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Informatore 5 PUNTI PREMIO per i soci che ritirano il giornale alla cassa Nei punti vendita dal 28 dicembre 2012 Gennaio 2013 IL GUSTO E IL BELLO Editoriale (pag. 3) e intervista a Philippe Daverio, nella foto (a pag. 6) TOSCANA AL LAVORO Volontà comune delle tre centrali cooperative per lo sviluppo (a pag. 4) ACQUA DI CASA MIA Guida ai dati che ne definiscono la qualità (a pag. 12) 1

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Informatore5 pUnti premio per i soci che ritirano il giornale alla cassaNei punti vendita dal 28 dicembre 2012

Gennaio 2013

IL GUSTOE IL BELLOeditoriale (pag. 3) e intervistaa Philippe Daverio, nella foto (a pag. 6) TOSCANA AL LAVOROVolontà comune delle tre centrali cooperative per lo sviluppo (a pag. 4) ACQUA DI CASA MIAGuida ai dati che ne definiscono la qualità (a pag. 12)

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2 - Informatore - Gennaio 2013

Mondo coop4 toscana al lavoro

Una volontà comune delle tre centrali cooperative per lo sviluppoSara Barbanera

5 pelle vegetaleDagli scarti di frutta e verdura nascono i prodotti con il marchio AltreMani Sara Barbanera

Att ualità6 la rivoluzione

degli educati“Save Italy!”di Philippe DaverioAntonio Comerci

7 Un tipo… giurassicoA Pistoia l’artista dei dinosauriRossana de Caro

8 l’amica degli animaliGiornalista televisiva, Christiana Ruggeri ci racconta la sua storiaSilvia Amodio

9 vite offeseIl Museo di Figline di Prato sulla deportazione e la resistenza in ToscanaRossana de Caro

10 il destino del vinoCom’è cambiato il mondo del vino. Intervista a Leonardo RomanelliFrancesco Giannoni

11 pesci di toscanaLa crescita delle imprese ittiche che forniscono i negozi UnicoopLaura D’Ettole

Guidaalla spesa

12 Acqua di casa miaGuida ai dati che ne definiscono la qualità, pubblicizzati nei punti vendita CoopMonica Galli e Alessandra Pesciullesi

14 profumo di aranceBionde e rosse, in Sicilia un mercato ampio con piccole e grandi aziende Melania Pellegrini

15 “povero” di qualitàProsegue il progetto sul pesce dimenticato. I test. I nuovi 4 Sara Barbanera

16 pere per ricostruireFino al 31 marzo prosegue l’iniziativa di solidarietà per l’Emilia Laura D’Ettole

18 il menù dell’invernoI menù veloci per tutte le stagioniDonatella Cirri

19 l'uovo e la gallinaIntervista a Marco Stabile, cuoco e ristoratore fiorentinoLeonardo Romanelli

Varieed eventuali

29 insieme è meglioIn Toscana gruppi di sostegno per affrontare insieme i problemi del disagioRossana de Caro

38 A rimirar le stelleA Firenze un planetario e una ricca collezione di strumenti scientifici. Laboratori e corsi per tutta la famigliaRossana de Caro

39 la latteria dei ragazziPiccoli imprenditori a PistoiaSara Barbanera

39 parole in croceEnigmistica per grandi e picciniBruno Santini

40 libri da ragazzi I 150 anni della casa editrice fiorentina Salani Pier Francesco Listri

41 maestra per casoSandra ei “suoi” bambiniSilvia Amodio

42 talento volgare700 anni dalla nascita di Boccaccio. La modernità del grande certaldese Riccardo Gatteschi

43 spettri e diavoliLeggende e luoghi fiabeschi nei testi e nelle illustrazioni di Matteo CrestiRossana de Caro

44 forme e coloriComposizioni floreali. I suggerimenti dell’espertoCàrola Ciotti

45 la colonnadi san zanobiFra storia e leggendaStefano Giraldi

46 la maledizione dei CeltiLa rosacea, una malattia che porta arrossamento e dilatazione dei capillariAlma Valente

47 scelta di vita Lo screening mammografico salva la vita, uno studio lo confermaMaria Vittoria Giannotti

Rubriche14 promozioni

a cura diMelania Pellegrini

24 Attivitàdelle sezioni socia cura diValentina Vannini

30 lettere dei socia cura diAntonio Comerci

34 eventi a sconto per i socia cura di Edi Ferrari

36 segnalazionia cura diRossana de Caro

Sommario

Mensile diUnICooP fIrenZe

Via Santa Reparata 4350129 Firenze

Tel. 05547801 - Fax [email protected]

Registraz. Trib. Firenzen. 1554 del 17/07/63

Direttoreantonio Comerci

Segreteria di redazionemarie Casarosa

Coordinatrice di redazionerossana de Caro

Direttore responsabileSara Barbanera

Grafica e impaginazioneWalter Sardonini e Daniela Lotti

SocialDesignPrestampa

La ProgressivaStampaCoptip

Questo numero è stato chiusoin tipografia il 13/12/2012.

Diffonde 660.000 copie.

Trasmissione televisiva diUnICooP fIrenZe

Sabato ore 14.00 su RTV 38,ore 17.30 su Italia 7

Domenica ore 8.15 su Italia 7,ore 23.05 su RTV 38.

USI e ConSUmI

ogni lunedì dalle 21 alle 23su RTV38, approfondimentosu temi d’attualità con ospiti

in diretta dallo studio e interventi dei telespettatori.

informAtoree informACoop

sono sempre on line suwww.coopfirenze.it

Informatore 123456785 PUNTI PREMIO per i soci che ritirano il giornale alla cassaNei punti vendita dal 28 dicembre 2012

Gennaio 2013

IL GUSTOE IL BELLOEditoriale (pag. 3) e intervistaa Philippe Daverio, nella foto (a pag. 6) TOSCANA A LAVOROVolontà comune delle tre centrali cooperative per lo sviluppo (a pag. 4) ACQUA DI CASA MIAGuida ai dati che ne definiscono la qualità (a pag. 12)

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1 – Gennaio 2013

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Trasmissione televisiva diUnICooP fIrenZe

ore 14.00 su RTV 38,ore 17.30 su Italia 7 ore 8.15 su Italia 7,

ore 23.05 su RTV 38.

USI e ConSUmI dalle 21 alle 23

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Gennaio 2013 - INFORMATORE - 3

Punto e a capo

La ricetta anticrisiper la cooperativa

e il suo giornale

di Antonio Comerci

Il gusto e il belloIl “bello” è considerato una mania da ricchi; seguendo il ragionamento, vista la crisi economica, non sarebbe questo il periodo per considerare l’estetica un obiettivo da perseguire. Anche le cose buone e fatte bene costano e quindi varrebbe anche per il “gusto” lo stesso ragionamento del “bello”. Eppure, è proprio partendo dal gusto che si può arrivare a ragionamenti diversi. Sono state la miseria e le povere cose a disposizione a creare – prendiamo esempio dalla cucina contadina toscana - piatti gustosi, rimasti nel tempo. Pane raffermo, pomodori dell’orto e una pianticella rigogliosa di basilico, bastano per la pappa al pomodoro. Il sogno di Giamburrasca nei tetri giorni del collegio…La crisi economica si è fatta cupa negli ultimi mesi. Tutti gli indici elaborati dai sociologi indicano che la speranza nel futuro è scesa ai minimi termini, che il modello del consumo di massa, fine a se stesso, che l’ansia dell’avere a scapito dell’essere, non ci porta da nessuna parte. E allora occorre riscoprire il valore del lavoro, delle relazioni umane per riscoprire il

valore della vita, dell’ambiente, delle cose utili, e anche la soddisfazione delle cose fatte bene, con creatività e senso del gusto. Con la consapevolezza che tutte queste cose

hanno a che vedere anche con lo spread – la differenza degli interessi pagati sul debito fra i nostri titoli e quelli tedeschi – che tanto

angustia economisti e governanti… e tanti soldi fa fare agli speculatori finanziari. Creatività, gusto, ingegnosità sono

le “materie prime” di cui - misteriosamente - è ricco il nostro Paese e valorizzando queste, si può ridurre la differenza fra le

economie forti e la nostra, insieme alla riduzione di sprechi, cose inutili, lavoro improduttivo.

Noi, come cooperativa, nel nostro piccolo, stiamo perseguendo questa strada. In piena crisi dei consumi, abbiamo realizzato un punto

vendita bello che vende qualità, grazie alla professionalità dei nostri colleghi e ai fornitori locali che credono in quello che fanno e cercano

di farlo al meglio. E quello di Novoli a Firenze non è il solo supermercato “bello”. Sono “belli” anche gli altri grandi superstore e gli ipermercati di

Montecatini e Sesto Fiorentino e i piccoli punti vendita di Montevarchi e Ponte a Ema ristrutturati nell’ultimo anno. Insomma, non si sta con le mani in mano a piangere sulla crisi, ma si crea lavoro e si fanno girare i soldi.Quest’anno che comincia ha un valore particolare. È “l’onomastico” dell’Unicoop Firenze: nel 1973 la cooperativa prese questo nome – la fondazione è datata 1891 – con l’unificazione delle tre grandi cooperative di Sesto, Bagno a Ripoli ed Empoli. È anche il compleanno dell’ “Informatore”, registrato in tribunale il 17 luglio 1963 come giornale della Cooperativa del Popolo di Empoli.

Cercheremo da queste pagine di far diventare le due ricorrenze un’occasione di riflessione sul passato e sul futuro della cooperativa e della società. L’una non è scindibile dall’altra. Per noi, da sempre, i soci sono cittadini e non semplici consumatori.

_Allievi/e capo reparto cercasi Offerta di lavoro novembre 2012

_Il Cuore in Compagnia Le iniziative di novembredella Compagnia del Cuore

_Tutti i giorni de Il dì di festa Visite guidate e animazioni a novembre e dicembre

_Salva il tuo pianeta! Raccolta di figurine del Wwf

_Il Cuore si scioglie con CaritasProgetto mense e punti d’ascoltodella FondazioneIl Cuore si scioglie Onlus

Le news più lette nel WebLe notizie più cliccate

dalla prima pagina del sitowww.coopfirenze .it

Antonio Comerci Pane raffermo, pomodori dell’orto e una pianticella rigogliosa di basilico, bastano per la pappa al pomodoro. Il sogno di Giamburrasca nei tetri giorni del collegio…La crisi economica si è fatta cupa negli ultimi mesi. Tutti gli indici elaborati dai sociologi indicano che la speranza nel futuro è scesa ai minimi termini, che il modello del consumo di massa, fine a se stesso, che l’ansia dell’avere a scapito dell’essere, non ci porta da nessuna parte. E allora occorre riscoprire il valore del lavoro, delle relazioni umane per riscoprire il

valore della vita, dell’ambiente, delle cose utili, e anche la soddisfazione delle cose fatte bene, con creatività e senso del gusto. Con la consapevolezza che tutte queste cose

hanno a che vedere anche con lo spread – la differenza degli interessi pagati sul debito fra i nostri titoli e quelli tedeschi – che tanto

angustia economisti e governanti… e tanti soldi fa fare agli speculatori finanziari. Creatività, gusto, ingegnosità sono

le “materie prime” di cui - misteriosamente - è ricco il nostro Paese e valorizzando queste, si può ridurre la differenza fra le

economie forti e la nostra, insieme alla riduzione di sprechi, cose inutili, lavoro improduttivo.

Noi, come cooperativa, nel nostro piccolo, stiamo perseguendo questa strada. In piena crisi dei consumi, abbiamo realizzato un punto

vendita bello che vende qualità, grazie alla professionalità dei nostri colleghi e ai fornitori locali che credono in quello che fanno e cercano

di farlo al meglio. E quello di Novoli a Firenze non è il solo supermercato “bello”. Sono “belli” anche gli altri grandi superstore e gli ipermercati di

Montecatini e Sesto Fiorentino e i piccoli punti vendita di Montevarchi e Ponte a Ema ristrutturati nell’ultimo anno. Insomma, non si sta con le mani in mano a piangere sulla crisi, ma si crea lavoro e si fanno girare i soldi.Quest’anno che comincia ha un valore particolare. È “l’onomastico” in mano a piangere sulla crisi, ma si crea lavoro e si fanno girare i soldi.Quest’anno che comincia ha un valore particolare. È “l’onomastico” in mano a piangere sulla crisi, ma si crea lavoro e si fanno girare i soldi.

dell’Unicoop Firenze: nel 1973 la cooperativa prese questo nome – la fondazione è datata 1891 – con l’unificazione delle tre grandi cooperative di Sesto, Bagno a Ripoli ed Empoli. È anche il compleanno dell’ “Informatore”,

fondazione è datata 1891 – con l’unificazione delle tre grandi cooperative di Sesto, Bagno a Ripoli ed Empoli. È anche il compleanno dell’ “Informatore”,

fondazione è datata 1891 – con l’unificazione delle tre grandi cooperative di

registrato in tribunale il 17 luglio 1963 come giornale della Cooperativa del Popolo di Empoli.

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4 - Informatore - Gennaio 2013

Mondo Coop

Nel marzo 2011 le tre centrali cooperative parlavano di “pro-

gettare il futuro”, con un documento unitario firmato appena dopo la na-scita dell’Alleanza delle cooperative, l’unione siglata da Legacoop, Confco-operative e Associazione generale co-operative italiane, per dare maggiore vigore all’azione nel territorio toscano.

Il 2012 ha aggravato la crisi e mutato il tessuto economico della nostra regione che oggi richiede anche interventi strutturali, ol-tre a quelli che dal 2008 hanno cercato di difen-dere il reddito, il lavoro e i servizi sociali. Dopo il primo bilancio del luglio 2012 e a quasi due anni dal primo documento, La Toscana che vo-gliamo, oggi le tre centrali si in-terrogano sullo stato delle cose e rilanciano il percorso verso una Toscana solida e solidale. E, necessa-riamente, sostenibile.

I presidenti delle tre centrali ci hanno illustrato azioni e impegni per un accordo con la Regione Toscana, il settore privato e i cittadini in veste di attori primari del futuro.

Le terre ai giovaniCominciamo con Stefano Bassi,

Legacoop Toscana. Quali sono le azioni prioritarie che proponete nel documento unitario?

«Oggi anche il mondo cooperativo inizia a sentire il peso della crisi: pur sa-pendo che alcuni problemi hanno ca-rattere nazionale, il documento mette a punto obiettivi di rilancio della coo-perazione, da sviluppare in collabora-zione con Regione Toscana. La prima questione riguarda gli strumenti le-gislativi e finanziari per sostenere le filiere fondamentali dell’economia toscana: mi riferisco, ad esempio, a Fidi Toscana e Consorzi Fidi che garan-tiscono l’accesso al credito e l’effettiva

Toscanaal lavoroUna volontà comunedelle tre centrali cooperative per lo sviluppo

di Sara Barbanera

AlleAnzA CooperAtive

imprenditoria-lità del mondo cooperativo. Un quadro in forte cambiamento ri-chiede anche un aggiornamento della legge regio-

nale (n° 73/2005) sulla Cooperazione, perché promuova la costituzione di nuove imprese e la trasformazione di aziende in crisi. L’impegno maggiore punta sulle nuove generazioni, con investimenti su casa e occupazione, in linea con il progetto “GiovaniSì” di Regione Toscana.

Per dare una mano ai giovani occorrono più fondi per affittare o acquistare una casa e rendersi au-tonomi. Per il lavoro si deve puntare su settori ancora promettenti, come quello dei beni artistici e culturali e dell’agricoltura. Abbiamo proposto

che anche le aree incolte di proprietà pubblica siano destinate ai progetti di imprenditoria giovanile: questo potenzierebbe l’attività della Banca della Terra, nata nel 2011 da un pro-getto di Legacoop Toscana e diventata poi un progetto nazionale per favorire il ricambio generazionale e impedire l’abbandono dei terreni. Ci sembra giusto tutelare un grande patrimo-nio, quello agricolo, che offre ancora sbocchi remunerativi ma che oggi rischiamo di perdere».

UtentiprotagonistiDomandiamo a Claudia fiaschi,

presidente di Confcooperative To-scana: nel documento comune si parla di beni pubblici e di coope-razione d’utenza. Quali sono le prospettive e i vantaggi?

«Scontato dirlo: l’accesso e la qua-lità dei servizi pubblici sono deter minant i per il benessere dei singoli e della comunità: penso alla salute, al welfare e all’am-

biente, ma anche al settore idrico e dell’energia dove la cooperazione sta già operando con iniziative nel fotovoltaico e nelle biomasse. Oggi la Toscana deve trovare un nuovo modo di produrre beni comuni e la coope-razione di utenza è la vera chiave di svolta perché rimette le persone al centro del meccanismo economico: i cittadini fanno un investimento che da un lato produce beni utili e dall’al-tro valorizza professionalità e risorse del territorio. In gioco c’è una grossa partita perché energie alternative e territorio diventino un investimento per la sostenibilità: in questo ambito altri paesi europei stanno valoriz-zando gli strumenti cooperativi per rilanciare l’economia. La Toscana ha esperienze e competenze che possono essere la base di modelli innovativi di produzione dei servizi. Più in generale, crediamo che la cooperazione debba essere a disposizione di uno sviluppo economico orientato all’occupazione locale e ai nuovi soggetti fragili, come gli over 50, le donne e i giovani. Pur- o

Terre incolte ai giovani

Info www.labancadellaterra.it Il video suhttp://vimeo.com/20956386

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Gennaio 2013 - Informatore - 5

Mondo Coop

Scorze di arance, foglie di cavoli, bucce di mele e tanti altri scarti vegetali

sono i colorati ingredienti del marchio Al-treMani: un’idea nata nel 2007 da Mau-rizio Rossi, giovane presidente di Socia-linrete, una cooperativa di ottanta dipen-denti che dal 2005 opera nel circondario

fiorentino per creare

opportunità lavorative per persone in difficoltà.

Ancora prima dell’estro, la particola-rità sta tutta nella tecnica di produzione che parte dall’essiccazione di scarti di lavorazioni agricole assemblati fra loro con un film di resina fino a costituire una vera e propria pelle totalmente naturale: pomodori, zucchine, cipolle, peperoni, insieme a scarti di giardinaggio, legno, carta, stoffa e cordame sono le materie prime da cui nasce la pelle vegetale di tutti gli oggetti prodotti nel laboratorio di Fiesole. Il tutto anche grazie alle aziende locali che donano eccedenze produttive, alimenti non più vendibili o scarti di lavo-razione industriale

Verusca Valdambrini, delegata di Co&So, consorzio di cooperative sociali della provincia di Firenze, racconta come da una scommessa si è arrivati a un vero e proprio marchio registrato che inizia a farsi largo: «Dalla vecchia legatoria rile-vata da Socialeinrete 2006, si è sviluppato il laboratorio AltreMani, seguito dalla art design Vega Donati e dall’architetto Mas-simo Moradei: dopo tanti esperimenti e tanto lavoro dei ragazzi, è nata la vegeta-

CooperAtive

Pelle vegetaleDagli scarti di frutta e verdura nasconoi prodotti AltreMani

di Sara Barbanera

L’interviStataVerusca

Valdambrini, delegata Co&So

troppo siamo abituati a pensare all’e-conomia come a un macro-sistema fuori dal nostro potere: al contrario, noi proponiamo un modello coope-rativo dove persone e comunità si con-giungono, riconquistando possibilità di scelta a misura di contesto locale».

obiettivo occUpazioneInfine alessandro Giaconi, presi-

dente dell’Associazione generale coo-perative italiane: sul piano operativo, qual è lo stato dei lavori rispetto agli impegni assunti con il documento del luglio scorso?

«Il nostro modello cooperativo è quello che meglio di altri ha resistito a questa tremenda crisi: non a caso, dai dati del Primo rapporto Censis sulla cooperazione, presentato lo scorso novembre, emerge che dal 2007 al 2011 il movimento cooperativo

ha registrato un aumento dell’oc-cupazione d i 103.000 unità, pari all’8%, con-centrato in parti-colare nel settore della coopera-

zione sociale. Inoltre le nostre asso-ciate hanno fatto un minor ricorso alla cassa integrazione rispetto alle altre imprese. Ciò significa garantire qualità della vita ai nostri associati e soci lavoratori, ma anche non gravare sull’economia statale. È indubbio però che questo modello non può più resistere da solo e stiamo lavorando perché le tendenze positive non si arrestino. Con la Regione Toscana ab-biamo aperto quattro tavoli di lavoro su strumenti finanziari e legislativi, revisione del welfare regionale, politi-che per i giovani e beni comuni. Alcuni temi, come quello del sistema idrico integrato, hanno tempi di matura-zione lunghi ma rimettono al centro cittadini e utenti in un’ottica coope-rativa di ampio respiro. In questa fase dobbiamo misurarci con l’emergenza, sempre però mantenendo lo sguardo al futuro: in alcuni ambiti occorre accelerare e rinforzare l’azione, in altri essere più audaci per cogliere la riserva di energie ancora disponibile sul nostro territorio». v

ble skin, una sorta di pelle vegetale con cui sono realizzati tutti i prodotti AltreMani. Un esperimento che ha funzionato e che oggi conta 8 persone con inserimenti lavorativi socio-terapeutici e di recupero dello svantaggio».

Ma il futuro è di chi non si accon-tenta e si muove fra ricerca e sviluppo: «Dopo i paralumi a basso consumo, i complementi d’arredo e la cartotecnica, la produzione si sta allargando anche agli accessori d’abbigliamento e alle scarpe pensate per alcune grandi firme della moda fiorentina».

Dalla Toscana le bucce di pomodoro e

le foglie di cavolo sono arrivate a Miami e New York, dove la società Mywave com-mercializza i prodotti AltreMani: «Con questa piccola quota di esportazioni e-stere – continua Verusca Valdambrini – speriamo di aumentare l’attuale fatturato di 30.000 euro per rendere il laboratorio autonomo dalla cooperativa madre So-cialeinrete che, con un fatturato di circa 2 milioni di euro, ha finora sostenuto il laboratorio».

Nel frattempo il laboratorio semina an-che sul terreno della responsabilità sociale d’impresa, come spiega la Valdambrini: «Stiamo proponendo i prodotti AltreMani alle imprese locali più sensibili, che adot-tano criteri di basso impatto ambientale e che spesso ci donano i loro scarti di produzione: per queste stiamo pensando ad un bollino etico che sia il logo e il segno di un nuovo modo di fare impresa».

AltreMani non è solo una stravagante invenzione di eco–artigianato ma una visione dove economia e società, profitto e bene comune si fondono in una propo-sta commerciale: quella di una linea di prodotti esposti e in vendita nell’atelier di Fiesole dove si lavora a pieno ritmo perché lo scarto diventi opera d’arte, fatta di terra, di sole e d’ingegno. v

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6 - Informatore - Gennaio 2013

Cultura

di antonio Comerci

L’Italia ha un patrimonio artistico, culturale e ambientale enorme,

«ma in 150 anni di storia unitaria abbiamo visto che da soli non ce la faremo mai a salvarlo - dichiara Phi-lippe Daverio -. Da qui l’idea di un movimento d’opinione internazio-nale, che ci aiuti a salvaguardare un patrimonio che non è solo nostro, ma dell’intera umanità».

Scrive sul sito saveitaly.info lo stesso Daverio: «“Save Italy!” vuol dire ricordare chi eravamo e che cosa stiamo diventando. Eravamo un po-polo di lavoratori e siamo diventati lo zimbello della finanza. Vuol dire restaurare un paesaggio che fu for-

midabile grazie al lavoro, documen-tato, ad esempio, nell’affresco Il Buon governo di Lorenzetti a Siena. Un paesaggio che ora si fa mesto nelle periferie delle speculazioni immobi-liari. È una battaglia convintamente elitaria, e altra non potrebbe essere, quella dove i consapevoli e gli educati intendono tornare a essere guida per i disattenti e i distratti».

Philippe Daverio è un esperto d’arte, giornalista e conduttore televisivo d’ori-gine francese - padre italiano e madre alsaziana - naturalizzato italiano. È un personaggio noto e controverso. Noto per la trasmissione su RAI 3, la domenica alle 13,25, nella quale av-vicina un pubblico affezionato e vasto all’arte disseminata in ogni angolo della nostra penisola. Anche su Rai 5 la trasmissione Il capitale di Philippe Daverio sta registrando un notevole seguito. Un personaggio scomodo, non

inquadrabile. Ma anche un esperto dotato di grande cultura e comu-nicativa.

Con Firenze ha un rapporto particolare: è direttore della rivista

“Arte e Dossier” del Gruppo editoriale Giunti, e a maggio abbiamo letto di un trasferimento da Palermo alla fa-coltà di Architettura di Firenze, della cattedra di Design Industriale dove lui insegna: «Purtroppo non è vero! - ci dice rammaricato -. Era una proposta di amici, del resto a me molto gradita, perché l’Università di Firenze è oggi una piattaforma di alta qualità in Ita-lia. Ma, a causa di problemi normativi, il trasferimento per ora non si può fare».

A lui ci siamo rivolti per un viag-gio che l’“Informatore” inizia per scoprire il bello che sta intorno a noi.

Cos’è il bellosecondo Daverio?

«Probabilmente il bello non esiste. Esistono le cose condivise. Il “bello” è un concetto relativo: cambia nei secoli, anzi nel corso di un secolo muta più volte. Per esempio, i vecchi immobili agresti dell’area sud di Milano, 40 anni fa erano considerati brutti, perché nati in una condizione di miseria. Oggi vengono guardati con altri occhi, con una riscoperta di valori di rapporto fra campagna e vita, fra sistemi ambientali e qualità dell’esistenza. Molto spesso, poi, al-cuni modelli passano da una classe sociale all’altra».

Come si fa a difendere il bello?«Bisogna avere il coraggio di riattri-

buire a parte della società una funzione di guida, perché questa sorta di Caos in cui viviamo oggi è la conseguenza del caos della nostra democrazia. Chur-chill diceva che “la democrazia è il peggiore dei governi, esclusi tutti gli

altri”: pensava a Hitler che faceva il suo governo basato sul plebiscito. La vox populi allargata può essere la voce della demenza. È la catastrofe se non si generano filtri che danno alla democrazia la capacità di elaborare un pensiero, in cui si fa passare “il bello, il modello dell’etica del bello».

il gUsto del Bello

La rivoluzionedegli educati

La definizione è di Franca Valeriper “Save Italy!”, movimento d'opinione di Philippe Daverio

Cultura

o

Seguici suInformaCooPintervistaPhilippe Daverio

Philippe Daverio

L’Ultimo libro di DaverioIl museo immaginato.Il secolo lungo della modernitàRizzoli, 39 euro

Le piazze del sapere

Foto D. tartaglia

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Mondo Coopil personAggio

Un tipo… giurassicoA Pistoia l’artista dei dinosauri

Nome: Michelangelo Ricci. Segni par-ticolari: scultore pistoiese, 42 anni,

lunghe trecce rasta, e soprattutto appas-sionato di dinosauri e della preistoria. Una passione, che unita all’abilità artistica, lo ha portato a riprodurre in modo fedele, modellini di dinosauri e altri animali prei-storici, (oltre a crani di uomini primitivi, come l’Australopiteco e la famosa Lucy), in scala, realizzati in marmo compo-

sito o in materiale plastico riciclabile, per collezionisti o utilizzati a scopi didattici.

Come è nata questa idea? «La passione per la preistoria l’avevo già da piccolo - ci racconta Michelangelo

-, trasmessa da mio padre che era un ricercatore archeologico. Ma l’idea mi è venuta dopo una disastrosa caduta sulle

Alpi Apuane, durante una scalata, che mi ha costretto a letto per molto tempo. Im-mobile, potevo muovere solo le mani, ho iniziato a pensare di trasformare questo mio interesse in lavoro». Così Miche-langelo, (nomen omen, come dicevano i latini “il destino nel nome”), una volta ripresosi, con il mestiere dell’arte nelle mani, avendo fatto la Scuola d’arte a Pi-stoia e un corso di scenografia a Cinecittà a Roma, comincia a contattare studiosi di paleontologia presso i vari musei di Storia naturale sia in Italia che all’estero: Parigi, Berlino, Francoforte. Riceve consulenze scientifiche e inizia a riprodurre modelli in scala di tirannosauri, triceratopi, mammut, nonché crani degli uomini primitivi testi-moni dell’evoluzione umana (dall’Austra-lopiteco al Sapiens sapiens), che hanno

al 100% tutte le caratteristiche di quelli veri e tutti r igorosamente made in Toscana. «Il procedimento – afferma Ricci - è sempre lo stesso: parto da un dise-gno e proseguo con il prendere le misure e con delle foto prospettiche dell’originale da riprodurre. Quindi si passa alla “co-struzione” con lo stucco bicompo-nente fino alla re-alizzazione di uno stampo». Miche-langelo adesso ha uno studio a San-tomoro (Pt) e pro-duce i suoi modelli a Bagni di Lucca.

Attualmente sta “creando” una Ti-gre dai denti a sciabola per la Galleria dell’evoluzione di Parigi, insieme ad altri 8 animali preistorici. I suoi prossimi pro-getti prevedono la realizzazione di un Parco della preistoria a Pistoia con animali dell’era glaciale, mammut, cervi giganti, ippopotami e rinoceronti presenti in To-scana nel Pleistocene, 2 milioni di anni fa, con villaggi e uomini preistorici intenti a cacciare o a realizzare utensili per la caccia, e le donne che accudiscono i figli. L’attività di Michelangelo si è ampliata poi anche ai gadget richiesti dagli stessi bookshop dei musei: piccoli e divertenti dinosauri per bambini e magneti vari fra cui anche il cranio dell’Australopiteco, da mettere magari in evidenza sui nostri frigoriferi, giusto per ricordarsi… che il tempo passa!i www.labottegadimichelangelo.it

di rossana de Caro

L’interviStatoMichelangelo Ricci,

scultore

Dinosauri a PistoiaDal 1° al 15 gennaio al punto vendita

Unicoop di Pistoia si terrà una mostra di Michelangelo Ricci: nel corridoio, modelli di dinosauri e

animali preistorici e pannelli che illustrano il percorso dalla nascita

della terra ad oggi

Quali sono le emergenze sul fronte dei beni culturali?

«Soprattutto due sono le questioni impellenti. La prima è l’Emilia del post-terremoto. Secondo me non si tratta solo di restaurare quello che è stato distrutto, ma di approfittare della situazione per riordinare il territorio. Lo sviluppo fino a ora è stato una sequela disordinata di case, accanto ai campi, accanto ai capannoni e via di seguito. Questa potrebbe essere l’oc-casione per un’unica area industriale per sette comuni, per ripristinare i pae-saggi rurale e urbano con le loro diffe-renze. La seconda emergenza è quella meridionale, partendo dal fatto che il

nostro Sud non è solo crimina-lità organizzata, ma che ci sono élites consape-voli e oneste alle quali dare fiato e importanza».

Quali criticità vede da questo punto di vista in Toscana?

«Ne avete poche, e in genere ci sono molte cose belle, ben valoriz-zate e mantenute. Semmai vedo dei problemi nelle aree archeologiche per l’eccessivo sfruttamento a fini turistici, che spesso non coincidono con le esi-genze della conservazione. Insomma, non si può trasformare la Tomba di Ildebranda a Sovana, in una specie di “percorso tirolese” dove si gira in lungo e largo, sopra e sotto, mentre è un sito delicato e da proteggere. A parte queste considerazioni, si sta bene in Toscana!». v

Acqua e fuocoIl pompiere visto con gli occhi e le parole dei fiorentini. Non solo in occasione di grandi calamità, ma nel silenzioso e prezioso operare per garantire sicurezza. Nelle case, per strada, fuori dalle luci della cronaca. Ventuno episodi realmente accaduti, uno per ogni lettera dell’alfabeto, tratti dal continuo lavoro al servizio della gente, con le testimonianze dei protagonisti e le loro riflessioni. Istanti di vita che vedono coinvolti i cittadini di Firenze con i “loro” pompieri: un’unica squadra che istintivamente si forma all’improvviso e che si consolida nel tempo.i Sandro Addario, Acqua e fuoco, Polistampa, pagg. 128, 12 euro

il libro

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Save Italy!www.saveitaly.info

Torna a casa AriannaÈ tornata nella Galleria degli Uffizi dopo quasi 220 anni di pellegrinaggio, l’Arianna addormentata, copia romana del III secolo a.C. di una scultura ellenistica. È nella Sala 35, detta di Michelangelo per via del celebre Tondo Doni.

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8 - Informatore - Gennaio 2013

Att ualità

Quando Christiana era piccola, sua madre aveva notato che, per la

strada, camminava con uno strano andamento dei piedini. A casa, invece, si muoveva per bene. C’è voluta una buona vista e una sana risata, per capire che la bambina si spostava in questo modo per non schiacciare le formiche. Christiana Ruggeri ora è una brava giornalista, nota al grande pubblico per aver condotto trasmis-sioni importanti come il Tg2 week end e Tg2 Costume Società. I suoi occhi azzurri bucano lo schermo e dietro un sorriso rassicurante e dolce Christiana, nella sua lunga e densa carriera, si è mantenuta fedele agli ideali di quando era bambina: rispettare e difendere tutte le creature, anche le più piccole.

Christiana ha sempre abitato a Roma con i suoi genitori che lavora-vano moltissimo; per questa ragione veniva spesso affidata ai nonni che la portavano in campagna a pren-dere l’aria buona; quando potevano, ritornavano al loro piccolo paese di origine, a Piano d’Arta Terme, a nord di Udine, al confine con l’Austria. Il nonno la ripescava sempre in qualche recinto: fra caprette, mucche e cani da pastore. «È stato proprio mio nonno a insegnarmi a leggere il quotidiano, quando avevo solo quattro anni, se-duti in poltrona. È stato allora che ho deciso di fare questo mestiere, e non ho mai cambiato idea!».

code FeLiciUn giorno, quando Christiana ha

18 anni, rientrando a casa dopo una serata con gli amici, soccorre per la strada un cane che aveva una serie di fratture multiple. Passa la prima notte dal veterinario insieme al trovatello, Tippi, dicendo ai genitori che dormiva da un’amica; da lì inizia un rapporto speciale e fa a se stessa la promessa so-lenne che avrebbe aiutato gli animali a qualsiasi costo. Detto fatto. Quando stava al liceo s’imbatte in un uomo che ogni giorno attraversa Roma, con un motorino mezzo rotto, per sfamare 80 cani. Christiana fa una colletta fra i compagni di scuola e riesce a comprar-gli un’Ape per agevolargli questo impe-gno. Poco dopo, da questa esperienza nasce il Rifugio delle Code Felici Onlus

intervistA

diSilvia amodio

(www.codefelici.org), un’associazione di volontariato cinofilo che attual-mente dà lavoro a quattro persone e di cui la giornalista è stata presidente per 20 anni. «Gli animali ci rendono la vita migliore, ci impongono una visione dal basso, naso-cane-naso-gatto, che dovrebbe ridimensionare le nostre prospettive – ci spiega. Bambini e animali non fingono, non tradi-scono. Se si comprende la semplicità e il valore di un rapporto autentico con loro, si comprende il segreto della vita. Sono giornalista da quando avevo 23 anni, attualmente sono redattrice al Tg2 Esteri e, grazie a questo impiego, ho avuto il privilegio di girare, come inviata, tutto il mondo. Da sempre mi impegno per difendere i diritti dei bambini e degli animali facendo cono-scere le loro storie. Cerco, soprattutto, di far capire come il nostro comporta-mento si ripercuota dall’altra parte del mondo. Se noi buttiamo una bottiglia di plastica in mare, la ritroviamo in Africa. Il mondo è vicino più di quello che pensiamo. Dobbiamo sviluppare un senso civico e un maggior rispetto verso l’altro. Faccio questo mestiere in maniera propositiva e, anche quando racconto vicende drammatiche, cerco di trovare una soluzione. Non mi im-porta scioccare con una notizia, ma tornarci su a distanza di tempo per ve-dere se, anche grazie all’informazione fatta, qualcosa è cambiato. Voglio mo-strare il problema per provare a risol-verlo. Questo è il mio metodo. L’unico giudizio che mi interessa è quello di mia figlia Grace, che ora ha quasi due anni. Se non reggi lo sguardo di un bambino, significa che c’è qualcosa

Ritratto di giornalistaL’elenco dei premi e dei riconoscimenti per i servizi realizzati è lunghissimo,

“Haiti: grida dall’inferno”, “Il futuro della Sierra Leone”,

“Tibet: genocidio silenzioso”, “Harry Wu: per la libertà”, “Tibet: un’oppressione lunga 50 anni”, “Mali: luci dal buio”, “Le Streghette del Congo”, “Infanzia diversa”, “Bahati Congo”, gli ultimi speciali: “Fuochi e paura” e “La signora degli orsi”. Solo per citarne alcuni. Ha iniziato a scrivere quando aveva vent’anni per “Ariel”, la rivista fondata da Pirandello e ripresa dall’Istituto studi pirandelliani, il suo primo romanzo, La lista di carbone (Mursia, 2008), finalista al “Premio Bancarella” 2008, racconta in modo originale la tragedia dell’Olocausto. Nel 2013 uscirà il suo secondo libro.

Pipistrellinel Mugello

Att ualitàuando Christiana era piccola, sua madre aveva notato che, per la

strada, camminava con uno strano andamento dei piedini. A casa, invece, si muoveva per bene. C’è voluta una buona vista e una sana risata, per capire che la bambina si spostava in questo modo per non schiacciare le formiche. Christiana Ruggeri ora è una brava giornalista, nota al grande pubblico per aver condotto trasmis-sioni importanti come il Tg2 week

Tg2 Costume Società. I suoi occhi azzurri bucano lo schermo e dietro un sorriso rassicurante e dolce Christiana, nella sua lunga e densa carriera, si è mantenuta fedele agli ideali di quando era bambina: rispettare e difendere tutte le creature,

Christiana ha sempre abitato a Roma con i suoi genitori che lavora-vano moltissimo; per questa ragione veniva spesso affidata ai nonni che la portavano in campagna a pren-dere l’aria buona; quando potevano, ritornavano al loro piccolo paese di origine, a Piano d’Arta Terme, a nord di Udine, al confine con l’Austria. Il nonno la ripescava sempre in qualche recinto: fra caprette, mucche e cani da pastore. «È stato proprio mio nonno recinto: fra caprette, mucche e cani da pastore. «È stato proprio mio nonno recinto: fra caprette, mucche e cani da

a insegnarmi a leggere il quotidiano, quando avevo solo quattro anni, se-duti in poltrona. È stato allora che ho quando avevo solo quattro anni, se-duti in poltrona. È stato allora che ho quando avevo solo quattro anni, se-

deciso di fare questo mestiere, e non ho mai cambiato idea!».

intervistA

diSilvia amodio

(www.codefelici.org), un’associazione di volontariato cinofilo che attual-mente dà lavoro a quattro persone e di cui la giornalista è stata presidente per 20 anni. «Gli animali ci rendono la vita migliore, ci impongono una visione dal basso, naso-cane-naso-gatto, che dovrebbe ridimensionare le nostre prospettive – ci spiega. Bambini e animali non fingono, non tradi-scono. Se si comprende la semplicità e il valore di un rapporto autentico con loro, si comprende il segreto della vita. Sono giornalista da quando avevo 23 anni, attualmente sono redattrice al Tg2 Esteri e, grazie a questo impiego, ho avuto il privilegio di girare, come inviata, tutto il mondo. Da sempre mi impegno per difendere i diritti dei bambini e degli animali facendo cono-scere le loro storie. Cerco, soprattutto, di far capire come il nostro comporta-mento si ripercuota dall’altra parte del mondo. Se noi buttiamo una bottiglia di plastica in mare, la ritroviamo in Africa. Il mondo è vicino più di quello

Giornalista televisiva, Christiana Ruggerici racconta la sua storia

L’amicadegli animali

CHi È CHriStiana ruGGEri

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Gennaio 2013 - Informatore - 9

Mondo Coop

dirossana de Caro

che non va. L’avventura più bella la sto vivendo proprio con lei. Vederla crescere e interagire con i nostri gatti è come vivere in un videogame».

ritornaresULLa notiziaNel 2006 la reporter firma un

servizio dove racconta di alcuni bam-bini iracheni, di Nassiriya, ustionati dalle bombe, venuti in Italia per rice-vere cure. Tutti erano accompagnati dalle mamme, tranne il più piccolino di 18 mesi, Ahmudi, in braccio al papà. Il bimbo non si calma e non riesce a mangiare. Dopo aver man-dato in onda il servizio, Christiana torna in ospedale ogni giorno per stargli vicino. Nasce un rapporto pro-fondo, tanto che il piccolo la chiama ‘mamà’. Quando il gruppo rientra in Iraq, Christiana sente il dovere di fare qualcosa e fonda l’associazione I bambini di Nassiriya con Cristina Flavoni, l’attuale presidente. Riescono a raccogliere 80.000 euro per costru-ire una scuola seguendo i canoni occidentali e offrendo anche un’ade-guata preparazione agli insegnanti iracheni. Questa iniziativa è stata condivisa con le vedove dei militari assassinati a Nassiriya nel 2003. La scuola è frequentata sia dai bam-bini che dalle loro mamme, cresciute nell’analfabetismo. Ahmudi sta bene; la sua famiglia è ancora in contatto con Christiana.

Un anno da caniIn linea con la sua sensibilità, Chri-

stiana ha dato ampio spazio al Tg2, al progetto della Fondazione Il Cuore si scioglie sulla condizione dei bambini lavoratori in Perù e al progetto delle Bat Box che Unicoop porta avanti insieme al Museo di storia naturale di Firenze.

Sicuri di farle cosa gradita, prima di congedarci le regaliamo il calenda-rio Un anno da cani realizzato dal gruppo Soci Coop di Empoli in colla-borazione con il canile della zona e la ringraziamo per il suo modo garbato e professionale di fare giornalismo. v

il giorno dellA memoriA

Vite offeseIl Museo di Figline di Prato sulla deportazionee la resistenza in Toscana

Il valore della memoria. Ricordare per non dimenticare i misfatti dell’uma-

nità. Perché anche le nuove generazioni sappiano. È questo il senso della giornata della memoria rivolta agli orrori della Shoah e della deportazione che ogni anno, il 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, torna alla ribalta con una serie di iniziative in tutta Italia. In Toscana, a Figline di Prato, nel 2002

è stato realizzato il Museo e centro di documentazione della deportazione e resistenza, uno dei pochi esempi a livello nazionale dedicato alla storia della de-portazione nei campi di concentramento e sterminio nazisti (dal 2008 diventato Fondazione di interesse regionale).

«Una struttura nata e voluta dall’Aned (Associazione nazionale ex deportati) e dal Comune di Prato, realizzata grazie all’impegno di alcuni sopravvissuti pratesi ai campi di concentramento,- ci spiega la direttrice del museo, Camilla Brunelli - e vorrei ricordare fra questi Roberto Ca-stellani e Dorval Vannini, e dei familiari delle vittime, insieme al Comune di Prato. Hanno voluto fortemente questo museo perché rimanesse un luogo della memoria dei fatti atroci avvenuti, una volta che i testimoni saranno scomparsi. Figline di Prato è un luogo simbolico, perché il 6 settembre del ‘44 furono impiccati 29 partigiani da un'unità della Wehrmacht in ritirata».

La struttura è composta da due sale: nella prima ci sono una serie di pannelli didattici con testi, documenti, foto e car-tine sui lager nazisti. «In Toscana furono circa 2000 i deportati fra ebrei e politici:

gli ebrei furono rastrellati soprattutto nelle province di Firenze, Lucca e Pistoia; i de-portati politici a Firenze, Prato ed Empoli». C’è una seconda sala, di forte impatto, (curata dall’architetto Alessandro Pagliai), allestita con espositori contenenti oggetti provenienti dai lager: «Il percorso muse-ale - afferma la direttrice - è stato conce-pito come un viaggio simbolico in un lager nazista. Alcuni oggetti esposti sono origi-nali, altri sono stati ricostruiti: indumenti, oggetti da lavoro e di uso quotidiano, i letti a castello, che evocano la pena terribile di quei giorni per i prigionieri».

Il museo è dotato anche di un ricco Centro di documentazione con fonti do-cumentarie e fotografiche, di sala video e di una biblioteca specializzata con oltre 2000 volumi. Viene svolta una intensa attività didattica con le scolaresche e con percorsi concordati sui temi della deportazione e della resistenza, e ven-gono organizzati viaggi della memoria negli ex campi di concentramento come Mauthausen, Ebensee e Dachau. Dal 2009 inoltre, il museo organizza per la Regione Toscana il Treno della Memoria che porta oltre 750 persone, in gran parte studenti e insegnanti, ad Auschwitz, (dal 27 al 31 gennaio in questa edizione 2013). All’evento, che si tiene ogni due anni, par-tecipano alcuni testimoni che raccontano la loro storia di sopravvissuti.

«Quest’anno a Prato ci sarà anche una nuova iniziativa - racconta la dotto-ressa Brunelli -, promossa dal Comune di Prato e alla quale ha collaborato la nostra Fondazione. Si tratta delle pietre dell’inciampo, in tedesco Stolper steine. È un progetto di respiro europeo elabo-rato dall’artista tedesco Gunter Demnig: vengono inseriti nei marciapiedi dei sam-pietrini ricoperti di ottone, sui quali c’è un’iscrizione con il nome della vittima, in genere davanti alla casa dei deportati. A Prato invece i sampietrini saranno collo-cati nei luoghi dell’arresto e riguarderanno soprattutto deportati politici». Lo scopo ovviamente è di attirare l’attenzione dei passanti su quello che è successo nella città in un periodo buio per l’umanità, per non dimenticare. Perché senza passato, non c’è futuro. i Museo e centro di documentazione

della deportazione e resistenza. Luoghi della memoria toscana Via di Cantagallo, 250, Prato (Figline) 0574461655

L'interviStataCamilla Brunelli,

direttrice del Museo di Figline di Prato

TG2 Costume e Societàtrasmissione del 28 novembre 2012Servizio di Christiana Ruggeri www.tg2.rai.it

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Il museo on [email protected]

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10 - Informatore - Gennaio 2013

Economia toscana

Forse mai come oggi il vino è argo-mento che sta a cuore a così tanti.

Una riprova la troviamo nella fiori-tura di corsi per enologi, sommelier e semplici degustatori, di incontri con fattorie più o meno illustri che presen-tano i loro nettari più o meno prelibati. Eppure il tema di cui si parla è sempre e “solo” il vino, per secoli e millenni uno degli elementi della nostra ta-vola. L’approccio al vino è cambiato parecchio negli ultimi decenni. Dalla fine degli anni ’70, il vino non è più considerato un alimento: è stato pro-mosso a elemento edonistico. E si è iniziato a valutarne qualità e caratteristiche prima igno-rate. I corsi di formazione lo analizzavano basandosi su tre sensi: vista, olfatto, gusto; lo si guardava nel bicchiere, lo si annusava, lo si beveva.

L’etÀdegLi YUppiesAlla fine degli anni

’80, per il vino è iniziata una passione addirittura smodata: tutti volevano capirci qualcosa. Si creò un gruppo di maniaci “eno-fissati” che com-pravano subito i vini premiati, che dovevano avere i vini rinomati o non erano contenti (era una gara a chi ne sapeva di più e a chi poteva spendere di più); di fatto erano diventati opinion leaders dei loro amici, convincendosi e convincendoli di una certezza assoluta: l’esi-stenza di vini migliori di quelli bevuti fino allora. Rinacquero le osterie, rivedute e corrette in wine bar: qui, a un prezzo onesto, si po-teva bere un bicchiere di grande vino, introdotto e accompagnato da formaggi, salumi e crostoni, senza comprarne la bottiglia, per molti troppo costosa.

Dopo le Torri Gemelle,

ulteriori cambiamenti: blocco del mer-cato americano, revisione dei consumi, basta prezzi folli, rivalutazione dei prodotti del territorio, rinascita delle rivendite di vino sfuso (qualità a costi concorrenziali), rifiuto di quei vini troppo strutturati, molto ricchi e “co-lorati”, caricati di elementi accessori (fra cui, magari, l’etichetta d’autore), paragonabili a un atleta bravo ma che si dopa, o a una bella donna eccessi-vamente truccata. Il “di più” è stato abbandonato. Oggi il consumatore ri-

conosce e pretende la qualità, ma senza esagerazioni. «Io credo sia più utile bere meno – puntualizza Romanelli - senza mettere in corpo alcool inutile, creando con il vino un rapporto sereno: è un piacere da concedersi, eliminando gli elementi dannosi».

gLi abbinamentiInsieme all’innalzamento della

qualità del vino c’è stata quella del cibo. Di conseguenza, oggi il con-sumatore medio di vino si rende conto che non può cucinare un piatto (magari elaborato) abbinandoci un vino qualunque. Ha capito che cibo

Il destinodel vinoCom’è cambiato

il mondo del vino.Una chiacchierata con l’enogastronomo Leonardo Romanelli

difrancesco Giannoni

Corsi e ricorsi

Finora i corsi di degustazione sono stati organizzati

secondo un percorso standard: stappi la bottiglia, fai

assaggiare, spieghi e racconti quel vino e il territorio di origine. In un secondo

momento, ai corsi si è aggiunta la visita in cantina. La novità

del 2013 si chiama “InVite”, ed è il primo corso nel quale si parlerà di vino fra una vigna

e l’altra. In più, in

aula, lezioni teoriche che avranno il momento focale negli assaggi alla cieca, senza l’influenza delle etichette. «Il vino non è solo la bevanda che stai per bere - ci dice Romanelli, tra i fautori del corso -; si vuol capire come nasce e cosa significa. E questo lo sanno al meglio i produttori. Li abbiamo scelti fra quelli che “si sporcano le mani” tra le vigne e nelle cantine e ci fanno conoscere la fatica per arrivare alla bottiglia». Il vino non nasce a caso, ma segue il corso della natura ai cui ritmi l’uomo deve adeguarsi.

Leonardo Romanelli

o

parecchio negli ultimi decenni. Dalla fine degli anni ’70, il vino non è più considerato un alimento: è stato pro-mosso a elemento edonistico. E si è iniziato a valutarne qualità e caratteristiche prima igno-rate. I corsi di formazione lo analizzavano basandosi su tre sensi: vista, olfatto, gusto; lo si guardava nel bicchiere, lo si annusava,

degLi YUppiesAlla fine degli anni

’80, per il vino è iniziata una passione addirittura smodata: tutti volevano capirci qualcosa. Si creò un gruppo di maniaci “eno-fissati” che com-pravano subito i vini premiati, che dovevano avere i vini rinomati o non erano contenti (era una gara a chi ne sapeva di più e a chi poteva spendere di più); di fatto erano diventati opinion leaders dei loro opinion leaders dei loro opinion leadersamici, convincendosi e convincendoli di una certezza assoluta: l’esi-stenza di vini migliori di quelli bevuti fino allora. Rinacquero le osterie, rivedute

wine : qui, a un

prezzo onesto, si po-teva bere un bicchiere di grande vino, introdotto e accompagnato da formaggi, salumi e crostoni, senza comprarne la bottiglia, per molti troppo costosa.

Dopo le Torri Gemelle,

Il destinodel vinoCom’è cambiato

il mondo del vino.Una chiacchierata con l’enogastronomo Leonardo Romanelli

Corsi e ricorsi

Finora i corsi di degustazione sono stati organizzati

secondo un percorso standard: stappi la bottiglia, fai

assaggiare, spieghi e racconti quel vino e il territorio di origine. In un secondo

momento, ai corsi si è aggiunta la visita in cantina. La novità

del 2013 si chiama “InVite”, ed è il primo corso nel quale si parlerà di vino fra una vigna

e l’altra. In più, in

Finora i corsi di degustazione sono stati organizzati

secondo un percorso standard: stappi la bottiglia, fai

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Mondo Coope vino devono camminare insieme. E il “problema” degli abbinamenti ha avvicinato al vino anche persone non particolarmente interessate.

Perciò, si è allargato il pubblico che del vino vuole una conoscenza anche solo basilare. Sono in tanti a cercare semplici “corsi base”, per ca-pire qualcosa in 4-5 lezioni; vi si vede un pubblico veramente composito: giovani e meno giovani, uomini e donne, pensionati e pensionate; molti vogliono approfondire, «perché in questa parte di mondo, grazie al cielo, ci sediamo a tavola tre volte al giorno, in due possiamo bere vino e vogliamo farlo nel modo più consapevole pos-sibile». E anche in questi tempi di crisi, tutti possono permettersi, per lo meno una volta ogni tanto, un vino da 6-7 euro.

L’aLtro mondoGià da qualche decennio arrivano

sul mercato europeo vini cileni, austra-liani, neozelandesi, sudafricani, alcuni dei quali davvero interessanti. Dopo un iniziale successo, dovuto anche a un’ef-fimera moda, c’è stato un ridimensio-namento nelle vendite. «Dubito che possano tornare a sfondare e trovare posto stabilmente sulle nostre tavole - nota Romanelli -. Per più motivi. Il consumatore italiano è tradizionali-sta; dispone di numerosi ed eccellenti vini nazionali; i vini extraeuropei non rispondono ai nostri gusti: giocano molto sull’uso del legno e su profumi accesi; infine, hanno prezzi spesso elevati, determinati anche dai dazi». v

diLaura d'ettole

L’aLtro mondoGià da qualche decennio arrivano

Alla fine di “InVite” i partecipanti avranno non solo rispetto per il lavoro dei produttori, ma un’altra consapevolezza e un’altra soddisfazione nel bere il vino. Eccoli i produttori, i magnifici sette che partecipano al corso (11 appuntamenti, 6 lezioni in aula e 5 in azienda): Cerbaiola Salvioni, Fattoria San Giusto a Rentennano, Badia a Coltibuono, Michele Satta, Podere 414, Poderi Boscarelli marchesi de Ferrari Corradi, Tenuta di Capezzana conte Contini Bonacossi. i tel. 0550946266; www.in-vite.it

eConomiA

Pescidi ToscanaLa crescita delle imprese ittiche che riforniscono Unicoop Firenze.Il pesce a marchio Coopda due anni è solo toscano

Il pesce a marchio Coop è solo ed esclu-sivamente toscano da circa due anni

ormai. In precedenza veniva pescato a

Pachino, in Sicilia. Oggi la filiera è corta davvero. I produttori toscani lavorano in quel braccio di mare che va da Orbetello a Follonica all’isola di Capraia. In poco più di sette anni, ovvero dal 2003 quando è entrata in vigore la piattaforma ittica refrigerata di Campi Bisenzio, gestita direttamente da Unicoop Firenze, l’opera-zione “pesce toscano” è ormai… andata in porto. Questo centro logistico ha con-sentito che produzioni disperse riuscis-sero a convergere in un unico punto, per poi razionalizzare la distribuzione verso i singoli punti vendita. Considerando la storica frammentazione delle attività sul territorio regionale, la vetustà più che trentennale dei pescherecci, e dunque la difficoltà di approvvigionamento per un’impresa della moderna distribuzione

che fa girare tonnellate di prodotto, si tratta di un vero e proprio miracolo. Tanto più che il pesce toscano è un prodotto in sé abbastanza caro e molto conteso: tirato a nord, dal mercato ligure dove è molto ricercato, e a sud, verso Roma, dove lo è altrettanto.

Un voLano straordinarioAl fianco di Unicoop Firenze c’è stato

un invisibile protagonista che ha tessuto, ricomposto la rete e investito nel commer-cio del pesce toscano: Lorenzo Riparbelli, professione armatore. «La Toscana è una regione che ha piccole marinerie e porti angusti», conferma Riparbelli, che dal 2008 gestisce Ittica golfo Follonica, un allevamento offshore nell’area che va da Carbonifera a Perelli, davanti al parco naturale della Sterpaia (Li). È un’impresa familiare, sottolinea, ma per dimensione aziendale sono fra i primi tre-quattro in Italia. In cifre, Ittica golfo Follonica ha 18 vasche da 60 tonnellate in mare, a due mi-glia da terra e una produzione che supera le mille tonnellate di pesce nell’arco di 14

mesi. Il loro allevamento è il secondo ad aver ottenuto la certificazione biologica a livello nazionale. Hanno anche una flotta di 20/25 motobarche e pescherecci e con essi riforniscono Unicoop Firenze di pesce a marchio Pat (Pesce arcipelago toscano).

Guardiamo intanto le cifre. In Unicoop Firenze il pesce acquistato da allevatori e pescatori toscani in un anno equivale, in termini di fatturato, a circa il 12% del totale. Il pesce a marchio Coop ha una percen-tuale più contenuta, che si aggira sul 7%. In sintesi, sugli allevatori e pescatori toscani oggi si riversano in un anno ben 5 milioni di euro di acquisti da parte della cooperativa. Un volano straordinario dal punto di vista economico che ha contribuito a rigenerare uno dei settori più duri e difficili dell’econo-mia regionale toscana. v

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Foto c. valentini

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Guida alla spesa

L’Associazione nazionale coope-rative di consumatori (Ancc) e

la federazione delle aziende che ge-stiscono gli acquedotti, hanno deciso di diffondere nei punti vendita Coop i dati della composizione delle acque di rubinetto. Ci saranno locandine nel reparto acque minerali e nei video nello spazio soci dei super ed iper dell’Unicoop Firenze.

All’iniziativa hanno aderito gli acquedotti che coprono buona parte del territorio. I risultati pubblicati per ora sono di 29 comuni e riguardano le analisi di 10 parametri di tipo chimico per cia-scun acquedotto. Della maggior parte di questi si hanno dati rela-tivi al 2011 e al primo semestre del 2012, mentre di alcuni acque-dotti si hanno valori medi re-lativi ai singoli mesi di ottobre o settembre 2012. Oltre alla pubbli-cazione dei para-metri qualitativi dell’acqua, sa-ranno distribuiti opuscoli descrittivi del significato di ciascun indice pubblicato. Insomma anche l’acqua di rubinetto avrà la sua

“etichetta” come le acque in bottiglia. In questo articolo ripercorriamo il si-gnificato dei dati che saranno diffusi.

i controLLiSono previsti due tipi di controllori,

nell’acquedotto e fuori. L’ente gestore dell’acquedotto effettua numerosi controlli di routine. Periodicamente a questi controlli se ne aggiungono altri, definiti di verifica, su un numero maggiore di parametri. La frequenza di questi controlli è stabilita in base ai metri cubi di acqua fornita, calcolati sulla stima del consumo pro-capite di 200 litri al giorno. I controlli sono effettuati alla falda, all’uscita dell’ac-quedotto e alle eventuali fontanelle. Il controllore esterno sono le Asl di competenza, che eseguono controlli

periodici per accertare la qualità dell’acqua distribuita.

In caso di non conformità è pre-visto che siano presi provvedimenti a salvaguardia della salute pubblica attuando un piano preventivato, ad

esempio analisi aggiuntive più appro-fondite, una modifica dei trattamenti di potabilizzazione fino alla limita-zione o addirittura all’interruzione dell’erogazione dell’acqua. Secondo l’ultima normativa, si può richie-dere, come cittadini, «la visione delle analisi delle acque pubbliche, com-prese quelle dei laboratori del gestore dell’impianto».

Di seguito sono i parametri scelti

per la divulgazione, ma le analisi eseguite sono molte di più, tutte im-portanti sia per la valutazione della salubrità dell’acqua che per il mo-nitoraggio di eventuali improvvisi cambiamenti nella sua composizione.

I consumatori possono valutare tutti i risultati richiedendoli ai gestori, molti dei quali da tempo pubblicano i ri-sultati delle ana-lisi mensili su siti web o addirittura in bolletta.

i datiResiduo fisso o secco a 180°: è un indicatore della quantità di sali disciolti nell’ac-qua e der iva principalmente dalla presenza degli ioni sodio, potassio, calcio, magnesio, clo-ruro, solfato e bicarbonato. La legge indica un valore massimo

consigliato di 1500 mg/l. Sulla base di questo parametro si classificano le acque come minimamente minera-lizzate (fino a 50 mg/l), oligominerali o leggermente mineralizzate (fino a 500 mg/l), mediamente mineraliz-zate (fra 500 e 1500 mg/l) e ricche di sali (oltre 1500 mg/l). Valutando i risultati delle analisi, si è visto che il valore medio mensile di residuo fisso delle acque analizzate si attesta su

i Controlli

Acqua di casa miaGuida ai dati che ne definiscono la qualitàe che sono pubblicizzati nei punti vendita Coop

diMonica Gallie alessandra

Pesciullesi

o

Dalla bollettaall'etichetta

effettuati alla falda, all’uscita dell’ac-quedotto e alle eventuali fontanelle.

Potabile ovvero da bereL’acqua del rubinetto deve essere

potabile: questo significa che prima dell’erogazione è stata sottoposta a

specifici controlli, condotti con analisi di parametri microbiologici,

chimici e chimico–fisici, e risulta avere dei valori che rientrano in

quelli stabiliti dalla normativa. In sintesi, non deve in alcun modo

essere veicolo di malattie nell’immediato, ma anche avere

caratteristiche che ne permettono l’uso prolungato nell’alimentazione,

senza provocare alcun danno fisiologico. I parametri di legge e le

quantità consigliate sono definiti dal Decreto legislativo 31 del 2/2/2001,

in attuazione direttiva CE 98/83.

Foto D. tartaglia

Ecco i gestori degli acquedotti delle zone in cui operiamo e nei cui siti sono riportati tutti i dati dell’acqua che beviamo:

www.acque.net, www.flora.it, www.publiacqua.it,www.nuoveacque.it,www.geal-lucca.it

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Gennaio 2013 - Informatore - 13

acque generalmente di tipo oligomi-nerale, con valore minimo di 182 ad Agliana nel 2011. In quattro acque-dotti i valori salgono fino a poco sopra 760 (Poggibonsi, settembre 2012), ri-sultando mediamente mineralizzate.

Il residuo fisso è un parametro importante per la scelta dell’acqua, perché non caratterizza soltanto il sapore: un eccessivo contenuto in sali minerali può non essere adatto per tutte le diete.

Durezza dell’acqua: è espressa in gradi francesi (°F) e valuta la quantità di ioni di calcio e magne-sio presenti. Il valore consigliato va da 15 a 50°F. Acque leggere o dolci hanno durezza inferiore a 15°F, ac-que mediamente dure compresa tra 15 e 30°F, acque dure superiore a 30°F. Una durezza superiore pro-voca incrostazioni di calcare nelle tubazioni, in particolare negli im-pianti di riscaldamento, e richiede nel lavaggio della biancheria un elevato consumo di detersivi, mentre al contrario un’acqua molto dolce (meno 10°F) può diventare corrosiva per le tubazioni metalliche. Se l’ac-quedotto eroga un’acqua molto dura si può optare per l’acquisto di un addolcitore. Fra le acque analizzate quasi la metà risultano dure, mentre l’unica dolce risulta a Montemurlo.

Ioni ammonio, nitriti e nitrati: il loro aumento è spesso legato a un'ec-cessiva fertilizzazione del terreno: infatti, se non assorbito dalle piante per la loro crescita, il fertilizzante penetra nel terreno e contamina le acque. Nel caso dei nitrati (NO3-) il valore limite ammissibile nell’acqua potabile è pari a 50 mg/l; tuttavia, per l’alimentazione dei bambini di età in-feriore ai 6 mesi si raccomanda di non usare acqua potabile con un tenore di nitrati superiore a 10 mg per litro. I valori delle analisi pubblicate per questo parametro sono tutte inferiori a 10 ad esclusione di Scandicci, Mon-tevarchi, Sesto Fiorentino, Quarrata, Poggibonsi e Prato, con valori però sempre di molto inferiori al limite stabilito dalla normativa.

Concentrazione di ioni idrogeno (o pH): in pratica è la misura dell’aci-dità o alcalinità di un’acqua. I valori previsti dalla normativa sono com-

presi fra 6,5 e 9,5 (considerato che la neutralità è pari a 7). Tutti i valori oscillano di poco, da 7,2 a 7,9, piena-mente nella norma.

Valori di calcio (Ca++), sodio (Na+), cloro (Cl-) e fluoro (F-): si tratta di sali minerali importanti per l’organismo. Nel caso del calcio la normativa non indica alcun valore limite; si ritiene che questo sale sia consigliato sia durante le gravidanze che in età avanzata per combattere l’o-steoporosi; anche nel caso di malattie cardiovascolari non ci sono controin-

o dicazioni. Il valore del calcio non sem-pre è riferito. Per gli altri 3 sono invece indicati come valori massimi 200, 250 e 1,5 mg/l rispettivamente. Un eccesso di sodio può comportare ipertensione, mentre una carenza di fluoro è dan-nosa per la formazione di ossa e denti, ma un suo eccesso provoca la fluorosi, con formazione di macchie scure sui denti e alterazione nel processo di calcificazione delle ossa. Un valore di cloro più alto di quello indicato nella normativa, associato con un pH acido, può comportare la corrosione delle tubature.

Nei risultati di tutti gli acquedotti i valori sono molto al di sotto dei valori richiesti come limite dalla normativa per tutti questi sali minerali, con picchi più alti dei valori di sodio a Cascina e Santa Maria a Monte e di cloro a Poggibonsi.

come orientarsiPer una lettura più critica e con-

sapevole di tutti i dati raccolti, è fon-damentale aggiungere che i parame-tri delle acque potabili non possono essere fissi e immutabili, subiscono anche discrete oscillazioni, perché sono frutto della concomitanza di vari fattori, oltre che delle caratteri-stiche di partenza, quali ad esempio i periodi di siccità o forti piogge. Oltre a questo, i dati relativi ad un solo mese possono essere solo indicativi, hanno scarso valore statistico, mentre valori che riferiscono la media di sei o dodici mesi sono più significativi.

Le indicazioni sopra riportate non devono sembrare uno sterile elenco di numeri, ma vogliono favorire questa iniziativa per una lettura delle eti-chette delle acque dell’acquedotto più chiara e familiare.

Oggi, secondo la normativa vigente, a ogni cittadino è data la possibilità di valutare un prodotto importante come l’acqua che entra quotidianamente nelle nostre case. Per ragioni pratiche, i dati riportati nei punti vendita sono di qualche tempo prima e non possono seguire le variazioni repentine, che invece si ritrovano nei siti internet degli enti. Ma servono al confronto con ciò che è riportato nelle etichette delle acque in bottiglia. E questo è già utile. v

Acqua trasparenteI consumatori troveranno nei supermercati e ipermercati Coop, tabelle informative con l’indicazione dei valori dei parametri principali della qualità dell’acqua del rubinetto. I parametri saranno periodicamente aggiornati dai gestori degli acquedotti. Unicoop Firenze ha firmato accordi con le aziende che gestiscono il

servizio idrico nei comuni dove opera la cooperativa. Nel reparto acque minerali saranno distribuiti opuscoli descrittivi sul significato di ogni parametro. Informazioni sulla qualità dell’acqua del rubinetto saranno diffuse anche attraverso gli schermi video, presenti in numerosi punti vendita Unicoop Firenze. Una scelta di trasparenza, che consentirà a soci e clienti di scegliere ancora più consapevolmente e responsabilmente, in totale autonomia.È un seguito della campagna “Acqua di casa mia” lanciata nel 2010, per promuovere un uso corretto e consapevole dell’acqua del rubinetto, o di acque minerali provenienti da fonti vicine ai punti vendita, per contenere i costi ambientali dei trasporti su gomma.

l'iniziativa

La fontana di foLon in LungarnoAldo Moro a Firenze

Foto c. valentini

Foto c. valentini

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Promozioni & proposte

Delle sue proprietà e qualità si parla molto a ogni inizio sta-

gione, ma forse non tutti conoscono l’origine delle arance dolci e cosa le rende tanto speciali.

Anche se già in epoca romana si parla di una pianta detta melarancio presente in Sicilia, la coltivazione di arance dolci pare sia cominciata dopo che dei marinai portoghesi portarono questa pianta in Italia dalla Cina, nel XIV secolo; qui, soprattutto nel Sud, trovò le condizioni ideali per la sua coltiva-zione. In alcune Regioni italiane, dal Nord al Sud, il termine dia-lettale con cui viene chiamata l’arancia ricorda pr opr io q ue -sta sua origine portoghese, dal purtualli usato in alcune zone del la Pug l ia , della Calabria e della Campania, al portugaj del dialetto piemon-tese o il portugal di quello berga-masco e così via.

Le arance vengono pro -dotte nel Sud Ita-lia, soprattutto in Sicilia. In questa regione ci sono 3-4 aziende più grandi che producono circa 250 mi-lioni di chili a stagione, per azienda, e moltissime piccole aziende che con-tribuiscono ad ampliare il mercato di questo agrume.

L’arancio è un albero, alto fino a 12 metri, che produce anche 500 frutti l’anno.

Inizia a fiorire a marzo e con l’ar-rivo dell’inverno i primi frutti comin-ciano a maturare. Le prime sono le arance Bionde, seguono quelle Rosse; la raccolta di queste seconde avviene più o meno nel periodo successivo alla

prodotti

Profumodi aranceBionde e rosse, in Sicilia un mercato ampio con piccole e grandi aziende

diMelania Pellegrini

festa dell’Immacolata, l’8 dicembre.

I frutti arrivano a matu-razione a maggio inoltrato e ora anche a giugno, perché ultimamente è stata inserita nel mercato, proprio per le richieste dei consumatori, una nuova varietà di arancia tarocco che comincia a pigmentare, ad arrivare ad avere cioè il tipico colore rosso dello spicchio, solo verso aprile e viene colta quasi in estate.

Le maestranze procedono con delle forbicine a pinzettare il prodotto

per raccoglierlo e metterlo nelle casse. I frutti vengono quindi portati nelle aziende e poi nei magazzini per es-sere mandati, nel giro di pochi giorni, in tutto il mondo. L’arancia viene raccolta matura e per questo è im-portante l’esperienza e la conoscenza del raccoglitore, perché a differenza di altri frutti non matura una volta levata dalla pianta.

Una volta acquistata, si conserva per diversi giorni soprattutto se tenuta nella parte bassa del frigorifero, nelle vaschette dedicate alla frutta e alla verdura.

Una delle qualità più amate e ri-chieste dal mercato in generale e dai toscani in particolare è quella Tarocco, un’arancia fragrante e dagli spicchi caratterizzati da una pigmentazione rossa molto accentuata, un colore naturale che si deve a condizioni cli-matiche particolari e all’escursione termica tra il giorno e la notte. In particolare nella provincia di Ca-

tania, alle pen-dici dell’Etna, queste arance

assumono una pigmentazione più

decisa grazie alla vi-cinanza del vulcano: in

alcuni periodi si passa da 0 gradi della notte agli oltre 30

del giorno. Addirittura le arance dello stesso albero sono diverse se nascono nel lato rivolto al vulcano o in quello opposto, quelle verso l’Etna son più co-lorate. Per la loro particolarità, dovuta appunto alla zona di appartenenza, le arance Tarocco hanno avuto il mar-chio Igp, Identificazione geografica protetta. v

Arance Nel 2011 in Unicoop Firenze sono stati venduti circa 17.000.000 kg di agrumi di provenienza italiana, per un fatturato di 21.850.000 €. Le arance tarocco hanno rappresentato il 40% di queste vendite, per un valore di € 8.500.000 pari a circa 7.100.000 kg.

Foto c. valentini

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Gennaio 2013 - Informatore - 15

Mondo Coop

Povero sì, ma sempre ospite d’o-nore e benvenuto in ogni sta-

gione: quello ormai conosciuto come il “pesce dimenticato” sarà di nuovo protagonista della campagna di pro-mozione che per il secondo anno vede promotore Unioncamere Toscana in

collaborazione con Legapesca, Unicoop Firenze e la rete di risto-ratori di Vetrina Toscana a Tavola.

Se il primo anno era sperimentale, ora si riparte con le idee più chiare; anche grazie agli oltre 200 questionari compilati dai soci che hanno partecipato alle serate informative e di assaggio della prima edizione, come spiega Silvia Gambaccini, biologa della Coopera-tiva Aplysia che dal 2011 coordina il progetto “Pesce dimenticato”: «I questionari ci hanno svelato dati ina-spettati: se mediamente il pesce viene consumato due volte a settimana, gli uomini lo cucinano più spesso delle donne e sono maggiori consumatori di specie non comuni nell’84% dei casi contro il 70% delle donne. Oltre l’80% degli intervistati ha sentito par-lare di pesce povero, ma la familiarità con alcune specie come sugarello o il potassolo è scarsa».

mArChio Coop

Una garanzia per tutti!Sono oltre 3.500 le referenze a marchio

Coop alimentari e non, circa 500 i for-nitori che per il 90% sono italiani, mentre il 35% proviene dal movimento cooperativo.

Una vasta e diversificata proposta che si fregia di valori quali convenienza, bontà, sicurezza, etica ed ecologia. Tutti i prodotti a marchio Coop hanno (per capi-tolato di produzione) un obbligo di controlli chimici che sono affrontati con laboratori sul territorio nazionale, verificati e sorve-gliati dal laboratorio interno. Inoltre oggi tutti i prodotti Coop sono coperti da una certificazione esterna che veri-fica e attesta l’af-fidabilità del me-todo di controllo. Il controllo della filiera produttiva è totale dagli anni Ottanta per carni e ortofrutta, con-trollo arrivato poi su quelle dell’olio extravergine, dei salumi, latte fre-sco, uova, derivati del pomodoro, prodotti bio e i prodotti ecolabel extralimentari, i solidal.

Dal 1980 Coop ha eliminato i coloranti e ridotto l’uso di additivi, introducendo standard di cautela per raggiungere livelli di maggiore sicurezza. Standard che negli anni si sono ampliati per far fronte a nuovi rischi. Le relazioni con università e istituti di ricerca, i contatti consolidati e specifici consentono a Coop di tracciare linee guida sempre aggiornate rispetto a temi sensibili quali allergeni, ogm, micotossine. La storia e il lavoro costante consentono di avere sicurezza per i prodotti di oggi e avere uno sguardo attento a domani. v

FiORFiORE iN CUCiNA100 pagine di ricette

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Un nuovo strumento di comu-nicazione per valorizzare l’espe-rienza e la competenza di Coop in campo alimentare e i valori che da sempre la contraddistinguono. v

pesCe

“Povero” di qualitàProsegue il progettosul pesce dimenticato.I test. I nuovi 4

I dati incoraggianti sono che il 65% degli intervistati è pronto ad ac-quistare specie non conosciute e l’80% è curioso di provare nuovi sapori di mare, in particolare se consigliato al banco: «Il rapporto con Unicoop Firenze - aggiunge Gambaccini –, dà al pesce povero una vetrina impor-tante e un contatto con i soci e clienti, anche grazie alla professionalità e al rapporto di fiducia con gli addetti

al banco pesche-ria». Per soddi-sfare i più curiosi, in questa se-conda edizione le specie propo-ste passeranno dalle 11 dello scorso anno a 15, con l’aggiunta di murena, grongo, torpedine e la-certo, un pesce azzurro detto an-che pesce cavallo.

Gli incontri divulgativi con le sezioni soci rimarranno un appuntamento f isso del pro-gramma, men-

tre i nuovi protagonisti sono 11 istituti alberghieri toscani dove si terranno seminari pensati per i cuochi del do-mani: ogni istituto organizzerà un pranzo a base di pesce dimenticato e ospiti d’onore e della giuria saranno i ristoratori della rete Vetrina Toscana. Per ogni pranzo verrà eletto il piatto migliore tra i 5 presentati con un premio finale per l’istituto migliore come per ricetta, presentazione e ser-vizio. La stagione sarà all’insegna di ricette ad hoc, dalle classiche alici marinate al meno noto ma apprezza-tissimo potassolo fritto, passando per un appetitoso carpaccio di palamita. Il tutto offerto fresco di giornata e, naturalmente, innaffiato da un buon vino bianco! i www.pescepovero.it

Le speciePesce sciabola, Sugarello bianco,

Sugarello nero, Muggine, Muggine ramato, Acciuga, Sardina, Razza di

sabbia, Palamita, Potassolo, Polpo di sabbia, Murena, Grongo, Torpedine,

Lacerto.

diSara Barbanera

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Guida alla spesa

È stata la cooperativa agricola più colpita del modenese: si chiama

Italfrutta, quasi 300 soci, oltre 5 milioni di danni, fortunatamente nessuna vittima. In questo grande progetto ci sono anche loro, accanto a tutti gli altri agricoltori mobilitati: si chiama “Pere Abate dell’Emilia, buone anche per ricostruire” ed è un’iniziativa gestita da Coop in part-nership con i produttori di pere dell’E-milia. Fino al 31 marzo sugli scaffali di tutti i punti vendita Coop acquistando queste pere, soci e clienti potranno contribuire ad alleviare il peso del disastro che ha colpito quella regione. In particolare 0,30 centesimi (0,15 da parte dei fornitori e 0,15 da Coop) per ogni chilo venduto verranno devoluti alle popolazioni colpite dal sisma per contribuire nel più breve tempo possi-

bile al ripristino di luoghi di incontro e strutture di servizio delle zone colpite dal terremoto (scuole, asili, case per anziani…).

iL croLLoLa prima scossa, quella della notte

fra il 19 e il 20 maggio, non fece danni né vittime in quell’angolo di San Felice sul Panaro nel modenese, dove ha sede Italfrutta. La seconda, una set-timana dopo, ha devastato strutture, capannoni, fatto crollare mura. «È la cooperativa di riferimento di quell’a-rea, non ci sono state vittime solo per un caso, perché a fine maggio non c’è ritiro dei prodotti raccolti», racconta Pier Giorgio Lenzarini, presidente del Consorzio Alegra, una presenza di grande rilievo in regione. Quasi 6500 soci, la maggior parte dei quali (6000) organizzati da Agrintesa di Faenza, un fatturato di 160 milioni. Fra le tre cooperative che ne fanno parte c’è proprio Italfrutta. La mancanza di vittime è stata quasi un miracolo: «La

A tutta birraL’assortimento di birra a marchio Coop, si è arricchita di due nuove

proposte di Birre Speciali che appartengono al mondo Fior Fiore. Sono sempre prodotte da Pedavena, in provincia di Belluno, con caratteristiche di grande qualità delle materie prime (l’acqua utilizzata, proveniente dal bacino delle Prealpi Venete, il malto quasi esclusivamente

italiano e i migliori luppoli accuratamente selezionati e lavorati) e da

specifici processi di lavorazione. La birra doppio malto chiara Fior Fiore è infatti ottenuta con lunghi tempi di fermentazione e di maturazione. Questo lento affinamento le conferisce un sentore floreale di luppolo e malto, un corpo deciso e rotondo, un gusto pieno ed equilibrato. Invece la birra doppio malto ambrata Fior Fiore Coop affianca ai lunghi tempi di fermentazione e maturazione, l'utilizzo e la selezione dei migliori malti tostati. Questo le dona un corpo deciso e rotondo, un gusto abboccato e armonioso, in cui si fondono, creando un piacevole equilibrio, note di miele e di malto d’ orzo.Disponibile negli iper, superstore e super più grandi.

seconda, devastante scossa, arrivò di giorno. I soci stavano già cercando di rimettere in sesto alcune strutture ma sono rimasti illesi. Poco distante, un centinaio di metri più in là, in un’altra azienda, il crollo di un tetto al contrario per qualcuno è stato fatale».

pronti a ripartireItalfrutta è un ammasso di mace-

rie e capannoni che non stanno più in piedi. Perso anche l’impianto fo-

tovoltaico messo da poco. Arri-vano i Vigili del fuoco, tolgono l’agibilità. I soci sono lì, impietriti e sgomenti per l’assenza di pro-spettive. Ma dura poco. Le piante, la fonte del loro core business (cuore operativo del l’az ienda), sono tutte salve. Si ricomincia da qui. «La solida-rietà è scattata subito, perché la cooperativa

aveva strutture inagibili per acco-gliere la raccolta dei frutti ed era vitale garantire la continuità produttiva». E allora ecco che la cooperativa vicina ha messo a disposizione le proprie celle frigorifere, quell’altra le sale per la lavorazione, qualcun altro si sta oc-cupando adesso della commercializ-zazione e degli imballaggi. Italfrutta resta aperta, e i soci scaricano i loro prodotti dentro una fitta, efficientis-sima rete creata da altri.

Quella di Italfrutta è una delle tante storie esemplari dell’Emilia. Questa regione ha una specie di dna tutto suo. Una forza collettiva quasi genetica, impostata per la ripartenza. «Questa è la risposta per la prima campagna di raccolta – prosegue Lenzarini -. Italfrutta si risolleverà perché è finanziariamente solida e i soci ci credono, non verrà spezzata da questi eventi». Insomma, su le maniche e via a ricostruire. A questo progetto collettivo vuole contribuire anche il progetto Coop. v

emiliA

Pereper ricostruireFino al 31 marzo proseguel’iniziativa di solidarietàper la regionedevastata dal terremoto

Fior FiorE

diLaurad'ettole

Foto c. valentini

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Gennaio 2013 - Informatore - 17

Mondo Coop

diMelania

Pellegrini

novitÀ

Pannolini economici ed ecologiciSugli scaffali si potranno tro-

vare due nuove tipologie di pannolini. Una linea di panno-lini è di alta qualità ma molto economica, i Baby Pan, l’al-tra è composta da pannolini ecologici e compostabili, gli Ecopiù.

Baby Pan è la nuova linea di pannolini di alta qualità e assorbenza a un prezzo con-correnziale, sotto i 5 euro a confezione, in vendita in esclusiva nei negozi di Unicoop Firenze (a gennaio ancora più conveniente perché in promo-zione). Il punto di forza di questi pannolini è la loro alta assorbenza che lascia la pelle dei bambini asciutta. Questo grazie ai materiali da cui sono composti, dal tampone assorbente, realizzato in fluff di cellulosa vergine, al tessuto non tessuto idrofilo usato per il rivestimento interno.

Le nuove linguette elastiche, riposi-zionabili, in velcro rivestite di tessuto non tessuto, danno al pannolino una perfetta vestibilità e grande libertà di movimento, sensazione molto importante per i bam-bini che li indossano. Le barriere laterali pensano poi alla tenuta contro sgradite fuoriuscite. Il cuore assorbente a zone dif-

ferenziate aumenta la velocità dei liquidi garantendo così l’asciutto perfetto. Un ottimo comfort è dato anche dal tessuto esterno che è soffice e traspirante.

Si possono trovare nelle seguenti taglie: junior, da 4 a 9 chili, midi, da 7 a 18 chili, maxi, dai 12 ai 25 chili ed extra large,

adatti ai bimbi dai 15 ai 30 chili. Gli Ecopiù sono il frutto della

ricerca di un’azienda pratese, la Wip, che ha lo stabilimento produttivo nel Casentino. La Wip realizza prodotti per uso igienico-sanitario, ipoallerge-

nici e biodegradabili. Le materie prime utilizzate per creare questi pannolini derivano da risorse rinnovabili, in particolare dagli zuccheri complessi ottenuti dalla fermentazione di amido vegetale, alternativi alle plastiche otte-

nute con il petrolio; le fibre derivano dalla gestione

agricola o forestale di tipo biologico; nessun prodot to contiene cloro. Sono panno-lini certificati sia dal punto di vista delle allergie, dalla Astma-Allergic Danmark, sia

come prodotto com-postabile, dal Consor-

zio italiano compostatori, garantendo così salubrità

per i bambini e rispetto per l’ambiente.

Il fatto che siano com-postabili non solo aiuta l’ambiente guardando a un futuro ecosostenibile, ma

aiuta anche le tasche dei genitori in quei Comuni dove la raccolta differenziata viene premiata e chi differenzia di più paga meno tasse sulla nettezza.

I pannolini Ecopiù sono disponibili nelle taglie mini, in confezione da 24 pezzi, junior, 18 pezzi, midi, 22 pezzi, maxi, 20 pezzi. La confezione è trasparente e vuole rappresentare la filosofia aziendale della completa “trasparenza” nei confronti dei consumatori.

Per finire proprio sul tema della tra-sparenza è molto interessante il progetto

“Fabbrica Aperta”: chiunque voglia, potrà visitare lo stabilimento della Wip e il suo centro didattico, visionare e toccare con mano i materiali innovativi utilizzati per produrre i pannolini compostabili. v

diMelania

Pellegrini

Pannolini economici ed ecologiciSugli scaffali si potranno tro-

vare due nuove tipologie di pannolini. Una linea di panno-lini è di alta qualità ma molto economica, i Baby Pan, l’al-tra è composta da pannolini ecologici e compostabili, gli Ecopiù.

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garantendo così l’asciutto perfetto. Un ottimo comfort è dato anche dal tessuto esterno che è soffice e traspirante.

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adatti ai bimbi dai 15 ai 30 chili. Gli Ecopiù sono il frutto della

ricerca di un’azienda pratese, la Wip, che ha lo stabilimento produttivo nel Casentino. La Wip realizza prodotti per uso igienico-sanitario, ipoallerge-

nici e biodegradabili. Le materie prime utilizzate per creare questi pannolini derivano da risorse rinnovabili, in particolare dagli zuccheri complessi ottenuti dalla fermentazione di amido vegetale, alternativi alle plastiche otte-

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agricola o forestale di tipo biologico; nessun prodot to contiene cloro. Sono panno-lini certificati sia dal punto di vista delle allergie, dalla Astma-Allergic Danmark, sia

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zio italiano compostatori, garantendo così salubrità

per i bambini e rispetto per l’ambiente.

Il fatto che siano com-postabili non solo aiuta l’ambiente guardando a un futuro ecosostenibile, ma

aiuta anche le tasche dei genitori in quei Comuni dove la raccolta differenziata viene premiata e chi differenzia di più paga meno tasse sulla nettezza.

formAggi

Gorgonzola e Maccagno Fior fiore Il gorgonzola dolce dop della linea Fior

fiore è prodotto da Santi, un’azienda casearia del Novarese specializzata nella produzione di questo formaggio. Nasce nel cuore della zona di produzione del gorgonzola dop: Novara, Vercelli, Cuneo,

Biella, Verbano Cusio Ossola e il territorio di Casale Monferrato per il Piemonte e Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Milano, Monza, Pavia e Va-rese per la Lombardia. Il prodotto Coop si distingue per la dolcezza e per una consistenza estremamente cremosa, ri-sultato di una lavorazione attenta che rispetta la tradizione: dal taglio della ca-gliata alle operazioni manuali di messa in forma (moulé à la louche) e salatura, tutti passaggi che, permettendo di trattare la cagliata in modo dolce e senza traumi, mantengono le qualità del latte e garanti-scono quel sapore unico e inconfondibile.

Per godere al massimo della cremo-sità del gorgonzola dolce, è bene toglierlo dal frigorifero almeno mezz'ora prima di consumarlo.

Il formaggio maccagno rappresenta un cru di eccellenza della toma della mon-tagna biellese. Prende il nome dall'Alpe omonima che si trova sotto il Monte Cos-sarello, a nord di Biella. La produzione del Maccagno prese avvio nelle valli ad est del territorio biellese, successivamente la pra-tica si diffuse in tutta la provincia di Biella. Era il formaggio prediletto dalla regina Margherita di Savoia e da Quintino Sella, ministro del Regno d'Italia. Si caratterizza per odore e aroma molto delicati di panna

e burro, con un sapore dolce e gradevole. v

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18 - Informatore - Gennaio 2013

Gastronomia

Antipasto Primo Secondo DolceinsaLata di Finocchi e aranceIngredienti: un bel finocchio con la sua infiorescenza; 2 arance di media grandezza; sale, olio e pepe nero.Sbucciare le arance, tagliarle a fette e dividerle a metà; affettare finemente il finocchio, lasciando da parte l’infiorescenza, tritata grossolana. Mescolare arance e finocchi, condire con olio e sale e lasciar riposare almeno 30 minuti: servire cospargendo con il trito di infiorescenza e con una macinatina di pepe fresco.Per questa ricetta scegliete un finocchio tra quelli più

“panciuti”, popolarmente chiamati “femmine”. Per le arance, sono preferibili le

“bionde”: se di buccia molto sottile, potrete anche usarle intere, naturalmente dopo essere state accuratamente lavate.

menÙ per tUtte le stAgioni

Il menù dell’invernoDa questo mese parte una nuova rubrica, “Menù per

tutte le stagioni”, a cura di Donatella Cirri, con una caratteristica particolare: i menù presentati saranno com-posti da ricette facili da preparare, adatte anche a chi ha poca dimestichezza con i fornelli, veloci per chi non vuole o non può stare tanto in cucina, ed economici, qualità apprezzatissima a questi “chiari di luna”.

i teMPiPer ottimizzare i tempi di preparazione di questo menù, tenete presente che il pollo potrà essere preparato con largo anticipo, anche il giorno prima. Quindi iniziate preparando l’antipasto e il dolce; mentre si scalda l’acqua della pasta, preparate verdure e condimento; quando siete al secondo, mettete il dolce in forno per averlo pronto al momento giusto.Buon appetito!

spaghetti con cavoLo e patateIngredienti: gr. 300 di spaghetti del tipo più grosso; gr. 100 di cavolo nero; 3 patate; 6 cucchiai di olio extravergine di oliva (del tipo per condire); gr. 50 di parmigiano grattugiato; gr. 50 di pecorino grattugiato.Mettere sul fuoco l’acqua per la pasta in una pentola piuttosto capiente: quando bolle, oltre al sale, buttate le foglie di cavolo nero tritate e le patate sbucciate e tagliate a fettine sottili, insieme agli spaghetti. Quando saranno cotti, scolare il tutto e condire in una zuppiera con l’olio e i formaggi: girare velocemente e servire subito.Per quel che riguarda il cavolo, sono indicate le foglie più piccole, private del gambo e sminuzzate grossolanamente, o le cimette se le trovate, quelle per intendersi da mangiare in insalata.Il pecorino secco si trova già grattugiato in bustine.Questi spaghetti vanno mangiati subito; se avanzano, conservateli in frigorifero e, il giorno dopo, saltateli in padella con l’aggiunta di un po’ di olio e di formaggio.

petto di poLLo con porrie FUnghiIngredienti: gr. 300 di petto di pollo tagliato a bocconcini; un bel porro; un cucchiaio di trito di aglio e prezzemolo; un sacchetto di funghi misti secchi; 6 cucchiai d’olio; un cucchiaio di farina; sale e pepe nero.Mettere i funghi a mollo in una tazza di acqua calda. In un tegame, soffriggere il porro tagliato finemente a fettine: quando sarà ben insaporito, unire il trito di aglio e prezzemolo e il pollo leggermente infarinato facendolo indorare bene a fiamma viva (attenzione a non bruciarlo!); quindi unire i funghi con metà della loro acqua, coprire e abbassare la fiamma, cuocendo per cinque minuti e facendo attenzione che non attacchi (se necessario, aggiungere acqua). Servire ben caldo.I funghi secchi sono un po’ costosi: si trovano in vendita delle bustine di funghi mesti, non solo porcini, ottimi per questa e altre ricette. L’aglio e il prezzemolo tritati insaporiscono e valorizzano molte ricette: è conveniente averne sempre a disposizione per cui, quando vi avanza un po’ di tempo, tritatene un bel po’ e conservatelo in frigorifero coperto di olio; se il gusto dell’aglio non dovesse piacere, preparare solo il prezzemolo.

Fette di panecon Le meLeIngredienti: 4 fette di pane, meglio se raffermo; 2 mele, preferibilmente del tipo

“renette”; 2 cucchiai di uvetta; un cucchiaio di pinoli; 2 cucchiai di zucchero; gr. 20 di burro; un pizzico di cannella.Tostare leggermente le fette di pane, strusciarle con metà burro e disporle in una pirofila. Disporre sopra ciascuna delle fettine di mele (meglio se sbucciate), dei fiocchetti di burro, un po’ di zucchero, i pinoli e l’uvetta sciacquata precedentemente in acqua calda e ben scolata. Passare nel forno a 180°C per 10/15 minuti, finché le mele non si saranno ammorbidite, spolverare con un po’ di cannella e servire caldo.Questo dolce vi darà l’idea dello strudel, fatto con poca spesa e poco tempo. Per quel che riguarda le mele, potrete comunque usare il tipo che preferite o che avete a disposizione, anche se un po’

“passate”. Un consiglio: il pane avanzato, tagliatelo a fette e conservatelo nel freezer; al momento di usarlo basterà scongelarlo nel microonde o nel forno normale (10 minuti a 50/100°C): lo avrete pronto per questa e per molte altre ricette (zuppe, crostoni ecc…).

Gli ingredienti, tutti stagionali, saranno reperibili con molta facilità in qualsiasi punto vendita di Unicoop; le dosi si intendono sempre per quattro persone.

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Gennaio 2013 - Informatore - 19

Mondo Coop

Marco Stabile è il titolare, in-sieme a Luca Bellandi, del risto-

rante Ora d’Aria di Firenze, che si trova adesso a due passi da Ponte Vecchio, dopo i primi anni in via Ghibellina, da cui il nome che ricorda l’ex carcere delle Murate, che si trovava proprio di fronte. Il locale ha conquistato lo scorso anno la prima stella, nella prestigiosa guida Michelin, un rico-noscimento che lo pone nel cerchio ristretto della ristorazione italiana di qualità. Marco è stato, fra l’altro, il primo cuoco a partecipare al rin-novato progetto di “Cene Galeotte”, che Unicoop Firenze sostiene, e che si svolge nel carcere di Volterra. In questa intervista lo chef si racconta, partendo dai ricordi di quando era piccolo, fino ai suoi progetti per il futuro.

Come è nata l’ideadi fare il cuoco?Da piccolo, non ho potuto giocare

a calcio con i miei compagni, per pro-blemi di salute; per questo, ho passato giornate intere con mia mamma En-rica, grande cultrice del cibo, che mi ha trasmesso questa passione. Da lì mi è venuta l’idea di sposare la cucina per la vita.

Come ricordi gli annidella scuola alberghiera?Bei tempi! Detto così sembra si-

ano passati cento anni, ma i ricordi sono vivi e pieni di emozioni. Erano le prime sfide ai fornelli, i primi contatti con gli ingredienti.

Quanto è importanteper un cuoco cambiare posto di lavoro per fare esperienza?È importantissimo! Girare, viag-

giare, avere esperienze all’estero, apre la mente, amplia la nostra “biblioteca” dei sapori e delle idee. Abbiamo sem-pre da imparare da tutte le culture, le tradizioni gastronomiche sono tutte affascinanti per un cuoco.

Cuoco e ristoratore: quali sono le differenze fra i due mestieri?Enormi: ho fatto entrambe le

professioni, e adesso le faccio in con-temporanea! Essere ristoratore è una grande responsabilità, oltre che un

rischio quotidiano. Il mio lavoro non termina mai, devi stare attento a tutto, anche all’espressione del tuo viso... Devi essere trascinatore, padre, fratello, istigatore, ricercatore…

Un aneddoto bellodella tua carriera…Il pranzo a Badia a Passignano

per l’allora presidente (in realtà solo la moglie) Bill Clinton. Emozionante vedere il dispiegamento di forze, le guardie del corpo che assaggiano le preparazioni. Fu molto divertente quando, dopo aver preparato l’impos-sibile, la signora chiese un’insalata caprese fuori carta...

Cosa significa avere successo nella tua professione?Vuol dire abbracciare il proprio

territorio, capire che stai valorizzando i produttori intorno a te, il turismo gastronomico della tua città; quindi crei lavoro per tutti, in una siner-gia incredibile. È anche una grande responsabilità, non puoi sbagliare perché sei sempre sotto i riflettori. La più grande soddisfazione è avere il ristorante sempre pieno di persone che ti salutano sorridendo!

Firenze a tavola: pregi e difetti per chi fa il tuo lavoro…La città è conservatrice, ma si sta

aprendo. C’è molta ristorazione turi-stica, come potrebbe non esserci in una città meravigliosa come Firenze? La qualità si sta alzando, grazie anche al nostro sindaco che valorizza la gastronomia, e ha capito che per la no-stra città è un patrimonio importante.

Quali sono i piatti che più ti rappresentano?

Uno su tutti: l’uovo e la gal-lina, i riti delle nonne toscane. Questo piatto racconta i suc-culenti pranzi delle feste di mia nonna dove al centro di tutto era la gallina (rigorosamente allevata da lei!)

e le sue interiora: fegatini, uova em-brionali, collo ripieno.

La tua esperienzaalle Cene Galeotte…Volterra: una grande esperienza,

i carcerati mi hanno allietato con le preparazioni dei loro paesi di origine. È stato fenomenale condividere con persone così segnate dalla vita un’e-sperienza culinaria, dove eravamo tutti uniti, al di là dello stato sociale.

Isola della Gorgona: più difficile lavorarci, è stata dura. Ma ricordo con affetto la grande volontà dei detenuti, che si sono alzati alle sei di mattina, pur di fare un pranzo con i fiocchi.

Prospettive e novità per il 2013…Le nostre intenzioni sono molte-

plici, i progetti tanti. Intanto posso dirvi che c’è gran fermento nella mia cucina. A breve ci saranno altri piatti, toscani e moderni allo stesso tempo. Continua la marcia alla ricerca di una nuova cucina toscana. v

diLeonardo romanelli

intervistA Con lo Chef

L'uovoe la gallinaMarco Stabile, cuocoe ristoratore fiorentino

14 ricette in videoSeguici sul canaledi Unicoop Firenze

Nella playlistLe nostre ricetteTante preparazioni seguite passo passo

Marco Stabile Foto c. valentini

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24 - Informatore - Gennaio 2013

a cura di valentina vannini

covercianolezioni Di PitturaCorso di pittura con il maestro Gabriele Panerai per apprendere le tecniche pittoriche secondo il metodo usato nelle vecchie botteghe d’arte fiorentine. Presentazione il 14/1, alle 20.30, nella saletta soci Coop, in via Del Clasio 15 (ang. via del Bargeo). Il corso si terrà il lunedì e il mercoledì, dalle

20.30 alle 22.30. Costo mensile per sedici ore euro 120; soci Unicoop Firenze euro 100. Prima lezione gratuita.i Gabriele 3292198352

- Paolo 3388641798a teatro Da PiccoliDal 10/1, nella sala soci Coop di via Salvi Cristiani, corso di avviamento al teatro per bambini delle scuole elementari. Il corso, a cadenza settimanale, durerà cinque mesi e sarà tenuto dall’attrice

canto in coroIl 14/1, dalle 16.30 alle 18, inizia il corso di canto corale con il maestro Ippolita Nuti nella sala soci Coop di via V. Emanuele 192/A. Il corso è aperto a tutti. Costo diciotto lezioni euro 70.viaggi Da soci Il 1°/2, alle 17, nei locali della sezione soci Coop, in via V. Emanuele 192/A, presentazione del programma dei viaggi per l’anno 2013 promosso dalla sezione soci con Argonauta Viaggi. Al termine della serata rinfresco. Ingresso libero.

i sezione soci 0554376343, lun. e ven. 10-12;mar. e gio. 17-19 (è in funzione una segreteria telefonica); [email protected]

ponte a grevela “firenze romana”Dal 26/1 al 3/2, nello spazio eventi del Centro*Ponte a Greve, la mostra “Firenze Romana” a cura del Gruppo archeologico fiorentino, realizzata con la sezione soci e il centro commerciale. L’esposizione pone l’accento sulla storia della colonia romana di Florentia e ricostruisce lo sviluppo della città fino agli inizi del Medioevo, con particolare riferimento all’area di San Lorenzo a Greve. Nelle vetrine saranno esposte alcune riproduzioni di oggetti usati all’epoca, fotografie con ricostruzioni in 3D e plastici di alcune scene in miniatura.i Lun.-ven. 15.30-18.30; sab.-dom. 10-12 e 15.30-18.30

ArezzoarezzoPomeriggiDei saPeriCiclo d’incontri con il Gruppo di maniera e innovazione. A gennaio “L’amore per la pittura”, cinque incontri settimanali per conoscere le basi della tecnica di pittura a olio, il lunedì e/o martedì, dalle 17 alle 19, nella sala soci dell’ipercoop di viale Amendola. Incontro organizzativo, solo per gli iscritti, l’8/1 alle 17, nella sala soci Coop di via Veneto. Max. 12 iscritti. Richiesto un contributo di 35 euro che andrà a sostegno de Il Cuore si scioglie.i Iscrizioni punto soci

s.o.s. elettricitÀIl 21/1 recupero dell’incontro

“Electric City: emergenza elettricità! Come si accendono le lampadine?”, laboratorio ludico-didattico dedicato ai bambini dai 9 agli 11 anni con l’ass. Alcedo. Dalle 17 alle 19, nella sala soci dell’ipercoop di viale Amendola. Iscrizione obbligatoria al laboratorio (max. 12 iscritti); ingresso libero per la prima parte dell’intervento. Richiesto un contributo di 5 euro a bambino partecipante al laboratorio che andrà al progetto in Perù per il Mantoch, movimento di auto-organizzazione di bambini e adolescenti lavoratori, sostenuto da Il Cuore si scioglie.i Iscrizioni punto soci Coop via Veneto 0575908475mar. e gio. 16.30-18,30; ipercoop v. le Amendola 0575328226 lun.-mer. 16.30/18.30; sab. 10/12teatro D’argentoA gennaio partono gli appuntamenti del “teatro

d’argento”, il laboratorio teatrale dedicato a tutte le persone over 65 con la Libera accademia del teatro di Arezzo. Un modo per stare insieme creativamente, e un’ottima e divertente ginnastica per la mente! Il gruppo lavorerà su un tema specifico, collaborando con danzatori, scrittori e musicisti. Il laboratorio, aperto a tutti, prevede un incontro di due ore da gennaio a maggio, il lunedì, dalle 17.30 alle 19.30, oppure il mercoledì, dalle 10.30 alle 12.30 (in base alle preferenze degli iscritti), nella sede della Libera accademia del teatro, in p.za SS. Annunziata 1, ad

Arezzo. Costo mensile 50 euro; soci Unicoop Firenze 35.i Iscrizioni 3292249233-057526686. Segreteria Libera accademia del teatrolun., mar., mer., ven. 16.30-19;[email protected];[email protected]

FirenzeLe piaggePesce in cucinaPosticipato a gennaio il corso di cucina “Pesci, molluschi e crostacei nel nostro piatto” con il prof. Francesco Lucibello. Appuntamento dal 22, per i quattro martedì consecutivi, alle 20.30, allo spazio Reale di San Donnino. Costo euro 70. i Prenotazioni punto sociLe Piagge 0553427372o Antonio, 3481624421

Elena D’Anna, con tanto di saggio finale.i Iscrizioni punto informazioni Coop di via Salvi Cristiani

riFrediDagli etruschial rinascimento Corso di cucina “Dagli Etruschi al Rinascimento” con la cuoca storica Donatella Cirri, il 17-24-31/1 e il 7/2, ore 19-22, nei locali di via V. Emanuele 192. Costo 80 euro.i Prenotazioni Gabriella 3398608399 Telefonare ore pasti

senza glutineLezioni di cucina senza glutine, sala soci Coop, via V. Emanuele 194/A, il 4-11-18-25/2 e il 4/3, dalle 19.45 alle 21.45.i Iscrizioni Aic (Ass. italiana celiachia) Toscana, ore 9-13, 0558732792; Laura ore 13-15.30, 3460050154; [email protected] toscanimeno notiIl 25/1, alle 21, nella sala soci Coop in via V. Emanuele 194/A, serata dedicata ai vini meno noti della Toscana con degustazione guidata dai sommelier Sabrina e Simone, e stuzzichini del ristorante Il Maccherone di Doccia. Costo euro 20; max. 25 partecipanti. Parte del ricavato andrà a Il Cuore si scioglie.i 3398426143o punto soci Coop

Lo sfogliabile del libro sulla storia della Cooperazione di Consumo in valtiberina, a cura di Stefania Boschi, pubblicato per il 25° anniversario della Coop di Sansepolcro:www.coopfirenze.it/sezionisoci/sezioni/38

Dalla carta al web

Socialità

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Gennaio 2013 - Informatore - 25

motoria di 5 km. Ritrovo, alle 8, allo stadio di atletica E. Zatopek, via di Gramignano 151/153, a Campi Bisenzio. Dettagli e iscrizioni: Stadio E. Zatopek, fax 055891387-0558952507. Iscrizioni anche la mattina fino alle 8.45 al luogo di partenza. Per la classifica delle società a partecipanti, iscrizioni entro il 19/1, alle 23. Quota d’iscrizione euro 4; una parte andrà a Il Cuore si scioglie.

certaLdoPrimo soccorsoLa sezione soci con il comitato locale della Croce rossa italiana (Cri), e il patrocinio e la collaborazione del Comune, l’Asl 11 dipartimento emergenza urgenza 118 e la

Società della salute di Empoli, propongono un corso base di educazione sanitaria al primo soccorso, gratuito e aperto a tutti, per imparare cosa fare e non fare in caso di incidente. Presentazione e inizio corso il 10/1, alle 21.15, nella saletta delle riunioni del Comune di Certaldo, in via 2 giugno. i Iscrizioni Cri Certaldo, via XX settembre, 0571667034, [email protected]

resPira nel corPoDal 16/1, per cinque mercoledì, alle 21, nella sala soci Coop di Firenze, in viale Talenti 94/96, “Respira nel corpo”, corso sensoriale per prendere consapevolezza del proprio corpo attraverso il respiro. Il 10/1, alle 18.30, nello spazio Ops del Centro*Ponte a Greve, presentazione del corso con aperitivo sensoriale. Gradita prenotazione. Costo del corso 45 euro, 5 dei quali andranno a Il Cuore si scioglie.i [email protected]; Margherita 3393755580; Daniele 3933902949

tango che PassioneOgni due sabati al mese, dalle 16.30 alle 18, lezioni gratuite di tango argentino al Centro*Ponte a Greve, dedicate ai soci Unicoop Firenze, con i maestri Giuseppe e Cristina Salerno, direttori della scuola di ballo Passion de Tango, Scuola Stabile di Tango Argentino di Scandicci, in via IV Novembre 10/A. Prossime date: 19 - 23/1; 9 - 23/2; 9 - 23/3; 6 - 20/4; 4 – 18/5. Per i soci Unicoop Firenze che s’iscriveranno successivamente ai corsi presso la scuola, sconto di 10 euro sull’iscrizione annuale.

Provinciadi Firenzebarberino di mUgeLLo la buona comunicazioneDall’ultima settimana di gennaio a marzo la sezione soci Coop, con la dott.

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borgo san LorenzoDolci Per le festeCucina senza glutine con la chef Ornella Bagnoli al circolo Il Paese di Vicchio, viale Beato Angelico: il 12/1, dolci di Carnevale; il 16/2 dolci di Pasqua. Dalle 15 alle 18. In ogni serata saranno cucinati anche pane e pizza. Il ricavato andrà all’Associazione italiana celiachia (Aic) onlus Toscana.i Iscrizioni Anna 3471104925; Adelaide 3478120664; Aic 9-13, 0558732792; Laura 13-15.30,3460050154 o [email protected]

FigLine vaLdarno/rignano sULL'arnoa lezioneDi comPuterDopo il successo della I edizione, parte il 14/1 un nuovo corso d’informatica al Circolo Arci di Rignano sull’Arno. Il corso sarà condotto dal dott. Salvatore Paone e verterà su: Word, funzionalità intermedie e avanzate; Power Point; fotoritocco; effetti speciali, estensioni per la stampa. Dieci lezioni, il lunedì e giovedì, dalle 21 alle 23, con una pausa di 15 minuti. Costo euro 40; max. 12 persone. i Iscrizioni bar circolo Arci di Rignano, dalle 16 alle 23

Le signeconoscere firenzeIl 19/1, alle 17, allo spazio soci dell’ipercoop di Lastra a Signa, incontro con la dott.ssa Cristina Bonavia in preparazione della visita del 26/1 alla chiesa del Carmine, alla cappella Brancacci e alla chiesa di San Gaetano. Un’icona per Il Cuore – Il

9/1, alle 16, allo spazio soci dell’ipercoop di Lastra a Signa, incontro con la pittrice Maria Grazia Moretti, autrice dell’icona raffigurante l’Arcangelo Gabriele, che sarà consegnata al vincitore della lotteria organizzata nell’ambito delle iniziative per Il Cuore si scioglie, per illustrare la storia, le tecniche e la simbologia relative a questa antica tecnica pittorica.

comunicarein Pubblico Aiutare le persone ad affrontare efficacemente la comunicazione in pubblico. Questo lo scopo degli incontri di gruppo, il 7-14-21/1, dalle 20.45 alle 22.45, nella sala soci Coop dell’ipermercato di Lastra a Signa, via S. Maria Castagnolo 5, con la counselor Anna Pecorini. Costo 35 euro.i www.creative-counseling.it;3273282562

scandiccinella storiae nell’arteQuattro incontri con lo storico dell’arte Marco Gamannossi. L’11/1, alle 17.30, nella sala soci Coop di Scandicci, via Aleardi 1, incontro su “Breve storia di Scandicci, dalla tarda classicità all’Unità d’Italia. Dall’origine del suo nome al 1870, dal suo primo insediamento al trasferimento della sede comunale”. Il 19/1, alle 18, visita all’Abbazia di Badia a Settimo; alle 20, cena medievale in Abbazia (costo euro 22, prenotazione obbligatoria entro il 15/1). Il 25/1, alle 17.30, sempre presso la sezione soci, “Le principali chiese di Scandicci: San Bartolo in Tuto, Santa Maria a Greve, San Martino a Scandicci, San Giusto a Signano, San Giuliano a Settimo, San Colombano, Sant’Alessandro a Giogoli, Sant’Andrea a Mosciano, San Martino alla Palma, San Zanobi a Casignano, San Vincenzo a Torri”. Il 1°/2, alle 17.30, si parlerà invece di “Ville e Castelli di Scandicci. Dai Pitti ai Davizzi, dai Rucellai ai Riccardi, dai Poccianti ai Passerini, dagli Ximenes ai Cadolingi, dai Torrigiani agli Altoviti: prestigiosi casati per prestigiose dimore”. i Iscrizioni punto soci Coop, 055256746

sesto F.no/caLenzano aD alta voceDal 7/1, alle 18, al Laboratorionove House, in via Matteotti 88, corso di lettura ad alta voce. Dieci incontri (2 ore ciascuno) per apprendere i segreti della “lettura ad alta voce” e poter poi così mettere a disposizione la “propria arte” e il proprio tempo per un progetto di “letture solidali”, a gruppi o a domicilio, per regalare

Le attività delle sezioni soci sul canale Youtubedi Unicoop Firenze (http://www.youtube.com/unicoopfirenze)! Nella playlist “Socialità”tanti video delle iniziative sul territorio.

I soci in video u

sesto fiorentino

A scuoladi musicaDall’esperienza del progetto “Coop

in musica”, che in questi anni ha visto la partecipazione di numerose band giovanili, un’altra iniziativa dedicata ai giovani: Iper Music, la scuola di musica che partirà il prossimo 7 gennaio, nata dalla collaborazione fra Coop e il Centro artistico Parsifal di Sesto Fiorentino. Tra i corsi proposti, tutti condotti da docenti

qualificati: un corso d’introduzione alla musica per bambini (dai 5/6 ai 10/11 anni); corsi individuali di strumento (canto, chitarra, basso elettrico, tastiera e batte-ria); “Musica d’insieme”, un corso in cui i ragazzi potranno suonare insieme, con-frontarsi, e imparare, anche assistendo alle performance dei loro docenti e com-pagni, come si sta sul palco e si suona dal vivo; un corso di tecnico del suono, figura chiave nel mondo della musica.i Centro Parsifal, via della Tonietta 32, Sesto F.no, 055443751; [email protected];

www.parsifal-music.it

o

o

campi bisenzioXXiv trofeo cooPIl 20/1, alle 9, partenza per il XXIV trofeo Coop, nell’ambito del XX trofeo Martiri Valibona, XXXII trofeo Sanmartinese e IX trofeo Enrico Camangi. La manifestazione comprende una gara podistica agonistica di 15 km a categoria unica interamente pianeggiante e una passeggiata ludico-

Ponte a Greve

Certaldo

g.c. Passion De tango

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26 - Informatore - Gennaio 2013

Sun sorriso o essere di aiuto a chi un libro o un articolo di giornale lo può solo ascoltare. In collaborazione con la sezione soci Coop, la Biblioteca E. Ragionieri e la Società per la Biblioteca Circolante.Info: 055445041mercatino soliDale Dal 3 al 6/1, al Centro*Sesto, mercatino solidale dei giocattoli usati. Il ricavato andrà a Il Cuore si scioglie. In collaborazione con la sezione soci Coop e il patrocinio di SestoIdee.Dolci lezioniIl 7-14-21 e 28/1, dalle 21 alle 23, corso base di pasticceria a cura del pasticcere Antonio Sozzi nei locali del ristorante pizzeria La Giara, presso la Casa del popolo di Calenzano. Costo euro 50, di cui 10 andranno a Il Cuore si scioglie.i La Giara, via Puccini 79, 0558876494; Simona 3398742430, [email protected]

coverciano/riFredi (Firenze)buonumorein scena Le sezioni soci Coop di Firenze nord est e Firenze nord ovest presentano la Compagnia teatrale amatoriale

"La Banda del Buonumore", un gruppo di persone fra attori, cantanti e tecnici, che hanno deciso di unire la loro passione per il teatro

alla solidarietà. Il loro nuovo spettacolo di beneficenza comico-musicale dal titolo

"Ridendo e scherzando Show 2013" si terrà domenica 27 gennaio, alle 16.30, presso il Teatro Don Vigano', in via Manni, e domenica 24 febbraio, alle 16.30, presso il Teatro Sancat, in via del Mezzetta, a Firenze. Per prenotare i biglietti: lasciare il proprio nome, cognome e

recapito al punto informativo delle rispettive sezioni soci Coop. Un responsabile della Compagnia consegnerà i biglietti a domicilio agli interessati.

tavarneLLe v.d.p.ci si a tavarnelle!Il 13/1, dalle 15, l’associazione Ciincontriamo con Pitstop Modellismo organizzano una gara con modellini di auto da corsa, Mini 4wd Tamiya, nei locali del centro giovani Rovai a Tavarnelle, di fronte all’inCoop. Partecipazione gratuita. Merenda con pane e cioccolato!

Pistoiapistoiai caffèDella riParazioneIl 25/1, dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18, all’ingresso della Coop di Pistoia, in viale Adua, dimostrazione dei lavori realizzati dalle socie della cooperativa sociale Manusa, una quindicina di donne che creano capi di moda partendo dall’utilizzo e dalla riparazione di materiale usato. Nell’occasione le signore presenteranno i loro Caffè della riparazione, i laboratori creativi di riparazione manuale che si terranno nello spazio soci Coop il 6-20/2 e il 6-20/3, dalle 16 alle 18. Durante gli incontri, i partecipanti potranno portare un loro capo e, con l’aiuto delle

signore di Manusa, ripararlo in modo originale, unendo alle tecniche tradizionali metodi e idee innovative.i punto soci Coop [email protected]

Sienae provinciasienail teatroDella memoriaContinua la rassegna di teatro civile “Il Teatro della Memoria”, proposta da Aresteatro con le Stanze della memoria di Siena - Istituto storico della Resistenza senese e dell’età contemporanea, Anpi e la sezione soci Coop. Gli spettacoli andranno in scena l’11, il 24 e il 25 gennaio e l’8 febbraio nelle stanze della Memoria, via Malavolti 9, con la direzione artistica di Francesco Burroni.Per ricordare episodi

della storia più recente e, attraverso di essi, ripensare epoche e situazioni irrisolte, ricordando gli uomini e le donne protagoniste di storie locali e della storia nazionale.

sono cometu mi vuoiIl 18/1, alle 17, nella sala soci Coop di Siena Grondaie incontro con Perla Mansholt e Giammarco Bonsanti, psicologi clinici e psicoterapeuti del Centro psicologico e logopedico Oltreleparole, per riflettere sulle tematiche dell’individuo nella coppia e sulla vita di relazione, che possano influenzare l’autostima e il concetto di sé.

coLLe di vaL d’eLsafoto che PassioneNuova edizione del corso base di fotografia tenuto da Càrola Ciotti e Federico Magonio, fotografi professionisti e collaboratori dell’“Informatore”. Sei lezioni

teorico-pratiche, dal 14/1, il lunedì, alle 21, nella sala soci in via Diaz 31, a Colle. Costo euro 140 soci Unicoop Firenze (150 non soci). In programma a primavera anche corsi introduttivi all’elaborazione delle immagini digitali e corsi di camera oscura tradizionale.i Iscrizioni 0577920684 (mar.-ven. 18-19.30) o 0558076411, ore ufficio; www.studiounderground.it

PratopratoPovero in tavolaLa sezione soci Coop, con l’Istituto alberghiero F. Datini di Prato, organizza il corso

di cucina “Pesce povero in tavola”. Quattro incontri, il martedì dal 19/2, dalle 19.30 alle 23, presso l’Istituto alberghiero. Costo soci Unicoop Firenze euro 100; non soci euro 125. Min. 30 partecipanti.i Iscrizioni box informazioni Coop via delle Pleiadi 11/13, 0574547999Pc e internetCorsi d’informatica con il Laboratorio Archimede nella saletta soci Coop del Parco*Prato. Corso base d’informatica: sei lezioni il giovedì, dalle 10 alle 12, dal 28/2. Corso di Internet: sei lezioni il giovedì, dal 7/3, dalle 14.30 alle 16.30. Max. 12 persone per corso. Costo (compreso materiale

didattico) soci Unicoop Firenze euro 80; non soci 120.i Iscrizioni Laboratorio Archimede, via Roncioni 4 Prato, 0574607985, dal martedì al giovedì, 10-12 e 16.30-18.30. Per lo sconto presentare la propria tessera socio Unicoop Firenze

LuccaLUccalezioni Di cucitoParte il 15/1 il corso di cucito nella sala soci alla Coop di via Romana, loc. Arancio, con l’ass. Over 50, per principianti ed esperti che vogliano migliorare la loro competenza. Il corso proseguirà fino a marzo, con orario: I gruppo, martedì 15.30-17.30; II gruppo, martedì 17.30-19.30.i 0583316316; 3398990810

Sul nostro sito gallerie fotografichedelle ultime iniziative delle sezioni soci Coopwww.coopfirenze.it/sezionisoci/sezioni

Foto in tutte le pose

o

Firenze Coverciano Rifredi Pistoia

Colle di Val d'Elsa g.c. stuDio unDergrounD

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Gennaio 2013 - Informatore - 27

Pisae provinciapisasi balla!Da gennaio, alla scuola Bigdanceschool, al Circolo Arci di Putignano Pisano, in p.za XXV aprile, sconto per i soci Unicoop Firenze per tutti i corsi di ballo compreso un corso per bambini.i Paola 3486533679, 3358142429; www.bigdance.it

caLcicorsa Per il cuoreForte del successo dello scorso anno (ben 1800 partecipanti!), si rinnova il 20/1 l’appuntamento con la

V edizione del trofeo Il Cuore si scioglie, la manifestazione podistica ludico-motoria di km 6-12-18, che si svolgerà ancora a Calci, con partenza dal municipio, lungo un percorso che toccherà i principali monumenti del territorio. Arrivo nel centro del paese, in via Roma. Il ricavato dell'iscrizione andrà alla Fondazione Il Cuore si scioglie.

cascinalezioniDi fotografiaDal 22 gennaio al 26 marzo, XI corso base di fotografia per i soci Unicoop Firenze nella sede di 3c Cinefoto Club Cascina Silvio Barsotti, in via Lungo le Mura 155. Il corso si svolgerà il martedì, dalle 21.30 alle 23.30, e prevede anche due momenti di ripresa in esterno in luoghi da definire. Costo euro 70, più un contributo di euro 10 che andranno a favore delle attività de Il Cuore si scioglie. I partecipanti dovranno possedere un apparecchio fotografico possibilmente munito di libretto d’istruzioni. All’inizio del corso sarà

consegnata la tessera d’iscrizione al Club per l’anno 2013, mentre al termine sarà consegnato un diploma di partecipazione. Max. 20 partecipanti.i Iscrizioni box informazioni ipercoop di Navacchio o Coop di Cascina, Casciavola, Calci, Uliveto Terme entro il 15/1. Prevista anche una seconda edizione nel 2013

monumentale alla pittura da salotto.

iL compLesso domenicanodi santa maria noveLLaore 14 • Basilicadi Santa Maria NovellaIl complesso domenicano di Santa Maria Novella, uno dei più importanti e ricchi della città, in cui è possibile ammirare i lavori dei maggiori artisti fiorentini del ‘300.

iL mUseo Ferragamo marYLin monroeore 15 • Hard Rock Cafevia Brunelleschi 1, presso piazza della RepubblicaLa mostra documenta l’intero arco di attività di Salvatore Ferragamo e il suo rapporto con la grande diva.

Una scULtrice romanticada parigi a Firenzeore 17 • Libreria delle Donnevia Fiesolana 2/BFélicie de Fauveau: una scultrice romantica da Parigi a Firenze. Conferenza di Silvia Mascalchi, con proiezione di materiale iconografico.

LivornoL’acQUariodi LivornosveLa i segretiore 14.45 • Acquario di Livorno, Terrazza Mascagni (Viale Italia)Acquario di Livorno: un tuffo virtuale alla conoscenza di mondi sommersi. A fine tour la “merenda del surfista”.

visita aL mUseo ebraico YeshivÀ marini di Livornoore 16 • via Micali, 21In attesa del Giorno della Memoria, visita al Museo ebraico Yeshivà Marini di Livorno che, durante le leggi razziali del 1938, si trasformò in una scuola ebraica.

mUseo Fattorie granaidi viLLa mimbeLLiore 16.30 • Museo G. Fattorivia S. Jacopo in Acquaviva 71

Al Museo Fattori i quadri di Fattori e di altri Macchiaioli e Post-Macchiaioli. La visita prosegue con la mostra “Un livornese al servizio dell’arte. I ritratti di Mario Borgiotti”.

Montecatini Terme (Pt)Una nUova “casa” per mirÒ & co ore 15.45 • Gradinatadel Municipio, Viale Verdi Visita al nuovissimo MOCA Montecatini Contemporary Art, la prima galleria civica dedicata interamente all’arte contemporanea.

PisamiracoLo a pisa:iL medioevoore 10.30 • Sotto la Lupa (dietro la Torre pendente)Percorso in forma ludica sulle tracce della Pisa medievale, letta attraverso il celebre complesso di monumenti sorti intorno alla Cattedrale.

PratodoLce pratoore 13 • Teatro Magnolfi Nuovo via Gobetti, 79Con tutta la famiglia al Magnolfi Nuovo, gustando piatti di cucina tradizionale toscana e divertendosi a preparare con i bambini i cantuccini di Prato.

SienaiL santa maria deLLa scaLa Una cittÀ neLLa cittÀore 11 • Complesso Museale di Santa Maria della Scalapiazza Duomo 1Un grande complesso che conserva integre le testimonianze di più di mille anni di storia, restituendo una splendida sintesi della città.

Volterra (Pi)maestro d’aLabastroper Un giornoore 15 • Teatro Romanopiazza Caduti Martiridei Lager NazistiA contatto con l’alabastro e la sua tradizione attraverso un tour tra le botteghe artigiane del centro storico. Divertente il laboratorio e degustazione dell'“osso di morto”, il tipico dolce volterrano.

Tutto il programma suwww.ildidifesta.it

Seguici sul sito

DomEniCa 20 GEnnaio

Prezzi, info e prenotazioni [email protected] lunedì al venerdìore 9-17 (attivoanche sabato 19 gennaio)

FirenzegironzoLandotra Le coLLineore 9 • piazza delle Signoria, sotto al PerseoA piedi dal centro di Firenze gironzolando tra le colline intorno al Piazzale, fino a piazza Santo Spirito e “La Fierucolina”.

iL paLazzo davanzatiovvero Una casadi 600 anni Faore 9.45 • Hard Rock Cafevia Brunelleschi 1, presso piazza della RepubblicaVisita affabulata per bambini su usi e costumi dell’abitare nei secoli.

casa bUonarroti: iL geniodi micheLangeLoore 12 • via Ghibellina 70Luogo della memoria e della celebrazione del genio di Michelangelo. Due celebri capolavori: la Madonna della scala e la Battaglia dei centauri.

L’accademia deLLa crUsca e i segreti degLi accademiciore 11 • Accademia della Crusca, Villa Medicea di Castello - Via di Castello 46Una visita guidata nella sede dell’Accademia della Crusca che si concluderà nel meraviglioso giardino della Villa Medicea di Castello.

anni ‘30 artiin itaLia sottoiL Fascismoore 12 • Palazzo StrozziPiazza StrozziTutti gli stili e tutte le tendenze dell’Italia degli anni 30: dal classicismo al futurismo, dall’espressionismo all’astrattismo, dall’arte

Calci

Cascina Foto c. valentini

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_Audioclinic_Informatore_Adattamento_21x28.7.indd 1 07/12/12 10.12

Gennaio 2013 - Informatore - 29

Solidarietà

Elaborazione del lutto. Dipendenze da droghe, da internet, shopping

compulsivo, salute mentale, stress, ansia e panico. Sono alcuni dei pro-blemi che vengono affrontati dai gruppi di auto aiuto toscani. Sono gruppi informali che si creano in modo spontaneo per affrontare delle problematiche diffuse. Gli incontri avvengono separatamente fra i por-tatori del problema e i familiari.

«Sono gruppi formati da 12-15

persone - spiega la dot toressa Romina Raspini, del Coordina-mento Reg io-nale dei gruppi di auto aiuto in Toscana -; gli in-contri durano in genere un’ora e mezza e le persone si confrontano e condividono esperienze comuni. Non esiste una figura professionale che guida gli altri, ma solo un “facilita-tore” che può essere anche un profes-sionista, ma non esercita al momento degli incontri, ha solo il compito di facilitare la comunicazione. Infatti non si seguono metodologie psico-logiche o regole particolari. Ognuno racconta la propria esperienza di vita quotidiana. Le tematiche sono tante e toccano tutti i settori del disagio: dalle dipendenze alla salute mentale, alla disabilità, alle malattie croniche alle patologie del dolore». Condivisioni semplici, e in cambio si ha un sostegno pratico come uno scambio d’informa-zioni, o essere accompagnati a una visita medica. Si può partecipare agli

incontri anche semplicemente per ascoltare le esperienze altrui senza parlare.

«L’auto aiuto ci riporta in una di-mensione spazio-temporale che spesso la nostra

società ci toglie - afferma la dottoressa Raspini -, ridando valore al silenzio, all’ascolto dell’altro, al prendersi cura delle nostre fragilità, con piccoli passi, con delicatezza e premura. Sono co-munque percorsi individuali che uno inizia e finisce quando vuole, in piena libertà. Un percorso spesso lungo e difficile, che restituisce alle persone fiducia in se stessi. E alla fine si può decidere di mettere a disposizione degli altri la propria esperienza per-sonale. Facciamo anche dei corsi di formazione, una volta l’anno, per facilitatori di comunicazione».

Gli incontri possono avvenire da una volta alla settimana a una volta al mese a seconda delle possibilità e delle esigenze dei partecipanti. E si svolgono nelle stanze messe a dispo-

sizione spesso da un circolo o dalla parrocchia, ma anche da associa-zioni, dagli stessi comuni o ospedali.

In Toscana ci sono circa duecento gruppi di auto aiuto, la maggior parte dei quali operano nella pro-vincia di Firenze (anche a Pisa c’è una importante realtà sul disagio mentale, l’Associazione l’Alba di Pisa, nata all’interno della clinica psichia-trica), che coinvolgono circa 1600 persone. Dal 1996 si sono uniti in

rete dando vita all’Associazione co-ordinamento regionale toscano dei gruppi di auto aiuto che ha il compito di sensibilizzazione e di promozione dei gruppi, oltre che di rappresentarli e tutelarli. La rete serve inoltre a veicolare informazioni su iniziative e incontri. i Coordinamento regionale toscano

dei gruppi di auto aiuto 0552741519 – 3470460767 [email protected] www.autoaiutotoscana.org

Auto Aiuto

Insiemeè meglioGruppi di sostegno per affrontare insieme i problemi di dipendenza e salute mentale e del disagio in generale.In Toscana una rete che riunisce 200 gruppi

diRossana de Caro

Nel ValdarnoDal 2008 il Coordinamento regionale dei gruppi di auto aiuto è attivo nel territorio del Valdarno con azioni di sensibilizzazione, formazione, avvio di nuovi gruppi di auto aiuto. Negli ultimi 3 anni, grazie al sostegno del Comune di Montevarchi e di molte associazioni e gruppi del territorio, sono stati attivati un gruppo per caregivers di persone non autosufficienti, un gruppo per familiari di persone con disagio mentale, un gruppo per l’elaborazione del lutto. In Valdarno, oltre a questi, esiste un gruppo sull’ansia e depressione a Figline Valdarno, uno per genitori con figli tossicodipendenti a San Giovanni Valdarno, uno per familiari di persone disabili a Figline Valdarno, uno sui disturbi d’ansia e attacchi di panico a Montevarchi, uno per famiglie affidatarie a Figline Valdarno.

Auto Aiuto

Prossimi appuntamentiIl 26 gennaio, a Firenze, si svolgerà la

giornata sull’auto aiuto, presso l’Accademia Colombaria in via

Sant’Egidio 23. A Montevarchi, il 9 marzo, alle 16, presso il Centro

Sociale La Bartolea, in via dei Mille 3, si terrà un incontro su “Stress e

ansia”, in collaborazione con Unicoop Firenze, sezione soci di Montevarchi

L’inteRvistataRomina Raspini, psicologa

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Gennaio 2013 - Informatore - 29

Solidarietà

Elaborazione del lutto. Dipendenze da droghe, da internet, shopping

compulsivo, salute mentale, stress, ansia e panico. Sono alcuni dei pro-blemi che vengono affrontati dai gruppi di auto aiuto toscani. Sono gruppi informali che si creano in modo spontaneo per affrontare delle problematiche diffuse. Gli incontri avvengono separatamente fra i por-tatori del problema e i familiari.

«Sono gruppi formati da 12-15

persone - spiega la dot toressa Romina Raspini, del Coordina-mento Reg io-nale dei gruppi di auto aiuto in Toscana -; gli in-contri durano in genere un’ora e mezza e le persone si confrontano e condividono esperienze comuni. Non esiste una figura professionale che guida gli altri, ma solo un “facilita-tore” che può essere anche un profes-sionista, ma non esercita al momento degli incontri, ha solo il compito di facilitare la comunicazione. Infatti non si seguono metodologie psico-logiche o regole particolari. Ognuno racconta la propria esperienza di vita quotidiana. Le tematiche sono tante e toccano tutti i settori del disagio: dalle dipendenze alla salute mentale, alla disabilità, alle malattie croniche alle patologie del dolore». Condivisioni semplici, e in cambio si ha un sostegno pratico come uno scambio d’informa-zioni, o essere accompagnati a una visita medica. Si può partecipare agli

incontri anche semplicemente per ascoltare le esperienze altrui senza parlare.

«L’auto aiuto ci riporta in una di-mensione spazio-temporale che spesso la nostra

società ci toglie - afferma la dottoressa Raspini -, ridando valore al silenzio, all’ascolto dell’altro, al prendersi cura delle nostre fragilità, con piccoli passi, con delicatezza e premura. Sono co-munque percorsi individuali che uno inizia e finisce quando vuole, in piena libertà. Un percorso spesso lungo e difficile, che restituisce alle persone fiducia in se stessi. E alla fine si può decidere di mettere a disposizione degli altri la propria esperienza per-sonale. Facciamo anche dei corsi di formazione, una volta l’anno, per facilitatori di comunicazione».

Gli incontri possono avvenire da una volta alla settimana a una volta al mese a seconda delle possibilità e delle esigenze dei partecipanti. E si svolgono nelle stanze messe a dispo-

sizione spesso da un circolo o dalla parrocchia, ma anche da associa-zioni, dagli stessi comuni o ospedali.

In Toscana ci sono circa duecento gruppi di auto aiuto, la maggior parte dei quali operano nella pro-vincia di Firenze (anche a Pisa c’è una importante realtà sul disagio mentale, l’Associazione l’Alba di Pisa, nata all’interno della clinica psichia-trica), che coinvolgono circa 1600 persone. Dal 1996 si sono uniti in

rete dando vita all’Associazione co-ordinamento regionale toscano dei gruppi di auto aiuto che ha il compito di sensibilizzazione e di promozione dei gruppi, oltre che di rappresentarli e tutelarli. La rete serve inoltre a veicolare informazioni su iniziative e incontri. i Coordinamento regionale toscano

dei gruppi di auto aiuto 0552741519 – 3470460767 [email protected] www.autoaiutotoscana.org

Auto Aiuto

Insiemeè meglioGruppi di sostegno per affrontare insieme i problemi di dipendenza e salute mentale e del disagio in generale.In Toscana una rete che riunisce 200 gruppi

diRossana de Caro

Nel ValdarnoDal 2008 il Coordinamento regionale dei gruppi di auto aiuto è attivo nel territorio del Valdarno con azioni di sensibilizzazione, formazione, avvio di nuovi gruppi di auto aiuto. Negli ultimi 3 anni, grazie al sostegno del Comune di Montevarchi e di molte associazioni e gruppi del territorio, sono stati attivati un gruppo per caregivers di persone non autosufficienti, un gruppo per familiari di persone con disagio mentale, un gruppo per l’elaborazione del lutto. In Valdarno, oltre a questi, esiste un gruppo sull’ansia e depressione a Figline Valdarno, uno per genitori con figli tossicodipendenti a San Giovanni Valdarno, uno per familiari di persone disabili a Figline Valdarno, uno sui disturbi d’ansia e attacchi di panico a Montevarchi, uno per famiglie affidatarie a Figline Valdarno.

Auto Aiuto

Prossimi appuntamentiIl 26 gennaio, a Firenze, si svolgerà la

giornata sull’auto aiuto, presso l’Accademia Colombaria in via

Sant’Egidio 23. A Montevarchi, il 9 marzo, alle 16, presso il Centro

Sociale La Bartolea, in via dei Mille 3, si terrà un incontro su “Stress e

ansia”, in collaborazione con Unicoop Firenze, sezione soci di Montevarchi

L’inteRvistataRomina Raspini, psicologa

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30 - Informatore - Gennaio 2013

a cura di antonio Comerci

line i prodotti sprint? Maria Luisa Cevolani - firenze

Queste iniziative costano e cerchiamo di fare di tutto perché non pesino troppo sulla gestione. Inoltre la nostra iniziativa “Salva il tuo pianeta” comprende la realizzazione di progetti per l’ambiente, in questo caso con il Wwf, che hanno un costo e bisogna mettere in conto anche questo. Nella precedente iniziativa abbiamo versato 200.000 euro per “l’ospedale degli animali” di Semproniano del Wwf. Comunque nel decidere il minimo di spesa di 15 euro, abbiamo valutato che la gran parte di clienti avrebbe ricevuto in due mesi tutte le figurine, senza forzare sugli acquisti. I prodotti sprint sono già on line: nella prima pagina del sito, sulla colonna di destra, ci sono i depliant “Conviene” di super e ipermercati; cliccando

“sfoglia on line” oppure “scarica pdf”, si può sapere quali sono ogni 15 giorni i prodotti sprint.

senza zUccheroDa diverso tempo aspetto di ritrovare fra gli scaffali dei punti vendita lo zucchero di canna integrale a marchio Solidal Coop. A mia richiesta, il personale di due punti vendita, dopo essersi informato, mi ha riferito che per il momento vi erano “problemi” con il fornitore ma presto il prodotto sarebbe ritornato sugli scaffali. Purtroppo sono trascorsi molti mesi e lo zucchero integrale, a cui faccio riferimento, non è ancora reperibile. Premesso quanto appena detto, chiedo di sapere se (e quando) effettivamente sarà di nuovo acquistabile tale prodotto. anna Gennaro – Monsummano terme (Pt)

La produzione di questo tipo di zucchero non è sufficiente a garantire con continuità la presenza nei nostri scaffali durante tutto l’anno. Sono i

per Un giornoin meno…Ieri sera ho fatto la spesa presso il negozio Coop. Avevo in testa l’offerta di uno dei numerosi volantini delle promozioni e ricordavo quella sulla pasta Gragnano (cofanetto al 50% di sconto). Metto il cofanetto nel carrello, completo i miei acquisti, pago ed esco dal punto vendita. Oggi dò un’occhiata allo scontrino e vedo che il cofanetto di pasta è a prezzo pieno. Faccio le mie verifiche e scopro che è tutto corretto: l’offerta comincia da oggi!! Desidero però rilevare elementi di “scorrettezza”. Non credo che Unicoop abbia bisogno di questi mezzucci e sono propenso a credere in una concomitanza di disattenzioni...Giuliano Leoni – firenze

Come dice il socio c’è stata una concomitanza di problemi (non disattenzioni). L’offerta è un “Sottocosto” e per legge può essere fatta solo per dieci giorni effettivi. Dato che le nostre offerte sono di 15 giorni c’è una differenza di date che purtroppo non dipende da noi. Per poter aprire la domenica mattina abbiamo disponibilità limitate d’orario e personale, quindi alcuni supermercati sono costretti ad avvantaggiarsi il sabato pomeriggio. Nel caso delle offerte normali, si programmano le casse con i prezzi dell’offerta, già il giorno prima. In modo che un cliente disattento comunque abbia il prezzo dell’offerta. Nel caso del Sottocosto, dato che c’è una legge da rispettare, non possiamo dare questo anticipo. Comunque la soluzione è semplice: basta riportare la confezione integra al box informazioni e si avrà un buono per l’importo speso, dopodiché si può comprare la pasta con lo sconto.

troppa spesaProtesto perché date le figurine con ben 15 euro di spesa, quando altri supermercati le danno con 10 euro. Inoltre potete mettere on

limiti del commercio equo e solidale, che speriamo di poter superare con il tempo. 

tonno rossoSi sente parlare in continuazione del rischio d’estinzione, ma si continua a vedere il tonno sui banchi dei supermercati, Coop compresa. È possibile una moratoria unilaterale da parte vostra con conseguente blocco delle vendite del tonno fresco perlomeno nei supermercati Coop? Se il tonno continuerà a essere consumato con questi ritmi, si estinguerà entro il secolo. Walter P. –Castiglion fiorentino (ar)

Dal 2004 Unicoop Firenze non vende nelle proprie pescherie il tonno rosso (Thunnus thynnus), pesce a rischio estinzione, di provenienza mediterranea. Unicoop Firenze vende filetti di Tonno pinne gialle di altre provenienze che non hanno questo problema.

bimbi oFFesiHo fatto caso all’immagine che avete scelto come simbolo per consigliare ai bambini un uso moderato di certi prodotti che possono comportare un rischio di obesità. Il simbolo in questione è un bambino grasso stilizzato dalla parte bassa di un’altalena, all’altro lato della quale (quella che sta in alto) ci sono due bambini

“normali”. Non so se avete un’idea di cosa voglia dire per un bambino essere grasso ed essere preso in giro dai compagni. Spesso i bambini grassi nemmeno vanno a giocare sull’altalena per evitare scene come quella raffigurata con relative risate generali. Non vi sembra crudele usare un’immagine del genere? Dal momento che le merendine le comprano i genitori (che si spera sappiano leggere), non basta una semplice avvertenza scritta senza tante illustrazioni umilianti? daniela Giani – e mail

Da un’indagine condotta negli ultimi anni nelle scuole italiane dal Ministero del lavoro e da quello della Salute, coordinata dall’Istituto superiore di sanità, nell’ambito del progetto “Okkio alla salute”, è risultato che 4 genitori su 10 di bambini sovrappeso, non ritengono che il proprio figlio abbia un peso eccessivo e sembrano

sottovalutare il problema. Per questo abbiamo voluto dare un contributo alla lotta contro obesità e sovrappeso infantile con le etichette dei prodotti Club 4-10 Coop destinati ai bambini. La nostra iniziativa è stata condivisa da un Comitato scientifico con due autorevoli società scientifiche di livello internazionale e nazionale, che supervisiona l’intero progetto. Alla dottoressa Marina Cammisa, pediatra e membro della Commissione abbiamo chiesto un parere riferito alla mail della socia. «Abbiamo pensato molto, prima di adottare l’immagine sulla confezione di alcuni prodotti destinati all’infanzia. Anche noi abbiamo temuto di mancare di rispetto ai bambini. Alla fine abbiamo optato per una immagine che, attraverso l’invito al gioco, fosse di impatto per i genitori (responsabili di acquisto). Quando dobbiamo scegliere

tra correre il rischio di urtare la sensibilità di persone attente o arrivare con un’immagine chiara alla massa di genitori, propendiamo per quest’ultimo comportamento. Inoltre la scelta di un’immagine di un gioco di movimento ha lo scopo di stimolare soprattutto i genitori a favorire giochi attivi per i loro figli».

megLio aLLa cassaCon la presente vorrei segnalare che l’“Informatore” spesso mi arriva in ritardo; questo non mi permette di poter usufruire delle varie offerte ivi riportare a tempo debito. Penso che il giornalino dovrebbe pervenirci alcuni giorni precedenti il mese cui fa riferimento. Pensate che sia possibile ottimizzare i tempi di invio? antonella Stefanacci – Campi Bisenzio (fi)

È tanto che non ricevevamo lettere di questo genere! La nostra rivista viene portata alla posta alcuni giorni prima del mese di diffusione: in questo caso il numero di settembre è stato portato alla posta il 24 agosto. L’arrivo è determinato dall’efficienza dell’ufficio postale di zona. Per questo abbiamo attivato anche la distribuzione presso i nostri supermercati, potendo

Le lettere

Errata corrige. 19 e non 18Nell’“Informatore” di dicembre a pag. 5 nell’articolo Il Cuore anche in Toscana, Charo Galura dichiara che chi

è nato nel nostro Paese può ottenere la cittadinanza italiana, richiedendola entro il diciottesimo anno d’età. In realtà lo si può fare entro un

anno dal compimento dei 18 anni. Ci scusiamo con Charo e i lettori e ringraziamo il socio Marco Chietti di Calci che ci ha segnalato l’inesattezza.

Solidarietà in festaEcco alcune immagini dell’incontro a

novembre presso l’Obi Hall di Firenze. Ci sono le delegazioni della Compagnia del

Cuore, che hanno incontrato la nostra gente in numerosi incontri in tutta la

Toscana. Ed è stata presentata la campagna di raccolta fondi per i sostegni a distanza e i progetti della Fondazione Il

Cuore si scioglie Onlus.

Foto m. D'amato

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garantire così la massima puntualità: il numero di settembre, ad esempio, è stato distribuito dal 27 agosto e in tre giorni è stato quasi tutto consegnato. Con questa distribuzione sono migliorate anche le consegne per posta, perché i postini hanno meno copie da portare a casa. Evidentemente questo non

è il caso della socia e ce ne dispiace.

ancora sUi caniDevo esprimere il mio rammarico per quanto visto stamattina alla Coop: un signore stava uscendo con al guinzaglio un cane di media/piccola taglia che, fermatosi alla porta, ha fatto

una spruzzatina di urina sull’anta scorrevole ed è subito tornato indietro verso la galleria. Mi sono fermato al box accoglienza, ma mi è stato riferito che il comune permetteva l’ingresso ai cani di piccola taglia. Ho parlato

con il comandante della Polizia municipale, il quale mi ha assicurato che non è vero. Non sono per nulla concorde sull’essere permissivo. Chiedo pertanto che sia aumentata la vigilanza in maniera che gli animali non entrino nemmeno in galleria. roberto Casini –Pontedera (Pi)

L’ingresso dei cani nei locali aperti al pubblico (galleria commerciale) è consentito e noi non possiamo impedirlo. Mentre per i supermercati, la cooperativa ha deciso di vietare l’ingresso ai cani all’interno dei propri locali, ad

eccezione dei cani guida dei non vedenti e i cani di piccola taglia contenuti all’interno di apposito trasportino. Tale indicazione è stata comunicata anche ai sindaci dei comuni dove siamo presenti. Questo episodio ci rafforza nell’idea che non ha senso dividere i clienti fra amici dei cani e non, ma fra educati e maleducati.

Fotocopie noAlcuni giorni fa sono stato come di consuetudine a fare un po’ di spesa e, essendomi dimenticato di passare la carta socio, sono andato al bancone centrale per l’accredito dei punti. La signora adibita a questa mansione mi ha preso letteralmente a pesci in faccia perché avevo la “copia” della tessera socio. Gli spiegavo che l’originale era in borsa della mia signora e che spesso anche lei fa la spesa. Non mi sembra di avere rubato niente per una fotocopia; è solo per

una questione di praticità. Giacomo ferro – arezzo

La carta socio è personale, utilizzabile unicamente dal socio di Unicoop Firenze. Non è ammesso l’utilizzo delle carte fotocopiate, neppure da parte del titolare. Comunque ci siamo scusati con il socio per non essere stato trattato con la dovuta cortesia.

conFezioniextra LargeHo acquistato le pizze di Cereitalia. Le pizze erano buone, però il peso/volume dei contenitori era ben superiore al contenuto!!! Così in genere è per i cioccolatini e i prossimi dolci natalizi. Una

bella confezione si presenta bene per il produttore (tanto la paga il consumatore), ma spesso il contenitore costa quanto il contenuto, e poi c’è lo smaltimento. So bene che dietro al settore imballaggi c’è un’industria, ma ora mi sembra che esagerino. Quando torniamo dalla spesa, il volume dei contenitori è ben superiore ai prodotti utili. roberto Borghi – e mail

Che l’imballaggio sia uno dei punti strategici su cui intervenire in un’ottica di sostenibilità ambientale, visti i notevoli volumi interessati, è ben noto a Coop. La nostra strategia sull’ambiente si snoda lungo due direttrici strategiche: la riduzione a monte del consumo di risorse (materiali, consumo di energia) e la riduzione a valle della produzione di rifiuti. Ovviamente, non sempre è possibile, ma va individuata la migliore soluzione

in funzione delle caratteristiche del prodotto, partendo dalla progettazione del prodotto stesso. Chiaramente nel prodotto a marchio Coop possiamo ottenere i migliori risultati. A oggi infatti sono circa 800 i prodotti Coop in assortimento che si distinguono per il loro plus ambientale e fra questi circa un centinaio sono prodotti sui quali sono stati effettuati interventi sull’imballaggio. Altrettanto impegno andremo a investirlo nei prodotti dei fornitori locali con i quali vorremmo in futuro raggiungere gli stessi risultati. Il problema sono i grandi fornitori nazionali che difficilmente si fanno condizionare da noi.

Gli articoli più letti nel webDall’Informatore on line di dicembre

www.coopfirenze.it/informazioni/informatori

_ regali con giudizioIdee e proposte per Natale

_ Sei un mitoTradizione e curiosità sull’albero di Natale

_ Dalla parte degli animaliIl calendario 2013 di Unicoop Firenze

_ Pranzo di nataleUn menu economicocon prodotti in offerta

Foto m. D'amato

Foto m. D'amato Foto m. D'amato

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Eventi

Costruito nel 1911 dai soci della centenaria Società di Mutuo

Soccorso di Rifredi, che ne sono tut-tora i proprietari, ha attraversato il fascismo (non senza qualche danno), è stato importante luogo d’aggrega-zione giovanile dedicato al cabaret e alla pantomima (dai Giancattivi a Dario Fo, a Carlo Verdone, a Yves Lebreton), ha conosciuto una fase di declino trasformandosi in discoteca e luogo di intrattenimento danzante, ed è infine rinato, alla metà degli anni ’80, grazie a radicali lavori di ri-strutturazione e all’affidamento della direzione artistica ed organizzativa alla compagnia Pupi e Fresedde.

Il fiorentino Teatro di Rifredi oggi vanta circa «33.000 spettatori l’anno, il che vuol dire che è uno dei teatri ai primi posti nelle classifiche dell’Agis a livello nazionale, rispetto ovviamente alla capienza della sala, cioè 300 po-sti», sottolinea con soddisfazione il direttore artistico Giancarlo Mordini.

Una stagione, quella in corso all’insegna del «piacere del teatro, quel ‘gusto’ che si prova ad uscire di sala soddisfatti, appagati nei sensi prima ancora che nel cuore e nella mente, senza rimpianti per aver tra-dito il divano di casa, essere usciti e a-ver pagato un biglietto, desiderosi solo di ripetere il prima possibile un’espe-rienza simile», dice ancora Mordini.

A proposito di biglietti, quelli di Rifredi sono veramente prezzi popo-lari, come fate ad andare avanti? «È da sempre la nostra politica culturale e, nonostante i prezzi bassi, il nostro pub-blico è il più importante contributore del teatro. Né il Ministero né la Regione Toscana, che sono i due più importanti sostenitori da un punto di vista eco-

nomico, arrivano a darci quanto ci arriva dagli incassi, parliamo di oltre 260/270.000 euro l’anno. Non sono pochi proprio perché facciamo tanto pubblico e la politica è sempre stata quella di far sì che il costo del biglietto

non diventasse un ostacolo».Angelo Savelli, uno dei fondatori

della Compagnia Pupi e Fresedde (trasposizione in pugliese di “Bread and Puppet” - ossia “pane e pupazzi” – compagnia teatrale americana molto

nota negli anni ’70 e con la quale Savelli e altri hanno lavorato), è il direttore stabile del Teatro di Rifredi, e un pezzo della sua storia. «Rifredi ha sempre fatto un teatro molto comuni-cativo, legato al contemporaneo – rac-conta - si è sempre occupato di temi forti, anche dal punto di vista sociale e politico; ma ha sempre avuto la voglia di far ridere, di divertire, di raccontare storie che arrivassero a tutti, e questa poetica della compagnia non è mai cambiata. Sono cambiati i tempi sto-rici quindi i temi si sono adeguati: ma lo spirito, l’idea di un teatro non come letteratura, chiacchiera ma come evento, è sempre rimasto. E un pub-

blico curioso di questo tipo di te-atro, c’è sempre stato: c’era 30-35 anni fa quando siamo nati e c’è ancora oggi. Noi c ont i nu ia mo a parlare a chi vuole, al di là delle etichette, un teatro piace-vole che però non sia futile, che parli dell’uomo, del mondo che ci sta intorno e lo faccia senza pre-clusioni inven-tandosi di volta in volta le forme

e i modi per raccontare».A gennaio (dal 17, e fino al 3 feb-

braio) va in scena uno degli spettacoli ai quali entrambi sono più affezionati, L’ultimo Harem. Un vero e proprio cult, «lo spettacolo più rappresentato a Firenze dal dopoguerra» dice Mor-dini, 9 anni di repliche e migliaia di spettatori, «gente che viene da tutta Italia, qualcuno lo ha visto 3-4-5 volte. A volte in questa città c’è un po’ di sno-bismo, sembra che manchino le cose importanti: invece questo successo, una grande attrice internazionale come Serra Yilmaz che torna apposta tutti gli anni, sono la dimostrazione che anche piccoli teatri possono pro-durre qualcosa di importante».i 0554220361,

www.teatrodirifredi.it

firenze

Un teatrodi gusto!L’SMS Rifredi, una lunga storia. Spettacoli per tutti e prezzi popolari

i SoCi UniCooP firenZehanno diritto all’ingresso ridotto per gli spettacoli domenicali di tutta la stagione.

Giancarlo Mordini

Angelo Savelli

diedi ferrari

Ultimo Harem

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Mondo Coop

SCANDiCCiaUroradisera

Dal 26 gennaio al 21 marzo torna al Teatro Aurora di

Scandicci la rassegna “Au-roradisera”, IX ed. Quattro spettacoli all’insegna dell’in-telligenza e del divertimento. Protagonisti, Veronica Pivetti, sabato 26 gennaio con Tête à tête passioni stonate, URGE di Alessandro Bergonzoni (sabato 23 febbraio), La belle

joyeuse con Anna Bonaiuto (sabato 9 marzo) e L’Ottimista di Leonardo Manera (giovedì 21 marzo).

Biglietti per i soci Coop a 13 euro e abbonamenti per i soci Coop a 38 euro.

Prevendita presso il teatro e presso i Box Office presenti nei magazzini Coop di Ponte a Greve e Lastra a Signa.i 0552571735; 055740677;

www.fts.toscana.it

vOLtERRAarcheoLogiain corso

Il Gruppo archeologico Ve-lathri – Volterra organizza

un nuovo corso, “Gli Etruschi e Velathri”. Sarà dedicata una particolare attenzione alla realtà dell’antica Velathri e del suo comprensorio, af-frontando i vari aspetti e le tante particolarità che hanno contraddistinto l’antica città nel più ampio contesto della civiltà etrusca e delle sue “Lu-cumonie”. Il corso si artico-lerà in 12 incontri a cadenza settimanale – dalle 17.15 alle 19.15 del mercoledì – e sarà suddiviso in quattro sezioni curate da: Claudio Gazzarri, responsabile del Gruppo archeologico Velathri, Lisa Rosselli, ricercatrice presso l’Università di Pisa, Alessan-

dro Furiesi, direttore della Pinacoteca e museo civico, Fabrizio Burchianti, direttore del Museo etrusco Guarnacci.

La serie di piccoli semi-nari avrà inizio, mercoledì 6 febbraio per concludersi nella seconda metà di aprile. Sa-ranno ammessi al massimo 50/55 partecipanti.

Grazie alla disponibilità dei relatori e al contributo della Unicoop Firenze – se-zione soci Volterra, la parteci-pazione è gratuita. Agli iscritti verrà richiesto un contributo di euro 10, in occasione del primo incontro, da devolvere interamente in solidarietà alla Caritas diocesana di Volterra per il tramite della Fondazione Il Cuore si scioglie Onlus.

Le iscrizioni al corso po-tranno essere raccolte presso l’Ufficio informazioni della Pro Volterra, in piazza dei Priori 10 o tramite il sito Internet del G.A.V.V. – www.gruppoarche-ologicovelathri.org.

CALENZANOiL teatrodeLLe donne

Nuova stagione del Tea-tro delle donne al Tea-

tro Manzoni di Calenzano. A gennaio: il 1°, alle 17, Café Chantant, concerto lirico con il

Cantiere musicale di Toscana, ingresso su offerta; il 24, alle 21.15, il Teatro delle donne centro nazionale di dramma-turgia presenta Balkan Burger, la storia di Razna che visse più volte, scritto e diretto da Stefano Massini con Luisa

Cattaneo, e musiche originali eseguite dal vivo da Enrico Fink. Per i soci Unicoop Firenze biglietto ridotto agli spettacoli, euro 10. Inoltre, con la sezione soci Coop: nel foyer del teatro lo scaffale del bookcrossing, dove ognuno potrà portare o prendere un libro, un modo diverso per promuovere il pia-cere della lettura; prima dello spettacolo serale, cena a tema al ristorante pizzeria La Giara presso la Casa del popolo di Calenzano al prezzo speciale di euro 15.i Teatro Manzoni,

via Mascagni 18, Calenzano, prenotazioni 0558877213; [email protected]. Prevendita circuito box office, www.boxol.it o Teatro Manzoni dal lun. al ven., 10-14. Orario biglietteria teatro: dalle 20

FiRENZEiL cUoreaL pUccini

Una banda di curiosi per-sonaggi, quelli portati

in scena al Teatro Puccini di Firenze dalle compagnie Le maschere di Tegolaia e Ne-arteneparte, per gli ultimi due spettacoli della rassegna a

favore del Cuore si scioglie. Dopo il successo dei pre-

cedenti 5 spettacoli, con oltre 1000 persone presenti, si ri-prende il 9 gennaio con la com-

media Che banda alla locanda dove il locandiere Arturo tiene testa a una combriccola di faccendieri in una serie infinita di gag. La rassegna si chiude con Missione da i’ paradiso, una commedia dal sottofondo misterioso per la ricomparsa dell’anima del consorte della protagonista. All’ingresso sarà offerta una degustazione a cura dei fornitori di Unicoop Firenze.

Biglietti presso il Box Of-fice: 10 € - 5 € ragazzi fino a 12 anni. www.ilcuoresiscioglie.it

FiRENZEmUseo, mUsica e sapori

Continua l’appuntamento con il “Tempio delle Muse”,

la rassegna di concerti che si svolgono la domenica mat-tina a ingresso libero presso le varie sezioni del Museo di storia naturale dell’Università di Firenze. A gennaio i concerti sono programmati per il 13 e il 27, (sala Strozzi di via La Pira 4, ore 11).

Per i soci Coop riduzione di € 3 sul costo del biglietto di ingresso e visita gratuita guidata alle Sezioni di Paleon-tologia (il 13/1) e alla Sezione di Mineralogia (il 27/1) dopo il concerto.

i 3318762068(ore 15-18 dal lun. al ven. e ore 10-12 sab.); [email protected]; [email protected]

l’Ufficio informazioni della Pro Volterra, in piazza dei Priori 10 o tramite il sito Internet del G.A.V.V. – www.gruppoarche-ologicovelathri.org.

Ntro Manzoni di Calenzano. A gennaio: il 1°, alle 17, Chantant

Gli eventi più visti nel webLe schede di eventi e spettacoli più cliccati su

www.coopfirenze.it/eventi/eventi

_ 50 Giorni di Cinema Internazionale a firenze _ Gli archivi alinari e la sintassi del mondo _ anni trenta. arti in Italia oltre il fascismo _ Il millenario di Sansepolcro _ turandot

Alessandro Bergonzoni

Leonardo Manera

Che banda alla locanda

Balkan Burger

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a cura di rossana de Caro

Firenzecorso Pitturae sculturaPer bambiniAl Centro Commerciale delle Piagge giovedì 3 e venerdì 4 gennaio, dall 15 alla 19, si tiene un corso gratuito di pittura e scultura per bambini presso la sala espositiva ANRAC. Il corso è tenuto dal maestro Reza Tei Moorkani. Materiale occorrente: 1 tavoletta di compensato

(30x40), acquerelli, pennelli piccoli.

L’Associazione fornirà la creta.

pratoil fascinoDel vissutoAl Museo Del Tessuto di Prato fino al 30 maggio la grande mostra “Vintage. L'irresistibile fascino del vissuto”, dedicata al racconto di un fenomeno che sempre più coinvolge e influenza la moda contemporanea. Non dimentichiamo che Prato è la storica capitale dell’abito

Firenze/pratomisterie tesoriTornano con l’anno nuovo le visite a cura dell’associazione Fede e Arte. Sabato 19 gennaio (ore 10) visita guidata

“Il mistero delle tombe dei primi Medici in San Lorenzo”: alla scoperta della simbologia

“occulta” (decorazione, forme, materiali) sui sepolcri di Piero e del figlio Lorenzo. La presenza di Leonardo da Vinci durante la costruzione del sepolcro di Cosimo il Vecchio, l’assenza di segni sopra la

sua tomba, quasi a fare della chiesa intera il monumento funebre, e i posizionamenti delle altre tombe, grate misteriose, ed altri affascinanti segreti. Sabato 29 gennaio, ore 10, la visita è incentrata su “Il Duomo di Prato e i suoi gioielli”: fra cui la reliquia del Sacro Cingolo, il pulpito di Donatello e le altre straordinarie opere d’arte: i cicli sorprendenti di

Segnalazionifirenze

I magi a cavalloAnche quest’anno per celebrare il giorno dell’Epifania,

domenica 6 gennaio, a Firenze ci sarà la rievocazione storica della “Cavalcata dei Magi”. La manifestazione, giunta alla XVII edizione dell’epoca “moderna”, è nata nell’ambito dei festeggiamenti per i 700 anni dalla posa della prima pietra della

Cattedrale e della fondazione dell’Opera. Il solenne corteo con in testa i Re Magi a cavallo, in sontuosi abiti di seta ispi-

rati a quelli dell’affresco di Benozzo Gozzoli, sarà composto da circa 700 figuranti, tra cui quelli della Repub-blica fiorentina. Dopo la partenza, alle ore 14, da piazza Pitti, il corteo si

snoderà lungo le strade del centro di Firenze fino ad arrivare in piazza Duomo, dove sul sa-

grato della Catte-drale saranno de-posti i doni dei Magi

ai piedi del Presepe vivente. Quest’anno per la seconda volta prenderanno parte al corteo i rappresentanti di alcune comunità etni-

che presenti a Firenze nei loro abiti tradizionali. La “Cavalcata dei Magi” trae origine da una tradizione già esistente nel XV secolo, quando a Firenze una compagnia di laici intitolata ai Santi Re Magi, che seguiva determinate regole di carattere religioso, organizzava una festosa rappresentazione detta “Festa de’ Magi” che, con periodicità inizialmente triennale e dal 1447 ogni cinque anni, sfilava per le vie di Firenze con la cosiddetta “Cavalcata dei Magi”. La “Cavalcata” era compo-sta da tre diversi cortei che si riunivano davanti al Battistero e proseguivano uniti fino alla Basilica di San Marco, dove con canti e preghiere adoravano Gesù Bambino.i www.operaduomo.firenze.it

Paolo Uccello, Filippo Lippi, Agnolo Gaddi e il pulpito del Rossellino e Mino da Fiesole a forma di calice.i Costo delle visite € 8 a persona (esclusi eventuali biglietti di ingresso ai siti visitati); 055.2302477o [email protected]

Firenzememoria in teatroIl 25/26/27 gennaio, in occasione delle “Giornate della Memoria”, la compagnia teatrale L’Araba Felice mette in scena al teatro di Cestello una

Trilogia di opere: La Schiuma Della Terra; Una Commedia Nera; Thea. Le opere sono ambientate nella Germania, nel periodo che va dal 1933 al 1946: dall’affermazione di Adolf Hitler e del partito nazionalsocialista, fino alla loro caduta e al processo di Norimberga. Testo e regia di Luca Palli.i Ingresso 14 euro,ridotto Soci Coop 12 euro

(30x40), acquerelli, pennelli piccoli.

L’Associazione fornirà la creta.

Cattedrale e della fondazione dell’Opera. Il solenne corteo con in testa i Re Magi a cavallo, in sontuosi abiti di seta ispi-

rati a quelli dell’affresco di Benozzo Gozzoli, sarà composto da circa 700 figuranti, tra cui quelli della Repub-blica fiorentina. Dopo la partenza, alle ore 14, da piazza Pitti, il corteo si

snoderà lungo le strade del

ai piedi del Presepe vivente. Quest’anno per la seconda volta prenderanno parte al corteo i rappresentanti di alcune comunità etni-

Prato, porta del Duomo

Foto coURtESY oPera santa maria Del fiore

Foto coURtESY oPera santa maria Del fiore. Foto becattini

o

memoria in teatro

il fascino

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LUccamanicomioDi maggianoProseguono anche nel mese di gennaio le aperture straordinarie al pubblico senza prenotazione del percorso museale “Stanze con vista sull’umanità” con visita guidata all’ex

ospedale psichiatrico. Le date interessate sono sabato 19 e domenica 20 gennaio. La visita riguarda la Palazzina Medici con le due

“stanzette” dove ha vissuto Mario Tobino e il percorso espositivo “Stanze con vista sull’umanità”, ed alcune aree

della struttura ospedaliera che comprendono le cucine con gli ampi soffitti in vetro, i chiostri delle divisioni maschile e femminile, una corsia, la sala radiologica, la sala dell’arte-terapia e le “antiche scale”. Le visite sono consentite tutto l’anno il giovedì pomeriggio e il venerdì mattina, con prenotazione obbligatoria

attraverso il sito internet. Sabato 19 e domenica 20 gennaio l’accesso è senza prenotazione con tre turni di ingresso: alle 15, alle 16 e alle 17. i Ingresso con contributo libero di 5 euro. 0583327243www.fondazionemariotobino.it

Firenzeartee movimentoL’Associazione Arte e movimento-Tango delle civiltà realizza una serie di corsi, seminari, laboratori diDanzamovimentoterapia e le Arti in genere (principalmente danza, teatro e musica),per la promozione dell’integrazione fisica, emotiva, cognitiva e relazionale della persona. I corsi sono rivolti a bambini, adolescenti, adulti, soggetti diversamente abili, anziani. Gli interventi possono svolgersi in gruppo o individualmente. I corsi si terranno in via Pisana 179. Sono previsti sconti per i soci Coop.i Prenotazionie iscrizioni 3339676658

- 3388602457; [email protected]

usato, una stagione all’insegna del vintage e dello stile d’epoca. In 800 metri quadri di esposizione e con oltre cento oggetti tra capi d’abbigliamento, accessori e tessuti, “Vintage. i mar-ven 10-18; sab-dom 10-19; chiuso lun. Biglietti intero € 8; ridotto € 5 per soci Coop.0574 611503;www.museodeltessuto.it;[email protected]

Firenzela DimoraDelle nevi

“Alla riscoperta della Dimora delle Nevi” è una mostra fotografico-documentaria, illustrata da preziosi materiali originali, organizzata dall’Archivio storico di Firenze, del centenario della spedizione De Filippi nel 1913-14 in Asia Centrale, (Palazzo Bastogi, via dell’Oriuolo 33), aperta fino al 15 marzo.Cento anni fa Filippo De Filippi organizzava una

grandiosa spedizione in Asia Centrale, la

più importante fra tutte, per il

progresso della conoscenza, specialmente scientifica, del Karakorum. Oggi il Karakorum, catena montuosa situata nel Pakistan settentrionale

che ospita il K2, seconda vetta al mondo, e altre cime di eccezionale rilevanza, è anche una meta

famosa tra gli alpinisti e i trekker, e si conferma, come ai tempi di De Filippi e del Duca degli Abruzzi, uno straordinario campo d’azione per la ricerca scientifica.i Ingresso libero;lunedì 9-15.30,martedì-giovedì 9-18,venerdì 9-15.30,sabato e domenica chiuso. 055.2616527;http://filippodefilippi.it/

mAremmA

Officine romaneAll’interno del Parco regionale della

Maremma si è conclusa la terza cam-pagna di scavi archeologici nel sito dello Spolverino, dove sono state rinvenute im-portanti testimonianze di età romana. L’a-rea interessata dalle ricerche (condotte da Soprintendenza per i beni archeologici della Toscana in collaborazione con Associa-zione culturale “Progetto archeologico Al-berese” di Grosseto) coincide con un antico insediamento produttivo in attività per circa i primi cinquecento anni della nostra era, cui si affiancava un approdo per il rifornimento e lo smistamento di merci nei pressi della foce del fiume Ombrone. Le indagini hanno permesso di identificare un impianto degli inizi del I secolo d.C., probabilmente per la lavorazione del vetro che proprio in quell’e-poca ebbe una grande diffusione. Questo primo impianto fu sostituito da un altro di più grandi dimensioni nel III secolo al tempo della dinastia dei Severi. Nello stesso pe-

riodo l’insediamento si specializzò nella produzione di oggetti in osso (una materia prima che ora non si usa quasi più), come spilloni, flauti e cerniere da mobilia, mentre fu-

rono installate delle cucine per quelli che lavoravano nelle botteghe: in una stanza sono stati rinvenuti due grandi focolari, con ceramiche da fuoco e una padella. Non mancava il lararium, ovvero una piccola zona votiva dedicata al culto domestico degli antenati protettori. Verso la fine del III secolo nel sito dello Spolverino viene realizzato anche un atelier per produrre oggetti in bronzo e ferro. Poi la crisi, legata alle vicende generali dell’impero romano ormai in fase di dissoluzione. Così, a partire dalla metà del V secolo, sulle rovine di quello che era stato un insediamento fiorente furono impiantate delle sepolture e l’area si trasformò in una piccola necropoli. In seguito, il limo del vicino Ombrone accumu-latosi al di sopra dei depositi archeologici sigillò l’insediamento, permettendone una straordinaria conservazione. Articolo pubblicato sul numerodi gennaio/febbraio di “Archeologia Viva” (Giunti Editore). i www.archeologiaviva.it

Karakorum, grandi seracchi

Ex ospedale psichiatrico, Maggiano

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Grandi & piccini

Si spenge la luce, nella stanza cala il buio ed ecco che appaiono le

stelle, la volta celeste, i pianeti, le co-stellazioni, il sole e la luna. Siamo al planetario della Fondazione scienza e tecnica di Firenze, in via Giusti a Firenze, una realtà cittadina impor-tante per la conservazione, la promo-zione e la divulgazione della cultura scientifica. La Fondazione, istituita nel 1987, oltre alla collezione di stru-

menti scientifici (considerata tra le più complete e importanti d’Europa), svolge molteplici attività fra cui corsi e laboratori per bambini e ragazzi.

Le collezioni, create nel corso dell’Ottocento a supporto della di-dattica, e oggetto a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, di un lungo e paziente lavoro di restauro e ca-talogazione, si compongono di due nuclei fondamentali provenienti dal Gabinetto di fisica e dal Gabinetto di storia naturale con annesso il Museo tecnologico, un patrimonio unico e prezioso nel campo della storia della scienza, della tecnologia e dell’inse-gnamento tecnico-scientifico.

La macchinadeL tempoUna rara e incredibile mac-

china del tempo è Il Gabinetto di fisica, completamente restaurato e aperto al pubblico nel 2007: rac-coglie oltre 3000 macchine e appa-recchi originali e costituisce la più grande collezione in Italia e una delle più complete in Europa, per quanto riguarda gli strumenti per

lo studio della fisica dell’Ottocento. Ma il fiore all’occhiello, nonché

maggiore attrazione, è il Planetario, inaugurato nel 2002. All’interno di una cupola di 8 metri di diametro è possibile rivivere la meraviglia di un cielo stellato con più di 6000 astri.

C’è anche una ricca biblioteca tecnico-scientifica che raccoglie più di 20.000 pezzi tra volumi, opuscoli e periodici.

sCienzA

A rimirarle stelleA Firenze un planetario e una ricca collezione di strumenti scientifici. Laboratori e corsi per tutta la famiglia

Attivitàgiocarecon La scienzaLa Fondazione svolge da un decen-

nio un’opera di divulgazione, in parti-colar modo per le scuole, con attività didattiche, dal lunedì al venerdì, nel Planetario e nel Gabinetto di fisica. Da quest’anno è stato ampliato l’orario di apertura, con nuove proposte rivolte alle famiglie, agli esperti e agli appas-sionati. Il sabato il Gabinetto di fisica è aperto al pubblico (ore 10-12 e 15-18). Le visite alla collezione, accompagnati da operatori, si tengono a intervalli di 30 minuti. Sarà possibile assistere a

conferenze di ap-profondimento su temi inerenti l’astronomia, la storia della fisica, la tecnologia e le scienze naturali, oltre che a pre-sentazioni di libri. Sempre il sabato pomeriggio si potrà inoltre fe-

steggiare il compleanno all’interno della Fondazione: con amici e parenti per partecipare a una fra le tante atti-vità proposte fra Planetario, laboratori didattici ed esperimenti presso il Ga-binetto di fisica. Per i più piccoli sarà possibile giocare o costruire strumenti scientifici come l’astrolabio, inventare e proiettare la propria costellazione ed infine spegnere le candeline in una sala dedicata. Tutte le domeniche alle ore 15.30 e alle ore 17 nel Planetario le famiglie, guidate dagli astrofisici dell’Osservatorio di Arcetri, scopri-ranno il “Cielo del Mese” imparando a riconoscere le costellazioni e ad o-rientarsi nella volta celeste, oppure approfondire i moti del sole, della luna, dei pianeti durante gli appuntamenti tematici “Astrotalk”. Il calendario pre-vede, fra le numerose attività, anche il laboratorio “Science Attack: Scienza, riuso, manualità!” per realizzare in-sieme creazioni scientifiche con ma-teriali di riciclo su temi che spaziano dalla luce al suono, all’elettricità, alla natura e all’astronomia. i 0552343723; [email protected].

Sconto per i soci Coop

dirossana de Caro

Informacoop19 e 20 gennaio

Bambini a tavolaServizio sull’alimentazione per i più piccoli

a cura diAsl 10 Firenze e linea Coop

“Club 4 – 10”

Salone del Gabinetto di Fisica. Firenze, Fondazione Scienza e Tecnica Planetario

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Gennaio 2013 - Informatore - 39

Mondo CooplA lAtteriA dei rAgAzzi

Piccoli imprenditori a PistoiaIl racconto ha il sapore di una favola

moderna, invece è la storia vera degli imprenditori agricoli più giovani d’Italia: dopo il campo estivo del 2010 alla fattoria didattica dell’Oasi di Baugiano, venti gio-vani tra i 10 e i 18 anni, quasi tutti toscani, hanno deciso di diventare produttori di yogurt e formaggi. Oggi producono con un

marchio, e la loro associazione “Latteria dei ragazzi” compie 3 anni il 19 gennaio.

A dare il la è stato il progetto “Cam-pagna Amica” di Coldiretti Pistoia che ha sostenuto l’attività dei mini-imprenditori, valorizzando gli obiettivi di filiera corta e del Made in Italy, rispetto dell’ambiente e qualità dei prodotti. L’esperimento è riu-scito ed è stato realizzato il primo yogurt con il marchio Campagna Amica, dal 2011 inserito nel menù a km zero che il Comune di Quarrata distribuisce due volte al mese ai 1200 alunni della zona.

Fondamentale è stato anche il soste-gno di Stefania e Luca, titolari dell’Oasi Agrituristica, che hanno messo a dispo-sizione strutture e conoscenze: «A metà fra gioco e lavoro - racconta Stefania

-, abbiamo seguito i ragazzi in tutte le attività, dalla mungitura alla pulizia delle stalle, alla formazione teorica: così hanno imparato cosa significa “fare impresa”, inventandosi ogni giorno il lavoro, con il sacrificio e la soddisfazione di chi poi sa cosa mangia. Futuro sostenibile? Loro ne sono un esempio presente».

Alessia, 11 anni, nel 2012 si è diplo-mata come la mungitrice più giovane d’Italia, dopo che nel 2011 l’Associazione Allevatori Toscana aveva diplomato altre 4 ragazze dell’associazione.

Come racconta Anna, la presidente sedicenne dell’associazione, già si pensa

ops

Parole in croceEnigmisticaper adulti e bambini

La prima raccolta di enigmi in lingua italiana pare risalire al 1538 e fu cu-

rata da un maniscalco senese, Angiolo Cenni, fondatore della Congrega dei Rozzi. A Leonardo da Vinci, invece, è attribuita l’invenzione dei rebus, mentre è risaputo che già Galileo Galilei usasse gli ana-grammi per indicare le priorità delle sue scoperte di corpi celesti. Rebus e parole crociate: ecco la nuova iniziativa curata da Rosaria Costantini di Sicrea, all’OpS (lo spazio multimediale situato all’interno del Centro*Ponte a Greve), dove sabato 26 gennaio e sabato 2 febbraio sono previsti due pomeriggi dedicati all’enigmistica.

«L’idea – spiega - è nata perché mi ha sempre incuriosito immaginare il la-voro che comporta la preparazione degli schemi, dei rebus e degli enigmi. Così ho pensato che sarebbe stato interessante proporre delle lezioni agli innumerevoli appassionati di tali giochi. Subito ho tro-vato grande disponibilità da parte dell’E-ditore Corrado Tedeschi di Firenze (una delle aziende leader nel settore, presente da oltre 50 anni nel campo dell’editoria enigmistica e del mistero). Saranno loro a preparare i giochi e a proporci il colla-boratore più adatto a svolgere le lezioni».

Ogni appuntamento (con inizio alle 17) prevede infatti un’ora circa di lezione tenuta da un esperto che spiegherà la tec-nica delle parole crociate. Seguiranno poi dei momenti di gioco. A ogni partecipante sarà consegnata una busta contenente uno schema libero: i più abili e rapidi nel completarlo, saranno premiati.

Che tipo di partecipanti prevedete di coinvolgere?

«Penso che l’enigmistica sia praticata in maniera trasversale e in tutte le età, da giovani e meno giovani, e non sarebbe male se attraverso questa iniziativa si riuscisse a coinvolgere anche i giova-nissimi. È ormai provato che la mente per non invecchiare ha bisogno di fare ginnastica. L’enigmistica è uno dei sistemi più piacevoli per tenersi allenati, perché oltre a farci lavorare, diverte e rilassa. E non ha effetti collaterali».

Sempre nell’ambito dell’iniziativa, domenica 3 febbraio, alle ore 10.30, si tiene “Indovina indovinello – giochi, rebus e cruciverba per i più piccoli”, con tanti premi per gli ‘abili’ solutori in erba. Lezioni e giochi sono gratuiti. Iscrizioni presso OpS, Centro*Ponte a Greve a partire da lunedì 21 gennaio.i www.opscentro.it; 0558953651

al futuro: «La latteria è la scuola che vor-remmo: abbiamo imparato la passione e l’amore per le cose vicine e la respon-sabilità di prendere decisioni da soli. Sì, siamo imprenditori e non per gioco: siamo partiti in piccolo e ci stiamo impegnando perché altri ci seguano in un progetto così speciale e utile per noi e per il futuro dell’ambiente».

I traguardi raggiunti effettivamente sono grandi: dopo il riconoscimento come

“Progetto di eccellenza europea” inserito nelle rete rurale europea e la partecipa-zione dei ragazzi al festival “Cibi d’Italia” di Coldiretti, lo scorso dicembre Stefania, titolare dell’Oasi, è stata premiata dal

Ministro dell’agricoltura con il premio “De@Terra” come eccellenza nazionale di imprenditoria agricola femminile. E per finire, due ragazzi rappresentanti dell’as-sociazione sono stati invitati al congresso mondiale sull’educazione ambientale che si terrà a Marrakech dal 9 al 13 giugno 2013: “Siamo piccoli, sì – commenta Anna – ma sogniamo in grande!”. v

diSara Barbanera

diBruno Santini

Diventare genitoriCome diventare genitori, un compito non facile da imparare passo dopo passo. È questo il tema dei 4 incontri organizzati dalla sezione soci di Campi Bisenzio

“Passodopopasso… genitori in divenire”. Gli appuntamenti sono condotti da Emanuela Eboli, psicologa e mediatrice familiare, per affrontare insieme il tema della genitorialità e si tengono il mercoledì nella saletta Soci, P.ale Coop angolo via Tesi, ore 21/23, con inizio il 20 febbraio. Si parte con “Da coppia a triade… da spazio mentale a spazio reale”; si prosegue con “Genitori sufficientemente buoni: i no e i sì che aiutano a crescere” e

“L’adolescenza tra Separazione/Individuazione e bisogno di Accudimento”. Si conclude con “Affettività e sessualità… un equilibrio precario”. Massimo 20 partecipanti.È richiesto un contributo di € 40 (€ 60 per coppia), che sarà devoluto alle iniziative di solidarietà della Fondazione Il Cuore si scioglie.i box soci lun. / ven. ore 17 / 19. Tel 0558964223; 3393207292; [email protected]

appuntamEnti

I ragazzi della Latteria

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Cultura

A guidare la danza della cultura popolare in Italia nei primi cin-

quant’anni del Novecento fu Firenze, grazie a due personaggi (che avevano all’attivo sì e no la terza elementare) che fondarono e fecero crescere due case editrici oggi entrate nella storia anche letteraria. Furono Giuseppe Nerbini e Adriano Salani (va da sé che intanto alla cultura alta serviva un altro editore, vedi caso anche lui di Firenze, che era Attilio Vallecchi).

Quest’anno cade il cen-tocinquantenario della fon-dazione della Casa editrice Salani; Milano – con qual-che indispettita delusione di Firenze – ha dedicato (si chiude il 6 gennaio 2013) una grande mostra degli archivi della casa editrice. Una mostra importante, perché gli archivi sono in buona parte formati da migliaia di illustrazioni che i grandi ‘figurinai’ dell’epoca alle-stirono soprattutto per i libri da ra-gazzi; fra questi spicca il grandissimo Carlo Chiostri. Quanto a Nerbini, fra un paio d’anni cadranno i centoventi anni dalla fondazione della casa edi-trice. Di Nerbini basta aggiungere che, giornalaio in piazza Madonna e poi in via Martelli, ebbe l’intelligente uzzolo di tentare di offrire alle classi popolari giornali e riviste scritti per loro. Maz-ziniano, poi a lungo socialista, con un approdo finale al fascismo, diresse giornalini come ‘La frusta’ e ‘Il lam-pione’; poi pubblicò i primi libri, uno dei quali era La redenzione della donna nel socialismo. Seguirono opuscoli e testi proletari firmati da autori impor-tanti come Paolo Valera, Andrea Costa e perfino Proudhon. In un decennio pubblicò più di trecento volumi, e più tardi ebbe il merito di introdurre in Ita-lia il fumetto (nel ’32 stampò a Firenze il disneyano ‘Topolino’), facendo poi seguire il fortunatissimo settimanale per ragazzi ‘L’avventuroso’.

Uno stuolo di grandi illustratori, come Scarpelli, Sarri, Scagliarini, Moro, e perfino il giovanissimo Fede-rico Fellini, popolò di geniali disegni le opere e anche i giornali fra cui il celebre umoristico ‘420’. Ma oggi qui è di Salani che si vuol parlare.

Fiorentino docFiglio di un ortolano e senza studi,

dopo aver lavorato come tipografo presso Le Monnier, fondò, era il 1862, una sua piccola tipografia in via San Niccolò. Allora le classi popolari, senza cinema né televisione, avevano pochi svaghi e nulla che avesse un lontano profumo di cultura. Pensò quindi di stampare fogli volanti o opuscoletti con storie di miracoli, avventure di eroi o cronache di delitti: il successo fu immediato. Ecco Salani trasferirsi nel viale dei Mille, quando ad accompa-gnare il suo lavoro entrò anche il figlio Ettore. Fra le opere di grande successo pubblica Il canzoniere dei fanciulli e Il canzoniere del popolo, nonché for-tunatissimo un Segretario galante e perfino un trattato di Magia prestigio e giochi di famiglia che facevano strana compagnia alle biografie dei fratelli Bandiera e di Ciro Menotti. Fiorentino doc, Salani pubblica anche una col-lezione stenterellesca di oltre sessanta farse e commedie della maschera fio-rentina. Il successo aumentava al giro di boa del secolo, rafforzato anche da numerosi libri dedicati al banditismo e ai briganti meridionali: le storie di Ste-fano Pelloni, di Musolino, di Ghino di

Tacco. Nel caotico ma interessante ca-talogo di quegli anni spiccano accanto a una Divina Commedia, parafrasata in prosa, anche i truculenti romanzi di un’autrice già allora famosa, Carolina Invernizio. Più tardi è la volta dei ro-manzi popolari parigini da I misteri di Parigi di Eugéne Sue (che con poca fortuna il fiorentino Collodi riprenderà nei suoi I misteri di Firenze) fino a Il padrone delle ferriere di Ohnet, nonché romanzoni di Dumas e gioielli di Jules Verne. Cattolico fervente, Ettore Salani (che avrà una decina di figli) si fregia anche di curiose incursioni nella cultura alta, pubblicando per esempio tutte le opere di San Tommaso.

geniaLe editoreChi scrive ricorda ancora la

grande tipografia che dava su viale dei Mille ma aveva anche una picco-

lissima porta sul parallelo viale Volta dove non di rado si poteva incon-

trare la robusta figura con grandi occhiali di

tartaruga di questo sem-plice ma geniale editore. Poi, vennero giorni difficili e il dopoguerra. Salani continuava ad avere un suo pubblico con i ‘romanzi per le signorine’ e con le collane per ragazzi, nonché con una serie economica e non volgare di classici. Ma ormai l’industria cultu-rale incalzava ed erano già apparse le prime fortunate dispense dei milanesi fratelli Fabbri e la televisione faceva il resto.

Negli anni Ottanta, uno dei più sagaci editori italiani, Mario Spagnol, rilevò la ormai defunta casa editrice annettendola alla sua Longanesi. Il frutto più goloso di questa annessione fu l’acquisto dello straordinario archi-vio di disegni e illustrazioni conservati dalla Salani e che rappresentavano e rappresentano un patrimonio visivo e narrativamente rilevante. Soprattutto un illustratore come Chiostri, già da noi citato, è senza dubbio uno di quegli artisti per il popolo e per i bambini le cui fantasia e genialità sono uno specchio dell’Italia di mezzo secolo.

Salani è stato proposto dunque a Milano; peccato che questa occasione non sia toccata a Firenze dove Salani ha vissuto e dove ha così bene lavorato, quando l’editoria era un’altra cosa. v

AnniversArio

Librida ragazzi

diPier francesco Listri

le collane per ragazzi, nonché con una serie economica e non volgare di classici. Ma ormai l’industria cultu-rale incalzava ed erano già apparse le prime fortunate dispense dei milanesi fratelli Fabbri e la televisione faceva il resto.

sagaci editori italiani, Mario Spagnol, rilevò la ormai defunta casa editrice rilevò la ormai defunta casa editrice annettendola alla sua Longanesi. Il frutto più goloso di questa annessione fu l’acquisto dello straordinario archi-vio di disegni e illustrazioni conservati dalla Salani e che rappresentavano e rappresentano un patrimonio visivo e narrativamente rilevante. Soprattutto un illustratore come Chiostri, già da noi citato, è senza dubbio uno di quegli

rilevò la ormai defunta casa editrice annettendola alla sua Longanesi. Il

I 150 anni della casa editrice fiorentina Salani

grazie a due personaggi (che avevano all’attivo sì e no la terza elementare) che fondarono e fecero crescere due case editrici oggi entrate nella storia anche letteraria. Furono Giuseppe Nerbini e Adriano Salani (va da sé che intanto alla cultura alta serviva un altro editore, vedi caso anche lui di Firenze, che era Attilio Vallecchi).

Quest’anno cade il cen-tocinquantenario della fon-dazione della Casa editrice Salani; Milano – con qual-che indispettita delusione di Firenze – ha dedicato (si chiude il 6 gennaio 2013) una grande mostra degli archivi della casa editrice. Una mostra importante, perché gli archivi sono in buona parte formati da migliaia di illustrazioni che i grandi ‘figurinai’ dell’epoca alle-stirono soprattutto per i libri da ra-gazzi; fra questi spicca il grandissimo Fiorentino doc

in prosa, anche i truculenti romanzi di un’autrice già allora famosa, Carolina Invernizio. Più tardi è la volta dei ro-manzi popolari parigini da di Parigi di Eugéne Sue (che con poca fortuna il fiorentino Collodi riprenderà nei suoi I misteri di FirenzeIl padrone delle ferriere di Ohnet, nonché romanzoni di Dumas e gioielli di Jules Verne. Cattolico fervente, Ettore Salani (che avrà una decina di figli) si fregia anche di curiose incursioni nella cultura alta, pubblicando per esempio tutte le opere di San Tommaso.

geniaLe editoreChi scrive ricorda ancora la

grande tipografia che dava su viale dei Mille ma aveva anche una picco-

lissima porta sul parallelo viale Volta dove non di rado si poteva incon-

trare la robusta figura con grandi occhiali di

tartaruga di questo sem-plice ma geniale editore. Poi, vennero

da ragazziI 150 anni della casa editrice fiorentina Salani

noi citato, è senza dubbio uno di quegli artisti per il popolo e per i bambini le cui fantasia e genialità sono uno specchio dell’Italia di mezzo secolo.

Milano; peccato che questa occasione non sia toccata a Firenze dove Salani ha vissuto e dove ha così bene lavorato, quando l’editoria era un’altra cosa.

noi citato, è senza dubbio uno di quegli

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Gennaio 2013 - Informatore - 41

Mondo Coop

diSilvia amodio

Che ne pensate dei versi qui sotto? Non male vero, soprattutto dopo

avervi svelato che i poeti in questione fanno la quarta elementare…

Queste poesie sono raccolte in un libro, Alla Voce del cuore (ed. Nicomp L. E.), curato da Sandra Dallai, e illu-strate con alcune fotografie di Pa-ola Camiciottoli. I bambini si sono confrontati con temi apparente-mente più grandi di loro, la morte, la paura, la soli-tudine, l’amore, la violenza rive-lando la capa-cità di scrivere in versi pensieri profondi e non banali. Certo, non tutte le 106 poesie contenute nel libro hanno lo stesso spessore, ma ciò è testimo-nianza dell’one-stà di questo lavoro. Sandra Dallai è la maestra che ha seguito il progetto. Ciclicamente lo ripropone quando i “suoi” bambini arrivano in quarta elementare, meravigliandosi ogni volta di come i “piccoli” sappiano destreggiarsi in un genere letterario tutt’altro che semplice.

La maestra Sandra, come tutti la chiamano, è originaria di Scarperia e ha alle spalle una grande esperienza. Da vent’anni è di ruolo alla scuola elementare Giotto di Firenze.

A dire il vero, ci racconta, «non ho mai pensato di fare la maestra; il mio desiderio era diventare avvocato per difendere le persone deboli; però, a ben pensarci, quando ero bambina avevo costruito una piccola scuola dove insegnavo alle bambole». Una vocazione che è rimasta sopita finché un episodio ben preciso ha determi-nato la sua strada. «Quando avevo vent’anni – prosegue –, facevo il do-poscuola ad alcuni bambini del paese per guadagnare qualche soldino. Un anno mi affidarono un’alunna che aveva tantissimi problemi sco-lastici che si ripercuotevano anche

il personAggio

Maestra per caso

sul suo aspetto emotivo e psicologico, dando il via ad un circolo vizioso dal quale sembrava impossibile uscire. Ho trovato una chiave d’accesso al suo mondo; ora quella bambina è un famoso architetto. Quell’anno ho capito che l’insegnamento era la mia missione e da allora non ho mai smesso». A scuola la maestra stimola i ragazzi con molte letture e solo dopo che questo percorso didattico è stato interiorizzato e discusso insieme, i bambini iniziano a scrivere i loro

testi. Qualche volta da soli, altre in gruppo. I risultati sono sempre ri-gorosamente tutta farina del loro sacco. E quando chiediamo a Sandra quale sia il trucco, ci risponde molto semplicemente che «la passione è il motore di ogni cosa. L’apprendi-mento parte sempre dalle emozioni e dall’affettività. Se non c’è il gusto

di insegnare, non c’è il piacere di apprendere. Non ho mai esercitato un ruolo rigido e autoritario, piutto-sto cerco di essere comprensiva e di instaurare un rapporto basato sulla fiducia. Questo approccio consente ai miei alunni di sentirsi più liberi di esprimersi, quindi anche più creativi. Ogni bambino ha i propri tempi e i propri ritmi; bisogna rispettarli. Non sempre i genitori capiscono questo metodo e si aspettano che i propri figli imparino a leggere e a contare tutti nello stesso momento. Non è sempre facile far capire quanto ali-mentare la fantasia e dargli spazio sia un investimento importante per il futuro. Per fortuna la nostra preside, Maria Cristina Tundo, mi sostiene e mi lascia molto libera nell’approccio didattico. Le sono molto grata per questo» Una fiducia ben riposta, visto che il libro è stato presentato con suc-cesso in molte occasioni, tra le quali a Palazzo Medici Riccardi di Firenze, alla presenza di autorità importanti, ed è stato premiato al “Festival Nazio-nale di Poesia per e dei Bambini San Pellegrino” lo scorso dicembre. v

“La poesia La poesia mi avvolgeE mi prende la menteMi fa volareE mi riappoggia dolcementeCapisco che non devo cercare:la poesia mi è venuta a trovare.

Io sonoIo sono tutti i tuoi pensieriLe tue azioni.Io sono tutti i tuoi doloriE le tue gioie.Io sono tutto ciòche per te è amore.

Sani ed equilibratiLo psicanalista austriaco Bruno Bettelheim diceva «di un uomo datemi i suoi primi sette anni e poi tenetevi il resto»; sottolineava così l’importanza degli stimoli che si ricevono da bambini e che contribuiscono a formare individui sani ed equilibrati.Un’attenzione spesso teorica quella riservata ai più piccoli nella nostra società dove gli spazi e i tempi per giocare sono sempre più ridotti. La televisione e l’elettronica hanno sostituito passatempi più tradizionali e i modelli proposti imitano i comportamenti dei grandi. Purtroppo spesso con un certo compiacimento di alcuni genitori che non capiscono che vivere da bambini è un sano investimento per il futuro. (S.A.)

bambini nEl tEmpo

L’interviStataSandra Dallai,

maestra scuola elementare

Giotto, Firenzeelementare, meravigliandosi ogni volta di come i “piccoli” sappiano destreggiarsi in un genere letterario

La maestra Sandra, come tutti la chiamano, è originaria di Scarperia e ha alle spalle una grande esperienza. Da vent’anni è di ruolo alla scuola

A dire il vero, ci racconta, «non Nicomp L.E.

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€ 12,00

a cura di

Sandra Dallai

foto di

Paola Camiciottoli

Questa raccolta di poesie è un viaggio, come ogni buon libro

si propone di essere, alla scoperta di quanto si nasconda die-

tro l’apparire di un’emozione: tra le righe si avverte la voce

dell’insegnante che guida i bambini a prendere coscienza di

un mondo interiore e si percepisce lo sguardo degli alunni che,

svestiti delle ordinarie incombenze, si sforzano di ritornare i

bambini che sono, liberi in divertimento e impegno a godere

le sensazioni d’ogni giorno.

Sandra e i “suoi bambini”

Foto s. amoDio

Page 42: 5 pUnti premio per i soci che ritirano il giornale alla cassa · Guida ai dati che ne definiscono la qualità (a pag. 12) 1. 2 -Gennaio 2013Informatore - ... piatti gustosi, rimasti

42 - Informatore - Gennaio 2013

Toscana

Sull’opera di Boccaccio possiamo dire di conoscere tutto o quasi: al-

cuni suoi lavori sono giunti fino a noi nella versione originale e autografa. Possiamo ripercorrere quasi passo per passo la sua produzione letteraria, dai primi lavori poetici in latino e in volgare, scritti a Napoli, alle ultime riflessioni esistenziali nel suo ritiro di Certaldo. Dobbiamo questa profonda conoscenza dell’opera boccacciana grazie soprattutto allo studio e alle ricerche di Vittore Branca, il grande filologo e studioso (nato nello stesso anno di Boccaccio ma seicento anni più tardi), che ha dedicato gran parte della sua esistenza a fare luce e stabi-lire punti fermi sulle creazioni dell’au-tore del Decamerone.

Invece, come per contrappasso, poco sappiamo del suo passaggio ter-reno. Sulla sua nascita conosciamo solo l’anno, appunto il 1313, ma ci sono ignoti il giorno, il mese e perfino il luogo. Ancora gli studiosi sono a domandarsi se sia nato a Firenze op-pure a Certaldo o addirittura a Parigi, frutto di una fugace relazione fra suo padre Boccaccio (o Boccaccino) di Chellino e una aristocratica della corte francese. Anche sulla donna della sua vita, la leggiadra Fiammetta, poco si sa. Potrebbe essere stata una giovane vissuta alla corte napoletana di Roberto d’Angiò (forse una sua figlia illegittima?), come una pura creazione dell’immaginazione del Boccaccio; nessuno può affermarlo con certezza. Del resto tutto o quasi tutto della sua vita affettiva e senti-mentale è avvolto in una fitta nebbia nella quale è difficile separare il vero dal falso, ciò che è provato dai do-cumenti da quello che è frutto della fantasia dei posteri. Che si sia sposato non esistono le prove; sembra però che nel 1358 sia morta una sua figlia di nome Violante, e questo lascerebbe supporre che Boccaccio abbia in qual-che periodo della sua vita, costituito un nucleo familiare.

Anche sulla sua esistenza oltre la vita sussistono vari punti oscuri. Sappiamo che morì a Certaldo il 21 di-cembre del 1375 e che fu sepolto nella chiesa oggi intitolata ai santi Jacopo e Filippo; ma sappiamo anche che, con la riforma leopoldina del 1783, le sue

spoglie vennero “trasportate e sparse nel cimitero della chiesa prioria”. Nei primi anni del secolo scorso si credette di aver ritrovato il suo teschio celato in una parete della casa che aveva abitato negli ultimi anni, ma ulteriori esami hanno escluso questa eventualità. Fra le informazioni inoppugnabili resta comunque l’anno della sua nascita, ed è su questa certezza che si è lavo-rato per alcuni mesi nell’intento di commemorare in maniera consona il grande concittadino.

Le iniziativeUn comitato - composto da rap-

presentanti di Regione e Provincia, dei Comuni di Firenze, Certaldo e Fiesole, dell’Ente Boccaccio -, è stato incaricato di stilare una serie di iniziative che copriranno tutto l’arco dell’anno per l’anniversario di Boccaccio. Un primo

progetto è la pubblicazione di un libro (curato dall’ex presidente dell’Ente Boccaccio, Massimo Gennari) che, in forma di racconto, ripercorre i luoghi toscani della vita e delle opere del poeta certaldese. È prevista anche un’opera multimediale che prende spunto da quello che è considerato il primo romanzo psicologico Elegia di Madonna Fiammetta, per proporre un “viaggio pittorico, fotografico e performativo”, curato dall’artista Cin-zia Fiaschi. Il Museo Pecci di Prato organizza alcune mostre nelle quali, fra l’altro, verranno esposte opere pit-toriche realizzate fra il 1967 e il 1997 da artisti quali Campigli, Guttuso, Levi, Manzù, Maccari, Mafai, Sassu… Saranno esposti anche i lavori di gio-vani artisti chiamati a cimentarsi su temi boccacciani.

Si è inoltre organizzato un conve-gno internazionale che riunirà i mag-giori studiosi di musica medievale. Nell’occasione si eseguiranno anche concerti di musica medievale e rinasci-mentale. Per tutto il 2013, con cadenza mensile, si organizzeranno nei locali di Casa Boccaccio, letture tratte dal Deca-merone a cura dell’Oranona Teatro. Continuerà anche – ormai si ripete da quindici anni – uno spettacolo che “si ispira alle opere del poeta e porta in

scena attraverso tutte le arti del te-atro, recitazione, danza, musica, combattimenti eccetera, circa 180 fra attori, acrobati e figu-ranti” e che coin-volge l’Associa-zione culturale Elitropia. Ultima iniziativa – ma non per impor-tanza – è la costi-tuzione, nell’am-bito del “Premio

letterario Giovanni Boccaccio”, di una sezione riservata agli studenti del cir-condario Empolese-Valdelsa e del Co-mune di Firenze che saranno invitati a elaborare un proprio racconto sulla fal-sariga delle novelle del Decamerone. La speranza e l’auspicio è che si palesi un nuovo Boccaccio del XXI secolo. v

l’AnniversArio

Talento volgare700 anni dalla nascita di Boccaccio. La modernità del linguaggio del grande certaldese

diriccardo Gatteschi

Boccaccio, affresco. Palazzo Arte Giudici e Notai, Firenze

P. Benvenuti, Boccaccio nel suo studio, XIX sec.

Foto

g.c

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Gennaio 2013 - Informatore - 43

Mondo Coopl’intervistA

Dalla poesiaalla prosaQuest’anno il poeta e letterato di

Certaldo verrà ricordato con una serie di iniziative in tutta la Toscana (al-cune anche fuori). Ne parliamo col pro-fessor Stefano Zamponi, ordinario di Paleografia latina all’università degli studi di Firenze e presidente dell’Ente Nazionale Giovanni Boccaccio.

Qual è stata l’importanzadi Giovanni Boccaccioper la nostra lingua?«Boccaccio è il letterato che ha

dato piena dignità letteraria alla prosa italiana: prima di lui la grande lettera-tura in volgare era soprattutto poesia, si pensi a Dante con la Commedia e Petrarca con il Canzoniere. Inoltre Boccaccio ha inventato una prosa ricca di sfumature, anche linguisti-che, con l’uso di forme dialettali».

Qual è il suo valoreculturale e sociale?Boccaccio è il narratore di un

nuovo ceto sociale molto ampio (da quella che oggi chiameremmo «bor-ghesia degli affari», fino ai piccoli artigiani, ovvero gli uomini liberi all’interno dei liberi comuni), esalta i valori spirituali più alti dell’uomo (che

si potrebbero riassumere nel concetto di «cortesia»), e insieme diventa il paladino di una sostanziale parità fra uomo e donna. Presenta un’umanità fortemente radicata nella sua con-creta carnalità, vista con un occhio spesso divertito e sempre indulgente.

Molte saranno le celebrazioni per questo anniversario.Quale sarà dunque il fil rouge che unirà questi eventi?Sicuramente la volontà di far fruire

Boccaccio a tutti i livelli: dal coinvolgi-

mento delle scuole, al territorio (con gli itinerari), alle manifestazioni popolari, alla ricerca storica, linguistica, filolo-gica, con un nuovo esame approfondito di tutti i manoscritti più significativi. i tel. 0571661265

[email protected]

dirossana de Caro

Il meglio del DecameronVenerdì 11 gennaio, ore 21.30, parte il progetto speciale

“Si racconta le novelle del Boccaccio”, con la lettura integrale della prima novella della prima giornata del Decameron, quella di Ser Ciappelletto, una beffa che fa sì che un uomo di malaffare riesca, in punto di morte, a farsi credere e adorare come santo. Il progetto è ideato da L’Oranona Teatro, regia di Carlo Romiti. Le letture si svolgeranno ogni secondo venerdì del mese a Certaldo, in Casa Boccaccio, da gennaio a ottobre, ogni mese una novella di una diversa giornata, dalla prima alla decima, una sorta di “il meglio del Decameron”.

CaSa boCCaCCio

tosCAnA dA leggere

Spettrie diavoliLe magiche leggende e i luoghi fiabeschinei testi e nelle illustrazioni di Matteo Cresti

Dopo il successo del primo volume (Fate e folletti della Toscana, ed. Il

Pozzo di Micene), arriva sugli scaffali di Toscana da leggere Draghi, streghe e

fantasmi della To-scana, il nuovo libro di Matteo Cosimo Cresti, che pro-segue idealmente

nella scoperta dei luo-ghi di fiabe e leggende che

popolano la nostra regione. Ai testi si affiancano fantasti-che illustrazioni, realizzate dall’autore, un incredibile

bestiario figurativo rap-presentato con grande efficacia.

E così, scorrendo le pagine, davanti ai nostri

occhi si parano perso-naggi inquietanti, da l Bas i l i sco all’Arcidiavolo Belfagor, al ma-

linconico fantasma di Pia de Tolomei, leg-

gendaria nobildonna senese, che si manifesta durante

le notti di plenilunio su un ponte medie-vale nel comune di Sovicille, chia-mato per l’appunto

“il ponte della Pia”. Per non par-

lare poi di draghi, serpenti e spaven-tevoli ranocchie. Va da sé che sono

leggende ma, nonostante ciò, si rimane rapiti dai racconti di antichi fantasmi, case stregate e ombre erranti, tasselli di una cultura popolare e contadina così viva in Toscana.

Sapevate ad esempio che un fanta-sma di donna si affaccia da una finestra nella piazza fiorentina della Santissima Annunziata? O che un gigantesco ser-pente è intrappolato sotto la fortezza di San Piero a Sieve? Se poi siete proprio coraggiosi, sappiate che in una chiesa di Lucca c’è una botola che conduce diret-tamente… all’Inferno. Buon viaggio e “al diavolo” tutte le paure! v

fantasmi della To-scanadi Matteo Cosimo Cresti, che pro-segue idealmente

nella scoperta dei luo-ghi di fiabe e leggende che

popolano la nostra regione. Ai testi si affiancano fantasti-che illustrazioni, realizzate dall’autore, un incredibile

bestiario figurativo rap-presentato con grande efficacia.

E così, scorrendo le pagine, davanti ai nostri

occhi si parano perso-naggi inquietanti,

Belfagor, al ma-linconico fantasma

di Pia de Tolomei, leg-gendaria nobildonna senese,

che si manifesta durante le notti di plenilunio su

un ponte medie-vale nel comune di Sovicille, chia-

iMatteo Cosimo Cresti, Draghi,

streghe e fantasmi della toscana,

ed. Il Pozzo di Micene; euro 13,50

(scontato 11,50)

Certaldo alto

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44 - Informatore - Gennaio 2013

Mondo verde

Sono frequenti le occasioni in cui si ricorre ai fiori e alle piante per au-

gurare, celebrare, festeggiare i piccoli o grandi eventi della vita. Ogni volta che doniamo fiori o abbiamo a che fare con essi, esprimiamo emozioni e sentimenti che sono rappresentati dalla loro bellezza, dalle loro forme e dai colori. Accostare insieme questi elementi richiede sensibilità, gusto e

non ultima la conoscenza di alcune regole specifiche per ottenere risultati adeguati. In tali occasioni i fiorai sono preziosi alleati: con la loro professio-nalità sono in grado di soddisfare i nostri desideri. Tuttavia, chiunque – con un minimo di pazienza e dedi-zione – potrà cimentarsi nel comporre un mazzo di fiori recisi, un centro tavola o un addobbo decorativo: è divertente, rilassante e creativo. Ne parliamo con Adriana Callaioli, una simpatica ed esperta fioraia che da oltre vent’anni gestisce un bel negozio, per farci svelare le regole d’oro e… qualche piccolo segreto del mestiere. «Le composizioni floreali possono es-sere strutturate in molti modi diversi – spiega Adriana –, veri e propri stili di realizzazione, scelti a seconda dello scopo che si vuole ottenere. Si possono utilizzare, indifferentemente, sia fiori coltivati sia spontanei, magari rac-colti durante una passeggiata. Utili complementi sono: bacche, ghiande, piccole pigne, rametti o cortecce che, inseriti nella composizione, donano un tocco di originalità. Deve sempre essere presente, inoltre, un elemento verde – rami o fronde con piccole foglie – cha servirà da sfondo alla composizione».

FormaLeo “natUraLe”I tipi fondamentali di

composizione sono quella formale, compatta e ton-deggiante, quella decora-tiva in cui predominano elementi non vegetali (carta, candeline, stoffa, na-stri…) e quella vegetativa in cui prevale l’aspetto “naturale”. Tutte le composizioni floreali hanno come caratteri-stica principale quella di essere inserite in un contenitore in cui è posta, quale base, la cosid-det ta spugna dove si confic-cano gli steli delle piante scelte. Ve ne sono due tipi: la prima, ideale per fiori recisi, consiste in un mattoncino di poliuretano in grado di trattenere al suo interno

una riserva d’acqua; la seconda, del medesimo materiale, ma di consi-stenza più dura e secca, va bene per i fiori secchi o artificiali, è economica e si può riutilizzare più volte. «Quella per fiori recisi – spiega Adriana – va immersa in una bacinella con molta acqua per circa cinque minuti, sul lato orizzontale. Una volta impregnata, si sagoma facilmente con un coltellino.

Un’altra possi-bilità è quella di incapsulare il gambo reciso

nelle apposite fialette: l’acqua che con-tengono assicurerà il giusto apporto idrico alle piante; anche del semplice

cotone idrofilo imbevuto e poi avvolto in pellicola da cucina svolge bene que-sto compito». In commercio esistono svariate tipologie di contenitori, il cui costo minimo si aggira intorno a otto-dieci euro: plastica, metallo, vetro, ceramica, vimini sono i materiali più utilizzati e ce ne sono di tutte le forme, colori e dimensioni. Tutti questi og-getti si trovano in vendita dai fiorai o nei garden. «Ma – suggerisce Adriana – è possibile, oltre che più divertente ed economico, riciclare contenitori di altre merci, trasformandoli con un po’ di fantasia».

Forme e coloridiCàrola Ciotti

In gambi!Quando si manipolano i fiori, si avrà cura di afferrarli, con delicatezza, a circa metà del gambo, per evitare rotture. Per meglio conservarli all’interno della composizione, si devono tagliare e trattare in modi diversi: lo stelo di un anemone esige un taglio obliquo; alla ginestra si usa sbollentare il gambo; alle azalee e alle dalie – la cui corolla va anche immersa brevemente in acqua – si usa schiacciare il gambo e carbonizzarlo.

Fiori rECiSi

L’interviStataAdriana Callaioli, titolare di Ikebana a Poggibonsi (SI)

elleBori

Rosedi NataleFiorisconoda gennaio a marzo con una grande varietà di colori

Gli Ellebori sono una specie di piante molto apprez-

zate dagli appassionati per la bella fioritura invernale; ap-

partengono alla famiglia delle Raniculacee e, comunemente, sono conosciute come Rose di Natale. Si tratta di piante erba-cee perenni e la loro fioritura, che va da gennaio a marzo, ha una lunga persistenza; i fiori hanno cinque petali di colori che variano dal bianco al crema, dal giallo al rosa, al porpora e, addirittura, al nero! Sono di facile coltivazione, non

Come comporremazzi e addobbi decorativi.I suggerimenti dell’esperto

I tipi fondamentali di composizione sono quella

elleBori

Rose

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Foto f. magonio

Foto f. magonio

Foto f. magonio

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Gennaio 2013 - Informatore - 45

Mondo Coopcome le felci, che ben si legano con tutte le altre forme». I fiori si classifi-cano anche secondo criteri di “peso” compositivo: un lilium avrà un ruolo primario in una composizione, poi-ché dominerà con la sua struttura importante, mentre fiori con strut-tura semplice, quali i tulipani e i garofani, raggiungono il massimo effetto quando sono raggruppati tra

loro. Al pari delle forme, anche i colori devono essere accostati con ar-monia: quelli scuri, si pongono sem-pre al centro della composizione, il cosiddetto punto vegetativo: qui, tutti gli elementi presenti s’incontrano e convergono. Un altro consiglio utile riguarda il modo in cui trattare gli steli: in genere si devono ripulire da tutte le foglie, spine, germogli, fino al punto massimo d’immersione; dal fiore si asportano anche eventuali petali sciupati, malformati o rotti. i http://fioristi.altervista.

org/pagine/fiori.htm

iL pUnto v(egetativo)I criteri di scelta dei fiori e degli

altri componenti accessori, dovreb-bero concorrere alla ricerca di un equilibrio tra colori e forme. «Una rosa e una gerbera convivono bene in una composizione poiché hanno forma diversa – spiega l’esperta – ma non altrettanto una gerbera ac-canto a un girasole, considerato che

entrambi possiedono la medesima forma tondeggiante». È bene gio-care, invece, col contrasto di forme e colori, selezionando e abbinando le piante in base alle loro caratteristi-che estetiche; per questo i fiori sono catalogati secondo le loro forme. «I crisantemi delle varietà Turner hanno forma sferica, un gladiolo ha forma a spiga, i rametti del pino o acero sono di forma spezzettata – mentre spiega, la nostra fioraia ci mostra alcuni esemplari -. Esistono fiori con forma rigida, come il Liatris, e piante con portamento morbido,

diStefano Giraldi

CUriositÀ e leggende

La colonnadi San ZanobiTra la fine del IV e l’inizio del V secolo

dell’era cristiana, quando Firenze era sotto l’assedio dei Goti, vescovo di Firenze era Zanobi che diventò santo senza aver subito nessun martirio. La ragione si trova

in alcuni fatti della vita di Zanobi che ci sono stati tramandati già dall’anno Mille.

Uno dei più mirabili è la risurrezione di un fanciullo in Borgo San Piero, l’attuale Borgo degli Albizi: in un punto preciso di questa strada per secoli è rimasta infatti una pietra detta “geniculum” che ricordava ai passanti il luogo dove Zanobi si era inginocchiato a pregare perché il fanciullo rivivesse.

Un episodio miracoloso avvenne alla sua morte: a quell’epoca la cattedrale vescovile di Firenze era la chiesa di San Lorenzo, allora fuori le mura cittadine; il corpo di Zanobi era sepolto in quella chiesa. In seguito si pensò di spostare la sede vescovile all’interno delle mura cittadine e precisamente in Santa Reparata, ora sotto la cattedrale di Santa Maria del Fiore. Fu spostato anche il corpo di Zanobi. Il popolo seguì numeroso la traslazione della bara di legno del loro vescovo che passò accanto al battistero di San Giovanni, dove era un olmo ormai secco che segnava, come vo-leva un’antica usanza germanica, il punto dove il popolo cittadino doveva radunarsi per le adunanze pubbliche. Al passaggio del corteo, l’olmo, sfiorato dalla cassa mortuaria, improvvisamente si riempì di foglie e di fiori. La gente gridò al miracolo e si accalcò intorno all’albero per strapparne almeno un ramoscello.

Otto secoli dopo in ricordo dell’evento, fu eretta una colonna romana di marmo cipollino, di fronte alla porta nord del Battistero, che segnala ancora oggi ai passanti il miracolo di San Zanobi. v

temono il gelo e anche se può capitare di vederli completa-mente abbattuti dalla morsa del freddo, basta che la tem-peratura risalga sopra le zero, durante la giornata, per vederli risorgere come se nulla fosse accaduto. Si adattano meglio alla coltivazione in piena terra (prediligono una collocazione semiombreggiata), in un sub-strato umido e ben drenato; per uno sviluppo rigoglioso, occorre concimarli con letame maturo al momento dell’im-

pianto. Se coltivati in vaso, è bene considerare che le loro radici rizomatose si svilup-pano in profondità: si utilizzerà, per questo motivo, un conteni-tore adeguato. Gli Ellebori che troviamo in commercio, sono ibridi della specie Orientalis, sempreverdi, ma esistono anche specie spontanee che facilmente possiamo indivi-duare nei nostri boschi. Quella forse più diffusa è l’Helleborus foetidus che ama i luoghi sas-sosi e cespugliosi: presenta un

fusto ramificato alto circa 50 cm. con foglie picciolate e fiori campanulati di colore verde, marginato di un rosso-bruno e, come suggerisce il nome, ha un odore… non proprio gradevole! Come tutte le altre specie botaniche (spontanee), è decidua, cioè perde le foglie durante la stagione calda. Una caratteristica sia degli ellebori coltivati che degli esemplari spontanei è la loro tossicità: obbligatorio lavarsi sempre le mani, dopo averli toccati.

o

Foto f. magonio

Foto s. giralDi

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46 - Informatore - Gennaio 2013

Salute

Della Rosacea, come spiega la professoressa Donatella Lippi,

storica della medicina, «Si ha no-tizia fino dal quadro Il vecchio col nipote del Ghirlandaio (1449-1494), conservato al museo del Louvre di Parigi, dove viene ritratto un vecchio e un bambino ed il primo presenta una malformazione del naso, detta rinofima, interpretata come conse-guenza di una verosimile rosacea di cui l’uomo doveva soffrire». Ma di que-sta patologia si hanno anche tracce più antiche in quanto a essere parti-colarmente interessati sono individui con carnagione e capelli chiari; da qui la denominazione Maledizione dei Celti, utilizzata a volte per indicarla.

Ma cos’è la rosacea? È una malat-tia benigna ad andamento cronico caratterizzata in tutte le sue fasi dalla presenza di arrossamento del volto con dilatazione patologica dei capillari (telangectasie). Il professor Giuliano Zuccati, derma-tologo dell’Uni-versità di Firenze, ci chiarisce che «la patologia in-sorge per lo più in soggetti di sesso femminile che presentano una tendenza costitu-zionale ad avere un rilasciamento del tessuto di so-stegno degli organi e dei vasi, carat-terizzato anche da emorroidi, vene varicose e dilatazione dei capillari».

Secondo la gravità della malat-tia, si possono identificare vari stadi, il più lieve si manifesta con rossore delle guance e fini telangectasie; nel secondo sono presenti nella pelle an-che piccole papule (rilievi solidi delle pelle) e pustole (raccolte di pus); nel terzo le lesioni sono più evidenti e com-paiono anche nei noduli sottocutanei.

«L’American National Rosacea Society nel 2002 - prosegue Zuccati - ha definito più forme di rosacea in base alla manifestazione clinica prevalente, mettendo in rilievo sia quella del naso (rinofima), per la pro-liferazione delle ghiandole sebacee, che dei vasi nasali e quella oculare, con l’interessamento delle palpebre,

della congiuntiva e della cornea. Risulta dunque evidente che la rosacea è malattia cronica, e i rimedi hanno effetto solo tem-poraneo».

È logico dunque che quanto più è avanzato lo stadio della malattia, meno saranno le pos-sibilità terapeutiche definitive. In generale, gli elementi che sca-tenano questo problema sono rappresentati da tutti quegli stimoli che inducono vasodila-tazione: da momenti di intensa emozione,

all’uso di alcoolici o caffè o di cibi piccanti e caldi, agli sbalzi di temperatura, soprattutto il passaggio da freddo a caldo, fino all’esposizione al sole che crea un danno vascolare diretto o mediato dal calore.

«Se le attenzioni iniziano fin dalle prime fasi della malattia - continua Zuccati -, si può interrompere la sua evoluzione con soddisfacenti risultati, ma quando il trattamento, sia locale che sistemico, si instaura nelle fasi

più avanzate della malattia, i risultati saranno buoni, ma par-

ziali e seguiti facilmente da recidiva. In questi casi è utile associare una terapia fisica, che permetta di agire in maniera più decisa sulla vascola-rizzazione, riducendo in modo impor-tante l’eritema».

terapiaSono quattro le opzioni per tenere

sotto controllo la rosacea: la terapia topica, che si avvale di un discreto numero di farmaci rappresentati da creme, gel e lozioni con attività anti-batterica antiinfiammatoria, ed è ge-neralmente ben tollerata dai pazienti.

La terapia sistemica trova una sua utilità soprattutto nelle fasi più avanzate della malattia. Nella rosa-

lA rosACeA

La maledizione dei CeltiUna malattia caratterizzatada arrossamentoe dilatazione dei capillari

dialma valente

Alimenti da evitareLa rosacea è una delle poche malattie in cui fare attenzione agli alimenti è davvero utile, soprattutto nelle prime fasi. Gli alimenti da evitare sono quelli che scatenano il flush (arrossamenti accessionali, vampate di calore) fra i quali, al primo posto, gli alcoolici, quindi, in ordine di importanza, il vino e la birra, i cibi troppo caldi, i cibi piccanti (le spezie), il caffè, il thè e la cioccolata. Sembra che il pane, la pasta e gli zuccheri, da sempre sconsigliati al paziente affetto da rosacea, abbiano meno influenza sulla malattia.

Corsi di yoga e tai ji quanAll’Istituto di Yoga (via G. Lanza 65), si tengono corsi di yoga e tai ji quan per tutte le età (giovani, adulti, età libera). Iscrizioni dal 7 gennaio.i 0552479080; 3281726224 o

della congiuntiva e della cornea. Risulta dunque evidente che la rosacea è malattia cronica, e i rimedi hanno effetto solo tem-

È logico dunque che quanto più è avanzato lo stadio della malattia, meno saranno le pos-sibilità terapeutiche definitive. In generale, gli elementi che sca-tenano questo problema sono rappresentati da tutti quegli stimoli che inducono vasodila-tazione: da momenti di intensa emozione,

all’uso di alcoolici o caffè o di cibi piccanti e caldi, agli sbalzi di temperatura, soprattutto il passaggio da freddo a caldo, fino all’esposizione al sole che crea un danno vascolare diretto o mediato

più avanzate della malattia, i risultati saranno buoni, ma par-

ziali e seguiti facilmente da recidiva. In questi casi è utile associare una terapia fisica, che permetta di agire in maniera più decisa sulla vascola-

La maledizione dei CeltiUna malattia caratterizzatada arrossamentoe dilatazione dei capillari

dialma valente

La rosacea è una delle poche malattie in cui fare attenzione agli alimenti è davvero utile, soprattutto nelle prime fasi. Gli alimenti da evitare sono quelli che scatenano il flush (arrossamenti accessionali, vampate di calore) fra i quali, al primo posto, gli alcoolici, quindi, in ordine di importanza, il vino e la birra, i cibi troppo caldi, i cibi piccanti (le spezie), il caffè, il thè e la cioccolata. Sembra che il pane, la pasta

paziente affetto da rosacea, abbiano meno

FirEnzE

contemori

46 - INFORMATORE - Gennaio 2013

Salute

Della Rosacea, come spiega la professoressa Donatella Lippi,

storica della medicina, «Si ha notizia fino dal quadro Il vecchio col nipote del Ghirlandaio (1449-1494), con-servato al museo del Louvre di Parigi, dove viene ritratto un vecchio e un bambino ed il primo presenta una malformazione del naso, detta rino-fima, interpretata come conseguenza di una verosimile rosacea di cui l’uomo doveva soffrire». Ma di questa patologia si hanno anche tracce più antiche in quanto a essere particolar-mente interessati sono individui con carnagione e capelli chiari; da qui la denominazione Maledizione dei Celti, utilizzata a volte per indicarla.

Ma cos’è la rosacea? È una ma-lattia benigna ad andamento cro-nico caratterizzata in tutte le sue fasi dalla presenza di arrossamento del volto con dilatazione patologica dei capillari (telangectasie). Il professor Giuliano Zuccati, d e r m a t o logo dell’Università di Firenze, ci chiarisce che

«la patologia in-sorge per lo più in soggetti di sesso femminile che presentano una tendenza costituzionale ad avere un ri-lasciamento del tessuto di sostegno degli organi e dei vasi, caratterizzato anche da emorroidi, vene varicose e dilatazione dei capillari».

Secondo la gravità della malattia, si possono identificare vari stadi, il più lieve si manifesta con rossore delle guance e fini telangectasie; nel secondo sono presenti nella pelle anche piccole papule (rilievi solidi delle pelle) e pu-stole (raccolte di pus); nel terzo le lesioni sono più evidenti e compaiono anche nei noduli sottocutanei.

«L’American National Rosacea So-ciety nel 2002 - prosegue Zuccati - ha definito più forme di rosacea in base alla manifestazione clinica preva-lente, mettendo in rilievo sia quella del naso (rinofima), per la proliferazione delle ghiandole sebacee, che dei vasi nasali e quella oculare, con l’inte-

ressamento delle palpebre, della congiuntiva e della cornea. Risulta dunque evidente che la rosacea è malattia cronica, e i rimedi hanno effetto solo temporaneo».

È logico dunque che quanto più è avanzato lo stadio della ma-lattia, meno saranno le possibilità terapeutiche definitive. In generale, gli elementi che scatenano questo problema sono rappresentati da tutti quegli stimoli che inducono vasodilatazione: da momenti di intensa emozione, all’uso di alcoolici o

caffè o di cibi piccanti e caldi, agli sbalzi di temperatura, so-prattutto il passaggio da freddo a caldo, fino all’esposizione al sole che crea un danno vascolare di-retto o mediato dal calore.

«Se le attenzioni iniziano fin dalle prime fasi della malattia - continua Zuccati -, si può interrompere la sua evoluzione con soddisfacenti risultati, ma quando il trattamento, sia locale che sistemico, si instaura nelle fasi più avanzate della malattia, i risultati sa-

ranno buoni, ma parziali e se-guiti facilmente da recidiva. In questi casi è utile associare una terapia fisica, che permetta di agire in maniera più decisa sulla vascolarizzazione, ridu-cendo in modo importante l’eritema».

TERAPIASono quattro le opzioni per tenere

sotto controllo la rosacea: la terapia topica, che si avvale di un discreto numero di farmaci rappresentati da creme, gel e lozioni con attività anti-batterica antiinfiammatoria, ed è ge-neralmente ben tollerata dai pazienti.

La terapia sistemica trova una sua utilità soprattutto nelle fasi più avanzate della malattia. Nella rosa-

LA ROSACEA

La maledizione dei CeltiUna malattia caratterizzatada arrossamentoe dilatazione dei capillari

diAlma Valente

Alimenti da evitareLa rosacea è una delle poche malattie in cui fare attenzione agli alimenti è davvero utile, soprattutto nelle prime fasi. Gli alimenti da evitare sono quelli che scatenano il flush (arrossamenti accessionali, vampate di calore) fra i quali, al primo posto, gli alcoolici, quindi, in ordine di importanza, il vino e la birra, i cibi troppo caldi, i cibi piccanti (le spezie), il caffè, il thè e la cioccolata. Sembra che il pane, la pasta e gli zuccheri, da sempre sconsigliati al paziente affetto da rosacea, abbiano meno influenza sulla malattia.

Corsi di yoga e tai ji quanAll’Istituto di Yoga (via G. Lanza 65), si tengono corsi di yoga e tai ji quan per tutte le età (giovani, adulti, età libera). Iscrizioni dal 7 gennaio.i 0552479080; 3281726224 o

ressamento delle palpebre, della congiuntiva e della cornea. Risulta dunque evidente che la rosacea è malattia cronica, e i rimedi hanno effetto solo temporaneo».

È logico dunque che quanto effetto solo temporaneo».

È logico dunque che quanto effetto solo temporaneo».

più è avanzato lo stadio della ma-lattia, meno saranno le possibilità terapeutiche definitive. In generale, gli elementi che scatenano questo problema sono rappresentati da tutti quegli stimoli che inducono vasodilatazione: da momenti di intensa emozione, all’uso di alcoolici o

caffè o di cibi piccanti e caldi, agli sbalzi di temperatura, so-prattutto il passaggio da freddo a caldo, fino all’esposizione al sole che crea un danno vascolare di-retto o mediato dal calore.

ranno buoni, ma parziali e se-guiti facilmente da recidiva. In questi casi è utile associare una terapia fisica,

La maledizione dei CeltiUna malattia caratterizzatada arrossamentoe dilatazione dei capillari

di

La rosacea è una delle poche malattie in cui fare attenzione agli alimenti è davvero utile, soprattutto nelle prime fasi. Gli alimenti da evitare sono quelli che scatenano il flush (arrossamenti accessionali, vampate di calore) fra i quali, al primo posto, gli alcoolici, quindi, in ordine di importanza, il vino e la birra, i cibi troppo caldi, i cibi piccanti (le spezie), il caffè, il thè e la cioccolata. Sembra che il pane, la pasta e gli zuccheri, da sempre sconsigliati al paziente affetto da rosacea, abbiano meno influenza

FIRENZE

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Gennaio 2013 - Informatore - 47

Mondo Coopcea papulo-pustolosa trova un suo utile impiego la terapia con antibiotici come le tetracicline, i macrolidi e l’ampicillina, gli antiparassitari e gli antifungini. Nello stadio più avanzato della malattia, quello dell’elefantiasi facciale (o fima, come il rinofima) può dare un qualche vantaggio l’iso-tretinoina.

Trattamento fisico e chirur-gico. Giovamento si può trovare con l’utilizzo di sorgenti luminose non a-blative come il Dye Laser (Pdl) o la luce pulsata (Ipl). Il rinofima e le altre forme fimatose possono essere ridotte utiliz-zando il Laser CO2 o il Laser a Erbium.

Trattamento cosmetico. Que-sta patologia può avere importanti risvolti psicologici, soprattutto tra le donne, per lo più in giovane età, per gli aspetti estetici che comporta. I cosme-tici da usare devono essere: specifici per la malattia; idratanti e lenitivi; ben tollerati; privi di profumi. Quelli più utili devono proteggere dai raggi UV-B e cre-are un film che attenui gli sbalzi termici. Devono inoltre contenere sostanze capillaro-protettrici come i bioflavonoidi, la vitamina C, gli antocianosidi simili ai flavonoidi che sono contenuti in abbondanza nel mirtillo, o sostanze ad azione antiflogistica e deconge-stionante come le saponine contenute nell’ippocastano, nell’edera e nel ru-sco. Anche le sostanze detergenti, da usare a temperature né troppo alte né troppo basse, devono essere prive di sa-pone, di profumi e non irritare, come quelli cationici, anionici e anfoteri. Tutte le volte che i pazienti si espon-gono al sole, devono proteggersi con filtri solari ad alto Spf (Sun protection factor) e largo spettro (Uvb-Uva). Re-centemente nel trattamento estetico della rosacea è stato introdotto il Ca-mouflage o maquillage protettivo che, con metodiche precise, utilizza sostanze coprenti per mascherare gli inestetismi della malattia.

È importante comunque sottoli-neare che il “fai da te” non va bene e bisogna sempre ricorrere ad uno specialista. v

diMaria vittoria

Giannotti

L’interviStatoprofessor Giuliano Zuccati, dermatologo dell’Università di Firenze

tUmore Al seno

Scelta di vita Lo screening mammografico salva la vita

Lo screening mammografico riduce la mortalità per tumore al seno e salva

molte vite. A confermarlo anche uno studio promosso dall’Osservatorio nazionale screening, la rete di coordinamento nazio-nale degli screening oncologici del Mini-

stero della salute, che ha sede presso l’Ispo, l’Istituto per lo studio e la prevenzione on-cologica della Regione Toscana. Lo studio, realizzato da ricercatori di nove Paesi eu-ropei, rappresenta un fondamentale con-tributo scientifico in una controversia pro e contro lo screening mammografico, che ha coinvolto non solo la stampa scientifica,

ma anche l’opinione pubblica. I risultati dello studio, pubblicati in un supplemento del “Journal of Medical Screening”, mo-strano che ogni 1000 donne dai 50 ai 69 anni che si sottopongono allo screening mammografico ogni due anni, tra le 7 e le 9 donne hanno avuto la vita salvata, e che 4 casi di tumore della mammella (a fronte delle 67 donne che si ammalano di tumore mammario in assenza di scre-ening) potrebbero essere “sovradiagnosi” (riconoscimento di tumori a bassa ca-pacità evolutiva e quindi potenzialmente

non pericolosi). I benef ici osser-vati rafforzano la necessità di con-tinuare a promuo-vere i programmi di screening. «Que-sto studio europeo

– dichiara Eugenio Paci, dell’Ispo di Fi-renze, uno dei coor-dinatori del gruppo Euroscreen – per-mette alle donne

una scelta informata e basata su solide evidenze scientifiche. Nella realtà fioren-tina è stata stimata una riduzione di quasi il 40% del numero di donne decedute per tumore della mammella, tra le donne 50-69 anni che hanno partecipato dal 1990 al programma di screening: circa 200 vite salvate». «La scelta fatta dal servizio sani-tario della Regione Toscana di investire nel programma di screening mammografico e di affidare a Ispo il coordinamento e la sorveglianza del programma regionale sta ottenendo importanti risultati – commenta l’assessore al diritto alla salute Luigi Mar-roni –. Il programma è esteso oggi a tutte le aziende toscane, e ogni anno vengono pubblicati dal Centro di riferimento regio-nale dati di attività che fanno prevedere che risultati simili a quelli ottenuti a Firenze saranno osservati prossimamente anche nelle altre realtà della regione. La Regione Toscana vuole proseguire in questa linea operativa – sottolinea l’assessore – e per questo ha mantenuto l’esenzione dal ticket per tutti gli screening oncologici. Questi dati testimoniano l’importanza dell’azione di sanità pubblica, che garantisce gratui-tamente queste prestazioni di prevenzione secondaria alle donne interessate». «Con-fermo l’impegno a migliorare ulteriormente la nostra offerta di screening mammo-grafico - assicura il direttore generale dell’Ispo Gianni Amunni -. Uno stimolo a nuovi sviluppi, in particolare a migliorare la qualità del lavoro, oggi possibile anche per le potenzialità dell’uso della mammografia digitale, e all’allargamento dell’offerta dello screening alle donne in età 45-49, con modalità innovative». v

Incontri e passeggiatePer il ciclo di appuntamenti “I colori della salute. La piramide alimentare toscana”, il 14/1, dalle 17.30 alle 19, nella sala soci Coop al centro commerciale ipercoop di viale Amendola si parlerà de “Il pollame e le carni bianche”.i punto soci. Ingresso libero.Passeggiate della salute alla scoperta della città di Arezzo. Le proposte di gennaio: il 6, via San Lorentino e il Museo di arte medievale e moderna; il 20, via Ricasoli fra arte, storia e scienza. Partecipazione libera.i Prenotazioni per la visita al museo: punto soci Coop via Veneto e ipercoop v.le Amendola

arEzzo

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46 - INFORMATORE - Gennaio 2013

Salute

Della Rosacea, come spiega la professoressa Donatella Lippi,

storica della medicina, «Si ha notizia fino dal quadro Il vecchio col nipote del Ghirlandaio (1449-1494), con-servato al museo del Louvre di Parigi, dove viene ritratto un vecchio e un bambino ed il primo presenta una malformazione del naso, detta rino-fima, interpretata come conseguenza di una verosimile rosacea di cui l’uomo doveva soffrire». Ma di questa patologia si hanno anche tracce più antiche in quanto a essere particolar-mente interessati sono individui con carnagione e capelli chiari; da qui la denominazione Maledizione dei Celti, utilizzata a volte per indicarla.

Ma cos’è la rosacea? È una ma-lattia benigna ad andamento cro-nico caratterizzata in tutte le sue fasi dalla presenza di arrossamento del volto con dilatazione patologica dei capillari (telangectasie). Il professor Giuliano Zuccati, d e r m a t o logo dell’Università di Firenze, ci chiarisce che

«la patologia in-sorge per lo più in soggetti di sesso femminile che presentano una tendenza costituzionale ad avere un ri-lasciamento del tessuto di sostegno degli organi e dei vasi, caratterizzato anche da emorroidi, vene varicose e dilatazione dei capillari».

Secondo la gravità della malattia, si possono identificare vari stadi, il più lieve si manifesta con rossore delle guance e fini telangectasie; nel secondo sono presenti nella pelle anche piccole papule (rilievi solidi delle pelle) e pu-stole (raccolte di pus); nel terzo le lesioni sono più evidenti e compaiono anche nei noduli sottocutanei.

«L’American National Rosacea So-ciety nel 2002 - prosegue Zuccati - ha definito più forme di rosacea in base alla manifestazione clinica preva-lente, mettendo in rilievo sia quella del naso (rinofima), per la proliferazione delle ghiandole sebacee, che dei vasi nasali e quella oculare, con l’inte-

ressamento delle palpebre, della congiuntiva e della cornea. Risulta dunque evidente che la rosacea è malattia cronica, e i rimedi hanno effetto solo temporaneo».

È logico dunque che quanto più è avanzato lo stadio della ma-lattia, meno saranno le possibilità terapeutiche definitive. In generale, gli elementi che scatenano questo problema sono rappresentati da tutti quegli stimoli che inducono vasodilatazione: da momenti di intensa emozione, all’uso di alcoolici o

caffè o di cibi piccanti e caldi, agli sbalzi di temperatura, so-prattutto il passaggio da freddo a caldo, fino all’esposizione al sole che crea un danno vascolare di-retto o mediato dal calore.

«Se le attenzioni iniziano fin dalle prime fasi della malattia - continua Zuccati -, si può interrompere la sua evoluzione con soddisfacenti risultati, ma quando il trattamento, sia locale che sistemico, si instaura nelle fasi più avanzate della malattia, i risultati sa-

ranno buoni, ma parziali e se-guiti facilmente da recidiva. In questi casi è utile associare una terapia fisica, che permetta di agire in maniera più decisa sulla vascolarizzazione, ridu-cendo in modo importante l’eritema».

TERAPIASono quattro le opzioni per tenere

sotto controllo la rosacea: la terapia topica, che si avvale di un discreto numero di farmaci rappresentati da creme, gel e lozioni con attività anti-batterica antiinfiammatoria, ed è ge-neralmente ben tollerata dai pazienti.

La terapia sistemica trova una sua utilità soprattutto nelle fasi più avanzate della malattia. Nella rosa-

LA ROSACEA

La maledizione dei CeltiUna malattia caratterizzatada arrossamentoe dilatazione dei capillari

diAlma Valente

Alimenti da evitareLa rosacea è una delle poche malattie in cui fare attenzione agli alimenti è davvero utile, soprattutto nelle prime fasi. Gli alimenti da evitare sono quelli che scatenano il flush (arrossamenti accessionali, vampate di calore) fra i quali, al primo posto, gli alcoolici, quindi, in ordine di importanza, il vino e la birra, i cibi troppo caldi, i cibi piccanti (le spezie), il caffè, il thè e la cioccolata. Sembra che il pane, la pasta e gli zuccheri, da sempre sconsigliati al paziente affetto da rosacea, abbiano meno influenza sulla malattia.

Corsi di yoga e tai ji quanAll’Istituto di Yoga (via G. Lanza 65), si tengono corsi di yoga e tai ji quan per tutte le età (giovani, adulti, età libera). Iscrizioni dal 7 gennaio.i 0552479080; 3281726224 o

ressamento delle palpebre, della congiuntiva e della cornea. Risulta dunque evidente che la rosacea è malattia cronica, e i rimedi hanno effetto solo temporaneo».

È logico dunque che quanto effetto solo temporaneo».

È logico dunque che quanto effetto solo temporaneo».

più è avanzato lo stadio della ma-lattia, meno saranno le possibilità terapeutiche definitive. In generale, gli elementi che scatenano questo problema sono rappresentati da tutti quegli stimoli che inducono vasodilatazione: da momenti di intensa emozione, all’uso di alcoolici o

caffè o di cibi piccanti e caldi, agli sbalzi di temperatura, so-prattutto il passaggio da freddo a caldo, fino all’esposizione al sole che crea un danno vascolare di-retto o mediato dal calore.

ranno buoni, ma parziali e se-guiti facilmente da recidiva. In questi casi è utile associare una terapia fisica,

La maledizione dei CeltiUna malattia caratterizzatada arrossamentoe dilatazione dei capillari

di

La rosacea è una delle poche malattie in cui fare attenzione agli alimenti è davvero utile, soprattutto nelle prime fasi. Gli alimenti da evitare sono quelli che scatenano il flush (arrossamenti accessionali, vampate di calore) fra i quali, al primo posto, gli alcoolici, quindi, in ordine di importanza, il vino e la birra, i cibi troppo caldi, i cibi piccanti (le spezie), il caffè, il thè e la cioccolata. Sembra che il pane, la pasta e gli zuccheri, da sempre sconsigliati al paziente affetto da rosacea, abbiano meno influenza

FIRENZE

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