5 MARZO 2017 La fede gioisce anche sul web - diocesipadova.it · «“Un attimo di pace” è nato...

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26 pastoraledellacomunicazione LA DIFESA DEL POPOLO 5 MARZO 2017 chiesa UN ATTIMO DI PACE È tornato in quaresima La fede gioisce anche sul web SONAR La ricerca sulla diocesi approda nei vicariati e indica due azioni Come migliorare la comunicazione “Un attimo di pace” ritorna per l’edizione di quaresima dopo una fase di revisione del progetto. «Non è stato facile allestire questa edizione – spiega don Marco Sanavio, responsa- bile del progetto e direttore dell’ufficio di pasto- rale della comunicazione della diocesi di Padova – Un po’ perché alcuni collaboratori che si occu- pavano del progetto non sono più disponibili, l’assetto dell’ufficio diocesano è cambiato, e in parte anche per l’aspetto economico: siamo sem- pre stati attenti alla sostenibilità e, per quanto ci è stato possibile, abbia- mo svolto opera di raccolta fondi. Abbiamo dovuto variare anche le strutture tecniche che supportano il progetto dietro le quinte. Fortunata- mente abbiamo ricevuto il sostegno e l’incoraggiamento di molti, ma è la prima edizione preparata in così poco tempo senza che questo vada a scapi- to della qualità che desideriamo sia sempre alta e adeguata». “Un attimo di pace” non è gestito da volontari? «La squadra che dà vita al progetto è ampia, in parte sono disponibili dei volontari e, in parte, ci appoggiamo a percorsi professionali. Sostene- re esperienze di questo tipo non è semplice: per- corsi analoghi ed efficaci come “Gridare di gio- ia” proposto dalla pastorale giovanile e vocazio- nale della diocesi di Mantova oppure Chicerca te.net un accompagnamento quaresimale con i nuovi linguaggi, hanno avuto, purtroppo, una so- la edizione nel 2015 e poi si sono fermati». Qual è, esattamente, l’obiettivo del progetto? «“Un attimo di pace” è nato per raggiungere quegli adulti che hanno perso confidenza con la pratica cristiana, che magari hanno ibernato la lo- ro fede poco dopo la cresima, quelli che i france- si definiscono “ricomincianti”. Per questo inve- stiamo molte energie e anche qualche risorsa economica nel raggiungere più persone possibile attraverso una campagna multicanale molto atti- va nelle reti sociali che spesso, e ne abbiamo re- stituzioni, risveglia l’appetito di una spiritualità non convenzionale. Non inviamo il vangelo del giorno con una riflessione allegata, come alcuni ritengono a uno sguardo superficiale, ma costruiamo relazioni attraverso i social media, entriamo in ambienti laici con percorsi di fede, raggiungiamo carcere e ospedale, sti- moliamo tra gli adulti la condivisio- ne di contenuti spirituali». Le novità di questa edizione, quindi, quali saranno? «Innanzitutto un sito rinnovato, semplificato e in grado di gestire automaticamen- te molti aggiornamenti. Non ci sarà spazio per momenti di incontri in presenza che, in questo periodo, non risultano più sostenibili ma che con- tiamo di riattivare in futuro perché hanno genera- to tante relazioni significative. Poi transiteremo da Whatsapp, ormai sovraccarico di richieste di invio, a Telegram, più adatto a questo tipo di pro- getti. Nell’ottica della collaborazione con la dio- cesi di Pordenone le meditazioni domenicali, che solitamente venivano proposte dai vescovi, ver- ranno offerte dal vicario per la pastorale della diocesi concordiense, don Fabrizio De Toni, op- pure tratte dai testi proposti dal Centro missiona- rio diocesano di Padova. Anche lo stile delle ri- flessioni è mutato: saranno più brevi e più adatte alla fruizione in mobilità». I riferimenti per l’ascolto audio e il video re- stano gli stessi: www.unattimodipace.it il sito in- ternet, www.facebook.com/1attimodipace la pagi- na Facebook, @1attimodipace su Twitter e Un attimo di pace su Telegram. pagina di Claudia Belleffi Sonar sta emergendo. Dopo aver viaggiato per un anno in piena immer- sione in 37 vicariati della diocesi di Padova per captare e raccogliere informazioni, si trova ora in superficie impegnato nella tra- smissione dei dati decodificati. In questi primi mesi del 2017, infatti, all’interno di 37 coordinamenti vicariali e delle due giorni residenziali vicariali di for- mazione, i referenti della comunicazione stanno presentando i primi risultati del progetto, nato in seno all’ufficio comunica- zioni sociali della diocesi di Padova e av- viato in collaborazione con l’Osservatorio socio-religioso del Triveneto (Osret). Sono state raccolte opinioni ed espe- rienze di oltre 300 persone e i dati di circa 1.200 questionari in questa prima ricerca esplorativa a livello nazionale sulla comu- nicazione, strutturata in un’indagine con- dotta attraverso forme di ascolto attivo, dove fondamentale è stato il contributo ap- portato nelle diverse fasi del progetto dai coordinatori vicariali della comunicazione, presenti appunto in 37 vicariati. Con l’obiettivo di tratteggiare potenzia- lità e difficoltà della comunicazione nella diocesi di Padova, la ricerca ha preso in considerazione tre aree: le relazioni centro diocesi-periferia; le relazioni all’interno del vicariato; le relazioni a livello parrocchiale e di unità pastorale. Due quindi i compiti assegnati dall’Os- servatorio socio-religioso del Triveneto ai referenti della comunicazione. «Il primo – spiega don Marco Sanavio, direttore del- l’ufficio di pastorale della comunicazione – verificare i risultati con chi li ha prodotti perché è fondamentale in questa ricerca il confronto continuo con la base, che desi- deriamo ascoltare realmente, non solo con un approccio formale. Secondo compito è provare a far emergere con sempre mag- gior chiarezza il ruolo del coordinatore vi- cariale per la comunicazione: costruire concretamente, quindi, a partire da reali esigenze e obiettivi della base, una sorta di identikit riconosciuto e codificato che gli permetta di avere chiara la mission della sua azione pastorale e quindi possa garan- tire anche una maggiore efficacia delle re- lazioni centro-periferia, che Sonar ha rive- lato come carenti e bisognose di potenzia- mento». Già alcuni tratti si stanno delineando: la capacità di mettere in rete i diversi sog- getti, il favorire la raccolta e il coordina- mento di informazioni e anche proposte concrete, la capacità di captare i bisogni comunicativi della specifica realtà pastora- le del proprio territorio. Il vicariato di Agna “reagisce” alla presentazione di Sonar con una prima consapevolezza. «L’incontrarsi e il discutere insieme sono il metodo migliore di comunicazione, sebbene sia assodato che i social e altri strumenti digitali la favoriscano – raccontano Laura Marangon e Tania Ruzzon, le referenti per la comunicazione – Il timo- re più grande emerso è che i media cattolici siano poco utili: perché non servono a costruire vere e proprie relazioni, e perché il mondo social è con- tinuamente in cambiamento, quindi scel- te prese oggi, domani potrebbero essere già datate. Tuttavia serve uno strumento “tecnico” per raccontarci, cosa sta suc- cedendo: una sorta di bacheca vicariale virtuale». Due gli obiettivi che il vicariato di Agna si pone: migliorare la comunicazio- ne verbale e ripartire con il sito vicariale. «Da un lato incentiveremo i laici, attraverso un percorso di sensibilizzazione, a comunicare alle assemblee, in particolare durante la messa. Nel pratico, quindi, si so- stituiranno al prete nel dare gli avvisi finali, concordandoli. Tutto ciò con l’occhio di riguardo che le celebrazioni non diventino solo luogo di comunicazione di appuntamenti. La decisione di ripartire dal sito scaturisce dalla necessità di avere un archivio storico e dalla volontà di potenziarlo come luogo di scambio e comunicazione tra tutte le parrocchie e unità pastorali del vicariato». L’obiettivo è anche incentivare la pagina Facebook dell’unità pa- storale di Arre e Candiana e il gruppo dell’unità pastorale di Agna. «Il referente vicariale attualmente è visto come la persona che può es- sere in grado, dal punto di vista pratico, di coordinare in particolare la proposta del sito. Far pervenire le informazioni e quindi pubblicarle: è ancora lontana l’idea di un lavoro condiviso». AGNA Un sito vicariale potenziato e social più attivi Gli avvisi a fine messa? Adesso li danno i laici È ripartita il mercoledì delle Ceneri un’edizione rivista del progetto nato alcuni anni fa. Confermata la proposta sul web, mancheranno gli incontri in presenza. Ma l’obiettivo rimane intatto, spiega don Marco Sanavio: «Raggiungere gli adulti che hanno ibernato la propria fede» A sinistra, la locandina di questa edizione, la numero dieci, di “Un attimo di pace”. Sotto, momenti delle presentazioni della ricerca Sonar durante le due-giorni vicariali. Il sito è stato rinnovato. Siamo transitati da Whatsapp a Telegram. Le meditazioni domenicali sono di don Fabrizio De Toni di Pordenone e del centro missionario

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26 � pastoraledellacomunicazione LA DIFESA DEL POPOLO5 MARZO 2017

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UN ATTIMO DI PACE È tornato in quaresima

La fede gioisceanche sul web

SONAR La ricerca sulla diocesi approda nei vicariati e indica due azioni

Come migliorare la comunicazione

� “Un attimo di pace” ritorna per l’edizione diquaresima dopo una fase di revisione delprogetto. «Non è stato facile allestire questa

edizione – spiega don Marco Sanavio, responsa-bile del progetto e direttore dell’ufficio di pasto-rale della comunicazione della diocesi di Padova– Un po’ perché alcuni collaboratori che si occu-pavano del progetto non sono più disponibili,l’assetto dell’ufficio diocesano è cambiato, e inparte anche per l’aspetto economico: siamo sem-pre stati attenti alla sostenibilità e,per quanto ci è stato possibile, abbia-mo svolto opera di raccolta fondi.Abbiamo dovuto variare anche lestrutture tecniche che supportano ilprogetto dietro le quinte. Fortunata-mente abbiamo ricevuto il sostegno el’incoraggiamento di molti, ma è laprima edizione preparata in così pocotempo senza che questo vada a scapi-to della qualità che desideriamo siasempre alta e adeguata».�“Un attimo di pace” non è gestito da volontari?

«La squadra che dà vita al progetto è ampia,in parte sono disponibili dei volontari e, in parte,ci appoggiamo a percorsi professionali. Sostene-re esperienze di questo tipo non è semplice: per-corsi analoghi ed efficaci come “Gridare di gio-ia” proposto dalla pastorale giovanile e vocazio-nale della diocesi di Mantova oppure Chicercate.net un accompagnamento quaresimale con inuovi linguaggi, hanno avuto, purtroppo, una so-la edizione nel 2015 e poi si sono fermati».�Qual è, esattamente, l’obiettivo del progetto?

«“Un attimo di pace” è nato per raggiungere

quegli adulti che hanno perso confidenza con lapratica cristiana, che magari hanno ibernato la lo-ro fede poco dopo la cresima, quelli che i france-si definiscono “ricomincianti”. Per questo inve-stiamo molte energie e anche qualche risorsaeconomica nel raggiungere più persone possibileattraverso una campagna multicanale molto atti-va nelle reti sociali che spesso, e ne abbiamo re-stituzioni, risveglia l’appetito di una spiritualitànon convenzionale. Non inviamo il vangelo del

giorno con una riflessione allegata,come alcuni ritengono a uno sguardosuperficiale, ma costruiamo relazioniattraverso i social media, entriamo inambienti laici con percorsi di fede,raggiungiamo carcere e ospedale, sti-moliamo tra gli adulti la condivisio-ne di contenuti spirituali». �Le novità di questa edizione, quindi,quali saranno?

«Innanzitutto un sito rinnovato,semplificato e in grado di gestire automaticamen-te molti aggiornamenti. Non ci sarà spazio permomenti di incontri in presenza che, in questoperiodo, non risultano più sostenibili ma che con-tiamo di riattivare in futuro perché hanno genera-to tante relazioni significative. Poi transiteremoda Whatsapp, ormai sovraccarico di richieste diinvio, a Telegram, più adatto a questo tipo di pro-getti. Nell’ottica della collaborazione con la dio-cesi di Pordenone le meditazioni domenicali, chesolitamente venivano proposte dai vescovi, ver-ranno offerte dal vicario per la pastorale delladiocesi concordiense, don Fabrizio De Toni, op-pure tratte dai testi proposti dal Centro missiona-

rio diocesano di Padova. Anche lo stile delle ri-flessioni è mutato: saranno più brevi e più adattealla fruizione in mobilità».

I riferimenti per l’ascolto audio e il video re-stano gli stessi: www.unattimodipace.it il sito in-ternet, www.facebook.com/1attimodipace la pagi-na Facebook, @1attimodipace su Twitter e Unattimo di pace su Telegram.

�pagina di Claudia Belleffi

�Sonar sta emergendo. Dopo averviaggiato per un anno in piena immer-

sione in 37 vicariati della diocesi di Padovaper captare e raccogliere informazioni, sitrova ora in superficie impegnato nella tra-smissione dei dati decodificati.

In questi primi mesi del 2017, infatti,all’interno di 37 coordinamenti vicariali edelle due giorni residenziali vicariali di for-mazione, i referenti della comunicazionestanno presentando i primi risultati delprogetto, nato in seno all’ufficio comunica-zioni sociali della diocesi di Padova e av-viato in collaborazione con l’Osservatoriosocio-religioso del Triveneto (Osret).

Sono state raccolte opinioni ed espe-rienze di oltre 300 persone e i dati di circa1.200 questionari in questa prima ricercaesplorativa a livello nazionale sulla comu-nicazione, strutturata in un’indagine con-dotta attraverso forme di ascolto attivo,dove fondamentale è stato il contributo ap-portato nelle diverse fasi del progetto daicoordinatori vicariali della comunicazione,presenti appunto in 37 vicariati.

Con l’obiettivo di tratteggiare potenzia-lità e difficoltà della comunicazione nelladiocesi di Padova, la ricerca ha preso inconsiderazione tre aree: le relazioni centrodiocesi-periferia; le relazioni all’interno delvicariato; le relazioni a livello parrocchiale

e di unità pastorale.Due quindi i compiti assegnati dall’Os-

servatorio socio-religioso del Triveneto aireferenti della comunicazione. «Il primo –spiega don Marco Sanavio, direttore del-l’ufficio di pastorale della comunicazione –verificare i risultati con chi li ha prodottiperché è fondamentale in questa ricerca ilconfronto continuo con la base, che desi-deriamo ascoltare realmente, non solo conun approccio formale. Secondo compito èprovare a far emergere con sempre mag-gior chiarezza il ruolo del coordinatore vi-cariale per la comunicazione: costruireconcretamente, quindi, a partire da reali

esigenze e obiettivi della base, una sorta diidentikit riconosciuto e codificato che glipermetta di avere chiara la mission dellasua azione pastorale e quindi possa garan-tire anche una maggiore efficacia delle re-lazioni centro-periferia, che Sonar ha rive-lato come carenti e bisognose di potenzia-mento».

Già alcuni tratti si stanno delineando:la capacità di mettere in rete i diversi sog-getti, il favorire la raccolta e il coordina-mento di informazioni e anche proposteconcrete, la capacità di captare i bisognicomunicativi della specifica realtà pastora-le del proprio territorio.

� Il vicariato di Agna “reagisce” alla presentazione di Sonar conuna prima consapevolezza. «L’incontrarsi e il discutere insieme

sono il metodo migliore di comunicazione, sebbene sia assodato chei social e altri strumenti digitali la favoriscano – raccontano LauraMarangon e Tania Ruzzon, le referenti per la comunicazione – Il timo-re più grande emerso è che i media cattolici siano poco utili: perchénon servono a costruire vere e proprierelazioni, e perché il mondo social è con-tinuamente in cambiamento, quindi scel-te prese oggi, domani potrebbero esseregià datate. Tuttavia serve uno strumento“tecnico” per raccontarci, cosa sta suc-cedendo: una sorta di bacheca vicarialevirtuale».

Due gli obiettivi che il vicariato diAgna si pone: migliorare la comunicazio-ne verbale e ripartire con il sito vicariale. «Da un lato incentiveremo ilaici, attraverso un percorso di sensibilizzazione, a comunicare alleassemblee, in particolare durante la messa. Nel pratico, quindi, si so-stituiranno al prete nel dare gli avvisi finali, concordandoli. Tutto ciòcon l’occhio di riguardo che le celebrazioni non diventino solo luogodi comunicazione di appuntamenti. La decisione di ripartire dal sitoscaturisce dalla necessità di avere un archivio storico e dalla volontàdi potenziarlo come luogo di scambio e comunicazione tra tutte leparrocchie e unità pastorali del vicariato».

L’obiettivo è anche incentivare la pagina Facebook dell’unità pa-storale di Arre e Candiana e il gruppo dell’unità pastorale di Agna. «Ilreferente vicariale attualmente è visto come la persona che può es-sere in grado, dal punto di vista pratico, di coordinare in particolare laproposta del sito. Far pervenire le informazioni e quindi pubblicarle: èancora lontana l’idea di un lavoro condiviso».

AGNA Un sito vicariale potenziato e social più attivi

Gli avvisi a fine messa?Adesso li danno i laici

È ripartita il mercoledì delle Ceneri un’edizione rivistadel progetto nato alcuni anni fa. Confermata la proposta

sul web, mancheranno gli incontri in presenza. Ma l’obiettivo rimane intatto, spiega don Marco Sanavio:

«Raggiungere gli adulti che hanno ibernato la propria fede»

A sinistra,la locandinadi questaedizione, la numerodieci, di “Un attimo di pace”.Sotto,momenti dellepresentazionidella ricercaSonar durantele due-giornivicariali.

Il sito è stato rinnovato.Siamo transitati da

Whatsapp a Telegram. Le meditazioni

domenicali sonodi don Fabrizio De Toni

di Pordenone e delcentro missionario