30° anniversario spegea l'intervista a vito carnimeo - a cura di rino scoppio - giugno 2011

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A cura di Rino Scoppio 14 giugno 2011 I 30 ANNI DI SPEGEA Per lo Sviluppo e la Formazione dei Talenti

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A cura di Rino Scoppio

14 giugno 2011

I 30 ANNI DI SPEGEA

Per lo Sviluppo e la Formazione dei Talenti

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14 Giugno 2011 è una data importante, Spegea ha compiuto 30 anni dalla sua fondazione. In questa lunga intervista Vito Carnimeo ci conduce in un lungo viaggio, dalla 1^ edizione del Master fino ai progetti futuri. Una ricca photogallery ci fa rivivere i momenti più significativi. Desidero ringraziare Katia Ruggiero per la preziosa collaborazione. Rino Scoppio .

La locandina della 1^ edizione del Master

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I 30 ANNI DI SPEGEA

L’intervista con Vito Carnimeo

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RS Giugno 2011 è una data importante per Spegea: ha festeggiato i 30 anni dalla sua fondazione. Vito, raccontarci del 1° anno di vita della scuola. Chi furono i promotori di questo progetto?

VC Per me è molto emozionante ripercorrere questi 30 anni perché in buona parte li ho vissuti “dal di dentro”. Ma soprattutto ho vissuto sia i primissimi anni di vita di Spegea che questi ultimi più recenti. Mi riporta al periodo della mia laurea e la grande incertezza che ho avuto subito dopo. La scelta di Spegea fu per me quasi casuale. Venni a sapere da una collega di studi della nascita di una Business School a Bari. Io volevo frequentare un Master ma in quel periodo non potevo permettermi di vivere a Milano o Roma. Così fui felice di iscrivermi ad un Master barese. Inizialmente avevo molti dubbi circa la validità di una nuova istituzione locale. Mi ritrovai in quel 1° anno di vita in una sede “molto precaria”: era una costruzione che ancora adesso esiste nella zona industriale di Bari. Una palazzina gialla piccola e scomoda immersa in mezzo alle fabbriche del CO.ASI - Consorzio dell’Area Industriale.. Qui abbiamo vissuto un anno intensissimo perché in quella sede abbiamo fatto la 1^ edizione del Master. E’ stata una grande bella esperienza. Le prime sensazioni che ricordo di quel 1° anno di vita di Spegea erano i dubbi che avevamo fra colleghi. Non sapevamo cosa fosse Spegea, chi ci fosse dietro, cosa volesse davvero diventare.

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Avevamo idea dei grandi master internazionali, ma il fatto che tutto questo potesse accadere alle spalle di casa nostra ci sembrava un po’ difficile, improbabile, troppo bello per realizzarsi, ma ci intrigava molto. Non ne siamo rimasti delusi, anzi! I grandi protagonisti del 1° anno e quindi i veri fondatori di Spegea sono stati:

- l’Avv. Antonio Urciuoli, Presidente dell’Assindustria di Bari, imprenditore del latte con la Sail Perla di Gioia del Colle.

- Il Direttore di Confindustria Carmine Cosentino che si diede da fare per

implementare questa idea avveniristica di Urciuoli.

I principali partners erano “ torinesi” e cioè l’Istituto S. Paolo di Torino e la S.A.A. che fornirono materiali, persone, competenze, progetti. Devo dire che all’epoca i torinesi ci credettero davvero perché inviarono due persone straordinarie che considero ancora miei primi maestri: il Prof. Caielli e il Dr. Pierpaolo Recuperati. Caielli era Responsabile dell’Organizzazione della Scuola Superiore di Amministrazione di Torino (S.A.A.). Pierpaolo Recuperati era Responsabile della Formazione del Gruppo S. Paolo di Torino. Due grandi personaggi con una visione della formazione veramente strategica, aperta e innovativa, consapevoli dell’importanza del progetto Spegea per il Mezzogiorno. Impostarono i programmi didattici del master, che sostanzialmente nelle loro linee essenziali sono rimasti uguali in tutti questi anni, data la validità dell’impianto generale di base.

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RS La 1^ edizione non si chiamava Master in General Management ma aveva un nome diverso, vogliamo ricordarlo? VC Si chiamava For.Man…Formazione Manageriale. For-Man (1°-2°-3° edizione). I primi 3 anni andammo avanti con questo acronimo. Poi a un certo punto l’abbiamo sostituito perché ci rendemmo conto che in inglese ForMan significa “caposquadra” , “capoturno”, quindi la cosa ci sembrava riduttiva rispetto al profilo manageriale che volevamo perseguire. Nacque quindi l’acronimo SPEGEA, Scuola di Perfezionamento in Gestione Aziendale, inventato dalla mia collega, la dott.ssa Elisa CAPOZZI, che insieme a me e alla Dott.ssa Paola Vignola, fu la prima tutor della scuola. RS C’è qualche episodio particolare di quella 1^ edizione che ti è rimasta impressa? Ad esempio, lì sperduti alla zona industriale, come mangiavate? VC Noi mangiavamo nella stessa aula dove si faceva lezione. Arrivavano dei cibi precotti in vaschetta di alluminio dallo stabilimento della Fiat, non molto distante. Nel menù c’erano 6-7 pietanze diverse: potevano chiamarsi “minestra in brodo” piuttosto che “spaghetti col pomodoro” o “carne arrostita”.Tutti questi cibi avevano lo stesso sapore e la stessa consistenza; noi studenti ci ridevamo un po’ su, come se fosse il rancio militare. Quello era il cibo che ci “passava il convento” e quello si mangiava, fra uno scherzo e l’altro durante la pausa pranzo. Ricordo bene gli scherzi e il clima goliardico che si creò durante il corso, in fondo uguale a quello di qualsiasi altra edizione successiva. Con molti di questi miei colleghi ci si incontra ancora: Ilde Simone, Giuseppe Ceci, Antonio Gargano, Sergio Sciancalepore, Massimo Ventura, Francesco De Fano. Posso dire serenamente che davvero tutti i personaggi hanno fatto un bel percorso professionale dopo il Master, molti sono imprenditori e dirigenti d’azienda.

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RS Quali obiettivi strategici si volevano raggiungere con questa Scuola di Formazione Manageriale? VC Il progetto aveva una sua forte identità e collocazione anche in termini di fabbisogno del tessuto industriale locale.. L’obiettivo dell’Assindustria di Bari (allora si chiamava così) era quello di creare una classe manageriale locale. All’epoca c’era una forte presenza delle Partecipazioni Statali e anche una consistente presenza di capitale straniero fra le aziende presenti nella nostra Provincia. Queste aziende avevano maestranze locali e management esterno. Questi manager venivano per uno o due anni nelle “sedi periferiche meridionali” delle loro aziende e dopo se ne tornavano a Milano, a Torino o all’estero. Invece Assindustria voleva giustamente una “propria” classe dirigente locale che restasse radicata nel nostro territorio costantemente. Pensò di dotarsela attraverso una struttura formativa avanzata, direttamente gestita qui a misura del fabbisogno che si evolveva nel tempo. Questo era il progetto, assolutamente valido e lungimirante. Convegno sulla “Formazione Manageriale” tenutosi presso Tecnopolis Da destra a sinistra i Professori Veneto, Dioguardi, Zoppi, Passero e Fabris

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RS Chi erano i vostri modelli di riferimento allora? Le grandi scuole di formazione manageriale di matrice anglosassone? O volevate un percorso più autonomo e “mediterraneo”? VC All’epoca (inizio anni ottanta) c’era un solo modello ed era quello delle Business School americane, replicato in declinazioni più o meno simili in varie parti del mondo. L’idea di inventarci un percorso più autonomo, più mediterraneo è sorta molti anni dopo quando abbiamo cominciato a contattare i paesi vicini e a capire quali potevano essere le nostre specificità. Abbiamo avuto contatti con la Libia, con la Grecia, con la Turchia …ma questa esigenza è nata dopo. All’inizio posso dire in tutta tranquillità che esisteva il solo modello americano neanche europeo. La Comunità Europea con le sue direttive in tema di formazione è venuta successivamente ed anch’essa è stata molto utile nell’evoluzione di SPEGEA. RS In quei primi anni, quali furono i docenti di riferimento? VC Io me li ricordo bene tutti perché fanno parte del mio vissuto personale. Ce ne sono alcuni che considero ancora dei miei maestri. Il primo è certamente Aldo Fabris, che insegnava Organizzazione Aziendale all’IFAP di Roma, ci ha accompagnato per tantissimi anni fino a poco tempo prima della sua morte. Prof. Aldo Fabris. Docente di Organizzazione aziendale

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Oltre alle competenze professionali era un uomo di grande umanità, che dedicava tantissimo tempo ad ascoltare noi allievi fuori dall’aula, a cena per esempio, durante la quale ci raccontava quel che accadeva nei principali gruppi industriali del mondo. C’era il Prof. Diale, insegnante torinese di metodi quantitativi che noi chiamavamo “mici-diale” perché era bravissimo ma difficilissimo da seguire. Lui ci ha insegnato che, prima della statistica o dell’informatica, se uno non ha basi di matematica non può andare da nessuna parte….non può gestire strumenti di tipo finanziario, nè un qualunque strumento manageriale di tipo quantitativo. Forse era il docente che ci ha fatto faticare maggiormente, ma gliene siamo tutti grati. Prof. Giulio Diale Docente di Metodi Quantitativi La Finanza Aziendale l’abbiamo appresa da due docenti calabresi diventati famosi a Milano: il Prof. Vincenzo Comito ed il Prof. Felice Aloi. Il Prof. Facilla e il Prof. Centrone ci hanno trasmesso gli albori dei sistemi informativi. Ci hanno insegnato a programmare in Basic, cosa necessaria per i computer dell’epoca. RS I computer quando sono arrivati in Spegea? VC I computer sono arrivati subito già dal primo corso. Erano dei “cassettoni” mi sembra dell’Apple. Si lavorava in Basic nel senso che noi dovevamo scriverci i programmi per riuscire ad ottenere qualcosa.Ti lascio immaginare. Oltre al contenuto tecnico-professionale, questi grandi professori illuminati ci hanno insegnato “il saper essere” prima che “il saper fare”, quindi tutti gli aspetti che aspettavano a svilupparsi in noi il senso della motivazione, della responsabilità, l’orientamento della persona verso il compito, l’ossessione del risultato da conseguire.

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La cultura di SPEGEA che si formava in quegli anni era basata sulla meritocrazia, sulle competenze, sui talenti e soprattutto sull’etica professionale. I docenti che ci hanno trasmesso questi grandi contenuti sono stati: Bernardo Nicoletti (Logistica e Acquisti), Luigi Pellizzoli (Gestione del personale), Francesco Pellizzari (Marketing). Prof. Vincenzo Comito Docente di Finanza Prof. Bernardo Nicoletti. Docente di Logistica Loro ci hanno accompagnato per parecchi anni, sia nelle edizioni successive dei Master sia nei primi corsi “ a mercato” per dipendenti di aziende della Zona Industriale di Bari. Con loro SPEGEA ha cominciato ad aprirsi ad altri prodotti formativi. RS Per quanto concerne i rapporti con le aziende, gli stage e le testimonianze, Spegea con quante aziende ha avuto modo di collaborare nei suoi 30 anni di vita? VC Sin dall’inizio Spegea partiva su un buon piedistallo perché l’Assindustria di Bari ci ha fornito questi legami. Noi avevamo all’inizio almeno una ventina di aziende della zona industriale di Bari che ci sostenevano e credevano in noi. Ci hanno ospitato per le visite aziendali e hanno offerto molti stage ai nostri allievi. Diciamo che fra le tante mi viene in mente la Calabrese (che adesso non c’è più), la Osram, la SKF, la Natuzzi, la Fiat, la Birra Peroni, la Firestone, la Sail di Gioia del Colle. C’erano delle aziende “particolari” molto aperte al territorio, quelle a Partecipazione Statale che poi si sono in parte estinte (Isotta Fraschini, Italsider, Centro Acciai). Fra queste, la Breda Fucine Meridionali e la TermoSud di Gioia del Colle erano le più collaborative e aperte alle esercitazioni “sul campo”.

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In quest’ultima azienda io ho fatto lo stage e ho avuto modo di conoscere un capo del personale illuminato, molto avanzato per l’epoca: Cesare Ferretti, un altro grande maestro. Lui è stato poi capo del personale del Gruppo Dioguardi, poi della Fondiaria Assicurazioni, una persona che ha l’etica e la correttezza nel DNA. E’ una persona che ancora oggi invito nei corsi Spegea per dirigenti, perché è un grande personaggio di altissima professionalità. RS Quando avete iniziato a mandare gli allievi di Spegea nelle aziende italiane del centro nord e all’estero? VC Questo è successo via via che la realtà locale in parte si trasformava, in parte entrava in crisi ma soprattutto la realtà esterna assumeva un’importanza crescente. Noi non potevamo restare una scuola di provincia, come pure inizialmente alcuni imprenditori associati ad Assindustria di Bari sostenevano. Loro volevano la “loro” scuola locale ma questa sarebbe rimasta in tal caso una scuola di provincia. Le esigenze dei ragazzi spingevano verso imprese diverse, noi stessi dipendenti, aspiravamo a conoscere altre imprese multinazionali, ad entrare in contatto con altre realtà economiche. Quando alcuni partecipanti del master hanno cominciato a frequentare stage in piccole aziende locali di 20- 30 dipendenti sono scappati. Perché c’era un grosso gap fra ciò che veniva insegnato in aula da questi grandi professori e ciò che loro trovavano nelle piccole imprese locali. Qui si confrontavano a volte con imprenditori che avevano un buon tasso di scolarità, che parlavano il dialetto che non sapevano cosa fosse il controllo di gestione o la logistica. Le prime difficoltà sono nate lì: il gap fra un tessuto di imprese locali con grossi limiti e un progetto culturale del master che invece guardava molto lontano. Spegea quindi ha dovuto necessariamente rivolgersi ad altre grandi imprese diffuse su tutto il territorio nazionale e anche all’estero.

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Cerimonia consegna dei diplomi agli allievi del Master General 11°edizione avvenuta presso Tecnopolis nel 1993.

RS Spegea è stata la prima scuola di formazione in Puglia ad ottenere la certificazione Asfor. Per qualcuno questa certificazione può apparire un “proforma burocratico”. Quali sono i parametri di qualità che Asfor richiede alle scuole associate anche a quelle “storiche” come Spegea? VC Questo è un aspetto importantissimo che ha costituito e costituisce tuttora per Spegea un elemento di grande connotazione qualitativa. Entrare nell’Asfor e contribuire come socio fondatore ai processi di certificazione dei Master ha significato compiere un grosso salto di qualità. Spegea come tante altre scuole prima che partisse il processo di certificazione dell’Asfor, erano “autoreferenziate”.

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Grazie all’Asfor tutto è stato codificato, proceduralizzato e connotato da forti standard al di sotto dei quali non si può e non deve scendere. Cito alcuni dei principali parametri di Asfor:

- Non si può scendere sotto un tasso del placement degli allievi dell’80% - I curriculum dei docenti devono essere tutti qualificati - Le ore di formazione per ciascuna disciplina non possono essere inferiori

ad un determinato numero - Non solo lezioni frontali ma anche differenti metodologie didattiche (case

history, role playing, etc.), devono rientrare nel pacchetto formativo del master

- La tipologia di docenza deve essere non solo di estrazione accademica ma anche consulenziale e manageriale.

Sono tutti elementi che in assenza delle ispezioni dell’Asfor, ognuno potrebbe definire come crede, può gestirsi in maniera autonoma magari tendendo a risparmiare. Invece con l’Asfor tutto questo assume una rilevanza significativa, omogenea, comparabile, facendo riferimento anche a parametri internazionali.

Il Presidente della Bocconi Prof. Claudio De Mattè (al centro) in visita a Spegea con il fondatore Avv. Antonio Urcioli (a destra)

Dopo qualche anno SPEGEA, accanto al Coordinatore didattico, fu creata la figura del Direttore che fu poi affidata a Giovanni BOZZO. Egli seppe interpretare molto bene questo ruolo dando ordine e organizzazione all’Ente. Fece trasferire SPEGEA in Tecnopolis-Nova Ortus e creò dei collegamenti molto utili con il FORMEZ di Napoli e la Bocconi di Milano, i cui Presidenti Zoppi e De Mattè furono spesso ospiti dei nostri convegni e cerimonie di premiazione a fine corsi Master.

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RS Non possiamo negare che nel corso della sua vita, Spegea ha dovuto affrontare periodi difficili. Quali erano le cause secondo te e con quali riforme strutturali si è riusciti a rilanciarla? VC Questa è una domanda delicata perché rimanda a momenti difficilissimi di Spegea e nei quali si è dovuto cambiare strategia e rimuoversi. Io ho lavorato in Spegea continuativamente dalla fine del mio master 1983 fino al 1994. Il 1994 è stato un anno terribile perché c’è stata la chiusura di Spegea. Io e tutti gli altri miei colleghi siamo stati licenziati nel gennaio del 1994 in una forma improvvisa e inaspettata. Sapevamo che Spegea versava in gravi condizioni economiche perché la Regione Puglia non pagava le borse di studio e i contributi finanziari sulla base dei quali la scuola si reggeva prioritariamente. Gli aiuti che venivano da alcune aziende sotto forma di borse di studio non erano sufficienti.. All’epoca Spegea era un’entità formativa “monoprodotto” tutta appiattita su un master di qualità certamente ma economicamente insufficiente. Non so chi decise questa chiusura nella maniera così balorda, contraria a qualsiasi logica etica ed anche economica, ma sicuramente quello fu il punto più basso toccato dalla nostra scuola. A distanza di qualche mese Spegea fu “rianimata” finanziariamente e quindi si procedette alla riassunzione delle persone, ma per me psicologicamente si erano già rotti i ponti. Quindi decisi che era venuto il momento di misurarmi in nuove realtà aziendali. Fu comunque l’occasione per ripartire con un profilo professionale diverso. Sono stato fortunato perché quasi subito fui assunto come Responsabile della Formazione aziendale. Ho cominciato a fare il dirigente d’azienda in Natuzzi. Qui ho potuto sperimentare tutta la teoria con una prassi molto concreta. Tornando a Spegea, da quel momento la scuola cambia pelle. Si era capito che il semplice finanziamento pubblico non bastava più. La direzione fu affidata ad Antonio Russo, che insieme poi ad Elisa Capozzi fecero un bel lavoro di ricostruzione. Da essere monoprodotto diventa un’azienda che punta a diversificare. Si comincia a pensare a fare dei prodotti formativi a mercato, offrire dei servizi di selezione del personale e fare anche consulenza aziendale.

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RS Abbiamo parlato dei momenti di difficoltà avuti negli anni passati da Spegea, ma torniamo ad oggi. Puoi darci ora una sintesi dei risultati di bilancio del 2010? VC Mi chiedi di fare un grande salto temporale. Negli ultimi quindici anni SPEGEA ha certamente avuto alti e bassi, ma ha continuato ad essere un grande punto di riferimento per la formazione manageriale nel mezzogiorno. Forse un nuovo momento di crisi si è verificato, per motivi soprattutto e sempre finanziari, fra il 2005 e il 2008 quando Confindustria Bari fa un grande sforzo per mantenere in vita Spegea e quindi un ringraziamento particolare è dovuto al Presidente Alessandro LATERZA e al Direttore Umberto BOZZO. Essi si rendono conto comunque che è venuto il momento di aprire a nuovi partner che possano portare visioni nuove e soprattutto capitali freschi. L’ingresso di EXPRIVIA S.p.A., che acquista il 60% del capitale SPEGEA, è l’inizio di un nuovo capitolo della vita della scuola: la fase attuale di rinnovamento e rilancio. Sia Confindustria che Exprivia hanno voluto richiamare al vertice di Spegea “la vecchia guardia” della prima ora; così dopo un po’ di tentennamenti, io ho lasciato il Gruppo MERCK –SERONO a metà 2008 e sono tornato ad occuparmi di SPEGEA come Direttore e Amministratore Delegato a metà 2008. Abbiamo fatto l’assemblea di chiusura del 2010 poco tempo fa. Spegea ha conseguito un fatturato di 2 milioni di euro con un margine prima delle imposte di non meno del 10%. E’ un ottimo risultato in controtendenza non solo rispetto alle altre istituzioni formative del mezzogiorno ma addirittura a livello nazionale. In questi anni di crisi le attività di formazione hanno subito una forte penalizzazione e diverse battute di arresto in tutta Italia. Spegea invece è oggi in espansione. Ha conquistato questi ottimi risultati di bilancio ma soprattutto ha ottenuto un rilancio di immagine, di credibilità, di radicamento nel territorio e di diversificazione strategica. Il merito è soprattutto dei dipendenti che ci hanno messo tantissimo impegno, nel farsi carico di attività che prima erano affidate a consulenti esterni. Ciò ha comportato uno sforzo di riorganizzazione molto significativo.

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I dipendenti Spegea nell’estate del 2008, dopo l’ingresso di EXPRIVIA, con il Presidente, l’Avv. Giancarlo Di Paola e la dott.ssa Giulia Lomio (Responsabile

Controllo di Gestione) Adesso Spegea è strutturata in 3 Business Unit.

- L’area dei Master e parlo al plurale perché accanto a quello storico in General Management se ne sono affiancati altri (Finanza, Risorse Umane, Sap…)

- L’area dei Fondi Interprofessionali che ci consentono di fare tantissima

“formazione continua” per i dipendenti delle aziende.

- L’Area della Formazione finanziata dal FSE con partecipazione ad avvisi di gara della provincia, della regione o anche nazionali. Grazie ad un team di progettisti di formazione di prim’ordine, Spegea sta raccogliendo successi significativi in questo ambito.

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Home page del sito www.spegea.it RS Nel corso della sua vita Spegea quanti allievi ha formato? VC Noi abbiamo formato circa ottocento allievi del Master in General Management. Siamo arrivati alla 27^ edizione. Per rispondere alla domanda bisogna tener conto che abbiamo fatto tantissimi altri progetti di formazione oltre ai Master. Calcolando tutti i partecipanti che sono passati da Spegea..arriviamo a un numero di poco inferiore a 10.000.

Corso di Formazione per Responsabili Punto Vendita GDO organizzata nell’autunno del 2009.

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RS Mantenete un rapporto con gli ex allievi nel corso del tempo? VC Si certo. Esiste l’Associazione Alunni Master Spegea (AMS) in questo momento presieduta da Rino Scoppio, che sta dando un profilo nuovo all’Associazione. Il legame tra Spegea e gli ex allievi è molto forte. Ci sono rapporti di collaborazione che viaggiano su legami consolidati di conoscenza e fiducia reciproca. Le aziende, dove sono presenti i nostri ex allievi, sono le prime a commissionarci corsi, stagisti. E’ un circolo virtuoso estremamente ricco e variegato locale e nazionale. RS C’è stata qualche edizione del Master meno riuscita delle altre? VC Si, è successo Vuoi per tecniche di selezione all’ingresso all’epoca non ancora perfettamente messe a punto, vuoi perché ogni edizione del Master ha una sua “identità collettiva”. Ci può essere un numero di persone bravissime dal punto di vista scolastico e culturale ma tendenzialmente conflittuale, ciò può generare rallentamenti nei processi di apprendimento. Comunque globalmente siamo sempre stati soddisfatti di tutte le edizioni corsuali, non ne cancelleremmo nessuna, tutti hanno contribuito a consolidare il marchio SPEGEA.

AMS Associazione Alunni Master Spegea

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RS Nelle varie edizioni del Master ti sarà sicuramente capitato di assistere ad episodi curiosi e divertenti . C’è qualche aneddoto che ci vuoi raccontare? Il Consigiere Delegato Francesco Favia, il Direttore Giovanni Bozzo, il Coordinatore del master Vito Carnimeo con Paolo Aprile, Rappresentante degli allievi. VC Ce ne sono tanti, legati soprattutto ai vari docenti. Un ricordo piacevole, Bernardo Nicoletti, docente di logistica che ad ogni domanda difficile rispondeva “DIPENDE”. Lì per li ci scherzavamo sopra, ripetendo all’infinito quella parola in tutte le occasioni, ma questa sua risposta apparentemente enigmatica portava le persone a riflettere e a fornire la soluzione giusta al quesito. Lui quindi riusciva a far nascere in noi lo spirito critico. Poi ricordo il sigaro e le scarpe grossissime di Aldo Fabris, docente di Organizzazione, anche quelle oggetto di scherzi e battute. Forse è stato il docente più amato e stimato dai partecipanti. Come non ricordare le tante coppie nate fra i banchi del master, poi convolate a nozze, alcune perfino fra docente e discente che a distanza di anni resistono molto bene. RS Vito, raccontaci ora il “dietro le quinte” del vostro lavoro. Come si svolge la pianificazione di una nuova edizione di un master?

Una recente riunione di pianificazione delle attività della scuola.

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L’attuale Presidente di Spegea, Dott. Giovanni Sylos Labini mentre consegna il Diploma agli Allievi della seconda edizione del Master in Management delle Risorse Umane. VC Ricordiamo che oggi per Spegea il Master in General Management rappresenta uno dei tanti prodotti formativi. Certamente anche per me è il più importante, il più emblematico e il più significativo. Il Master viene riprogettato già durante l’edizione precedente. Oggi stiamo facendo la 26^ edizione ma stiamo già progettando la 27^. Raccogliamo una serie di informazioni durante il corso, schede di valutazione dei docenti, schede di apprendimento degli allievi, feedback a vari livelli. Con questo materiale noi elaboriamo tutto ciò che va innovato o che dobbiamo confermare. Poi c’è un momento “formale” di riprogettazione e quindi alla fine del Master noi cominciamo a ragionare anche su quali sono i nuovi fabbisogni del territorio, come si stanno modificando con il concludersi della crisi economica, come stanno cambiando determinate funzioni in azienda, quali sono gli input che ci arrivano dal mondo dell’economia e dell’Università. E’ un processo sempre aperto, è un “continuum” che ha dei momenti di formalizzazione. Non possiamo dire di aver avuto due master uguali in 27 edizioni.

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Gli allievi della II edizione del Master in “Financial and Relationship Banking”.

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RS Parliamo ora dello staff dei tuoi collaboratori. Ve ne sono alcuni che lavorano qui da tanti anni. Come si svolge qui in Spegea il lavoro quotidiano?

LO STAFF SPEGEA: in alto, da sn: Vito Carnimeo, Giovanni Sylos Labini, Rossana Montemurno, Laura Losurdo,Renzo Baldi, Giuseppe Diretto, Luciana Scamacca, Vito Gargano, Brigida Nisi, Gaetano Diolaiuto, Katia Ruggiero, Manuela Mirizzi, Marina Pietragallo, Viola Veneziano, Eufemia Foggetti.

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VC Ci sono delle persone che sono qui da sempre e che io ho conosciuto quando ho iniziato a frequentare il For.Man 1. Parlo di Brigida Nisi, una delle prime assunte. Subito dopo sono entrati Renzo Baldi e Giuseppe Diretto. Via via si sono unite nuove persone che comunque sono qui già da qualche anno. Ci troviamo dunque ad avere una compagine molto variegata. Parliamo di una dozzina di persone fisse alcune con lunga anzianità professionale, il che significa continuità, costanza, coerenza con il passato. Altre invece, di ingresso più recente, sono persone con esperienze professionali in altre aziende e quindi ci hanno portato linfa nuova.

14 giugno 2011: LO STAFF SPEGEA

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RS Di recente la compagine azionaria di Spegea si è modificata con l’ingresso di Exprivia nel capitale di maggioranza, come hai fatto cenno prima. Torniamo un attimo sul tema perché molti dei non addetti ai lavori non conoscono questa società. Ricordiamo che Exprivia ha il quartier generale a Molfetta, è quotata in Borsa, ha diverse sedi in Italia e all’estero…ed è fra i leader nel settore dell’Information e Communication Technology. L’ingresso di Exprivia nel capitale di Spegea, quali nuovi impulsi ha dato al vostro lavoro?

Home page del sito www.spegea.it VC L’ingresso nel capitale di Exprivia è coinciso nel 2008 con il mio ritorno in Spegea come Direttore e Amministratore Delegato. Questa data, il 2008, è uno spartiacque. I primi anni del 2000 sono stati per Spegea un altro periodo di crisi. Infatti l’ultimo bilancio chiusosi positivamente è stato quello del 2001, dopodichè fino al 2009 abbiamo avuto bilanci negativi. Confindustria ha chiesto aiuto alle imprese associate.

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L’unica azienda che ha accettato è stata Exprivia. Questo gruppo ha rilevato da Confindustria il 60% del capitale di Spegea diventandone il socio di maggioranza. Exprivia è una società atipica, si occupa di ICT, è quotata in Borsa, ha l’Headquarter a Molfetta ma il “corpo produttivo” è anche nelle sedi di Milano, Madrid, Trento, Vicenza, Piacenza. C’è un imprenditore molto innovativo, Domenico Favuzzi, che ha saputo lanciare molte nuove sfide e le ha vinte.

Domenico Favuzzi, membro del CDA di Spegea

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Di conseguenza nella sua lungimiranza lui ha capito che Spegea poteva diventare un elemento di forza all’interno del proprio gruppo per fare formazione interna e non solo. E in effetti l’impulso che Exprivia ha dato a Spegea ha riguardato sia gli aspetti finanziari ma ha anche rappresentato un “captive market”; infatti una piccola ma crescente quota della nostra attività formativa noi la facciamo per il gruppo. RS Vito, da poco tempo sei diventato anche Direttore Centrale Risorse Umane del Gruppo Exprivia. Quanti sono in totale i dipendenti? VC Abbiamo circa 1400 dipendenti fissi del gruppo e continuano a crescere. Abbiamo recentemente fatto una nuova acquisizione con 150 dipendenti appartenenti alla società RealTech tra Roma e Milano.

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Abbiamo inoltre 250 operatori di Contact Center. Vi sono diversi dipendenti nelle sedi estere con la recente acquisizione della spagnola Prosap. Abbiamo altre risorse in Messico e in Perù che cresceranno rapidamente nei prossimi anni.

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RS In questi mesi è stato presentato il Piano Triennale di Sviluppo di Spegea. Puoi dirci quali sono le Linee Guida Strategiche per il futuro? VC Le Linee Guida sono fondamentali. Finalmente Spegea ha imparato, grazie al Gruppo EXPRIVIA a costruire il suo futuro non più vivendo anno per anno, ma esprimendo un Piano Triennale con una visione di medio lungo periodo articolata e ben pianificata Il nostro Piano prevede:

- Il rafforzamento delle aree organizzative già esistenti.

- Un potenziamento dell’internazionalizzazione.

- Un aumento della qualità delle attività formative.

- Il consolidamento delle competenze interne. - Un mantenimento delle attività finanziate. - La vendita di servizi al mercato. - La possibilità di spostarsi su prodotti

formativi tecnologicamente avanzati

(Vogliamo diventare SAP Educational Center per il Mezzogiorno).

- La progettazione e realizzazione di nuove attività in partnership con istituzioni importanti.

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Ecco questo è lo scenario. Non pensiamo di crescere dal punto di vista numerico resteremo “piccoli” anche perché questo per una business school significa flessibilità e costi contenuti. Vogliamo crescere in qualità, immagine e risultati insieme a tutti i dipendenti di SPEGEA, che sono la vera risorsa portante. RS 30 anni sono passati dalla fondazione di Spegea. Vito, c’è un regalo che vorresti per la nostra scuola? VC Una nuova sede per Spegea. Io ritengo che quella attuale sia inadeguata. Mi piaceva di più quella di Tecnopolis.era più efficace ed efficiente. Oggi direi che l’Executive Center non rappresenta per Spegea un’opportunità logistica. Quindi io immagino una sede nuova, più bella, efficiente, con più aule, con migliori servizi interni più capace di offrire ai partecipanti servizi adeguati.

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I 30 ANNI DI SPEGEA

La PhotoGallery

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AMS Associazione Master Spegea

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Sorta nel 1984, l’Associazione Master Spegea riunisce tutti coloro che hanno frequentato i corsi di formazione manageriale (Master) presso Spegea.

Con il completamento della XXVI edizione, sono più di 1.000 i diplomati Master della Spegea.

Scopi dell’Associazione sono:

- Non disperdere bensì rafforzare e valorizzare il patrimonio umano costituito dalla compagine degli ex allievi.

- Tutelare la professionalità dei soci, stimolare l’interscambio di esperienze e conoscenze.

- Organizzare attività di aggiornamento professionale, di studi, ricerche e conferenze sulle più svariate problematiche manageriali e imprenditoriali

- Instaurare collegamenti e interscambi con altre associazioni similari

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I Componenti il Consiglio Direttivo

Rino Scoppio – Presidente: [email protected]

Giuseppe Mannarini: [email protected] Luigi D’Amelio : [email protected] Giuseppe Guerra: [email protected] Francesco Favia: [email protected] Andrea Cassone: [email protected] Potito Perruggini: [email protected] Mario Pomarico: [email protected] Fra i compiti più importanti dell’Associazione Allievi Master Spegea vi è quello di favorire il network di relazioni . Per questo obiettivo l’Associazione ha individuato in Linkedin lo strumento per favorire i contatti fra gli ex allievi. Linkedin è la più importante piattaforma web per la valorizzazione del proprio profilo professionale. Ha più di 100 milioni di iscritti in tutto il mondo. Il Consiglio Direttivo di AMS Spegea invita tutti i partecipanti al Master ad aderire al Gruppo Linkedin “Alumni Spegea (Official Group)”.

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Il Master in General Management di Spegea è giunto oramai alla sua XXVII edizione. Fra le centinaia di allievi, abbiamo voluto dare voce a 2 di loro: Francesco Ciccolella - 7^ edizione del Master.

Vicepresidente e Componente del Consiglio di Amministrazione della Ciccolella S.p.A.

Tina Luciano – 10^ edizione del Master Sales Manager della Bellino Srl

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L’intervista con Francesco Ciccolella

Luglio 2011

AMS Associazione Master Spegea

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RS - Francesco, raccontaci di come è maturato il desiderio di partecipare al Master Spegea.

Quali erano all’epoca le tue motivazioni?

FC - Io volevo assolutamente lavorare nel Marketing ma avevo una laurea umanistica….in sociologia con specializzazione in Antropologia Culturale.

Con questo titolo di studio l’unica mia destinazione possibile poteva essere la Direzione del Personale.

Per raggiungere le mie aspirazioni decisi quindi di frequentare il master Spegea.

RS - Tu hai partecipato alla 7 ^ edizione del master,

quella del 1986-87.

I tuoi ricordi più nitidi nel rapporto con i compag ni di corso nei lunghi mesi in aula del Master?

FC - Ricordo i lunghi mesi del master come un’esperienza molto intensa.

Passavamo insieme tantissimo tempo…e condividevamo insieme gli sforzi e gli obiettivi.

Il legame era molto forte …anche se purtroppo poi ognuno di noi ha preso la propria strada e con molti ci siamo persi di vista.

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RS - Puoi descriverci quali sono state le più importanti competenze professionali e umane che hai acquisito nel corso del Master e che poi hai avuto modo di utilizzare nel corso della tua carriera?

FC - Provenendo da una laurea umanistica, il Master Spegea mi ha dato tutto. Io non conoscevo neppure cosa fosse una partita doppia. Al termine del master sapevo leggere un bilancio, la contabilità, gli indici finanziari, il marketing strategico… Professionalmente tutto quello che so di discipline aziendali l’ho imparato in quei mesi…. Ma altrettanto importanti sono state le competenze acquisite sulle tematiche trasversali e comportamentali. Durante il Master si impara a lavorare in gruppo….con altre persone che riescono a completarti. Si riescono a raggiungere insieme gli obiettivi… Quando ho iniziato a lavorare in azienda….questa capacità mi ha dato una marcia in più rispetto agli altri colleghi che uscivano dall’università .

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RS - Dopo il Master hai avuto una lunga carriera internazionale, in particolare nei paesi del nord Europa.

Vuoi parlarcene? FC - Subito dopo il Master Spegea sono entrato in un’azienda di computer, la Control Data. Poi sono passato all’elettronica di consumo con un’esperienza in un’azienda giapponese, l’Akai. Successivamente sono entrato in un’importante azienda danese, la Bang & Olufsen. Fino ad allora avevo sempre lavorato in Italia, nelle filiali italiane delle multinazionali che ti ho citato. In Bang & Olufsen ero diventato capo della sede italiana. L’amministratore delegato dell’epoca mi chiede di trasferirmi nell’Headquarter in Danimarca….a Struer, una cittadina sperduta nel nord della Danimarca. Sono così diventato Responsabile mondiale del Marketing. Questa esperienza è durata 3 anni al termine della quale ho iniziato a collaborare con un’altra azienda danese, la Lego, leader mondiale nei giocattoli. Anche qui ero responsabile dell’area marketing. In Lego ho lavorato per 4 anni, soprattutto nella sede londinese del gruppo

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RS - Oggi hai molteplici interessi imprenditoriali.

Sei fra l’altro Vicepresidente e componente del Consiglio di Amministrazione della Ciccolella S.p.A.

E’ uno dei gruppi leader in Europa nella produzione e commercializzazione di fiori recisi e piante da vaso. Prima azienda florovivaistica quotata in borsa in Europa, è specializzata nella produzione delle colture protette di rose e anthurium (64 diverse varietà di rose e 25 di anthurium) e nella distribuzione della più completa gamma di prodotti floreali. Non tutti la conoscono ma è una delle poche aziende meridionali quotata alla Borsa di Milano.

Com’è organizzata questa azienda fra le sedi italiane ed olandesi?

FC - La Ciccolella è cresciuta in maniera impetuosa negli ultimi anni.

E’ un’azienda fondata da mio padre, ha operato per molti anni solo a livello locale a Molfetta.

Sette anni fa ha compiuto questo grande balzo soprattutto dopo la quotazione alla Borsa di Milano.

C’è stata inoltre l’acquisizione di altre aziende olandesi attive nel settore del trading di fiori.

Questo l’ha fatta diventare una realtà leader a livello europeo.

Ricordiamo che Amsterdam da quattro secoli è il principale snodo mondiale nel commercio dei fiori.

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Abbiamo quindi integrato la produzione con la distribuzione, è stata questa la scelta che ci ha fatto compiere il salto di qualità.

Siamo diventati la seconda azienda europea nel trading dei fiori.

RS - Alla luce della tua esperienza in Ciccolella, secondo te le aziende meridionali quali strategie devono adottare per rimanere competitive sui mercati italiani e internazionali?

FC - Non so se esiste una “ricetta” specifica per le aziende meridionali.

Io penso che le strategie di crescita siano applicabili a tutte le aziende italiane.

Io vivo a Milano e anche qui la crisi ha colpito moltissime aziende.

Penso che nei momenti quali stiamo vivendo oggi, l’indirizzo strategico rimanga l’INNOVAZIONE .

Però voglio essere preciso nell’utilizzo di questa parola.

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Molti in Italia parlano di innovazione…ma io credo che questo termine venga utilizzato spesso in maniera non corretta.

L’innovazione in azienda deve essere un METODO , una DISCIPLINA .

L’innovazione non è solo CREATIVITA’ ed ESTROVERSIONE.

Bisogna imparare a farla l’innovazione…con tutti i suoi processi e le sue metodologie.

Non basta avere solo delle belle idee.

Bisogna poi saperle METTERE IN CAMPO .

Questa è la strada che suggerisco a tutte le imprese italiane.

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L’intervista con Tina Luciano

L’intervista con Tina Luciano

Luglio 2011

AMS Associazione Master Spegea

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RS - Tina, raccontaci di come è maturato il desiderio di partecipare al Master Spegea.

Quali erano all’epoca le tue motivazioni?

TL - Volevo finalizzare la mia formazione su temi concreti e operativi dopo la mia laurea in Scienze Politiche. In particolare ero interessata a conoscere più da vicino il mondo del lavoro e l’esperienza della vita “reale” nelle aziende. Mi sentivo all’epoca un po’ troppo spostata sulla teoria.

RS - Tu hai partecipato alla 10^ edizione del master,

quella del 1990-91.

I tuoi ricordi più nitidi nei lunghi mesi in aula d el Master?

TL - Tanti momenti mi sono rimasti impressi. Ricordo in particolare la qualità dei docenti e la formazione specifica svolta sul marketing. Quest’ultima, in forma rielaborata…. mi è servita poi per il mio lavoro nel marketing Business to Business qui in azienda. Non è semplice applicare le metodologie del marketing ai prodotti industriali.

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Tuttavia l’impostazione ricevuta al master sul Marketing Strategico e sulla finalizzazione degli obiettivi di mercato, mi sono tornati utili negli anni successivi. Ricordo diversi momenti importanti.. come ad esempio il brainstorming che facemmo con il tema “La nave va”. Era la frase usata da Craxi per significare che nonostante gli scandali l’Italia continuava ad andare avanti: in quel brainstorming emersero sentimenti che da lì a qualche mese presero forma in tutto il Paese e crearono un clima favorevole intorno all’operazione “Mani pulite”. Quel giorno ho imparato come lavorano i “cacciatori di tendenze” ed ho imparato quanto i politici si sentano una casta intoccabile. Nei rapporti con i compagni di Master mi piaceva molto il rapporto di complicità che si era venuto a creare durante le lezioni: un desiderio di cambiare in meglio se stessi e l’ambiente circostante. L’unico momento negativo che ricordo…un docente del nord che si divertiva con battute sul Sud…e purtroppo queste generalizzazioni sono poi diventate un viatico negli ultimi anni…per tanti luoghi comuni sulla nostra scarsa voglia di lavorare….sulla nostra scarsa abitudine a pagare le tasse…. sulla scarsa capacità di seguire delle regole … e via andando … Fra i docenti che ricordo invece con grande piacere ricordo sicuramente Viale….veramente mitico ….molto “piemontese” …mi piaceva molto la sua etica e il suo rigore professionale. Ricordo poi il “fumettone” Paderni…

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RS - Puoi descriverci quali sono le più importanti competenze professionali e umane che hai acquisito?

TL - Ho imparato a guardare il mercato con un approccio strategico legato ad una “Visione”. E’ il concetto che poi ho ritrovato nel Sistema Qualità. Prima del Master non avevo una formazione tecnica dal punto di vista amministrativo e delle competenze informatiche ma la formazione che ho acquisito in un anno mi è stata utilissima poi nella mia azienda dove nel 1991 ho introdotto un software per la contabilità e – successivamente - i primi rudimenti di software gestionale. Internet era ancora lontano…

RS - Oggi lavori nell’azienda di famiglia, la Bellino srl con sede a Modugno (Ba).

Progetta, produce ed assembla valvole di regolazione e attrezzature per la perforazione verticale del sottosuolo per la geognostica e per la ricerca ed estrazione di fluidi sotterranei (acqua, gas, petrolio). Lavorate dunque in una nicchia di mercato ad alto contenuto tecnologico. Chi sono i vostri clienti principali?

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TL - I nostri prodotti li vendiamo principalmente ai dealer e ai costruttori di grandi impianti estrattivi. La nostra azienda è cresciuta moltissimo negli ultimi anni. In passato eravamo solo un’officina che lavorava in conto terzi per le aziende meccaniche locali come Nuovo Pignone o Isotta Fraschini. Realizzavamo solo alcune fasi dei processi di queste aziende. Il grande lavoro che abbiamo fatto è stato quello di spostare la nostra produzione dal contoterzi ad un prodotto vero e proprio. Questo grazie anche a diverse strategie di diversificazione dei prodotti e delle unità di business. Noi lavoriamo sia nel settore delle valvole che nelle attrezzature necessarie per le perforazioni. Siamo presenti nel mercato delle perforazioni a terra. Di recente abbiamo acquisito la certificazione per le operare nel settore petrolifero off shore. Stiamo calibrando il nostro ingresso in quest’ultimo mercato …che è molto complesso.

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RS - Oggi secondo te le aziende meridionali quali strategie devono adottare per rimanere competitive sui mercati italiani e internazionali?

TL - Devono lavorare alla diversificazione del prodotto attraverso l’innovazione. Io credo che le piccole imprese abbiano un limite molto grosso che è quello di non poter investire grandi risorse nella ricerca. Quest’ultima impone tempi e risorse che una piccola e media impresa non può immaginare di sostenere. Penso che il TRASFERIMENTO TECNOLOGICO sia una delle possibilità per ottenere questa diversificazione in tempi relativamente rapidi e con costi sostenibili. Personalmente ho lavorato molto per andare sui mercati esteri . Anche se oggi è molto più impegnativo rispetto agli anni passati. Cina e India sono cresciuti molto rapidamente. Su alcune tipologie di prodotto sono già molto aggressivi…soprattutto sulla gamma medio bassa….ma stanno lavorando bene anche su nicchie di tecnologia avanzata.

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Oggi stare sui mercati esteri non è facile dal punto di vista organizzativo e gestionale. Sul mercato nella sua globalità vedo una grande “fatica” a stare al passo da parte delle PMI. Sono necessarie molte più “risorse” rispetto al passato per essere competitivi. Guardo con interesse all’integrazione fra diverse imprese…come ad esempio il Contratto di Rete. Noi stiamo lavorando su questo nel settore Oil & Gas. Abbiamo creato un’aggregazione di 4 imprese per integrare la nostra offerta. Il tutto per consentire ai nostri clienti di avere un unico interlocutore per una gamma più ampia di prodotti. Il contratto di Rete serve anche per aumentare l’efficienza dell’area commerciale. Pensiamo che ci siano delle nicchie di prodotto e di relazione con il mercato che consentono di mantenere un Vantaggio Competitivo. Dobbiamo cogliere questa opportunità. Il nostro tessuto imprenditoriale locale è dinamico…però vedo allo stesso tempo che una crisi durata più di due anni ha indebolito notevolmente sistema produttivo e “stancato” molto gli imprenditori e le imprese. Diverse di queste hanno chiuso….soprattutto per problemi di posizionamento di mercato laddove c’era una dipendenza molto forte dal mercato locale. Le imprese più presenti all’estero invece hanno potuto affrontare meglio la crisi.

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L’integrazione fra le aziende rimane fondamentale. Non si può pensare di andare da soli sui mercati esteri. Purtroppo le imprese europee nostre competitor si presentano sui mercati esteri come “SISTEMA” ..cosa che invece noi italiani non riusciamo a fare. Facciamo molta fatica su questo perché i nostri politici sono presi da altre questioni e quindi non lavorano sulla definizione di una autentica POLITICA INDUSTRIALE….. …anche se ci sono alcune differenze fra sistemi nazionali e locali. Noi imprenditori sentiamo molto l’assenza di un supporto del Sistema Paese. Solo a titolo di esempio, cito le norme contraddittorie che sono state emanante in tema di energie alternative. Dobbiamo definire una Politica Industriale… che significa costruire uno scenario favorevole alle imprese per il raggiungimento di obiettivi chiari. Invece questi strumenti e questa visione non sono assolutamente chiari perché ognuno si muove in maniera autonoma come meglio può. La “Visione “ di Cina e India è molto chiara. Non mi è chiaro quale visione abbiamo come Sistema Italia. Da parte nostra c’è sempre molta buona volontà e con la creatività e la buona volontà abbiamo spesso ottenuto grandi risultati. Oggi i competitors sono aumentati e – soprattutto – hanno idee chiare e progetti da implementare attraverso scelte coerenti …… temo che buona volontà e creatività questa volta non saranno sufficienti per conservare le nostre posizioni.

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