3 4 - mediter.it · le loro donne per timore che venissero molestate dai capresi. ... Nel 29 a.C....

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Una minicrocieraintorno a Capri con visita ai Fara-glioni.

1 Godere del pano-rama da monte Solaro. Un’attrazio-ne senza eguali.

2 Esplorare la GrottaAzzurra, un ninfeomarino a misurad’imperatore.

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Cinque occasioni da non perdere

Isola di CapriL’eterna mondana

Passeggiare per viaCamerelle, la stradadella vanità, fino allacelebre Piazzetta.

4 Percorrere via Krupp,un “serpentone” sinuoso e panora-mico che va dai Giardini di Augusto a Marina Piccola.

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L’isola dove mito e storia si parlano.

La s

toria

Torre cinquecentesca

La Casa Rossa fu fatta ergere per volontà del

generaleamericano J. C.

MacHowen, che si stabilì a Capri

dopo la guerra civile americana.

Fu edificatainglobando una

torre cinquecen-tesca

all’interno della quale, secondo

una leggenda, gli anacapresi che

dovevano recarsi a Napoli per

lavorareinchiudevano

le loro donne per timore

che venissero molestate dai

capresi.

Capri è l’isola di tutto il mondo dove mito e storia si parlano ancora e che vanta due millenni di mondanità.Capri sorge di fronte alla penisola sor-rentina della quale, dal punto di vista geologico, è un prolungamento. Ha una superficie di circa 10 Kmq, un perimetro costiero di 17 Km ed è divisa in due comuni: Capri e Anacapri. I porti commerciale e turistico sono situati sul versante settentrionale, a Marina Gran-de, che presenta una costa rocciosa ed è fortemente esposta ai venti. Fu abitata fin dall’età Paleolitica ed era già nota a Greci e Fenici. Nel 29 a.C. Augusto la acquistò da Na-poli in cambio di Ischia. E Tiberio se ne innamorò, vi fece costruire dodici ville in onore di altrettante divinità e si trasferì in quella dedicata a Giove. A Capri trascorse gli ultimi undici anni della sua vita e da qui governò l’impero romano. Passata sotto il Ducato di Na-poli fu soggetta alle scorrerie saracene e ai domini di Longobardi, Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi e Spagnoli. Durante il periodo napoleonico fu tea-tro di scontro fra gli Inglesi, istallati a Capri, e i Francesi che avevano occupa-to Anacapri. La “città” nacque nel 1200, arroccata là dove oggi sorge la celebre piazzetta, in una zona che consentiva riparo dalle incursioni corsare. Agli stessi scopi nel 1600 fu costruita la Certosa, tutt’oggi visitabile se si vuo-le ammirarne lo stile barocco. Fu tra le tappe predilette del Grand Tour e, quan-do nel 1826 il pittore Arthur Kopisch scoprì la Grotta Azzurra, cominciò per Capri quel turbinio turistico che anco-ra oggi la rende il punto d’incontro di artisti, scrittori, nobili e celebrità d’ogni sorta e di tanti, tantissimi turisti che d’estate la invadono.

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L’isola deicinghiali L’etimologia del nome Capri è stata individuata da alcuninel latino Capreae(capre), ma è più accreditata la teoria che la fa derivare dal greco Kapros (cinghiale), teoria avvalorata dai reperti fossili ritrovati che atte-stanola presenza dei cinghiali.

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Quello che sorprende nella conforma-zione dell’isola è proprio la quantità e varietà dei percorsi che consente, e la caleidoscopica sequenza dei punti pa-noramici che offre. C’è una Capri fatta di rocce e balze da cui sembra di poter veder spiccare all’improvviso il volo di un rettile alato, modello Jurassic Park, e una Capri marina fatta di grotte e in-senature dove sembra ancora possibile veder nuotare le sirene del mito. C’è una Capri agreste con una vegetazione infuria e il lavoro del contadino è anco-ra visibile nei gesti antichi, e una Capri cittadina di strade e case e negozi grif-fati. C’è una Capri artistica, di chiese e certose e ville da visitare, e una Capri archeologica di rovine imponenti. Tut-to questo è concentrato in uno spazio incredibilmente piccolo rispetto alla varietà che offre e a volte pare di tro-varsi in un mondo virtuale, da videga-me, dove basta premere un tasto - così come a Capri basta muovere un passo - per cambiare del tutto la prospettiva.

La storia

I Conquistatori Francesi

Quando nel 1808 i francesi conquistarono Capri, confiscarono tutti i beni della Certosa. I documenti che vi erano conservati furono venduti alle botteghe locali come carta da pacchi.

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Da

vede

re

Villa JovisEretta nel primo secolo d.C., ha un’estensione di 7000 mq. Lo stato di distruzione della villa rende molto difficile individua-re la disposizione degli ambienti. Vi si trovavano le stanze imperiali, le terme, gli ambienti di rappresentanza e quelli di servizio. Inoltre era dotata di faro, il quale co-stituiva un sistema di comunicazione veloce insieme ad altri situati a Sorrento e a Capo Miseno, sede della la flotta impe-riale. Nella parte settentrionale del complesso si trova

donne fuori clau-sura.Villa San Michele di Axel MuntheFu costruita per volontà di Axel Munthe che vi di-morò fino al 1910. Ingloba i resti di una villa imperiale romana e quelli di una cappella medioevale. Fu conepita come cornicedelle collezioni del proprietario e vi si trovano oggetti di epoca romana, etrusca ed egizia fra cui una testa di Medusa, una sfinge egizia ed un busto di Tiberio.

Capri in MiniaturaRiproduce in ceramica tutta l’isola da Villa Jovis alla Grotta azzurra, sono presenti non solo i monumen-ti e le bellezze naturali, ma anche momenti legati alla

lo strapiombo denominato“Salto di Tiberio” (297m). Esso era il luogo da cui l’Imperatore,secondo alcune leggende, lanciava le sue vittime, in seguito a sevizie e torture.La Certosa di San Giacomo. Fu costruita verso il 1371 grazie al conte Giacomo Arcucci, il quale lo dedicò all’apostolo San Giacomo. Attualmente ospita una biblioteca e il liceo classico in-titolato a Virgilio. All’interno della chiesa si trovano un affresco tre-centesco, il rosone e i finestroni in stile gotico. Sono inoltre presenti due chiostri e gli edifici che antica-mente ospitavano la farmacia e la cappella delle

Certosa di San Giacomo

Le dimore di personaggi eccentrici e stravaganti.

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vita degli isolani, come la vendem-mia e il mercato.Faro di Punta CarenaSorge sul pro-montorio di Punta Carena ed è il se-condo faro in Italia per importanza e

capacità di illumi-nazione. È anche una splendida località balnearepoiché da qui si

do la compattezza e la difficoltà di accesso, fu conqui-stata e distrutta dal corsaro Khair-ed-Din, dettoBarbarossa. La Scala Fenicia Si trova alla sinistra della chiesa di San Costanzo. Un tempo unico collegamento tra Marina Grande e Anacapri, fu eseguita in età greca scalpellando la roccia.Intorno al 1800 si contavano 533 gradini ma in origine dovevano essere molti di più.

gode il sole dall’al-ba al tramonto.

Villa DamecutaUna delle dodici ville costruite da Tiberio, che la scelse come residenza estiva. La zona più singolare è l’alcova sot-tostante la torre medioevale, con vestibolo e belve-dere a strapiombo sul mare.

Castellodi Barbarossa Fu costruito tra il X e il XII sec a di-fesa dell’accesso ad Anacapri. Malgra-

Da vedere

Faro di Punta Carena

Villa Damecuta

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Grotta A

zzurra

Grotta Azzurra, piccolo eden mediterraneo.

I Fortini

Nel corso dell’800, periodo in cui Capri fu teatro degli scontri fra Inglesi e Francesi, furono costruiti sull’isola tre fortini, che vanno dalla Grotta Azzurra a Punta Carena. Prendono i nomi di Pino, edificato sulle rovine di una costruzione medioevale, Me-sola, costruito dagli inglesi (ma nei lavori di restauro sono stati rinvenuti pietre di tufo e lava in uso presso i Romani) e Orrico, più facilmente raggiungibile dal mare dal quale i Francesi e gli Inglesi attaccarono l’isola .

La Grotta Azzurra, a nord di Anacapri, è così chiamata per la suggestiva colorazione delle pareti, dovuta alla luce del giorno che, per rifrazione, penetra da una apertura sotto-marina.Gli antichi romani ne fecero un ninfeo marino decorato con incantevoli mo-saici e suggestive sta-tue. Due di queste, Nettuno e Tritone, sono oggi visibili alla Certosa di San Gia-como a Capri. Per esplorare la grot-ta, bisogna entrarci con barche a remi che portano i turisti al suo interno. L’ingresso è largo due metri e alto uno, pertanto al momento del passaggio bi-sogna sdraiarsi sull’imbarcazione. Si viene poi condotti nel cosiddetto Duomo Azzurro, ma in realtà la grotta prosegue con la Galleria dei Pilastri, la Sala dei Nomi e la Sala della Corrosione.La Grotta Azzurra è una delle 55 grotte sparse lungo il li-torale dell’isola (quelle interne sono 12). La profondità in prossimità dell’ingresso è di circa 22 metri, con un fondo di sabbia bianca. Si riduce a 20 metri nel centro e a 14 nella parte meridionale.

La Grotta Azzurra

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Il glamour ca-prese è nato nel tempo, ha una tradizione ed è unico per questo. Mon-danità, cultura, arte, moda si

incontrano qui da secoli. Difficile dire se sia l’isola ad avere un credito di no-torietà con i divi di ogni epoca o sia piuttosto il contrario. Fatto sta che ba-sta andare in piazzetta per l’aperitivo e guardarsi intorno: sembra di essere alla prima di un film hollywoodiano. Per immergersi ancor di più in questo cli-ma cinematografico bisogna fare una passeggiata per via Vittorio Emanuele e via Camerelle. Fendi, Gucci, Hermès e tutto il meglio della moda internazio-nale; ma anche negozi molto speciali: Canfora, per i famosi sandali realizzati a mano; Moda Caprese, per gli scialli sfrangiati che hanno fatto il giro del mondo; La Parisienne, dove sono nati i pantaloni alla pescatora e molti altri. In-fine un accenno al momento glamour per eccellenza: la notte caprese offre momenti romanticissimi, a Tragara o alla Migliera e momenti di divertimen-to scatenato al Number Two, il santua-rio dei nottambuli o all’Anema e Core, dove i vip si danno appuntamento.

Tenera è la notte.C

apri by night

Guido Lembo con Naomi Campbell I sandali K Jacqueline Kennedy faceva shopping anche da Canfora. In suo onore fu creato il modello “K”: un sandalo infradito con tre anelli di metallo.Tra le principali botteghe a Capri c’è Costanzo che dal 1972 produce i sandali con accurata lavora-zione. Tra i clienti abituali Sofia Loren, Clarke Gable (nella foto in alto).

I Fortini

Non lontano dai giardini di Au-gusto si trova Carthusia, labo-ratorio di profumeria nato nel 1948, quando il priore della Cer-tosa trovò le formule dei profumi create da un suo predecessore alla fine del 1300. Qui si trova-no profumi per uomo (realizzati soprattutto con essenze del Ro-smarino) e per la donna.

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Le dimore delle celebrità.

Il QuisisanaL’albergo caprese per eccellenza fu costrui-to nel 1845 dal medico scozzese George S. Clarke come casa di cura: il nome signifi-ca infatti “qui si sana”. Il prezzo per una stanza era di circa 8 lire e comprendeva la pensione completa.

Molti personaggi illustri che hanno visitato Capri hanno finito per inna-morarsene a tal punto da sceglierla come luogo in cui affondare le radici e al quale tornare. Alcuni di loro han-no costruito sull’isola delle splendide ville, spesso progettandole da sé: come se in questo posto la casa immaginata e desiderata potesse finalmente prendere forma. È il caso di Axel Munthe, che pensò Villa San Michele come una cor-nice per le sue collezioni, inondata dalla luce, aperta al vento, al sole e al mare. Anche Curzio Malaparte, personaggio scontroso, costruì la sua “Casa come me” a picco sul mare in una zona roc-ciosa e impervia, come forse era lui. Un capitolo a parte lo meritano quelle ville che hanno ospitato grandi personaggi per periodi più o meno lunghi; una fra tutte Villa Behering: ospitò Mak-sim Gorkij e la sua comunità di esuli e Norman Douglas, l’autore di “South Wind”. Capri ha dato molto a questi personaggi, si può dire che essi l’abbia-no ripagata.

Villa San MicheleDiceva Axel Mun-

the a proposito della sua Villa San

Michele: “la mia casa deve essere aperta al sole, al

vento, alla luce del mare come

un tempio greco e luce, luce, luce

ovunque”. Fu col-pito da una malat-

tia agli occhi che lo costrinse a trasfersi

a Torre Materita, dove la luce era

più soffusa.

Le d

imor

e