5° CONVEGNO NAZIONALE ANISC - Abstract Book 2014 · 5°!Congresso!Nazionale!ANISC!!! 3! IBERNOMA...

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Abstract Book A.N.I.S.C. (Associazione Nazionale Italiana Senologi Chirurghi) 5° Congresso Nazionale Catania 3-4 ottobre 2014

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Abstract Book

A.N.I.S.C. (Associazione Nazionale Italiana Senologi Chirurghi)

5 Congresso Nazionale

Catania 3-4 ottobre 2014

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AESTHETIC SURGERY OF THE BREAST: IMPLICATIONS IN EARLY DIAGNOSIS OF BREAST CANCER E. Bernardin1, C. Casiraghi1, M. Lamera1, G. Baffa1, C. Lunghi1, L. del Re1, A. Iamele1, R. Raimondi1, G. dAmbrosi1, G. Farina2, N. La Verde2, and A. Cordovana1

1: S.C. Chirurgia Generale Breast Unit A.O. Fatebenefratelli Milano 2: S.C. Oncologia Breast Unit A. O. Fatebenefratelli - Milano Breast cancer is the most common tumor in women and is the only cancer for which, in recent years, there has been a significant improvement of survival and recovery.

The main cause of these results is related to the opportunity to perform an early diagnosis.

Today the majority of breast cancers in western countries is diagnosed at stage T1.

In the last decades aesthetic surgery and cosmetic treatments of the breast is dramatically increased.

For some years are also been offered medical or para surgical treatments that, in certain selected cases, may replace surgical treatments.

Cosmetic treatments and surgery however, can create conditions that make it more difficult early diagnosis of possible future breast cancers. This situation should always be considered whenever a patient asks to be put on the breast aesthetic treatments.

Cosmetic and reconstructive surgery developed new settings in early detection of breast cancer.

Ultrasounds, digital mammography, MRI show complexes and unusual images which need a specific and dedicated experience to be interpreted and sometimes many procedures (repeated exams, FNAC, FNAB, VABB, surgical biopsies) are needed to investigate these apparently suspected images.

The authors present their experience in the radiologic examinations of breast patients operated showing the difficulties to identify cancer from benign lesions or artificial images after aesthetic surgery or cosmetic treatments. Shall also be noted the need to provide common rules and protocols that ensure current standards of treatment without performing procedures that may in any way reduce the chances of future diagnosis and treatment.

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IBERNOMA PURO DELLA MAMMELLA: CASE REPORT

Blundo C1, Despini L 1, Runza L 1, Giroda M 1, Sfondrini MS 1, Rognoni E 1, Sosnovskikh I 1, Vergani C 2, Dellabianca CA1

1Fondazione IRCCS Ca Granda Ospedale Maggiore Policlinico Milano 2Facolt di Medicina Universit degli Studi di Milano

Introduzione Libernoma un raro tumore benigno a lenta crescita degli adipociti multivacuolati prove- nienti dal grasso bruno, con una leggera prevalenza femminile. Rappresenta l1,6% dei tumori benigni lipomatosi e circa l1,1% di tutti i tumori degli adipoci- ti. E pi frequente nella terza e quarta decade di vita. La posizione pi comune la coscia, se- guita dalla spalla, dalla schiena e dal collo collo; estremamente rara la localizzazione mam- maria. Sono stati segnalati quattro tipi istologici; caratteristica unabbondante vascolarizza- zione, mentre le atipie sono rare. Il trattamento di scelta per libernoma la completa escis- sione chirurgica. Non sono stati registrati casi di metastasi. Riportiamo il sesto caso di ibernoma mammario, precedentemente sono stati descritti in let- teratura solo altri 5 casi.

Materiali e metodi Paziente di 55 anni, in menopausa da due anni durante i quali si sottoposta a TOS solo per pochi mesi, non familiarit per carcinoma mammario, in anamnesi nulla di rilevante, riferisce solo tonsillectomia in et giovanile. I precedenti controlli strumentali mammografici sono sempre stati negativi. Giunge alla nostra osservazione in seguito ad autopalpazione di nodulo al quadrante superiore esterno della mammella sinistra. Reca in visione una ecografia mam- maria bilaterale eseguita un mese prima che descriveva la presenza di una lesione fibrolipo- matosa del diametro massimo di 4 cm nella sede del rilievo clinico. Allesame clinico: mam- melle simmetriche, non alterazioni dei profili cutanei, palpatoriamente quadro di mastopatia fibroso cistica a piccoli nodi; ben apprezzabile formazione nodulare di consistenza molle di circa 40 mm a contorni sufficientemente definiti; non altre modularit in entrambe le mam- melle, non secrezioni alla spremitura dei capezzoli; non linfoadenopatie alle stazioni ascellari e sovra/sottoclaveari. Si invia pertanto la paziente a rivalutazione strumentale mirata per e- ventuale ago biopsia percutanea. Alla mammografia si apprezza una formazione radiotrasparente di cui si riconosce il profilo, sottile e tenuemente radiopaco, di forma ovalare e del diametro di 43mm circa. Ecograficamente la lesione si conferma ovalare a margini netti, con diametro longitudinale di 43mm, disomogeneamente iperecogena con debole segnale vascolare intralesionale al color- doppler. I caratteri ecografici e mammografici appaiono compatibili con formazione a conte- nuto adiposo, morfologicamente benigna. In considerazione delle dimensioni di questo nodulo di primo riscontro, si decide di eseguire agobiopsia percutanea mediante core-biopsy con ago da 16G, sotto guida ecografica. Allanalisi microscopica la neoplasia composta da lobuli di cellule separate da sottili setti fi- brosi intervallati da piccoli vasi. I lobuli sono composti da una doppia popolazione cellulare che frammista e costituita da grandi cellule poligonali con abbondante citoplasma pallido e multivacuolato, membrana citoplasmatica ben definita, nuclei centrali con fine cromatina e prominenti nucleoli e cellule con citoplasma denso, eosinofilo, con citoplasma granulare e presenza di rare cellule riferibili ad adipociti maturi. Non evidenza di necrosi n di mitosi. Il profilo immunofenotipico : S100 positiva, calretinina positiva. Gli altri anticorpi testati che sono risultati negativi sono: p53, CD68,

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CD34.

Discussione e conclusione Gli ibernomi sono tumori benigni ad insorgenza dal tessuto adiposo bruno che normalmente

presente e attivo negli esseri umani fin dalla vita fetale intrauterina per tutta la vita adulta re- siduando a livello del collo, delle ascelle dei glutei e del mediastino. Il fatto che la maggior par- te degli ibernomi riportati in letteratura insorga nella coscia, che non certo sede usuale di grasso bruno residuo, ci mette in allarme riguardo la sua istogenesi. Tuttavia, sembra possibi- le che le cellule mesenchimali precursori possano differenziarsi in cellule del tessuto adiposo bruno a seconda delle condizioni locali di calore. Questo potrebbe spiegare lo sviluppo di i- bernomi in sedi insolite come nel nostro caso. Non sono stati finora descritti casi di metastasi o di recidive locali dopo escissione chirurgica radicale.

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LA NOSTRA ESPERIENZA DI RADIOTERAPIA INTRAOPERATORIA IN PAZIENTI TRATTATI CON CHIRURGIA CONSERVATIVA (PRS)

Caponi C. 1, Littori F. 1, Fontanarosa V.M. 1, Giannessi P.G. 2, Zipoli G. 2, Milandri C. 2

1 Senologia Chirurgica. Ospedale San Giuseppe, Azienda USL11 Empoli. 2 UOC Oncologia. Ospedale San Giuseppe, Azienda USL11 Empoli

FINALITA

Verificare lipotesi che la somministrazione di una dose singola di radioterapia (iort) in pazienti selezionate per una terapia conservativa (donne con tumore stadio iniziale) sia equivalente alla somministrazione di una radioterapia convenzionale esterna postoperatoria (ebrt) dopo chirurgia conservativa

Lobbiettivo principale lincidenza della recidiva locale e loco regionale nei tessuti a pi alto rischio di recidiva

Obiettivi secondari Mettere a confronto i gruppi di trattamento rispetto al sito della recidiva nella mammella sopravvivenza senza recidive e sopravvivenza totale tossicit e morbilit locale Protocolli separati tratteranno altri termini di confronto:

risultato cosmetico, soddisfazione della paziente e qualit della vita, economicit della salute e rapporto costi/benefici

MATERIALI E METODI

Uso del sistema fotonico di radiochirurgia (PRS) come fonte di raggi-x con un raggio a elettroni in miniatura a bassa energia (50 KV max) che scaturisce dalla punta di un tubo di diametro di 3,2 mm

La fonte di radiazione viene inserita dopo lescissione del tumore e accesa per 20-35 minuti per somministrare la radioterapia intaoperatoria mirata sui tessuti che sono a pi alto rischio di recidiva locale, la parete toracica viene protetta con dischi di tungsteno, il tessuto cedevole del seno viene avvolto intorno alla fonte e conformato alla sorgente, il trattamento viene effettuato in sala operatoria.

Le pazienti che per caratteristiche sfavorevoli riscontrate allesame patologico del tumore avranno la radioterapia esterna in aggiunta (tranne che per il boost che stato somministrato intraoperatorio con il PRS)

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RISULTATI

punto la metodica abbiamo randomizzato dal 01-06-2005 al 31-12-2010 92 pazienti nello studio TARGIT, 50 pazienti hanno eseguito IORT con PRS e 42 pazienti sono stati randomizzati EBRT.

Dal 01-01-2011 abbiamo iniziato ad usare la radioterapia intraoperatoria con PRS come programma di trattamento unico radioterapico intra operatorio in casi selezionati, seguendo rigorosamente i criteri di inclusione previsti nel targit, i pazienti trattati sono altri 123, prevediamo di trattare 3-4 pazienti al mese.

Al 30-08-2014 non abbiamo riscontrato eventi avversi nelle prime 6 settimane 1 recidiva locale dopo 7 anni di follow up in una paziente operata nel 2007 per ca duttale infiltrante 8 mm QCI (microfocolaio di ca in situ 4 mm) Una paziente che ha effettuato la IORT ha avuto un tumore della mammella contro laterale dopo un anno, una paziente controllata dopo 12 mesi con mammografia e biopsia su unarea sospetta ha rivelato trattarsi di liponecrosi.

CONCLUSIONI

La IORT una metodica che ha vantaggi notevoli per le pazienti, un unico trattamento intraoperatorio versus 30 EBRT, migliorando la qualit di vita delle pazienti con minori danni attinici sui tessuti circostanti e riducendo anche i costi dei trattamenti.

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REPORT SULLUSO COMBINATO DEL RADIOTRACCIANTE E DEL VERDE DI INDOCIANINA PER LIDENTIFICAZIONE DEL LINFONODO SENTINELLA NEL CARCINOMA MAMMARIO

Caponi C. 1, Littori F. 1, Fontanarosa V.M. 1, Giannessi P.G. 2, Zipoli G. 2, Milandri C. 2 1 Senologia Chirurgica. Ospedale San Giuseppe, Azienda USL11 Empoli. 2 UOC Oncologia. Ospedale San Giuseppe, Azienda USL11 Empoli.

Stato dellarte: La metodica attualmente utilizzata come gold standard per lidentificazione del Linfonodo Sentinella (LS) nel carcinoma mammario, prevede luso di un tracciante radioattivo (99mTc). Linoculo del radiotracciante deve essere eseguito da due a 24 ore prima dellintervento chirurgico in un centro di Medicina Nucleare. Si usano particelle colloidali di albumina umana di dimensioni comprese tra 20 e 80 nanometri (Nanocoll), marcate con 99mTc. Liniezione viene eseguita di solito sotto il derma in corrispondenza della lesione mammaria. La linfoscintigrafia pu essere eseguita il giorno precedente lintervento chirurgico oppure il giorno stesso, almeno una o due ore prima dellintervento ed utile per il chirurgo poich consente di rilevare la sede e la presenza di uno o pi linfonodi. Durante latto chirurgico la metodica del radiotracciante prevede lutilizzo di una sonda per chirurgia radioguidata (RGS). La sonda converte la radioattivit rivelata sia in un segnale analogico che in un segnale acustico di intensit e frequenza proporzionale allattivit presente nella regione in esame. Una volta individuato il sito di incisione pi opportuno si procede alla ricerca del LS basandosi unicamente sullintensit del segnale rilevato. Recentemente stata sviluppata una nuova metodologia per lindividuazione del LS che si basa sulla osservazione intraoperatoria e transcutanea della fluorescenza di un colorante vitale, il verde indocianina (ICG), attraverso un camera medicale appositamente sviluppata per eseguire delle angio-linfografie a fluorescenza: il Photo Dynamics Eye (PDE). Tale metodica prevede, una iniezione intraoperatoria del colorante vitale ICG. Tale colorante, una volta drenato dal sistema linfatico, rimane intravasale permettendo di seguire in dettaglio il decorso linfatico locale. Una volta illuminato transcutaneamente da una sorgente di luce Light Emitting Diode (LED) che emette nellinfrarosso vicino o Near InfraRed (NIR), il ICG emette fluorescenza e permette la visualizzazione del drenaggio linfatico. Nellarco di pochi minuti il drenaggio linfatico raggiunge lo scavo ascellare e la fluorescenza permette, di individuare il sito pi idoneo di incisione cutanea. Una volta eseguita lincisione, la fluorescenza stessa far da riferimento per lindividuazione dellesatta posizione del LS. Un controllo della fluorescenza nello scavo ascellare dopo lescissione del LS dar la conferma dellavvenuta asportazione. Obiettivo: Validazione della nuova metodica, la linfografia a fluorescenza con ICG mediante il

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confronto diretto con il metodo gold standard, il tracciante radioattivo (99mTc). Metodi: 34 pazienti affette da carcinoma mammario e candidate a BLS con metodica standard. 32 pazienti erano affette da neoplasia monolaterale e 2 da neoplasia bilaterale, per un totale di 36 procedure di BLS. Alla normale metodica con radiotracciante in seduta operatoria si affiancata la metodica dellimaging fluorescente tramite lutilizzo del PDE e liniezione del ICG. Tutte le pazienti sono state sottoposte a BLS utilizzando contemporaneamente le due metodiche. Eseguita liniezione di ICG (1ml) nel punto della proiezione cutanea del tumore, si procede alla ricerca dei LS. Si individuano e asporteranno dapprima i linfonodi fluorescenti (ICG+); ogni LS fluorescente asportato sar indagato mediante la sonda RGS al fine di determinare quali e quanti risultano radio-positivi (99mTc+). Completata lescissione dei LN ICG+, si proceder al controllo dellarea per identificare eventuali altri LN radio-positivi presenti e non asportati perch non fluorescenti (ICG-). In caso di concordanza tra la localizzazione del radio-isotopo e dell ICG il linfonodo sar identificato/etichettato come linfonodo sentinella (LS). In caso di discordanza, il linfonodo marcato dal radioisotopo sar inviato come linfonodo sentinella (LS) e quelli marcati con ICG come altro tessuto linfatico. Abbiamo valutato la percentuale di concordanza tra i linfonodi individuati con lutilizzo della fluorescenza (ICG+) ed i linfonodi individuati tramite il tracciante radioattivo (99mTc+) Non stata registrata alcuna differenza di identificazione del LS tra le due metodiche.

Table 1. Tasso di identificazione

LINFONODI ANALIZZATI

1N+ 2N-

LINFONODI IDENTIFICATI CON ENTRAMBE LE METODICHE (ICG+

/ 99mTc+) 59 17 42

LINFONODI IDENTIFICATI CON ICG+ 1 1 0

LINFONODI IDENTIFICATI CON (ICG-/ 99mTc+)

0 0 0

60 18 42

1N + linfonodi positivi per presenza di metastasi;

2N - linfonodi negativi per presenza di metastasi.

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Risultati: La sensibilit della metodica in termini di identificazione del linfonodo sentinella stata del 100% ( 60 su 60) per ICG e del 98.3% (59 su 60) per il 99mTc. Per quanto riguarda i LS positivi per metastasi: 100% erano riscontrati con ICG, il 94.4% con 99mTc . Il linfonodo discordante, risultato positivo al solo ICG era positivo per metastasi. Non sono state registrate reazioni avverse al colorante. Lorganizzazione della sala operatoria, la durata dellintervento e lanestesia non hanno subito modificazioni. Conclusioni: La tecnica che prevede limpiego del tracciante radioattivo (99mTc) rappresenta il gold standard per la BLS. Questa metodica presenta numerose criticit e porta costi notevoli sia per l'Azienda che per il paziente in termini di tempo e di risorse:

Esposizione alla radioattivit del paziente, del personale e trattamento del materiale come radioattivo;

Necessit di invio della paziente ad un reparto di medicina nucleare nei territori limitrofi;

Notevole impegno organizzativo per eseguire l'esame; Ulteriore accesso ai servizi sanitari del paziente prima dell'intervento.

Luso di ICG si dimostrato estremamente efficace e sicuramente equivalente al 99mTc. Rappresenta dunque una metodica molto promettente nella BLS nel carcinoma mammario.

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VALIDIT DEL METODO OSNA: CASE REPORT.

G. Casamassima, M. Minafra, C. Punzo, A. Borzacchini.

U.O. Chirurgia Generale Vincenzo Bonomo. Direttore Prof. N.Palasciano.

INTRODUZIONE Il metodo OSNA una procedura molecolare che consente di identificare localizzazioni metastatiche da carcinoma mammario nel linfonodo sentinella con una specificit del 96,5 %. METODO Nella fase iniziale di applicazione di tale procedura tutti i linfonodi ipercaptanti, oltre al linfonodo sentinella, sono stati asportati e esaminati con metodo tradizionale. Nella nostra esperienza abbiamo riscontrato 11 pazienti in cui pi linfonodi si sono rivelati ipercaptanti: quello pi captante al tracciante radioattivo, stato analizzato con metodo molecolare OSNA, gli altri, invece,sono stati esaminati con istologia tradizionale.

RISULTATI Nelle 11 pazienti il linfonodo sentinella stato analizzato con metodica molecolare risultando in tutti i casi negativo alla ricerca del mRNA CK 19. I linfonodi successivi al primo, captanti con percentuale inferiore, sono stati esaminati con tecnica convenzionale con ematossilina ed eosina. In 3 casi per abbiamo verificato delle discordanze: una pz con LS OSNA negativo e nella quale erano stati asportati 4 linfonodi macroscopicamente palpabili e captanti, ha presentato allistologia tradizionale positivit per metastasi massive in tutti e 4 i linfonodi e pertanto stata sottoposta a linfadenectomia ascellare ; in un secondo caso la pz presentava 2 LNF ipercaptanti , di questi il primo esaminato con metodo OSNA risultato negativo, l altro esaminato con metodica tradizionale risultato positivo e ci ha indotti ad effettuare la linfadenectomia. All esame istologico definitivo tuttavia tutti i linfonodi ascellari asportati erano per esenti da neoplasia. Nel terzo caso, il LS risultato negativo con OSNA ma un secondo linfonodo asportato si rivelato con metastasi massiva all esame tradizionale pertanto la paziente stata sottoposta a linfadenectomia ascellare in un secondo tempo. CONCLUSIONI

Pur confermando la alta sensibilit e specificit e rapidit di diagnostica intraoperatoria della procedura molecolare di ricerca di metastasi linfonodali da tumore mammario, in 2 casi tale metodica non aveva consentito lindividuazione di localizzazioni metastatiche sottostadiando la malattia e ritardando la linfadenectomia ascellare . Sicuramente l esiguit del campione non consente considerazioni conclusive ma ci induce comunque a delle riflessioni : innanzi tutto probabilmente la selezione delle pazienti da sottoporre a biopsia del linfonodo sentinella deve essere sempre accurata e mai applicata in maniera routinaria e indistintamente su tutte le pazienti. Nel primo caso probabilmente cera stata

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da parte nostra, una sottovalutazione clinica. Inoltre siamo convinti che se intraoperatoriamente si individuano linfonodi ipercaptanti questi debbano essere asportati e rimaniamo convinti , al momento, che vadano esaminati con l istologia tradizionale sia per non dilazionare ulteriormente i tempi operatori ma anche per discutere sulle caratteristiche della neoplasia dopo l esame istologico definitivo e valutare le eventuali opzioni terapeutiche.

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PERITUMORAL LYMPHOVASCULAR INVASION IS THE MAIN PROGNOSTIC FACTOR OF SENTINEL LYMPH NODE (SLN) METASTASIS IN EARLY BREAST CANCER PATIENTS (PTS) WITH FAVORABLE PROGNOSTIC FEATURES: A RETROSPECTIVE STUDY ON 345 CASES.

C. Casiraghi1, E. Bernardin1, M. Lamera1, G. Baffa1, C. Lunghi1, L. del Re1, A. Iamele1, R. Raimondi1, G. DAmbrosi1, G. Farina2, N. La Verde2, and A. Cordovana1

1: S.C. Chirurgia Generale Breast Unit A.O. Fatebenefratelli Milano

2: S.C. Oncologia Breast Unit A. O. Fatebenefratelli - Milano

Background: SLN biopsy (SLNB) has been recognized as a standard procedure for women with early breast cancer. Recently some studies reported the futility of axillary lymph node dissection in pts who are SLN positive but bear favorable clinical and primary tumor biological characteristics. Since we believe that SLNB could be avoided in specific subgroup of pts, we designed this study in order to identify key primary tumor characteristics and pts' clinical features that could influence the indication to perform SLN biopsy.

Methods: Retrospective analysis was carried out in women who had undergone surgery and SLNB for early breast cancer (pT1-2) from 2005 to 2013 at the Fatebenefratelli e Oftalmico Hospital in Milan. The association between SLN positivity and age, menopausal status, tumor size, histological grading, presence of extensive in situ components and lymphovascular invasion, quantitative evaluation of Ki-67, oestrogen and, progesterone receptors, HER2 expression was assessed by means of univariate and multivariate logistic models.

Results: The records of 345 pts with early breast cancer who underwent surgery were retrieved. Mean age was 61 years and 79% pts were postmenopausal. 85% were treated with quadrantectomy and 66% had only one SLN removed. SLN metastasis was detected in 24% of cases. Tumor size was

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TRATTAMENTO CHIRURGICO DEL CARCINOMA MAMMARIO EREDO-FAMILIARE

C. Chiappa, V. Marchionini, M. Lavazza, A. Fachinetti, M. Marelli, M.G. Tibiletti*, F. Sessa*, G. Dionigi, F. Rovera

Centro di Ricerche in Senologia Universit degli Studi dellInsubria Struttura Complessa di Chirurgia Generale 1 Ospedale di Circolo e Fondazione Macchi, Varese *Unit Operativa Complessa di Anatomia Patologica, Ospedale di Circolo e Fondazione Macchi, Varese

INTRODUZIONE Il carcinoma mammario eredo-familiare comprende i casi di aggregazione di carcinoma mammario e/o ovarico con due o pi parenti di primo grado affetti in una stessa famiglia con dimostrazione di mutazione genetica; ha alta probabilit dinsorgenza in et precoce e di presentarsi come forma bilaterale o multifocale/multicentrica. I geni maggiormente implicati sono due: BRCA1 e BRCA2 presenti rispettivamente sui cromosomi 17 e 13. Il rischio di sviluppare un carcinoma mammario controlaterale superiore al 30% [1]. Le opzioni per la riduzione del rischio rientrano in tre categorie: sorveglianza diagnostica, farmaco-prevenzione e chirurgia profilattica. Questultima comprende la mastectomia profilattica, in grado di ridurre il rischio di circa il 90% [2] e lannessiectomia bilaterale, che riduce del 98% il rischio di carcinoma ovarico e del 50% il rischio di carcinoma mammario [3]. MATERIALI E METODI Presso il Centro Multidisciplinare di Senologia dellOspedale di Circolo di Varese, dal 2008 ad oggi sono stati trattati 56 pazienti con carcinoma mammario eredo-familiare. Di questi 33 (59%) con test genetico positivo (17 presentano la mutazione del gene BRCA1 e 16 quella del gene BRCA2); nei restanti 23 (41%) il test genetico tuttora in corso. Dei 56 pazienti trattati 53 (95%) sono di sesso femminile e 3 (5%) di sesso maschile; let media risultata essere di 46,2 anni (range 23-77 anni). RISULTATI Complessivamente nei 56 pazienti trattati sono stati effettuati 80 interventi chirurgici, poich 20 pazienti sono stati sottoposti a pi di un intervento per la comparsa di recidiva, di secondo tumore o di tumore controlaterale. Di questi ultimi, 8 hanno sviluppato una recidiva a livello locale, con un tempo di latenza medio di 105 mesi (range 42-192 mesi), mentre 9 hanno sviluppato un secondo tumore controlaterale. Per quanto riguarda le neoplasie controlaterali, 4 sono state sincrone mentre 5 metacrone. Di questi 80 interventi effettuati, 23 sono state mastectomie, 44 quadrantectomie e 5 nodulectomie. I restanti 8 interventi sono stati eseguiti a scopo profilattico. Sono state eseguite 7 mastectomie skin nipple-sparing profilattiche controlaterali e 1 mastectomia skin-sparing. In un solo caso, dopo intervento di mastectomia profilattica, si verificata la necrosi del lembo di gran dorsale utilizzato per la ricostruzione. Per quanto riguarda il trattamento dei linfonodi del cavo ascellare, 22 pazienti hanno subito la linfoadenectomia ascellare demble. Trentotto pazienti sono stati invece

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sottoposti, in prima battuta, alla biopsia del linfonodo sentinella. In 14 casi lesame estemporaneo ha avuto esito positivo e quindi si proceduto alla linfoadenectomia ascellare. Dei 72 carcinomi mammari che sono stati asportati 53 (73,6%) sono risultati essere di istotipo duttale infiltrante; in 14 casi (19,4%) lesame istologico ha dato esito a carcinoma intraduttale; in 2 casi (2,7%) a carcinoma lobulare in situ; in altri 2 casi (2,7%) a carcinoma lobulare infiltrante e solo in 1 (1,6%) caso stato asportato un carcinoma di istotipo neuroendocrino. Sessantaquattro carcinomi (88,8%) sono risultati essere unifocali, 6 bifocali (8,3%) e solo 2 multifocali (2,9%). Il grading espresso stato: 3 casi Grading 1 (4,2%), 38 Grading 2 (52,8%) e 31 Grading 3 (43%). CONCLUSIONI La gestione della donna ad alto rischio spesso complessa, per questo dovrebbe essere effettuata presso un Centro Multidisciplinare con la presa in carico della paziente da parte di differenti Specialisti che, ognuno con le proprie competenze, offra alla donna un percorso che possa conciliare la sua volont alla sicurezza dal punto di vista oncologico. BIBLIOGRAFIA 1) Rebbeck TR, Friebel T, Lynch HAT. Bilateral prophylactic mastectomy reduces breast

cancer risk in BRCA1 and BRCA2 mutation carriers: The PROSE Study Group. J Clin Oncol. 2004;22:1055.

2) Kauff ND, Satagopan JM, Robson ME, Scheuer L, Hensley M, Hudis ,CA, Ellis NA, Boyd J, Borgen PI, Barakat RR, Norton L, Castiel M, Nafa K, Offit K. Risk-reducing salpingo-oophorectomy in women with a BRCA1 or BRCA2 mutation. N Engl J Med 2002;346:1609-15.

3) Peto J, Collins N, Barfoot R, Seal S, Warren W, Rahman N, Easton DF, Evans C, Deacon J, Stratton MR. Prevalence of BRCA1 and BRCA2 gene mutations in patients with early-onset breast cancer. J. Natl. Cancer Inst. 1999;91,943-949.

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LATTIVIT DI FORMAZIONE IN CHIRURGIA SENOLOGICA NELLAMBITO DELLA SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE IN CHIRURGIA GENERALE.

Di Simone D., Sibilio A., Rocchi M., Pellegrini A., Serra M., Zanotti S., Taffurelli M.

Introduzione

Il percorso formativo nell'ambito della chirurgia senologica prevede che i medici in formazione specialistica (MFS), coadiuvati da un tutor, effettuino un numero adeguato di procedure chirurgiche al fine di ottenere, al termine della specializzazione, un training tale da eseguire le sudette procedure in autonomia, cos come consigliato dalle linee guida EUSOMA1.

Materiali e metodi

Da Gennaio a Dicembre 2011 presso lU.O. Chirurgia Generale Prof. M. Taffurelli dellOspedale SantOrsolaMalpighi di Bologna, sono state effettuate 404 procedure chirurgiche per patologia neoplastica della mammella. Nel periodo Gennaio-Luglio 2011 stato eseguito uno studio osservazionale sulla formazione in chirurgia senologica. Sono stati presi in considerazione 170 casi consecutivi di patologia neoplastica maligna della mammella sottoposti ad intervento chirurgico. In 66 casi, i MFS hanno partecipato in qualit di primo operatore allintervento - gruppo A, coadiuvati da un tutor strutturato. Questultimo gruppo stato comparato con gli interventi effettuati nello stesso periodo esclusivamente da medici strutturati in qualit di primo operatore - Gruppo B (104 casi). I due gruppi sono risultati paragonabili sulla base del calcolo del P-POSSUM; differenza non significativa statisticamente (morbilit A vs. B p=0.78; mortalit A vs. B p=0.25), analisi eseguita mediante test di Fisher. I parametri valutati sono stati i seguenti: durata della procedura chirurgica, radicalit della resezione, numero dei linfonodi asportati in caso di dissezione ascellare (> 10) e durata della degenza. Lobiettivo principale dimostrare la presenza di eventuali significative differenze negli outcome tra i due gruppi.

Risultati

Nel complesso la durata media delle procedure chirurgiche non risulta essere influenzata significativamente dalla partecipazione del MFS in qualit di primo operatore (valore medio 62.1 min per il gruppo A vs 39.1 min per il gruppo B (p= 0.7), ugualmente nel caso della degenza media delle pazienti, risultata essere nel gruppo A 1.7 gg e nel gruppo B 1.5 gg (A vs. B p = 0.48).

Nei 46 casi complessivi di intervento chirurgico in cui si resa necessaria la dissezione ascellare radicale, il numero totale di linfonodi asportati risultato essere sempre > 10, senza significative differenze tra i due gruppi ( A vs B p= 0.73). Nel caso di intervento

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conservativo i margini di resezione sono risultati liberi in 24/24 casi nel gruppo A e 60/61 nel gruppo B (p>0,05).

Conclusioni

Dalla nostra esperienza, emerge che la partecipazione attiva dei MFS agli interventi chirurgici di patologia mammaria non incide significativamente sugli outcome indagati. La differenza dei tempi operatori tra i due gruppi non risultata significativa. La radicalit dell'exeresi e delle dissezioni ascellari risulta sovrapponibile, cos come la durata della degenza post-operatoria. In conclusione l'esecuzione degli interventi chirurgici da parte dei MFS, tutorati da uno strutturato, risulta perfettamente compatibile con lattivit di una Breast Unit, sia in termini di outcome perioperatori che dal punto di vista dellimpiego delle risorse. Il dato fondamentale comunque che il MFS deve essere adeguatamente formato da un equipe specializzata prima di affrontare in autonomia tale chirurgia.

Bibliografia.

1. Guidelines on the standards for the training of specialised health professionals dealing with breast cancer Cataliotti L et al. Eur J Cancer. 2007 Mar;43(4):660-75. Epub 2007 Feb 5

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CEREBELLITE PARANEOPLASTICA IN PAZIENTE AFFETTA DA CARCINOMA MAMMARIO E CARCINOMA OVARIO SINCRONO CASE-REPORT

Fachinetti A, Lavazza M, Marchionini V, Chiappa C, Marelli M, Dionigi G, Rovera F

Centro di Ricerche in Senologia Universit degli Studi dellInsubria; Struttura Complessa di Chirurgia Generale 1 Ospedale di Circolo e Fondazione Macchi, Varese

INTRODUZIONE: Le sindromi paraneoplastiche con sintomi neurologici sono estremamente rare. I disordini neurologici paraneoplastici sono definiti come tutte quelle complicazioni neurologiche non associate a metastasi cerebrali. La cerebellite paraneoplastica una rara sindrome paraneoplastica caratterizzata da degenerazione cerebellare con sintomi neurologici tipici. In alcuni casi si associa alla positivit per una specifica classe di autoanticorpi definiti anti-yo. Gli anticorpi anti-yo sono autoanticorpi diretti contro le cellule del Purkinje che si riscontrano in una piccola percentuale di tumori mammari e dellovaio. MATERIALI E METODI: Descriviamo il caso di una paziente di 72 anni con sintomi tipici di atassia cerebellare a cui sono stati riscontrati elevati livelli nel liquor di autoanticorpi anti yo. La ricerca del tumore primitivo stata eseguita sottoponendo la paziente ad eco-mammografia bilaterale e TC total body con riscontro di carcinoma mammario sinistro e di neoformazione ovarica sinistra. La paziente stata quindi sottoposta a mastectomia sinistra con biopsia del linfonodo sentinella (esame istologico definitivo di carcinoma duttale infiltrante, G3, triplo negativo); ad annessiectomia bilaterale, washing peritoneale e biopsie peritoneali multiple (esame istologico definitivo di adenocarcinoma sieroso ovario, G3). RISULTATI: La sintomatologia neurologica, in accordo con la letteratura disponibile, si mantenuta stabile dopo lintervento senza un significativo miglioramento del quadro clinico. La paziente stata sottoposta inoltre a chemioterapia adiuvante con Paclitaxel settimanale senza tuttavia miglioramento del quadro neurologico. CONCLUSIONI: E stata quindi condotta una revisione della letteratura con dimostrazione dellesistenza di pochi casi che descrivono lassociazione tra cerebellite paraneoplastica e tumore della mammella e dellovaio, con conferma della scarsa responsivit della sintomatologia neurologica al trattamento del tumore primario ed alla severa prognosi di questa paziente.

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BIBLIOGRAFIA 1. Sanders DB. LambertEaton Myasthenic Syndrome: diagnosis and treatment.

Ann N Y Acad Sci 2003; 998:500508 2. Graus F, Delattre JY, Antoine JC, et al. Recommended diagnostic criteria for

paraneoplastic neurological syndromes. J Neurol Neurosurg Psychiatry 2004;75(8):11351140

3. Rojas-Marcos I, Rosseau A, Keime-Guibert F, et al. Spectrum of paraneoplastic neurologic disorders in women with breast and gynaecologic cancer. Medicine 2003; 82(3):216-223.

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TRATTAMENTO CHIRURGICO DEL CARCINOMA MAMMARIO NELLA DONNA ULTRAOTTANTENNE: ESPERIENZA DI UN SINGOLO CENTRO Fachinetti A, Marchionini V, Chiappa C, Lavazza M, Marelli M, Dionigi G, Rovera F Centro di Ricerche in Senologia Universit degli Studi dellInsubria; Struttura Complessa di Chirurgia Generale 1 Ospedale di Circolo e Fondazione Macchi, Varese

INTRODUZIONE: Il carcinoma mammario la neoplasia pi frequente nel sesso femminile con incidenza variabile a seconda della fascia d'et. Si stima che circa il 25 % delle pazienti affette da tumore della mammella abbia un'et superiore ai 65 anni. Le pazienti anziane tuttavia sono le meno rappresentate negli studi clinici riguardanti il trattamento della neoplasia mammaria in relazione principalmente all'et e alle comorbilit. MATERIALI E METODI: Lo scopo del nostro studio stato di valutare le caratteristiche biologiche del tumore mammario, la terapia e la sopravvivenza di un gruppo di pazienti ultraottantenni sottoposte a chirurgia mammaria in un singolo Centro. Abbiamo raccolto ed analizzato i dati di 68 pazienti ultraottantenni sottoposte a chirurgia mammaria per carcinoma presso l'Unit Operativa di Chirurgia I Ospedale di Circolo - Universit degli Studi dell'Isubria dal gennaio 2010 al dicembre 2013. Sono state analizzate le caratteristiche anatomo - patologiche del tumore primitivo, il tipo di intervento chirurgico eseguito, le terapie adiuvanti, le comorbilit della paziente, la degenza media pre e post-operatoria e il follow-up. RISULTATI: Trentaquattro pazienti sono state sottoposte a quadrantectomia (50%), 34 sono state invece sottoposte a mastectomia semplice; 49 pazienti (72%) sono state sottoposte a biopsia radioguidata del linfonodo sentinella. Quattro pazienti sono state sottoposte ad intervento chirurgico per neoplasia bilaterale sincrona. Una paziente stata sottoposta nella stessa degenza a chirurgia mammaria ed a gastroresezione con linfoadenectomia per adenocarcinoma gastrico G2. Delle 68 pazienti sottoposte a quadrantectomia il 62% (21 pazienti) ha eseguito radioterapia adiuvante standard (60 Gray), le restanti non sono state sottoposte a trattamento radioterapico per le comorbilit associate. La quasi totalit delle pazienti ha intrapreso trattamento ormonale (59 pazienti) mentre solo nove pazienti sono state trattate con chemioterapia adiuvante (13%). L'istotipo pi frequente riscontrato stato il carcinoma duttale infiltrante, G2, tipo Luminal A nella maggior parte dei casi; interessante segnalare il riscontro di carcinoma indifferenziato G3 nel 20% delle pazienti trattate. Le comorbili pi frequentemente riscontrate nel gruppo di pazienti trattate sono state quelle cardio-vascolari, seguite dal diabete mellito di tipo II. Quattro pazienti sono decedute per progressione di malattia, tre pazienti invece sono decedute per altra causa, dopo un follow-up mediano di 24,4 mesi. CONCLUSIONI: Durante la degenza ospedaliera, risultata complessivamente in media di 4,4 giorni, non vi sono stati eventi avversi (morte, infarto post-operatorio, insufficienza respiratoria post-operatoria); questo, in accordo con la letteratura, documenta la fattibilit e la sicurezza del trattamento chirurgico per carcinoma mammario nelle pazienti ultraottantenni.

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BIBLIOGRAFIA: Kiderlen M, Bastiaannet E, Walsh PM, et al. Surgical treatment of early stage breast cancer in elderly: an international comparison. Breast Cancer Res Treat 2012 Apr; 132(2):675-82 Schonberg MA, Marcantonio ER, Li D, et al. Breast cancer among the oldest old: tumor characteristics, treatment choises, and survival. J Clin Oncol 2010 Apr; 28(12):2038-45. O'Connor T, Shinde A, Doan C, et al. Managing Breast Cancer in the Older Patient. Clin Adv Hematol Oncol 2013 June; 11(6): 341-347

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RUOLO ATTUALE E PROSPETTIVE DELLA BIOPSIA DEL LINFONODO SENTINELLA; NOSTRA ESPERIENZA

D.S. Fichera, G. Privitera, A. Marziani, L. De Meo, E. Petrolito, F. Caruso

U.O.C. di Chirurgia Oncologica HUMANITAS CCO Dir. Dr F. Caruso

Il "management" del cavo ascellare, nei pazienti con carcinoma mammario, si evoluto

nel corso degli ultimi decenni modificando in maniera tangibile diagnosi, prognosi e

terapia, migliorando nettamente la qualit di vita del paziente. Abbiamo, infatti, assistito ad

un periodo di transizione dall'era in cui la dissezione ascellare era una pratica routinaria,

eseguita sempre e comunque, anche quando non necessaria, al momento in cui la

dissezione selettiva del linfonodo sentinella si fa strada in maniera concreta nella pratica

clinica, divenendo rapidamente una tecnica accreditata fino ad essere considerata uno

standard terapeutico per le pazienti con carcinoma mammario in stadio clinico I-II e

linfonodi clinicamente negativi o con linfonodi clinicamente sospetti ma con successivo

agoaspirato/agobiopsia negativo/a. La routinaria dissezione ascellare ha lasciato il posto

alla selettiva exeresi del linfonodo sentinella riservando la linfoadenectomia ai casi con

presenza di metastasi dello stesso, fino alla mancata dissezione ascellare in casi

selezionati, che presentano determinate caratteristiche e fattori prognostici, nonostante la

presenza di macrometastasi al linfonodo sentinella, purch intra-operatoriamente non ci

sia evidenza di malattia metastatica al cavo ascellare.

Nella nostra Unit Operativa Complessa di Chirurgia Oncologica presso Humanitas CCO

dal 13/07/2011 al 31/12/2013 sono state sottoposte a biopsia del linfonodo sentinella 908

pazienti. I dati ci indicano che sul totale di pazienti, 681 (75%) non presentavano lesioni

metastastiche nel linfonodo sentinella (comprendendo anche 42 pazienti con presenza di

ITC), 29 pazienti (3%), allesame istologico estemporaneo e definitivo sono risultate

essere positive per micrometastasi (N1mic), 198 pazienti (22%) sono state sottoposte a

dissezione ascellare perch presentavano macrometastasi al linfonodo sentinella.

Se consideriamo come fattore di analisi la positivit (ovvero la presenza di

macrometastasi) unicamente al linfonodo sentinella, su un totale di 198 pazienti, in 90

casi, il linfonodo sentinella risultato essere lunico linfonodo metastatico, che in

percentuale si traduce nel 46% dei casi.

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Considerando i casi operati nel 2013, su un totale di 412 pazienti sottoposte a biopsia del

linfonodo sentinella, in 320 pazienti il linfonodo allesame istologico estemporaneo e

definitivo non presentava metastasi (includendo anche 15 pazienti con ITC); 12 pazienti

presentavano delle micrometastasi e 80 pazienti sono state sottoposte a dissezione

ascellare per presenza di metastasi, ma in 33 pazienti (41,25%), il linfonodo sentinella

risultato essere lunico linfonodo metastatico.

CASISTICA OPERATORIA DEI PAZIENTI SOTTOPOSTI A BIOPSIA DEL LINFONODO SENTINELLA dal 13/07/2011 al 31/12/2013 (908 pazienti)

Anno 2011 Anno 2012

Anno 2013 Totali %

Linfonodo Sentinella

Negativo 110 251 320 681 75

Negativo ma

con ITC 12 15 15 42

N1 mic 5 12 12 29 3 LS metastatico

(non metastasi ad altri linfonodi)

22 35 33 90 10 46% LS metastatico (presenza di

metastasi anche ad altri linfonodi nLS)

24 37 47 108 12 54%

VALUTAZIONE DEI PAZIENTI SOTTOPOSTI A BIOPSIA DEL LINFONODO SENTINELLA NEL 2013 (dal 1/01/2013 al 31/12/2013) (412 pazienti)

Pazienti non sottoposte a linfoadenectomia ascellare

Pazienti sottoposte a linfoadenectomia ascellare

%

N0 320 N1a (LS unico linfonodo metastatico) 33 41.25%

N0 (con presenza di ITC)

*15 N1a (presenza di metastasi anche ad altri linfonodi)

23 28.75

N1mic 12 N2a 18 22.5

N3a 6 7.5

TOTALI 332 80

*sono incluse nel tot 320

Lo scenario che si va delineando per il prossimo futuro, considerato anche il notevole

sviluppo delle tecniche di biologia molecolare, nella predittivit dell'evoluzione della

malattia, potrebbe aprire le porte ad un approccio chirurgico ulteriormente meno invasivo,

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limitato esclusivamente, nei casi a prognosi favorevole, alla sola stadiazione del cavo

ascellare, non rendendosi necessario, probabilmente, un radicale trattamento chirurgico

ascellare, anche nei casi con linfonodo sentinella metastatico.

Note bibliografiche

1. Cancer Control Evolution of Axillary Nodal Staging in Breast Cancer: Clinical Implications of the ACOSOG Z0011 Trial October 2012, Vol. 19, No. 4.

2. Medicina (Kaunas) 2013;49(3):111-7 Quality of life after sentinel lymph node Biopsy Versus Complete axillary lymph node Dissection in early Breast Cancer: a 3-Year

Follow-up study

3. Grube BJ, Giuliano AE. Observation of the breast cancer patient with a tumor-positive sentinel node: implications of the ACOSOG Z0011 trial. Semin Surg Oncol.

2001;20(3):230-237.

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CARCINOMA LOBULARE ECTOPICO: CASE REPORT Lavazza M, Marelli M, Fachinetti A, Marchionini V, Chiappa C, Dionigi G, Rovera F. Centro di Ricerche in Senologia Universit degli Studi dellInsubria; Struttura Complessa di Chirurgia Generale 1 Ospedale di Circolo e Fondazione Macchi, Varese

Introduzione: La presenza di tessuto mammario ectopico (TME) espressione di unincompleta involuzione embriologica dei gruppi cellulari mammari primordiali localizzati

lungo le linee del latte (ascelle - regioni inguinali). Le mammelle accessorie hanno pi

spesso sede ascellare e possono essere sede di patologie sia benigne che maligne;

pertanto, richiedono le stesse strategie diagnostiche utilizzate per le mammelle

normosede. In circa un terzo dei casi presente una localizzazione multipla di tessuto

mammario ectopico1.Lincidenza nella popolazione europea corrisponde allo 0,22%,nella

maggior parte dei casi sporadica, anche se descritta familiarit nel 10% della

popolazione colpita2.

In considerazione della sua origine embriologica, il TME soggetto aglistimoli

ormonali e pu quindi diventare clinicamente evidente durante la pubert, la gravidanza o

lallattamento. Allo stesso modo, pu anche essere sede di alterazioni patologiche del

normale parenchima: sono segnalate infatti lesioni derivanti dal TME comei fibroadenomi e

i carcinomi mammari3,4. Di questi ultimi listotipo pi frequente risulta essere, al pari del

tessuto mammario normosede, il carcinoma duttale invasivo (79%), seguito dalcarcinoma

midollare e dal lobulare (descritti in meno del 10% dei casi)4,6.

Qui riportiamo un caso di carcinoma lobulare ectopico (CLE) insorto in regione

epigastrica-paramediana destra.

Caso clinico: Nel luglio 2014 giungeva alla nostra attenzione una donna di 76 anni, con gentilizio negativo per patologie neoplastiche mammarie e ginecologiche, una

gravidanza a termine, non allattamento.In anamnesi erano presenti ipertensione arteriosa,

tachicardia atriale, gastrite cronica, diverticolosi colica e artrosi. La paziente inoltre

assumeva una terapia ormonale sostitutiva da 23 anni, iniziata alla menopausa insorta

allet di 53 anni.

Lesame obiettivo locale evidenziava un'area iperemica e in parte eczematosa, di

consistenza duro-fibrosa di 5x4cm, a livello della parete addominale destra in regione

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epigastrica, posta 3cm caudalmente rispetto al solco sottomammario omolaterale. La

neoformazione era mobile sui piani profondi e la cute sovrastante presentava iniziali segni

di linfangite e linfedema (Figura 1).

stata quindi eseguita una biopsia incisionale della neoformazione, il cui esame

istologico risultato compatibile con localizzazione dermo-ipodermica di carcinoma

mammario lobulare discretamente differenziato.

Per approfondimento diagnostico la paziente stata quindi sottoposta a eco-

mammografia bilaterale, risultata negativa per lesioni a carico del parenchima e per

linfoadenopatie locoregionali, come confermato anche dalla successiva RMN mammaria

con mdc.

Kajave classificle differenti presentazioni cliniche del TME in otto categorie che

vanno dalla ghiandola soprannumeraria vera e propria alla sola presenza di tessuto

ghiandolare ectopico.Tale condizione, presente nella paziente qui descritta, corrisponde

alla IV classe.

In letteratura sono riportati casi in cui la presenza di TME si associa ad anomalie

dellapparato urinario (quali cisti o policistosi renale, ipoplasia o agenesia renale,

duplicazioni ureterali, etc)5. Tuttavia la paziente allecografia addominale eseguita

preoperatoriamente non presentava nefro-uropatie. La paziente ha completato gli esami di

stadiazione con radiografia del torace e scintigrafia ossea total body risultate negative per

secondarismi. La paziente stata quindi sottoposta ad ampia exeresi della neoformazione

tramite una addominoplastica superiore(Figura2 - 3).

Il decorso postoperatorio stato regolare. Lesame istologico evidenziava

macroscopicamente unarea a margini mal circoscritti, di 5x3 cm, dura al taglio e di colorito

bianco-giallastro con margini di resezione liberi da malattia.

Lesame istologico definitivo ha confermato la diagnosi di carcinoma lobulare

discretamente differenziato infiltrante il derma e il sottocute (Figurain background). Le

colorazioni immunoistochimiche degli elementi neoplastici hanno evidenziato positivit per

le citocheratine AE1 e AE3, negativit per E-caderina, lisozima, mieloperossidasi, CD 3,

CD 20, CD 68, CD 117, CD 34, una scarsa attivit di proliferazione con Ki67 del 6% e

negativit di p53 e HER2. Era presente positivit per i recettori estrogenici al 98% e

progestinici all80%. In considerazione di ci, in sede collegiale stata proposta una

ormonoterapia con inibitore dellaromatasi da proseguire per cinque anni.

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Discussione: Il tessuto mammario accessorio si sviluppa prevalentemente a livello della superficie ventrale della porzione toraco-addominale della linea del latte (definitamilk

line o Hughes line); la sede ascellare la pi frequente, essendo interessata nel 60-

70% dei casi4, mentre risulta di ben pi raro riscontro la localizzazione toraco-addominale.

Le mammelle sovrannumerarie possono essere sede di patologie benigne o maligne,

richiedendo le medesime strategie diagnostico-terapeutiche utilizzate per la patologie che

si sviluppano da tessuto mammario normotrofico. Nella maggior parte delle casistiche

chirurgiche, il reperto anatomopatologico pi frequente rappresentato da TME normale,

associato o meno a tessuto adiposo, mentre lesioni benigne e lesioni infiammatorie

croniche hanno incidenza variabile. Il carcinoma mammario rappresenta solo lo 0,3% dei

casi e listotipo di pi frequente riscontro il carcinoma duttale infiltrante6.

Per quanto descritto in letteratura, il carcinoma lobulare da noi descritto insorto in

regione epigastrica costituisce una lesione rara, che tuttavia riveste notevole importanza

nella diagnosi differenziale con le neoplasie della cute e con le metastasi cutanee di

carcinomi mammari. E importante unaccurata valutazione clinico-strumentale al fine di

porre diagnosi precoce di eventuali recidive locoregionali. E inoltre da tenere in

considerazione la possibilit dellinsorgenza7di un secondo tumore mammario ectopico

lungo la cresta lattea.

Bibliografia 1. Fam F et al: Anomalie mammarie: studio retrospettivo su 208 casi. Chirurgia

Italiana2007, 59,4:499-506.

2.Catriona D et al: Invasive lobular carcinoma arising in accessory breast tissue.

World Journal of Surgical Oncology 2013, 11:47.

3. Gutermuth J et al: Primary carcinoma of ectopic axillary breast tissue. J Eur Acad

Dermatol: JEADV 2006, 20:217221.

4. Marshall M et al: Ectopic breast cancer: case report and literature review. Surg

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5. Urbani CE et al: Accessory mammary tissue associated with congenital and

hereditary nephrourinary malformations. Int J Dermatol 1996; 35: 349-52.

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6. Visconti G et al: Approach and management of primary ectopic breast carcinoma

in the axilla: Where are we? A comprehensive historical literature review. J Plast Reconstr

Aesthet Surg 64:e1-e11, 2011.

7. Wysokinska EM et al: Breast cancer occurring in the chest wall: rare presentation

of ectopic milk line breast cancer.J Clin Oncol. 2014 Apr 1;32(10):e35-6