.556). La sua posizione lepermette di godere di un clima temperato tutto l'an-no nonostante la vicinanza all'Equatore. Inoltre laprossimità con l'aeroporto internazione Kilimanjarol'ha resa il punto di partenza per i safari organizzatinel nord del Paese. La città nacquecome forte di guarnigione durante lacolonizzazione tedesca e fu sede dellaComunità dell'Africa Orientale dal 1967al 1977. Ha ospitato inoltre il TribunaleInternazionale per i crimini in Ruanda.

    La MissioneL'Ordine dei Frati Minori Conventuali

    è cresciuto con una nuova Custodia pro-vinciale in Tanzania, dedicata a SanMassimiliano M. Kolbe. Nell'anniversariodella nascita del carisma francescano, il14 agosto scorso 2009, memoria del 68°anniversario del martirio del Santopolacco, è stata infatti eretta in Tanzaniauna nuova Custodia.

    Il Cardinale Polycarp Pengo, Arcivescovo di Dares Salaam, ha presieduto la celebrazione eucaristi-ca nella chiesa parrocchiale di Segerea, dei France-scani Conventuali. Hanno partecipato alla celebra-zione frati, sacerdoti, religiose e altri invitati giunti daTanzania, Kenya, Zambia, Polonia e da Roma. Lapresenza dell'Ordine in Tanzania risale al 1988,come missione della Provincia di Varsavia (Polonia).

    Attualmente la Custodia è costituita da 4 comu-nità che, al servizio della Chiesa, lavorano in 3 par-rocchie e una casa di formazione per candidatiall'Ordine e sviluppano tra lʼaltro attività di assisten-

    Sotto, una delle cappelle in foresta.Pagina accanto, Parrocchia e Centro educativo.

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    za spirituale, apostolato mariano, mass media einsegnamento religioso nelle scuole.

    La Custodia provinciale della Tanzania è com-posta da 27 membri: 15 professi solenni (10 polac-chi e 5 della Tanzania), 7 professi semplici (filoso-fia/teologia), 3 novizi e 2 postulanti. Attualmenteriunisce quattro conventi: Mwanga, Arusha/Poli, Dares Salaam/Segerea e Morogoro (la distanza è di600 chilometri tra i conventi di Arusha e di Dar).

    I frati sono molto noti nel Paese per la loro attivi-tà editoriale mariana, ambito nel quale raggiungonoil maggiore slancio vocazionale.

    “Promuovendo con entusiasmo il nostro carismafrancescano nella Chiesa della Tanzania, i frati sisono impegnati recentemente nell'istruzione infanti-le e giovanile costruendo due asili e l'imponentecomplesso 'Centro educativo S.MassimilianoKolbe', eretto in collaborazione con la Caritas Anto-niana di Padova”. I Frati sono coinvolti nelle attivitàpastorali e sociali dellʼArcidiocesi di Dar es Salaam.Con il passare del tempo, considerando il rapidosviluppo della Città di Dar es Salaam e lʼaumentodella popolazione, è stata presa lʼiniziativa di fonda-

    re una parrocchia e decentratecappellanie per occuparsi dellacura pastorale dei fedeli.

    Allo stesso tempo si è sen-tito il bisogno di assistere la socie-tà avendo una maggiore attenzio-ne per i bambini ed è stato costrui-to lʼasilo S. Antonio di Padova. Attualmente cʼè un grande biso-gno di seguire questi bambinianche attraverso la scuola ele-mentare e fino alla scuola superio-re. La necessità è a livello nazio-nale e specialmente in grandi cittàcome Dar es Salaam, per fornireunʼistruzione al sempre crescentenumero di bambini e giovani.

    I missionari hanno decisodi collaborare con una delle fami-glie che offre unʼadeguata parte diterreno in città per costruire la

    scuola. Il progetto è il Centro Educativo S. Massi-miliano Kolbe, che non ha il semplice intento di for-nire unʼistruzione, ma soprattutto unʼistruzione diqualità, cosa che spesso manca in molte scuoleTanzaniane.

    Il Centro Educativo S. Massimiliano viene incon-tro anche a coloro che, pur avendo le capacità perraggiungere buoni risultati, non hanno risorse eco-nomiche che permettano loro di poter studiare. La

    Dar Es Salaam Centro Educativo S. Massimiliano Kolbe

    Progetto Scuola per 1360 ragazzi

    Giugno -luglio10_Mag 2004.qxd 12/05/10 21:34 Pagina 13

  • struttura può ospitare alunni dallʼasilo fino alla scuo-

    la superiore. Lʼintero progetto consiste di due edifici

    per le aule e il refettorio. Ogni edificio prevede 17

    aule per un totale di 34 aule, ogni classe (due grup-

    pi) con 40 allievi.

    Da Gennaio 2008 è iniziata la prima classe della

    scuola elementare, in costruzioni adattate tempora-

    neamente. La maggior parte degli allievi è arrivato

    dallʼasilo S.Antonio di Padova e il resto da fuori. La

    maggior parte dei genitori desidera che i propri figli

    continuino nello stesso posto almeno fino al com-

    pletamento della scuola elementare.

    Vi chiediamo di aiutarci a sostenere la scuola S.

    Massimiliano. We thank All of you for every support

    and we assure you about our prayer for you! God

    bless you! t

    14

    Sopra, il ministro Generale visita una classe delCentro educativo. Pagina accanto, bambini della Casa S.Antonio diSucre, Bolivia.

    Sapevi che ...

    Il 90% della forza lavo-ro in Tanzania si dedicaallʼagricoltura.

    Le donne in Tanzaniadevono camminare fino a6 ore per procurarsi lalegna per cucinare percinque giorni.

    Quasi il 50% dellapopolazione tanzanianaha meno di 15 anni.

    Un cittadino americanoconsuma quanto 179 cit-tadini tanzaniani.

    In media, una persona in Tanzania vive 46 anni, mentre in Italia 30 anni di più.

    La violenza in famiglia è un problema grave, soprattutto perché non ci sono leggi che la vie-tino. Circa il 18% delle donne tra i 15 e i 49 anni è soggetto a mutilazioni genitali.

    Nel 2003 si stimava che 840 mila donne tra i 15 e i 49 anni vivessero con lʼAids.

    Nel 2003 si stimava che 140 mila bambini di età inferiore a 14 anni vivessero con lʼAids e980 bambini di età inferiore a 17 anni erano orfani a causa della malattia. La speranza di vitaalla nascita era di soli 46 anni, principalmente a causa della pandemia.

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    dal mondo

    DURBAN SUD AFRICA,cattolici contro l'industria del sesso

    Il Card. Napier parla del rischio della trattaumana durante i Mondiali di calcio

    Le esperienze dimostrano che ogni grandeevento sportivo, attirando numerosi turisti, si tradu-ce in un aumento della domanda di prestazioni ses-suali.

    Per i Mondiali di Calcio 2010 (11 giugno - 11luglio 2010), si prevede che saranno centinaia dimigliaia i tifosi di calcio che arriveranno in Sud Afri-ca: le organizzazioni a tutela dei bambini e dei dirit-ti umani hanno avvertito che la situazione potrebbepeggiorare con il contrabbando di adulti e bambiniche dall'Asia, dall'Europa orientale e da altre partidell'Africa giungeranno nel Paese per alimentarel'industria del sesso.

    In questa occasione, la Chiesa cattolica si pre-para a ospitare le squadre e i visitatori, natural-mente, ma implementa anche varie iniziative percombattere il rischio di sfruttamento (vedi il sitoChurchontheball.com).

    Il Cardinale Wilfrid Fox Napier, arcivescovo diDurban, in questa intervista a ZENIT spiega le atti-vità che la Chiesa mette in campo in favore dei dirit-ti umani, sostenendo che l'iniziativa di una piùampia distribuzione di preservativi non può funzio-nare nell'arginare la diffusione dell'HIV: «E' comedire che l'unico modo per curare l'alcolismo è quel-lo di dare bevande gratuite a tutti gli alcolisti».

    Eminenza, qual è il suo parere sul rischio chein occasione della Coppa del Mondo possaaumentare la prostituzione minorile?

    Card. Napier: Esistono dei segnali che dimostre-rebbero come i cartelli e le mafie dedite alla trattadegli esseri umani si sono già messi in azione. Cosìcome crescenti sono anche le segnalazioni di bam-bini scomparsi e i casi di ragazzini e giovani adultiche restano intrappolati in opportunità lavorative"troppo belle per potervi resistere".

    Ci sono attività specifiche che la Chiesa vor-rebbe promuovere per questo evento?

    Card. Napier: Stiamo facendo molto per sensibi-lizzare le persone, utilizzando – quando è necessa-

    rio – dei casi concreti di vita vissuta. Allo stessomodo siamo impegnati con le scuole cattoliche e leassociazioni femminili in un'attività di informazionead ampio raggio sul tema della tratta degli esseriumani. Dal suo canto, devo dire che anche il Gover-no ha il merito di fare molto, mostrandosi aperto acollaborare con le organizzazioni non governative.

    La Chiesa cattolica è l'unica ad intervenire? Card. Napier: Altre Chiese e confessioni cristia-

    ne, come pure persone di altre fedi, sono semprepiù coinvolte. Ad esempio, la Conferenza Mondialeper la religione e la pace, il Consiglio InterreligiosoKwaZulu, il Forum nazionale dei Leader Religiosi.

    La vera preoccupazione è dovuta al timore diuna maggiore trasmissione del virus HIV afronte della maggiore richiesta del mercatodel sesso. Di recente la Gran Bretagna hadichiarato che avrebbe dato 42 milioni di pre-servativi al Sud Africa facendo seguito ad unarichiesta di questo stesso Paese, il quale haistituito un programma di prevenzione dell'-

    Coppa del Mondo 2010in Sudafrica

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    HIV appositamente per la Coppa del Mondo.Qual è il suo punto di vista?

    Card. Napier: Il governo di Jacob Zuma noncessa mai di stupire! Da poche settimane è iniziatauna campagna anti-HIV/AIDS molto pubblicizzata, ilcui obiettivo è che 15 milioni di persone si sottopon-gano al test dell'HIV, ma il passo successivo di quel-lo stesso governo è di accettare, o "richiedere eaccettare", 42 milioni di preservativi dalla Gran Bre-tagna. È pazzesco!

    Si dice che i preservativi sono per la Coppa delmondo: ma se sono soltanto 250.000-300.000 i tifo-si di calcio attesi per l'evento e considerando ovvia-mente che non tutti hanno uno stile di vita promi-scuo, a chi sono realmente destinati? Non è forseun altro esempio della decadenza dell'Occidente edella sua volontà di svendere la sua decadentemerce alle decadenti elite emergenti?

    Il dibattito riguarda il contesto e la legittimitàdell'industria del sesso: gli esperti dicono chel'unico modo per prevenire il traffico di esseriumani è quello di depenalizzare la prostituzionee promulgare le leggi anti-traffico. A suo avvisocosa si potrebbe fare?

    Card. Napier: E' come dire: "L'unico modo percurare l'alcolismo è quello di dare bevande gratuitea tutti gli alcolisti". Non ha nemmeno senso rimuo-vere le poche limitazioni giuridiche all'imponentetraffico di ragazze e giovani donne. Le leggi anti-trat-ta, in ogni caso, devono essere dirette contro colo-ro che schiavizzano le persone vittime della tratta econtro coloro che ne traggono benefici, ovvero con-tro quegli stessi uomini che “usano” le prostitute.

    Un'ultima domanda: come nasce la preghiera

    speciale per la FIFA World Cup 2010? Card. Napier: La preghiera così come altri mezzi

    di cura spirituale delle Chiese sarà messa a dispo-sizione durante la Coppa del Mondo, ed è frutto diun accordo tra vari livelli: Conferenze episcopali,Diocesi e parrocchie (di Mariaelena Finessi,ZENIT).

    AFRICA/ZAMBIA Coppa del Mondo in Sudafrica: “Abbia-mo la possibilità di salvare le vittimedella tratta degli esseri umani” diceuna religiosa dello Zambia Lusaka

    “La Coppa del Mondo in Africa suscita grandeentusiasmo e orgoglio, nella maggior parte degliafricani. Ma c'è anche grande ansia perché que-sto grande evento può causare un forte incre-mento della tratta di esseri umani” afferma uncomunicato inviato allʼAgenzia Fides dal JesuitCentre for Theological Reflection (JCTR) diLusaka, capitale dello Zambia. I gesuiti ricorda-no che il pericolo di un forte aumento della trattain relazione ai Mondiali di calcio che si aprono inSudafrica lʼ11 giugno è “particolarmente veroperché il Sudafrica è già una destinazione popo-lare di questo crimine crudele”. La Chiesa suda-fricana da tempo ha lanciato lʼallarme su questoproblema.

    Circa 800.000 persone all'anno sono vittimedella tratta che attraversa i confini internazionalie molti altri lo sono all'interno dei singoli Paesi.Secondo le stime, i trafficanti di essere umaniguadagnano 12 miliardi di dollari all'anno.

    La tratta degli esseri umani, secondo il JCTR,è una minaccia anche per la popolazione delloZambia. “Questo crimine, che sembra spessocosì lontano per molti di noi, perché è un delittonascosto e particolarmente sofisticato, e questainvisibilità, mettono in pericolo molte persone"dice Suor Kayula Lesa, Coordinatrice del JCTRper lʼinsegnamento della Dottrina Sociale dellaChiesa.

    Secondo il comunicato, “le informazioni rac-colte nello Zambia sul tema sono molto preoccu-panti. Un gran numero di donne e bambini , inparticolare adolescenti di sesso femminile, sonoancora oggi oggetto di traffico all'interno delloZambia, verso il Sudafrica e lo Zimbabwe e l'Eu-ropa, passando per il Malawi.”

    “Molte vittime sono ingannate da persone aloro vicine - racconta Suor Lesa -. Parenti, cono-scenti, leader religiosi e uomini d'affari inducono

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    con lʼinganno le vittime a consegnarsi ai traffi-canti prospettando lʼopportunità di migliorare laloro vita”.

    Il JCTR afferma che si possono salvare le vit-time della tratta in collaborazione con le organiz-zazioni che lottano contro questo crimine, tra lequali vi sono lʼOrganizzazione Internazionale perle Migrazioni (OIM), le Suore della Carità(RSCS), le Women and Law in Southern Africa(WLSA). Nel settembre 2008 lo Zambia ha inol-tre varato una legge contro la tratta degli esseriumani.

    Suor Lesa, ha avanzato alcune proposte con-tro il traffico in occasione dei Mondiali di calcio:1. Azioni di sensibilizzazione: le vittime sonosoprattutto coloro che non hanno mai sentitoparlare della tratta di esseri umani. Abbiamo ildovere di educare le nostre famiglie e le perso-ne nelle nostre comunità.

    2. Pregare per le vittime: possiamo dedicare unagiornata di preghiera per le vittime, che potrebbeessere una domenica allʼinizio della Coppa delMondo.

    3. Promozione di politiche di governo a favoredei poveri, perché questo crimine è alimentatodalla povertà.

    4. Incoraggiare l'azione della polizia: collaboria-mo con la polizia nella segnalazione dei casisospetti di traffico di essere esseri umani”.

    26 Stati contro la tratta di esseri umanie lo sfruttamento del lavoro minorile

    Angola, Burundi, Camerun, Repubblica Centra-fricana, Gabon, Repubblica del Congo, RepubblicaDemocratica del Congo, Guinea Equatoriale,Rwanda e Sao Tomé e Principe per la CEEAC.Bnin, Burkina Faso, Capo Verde, Costa d'Avorio,Gambia, Ghana, la Guinea, la Guinea Bissau, Libe-ria, Mali, Niger, Nigeria, le Senegal, Sierra Leone eTogo per la CEDEAO.

    NellʼAfrica centrale e in quella occidentale, il traf-fico degli esseri umani riguarda il 70% dei Paesidella regione, con il 26% dei bambini, circa 50 milio-ni costretti a lavorare. Uno dei Paesi più colpiti dalfenomeno della tratta di bambini costretti a lavoripesanti è la Nigeria. Molti dei piccoli provengono dalBenin, uno degli Stati più poveri dellʼAfrica, dove lefamiglie sono costrette a vendere i propri figli persomme modeste. I bambini sono quindi inviati in

    Nigeria dove vanno a lavorare nelle piantagioni ocome domestici.

    Secondo un missionario francese, intervistatodallʼAgenzia Fides, oltre 4mila bambini ogni annosono inviati a lavorare fuori dal Benin, uno dei paesipiù poveri dellʼAfrica. P. Claude, un missionario cheda anni dirige un centro di accoglienza per i bambi-ni di strada a Cotonou, capitale del Benin afferma:“Il paese è il crocevia del traffico dei minori nellaregione. Anche dal vicino Togo i bambini fannotappa qui per poi essere inviati in Costa dʼAvorio eNigeria, dove vengono sfruttati nelle piantagioni. Sitratta di una dei tanti traffici che fanno base nelnostro paese. Anche le rotte della droga e delle armipassano dal Benin”.

    “Le famiglie più povere vendono i loro figli alleorganizzazioni di trafficanti, in cambio di pochi spic-cioli e della promessa di un lavoro decente per i pro-pri figli. In realtà, i bambini una volta arrivati nellapiantagione, sono costretti a lavorare senza com-penso. Essi sono completamenti isolati dalla fami-glia. Solo alcuni di loro, una volta cresciuti , riesco-no a fuggire e a tornare a casa. Ma la maggior partedei bambini non rivedranno più la loro famiglia. Èuna vera e propria forma di schiavismo” conclude ilmissionario (Agenzia Fides).

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    progetto adozioni

    La Romania ora sembra un paese che si svi-luppa ogni giorno di più nel bene, ma, pur-troppo anche il numero di quelli che nonriescono a mantenere il passo con questo sviluppocresce ogni giorno e la povertà conta persone efamiglie che un giorno avevano un tetto e un pezzodi terra per lavorare.

    Vorrei sensibilizzarvi con un altro studio realiz-zato dal nostro Centro nellʼarea in cui lavoriamo: “Lapovertà condizione di singole persone e di collettivi-ta umane”. Nel loro complesso, esse si trovano adavere, per ragioni di ordine economico, un limitatoaccesso a beni essenziali e primari ovvero a beni eservizi sociali d'importanza vitale. La povertà diven-ta pauperismo quando riguarda masse che nonriescono più ad assicurarsi i minimi mezzi di sussi-stenza. Guardate il Villaggio Olimpico dove vivonoin condizioni inumane circa 250 famiglie ammassa-te in 4 grandi capannoni. E ̓questo un fenomenocollegato a una particolare congiuntura economicache porta al di sotto del minimo di sussistenza unagran parte della popolazione.

    La povertà in linea generale tende ad essere digrado più elevato nelle aree rurali che in quelle

    ROMANIA

    “Vogliamo ringraziare tutti coloro che negli ultimi anni ci hanno aiutato

    con il loro contributomateriale e spirituale,

    partecipando allo sviluppo del nostro

    Centro sociale di Roman,

    che ora accoglie 280 bambini e

    80 famiglie nei vari progetti sociali,

    sanitari e scolastici”.

    di fra Emilian Dumea

    urbane dove vi sono maggiori opportunità di fonti direddito: inoltre nelle zone rurali, la povertà si accom-pagna ad un isolamento sociale maggiore di quelloche la povertà di per sé determina. In genere peròla povertà urbana può causare maggiori problemirispetto a quella rurale: si vedano ad esempio i pro-blemi sanitari nelle baraccopoli o negli slums neipaesi in via di sviluppo.

    La durata della povertà è un elemento moltoimportante per quanto riguarda la posizione socialedelle persone, che non viene intaccata in casi didurata breve della situazione d'indigenza.

    Le famiglie povere sono di norma quelle piùnumerose con un numero elevato di figli e di perso-ne conviventi nello stesso ambito familiare. Lanumerosità della famiglia assolve ad un compito diassistenza per la vecchiaia dei genitori. Il lavorominorile è una fonte di reddito spesso essenzialeper le famiglie povere, ma spesso causa un difettodell'istruzione determinando una sorta di circolovizioso della povertà.

    La posizione della donna riguardo alla situazio-ne di povertà è spesso svantaggiata rispetto a quel-la dell'uomo, in termini sia di cultura (famiglie rom) e

    Centro Sociale di Roman

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    partecipazione alla vita sociale, sia di carico di lavoroe talvolta di disponibilità di cibo e altri beni essenziali.

    Povertà e miseriaIl termine "povertà" può comunque assumere

    molteplici significati ed essere impiegato con diver-se accezioni. Quando la povertà assume connota-zioni estreme di assenza di beni materiali primari siparla allora di “miseria”, termine che assume oltre aquello economico e sociale, come la povertà, ancheun valore immateriale indicante sia un' estrema infe-licità sia una condizione spirituale di grettezza emeschinità morale.

    Mentre esiste un termine di riferimento oggetti-vo per caratterizzare una situazione di povertà rifa-cendosi alla cosiddetta soglia di povertà, non visono indicatori certi dello stato di miseria. Questa,del resto, ha un aspetto molto più evidente dellostato di povertà che può, entro certi limiti, esseremascherato. Si può parlare ad esempio di "unadignitosa povertà" mentre dire "dignitosa miseria" èun'espressione improponibile.

    La fame nel mondoSi dice che nel mondo circa 20.000 persone

    muoiono ogni giorno per fame o cause ad essa cor-relate. I dati sono migliorati rispetto alle 30.000 didieci anni fa o le 41.000 di venti anni fa. Tre quartidei decessi riguardano bambini al di sotto dei cin-que anni. Oggi, il 10% dei bambini che vivono inpaesi in via di sviluppo muoiono prima di aver com-piuto cinque anni. Anche in questo caso, il dato èmigliorato rispetto al 28% di cinquanta anni fa.

    Carestia e guerre causano solo il 10% dellemorti per fame, benché queste siano le cause di cuisi sente più spesso parlare. La maggior parte deidecessi per fame sono causati da malnutrizionecronica. I nuclei familiari semplicemente non riesco-no a reperire cibo sufficiente a causa dell'estremapovertà.

    Numerosi esperti in questo campo, sono con-vinti che il modo migliore per alleviare la fame nelmondo sia l'istruzione. Le persone istruite riesconopiù facilmente ad uscire dal ciclo di povertà checausa la fame.

    Accanto a questi poveri siamo noi tutti, mano amano, che con il nostro piccolo contributo portiamonelle famiglie povere un raggio di speranza. Parlaredi povertà è semplice, ma impegnarsi, avvicinarsi,aiutare, soffrire e vivere con i poveri è più difficile,perché la povertà spaventa e molti non vogliononemmeno sentir parlare di fame, di sete e di giusti-zia… si di giustizia. Dio vi benedica. t

    SITUAZIONE DEI MINORISITUAZIONE DEI MINORI

    SSebbene lʼincidenza dellʼhiv/aids sia bassa,la pandemia si concentra su ragazzi infet-tati tra il 1986 e il 1991. Era previsto un aumen-to del numero di casi, poiché i minori comincia-no presto ad essere sessualmente attivi esanno poco sul meccanismo di trasmissionedella malattia.

    Il numero dei bambini che vive in orfanotrofiè calato nel 2005 e cʼè un aumento di bambinirom iscritti alla scuola primaria.

    Alla fine del 2005 le politiche governativetese a ridurre le violenze domestiche, lʼabuso eil traffico di bambini hanno cominciato a mostra-re risultati positivi.

    Il numero di bambini abbandonati dai geni-tori è rimasto alto, così come il numero didecessi dovuti a pratiche abortive non sicure.

    SITUAZIONE DELLE DONNESITUAZIONE DELLE DONNE

    LLa Romania è un paese di origine e transitoper ragazze e donne che vengono sfruttatesessualmente in Turchia, Italia, Grecia e altripaesi balcanici. Questo fenomeno, già esisten-te durante gli anni ʻ90, è cresciuto costante-mente dopo lʼanno 2000.

    Il tasso di mortalità materna era di 39 mortiper 100 mila nativi vivi nel 2004.

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    testimoni

    di P. Vittorio Trani

    La vitaIl P. Quirico nacque a Serrone (Frosinone), lʼ11

    luglio 1891, ultimo di cinque figli, da Egidio e Cate-rina Proietti. Venne battezzato nella chiesa del S.Cuore a La Forma, frazione del Serrone, il giornodopo la nascita.

    Negli anni della scuola elementare vi furono dueeventi che in qualche modo influenzarono la suavita. Il primo era stato lʼincontro con la suora del Pre-ziosissimo Sangue che lo aveva preparato allaPrima Comunione. La religiosa aveva parlato tantobene del sacerdozio che aveva lasciato nel piccoloQuirico unʼimpressione indelebile. Il secondo episo-dio, invece, aveva avuto un risvolto drammatico. Ungiorno durante la lezione, il maestro elementarechiese proprio a lui di stare attento alla classe per-ché egli doveva assentarsi per una cosa urgente.

    Dopo alcuni minuti si udì uno sparo: preso dalladisperazione il maestro si era suicidato. Poi, si

    seppe che il suo gesto era legato allʼingiunzione chela massoneria gli aveva comandato di uccidere il reUmberto I.

    P. Quirico ricorderà spesso questi due eventi: ilprimo ricollecandolo alla scoperta della dignità delsacerdozio, il secondo alla presenza nel mondodella massoneria che sarà una delle realtà che laMilizia dellʼImmacolata dovrà combattere.

    Il 30 ottobre del 1908, allʼetà di 17 anni entra nel-lʼOrdine dei Frati Minori Conventuali, a Zagarolo,

    Nel collegio di Roma egli ebbe la fortuna di avere come

    compagno il giovane polacco, Massimiliano Kolbe.

    La sintonia spirituale tra i due, la spinta ideale che li animava fece sì che il giovane P. Quirico

    venisse cooptato dal Kolbe per essere uno dei 7 fondatori della Milizia dellʼImmacolata.

    P. QUIRICO PIGNALBERIconfondatore della

    Milizia dell’Immacolata

    Sopra, P. Quirico.A destra, la famiglia Pignalberi al completo, inuna foto ricordo dopo lʼordinazione sacerdotale.

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    allora sede del noviziato. Lʼ8 Novembre inizia lʼannodi noviziato, sotto la guida del P. Alessandro Anto-nelli, ed emette la professione religiosa il 14 novem-bre 1909.

    Terminati gli studi ginnasiali che aveva iniziati alSerrone, fu mandato a Roma per gli studi filosoficialla Gregoriana (1911-1913) e quelli teologici allaPontificia Facoltà di San Bonaventura, a S. teodoro,oggi Seraphicum (1914-1917).

    Nel collegio di Roma egli ebbe la fortuna di averecome compagno il giovane polacco, MassimilianoKolbe. La sintonia spirituale tra i due, la spinta idea-le che li animava fece sì che il giovane P. Quiricovenisse cooptato dal Kolbe per essere uno dei settefondatori della Milizia dellʼImmacolata.

    Dopo lʼordinazione sacerdotale, il 10 agosto1917, fu chiamata alle armi, solo per un breve perio-do, fino al Maggio del 1918. Quando nel 1919 gliarrivò il foglio del concedo illimitato, su di esso eraannotato il riconoscimento di “Cavaliere di VittorioVeneto” per buona condotta e per aver servito confedeltà ed onore la Patria.

    Nel 1920 fu trasferito a Cave e nominato rettoredel seminario. Nel 1925, venne scelto come Mae-stro dei novizi a Bagnoregio, poi al Piglio, nel Con-vento di San Lorenzo dove sarà maestro dei novizifino al 1964.

    Nel 1937, il 17 febbraio, San MassimilianoKolbe, di passaggio in Italia dal Giappone, andò alPiglio, non solo per rivedere il suo compagno ericonfermare la loro sintonia spirituale nella dona-zione incondizionata allʼImmacolata, ma anche perdiscutere con lui come organizzare meglio il movi-mento mariano in Italia.

    Il Quirico in questo periodo organizzò nelle par-rocchie del Piglio e dei paesi vicini varie sedi dellaMilizia di Maria Immacolata. Trasformò in motivo diapostolato il suo hobby della riparazione degli oro-logi che gratuitamente aggiustava per coloro chericorrevano a lui. Attingendo alla spiritualità delladevozione alla Santissima Umanità di Cristo prepa-rava rappresentazioni artistiche della nascita delSignore, i presepi, per le quali ricevette vari premi.

    Nel 1961 presentò a Milano il suo presepio arti-stico allʼEsposizione Europea dei Presepi, e fu pre-miato per lʼingegno e gli effetti delle combinazionielettrico-meccaniche.

    Nel l971 partecipò in Polonia, a Cracovia, a Nie-pokalanow e nel campo di concentramento diOswiecin, ai festeggiamenti per la beatificazione delsanto martire polacco, San Massimiliano Kolbe.

    Questa visita in Polonia, insieme a quella a Lour-des nel l958 furono le uniche due occasioni in cuiuscì dallʼambito del noviziato, intento per tutta la vitaalla formazione dei novizi alla vita francescana esacerdotale.

    Ebbe, il 1 aprile 1979, la consolazione di incon-trarsi con il Santo Padre Giovanni Paolo II che loabbracciò, sapendolo ultimo Confondatore ancoravivente della Milizia di Maria Immacolata.

    Minato dalla malattia, oltre che dagli anni, venivavisitato da Sorella morte, allʼetà di 91 anni, il 18luglio l982.

    Lezione di santitàAl Piglio, come maestro dei novizi, ed a varie

    riprese anche da guardiano del Convento, formògenerazioni di giovani alla vita francescana, nontanto con eruditi discorsi sulla santità, quanto con lapratica di una vita santa. Sempre disponibile allʼa-postolato della predicazione e del confessionaleaccorreva a ogni richiesta dei Vescovi e dei Parroci.

    Visse una vita semplice, austera, povera, deditoalla preghiera vivendo quasi in uno stato abituale dipreghiera, immerso totalmente nella contemplazio-ne, unita ad una dura penitenza fatta spesso diveglie prolungate, di digiuni, di discipline anche asangue.

    Si alimentava dellʼindispensabile, si dissetava

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    con acqua calda; si metteva sempre in un angoloper non essere notato o di disturbo agli altri e lì pre-gava e meditava; preferiva non intervenire, ed inter-venendo lo faceva con dolcezza, ma con energiaquando si trattava di difendere la verità. Con i novi-zi passava ore di salutare lavoro materiale di giardi-naggio, di orto e di bosco.

    In occasione della sua traslazione nella cappelladel Sacro Cuore al Piglio il Ministro Generale, P.Lanfranco Serrini, così presentava la fisionomia spi-rituale del P. Quirino: “Egli con la sua vita ascetica ciha lasciato un esempio che certamente può ancheimpressionarci e impaurirci, potrà anche meravi-gliarci e spaventarci la durezza e la costanza dellamortificazione, i digiuni e le discipline anche a san-gue, ma sono il suo stile di agganciarsi a vivere lʼi-mitazione dei misteri della vita di Cristo, Egli con lavita ascetica di aspirazione verso la santità ci hadato anche il senso di una grande misericordia del-lʼamore infinito di Dio, dellʼabbandono generosonelle braccia della Madre Immacolata, di sentire iltesoro profondo della grazia, della nostalgia delcielo il richiamo di quel Dio che è in noi e che vuolemanifestarsi in continuità” (Cf. Il Convento di SanLorenzo al Piglio dei Frati Minori Conventuali, I,numero unico, 1985, p.2).

    Nello stesso volume il P. Piacentini scrive: “Nellascelta della via della santità del P. Quirico non visono i segni indicativi della spiritualità cristiana diBetania, ma quelli della spiritualità del deserto, chenei secoli passati, era designata con lʼespressioneʻage contraʼ, cioè agire contro, disprezzando e rin-negando se stessi per averedavanti a sé solo lʼamore e lʼonoredi Dio, del Cristo e della VergineSantissima. Queste erano le realtàvere, concrete, per le quali sentivaun amore ed un trasporto profon-dissimo.

    Alcuni penitenti hanno raccon-tato di essere rimasti sorpresi dal-lʼatteggiamento del P. Quirico chementre ascoltava la confessione simetteva a singhiozzare quandosentiva che era stata bestemmiatala Vergine Santissima. Una volta fului a mettersi in ginocchio davantiad un penitente, durante la confes-sione nella stanzetta attigua allasacrestia, come lo stesso peniten-te ebbe a raccontare, perché glipromettesse di non offendere più ilnome di Gesù e di Maria” (Ivi, II,

    numero unico, 1986, p. 3-4).P. Quirico fu religioso umile, amante del nascon-

    dimento, schivo da ogni lode, pauroso quasi dellasua ombra, senza riferire mai nulla a sé, ma tutto aDio, ammirevole per la sua tenacia di ascesi esem-plare. Il segreto della riuscita del suo apostolato edella presa sulle anime che riportava a Dio è statala santità, come ha scritto il Parroco di Trevi nelLazio, Don Alessandro Sibilia: “il segreto del suosuccesso deve riscontrarsi nella sua santità sacer-dotale per cui per chiunque sarebbe stato difficilissi-mo resistere al fascino di una forza superiore che sisprigionava dalle sue parole ispirate, dal suo sguar-do dolce e severo, insieme” (Cf. Bagliori di Santità aSan Lorenzo al Piglio)

    P. Quirico Pignalberi è stato un uomo che haricercata la santità con tutte le sue forze, attaccan-dosi puntigliosamente ai mezzi e alle vie ascetico-mistiche, che nelle scuole di spiritualità del suotempo indicavano come vie sicure per darsi allasequela Christi secondo la forma francescana. Inquesto egli fu fedele a quanto aveva appreso nelsuo noviziato e che aveva fissato nei “Proponimen-ti di Vita”, durante il noviziato (Programma di santi-tà, Collectio Pilensis, Piglio 1988, p.19).

    Alcune considerazioniLa vita di P.Quirico è un dono grande per tutti,

    religiosi e laici, un dono da riscoprire continuamente.I Francescani hanno in lui un perfetto imitatore di

    S. Francersco. Alcuni passi dei suoi scritti sono par-ticolarmente forti. Scrive : “Noi siamo i continuatori

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    dellʼopera di Francesco… la Chiesa non ha menobisogno di allora di restauro, e il materiale di costru-zione non può essere che il medesimo: la medesi-ma Regola, il medesimo spirito”. E ancora: “Il popo-lo ci vuole vedere diversi dagli altri del mondo, altri-menti i buoni ci compatiscono, i cattivi ci disprezza-no e prendono motivo di disprezzare la religionestessa: “ma si può credere alla religione?” – essidicono”. La religione non è quel frate, o quel prete,o quel vescovo, ma è Cristo crocifisso, e se non cirassomiglieremo a Lui, periremo tutti egualmente”.

    Inoltre il convento del Piglio, con la veneratamemoria del P. Quirico, può riprendere la sua anti-ca funzione di “spazio del silenzio” e di santità congli esempi del Beato Andrea Conti e di tanti altri reli-giosi del passato.

    Per gli abitanti del Piglio e dei paesi vicini, dovesi recava per celebrare la S. Messa, confessare,

    fare catechesi ed assistere i malati, è rimasto unmodello di sacerdote a cui far riferimento. Al Piglio,in particolare, negli anni è sorta una grande venera-zione verso “padre Maestro”.

    Dovunque andava lasciava lʼesempio di vitaascetica e mistica. La sua via alla santità fu la via deldeserto, della mortificazione, del digiuno e della pre-ghiera assidua; anche la notte la passava spessis-simo nella cappella in adorazione al SantissimoSacramento. Era un santo sacerdote, che lo porta-va a commuoversi durante le confessioni fino apiangere e a mettersi in ginocchio davanti ad unpenitente purché promettesse di non bestemmiarepiù Gesù e la Madonna.

    ConclusioneLa celebrazione del 25°anniversario della trasla-

    zione delle spoglie del P. Quirico nella cappella delS. Cuore, convento di S. Lorenzo, offre lʼoccasioneper ripensare la sua vita e i suoi esempi.

    E ̓la candela accesa e messa dalla Provvidenzasul candelabro perché rischiari il cammino a tutti noiche siamo, oggi, sulla strada di S. Francesco. P.Quirico è stato un santo frate, paziente, gioviale,mite, caritatevole, con una vita di preghiera abitua-le; è stato uomo di Dio, che esercitò le virtù cristia-ne eroicamente, immedesimato a Gesù nella pas-sione, sempre disponibile, amante della povertà,paziente nel letto della vecchiaia e della malattia,amante dellʼOrdine Francescano.

    La canonizzazioneNello stesso anno della sua morte fu incaricaro-

    no un vice postulatore nella persona del P.ErnestoPiacentini perché si facesse parte attiva per racco-gliere quanto potesse servire per unʼeventuale pro-cesso di canonizzazione. Al P. Ernesto va il meritodi aver curato,con passione e competenza, la pub-blicazione di tutti gli scritti del P.Quirico e di aver rac-colto un numero rilevanti di testimonianze attestantila sua fama di santità.

    La causa di canonizzazione del P. Quirico, finoad oggi, ha avuto un iter veloce, e, quindi, moltoconsolante per i suoi risultati.

    Ringraziamo il Signore per averci data opportu-nità di conoscere un fratello santo capace di incar-nare, nel contesto dei nostri tempi, il grande proget-to evangelico di S.Francesco. t

    Sotto, P. Quirico a Niepokalanow per i festeggiamenti della beatificazione del P. Kolbe.A sinistra, Piglio, convento S.Lorenzo: commemorazione del P. Quirico nella cappella del S.Cuore, dove è sepolto.

    Per maggiori informazioni rivolgersi a:P. Ernesto Piacentini

    Lungotevere Farnesina 12 - 00165 RomaTel. 06.6898017 Fax 06.6867719

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    Cari frati, familiari, gruppi missionari e amici dellamissione come state? Spero bene!Vengo a voi con questo scritto dopo più di un

    mese dal tremendo terremoto che ha colpito ilnostro Paese. La situazione, come dicevo nella let-tera della domenica delle palme, è ancora critica.

    Molti sono i problemi: case distrutte, lavoro pre-cario, ospedali da campo se ne vedono moltissimi,tante scuole non utilizzabili, ponti crollati, acquedot-ti e fognature danneggiati seriamente e tante sonole chiese cadute o con problemi seri, ...e ora conlʼarrivo dellʼinverno la situazione diventa ancora piùcomplessa e grave.

    In questo mese molti di voi mi hanno chiestocome potevano aiutare la nostra gente e moltianche ci hanno inviato già delle offerte. Con questomio scritto desidero presentarvi e proporvi un pro-getto, a cui noi frati cileni abbiamo aderito e doveindirizzeremo le offerte che ci sono arrivate e quelleche ci arriveranno. Finora lʼaiuto che abbiamo datonoi frati di Curicó, oltre che ascoltare la tanta gentedesiderosa di raccontare la paura, lʼimpotenza e ilterrore di quella notte e dei giorni successivi e didare una parola di conforto e di speranza, è statoquello di distribuire dei viveri, del vestiario e materialidi prima necessita.

    Spesso, come comunità francescana ci siamochiesti come aiutare e quale sia il modo migliore perintervenire e per stare vicini alla nostra gente segna-ta dal terremoto e tsunami nel modo più corretto.

    Ci siamo resi conto che il vero problema inizia

    ora, dopo la prima fase di verifica dei danni (cata-sto), e della seconda fase, quella della demolizionedi molte case del centro e della periferia, ora sipensa alla ricostruzione. La diocesi di Talca staoffrendo delle casette prefabricate, due camere,una cucina-soggiorno, bagno, realtà dignitosa peraffrontare i primi tempi della ricostruzione (ci vorran-no anni per ritornare alla normalità!). Come frati cile-ni abbiamo pensato di aderire a questo progetto.

    Progetto che ci sembra serio, ben strutturato egià sperimentato con buona riuscita anni fà perunʼaltra calamità dalla stessa diocesi di Talca. Que-sto progetto ci sembra inoltre possa rispondere nonnon solo ad un bisogno immediato (casa), ma chepossa permettere ad una famiglia di vivere dignito-samente in una casetta per il tempo necessario perla ricostruzione della casa (alcuni anni).

    Il costo della casetta è di circa 2500 - 2600euro. Nella pagina seguente riportiamo le foto,esterno e interno della casetta.

    Da Curiacò ci propongono il progetto solidale in collaborazione

    con la Diocesi di Talca: “Una casetta per le famiglia cillene”.

    In Cile lʼinverno sta arrivando...il Centro Missionario accoglie lʼiniziativa

    dei frati cileni.

    CILEemergenza terremoto

    solidarietà

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    Casette prefabbricate

    Se volete aiutare i fratelli cileni

    a rialzarsi e a vivere

    nuovamente in maniera

    dignitosa, potete farlo

    rivolgendovi al

    Centro Missionario

    o alla Caritas Antoniana.

    Muchas gracias, el Señor les bendiga y les entregue la paz del Señor resucitado

    Paz y Bien fr. Tullio

    Ogni casetta

    è così strutturata:

    due camere,

    una cucina-soggiorno,

    bagno.

    Sistemazione dignitosa per

    affrontare i primi tempi

    della ricostruzione.

    interno

    esterno

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    Suor Donata era in Italia quando ci fu il terremoto.

    In questa lettera descrive le sue impressioni quando, dopo qualche

    settimana, è ritornata in Cile.

    Carissimi,... E ̓il 19 marzo, festa di S. Giuseppe, mi metto

    a scrivere... Sono arrivata allʼaereoporto e, a parte la

    impressione di vedere tutto rotto, stavamo ancoranella fila per passare dalla dogana, quando un buonterremoto di 7,2 gradi ci ha accolti... Era il momentodel cambio di governo, per cui la notizia ha fattoancora più scalpore perché erano presenti i presi-denti di vari paesi.

    Il giorno dopo sono partita per il sud, a Talca-huano precisamente, per accompagnare le sorelleche hanno vissuto il terremoto. Loro stanno bene,hanno dormito diverse notti sulle colline circostantiper lʼallarme di tsunami che cʼè stato diverse volte,ma adesso sono rientrate.

    Andare in giro per questa città è davvero deso-lante... Non è stato solo terremoto, ma anche tsu-nami, per cui il mare che è uscito dai suoi argini, hainvaso la città trascinando dietro tutto ciò che ha tro-vato al suo passaggio, per cui in città ci sono navi,barche, containers pieni di pesce che attualmente siè putrefatto con i rispettivi odori di tutti i tipi...

    Case che si sono viste arrivare addosso con-tainers pieni di pesce, la fognatura rotta, così comelʼacquedotto (ancora oggi non hanno acqua e non sipossono usare i bagni...!!!) Il 90% della città è statadistrutta e il 100% delle fonti lavorative della zona: ilporto, non esiste più, così come lʼindustria ittica. Cisono dei quartieri interi ancora pieni di fango chearriva fino al collo...

    Temiamo che il peggio debba ancora venire...Per il momento, siamo in situazione di emergenza egli aiuti arrivano, ma dopo, quando un altro eventosi presenterà, questo mega terremoto passerà aldimenticatoio e sarà piú dura...

    Recentemente abbiamo avuto una Messa conil Vescovo di Concepción (altra città distrutta al30%)... Ha motivato a non scoraggiarsi e continua-re a camminare con fede e speranza...cʼera ancheil sindaco che diceva: “Si, ce la faremo, ci rimettere-mo in piedi”... Davvero la speranza è lʼunica ereditàdei poveri e su questa speranza si sta continuandoa vivere... ed è così che in mezzo a tutta questadesolazione, si creano bellissimi gesti di solidarietà

    tra vicini, amici e parenti... Lʼacqua condivisa, del pane fatto insieme, la

    ricerca delle persone disperse, la condivisione dellatenda sotto cui dormire... sono segni che parlano dasoli e ci fanno credere che mettendo insieme leforze e le risorse, si può continuare ad andare avan-ti... Si, lʼultima parola la tiene la “Vita”.

    Adesso sono rientrata a Copiapó, per ritornareal sud dopo Pasqua...Vedremo cosa si può fareinsieme. Questa Quaresima è stata vissuta in pie-nezza dal popolo cileno: che il passaggio dallamorte alla Vita che celebreremo la notte di Pasquaci aiuti a scommettere sulla Vita attraverso la soli-darietà concreta con il povero... t

    Un abbraccio ad ognunoSuor Donata

    (Piccole sorelle - Copiapó)

    Sopra, un edificio devastato dal terremoto.Sotto, Sr Donata delle Piccole Sorelle di Copiapò.

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    Profumo di SolidarietàallaLesna

    profumo di bagna caôdaIl 31 gennaio scorso, il gruppo missionario della par-rocchia Madonna della Guardia di Torino ha ripropo-sto alla comunità di Borgata Lesna il “pranzo di soli-darietà missionaria”, come ormai consuetudine daalcuni anni. I proventi ricavati da questa iniziativasono stati utilizzati per sostenere le attività dei nostrifratti missionari presso la parrocchia di José LeonSuarez a Buenos Aires, con cui siamo gemellati eper questʼanno anche per i terremotati di Haiti.

    Lʼoccasione ci permette, inoltre, di offrire a molte famiglie e a persone sole, unʼallegra domenica di con-vivialità allʼinsegna della solidarietà. Nellʼampio salone del sotto chiesa, di cui dispone la nostra parrocchia,si raccolgono almeno 200 persone attorno ai pittoreschi “fouiôt” in cui si serve il piatto forte del pranzo: Lastuzzicante e “profumata “Bagna caôda” piemontese! Come dimostrano i numeri, la gente della borgataattende con ansia lʼappuntamento e noi uniamo allʼabilità collaudata delle nostre cuoche la cortesia e qual-che “coccola” da parte di chi si prende cura del servizio a tavola. Lʼimpegno di questa iniziativa è notevole eil gruppo vive questo momento con molta serietà: il piatto richiede una lunga e attenta preparazione, i loca-li vanno puliti e attrezzati adeguatamente. Cʼè bisogno, dato il numero dei commensali, di fare una grossaspesa e non manca puntualmente qualche piccolo intoppo!

    Ogni anno ci capita di dubitare delle nostre forze, presi dallʼansia della riuscita. Ma anche in questa sestaedizione ce lʼabbiamo fatta, consapevoli che, come diceva Madre Teresa di Calcutta: ”Quel che facciamo èsolo una goccia nellʼoceano, ma se questa goccia non ci fosse, allʼoceano mancherebbe! Anche questa voltaai nostri fratelli lontani arriverà la nostra goccia”. Da Maria Rosa da Torino, salutissimi a tutti

    Parrocchia S.Giuseppe da Copertino RomaGiornata Missionaria

    Domenica 25 aprile, si è svolta lʼannuale giornata di fraternità missionaria nella parrocchia S. Giuseppeda Copertino. Da diversi anni la Parrocchia ha un particolare legame con la missione cilena dei frati minoriconventuali e diverse famiglie continuano a sostenere le adozioni a distanza. Don Mauro, il parroco, è moltodisponibile e sensibile alla dimensione missionaria ma anche al legame con il Cile. La giornata è stata pre-parata dal gruppo delle adozioni in Cile. Alla celebrazione Eucaristica è seguito unʼagape fraterna arricchitada tanta gioia fraterna. Durante il pran-zo abbiamo fatto scorrere alcune fotodella missione cilena con particolareriferimento al momento difficile che sista attraversando in Cile a causa delrecente terremoto. Abbiamo fatto cono-scere il progetto “casette prefabbricate”che si sta attuando per dare una digni-tosa possibilità di vita a quanti hannoperso tutto. Don Mauro (in alto al cen-tro della foto) ha finalizzato la giornataanche per la costruzione di un pozzoper la comunità di 2 mila persone dellaParoisse De La Cathedrale Des Gonat-ves ad Haiti.

    animazione missionaria

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    I l Festival Corale Internazionale La Fabbrica delCanto, organizzato dalla Associazione MusicaleJubilate di Legnano, giunge questʼanno alla XIXedizione e vedrà la partecipazione di 8 cori prove-nienti da Europa, America Latina, Asia e Africa perun totale di 85 esibizioni distribuite sullʼintero territo-rio lombardo.

    I cori, tra i migliori al mondo, si succederanno indue sessioni: la prima, dal 3 al 13 giugno 2010,vedrà la partecipazione di 4 cori provenienti daEstonia, Giappone, Germania e Sud Africa. Laseconda si svolgerà nel periodo dal 12 al 22 giugno,e ospiterà ulteriori 4 cori provenienti da Bosnia Erze-govina, Cuba, Finlandia e Francia.

    La peculiarità della sua formula rende unico ilFestival: nei primi due giorni di calendario di ciascu-na delle due sessioni – e precisamente giovedì 3 evenerdì 4 giugno, giovedì 17 e venerdì 18 giugno –i 4 cori si esibiranno insieme nella sede storica,Legnano, in due serate con programmi di 20 minuticadauno. Lo spettatore avrà così lʼopportunità diascoltare modi diversi di fare musica corale. I cori,infatti, hanno differente tipologia: gruppi vocali, corida camera, cori misti, cori a voci pari (femminili emaschili).

    Successivamente i cori realizzeranno dei con-certi singoli nei Comuni che questʼanno aderisconoal circuito concertistico. I Comuni, distribuiti su tuttoil territorio lombardo, appartengono alle Province diMilano, Monza e Brianza, Varese, Como, Bergamo,Brescia, Lecco e Sondrio.

    La Presidenza della Repubblica anche quest'an-no ha onorato la manifestazione con l'attribuzionedella Medaglia d'oro, quale premio di rappresentan-za per meriti artistici. Inoltre, un altro riconoscimen-to importante è il rinnovato patrocinio di MilanoExpo 2015.

    Lo spirito del Festival coniuga ormai tradizional-mente lʼaspetto culturale con quello della solidarie-tà. Anche per questa edizione è prevista unʼiniziati-va in questo senso.

    Lo scorso anno i fondi raccolti hanno permessodi contribuire alla costruzione, ad opera dei FratiConventuali Francescani, del Centro Educativo SanMaximilian presso Dar Es Salaam (Tanzania) cheospiterà un asilo, una scuola elementare e unascuola secondaria.

    Anche questʼanno lʼAssociazione Musicale Jubi-late continuerà a sostenere questa opera. t

    LʼAssociazione Musicale Jubilate di Legnano

    giunge questʼanno alla XIX edizione.

    Lo spirito del Festival coniuga cultura e solidarietà.

    Anche questʼanno lʼAssociazione

    continuerà a sostenereil Centro Educativo

    S. Maximilian a Dar Es Salaam

    in Tanzania.

    LEGNANO-TANZANIAAssociazione Musicale Jubilate

    a cura di Emj

    eventi solidali

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    Festival Corale Internazionale “La Fabbrica del Canto”dal 3 al 13 - dal 12 al 22 giugno 2010

    WWW. Jubilate.it

    Gli otto cori protagonisti della XIX edizione saranno: Ellerhein Girls Choir dir. Tiia Ester Loitme -Esto-nia; Mikrokosmos dir. Loic Pierre - Francia; Nelson Mandela Metropolitan University Choir dir. Junita VanDijk - Sud Africa; Schola Cantorum Coralina dir. Alina Orraca - Cuba; SPD Jedinstvo dir. Nemaja Savic -Bosnia Erzegovina; Talla Vocal Ensemble Finlandia; Tokio Ladies Consort Sayaka dir. Ko Matsushita -Giappone; Vocaldente Germania.

    MUSICA E SOLIDARIETÀMUSICA E SOLIDARIETÀLo spirito del Festival coniuga ormai tradizionalmente lʼaspetto culturale con quello della solidarietà.

    Anche per questa edizione è prevista unʼiniziativa in questo senso.

    Lo scorso anno i fondi raccolti hannopermesso di contribuire alla costruzione, ad opera dei Frati Conventuali Francescani, del CentroEducativo SAN MAXIMILIAN pressoDar Es Salaam (Tanzania) che ospiterà un asilo, una scuola elementare e una scuola secondaria.

    Anche questo anno lʼAssociazioneMusicale Jubilate continuerà a sostenere questa opera.

    Per noi che abbiamo avuto in donodallʼamico benefattore, nostro compianto Presidente Onorario, Talisio Tirinnanzi, una sede prestigio-sa per la nostra Scuola di Musica e per il Coro Jubilate, questo gesto assume un significato grandissimo: attivarci per diffondere, con i mezzi a nostra disposizione, la gratuità della quale a nostravolta siamo stati oggetto.

    Altro evento solidale:

    “Il Grande Spettacolo dellʼAcqua 2010”

    In programmazione tutti i giorni dal 30 luglio al 29 agosto sul lago di S. Pietro a Monteverde (Av)per cui sono già aperte le prenotazioni, sarà il momento culmine degli Eventi della Solidarietà che sirealizzeranno contestualmente a Monteverde come lo spettacolo di Falconeria e le ormai immanca-

    bili Notti della Luna.

    Via A. Moro 5 - 85025 Melfi 0827 1810028; 346 6898344

    t t t t t

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    Diversi eventi possono diventare occasione per condividere la gioia con le persone vicine, ma può anche diventare un momento per riflettere e far riflettere, comunicando a chi partecipa il vostro desiderio di essere

    solidali con i popoli del sud del mondo.

    Even t i so l i da l iE ven t i so l i da l i

    suggerimenti per ricorrenze suggerimenti per ricorrenze

    Bomboniere solidali

    Se in occasione di una ricorrenza importante, battesimo, comunione, matrimonio, 25° anni-versari, professioni religiose, ordinazioni sacerdotali…, non desiderate “le solite bombo-niere”, ma preferite che il ricordo di questo momento contribuisca ad aiutare chi è in difficoltà,potete scegliere di proporre ai vostri parenti e amici di effettuare una donazione a progetti inmissione, come regalo per le vostre nozze o per altri eventi.

    Devolvendo il corrispettivo da voi destinato allʼacquisto delle bomboniere e scegliendo unprogetto missionario da sostenere, farete una cosa che rimarrà nei cuori dei vostri ospiti epotrete con questo semplice gesto dare una mano a chi è meno fortunato.

    Progetti

    Sostegno di Orfanotrofi, Centri Medici, Mensa, scuole; opere a favore dei bambini con ser-vizio sanitario, scolastico, catechesi. Sostegno delle giovani vocazioni alla vita religiosa e sacerdotale nelle varie missioni.

    Modalità

    Aquanti scelgono il sostegno a distanza, sarà inviata una scheda con la descrizione delprogetto adottato personalizzato per il proprio evento, bollettini prestampati e depliantinformativi per comunicare il significato di questa scelta.

    In seguito, a coloro che effettueranno una donazione, verrà inviata una lettera di ringra-ziamento e la Rivista mensile “Il Missionario Francescano” per continuare ad essere informatisullʼandamento delle missione e dei progetti sostenuti.

    Agli sposi o festeggiati verrà spedito un attestato con il riscontro dei fondi raccolti, delle per-sone che hanno donato per il progetto scelto.

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    L'arte del perdonoCome si possono guarire leferite dell'anima di Jörg Müller

    Spesso facciamo fatica aperdonare offese e ferite dellʼanima o non riusciamo aperdonare noi stessi. Questogenera amarezza e irrigidimento.Jörg Müller ci introduce allʼArtedel perdono e ci mostra come accettare noi stessie gli altri, e diventare quindi persone libere.

    Ed. Messaggero Padova pp.120 - euro 11,00

    Penultime notizie circa Ieshu/Gesù di Erri De Luca

    Un intenso libro su Gesù, sul Gesù-uomo mandato da Dio, raccontato con lo stile geniale ed evocativo di Erri De Luca, che si definisce un non credente, non un ateo, perché egli continuaa interrogarsi, non avendo risolto definitivamente il «problema Dio».Ed. Messaggero Padova pp.96 - euro 5,00