6 Donna #2

24
Abito in copertina si ringrazia l’Atelier: Francesco Paolo Salerno Viale degli Artigiani - Foggia Speciale Sposi Tendenze 2012

description

Tendenze 2012 Francesco Paolo Salerno Viale degli Artigiani- Foggia Abito in copertina si ringrazia l’Atelier:

Transcript of 6 Donna #2

Abito in copertina si ringrazia l’Atelier:

Francesco Paolo Salerno Viale degli Artigiani - Foggia

Speciale Sposi Tendenze2012

2 f e b b r a i oduemiladodici sommario

ditoriale

Amore. Potrebbe sembrarela scelta più scontata per il nu-mero di febbraio. Nel mese degliinnamorati cosa c’è di meglioche parlare di matrimonio? E ineffetti gran parte del magazi-ne è dedicato ad uno “spe-ciale sposi” ricco di con-sigli e curiosità sulgiorno più bello nel-la vita di una donna.Ma come ogni cosa che abbia spes-sore, anche l’amore ha sempre mol-te sfaccettature.

Amori, piuttosto. Leggeri escanzonati come quelli nati suisocial networks, rubati, feriti eschiacciati come quelli tragiciche insanguinano le crona-che italiane.

Realtà virtuali quelledel dating on line, dove migliaiadi internauti di ogni età si incon-trano, cercano e trovano amici-zia, amore, avventura. Al feno-meno “social network” abbiamodedicato l’inchiesta sofferman-doci su alcuni aspetti specifici co-me la sua pubblicizzazione in tve il connotato sociologico che haassunto. Ci siamo divertite, poi,nelle nostre “interviste dedica-te”, a tracciare una sorta di percorsoideale partendo dalla testimonian-za di chi si è innamorato grazie a fa-cebook, passando per chi ha pub-blicizzato il proprio matrimonio suun blog, e chi, ahimé, ha scoperto diessere tradito sbirciando nel “profi-lo” del partner. Un’altalena di emo-zioni che trovano la conclusioneideale nell’ultima testimonianza,quella di chi, invece, ha scelto di vi-vere sin da subito il proprio senti-mento dal vivo, senza il filtro della“virtual reality”.

Amori rubati, feriti e schiacciatisono, invece, quelli che inauguranouna nuova rubrica che abbiamo vo-luto chiamare “agorà”, uno spaziodedicato a tematiche di attualità chesi aprirà ogni qualvolta la cronaca lorenderà necessario. Così è stato perl’infanticidio di Roma, dove un pa-dre snaturato ha gettato il figlio disedici mesi nel Tevere, e per la re-cente sentenza della cassazione intema di stupri di gruppo, per i qualisi dichiara non più obbligatorio ilcarcere preventivo. In questo se-condo caso abbiamo avviato una di-scussione cominciando con il regi-strare il parere tecnico di unpenalista del foro foggiano, LuigiLeo. L’omicidio di Roma, maturatoin un clima di violenze domestiche,ci ha offerto, invece, lo spunto im-mediato per rispondere ad una do-manda che sentiamo ripetere co-stantemente nei vari programmitelevisivi che si occupano dell’acca-duto: perché una donna non denun-cia il compagno violento? La rispo-sta è fornita dalla psicologa AnitaD’Atri che ha colto l’occasione perricordare a tutte le vittime di violen-za che a Foggia esiste un Centro An-tiviolenza con uno sportello di ascol-to ed una task force pronta ad offriresupporto gratuito alle donne biso-gnose di aiuto e a far comprendereloro che, per la salvezza propria e deifigli, una sola è la strada da intra-prendere, quella della denuncia.

di ANNA RUSSO

4 Personaggio del mese

• Maria Rita D’orsogna

A Foggia contro le trivellazioni

5 Agorà

• Violenza domestica:

la soluzione è denunciare

6 Inchiesta• L’amore ai tempi di Facebook

8 Attualità

• Mongelli bis. Si riparte dal rosa

9 Speciale Sposi 2012

• Moda sposa

• Trattamenti beauty

• La casa dei sogni

• Chiari, freschi, dolci... fiori

• Matrimonio senza stress

• Due cuori e un... architetto

• Viaggi di nozze

17Rubriche

21Salute e alimentazione

• Lo sciroppo degli dei

23Agenda

• La meraviglia delle meraviglie

3f e b b r a i oduemiladodici

4 f e b b r a i oduemiladodici personaggio del mese

L’hanno ribattezzata la ErinBrockovich d’Abruzzo. “Amba-sciatrice della Natura 2012”, Ma-ria Rita D’Orsogna, docente al Di-partimento di Matematica dellaCalifornia State University di Nor-thridge, gira il mondo per mobili-tare l’opinione pubblica contro la

petrolizzazione. E’ arrivata anchea Foggia, in occasione del conve-gno “Ricerche petrolifere nel no-stro mare… No, grazie!” organiz-zato dal FAI. Il suo impegno perl’ambiente nasce 5 anni fa “un po’per caso”, come dice lei stessa.“Nel 2007 – racconta – venne allaluce un progetto dell’ENI per la co-struzione di un centro oli ad Orto-na (vicino a Lanciano, paese d’ori-gine dei suoi genitori, ndr). Sidovevano espiantare 12 ettari di vi-gneto e non potevo restare a guar-dare mentre distruggevano la miaterra”. Così si attiva: si informa,

chiede pareri scientifici e alla finepubblica un dossier sui danni allasalute e all’ambiente che provo-cherebbe il progetto dell’Eni. Escatta la mobilitazione popolare.Da quel momento questa diventala sua mission: lottare contro la pe-trolizzazione attraverso la più po-tente delle armi, l’informazione.“Perché i petrolieri – spiega – han-no tutto l’interesse a tenere al-l’oscuro il popolo che, se informa-to, può intralciare i progetti erompere le scatole affinchè le cosevengano fatte a dovere”. La sua è inprimis una guerra all’Eni, che defi-nisce nel suo blog (http://dorso-gna.blogspot.com/) “la vera grandeazienda corrotta italiana”. Orga-nizza sul tema incontri-dibattito pertutta l’Italia: dalla Sicilia al Venetopassando per Toscana, Basilicata eCalabria. Arriva anche in Pugliadove, tra l’altro, prende a cuore lavertenza Enichem di Manfredonia.Ricostruisce la storia e fa i nomi. Di-venta, infatti, la spina nel fianco dichi “vende” un territorio “per unpiatto di lenticchie”: “dai politici aisindacalisti – chiarisce - dalle asso-ciazioni di categoria ai docenti uni-versitari”.

Oggi Maria Rita D’Orsogna haintrapreso un’altra battaglia, quel-la contro le trivellazioni in mare.Non si era ancora spenta l’eco del-le ricerche petrolifere presso le iso-le Tremiti della irlandese Petrocel-tic, quando è proprio lei a lanciareun nuovo allarme: l’inglese Spec-trum Geo ha chiesto l’autorizzazio-ne per ispezioni sismiche in tuttol’Adriatico. Le Tremiti, dunque, nonsono ancora fuori pericolo. Come la

Petroceltic anche la Spectrum usa latecnica dell’airgun (spari violentidi aria compressa verso i fondaliche danneggiano flora e fauna ma-rina) e “fornisce servizi alle com-pagnie petrolifere”. “Danni am-bientali a parte, tutto il petrolioestratto dall’Adriatico non cambie-rebbe lo scenario energetico na-zionale. Si trivellerebbe per 20 an-ni e l’oro nero ricavato sarebbesufficiente per soli 6 mesi. Conti-

nueremmo, quindi, ad importarneoltre il 90%. Bisogna investire sulleenergie alternative”.

Si batte per questa inversionedi rotta, lei che è anche il classicoesempio di “cervello in fuga”. Na-ta nel Bronx da genitori abruzzesi,si laurea all’Università di Padova,sbarca a Los Angeles per un dotto-rato in fisica e resta lì. Va giù dura esenza peli sulla lingua quando par-la dell’Italia. “I giovani a causa diraccomandazioni e clientelismi so-no costretti ad emigrare o a rasse-gnarsi a cose al di sotto delle pro-prie capacità intellettuali. Cosìperdono tempo prezioso e non sa-ranno mai competitivi”. E intantocontinua a bacchettare l’Italia “acui piace copiare tutto dall’Ameri-ca, tranne le cose sagge e la prote-zione ambientale”. L’ha fatto loscorso 20 gennaio in Senato in oc-casione di un’audizione legata al-la discussione del decreto sulla li-beralizzazione delle trivelle. Chela prof sia un personaggio scomo-do l’ha confermato il fatto che, pro-prio durante la seduta, Assomine-raria ha chiamato in Senato perottenere un’audizione.

Germana Zappatore

Quando la verità è scomodaMARIA RITA D’ORSOGNA: A FOGGIA CONTRO LE TRIVELLAZIONI

La prof italo-americana combatte la petrolizzazione e punta l’indice verso i grandi colossi

Sopra e a sinistra due momenti della premiazioneMaria Rita D’orsogna riceve il riconoscimento di ambasciatore della natura

Il caso scioccante del bimbo disedici mesi gettato dal padre nelTevere suscita la necessità di af-frontare nuovamente il tema dellaviolenza in famiglia. Violenza in-fatti è quella che ha ucciso il bim-bo, violenza è stata anche quellache aveva portato qualche giornoprima la giovane madre del piccoloin ospedale, picchiata da quel com-pagno-padrone, da lei mai denun-ciato. Ma perché le donne spessoaccettano i maltrattamenti senzadenunciare?

L’esplosione della violenza in-trafamiliare non arriva mai da sola,ma è l’ultimo atto di una serie di se-gnali ben definiti e ricorrenti chenon si riconoscono come illeciti,proprio perchè avvengono in ambitiprivati. La violenza si esprime an-che in modi più subdoli, ma nonmeno gravi, dei maltrattamenti fi-sici, come la svalutazione persona-le dell’altro, che si concretizza conl’annientamento della personalità,la sottrazione di mezzi economiciche potrebbero servire all’indipen-denza e all’autonomia, l’allontana-mento volontario dalla rete familiaree sociale che potrebbero costituireun aiuto alla vittima per liberarsidell’aggressore. La donna, solita-mente vittima per motivi di dispa-

rità sul piano fi-sico, tende a sot-tovalutare la pro-pria esperienzadi sofferenza, at-tribuendo l’ag-gressione ad undisagio interioree momentaneodel partner. Si in-nesca cosi unaspirale di violen-za, in cui aggres-sore e vittimaconsumano gliatti di una trage-dia che vede tre momenti essenziali:l’insorgere della tensione, l’esplo-sione della violenza, la contrizionedell’aggressore.

Nella fase dell’accumulo dellatensione, che si acutizza con la mi-naccia di una violenza, la vittimasoccombe perchè ritiene che con lapropria sottomissione possa con-trollare la successiva fase della vio-lenza fisica; dopo che questa vieneconsumata, è il momento del pen-timento dell’aggressore per quelloche ha fatto e del giuramento chenon avverrà mai più.

Questo comportamento desta-bilizza ulteriormente la vittima, lainduce a resistere nella convivenza,

soprattutto se sono presenti dei fi-gli e se non è economicamente in-dipendente, con la speranza che

l’aggressore possa cambiare e conla irreale convinzione di poter ge-stire meglio la situazione. È d’ob-bligo dire che una persona che usala violenza come sistema unico didialogo o di eliminazione dei con-flitti difficilmente cambia il pro-prio comportamento; l’amore che sicrede di provare ancora nei con-fronti del violento è un sentimentomalato, così come lo è il sentimen-to che lega l’aggressore alla vittima.

La vittima, quando riesce a rea-lizzare che ha bisogno di rivolger-si ad un aiuto esterno alla coppia(forze dell’ordine, servizi sociali,rete familiare), lo fa soprattutto conl’intento di avere dalla propria par-

te una voce autorevole che inter-venga sull’aggressore e lo tenga sot-to controllo, ma essenzialmentenon vuole rinunciare al partner.

Le reti sociali ed istituzionalihanno il dovere di intervenire, con-sigliando e determinando la sepa-razione in caso di denuncia di vio-lenze fisiche, ma non possono nien-te se la vittima non esprime il pro-prio disagio. Molto spesso, le reti fa-miliari preferiscono non vedere il ri-schio che corre la vittima, sottova-lutandolo, ed assumendo veri epropri comportamenti consolatoriverso l’aggressore, nella sua fase dipentimento.

I figli che assistono a queste mo-dalità di gestione dei conflitti ap-prendono che sia l’unica possibilestrada che un uomo ed una donnahanno per poter interagire; è intui-tivo che le probabilità che adottino,a loro volta, tali comportamenti al-l’interno di una propria famiglia sia-no molto alte.

Riteniamo che tutti debbanocontribuire a sovvertire la culturadella violenza, magari riconoscen-dola prima di costituire un legameconiugale; è essenziale compren-dere che lo schiaffo e l’ insulto nonsono sinonimi di amore. Ed agire diconseguenza.

5f e b b r a i oduemiladodiciagorà

Fa discutere una sentenza dellaCassazione riguardante i procedi-menti per violenza sessuale di grup-po: il giudice non è più obbligato adisporre o a mantenere la custodiain carcere dell’indagato, ma può ap-plicare misure cautelari alternative.A partire dal 2009, con l’approva-zione da parte del Parlamento dellalegge di contrasto alla violenza ses-suale, non era consentito al giudice diapplicare, per i delitti di violenza ses-suale e di atti sessuali con minoren-ni, misure cautelari diverse del car-cere. La Cassazione, invece, hadichiarato la legge anticostituziona-le. La decisione ha scatenato la rea-zione, furente e bipartisan, di moltedonne impegnate in politica. Il timo-re comune è che una tale sentenzapossa depotenziare un reato cosìgrave: una donna che vede negatoil carcere per i suoi carnefici potreb-be sentirsi non tutelata dalla legge evittima di una seconda violenza. An-che Telefono Rosa è sceso in campochiedendo un intervento del mini-stro Severino.

Dato reale è che questo reato“bestiale” segna per sempre la vita diuna donna, la quale, forse, anche persedare un senso superiore di giusti-zia, si sentirebbe un po’ meno lace-

rata sapendo i suoi aggressori in car-cere sin da subito. Annunciando checontinueremo a parlare dell’argo-mento nei prossimi numeri di 6Don-na, vogliamo cominciare la discus-sione con l’intervento dell’avvocatopenalista Luigi Leo sulle ragioni tec-niche che hanno spinto la Cassazio-ne ad emettere una tale sentenza.

Non sono contro le donne manon posso trascurare di essere giuri-sta. Le levate di scudi e le barricateedificate contro i giudici della su-prema corte di cassazione sono privedi fondamento. Questo perché nes-suna donna e nessun uomo potràconsiderarsi colpevole fino a quan-do non avrà esperito completamen-te i tre gradi di giudizio necessariperché lo Stato non abusi dei suoi po-teri coercitivi per incatenare un qual-siasi individuo nelle celle buie dellesue stanze. Si tratta di un principiosacrosanto espresso dai nostri padricostituenti che, illuminati da spirito ecuore democratici, escogitarono ge-nialmente l’articolo 27 della Costitu-zione che, dopo aver affermato che laresponsabilità penale è personale,hanno stabilito che l’imputato non èconsiderato colpevole sino alla sen-tenza definitiva.

Non solo è corretto che chiunque

sia accusato, giustamente o ingiu-stamente, abbia il diritto di difen-dersi ma è assolutamente indispen-sabile. Nonostante quello che possacredersi, neanche un penalista co-me me che, da oltre un ventennio è at-tivamente impegnato nei palazzi digiustizia di tutta Italia, ha mai rice-vuto confessioni da clienti accusatidei delitti più efferati. Quale è allo-ra la verità? Quella della vittima odell’accusato? Chi potrà allora affer-marlo se non un processo regolarecelebrato da giudici imparziali. Leconclusioni della cassazione sulla le-gittima applicazione di una misuracautelare diversa dal carcere neiconfronti di soggetti accusati di stu-pro di gruppo sono dunque assolu-tamente in linea con i principi di unostato democratico e civile come èquello nel quale viviamo. Probabil-mente, gli agitati sono quelli che nonconoscono la differenza tra custodiacautelare e detenzione. Ebbene, lacustodia cautelare è la condizionegiuridica applicabile ad un sogget-to durante le tre fasi di giudizio, ossiaquando i giudici dovranno deciderese l’accusato sia o meno responsabi-le, la detenzione riguarda, invece, lapena finale che sarà stata inflitta nelcorso delle tre fasi e che dovrà esse-

re scontata. Solo in questo secondo caso,

quando sarà accertata completa-mente la sua responsabilità, sarà giu-sto che l’accusato resti in carcere adespiare la sua condanna. Solo per cu-riosità, segnalo che negli USA bastaversare una cauzione in denaro percircolare liberamente nonostante ac-cuse gravissime come un omicidi ostragi.

Non prendiamocela con gli eme-riti giudici della suprema corte chehanno correttamente rimarcato unprincipio degno di una democraziaavanzata, ma con investigatori, pro-cure e giudici degli altri gradi di giu-dizio che, per mille diverse ragioni,impiegano svariati anni di attivitàprima di permettere che si deliberiun verdetto definitivo. Sono convin-to che sono soltanto i ritardi della giu-stizia a giocare negativamente sullapsicologia degli indignati e ad in-durli a ribellarsi al diritto.

Insulti, maltrattamenti, omicidi, un’escalation senza ritorno

EditorePublicentro Servizi Pubblicitari s.r.l.

Direttore ResponsabileAnna Russo

CaporedattoreAngela Dalicco

Hanno collaboratoMaria Rosaria De LeonardisMaria Grazia FrisaldiMariangela MarianiDalila CampanileElisabetta CiavarellaIrma MeccaEmanuela CafaroGermana Zappatore

Rubricheavv. Palma Rubanodott.ssa Noemi Tizzanodott.ssa Ines Panessadott.ssa Anna Leporedott.ssa Annarita Spadaccinodott.ssa Rosangela Lorisodott.ssa Anita D’Atridott.ssa Francesca Ciociolaprof.ssa Rina Di Giorgio Cavaliere

RedazioneFoggiaVia Tressanti, I trav. (vill. Artig.)Tel. 0881.56.33.26 - Fax [email protected] internetwww.6donna.com

Impaginazione e stampaPublicentro Graphic

Mensile di attualità e informazione.Registrazione presso il Tribunale di Foggia

n° 2/2002 del 26/09/2002

La collaborazione è volontaria e gratuita. I testi e le foto da voi inviate non verranno restituite.

Questo numero è stato stampato in 43mila copie e distribuito gratuitamente a domicilio nella città di Foggia

L’amore malato non va tutelato. E’ nato a Foggia il Centro Antiviolenza

La sentenza che ha scioccato le donne italiane

Stupro di gruppo, carcere non obbligatorioLe motivazioni tecniche della decisione della Cassazione

nell’interpretazione dell’avvocato Luigi Leo

DOTT.SSA ANITA D’ATRIPSICOLOGA

Violenza domestica: la soluzione è denunciare

la via di uscita c’èDallo scorso giugno è operativo a Foggia il “Centro Antiviolenza”.

Dotato di un il Punto di ascolto ed accoglienza, ha lo scopo di soste-nere le donne in percorsi di uscita dalla violenza, nel più assoluto ri-spetto dell’anonimato. I servizi offerti sono: l’accoglienza telefonica,effettuata attraverso un numero verde: 800180903 attivo 24 ore su24; prima accoglienza personale; consulenza psicologica; consulen-za legale; accompagnamento nel rapporto con Enti e Istituzioni; grup-pi di auto aiuto. Inoltre, all’interno opera l’Equipe MultidisciplinareIntegrata “Abuso e Maltrattamento” con personale del Comune edell’Azienda Sanitaria Locale.

Luigi Leo

DOTT.SSA FRANCESCA CIOCIOLASOCIOLOGA

6 f e b b r a i oduemiladodici inchiesta

Gli incontri on-line sono un feno-meno in piena cre-scita: in pochi anniinternet ha cambiatoforma, non è solouno strumento infor-mativo, ma è diven-tato il luogo dovetutto è possibile, an-che trovare l’animagemella.

Ogni giorno mi-lioni di persone distanti fisicamente vivononuove forme di aggregazione sociale attra-verso l’uso dei social network, spazi virtua-li in cui ci si confronta e si condividono in-teressi comuni. Non si è più protagonisti diuna sola comunità caratterizzata da un rap-porto di vicinanza sociale, basata sul con-tatto fisico e sulla compresenza, ma ci si sen-te parte di un’altra comunità, parallela,deterritorializzata, con proprie norme e va-lori. I rapporti fra individui non avvengonopiù su un territorio fisico ma su un piano vir-tuale, che offre l’illusione di apparteneread un gruppo che cerca di riprodurre le ca-ratteristiche della comunità reale.

Le comunità virtuali sono diventate unostrumento trasversale che si sta diffonden-do ogni giorno di più. In chat si può trovarel’intera società: dal professionista all’ope-raio, dalla casalinga all’impiegata, dall’in-gegnere al dottore; esse sono frequentateda persone di tutte le età, dai diciottenniagli ultrasessantenni, (anche se coloro cheusufruiscono maggiormente della rete sicollocano in una fascia d’età che va dai di-ciotto ai quarantaquattro anni) apparte-nenti a tutte le classi sociali.

In questo “nuovo mondo” si assiste adun abbattimento delle barriere sociali, tut-ti possono coinvolgere qualunque altroutente in conversazioni di ogni genere, sen-za sentirsi influenzati da ruoli sociali, attivitàlavorative o livelli di istruzione diversi. Siassiste ad una rivoluzione relazionale: si ri-ducono le inibizioni, chiunque, anche il piùtimido, si sente libero di osare, di relazio-narsi, senza subire quei vincoli dati dallarealtà fisica come l’età, l’aspetto o il ceto so-ciale d’appartenenza.

La rete diventa un ambiente condiviso

da ideare e costrui-re insieme: offreun’altra occasioneper creare nuovi le-gami e nuovi rap-porti; concede spazidi socializzazione li-beri in cui si discutesu temi più svariatiche portano, in al-cuni casi, alla nasci-ta di relazioni chepossono avere un

seguito anche nella vita reale.A volte, però, questi rapporti rischiano

di essere mobili, leggeri e fragili perché na-scono da identità poco sincere che giocanocon il potere della seduzione delle paroleper ingannare il proprio interlocutore. Di-ventano solo un modo per ovviare ad unarelazione reale impegnativa, dal successonon assicurato, che porterebbe via tempoed energia, con la conseguenza di dar vitaa legami meno vincolanti, provvisori, chepotrebbero essere sciolti ogni volta che lecircostanze cambiano, con un sempliceclick perché, se qualcosa va male, bastapremere un tasto per cancellare tutto: cosache in un incontro faccia a faccia non sa-rebbe possibile. In questa cornice nasconoe muoiono velocemente amicizie, flirt eamori.

Gli incontri on line spingono a cercareciò che manca nella vita quotidiana, qual-cosa di alternativo all’ esistenza reale: i fre-quentatori della chat o dei social networkvivono un mondo che può dare infinite pos-sibilità di socializzazione.

Che sia triste, che non ci siano più cen-tri di aggregazione come un tempo, che lagente sia svogliata nel rapportarsi con l’al-tro, che ci sia un’aridità sentimentale, che siail segno che non siamo più capaci di guar-darci in faccia per conquistare l’amicizia ol’amore di qualcuno è impossibile negarloma, non si può evitare di considerare que-sta nuova forma dello “stare insieme on li-ne” che, ormai, rappresenta il nuovo mododi socializzare e di vivere che non può esserepiù scisso da questa “generazione digita-le”. Ciò che ci resta è solo ascoltare, capi-re, comprendere e fornire i mezzi per vive-re in una società come la nostra.

Sempre più internauti si iscrivono in cerca di amici o

L’amore ai tempi di facebook. Dilaga il potere Rose, cioccolatini e profumi.

Quanto impegno richiedeva il cor-teggiamento fino a poco tempo fa.Meglio oggi, eravirtuale, in cui tuttocorre sul filo di in-ternet, sentimenticompresi. Megliooggi? I tempi sonocambiati, campo dibattaglia degli in-contri amorosi di-ventano i social net-work dove ci siconosce, ci si innamora e, spesso, cisi tradisce, tutto a ritmo di un click.

Un fenomeno dilagante, pubbliciz-zato addirittura sui canali televisivinazionali e diventato oggetto di stu-

dio della mo-derna sociolo-gia. Cosa sicela dietroquesto nuovomodo di in-contrarsi e in-n a m o r a r s i“sotto velatespoglie”? Unadifficoltà a

mostrarsi come realmente si è nel ti-more di non essere accettati? O sem-

plicemente una moda (senza alcunadietrologia di fondo)? Vero è che ognigiorno di amori virtuali ne nascono amigliaia, così come altrettanti amorireali finiscono a causa di incontriclandestini sul web. Meglio oggi? Dif-ficile a dirsi. Una verità c’è: la prima fa-se della conoscenza può anche avve-nire su un dating on line, con laconsapevolezza però che l’incontroravvicinato, prima o poi, accadrà; al-lora, meglio iniziare l’amicizia of-frendo di sé un’immagine, anche sevirtuale, vicina quanto più possibile alreale. Onde evitare brutte sorprese!

Anna Russo

Sociologia e comunità virtualiStare insieme nell’era di internet

Per alcuni èsolo un gioco.Una segretaevasione dallaq u o t i d i a n i t àspesso monoto-na. Altri, invece,affidano le pro-prie speranze aduna connessio-ne, nell’illusionedi trovare nuoveemozioni attra-verso il pc. Al dilà delle aspetta-tive e della bon-tà del servizio, un dato è indubbio: sonosempre di più i siti dedicati al dating on-line, ovvero alla ricerca dell’anima ge-mella “nella rete delle reti”. Alcuni diquesti, quelli ritenuti più affidabili, sonodiventati veri e propri colossi del settoreaccogliendo le iscrizioni di decine di mi-lioni di utenti in Europa che ‘sbirciano’ al-trettante pagine-profilo alla ricerca delpartner ideale, valutando passioni, atti-tudini, età e professione dichiarata dagliaspiranti tali, nell’illusione che l’amorepossa trovarsi dall’altra parte del moni-tor. Un servizio che sembra essere total-mente sdoganato, liberato da pregiudizi eluoghi comuni, al punto da essere pub-blicizzato anche sulla tv nazionale, comenel caso di Meetic.it. Ne abbiamo parla-to con Danila Paradiso, copywriter. “Il fe-nomeno del dating on-line”, puntualizzaDanila, “investe un vasto panorama: daSocial Dating a Speed Dating, da Badooa Mysingledating, fino a Meetic il piùgrande sito di incontri in Italia e in Euro-pa nato nel 2001, disponibile in 12 lingue,che oggi conta più di 42 milioni di singleiscritti in Europa, di cui oltre 7 milioni inItalia”.

Numeri che dimostrano come questotipo di servizio, oltre che ampiamentesdoganato, sia largamente utilizzato.“L’Università di Oxford, attraverso l’Ox-ford Institute Internet, ha raccolto le te-stimonianze di 12.000 coppie provenien-ti da 18 diversi Paesi. L’indagine ha sfatatol’idea comune secondo la quale sarebbe-ro i giovani i principali fruitori di questi

servizi. Il 36%tra quanti hannoconosciuto l’at-tuale partner on-line, infatti, rien-tra nella fascia dietà compresa trai 40 e i 60 anni,mentre solo il23% si collocanella fascia 18-40. Possiamo nonriconoscerci neltipo di societàche emerge da-gli spot - spiega

Danila - ma questo non vuol dire che talesocietà non esista”. Tornando al caso spe-cifico di Meetic, il colosso europeo hasempre adottato per la pubblicità “l’usosinergico dei due canali, web e tv. È del2007, ad esempio, lo spot diretto da Muc-cino e girato interamente a Roma che rac-conta il pranzo di una famiglia media ita-liana durante il quale viene presentata lanuova fidanzata del protagonista, cono-sciuta in rete. Nel 2012 Meetic si è apertocon un nuovo spot, on air sulle reti Me-diaset e su La7, firmato McCann Erick-son” che si chiude con l’eloquente pay-off: ‘Meetic, più di 300 storie d’amore lasettimana. L’inizio è su Meetic.it’. “La no-vità è che i protagonisti del nuovo spot so-no tre coppie nate proprio sul web, conl’immancabile stereotipo della rosa rossaed una promessa molto generica”. Eppu-re sono in molti a chiedersi quali possanoessere le responsabilità imputabili a que-sto tipo di spot e se il messaggio veicola-to possa essere sincero o meno. “La paro-la sincerità mi fa venire in mente Powers,il padre dell’honest advertising - conclu-de Danila - il quale credeva, alla finedell’800, che la pubblicità invece di im-bonire il pubblico dovesse essere sempli-ce, fattuale, sincera fino all’estremo limi-te. Nella home di Meetic si legge:“Mentre nessuno può dirvi dove questoincontro vi porterà, di sicuro tutto iniziada qui!”. Un messaggio, se vogliamo,chiaro che non esplicita promesse certe, senon un punto di partenza”.

Maria Grazia Frisaldi

Dating on-lineè giusto pubblicizzarlo in tv?

PAROLA ALL’ESPERTO

Relazioni sentimentali che nascono, crescono e finiscononelle piazze virtuali. Così è la vita della community

7f e b b r a i oduemiladodiciinchiesta

dell’anima gemella. Quanta passione racchiusa in un click

Facebook, quando nasce un amore

Ha un diario zeppo diricordi, l’ultima trovata diMark Zuckerberg. C’è tut-ta la storia della sua vita inun profilo pieno di girasoli.Li adora. Alessandro l’haconquistata così, ‘postan-dole’, come si dice in gergo,le foto più belle dei fiorigialli che guardano la luce.E poi ne ha fatto un quadrocon il suo viso in mezzo, come se la cono-scesse da una vita. La incontriamo in chat,ed è una scheggia: in pochi secondi scriveuna vagonata di parole e non le si riesce astare dietro, tra abbreviazioni e poi due pun-ti, trattino e parentesi chiusa, che sta per unafaccina che sorride. Dietro lo schermo mettevia ogni imbarazzo, si sente al sicuro. È natalì la storia d’amore di Angela. “Ho sempreodiato il primo appuntamento. Su Internetpuoi mascherare la timidezza e la cono-scenza è graduale”. A far scoccare la scin-tilla una foto pubblicata sul profilo di un’ami-ca. “Una domenica pomeriggio non avevoun granché da fare e ho sbirciato tra i postcondivisi dai miei amici. Mi ha incuriositouna fotografia e ho trovato in chat l’amicache l’aveva pubblicata. Le ho chiesto chi fos-se quel ragazzo che non era ‘taggato’ (con-

trassegnato daun nome, ndr).Alla fine, lei gliha suggerito diinviarmi una ri-chiesta di ami-cizia. Dopo unapproccio tur-bolento, per viadella mia timi-dezza, abbia-

mo iniziato a condividere musica, foto e poe-sie”. Angela non è una neofita del Web. Neha masticate di chat, e ammette di essersiiscritta, in passato, ad una sfilza di siti di da-ting on line, per fare nuovi incontri. Su face-book preferiva collezionare amici, poi si èfermata. I loro contatti fanno il tifo in una pa-gina che hanno creato per celebrare il loroamore. C’è voluto un po’ prima che si scrol-lassero di dosso la realtà virtuale e si vedes-sero in carne e ossa. “Ci ha messo un mese,prima di invitarmi ad uscire, ma ormai misembrava di conoscerlo da una vita”. Da al-lora sono passati due anni e la loro storia pro-segue a gonfie vele. Su facebook continua-no ad incontrarsi, ma solo per gioco. Il resto,preferiscono viverlo “dal vivo”, giorno do-po giorno.

Mariangela Mariani

Quando ci siamo sposati, l’8 settembre2010, io avevo 26 anni e Antonio 27, ad og-gi sono quasi 10 anni che stiamo insieme”.E’ Daniela a raccontare la sua lunga e ‘ori-ginale’ storia d’amore con Antonio, nata trai banchi di scuola del Liceo Volta di Foggia,proseguita a distanza per cinque lunghi an-ni di università, in cui sms e chat l’hanno fat-ta da padrona, e coronata da un matrimo-nio tutto particolare, i cui preparativi sonostati pubblicizzati ad amici e parenti in“tempo reale” su un blog “virtuale”.“Quando abbiamo deciso di sposarci ab-biamo creato un blog: http://ottonovedie-ci.wordpress.com/ e l’abbiamo pubbliciz-zato attraverso facebook. L’idea è nataperché volevamo raggiungere e coinvolge-re anche i parenti e gli amici più lontani. Il no-me è stato scelto per enfatizzare la partico-larità della data del matrimonio, e da lì ènato il tormentone, praticamente siamo fi-niti con l’essere etichettati “gli sposi otto-novedieci”. Alla fine Antonio ha avuto anchela geniale idea di farci un marchio e ha fat-to stampare delle magliette, ci mancava po-co che iniziassimo a vendere il merchandi-

sing completo!”. Il blog è strutturato in pa-gine e news; nelle pagine abbiamo descrit-to le scelte salienti (la chiesa, i testimoni, lasala ricevimento, ecc.), nelle news invecetrovano spazio gli aggiornamenti e le tap-pe che attraversavamo nei vari mesi. Ma lacosa più particolare è il tipo di scrittura. “Ilblog è strutturato a mo’ di dialogo fra me eAntonio, proprio come se fossimo stati làpresenti noi due a raccontare di persona tut-ti i dettagli del nostro matrimonio. Questaimpostazione ha avuto un certo successo,tanto che gli amici attendevano con ansia inostri post per farsi due risate e commenta-re. Insomma ci siamo divertiti e li abbiamofatti divertire”. Ora nella vita di Daniela eAntonio il virtuale ha lasciato spazioal…reale, la nascita del loro piccolo Loren-zo ha tolto del tempo alla creatività investi-ta in quel blog: “L’ultimo post sul blog ‘è sta-to scritto’ da nostro figlio, - conclude Daniela- proprio per annunciare in maniera ufficialela fine di una bella esperienza che ci ha ac-compagnato per quasi un anno e che rima-ne per noi un bellissimo ricordo”.

Maria Rosaria De Leonardis

È sufficiente un “mi piace” di troppoper scatenare la morbosa gelosia di chiaspetta il prossimo pollice nel pugno a con-ferma di un sospetto. Complessi da face-book. Le prove del tradimento si cercanosu un social network, inventato per ritro-vare i compagni di scuola. E qualcuno, gio-co forza, prima o poi le trova. Antonella,pochi esami alla Laurea in Psicologia, è fi-nita sull’orlo di una crisi di nervi e ha ra-sentato l’illecito penale. “Davi-de ha sempre fatto il ‘piacione’con le donne, senza farne miste-ro. Col suo lavoro di avvocato sene sta in studio praticamente tut-to il giorno. Lui si era registratoda poco su facebook, diceva chenon capiva cosa ci trovasse lagente per passarci giornate inte-re. Lo avevo convinto proprio io che era unmodo per contattarci, ma non lo trovavomai in linea. Ad un certo punto mi era sem-brato che l’idea cominciasse a piacergli,era diventato persino ‘amministratore’ diuno di quei gruppi di amici che si dannoappuntamento per il fantacalcio. Poi i suoicontatti sono aumentati tra un gruppo el’altro. Ha ritrovato vecchi amici e ha ini-ziato a condividere e commentare. Non era

‘online’ ma continuava a ‘postare’ e clic-care”. Candidamente racconta quello chealtre donne negherebbero, anche davantiall’evidenza. “C’era il nome di una ragaz-za che compariva, di frequente, tra le ‘atti-vità recenti’ sulla sua pagina. Non avevoalcuna intenzione di fargli una scenata, nédi intervenire pubblicamente sulla sua ba-checa. Così ho deciso di registrarmi con unfalso nome, per inviarle una richiesta di

amicizia da un profilofasullo e spiare il suo.Non è servito a nulla,ovviamente, se non aleggere i commenti chelui le lasciava ai linkche pubblicava. Intan-to, Davide era ‘latitan-te’ in chat. Ci doveva

essere qualcosa sotto. Conoscevo la pas-sword del suo account di posta elettronica.Ho cercato tra le e-mail i dati della regi-strazione su fb. Ci sono entrata. Ho trovatodei messaggi, inequivocabili, in posta pri-vata. Non ho resistito: le ho scritto. Si era-no rincontrati lì”. L’ha presa con filosofia,dopo quattro anni insieme. “Alla fine l’hocancellato dai miei contatti”.

m.m.

Paolo e Francesca, trent’anni lei, trenta-tré lui…è il caso di dire che il loro destino dainnamorati ce l’avevano proprio nel nome!Chi non ricorda la triste storia narrata daDante, nel V Canto dell’Inferno, di questidue amanti condannati per l’eternità a esse-re trasportati da una vio-lenta bufera, simbolodella passione che li hatravolti in vita? Decisa-mente meno tragica epiù romantica è la storiadei nostri Paolo e Fran-cesca, di Lucera, chequest’anno festeggianoil loro tredicesimo annodi fidanzamento, e che convoleranno a noz-ze nel mese di settembre.

Un amore nato tra i banchi di scuola, unastoria “reale”, come amano definirla, lonta-no da qualsiasi “virtualità” da social net-work. “Frequentavamo la stessa scuola - rac-conta Francesca - Paolo faceva il quintoragioneria ed io il terzo. Ci ha presentati unamico in comune durante un momento di ri-creazione; a me Paolo non piaceva, nonl’avevo nemmeno notato, invece per lui è sta-to un colpo di fulmine. All’epoca non esiste-va nemmeno il cellulare, ci sentivamo tra-mite il telefono fisso di casa, o uno dei duechiamava dalla cabina telefonica pubblica.

Ci vedevamo spesso perché abitando in unpaese non era difficile, lui mi aspettava al-l’uscita da scuola e la sera veniva a prender-mi a casa per uscire”.

Un amore d’altri tempi insomma, fatto dipiccole cose, semplici momenti e tanto sen-

timento. Loro sono rima-sti per sempre ‘fedeli al-la realtà’, scegliendoanche di non iscriversi afacebook proprio per nonalterare il loro equilibrio enon perdere il contattoumano. “Non ci piacequesto social network,anzi a volte ci spaventa,

lo troviamo banale e invadente. Adoriamola nostra privacy e per nulla al mondo ci ri-nunceremmo.

Non condividiamo l’uso dei social net-work per conoscersi perché comunque ri-mane un approccio assolutamente virtuale,e ci è capitato di sentire spesso i casi di cop-pie che a causa di facebook hanno litigato atal punto da lasciarsi, per gelosie inutili o in-trusioni altrui”. Come renderete partecipi ivostri amici e partecipi del vostro matrimonio?“Sicuramente non via mail! Utilizzeremo ilclassico invito postale e poi ricontatteremotelefonicamente per la conferma”.

Maria Rosaria De Leonardis

Gelosie e tradimenti da social network

dei social networks tra i giovani e non solo

PAOLO E FRANCESCA

ANGELA E ALESSANDRO

ANTONELLA E DAVIDE

ANTONIO E DANIELA

Per chi preferisce un amore...reale

‘ottonovedieci’ Il matrimonio raccontato in un blog

8 f e b b r a i oduemiladodici attualità

FOGGIA, UN NOME, UNA STRADA...

Chi era Nicola Parisi Forza Elsa, le donne confidano in te

La strada che va da Piazza XX Settem-bre a Via E. Pestalozzi ricorda il conterra-neo Nicola Parisi (Foggia 1827 – Casalnuo-vo di Napoli 1887). A “questo pittore, che,vivo, Foggia, suo luogo natio, molto ap-prezzò, e che, morto, rimpiange”, comescrive il Picucci, è intitolata anche l’anticascuola elemen-tare situata invia Pestalozzi.

Nicola Pa-risi, come altrigiovani appar-tenenti a fami-glie benestanti,frequenta laFacoltà d’Inge-gneria a Napo-li, ma non com-pleta gli studiper dedicarsi alla pittura “L’arte per l’arte:l’arte che è fine a se stessa”, disciplina allaquale è avviato dal cugino Saverio Alta-mura. Nella città partenopea, difatti, si di-stingue tra i fondatori dell’Istituto di BelleArti, ove insegna per alcuni anni. Vive in-tensamente la nuova dottrina del movi-mento letterario e artistico dell’epoca, di-venendo romantico e patriota. Amico delPalizzi e del Gozzi, sostiene che: “la pittu-ra, la scultura, la musica e la poesia hannoun’influenza nei costumi di ogni alta scuo-la”.

Rivolge il suo sguardo, con amore ecommiserazione, verso i deboli e le fami-glie bisognose, come nell’opera “Lavoro emiseria”, e nel contempo si rivela pittore,

limpido e preciso, di soggetti storico-risor-gimentali. Tra questi il Carlo Poerio, operafelice e ammirata, premiata a Vienna conuna delle tre medaglie destinate alla pittu-ra italiana, poi acquistata dal Comune diNapoli, ove tuttora si trova. Nel suo capo-lavoro I prigionieri veneti all’annunzio delTrattato di Villafranca “ compendia l’uomocome cittadino che preme agli indugi frap-posti al riscatto di tutte le terre italiane”. Diquesto pittore e storico insigne noi amiamoricordare altresì la tela rappresentante Dio-mede che entra trionfalmente in Arpi, ri-prodotta sul sipario del nostro teatro citta-dino e i ben riusciti ritratti, dai quali trasparel’anima dei personaggi, custoditi nella Pi-nacoteca del Museo Civico.

L’eco del suo nome supera i confini del-l’Italia; stimato da tutti, dai più umili culto-ri dell’arte ai più rinomati maestri, muorequasi povero, ma “ricco dei nobili senti-menti dell’animo e dell’orgoglio naturaledi uomo, che assai stima se stesso”.

Rina Di Giorgio Cavaliere

“Sindaco, faccia come Monti”.Il Preside Giuseppe Trecca, daibanchi dell’aula consiliare, avevaesortato il numero uno di Palazzodi Città a modellare il Mongelli Bissulla fase 2 del Premier. ManovraCresci-Foggia. E lui ha fatto comeMonti assoldando super tecnici,senza disdegnare la componentefemminile. Ma poi non ha resistitoalla tentazione di riesumare qual-che vecchio personaggio.

In principio le lady erano tre,ma Alfonsina De Sario è rimasta inpanchina. Il dirigente dell’UfficioMinori della Questura di Foggia,vicecommissario e responsabiledello Sportello Donna non si è mes-sa in posa per la foto di rito. Per ri-coprire l’incarico di assessore oc-corre il nulla osta del Ministero. Peruna poltrona in Giunta, si gioca lacarriera, e rischia di essere speditain un’altra città, a fine mandato. Ep-pure, sembrava ci stesse prenden-do gusto in mezzo a quei “colle-ghi”, nel grande giorno della nuovaGiunta, quando Mongelli ha sco-perto le sue carte, e lei è rimasta aguardare accanto al Presidente del

Consiglio Comunale Raffaele Pie-montese, defilandosi al momentoopportuno. Pare, comunque, che ilSindaco abbia un altro coniglio datirare fuori dal cilindro. La Giuntaè femmina ma non troppo: due don-ne sugli scranni non sono una rivo-luzione femminista.

C’è Giusy Albano, la donna diConfindustria, imprenditrice agri-cola, che se ne va alle “Politichegiovani” con una sfilza di deleghe:Politiche del Lavoro, Turismo, Mar-keting territoriale, Enti di ricerca,

Consorzi, Politiche agricole, Politi-che Comunitarie, URP e Statistica.Qualcuno obietta che non sia statavalorizzata abbastanza, che quel-l’assessorato non calzasse alla38enne che ha vinto il premio na-zionale De@ Terra per la valorizza-zione dell’imprenditoria femminilein agricoltura.

“Giovane giovane non sonopiù” – sorride -. “Credo che i gio-vani siano il futuro del mondo epunterò tutto su di loro”. La primaimpressione è che senta il peso diquell’incarico, ma ne ha di idee.Parla di turismo a Foggia “Perchéno?” dice, e dissotterra gli ipogei.“Foggia è conosciuta come il nu-cleo dell’agricoltura, allora perchénon pensare ad un turismo agrico-lo e far conoscere le nostre masserie,i nostri territori, gli scavi?”.

“Un passo in avanti per il nuo-vo futuro”: concorda con il primocittadino quando racconta la pre-senza delle donne in Giunta. E nonperde tempo a dire che ora si met-terà all’opera per capire come col-locare i giovani nel mondo del la-voro.

Con qualche anno in più, laplurilaureata Marida Episcopo èassessore alla Formazione, con de-lega alla Pubblica Istruzione, Uni-

versità, Gemellaggi e Istituti di Par-tecipazione. È ferratissima inmateria: è dirigente scolastico edesperta in pedagogia. Per lei, lascuola viene prima di tutto - “manon dovreste farlo sentire alla miafamiglia”, scherza. Non intende la-sciare il suo incarico di preside e ri-

nuncia, per questo, alla sua inden-nità: “il vile denaro è l’ultima cosa,quando ci si pone al servizio di unacittà”, e detto da una che vive perla scuola non è retorica.

In dote dall’universo donnaporta la sensibilità e il carisma. Rin-grazia il suo predecessore, MatteoMorlino, e sta già disponendo unacabina di regia: il suo diagrammadi flusso si dirama a partire da unlaboratorio osservativo. Individue-rà le criticità e prediligerà il dialogocon le istituzioni e col mondo cheintende coordinare e rappresenta-re. “Non credo di avere una bac-chetta magica - è pragmatica nellasua analisi – ma l’impegno ci saràtutto e la carica volitiva sarà massi-mamente espressa”. Di nomi sen’erano fatti, da Anna Rita Palmie-ri a Rita Saraò, finite nel toto-Giun-ta insieme a Chiarastella Fatigato.

Il primo cittadino, forse dovràfare a meno di Alfonsina De Sario,ma non rinuncia al suo sogno e a chigli chiede chi sarà il vicesindaco ri-sponde senza alcuna esitazione:“Speriamo che sia femmina”.

Mariangela Mariani

Mongelli bis. Si riparte dal rosaFoggia: due donne nella nuova Giunta. Ecco Marida Episcopo e Giusy Albano

Contro le dimissioni in bianco

E’ una battaglia chenessuna donna vuole per-dere. Perché il diritto al la-voro è sancito nella costi-tuzione. Perché intorno aquel diritto si è giocatospesso una battaglia spor-ca, ma legalizzata. Perchéchi ne ha pagato lo scottosono state soprattutto don-ne colpite nel momento dimaggiore bisogno, coinci-dente con una malattia ouna gravidanza che le aveva allontanateper necessità dal posto di lavoro. Perchéproprio in quelle circostanze il datore dilavoro aveva tirato fuori dal cassetto il suoasso nella manica, un foglio di dimissionifatto firmare alla dipendente in concomi-tanza con l’assunzione. Un pezzo di cartache era servito prima a far lavorare la di-pendente in costante soggezione e poi aspezzare i suoi sogni di una vita economi-camente dignitosa.

E’ la battaglia che oggi le donne chie-dono al ministro Elsa Foriero di combatte-re in loro nome attraverso il ripristino del-la legge 188/2007, che impediva propriola costrizione di far firmare una lettera di di-missioni in bianco contestuale al contrat-to di assunzione. Abolita dal Governo Ber-lusconi, preveniva tale abuso con l’obbligodell’utilizzo, per le dimissioni volontarie,di appositi moduli predisposti e resi di-sponibili gratuitamente, numerati e data-ti, scaricabili in tempo reale con un clicksu un link presente nel sito del Ministero

del Lavoro o reperibile con l’aiuto di pa-tronati sindacali.

Una battaglia per la giustizia, una bat-taglia di civiltà che il ministro non può nonfare propria. Per ora ha dichiarato di voler“trovare una soluzione efficace a questapiaga”.

In un clima caldo (nonostante il fred-do gelido di questo inverno) per la crisi chesi trascina da tre anni, in cui i notiziari intelevisione e alla radio continuano a par-lare, incessantemente, di deficit mostran-do a rotazione i volti (poco) sorridenti diMonti, Merkel e Sarkozy, un manipolo didonne, riunite in un comitato, chiede adun ministro “donna”, prima ancor che“tecnico”, di equiparare la loro dignità aquella degli uomini. Perché per superare lacrisi non serve solo un indice basso dellospread. Non servono solo i numeri. Ci vuo-le cuore. Costanza, impegno, coraggio.Tutte doti “femmine”, al di là dell’articolodeterminativo che le accompagna.

Anna Russo

Giusi Albano

Elsa Fornero

Marida Episcopo

Il primo cittadino: “Il vicesindaco? Speriamo che sia femmina”

9f e b b r a i oduemiladodici

Esistono coppie che pur avendo i re-quisiti ideali non hanno ancora corona-to il loro amore con il romantico sacra-mento del matrimonio. Spesso è ladonna che avverte per prima l’esigen-za di sposarsi, magari per soddisfare ilsuo istinto materno all’interno di una re-lazione completa. Ma spesso dall’altraparte l’uomo non si sente pronto a com-piere il grande passo. Ed è qui che rela-zioni apparentemente perfette subisco-no una battuta d’arresto. Secondo lopsicologo americano John Gray, spe-cialista nel campo delle relazioni umane,per approdare ad un risultato finale con-diviso da entrambi, la relazione ha bi-sogno di attraversare cinque precise fa-si a partire dal primo incontro. Tuttoinizia con l’attrazione che avvicina espinge a conoscersi; l’incertezzaspingeuno dei due ad allontanarsi per capirese la persona in questione fa davvero alcaso suo. La terza fase, definita del-l’esclusività, è quella in cui i due partner

si concentrano sulla crescita del loro rap-porto. L’intimità è la quarta fase ed èquella in cui i due amanti sperimente-ranno una totale intesa fisica. Infine larelazione approderà alla quinta e ulti-ma fase, quella del fidanzamento, in cuila coppia fa un vero e proprio “riscalda-mento” al matrimonio. Un matrimonioche spesso non è una conseguenza cosìnaturale come dovrebbe; e questo por-ta la donna a reagire in due modi, en-trambi sbagliati: mettere l’uomo di fron-te ad un ultimatum o assoggettarsipassivamente al suo volere rinuncian-do alle nozze. Gray insegna che esisteun’efficace alternativa per sbloccare lasituazione: basta retrocedere alla faseprecedente, quella dell’intimità. Se nondovesse bastare un parziale distacco, ladonna può retrocedere fino alla primafase e comportarsi proprio come i primitempi del loro incontro. Il cambiamentonon deve essere drastico (non si deve ar-rivare al punto di smettere di frequen-

tarsi totalmente), perché potrebbe es-sere interpretato come una punizione.Ma deve servire a far rivivere le fasi del-la crescita dell’amore che ha la coppiaa rendere ufficiale la propria relazione.Così facendo, non solo l’uomo riscoprel’intesa che rendeva la sua compagnacosì speciale ai suoi occhi ma entrambipossono entrare in contatto con la veri-tà che forse il partner potrebbe non es-sere la persona giusta. In questi casi èconveniente porre fine alla relazione.Oppure l’uomo può rendersi conto che sitratta realmente della donna con cuivuole trascorrere il resto della vita.

Se la fatidica richiesta non arriva,abbiate il coraggio di tornare ad esseresingle: non rimanete invischiate in unrapporto che non appaga i vostri bisognie non correte il rischio di lasciarvi sfug-gire la vostra vera anima gemella. Nel-l’attesa, meglio sole. (fonte: Marte e Ve-nere si corteggiano – John Gray)

Dalila Campanile

Alcuni amori hanno un lieto fine ed altri invece no. Perché lui non vuole sposarsi.Come convincerlo? America docet

Matrimonio, perchè no? Speciale sposi 2012

Un trattamento per i capelli è fra i cadeau più graditi dalla sposa

L’addio al nubilato? E’ dal parrucchiere

Nell’organizzazionedelle nozze, arriva il mo-mento in cui le amiche del-la sposa diventano protago-niste: tocca a loro infattiorganizzare l’addio al nubi-lato. Ma i tempi cambiano ecosì anche le tendenze: lacena a base di acool e spo-gliarellista, condita da pen-sieri triviali e allusivi, risul-ta non essere più tantogradita per festeggiare l’ul-tima sera da single dellasposa. Meglio adeguarsi: l’addio al nubilatodovrebbe essere una giornata che si incastracon gli impegni di tutte, da dedicare magari al-la bellezza e al relax, senza dimenticare un piz-zico di divertimento. Un’idea per festeggiarlopotrebbe essere quella di una serata tutta de-dicata alla cura di sé, all’insegna di trattamen-ti innovativi, come quello che propone il salo-ne Cinzia Caputo. Centro autorizzato “Joelle”del Sud, offre una tecnica di colorazione al-l’avanguardia come il Degradè, che agisce nelmassimo rispetto del capello e prevede l’uti-lizzo di colori naturali. Il vero punto di forza diquesta tecnica è la naturalezza: non è previstauna preventiva decolorazione del capello eogni ciocca riceve il colore una sola volta, otte-nendo così una chioma che non dà l’impres-sione di essere tinta. Non esiste l’inconvenien-te della ricrescita. La vasta gamma di nuancepresenti consente di giocare con infinite sfu-mature, assecondando il gusto personale del-

la sposa e prestandosi alle capigliaturedi ogni età. Il degradè inoltre non pre-vede l’utilizzo dell’ammoniaca: un mo-tivo in più per fare un regalo specialealla sposa preoccupata per la sua aller-gia alle tinture classiche e che, tra l’altro,alteravano la pigmentazione naturaledello stelo. Il risultato finale è quindi uncapello sano, curato, corposo e dal co-lore inimitabile, frutto della propria ba-se e delle personali scelte delle sfuma-ture. Ma questo non saranno le amichea testimoniarlo bensì un servizio foto-grafico degno di un set vero e proprio, of-

ferto dallo staff, con cui comparare “il prima” e“il dopo” del trattamento. Una sorpresa sim-patica quindi da regalare alle future spose, mo-delle per un giorno, che così potranno ancheverificare in anticipo la luminosa magia dellesfumature sulle fotografie. Il degradè, inoltre,si accorda perfettamente con le ultime ten-denze in fatto di acconciature: anche in questosettore predomina la naturalezza come un rac-colto morbido e in cui gli accessori sono i veriprotagonisti; fiori, perle e persino velette peruno stile retrò ma molto chic. Infine risulteran-no preziosi i consigli della hair stylist che ac-compagnerà la sposa alla prova dell’abito inmodo da farsi un’idea armoniosa dell’insiemee sperimentare in seguito le più svariate ac-conciature. Magari con la compagnia delleamiche sarà un piacere provare e riprovare, fi-no a trovare la pettinatura che metta maggior-mente in risalto i punti di forza del viso, in un in-sieme armonico e perfetto. D. C.

10 f e b b r a i oduemiladodici Speciale sposi 2012publiredazionale

Ogni donna lo ricorda come un mo-mento magico. L’abito da sposa - quel-lo giusto - si riconosce quando lo si in-dossa la prima volta, e il primo sguardoverso lo specchio conferma quella cheprima era solo una sensazione.

Per Francesco Paolo Salerno, fashion de-signer foggiano, “ogni abito da sposa è unasfida”. Nella sua voce, pacata e rassicurante,c’è la consapevolezza di chi sa di poter tra-sformare il sogno di ogni giovane sposa in re-altà, con l’ausilio di tecnica, una buona dosedi intuito mista a capacità empatica ed ovvia-mente di sete purissime e preziosi pizzi francesi.

“Creare un abito da sposa significa lavo-rare sul filo di un equilibrio delicatissimo:basta un passo falso per essere banali,un passo troppo deciso per rasentarel’esagerazione. Nel mezzo c’è la perfe-zione e la meraviglia della cliente”,

continua Salerno mentre illustra i suoi ultimimodelli. Tra questi c’è anche il progetto di unabito con inserti in pelle bianca: l’eleganza inuna innovativa chiave ‘aggressiva’. Design esperimentazione costituiscono il valore ag-giunto nelle sue creazioni.

“Ogni abito deve parlare di chi lo in-dossa, comunicare il proprio essere”,spiega ancora Salerno, che nei suoi mo-delli - tutti pezzi unici - coniuga tutti isuoi saperi. Laureato in Scienze dellaComunicazione e Fashion Designer al-l’Istituto Europeo di Design IED di Ro-ma, Salerno è in grado di far dialogare,con creatività e professionalità, il lin-guaggio dello stilista con quello del co-municatore. Femminista post-litteram,Salerno intende trasferire i punti cardi-ne dell’alta moda nel mondo-sposa cre-ando l’abito ideale per una don-na moderna, padrona delsuo tempo e della suafemminilità. Creazioniche avvolgono in sete

e organze leggere caratteried individualità spiccate;pizzi e dettagli preziosi chearricchiscono personalitàforti e decise, ma non per que-sto meno romantiche. “Io cerco diportare nel mondo-sposa il design,con un’attenzione costante ad estetica, fem-minilità, qualità dei tessuti. La mia sposa è di-versa: non è stereotipata, né condivide linee co-muni a tutte”. Per quanto riguarda le suecreazioni, invece, dopo anni di regime colorseta, champagne ed ecrù, “c’è un ritorno al

bianco ottico, al colore puro, l’unico in gradovestire la sposa di luce. Ultimamente sto la-vorando molto su modelli ‘a sirena’, che pre-diligo in quanto estremamente femminili. Ilmio lavoro, poi, prosegue incessante nello stu-dio e nella ‘costruzione’ dei bustier, costante-mente migliorati e rinnovati. Stilista apprez-zato ed affermato nel pret-à-porter, connumerosi punti vendita aperti nel centro e sudItalia (Foggia, Roma, Brindisi, Pescara e Por-to Cervo) Salerno entra nel mondo-sposa conle competenze che gli hanno già garantito ilsuccesso, e lo fa con un nuovo spazio esposi-tivo a Foggia, al Villaggio Artigiani, da doveparte la sua nuova avventura. Accanto a lui,

uno staff sempre in evoluzione, alta-mente qualificato e referenziato,

“mani sapienti” che aggiun-gono alla perfezione del la-voro artigianale il design elo stile inconfondibile delgiovane fashion designerfoggiano. “Difficilmente di-

segno su carta. I miei abitinascono sul manichino, ispi-

rati dalle linee della figura fem-minile”, spiega. “Sono attentissimo

ai dettagli e soprattutto alla qualità. Tuttocon uno sguardo sempre attento al prezzo fi-nale, assolutamente accessibile. “Perché -conclude - l’abito perfetto non è necessaria-mente l’abito più costoso, ma quello che rac-conta chi lo indossa”.

11f e b b r a i oduemiladodiciSpeciale sposi 2012

Con Francesco Paolo Salerno l’alta moda rinnova il vestito dei sogni

Abiti unici e personalizzati Ecco i “diktat” della perfezione

Pizzi e sete per valorizzare la ‘sposa moderna’

Eleganza, qualità, durata nel tempo. Inuna sola parola: Busatti. Nome storico nelcampo dei tessuti fin dal 1842, a Foggia danove anni ha il suo piccolo angolo, il suo mer-cato di nicchia grazie a Maria Luigia Rizzi.Nato in corso Cairoli, da poche settimane ilmarchio toscano si mette in bella mostra invia Arpi, nel cuore della città. E’ la tappa ob-bligata per chi vuole personalizzare la propriacasa con tessuti e complementi chic e pre-giati. Da oltre due secoli ad Anghiari (comu-ne in provincia di Arezzo) si lavorano arti-gianalmente fibre esclusivamente naturali.Dopo più di duecento anni lino, lana, canapae cotone vengono ancora confezionati contelai a navetta (in Italia non lo fa più nessuno!)per poi essere rifiniti rigorosamente a manoe diventare così pezzi unici, vere e proprieopere d’arte con cui impreziosire in manieraraffinata ogni angolo della casa. A partiredalla cucina dove i colori caldi dei servizi inceramica, delle tovaglie e dei set all’ameri-cana danno tepore ai momenti di incontro.Per chi, invece, ama il brio con classe Busat-ti offre un vasto assortimento di variopinti ca-novacci con motivi floreali e cestini scalda-pane in vimini e stoffa. Per la camera da lettol’azienda toscana propone non soltanto co-priletti e cuscini di classe, ma anche sempli-ci tessuti di arredamento per soddisfare i pa-lati più esigenti e creativi. Ma la griffe aretinastrizza l’occhio anche alla praticità, senza di-menticare il buongusto. Agli asciugamanicon frange, il top per dare un tocco glamoural bagno, affianca i più pratici e moderni ac-cappatoi e teli a nido d’ape.

Una casa Busatti è un sogno. Lo sa beneMaria Luigia Rizzi, fedele al marchio da qua-si dieci anni (è esclusivista per l’intera pro-vincia di Foggia). Sceglie personalmente gliarticoli da vendere nel suo “atelier” e seguele proprie clienti passo dopo passo, dalla scel-ta dei tessuti o dei complementi fino alla “po-sa” in casa. Non è, quindi, una semplice ven-ditrice, ma una sorta di “personal houseshopper”, una imprenditrice che “coccola”e fidelizza chi si rivolge a lei. Eppure, comelei stessa riconosce, non è sempre stato così.“E’ stato alquanto difficile – ammette – farcapire cosa vendevo. Bisogna riconoscerlo, laprima cosa che salta agli occhi quando si de-ve fare un acquisto, è sempre il prezzo e lalinea Busatti non ha certamente un listinoconcorrenziale. Ma i prezzi un po’ sopra lamedia sono ben ripagati dalla bellezza, dal-la qualità e dal fatto che un oggetto Busatti èper sempre. Praticamente indistruttibile”.Ma chi la dura la vince e con la determina-zione che la contraddistingue, alla fine cel’ha fatta. Oggi Maria Luigia ha la sua clien-

tela. Una clientela sicuramente destinata acrescere. Anche perché il suo non è solo unpunto vendita Busatti. L’ amore per il bellol’ha portata a commerciare anche arredi“shabby chic” (mobili dall’aria volutamente“trasandata” e invecchiata grazie a graffia-ture e screpolature). Il segreto di questo suc-cesso è “esserne convinti”. “Io sono la pri-ma ad apprezzare e a credere in quello chevendo” confessa. E difatti il prossimo obiet-tivo (dopo l’inaugurazione della nuova sedein via Arpi con la partecipazione della stes-sa famiglia Busatti) è quello di aprire, comu-

nicante con il negozio, un laboratorio dovemostrare dal vivo il lavoro certosino che fa di“Busatti s.r.l.” uno fra i più grandi marchi del“made in Italy”.

12 f e b b r a i oduemiladodici Speciale sposi 2012Tessuti, tendaggi, complementi d'arredo e lista nozze: esperienza, buon gusto e qualità

publiredazionale

Le tendenze della moda e la sapienza del passato

La casa dei sogni è firmata “Busatti”

Da sempre l’idea delle nozze è accompa-gnata da un’immagine floreale: i fiori d’aran-cio sono il simbolo del matrimonio e rappre-sentano purezza e augurio di fertilità. Allegri,romantici, silenziosi, protagonisti discreti del-l’evento, i fiori sono i profumati e colorati spet-tatori del giorno più importante della nostravita e avvolgono tutta l’atmosfera del matri-monio in un abbraccio dolce e caldo. Propriopoiché i fiori sono i veri alleati della sposa, laloro scelta non può essere casuale, ma stret-tamente legata al luogo della celebrazione delrito nuziale e allo stile che si vuole dare al ma-trimonio. Se scegliete di convolare a nozze inuna chiesa moderna, ricordate una sola rego-la: riscaldare ad arte l’atmosfera piuttosto fred-da di questi ambienti. Scegliete un colore dibase e variate per gradazione. Naturalmenteil bianco è quello che vi offre più alternative,virate verso il lilla per un tocco moderno, ver-so lo champagne per uno più chic, verso lenuance dei rosa per un’atmosfera più roman-tica, verso il verde per una venta-ta di freschezza. L’imponenza diuna cattedrale obbliga alla sceltadi fiori importanti, sì quindi ai vo-lumi e alle infiorescenze maestosedei lilium, delle rose e delle peo-nie. Una graziosa chiesetta di cam-pagna non necessita di scenogra-fie molto importanti e strutturate.Ideali sono fiori dalla strutturasemplice come la camomilla o ilpapavero, da abbinare a materia-li naturali quali la garza e la rafia,per composizioni fresche, leggere come nu-vole e soprattutto lavorate in modo spontaneo.

Per chi decide di sposarsi con rito civile,una soluzione decisamente chic e poco impe-gnativa sono le decorazioni monofiore da le-gare allo schienale delle sedute. Particolar-

mente adatte le rose a gambo lungo oppurele orchidee dai colori insoliti.

Per l’addobbo floreale del ricevimento nonè affatto necessario riprendere il tema dellacerimonia. Una maestosa villa d’epoca richie-de un allestimento altrettanto rigoroso e fioridalla struttura importante. Un’idea potrebbe-ro essere le mille varietà di rose da giardino, lepeonie, i riscoperti gladioli lavorati a grossigruppi o i fiori molto profumati e inebrianti co-me il gelsomino. Se il ricevimento è in stilecountry-chic create un allestimento tutto “aro-matico” utilizzando la salvia, il rosmarino, lamenta e integrate poi con elementi scenogra-fici in tema: grosse balle di fieno con cusciniper angoli di relax all’aperto. Gli ambienti mo-

derni, spesso ex capanno-ni industriali tramutati inloft, sono come una mera-vigliosa scatola vuota do-ve poter allestire il vostrosogno. Ricreate una serratropicale, con carnosi fioridi loto e farfalle sospese amezz’aria o un romanticogiardino d’inverno popo-lato da rose e orchidee.Quando il periodo lo con-sente, poi, prestate atten-

zione alla stagionalità, eviterete note stonate escongiurerete i costi delle primizie. Poiché lastagione alle porte è la primavera, ricordate iprimaverili iris, le fresie, molto profumate, glieleganti gigli, le calle, le delicate camelie e leintramontabili rose. Emanuela Cafaro

Il bouquet, una scelta tutta personaleL’acquisto del bouquet della sposa è a ca-

rico dello sposo, che si preoccuperà di farglieloconsegnare dal fioraio o da un suo testimonela mattina delle nozze o, in al-ternativa, sarà lui stesso a con-segnarglielo all’ingresso dellachiesa. Per tradizione il bouquetrappresenta infatti l’ultimo re-galo da fidanzati che la coppia siscambia. Da sempre simbolo dinozze, il bouquet è quell’oggetto che le sposeterranno con loro per tutta la cerimonia, siaessa religiosa che civile. Questo è l’unico con-siglio che ci sentiamo di darvi in merito allascelta di questo accessorio fondamentale: an-

dando un po’ controtendenza, non vi voglia-mo dare regole generali per la scelta del bou-quet della sposa come: “se la sposa è alta, se

è magra, se è slanciata allora sce-gliere questa o quella varietà”. Lasola indicazione che vi diamo è discegliere esclusivamente in base alvostro gusto e al vostro carattere,perché il bouquet è l’elemento, dopo

il vestito, che più rappresenta la vo-stra personalità. Un’idea carina potrebbe es-sere quella di considerare la possibilità dimantenere una tradizione familiare e di ono-rare la madre o la nonna portando gli stessifiori che scelsero per il loro bouquet. e.c.

13f e b b r a i oduemiladodiciSpeciale sposi 2012

Gli addobbi variano a seconda delle locations

Nel wedding day sonoi messaggeri dei nostridelicati messaggi dieleganza e di stile

Chiari, freschi, dolci... fiori

Non partite mai dal presuppostoche una casa, per essere bella, deb-ba per forza passare dalle mani diun architetto. Pensate invece chesistemare il vostro nido saràun’esperienza piacevole, un mo-mento importante da condivideree un’occasione unica per esprime-re la vostra creatività di coppia. Te-nete poi presente che dialogare,scambiarsi opinioni, consultare ri-viste, visitare negozi d’arredo, è piùche sufficiente per raggiungere ri-sultati eccellenti. Se poi disponetedi tempo per cercare con calma ciòdi cui avete bisogno, è chiaro chesceglierete colori e materiali conmaggiore sicurezza, alla giusta ci-fra. L’architetto si rende invece in-dispensabile quando nella vostrafutura casa non ci sono da risolvere

solo problemi di normale manu-tenzione. In presenza di lavori stra-ordinari (e significativi), l’interven-to di un esperto si rendeindispensabile. E, a conti fatti, unprofessionista preparato e disponi-bile vi farà risparmiare: sicura-mente tempo, certamente arrab-

biature, e in alcunicasi anche denaro.

Il termine “ma-nutenzione straor-dinaria” implicamodifiche murarie,lavori per i quali oc-corre richiederespeciali permessi.Solo l’architetto, ol-tre ad avere le ca-pacità progettuali,conosce norme eformalità per com-

pilare le pratiche da sot-toporre agli uffici del Co-mune. Quando poi si rendono ne-cessari interventi consistenti, daaffidare a un’impresa, il suo lavoroè determinante. Va coordinatal’opera delle maestranze e rispet-tati tempi e costi. Diversamente ci sipuò trovare in una situazione diffi-cile da controllare. È consigliabiledunque valutare ogni aspetto.

LE REGOLE AUREESe avete deciso di rivolgervi a

un professionista, è fondamentaleche vi fidiate di lui. Ma se non riu-scite a stabilire subito un’intesa, èopportuno (per voi e anche per lui)che ne troviate un altro: meglio fer-marsi subito, se l’accordo non è piùche completo.

L’architetto-amico presenta si-

curamentedei vantaggi. È moltoprobabile che siate sulla stes-sa lunghezza d’onda e che riuscia-te a comunicare meglio con lui.Considerate però che un’eccessivaconfidenza può generare inconve-nienti: non poche persone hannorotto sodalizi decennali con l’ami-co architetto.

In tutti i casi, già al primo in-contro, bisogna presentarsi con leidee chiarissime. Meglio abbonda-re in partenza con le richieste, piùche dettagliate. Evitate di propor-re troppi cambiamenti a lavori ini-ziati e compilate un elenco scrittodi tutti i “desiderata” per ogni sin-

golo ambiente.Volete inserire al-cuni mobili di fa-miglia? Fornite le

misure di credenzee trumeau: l’architet-

to valuterà le coordina-te volumetriche per in-

serirli al meglio. È beneanche informarvi per tem-

po circa la durata dei lavori:stipulate un vero e proprio con-

tratto con l’impresa, onde evita-re sorprese.

Un altro punto importante: ilpreventivo. Con attenzione, anzi,pignoleria, valutate i costi delle sin-gole voci del capitolato, che devecomprendere tutto. Sappiate, poi,che per quanto riguarda i compen-si, gli architetti, di norma, fanno ri-ferimento a un tariffario ufficiale. Ameno che non si tratti di Renzo Pia-no o di Frank Gehry … tutto è rela-tivo! Forse, ammesso che riusciatea contattarli, è probabile che vi di-cano che sono impegnati per i pros-simi cinquant’anni.

Due cuori e un... architettoÈ meglio occuparsi personalmente disistemazione e arredo o è preferibilerivolgersi a un serio professionista,esperto di spazi, decori, colori epratiche? Prendete nota!

RISTRUTTURARE CASA

14 f e b b r a i oduemiladodici Speciale sposi 2012

DI CRISTINA CUCCIWEDDING PLANNER

Per i vostri quesiti:[email protected]

Tel. 0881.563324

Il decalogo della perfezione

Matrimonio senza stressDopo aver aspettato di incontrare l’uo-

mo ideale, finalmente arriva il momento tan-to atteso: la proposta di matrimonio.

Fissare la data segna l’inizio di quel per-corso tanto sognato fin da bambine. Ma comeper tutte le cose belle, c’è il rovescio dellamedaglia. E’ il tempo il compagno tiranno:all’inizio sembra essercene abbastanza e in-vece i giorni scorrono veloci mentre tante so-no le cose ancora da decidere e da fare. Ma co-

me riuscire a non farsi prendere dall’ansia,a pensare a tutto nei minimi dettagli e go-dersi il giorno più bello della vita?

La cosa migliore sarebbe avvalersi di unaWedding Planner, ossia un’organizzatrice dimatrimoni. Una professionista del settore chepossa accompagnare, aiutare gli sposi, pro-porre idee e soluzioni in base al budget dispesa, consigliare i fornitori più adeguati esoprattutto coordinare con estrema atten-

zione la giornata della cerimonia rendendo-la perfetta e memorabile. Quindi sarà la stes-sa organizzatrice a preoccuparsi dell’agendadel matrimonio e, soprattutto, a curare la re-gia dell’evento.

Se invece siete brave nell’organizzazio-ne, non vi spaventa lo stress del gran giornoe siete dotate di forte creatività, allora ecco10 consigli per aiutarvi nell’organizzazionedel vostro matrimonio.

BudgetDefinire il budget di spesa perl’intero matrimonio.

1

Auto, fedi nuziali, lista nozzeSitratta di scelte da fare con at-tenzione e con largo anticipoperché sono i dettagli a rendereunico il grande giorno.

10

Abito e accessoriL’abito dello sposo sicuramen-te è importante, ma inutile ne-garlo, quello della sposa ha ilruolo da protagonista. Se riescea trovare l’abito unico, fatto ap-posta per lei, il sogno si avvera.

6

Inviti, partecipazioni e bom-boniereC’è chi le predilige classiche, chicolorate, chi inserisce le propriofoto. Qualunque sia la scelta,l’importante è che siano ade-guate al tema scelto e spedite trai 60 e i 30 giorni prima. Per lebomboniere, essendo un ricor-do del matrimonio, optare ma-gari per qualcosa di utile, piut-tosto che per un oggetto“raccogli polvere”.

8

9 Ricevimento, animazione ewedding cakePer ogni coppia di sposi esiste untipo di ricevimento perfetto. Levarianti sono tante: aperitivo, ri-cevimento di giorno, serale, abuffet, con servizio, con anima-zione, con un gruppo musicale.Magari è opportuno prenderespunto da qualche matrimonio acui si è assistito. La raccoman-dazione più insistente è però perla wedding cake. E’ infatti la tor-ta la protagonista della chiusuradel matrimonio e sarà il ricordopiù dolce. Va dunque scelta concura, prediligendo quella a piùlivelli e presentata con l’ade-guata scenografia.

Trucco, parrucco e relaxScegliere con cura a chi affida-re il proprio aspetto quel gior-no è fondamentale. Quindi vialibera ad un trucco sapiente, adun’acconciatura che rispondaai desideri della sposa e, perchèno, ad una giornata di relax pri-ma del matrimonio, per essererilassate e ancor più belle.

7

Stile e temaSe si definisce in primis lo stilee il tema del matrimonio saràpiù semplice decidere tutto ilresto.

2FioraioNon sottovalutare l’effetto di unbuon allestimento floreale, ov-viamente curato nei minimi det-tagli dal bouquet della sposa al-la chiesa, alla location delricevimento.

4

FotografoPrestare molta attenzione a chici si affida per il servizio foto-grafico. Tanti flash potrebberostancare, ma quando il matri-monio sarà finito, quello che ri-porterà in vita i ricordi sarannoproprio le foto, tanto belle quan-to efficiente e professionale sa-rà il fotografo

5

Chiesa e locationLa scelta della prima deriva piùda un legame familiare che dalgusto estetico. Sulla seconda in-vece, spazio alla fantasia e allapossibilità di scegliere la locationpiù consona ai gusti degli sposi.

3

Dieci consigli utili per organizzarlo in tutta tranquillità

15f e b b r a i oduemiladodiciSpeciale sposi 2012

16 f e b b r a i oduemiladodici Speciale sposi 2012

In alcune regioni d’Italia non si è per nul-la abituati agli eccessi di stravaganza applicatialla cerimonia nuziale. Nel Bel Paese si pre-ferisce ancora restare legati alla sobria tradi-zione che vuole gli sposi vestiti in abito ele-

gante. Ci sono postinel mondo, però, dovel’originalità è di casa edove stupire è un mustassoluto. Un esempiodavvero esilarante è lacoppia di sposi vestitada Shrek e Fiona in oc-casione delle loro noz-ze. Provate ad imma-ginare quale possaessere la reazione delpubblico astante di

fronte a due novelli sposini tutti tinti di ver-de! Senza ombra di dubbio questa trovata bat-te, nel campo del mai visto, qualsiasi altra stra-vaganza degli ultimi tempi.

In Italia ciò sarebbe impensabile soprat-tutto per i riti religiosi che comportano serie-tà, eleganza e sobrietà.

Proprio in mancanza di sobrietà hannopeccato altri nubendi che per la propria ceri-monia hanno optato per una sposa ultra sexycon giarrettiera in vista e seno prorompente.Capelli neri e ricci abbondanti sulle spalle etacchi a spillo di altezza non indifferente.

Come dire, ad ognuno il proprio matri-monio… eppure, semplicemente guardandole immagini, ci si rende subito conto di come

il rito vada a perdere molto quando gli si togliequell’alone magico da favola.

Sempre in materia di inusuale è la sposagothic, vestita di nero e rosso con trucco no-tevolmente accentuato, tipico di questa cor-rente di pensiero. Senza ombra di dubbio

ognuno è libero di sposarsi come preferisceed è proprio grazie all’esaltazione di questomodo di fare che il matrimonio sta uscendofuori dai canoni di moda rigidamente rispet-tati fino ad ora. Più che un rito intimistico e re-ligioso, le nozze stanno seguendo la scia del-la spettacolarizzazione: tutto deve essere fattoin maniera tale da lasciare un segno; l’impor-tante è far parlare di sé. In Italia queste ten-denze sono ancora ben lontane dall’attecchi-re, mentre in America, in Inghilterra o inOriente nulla fa più scalpore.

Il viaggio di nozzeè, da sempre e persempre, il Viaggio del-la vita. Quello delmondo da scoprire in-sieme mano nella ma-no, da guardare attra-verso gli stessi occhi,specchi riflessi di unsentimento che nonpotrà che crescere. E’allora un viaggio che va organizzato e pianifi-cato in ogni dettaglio, espressione della perso-nalità della coppia: obbligatorio il passaggioattraverso le agenzie specializzate, per evitaresgradite e terribili sorprese. Ma “ i clienti arri-vano nella nostra agenzia spesso impreparati”spiega Debora Colamussi, titolare di “B.V.Viaggi”.“ Nella scelta della località, infatti, ènecessario informarsi sul periodo climatico mi-gliore, perché vanno considerate attentamen-te le stagioni delle piogge o il caldo eccessivo.E non vanno trascurati altri fattori come il pas-saporto da fare o rinnovare e le eventuali vac-cinazioni “ sottolinea. La sua agenzia cura mol-to l’aspetto psicologico nella preparazione enella personalizzazione del viaggio, nella sod-disfazione del più piccolo (apparentemente)desiderio, grazie alla collaborazione con i prin-cipali tour operator.

Ma quali sono le mete più gettonate? No-nostante i terribili fatti di cronaca, la crocieraresta in cima ai desideri dei novelli sposi. Quel-

la classica nel Mediterraneo,un romanticissimo giro viamare che tocca le coste diFrancia, Spagna, Baleari eTunisia appare ancora l’idea-le per lasciarsi finalmente al-le spalle tensione e preoccu-pazioni. Non meno rilassanteun viaggio nell’Adriatico pervisitare Croazia e Isole gre-che, non meno intrigante un

giro nel nord Europa, per visitare i fiordi nor-vegesi e le città baltiche. Ma nei periodi inver-nali le mete più stuzzicanti restano sempre leCanarie e i Caraibi. Per le coppie amanti dellatradizione gli Stati Uniti continuano a essere lameta più gettonata, indipendentemente dal-l’età e dallo status: le formule proposte poi so-no variegate e interessanti, dalla ‘classica’ NewYork e Cascate del Niagara al tour nei parchi,dal ‘fly e drive’agli abbinamenti città-isole.Semplice questione di gusto e di budget, in-somma. Si confermano Santo Domingo, Baha-mas e Antigua, le esotiche e oniriche Mauritiuse Seychelles. Cresce l’interesse per Australia,Polinesia e Fiji, anche se ancora rimangono an-cora appannaggio di una nicchia ristretta e chenon bada a spese. Molto apprezzata dalla clien-tela, infine, l’opzione della lista nozze: la pos-sibilità in pratica per parenti e amici di contri-buire al pagamento del viaggio scelto dallacoppia attraverso quote libere.

a.d.

Il Viaggio dei sogniMolto apprezzata la possibilità di inserimento nella lista nozze

Suggerimenti per una luna di miele perfetta

Very original weddingChi di voi avrebbe mai pensato di giun-

gere in chiesa a bordo di un elicottero?Oggi non è più solo un sogno, poiché le

aziende addette al no-leggio di “macchine vo-lanti” si stanno dandoun gran da fare per ren-dere il matrimonio an-cora più originale.

Volare è il sogno piùantico dell’uomo: la vo-glia di libertà, di farsicoccolare dal vento, disentire l’aria fresca sul-la faccia ha catturato lafantasia di molti … an-che degli sposi. Ognidonna desidera dare alproprio matrimonioun’impronta tanto ro-mantica quanto originale. Per questo, se finoa qualche tempo fa si riusciva solo ad otte-nere che un elicottero portasse a zonzo il vo-stro messaggio d’amore, oggi si può addirit-tura ottenere di giungere in chiesa evitandoil traffico cittadino.

Sicuramente più veloce della classica au-to, ma anche più oneroso. Basti pensare cheil noleggio di un cinque posti si aggira intor-no ai 1.500-2.000 euro!

Certo, soldi ben spesi se solo proviamoad immaginare la faccia sbalordita degliospiti di fronte a cotanta opulenza!

L’emozione del volo verso l’altare è qual-

cosa di unico e indimenticabile, qualcosa chedona al matrimonio un tocco in più di gla-mour. Sono le coppie giovani ad optare per

queste alternative inusuali, ma non manca-no i fidanzati attempati.

Prima di scegliere una soluzione così fuo-ri dal comune è bene accertarsi che ci sia re-almente lo spazio per atterrare … altrimentidiventerà davvero difficile per la sposa riu-scire a presenziare alla cerimonia!

E gli sposi che vogliono il colpo di scenaall’americana? Beh, per loro invece dell’arrivoin elicottero c’è la partenza appena finita lacerimonia, salutano parenti ed amici e vola-no verso il loro viaggio di nozze, lasciandoagli altri la facoltà di festeggiare come megliopreferiscono.

SPOSA VOLANTE …..MATRIMONIO ENTUSIASMANTE

NOZZE NEL MONDOL’IMPORTANTE È STUPIRE

17f e b b r a i oduemiladodici

A caccia di tè

Davvero interessante per gliamanti del tè sono i dati emersida alcune ricerche pubblicate suleonardo.it. A quanto pare il tèbianco che è un tipo di tè non fer-mentato ed originario della Ci-na, sarebbe ricco di antiossidan-ti, polifenoli e flavonoidi con unanota azione antinvecchiamento.Secondo uno studio effettuato aLondra, esso avrebbe, oltre aproprietà diuretiche ed antiobe-sità, la capacità di ritardare l’in-vecchiamento cellulare e di ri-durre il rischio di tumori, malattiecardiache ed infiammatorie co-me l’artrite reumatoide.

Tale studio ha esaminatoventuno piante ed erbe ad azio-ne antinvecchiamento, metten-dole poi a confronto con il tèbianco; quest’ultimo si è rivela-to più efficace nel bloccare l’azio-ne dell’elastasi e della collage-nasi, che sono due enzimi cheindeboliscono alcune proteine.La prima va ad indebolire la pro-teina che conferisce l’elasticitàalla pelle, ai polmoni ed alle ar-terie, la seconda invece, colpi-rebbe il collagene, ossia la pro-teina che rinforza e sostiene itessuti connettivi, come il derma.Ma non solo il tè bianco è saluta-re. Su informazione.it sono ap-parse le virtù benefiche del tèrosso che secondo alcuni ricer-catori dell’Università Rovira i Vir-gili di Reus, in Spagna, sarebbe ingrado di aiutare la digestione, li-mitando l’assorbimento dei gras-si in eccesso e delle calorie ditroppo.

La ricerca pubblicata su Phy-tomedicine, ha scelto il tè per lesue caratteristiche principali,cioè l’essere poco calorico e riccodi polifenoli.

L’esperimento è consistitonella somministrazione di tè ros-so a due gruppi di topi, di cui unonutrito secondo una dieta sanaed equilibrata e l’altro con cibigrassi e molto calorici. Sui topialimentati correttamente gli stu-diosi non hanno notato benefici,mentre negli altri il tè si è dimo-strato ottimo per la digestione,aumentando la quantità di suc-chi gastrici ed aiutando l’espul-sione delle tossine, garantendocosì una protezione al fegato dalsurplus di grassi. Il tè rosso ave-va inoltre abbassato i livelli delcolesterolo, dei trigliceridi e de-gli acidi grassi nel sangue. Dun-que che sia bianco o rosso, unbuon tè, bevuto sia a colazioneche nel pomeriggio, come fannogli inglesi, non può fare altro cheapportare grandi benefici.

Elisabetta Ciavarella

in pocheparole

L’anca è l’articolazione prossi-male dell’arto inferiore. Situata a li-vello del bacino, collega la testa delfemore con la cavità acetabolare.L’anca appartiene alla famiglia del-le enartrosi, è infatti un tipo di arti-colazione che ha due superfici arti-colari, una concava e una convessa,tenute a contatto da una capsula fi-brosa rinforzata da legamenti.

Le enartrosi sono le articolazio-ni più mobili del corpo umano: per-mettono movimenti di flessione-estensione, adduzione-abduzione,intrarotazione-extrarotazione e cir-conduzione. A causa della sua gran-de mobilità e poiché sopporta carichinotevoli (essendo situata in un pun-to strategico del nostro corpo che ri-ceve influenze sia dal basso che dal-l’alto), l’anca è un’articolazionespesso soggetta a patologia dege-nerativa. Dalla zoppia al dolore, dal-la limitazione funzionale agli esitidi fratture e lussazioni dell’articola-zione stessa, molteplici sono i sinto-

mi e i segni clinici che indirizzanoverso una protesi dell’anca. Gli sco-pi di una protesizzazione di anca so-no quelli di ottenere una “nuova an-ca” stabile, non dolente, con unabuona articolarità, che possapermettere al paziente disvolgere le proprie attivitàquotidiane senza particolariproblemi inoltre deve dura-re nel tempo e non determi-nare fenomeni di intolleran-za.

L’intervento di protesid’anca permette il recuperodi una buona qualità di vita,con una sopravvivenza de-gli impianti che supera il 90% a 10anni e permette di risolvere o alle-viare sensibilmente la sintomatolo-gia dolorosa e migliorare le capaci-tà fisiche e le prestazioni motorie delpaziente. Gli interventi di sostitu-zione protesica dell’anca possonoessere classificati in tre tipologie: lasostituzione totale o artroprotesi,

che prevededi interveni-re su en-trambe lecomponentiarticolari, fe-morale eacetabolarela sostituzio-ne parziale,c o m u n e -

mente indicata con il termine endo-protesi, riservata al trattamento del-le fratture mediali del collo delfemore, che permette di preservarel’acetabolo la revisione, o riprote-

sizzazione, che prevede la sostitu-zione di un dispositivo precedente-mente impiantato. Al termine delperiodo di degenza in ospedale, ilpaziente può far ritorno a casa o puòessere trasferito per un breve perio-do in una struttura specifica per con-tinuare il trattamento riabilitativoche avrà come obiettivi la preven-

zione dei rischi dell’allettamento, ilrecupero della forza muscolare, del-l’articolarità, della coordinazione edello schema del cammino, tantopiù difficili da ottenere quanto piùla situazione dell’arto era compro-messa prima dell’intervento. Al ri-torno dall’ospedale il paziente po-trà gradualmente riprendere leproprie attività della vita quotidia-na e in seguito tornare all’attività la-vorativa ed eventualmente sportivadopo l’assenso del proprio medicospecialista curante. E’ importantericordare che la nuova articolazio-ne dell’anca è relativamente “nonprotetta” fino a quando la muscola-tura dell’arto inferiore non avrà riac-quisito un adeguato tono muscolare.Fino ad allora, movimenti involontario non corretti potrebbero provoca-re la lussazione delle componentiprotesiche. Per tale motivo è utileche il paziente impari quali movi-menti dovrà evitare e quali accorgi-menti dovrà adottare nel primo pe-riodo postoperatorio. In particolarela flessione ad angolo retto, chinar-si a raccogliere oggetti a terra con ilginocchio dell’arto operato esteso,la rotazione all’interno dell’arto ope-rato, chinarsi in avanti quando si èseduti, accavallare le gambe, se-dersi su sedili bassi con l’anca ec-cessivamente flessa sono movimentida evitare in quanto possono facili-tare la lussazione dell’anca.

Patologia e protesi dell’ancaL’intervento permette il recuperodi una buona qualità di vita

Per migliorare i movimenti del pazienteDI NOEMI TIZZANO

Per i vostri quesiti: [email protected]

Tel. 0881.563326

FISIOTERAPISTA

Provoca oltre tre milioni di morti all’anno

Il monossido di carbonioMEDICO CAV

DI ANNA LEPORE

Per i vostri quesiti: [email protected]

Tel. 0881.563326

In periodi di freddo intenso au-menta la necessità di riscaldare leabitazioni e può aumentare di con-seguenza anche il rischio di intos-sicazioni da monossido di carboniose gli impianti termici utilizzati so-no difettosi o se si ricorre a sistemi diriscaldamento di fortuna.

Il monossido dicarbonio è un gasincolore, inodore,insapore, non è irri-tante e, proprio perqueste ragioni, è pe-ricoloso. Ma nono-stante ogni anno inautunno e in inver-no pagine intere dicronaca riportinocasi di morti perasfissia, si continuaa morire di esalazio-ni domestiche a causa di questo gase si dimentica spesso la rilevanzadegli incidenti domestici: 3 milionie 8 mila morti all’anno. Su 100 de-cessi per infortunio, ben 56 avven-gono negli ambienti di vita “casa,scuola e sport”, 7 sul lavoro e 37 neltraffico. Il monossido di carbonio sisviluppa in tutti i processi di com-bustione e in particolare, quando lacombustione è più difficile, negli

ambienti chiusi o quando la tem-peratura di combustione è più bas-sa. E’ il caso diffuso di scaldabagnia gas, stufe a gas o a legna, impian-ti di riscaldamento difettosi, oppu-re di camini e cucine posti in localichiusi o poco ventilati. Siamo abi-tuati a sentire l’esigenza di aprire

la finestra e cambiare aria quandosentiamo odori più o meno molesti.Nel caso di aumento delle concen-trazioni di monossido di carbonio,nessuno dei nostri sensi ci può al-larmare e non avvertiamo la neces-sità di reagire.

I sintomi di intossicazione sonoalquanto generici: cefalea, vertigi-ni, senso di stordimento, affanno,indebolimento della vista, sonno-

lenza fino al coma. Difficile è soli-tamente per il soggetto intossicatoricondurre queste sensazioni allacattiva combustione di una stufa,specie se sta riposando o dormendo.Un’altra caratteristica spiega per-ché il monossido di carbonio è tan-to pericoloso: una volta inalato, sicombina con l’emoglobina megliodell’ossigeno dell’aria ( 200/300volte di più). Questo fa sì che vengatrasportato dal sangue nel corpo, inparticolare al cervello, al cuore eagli altri organi più sensibili alla ca-renza di ossigeno, provocando intempi relativamente brevi la mor-te per asfissia.

La prevenzione prima di tuttoLa verifica del corretto funzio-

namento e la corretta manutenzio-ne degli apparecchi di combustionepresenti nell’abitazione è la primamisura di prevenzione. Se gli ap-parecchi sono datati, consigliamola verifica tutti gli anni, all’iniziodella stagione fredda. Per legge,nei locali che ospitano impianti dicombustione è obbligatoria la boc-chetta di areazione che garantiscel’afflusso di aria esterna ossigenata.La bocchetta, di dimensioni defini-te, non deve mai essere otturata o

coperta da mobili o tende, anched’inverno quando fa freddo. Atten-zione alle stufe trasportabili e a nonusarle mai in locali chiusi.

Cosa fare in caso di intossicazione• Aprire subito porte e finestre e fa-re aerare l’ambiente• Condurre gli intossicati all’apertoo in locali ventilati• Telefonare immediatamente al118 che provvederà a soccorrere gliintossicati e metterà in atto i prov-vedimenti consigliati dal CentroAntiveleni.

Attenzione a scaldabagni e stufe a gas, impianti di riscaldamentodifettosi, camini e cucine posti in locali poco ventilati

Il Mo.Ge.P., il Movimento Ge-nitori Puglia, è un’associazione dipromozione sociale. Nata a Foggianello scorso mese di novembre, in-tende operare su tutto il territoriodella Puglia, in risposta ai bisogniemergenti, al fine di tutelare e disensibilizzare i genitori e i minori intutti gli ambiti della vita sociale,economica, culturale e ambientale.I valori primari dell’associazione so-no: l’educazione e la salute dei fi-gli; la prevenzione del disagio mi-norile e del bullismo; lo sviluppo dicorretti stili di vita e la sicurezza nel-l’utilizzo dei media; l’informazionee la formazione dei genitori; la di-vulgazione di guide, attività diascolto e indirizzo rivolte alle fami-glie; la promozione ed il sostegnodi interventi alternativi alla disputagiudiziaria, volti alla riorganizza-zione delle relazioni familiari e allarisoluzione o attenuazione dei con-flitti, come la mediazione familiaree il counselling.

Gli altri soci fondatori, oltre ame, sono Eliana Frezza, mediatricefamiliare, esperta in progettazionedi corsi formazione professionaleed in Orientamento, Loredana Fon-tana, commercialista, revisore con-

tabile, esperto in Edu-cazione Finanziaria,Daniela Eliseo, media-tore familiare, espertain diritto minorile, Te-resa Antonietta Nata-le, pedagogista, dotto-re di ricerca in dinamiche formativeed educazione alla politica, espertain disagio giovanile.

Il Mo.ge.P. sta attuando in col-

laborazione con la scuola primariaSan Pio X di Foggia l’apertura diuno Sportello d’ascolto e relazioned’aiuto, dal nome “Spazio neutro”finalizzato al potenziamento nei

bambini delle capacità comunica-tive e relazionali, per aiutarli a di-venire adulti consapevoli e dotatidi un adeguato equilibrio psicofisi-co. Ulteriore obiettivo è quello di of-frire un supporto alle famiglie siaper affrontare le situazioni che in-teressano i propri figli, sia come au-silio a fronteggiare problematichespecifiche, quali quelle legate alconflitto familiare. Inoltre sono incantiere altri progetti, tra cui il Con-certo per le mamme in attesa, larealizzazione di uno Sportello diaiuto presso la sede dell’associa-zione, una serie di laboratori perbambini e per genitori.

Per associarsi è possibile recar-si in via E. Nardella, 8 a Foggia, do-ve si trova la sede momentanea (uf-ficio di Città Educativa del Comunedi Foggia) o inviare una mail all’in-dirizzo [email protected] o te-lefonare al numero 338 8935130 perchiedere informazioni.

L’interessato, dopo aver presovisione dello statuto dell’associa-zione, potrà compilare un modulodi adesione e versare la quota asso-ciativa annuale di 20,00 euro.

Noi del Mo.Ge.P. siamo con-vinti che nella nostra città ci sianotante persone desiderose di lavora-re per il bene comune e pertanto re-stiamo in attesa di ricevere tante ri-chieste di persone che voglionoassociarsi.

Bugie e menzogne ci accompa-gnano dall’infanzia alla vecchiaia.Avvicinandosi al concetto “bugia”il tentativo è soprattutto quello didiscernere la motivazione che in-duce un bambino a raccontarla, of-frendo un punto di vista che stimo-li molteplici letture del senso dellabugia del bambino.

In primis è a se stesso che il fan-ciullo racconta una bugia. Ciò ac-cade, ad esempio, quando pensa“come se fosse”, fingendo di esse-re qualcosa di diverso da ciò che é ocrede di essere. E’ l’inizio dell’im-maginazione, della creatività, delgioco che aiuta a conoscere se stes-so e gli altri. La realtà si fonde e siconfonde con l’illusione e il bambi-no si confonde con il prodotto dellasua fantasia. La “bugia narrativa”appare quindi un’evoluzione men-tale che accresce gradatamentel’autonomia e l’indipendenza.

Raccontare qualche bu-gia é essenziale per crescere,per superare l’insicurezzao l’ansia per la propria pre-stazione, osando af-fermare di essere al-l’altezza di un compitoparticolare, impe-gnandosi a farcela.

La bugia però ha soprattut-to il significato di “negare la real-

tà”. Un meccanismo di difesa che èimportante analizzare per com-prendere quanto esso travalichi lanormalità e sconfini nel sintomati-co. Il bambino può avere la neces-sità di crearsi un mondo finto, se-greto, illusorio, del tutto estraneo alreale. Questo può accadere perché

il quotidiano lo fasoffrire; pertantoinconsapevol-

mente utilizza labugia per celare

il profondo malessere.Ad esempio può rac-

contare che il papàè morto se la figurapaterna è assente

dalla sua vita in con-seguenza di una complessa vi-

cenda separativa genitoriale. Quasi sempre ai genitori risul-

ta difficile leggere il disagio del fi-glio. Essendo essi stessi coinvoltinella dinamica relazionale che con-tribuisce a generare il sintomo,spesso rifiutano di riconoscere il di-sturbo, poiché è alquanto arduo as-sumere su di sé la responsabilitàdella sofferenza filiale. Spesso i ge-nitori descrivono i propri figli eti-chettandoli come “bugiardi”. Essiassociano al racconto molteplicisentimenti scaturiti dalla bugia delbambino: dispiacere, delusione,sorpresa, rabbia, preoccupazione,rifiuto, allontanamento, tradimen-to. Tuttavia non riescono quasi maia comprendere il motivo della bu-gia, a leggerne il senso.

La situazione diventa più com-plessa nei casi di separazione fa-miliare in cui esistono conflitto, di-scordia, incomunicabilità fragenitori. La dinamica è conse-guente al dolore vissuto dall’uno odall’altro coniuge per la separazio-ne. Il trauma, determinato dalla dif-ficoltà di sostenere la sofferenzadella perdita è talmente intollera-bile che le persone ricorrono a mec-canismi di difesa quale la negazio-ne e la chiusura.

Spesso istintivamente i genito-ri intervengono per reprimere, pu-nendo dopo la scoperta, trascuran-do di ricercare le cause che hannoindotto il figlio a raccontare le bugie.In realtà un buon genitore dovreb-be agire come il medico competen-te che, prima di prescrivere una te-rapia, si adopera per fareun’accurata diagnosi. L’efficaciadella cura dipende infatti dall’indi-viduazione dell’esatta causa che hadeterminato il sintomo. Infatti senon è identificata la motivazione dacui è scaturita la bugia, il genitore ri-schia di rinforzare la difficoltà che haspinto il figlio a mentire. E’ neces-sario comprendere che la bugia haun significato psicologico; spesso èun meccanismo di difesa di frontea momenti difficili da sostenere daparte del bambino.

18 f e b b r a i oduemiladodici

Ipertensione?Pillola di sera

in pocheparole

Dallo studio di un gruppo diricercatori dei Laboratori diBioingegneria e Cronobiologiadell’Università di Vigo, in Spa-gna, pubblicato sul Journal of theAmerican Society of Nephrolo-gy e di cui ne ha trattato il Cor-riere della Sera, risulta che alcu-ni farmaci, non tutti, sono piùefficaci se presi alla sera.

Sono state esaminate 660persone con insufficienza renalecronica. A parità di condizioniiniziali, quelli a cui è stato racco-mandato di prendere almenouna delle pillole prescritte allasera invece che alla mattina,hanno avuto nei cinque anni suc-cessivi un numero di eventi car-diovascolari gravi inferiore diquasi il 70% rispetto agli altri. Sitratta non solo di infarti ed ictus,ma anche di attacchi di angina,scompensi cardiaci ed occlusio-ne delle arterie che vascolariz-zano gli arti inferiori e la retina. Lapressione arteriosa segue un rit-mo circadiano, con un calo du-rante il riposo notturno ed un pic-co prima del risveglio.

Per tale motivo la pastigliapresa con la prima colazione co-mincia a perdere effetto proprionelle prime ore del mattino se-guente e cioè quando la pressio-ne è fisiologicamente più alta econ un rischio di infarto che po-trebbe aumentare. Esiste inoltre,l’ipertensione da “camice bian-co”, un aumento transitorio deivalori di pressione, che si regi-stra negli ambulatori medici inpersone particolarmente emoti-ve, ma che si normalizza al lororitorno a casa. Esistono anche i“falsi sani”, la cui pressione mi-surata durante il giorno apparenei limiti, ma con un rialzo not-turno che aumenta il rischio car-diovascolare.

Per abbassare quindi la pres-sione arteriosa non occorre au-mentare la dose o il numero dimedicine da prendere; in molticasi è sufficiente assumerle almomento giusto, cioè alla seraprima di addormentarsi. Cosìpossono tenersi meglio sotto con-trollo i valori di minima e di mas-sima, con notevole riduzione delrischio di infarto. Ma l’effetto po-sitivo della somministrazione se-rale della terapia anti-ipertensi-va si manifesta anche nellapopolazione generale, non solonelle persone in cui la pressionenon scende durante la notte, se-condo Giuseppe Remuzzi, diret-tore del Dipartimento di Medici-na Specialistica e dei Trapiantidegli Ospedali Riuniti di Berga-mo.

Elisabetta Ciavarella

DI ANNARITA SPADACCINO

Per i vostri quesiti: [email protected]

Tel. 0881.563326

MO.GE.P.

Nasce a Foggia il Mo.Ge.P. Un’associazione per i genitori pugliesi

Un mezzo per negare la realtà

La bugia del bambinoDI INES PANESSA

Per i vostri quesiti: [email protected]

Tel. 0881.563326

PSICOLOGA GIURIDICA

Nasce da motivazioni psicologiche che è compito dei genitori comprendere

La tutela dei minori e dei genitorii suoi impegni principali

Le attività del Mo.Ge.P.Il Mo.Ge.P. si attiva in diversi settori. In fatto di assistenza sociale e so-cio-sanitaria presta assistenza alle famiglie educando alla maternitàed alla paternità, attua attività informative e legislative volte a preve-nire e ridurre il tabagismo e l’abuso di alcol e droga fra i minori. Nelsettore della tutela dei diritti civili combatte qualsiasi forma di abuso,sfruttamento, vessazione, violenza ai danni dei minori e delle donne asalvaguardia della loro dignità, integrità e salute psico-fisica. Operacoadiuvando le istituzioni scolastiche, nelle problematiche educative,favorendo momenti di raccordo e confronto tra genitori, studenti, in-segnanti e dirigenti scolastici e sensibilizzando i genitori alla parteci-pazione attiva negli istituti scolastici di ogni ordine e grado. Nel setto-re della tutela e valorizzazione della natura e dell’ambiente e dellasicurezza: promuove il rispetto e la salvaguardia del patrimonio cultu-rale e dell’ambiente, intesi quali diritti inviolabili di ciascun individuoe dell’intera collettività; sensibilizza i genitori e i minori sul risparmioenergetico e sull’importanza della sicurezza stradale.

La prassi quotidiana vedecrescere sempre più il numero deiconsumatori e degli imprendito-ri che non onorano i propri debitialla scadenza. Tale comporta-mento comporta, altre a conse-guenze civilistiche, effetti nega-tivi anche in ordine alla inclusio-ne del debitore nelle centrali ri-schi e l’assunzione della qualifi-ca di “cattivo pagatore”.

Con il mancato e/o ritardatopagamento di una o più rate delfinanziamento, il debitore finiscecon il compromettere la sua affi-dabilità creditizia con ripercus-sioni importanti sulla futura con-cessione di altri prestiti da altrebanche o finanziarie, in quanto,a seguito di specifica autorizza-zione rilasciata all’epoca dellaconcessione del finanziamento,tali informazioni sono passate acentrali rischi private che le con-feriscono agli istituti di credito esocietà finanziarie attraverso i

Sistemi di Informazioni Creditizie- siglate SIC e CRIF.

Le informazioni creditizie ditipo negativo, relative a ritardi neipagamenti, successivamente re-golarizzati, sono conservate inun sistema di informazioni cre-ditizie fino a:

- dodici mesi dalla data di re-gistrazione dei dati relativi allaregolarizzazione di ritardi nonsuperiori a due rate o mesi;

- ventiquattro mesi dalla datadi registrazione dei dati relativialla regolarizzazione di ritardisuperiori a due rate o mesi.

Decorsi i periodi di cui sopra,i dati censiti e presenti nel siste-ma di informazione creditiziavengono eliminati direttamentesenza la necessità di alcuna ri-chiesta da parte del consumato-re.

Tale cancellazione però nondarà all’interessato alcun bene-ficio in termini di maggior facili-tà nell’ottenere credito.

Bisogna, infatti, considerareche banche e società finanziarievalutano positivamente solo ilfatto che il consumatore possa di-

mostrare, attraverso il censimen-to nei Sistemi di InformazioniCreditizie, di aver sempre ripa-gato o di ripagare regolarmenteun finanziamento.

Le informazioni creditizie ditipo negativo, relative a finan-ziamenti con ritardi di paga-mento non sanati vengono, inve-ce, cancellati automaticamentedai Sistemi di Informazioni Cre-ditizie decorsi 36 mesi dalla datadi estinzione del finanziamento(in questo caso vengono cancel-lati tutti i dati del finanziamento).

Poiché la cancellazionedei dati relativi ai ritardi oai finanziamenti non rim-borsati avviene secondo itermini sopra indicati, èovvio che anche in quest’ultimo caso inoltrare la ri-chiesta di cancellazionedi tali dati è inutile.

E’ bene ricordare, inol-tre, che è possibile otte-nere, sulla base delle nor-me di legge, la cancella-zione di un eventuale datoinesatto e la sostituzionecon il dato corretto/ag-

giornato. C’è, poi, un solo caso sulla

base del quale è possibile otte-nere la cancellazione completa diun rapporto di credito: è il caso incui il cittadino sia stato truffato,ossia qualcun’altro abbia ottenu-to indebitamente un finanzia-mento a suo nome, che è poi sta-to registrato sul SIC. In questi casiè bene denunciare subito il fattoalle forze di polizia e inviare la ri-chiesta di cancellazione ai Siste-mi di Informazioni Creditizie al-legando copia della denuncia.

19f e b b r a i oduemiladodici

Perchè il grasso piace

Difficile da nascondere è lapassione per i cibi grassi e iper-calorici. Da uno studio pubblica-to sul Journal of Lipid Research,apparso su Libero.it, un gruppodi scienziati della WashingtonUniversity School of Medicinesostiene che sulla lingua, insie-me alle zone che percepiscono ildolce, il salato, l’amaro e l’acido,si trovano delle papille che de-terminano un quinto gusto chia-mato “umami”. Gli studiosi ame-ricani sostengono che le nostrescelte dietetiche sono condizio-nate da un particolare gene, ilCD36, che regola la sensibilità aisapori grassi. Più questo gene èattivo e quindi più proteina CD36viene prodotta, maggiore è lasensibilità verso i cibi grassi. Alcontrario, purtroppo, esiste unavariante pigra del gene che ridu-ce la sensibilità ai grassi, spin-gendo a mangiarne di più persoddisfare il palato. Questa è unamutazione ad alto rischio obesitàche interesserebbe fino al 20%della popolazione. Lo studio hacoinvolto 21 partecipanti con in-dice di massa corporea uguale omaggiore a 30 e considerati obe-si. Attraverso appositi esperi-menti si è verificato come la lin-gua umana sia in grado dipercepire la componente grassadei cibi, esattamente come acca-de per quella dolce o salata oamara o acida. Inoltre gli indivi-dui che producono livelli più altidi proteina CD36, rispetto a chine fabbrica la metà, sono 8 voltepiù sensibili alla presenza deigrassi negli alimenti. A costorobasta mangiarne meno per sen-tirsi più sazi e soddisfatti. Tra lepersone esaminate ve n’erano al-cune con la variante iperattivadel gene CD36, alcune con quel-la pigra e altre con variante in-termedia. Per soddisfare il pro-prio appetito colui che ama i cibigrassi e con variante pigra nellaproduzione della CD36, dovreb-be quindi aumentare le dosi as-sunte, con la conseguenza, però,di chili di troppo e rischi di ictus,infarto, diabete. Da tale ricerca èemersa una delle possibili ragio-ni che spiega la variabilità indi-viduale della sensibilità ai cibigrassi, ma resta necessario anco-ra riuscire a determinare con pre-cisione come la capacità sogget-tiva di percepire i lipidi deglialimenti possa influenzare le abi-tudini dietetiche, la tendenza alsovrappeso e all’obesità.

Elisabetta Ciavarella

in pocheparoleDI PALMA RUBANO

Per i vostri quesiti: [email protected]

Tel. 0881.563326

AVVOCATO

L’art. 11 comma 9 del decretolegge n. 1/2012, c.d. “Crescitalia”, infase di approvazione deve ritenersialquanto sui generis.

La norma dispone che: “Il me-dico, nel prescrivere un farmaco, ètenuto, sulla base della sua specifi-ca competenza professionale, ad in-formare il paziente dell’eventualepresenza in commercio di medici-

nali aventi uguale composizione diprincipi attivi, nonché forma farma-ceutica, via di somministrazione,modalità di rilascio e dosaggio uni-tario uguali. Il medico aggiunge adogni prescrizione di farmaco le se-guenti parole: “sostituibile con equi-valente generico”, ovvero, “ non so-stituibile” nei casi in cui sussistanospecifiche motivazioni cliniche con-

trarie. Il farmacista, qualora sulla ri-cetta non risulti apposta dal medicol’indicazione della non sostituibili-tà del farmaco prescritto, è tenuto afornire il medicinale equivalente ge-nerico avente il prezzo più basso,salvo diversa richiesta del clien-te…….omissis..”

La statuizione permette di con-segnare al paziente un medicinale

diverso rispetto a quelloprescritto dal medico. Insostanza la legge auto-rizza il farmacista, salvodiversa richiesta delcliente, a consegnare unmedicinale diverso daquello.

Il sistema che verràintrodotto con l’entratain vigore del comma inesame presuppone che il

paziente sia dotato di conoscenzetecniche tali da potere ponderare lascelta che il farmacista gli impone eda poter valutare anche l’incidenzache sulla sua salute può avere il far-maco che gli viene offerto.

In giurisprudenza si è radica giàl’opinione che la dedotta fattispeciesi pone come palese violazione del-l’articolo 32 della Costituzione. In-

fatti: la Costituzione prevede che“La Repubblica tutela la salute comefondamentale diritto dell’individuoe interesse della collettività, e ga-rantisce cure gratuite agli indigen-ti. Nessuno può essere obbligato aun determinato trattamento sanita-rio se non per disposizione di legge.La legge non può in nessun caso vio-lare i limiti imposti dal rispetto del-la persona umana”.

È evidente che nel momento incui si propone al paziente un medi-cinale diversoda quello pre-scritto si va a le-dere il diritto co-stituzionale ditutela alla salu-te perché, nellasostanza, con lasostituzione au-tomatica del medicinale il pazientediventa vittima di un trattamento sa-nitario che è previsto e disciplinatodalla legge con l’ovvia conseguen-za che si determina una compres-sione della libertà dell’individuo intema di assunzione di medicinali.

Va inoltre rilevato che, oltre al-la limitazione della libertà persona-le, la violazione dell’art. 32 della Co-stituzione deve essere valutataanche sotto un altro aspetto, ricon-ducibile alla mancanza di garanzieche possano tutelare l’individuo daeventuali danni, conseguenti dauna diversa composizione chimicadel prodotto. Infatti, sotto l’aspettostrettamente legale, a chi dovrà es-sere imputata la responsabilità per lacausazione del danno patito da chiha accettato la sostituzione del far-maco prescritto?

Certamente non potrà ritenersiresponsabile del danno provocatoalla salute dalla sostituzione di unaprescrizione il medico il quale, nel-l’adempiere professionalmente alproprio operato, ha chiaramente in-dicato il medicinale da assumere, né

tantomeno il farmaci-sta perché anche que-sti, allorquando pro-pone la sostituzione,agisce in conformitàad una vigente pre-scrizione di legge.

Il paradosso saràche il paziente, mal

curato e, magari, anche danneggia-to, avendo accettato il farmaco so-stitutivo avrà la esclusiva responsa-bilità dei danni cagionati a se stessoe non potrà, pertanto, rivendicareazione di rivalsa nei confronti dinessuno.

PRESCRIZIONE DI FARMACI

La sostituibilità con gli equivalentitutela il consumatore?

DI ROSANGELA LORISO

Per i vostri quesiti: [email protected]

Tel. 0881.563326

MOVIMENTO CONSUMATORI

Diventare “cattivi pagatori”Finanziamenti Ritardato pagamento delle rate

Solo un soggetto vittima di truffa può ottenere la cancellazione completa di un rapporto di credito

Salute e liberalizzazione

Con l’arrivo della stagione fred-da, pioggia, vento, umidità, tempe-rature basse arrivano anche i dolorialla schiena, alle articolazioni e allespalle. Saranno reumatismi?

Nella maggior parte dei casi,questi dolori, più o meno intensi,non hanno nulla a che vedere con ireumatismi veri e propri, che invecerientrano nel quadro clinico di pa-tologie ben più complesse ed im-portanti. Parliamo di malattie acutee croniche, molto diverse tra loro, ac-comunate dalla presenza di doloree di focolai di infiammazione che in-teressano diverse sedi coinvolgendoprincipalmente le articolazioni, itendini ed i muscoli.

Tra le malattie più importanti cisono l’artrite reumatoide e il reuma-tismo articolare acuto, o malattiareumatica o febbre reumatica.

L’artrite reumatoide è una ma-lattia autoimmune. Il sistema im-munitario, che dovrebbe difenderel’organismo da agenti esterni nocivi,attacca componenti propri dell’or-ganismo, prevalentemente le pic-cole articolazioni. Si osserva la com-parsa simmetrica di lesioni - a livellodi articolazioni, mani, polsi, gomiti,ecc. - associata a dolore, rigidità,specialmente al mattino, e gonfiore.Se la malattia non viene trattata ade-guatamente, le articolazioni vanno

incontro a deformazione progressi-va, fino ad una seria compromissio-ne dei movimenti. Talvolta si può ve-rificare anche un interessamentodelle grandi articolazioni e dei ten-dini.

Con l’esame del sangue vienesolitamente rilevata la presenza diun anticorpo, denominato fattorereumatoide.

La malattia reumaticaè una ma-lattia antinfiammatoria acuta, chepuò comparire quale complicazio-ne di un’infezione acuta delle altevie respiratorie (tonsillite, faringite)provocata dallo streptococco betae-molitico di gruppo A. Sconfitta l’in-fezione, gli anticorpi specifici, che ilsistema immunitario produce percontrastare il microorganismo pato-

geno, vannoad aggredire

diversi com-ponenti dell’or-

ganismo come learticolazioni, il tessu-

to sottocutaneo, tal-volta il sistema nervo-so centrale eprincipalmente il cuo-re. Quindi, questi an-ticorpi possono causa-re lesioni anche gravi,soprattutto a livello del-

le valvole cardiache (all’ausculta-zione si rileva la presenza di un sof-fio cardiaco). Gli esami del sanguemostrano un aumento dei valori deiglobuli bianchi, della velocità di se-dimentazione (VES), del titolo anti-streptolisinico (TAS) e della proteinaC reattiva.

I dolori alle ossa sono, specie ne-gli anziani, provocati dalla diffusis-sima artrosi, in cui si osserva la com-parsa di un processo degenerativoche interessa inizialmente la carti-lagine delle articolazioni per poicoinvolgere progressivamente an-che l’osso, la sinovia e la capsula.

L’artrosi è un’affezione di natu-ra cronica che interessa prevalente-mente l’anca, il ginocchio, la colon-na vertebrale, le mani ed i piedi,causando dolore generalmente più

intenso al mattino ma che, nelle for-me più avanzate, diventa pratica-mente ininterrotto. Al dolore si as-socia anche una ridotta capacità dimovimento, che può condurre an-che all’immobilità.

Viene trattata con antidolorifici,antinfiammatori e soprattutto conterapie fisiche (ginnastica, massag-gi, ecc.); nelle forme più avanzatepuò rendersi necessario ricorrere al-l’intervento chirurgico per sostituirel’articolazione colpita con una pro-tesi. Una notevolissima percentualedi casi di dolore alle ossa, fortunata-mente, è invece esclusivamente col-legata a cattive abitudini, quali l’ec-cessiva sedentarietà e il perseverarein posture scorrette per periodi pro-lungati e spesso causati dallo stareseduti per molto tempo o dallo svol-gimento di lavori da movimenti ri-petitivi.

Questi disturbi possono esserefacilmente risolti con un minimo diattività fisica, con piccole attenzio-ni nell’organizzare in modo ade-guato la postazione di lavoro o distudio, con il concedersi ogni tantoqualche pausa per rilassare la mu-scolatura, con l’evitare correntid’aria e sbalzi di temperatura negliambienti con l’aria condizionata (inestate) e freddo ed umidità (in in-verno).

La celiachia è l’intolleranza ali-mentare più frequente a livellomondiale, con una prevalenza sti-mata dell’1%. Nel 2010 in Italia lepersone con questa malattia dia-gnosticata sono risultate essere po-co più di 122 mila, stime ancoratroppo basse rispetto al numero diceliaci presenti nel nostro Paese. Laceliachia si presenta come un’in-tolleranza permanente alla gliadi-na. La gliadina è la componente al-cool-solubile del glutine, uninsieme di proteine contenute nelfrumento, nell’orzo, nella segale,nel farro, nel kamut. Sulla tossicitàdell’avena esistono, invece, seridubbi; tuttavia questa sembra es-sere in grado di attivare comunqueuna risposta immunitaria nell’inte-stino dei celiaci e questa osserva-zione sembra sufficiente per ri-chiedere altri studi prima diliberalizzare il suo consumo da par-te dei pazienti intolleranti. Pertan-to, tutti gli alimenti derivati dai sud-detti cereali o tutti quegli alimentiche hanno subito una contamina-zione e quindi contengono glutine,devono essere considerati tossiciper i pazienti celiaci. L’intolleran-za al glutine causa gravi lesioni al-la mucosa dell’intestino tenue, le-sioni che regrediscono eliminando

il glutine dalla dieta. La reversibili-tà della patologia è strettamente le-gata alla non assunzione da partedel soggetto celiaco di glutine.

La Dieta gluten-freeAllo stato attuale la dieta senza

glutine è l’unica terapia. La dietapriva di glutine deve essere moltorigorosa poiché bastano minimequantità di glutine per impedire ilmiglioramento istologico e deve es-sere seguita scrupolosamente pertutta la vita. È necessario eliminaredalla dieta non solo gli alimenti con-tenenti grano e derivati, ma anchequelli contenenti orzo, segale e ave-na. Inizialmente può risultare diffi-cile attenersi ad una rigorosa dietaaglutinata poiché il glutine può es-sere contenuto in vari alimenti pre-senti in una dieta normale: la farinadi grano è uno dei più comuni ecci-

pienti presenti in tantissimi prodot-ti alimentari. Una dieta glutinata po-trebbe portare a carenze di acido fo-lico, vitamina B12, vitamineliposolubili e ferro che in tal caso do-vranno essere reintegrati. Il riso, ilmais, il grano saraceno, il miglio, lasoia, l’amaranto, la quinoa in asso-ciazione con frutta, verdura, pesce,carne, formaggi, legumi, latte e lat-ticini, uova, patate ed altro possonotuttavia essere inseriti tranquilla-mente nell’alimentazione quotidia-na del celiaco. È utile sottolineareche una persona celiaca, a condi-zione di osservare una dieta corret-ta, può condurre una vita del tutto

normale. È fondamentale compren-dere come un minimo contatto de-gli alimenti contenenti glutine conquelli per celiaci può contaminarli,ad esempio l’utilizzo delle stesse po-sate per rimestare la pasta in cottu-ra in pentole diverse è assoluta-mente da evitare. Particolarmente

importante è il fatto che il glutinepuò essere “ nascosto “ nei cibi. Èfondamentale accertarsi che non siingeriscano alimenti, che pur se al-l’origine non contenevano glutine,con i processi di trasformazione loabbiano acquisito: ad esempiol’amido di mais funge da addensan-te e strutturante in molti alimenti;per lo stesso motivo viene aggiuntoai preparati farmaceutici in com-presse. Bisogna inoltre evitare la co-mune birra (benché esistano in com-mercio alcune marche prive diglutine), e prestare attenzione al caf-fè espresso del bar (perché può es-sere contaminato da orzo), spezie,zucchero a velo, in genere alimentiprecotti, alimenti aromatizzati (ades. gli yogurt alla frutta). Esiste unProntuario degli Alimenti che vienefornito ai celiaci gratuitamente dal-l’Associazione Italiana Celiachia,contenente un elenco di tutti gli ali-menti privi di glutine suddivisi percategoria. Esistono sul mercato di-versi prodotti sostitutivi, che porta-no la sigla degli alimenti senza glu-tine (la spiga sbarrata) chepermettono al celiaco di seguire unadieta bilanciata.

(Fonte wikipedia.it)in collaborazione con

la dott.ssa Stefania Fariello

20 f e b b r a i oduemiladodici

FARMACIAA CURA DELLA

FARMACIA SANTA RITAPer i vostri quesiti: [email protected]

Tel. 0881.563326

Una notizia Ansa rivela cheun gruppo di ricercatori austra-liani ha esaminato come mai, do-po una dieta, i chili che si sonopersi, prima o poi ritornano. Lostudio, pubblicato sul “New En-gland Journal of medicine”, di-mostra che il peso perduto ritor-na a causa di una sindrome “postdieta”. Si tratterebbe di un mec-canismo di difesa coordinato traormoni e metabolismo, direttoproprio a fare riacquistare i chilipersi. L’esperimento è stato ef-fettuato in una clinica specializ-zata che assisteva individui chevolevano dimagrire. Sono statereclutate 50 persone tra uominie donne, con una media di peso di105 kg per i primi e di 90 kg per leseconde. Tutti sono stati messi adieta a basso contenuto di calorie.Dopo dieci settimane era statapersa una media di 13 chili. Av-venuto ciò, 34 pazienti avevanointerrotto la dieta ed avevano ini-ziato ad impegnarsi per mante-nere il peso raggiunto, anchegrazie all’aiuto ed alla consulen-za di alcuni nutrizionisti. Inoltrei pazienti facevano regolarmen-te attività fisica ed avevano in-trodotto nella loro alimentazionepiù verdura, togliendo i grassi.Ma nonostante tutti questi sfor-zi, dopo un anno tutti purtroppoavevano ripreso in media 5 chi-li. I pazienti, poi, oltre a dichia-rare di sentirsi più affamati, simostravano ancora più preoccu-pati del cibo di quando avevanoiniziato a mettersi a dieta; i lorocorpi, pur essendo in sovrappe-so, si comportavano come sestessero morendo di fame. La“grelina”, ossia l’ormone gastri-co prodotto dalle cellule giacen-ti sul fondo dello stomaco uma-no e che stimola l’appetito,meglio nota come ormone dellafame, risultava essere del 20%più alta rispetto all’inizio dellostudio, mentre il “peptide YY”,l’ormone che invece è legato alcontenimento dell’appetito, erapiù basso del normale. Inoltre al-tri ormoni legati alla fame ed almetabolismo erano notevolmen-te cambiati rispetto ai livelli cheavevano prima della dieta. I ri-cercatori hanno spiegato che tut-to ciò si è verificato a causa di unmeccanismo di difesa coordina-to con molteplici variabili e com-ponenti diretti a fare riguada-gnare il peso perduto. Questoesperimento, però, per esserecomprovato ulteriormente, an-drebbe verificato su un campio-ne di persone più esteso.

Elisabetta Ciavarella

in pocheparole

ALIMENTAZIONEE’ la più diffusa a livello mondiale

La reversibilità della patologia è legata alla non assunzione di alimenti a rischio

Celiachia, intolleranza al glutine

Dolori ad articolazioni, tendini e muscoli

Dieta boomerang

Artrite reumatoide e reumatismo articolare

21f e b b r a i oduemiladodicisalute e alimentazione

Dall’acero del Canada un alleato contro la cellulite

Utile contro il senso di gonfiore, vanta ancheproprietà antitumorali e antibatteriche

Lo sciroppo degli dei

A CURA DEL DOTT. D’ALESSANDRO

Famoso per le sue proprietàdrenanti e depurative, lo sciroppod’acero è consigliato nel caso in cuisi voglia seguire una cura disin-tossicante per eliminare le tossineaccumulate, soprattutto dopo pe-riodi in cui si è esagerato nel man-giare o dopo grandi abbuffate. Ilmodo migliore per assumerlo è di-luirne 2-3 cucchiai in una bottigliad’acqua da litro, o anche più, e ber-lo di mattina a stomaco vuoto, peravere una forte sensazione disgonfiamento e depurazione. Agi-sce in particolar modo sulla massa grassa del-la parte addominale svolgendo un’azione di-

magrante e determinando unariduzione di peso fra i 2 e i 5 kgnell’arco di un mese. Ha grandiproprietà antistipsi, emollienti erinfrescanti e può dare notevolibenefici sia in caso di gastriteche di colon irritabile. Grazie al-le sue proprietà diuretiche esnellenti, è un buon alleato perchi vuol contrastare la cellulite.

Oltre a questa capacità dre-nante, lo sciroppo d’acero vantauna importante funzione remi-neralizzante (grazie soprattuttoal contenuto in ferro e calcio) edanche, a quanto risulta dagli ul-

timi studi effettuati, proprietà antitumorali eantibatteriche.

Rossa, al centro della bandiera del Canada,appare la foglia dell’acero da zucchero (Acersaccharum) di cui vastissime sono le coltiva-zioni in questo esteso Paese dell’America set-tentrionale. All’inizio della primavera, da que-sta pianta, sul cui tronco vengono praticatedelle incisioni, si estrae con l’ausilio di can-nucce una particolare linfa che, bollita, crea unliquido zuccherino dal sapore dolce e delicatoche contiene numerose sostanze nutritive. Sac-

carosio, acido malico, potassio, calcio, ferro, vi-tamine, acido folico e varie sostanze antiossi-danti, una fonte ricca di nutrienti per l’organi-smo. Per produrre questo prezioso succooccorrono alberi di almeno 80 anni di età e cir-ca 40 litri di linfa per un solo litro di sciroppo. Incommercio se ne trovano di diverse gradazio-ni che vanno dalla A alla C, indicando que-st’ultimo il prodotto a maggior concentrazio-ne, più scuro e dal gusto più deciso.

Per saperne di più

22 f e b b r a i oduemiladodici

23f e b b r a i oduemiladodiciagenda

I bambini in scena sono sempre uno spet-tacolo. Figuriamoci poi quando sfilano ma-scherati come piccoli gnomi colorati e si sca-tenano in danze o si trascinano pigramente trasbadigli e faccette interrogative. Tutto questoè la Sfilata delle Meraviglie, chicca del car-nevale dauno di Manfredonia giunto que-st’anno alla 59a edizione. I piccoli sipontinidelle scuole elementari e materne animano lasingolare sfilata, unica nel suo genere in tuttaItalia e che ha ottenuto dal 1998 il patrociniodell’Unicef. L’allestimento di questa piccola-grande sfilata coinvolge famiglie e scuole: ap-pena cominciano i preparativi, ogni scuola sitrasforma in un attivissimo laboratorio sarto-riale e coreografico dove le mamme, le zie e lenonne si ingegnano per realizzare costumi avolte molto elaborati usando materiali sem-plici come carta crespa, plastica, giornali, pa-sta, legumi e così via. Si crea così un impor-tante momento di frizzante aggregazione econdivisione in cui ognuno può dare spazio al-la creatività, all’attività manipolativa nel ri-

spetto della consolidata tradizione carnevale-sca della città.

Il risultato è sempre eccellente. Anchequest’anno alla sfilata partecipano i cinque cir-coli didattici cittadini e le tre scuole dell’in-fanzia, ognuno con temi diversi: ambiente, pa-ce nel mondo, intercultura, solidarietà, tuttisapientemente amalgamati con mille colori einfinita fantasia. La novità di questa edizioneconsiste nell’inserimento della Sfilata delleMeraviglie nella grande parata carnevalescadi domenica 19 febbraio e non isolata alla do-menica precedente. “È una scelta strategica,presa in linea con l’obiettivo di maggiore pro-mozione dell’evento” - ha spiegato la dott.ssaRignanese, presidente del carnevale dauno.“Nello scorso anno ho potuto rendermi contoche la domenica dedicata ai bambini, non re-gistrava una presenza di visitatori cosi eleva-ta come la domenica successiva. Per questaragione l’appuntamento è stato fissato per tut-ti, grandi e piccini, per domenica 19 febbraio apartire dalle 9,30 in piazza della Libertà.

59esima edizione del Carnevale dauno di Manfredonia

Bambini in scena. Un momento di creatività e aggregazione unico nel suo genere

La meraviglia delle meraviglie

Il Calendario degli eventiSabato 18 Febbraio dalle ore 19.00 arri-

vo in città della maschera di Zè Peppe.Domenica 19 Febbraio gran parata di

carri allegorici, gruppi mascherati e sfilatadelle meraviglie.

Martedì 21 Febbraio dalle ore 18.30 in Lar-go Diomede “Golden Night”, sfilata notturna deicarri allegorici e dei gruppi mascherati.

Sabato 25 Febbraio dalle ore 18.30 inPiazza della Libertà: “Notte Colorata”, para-ta notturna di carri allegorici, gruppi ma-scherati e Sfilata delle Meraviglie.

Domenica 26 Febbraio ore 21.00 in Piaz-za Papa Giovanni XXIII: cerimonia di chiu-sura della 59a edizione del Carnevale Daunodi Manfredonia.

24 f e b b r a i oduemiladodici