32 - Gli Ioni Argento e NON Le Particelle Uccidono i Batteri

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Gli Ioni Argento e NON le particelle Uccidono i Batteri Pag. 1 di 5 Gli Ioni Argento e NON le particelle Uccidono i Batteri Da: http://news.rice.edu/2012/07/11/ions-not-particles-make-silver-toxic-to-bacteria-2/ Il seguente articolo dei ricercatori della Rice University documenta oltre ogni ombra di dubbio che è lo ione argento (quindi, l’Argento Colloidale Ionico) che è la forma attiva, anti-infettiva dell’argento. L’argento metallico prodotto chimicamente (con acidi – n.d.t.) oppure procedimenti fisici (arco elettrico, sublimazione laser, etc. – n.d.t. ) – (spesso chiamato “vero argento colloidale” o “nanosilver”) NON ha alcuna attività antimicrobica, FATTA ECCEZIONE PER IL FATTO CHE COMUNQUE, questo EMETTE degli IONI quando viene in contatto con FLUIDI ACIDI del corpo. Questo fatto smentisce definitivamente la bugia tanto spesso proclamata (dai rivenditori di “vero argento colloidale – nanosilver”) che l’argento ionico venga neutralizzato all’interno del corpo umano e che quindi sia poco efficace contro le infezioni. Se questo fatto fosse vero, nemmeno il così detto “vero argento colloidale – nanosilver” (ovvero nano polveri argento prodotte chimicamente e/o fisicamente , e messe in sospensione colloidale grazie all’aggiunta di gelificanti n.d.t. ) non potrebbe funzionare nel corpo umano, poiché nel seguente articolo, i ricercatori clinici documentano oltre ogni ombra di dubbio, che la forma metallica di argento colloidale, può agire contro i patogeni SOLO se rilascia IONI ARGENTO nel corpo. In altre parole, se fosse vero che gli ioni argento venissero neutralizzati all’interno del corpo umano e quindi perderebbero l’azione antimicrobica, allora, allo stesso modo, gli ioni argento rilasciati dalle nano-particelle di argento metallico, anche loro verrebbero neutralizzate e non potrebbero essere di alcun valore antibatterico . In breve, come i ricercatori della Rice University dimostrano nella relazione scientifica seguente, l’argento ionico è “la specie” attiva antinfettiva, di argento, mentre l’argento metallico è neutro e non ha qualità antimicrobiche a meno che rilasci ioni argento a seguito del contatto con fluidi corporei acidi.

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Il seguente articolo dei ricercatori della Rice University documenta oltre ogni ombra di dubbio che è lo ione argento (quindi, l’Argento Colloidale Ionico) che è la forma attiva, anti-infettiva dell’argento. L’argento metallico prodotto chimicamente (con acidi – n.d.t.) oppure procedimenti fisici (arco elettrico, sublimazione laser, etc. – n.d.t.) – (spesso chiamato “vero argento colloidale” o “nanosilver”) NON ha alcuna attività antimicrobica, FATTA ECCEZIONE PER IL FATTO CHE COMUNQUE, questo EMETTE degli IONI quando viene in contatto con FLUIDI ACIDI del corpo.Questo fatto smentisce definitivamente la bugia tanto spesso proclamata (dai rivenditori di “vero argento colloidale – nanosilver”) che l’argento ionico venga neutralizzato all’interno del corpo umano e che quindi sia poco efficace contro le infezioni. Se questo fatto fosse vero, nemmeno il così detto “vero argento colloidale – nanosilver” (ovvero nano polveri argento prodotte chimicamente e/o fisicamente, e messe in sospensione colloidale grazie all’aggiunta di gelificanti – n.d.t.) non potrebbe funzionare nel corpo umano, poiché nel seguente articolo, i ricercatori clinici documentano oltre ogni ombra di dubbio, che la forma metallica di argento colloidale, può agire contro i patogeni SOLO se rilascia IONI ARGENTO nel corpo. In altre parole, se fosse vero che gli ioni argento venissero neutralizzati all’interno del corpo umano e quindi perderebbero l’azione antimicrobica, allora, allo stesso modo, gli ioni argento rilasciati dalle nano-particelle di argento metallico, anche loro verrebbero neutralizzate e non potrebbero essere di alcun valore antibatterico.In breve, come i ricercatori della Rice University dimostrano nella relazione scientifica seguente, l’argento ionico è “la specie” attiva antinfettiva, di argento, mentre l’argento metallico è neutro e non ha qualità antimicrobiche a meno che rilasci ioni argento a seguito del contatto con fluidi corporei acidi.Ecco perché la ricerca clinica ha sempre dimostrato che la forma di argento colloidale generato elettro-chimicamente, ovvero l’ACI-Argento Colloidale Ionico, è migliaia di volte più efficace contro i patogeni rispetto all’argento colloidale metallico (prodotto disperdendo nano polveri Argento nell’acqua bi-distillata e mantenendole in sospensione mediante aggiunta di “gelificanti” tipo gomma arabica o altro. Quelli che gli danno la caratteristica colorazione da giallo a marrone-bruno – n.d.t.).Quando utilizzate la forma ionica di argento colloidale, state utilizzando la forma attiva anti-infettiva che inizia a uccidere i patogeni immediatamente appena ci viene in contatto. Quando utilizzate argento colloidale prodotto con nano-polveri metalliche disperse e “gelificate” (il così detto “vero argento colloidale – nanosilver”) dovete aspettare che il corpo ne converta un poco in argento ionico, prima che possa uccidere anche un singolo patogeno. ...

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Gli Ioni Argento e NON le particelle Uccidono i BatteriDa: http://news.rice.edu/2012/07/11/ions-not-particles-make-silver-toxic-to-bacteria-2/Il seguente articolo dei ricercatori della Rice University documenta oltre ogni ombra di dubbio che lo ione argento (quindi, lArgento Colloidale Ionico) che la forma attiva, anti-infettiva dellargento. Largento metallico prodotto chimicamente (con acidi n.d.t.) oppure procedimenti fisici (arco elettrico, sublimazione laser, etc. n.d.t.) (spesso chiamato vero argento colloidale o nanosilver) NON ha alcuna attivit antimicrobica, FATTA ECCEZIONE PER IL FATTO CHE COMUNQUE, questo EMETTE degli IONI quando viene in contatto con FLUIDI ACIDI del corpo.Questo fatto smentisce definitivamente la bugia tanto spesso proclamata (dai rivenditori di vero argento colloidale nanosilver) che largento ionico venga neutralizzato allinterno del corpo umano e che quindi sia poco efficace contro le infezioni. Se questo fatto fosse vero, nemmeno il cos detto vero argento colloidale nanosilver (ovvero nano polveri argento prodotte chimicamente e/o fisicamente, e messe in sospensione colloidale grazie allaggiunta di gelificanti n.d.t.) non potrebbe funzionare nel corpo umano, poich nel seguente articolo, i ricercatori clinici documentano oltre ogni ombra di dubbio, che la forma metallica di argento colloidale, pu agire contro i patogeni SOLO se rilascia IONI ARGENTO nel corpo. In altre parole, se fosse vero che gli ioni argento venissero neutralizzati allinterno del corpo umano e quindi perderebbero lazione antimicrobica, allora, allo stesso modo, gli ioni argento rilasciati dalle nano-particelle di argento metallico, anche loro verrebbero neutralizzate e non potrebbero essere di alcun valore antibatterico.In breve, come i ricercatori della Rice University dimostrano nella relazione scientifica seguente, largento ionico la specie attiva antinfettiva, di argento, mentre largento metallico neutro e non ha qualit antimicrobiche a meno che rilasci ioni argento a seguito del contatto con fluidi corporei acidi.Ecco perch la ricerca clinica ha sempre dimostrato che la forma di argento colloidale generato elettro-chimicamente, ovvero lACI-Argento Colloidale Ionico, migliaia di volte pi efficace contro i patogeni rispetto allargento colloidale metallico (prodotto disperdendo nano polveri Argento nellacqua bi-distillata e mantenendole in sospensione mediante aggiunta di gelificanti tipo gomma arabica o altro. Quelli che gli danno la caratteristica colorazione da giallo a marrone-bruno n.d.t.).Quando utilizzate la forma ionica di argento colloidale, state utilizzando la forma attiva anti-infettiva che inizia a uccidere i patogeni immediatamente appena ci viene in contatto. Quando utilizzate argento colloidale prodotto con nano-polveri metalliche disperse e gelificate (il cos detto vero argento colloidale nanosilver) dovete aspettare che il corpo ne converta un poco in argento ionico, prima che possa uccidere anche un singolo patogeno.http://news.rice.edu/2012/07/11/ions-not-particles-make-silver-toxic-to-bacteria-2/-------------

Gli Ioni, NON le particelle, rendono lArgento Tossico per i batteriMike Williams 11 Luglio 2012 Publicato in: Current NewsI ricercatori della Rice University riportano che una dose troppo piccolo potrebbe aumentare limmunit dei microbi.I ricercatori della Rice University hanno risolto una lunga polemica riguardante il meccanismo con cui le nano-particelle di argento, il pi diffuso nanomateriale nel mondo, uccidere i batteri

Il loro lavoro viene con un Nietzsche-esqueavvertimento: Usatene a sufficienza. Se non li uccidete potreste renderli pi forti.

Gli ioni argento emessi dalle nano-particelle verso i batteri promuovono la lisi, il processo con cui le cellule si rompono e muoiono, che fanno delle nano particelle argento un agente antibatterico superiore e vastamente utilizzato. Una nuova ricerca della Rice University ha scoperto che gli IONI ARGENTO, e NON le particelle in se stesse, sono tossici per i batteri. Hanno anche scoperto che dei leganti in prossimit dei batteri possono legare gli ioni argento, impedendogli di raggiungere il loro obbiettivo. Disegno di Zongming Xiu

Gli scienziati conoscono da lungo tempo che gli ioni argento, che fuoriescono dalle nano-particelle quando ossidate, sono mortali per i batteri. Le nano-particelle di argento sono utilizzate praticamente dovunque, compreso cosmetici, calzini, contenitori per il cibo, detergenti, spray e una ampia gamma di altri prodotti per fermare la diffusione dei germi.Ma gli scienziati hanno anche avuto il sospetto che le nano-particelle argento in se stesse potessero essere tossiche per i batteri, particolarmente quelle pi piccole, con diametro inferiore ai 3 nanometri. Non e vero, secondo la squadra di ricercatori della Rice che ha pubblicato i propri risultati questo mese sul the American Chemical Society journalNano Letters.

Infatti, quando allargento viene tolta la possibilit di emettere ioni, le nano-particelle sono in pratica benefici alla presenza dei microbi, hanno asserito Pedro Alvarez, George R. Brown Professore e direttore del dipartimento della Rice: Civil and Environmental Engineering Department.

Sareste sorpresi di quanto spesso ci sia gente che commercializza cose senza comprendere a pieno il funzionamento delle stesse ha affermato Alvarez, chi studia il destino delle nano-particelle nellambiente e della loro potenziale tossicit, in particolare per gli esseri umanit. Il prefisso nano pu essere una lama a doppio taglio. Pu aiutarti a vendere un prodotto, e dallaltro parte pu sollevare preoccupazioni circa potenziali non volute conseguenze.

Pedro Alvarez

Ha detto che la semplice risposta al decennale vecchia questione insolubile che le nano-particelle di argento non uccidono le cellule per contatto diretto. Ma, sono gli ioni emessi, quando attivati per mezzo dellossidazione nella prossimit dei batteri, che li uccidono molto bene.Per scoprilo, i ricercatori hanno dovuto rimuovere le particelle del loro potere. Allinizio ci aspettavamo che pi piccola fosse la particella, maggiore la sua tossicit per i batteri, ha dichiarato said Zongming Xiu, un ricercatore post-dottorato primo autore della relazione. Xiu ha testato le nano-particelle, sia disponibili commercialmente che auto-prodotte di dimensioni dai 3 agli 11 nanometri, per verificare se ci fosse una correlazione tra la dimensione e la loro tossicit per i batteri. Non abbiamo potuto ottenere risultati consistenti, ha detto. E stato molto frustrante e veramente strano.Xiu decise di testare le nano-particelle in ambiente anaerobico il che significa, chiuse in una camera senza ossigeno per controllare il rilasci di ioni argento. Ha trovato che le particelle di argento setacciate erano molto meno tossiche per i microbi che gli ioni argento.

Zongming Xiu

Lavorando nel laboratorio della Rice chemist del chimico Vicki Colvin, la squadra ha poi sentitezzato delle nano-particelle di argento direttamente dentro la camera anaerobica, per eliminare ogni possibilit di ossidazione. Abbiamo scoperto che le nano-particelle, anche ad una concentrazione di 195 parti per milione (ppm), erano ancora NON tossiche per i batteri, ha affermato Xiu. Ma, per largento ionico, una concentrazione di circa 15 parti per MILIARDO avrebbe ucciso tutti i batteri presenti (But for the ionic silver, a concentration of about 15 parts per billion would kill all the bacteria present.) Questo ci ha detto che le particelle metalliche sono 7.665 volte MENO tossiche che gli ioni argento, indicandone una tossicit trascurabile (That told us the particle is 7,665 times less toxic than the silver ions, indicating a negligible toxicity.).Lo scopo dellesperimento, ha detto Alvarez, era di mostrare che molta gente ottiene dati che sono forviati da un rilascio di ioni, che stava avvenendo durante lesposizione e del quale forse non erano consapevoli.Alvarez ha suggerito che questo metodo anaerobico messo a punto dalla squadra di ricercatori possa essere utilizzato molte alter specie di nano-particelle metalliche per valutarne la tossicit e pu essere di aiuto nel modulare con precisione le qualit antibatteriche delle particelle argento. Nei loro tests, i ricercatori della Rice hanno anche trovato prova di un fenomeno di hormesis; lE. coli viene stimolato dagli ioni argento quando sottoposti a dosi troppo piccole per ucciderli. In ultimo, vogliamo controllare il flusso di rilascio (degli ioni) al fine di ottenerne la concentrazione voluta sufficiente a fare il lavoro, ha dichiarato Alvarez. Non si vuole oltrepassare la concentrazione necessaria e sovraccarica lambiente con ioni tossici impoverendo largento, che un Metallo nobile, e una risorsa di valore e, comunque, un disinfettante costoso. Ma, allo stesso modo, non si vuole nemmeno avere una concentrazione insufficiente. Ha detto che la scoperta dovrebbe portare il dibattito sulla dimensione la forma e il rivestimento delle nano-particelle di argento. Certo che sono importanti ha detto Alvarez, ma solo indirettamente, fin tanto che queste variabili influenzano la velocit di dissoluzione degli ioni. Il determinante chiave della tossicit sono gli ioni argento. Cos l'attenzione dovrebbe essere posta sui processi di trasferimento degli ioni dalle particelle e i meccanismi di rilascio controllato.

Queste scoperte suggeriscono che le applicazioni antibatteriche delle nano-particelle argento potrebbero essere potenziate e limpatto ambientale essere mitigate modulando la velocit di rilascio degli ioni, ad esempio, Attraverso rivestimenti polimerici sensibili. Xiu ha detto.Co-autori della relazione scientifica sono il ricercatore post-dottorato Qingbo Zhang e lo studentee Hema Puppala, entrambi staff del laboratorio di Colvin, e il professore di chimica della Pitzer-Schlumberger distaccato alla Rice Kenneth S. Pitzer-Schlumberger, un professore di chimica e ingegneria bio-molecolare e vice direttore della ricerca.

Il lavoro di ricerca stato finanziato da un programma di ricerca congiunto U.S.-U.K. da parte dellEnvironmental Protection Agency (EPA) e lNatural Environment Research Council dellU.K..

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Circa Mike Williams

Mike Williams uno specialista senior nelle relazioni mediatiche per lUfficio di Affari Pubblici della Rice University.

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http://news.rice.edu/2012/07/11/ions-not-particles-make-silver-toxic-to-bacteria-2/Ions, not particles, make silver toxic to bacteria

http://news.rice.edu/2012/07/11/ions-not-particles-make-silver-toxic-to-bacteria-2/The below article from Rice University researchers documents beyond any shadow of a doubt that it's the silver ion (i.e., ionic silver) that's the active, infection-fighting form of silver. Chemically produced metallic silver (often called "true colloidal silver" or nanosilver) has no antimicrobial activity whatsoever, EXCEPT TO THE EXTENT THAT IT SHEDS SILVER IONS when it comes into contact with acidic bodily fluids.

This puts the lie to the oft-made claim (by the "true colloidal silver" distributors) that ionic silver gets neutralized in the human body and is of little value against infections. If that were true, then so-called "true colloidal silver" (i.e., chemically produced metallic silver) could not work in the human body either, for as the clinical researchers in the below article document beyond any shadow of a doubt, the metallic form of colloidal silver can ONLY work against pathogens to the extent it sheds silver ions in the body.

In other words, if it were true that silver ions get neutralized inside the human body and are of no antimicrobial value, then the silver ions being shed by metallic silver would be of no value either.

In short, as the Rice University researchers in the below article demonstrate, ionic silver is the active, infection-fighting "specie" of silver , whereas metallic silver is neutral and has no antimicrobial qualities unless it sheds silver ions upon contact with acidic bodily fluids.

This is why clinical studies have demonstrated the electrically-generated ionic form of colloidal silver to be up to 1,000x more effective against pathogens than the chemically-produced metallic form of colloidal silver

When you use the ionic form of colloidal silver, you are using the active, infection-fighting form which begins killing pathogens immediately upon contact. When you are using the metallic form of colloidal silver (i.e., so-called "true colloidal silver") you have to wait for the body to convert some of it into ionic silver before it can kill even a single pathogen.

http://news.rice.edu/2012/07/11/ions-not-particles-make-silver-toxic-to-bacteria-2/-------------

Ions, not particles, make silver toxic to bacteriaMike Williams July 11, 2012Posted in: Current NewsRice University researchers report too small a dose may enhance microbes immunityRice University researchers have settled a long-standing controversy over the mechanism by which silver nanoparticles, the most widely used nanomaterial in the world, kill bacteria.

Their work comes with aNietzsche-esquewarning: Use enough. If you dont kill them, you make them stronger.

Silver ions delivered by nanoparticles to bacteria promote lysis, the process by which cells break down and ultimately die, which makes silver nanoparticles a superior and widely used antibacterial agent. New research by Rice University found that silver ions, not the particles themselves, are toxic to bacteria. They also found that ligands in the vicinity of a bacteria can bind silver ions, preventing them from reaching their target. Graphic by Zongming Xiu

Scientists have long known that silver ions, which flow from nanoparticles when oxidized, are deadly to bacteria. Silver nanoparticles are used just about everywhere, including in cosmetics, socks, food containers, detergents, sprays and a wide range of other products to stop the spread of germs.

But scientists have also suspected silver nanoparticles themselves may be toxic to bacteria, particularly the smallest of them at about 3 nanometers. Not so, according to the Rice team that reported its results this month in the American Chemical Society journalNano Letters.

In fact, when the possibility of ionization is taken away from silver, the nanoparticles are practically benign in the presence of microbes, said Pedro Alvarez, George R. Brown Professor and chair of RicesCivil and Environmental Engineering Department.

You would be surprised how often people market things without a full mechanistic understanding of their function, said Alvarez, who studies the fate of nanoparticles in the environment and their potential toxicity, particularly to humans. The prefix nano can be a double-edged sword. It can help you sell a product, and in other cases it might elicit concerns about potential unintended consequences.

Pedro Alvarez

He said the straightforward answer to the decade-old question is that the insoluble silver nanoparticles do not kill cells by direct contact. But soluble ions, when activated via oxidation in the vicinity of bacteria, do the job nicely.

To figure that out, the researchers had to strip the particles of their powers. Our original expectation was that the smaller a particle is, the greater the toxicity, said Zongming Xiu, a Rice postdoctoral researcher and lead author of the paper. Xiu set out to test nanoparticles, both commercially available and custom-synthesized from 3 to 11 nanometers, to see whether there was a correlation between size and toxicity.

We could not get consistent results, he said. It was very frustrating and really weird.

Xiu decided to test nanoparticle toxicity in an anaerobic environment that is, sealed inside a chamber with no exposure to oxygen to control the silver ions release. He found that the filtered particles were a lot less toxic to microbes than silver ions.

Zongming Xiu

Working with the lab of Rice chemist Vicki Colvin, the team then synthesized silver nanoparticles inside the anaerobic chamber to eliminate any chance of oxidation. We found the particles, even up to a concentration of 195 parts per million, were still not toxic to bacteria, Xiu said. But for the ionic silver, a concentration of about 15 parts per billion would kill all the bacteria present. That told us the particle is 7,665 times less toxic than the silver ions, indicating a negligible toxicity.

The point of that experiment, Alvarez said, was to show that a lot of people were obtaining data that was confounded by a release of ions, which was occurring during exposure they perhaps werent aware of.

Alvarez suggested the teams anaerobic method may be used to test many other kinds of metallic nanoparticles for toxicity and could help fine-tune the antibacterial qualities of silver particles. In their tests, the Rice researchers also found evidence ofhormesis; E. coli became stimulated by silver ions when they encountered doses too small to kill them.

Ultimately, we want to control the rate of (ion) release to obtain the desired concentrations that just do the job, Alvarez said. You dont want to overshoot and overload the environment with toxic ions while depleting silver, which is a noble metal, a valuable resource and a somewhat expensive disinfectant. But you dont want to undershoot, either.

He said the finding should shift the debate over the size, shape and coating of silver nanoparticles. Of course they matter, Alvarez said, but only indirectly, as far as these variables affect the dissolution rate of the ions. The key determinant of toxicity is the silver ions. So the focus should be on mass-transfer processes and controlled-release mechanisms.

These findings suggest that the antibacterial application of silver nanoparticles could be enhanced and environmental impacts could be mitigated by modulating the ion release rate, for example, through responsive polymer coatings, Xiu said.

Co-authors of the paper are postdoctoral researcher Qingbo Zhang and graduate student Hema Puppala, both in the lab of Colvin, Rices Kenneth S. Pitzer-Schlumberger Professor of Chemistry, a professor of chemical and biomolecular engineering and vice provost for research.

The work was supported by a joint U.S.-U.K. research program administered by the Environmental Protection Agency and the U.K.s Natural Environment Research Council.

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About Mike Williams

Mike Williams is a senior media relations specialist in Rice University's Office of Public Affairs.

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