1/2 Gennaio-Febbraio 2010 - Centro Missionario Francescano ... · La pace comincia da te, comincia...

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Anno LXXVII - N.1/2 Gennaio-Febbraio 2010 - Poste Italiane S.p.a.- Sped. in Abb. Postale DL 353/2003 (Conv. in L. 27.02.2004 n.46) - Art.1 Comma 2 - DCB Roma Paraguay La povertà ha il volto dei bambini pg 16 Anno Sacerdotale Fedeltà di Cristo, fedeltà del sacerdote pg 6 Se vuoi coltivare la pace, custodisci il creato pg 28 1/2 1/2 Gennaio-Febbraio 2010 Gennaio-Febbraio 2010 Mensile di carattere religioso-missionario dellʼOrdine dei Frati Minori Conventuali Gennaio10_Mag 2004.qxd 04/01/10 10.24 Pagina 1

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Anno SacerdotaleFedeltà di Cristo, fedeltà

del sacerdote pg 6

Se vuoi coltivare la pace,custodisci il creatopg 28

1/21/2 Gennaio-Febbraio 2010Gennaio-Febbraio 2010Mensile di carattere religioso-missionariodellʼOrdine dei Frati Minori Conventuali

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anno LXXVII n°1/2Gennaio-Febbraio 2010

Rivista di carattere religioso-missionario dellʼOrdine Frati Minori ConventualiMensile - Reg. Trib. di Tivoli n. 17/2005 del 15.11.2005 - Sped. in abb. post.DL 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n.46) - Art. 1, comma 2 - DCB RomaDirettore editoriale: P.G.Battista BuonamanoDirettore responsabile: P. Ernesto PiacentiniSegretaria di redazione: Annamaria IacorossiRedattori: G.Buonamano, G.DʼAngelo, I. LaurentiniHanno collaborato: E.Piacentini, L.Fanin, G.Spoto, Clarisse Serra deʼConti, R.Pedroso, R.Peretti, P.Blok, A.Skakovskii, Sr Eletta

Finito di stampare nel mese di Gennaio 2010

copertina:bambina del Kazakistan

Nel rispetto della Legge675/96, custodiremo i Suoi datipersonali e li utilizzeremo peraggiornarLa sulle nostre inizia-tive promozionali. Se Lei desi-derasse opporsi al trattamentodei dati che La riguardano, aisensi dell’art.13 della legge675/96, potrà scrivere in ognimomento al IMF, P.zaS.Maria, 1 - 00039 Zagarolo(Rm), chiedendo l’aggiorna-mento, la verifica o la cancella-zione dei Suoi dati.

il punto Gianbattista Buonamano 3La pace nel quotidianoeditoriale Ernesto Piacentini 5Veritas in caritateanno sacerdotale Luciano Fanin 6Fedeltà di Cristo, fedeltà del sacerdoteprogetto/adozioni Giambattista Spoto 10Messico: seminario francescanodalle missioni Roberto, Pawel, Alexei 12Essere missionario in Kazakistanprogetto/adozioni Rodrigo Pedroso 16Paraguay: la povertà ha il volto dei bambinitestimoni Clarisse di Serra de ̓Conti 20Suor Maria Giuseppina Benvenutimissionarietà Sr. Eletta 23Assemblea missionaria: testimonianzenuovi stili di vita a cura della redazione 26Engineering per lʼnfanzia in Boliviamessaggio pace a cura della redazione 28Se vuoi coltivare la pace custodisci il creatoeventi Gianbattista Buonamano 29Africa: Burkina Faso

IMFIMF IL MISSIONARIO FRANCESCANOIL MISSIONARIO FRANCESCANO

Direzione, redazione e amministrazione: P.zza S.Maria, 1 -

00039 ZAGAROLO (Rm)Tel e Fax: 06.9575214 -

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Sommario

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il punto

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Carissimi, “Il Signore ci dia pace!”

NNel nostro Mondo in cui tutto appare precario e pocochiaro, dove la pace mondiale, ma anche quella dellenostre piccole realtà è a rischio, vogliamo come citta-

dini di questo mondo e credenti scegliere la strada dell’im-pegno quotidiano, costante ed esigente, gratuito e sempliceper la pace. Diceva Gandhi “La nonviolenza, come la carità,deve cominciare a casa propria”.

La pace comincia da te, comincia da noi; dal nostro talen-to, dalla nostra creatività; dipende dalla capacità e dalleopportunità che ci diamo di programmare e progettare ilnostro futuro. La “pace nel quotidiano” è adoperarsi per rida-re speranza e fiducia all’altro attraverso l’esercizio dei propridiritti e la difesa di quelli altrui.

La pace è importante ma senza un cammino quotidiano,di impegno fedele e concreto, rischia di essere soltanto unamanifestazione sterile, una richiesta disattesa. L’impegnoper la pace, invece, apre a nuove speranze di un mondomigliore. Una risposta all’urgenza della pace deve comincia-re dalla vita quotidiana, con gesti di fratellanza, responsabi-lità e impegno. Vivere la dimensione della pace nel lavoro, infamiglia, con il prossimo.

Grazie a Dio, nella ricerca sincera della pace, non man-cano potenzialità positive e motivi di speranza come il desi-derio di “prossimità”, di socialità, di incontro, di solidarietà,l’accettazione dell’alterità, il rispetto del creato, come ci haricordato Benedetto XVI nel messaggio del 1 gennaio: "Sevuoi coltivare la pace, custodisci il creato".

Dobbiamo però anche costatare che si parla di pace, siriconosce il suo stretto rapporto con la giustizia e il rispettodell’ambiente. Spesso tutto si ferma lì. I buoni progetti e legrandi proclamazioni restano lettera morta, mentre domina-no le divisioni e le ingiustizie che scatenano violenze, conflittie guerre. Le molte parole che pronunciamo e le moltissimeche ascoltiamo ci lasciano l’amaro in bocca. Ci sembranovuote, simili a bandiere che si agitano al vento, senza inci-dere sui destini generali e sulla costruzione concreta dellapace.

In questo nostro tempo difficile abbiamo più che mai biso-gno di guardare e considerare la testimonianza di profeti dis-armati, di fare riferimento a figure forti per il nostro camminoquali ad esempio San Francesco, Mandela, Gandhi, MadreTeresa e tanti altri. Sono stati veri costruttori di pace, opera-tori di giustizia di cui il mondo ha tanto bisogno. La vita diquesti testimoni ha tracciato la vera strada verso il sogno el’utopia della pace e ripete a noi che essa si costruisce gior-no per giorno con amore nella ricerca dell’ordine voluto daDio e può fiorire quando tutti riconoscono le proprie respon-sabilità in ordine alla sua promozione.

Una risposta all’urgenza della pace

deve cominciare dalla vita quotidiana,

con gesti di fratellanza, responsabilità e impegno.

Vivere la dimensione della pace nel lavoro,

in famiglia, con il prossimo.

La pace comincia da te,comincia da noi.

di P. GBattista Buonamano

LA PACENEL

QUOTIDIANO

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lettere alla redazione

- Insieme per la Pace -- Insieme per la Pace -Carissimi,

questa non è la classica lettera che scrivo a unamico per dirgli come sto e raccontargli cosa faccio.E ̓molto più importante, la più importante di tutte: èper la pace!

Non è tanto unʼaffermazione come: “Basta farela guerra facciamo la pace” o “Voglio la pace maintanto sono il primo che attacca briga…”.È più una domanda che viene dal profondo delcuore: perché non ci impegniamo insieme nellacastruzione della pace?

Rosa da Roma

Carissima, il tuo desiderio mi sembra ancheuna buona provocazione. Non basta desiderare lapace, bisogna volerla ad ogni costo. Impegniamociripetendoci: la pace comincia da me!

Buon 2010 di pace

- Amore per la Missione -- Amore per la Missione -Scrivo al direttore e anche a quanti lavorano

per la rivista. Desideravo ringraziarvi per il vostrofare ed essere in missione con tutti i missionari e lemissionarie del mondo. In questi anni la vostra rivi-sta mi ha accompagnato con il suo buono spiritomissionario. I vostri articoli sulle missioni sono statiun invito per ogni lettore e ogni cristiano a vivere lapropria fede con passione missionaria e con atten-zione verso gli ultimi. Certamente lʼamore alla mis-sione e alla compassione verso chi soffre dà untono profondamente evangelico ed evangelizzantealla rivista. Auguro a tutti voi che possiate continua-re su questa strada che porta a soffrire con chi sof-fre, ad ascoltare chi nessuno ascolta e a lasciar par-lare quei poveri e dimenticati che hanno molto dainsegnarci. Con ogni augurio,

Luigi da Milano

Carissimo, grazie per il tuo legame con lanostra Rivista,attività e interesse verso gli “ultimi”.La dimensione missionaria è un elemento essen-ziale dellʼidentità di ogni Battezzato, non solo deimissionari. Si è infatti missionari in patria, nella pro-pria famiglia, nel mondo del lavoro e in altre terre.Terra di missione è là dove Gesù non è ancoraconosciuto, non è più conosciuto, è dimenticato, èignorato; dove cʼè mentalità antievangelica, dovecʼè discriminazione, chiusura, povertà di comunionee di solidarietà.

sarie “azioni rapide e sostanziali”. Una situazionesenza precedenti. A rischio sono soprattutto i Paesiin via di sviluppo.

- La Fame -- La Fame -Abbiamo seguito con attenzione il Vertice FAO

sulla fame nel mondo. Desideriamo riportare dueinterventi, quello del Papa: "Non è possibile conti-nuare ad accettare opulenza e spreco, quando ildramma della fame assume dimensioni sempremaggiori. E' necessario maturare una coscienzasolidale, che consideri l'alimentazione e l'accessoall'acqua come diritti universali di tutti gli esseriumani, senza distinzioni né discriminazioni. Il primopasso è la conversione del cuore che può sorregge-re l'impegno per sradicare la miseria, la fame e lapovertà in tutte le loro forme".

Il Presidente Napolitano nel suo messaggioscriveva: "I paesi ricchi devono fare di più. Nel 2009circa un miliardo di persone ha sofferto la fame.Questa drammatica realtà, aggravata ulteriormentedalla crisi economica e finanziaria, non può lasciareindifferenti.

Proprio la crisi economica e finanziaria insegnache ricchezza e benessere hanno valore se larga-mente ed equamente distribuiti. E' tempo di un rin-novato impegno da parte della comunità internazio-nale, specie dei paesi più ricchi, per sconfiggere lapovertà e per porre le basi di uno sviluppo sostenibi-le e diffuso".

Gianni e Anna da Roma

Sono infatti allarmanti i dati che emergono dalrapporto periodico della Food and Agriculture Orga-nization: un sesto della popolazione mondiale nondispone di una quantità di cibo adeguata al fabbiso-gno. Sono cento milioni in più dellʼanno scorso lepersone che soffrono la fame e 15 milioni di lorovivono in Paesi sviluppati. “La fame e la povertà pon-gono seriamente a rischio la sicurezza e la pacemondiale” avverte Jacques Diouf, direttore generaledellʼagenzia dellʼOnu, che preannuncia: sono neces-

EVENTI GENNAIO-FEBBRAIO

Gennaio1 43ª Giornata della pace

6 Giornata dell’infanzia missionaria

17 21ª Giornata del dialogo tra cattolici ed ebrei

17 96ª Giornata del migrante e del rifugiato

18–25 Settimana per l’unità dei cristiani

31 57ª Giornata dei malati di lebbra

Febbraio2 14ª Giornata per la vita Consacrata

7 32ª Giornata per la vita

11 18ª Giornata del malato

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CARITAS IN

VERITATE

DellʼEnciclica Caritas in Veritate sonogià state dette e scritte molte cose.Giustamente ci si è concentrati sul

suo messaggio centrale, e cioè che la caritàvissuta nella verità “è la principale forza pro-pulsiva per il vero sviluppo di ogni persona edellʼumanità intera” (n. 1).

Il cuore dellʼenciclica del Papa è certa-mente ritrovare il senso più profondo dellʼa-gire umano nellʼamore autentico verso Dioche è Verità e verso gli altri uomini. Indub-biamente, è la stella polare che orienta sialʼanalisi dei grandi problemi economici,sociali e politici del mondo contemporaneo,sia delle loro possibili soluzioni.

Anche se in breve vorrei sottolineare unaspetto dellʼenciclica, la “relazionalità” comecategoria per leggere la condizione umanae le vie da percorrere per un autentico svi-luppo integrale della persona e dellʼumanità:“Oggi l'umanità appare molto più interattivadi ieri: questa maggiore vicinanza si devetrasformare in vera comunione. Lo sviluppodei popoli dipende soprattutto dal riconosci-mento di essere una sola famiglia, che col-labora in vera comunione ed è costituita dasoggetti che non vivono semplicementel'uno accanto all'altro” (53). Un simile pen-siero obbliga ad un approfondimento deltema e del valore della categoria della rela-zione.

Benedetto XVI vede nella carità “la viamaestra della dottrina sociale della Chiesa”con la seguente giustificazione: perché“essa dà vera sostanza alla relazione per-sonale con Dio e con il prossimo; è il princi-pio non solo delle micro-relazioni: rapportiamicali, familiari, di piccolo gruppo, maanche delle macro-relazioni: rapporti sociali,economici, politici” (2).

Il Papa propone la via ʻrelazionale ̓ per-ché “La creatura umana, in quanto di natu-ra spirituale, si realizza nelle relazioni inter-

LA CARITA’VISSUTA NELLA VERITA’

DÀ VERA SOSTANZA ALLARELAZIONE CON DIO

E IL PROSSIMO

personali. Più le vive in modo autentico, piùmatura anche la propria identità personale.Non è isolandosi che l'uomo valorizza sestesso, ma ponendosi in relazione con glialtri e con Dio. L'importanza di tali relazionidiventa quindi fondamentale (53).

La qualità delle relazioni sociali si qualifi-ca per ciò che le persone amano di più, perle premure ʻultime ̓che le persone esprimo-no nelle loro relazioni. Lʼamore è dono di Dio,ma anche premura fondamentale delle per-sone umane. La sua presenza o la sua

assenza spiega i problemi di cui soffriamo edischiude le loro possibili soluzioni.

Ma lʼamore non è un bel sentimento,bensì è una certa relazione con se stessi,con gli altri e con Dio. La carità non è gene-rico sentimento, affetto o emozione. La cari-tà è invece la sorgente di ogni bene, in quan-to bene relazionale. È da tale relazionalitàche possono scaturire i progetti di un nuovoumanesimo aperto alla trascendenza. Noncʼè verità senza carità e non cʼè carità senzaverità. La verità ha bisogno della carità, cosìcome la carità ha bisogno della verità. Que-sto nesso inscindibile è la relazione checaratterizza lʼumano.

di P. Ernesto Piacentini

editoriale

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di P. Luciano Fanin

FEDELTÀ DI CRISTO,fedeltà del sacerdote

2009 - giugno - 2010 Anno Sacerdotale

Lʼanno vuole contribuire a promuovere lʼimpegno dʼinteriore rinnovamento di tutti i sacerdoti per una loro più

forte e incisiva testimonianza.

Il Papa presenta come esempio ai presbiteri e ai missionari,

la convincente figura di S. Giovanni Maria Vianney.

anno sacerdotale

Per comprendere il senso di questo anno, puòessere utile richiamare alla mente alcuni pas-saggi della lettera che il Santo Padre ha invia-

to per questa circostanza ai “cari fratelli nel sacer-dozio”.

Un “tale anno vuole contribuire a promuoverelʼimpegno dʼinteriore rinnovamento di tutti i sacerdo-ti per una loro più forte e incisiva testimonianzaevangelica nel mondo di oggi”. Si mette così inprimo piano fin da subito un forte intento missiona-rio, dettato da un rinnovato spirito ed anelito diannuncio, nei luoghi dove il presbitero ha un suoruolo unico e insostituibile.

Viene poi affermato con animo riconoscente chei sacerdoti costituiscono un immenso dono non soloper la chiesa, ma anche per la stessa umanità. Lʼo-rizzonte quindi è ampio! E a questo proposito il pen-siero del Papa corre “a tutti quei presbiteri che offro-no ai fedeli cristiani e al mondo intero lʼumile e quo-tidiana proposta delle parole e dei gesti di Cristo,cercando di aderire a Lui con i pensieri, la volontà, isentimenti e lo stile di tutta la loro esistenza”. Ven-gono ricordate in particolare le loro fatiche apostoli-che, il loro servizio infaticabile e nascosto, la lorocarità tendenzialmente universale: il tutto vissutosicuramente da “amici di Cristo” con fedeltà corag-giosa, spesso messa a dura prova da difficoltà eincomprensioni.

Non vengono tuttavia nascoste dal Santo Padre“quelle situazioni, mai abbastanza deplorate, in cuila chiesa stessa ha da soffrire per lʼinfedeltà di alcu-ni suoi ministri, che sono per il mondo motivo discandalo e di rifiuto”. In questi casi tuttavia sarebbepiù utile e vantaggioso “non tanto la puntigliosa rive-lazione delle debolezze dei suoi ministri, quanto unarinnovata e lieta coscienza della grandezza deldono di Dio, concretizzato in splendide figure diPastori, di Religiosi ardenti di amore per Dio e per leanime, di Direttori spirituali illuminati e pazienti” e dimissionari di ieri e di oggi pronti a dare la vita per ilvangelo.

Il Papa presenta come esempio ai presbiteri e aimissionari, - ma direi ad ogni cristiano, che nel bat-tesimo condivide il sacerdozio di Cristo – la convin-cente figura di S. Giovanni Maria Vianney. Del santocurato dʼArs richiama alcuni punti salienti della suavita di sacerdote, un presbitero fortemente convintoche “un buon pastore, un pastore secondo il cuoredi Dio, è il più grande tesoro che il buon Dio possaaccordare ad una comunità cristiana, ad una par-rocchia, uno dei doni più preziosi della misericordiadi Dio”.

Il santo parroco parlava della sua missionesacerdotale con ammirazione e sorpresa “nonriuscendo a capacitarsi della grandezza del dono edel compito, affidati ad una creatura umana”. Tuttopreso da uno sconfinato senso di responsabilità

S. Giovanni Maria Vianney

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IL SANTO CURATO

D’ARS

Ed. PaolineCollana I radar ISBN 8831537018prezzo 11,00 € pagine 128

Lo stile di questa brevebiografia è piano, manon trascura informa-zioni necessarie a comprendere questa figura di sacer-dote, tanto semplice quando profonda. L’Autore sipreoccupa di segnalare quegli aspetti della vita delCurato d’Ars che la rendono significativa per ilnostro tempo. Il libro riporta brani significativi trattidagli scritti o dai discorsi del Santo Curato d’Ars ealcune sue preghiere che l’intensità dell’intuizionerendono preziose anche dal punto di vista letterario.

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così si esprimeva: “Se comprendessimo bene checosʼè un prete sulla terra, moriremmo: non di spa-vento, ma di amore!”.

Il sacerdote con il sacramento dellʼordinazioneviene infatti configurato per sempre a Cristo SommoSacerdote. Viene “consacrato nella verità" (Gv 17,19). Scelto fra gli uomini, resta uno di essi, ma inforza della sua vocazione è chiamato a servirlidonando loro la vita di Dio. In lui "continua l'opera diredenzione sulla terra". Tuttavia la vocazione sacer-dotale rimane un tesoro conservato in fragili vasi dicreta (cfr 2 Cor 4, 7). Con questa immagine lʼapo-stolo delle genti ha espresso felicemente l'infinitadistanza che esiste fra la vocazione cristiana e lapovertà delle risposte che si possono dare a Dio. Edancora: "quando sono debole, è allora che sonoforte" (2 Cor 12, 10).

Per il curato dʼArs una tale consapevolezza nonpuò non aprire lʼanimo alla bontà e all'amore stessodi Dio, che diviene così fonte di rinnovata forza e diprofonda gioia del cuore. Infatti più il sacerdote e ilcristiano perseverano nell'amicizia di Dio, più conti-nuerà l'opera di salvezza e di liberazione delRedentore sulla nostra terra, così bella, ma anchecosì impoverita dal nostro egoismo.

Il sacerdote poi non è per se stesso, ma per tutti!In questa espressione è racchiusa una delle sfidepiù impegnative del nostro tempo. Ebbene il sacer-dote, come uomo della Parola di Dio e del misterosanto, è chiamato più che mai ad essere portatoredi gioia e di speranza. Indirizzandosi a quanti nonsanno immaginarsi Dio come amore sconfinato,dirà sempre con la sua vita che vale la pena viverlacosì e che è in Cristo che si trova significato e sensoamando tutti, dai piccoli ai grandi, da quanti credo-no a quanti hanno perso lʼaffetto e la consolazionedel fratello e della sorella.

A questo proposito si può affermare che la reli-gione del santo curato d'Ars era ed è una religionedella gioia. Nelle sue catechesi così si rivolgeva aisuoi parrocchiani: "La nostra felicità è troppo gran-de; no, no, non lo capiremo mai! Quando siamo incammino e vediamo un campanile, questa visionedeve far battere il nostro cuore come quella dellacasa dove dimora lʼamato fa battere il cuore dellasposa".

Inoltre la grande diversità dei ministeri e dei ser-vizi che il sacerdote esercita nella comunità cristia-na merita particolare attenzione ad iniziare dalnumero di messe celebrate, che rendono ogni voltaCristo realmente presente in mezzo a noi e sull'al-tare; dalle quotidiane ed innumerevoli assoluzioninel sacramento della riconciliazione che permettonoa quanti sono lontani di lasciarsi riconciliare con Dio

ed infine dalla fecondità infinita del sacramento del-l'Ordine. Le sue mani e le sue labbra sono per unistante le mani e le labbra di Dio. Il santo Curatoaffermava con trepidazione che per grazia si entranel mistero stesso della Santissima Trinità. Edaggiungeva che "se si avesse fede, si vedrebbe Dionascosto nel sacerdote come una luce dietro unvetro, come un vino mescolato all'acqua".

Il presbitero è la persona che sa guardare avan-ti, sa scrutare il domani. In questo senso continua aprendere sul serio le parole di S. Paolo: "Se sieterisorti in Cristo, cercate le cose di lassù" (Col 3, 1).Quanto opera qui sulla terra orienta al traguardofinale, ad iniziare dalla stessa celebrazione dellaeucarestia, che già fin da ora dà la possibilità di con-templare, sotto le umili specie del pane e del vino, ilCorpo e il Sangue di Colui che adoreremo per l'e-ternità.

Ancora una volta le frasi semplici e intense sul-l'Eucaristia del santo parroco di Ars aiutano a per-cepire meglio la ricchezza di questo momento spe-ciale: "La felicità che vi è nel dire la messa si com-prenderà solo in cielo". E incoraggiando a rafforza-re la fede propria e quella dei fedeli nellʼEucarestia,sorgente della vita e della vera gioia concludeva: "ilsacerdote non può non provare la stessa gioia degliapostoli nel vedere nostro Signore che tiene fra lemani". t

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news

Notizie dalMondo a cura

dell’Agengia Fides edell’Agenzia Misna

- CAPO VERDE -LʼIndia coopererà alla creazione di un polo

tecnologico di eccellenza a Capo-Verde, con unfinanziamento di circa 16,5 milioni di euro destina-to alla produzione di software. Lo ha annunciato aPraia il ministro degli esteri, José Brito, di ritorno diun viaggio in India, che diventerà ʻun partner stra-tegico ̓nella realizzazione di due centri di forma-zione nel settore delle alte tecnologie a Praia eMindelo. LʼIndia, inoltre, assieme al Sudafrica e alBrasile, ha dato il suo sostegno economico allacostruzione di un impianto di desalinizzazione del-lʼacqua di mare sullʼisola di Sao Nicolau. (Misna)

- VIETNAM -Migliaia di fedeli hanno partecipato alla ceri-

monia di inaugurazione dellʼanno giubilare dellaChiesa cattolica delVietnam in ricorren-za dei 350 annidalla sua fondazio-ne. La celebrazionesi è tenuta in unaparrocchia della cit-tadina di Kien Khe(arcidiocesi di HàNôi), che fu la sededel vicariato aposto-lico di Dang Trongnel 1659 e divennela prima delle 26 diocesi in cui è attualmente ordi-nata la Chiesa vietnamita, che conta circa ottomilioni di fedeli. (Misna)

- ONU -Violenza

contro le donne

“Network of Men Leaders”, la “rete” di uominicreata dallʼOnu per aiutare la lotta contro le violen-ze ai danni delle donne, riunisce politici, religiosi,artisti e attivisti per i diritti umani con lʼobiettivo diraccogliere dati, sensibilizzare lʼopinione pubblicae favorire lʼadozione di leggi che offrano tutelemaggiori.

Il progetto è parte di “Unite to End Violenceagainst Women”, un programma avviato lo scorsoanno dal Segretario generale dellʼOnu Ban Ki-moon che prevede ora la concessione di finanzia-menti per 13 iniziative in 18 paesi. Nella "rete" delleNazioni Unite figurano anche lʼex-presidente cilenoRicardo Lagos e il primo ministro spagnolo, JoséLuis Rodriguez Zapatero. “A titolo personale” BanKi-moon ha invitato a far parte del gruppo il mini-stro degli Esteri italiano, Franco Frattini, impegna-

- INTERNAZIONALE -Chiese europee dedicano il 2010 ai migranti

Il 2010, per la Conferenza delle Chiese euro-pee (Kek) sarà in particolare “Anno delle Chieseper le migrazioni”; l'ufficio del Sinodo della Chiesariformata di Ungheria ospita anche un convegnopromosso dalla Commissione delle Chiese per imigranti in Europa (Ccme). "Per tre giorni - diceuna nota della Kek - protestanti, anglicani ed orto-dossi europei, insieme con i fratelli e sorelle nellafede che in Europa vivono ma che provengono datutto il mondo, rifletteranno su come le Chiese cri-stiane possono rispondere alla sfida dell'acco-glienza e dell'integrazione degli stranieri in Euro-pa”. Il tema delle migrazioni è considerato “unalente di ingrandimento attraverso cui guardare legrandi trasformazioni delle società contempora-nee. E allo stesso tempo una grande opportunitàecumenica per le nostre chiese: la costruzione diuno spazio di pace e di riconciliazione, dove ladiversità non è motivo di esclusione ma un'oppor-tunità per la crescita reciproca”.

- TOGO -Nuovi finan-ziamenti del-lʼUnione eco-nomica emonetaria del-lʼAfrica occi-dentale, perlʼequivalentedi 2,5 milioni dieuro, saranno destinati alla realizzazione di 100pozzi per favorire lʼaccesso allʼacqua di circa75.000 persone e lo sviluppo economico in zonerurali. Lo hanno annunciato le autorità togolesi e ilrappresentante dellʼUemoa il giorno della firma aLomé di una convenzione di finanziamento.(Misna)

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to nella lotta alle violenze contro le donne già comevice-presidente della Commissione europea.(Misna)

- ARGENTINA -L̓ assistenza spirituale ai croati emigrati in

Argentina: 80 anni fa arrivò il primo missiona-rio francescano Fray Leonardo Ruskovic

La sua missione primaria era lʼassistenzadella popolazione croata emigrata in Argentina.Sono passati molti anni ormai da quando questopaese rappresentava una speranza per tanti emi-granti europei: ora l'Argentina è un paese cheattraversa un periodo difficile della sua storiasociale. La grave crisi economica e politica del2001 ha stravolto l'esistenza di molte famiglie eaumentato notevolmente il tasso di povertà condisagi e disastri sociali conseguenti, come disoc-cupazione e microcriminalità. Solo da poco tempoil paese sembra aver risollevato la testa anche se,soprattutto nelle grandi città, la situazione è estre-mamente delicata.

Al primo missionario francescano sono segui-ti poi altri fratelli francescani che continuano il suolavoro fino ad oggi. Attualmente guidano la comu-nità P.Joso Peranic e P. Stjepan Gregov. Lʼ80.moanniversario è stato celebrato nel Centro CattolicoCroato Nikola Tavelic, di Buenos Aires. Per questacircostanza, sono arrivati altri francescani chesono stati in Argentina, come P. Marijan Zlovecerae P.Matita Matosevic, che hanno concelebratoinsieme a P. Joso Peranic e P. Sandro Longin.Fray Leonardo Ruskovic portò con sé le Suore diS.Vincenzo de ̓Paoli di Zagreb, che hanno festeg-giato 75 anni di presenza in Argentina e oggi si tro-vano in diversi quartieri della grande Buenos Aires.I Francescani croati si trovano al Centro NikolaTavelic, a Parco Sarmento; al Centro LeopoldoMandic, quartiere San Justo; a Marija Districa,quartiere Vucetich; e al Cardenal Stepinac, a Hur-lingham. Sono circa 400 mila i croati, o i lorodiscendenti, che si trovano in Argentina. (Fides)

- EUROPA -“No justice without life”: convegno di studio

sulla pena di morte oggi nel mondo

La Giornata Internazionale "Città per la Vita-Città contro la Pena di Morte" celebrata il 30novembre, promossa dalla Comunità di Sant'Egi-dio nel 2002, è oggi sostenuta dalle principaliassociazioni internazionali per i diritti umani, rac-colte all'interno della World Coalition AgainstDeath Penalty (tra cui Amnesty International,Ensemble Contre la Peine de Mort, International

Penal Reform,FIACAT). Il 30novembre ricordal ' ann i ve rsa r i odella prima aboli-zione della penadi morte dall'ordi-namento di unoStato europeo, daparte del Grandu-cato di Toscananel 1786. Lʼappro-vazione, negli ulti-mi due anni, didue Risoluzioni

per una Moratoria Universale della pena capitaleallʼAssemblea Generale delle Nazioni Unite, con-fermano un sentimento mutato del mondo per unanuova soglia, più alta, di rispetto dei diritti umani.

Secondo il rapporto di Amnesty International,“Condanne a morte ed esecuzioni nel 2008”, tragennaio e dicembre dello scorso anno sono statemesse a morte almeno 2390 persone in 25 paesie sono state emesse almeno 8864 condanne allapena capitale in 52 paesi. LʼAssociazione studen-tesca Omnes Gentes è lʼorganismo che rappre-senta tutti gli studenti della Pontificia UniversitàUrbaniana e che organizza, durante l'anno, diver-se iniziative per il confronto e l'arricchimento deglistudenti, grazie anche alla grande varietà di tradi-zioni e culture presenti in Università. (Fides)

- MALI -“Ridare la luce”

E ̓ il nomedella missioneumanitaria incorso in Malifino al 10dicembre percurare le popo-lazioni delSahel dallemalattie infetti-ve della vista(come la cata-ratta, che colpisce circa lʼ80% degli abitanti), svol-gere operazioni di chirurgia generale e scambiareconoscenze su nuove tecniche operatorie tramedici italiani e maliani.

Lʼiniziativa è sostenuta da Cooperazione allosviluppo del ministero degli Esteri, aeronauticamilitare, Istituto superiore di sanità e associazioneFatebenefratelli per i malati lontani. (Misna)

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Juan Súñiga LópezMi era arrivato un e-mail da una città della Caro-

lina del Nord, USA. Era un nostro confratello polac-co, Padre Giacinto che lavora in USA che mi scri-veva parlandomi di un giovane che voleva entrarein seminario. Appunto (Giovanni) Juan Súñiga.

Negli Stati Uniti, come in Italia, paesi che da cin-quanta anni hanno fatto la scelta dellʼaumento zero,a trenta anni uno è ancora un giovanotto di bellesperanze. E così era Giovanni. Era nato in uno deitanti sperduti villaggi dello Stato di Oaxaca in Mes-sico. Ancora piccolo i suoi genitori vennero nellacapitale e suo padre riuscì a trovare lavoro nellacompagnia telefonica. Per disavventure della vitasuo papà dovette vendere la casa e tornarono adabitare a Oaxaca, però il papà non rinunziò al postoe dovette viaggiare. Questo provocò una certa sfi-

ducia della mamma nei confronti del marito. Leincomprensioni portarono alla separazione. Giovan-ni per non vivere e soffrire questa ferita, andò a vive-re con i nonni. A 21 anni si rese autonomo ed emi-grò negli Stati Uniti. In dieci anni negli Stati Uniti leperipezie furono tante. Ma Dio sa ricondurre i suoifigli al suo progetto di amore. Incontrando i nostriconfratelli fece esperienza di fede.

Testimonianza vocazionale di JuanPer caso, racconta Giovanni, incontrai un grup-

po di giovani che erano appena tornati da un ritiro ditre giorni. Ma sappiamo che il caso non esiste ma èprovvidenza di Dio quanto accade nella propria vita.Fu meraviglioso ascoltare quei giovani pieni dellaluce di Gesù che avevano appena sperimentato.Decisi di vivere anche io quella esperienza. Da anninon avevo pensato a Dio. Ogni tanto quando pen-savo alla nonna mi ricordavo di Dio. Lei pregare emi parlarva sempre di Gesù.

Al ritiro, vissuto insieme a una trentina di giova-ni, non mi succedeva niente. Ascoltavo i miei com-pagni esprimere i loro sentimenti di fede. Tutti dice-vano che avevano sentito la presenza di Dio. Io

art. e foto di P. Giambattista Spoto

MESSICOMESSICO

I I mezzi di comunicazione di oggi spesso danno sgradevoli sorprese,

ma ogni tanto anche belle soddisfazioni e divine sorprese.

Come in questo caso...

Seminario Francescano

progetto/adozioni

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ricevuto. Mi meravigliai della prontarisposta e del risultato. Ora sono qui acominciare questo nuovo cammino diconsacrazione al Signore. Ho timore dinon saper corrispondere in tutto a ciòche il Signore mi va chiedendo. Ma con-fido nellʼaiuto di Dio.

Giovani in formazioneJuan Súñiga López è uno dei venti

giovani che sono entrati questʼanno alpostulandato della Custodia del Messi-co, aggiungendosi ai dieci aspiranti. Ilgiorno 15 agosto ha ricevuto il TAU diSan Francesco come segno di impegnoe con i suoi compagni sta cominciandolʼanno di postulantato. Mentre i postu-lanti che hanno concluso il loro anno diformazione e sono entrati in noviziatosono tredici. I giovani che hanno con-cluso il noviziato con la professionetemporanea sono sei e passano allatappa di filosofia unendosi agli quattrostudenti di filosofia nel costruendo semi-nario di León. I giovani che stanno stu-diando teologia nel seminario successi-vo di Lago di Guadalupe sono venti.

Ringraziamo il Signore per questaabbondanza di vocazioni e i nostribenefattori che ci aiutano dallʼItalia asostenere questi giovani nel loro cam-mino verso il sacerdozio. t

niente. Allora con un semplice pensiero,un sentimento come di un bambino, hodetto dentro di me, “Gesù se è vero ciòche dicono questi illusi fatti sentireanche da me”. Non lo avessi detto.Immediatamente non so che ho sentitonel cuore. Non so spiegarlo. Mi sonosentito stravolgere, rivoltare comequando si svuota un sacco. Cominciai apiangere.

Non so perché e non so come. Soloandavo sperimentando che Gesù mistava cambiando. Come una lucenuova che mi faceva capire il sensodella mia vita, di ciò che Gesù era evoleva essere per me. In quel momentoho detto dentro di me: “Gesù voglio ser-virti, se pensi che posso servirti così inu-tile come sono. Voglio servirti per sem-pre”.

Ho parlato con vari sacerdoti dellamia esperienza. Ognuno mi dicevacose diverse. Alcuni mi compativano,altri mi animavano. Io continuai a cerca-re il Signore e cosa avrei potuto fare perservirlo. Cominciai ad andare a Messaogni domenica. Sentivo il bisogno diconfessarmi ogni settimana. Poi hoincontrato padre Giacinto che mi comu-nicò la risposta dei frati del Messico e sevolevo entrare in seminario potevo giàandare in Messico perchè mi avrebbero

Sopra, gruppodegli studenti di

filosofia.Sotto, gli

aspiranti e ipostulanti.

Pagina accanto,gli studenti di

telogia.

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ESSERE ESSERE MISSIONAMISSIONARRIOIO

dalle missioni

art. e foto di fr. Roberto, fr. Pawel, fr. Alexei

La Chiesa in Kazakistan attraversa una fase di rinascita e sviluppo. Come

segno di maggior comunione con lʼintera Chiesa inAsia, i vescovi del Kazakistan stanno per divenire atutti gli effetti membri della Federazione delle Con-ferenze Episcopali dei Vescovi asiatici (FABC).Quando la Commissione Centrale della FABC siriunirà a metà aprile, a Bangkok, accetterà la richie-sta della Conferenza dei Vescovi Cattolici in Kaza-kistan.

Agli inizi del nuovo millennio, la Chiesa nell'AsiaCentrale annoverava solamente un vescovo; ma,grazie al costante lavoro dei religiosi e dei missio-nari nel far sviluppare le comunità cattoliche, ora ilKazakistan ne conta cinque. La Chiesa nel vastopaese dellʼAsia centrale è comunque ancora unapiccola comunità che vive con coraggio la fede in unpaese a maggioranza islamica.

In un paese nel quale il 60% della popolazione èkazaka di religione musulmana e il 40% è russa direligione ortodossa, i cattolici sono un gruppo etero-geneo (ucraini, polacchi, tedeschi del Volga) di circa185 mila fedeli.

Lʼattuale sistema di governo assicura a tutte leconfessioni religiose presenti nel paese la necessa-ria libertà. I rapporti tra lo stato kazako e la Chiesacattolica sono buoni grazie al concordato entrato invigore alla fine del 1999. Nella capitale Astana cʼè laNunziatura della Santa Sede ed esiste un Concor-dato tra la Santa Sede e il Governo del Kazakistan.

La Chiesa ha ormai una struttura consolidatanelle sue diocesi e parrocchie e svolge un impe-gnativo lavoro pastorale attraverso sacerdoti, reli-

In KazakistanFr Roberto Peretti, P. Pawel Blok

e P. Alexei Skakovskii in Kazakistan, immenso paese dellʼAsia Centrale,

con lo Spirito di Assisiper essere testimoni di spiritualità,

costruttori di dialogo e servi della carità.

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In Kazakistan lo Spirito di AssisiRispondendo con entusiasmo e generosità

allʼappello della Chiesa in Kazakistan, che ha chie-sto di far presente nellʼimmenso paese dellʼAsiacentrale lo spirito di Assisi, ovvero lo spirito del dia-logo, della pace e della riconciliazione, segno carat-teristico della carisma francescano. Da oltre unanno e mezzo ci troviamo in Kazakistan nella nuovamissione aperta dai Francescani Conventuali.

La nostra comunità è formata da: fr RobertoPeretti, della Provincia di Padova, per molti annimissionario in Romania; P. Pawel Blok, della Pro-vincia di Danzica, quarantʼanni, da 14 sacerdote; eP. Alexei Skakovskii, nato in Kazakistan, 27 anni, da3 sacerdoti della Custodia Generale di Russia,siamo i tre frati che il 12 febbraio 2008 siamo partitiper la nuova avventura missionaria dellʼOrdine deiFrati Minori Conventuali.

In questo periodo trascorso, possiamo dire chela nostra vita di frati ha potuto acquisire nuove espe-rienze che ci porteranno a consolidare e ad aprirenuovi orizzonti per la nostra missione francescana.

Dopo un periodo iniziale che ci ha permesso difamiliarizzare con la lingua, scoprire valori umanidella gente, apprezzare le loro usanze e tradizioni,ma soprattutto percepire la loro sensibiltà, possia-

giosi e religiose provenienti da vari paesi. Anchediversi movimenti ecclesiali e nuove comunità sidedicano a un notevole lavoro apostolico.

I giovani dimostrano una forte e convinta identi-tà cristiana, frutto prezioso dellʼintenso impegnodella Chiesa nella pastorale giovanile. Sempre dipiù i giovani scoprono Cristo come unica risposta ailoro quesiti sul senso della vita, e la Chiesa comeuna vera famiglia. Quella del Kazakistan è unaChiesa che guarda al futuro con fiducia. (Fides)

mo dire che la nostra vita quotidiana ci permette dientrare nella cultura locale in una forma semplice efrancescana.

Non per questo dobbiamo escludere le condraddi-zioni a cui assistiamo in una società dominata dalle“apparenze” che a volte nascondono la realtà dellavita borghese e rurale. La sola città capitale di Asta-na riserva un centro di lusso, frutto di ricchezze natu-rali come petrolio o gas di cui il paese è particolar-mente ricco, ma nella periferia vivono decine dimigliaia di famiglie che lottano contro la povertà. E'significativa la percentuale di ammalati di tubercolo-si in questo paese, se consideriamo questa malattiacome termometro di una precarietà sociale, che conl'attuale crisi economica si fa sentire maggiormente.

All'inizio, abbiamo centrato i nostri sforzi allaristrutturazione della casa-convento. Ora possiamodedicare il nostro tempo ad attività di interessesociale. Il lavoro si è centrato soprattutto con i gio-vani impartendo loro lezioni di musica, inglese oaltre attività culturali.

Alcune difficoltàE' da considerare la difficoltà di approccio soprat-

tutto con i musulmani. La nostra missione si trova inperiferia della città capitale (Astana) dove appunto il40% delle persone sono di religione musulmana e40% ortodossi. Il Kazakistan, considerato di etniakazacca, ha ufficializzato la lingua kazacca; una lin-gua totalmente diversa dal russo. Questo avvennecon la indipendenza del paese. Il Kazakistan èdiventata Repubblica dal 1991.

L'attuale crisi economica ha rallentato lo sviluppodell'edilizia e di conseguenza anche l'afflusso immi-gratorio della città.

Riguardo la cultura della popolazione, possiamodire che il governo ha cura dell'educazione dei gio-vani e l'analfabetismo è quasi inesistente; non per

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ro presso la Nunziatura Apostolica, come traduttoreper la lingua russa, affiancando il Nunzio nelle suerelazioni diplomatiche.

Attività culturaliLe attività svolte di maggior rilievo sono state le

varie mostre fotografiche allestite in diversi luoghidella diocesi. Gli argomenti affrontati in questemostre sono di diversa natura.

Una prima mostra fotografica riguardava i prese-pi nel mondo. La data per la sua realizzazione, natu-ralmente fu durante l'Avvento del 2008. Per moltepersone è stata una novità non conoscendo questatradizione cristiana-francescana.

Una seconda esposizione si è centrata sulla 'dife-sa della vita'. Oltre all'esposizione fotografica, è statoinvitato dal vescovo locale un medico cattolico dallaCroazia, il quale ha tenuto diverse conferenze invarie parti del Kazakistan parlando sulla vita umanafin dal suo inizio in una concezione di fede cristiana. E' stato accompagnato dal P. Pawel nella sua itine-ranza percorrendo migliaia di chilometri.

Nel mese di Luglio, è stata allestita ad Astana,nella cattedrale, e in diverse chiese cattoliche unaterza mostra. In questo mese, infatti, è avvenuto l'in-contro interreligioso di tutti i capi delle varie religionie chiese del mondo. Attualmente l'esposizione sitrova nella famosa 'Piramide', un imponente edificio,costruito dal Presidente del Kazakistan per questiincontri. Il suo scopo è quello di promuovere la pacee la concordia tra le genti. In questo modo si è fattaconoscere alla popolazione l'importanza del dialogoecumenico e interreligioso.

In questa esposizione fotografica è evidente lapartecipazione dei francescani di Assisi nelle ultimesessioni rappresentati dal precedente P. Generale.

questo esistono casi di abbandono scolare. FrRoberto, infatti, oltre a impartire corsi di musica,cerca di seguire qualche caso insegnando a legge-re e a scrivere a ragazzi bisognosi di scoprire ilmondo della scuola. Secondo le nostre possibilità,non rifiutamo di aiutare persone che si rivolgono anoi per un aiuto sia spirituale che materiale.

P. Alessio, oltre ad altre attività, svolge il suo lavo-

IL PAPA E IL PRESIDENTE IL PAPA E IL PRESIDENTE DEL KAZAKISTAN PARLANO DI DEL KAZAKISTAN PARLANO DI

DIALOGO INTERRELIGIOSO E PACEDIALOGO INTERRELIGIOSO E PACE

Il dialogo interreligioso e la pace sono statidue dei temi centrali dell’incontro di BenedettoXVI con Nursultan Nazarbayev, Presidentedella Repubblica del Kazakistan, in Vaticano 6novembre 2009.

Un comunicato della Sala Stampa vaticanainforma che "nel corso dei cordiali colloqui sonostati affrontati temi inerenti alla crisi economicaalla luce dell'Enciclica Caritas in Veritate, al dia-logo inter-religioso e alla promozione dellapace alla vigilia dell'assunzione della presiden-za dell'Organizzazione per la Sicurezza e laCooperazione in Europa (OSCE) da parte delKazakistan".

"A livello bilaterale sono stati evocati, concompiacimento, i buoni rapporti esistenti traSanta Sede e Repubblica del Kazakistan,come pure alcune tematiche di attualità nellavita del Paese". "Si è rilevata la pacifica convi-venza fra i fedeli di diverse religioni e si è auspi-cato un ruolo sempre più attivo dei credentinella vita della Nazione e in favore del benecomune", conclude la nota vaticana.

La presenza della Chiesa in Kazakistanrisale al II secolo. Il sito dei Vescovi del Paeseinforma che i primi cristiani erano tra i soldatiche vennero fatti prigionieri dopo la battagliache avevano perso contro i persiani.

Il leader sovietico Stalin probabilmente fornìil maggiore aiuto alla crescita della Chiesa nelXX secolo, ordinando la deportazione di catto-lici, soprattutto del clero, nei campi di concen-tramento dell'Asia Centrale, incluso il Kazaki-stan. Dopo la morte di Stalin, molti dei detenutidei campi vennero liberati, anche cattolici esacerdoti. Un certo numero di presbiteri preferìrimanere in Kazakistan e aiutare a edificarvi laChiesa.

Dopo il crollo dell'Unione Sovietica, PapaGiovanni Paolo II stabilì nuove relazioni eccle-siali e intavolò relazioni diplomatiche con ilPaese nel 1994. Papa Wojtyła visitò il Paesedal 22 al 25 settembre 2001. (Zenit)

Sotto, i frati P. Pawel e P. Alexei con ilvescovo e autorità.Pag. accanto, fr. Roberto (a destra) nellachiesa parrocchiale.

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'Spirito di Assisi'.In Avvento e durante la Quaresima la nostra mis-

sione si apre con la predicazione in varie parrocchie. P. Pawel ha tenuto gli esercizi spirituali ai sacer-

doti di questa diocesi. P. Alessio all'inizio dell'annoscolastico ha predicato gli esercizi spirituali ai semi-naristi. Prossimamente verrà sostenuta una confe-renza da parte del console polacco in Kazakistan.

Sarà presentato il libro sul nostro confratello fraBenedetto Polacco, il quale, assieme a fra Giovannidi Pian Carpino percorse la steppa del Kazakistan(1245-1248). Il libro è stato stampato dall' Amba-sciata kazacca in Polonia. I frati collaboreranno aquesta iniziativa.

La conferenza si terrà in una importante univer-sità della capitale. Vi parteciperanno una ventina diprofessori, autorità ecclesiastiche e politiche, l'am-basciatore di Polonia e il Nunzio Apostolico. Il temaconvenuto della conferenza sarà: “Polonia – Kazaki-stan: la storia dei contatti e collaborazione da Bene-detto Polacco fino ad oggi”.

La dinamica della nostra missione, anche se siapre timidamente a una vita sociale esistente, mul-tietnica e prevalentemente di religione musulmana eortodossa, confida nel tempo come elemento indi-spensabile per il suo sviluppo.

La preghiera e l'esempio della vita ci aiuterà adaprire nuove possibilità che porteranno alla realizza-zione dello scopo proposto fin dall'inizio.

La nostra vita è fatta di piccole cose ma sorrettadalla una speranza di continuare a far conoscere ipiani del Signore. Viviamo in un ambiente dove l'uo-mo ha fame di Dio e la forza dello Spirito saprà aiu-tarci a leggere i cuori della gente e comunicare l'A-more che sta al di sopra di ogni lingua, razza e ban-diera. Sarà nostro dovere testimoniarlo con la fede ele opere. t

Attività pastoraleNon sono mancati dei campeggi estivi, ai quali

hanno partecipato giovani luterani e cattolici . Dalle loro dichiarazioni consideriamo che questi

brevi giorni condivisi spiritualmente, siano risultaticostruttivi. In questo periodo si pregava assieme e siinsegnava la tolleranza e la reciprocità religiosa nello

LA POPOLAZIONELA POPOLAZIONE

Il Kazakistan presenta una popolazione di 15milioni di abitanti, oltre il 50% dei quali vive inaree urbane. L’economia ha visto una crescitadel prodotto interno lordo del 10,6% nel 2006,trainata soprattutto da settori non legati al petro-lio, come l’edilizia ed i servizi finanziari. Il Kaza-kistan è leader nello sviluppo socio-economicofra le Repubbliche dell’ex-Unione Sovietica del-l’Asia centrale.

Il Paese mostra significativi e rapidi segni disviluppo, sostenuto anche da misure atte a faci-litare la ripresa industriale e favorire la nascitadelle piccole e medie imprese. Il governo kaza-ko segue una strategia economia interventista,con la quale punta alla diversificazione indu-striale ed economica. In tale direzione sta com-piendo progressi nel potenziamento dell’indu-stria e dell’agricoltura, rendendo più competitivala produzione interna ed accelerando le privatiz-zazioni.

Fra gli elementi positivi vi sono, tra gli altri, ilmiglioramento della propensione ai consumi ela stabilità politica presente in Kazakistan. Gliinvestimenti diretti esteri costituiscono un ele-mento chiave nello sviluppo economico delPaese, dato che sono andati a compensare lascarsezza degli investimenti nazionali.

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IIl Paraguay è un minuscolo Paese dell'AmericaLatina, senza sbocchi sul mare, incastonato tra tregiganti, quali il Brasile, l'Argentina e la Bolivia;

conosciuto più che altro per l'infinita sequenza nellasua storia di guerre, rivoluzioni e “golpes” militari chene hanno sempre impedito qualsiasi sviluppo e nehanno fatto il paradiso del contrabbando e uno dei“sentieri” della droga. La popolazione, discendentequasi totalmente dagli Indios Guaranì, non haaccesso per la maggior parte a nessuna forma diassistenza sanitaria, ed il sistema scolastico lasciafuori dalla scuola 2 bambini su 5.

Esistono pochissimi dati relativi alla situazionedei minori in Paraguay. I gravi fatti di violenza, cheogni giorno di più costituiscono notizia centrale neimezzi di informazione in Paraguay, sono sintomi evi-denti di una società che soffre la grave mancanzadei valori più elementari che si devono porre allabase di ogni gruppo sociale.

Diverse istituzioni nel paese segnalano che que-sta carenza, che si potrebbe definire una malattia

della società, si evidenzia in modo più rilevante inepisodi di violenza relazionati a minori, ne siano essivittime o autori.

Bambini di 12 anni, arruolati illegalmente nelleforze armate e di polizia paraguayane, sono sog-getti a maltrattamenti, dichiara Amnesty Internatio-nal nel suo nuovo rapporto. «Nelle forze armate e dipolizia paraguayane sono comuni, nei confronti disoldati di leva di ogni età, punizioni fisiche e psico-logiche, che provocano lesioni sia mentali che cor-porali». Lʼarruolamento di minori è vietato dallalegge paraguayana, ma nella pratica essi costitui-scono una ampia parte dei soldati.

Risulta quasi impossibile la statistica dei bambi-ni e dei minori senza identità e senza alcuna formadi considerazione da parte delle autorità e delGoverno. Una delle forme più aberranti che siinquadra nell'ambito del lavoro infantile, è lo sfrutta-mento sessuale dell'infanzia.

di Rodrigo Pedrosofoto arch. Centro Miss.

Paraguay: minuscolopaese in America Latina.

Impossibile la statisticadei bambini e minori

senza identità e senzaalcuna forma

di considerazione.

Lavoro infantile e sfruttamento sessuale .

progetto/adozioni

PARAGUAYLA POVERTÀ HA IL VOLTO DEI BAMBINI

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anni o anche più piccole rimangano incinte.Il consumo di canna o alcool è alto tra i maschi

dovuto allʼozio frutto della mancanza di educazionee di lavoro, non hanno fattorie e oziano gran partedella giornata. Ancora prevale la cultura che ladonna deve svolgere la maggior parte dei compiti.

La popolazione del ParaguayLa popolazione del Paraguay

La popolazione è distribuita in modo irre-golare. Si concentra prevalentemente sullaregione orientale lasciando disabitata unabuona parte della grande regione delChaco. La popolazione ammonta ad oltre 4milioni di abitanti e ha una densità di circa10 unità per kmq. Dal punto di vista etnico,per il 90% sono Meticci, discendenti da unamescolanza tra spagnoli e indios guaranì(Indiani d’America). Oltre alla minoranzadegli indios guaranì sono presenti piccoligruppi di bianchi e nella foresta più densavivono gruppi d’indigeni, nel Chaco sonopresenti i mennoniti, setta religiosa d’origi-ne tedesca. Nel Paraguay si parlano duelingue: lo spagnolo che è la lingua ufficiale,e il guaranì che è parlato dal 90% dellapopolazione. La religione ufficiale è quellaCattolica, che è diffusa per il 95% dellapopolazione. Sono presenti anche gruppi diprotestanti, tra cui i Menneoniti, che sono ipiù numerosi.

Lavoro minorileIn Paraguay sono 241.954 i lavoratori tra i 10 e i

17 anni. E' comune in Paraguay che le famigliepovere mandino alcuni dei propri figli a vivere conparenti, amici o padrini che si trovino in una miglio-re situazione economica. Inoltre, "molte bambine inquesta situazione sono mandate dalle madri pressocase di estranei perche' sono in pericolo imminentedi abuso sessuale all'interno delle proprie famiglie,da parte di patrigni, cugini, zii, fratelli e da parte deglistessi padri. La famiglia, una volta allontanato ilminore,se ne disinteressa. In Paraguay la Segrete-ria nazionale dellʼInfanzia e Adolescenza (SNNA)ha reso pubblico un documento in cui si evidenziache i bambini e adolescenti abbandonati paragua-yani trascorrono troppi anni in orfanotrofio prima diriuscire a tornare nella famiglia di origine o trovareuna famiglia adottiva disposta ad accoglierli.

In molte zone rurali del Paraguay i bambini nonfrequentano la scuola per mancanza di strade diaccesso. Il primo centro di salute accessibile, seriescono a scendere la collina, si trova a circa 100km di distanza dei paesi.

Le madri sono multipare, per la mancanza dieducazione e di controllo della natalità. Lʼindice dimortalità neonatale è alto, si partorisce a casa e lamancanza di igiene è elevata. Le relazioni sessualitra patrigni e bambini sono frequenti dovuto al affol-lamento in cui vivono: in una sola stanza dormonoanche 12 persone. È frequente che bambine di 14

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Giovani volontari del Centro

SSalve a tutti, mi chiamo Rodrigo e vivo edopero nel Centro Assistenziale e Spirituale“Gesù Misericordioso”, con i Frati Minori con-

ventuali. Vivevo nellʼinterno del Paraguay con i miei geni-

tori e quattro anni fa andai a cercare lavoro ad Asun-ción, capitale del Paraguay e mi recai a visitarePadre Rufino. Parlammo molto, un giorno intero, glispiegai la mia situazione, il mio desiderio di studia-re medicina e mantenendomi agli studi lavorando.Ma costatammo che sarebbe stato difficile lavoraree, contemporaneamente, affrontare gli studi diMedicina e che i miei genitori erano impossibilitati amantenermi fuori casa.

Così mi parlò di un frate che in Areguá, a unatrentina di kilometri dalla capitale, stava iniziandounʼOpera che necessitava di aiuto. Il lavoro sareb-be stato pesante, ma limitato nel tempo.

Un sabato andai ad Areguá nella convento deifrati per incontrarmi con il responsabile dellʼopera, P.Marcos Duda. Capii che era molto importante lʼatti-vità che stava svolgendo e questo mi rese un pòimpaziente nellʼattesa del suo arrivo, ma quando lovidi scendere le scale del Convento sorridente tuttosi fece più facile e leggero. Cominciammo a parlaree in unʼora lui mi spiegò lʼopera e io gli confidai i mieiideali, il mio forte desiderio di lavorare e di cono-scere quale fosse il cammino della mia vita. Erosempre stato con i bambini poveri, iniziando dalla

mia famiglia, che mi ha sempre sostenuto, e perloro andavo chiedendo ai supermercati caramelle ecibo. Così accettati il lavoro anche se P. Marcos miavvisò della sua pesantezza.

In Areguá, infatti, si stava costruendo un CentroAssistenziale e Spirituale che diventasse un luogodi aggregazione e di educazione per i bambini di trequartieri. Il giorno dopo eravamo già sul posto pren-dendo visione e, come mi avevo detto, cʼera solotanto bosco e attrezzi per lavorare. Il lavorò fu rapi-do grazie a Dio, 5/6 mesi, e subito dopo iniziai a lʼat-tività con i bambini: faci un censimento e della real-

SITUAZIONE DEI MINORI

In molte zone rurali del Paraguay i bambininon frequentano la scuola per mancanza distrade di accesso.Le madri sono multipare, per la mancanza dieducazione e di controllo della natalità.Lʼindice di mortalità neonatale è alto, si par-torisce a casa e la mancanza di igiene è ele-vata.Le relazioni sessuali tra patrigni e bambinisono frequenti dovuto al affollamento in cuivivono: in una sola stanza dormono anche12 persone.È frequente che bambine di 14 anni o anchepiù piccole rimangano incinte.Il consumo di canna o alcool è alto tra imaschi dovuto allʼozio frutto della mancan-za di educazione e di lavoro, non hanno fat-torie e oziano gran parte della giornata.Ancora prevale la cultura che la donna devesvolgere la maggior parte dei compiti.

Sopra, un volontario del Centro con i bam-bini. Pag. accanto, bambini del Centro euna famiglia.

GUARANÍ Popolo di lingua tupí che vive principalmentenel Brasile meridionale, in Paraguay, nellazona del Río de la Plata in Argentina, in Uru-guay e nelle zone sud-orientali della Bolivia.

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tà in cui vivevo scoprendo le necessità ma anchetante cose nuove e belle; intrattenevo i bambini,giocando e facendo merenda con loro.

Appena fu costruito lʼedificio adibito a mensa,potemmo pianificare meglio lʼattività, ini-ziando dalla mia preparazione, curatada P. Marcos, in modo da poter guidare,animare e formare sempre meglio ibambini.

Quando lʼattività è incominciata acrescere, con lʼaccoglienza e lìaccom-pagnamento di tanti banbini e ragazzi, P.Marcos mi suggerì di cercare aiuto inaltre persone. Pensai ai miei amici, cheavevo lasciato al mio paese; ero certoche mi avrebbero aiutato in questʼopera. Convinsiun mio amico e poco dopo un altro, capimmo cheDio stava chiedendo a noi giovani di contribuireallʼaccrescimento dellʼopera. Ora che siamo diven-tati numerosi, ci siamo divisi i compiti per migliorare

lʼefficacia del nostro servizio e ora molti giovani siaffacciano al centro con il proposito di offrire il lorotempo come volontari.

Credo che il Centro Assistenziale e Spirituale“Gesù Misericordioso” sia stato sem-pre benedetto per il fatto che è natoper aiutare i più piccoli e andare incon-tro alle necessità dei più bisognosi. I bambini trovano un luogo adatto aloro per il gioco e la crescita scolasticae sanitaria; le jeep li aiutano nel tra-sporto a scuola attraverso vie imper-vie. Ora ci stiamo impegnando affin-ché si abbia una piccola fattoria pernon far mancare il latte ai bambini del

Centro. Lʼattività del Centro viene condivisa con le Suore

francescane e da P. Marcos e P. Darío. In totalesiamo 25 persone che operiamo nellʼopera di GesùMisericordioso. t

Centro Assistenziale e Spirituale GesùMisericordioso,

di Areguà,luogo di aggregazione

e di educazione per i bambini

e ragazzi.

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“Sono sicura di andare in paradiso, altrimenti ilSignore non avrebbe fatto tanto per me. Mi ha mandato a prendere così lontano,

mi ha collocato nella sua Chiesa, mi ha fatto suasposa con la professione religiosa… ed ora

dovrebbe abbandonarmi? Neanche per sogno!”

QQueste parole piene di fede e di profondagratitudine fanno eco a parole simili, pro-nunciate secoli prima da unʼaltra donna,

Chiara di Assisi, in punto di morte: “E tu, Signore, siibenedetto che mi hai creata!”. Come Santa Chiara,

anche Suor Maria Giuseppina Benvenuti (1845/46-1926) ha fatto della sua vita un canto di lode e di rin-graziamento al Padre delle Misericordie, e ne hatanti Sr. M. Giuseppina di motivi per ringraziare.

Schiava liberataIl suo nome originario era Zeinab Alif. Era nata

nel Kordofan, in Sudan, nel 1845 o 1846. Aveva piùo meno otto anni quando fu rapita da negrieri, chele fecero percorrere a piedi o in barca quasi 3000Km fino ad Alessandria dʼEgitto, dove fu venduta almercato degli schiavi. Per un anno e mezzo circapassò di padrone in padrone, incontrandone alcunipiù violenti ed altri più umani, finché venne riscatta-ta da Padre Nicolò Olivieri, fondatore della PiaOpera del Riscatto, che “comprava” le piccoleschiave nere, come Zeinab, e restituiva loro una vitalibera portandole in Europa ed affidandole allagenerosità di diversi istituti religiosi femminili. Graziea questo suo benefattore, ora Servo di Dio, Zeinabgiunse in Italia e nellʼAprile 1856 fu affidata alle Cla-risse Urbaniste del Monastero “San Domenico” diBelvedere Ostrense (AN) per unʼeducazioneumana e cristiana.

BattesimoIl 24 Settembre dello stesso anno ricevette i

Sacramenti dellʼIniziazione Cristiana nascendo allavita nuova in Cristo con il nome di Maria Giuseppi-na Benvenuti: si affidò così alla protezione dei geni-

Suor MARIA GIUSEPPINA BENVENUTI

(LA MORETTA)

Dalla schiavitù alla libertà

Rapita da negrieri, ad Alessandria dʼEgitto fu venduta al mercato degli schiavi.

Passò di padrone in padrone, incontrandone alcuni più violenti

ed altri più umani.

Riscattata da Padre Nicolò Olivieri, portata in Europa fu affidata

alle Suore Clarisse.

le Clarisse di Serra deʼ Conti

testimoni

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tori di Gesù, lei che non seppe più nulla dei suoigenitori naturali. Il cognome Benvenuti le vennedato dalla sua madrina di Battesimo. Maria Giusep-pina visse e ricordò sempre con intensità e ricono-scenza il suo Battesimo, che le donò la libertà deifigli di Dio: aver conosciuto sulla propria pelle nellasua infanzia il giogo della schiavitù le permise infat-ti di gustare più profondamente la gioia della libertà.Nel Monastero Maria Giuseppina crebbe insiemealle altre educande coltivando particolarmente untalento musicale fuori dalla norma: in poco tempodivenne unʼorganista provetta, capace anche diimprovvisare e di duettare con la banda cittadina,che nei giorni di festa suonava per le vie del picco-lo paese, adagiato lungo le colline della campagnamarchigiana.

La consapevolezza di essere amata dal Padreceleste e lʼaffetto di cui era circondata la aiutaronoad addolcire il suo carattere rendendola sempre piùamabile ed umile, pur conservando intatte lʼallegriae la vivacità tipiche della sua infanzia e della suaindole africana. Intanto cresceva in lei il germe dellavocazione religiosa, tanto che decise di rimanerenel Monastero abbracciando la vita consacrata suipassi di santa Chiara. Erano però dei tempi difficiliper gli Ordini contemplativi, osteggiati dalle sop-pressioni del Regno dʼItalia, che riteneva uno spre-co una vita dedita totalmente alla preghiera. MariaGiuseppina dovette quindi attendere a lungo primadi poter essere rivestita in gran segreto dallʼabitofrancescano nel 1874.

La “Moretta” ClarissaSi aprì così davanti a lei il tempo del Noviziato,

tempo di prova che vide nascere nel suo cuore undubbio: clausura o missione? Data la sua origine,infatti, la nostra Moretta seguiva con interesse glisforzi di Mons. Daniele Comboni, che in quegli annistava iniziando la sua grande opera missionariaproprio in Sudan, la terra natale della piccola Zei-nab: Sr. Giuseppina era affascinata ed attratta dallʼi-dea di tornare nella sua Africa per portarvi la lucedella fede e del Vangelo. La sua titubanza sfociòinfine nella decisione di essere missionaria con lapreghiera, il sacrificio e la sua vita consacrata edofferta al Signore in una clausura aperta a tutto ilmondo, perché dimorante nel cuore stesso di Dioche non ha confini di sorta. Sta proprio qui il grandemistero dellʼefficacia della preghiera e dellʼofferta“inutile” delle contemplative: nellʼunità del corpomistico ciò che è invisibile diventa fecondo e ciò che

SCHEDA BIOGRAFICA

1845/46: Zeinab Alif nasce a Kordofan(Sudan).1853: La piccola Zeinab, con i due fratellini,viene rapita da negrieri e fatta schiava.1856: E’ riscattata dal P. Nicolò Olivieri eaffidata alle Clarisse di Belvedere Ostrense(An).1856 - 24 settembre: Riceve il Battesimocol nome di Maria Giuseppina, la Conferma-zione e l’Eucarestia.1874: Vestizione fra le sorelle Clarisse diBelvedere Ostrense.1876: Emette la Professione Religiosa.1894: In seguito alla soppressione delmonastero di Belvedere, si trasferisce conaltre Sorelle nel monastero di S.M. Madda-lena di Serra de’ Conti.1901: Viene nominata Vicaria del Monaste-ro e Maestra delle Novizie.1910-1916: E’ Abbadessa del Monastero.1916-1926: Ultimi anni dell’intensa spirituali-tà di Sr. M.Giuseppina.1926 - 24 aprile: La Moretta può finalmentevedere faccia a faccia Colui al quale si èdonata totalmente. 1987: Inizio Processo Canonico Diocesano.1988: Chiusura Processo Informativo Dioc.1992: La Congregazione per le Cause deiSanti emette il Decreto di validità del Processo Diocesano.

Donne sudanesi

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sembra sprecato nellʼamore diventa prezioso efonte di vita e di grazia.

Nel 1894 le Comunità dei Monasteri di Belvede-re Ostrense e di Ostra, visto il numero esiguo diSorelle che le componevano, per volere dellʼalloraVescovo di Senigallia si trasferirono nel Monastero“S. Maria Maddalena” della vicina Serra de ̓Conti(AN). Le tre Comunità si fusero in una, e allʼunani-mità vollero Sr. M. Giuseppina prima come Vicaria eMaestra delle Novizie, e poi come Madre Abbades-sa dal 1910 al 1916: la sua maturità, sia umana chespirituale, la faceva camminare speditamente sulsentiero della santità, una santità vissuta nella sem-plicità e nel quotidiano, ma riconosciuta sia dallesue Consorelle che dalla gente del paese. Quandomorì, la sera del 24 Aprile 1926, la voce si diffuse infretta per le via di Serra de ̓ Conti, e di bocca inbocca correvano le parole: “È morta la Moretta! Èmorta la Santa!”.

Questa voce trovava quasi una conferma in unepisodio “singolare”. Alcuni mesi prima cʼera statoun dialogo curioso tra Sr. M. Giuseppina e una gio-vane Consorella:

- “Sr. M. Giuseppina, quando Sorella morte la chia-merà, ci dia un segno quando salirà in paradiso”.- “Ben volentieri, sempre se il Signore me lo per-metterà”, fu la risposta.

E ̓morta la morettaLa mattina del 25 Aprile 1926, pochi minuti prima

dellʼorario dellʼalzata, si udirono distintamente deitocchi di una campanella, che le Monache usanoancora oggi per chiamarsi allʼinterno del grandeMonastero. Sia la campana che il batacchio peròerano fermi, nessuno stava tirando la corda… Dopoun breve sbigottimento iniziale, una Sorella (cheoltretutto non aveva assistito al dialogo avvenutomesi prima!) comprese ed esclamò: “È Sr. M. Giu-seppina che se ne va in paradiso!”.

Consapevoli della ricchezza della vita della loroConsorella, spesa in un continuo dono dʼamore aDio e alle Sorelle, le Clarisse iniziarono subito a tra-scrivere i loro ricordi perché potessero essere unatestimonianza attendibile, sincera e luminosa diunʼesistenza cristiana sofferta ma vissuta in pienez-za sulle orme di Francesco e Chiara dʼAssisi. Furo-no lungimiranti quelle Sorelle! Grazie a loro, e a tuttii documenti raccolti e rinvenuti nel corso degli annitra la gente che la conobbe e tra le cartelle dellʼar-chivio del Monastero, nel 1987 è stata introdotta laCausa di Canonizzazione di Sr. Maria Giuseppina.

La “Moretta” di Serra de ̓Conti è adesso “Serva diDio”. Sono molte le persone che sostano in pre-ghiera sulla sua tomba. Anche molti nostri fratellimissionari (soprattutto quelli che operano in terradʼAfrica), di passaggio in Italia per brevi periodi, pas-sano a Serra de ̓Conti per raccomandarsi alle suepreghiere.

Siamo certe che dal cielo Sr. M. Giuseppinaveglia in modo particolare sulla sua Comunità e sututti i suoi fratelli africani, implorando per ciascunodal Padre il dono di una vita umana dignitosa e lagrazia di conoscere e vivere il Vangelo. A te cheleggi chiediamo di unirti a noi nellʼinvocare lʼinter-cessione della nostra Moretta e nel chiedere alPadre che la sua santità venga riconosciuta e pro-clamata dalla Chiesa. t

Un fiore dal deserto

EMIeditrice missionaria it.

Via di Corticella 179/440128 Bologna - Itel. 051.326027 - fax 051.327552

In uno sperduto villaggiodei Kordofan (Sudan),una bimba viene rapitae venduta come schia-va. Attraverso vicende drammatiche finisce inItalia dove è accolta in un monastero di suoreClarisse che la inseriscono tra le educande chefrequentano la scuola del convento.Dopo aver chiesto e ricevuto il Battesimo, la Cre-sima e l’Eucaristia, la giovane ex schiava sentenascere in sé la vocazione alla vita monastica.Tutta la sua vita è un itinerario verso la santità.Muore nel 1926 ad 80 anni. Di suor M. Giusep-pina Benvenuti è introdotta la causa di canoniz-zazione.La Serva di Dio è particolarmente attuale oggi,data la massiccia presenza di africani in Italia.Nel libro è ampiamente sviluppato il tema dellaschiavitù in Africa, dal secolo scorso ai nostrigiorni.

Per informazione rivolgersi a:Monastero Clarisse

60030 Serra dè Conti (AN) tel 0731 879459

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missionarietà

Con il passare dei secoli si è creata una condizio-ne di vera e propria schiavitù. Le popolazioni del-lʼAfrica e dellʼAmerica Latina si sono iper-specializ-zate nelle produzioni suddette e non sono state ingrado di tornare indietro, di produrre beni per loro.

Oggi, si aggiunge la realtà delle multinazionali.Molte cose che compriamo ogni giorno sono diloro produzione. Di fatto dobbiamo riconoscereche le finanziamo. Ma vi sono problematiche chevanno evidenziate. Lʼaumento del costo dellapasta, ad esempio: qualcuno ha pensato di estrar-re la benzina, non dal petrolio, ma dai cereali. Maquesti sono alimenti basici per il Sud del mondo, ilquale ha già problemi per acquistarli. Se il prezzoaumenta, la difficoltà di acquisto e di consumazio-ne aumenta. Un altro esempio. I cinesi hannocominciato a consumare carne suina. Se diamoda mangiare i cereali ai maiali – il consumo è quin-tuplicato – i cinesi che sono tanti provocano pro-blemi conseguenti a livello mondiale, con ripercus-sioni gravi specie sui Paesi poveri.

Questi i principi nella nostra azione: dire no allavoro minorile; favorire la nascita di cooperative;finanziare progetti, acquistando al mercato equosolidale. Così viene garantito il pagamento in anti-cipo per cinque anni, e i lavoratori nelle cooperati-ve possono andare avanti nella produzione e nelconsumo. Solo il sur-plus viene esportato, il restoviene consumato in zona. Il denaro consente lacreazione di infrastrutture, come le scuole. Poi,sensibilizzare la gente. Un conto è mandare ognitanto dei soldi, e un conto è stare una domenica almese con gli amici a vendere, informare, coinvol-gere. Durante le nostre domeniche in piazza cirendiamo conto quanto sia difficile per la gentecambiare i propri schemi mentali e le proprie abi-tudini. Che senso avrebbe dare 10 euro senza ilmio diretto coinvolgimento, fare una cosa che nonvivo in prima persona e che mi porta a cambiare imiei schemi mentali e a far diventare azione con-creta il mio cammino di fede?

LUCIANOLUCIANODel gruppo missionario

di S. Marco Evangelista a Roma

Come gruppo missionario siamo partiti con unbanchetto in piazza, davanti alla chiesa parroc-chiale, con prodotti del mercato equo solidale.Giorno dopo giorno, attività dopo attività, abbiamocominciato a capire che il nostro impegno haanche un ritorno sul nostro modo di essere, sullanostra quotidianità.

Perché nasce il mercato equo solidale. Pren-diamo in considerazione lʼuomo occidentale. Nelcorso dei secoli lʼEuropa ha cominciato a frequen-tare Paesi dellʼAmerica Latina e dellʼAfrica, in par-ticolare, rendendo schiave intere popolazioni conlʼimposizione di produzioni esorbitanti, per esem-pio di caffè, di cacao. E i margini economici nonrimanevano ai Paesi produttori ma venivano tra-sferiti, insieme alle merci, nei Paesi consumatori.

ASSEMBLEA MISSIONARIATestimonianze

Riportiamo alcune delle Testimonianze

allʼAssemblea Missionaria

di Sr. Elettafoto Centro Miss.

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ALESSANDROALESSANDRODa Padova, parrocchia dellʼArcella

affidata ai frati minori conventuali e fa partedella Gi.Fra (Gioventù Francescana)

Sono stato in Cile dove ho vissuto per tre setti-mane, con un gruppo della Gi.Fra., unʼesperienzamissionaria. Sono stato a Santiago del Cile, lacapitale, e a Copiapò. I nostri frati sono presenti inqueste città con due comunità.La città di Copiapò è desertica. E quando piovesuccede che il deserto fiorisce. Di per sé il suolo èarido, però le multinazionali tirano su lʼacqua dalsottosuolo perché sulle Ande ci sono i ghiacciai.

La grande ricchezza del Cile è la Cordiglieradelle Ande, con miniere di metalli preziosi. IlGoverno, però, lascia che siano le multinazionaliad estrarli, i cileni prestano solo la mano dʼopera evengo sfruttati e pagati male.

La produzione dellʼuva è un lavoro stagionale ein genere portato avanti dalle donne. Ho vistosituazioni che di famiglia non hanno niente. Sonole strutture, è la condizione lavorativa che porta avivere in un certo modo: i mariti lontani dalla fami-glia, le mogli con figli dal marito. Non è colpa lorose vivono così, da noi cʼè unʼaltra realtà.

Cʼè lʼacqua, ma cʼè lo sfruttamento di essa daparte delle multinazionali.

La parrocchia di Copiapò è immensa. Ci sonovarie Cappelline dove si recano i missionari ladomenica. Le case sono tutte costruite con tetti dacui piove.

Un salone costruito dai benefattori italianiserve per le varie iniziative parrocchiali, attraversocui si cerca di sollevare le persone, ma anche diresponsabilizzarle.

Suor Donata è di origine piemontese, missio-naria in Cile da 17 anni, lavora nelle vigne, con lasua comunità religiosa. E ̓impegnata nella promo-zione dei lavoratori e delle donne. Ora ci sono 4-5cooperative che lavorano e vendono i loro prodot-

ti non solo a Copiapò, ma in tutto il mondo. Tantedonne, adesso, non vanno più ai lavori stagionali,lavorano, fanno lavorare e vendono i prodotti dellecooperative.

Siamo stati coinvolti anche in una missione alpopolo, “spediti” di casa in casa con il Vangelo, adannunciare la Parola di Dio e a fare una preghierainsieme. Abbiamo poi collaborato per la costruzio-ne di una casa. Abbiamo incontrato vari gruppi,dialogato con giovani, e con emigrati.

Ho riscoperto quanto è importante ascoltare,parlare con le persone, con le famiglie, e lavorareinsieme. Noi europei siamo ricchi, siamo tra ipotenti della terra. Abbiamo grandi responsabilitànei confronti dei Paesi poveri. Questa responsabi-lità io la sento e la voglio condividere con voi.

P. ANTONIOP. ANTONIOFrate sardo, missionario in Indonesia

Partito giova-nissimo nel1968 sono fon-datore con altridue confratellidi Bolognadella missionedi noi fratiminori conven-tuali in Indone-sia. Con corag-gio ho difeso idiritti dei debolie non sono maistato toccato

né da guerriglieri né da banditi fin dal lontano1975. Sono sostenitore dei cristiani che subisconopersecuzione. Ho edificato chiese e un seminariodove vengono formati giovani indonesiani alla vitafrancescana e al ministero sacerdotale. Missiona-rio di porta in porta, scopro se ci siano famiglie cri-stiane, formando una comunità e aprendo la stra-da a sacerdoti diocesani per lʼazione pastorale eliturgica. Attualmente vivo in una casa di preghierae di accoglienza per sacerdoti, religiosi e religiose.Nella diocesi ci sono 5 stazioni missionarie. Il mioè lavoro pastorale nelle parrocchie e nelle scuole,quindi mi ritiro nella Casa di preghiera. Qui ho ritro-vato me stesso, dopo decenni di azione missiona-ria di frontiera, ed anche di responsabilità comesuperiore della Missione. Ho ritrovato me stesso,la dimensione della preghiera, della fraternità edanche il riposo. Questa Casa ci aiuta a rifarci spiri-tualmente. Il Vescovo della diocesi, prima reticen-

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te, è già venuto cinque volte a trovarci. Tornerò inIndonesia nel mese di settembre, in quella Casa,come superiore e animatore.

P.LUCIANOP.LUCIANOMissionario in

Brasile da 23 anni

Il Sud del Brasileè ricco anche seci sono povertàenormi. In Amaz-zonia cʼè la fore-sta vergine. IlNord-est è tantopovero e risentedella colonizza-zione spagnola eportoghese.

Io sono inserito nelle Comunità di base. Non sivive vita cristiana e missionaria se non si vive incomunità. Io mi confronto con 4 dimensioni dellaChiesa. Questa, per me, è: santuario, samaritana,famiglia/comunità, profezia della paternità di Dio.

La dimensione profetica mi prende molto. Sonomembro della Commissione della Pastorale per isenza terra. Soffro per chi è senza acqua, senzacibo, senza terra a causa delle ingiustizie sociali,sono deluso dai politici, che non fanno la riformaagraria e sono asserviti alle grandi potenze inter-nazionali. Faccio da ponte tra i vescovi, la gente egli psicologi, i sociologi, che studiano le problema-tiche causate dal potere contro i lavoratori.

Credo che noi siamo piccoli, ma sale della terrae luce del mondo. Abbiamo davanti a noi 30, 40anni da vivere per consentire alle nuove genera-zioni un nuovo modo di vivere. Spendiamoci. Leg-giamo di più la Bibbia. La contemplazione sia perdiscernere la volontà di Dio, il suo progetto, eattuarlo. E valorizziamo le donne, il loro ruolo nelleComunità di base. Noi uomini siamo meno capacidi perdonare e siamo meno sensibili.

E infine non dobbiamo temere la politica. Dopoil regime dittatoriale, anche lʼattuale Presidente ciha delusi. Ma bisogna andare avanti con i nuovistili di vita: contro la povertà cambia la vita!

SUOR LUCIASUOR LUCIASono una suora coreana,

francescana missionaria di Assisi

Sono stata missionaria in Cina dal 2003 al2007. Ora sto completando gli studi teologici peressere formatrice delle giovani cinesi che chiedo-

no di far partedella nostrafamiglia religio-sa. Ho vissutoin Cina in unlebbrosario conpiù di centomalati. In Cina,il governo con-trolla tutta lavita della Chie-sa, ma accettae apprezza leorganizzazioniche si impe-gnano in attivitàsocio-umanitarie, come le cliniche, le scuole nellecampagne o progetti di sviluppo agricolo. Non cʼèlibertà religiosa, non si può fare opera di evange-lizzazione e si può essere presenti in forma anoni-ma, quindi, per noi, anche prive dellʼabito religioso.

La vita nel lebbrosario è semplice. Curavamonon solo le ferite fisiche dei malati, ma anche quel-le del cuore, del loro distacco dalla famiglia, dallavita nel villaggio, di cui sentivano molta nostalgia.Ho lavorato con la comunità, tre frati ed alcuniimpiegati laici inviati dal Governo, e un piccologruppo di volontari. Una grande famiglia. Un gestogentile, di amore, da parte dei lebbrosi nei nostriconfronti era il portarci delle bottiglie di acqua caldala mattina, dʼinverno, perché questa non ci sareb-be stata più durante il giorno fino alla mattina dopo.Alcuni malati desideravano diventare cattolici, mail Governo ci ha consentito di amministrare il bat-tesimo solo in punto di morte.

Nel 2008 le nostre suore in Corea hanno aper-to una nuova comunità, a Changhun nella provin-cia di Jilin, a servizio di una casa di riposo parroc-chiale. Oltre a questo le suore stanno sposandoun altro progetto con un programma di doposcuo-la per togliere i bambini dalla strada.

Nel gennaio scorso abbiamo vissuto una gran-de gioia: la professione temporanea delle primequattro suore cinesi. Attualmente stanno comple-tando la loro formazione in Corea, ma è loro desi-derio ritornare presto in patria per collaborare allʼe-vangelizzazione del loro Paese.

Sento che la nostra presenza è piccola masignificativa. Noi proponiamo i valori del Vangeloche San Francesco ha vissuto in modo umile maefficace. Cerchiamo di raggiungere il cuore dellepersone ferite per sanarle attraverso lʼamore chenoi stesse riceviamo da Dio. t

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ENGINEERINGENGINEERINGINGEGNERIAINGEGNERIAINFORMATICAINFORMATICA

PER L’INFANZIA IN BOLIVIAPER L’INFANZIA IN BOLIVIA

nuovi stili di vita

a cura della redazione

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MENSA E CENTRO DI ACCOGLIENZA

PRESENTIAMO IN BREVE LʼATTIVITÀ DELLA “CASA

SAN ANTONIO” IN BOLIVIA

La mensa “Casa San Antonio”, nata nel2006 per offrire accoglienza ai bambini/e distrada, grazie allʼoperato dei frati conven-tuali e di volontari/e oggi riesce a servireogni mese 3500 pasti a bambine/i, anzia-ne/i e disabili, offrire un servizio medico eun sostegno educativo. Molte le attività dianimazione, tra le quali una squadra di cal-cio, la “Antonianos”.

Lʼobiettivo è migliorare la crescita fisica,intellettuale e spirituale dei suoi “ospiti”,creare un ambiente dove tutti siano uguali,dove tutti mostrino rispetto come sorelle efratelli.

Grazie al tuo contributo lʼopera continuae si va a implementare donando dignità esperanza allʼintera comunità.Grazie da tutti i bambini, gli anziani, ivolontari e la nostra comunità.

Da alcuni anni Engineering ha una particolare attenzione verso le missioni. AllʼIng.Michele Cinaglia abbiamo chiesto di raccontarci come è nata lʼiniziativa?

Aiutare la gente che vive nel bisogno è importante. Lʼaiuto deve trovare strade garantite ed effi-caci. Lʼesperienza e la conoscenza del mondo mi ha portato a concludere che le Missioni Fran-cescane sono uno dei veicoli più diretti per raggiungere il bisogno. Intendo dire che non si spre-cano, con questo canale e per strada gli aiuti che si intende trasferire.

“Engineering per lʼinfanzia” è il tema della vostra iniziativa ma anche un messaggio datrasmettere?

Per estendere ad altri questa opportunità si è pensato di istituire una tecnica moderna e moltousata dai colleghi che operano in una grande azienda informatica, quella del sito Enginfanzia, tra-smettendo così anche un messaggio di volontà collettiva di stare a disposizione dei bisogni.

La vostra particolare attenzione missionaria è rivolta alla Bolivia. Perché questa scelta?La Bolivia è stata una scelta proposta dal Centro Missionario e da noi condivisa.

Però in questi anni attenzioni sono state fatte anche ad altre missioni: Brasile, Romania, Burki-na Faso, India, Kenya, Zambia, Tanzania e Venezuela.

Una parola ai lettori della rivista?Informare i lettori della rivista della iniziativa Engineering mi pare una cosa buona perché lʼe-

mulazione non esiste solo nel male ma anche nel bene.

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messaggio pace

Come rimanere indifferenti di fronte alle proble-matiche che derivano da fenomeni quali i cam-

biamenti climatici, la desertificazione, il degrado e laperdita di produttività di vaste aree agricole, l’inqui-namento dei fiumi e delle falde acquifere, la perditadella biodiversità, l’aumento di eventi naturali estremi,il disboscamento delle aree equatoriali e tropicali?

Come trascurare il crescente fenomeno deicosiddetti «profughi ambientali»: persone che,

a causa del degrado dell’ambiente in cui vivono, lodevono lasciare – spesso insieme ai loro beni – peraffrontare i pericoli e le incognite di uno spostamen-to forzato? Come non reagire di fronte ai conflitti giàin atto e a quelli potenziali legati all’accesso allerisorse naturali? Sono tutte questioni che hanno unprofondo impatto sull’esercizio dei diritti umani,come ad esempio il diritto alla vita, all’alimentazio-ne, alla salute, allo sviluppo.

La crisi ecologica non può essere valutata sepa-ratamente dalle questioni ad essa collegate,

essendo fortemente connessa al concetto stesso disviluppo e alla visione dell’uomo e delle sue relazio-ni con i suoi simili e con il creato.

L’essere umano si è lasciato dominare dall’egoi-smo, perdendo il senso del mandato di Dio, e

nella relazione con il creato si è comportato comesfruttatore, volendo esercitare su di esso un domi-nio assoluto. Ma il vero significato del comando ini-ziale di Dio, ben evidenziato nel Libro della Genesi,non consisteva in un semplice conferimento di auto-rità, bensì piuttosto in una chiamata alla responsabilità.

Non è difficile costatare che il degrado ambienta-le è spesso il risultato della mancanza di pro-

getti politici lungimiranti o del perseguimento dimiopi interessi economici, che si trasformano, pur-troppo, in una seria minaccia per il creato. (...)Quando ci si avvale delle risorse naturali,occorrepreoccuparsi della loro salvaguardia, prevedendo-ne anche i costi – in termini ambientali e sociali –,da valutare come una voce essenziale degli stessicosti dell’attività economica.

La crisi ecologica mostra l’urgenza di una solida-rietà che si proietti nello spazio e nel tempo. È

infatti importante riconoscere, fra le cause dell’at-tuale crisi ecologica, la responsabilità storica deiPaesi industrializzati. I Paesi meno sviluppati e, inparticolare, quelli emergenti, non sono tuttavia eso-nerati dalla propria responsabilità rispetto al creato,perché il dovere di adottare gradualmente misure e

politiche ambientali efficaci appartiene a tutti.

Ènecessario che le società tecnologicamenteavanzate siano disposte a favorire comporta-

menti improntati alla sobrietà, diminuendo il propriofabbisogno di energia e migliorando le condizionidel suo utilizzo. Al tempo stesso, occorre promuo-vere la ricerca e l’applicazione di energie di minoreimpatto ambientale e la «ridistribuzione planetariadelle risorse energetiche, in modo che anche iPaesi che ne sono privi possano accedervi».

Per guidare l’umanità verso una gestione com-plessivamente sostenibile dell’ambiente e delle

risorse del pianeta, l’uomo è chiamato a impiegarela sua intelligenza nel campo della ricerca scientifi-ca e tecnologica e nell’applicazione delle scoperteche da questa derivano.

La questione ecologica non va affrontata solo perle agghiaccianti prospettive che il degrado

ambientale profila all’orizzonte; a motivarla deveessere soprattutto la ricerca di un’autentica solida-rietà a dimensione mondiale, ispirata dai valori dellacarità, della giustizia e del bene comune.

Il tema del degrado ambientale chiama in causa icomportamenti di ognuno di noi, gli stili di vita e i

modelli di consumo e di produzione attualmentedominanti, spesso insostenibili dal punto di vistasociale, ambientale e finanche economico. Si rendeormai indispensabile un effettivo cambiamento dimentalità che induca tutti ad adottare nuovi stili di vita«nei quali la ricerca del vero, del bello e del buonoe la comunione con gli altri uomini per una crescitacomune siano gli elementi che determinano le scel-te dei consumi, dei risparmi e degli investimenti».

La Chiesa ha una responsabilità per il creato esente di doverla esercitare, anche in ambito pub-

blico, per difendere la terra, l’acqua e l’aria, doni diDio Creatore per tutti, e, anzitutto, per proteggerel’uomo contro il pericolo della distruzione di se stesso.

Se il Magistero della Chiesa esprime perplessitàdinanzi ad una concezione dell’ambiente ispira-

ta all’ecocentrismo e al biocentrismo, lo fa perchétale concezione elimina la differenza ontologica eassiologica tra la persona umana e gli altri esseriviventi. In tal modo, si viene di fatto ad eliminare l’i-dentità e il ruolo superiore dell’uomo, favorendo unavisione egualitaristica della «dignità» di tutti gli esse-ri viventi... Ma anche la posizione contraria di asso-lutizzazione della tecnica e del potere umano, fini-sce per essere un grave attentato non solo allanatura, ma anche alla stessa dignità umana,

‘Se vuoi coltivare la pace, custodisci il creato’Alcuni passaggi significativi del

Messaggio del Papa per la Pace 2010

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Quest’anno la solennità dell’Immacolata Conce-zione, ha segnato un altro grande evento per la mis-sione e gli abitanti di Sabou, il comune situato nellazona centro occidentale del Burkina Faso. Comeracconta all’Agenzia Fides P. Gianbattista Buona-mano, direttore del Centro missionario dei Fratiminori conventuali, “la giornata dell’inaugurazioneufficiale dell’ospedale S. Massimiliano Kolbe è ini-ziata con la Celebrazione eucaristica presieduta daMons. Basile Tapsoba, Vescovo della diocesi diKoudouogou, a cui hanno partecipato molti sacer-doti e tanti fedeli.

Alle ore 11 ci siamo trasferiti presso l’ospedaledove, alla presenza del Ministro della Salute, delleautorità locali, dei Ministri provinciali OFM Conv. diAbruzzo e Polonia, ha avuto luogo la presentazionedell’opera e la benedizione del complesso ospeda-liero, alla presenza di circa 2000 persone”.

Fra i tanti discorsi augurali pronunciati per labella occasione, ne riporto solo alcune espressioni.P. Giorgio Di Lembo, Ministro Provinciale d’Abruz-zo, ha ricordato che: “Come seguaci di Francesco,venuti in Burkina Faso per testimoniare il Vangelo diGesù, non potevano non avvertire subito la presen-za di tanti fratelli piagati nel corpo e soprattutto neipiccoli corpi dei bambini. Già nel giugno 2003 venneallestita una piccola farmacia parrocchiale e al ter-

mine dell’estate 2003 si pensò di aprire il CREN,Centro nutrizionale per i bambini. In questi tre anni(2006-2009) si è proceduto alla costruzione di que-sta struttura ospedaliera.”

Nel presentare il Progetto Ospedale, il DirettoreP. Tomek ha sottolineato che “il Centro Medicovuole offrire il suo servizio per il bene di tutti senzadistinzione di appartenenza religiosa o etnica ”.

Suor Maria, medico della struttura, ha riportato insintesi l’attività dell’ospedale. “Sono in servizio 22operatori tra infermieri, guardiani, farmacista, ani-matrici, ragioniere. 7 infermieri si alternano giorno enotte per le urgenze, le cure dei bimbi malnutriti, ilreparto di medicina generale (circa 30 consulenzeal giorno e 5 o 6 ricoverati). Quattro animatrici sioccupano dei bimbi malnutriti con le loro mamme.

Si tratta di seguire un protocollo preciso di recu-pero (cura e nutrizione) e di educare le mamme aduna migliore igiene di vita. Spesso ci sono da risol-vere problemi sociali molto dolorosi. Attualmenteabbiamo circa 12/18 bambini che soffrono di mal-nutri zione grave ricoverati con le loro mamme,mentre gli esterni, che quotidianamente vengono alCentro, possono essere da 30/70 secondo la sta-gione. Nonostante le sfide, guardiamo al futuro consperanza. Sperimentiamo quotidianamente la Prov-videnza di Dio, il quale ci sostiene con il suo amoredi Padre. Fiduciosi in Lui e grati di essere stati scel-ti a servirlo nei nostri fratelli e sorelle burkinabè,viviamo nella gioia della vita nuova dataci in Cristonostro Salvatore”.

Inaugurato l’Ospedale S. MassimilianoKolbe presso la missione dei Frati MinoriConventuali di Sabou: ospita dai 12 ai 18bambini che soffrono di malnutrizionegrave, ricoverati con le loro mamme, mentreogni giorno ne arrivano dai 30 ai 70 per sot-toporsi alle cure.

AFRICABURKINA FASO

eventi

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Diversi eventi possono diventare occasione per condividere la gioia con le persone vicine, ma può anche diventare un momento per riflettere e far riflettere, comunicando a chi partecipa il vostro desiderio di essere

solidali con i popoli del sud del mondo.

Even t i so l i da l iE ven t i so l i da l i

suggerimenti per ricorrenze suggerimenti per ricorrenze

Bomboniere solidali

Se in occasione di una ricorrenza importante, battesimo, comunione, matrimonio, 25° anni-versari, professioni religiose, ordinazioni sacerdotali…, non desiderate “le solite bombonie-

re”, ma preferite che il ricordo di questo momento contribuisca ad aiutare chi è in difficoltà, pote-te scegliere di proporre ai vostri parenti e amici di effettuare una donazione a progetti in mis-sione, come regalo per le vostre nozze o per altri eventi.

Devolvendo il corrispettivo da voi destinato allʼacquisto delle bomboniere e scegliendo unprogetto missionario da sostenere, farete una cosa che rimarrà nei cuori dei vostri ospiti epotrete con questo semplice gesto dare una mano a chi è meno fortunato.

Progetti

Sostegno di Orfanotrofi, Centri Medici, Mensa, scuole; opere a favore dei bambini con servi-zio sanitario, scolastico, catechesi.

Sostegno delle giovani vocazioni alla vita religiosa e sacerdotale nelle varie missioni.

Modalità

Aquanti scelgono il sostegno a distanza, sarà inviata una scheda con la descrizione del pro-getto adottato personalizzato per il proprio evento, bollettini prestampati e depliant infor-

mativi per comunicare il significato di questa scelta.In seguito, a coloro che effettueranno una donazione, verrà inviata una lettera di ringrazia-

mento e la Rivista mensile “Il Missionario Francescano” per continuare ad essere informati sul-lʼandamento delle missione e dei progetti sostenuti.

Agli sposi o festeggiati verrà spedito un attestato con il riscontro dei fondi raccolti, delle per-sone che hanno donato per il progetto scelto.

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Il sentiero dell'amore. Percorso di auto-ascolto

e di crescita personale, dicoppia e familiare sulle

tracce di Mariadi Burani G./Rossi R.

Un cammino in cinquetappe - l'Ascolto, la Relazio-

ne, il Tempo, il Prendersicura, l'Amore - in cui l'ap-

proccio biblico-spirituale si unisce a quellosocio-educativo, e ha come punto di riferimento

Maria di Nazaret. Ed. dellʼImmacolata Bologna Pp.160-Euro 12.00

Preghiere del dì di festa/CRiflessioni domenicali per credenti e non credenti di Callisto Caldelari La presente opera è un commento alle «collette» o preghiere iniziali della liturgiaeucaristica, che riassumono in poche righe il messaggio annunciato nelle letturebibliche delle rispettive domeniche. Lʼautore si rivolge anche a chi frequenta pocola chiesa, con riflessioni che si richiamano a valori e ideali che stimolano lacoscienza di ogni uomo.Ed. Messaggero Padova Pagine: 224 - Euro 13,00

Hélder CâmaraUn ricordo che apre alfuturodi Graziano ZoniNel centenario dellanascita il "Vescovo deipoveri" continua a inter-pellare la Chiesa con lasua testimonianza. Unaraccolta di scritti inediti...Pagine 128 - Euro 9,00

Tutti vengono a tedi Francesco GrasselliQuesto libro aiuta aritrovare il coraggiodi uscire, per intra-prendere un cammi-no di lieto annuncionel nostro mondo ein mondi lontani.Perché la gioia delRisorto sia comuni-cata dalla nostra

stessa gioia di vivere, di stare assieme, diincontrare gli altri, di amare così comesiamo amati...Pagine 160 - Euro 12,00

Il Dio dell'EuropaIl cristianesimo e l'islam in un continenteche cambiadi Philip JenkinsLa nuova immagine del-l'Europa, permeata dalleradici cristiane mainfluenzata dalle nuovecomunità religiose...Pagine 448 - Euro 25,00

Via di Corticella 179/440128 Bologna - I

tel.051.326027-fax 051.327552 [email protected]

La vita buonaDialoghi su laicità, scienza efede, vita e morte alla vigilia

del Redentore di A.Scola/ A.Cazzullo

Il libro si rivolge a quanti riflet-tono sulle sorti del nostro

Paese immerso nel flusso dirapidi e contraddittori cambia-

menti. Quali sono le implicazio-ni civili, morali e antropologiche

della fede nellʼItalia dei nostri giorni? Comecostruire, credenti e non, un futuro comune?

Ed. Messaggero Padova Pagine 96 - Euro 9,00

Altre edizioni

novità in libreria

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" Se vuo i co l t i va re l a pace"Se vuo i co l t i va re l a pacecus tod i sc i i l c rea to”cus tod i sc i i l c rea to”

Giornata della Pace 2010Giornata della Pace 2010

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