3.7.3 - CARATTERIZZAZIONE DEI MATERIALI COSTITUENTI … · realizzazione delle strutture in...

12
3.7.3 - CARATTERIZZAZIONE DEI MATERIALI COSTITUENTI LE STRUTTURE VERTICALI DELL’EDILIZIA CORRENTE IN MURATURA Ing. Antonio Caruso Genio Civile di Siracusa Ing. Chiarina Corallo Genio Civile di Ragusa Dott. Emanuele Lo Giudice GNDT - Catania Ing. Leonardo Santoro Tutor regionale, Genio Civile di Messina 3.7.3.1 - Premessa Dalla elaborazione dei risultati inerenti al censimento dell’edilizia corrente nelle quattro province della Sicilia orientale, si evince in particolare che in tutti gli ambiti territoriali analizzati sono state riscontrate tipologie di edifici in muratura ricorrenti e contemporaneamente caratterizzate da un alto valore dell’indice di vulnerabilità. Si ritiene utile approfondire le caratteristiche costitutive dei materiali utilizzati per la realizzazione delle strutture in elevazione di tali tipologie di edifici in quanto, da tale caratterizzazione, possono scaturire gli indirizzi utili alla esecuzione degli interventi di messa in sicurezza più appropriati. In particolare negli ambiti territoriali analizzati si sono individuate aree omogenee sia per natura litologica che per tessitura ed orditura del tessuto murario. Nel seguito viene riportata a scala di comprensorio provinciale la caratterizzazione litologica e tipologica dei materiali lapidei naturali ed artificiali rilevati come ricorrenti nel campione di edilizia corrente analizzato. Provincia di Messina In provincia di Messina si evidenzia la presenza frequente di mattoni pieni utilizzati per la realizzazione delle strutture verticali degli edifici in muratura. Non si evidenziano ambiti territoriali in cui il mattone costituisca l’unico materiale lapideo utilizzato tranne che nel Comune di Messina e nei centri minori della fascia marittima del versante tirrenico della provincia, (Comuni di Spadafora, Venetico, Villafranca Tirrena, Rometta, Torregrotta). Come sopra detto, comunque, la presenza del mattone pieno si riscontra sempre, anche se in percentuale ridotta, in tutto il comprensorio della provincia. Il mattone pieno è inoltre in tutta la provincia il materiale prevalente, utilizzato di frequente assieme a cocci di tegole per la realizzazione di listature, ringrossi, ammorsature d’angolo, cerchiature e modanature, rattoppi di murature degradate, diatoni, ecc., in edifici in cui il materiale lapideo prevalentemente utilizzato è invece di origine naturale. Per quanto attiene invece alla natura litoide dei blocchi di pietra naturale utilizzata correntemente nell’edilizia privata si evidenzia una grandissima varietà di materiali, causata dalla particolare conformazione del territorio della provincia che presenta affioramenti di caratteristiche e peculiarità estremamente variegate. Pertanto, l’unico dato comune è quello di ritrovare decine di tipi lapidei provenienti o da cave locali o, in forma di ciottoli, dagli alvei dei torrenti, per la realizzazione di una REGIONE SICILIA 475

Transcript of 3.7.3 - CARATTERIZZAZIONE DEI MATERIALI COSTITUENTI … · realizzazione delle strutture in...

3.7.3 - CARATTERIZZAZIONE DEI MATERIALI COSTITUENTI LESTRUTTURE VERTICALI DELL’EDILIZIA CORRENTE IN MURATURA

Ing. Antonio Caruso Genio Civile di SiracusaIng. Chiarina Corallo Genio Civile di RagusaDott. Emanuele Lo Giudice GNDT - CataniaIng. Leonardo Santoro Tutor regionale, Genio Civile di Messina

3.7.3.1 - Premessa

Dalla elaborazione dei risultati inerenti al censimento dell’edilizia corrente nelle quattroprovince della Sicilia orientale, si evince in particolare che in tutti gli ambiti territorialianalizzati sono state riscontrate tipologie di edifici in muratura ricorrenti econtemporaneamente caratterizzate da un alto valore dell’indice di vulnerabilità.Si ritiene utile approfondire le caratteristiche costitutive dei materiali utilizzati per larealizzazione delle strutture in elevazione di tali tipologie di edifici in quanto, da talecaratterizzazione, possono scaturire gli indirizzi utili alla esecuzione degli interventi dimessa in sicurezza più appropriati.In particolare negli ambiti territoriali analizzati si sono individuate aree omogenee sia pernatura litologica che per tessitura ed orditura del tessuto murario.Nel seguito viene riportata a scala di comprensorio provinciale la caratterizzazionelitologica e tipologica dei materiali lapidei naturali ed artificiali rilevati come ricorrenti nelcampione di edilizia corrente analizzato.

Provincia di MessinaIn provincia di Messina si evidenzia la presenza frequente di mattoni pieni utilizzati per larealizzazione delle strutture verticali degli edifici in muratura.Non si evidenziano ambiti territoriali in cui il mattone costituisca l’unico materiale lapideoutilizzato tranne che nel Comune di Messina e nei centri minori della fascia marittima delversante tirrenico della provincia, (Comuni di Spadafora, Venetico, Villafranca Tirrena,Rometta, Torregrotta). Come sopra detto, comunque, la presenza del mattone pieno si riscontra sempre, anche se inpercentuale ridotta, in tutto il comprensorio della provincia.Il mattone pieno è inoltre in tutta la provincia il materiale prevalente, utilizzato di frequenteassieme a cocci di tegole per la realizzazione di listature, ringrossi, ammorsature d’angolo,cerchiature e modanature, rattoppi di murature degradate, diatoni, ecc., in edifici in cui ilmateriale lapideo prevalentemente utilizzato è invece di origine naturale.Per quanto attiene invece alla natura litoide dei blocchi di pietra naturale utilizzatacorrentemente nell’edilizia privata si evidenzia una grandissima varietà di materiali, causatadalla particolare conformazione del territorio della provincia che presenta affioramenti dicaratteristiche e peculiarità estremamente variegate.Pertanto, l’unico dato comune è quello di ritrovare decine di tipi lapidei provenienti o dacave locali o, in forma di ciottoli, dagli alvei dei torrenti, per la realizzazione di una

REGIONE SICILIA

475

consistente percentuale degli edifici in muratura.Quella che cambia zona per zona, ed in base alla ricchezza del manufatto, è la regoladell’arte per la posa in opera e per la tessitura dell’apparecchio murario.Infine il dato comune è quello di prediligere comunque le formazioni lapidee più consistentiin forma di blocchi semisquadrati o i mattoni pieni per la realizzazione degli stipitid’angolo e per le ammorsature dei muri ortogonali.Nell’ambito del campione dei Comuni oggetto del rilevamento in provincia di Messinapossono, con le premesse sin qui esposte, evidenziarsi una serie di subaree dallecaratteristiche peculiari.Tra queste vi è:L’area Peloritana la cui formazione geologica di base fa riferimento all’unitàdell’Aspromonte ed all’unità di Mandanici ed in cui sono stati individuati i Comuni di AlìTerme, Scaletta Zanclea (I cat. sismica), Pagliara, S.Teresa di Riva, caratterizzati daun’edilizia estremamente vulnerabile realizzata utilizzando blocchi lapidei o ciottoli digneiss, scisti e filladi, non sempre ben ammorsati in una matrice di malta ottenuta dal detritodi tali formazioni e come tale particolarmente degradata.A tale caratteristica si aggiunga il fatto che trattasi, vista l’orografia dei luoghi, di edificispesso realizzati su più livelli di fondazione e costituiti da più di 2-3 piani.L’area del fiume Alcantara dove sono stati individuati i Comuni di Francavilla di Sicilia,Gaggi, Graniti, Motta Camastra, Taormina, Giardini Naxos, dove prevalente è l’uso dellearenarie locali, delle lave sul versante catanese del fiume Alcantara delle calcareniti e deicalcari.Tale varietà di materiali consente un uso diversificato della pietra con la quale, a secondadelle tipologie edilizie, si realizzano murature semisquadrate o sbozzate, ma più spesso informa di ciottoli fluviali, ben ammorsati in malte, anch’esse basate su inerti ricavati daldetrito delle formazioni di base, che evidenziano caratteristiche di resistenza migliori delleprecedenti.L’area del golfo di Patti in cui ricadono i comuni di S. Piero Patti, Novara di Sicilia,Barcellona, Furnari, Librizzi.In tale area risulta riassunta la vasta casistica litologica presente in provincia di Messina;infatti varie sono le formazioni di base presenti.Tra queste le due suddette unità geologiche dell’Aspromonte e di Mandanici, l’unitàAntisicilide, sino all’unità di S. Marco d’Alunzio.I materiali prevalentemente utilizzati nell’edilizia sono le calcareniti di Floresta, lacomponente arenaria del Flysh di Capo D’Orlando, le dolomie ed i calcari dell’unità diNovara di Sicilia.Tali materiali estratti da cave locali venivano sbozzati o squadrati per la realizzazione degliedifici di maggior pregio dai 2 piani fuori terra sino a picchi di 5-6 piani fuori terra.Negli edifici di minore pregio, tali blocchi venivano attinti in forma di ciottoli o in forma dimateriale grossolanamente sbozzato, dall’alveo delle fiumare.Le murature realizzate risultano essere costituite in genere da unico paramento in cui venivautilizzata malta di calce con funzioni in genere di allettamento.Elemento tipico è l’utilizzo dei mattoni o di blocchi squadrati per le modanature e gliammorsamenti d’angolo.Nel seguito si riportano i Comuni costitutivi il campione rappresentativo della provincia

CAPITOLO III - CARATTERIZZAZIONE DEI MATERIALI

476

con a fianco la tipologia litologica dei blocchi lapidei naturali o artificiali piùricorrentemente riscontrati.

Materiale lapideo prevalente Comune Blocchi artificiali Blocchi naturali FURNARI Mattoni pieni CalcarenitiLIBRIZZI Mattoni pieni Arenarie NOVARA DI SICILIA Calcari e calcareniti a briozoiS.PIERO PATTI Arenarie BARCELLONA P.G. Mattoni pieni CalcarenitiALI’ TERME Mattoni pieni FilladiSCALETTA ZANCLEA Mattoni pieni FilladiFRANCAVILLA DI SICILIA Arenarie, LaveGAGGI Arenarie, LaveGIARDINI NAXOS Mattoni pieni CalcarenitiGRANITI ArenarieMOTTA CAMASTRA ArenariePAGLIARA Ciottoli di gneiss e scisti, Filladi S.TERESA DI RIVA Mattoni pieni FilladiTAORMINA Calcari e calcari metamorfici

REGIONE SICILIA

477

Foto 1

Provincia di CataniaNella provincia di Catania si riscontra solo occasionalmente l’utilizzo del mattone per larealizzazione delle strutture verticali di edifici in muratura.Anche qui infatti l’intero patrimonio edilizio degli edifici in muratura è caratterizzatodall’uso delle pietra locale mentre il mattone pieno viene utilizzato per la realizzazione diricorsi, listature, stipiti.In particolare, nell’ambito del campione dei comuni analizzati si distinguono una serie diComuni appartenenti all’area Etnea e centri che da questa si discostano anche per tipologiedi materiali utilizzati, quali Caltagirone, in cui prevale la muratura sia a sacco che a blocchiin calcarenite da taglio o arenarie provenienti da cave locali (Pietra di Balatazze e diMarfisa) ed appartenenti ad una formazione Pleistocenica (Quaternario inferiore) simile percostituzione e per periodo geologico alla formazione di Lentini.Altro centro analizzato è Raddusa, caratterizzato dall’uso di blocchi arenaci dellaformazione pleistocenica di Lentini e dall’uso, nell’edilizia più povera rurale, di gessi.Nella chiesa Madre si ritrovano infine materiali pregiati verosimilmente provenienti dallaformazione del vicino Castel di Judica (Calcare ad alobie del Trias).Tornando all’area etnea, questa è caratterizzata dall’uso prevalente di pietra lavica per lastruttura muraria e calcareniti della formazione “climiti” per gli elementi ornamentali.La pietra lavica più pregiata “occhio di pernice” era utilizzata correntemente negli edifici dipregio mentre nell’edilizia corrente più povera soltanto per stipiti, architravi, poggioli deibalconi. Infine in tempi più recenti, come sopra accennato, la costosa pietra lavica è statasostituita per gli stipiti, dai mattoni pieni.In genere la tipologia muraria è caratterizzata da un unico paramento o da due paramentiben ammorsati con angolate regolari e composte da una apparecchiatura orizzontale diconci squadrati a spigoli non finiti di grandi dimensioni (40-65 cm) o blocchi più piccoli epoco sbozzati, completata in quest’ultimo caso da zeppe in cocci o scaglie di lava. La muratura è spesso listata con ricorsi semplici o doppi in mattoni pieni e talvolta a facciavista nei prospetti secondari.

CAPITOLO III - CARATTERIZZAZIONE DEI MATERIALI

478

Foto 2

Infine, nelle costruzioni più povere, sia all’interno dei centri storici che ai margini del centrourbano e soprattutto nell’edilizia sparsa rurale è presente una struttura muraria di qualitàinferiore caratterizzata dalla presenza di poca malta o anche a secco, con unaapparecchiatura orizzontale tendente all’Opus incertum con elementi litoidi in generepiccoli e poco sbozzati. Tali tipologie sono caratteristiche nell’edilizia rurale ad un pianofuori terra della zona di Randazzo e Bronte con strutture murarie a secco, con pietramequasi grezzo e ad apparecchiatura disordinata con scaglie litoidi, angolate regolari condiscreta ammorsatura di conci parzialmente squadrati.Nel seguito si riportano i Comuni costitutivi il campione rappresentativo della provinciacon a fianco la tipologia litologica dei blocchi lapidei naturali o artificiali piùricorrentemente riscontrati.

Materiale lapideo prevalente Comune Blocchi artificiali Blocchi naturali CALTAGIRONE Calcareniti/ArenarieRADDUSA ArenariePATERNO’ LaveRANDAZZO LaveACI CATENA LaveACIREALE LaveBELPASSO LaveGRAVINA DI CATANIA LaveMASCALUCIA LaveMOTTA S.ANASTASIA LaveNICOLOSI LaveS.GREGORIO DI CATANIA LaveS.AGATA LI BATTIATI LaveMASCALI Lave

Provincia di RagusaLa Provincia di Ragusa, come le altre province analizzate, con l’eccezione parziale diMessina, può essere caratterizzata interamente come “Area della pietra”.Essa può diversificarsi da comune a comune ed in alcuni si può trovare mista a pietrame dinatura lavica (Giarratana – Monterosso per la vicinanza a Monte Lauro), ovvero puòdivenire di natura calcareo-marnosa (Chiaramonte Gulfi), o pietrame di natura arenaria(Acate, Vittoria)Inoltre le murature variano a seconda della forma e lavorazione del pietrame e dellacomposizione. Nei centri maggiori (Ragusa, Modica) la struttura muraria è per lo piùmigliore rispetto a quella riscontrata nei centri minori (Chiaramonte Gulfi, MonterossoAlmo, Giarratana). Ovvero si riscontra una maggiore percentuale di pietrame rispetto allamalta. La composizione della muratura varia anche dall’edilizia più povera a quella di maggiorpregio.Per la tipologia degli ammorsamenti e delle caratteristiche costitutive dell’orditura e del

REGIONE SICILIA

479

tessuto murario si rimanda alle allegate schede tipologiche.Per quanto attiene alle modalità di posa in opera e forma dei blocchi si evidenzia lafrequente presenza di cattivi ammorsamenti tra pareti ortogonali ed uso di muratura caoticacostituita da blocchi sbozzati o arrotondati nell’edilizia più povera mentre il fenomeno èquasi assente nelle costruzioni più recenti o di tipo nobiliare dove si rileva l’uso minore dimalta con funzioni di riempimento e blocchi squadrati con buone ammorsature.

La denominazione “muratura di pietra a sacco”, che spesso si riscontra, dovrebbe per lo piùessere una dizione per indicare che la muratura è costituita da pietrame informe in unamatrice di malta di calce. Infatti raramente si è riscontrata una muratura costituita da doppia fodera in pietrame conall’interno il sacco con materiale variamente costituito.Si evidenzia che a seconda delle diverse zone di un comune o fra i diversi comuni, varianole caratteristiche fisiche e meccaniche delle murature.Nel seguito si riportano i Comuni costitutivi il campione rappresentativo della provinciacon a fianco la tipologia litologica dei blocchi lapidei naturali o artificiali piùricorrentemente riscontrati.

Materiale lapideo prevalente Comune Blocchi artificiali Blocchi naturali GIARRATANA - Lave/CalcarenitiMODICA Arenarie/CalcariRAGUSA - Calcari/CalcarenitiSCICLI - CalcarenitiVITTORIA - Arenarie

CAPITOLO III - CARATTERIZZAZIONE DEI MATERIALI

480

Foto 3

Provincia di SiracusaAl fine di classificare i materiali utilizzati più comunemente nelle costruzioni dellaprovincia di Siracusa occorre premettere che il territorio della provincia può esseresuddiviso in quattro aree geografiche alle quali corrispondono generalmente tipologie dimateriali diverse, in dipendenza dalla disponibilità dei materiali stessi e della “cultura” delcostruire locale. In particolare si può distinguere la:Zona Sud comprendente i comuni di Portopalo, Pachino, Rosolini, Noto, Avola, in cui lamaggior parte delle costruzioni più recenti in muratura è costituita da blocchi calcareniticidi discrete caratteristiche meccaniche. E’ da tenere in conto comunque che gli spessori utilizzati spesso sono insufficienti (15 – 20cm) e ciò è dovuto da una parte alla “necessità” di ridurre quanto più possibile lo spreco disuperficie utile, dall’altra ad una riduzione dei costi di realizzazione della costruzione.Tale tipologia di materiale si è spesso sovrapposta a preesistenti murature di adeguatospessore, ma costituita da pietrame calcarenitico di pezzatura irregolare legato da malta discadente qualità. Solo nelle costruzioni di una certa importanza è possibile riscontrarepietrame in blocchi abbastanza regolari. Occorre comunque osservare che generalmente ilnumero di piani delle costruzioni è di uno o due piani fuori terra.Le costruzioni realizzate prima degli anni 60 sono generalmente costituite da pietramecalcarenitico di pezzatura irregolare o da ciottoli di fiume di buone caratteristichemeccaniche ma irregolari per loro natura. Il comune di Noto presenta delle particolarità rispetto agli altri comuni della zona sud inquanto si riscontra infatti un esteso centro storico in cui sono presenti numerose costruzioninobiliari di stile prevalentemente barocco. In tali costruzioni, che rappresentano una parteimportante del patrimonio edilizio, è normale ritrovare la stessa tipologia di pietramecalcarenitico che si riscontra nella restante parte della zona, ma con pezzatura molto grandee regolare. Lo spessore delle murature è spesso sovradimensionato.

Zona Nord con i comuni di Augusta, Carlentini, Lentini, Francofonte, dove il materiale

REGIONE SICILIA

481

Foto 4

utilizzato è costituito quasi esclusivamente dai cosiddetti “blocchi arenacei dellaformazione di Lentini”. Trattasi di materiale arenaceo proveniente da cave locali le cuicaratteristiche meccaniche sono estremamente variabili. C’è da osservare inoltre che ilnumero di piani delle costruzioni è di 3 o 4 fuori terra e che lo spessore della muraturaadottato è quasi sempre del tutto insufficiente.Fa eccezione il comune di Francofonte che risente l’influenza delle costruzioni tipiche delCatanese e dove si riscontra pertanto la presenza di costruzioni in pietrame lavico listatocon mattoni pieni.Le costruzioni realizzate in tutta la zona nord prima degli anni 60 sono generalmentecostituite dallo stesso tipo di materiale arenario ma di pezzatura irregolare e spessoregeneralmente adeguato. Zona montana comprendente i comuni di Palazzolo, Canicattini, Buccheri, Buscemi,Cassaro, Ferla, Sortino.Si riscontra in questa zona la presenza di muratura a sacco di notevole spessore costituita dapietrame calcarenitico di buone caratteristiche meccaniche, di pezzatura irregolare, fattaeccezione per qualche edificio di proprietà della classe agiata. Zona del Centro capoluogo comprendente i Comuni di Siracusa, Floridia, Solarino, Melilli,Priolo Gargallo dove le costruzioni murarie, che si trovano geograficamente al centro dellaprovincia, risentono l’influenza delle tipologie costruttive tipiche delle altre zone. Pertantoaccanto a murature a sacco si riscontrano murature costituite da “blocchi arenacei diLentini”, murature costituite da pietrame calcarenitico di buona qualità e di pezzaturairregolare o da ciottoli di fiume. Nel seguito si riportano i Comuni costitutivi il campione rappresentativo della provinciacon a fianco la tipologia litologica dei blocchi lapidei naturali o artificiali piùricorrentemente riscontrati.

Materiale lapideo prevalente Comune Blocchi artificiali Blocchi naturali AVOLA - CalcarenitiNOTO - CalcarenitiPACHINO - CalcarenitiCANICATTINI BAGNI - CalcarenitiFLORIDIA - Arenarie/CalcarenitiPALAZZOLO ACREIDE - CalcarenitiSIRACUSA - Arenarie/CalcarenitiCARLENTINI - Arenarie/CalcarenitiFRANCOFONTE - Arenarie/LaveLENTINI - Arenarie/Calcareniti

Caratteristiche litologiche dei materiali lapidei utilizzati nella Sicilia OrientaleNel seguito si riporta una breve serie di note specialistiche inerenti alla natura litologica deimateriali lapidei più ricorrenti individuati nel campione di edifici di edilizia corrente dellequattro province della Sicilia orientale.

CAPITOLO III - CARATTERIZZAZIONE DEI MATERIALI

482

Blocchi lapideiCalcareniti di Floresta: biocalcareniti bianco-grigiastre ad alghe, briozoi, ecc., astratificazione incrociata. Sono reperibili in cave locali nel comprensorio di S.Piero Patti (Provincia di Messina).Unità dell’Apromonte: Paragneiss biotitici, scisti muscovitico-biotitici, Gneiss occhialini.Elementi lapidei appartenenti a tali formazioni sono spesso utilizzati per la realizzazione diapparati murari caotici legati da malta con funzioni sia di allettamento che di riempimento.Spesso il materiale lapideo ha forma di ciottoli e viene reperito nell’alveo delle fiumare.Unità di Mandanici: Dolomie grigie, calcari cristallini e pseudo-oolitici (Giurassico Sup. eCretaceo inf.). Presenti nell’areale della Rocca di Novara di Sicilia (Provincia di Messina).Anche in questo caso si rileva la presenza sia di blocchi squadrati o sbozzati estratti in cavelocali e lavorati sul posto, o blocchi e ciottoli provenienti dagli alvei torrentizi.Materiale lavico: andesiti, alcali-basalti, nefriti monolitiche, ecc.)Reperibili nell’area etnea, parte settentrionale della provincia di Catania.Questo materiale, in funzione del tipo di magma originario o della posizione stratigraficanella colata stessa (alta, centrale o basale), si presenta con aspetti diversi che vanno da unagrana molto fine talvolta anche afanitica, al microcristallino, al compatto al centro dellacolata (termine di cava: ”afficilato”), a molto poroso con grana grossolana dovuta a grossifenocristalli di plagioclasio calcico (“cicirara”), a grana media (“occhio di pernice”), conporosità media (a “nido d’ape”).I vari tipi vengono utilizzati per applicazioni diverse.Il più resistente agli agenti atmosferici, quindi utilizzabile per opere monumentali e perprospetti, non è come potrebbe pensarsi il tipo compatto (“afficilato”) perchè soggetto aduna forte desquamazione per soluzione e dilavamento dei sali alcalini e calcici contenuti;ma il tipo a grana media (“occhio di pernice”) e porosità media (“nido d’ape”) ormai di nonfacile reperibilità.Materiale lavico: vulcaniti plioceniche (terziario superiore)Tali lave hanno carattere sia submarino che subaereo affioranti prevalentemente nella partesettentrionale e nord-occidentale del siracusano.La facies subaerea affiora da Francofonte a Monte Lauro e Buccheri estendendosi ad ovestfino a Vizzini e Militello, ad est fino a Villasmundo ed a Sud fino a Giarratana in provinciadi Ragusa.Anche queste lave, che appaiono spesso porose e vacuolari, sono erroneamente chiamate“tufi”. L’uso impreciso del termine, usato anche per altri litotipi porosi (calcareniti,arenatire, ecc.), crea grossi equivoci in quanto i tufi e le tufiti sono solamente materialivulcanici piroclastici (sabbie, brecce e simili) più o meno cementati.Arenarie Pleistoceniche: (Quaternario inferiore) di Lentini-Carlentini, con componentianche siltitica, argillosa e più abbondante calcarenitica. Si sono depositate sulle formazioni laviche plioceniche, prevalentemente submarine, checoprono e si intercalano alle Calcareniti qui di seguito descritte. La formazione è presentenella parte settentrionale del Siracusano. Il litotipo, che in gergo viene spesso indicato con il termine improprio di “blocchi di tufo”,essendo più recente, ha subito una minor diagenesi e presenta quindi minor compattezza edinferiori caratteristiche meccaniche delle Calcareniti. Tuttavia queste arenarie, per la facilità

REGIONE SICILIA

483

dell’estrazione (a taglio) e del trasporto, sono state e sono tutt’ora diffusamente usate.Calcareniti fossilifere: della formazione “Climiti” del Miocene Medio (Terziario superiore). Questa formazione è presente nella parte orientale del Siracusano si estende a nord fin oltreMelilli ed a sud fino a Cassibile. Queste arenarie calcaree (sabbie calcaree cementate perdiagenesi), di colore dal giallo molto chiaro al giallo ocra, presentano caratteristiche diporosità, grana (più grossa nelle Calceruditi e più fine nelle Calcelutiti) e compattezzamolto variabili in funzione della profondità dell’originario ambiente di sedimentazione edella successiva diagenesi. Comunque questo litotipo, in tutte le sue variazioni, ed ancorpiùgli altri litotipi di cui si dirà qui di seguito, presenta molto spesso un resistenza all’attaccodegli agenti atmosferici, alla compressione ed al taglio molto inferiore a quella del materialelavico. In questa formazione si distinguono due membri:Membro Melilli: calcareniti da giallo a biancastre porose, poco compatte e friabili;Membro Siracusa: calcari, calcareniti e calcerutiti più compatte delle precedenti.Calcareniti fossilifere: della formazione “Palazzolo”. Questa formazione, secondo alcuni autori eteropica a quella precedente, affiora nella zonameridionale del Siracusano e si estende ad occidente fino a Giarratana e a sud nella zona diPachino e Porto Palo senza raggiungere questi centri abitati. I litotipi sono simili e nonsempre ben distinguibili da quelli della formazione “Climiti”. Anche in questa formazione si distinguono due membri:Membro Gaetani: calcari e calcari marnosi teneri;Membro Buscemi: calcareniti bianco giallastre meno tenere.A sud della formazione Palazzolo nel territorio di” Pachino e Porto Palo” sono presentimodesti affioramenti di formazioni più antiche quali: Marne e calcari marnosi a frattura concoide del Pliocene inferiore (Terziario superiore);Calcerutiti a numuliti dell’Eocene medio (Terziario inferiore);Vulcaniti sub-marine del Cretaceo (Mesozoico superiore).Alcuni di questi litotipi venivano localmente utilizzati nelle costruzioni rurali e nei muri asecco.Calcareniti, Calcari e Marmi: della formazione “Ragusa” del Miocene inferiore e medio(Terziario superiore). Questa formazione affiorante su tutto il territorio di Ragusa è costituita da due membri,affioranti solo nella parte meridionale del territorio:Membro Irminio: -marne biancastre a frattura concoide alternati (strati di 50-60 cm) a calcari marnosogrigiastri (Langhiano);-calcareniti grigie alternate (strati di 30-60 cm) a calcareo-marnosi (Langhiano inferiore); -calcarenti e calcerutiti (Burdigaliano).Membro San Leonardo (Aquitaniano):-calcesiltiti di colore biancastro alternati (strati di 30-100 cm) a marne e calcari marnosi(strati di 5-20 cm);-calcelutiti e marmi di colore bianco crema (potenza della formazione oltre i 100 m). I litotipi del Membro San Leonardo, prevalentemente provenienti dalle cave di Comiso(RG), sono quelli che, per il loro aspetto e la maggior resistenza agli agenti meteorici, sonostati usati nelle parti ornamentali delle architetture di palazzi nobiliari e delle chiese neicentri storici del Ragusano.

CAPITOLO III - CARATTERIZZAZIONE DEI MATERIALI

484

MalteI materiali sciolti utilizzati per le malte e per i conglomerati cementizi sono in generederivanti, previo lavaggio non sempre corretto, da affioramenti locali di ghiaie e sabbie. Un’area dalle caratteristiche peculiari risulta essere il Messinese, ove la presenza di sabbiesilicee spesso impure utilizzate con cemento come legante costituisce dei conglomerati odelle malte che tendono da disgregarsi abbastanza rapidamente.Un caso a parte è costituito dall’area etnea dove, dal ’700 agli anni ’50 di questo secolo,nelle malte veniva utilizzato un inerte, sabbia e ghiaia rossa detta “agghiara”, con caratterepozzolanico. Il carattere pozzolanico è generato dall’effetto termico del metamorfismo dicontatto delle colate laviche su terreni ghiaiosi: a temperature tra i 500° ed i 900° C ilreticolo cristallino della Silice (e dell’Allumina) si modificano generando una Silice“libera” che reagendo più facilmente con il Calcio della calce spenta forma Silico-Alluminati di Calcio idrati insolubili in acqua.Altra particolarità dell’area etnea è data dall’ottima qualità delle brecce per conglomeraticementizi ottenute tramite frantoio dalle lave. Queste brecce vengono ormai usate anchenelle aree limitrofe (settentrionale del Siracusano) a quella di origine.In molte parti dei territori della Sicilia orientale analizzati si denota poi che nell’ediliziacorrente veniva e spesso purtroppo viene ancora utilizzata, per il confezionamento dellemalte, il detrito delle formazioni rocciose tipiche dell’area.Questo aspetto genera, specie in provincia di Messina dove la varietà dei litotipi affioranti èelevata e spesso non idonea alla costituzione di conglomerati, la disgregazione totale dellemalte di allettamento dei setti murari in pietrame che pertanto risultano caratterizzati daridotta resistenza al taglio.

REGIONE SICILIA

485

ConclusioniDalla disamina sin qui svolta in merito alla caratterizzazione litologica dei blocchi lapideinaturali ed artificiali prevalentemente riscontrati nel territorio della Sicilia Orientaleinteressato dal censimento dell’edilizia corrente, si conclude che la matrice comune di area“ad elevato rischio sismico”, derivante dalla elevata pericolosità ed esposizione dell’area, ècertamente influenzata in maniera significativa dalla vulnerabilità sismica dell’ediliziacorrente estremamente variabile nelle varie zone della Sicilia Orientale.Fattori significativi di variazione di tali condizioni di vulnerabilità dell’edificato sono daindividuare anche nei seguenti fattori:- varietà di materiali lapidei utilizzati: mattoni, pietrame calcareo, lavico, arenario,

tufaceo, calcarenitico, metamorfico, ecc.);- varietà dell’inerte e del legante costituente le malte;- modalità di messa in opera ed assemblaggio degli apparati murari;- stato di manutenzione dell’immobile e conseguente degrado delle caratteristiche di

resistenza del materiale lapideo e soprattutto delle malte.Di tali fattori si deve pertanto tenere conto in maniera appropriata in ogni intervento daeffettuare sull’edilizia corrente in quanto solo un drastico abbassamento della sogliadell’attuale vulnerabilità dell’edificato può limitare i danni causati dagli eventi sismici.

CAPITOLO III - CARATTERIZZAZIONE DEI MATERIALI

486