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6’!! yT’ppunt!deII’Anemos Sailing Team L’imbarcazione Una Imbarcazione a vela di qualsiasi tipo e misura é composta da tre parti fondamentali: a) lo scafo, che genera il sostentamento e la galleggiabilità per l’equipaggio e le cose trasportate. b) la velatura, che genera la propulsione. c) Il timone, mezzo di governo indispensabile per condurre l’imbarcazione e fondamentale per il funzionamento sinergico dell’insieme barca, vento acqua. TIMONE VELATU RA SCAFO Lo scafo Quando il profano parla di barche, si riferisce generalmente a scafi, infatti nella cultura media uno scafo senza remi, senza motore o senza vele é, per i più , sempre e comunque una barca. Nel mondo della nautica, in senso consumistico il concetto é lo stesso, ma nel gergo marinaresco una barca prende il nome dalle molteplici combinazioni che si possono ottenere con tipologie diverse di scafi e organi propulsori motoscafi, pilotine, entrobordo, fuoribordo, ecc... se la propulsione é a motore, sloop, cutter, yawl, golette, derive, ecc... se la propulsione é a vela, motorsailer o motovelieri se la propulsione é mista. Vediamo come è costituito lo scafo di una barca. La linea di galleggiamento è la linea che il pelo libero dell’acqua disegna sullo scafo che galleggia e Edizione~2O12

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L’imbarcazione

Una Imbarcazione a vela di qualsiasi tipo e misura é composta da tre parti fondamentali:

a) lo scafo, che genera il sostentamento e la galleggiabilità per l’equipaggio e le cose trasportate.

b) la velatura, che genera la propulsione.

c) Il timone, mezzo di governo indispensabile per condurre l’imbarcazione e fondamentale per il

funzionamento sinergico dell’insieme barca, vento acqua.

TIMONE

VELATU RA

SCAFO

Lo scafo

Quando il profano parla di barche, si riferisce generalmente a scafi, infatti nella cultura media uno

scafo senza remi, senza motore o senza vele é, per i più , sempre e comunque una barca.

Nel mondo della nautica, in senso consumistico il concetto é lo stesso, ma nel gergo marinaresco

una barca prende il nome dalle molteplici combinazioni che si possono ottenere con tipologie

diverse di scafi e organi propulsori

motoscafi, pilotine, entrobordo, fuoribordo, ecc... se la propulsione é a motore,

sloop, cutter, yawl, golette, derive, ecc... se la propulsione é a vela,

motorsailer o motovelieri se la propulsione é mista.

Vediamo come è costituito lo scafo di una barca.

La linea di galleggiamento è la linea che il pelo libero dell’acqua disegna sullo scafo che galleggia e

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che divide lo scafo in due parti:

e l’opera viva, (carena), sotto il pelo dell’acqua,

e l’opera morta, (bordo libero), sopra il pelo dell’acqua.

L’opera viva é tale perché, col proprio volume, genera attivamente e continuamente, spinte verso

l’alto in proporzione all’acqua che sposta galleggiando e navigando.

L’opera morta invece non contribuisce costantemente e attivamente all’equilibrio dell’imbarcazione.

Le caratteristiche di una barca veloce sono date dalla forma dell’opera viva, ancora prima che dalle

vele o dal motore.

Diversi nomi accompagnano le varie parti dello scafo anche da davanti a dietro:

• Prua, la parte anteriore.

• Mezza nave, la parte centrale.

e Poppa, la parte posteriore.

POPPA

MEZZA NAVE OPERA MORTA

LINEA

PRUA

Da destra a sinistra:

e Murata di dritta, fianco destro. (si dice murata, perché sui bordi della nave, i grandi velieri a

vele quadre, fissavano una particolare cima detta mura, che doveva esporre al vento la vela,

e da qui prendere il vento a destra o a sinistra, ancora oggi si dice: “.... avere mura dritta o

sinistra...”.

e Murata di sinistra, fianco sinistro.

Le sezioni importanti sono:

e Sezione di simmetria, individuata dal piano perpendicolare a quello dell’acqua, orientato

longitudinalmente e passante per il centro dello scafo.

• Sezione maestra, individuata dal piano perpendicolare al piano di simmetria e a quello

dell’acqua, attraversa la barca nel punto di massima larghezza.

DI GALLEGGIAMENTO

OPERA VIVA

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SEZIONE MAESTRA

MURA UI SINISTRA

PIANO DI SIMMETRIA

E da sotto a sopra:

• Chiglia

• Masconi, possiamo definirli le guance dello scafo.

• Giardinetto, si definisce così la porzione dei lati di poppa, destra e sinistra sopracoperta,

prende questo nome per il fatto che sulle grandi navi del passato in questo punto, riparato

dal mare durante la navigazione venivano curati vasi di piante e fiori.

• Ruote (che possono essere di prua e di poppa)

• Drittì (di prua o di poppa)

• Coperta, il “pavimento” della barca.

• Pozzetto, zona protetta, aperta, soto il piano di coperta, delle piccole e medie imbarcazioni

ove l’equipaggio manovra.

• Tuga, rialzo della coperta a guscio di tartaruga, aumenta l’altezza dello spazio sottocoperta

Le parole che fondamentalmente definiscono le misure di una barca sono:

• Lunghezza fuori tutto, é la massima lunghezza misurabile fra due piani paralleli fra loro e

perpendicolari all’acqua, che tocchino a prua e a poppa i primi maggiori estremi.

• Lunghezza al galleggiamento, é la lunghezza della linea sottesa fra i due punti più estremi

di prua e poppa coincidenti col pelo libero dell’acqua, cioè con la linea di galleggiamento.

• Dislocamento, é il peso di liquido spostato dalla carena, pari al peso esatto della

imbarcazione.

• Stazza, è il volume del possibile carico ed é espresso in peso in quanto ci si riferisce al peso

di un particolare legname che per il suo peso specifico occupava il volume di 2,88 metri cubi

per tonnellata.

MURA DI DRITTA

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Qui abbiamo l’occasione di far notare che tutto ciò che si riferisce al glossario nautico, deriva

dalla vecchia marineria a partire dal XVI° secolo. Infatti la stazza deriva dalla capacità di

trasporto di legname delle prime imbarcazioni mercantili.

Gli scafi possono essere costruiti con diverse tecnologie: legno, acciaio, alluminio, fibre di vetro e

resine, compositi sotto vuoto ecc..

I particolari costruttivi dello scafo,possono cambiare nome a seconda della tecnica usata nella

costruzione, per cui noi faremo riferimento a quelli comuni e importanti.

~o Chiglia, é la spina dorsale della barca da cui partono le costole, dette ordinate.

~i Ordinate, sono le costole su cui viene fissato il fasciame di legno che forma io scafo

della barca. Nel caso di imbarcazioni di materiale diverso sono semplicemente di

rinforzo alla struttura.

~o Puntale, é il puntello alla coperta che poggia sulla chiglia, ormai usato solo come

termine riferito alla sua misura, importante riferimento nei calcoli della stazza.

g~ BagNo, é l’arco che sostiene la coperta, ad esso fa riferimento una misura di larghezza

della barca in un punto qualsiasi della sua lunghezza. Il punto di baglio massimo é il

punto sulla lunghezza della barca in cui la larghezza dello scafo é massima.

g~, Mastra, é il foro di coperta attraverso il quale passa l’albero della barca.

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~O Scassa, é il punto di appoggio dell’albero alla chiglia.

g~2 Pagliolo, é il piano di calpestio sottocoperta.

~2 Sentina, é lo spazio che si trova fra i paglioli, che formano il pagliolato, e la chiglia,

dove ogni marinaio conserva la scorta di acqua o di vino fresco.

Non esistono buchi o fori in uno scafo, ma solo:

,~2 Ombrinali, scarichi acqua dalla coperta al mare.

~2 Boccaporti, passaggi per l’equipaggio da sopra a sottocoperta.

~2 Osteriggi, areazioni e illuminazioni per i vani sottocoperta.

~ Prese a mare e passascafo, tutti quei fori sulla opera viva che caricano o scaricano le

acque di utilizzo a bordo.

~ Cubia, che vuoI dire occhio, infatti nel passato era l’occhio della barca che vegliava

sulla navigazione, oggi é l’uscita della cima o della catena per l’ancora o l’ormeggio.

La veEatura

Nel tempo, pur essendo propulsori più efficienti dei remi,le vele hanno subito molteplici evoluzioni, a

seconda delle zone e dei mari che le hanno viste navigare.

Quello che nel nostro sport è un sofismo, cioè la continua ricerca del massimo rendimento di una

vela, nel passato era una indispensabile lotta per la vita e il potere sui mari del mondo. I vecchi cutter

che pescavano i merluzzi facevano a gara ad arrivare per primi in porto, infatti era chi arrivava primo

che si aggiudicava il mercato facendone il prezzo. Le grandi navi da guerra avevano bisogno di

essere manoviere e veloci, così anche le navi da trasporto, dovevano competere con le veloci

imbarcazici dei pirati e dei corsari. Addirittura nell’l’invasione araba dell’europa meridionale è stata

determinante la caratteristica delle navi con cui questi scorazzavano nel mediterraneo, infatti erano

imbarcazioni che risalivano il vento con facilità, mettendo in difficoltà le flotte delle altre marinerie

accerchiandole o sfuggendogli agevolmente dopo averle colpite.

Così pur nelle loro modeste possibilità tecnologiche gli uomini del passato hanno inventato diversi

tipi di vela e di armi.

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Tipologie di vela

• Vela al terzo

• Vela latina

• Vela tarchia

• Vela aurica

• Vela quadra

• Fiocco

o Fiocco

o genoa

o Volante o uccellina

• Trinchetta

• Randa Marconi

• Vele per lasco

o Spinnaker

o gennaker

Ognuna di queste vele può essere armata su qualunque barca, anche se è chiaro che ci saranno

usi e scafi appropriati ad ognuna di esse.

Il “montaggio” di una vela e di un albero su di una barca si definisce armo, quindi diremo che una

barca è armata con vela aurica, e non che monta una vela aurica.

Armi e scafi distinguono i vari tipi di imbarcazioni a vela.

• Cat

• Sloop

• Cutter

• Ketch

• Yawl

e Goletta

• Brigantino

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Cat, armo semplice, congrande randa armata sudi un albero in prua.

Sloop è un armo con unaranda e unico fiocco o genova, sidice frazionato se Il fiocco nonraggiunge la testa delralbero ointero nel caso contrario.

- piede dalbero

Cutter, a differenza dello siooparma un secondo fiocco, detto

etto.

.NZ~

Il Bompresso serve adarmare il fiocco

~-

albero maestro

albero di mezzana Il ketch è un armo molto~ - elegante, lalbero a poppa via

~ dellalbero maestro si dice di~ l~lt: a proravia

Nel Yawl lalbero dimezzana è a poppavia deltimone.

Brigantino, grande nave a velequadre.

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Le vele vengono definite il motore della barca a vela, in realtà questo è un concetto molto

semplicistico che viene dato a causa della nostra ormai radicata concezione automobilistica.

In una vettura il motore è posto all’interno della stessa, ne è sostenuto e trasmette un moto di spinta

verso terra e la velocità del veicolo è direttamente proporzionale alla potenza del proprio motore.

A un motore basterebbero quindi semplicemente un supporto su tre ruote e il movimento

avverrebbe, magari semplicemente rettilineo, ma comunque realizzato, sfruttando semplicemente

l’attrito a terra delle ruote o della ruota motrice.

Per quanto riguarda la barca a vela, invece, la cosa non è così semplice,.

La vela e l’albero sono sostenuti dallo scafo, ma la velocità della barca non è dovuta solo alla

dimensione della vela, ma anche al suo orientamento all’aria e all’acqua, rimanendo poi strettamente

legata anche alla lunghezza e alla forma dello scafo.

In poche parole, facendo un esempio estremo: una barca di 2 tonnellate di dislocamento orientata900 rispetto al vento, può essere più veloce di una barca con la stessa vela che pesi solo i

tonnellata e che abbia il vento a favore o anche solo uno scafo diverso.

Inoltre ammettendo che un albero invelato possa galleggiare ritto in mare, nel vento si

comporterebbe come un’asta con la bandiera.

Quindi le vele sono propulsori sinergici dell’imbarcazione.

Il timone

E’ l’organo di governo e parte fondamentale per il rendimento completo sia dello scafo che delle

vele.

Il timone è anche il “sensore” del moto della barca.

Da come questi reagisce, il timoniere può valutare le potenzialità e le caratteristiche di progetto di

una imbarcazione.

Può essere di diversi tipi e posizionato in diversi punti:

• Timone appeso o sospeso

• Timone in continuo

• Timone applicato

• Timoneconskeg

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Asse

Pala —j\TIMONE SOSPESO

TIMONE APPLICATO

Losca, alloggiamentodell’asse del timone

TIMONE IN CONTINUOALLA CHIGLI~,~~

Chiglia

Specchio di Poppa

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