36° convegno internazionale Scienza e Beni Culturali
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36° convegno internazionale Scienza e Beni Culturali
Collana Scienza e Beni Culturali
Volume.2020
ISSN 2039-9790
ISBN 978-88-95409-24-5
GLI EFFETTI DELL'ACQUA SUI BENI CULTURALI VALUTAZIONI, CRITICHE E MODALITA' DI VERIFICA
Venezia, 17-19 novembre 2020
In questo volume vengono pubblicati i contributi estesi che sono stati
sottoposti a double blind peer review da parte di esperti dello stesso settore.
THE EFFECTS OF WATER ON CULTURAL HERITAGE CRITICAL ASSESSMENTS AND VERIFICATION METHODS
Venice, 17th-19th november 2020
This volume includes extensive contributions (Full-paper) that have been
subject to double-blind peer review by qualified referees.
Tutti i diritti riservati,
EDIZIONE ARCADIA RICERCHE Srl Parco Scientifico Tecnologico di Venezia
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autorizzazione rilasciata dall'editore.
Finito di stampare nel mese di novembre 2020
presso Imoco Industrie Grafiche – Treviso - Italy
SCIENZA E BENI CULTURALI
GLI EFFETTI DELL'ACQUA
SUI BENI CULTURALI VALUTAZIONI, CRITICHE
E MODALITA' DI VERIFICA
36° convegno di studi internazionale
Venezia 17 – 19 novembre 2020
a cura di Guido Biscontin e Guido Driussi
Organizzazione:
Associazione Scienza e Beni Culturali
Università Ca’ Foscari Venezia
Università degli Studi di Padova, Dip. di Scienze Chimiche
Università degli Studi di Genova, Dip. Architettura e Design
Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio
Politecnico di Milano, Dip. di Scienza e Tecnologie dell’Ambiente Costruito
A.R.I., Südtirol
Enti Patrocinatori:
MiBACT Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo
(patrocinio richiesto)
Ordine dei Chimici e Fisici di Venezia
Università degli Studi di Padova
Università Ca’ Foscari Venezia
Con la collaborazione di:
Arcadia Ricerche S.r.l
Mapei S.p.a.
Colorificio San Marco S.p.a.
Con il contributo di:
"PATTO PER LO SVILUPPO PER LA CITTA' DI VENEZIA - Delibera
CIPE 56/2016 (17A02404) G.U. n.79 del 4.4.2017 - Fondo per lo Sviluppo e
la Coesione FSC 2014-2020"
INDICE
VENEZIA 2021. PIANO DI ADATTAMENTO AL CAMBIAMENTO
CLIMATICO E IMPLEMENTAZIONE DI STRATEGIE DI
INTERVENTO PER LA SALVAGUARDIA DEL PATRIMONIO
ARCHITETTONICO E AMBIENTALE. PRIMI ESISTI DI UNA RICERCA
INTERDISCIPLINARE.
A. Saetta, F. Antonelli, L. Fabian, P. Faccio, F. Peron, P. Romagnoni,
M.C. Tosi, E. Zendri, L. Berto, G. Bruschi, M. De Maria, L. Falchi, E.
Guolo, D.P. Lucero Gomez, L. Iuorio, R. Piovesan, D.A. Talledo, E.
Tesser, L. Velo, G. Zaccariello, I. Zamboni 1
RECENT EVOLUTION OF THE RISING DAMP PHENOMENON IN
VENETIAN MASONRIES BY VISUAL-BASED APPROACH
M. Corradini, L. Falchi, P. Lucero Gomez, E. Zendri 11
VENEZIA, TRA CAMBIAMENTI CLIMATICI E ACQUA ALTA.
ANALISI DI VULNERABILITA’ DEL PIANO TERRA DI PALAZZO
MALIPIERO A SAN SAMUELE.
G. Bruschi, P. Faccio, I. Zamboni, L. Berto, E. Lazzarini, A. Saetta 21
SISTEMI PASSIVI E ATTIVI PER LA DIFESA DEI PIANI TERRA DI
VENEZIA DALLE "ACQUE ALTE". L’EVOLUZIONE DELLE
TECNICHE DI INTERVENTO ATTRAVERSO ALCUNI CASI DI STUDIO
C. Menichelli, R. Scarpa 31
UMIDITÀ DI RISALITA E SORACOMUN A VENEZIA: DEGRADO,
OPERE DI CONTRASTO ED ESITI SULLA MATERIA E
SULL’IMMAGINE DELLA CITTÀ
A. Squassina 43
SISTEMA MULTIANALITICO INTEGRATO PER LA VALUTAZIONE
DEGLI EFFETTI DELL’ALTA MAREA SUI PARAMENTI LAPIDEI
VENEZIANI
G. Zaccariello, E. Tesser, R. Piovesan, F. Antonelli 59
TRE ESEMPI DI LAVAGGIO DESALINIZZANTE A VENEZIA
L. Schubert 69
L’UTILIZZO DI PROTETTIVI SOL-GEL SU LAPIDEI E STUCCATURE.
IL CASO DEL PAVIMENTO IN OPUS SECTILE E TESSELLATUM
DELLA GALLERIA FRANCHETTI ALLA CA’ D’ORO DI VENEZIA
M. Cecchin, C. Bortolussi, G. Pellizzari, E. Basso 81
PROGETTO DI RESTAURO CONSERVATIVO DELLA FACCIATA
DELLA CHIESA DI SANTA MARIA DI NAZARETH (VULGO DEGLI
SCALZI) - VENEZIA: CRITERI DI ANALISI, RILIEVO, DIAGNOSTICA
E SPERIMENTAZIONE NEL CANTIERE DI RESTAURO
I. Forti, G. Forti, M. Baldan, M. Endrizzi, M. Camaiti 91
CONSERVAZIONE IN SITU DEL PATRIMONIO ARCHEOLOGICO
SOMMERSO: TECNICHE DI RESTAURO E MATERIALI INNOVATIVI
R. Mancinelli, A. Bonaccini 103
PATRIMONIO SOMMERSO. LICEITÀ TECNICA ED ETICA
DELL’AZIONE DI SPOSTAMENTO DEI MONUMENTI E DELLE CITTÀ
PER EFFETTO DELL’ACQUA
C. Mariotti 113
L'EGEMONIA DELL'ACQUA: IL PARCO ARCHEOLOGICO DI SIBARI.
"IL SITO SOMMERSO"
A. Disabato 125
GLI EFFETTI DELL'ACQUA NELL'INTERRAMENTO E NEL
DISVELAMENTO DELLE AREE ARCHEOLOGICHE. POMPEI,
POZZUOLI E NOLA: CASI A CONFRONTO.
M. Fumo, V. Calvanese, G. D’Angelo, G. Trinchese 135
AREE ARCHEOLOGICHE E FALDE AFFIORANTI: PROBLEMATICHE
DI CONSERVAZIONE E STRATEGIE DI INTERVENTO
A. Donatelli, M.G. Ercolino 151
MANAGING WATER RISKS IN ARCHAEOLOGICAL SITES: THE
FLOODING OF THE COMPLEX OF SANTA CROCE IN RAVENNA.
A. Ugolini, E. Melandri, E.R. Agostinelli, M. Sericola, M. Vandini, S.
Fiorentino 163
L’INTERAZIONE DELL’ACQUA CON IL PATRIMONIO
ARCHEOLOGICO MONUMENTALE DELLA SARDEGNA: CAUSE,
EFFETTI, MATERIALI E METODI PER POSSIBILI SOLUZIONI
P. Meloni, G. Carcangiu, G. Pia, R. Licheri, G.Iiriti, L. Lecca, M. Arca,
S. Columbu, A. Boninu 175
LA GESTIONE DELLE ACQUE METEORICHE E I PROBLEMI DI
CONSERVAZIONE NEL PARCO ARCHEOLOGICO DI POMPEI
A. Mauro, M. Previti 185
THE WATER MANAGEMENT IN ROMAN THEATERS. THE CASE OF
SESSA AURUNCA
A. Vaccariello 193
QUANDO L'AZIONE DELL'ACQUA SI TRASFORMA DA PERICOLOSO
FATTORE DI DEGRADO A STRUMENTO DI DISTRUZIONE: LO
TSUNAMI DEL MARZO 2011 E I DANNI AL PATRIMONIO
CULTURALE DEL GIAPPONE
F. Gotta 203
BEST PRACTICE E PROTEZIONE DELLE SUPERFICI LAPIDEE: IL
CASO DELLA TORRE DI PISA E DEL PROTETTIVO USATO PER
LIMITARE I DANNI CAUSATI DALL’ACQUA.
S. Chirico, A. Rovazzani, A. Sutter 215
VULNERABILITÀ ED ESPOSIZIONE DEL PATRIMONIO ARTISTICO
E ARCHITETTONICO AL RISCHIO DI INONDAZIONE: IL CASO DI
VERONA
M. Balistrocchi, R. Ranzi, B. Scala 225
LA CURA DEL DETTAGLIO PER LA DIFESA DALL’ACQUA. IL CASO
DI FARNSWORTH HOUSE
G. Danesi, V. Peron 235
WATER MANAGEMENT AND PROTECTION OF HISTORIC
GARDENS: THE GIARDINO DELLE CAMELIE IN BOBOLI.
P. Ruggieri, M. Mazzoleni 247
LA CONSERVAZIONE DELL’ARCHITETTURA NEL TEMPO DEI
CAMBIAMENTI CLIMATICI: L’ANALISI COME STRUMENTO DI
PROGETTO.
G. Bruschi 259
GLI EFFETTI DELL’ACQUA IN AMBIENTE COSTIERO. IL CASO
DELLE PISCINAS DAS MARÉS DI ÁLVARO SIZA A PORTO.
T. Cunha Ferreira, E. Fantini, F. Barbosa 269
LA CHIESA RUPESTRE DI S. NICOLA ALL’ANNUNZIATA A MATERA:
VERSO UNA CONSERVAZIONE PREVENTIVA
C. Crova, E. Maddalena, F. Castiello 279
I TRACCIATI ACQUEI DELLA CITTÀ DI VICENZA. ANALISI,
VALUTAZIONE E CONSERVAZIONE NELLE STRATEGIE DI
VALORIZZAZIONE DEL TESSUTO URBANO
R. Gianello, A. Moro, E. Sorbo 291
CAMBIAMENTI CLIMATICI DEL BACINO GARDESANO E IL SUO
COSTRUITO STORICO. ANNOTAZIONI E RIFLESSIONI PER NUOVE
LINEE DI STUDIO E DI INTERVENTO.
B. Scala 301
IL PROGETTO DI FRANCO MINISSI PER LA PROTEZIONE
DALL’UMIDITÀ DEL TEMPIO MAYA DI BONAMPAK (MESSICO) E I
PARADOSSI DELLA CONSERVAZIONE DELLE RELATIVE PITTURE
MURALI
S. Gizzi 311
IL RUOLO DELL'ACQUA NEL DEGRADO MATERICO E
STRUTTURALE DELL'ANFITEATRO ROMANO DI DURAZZO
E. Coïsson, Andrea Ghiretti, F. Ottoni 323
LA REGGIA DI COLORNO (PR). INVASIONE, DANNI DA ALLUVIONE
E PROVVEDIMENTI ADOTTATI
C. Prati, G. Signani, B. Zilocchi 333
NATURA MORTA DA GINO SEVERINI. IL RESTAURO DEL MOSAICO
PARIETALE DI GIBELLINA.
L. Mensi, D. Bonelli, S. Pizzi, E. Isella 345
GLI AFFRESCHI DELLA CRIPTA DEL SANTUARIO DI S. MARIA DEL
PIANO IN AUSONIA (FR). PROBLEMI CONSERVATIVI E VERIFICA
DEI RISULTATI DEGLI INTERVENTI STORICI DI
DEUMIDIFICAZIONE
C. Cacace, F. Fabbri, B. Provinciali, C. Udina 357
LA FORMA DELL’ACQUA – ACQUA COSTITUTIVA E DISTRUTTIVA
DELL’ARCHITETTURA IN CALCESTRUZZO ARMATO
C. Piccione 375
ACQUA DA INVASIONE NELLA CHIESA DELL’ANNUNZIATA A
SESSA AURUNCA (CE). LA DIAGNOSTICA PROPEDEUTICA
ALL’APPROCCIO SUI BENI CULTURALI.
G. Ausiello, M. Compagnone, F. Sommese, G. Albano, A. Basile, E.
Bugli, R. Di Girolamo 385
SALT RELATED PHENOMENA IN THE MEDIEVAL CHURCH OF
ȘMIG
B. Szentirmai 395
LA FACCIATA DI SANTA PUDENZIANA: STUDIO DIAGNOSTICO PER
LA CARATTERIZZAZIONE DEI FENOMENI DI DEGRADO,
SMALTIMENTO DELLE ACQUE E SPERIMENTAZIONE DI
CONSOLIDANTI E PROTETTIVI NANOMETRICI.
M. Bassi, L. Mangiapelo, L. Festa, C. Giovannone 407
A DIFFICULT CHALLENGE: THE CONSERVATION OF EARTHEN
ARCHITECTURE
S. Rescic, M. Mattone, F. Fratini 419
DOMUS AUREA NERONIS, IL RESTAURO DEGLI AFFRESCHI DELLA
SALA DELLE MASCHERE E DEL CORRIDOIO N. 131: UN
INTERVENTO SPERIMENTALE DI CONSERVAZIONE IN AMBIENTE
IPOGEO
D. Cavezzali, A. Giovagnoli, E. Giani, B. Mazzone, C. Cacace 431
SUPERFICI AD INTONACO IDROREPELLENTI: VERIFICHE,
RECUPERO E AGGIORNAMENTO DELLE TECNICHE
TRADIZIONALI
L. Scappin 443
LA SALVAGUARDIA DEGLI AFFRESCHI DEL CAMPOSANTO
MONUMENTALE DI PISA DA EVENTI DI CONDENSA: L’UTILIZZO
DEI TELI SCALDANTI.
S. Lupo 455
USE OF SALT CRYSTALLISATION MODIFIERS TO MITIGATE THE
DAMAGE BY SOLUBLE SALT TRANSPORTED BY CAPILLARY
RISING WATER
M. Casti, P. Meloni, M. Carboni, G. Carcangiu, G. Pia, M. Palomba, M.
Cappai 465
ACQUA E SUPERFICI DIPINTE IN TERRA CRUDA: IL DEGRADO DAL
SITO AL LABORATORIO.
M. Cappai, G. Carcangiu, G. Pia, L. Casnedi, M. Casti, P. Meloni 475
INTERNAL BUILDING INSULATION SYSTEMS FOR HISTORIC
BUILDINGS: HYGROTHERMAL PERFORMANCE ANALYSIS
M. Calzolari, P. Davoli, L. Dias Pereira 485
IL DEGRADO CHIMICO-MECCANICO NEGLI IPOGEI SALENTINI E
L'ACQUA "DA INVASIONE": CASI DI STUDIO
I. Pecoraro, E. Rosina 497
LE DIVERSE CONSISTENZE DELL’ACQUA. DOTAZIONI
IMPIANTISTICHE E CONTROLLO DEL MICROCLIMA A VILLA
TUGENDHAT A BRNO
A. Bonora, K. Fabbri, G. Favaretto, M. Pretelli 513
IL MICROCLIMA DELLE SALE ESPOSITIVE DEL MUSEO
ARCHEOLOGICO DI SANTA SCOLASTICA IN BARI
THE MICROCLIMATE OF THE EXHIBITION ROOMS OF THE
ARCHAEOLOGICAL MUSEUM OF SANTA SCOLASTICA IN BARI
V.G. Pellegrino 525
L’IPOGEO DELL’AULA DI SAN PIER SCHERAGGIO: UN PRIMO
MONITORAGGIO MICROCLIMATICO PER LA CONOSCENZA E LA
CONSERVAZIONE DEI RESTI ARCHEOLOGICI SOTTO L’ALA
LEVANTE DEGLI UFFIZI.
A. Urso 537
CONTROLLO DEL MICROCLIMA NELLA GALLERIA DEGLI
SPECCHI DI PALAZZO REALE A GENOVA. STUDI PREVENTIVI AL
RESTAURO
MICROCLIMATE CONTROL IN THE ROYAL PALACE OF GENOA.
PREVENTIVE STUDIES FOR RESTORATION
A. Magrini, S.F. Musso, G. Franco 547
DEPOSITI MUSEALI ALL’INTERNO DI EDIFICI STORICI E
MICROCLIMA INDOOR. LA EX-CHIESA DELLA CROCE ALLA
GIUDECCA.
M.A. De Vivo, L. Signorelli 559
PAVIMENTAZIONI DRENANTI PER LE STRADE E LE PIAZZE IN
PIETRA. COSÌ L’ACQUA RITORNA ALLA TERRA.... MA
PROGETTAZIONE E POSA BASTANO? ALCUNI CASI DI STUDIO
G. Signori 569
SCIENZA E BENI CULTURALI.2020
GLI EFFETTI DELL’ACQUA IN AMBIENTE COSTIERO. Il caso delle Piscinas das Marés di Álvaro Siza a Porto.
TERESA CUNHA FERREIRA1, ELEONORA FANTINI2, FREDERICO BARBOSA3. 1 Centro de Estudos de Arquitectura e Urbanismo, Faculdade de Arquitectura da Universidade do Porto. [email protected] 2 Alma Mater Studiorum, Università di Bologna, Dipartimento di architettura. [email protected] 3 Faculdade de Arquitectura da Universidade do Porto. [email protected]
Abstract.
How to conserve reinforced concrete structures continuously exposed to salt water environment and to the action of the tide? How to preserve the original shape and material authenticity? This contribution part of a wider research project by the authors, intends to analyze the criteria and strategies adopted by Álvaro Siza to contrast the effects generated from salt water on the reinforced concrete structures of the Piscinas das Marés (1960 - 1966) located on the rocky coast of Leça de Palmeira, a few kilometers north of Porto and listed in 2011 as a National Monument and included in the Indicative List of World Heritage by UNESCO, in 2017. They have recently been subjected to an intervention which is expected to be completed by the end of 2020. The intention is therefore to investigate the causes of the decay behind the planned and ongoing works, analyzing the materials (the original ones and subsequent repairs), the degradation/deterioration effects generated by the marine environment and the solutions adopted for the conservation of reinforced concrete in a chemically and physically aggressive context. Keywords: Álvaro Siza, Piscinas das Marés, conservation, concrete.
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SCIENZA E BENI CULTURALI.2020
Introduzione L‟ambiente costiero – come è ormai noto – è considerato uno dei contesti maggiormente aggressivi nei confronti del patrimonio costruito, in particolare (come nel presente caso studio) se si tratta di opere in conglomerato cementizio armato a vista di valore storico-artistico, sottoposte a vincolo di tutela. Gli effetti fisico-chimici determinati dai moti ondosi e dall‟aerosol marino, quindi dalla presenza dei solfati, dei composti di magnesio e dei cloruri, comportano, con il passare del tempo, la formazione di patologie degenerative che ne alterano il naturale ciclo di vita, abbreviandone la durata. Ciò che si verifica è quindi un aggravio irreversibile dello stato di conservazione delle strutture a cui risulta alquanto complesso porvi rimedio senza alterarne l‟immagine e l‟autenticità
materica originaria. Il recente intervento (2019-2020) eseguito da Álvaro Siza sulle Piscine delle Maree vincolate come Monumento di Interesse Nazionale nel 2011, mostra una possibile risposta al problema posto in essere. Un progetto del tutto innovativo per la scena portoghese del „restauro‟ del patrimonio moderno1, che prevede la conservazione del calcestruzzo a vista così come è sopraggiunto, congelandone il processo degenerativo e accettandone i segni del passaggio nel tempo. Diviene quindi oggetto di interesse la disamina del processo progettuale eseguito, dall‟analisi dello stato di conservazione alla presentazione dei criteri e delle strategie adottate da Siza per contrastare gli effetti generati dall‟acqua
salmastra, nonché delle soluzioni previste per la „riparazione‟ degli elementi in
conglomerato cementizio, alterati e degradi da interventi incorretti oltre che da un contesto alquanto aggressivo. Ricerche archivistiche, rilievi diretti e fotogrammetrici, sopralluoghi in cantiere, dialoghi ed interviste agli ingegneri e ai progettisti coinvolti, sono risultati strumenti fondamentali per una più precisa e dettagliata trattazione del presente contributo. Piscinas das Marés, Leça de Palmeira, Porto, (1960-1973). Le Piscine delle Maree, realizzate da Álvaro Siza tra il 1960 e il 1973, lungo un tratto di costa atlantica di Leça de Palmeira - a pochi chilometri a Nord di Porto -, rappresentano la sintesi formale di un complesso programma architettonico che prevedeva la costruzione di vasche artificiali tra gli affioramenti rocciosi del litorale, cosicché i bagnanti potessero godere - in assoluta protezione - delle acque oceaniche. La costruzione, articolata secondo la successione di setti paralleli in cemento armato, sottende l‟adesione ad un linguaggio architettonico astratto, distaccandosi da quell‟influenza vernacolare che fino ad allora guidò gran parte dei
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SCIENZA E BENI CULTURALI.2020
Fig. 1. In alto: fasi costruttive. Da sinistra, Fase 1, Fase 2 e 3, Fase 4. In basso: Piscinas das Marés dopo l‟inaugurazione (ph. G. Chiaramonte).
suoi progetti2. Ciò che intendeva reinterpretare era la topografia del paesaggio, riducendo il più possibile l‟impatto della costruzione. “Tre linee parallele”,
dominanti il sito, ne guidarono il progetto; “(i) l‟incontro tra il mare e il cielo, (ii) l‟incontro tra la spiaggia e il mare, e (iii) il lungo muro di contenimento della costa” divennero delle vere e proprie „linee guida‟ che condussero alla
realizzazione di un edificio che sembra essere “ancorato, come una barca, al muro
marginale”3. Il legame con il contesto e l‟integrazione fisica con il luogo, tipica
dell‟opera di Siza, è qui portata all‟estremo: edificio e sito si fondono; le nuove
pareti in calcestruzzo armato intersecano la roccia preesistente, incorporandola e reinterpretandola. L‟attuale conformazione planivolumetrica è tuttavia frutto di quattro diverse fasi costruttive che si sono susseguite a partire dal 1959, anno in cui il Comune di Matosinhos affidò il progetto all‟ingegnere Bernardo Ferrão, il quale dopo aver constatato un‟elevata complessità architettonica, derivata dalla delicatezza del paesaggio, decise di coinvolgere Álvaro Siza. Alla prima fase di progetto, datata al marzo del 1960, corrisponde le realizzazione di un‟unica vasca in calcestruzzo armato di 20 x 30 metri adagiata sulle rocce preesistenti, fungendo da semplice contenitore dell‟acqua lì trasportata dalle maree (Fase 1). Una soluzione che richiese ben presto un aggiornamento per assolvere a requisiti di tipo igienico-sanitario visto che l‟acqua sarebbe dovuta essere filtrata e rinnovata meccanicamente (GANSHIRT, 2004). Così, tra il 1962 e il 1965, fu attuata una
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SCIENZA E BENI CULTURALI.2020
seconda fase di progetto che, oltre all‟installazione di un impianto meccanico per il trattamento dell‟acqua, determinò la costruzione di servizi igienici, bagni, spogliatoi e un bar (Fase 2). Quest‟ultimo fu soggetto a ampliamento l‟anno
seguente, nella terza fase di sviluppo del complesso, durante la quale furono inoltre realizzati la terrazza triangolare e il setto a 45° di protezione dal vento del Nord (Fase 3). Ulteriori revisioni, eseguite tra il 1967 e il 1973, costituirono la quarta e ultima fase, che conferì all‟edificio la propria immagine attuale4 (Fase 4). Dal punto di vista materiale il manufatto è costituito prevalentemente da setti in calcestruzzo composti da una quantità di cemento e barre di armatura nettamente inferiore rispetto al volume degli inerti, come dimostrano i numerosi nidi di ghiaia presenti in superficie5. Altri materiali, come il legno di pino, trattato con olio-motore bruciato per scurirne la tonalità, e il rame in fogli aggraffati, sono utilizzati nelle coperture rispettivamente per la struttura e il manto. Lo stato di conservazione. Sebbene non siano state effettuate analisi di laboratorio e test strumentali sul calcestruzzo - visto il budget ridotto disponibile per l‟intervento - il rilievo diretto eseguito in situ e il confronto con i tecnici coinvolti ha permesso di constatare un buono stato di conservazione delle strutture nonché un‟elevata qualità del
conglomerato cementizio che ben ha saputo reagire alla prova del tempo. Tuttavia, sono stati individuati sull‟intero complesso alcuni segni di alterazione e degrado, principalmente causati dalla posizione vulnerabile in cui si trova: esposto in ambiente costiero e prossimo ad una raffineria di petrolio. Difatti, se da un lato l‟anidride carbonica emessa dalla raffineria accelera la carbonatazione, dall‟altro i
cloruri dell‟acqua salmastra penetrano nel calcestruzzo causando la corrosione
Fig. 2. Da sinistra: sezione di un setto in calcestruzzo; fessurazione e espulsione; pattern cracking (ph. T. C. Ferreira e F. Barbosa)
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SCIENZA E BENI CULTURALI.2020
Fig. 3. Prospetto fronte mare. Fotopiano, Analisi delle fasi costruttive e dello stato di conservazione.
delle barre di armatura. Curiosamente, grazie alla qualità del calcestruzzo e all‟esigua armatura, consistente soltanto in una griglia metallica elettrosaldata, ci sono pochi casi di espulsione del copriferro, limitati agli elementi di copertura e a zone molto puntuali. Le fessure verticali, invece, sono per lo più causate da movimenti del terreno e dalla mancanza di giunti di dilatazione per consentire i naturali assestamenti della struttura. I maggiori problemi derivano piuttosto da interventi incorretti realizzati dagli ‟80
6 ad oggi, sia di risarcitura di fessure (nel tempo distaccate, comportando un aggravio della lesione) sia di aggiunta, su alcuni setti, di uno strato di 4 cm di calcestruzzo con rete elettrosaldata, rivelatosi negli anni incompatibile, visti gli evidenti segni di degrado (pattern cracking) (DI BIASE, 2009). Per quanto riguarda invece le forme di degrado legate all‟azione del mare
(impatto meccanico e pressione idrostatica) diviene necessario considerare quattro diverse zone di deterioramento, caratterizzate da un livello di aggressività variabile in relazione all‟esposizione della struttura: zona immersa, zona delle maree, zona degli spruzzi e zona atmosferica7. Le condizioni più severe si verificano nelle aree esposte alla variazione del livello del mare dove all‟attacco di natura chimica se ne
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SCIENZA E BENI CULTURALI.2020
Fig. 4. Prospetto fronte mare. Fotopiano, Analisi delle fasi costruttive e dello stato di conservazione.
sovrappone un‟ulteriore di origine fisico-meccanico, connesso al moto ondoso. L‟analisi delle strutture sottoposte a tali presupposti (muri di contenimento della piscina degli adulti e della piscina dei bambini, ponte di accesso alle piscine) ha difatti dimostrato la presenza di gravi patologie quali rigonfiamenti e disgregazioni della parte superficiale del conglomerato. Oltre al limitato e puntuale degrado del ferro causato dai cloruri, si verifica la continua risalita dell‟acqua per capillarità,
che tende ad evaporare sulla superficie più calda, provocando la cristallizzazione dei sali quindi la formazione di cripto-efflorescenze, responsabili della disgregazione della materia. Fenomeni di degrado di media entità sono stati invece rilevati nelle aree degli spruzzi e nelle zone interessate dall‟aerosol marino. Ne è di
esempio il prospetto fronte mare dell‟edificio (Fig.3; Fig.4), affetto da erosione, tracce di ruggine, fessurazioni ed espulsioni. Patologie che, a parte l‟erosione,
determinata dall‟azione abrasiva del vento oceanico, ricco di sali e particelle solide, sono principalmente determinate dalla corrosione dell‟armatura e da movimenti del
terreno. Più resistente risulta invece la zona costantemente sommersa (pareti interne piscine) dove la ridotta disponibilità di ossigeno tende a rallentare i processi
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SCIENZA E BENI CULTURALI.2020
di alterazione della materia. I meccanismi degenerativi di minor entità, non direttamente connessi all‟azione del mare, si verificano infine sulle strutture meno esposte e più distanti dalla riva, rivolte sul lungomare. Inoltre la mancanza di opere di cura e di un piano di conservazione programmata ha comportato l‟avanzamento
incontrollato di tali fenomeni a cui si è cercato di porre rimedio con interventi di riparazione che ad oggi si sono rivelati errati. L’intervento previsto. Di fronte alle condizioni conservative sopradescritte, il comune di Matosinhos commissionò ad Álvaro Siza il progetto di recupero e conservazione delle Piscinas das Marés il cui cantiere, avviato all‟inizio del 2019, si trova ad oggi in corso d‟opera. Nonostante fosse previsto concludere per la stagione estiva del 2020, le alte maree, frequenti nel periodo invernale, hanno impedito l‟esecuzione dei lavori
nelle vasche delle piscine. Le motivazioni da cui muove l‟intervento furono
principalmente di carattere infrastrutturale, legate agli impianti idraulici, che da anni presentavano perdite di acqua, e ai servizi, quali il bar e i bagni, entrambi aventi l‟esigenza di essere incrementati. Ne conseguì pertanto l‟ampliamento del limite Nord dell‟edificio mediante l‟uso di setti in calcestruzzo realizzati con una
composizione compatibile e cassaforma dalla trama simile (testata in numerosi campioni eseguiti in corso d‟opera) a quelli esistenti nonché l‟aggiornamento delle
reti impiantistiche. Sebbene sia stato necessario attuare alcune opere di demolizione e ricostruzione, in linea generale gli elementi in calcestruzzo sono stati sottoposti, nei limiti possibili, a mirati interventi di conservazione, così da preservare l‟autenticità materiale originaria. Siza sostiene infatti che le opere
localizzate siano da preferirsi alla sostituzione integrale della materia, perseguendo quindi “un intervento minimo perché non è opportuno (e non sarebbe possibile) nascondere ciò che è determinato dal passare del tempo”
8. Alla luce di quanto sostenuto decise di consolidare le strutture così come sopraggiunsero, evitando quello che si potrebbe definire un „patchwork’ di riparazione del calcestruzzo che sarebbe stato inevitabilmente visibile. Le opere realizzate secondo tale principio, hanno quindi previsto il solo trattamento e verniciatura delle barre di armatura corrose 9
, lasciando „aperte‟ le fessurazioni quali testimonianze della storia del manufatto. Interventi più invasivi sono stati al contrario eseguiti in aree maggiormente danneggiate o nei punti di estensione/ampliamento della struttura preesistente. Le pareti localizzate a nord, il piccolo ponte di accesso alle piscine, la pavimentazione e la terrazza del bar, visto il grave stato di degrado, furono
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SCIENZA E BENI CULTURALI.2020
Fig. 5. In alto: Demolizioni e nuove costruzioni (Comune di Matosinhos). In basso a sinistra e al centro: foto del cantinere. In basso a destra: foto dell‟intervento (ph. T. Cunha Ferreira e F. Barbosa).
totalmente sostituiti con nuovi elementi in calcestruzzo dalle stesse forme e dimensioni. Opere di demolizione spettarono anche ai servizi igienici sanitari, riprogettati e in seguito ricostruiti in maggior numero e dimensione. Per quanto riguarda invece le vasche delle piscine è stato necessario sostituire le vecchie tubazioni - corrose dal sale e otturate dalla sabbia - con nuove in rame e realizzare una galleria tecnica per future opere di manutenzione, collocata nel punto in cui avrebbe comportato meno demolizioni. I lati interni furono invece sottoposti a localizzate „riparazioni‟ e a una completa verniciatura. Altri interventi interessarono la sostituzione delle persiane del bar con nuove progettate da Siza e il trattamento di tutti gli elementi in metallo e in legno presenti nel complesso. Considerazioni finali L‟esposizione di strutture in calcestruzzo armato in ambiente marino determina
come abbiamo visto la formazione di cospicue alterazioni che con il passare del tempo, in mancanza di una cura continua, tendono ad aggravare irreversibilmente le condizioni di conservazione della materia. Sebbene l‟edificio mostrasse evidenti
fenomeni di degrado come fessurazioni, lesioni, espulsioni di materia e corrosione delle armature, Siza decise di rispettare l‟integrità e l‟autenticità materiale
rifiutando di attuare interventi di „ricucitura‟ e „riparazione‟, per certi versi
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SCIENZA E BENI CULTURALI.2020
incongrui, che avrebbero inevitabilmente alterato l‟immagine dell‟edificio. Ciò che conserva sono i segni dello scorrere del tempo, il degrado, gli interventi pregressi, anche se incorretti, in quanto parte integrante della storia materiale del manufatto. Secondo Siza “il tempo arricchisce [gli edifici]: tutto si adatta all‟uso, alla realtà.
C‟è una maggiore densità, una maggiore solidità, ma deve essere accompagnata da
lavori di manutenzione o il degrado progredisce e il ruolo del tempo torna ad essere distruttore”
10. Un approccio progettuale che da anni Siza persegue quando interviene sul costruito sostenendo che nella “conservazione c‟è una richiesta obbligatoria che è […] l‟integrità assoluta. Non dovrebbero essere apportate modifiche se non […] in casi speciali o eccezionali”
11, resistendo alla tentazione di apporre la propria „firma‟ sull‟opera. Eseguire interventi di conservazione e recupero del calcestruzzo esposto in ambiente marino, risulta uno tra i problemi più complessi del restauro del „moderno‟, soprattutto quando si tratta di opere
„storicizzate‟, sottoposte a tutela, per le quali non è possibile attuare le classiche procedure di intervento che l‟esperienza consolidata ha qualificato come corrette ed
efficaci, seppur estremamente invasive. In questo caso sarà pertanto fondamentale riflettere sull‟importanza delle opere di conservazione preventiva e programmata, intese come strumenti determinanti per la preservazione dei manufatti architettonici. Azioni di cura annuali, come la pulizia e l‟applicazione di vernici
protettive, i trattamenti del legno e la pulizia delle coperture, diverranno necessari per una corretta salvaguardia delle strutture, specialmente per quelle originarie, sottoposte all‟„intervento minino‟, così definito da Siza. Lui stesso sostiene infatti che “le opere di riabilitazione del patrimonio dovrebbero essere convertire in interventi di conservazione programmata altrimenti si „ripara‟ e successivamente
l‟opera di nuovo si deteriora”12.
Bibliography 1. C. GANSHIRT, Piscina na praia de Leça da Palmeira, Blau, Lisbona, 2004. 2. K. FRAMPTON, Álvaro Siza. Tutte le opere, Electa, Milano, 1999. 3. E. SIVIERO, R. CANTONI, M. FORIN, Durabilità delle opere in calcestruzzo, Milano,
1995. 4. Á. SIZA, “Conferencia para el CAH2”, Intervention Approaches in the 20th-Century
Architectural Heritage, International Conference CAH20th, Madrid, 2011. 5. Á. SIZA, “Piscina de Leça da Palmeira”, in C. C. MORAIS, ed., 01 textos: Álvaro Siza,
Civilização, Porto, 1980. 6. Á. SIZA, intervista a cura di T. C. Ferreira, in T. C. FERREIRA, P. F. ROCHA, Saber
manter os edifícios: pensar, desenhar, construir.e da Universidade do Porto. Faculdade de Engenharia da Universidade do Porto, Afrontamento/ CEAU-FAUP/ CEES-FEUP, Porto, 2017, p.141.
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SCIENZA E BENI CULTURALI.2020
7. Á. SIZA, Intervista a cura di T. C. Ferreira, in Construção Magazione, n.83, Gen-Feb.,
2018, pp.4-8. 8. T. C. FERREIRA, “Some considerations on the preservation of 20th-century architectural
heritage”, in Modern building reuse: documentation, maintenance, recovery and renewal, Vicenzo Riso (Ed.), Guimarães: EAUM, 2014, pp. 29-46.
9. T. C. FERREIRA, “Conservation of 20th-century architecture in Portugal. The lesson of Álvaro Siza”, in A. TOSTÕES, Metamorphosis. The Continuity of Change. 15th International Docomomo, Conference Lisboa/Ljubljana: Docomomo International/ Docomomo Slovenia, Koselj Nataša (Eds.), 2018, pp. 338-344.
10. T. C. FERREIRA, E. FANTINI, “Conservazione delle superfici architettoniche del XX secolo. Interventi recenti di Álvaro Siza a Porto”, in G. BISCONTIN, G. DRIUSSI, Intervenire sulle superfici dell’architettura tra bilanci e prospettive, XXXIV Convegno Internazionale Scienza e Beni Culturali, Giornate di studi (Bressanone 3-6 luglio 2018), Edizioni Arcadia ricerche, Marghera Venezia, 2018, p.415-424.
11. C. DI BIASE (a cura di), Il degrado del calcestruzzo nell'architettura del Novecento, Santarcangelo di Romagna, Maggioli, 2009.
1 Per approfondimenti: T. C. FERREIRA, “Some considerations on the preservation of 20th-century architectural heritage”, in Modern building reuse: documentation, maintenance, recovery and renewal, Vicenzo Riso (Ed.), Guimarães: EAUM, 2014, pp. 29-46; T. C. FERREIRA, “Conservation of 20th-century architecture in Portugal. The lesson of Álvaro Siza”, in A. TOSTÕES, Metamorphosis. The Continuity of Change. 15th International Docomomo, Conference Lisboa/Ljubljana: Docomomo International/ Docomomo Slovenia, Koselj Nataša (Eds.), 2018, pp. 338-344. 2 Vedi ad esempio la Casa de Chá da Boa Nova, a poche centinaia di metri più a Nord delle Piscine, ancora molto influenzata dall‟Inchiesta sull‟Architettura Popolare in Portogallo (Sindacato Nazionale degli Architetti, 1955-1961), nonché dal maestro Fernando Távora (1923-2005). Vedi: K. FRAMPTON, Álvaro Siza. Tutte le opere, Electa, Milano, 1999, pp.14-22. 3 Á. SIZA, “Piscina de Leça da Palmeira”, in C. C. MORAIS, ed., 01 textos: Álvaro Siza, Porto, Civilização, 1980, p.23. 4 Nel 1993 Siza sviluppò un secondo progetto per annettere all‟estremità Nord dell‟edificio un
ristorante, già previsto nella proposta del 1965, ma mai costruito. L‟unico intervento eseguito in tale periodo riguardò il rivestimento delle coperture in rame. 5 Calcestruzzo molto poco armato, con maglia reticolare da 15x15 cm e ferri da 5 mm di diametro. 6 Intervento eseguito nel 1980 dall‟ingegnere Bernardo Ferrão. 7 E. SIVIERO, R. CANTONI, M. FORIN, Durabilità delle opere in calcestruzzo, Milano, 1995, pp.29-30. 8 Á. SIZA, Intervista a cura di T. C. Ferreira, in Construção Magazione, n.83, Gen-Feb., 2018, pp.4-8. 9 Intervento di riparazione localizzata del calcestruzzo: asportazione del calcestruzzo distaccato; pulizia e eventuale rimozione dei ferri ossidati; trattamento anticorrosivo dei ferri di armatura (emaco nanocrete AP); risarcitura di vuoti e crepe con malta (emaco nanocrete R4); rivestimento finale in calcestruzzo (emaco R205) utilizzando una cassaforma in legno con trama simile all'originale. I campioni sono stati testati (dalla società Secil) per garantire che la soluzione finale fosse tecnicamente ed esteticamente compatibile con l'originale. Informazioni fornite da: GOP Engineering. 10 Á. SIZA, intervista a cura di Teresa C. Ferreira, in T. C. FERREIRA, P. F. ROCHA, Saber manter os edifícios: pensar, desenhar, construir.e da Universidade do Porto. Faculdade de Engenharia da Universidade do Porto, Afrontamento/ CEAU-FAUP/ CEES-FEUP, Porto, 2017, p.151. 11 Á. SIZA, “Conferencia para el CAH2”, Intervention Approaches in the 20th-Century Architectural Heritage, International Conference CAH20th, Madrid, 2011, p.188. 12 Á. Siza, Intervista a cura di T. C. Ferreira...cit., p.141.
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TESTI DI
Agostinelli E.R. 163
Albano G. 385
Antonelli F. 1, 59
Arca M. 175
Ausiello G. 385
Baldan M. 91
Balistrocchi M. 225
Barbosa F. 269
Basile A. 385
Bassi M. 407
Basso E. 81
Berto L. 1, 21
Bonaccini A. 103
Bonelli D. 345
Boninu A. 175
Bonora A. 513
Bortolussi C. 81
Bruschi G. 1, 21, 259
Bugli E. 385
Cacace C. 357, 431
Calvanese V. 135
Calzolari M. 485
Camaiti M. 91
Cappai M. 465, 475
Carboni M. 465
Carcangiu G. 175, 465, 475
Casnedi L. 475
Casti M. 465, 475
Castiello F. 279
Cavezzali D. 431
Cecchin M. 81
Chirico S. 215
Coïsson E. 323
Columbu S. 175
Compagnone M. 385
Corradini M. 11
Crova C. 279
Cunha Ferreira T. 269
Danesi G. 235
D'Angelo G. 135
Davoli P. 485
De Maria M. 1
De Vivo M.A. 559
Di Girolamo R. 385
Di Sabato A. 125
Dias Pereira L. 485
Donatelli A. 151
Endrizzi M. 91
Ercolino M.G. 151
Fabbri F. 357
Fabbri K. 513
Fabian L. 1
Faccio P. 1, 21
Falchi L. 1, 11
Fantini E. 269
Favaretto G. 513
Festa L. 407
Fiorentino S. 163
Forti G. 91
Forti I. 91
Franco G. 547
Fratini F. 419
Fumo M. 135
Ghiretti A. 323
Gianello R. 291
Giani E. 431
Giovagnoli A. 431
Giovannone C. 407
Gizzi S. 311
Gotta F. 203
Guolo E. 1
Iiritti G. 175
Isella E. 345
Iuorio L. 1
Lazzarini E. 21
Lecca L. 175
Licheri R. 175
Lucero Gomez D.P. 1, 11
Lupo S. 455
Maddalena E. 279
Magrini A. 547
Mancinelli R. 103
Mangiapelo L. 407
Mariotti C. 113
Mattone M. 419
Mauro A. 185
Mazzoleni M. 247
Mazzone B. 431
Melandri E. 163
Meloni P. 175, 465, 475
Menichelli C. 31
Mensi L. 345
Mori A. 291
Musso S.F. 547
Ottoni F. 323
Palomba M. 465
Pecoraro I. 497
Pellegrino V.G. 525
Pellizzari G. 81
Peron F. 1
Peron V. 235
Pia G. 175, 465, 475
Piccione C. 375
Piovesan R. 1, 59
Pizzi S. 345
Prati C. 333
Pretelli M. 513
Previti M. 185
Provinciali B. 357
Ranzi R. 225
Rescic S. 419
Romagnoni P. 1
Rosina E. 497
Rovazzani A. 215
Ruggieri P. 247
Saetta A. 1, 21
Scala B. 225, 301
Scappin L. 443
Scarpa R. 31
Schubert L. 69
Sericola M. 163
Signani G. 333
Signorelli L. 559
Signori G. 569
Sommese F. 385
Sorbo E. 291
Squassina A. 43
Sutter A. 215
Szentirmai B. 395
Talledo D.A. 1
Tesser E. 1, 59
Tosi M.C. 1
Trinchese G. 135
Udina C. 357
Ugolini A. 163
Urso A. 537
Vaccariello A. 193
Vandini M. 163
Velo L. 1
Zaccariello G. 1, 59
Zamboni I. 1, 21
Zendri E. 1, 11
Zilocchi B. 333