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403 Lisia pronuncia la Contro Eratostene 406 Morte di Euripide e di Sofocle 404 Morte di Tucidide 300 a.C. 429 Morte di Pericle 404-403 Governo dei Trenta Tiranni 421 Pace di Nicia 401 Morte di Ciro 371-364 Supremazia tebana ca 385 Morte di Aristofane 399 Morte di Socrate 384 Nascita di Demostene 380 Morte di Lisia 356 Morte di Senofonte 338 Vittoria di Filippo a Cheronea 322 Morte di Demostene 338 Morte di Isocrate

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403Lisia pronuncia

la Contro Eratostene

406Morte

di Euripidee di Sofocle

404Morte

di Tucidide

300 a.C.

429Mortedi Pericle

404-403Governodei TrentaTiranni

421Pace di Nicia

401Mortedi Ciro

371-364Supremaziatebana

ca 385Morte di Aristofane

399Morte di Socrate

384Nascitadi Demostene

380Morte di Lisia

356Mortedi Senofonte

338Vittoriadi Filippoa Cheronea

322Mortedi Demostene

338Mortedi Isocrate

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Proflo storico-politico

1 Lascesa di Atene e le guerre persiane

Let arcaica aveva assistito alla nascita della civilt delle poleis, caratterizzata dalla molte-plicit e dalla variet di questi centri, diversi per tradizioni culturali e modelli linguistici:ognuno di loro ebbe una civilt letteraria che si riallacciava a Omero, ma rielabor autonoma-mente quel modo di comunicare. I due secoli successivi furono politicamente altrettanto seg-mentati, ma di fatto alcuni centri egemonizzarono la vita economica e culturale della penisolae delle aree che ad essa facevano capo. Tra questi centri, uno in particolare, Atene, manifest ilsuo primato anche dopo che il suo potere politico fu drasticamente ridimensionato in seguitoallesito, per essa infausto, della guerra del Peloponneso.

Lo sviluppo della democrazia ateniese | Lascesa di Atene era iniziata con la cacciata dei Pisistra-tidi nel 510 e con linstaurazione di un regime democratico a opera di Clistene: egli organizzi cittadini secondo dieci trib non pi gentilizie ma territoriali, afdando la gestione dello sta-to a un Consiglio (boul) di cinquecento cittadini, sorteggiati nella misura di cinquanta perognuna delle trib; il potere esecutivo era afdato per la decima parte dellanno ai buleuti diognuna delle trib, che costituivano la pritania. In questo modo gli organi costituzionali ba-sati sulla residenza amministravano lo Stato ateniese secondo un calendario politico distintoda quello astronomico. Ma ci che infne contribu particolarmente allo sviluppo di Atene edelle altre maggiori citt furono le guerre persiane.

La prima guerra persiana: Maratona (490) | La prima di esse fu, in sostanza, una spedizione pu-nitiva voluta da Dario contro le citt greche, Atene ed Eretria in Eubea, che nel 498 avevanosostenuto la ribellione degli Ioni dAsia contro il dominio persiano: due ammiragli del GranRe, Dati e Artaferne, occuparono e devastarono lEubea e di l passarono in Attica, sbarcandoa Maratona dove nel 490 furono battuti dalle milizie ateniesi comandate da Milziade: il fattomilitare era modesto, ma leco della vittoria fu signifcativa e durevole, e da allora gli Ateniesifecero iniziare lo sviluppo politico della loro citt.

La seconda guerra persiana: le Termopili (480) | Die-ci anni pi tardi, nel 480, il fglio di Dario, Serse, orga-nizzconobiettiviassaimaggioriunagrandespedizio-ne per terra e per mare, che avrebbe dovuto vendicarelinsuccesso di Maratona e di fatto estendere limperopersiano oltre lEgeo. Questa spedizione impressionenormemente i contemporanei, che lasciarono allegenerazioni successive una descrizione spesso enfatiz-zata, anche nei numeri, dello sterminato esercito, cheaveva attraversato lEllesponto su un ponte di barche eaveva evitato la pericolosa circumnavigazione della pe-nisola dellAthos mediante un canale scavato alla basedi essa. I primi tentativi da parte dei Greci per fermarelinvasione avvennero al capo Artemisio, tra lAttica elEubea, e alle Termopili, uno stretto passaggio tra lemontagne e il mare, situato a sud della Tessaglia, dove

Bassorilievo con oplita in corsa, da Maratona. Prima metdel V secolo a.C., Atene, Museo Archeologico Nazionale.

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la penisola greca comincia a restringersi, in direzione della Beozia e dellAttica. AllArtemisio la fottagreca tenne testa a lungo a quella persiana, bloccandola e impedendole di scendere a sud, fnch unpiccolo contingente di Spartani e Plateesi, guidato da Leonida, re di Sparta, fu aggirato alle spalle emassacrato alle Termopili, forse con la connivenza implicita dei dirigenti di Sparta, che non vollerorischiare troppi soldati: cos i Persiani giunsero facilmente fno ad Atene, incendiandola.

Salamina (480) | Levento decisivo fu la battaglia di Salamina, dove la fotta persiana venne distrut-ta da quella ateniese: le navi ateniesi, inferiori per numero e dimensioni, erano perfettamentemanovrabili nello stretto tra lisola di Salamina e la terraferma, a diferenza delle numerosee grosse navi da guerra che combattevano per il Gran Re. Questo successo raforz ad Atenelinfuenza del partito democratico, il cui leader, Temistocle, aveva incoraggiato la creazionedi una fotta con i proventi delle miniere di argento del monte Laurion.

Platea (479) | Lanno seguente Spartani e Ateniesi, guidati da Pausania, batterono per terra i Per-siani a Platea e costrinsero i resti del loro esercito a una disastrosa ritirata. La vittoria fu raf-forzata da un secondo successo a Capo Micale, in Asia Minore. Atene, che con la costruzionedella fotta aveva posto le basi della sua espansione militare e commerciale nellEgeo, fu la ve-ra vincitrice di questo scontro.

La lega delio-attica (478) | Temistocle, lartefce della vittoria di Salamina, trasse da essa locca-sione per dare maggiore impulso alla sua politica navale, e promosse la costituzione di una le-ga tra tutti i Greci, per far fronte a uneventuale nuova invasione persiana. La lega, che com-prendeva citt sia della Grecia sia dellAsia Minore, ebbe il suo centro a Delo, nel cui tempiodi Apollo i rappresentanti degli Stati membri si riunivano, e dove veniva custodito il tesorodella lega stessa; essa di fatto favor lespansionismo ateniese, perch molte citt preferironocontribuire con denaro piuttosto che con navi ed equipaggi, e lasciarono agli Ateniesi limpe-gno di incrementare la loro fotta per fronteggiare il pericolo persiano. In questo modo la legasi trasform progressivamente in un impero ateniese: Atene impieg i contributi degli alleatiper ricostruire il porto del Pireo e collegarlo alla citt con due cortine di mura, e quindi abbel-lire di splendidi monumenti la citt e lacropoli.

MarEgeo

MarIonio

PellaPenisolaCalcidica

PergamoArtemisio

Focea

SardiTermopili

PlateaTebe

MaratonaSalamina

Atene

EretriaEubea

Sparta

Capo Micale

Rodi

Creta

Mileto

M. Athos

Battaglie durante la prima guerra

Stati greci in armi

Battaglie durante la seconda guerra

Spedizione di Dario

Spedizione di Serse

Impero persiano

Territori alleati dei Persiani

Le guerre persiane

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La vita politica ad Atene | La costituzione dellimpero fu sollecitata da una profonda innova-zione sociale nata allinterno della polis attica: i nuovi ceti produttivi, artigiani e commer-cianti, si arricchivano con lo sviluppo delle esportazioni dei prodotti dellartigianato e dellecolture agricole specializzate, mentre i cittadini pi poveri traevano sostentamento dallat-tivit marinara e dalla politica edilizia della citt, servendo come rematori sulle navi e comemuratori, carpentieri e scalpellini per edificare templi e altri monumenti cittadini. Di fatto,in Atene si cre un accordo implicito tra cittadini ricchi e poveri, che scaricava le tensionisociali dellAttica sugli altri centri della Grecia i quali, attraverso la lega di Delo, contribui-vano allarricchimento e allabbellimento di Atene (la cosiddetta ideologia della citt). Nel461 il partito democratico ottenne un successo decisivo, trasferendo il controllo della po-litica della citt dallantica assemblea dellAreopago, formata da membri dei ceti pi agiati,allassemblea popolare.

Veduta dellAcropoli diAtene. Seconda met delV secolo a.C.

2 Let di PericleDa allora Atene divenne il centro della vita commerciale e culturale della Grecia, sotto laguida di un giovane aristocratico, Pericle, che aveva abbracciato la causa del partito popo-lare, e si distingueva per una grande apertura intellettuale: in quel periodo di straordinariesollecitazioni, molti dei maggiori pensatori e artisti di ogni parte della Grecia si trasferironoad Atene per svolgervi la loro attivit, mentre molti altri vi si formarono. Il teatro, nato nelsecolo precedente sotto la tirannide di Pisistrato, costitu un momento della massima impor-tanza nella vita di Atene, attraverso le due forme principali della tragedia e della commedia,oltre al dramma satiresco: tutti gli Ateniesi, uomini e donne, assistevano alle rappresenta-zioni, che rievocavano in chiavi diverse i motivi fondamentali della vita associata della citt.Con il tesoro della lega delio-attica, che fu trasferito in Atene, Pericle finanzi una politi-ca edilizia che abbell la citt di splendidi monumenti: in particolare lAcropoli divenne uncomplesso monumentale che ancor oggi, nonostante i danni considerevoli subiti nel tempo,resta unico al mondo.

LAtene democratica in questo modo si afferm come il nuovo centro spirituale della Gre-cia: mentre la vita culturale dellet arcaica era policentrica, quella del V secolo ebbe il suocentro in Atene, e cos anche la politica e leconomia; di fatto per questa democrazia si so-steneva con i contributi degli alleati, che progressivamente persero la loro autonomia e di-vennero sudditi della citt dominante.

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Le contraddizioni della democrazia ateniese | Proprio nel sistema di potere che la rendevaricca e fiorente stava la debolezza interna della democrazia ateniese, il cui sviluppo erabasato sullassoggettamento degli alleati e sulla repressione sempre pi spietata di quelliche tentavano di sottrarsi al suo controllo. Questa contraddizione si manifest nel modopi evidente soprattutto a partire dalla seconda met del V secolo: Atene impose pro-gressivamente agli alleati non solo il pagamento del tributo, ma anche laccettazione delproprio sistema politico, sollecitando la creazione di governi controllati dal demos; inseguito a ci il sistema politico di Atene si scontr con unalleanza di poleis, rette daaristocrazie oligarchiche, guidata da Sparta. Avvertendo le difficolt crescenti del siste-ma imperiale di Atene, Pericle volle iniziare il conflitto nel momento che riteneva pifavorevole alla sua citt, prima che linsofferenza degli alleati-sudditi divenisse troppoforte.

3 La guerra del Peloponneso (431-404)

La guerra, detta del Peloponneso, dur dal 431 al 404 e si concluse con la sconfitta di Atenee il trionfo di Sparta, grazie anche allappoggio finanziario del re di Persia. Questo importan-te evento trov un grande storico che lo descrisse e ne fece loggetto delle sue riflessioni, late-niese Tucidide. Si suole dividere la guerra del Peloponneso in due grandi fasi: 431-421 (guerraarchidamica, dal nome del re spartano Archidamo II che guid nei primi anni le spedizionispartane nellAttica) e 413-404 (guerra deceleica, dal borgo attico di Decelea in cui si installstabilmente un presidio spartano); nel mezzo, otto anni di pace interrotta da scontri e tenta-tivi di allargare il conflitto.

La guerra archidamica (431-421) | Nella guerra archidamica gli Ateniesi seguirono la strategiasuggerita da Pericle, cio di ritirarsi entro le Lunghe Mura che collegavano la citt al Pireo, la-sciando che le fanterie spartane penetrassero nellAttica e devastassero le campagne e attaccaregli avversari dal mare, ostacolando i rifornimenti a loro e ai loro alleati. Ma unepidemia di peste,scoppiata ad Atene nel 430 fu fatale per la moltitudine che si affollava entro la cerchia muraria:molti morirono, e tra questi lo stesso Pericle.

La pace di Nicia (421) | Dopo varie vicende (ribellione di Mitilene nel 428, assedio e conseguenteresa di un contigente spartano a Sfacteria e a Pilo) si giunse nel 421 a un trattato di pace, cheprese il nome dalluomo politico ateniese che ne era stato promotore, Nicia.

La pace di Nicia segn un periodo di equilibrio precario tra le due maggiori potenze, con-trassegnato tuttavia da episodi di dura repressione nei confronti di coloro che tentavano dievitare la sottomissione alluno o allaltro schieramento: cos nel 415 gli Ateniesi assalironolisola dorica di Melo, che chiedeva semplicemente di rimanere neutrale, passarono a fil di spa-da tutti i maschi adulti e vendettero come schiavi donne e bambini.

La spedizione in Sicilia (415-413) | Nello stesso anno Atene organizz una grande spedizione inSicilia guidata da Alcibiade, con il pretesto di portare aiuto ai Segestani contro i Selinuntini,in realt nella speranza di costituirsi un dominio in Occidente per riprendere la guerra controSparta in posizione di forza. Prima ancora di arrivare in Sicilia, Alcibiade fu accusato di attisacrileghi compiuti prima della partenza e fu costretto a tornare ad Atene. Il comando passai generali Nicia e Lmaco, che per non seppero trovare una strategia vincente. La spedizio-ne si concluse con una serie di scontri con Siracusa e gli altri alleati di Sparta, che portaronoalla distruzione di due eserciti e di due flotte ateniesi.

La guerra deceleica (413-404) | Immediatamente dopo la disfatta ateniese in Sicilia riprese laguerra con Sparta. Gli Spartani collocarono un presidio stabile a Decelea, in Attica, e ini-ziarono una politica di sostegno agli alleati di Atene che intendevano defezionare, in modo

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da far sgretolare progressivamente la lega delio-attica. Lappoggio fnanziario assicurato dalre di Persia allammiraglio spartano Lisandro consent a Sparta una serie di successi militari.In Atene la politica bellicosa del partito democratico and incontro a una serie crescente diostilit: nella primavera del 411 un gruppo di oligarchi impose un governo di quattrocentomembri, con poteri assoluti, e limit il diritto di cittadinanza a cinquemila persone, i piabbienti. Nel giro di pochi mesi, anche grazie allintervento della fotta stanziata a Samo,furono ristabilite lassemblea popolare e la boul. Ma la defezione progressiva degli alleatie lappoggio fnanziario persiano a Sparta segnarono il collasso progressivo della potenzaateniese. Infatti, nonostante la vittoria di Atene alle Arginuse (406), nellestate del 405 ilgenerale spartano Lisandro sorprese la fotta ateniese alla secca nei pressi di Egospotami ela distrusse completamente. Nel maggio dellanno seguente la fotta spartana entr trion-falmente al Pireo.

4 Sparta e Tebe

Gli Spartani imposero ad Atene un governo oligarchico, i Trenta Tiranni, che ebbe brevedurata (404-403), ma legemonia di Atene era fnita, e cos anche la vitalit interna dellademocrazia ateniese. Atene rimase un grande centro fnanziario e commerciale, ma i suoisforzi per recuperare lantica infuenza politica non ebbero successo e il controllo della cittpass a gruppi moderati.

Legemonia di Sparta e i rapporti con la Persia | Il IV secolo conobbe il succedersi di egemo-nie conservatrici in Grecia. Sparta mantenne per qualche tempo (fra il 404 e il 371) la su-premazia grazie al sostegno economico della Persia, riuscendo a imporre regimi oligarchiciin varie citt. Tuttavia la sua popolazione troppo scarsa e il suo sistema politico incapacedi rinnovarsi ne rendevano fragile il dominio. Ben presto, inoltre, Sparta si trov coinvoltanelle lotte interne alla Persia per la successione al trono dopo la morte di Dario II. Quando

MarIon io

MarNero

MarEgeo

MACE

DONIA

TESSAGLIACorcira

Cefalonia

Zacinto

Samo

Delo

Melo

Citera

Creta

Rodi

MarMedi te r raneo

Sfacteria

Lesbo

Segesta

Potidea

Anfpoli

Egospotami

Catania

Reggio

Bisanzio

Leucade

Gela

Messina

Siracusa Sparta

TebePlatea

Corinto

ArgoMileto

Efeso

Atene

Mitilene

Arginuse

Decelea

PiloMantinea

Leuttra

Selinunte

Sparta e i suoi alleati

Zone neutrali

Atene e i suoi alleati

Spedizione ateniese contro Siracusa

La guerra del Peloponneso

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il principe Ciro progett di uccidere il fratello Artaserse II, che era divenu-to re, Sparta lo appoggi. Ma, scoperto il piano, gli eserciti di Artaserse edi Ciro si scontrarono a Cunassa (401), a nord di Babilonia, e il primoebbe la meglio. I mercenari spartani che afancavano lusurpatore fu-rono costretti alla drammatica ritirata che Senofonte raccont nellasua Anabasi.

A quel punto i Persiani cominciarono a fnanziare la rivolta dellecitt greche contro Sparta. Sconftti, gli Spartani dovettero accetta-re la pace del Re (387): la Persia manteneva il controllo sulle cittdellAsia Minore, mentre le citt greche venivano dichiarate auto-nome.

Legemonia di Tebe | La supremazia, limitata al territorio greco, che Spar-ta riusc a mantenere grazie agli alleati del Peloponneso, dur poco;ben presto Tebe si ribell, si mise a capo di una lega di citt della Beo-zia e con la vittoria nella battaglia di Leuttra (371) riusc a imporsi. Mapoco dopo, a Mantinea nel 362, un nuovo scontro, vinto questa volta da-gli Spartani, riportava a una posizione di incerto equilibrio. La Grecia erasempre pi divisa e fragile.

5 Il regno di MacedoniaNel corso del IV secolo si aferm in Macedonia, ai confni settentrionali della Grecia, unaforte monarchia, che si reggeva su un patto feudale fra i gruppi aristocratici che controlla-vano il paese. Nel 359 divenne re Filippo II, che inaugur una politica espansionistica conla conquista di Anfpoli, nella penisola Calcidica (357). Atene non riusc a reagire e il remacedone ottenne legemonia su tutta quella penisola( cartina, p. 8). Nel 356 Filippocolse loccasione per intervenire nella Grecia centrale e si alle con i Tebani contro i Fo-cesi (abitanti della Focide, nella Grecia centrale); nel confitto (detto guerra sacra) per ilcontrollo dellanfzionia di Delf, riusc vincitore e prese a esercitare la sua egemonia sullaTessaglia (352). Negli anni seguenti, Filippo estese la sua infuenza sulla costa egea fno aglistretti e poi, con un pretesto, attacc e distrusse Olinto (349), citt con la quale in passatosi era alleato. Contemporaneamente lEubea si ribell contro Atene, che nel 346 fu costret-ta, con la pace di Filcrate, a rinunciare allEubea stessa e alla Calcidica. In questo periodonelle citt greche, e ad Atene in primo luogo, si contrapposero un partito nazionalista, chevoleva ostacolare le mire del re macedone (contro di lui loratore Demostene pronunci lesue Filippiche), e un partito che invece accettava come inevitabile questa egemonia, a causadella debolezza delle citt greche.

La presenza dellesercito macedone nella Grecia centrale allarm Atene, che organiz-z unalleanza con Tebe e con altri Stati greci. Ma a Cheronea, in Beozia, nel 338, Filippoottenne una schiacciante vittoria e obblig i Greci a frmare, a Corinto nel 337, una pacegenerale, con la costituzione di una lega panellenica (Lega di Corinto) controllata dal remacedone.

Limpresa di Alessandro | Filippo rivolse le forze della Lega di Corinto contro la Persia, nellin-tento di liberare le citt greche dAsia Minore. Poco dopo linizio della spedizione militarecadde ucciso in una congiura di palazzo (336). Sal al trono suo fglio Alessandro, che con-dusse a termine la conquista dellimmenso impero e diede inizio a una nuova fase della civil-t greca.

Statuetta in bronzo di guerrieriospartano. V secolo a.C., Hartford,Wardsworth Museum.

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La trasformazione politico-sociale di Atene | Il IV secolo vide ancora una prevalenza commercialee intellettuale di Atene, anche se essa aveva perduto gran parte del suo potere politico in Grecia. Lacrisi della polis attica acceler la trasformazione delle forme di comunicazione: con la perdita gene-rale di interesse per la vita collettiva il genere della tragedia decadde, e la commedia, che un tempoera interamente situata nellambito politico, si trasfer nel quotidiano privato. Il modifcato rap-porto tra cittadini si vede soprattutto nellafermazione della prosa, in cui la relazione tra emitten-te e destinatario non era pi quella diretta del simposio o del teatro, ma quellamediata dalla pagina scritta: loratoria e la filosofia ebbero nel IVsecolo i loro momenti pi signifcativi, e anche la storiografa ebbenomi di prestigio.

Il primato della letteratura attica | Limportanza culturale di Ate-ne nel corso del V e del IV secolo produsse un efetto dure-vole sulla fortuna della letteratura greca e sulla stessa storio-grafa dei secoli successivi: la storia della letteratura grecaapparve alle generazioni successive come storia della culturaattica, e pure la storia greca (non solo politica, ma anche quel-la delle tradizioni civili e religiose) stata dominata dagli even-ti di Atene e del suo impero, e ha messo nellombra quelli che siverifcarono nelle altre parti della Grecia. Non a caso, il dialettoattico fu identifcato per secoli con la lingua greca.

Mar Nero

MACEDONIA

AnfpoliPella

MetonePidna

Olinto

TESSAGLIA

EPIRO

Larissa

DelfEubea

Tebe

Corinto

Cheronea

Atene

Sparta

PELOPONNESO

Mar

Egeo

Mar

Ionio

Creta

TRACIA

IMPERO PERSIANO

Lespansione macedone

La Macedonia sotto Filippo II

Territori controllati dalla Macedonia

dopo Cheronea

Egospotami

Arginuse

Efeso

Mileto

Rodi

Ritratto di Filippo II.Copia romana del I secolo d.C.,da un originale greco. Citt del Vaticano,Museo Chiaramonti.

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ProtagoraGorgia

Socrate

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La sofstica

1 Un nuovo approccio flosofco

La sofstica stato un movimento culturale che ha caratterizzato il V secolo a.C. e ha rivoluzionato profondamente il modo di pensare degli antichi. Essa non stata solo un indirizzo flosofco che ha spostato il centro della rifessione dalluniverso alluomo, ma ha elaborato ancheun approccio radicalmente diverso ai modi della comunicazione: ha fondato infatti la retorica, ha dato una prima sistemazione alla grammatica e ha modifcato la funzione della letteratura. In tal senso lincidenza della sofstica ben visibile nella storiografa, giacch ha marcatoil passaggio dalla concezione della realt propria di Erodoto a quella che caratterizza loperadi Tucidide, e ha lasciato il suo segno in molti altri aspetti delleredit di pensiero che la civiltmoderna deve alla Grecia. Anche gli intellettuali che hanno scelto vie lontane da quelle dellasofstica hanno dovuto, in qualche modo, confrontarsi con essa: il caso di Euripide, che nonfu certo un seguace di questo approccio flosofco, ma ebbe sempre presenti i temi e le questioni al centro del dibattito suscitato dai sofsti.

Il terreno storico in cui ha avuto origine e si difuso questo movimento la civilt dellepoleis, e soprattutto quelle rette da governi democratici, nella Ionia come nel continente, inparticolare ad Atene, che dopo le guerre persiane era divenuta il massimo centro economicoe culturale del mondo greco.

Una verit pragmatica | Come anche per molti pensatori anteriori o contemporanei alla sofstica, lindagine flosofca che caratterizza questo movimento era largamente incentrata sulla ricerca della verit, che, tuttavia, non si identifca con la verit assoluta di Parmenide, n conle norme stabili e certe che governavano le trasformazioni degli elementi primi per Eraclito,per Anassagora o per gli atomisti: si tratta piuttosto di una verit pragmatica, paragonabileal consenso che si raggiungeva nella boul o negli organi di consultazione cittadini, in cui siaccetta per vero il punto di vista della maggioranza o dei gruppi pi forti e sulla base di quellosi procede nelle scelte che orientano poi il corso della vita della polis. Per ottenere questo consenso al proprio punto di vista e conquistarsi il favore delluditorio nelle assemblee cittadineera assolutamente necessaria una preparazione culturale a cui la sofstica d un nuovo volto:la formazione del cittadino, infatti, non si sostanzia pi soltanto di testi poetici e letterari, masviluppa un forte interesse anche per gli aspetti formali delluso della parola stessa, attraversolanalisi grammaticale e retorica dei . Luso della parola diventa unarte, larte retorica,appunto, grazie alla quale si opera attivamente la persuasione.

2 Le testimonianze sulla sofstica

Delineare precisamente i contorni e le caratteristiche del movimento sofstico risulta pernoi arduo, dal momento che possediamo molte notizie sui suoi esponenti, ma nessun testoassolutamente autentico. I discorsi attribuiti a Gorgia, per esempio, dei quali riportiamoqualche brano in antologia ( pp. 16 ss.), potrebbero essere stati rielaborati in et successiva; inoltre, le nostre fonti principali sono gli scritti di Platone e di Aristotele, che combatterono energicamente la sofstica e devono pertanto essere usate con cautela, perch spessopiegano, distorcendole, ai loro intenti polemici le notizie che ci tramandano. La stessa parola sofsta, che in origine esprimeva semplicemente chi faceva professione di essere sapien

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La

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fstic

ate e di comunicare ad altri questo sapere, con il IV

secolo divenne sinonimo di ragionatore capziosoe interessato, prova di una deformazione pole

mica del modo di concepire la personalit deisofsti e della loro opera. Lostilit dichiarata di Socrate e di Platone nei confronti della richiesta di compenso che i sofsti esigevano per il loro insegnamento non tenevaconto del fatto che questi flosof si consi

deravano dei professionisti, e in quanto taliintendevano vivere della loro arte: il fatto che

fossero particolarmente esosi era una sempliceconseguenza del grande successo che riscuoteva il

loro insegnamento. Essi, cos, andavano girando perle citt della Grecia, soprattutto nelle pi importanti

per ricchezza e afusso di visitatori, tenendo pubblicheconferenze per far conoscere la loro arte e impartendo le

zioni private a chi desiderava approfondirne lo studio.

Frammento di stele funeraria con flosofo.IV secolo a.C., Collezione privata.

3 Protagora

Protagora nacque ad Abdera, in Tracia, verso il 485; visse circa settantanni e pass la maggiorparte della sua vita viaggiando da una citt allaltra della Ionia, della Grecia e anche della Sicilia, accolto dovunque con grande attenzione e concorso di ascoltatori. Mor annegato, duranteun viaggio in Sicilia. La notizia che sarebbe scappato da Atene per sfuggire a un processo perempiet probabilmente falsa, forse modellata sugli analoghi processi intentati ad Anassagorae a Socrate, mentre da ritenere veritiera linformazione che anche in vecchiaia egli continui suoi viaggi per il mondo greco.

Il Protagora di Platone | Platone, nel dialogo Protagora che proprio dal sofsta prende il titolo,racconta larrivo del sofsta ad Atene, in casa del ricco Callia, dove viene ospitato insieme amolti discepoli e tiene conferenze molto frequentate. La scena, la cui data drammatica precede la nascita di Platone, era gi nota al pubblico ateniese, grazie alla commedia di Eupoli, gliAdulatori, rappresentata nel 421 e ambientata proprio in casa di Callia. Il dialogo riferisce ladiscussione tra Protagora e Socrate, che domanda al sofsta se, secondo lui, la virt sia insegnabile oppure no, inducendo dunque Protagora a esporre il proprio punto di vista: opinioneuniversale che la virt sia insegnabile, perch in tutte le citt le leggi stabiliscono che i cittadinivivano secondo comportamenti virtuosi e lesistenza di queste norme si pu giustifcare soloammettendo che i legislatori fossero certi che possibile insegnare la virt. Questo punto divista non raccoglie il consenso di Socrate mentre la discussione si amplia coinvolgendo anchealcuni allievi di Protagora e altri presenti, tra i quali i sofsti Ippia e Prodico. Il dibattito prosegue e si conclude con lesposizione, da parte di Socrate, della propria opinione, che tuttavianon convince Protagora.

Il dialogo platonico, al di l degli aspetti prettamente flosofci, testimonia il grande interesse che la visita del sofsta poteva suscitare in una citt come Atene, in quel momento luogodi incontro e di confronto di modi di vivere e di pensare assai diversi.

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4 La dottrina

Delimitazione del campo della conoscenza | Sempre stando alle nostre testimonianze siamo informati del fatto che in unaltra occasione, in casa del poeta Euripide, Protagora avrebbe datolettura del suo libro Sugli di, la cui tesi principale linutilit e limpossibilit di unindagineflosofca sulla divinit: Sugli di io non sono in grado di dire n che sono n che non sonon quali sono. Infatti molte cose lo impediscono: la loro invisibilit e la brevit della vita umana (fr. 4 D.K.). Lungi dal farsi portavoce di un precoce e anacronistico ateismo, lintento diProtagora era piuttosto quello di evitare qualsiasi ragionamento che si spingesse oltre la sferaumana e di fondare una nuova gnoseologia, limitata allosservazione dei fenomeni percepibilidai nostri sensi e a quanto pu essere oggetto di esperienza concreta. Il suo approccio pu essere defnito come essenzialmente empirico: solo di quello che percepiamo possiamo aver lacertezza che esista. Lo stesso spirito ispira unaltra afermazione di Protagora, posta alliniziodi unopera intitolata La verit o i discorsi eversivi (fr. 1 D.K.): Luomo misura ()di tutte le cose, di quelle che sono in quanto sono, di quelle che non sono in quanto non sono. Molti interpreti hanno letto in queste parole laccettazione da parte di Protagora di unsoggettivismo assoluto, che legittimerebbe ciascuno a costruire la propria misura della verite renderebbe in tal modo tutti i punti di vista ugualmente veri: cos, per esempio, nel Teetetodi Platone (152a 7), Socrate suggerisce a Teeteto (e questi conferma) che Protagora avrebbedetto: Dunque quale appare a me ciascuna cosa, tale per me, e quale appare a te, tale perte: perch uomo sei tu e uomo sono io. Questa prospettiva, tuttavia, condurrebbe allimpossibilit di qualsiasi forma di comunicazione e scalzerebbe il fondamento stesso della sofstica,mettendo Protagora in contraddizione con se stesso. In realt, questa interpretazione viziata dalla rifessione platonica e postplatonica, che, di fatto, nellafermazione di Protagora sostituisce al signifcato letterale di (misurazione di ci che pu essere percepito) quellometaforico di , criterio, che implica appunto una separazione (fondamentalmente,tra vero e non vero).

Una concezione pragmatica e operativa della verit | A ben vedere, quindi, luomo di cui parla Protagora, misura di tutte le cose, sar piuttosto luomo sociale, quello che si incontranellambito della citt e in particolare nelle sedi istituzionali, in cui la misurazione dellecose (le terre, i compiti da assegnare, i risultati raggiunti, i compensi) era in efetti parteintegrante della prassi democratica. Si profla quindi un concetto pragmatico e operativodella verit, che non impedisce la comunicazione, bens la fonda defnendone rigorosamente i limiti.

5 Larte della parola

La retorica come tecnica | In unaltra opera, le Antilogie, Protagora sostiene che di ogni cosa sipossono dare valutazioni opposte, e che in ogni caso possibile dimostrare un certo assuntoe parimenti il suo contrario. Questo paradosso comunicativo una conseguenza diretta dello studio della retorica, larte che consente di mostrare per ogni enunciato le argomentazioniche sono in grado di dimostrarlo ma anche di rovesciarlo. Il rischio insito in questuso capzioso e utilitaristico delle tecniche di comunicazione era stato ben avvertito da Platone che,in un passo del Gorgia, spinge Gorgia stesso a una difesa della retorica, osservando che linventore di una tecnica non responsabile del cattivo uso che altri ne possono fare: in questeparole si coglie il rifesso delle violente critiche mosse alla sofstica, vista come unarte ingan

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anevole, maestra di imbrogli e di trufe, al punto che la retorica di Protagora era ritenuta capace, ancora secondo le parole di Platone, di rendere pi forte il discorso pi debole. Anche Aristofane, nella sua commedia Le Nuvole, mette in scena le traversie di un padre chevorrebbe evitare di pagare i debiti del fglio spendaccione e pretende quindi di impararelarte di vincere le cause rendendo forte il discorso pi debole: per questo decide di frequentare la scuola dei sofsti e si reca da quello che gli pare il pi astuto, Socrate.

Tutte queste testimonianze concorrono a confermare che molti ad Atene erano turbati dalnuovo modo di pensare di questi flosof, sulle cui dottrine, tuttavia, assai spesso si generavanon poca confusione, al punto che queste venivano mal comprese o confuse tra loro, conducendo talvolta a processi per empiet, come avvenne per Anassagora e Socrate (e forse ancheper Protagora, come si visto). Il commediografo Aristofane sfrutt nelle sue opere lefettogenerato dal turbamento della gente comune e, in parte, contribu ad accrescerlo, includendotra i sofsti anche Socrate, che aveva con quelli molti punti di afnit, ma anche molti di differenza, come vedremo pi avanti ( p. 366).

6 La storia della civilt e la natura del linguaggio

La storia degli uomini come storia della civilt | Linteresse di Protagora per luomo e la realtsensibile emerge chiaramente anche dalla storia della civilt che egli espone nel Protagora platonico: gli uomini, venuti al mondo deboli e sprovvisti di mezzi per sopravvivere e difendersi dallostilit della natura, furono aiutati da Prometeo, che si rese responsabile del furto delfuoco ai danni degli di per donarlo appunto agli uomini. Grazie a esso nacquero le arti, furono escogitati sistemi per difendersi dagli animali feroci e mezzi per procurarsi gli alimenti,ma ci non bast a creare una convivenza pacifca tra gli esseri umani. Allora Zeus ebbe pietdel genere umano e invi agli uomini il Rispetto e la Giustizia, che insegnarono loro a vivereinsieme, rispettandosi a vicenda e praticando la giustizia.

Sembra che il racconto riportato da Platone sia stato ispirato dallo scritto di Protagora Sul-lo stato primitivo, in cui il sofsta aveva scelto la forma del mito (con personaggi tradizionalicome Prometeo e Zeus), per esprimere lidea, assolutamente nuova, che la storia degli uomini coincide con la storia della civilt e che il progresso non riguarda solo la tecnica (come perAnassagora e gli atomisti), ma anche le relazioni sociali. Ancora una volta la prospettiva dellavita associata e delle sue norme costituiva la base delle dottrine di Protagora.

Fondamento convenzionale del linguaggio | Linteresse per larte della parola spinse Protagora a indagare la natura stessa del linguaggio e la sua origine. Egli pensava che la lingua avesseun fondamento convenzionale, che cio non fosse fondata sulla natura (), bens su unanorma stabilita dagli uomini (), creando unantitesi, tra e , appunto, che divenne uno dei temi fondamentali delle dottrine dei sofsti. Una prova dellorigine convenzionale del linguaggio era indicata da Protagora nellesistenza dei sinonimi, che gli apparivanoistituiti artifcialmente, come inutili doppioni, e nello stesso senso andavano le osservazionisul genere grammaticale delle parole, spesso non coincidente col genere naturale degli entidesignati e che il sofsta avrebbe voluto ripristinare. Protagora discuteva inoltre passi di poeti, come Omero o Simonide, per trovare in essi un riscontro ai propri punti di vista: Protagora si appropriava, dunque, della didattica tradizionale, assumendo come punti di riferimentole grandi fgure della tradizione poetica, con lintento, tuttavia, di reinterpretarne i testi allaluce delle sue dottrine e addirittura di contestarli. Protagora mostrava, infne, una grande attenzione per la correttezza grammaticale () nelluso della lingua, legata proprioallinsegnamento retorico, fnalizzato al raggiungimento dell o decisione corretta,e perci di fondamentale importanza nellAtene democratica.