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L’attrattiva del cosmo nell’arte Spaziando da Giotto a Dante, da Friedrich a Leopardi, da van Gogh a Pascoli, Pirandello, Ungaretti

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Monza, Centro Culturale Talamoni, L'attrattiva del cosmo nell'arte, 27 gennaio 2012

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L’attrattiva del cosmonell’arte

Spaziando da Giotto a Dante,

da Friedrich a Leopardi,

da van Gogh a Pascoli, Pirandello, Ungaretti

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Pre-ludio all’incontro con

ROBERTO FILIPPETTI

suggestioni poetiche e pittorichea cura di

MARCO PENNATI

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…E quindi uscimmo a riveder le stelle.

Dante, Inferno, XXXIV, 139

Giotto, Cielo stellato, Cappella degli Scrovegni - Padova

…Dolce color d’orïental zaffiro,

che s’accoglieva nel sereno aspetto

del mezzo, puro infino al primo giro,

a li occhi miei ricominciò diletto,

tosto ch’io usci’ fuor de l’aura morta

che m’avea contristati li occhi e ‘l petto.

Dante, Purgatorio, I, 13-18

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…puro e disposto a salire alle stelle. Dante, Purgatorio, XXXIII, 145

Volta stellata, Mausoleo di Galla Placidia - Ravenna

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…l’Amor che move il sole e l’altre stelle.Dante, Paradiso,

XXXIII, 145

Duomo di Monreale,

Creazione dei luminari

del cielo

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…l’Amor che move il sole e l’altre stelle.Dante, Paradiso,

XXXIII, 145

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Giotto, Adorazione dei Magi [part.], Cappella degli Scrovegni - Padova

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Ravenna, Sant’Apollinare in Classe: mosaico dell’abside

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C.D. Friedrich, Una donna e un uomo che contemplano la luna,1830-1835 - Berlino

Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai,

silenziosa luna?

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Caspar David Friedrich, Passeggiando sul calar della sera

Sorgi la sera, e vai,

contemplando i deserti; indi ti posi. …

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Somiglia alla tua vita la vita del pastore.Sorge in sul primo albore;move la greggia oltre pel campo, e vedegreggi, fontane ed erbe;poi stanco si riposa in su la sera:altro mai non ispera.

Paul Sérusier, Auvers sur Oise, 1885

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Dimmi, o luna: a che vale

la vostra vita a voi?

questo vagar mio breve,

il tuo corso immortale? …

al pastor la sua vita,

dimmi: ove tende

Jean-François Millet, Il recinto delle pecore al chiaro di luna, 1872

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E quando miro in cielo arder le stelle

dico fra me pensando:

a che tante facelle?

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Che fa l’aria infinita,

infinito seren?

solitudine immensa? ed io che sono?

ed io che sono?

che vuol dir questa

e quel profondo

ed io che sono?

ed io che sono?

ed io che sono?

Giacomo Leopardi, dal Canto notturno di un pastore errante dell’Asia

C.D. Friedrich, Monaco sulla spiaggia, 1808-1810

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…Veglio. Mi fissa di laggiù coi tondi occhi, tutta la notte, la Grande Orsa:

se mi si svella, se mi si sprofondi l’essere, tutto l’essere, in quel mare d’astri, in quel cupo vortice di mondi!

veder d’attimo in attimo più chiare le costellazïoni, il firmamento crescere sotto il mio precipitare!

precipitare languido, sgomento, nullo, senza più peso e senza senso: sprofondar d’un millennio ogni momento!

di là da ciò che vedo e ciò che penso, non trovar fondo, non trovar mai posa, da spazio immenso ad altro spazio immenso;

forse, giù giù, via via, sperar…che cosa? La sosta! Il fine! Il termine ultimo! Io, io te, di nebulosa in nebulosa,

di cielo in cielo, in vano e sempre, Dio!

Giovanni Pascoli, da La vertigine, in “Nuovi poemetti”

Vincent van Gogh, Notte stellata sul Rodano, 1888

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… “Che sei tu, Terra, perché in te si sveli tutto il mistero, e vi s’incarni Dio?” …

“Sei tu quell’una, tu quell’una, o Terra! Sola, del santo monte, ove s’uccida, dove sia l’odio, dove sia la guerra;

dove di tristi lagrime s’intrida il pan di vita! Tu non sei che pianto versato invano! Sangue sei, che grida!

E tu volesti Dio per te soltanto: volesti che scendesse sconosciuto nell’alta notte dal suo monte santo” …

Ognun dei Soli nel tranquillo andare traeva seco i placidi pianeti come famiglie intorno al focolare:

oh! tutti savi, tutti buoni, queti, persino ignari, colassù, del male, che no, non s’ama, anche se niun lo vieti.

Sonava la zampogna pastorale. E Dio scendea la cerula pendice cercando in fondo dell’abisso astrale

la Terra, sola rea, sola infelice.Giovanni Pascoli, da La pecorella smarrita,

in “Nuovi poemetti”

Vincent van Gogh, Notte stellata, 1889

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…Alla mia solitudine di gelo al mio sgomento, al mio lento morire parla ne le stellate notti il cielo d’altre arcane vicende da subire sempre dentro al mistero e in questo anelo.

“E fino a quando?” l’anima sospira. Infinito silenzio in alto accoglie la sua dimanda. Pur tremante mira le stelle in ciel, quasi animate foglie d’una selva, ove arcano alito spira.

Luigi Pirandello, dai Dialoghi tra il Gran Me e il piccolo Me

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È possibile che la domanda non sorga,se la Terra rimane pur sempre

circondata di cielo?

Luigi Pirandello,da un appunto del 1899

René Magritte, La pagina bianca, 1967

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…Restò – appena sbucato all’aperto – sbalordito. Il carico gli cadde dalle spalle. Sollevò un poco le braccia; aprì le mani nere in quella chiarità d’argento.Grande, placida, come in un fresco, luminoso oceano di silenzio, gli stava di faccia la Luna.

Estatico, cadde a sedere sul suo carico, davanti alla buca. Eccola, eccola là, la Luna…

E Ciàula si mise a piangere, senza saperlo, senza volerlo, dal gran conforto, dalla grande dolcezza che sentiva, nell’averla scoperta, là, mentr’ella saliva pel cielo, la Luna, col suo ampio velo di luce, ignara dei monti, dei piani, delle valli che rischiarava, ignara di lui, che pure per lei non aveva più paura, né si sentiva più stanco, nella notte ora piena del suo

stupore.

Sì, egli sapeva, sapeva che cos’era; ma come tante cose si sanno, a cui non si è dato mai importanza. E che poteva importare a Ciàula che in cielo ci fosse la Luna?Ora, ora soltanto, così sbucato, di notte, dal ventre della terra, egli la scopriva.

C’era la Luna!

la Luna!

Luigi Pirandello da Ciàula scopre la Luna, in “Novelle per un anno”William Congdon, S. Martino 4, 1990

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…quando si sta benesi deve poter viveredi un pezzo di pane,pur lavorando tutto il giorno…

E allo stesso temposentire in modo chiaroche esistono le stelle e l’infinito. Allora la vita diventa quasi incantata.Vincent van Gogh a Theo, Arles, 11 agosto 1888

Vincent van Gogh, Terrrazza del caffè sulla piazza del Forum [part.], 1888

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Giuseppe Pellizza da Volpedo, Il sole nascente, 1904

D’improvviso è alto sulle macerie il limpido stupore dell’immensità

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E l’uomo curvato sull’acqua sorpresa dal sole si rinviene un’ombra

Cullata e piano franta

Giuseppe Ungaretti Vanità, 1917

Edvard Munch, Malinconia, 1894-96

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…Ben nato mi sento di gente di terra

Mi sento negli occhi attenti alle fasi del cielo dell’uomo rugato come la scorza dei gelsi che pota

Mi sento diffuso in un bacio che mi consuma e mi calma

Come una nuvola mi filtro nel sole

Mi sento nei visi infantili come un frutto rosato rovente fra gli alberi spogli

Giuseppe Ungaretti, da Trasfigurazione, 1917 in “L’Allegria”

Vincent van Gogh, Seminatore al tramonto, Arles, 1888

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Edvard Munch, Notte stellata [part.], 1922-1924

Chiuso fra cose mortali (Anche il cielo stellato finirà)

Giuseppe Ungaretti, Dannazione, 1916, in “L’Allegria”

Perché bramo Dio?

Ma Dio cos’è?

…E la creatura atterrita sbarra gli occhi e accoglie gocciole di stelle e la pianura muta

E si sente riavere

Giuseppe Ungaretti, da Risvegli, 1916, in “L’allegria”

…Mi sono riconosciuto una docile fibra dell’universo

Il mio supplizio è quando non mi credo in armonia Giuseppe Ungaretti,

da I fiumi, 1916, in “L’Allegria”

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Vincent van Gogh, Cipressi su un cielo stellato [part,], Auvers-sur-Oise,1890

Dopo tantanebbiaa unaa unasi svelanole stelle

Respiro il fresco che mi lascia il colore del cielo

Mi riconosco immagine passeggera

Presa in un giro Immortale

Presa in un giro Immortale

Giuseppe Ungaretti, Sereno, 1918, in “L’Allegria”