25 Hours Frankfurt taylored by Levi's

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HOTEL DOMANI g i u g n o 2 0 1 2 22 TENDENZE A Francoforte, vicino agli stabilimenti della Levi Strauss, è nato un albergo dedicato al fenomeno dei jeans, la tela genovesa utilizzata negli States per gli abiti da lavoro a fine Ottocento e diventata sinonimo di un modo di vestire giovane e casual. L’ebreo tedesco Löb Strauß ha dato il suo nome, americanizzato, a uno dei più importanti fenomeni di costume del Novecento 25hours Hotel Frankfurt tailored by Levi’s L’albergo dei jeans Federico Belloni

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Tendenze

A Francoforte, vicino agli

stabilimenti della Levi Strauss,

è nato un albergo dedicato al

fenomeno dei jeans, la tela

genovesa utilizzata negli States per

gli abiti da lavoro a fine Ottocento

e diventata sinonimo di un modo

di vestire giovane e casual. L’ebreo

tedesco Löb Strauß ha dato il

suo nome, americanizzato, a uno

dei più importanti fenomeni di

costume del Novecento

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L’albergo dei jeansFederico Belloni

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degli appartenenti alle diverse classi sociali in tutte le fasi della loro vita. Dopo aver vestito centinaia di milioni di persone in oltre 110 Paesi del Mondo, la Levi Strauss & Co. ha letteralmente deci-so di “vestire” anche un hotel, il 25hours Hotel Frankfurt, quarto albergo dell’omonimo gruppo alberghiero svizzero, situato a pochi passi dalla sede tedesca dell’azienda, entrando proprio nel suo dna, in una sorta di fusione stilistica, tanto che il nome completo dell’al-bergo è “25hours Frankfurt tailored by Levi’s”. Questa, insieme all’indicazione “Fragile – Handle with care”, è la scritta impressa sulla facciata dell’edificio che, sia per la semplice forma squadra-ta che per il colore marrone chiaro, somiglia vistosamente a una gigantesca scatola di cartone da imballaggio più che a un edificio adibito ad albergo, anche per la presenza di un’insegna luminosa a forma di sagoma di jeans Levi’s, con tanto di etichetta rossa ben visibile, che di certo non dissipa i dubbi, ma al contrario contri-buisce ad aumentare la curiosità dei passanti. “La partnership tra le due realtà è stata molto naturale, considerando che entrambi i brand puntano su un target di clienti urbani, dallo stile cosmopo-

Non è difficile immaginare che il tedesco di origini ebraiche Löb Strauß, emigrato nella prima metà dell’Ottocento verso gli Stati Uniti, sia sconosciuto alla maggior parte di noi, ma sicuramente le cose cam-biano radicalmente se lo chiamiamo con

il suo nome da naturalizzato statunitense, Levi Strauss, che senza esagerare è il padre degli usatissimi pantaloni jeans, e fondatore nello stesso periodo della celebre in-dustria che porta il suo nome, e con la quale questi spes-so addirittura si identificano nella mente dei consumato-ri, la Levi Strauss & Co.Nati come semplici pantaloni da lavoro, resistenti e durevoli, pro-dotti su richiesta della comunità mineraria che in quegli anni era in rapidissima ascesa negli Stati Uniti, in particolare nell’area di San Francisco, a causa della corsa all’oro, già allora le caratteri-stiche dei jeans moderni c’erano tutte: bottoni, impunture, cernie-re e rivetti, così come il caratteristico materiale denim, di colore blu, ancora oggi segno distintivo della stragrande maggioranza dei capi prodotti. Ma è proprio grazie ai modelli della Levi Strauss & Co. che i jeans diventano nel corso dei decenni un vero e proprio fenomeno sociale, a partire dagli anni ’50 anche in Europa, quan-do i Levi’s arrivano insieme al prestigio delle forze armate ameri-cane vincitrici della Seconda Guerra Mondiale, e poco dopo an-che grazie al grande schermo, che li fa entrare nelle case dei gio-vani insieme ai propri idoli del cinema e del rock’n’roll, mentre negli anni ’60 diventano l’indumento della ribellione giovanile e dell’insubordinazione urbana per eccellenza, manifesto della vo-glia dei giovani di prendere le distanze dalla monotonia e dall’i-pocrisia del mondo adulto. Non a caso il ’68 e le rivolte giovanili scelgono il pantalone azzurro quale uniforme. Passano gli anni e i jeans diventano un fenomeno transculturale, usato senza distin-zione sia da uomini che da donne, e in grado di uniformare lo stile

SCHEDa aLbErGo

25hours Hotel Frankfurt tailored by Levi’sniddastrasse 58 – 60329 Frankfurt am Main

Tel. +49 692566770

Fax +49 69256677288

[email protected]

www.25hours-hotels.com

Camere: 71

Ristorante: Chez IMA restaurant

Sale riunioni: 2 (fino a 80 persone)

Sul parquet in legno scuro della hall spiccano un tappeto rosso brillante e il candido banco della reception in vetroresina dalle forme arrotondate e con tre oblò che proiettano luce colorata

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lita e informale, ma nello stesso tempo ricercato, ed entrambi sono sempre pronti a creare idee innovati-ve” sostiene Cristopf Hoffmann, Managing Partner di 25hours Hotels, in un’intervista rilasciata all’au-tore. Levi’s è il simbolo dello stile di vita giovane e semplice che ha durato per generazioni e, così co-me l’esterno, anche gli spazi interni dell’hotel riflet-tono il carattere che Levi’s incarna, anche nei più piccoli dettagli, grazie al sapiente lavoro di design dello scultore Michael Dreher e dell’artista Delphi-ne buhro, che hanno saputo mescolare in un bat-ter d’occhio elementi di autentico artigianato locale con la tradizione storica e culturale americana, rac-contando in un unico contenitore oltre sessant’anni del secolo scorso, aspetto che ha consentito all’ho-tel di guadagnarsi nel 2008, anno della sua aper-tura, il prestigioso European Hotel Property award per l’innovazione e lo stile. Familiare e senza tem-po come un consunto paio di jeans, il 25hours Ho-tel Frankfurt tailored by Levi’s mostra i momenti più importanti della storia dei Levi’s e, attraverso il concept e il design, sottolinea la grande influenza che la marca ha avuto, e continua ad avere anche oggi, sulla musica, sull’arte e sul lifestyle. L’hotel è

All’interno l’albergo mostra i momenti più importanti della storia dei Levi’s e sottolinea la grande influenza del brand sulla musica, sull’arte e sul lifestyle

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situato nel quartiere degli affari, a po-chi passi dalla più importante stazione ferroviaria della grande città tedesca e dalle linee degli autobus e della metro-politana, ed è dedicato alle persone che vogliono soggiornarvi per lavoro, soprat-tutto ai visitatori del quartiere fieristico, ma nonostante questo orientamento di mercato, il concept è stato studiato per renderlo decisamente giocoso, mai se-rio. L’ospite è accolto nella hall ariosa e spaziosa, dalla quale comprende fin da subito il carattere atipico della struttura: parquet grezzo in legno scuro sul quale campeggia un tappeto rosso brillante e banco della reception in vetroresina bianco dalle forme arrotondate, con un deciso stile es-sential-design, con tre oblò che proiettano luce colorata, insieme a tavoli di diverse dimensioni sparpagliati qua e là, il tutto sormon-tato da lampadari a lampadina unica leggermente retrò che pen-dono dall’alto a diverse altezze, in grado di generare un’atmosfera

All’ingresso delle camere è stata posta una targa con una vera tasca dei jeans Levi’s.

Le più richieste sono la 110, la 214 e la 501, corrispondenti ai modelli più famosi

Ad ogni piano l’arredo, le lampade, i tappeti, la carta da parati e i tessuti usati nelle camere sono stati attentamente selezionati per evocare una differente decade del XX secolo

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moderna ma allo stesso tempo intima e raccolta. Insomma, non uno spazio con la tipica funzione del “passaggio” dentro e fuori l’albergo, ma piuttosto un ambiente dal layout multifunzionale studiato per la sosta, dove gli ospiti possono aspettare, chiacchierare, giocare, la-vorare, riposarsi o più semplicemente vivere! Il punto focale è sem-pre l’attenzione all’uso astuto di materiali di alta qualità, e il loro accostamento, azzardato ma mai volgare, come i tessuti soffici che incontrano le lane grezze, il metallo o la plastica. Pienamente in linea con le 25 ore ideali nelle quali si ispira il gruppo alberghiero proprietario, le 76 camere rappresentano rifugi accoglienti, allestite utilizzando soprattutto i toni cobalto, azzurro, turchese, ultramarine e indigo, all’interno delle quali nessuna cucitura è stata realizzata

in modo indiscriminato e nessun oggetto è posizionato in modo ca-suale, conferendogli così un’armonia e una personalizzazione molto profonda, che si percepisce già dall’entrata, visto che ogni camera è contraddistinta da una targa sulla porta, rappresentata da una ve-ra tasca dei jeans Levi’s con stampato il numero. È per questo mo-tivo che le camere più richieste dagli ospiti sono la 110, la 214 e la 501, corrispondenti ai modelli di jeans più famosi della storia del marchio. Le varie tipologie di stanze sono contrassegnate dalle ta-glie S, M, L e XL, e in ogni piano il loro arredamento, le lampade, i tappeti, la carta da parati e i tessuti usati sono stati attentamen-te selezionati per evocare una differente decade del ventesimo se-colo. Dalla hall/lounge, oltre che allo snack bar che propone pro-dotti 100% biologici, grazie alla partnership con famosi ristoratori locali, si può accedere a un altro ambiente veramente inusuale: la Gibson Music room, una vera e propria sala prove completamen-te attrezzata, sviluppata in collaborazione con la celebre impresa di strumenti musicali Gibson Musical Instruments. Qui non man-ca proprio nulla: basso, chitarra, batteria e tastiere a disposizione dei musicisti e degli ospiti che desiderano esserlo, in altre parole, una sala giochi per gli ospiti, che possono esibirsi dal vivo o porta-re gli strumenti nelle loro camera, e allo stesso tempo il palcosce-nico delle band locali che, conformemente al motto “Check-in & rock out”, possono esibirsi per il piacere del pubblico, aumentan-do in questo modo la loro notorietà. Nessun problema per gli ospiti che desiderano riposare o fare dell’altro: l’ambiente, che compren-de anche il red bull bar, è completamente insonorizzato; questi possono per esempio godersi una stupenda vista panoramica della città dalla terrazza presente sul tetto, arredata con comodi divani e poltrone, ambiente ideale per una tranquilla chiacchierata magari accompagnata da un buon drink.© RIPRODUZIONE RISERVATA ■

La Gibson Music Room è una vera e propria sala prove

completamente attrezzata,

a disposizione degli ospiti

La terrazza dell’hotel, arredata con comodi divani e poltrone, da cui si gode una stupenda vista panoramica della città

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