25 Anni Di Fugotto

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Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. (Mt 11, 24)

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Venite a me, voi tutti che siete affaticati e

oppressi, e io vi ristorerò. (Mt 11, 24)

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Se cammini solo e immerso nei tuoi pensieri per le strade di questa nostra città in una calda sera d’estate e nel tuo girovagare arrivi, quasi senza volerlo, in via Umberto e passi davanti al Crocifisso dei miracoli, stranamente deserto e silenzioso, non puoi fare a meno di pensare a Fugotto e a quanti si trovano lì. Nella tua mente e nel tuo cuore si rincorrono immagini, gente, suoni, esperienze, emozioni. Ricordi il tuo primo ritiro, la strada percorsa sotto il caldo sole, l’ansia, quei

centoventi chilometri che non finiscono mai. Lentini, Scordia, Vizzini, Monterosso, i camion che ti costringono a percorrere la strada a 20 km/h. Finalmente si presenta la bellissima Modica, scendi per Modica bassa, poi il bivio per Frigintini. Chiedi a qualcuno la strada e ti incammini per un viottolo di campagna tra carrubi e uliveti contornati da muri in pietra bianca. Ti sembra di percorrere una strada della Palestina. Sei arrivato! Ti accoglie l’ombra maestosa del gelso. Ti accoglie il sorriso e l’abbraccio caloroso di gente che non conosci, ma che presto imparerai ad amare. Fugotto! Basta sentire questa parola e già il tuo cuore si solleva e la tua mente corre veloce all’ultima esperienza o alla prima, quella di tanti anni fa. Ma cosa ha di magico questa casa di esercizi dove tutti quelli che ci vanno tornano estasiati senza magari riuscire a spiegartene il perché? Se mi chiedete perché ci vado da 15 anni, tutti gli anni, non vi saprò rispondere, ma vi dirò che non vedo l’ora di tornarci. “Vieni e vedi”

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L’Oasi

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Il gelso

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LA STORIA

Nel 1982 per i gruppi che si riuniscono al

Crocifisso dei miracoli sotto la guida di padre

Giuseppe Badami S.J.

nasceva forte il desiderio di

disporre di un luogo dove

effettuare i ritiri estivi.

Il superiore del tempo, padre Pinnisi S.J., suggerì una casa colonica in territorio di Modica. Questa masseria, dono della baronessa Castro ai PP. Gesuiti, con i locali coperti adibiti a stalla e a deposito di carrube, neanche lontanamente poteva essere immaginata come casa di esercizi. Una donazione delle sorelle Giuseppina e Michelina Manlia permise i primi lavori di trasformazione. Il deposito di carrube divenne cappella, in quello che era il pollaio furono realizzate delle stanzette, la stalla fu trasformata in cucina e refettorio e così, anno dopo anno, Fugotto si trasformava. Da un’idea di fratello Ingrao e grazie ad una generosa donazione del dott. Gaetano Badami, fratello di padre Giuseppe S.J., fu costruita la piscina, che venne benedetta da padre Matteo La Grua, francescano di Palermo. La generosità del dott. Gaetano permise anche altri importanti lavori. Così, grazie alla generosità di questi benefattori e ai mattoncini donati da quanti hanno frequentato Fugotto in questi venticinque anni, la vecchia e cadente masseria è diventata l’Oasi di preghiera che oggi noi tutti conosciamo.

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Un pensiero riconoscente deve essere rivolto a padre Antonino Damiani S.J., superiore della Sicilia del tempo, che affidò Fugotto a padre Badami S.J..

Che quella casa fosse la casa giusta lo dimostrano i frutti. Quante conversioni, quante vocazioni sono nate o sono state confermate a Fugotto. Maria non si è certo risparmiata nel chiedere ed ottenere grazie su grazie, come a Cana di Galilea. Questa è in breve la straordinaria storia dell’Oasi Madonna del sorriso di Fugotto, storia straordinaria di eventi, coincidenze, premonizioni, ma che forse di straordinario non ha niente. Forse tutto quello che è Fugotto, è dovuto all’ordinario fidarsi di Dio, del sapere cogliere la Sua voce tra le mille del mondo e dell’essere docili all’azione dello Spirito Santo.

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La costruzione della cappella

Una vecchia foto di gruppo

Il pozzo

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Gesù dunque, stanco del viaggio, sedeva presso il pozzo. Era verso mezzogiorno. 7Arrivò intanto una donna di Samaria ad attingere acqua. Le disse Gesù: “Dammi da bere”. Ma la Samaritana gli disse: “Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana? ” 10 Gesù le rispose: “Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere! ”, tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva”. “Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; 14 ma chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna”. (Gv 4, 6-14)

La cappella

Il pozzo

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I benefattori Baronessa Castro Giuseppina e Michelina Manlia Dott. Gaetano Badami

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I ricordi

Una mattina di Agosto del 1992 padre Carlo Aquino S.J., durante il corso di esercizi spirituali, così esordisce: “credete nello Spirito Santo?….Si?! Bene. Lo Spirito Santo mi ha suggerito di mandarvi a due a due a Frigintini ad annunciare il Vangelo di Gesù Cristo”. E’ facile immaginare il nostro stupore e la nostra ritrosia. Non ci fu niente da fare. Nel pomeriggio ci incamminammo da Fugotto verso Frigintini. Qui, dopo una breve preghiera nella chiesa parrocchiale, ci avviammo a due a due per strada. Bussammo a tante porte e l’esperienza di ognuno di noi è rimasta, credo, come un marchio a fuoco nel

nostro cuore e nella nostra mente. Avrei preferito quel giorno avere come compagno mia moglie, ci saremmo fatti coraggio a vicenda, ma non fu così. Mi fu affiancata un’altra persona. Pazienza. Alla prima porta cui bussammo ci aprì una signora che non ci ascoltò nemmeno, anzi ci invitò ad andare via in fretta perchè stava per tornare il marito e sarebbero stati guai per noi. L’inizio di questa avventura non era stato per nulla incoraggiante. Cosa fare? Forse era meglio desistere, ma erano appena le quattro del pomeriggio e l’appuntamento per il rientro era fissato per le 18.00. Anche se scoraggiati ci facemmo forza di bussare ad un’altra porta. Qui trovammo due vecchietti che apparentemente ci accolsero per avere un po’ di compagnia, ma piano piano ci accorgemmo di quanto desiderassero che qualcuno parlasse loro di Gesù Cristo. Chissà se godono già della luce del Signore. Erano sereni, di quella serenità che è data a chi ha speso la propria vita per i figli, che magari non ti vengono a trovare. “Poverini hanno tanto da fare”, così li giustificavano, chi aveva lavorato e lottato tutta una vita per crescerli nell’onestà. Erano sereni come quelli che aspettano senza paura, anzi con gioia, l’abbraccio con il Signore Gesù. Eravamo andati per portare il Vangelo di Gesù e quei due vecchietti l’avevano annunciato a noi. Eravamo andati per dare e avevamo ricevuto. A tante altre porte bussammo, noi due e gli altri, quel pomeriggio. Ad una aprì una mamma disperata: la figlioletta era in coma per un tumore alla testa. Cosa dire a una mamma che sta per perdere un figlio? Come consolarla? Con nessuna parola umana. Puoi solo consolarla con la Parola di Dio. Ed ecco che altri due di noi parlano a quella mamma di speranza, di vita oltre la morte, di nascita nel Signore. Non erano quei due dei nostri a parlare, prestavano solo la voce a Gesù. E fu così che quella mamma si sciolse in un pianto liberatorio. Fu così che si mise a parlare della figlia non come di una condannata a morte, ma di una creatura che stava per rinascere nella gioia. E come dimenticare la meraviglia di quella ragazza al sentire qualcuno che le parlava di Gesù Cristo vivo, di Gesù presente nella nostra vita di tutti i giorni. Lei lo immaginava solo nei cieli, come una divinità estranea all’uomo, a cui bisognava solo ubbidire. In tutti questi anni ho ripensato spesso a quella esperienza e tutte le volte il cuore mi si riempie di gioia. Quando mi scoraggio nella mia vita di aspirante cristiano, il Signore mi fa quasi sempre la grazia di ritornare con la mente a quell’estate, a quella esperienza e mi tornano in mente nitide le situazioni vissute da me e dai miei compagni quel giorno. Ripenso alla sofferenza di alcuni, alla serenità di altri, allo stupore di altri ancora e anche all’indifferenza, per non chiamarla ostilità, di quella donna che in malo modo ci invitò ad andarcene. Forse dovevo essere più coraggioso. Non lo fui allora, spero di esserlo stato da allora in poi e soprattutto di esserlo adesso.

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Venticinque anni di sacerdozio di

padre Badami festeggiati a Fugotto

Padre Badami con

Padre Terranova

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Elogio della Sapienza recitata spesso da Nonno Vincenzo Gulisano di anni 96 22 In essa c'è uno spirito intelligente, santo, unico, molteplice, sottile, mobile, penetrante, senza macchia, terso, inoffensivo, amante del bene, acuto, 23 libero, benefico, amico dell'uomo, stabile, sicuro, senz'affanni, onnipotente, onniveggente e che pervade tutti gli spiriti intelligenti, puri, sottilissimi. 24 La sapienza è il più agile di tutti i moti; per la sua purezza si diffonde e penetra in ogni cosa. 25 E' un'emanazione della potenza di Dio, un effluvio genuino della gloria dell'Onnipotente, per questo nulla di contaminato in essa s'infiltra. 26 E' un riflesso della luce perenne, uno specchio senza macchia dell'attività di Dio e un'immagine della sua bontà. 27 Sebbene unica, essa può tutto; pur rimanendo in se stessa, tutto rinnova e attraverso le età entrando nelle anime sante, forma amici di Dio e profeti. 28 Nulla infatti Dio ama se non chi vive con la sapienza. 29 Essa in realtà è più bella del sole e supera ogni costellazione di astri; paragonata alla luce, risulta superiore; 30 a questa, infatti, succede la notte, ma la malizia non può vincere la Sapienza!

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Le esperienze

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1 Passando vide un uomo cieco dalla nascita 2 e i suoi

discepoli lo interrogarono: “Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché

egli nascesse cieco? ”. 3 Rispose Gesù: “Né lui

ha peccato né i suoi genitori, ma è così

perché si manifestassero in lui le

opere di Dio. 4 Dobbiamo compiere le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può più operare. 5 Finché sono nel mondo, sono la luce del mondo”. 6 Detto questo sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco 7 e gli disse: “Và a lavarti nella piscina di Sìloe (che significa Inviato)”. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. 8 Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, poiché era un mendicante, dicevano: “Non è egli quello che stava seduto a chiedere l’elemosina? ”. 9

Alcuni dicevano: “È lui”; altri dicevano: “No, ma gli assomiglia”. Ed egli diceva: “Sono io! ”. 10

Allora gli chiesero: “Come dunque ti furono aperti gli occhi? ”. 11 Egli rispose: “Quell’uomo che

La piscina di Siloe

Il rinnovo del Battesimo

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si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: Và a Sìloe e lavati! Io sono andato e, dopo essermi lavato, ho acquistato la vista”. (Gv 9, 1 – 11) Anima di Cristo, santificami Corpo di Cristo, salvami Sangue di Cristo, inebriami Acqua del costato di Cristo, lavami Passione di Cristo, confortami O buon Gesù, esaudiscimi Dentro le tue ferite nascondimi Non permettere che io mi separi da te Dal nemico maligno difendimi Nell'ora della mia morte chiamami E comandami di venire a te Perché con i tuoi santi io ti lodi nei secoli dei secoli. Amen.

Via Crucis

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La preghiera di lode    PRINCIPIO E FONDAMENTO 

L'uomo è creato per lodare, riverire e servire Dio nostro Signore, e così raggiungere la Salvezza. (S. Ignazio di Loyola).

2 Ecco, Dio è la mia salvezza; io confiderò, non temerò mai,

perché mia forza e mio canto è il

Signore; egli è stato la mia

salvezza. 3 Attingerete

acqua con gioia alle

sorgenti della salvezza”.

4 In quel giorno direte: “Lodate il Signore, invocate il suo nome; manifestate tra i popoli le sue meraviglie, proclamate che il suo nome è sublime. 5 Cantate inni al Signore, perché ha fatto cose grandiose, ciò sia noto in tutta la terra. 6 Gridate giulivi ed esultate, abitanti di Sion, perché grande in mezzo a voi è il Santo di Israele”. (Is 12, 2-6)

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Gli Insegnamenti “Giova molto che chi fa gli esercizi li intraprenda con animo aperto e generoso verso il suo Creatore e Signore, mettendogli a disposizione tutta la propria volontà e libertà, in modo che la divina maestà possa disporre di lui e di quanto possiede secondo la sua santissima volontà”. (Quinta annotazione – Es. Spirituali – S. Ignazio).

Ecco, il seminatore uscì a seminare. 4 E mentre seminava una parte del seme cadde sulla strada e vennero gli uccelli e la divorarono. 5 Un’altra parte cadde in luogo sassoso, dove non c’era molta terra; subito germogliò, perché il terreno non era profondo. 6 Ma, spuntato il sole, restò bruciata e non avendo radici si seccò. 7 Un’altra parte cadde sulle spine e le spine crebbero e la soffocarono. 8 Un’altra parte cadde sulla terra buona e diede frutto, dove il cento, dove il sessanta, dove il trenta. (Mt 12 3 – 9)

Padre Carlo Colonna S.J.

Padre Luigi Macaluso S.J.

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IERI E OGGI

Cappella (esterno)

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Le stanze sotto il gelso

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Il cortile interno

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L’orto degli ulivi

34 State bene attenti che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso improvviso; 35 come un laccio esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. 36 Vegliate e pregate in ogni momento, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo”. (Lc 21, 34- 36)

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Il Panorama Gesù al mattino

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Gesù alla sera

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I FRUTTI

Disse anche questa parabola: “Un tale aveva un fico piantato nella vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. 7 Allora disse al vignaiolo: Ecco, son tre anni che vengo a cercare frutti su questo fico, ma non ne trovo. Taglialo. Perché deve sfruttare il terreno? 8 Ma quegli rispose: Padrone, lascialo ancora quest’anno finché io gli zappi attorno e vi metta il concime 9 e vedremo se porterà frutto per l’avvenire; se no, lo taglierai”. (Lc 13,6)

Padre Badami S.J. al lavoro

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10 Ora parla il mio diletto e mi dice: “Alzati, amica mia, mia bella, e vieni! 11 Perché, ecco, l’inverno è passato, è cessata la pioggia, se n’è andata; 12 i fiori sono apparsi nei campi, il tempo del canto è tornato e la voce della tortora ancora si fa sentire nella nostra campagna. 13 Il fico ha messo fuori i primi frutti e le viti fiorite spandono fragranza. Alzati, amica mia, mia bella, e vieni! (Cantico dei cantici 2.10)

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10 Colui che somministra il seme al seminatore e il pane per il nutrimento, somministrerà e moltiplicherà anche la vostra semente e farà crescere i frutti della vostra giustizia. 11 Così sarete ricchi per ogni generosità, la quale poi farà salire a Dio l’inno di ringraziamento per mezzo nostro. 12 Perché l’adempimento di questo servizio sacro non provvede soltanto alle necessità dei santi, ma ha anche maggior valore per i molti ringraziamenti a Dio. 13 A causa della bella prova di questo servizio essi ringrazieranno Dio per la vostra obbedienza e accettazione del vangelo di Cristo, e per la generosità della vostra comunione con loro e con tutti; 14 e pregando per voi manifesteranno il loro affetto a causa della straordinaria grazia di Dio effusa sopra di voi. 15 Grazie a Dio per questo suo ineffabile dono!(2 Cor 9,10)

Il dono di Dio: bellezza e profumo

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I relatori Padre Luigi Macaluso S.J. Padre Vincenzo Arcieri S.J. Padre Angelo Lello Padre Filadelfio Coppone Padre Carlo Colonna S.J. Padre Giovanni Stracquadanio Padre Carlo Aquino S.J. Padre Giuseppe Tarantino Padre Francesco Apicella S. J. Padre Francesco Beneduce S.J. Padre Vincenzo Pezzimenti S.J. Padre Gaetano Santangelo Fra Leonardi Fra Felice Padre Salvo Millesoli Padre Giacomo Calcagno S.J. Padre Giuseppe Badami S.J. Padre Cascio Padre Pavone S.J. Padre Piero Cannizzaro S.J. Padre Belluzzo S.J. Padre Carlo Sorbi S.J. Padre Antonio Damiani S.J. Padre Nicola Barboso Padre Vincenzo Toscano S.J. Padre Giuseppe Lombardo S.J. Padre Tumino Padre Nobile Padre Drago Padre Matteo La Grua Padre Pera S.J. Padre Aldo Modica Padre Fulvio de Fulvi (solo alcuni… citati a memoria)

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Briciole di santita’

Spunti di riflessione tratti dalle catechesi di Padre Giuseppe Badami S.J.

Ai piedi della Croce ”Uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua” (Gv 19, 34).

Il profeta Ezechiele (Ez 47) in visione vide uscire dal lato destro del tempio un fiume d'acqua che si andava ingrossando e dovunque arrivava quest'acqua tutto veniva risanato. Le acque malsane diventavano bevibili, le acque morte diventavano piene di vita e sulle sponde di questo fiume crescevano meravigliosi alberi. Signore, ci mettiamo ai piedi della Croce per essere risanati. Desideriamo immergerci nell'acqua e nel sangue che sgorgano dal tuo costato, affinchè il nostro cuore venga risanato. Signore abbiamo tante ferite dentro che debbono essere rimarginate . Ti chiediamo il risanamento dei nostri pensieri, dei nostri sentimenti. Ti chiediamo la purificazione di tutti i nostri sensi, del nostro corpo, del nostro spirito. Gesù, ti presentiamo tutti i nostri peccati, vogliamo essere purificati. Signore noi rinunciamo al peccato, lo deponiamo ai piedi della tua croce e invochiamo il tuo amore. Purifica, Gesù, le nostre mani. Ti chiediamo il perdono di tutti i peccati che abbiamo fatto con queste mani, ti chiediamo di purificarle e renderle sante. Possano da oggi in poi fare solo opere sante. Purifica, i nostri occhi. Donaci occhi che sappiano vedere la tua immagine nei fratelli e in modo speciale in quelli che soffrono. Donaci i tuoi occhi. Donaci occhi limpidi, occhi sani, occhi puri, occhi che sappiano vedere il buono e il bello che c'è nella creazione, il buono e il bello che c'è nei nostri fratelli. Purifica le nostre labbra affinchè escano parole edificanti, piene di comprensione, di amore, di carità. Purifica il nostro amore, Gesù. Donaci un cuore rinnovato. Donaci gli affetti, l'amore, la purezza, i sentimenti del tuo cuore. Tutto il nostro corpo lo immergiamo nella tua acqua e nel tuo sangue, o Gesù buono. Quanti peccati in questo corpo! Signore lavalo. Gesù, tu vuoi rinnovarci, vuoi rinnovare il nostro battesimo, vuoi donarci una nuova effusione del tuo Spirito. Tu gioisci nel purificarci, perchè la tua missione è renderci sani, belli, togliendo in noi il peccato. Desideriamo sperimentare la tua presenza liberatrice e guaritrice. Con fede ci immergiamo nell'acqua e nel sangue del tuo amore. Come il lebbroso che si immerse sette volte nell'acqua del Giordano ( 2Re 5,14) e usci guarito dalla lebbra, noi ci immergiamo nell'acqua e nel sangue del tuo costato per guarire dalla nostra lebbra: i sette vizi capitali. Per sette volte ci immergiamo e un vizio alla volta cadrà. Cadrà la superbia, l'ira, la gelosia, la lussuria, l'avarizia, la gola, l'accidia. Io sono Nàaman, sono lebbroso, sono davanti a te, Signore, e ti chiedo di guarirmi! Signore abbi pietà di me. Grido a te: Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me. Metti la tua mano sulla lebbra delle mie mani, dei miei occhi, del mio corpo, della mia vita, della mia anima, del mio cuore, di tutti i miei sensi. Guariscimi Signore.

25 Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati; io vi purificherò da tutte le vostre sozzure e da tutti i vostri idoli; 26 vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. 27 Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo i miei statuti e vi farò osservare e mettere in pratica le mie leggi. 28 Abiterete nella terra che io diedi ai vostri padri; voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio ( Ez 36,25-28).

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La luce di Dio.

Gesu’ dice: Io sono la luce del mondo. In proporzione alla tua adesione a me, tu sei luce per i tuoi figli, per i tuoi alunni, per tuo marito o per tua moglie, per i tuoi amici. Noi siamo luce solo se siamo in comunione con Cristo Gesù. Noi siamo come la luna: non abbiamo luce propria. Ricordiamoci fratelli che la luce e’ una. La luna riceve la luce e la proietta. Allo stesso modo se tu vuoi essere una buona mamma apriti a Gesù. Prega Gesù papa’ che mi ascolti. Vuoi essere un buon papa’? Apriti a Gesù. Incontrati più spesso possibile con Lui, riceverai la luce e sarai un ottimo padre di famiglia, sarai un buon marito. Tu insegnante vuoi essere un buon insegnante, vuoi guidare bene i tuoi alunni? Apriti a Gesù, prega e Lui ti illuminerà. Con questa luce saprai essere equilibrato, saprai dare i consigli giusti, saprai ben fare il tuo difficile lavoro. Ricordiamoci, fratelli, che la luce penetra. Solo se abbiamo la luce di Gesù, con le nostre parole potremo penetrare i cuori dei fratelli, sapremo guidare i figli,

gli alunni. Gesù dice: Voi siete la luce del mondo (Mt 5,14). Ma senza Gesù io sono una lampada spenta. Questo concetto semplicissimo non lo vogliamo capire perchè siamo orgogliosi, superbi e pieni di noi stessi. La superbia del mondo d'oggi è qualcosa di incredibile: nel mondo politico, nel mondo della scienza, nella vita di tutti i giorni. Non si riesce a capire che senza la luce di Dio siamo lampade spente. Se io sacerdote riesco a fare un poco di bene, non sono io a farlo, è Gesù che passa attraverso le mie parole e vi tocca il cuore. Se non c'è questa luce, le mie parole rimangono come le parole scritte su un foglio, restano morte. Così le tue parole, cara mamma, sono efficaci se ti incontri con Gesù, se tu sei illuminata da Gesù. Ecco, quindi, cosa significa la frase di Gesù: “Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa . Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli” (Mt 5,14-16). In noi si debbono vedere le cose buone. Spesso di noi che andiamo in chiesa si dice che siamo duri, che critichiamo tutto e tutti, che non perdoniamo. Se è vero quello che la gente dice, vuol dire che non siamo luce. Riflettiamo su questo fratelli: se vogliamo essere buoni cristiani, dobbiamo essere luce. Noi siamo chiamati ad essere luce e per essere luce dobbiamo essere innestati in Cristo Gesù.

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La mitezza “Beati i miti, perché erediteranno la terra” (Mt 5,5) La mitezza e’ forza e non debolezza. Questa e’ una certezza e questa certezza ce la dà Gesù che è mite e umile di cuore (Mt 11, 29), mite e umile nel parlare, mite e umile nell'agire. E’ Gesù non è un debole. Gesù è forza piena d’amore, forza piena di misericordia, forza piena di dolcezza:”Tu, padrone della forza, giudichi con mitezza; ci governi con molta indulgenza, perché il potere lo eserciti quando vuoi”. (Sap 12,18) Il segno della fortezza non è la violenza. Chi è violento è un debole. Vediamo la mitezza sotto tre angolature, sotto tre

dimensioni: la dimensione escatologica, la dimensione sociale, la dimensione personale. La mitezza è frutto dell'azione dello Spirito Santo in noi: chi si apre alla Sua azione e da Lui si lascia guidare ottiene questo frutto. Cosa fa lo Spirito Santo? Ci fa partecipare alla mitezza di Gesù e ci comunica la mitezza di Dio. Lo Spirito Santo, se lo lasciamo agire, ci fa sempre più simili a Gesù e Gesù ci dà l’esempio: “imparate da me”. Mitezza non significa subire, ma significa fermezza e chiarezza: “Se ho parlato male, dimostrami dov’è il male; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?”(Gv 18, 23). Con lo sguardo fisso in Gesù, che è pieno di Spirito Santo, speriamo di avere le Sue stesse virtù. Chi è mite non è presuntuoso, chi è mite non aggredisce, non è impaziente, sa attendere. Bisogna imparare ad essere miti anche verso Dio: sapere attendere ed accettare con mitezza i momenti dolorosi della propria vita. Il mite non ha fretta, aspetta, ha pazienza. Con questo dono, nei momenti bui della vita, si soffre e si piange, ma si sa anche attendere. Ci si può chiedere anche con rabbia il perché della sofferenza, ma lo Spirito Santo placherà l’animo e a poco a poco farà comprendere che c'è un disegno di Dio su ognuno. Al momento opportuno lo si vedrà e lo si comprenderà. “Se ha permesso che tu soffra è perchè ne sorge un bene che tu oggi non conosci ancora “ (da S. Agostino) Chi è mite ama, chi è mite non fa male a nessuno né con le parole, né con le azioni: chi ha questo dono sa amare, sa perdonare. Chi non ha questo frutto è inquieto, ce l'ha con tutto e con tutti. Noi che seguiamo Gesù Cristo dobbiamo fare nostre le parole di Paolo: ”Ma tu, uomo di Dio, fuggi queste cose; tendi alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza. Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella professione di fede davanti a molti testimoni”. (1Tm 6,11) Chiediamo con insistenza questo dono allo Spirito di Dio, perchè la carità che tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta (1Cor 13,7) è frutto della mitezza. Si, Signore, concedici questo dono. Chi è mite ama e ama anche se stesso. Il mite accetta se stesso, accetta di essere vecchio, accetta di essere malato. Accetta i propri limiti, i propri difetti, i propri peccati come debito da pagare alla natura fragile e miserabile. Noi che seguiamo Gesù Cristo condanniamo e combattiamo il nostro peccato, ma non condanniamo noi stessi e pentiti ci affidiamo alla misericordia di Dio. Il mite condanna i peccati degli altri, ma non condanna il peccatore, anzi lo ama e cerca di aiutarlo. Il mite è anche pieno di umiltà: sa bene che non c'è peccato che gli altri commettono che non possa essere da lui commesso e ringrazia Dio per non averlo ancora commesso. Signore donaci la tua luce affinché tutto ciò sia da noi accettato e messo in pratica.

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Una piccola raccolta dei programmi

Con il termine di esercizi spirituali si intende ogni forma di esame di coscienza, di meditazione, di contemplazione, di preghiera vocale e mentale,e di altre attività spirituali, come si dirà più avanti. Infatti, come il passeggiare, ilcamminare e il correre sono esercizi corporali, così si chiamano esercizi spirituali idiversi modi di preparare e disporre l'anima a liberarsi da tutte le affezioni disordinate e, dopo averle eliminate, a cercare e trovare la volontà di Dio nell'organizzazione della propria vita in ordine alla salvezza dell'anima. (S. Ignazio di Loyola - Esercizi Spirituali - Prima annotazione).

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LA MIA ESPERIENZA DI FUGOTTO Da quando alcuni fa sono approdato a Fugotto, su invito di P. Badami, per animare una delle

settimane di spiritualità che vi si svolgono, ho potuto constatare personalmente la forza dello Spirito Santo, che porta avanti quest’opera di Dio. Ma Dio non fa le sue opere, se non trova strumenti docili, in cui e attraverso cui operare. C’è un bel testo del libro della Sapienza, che a me piace molto citare : “In suo potere siamo noi e le nostre parole, ogni intelligenza e ogni nostra abilità” (Sap 7,16). “Nelle sue mani siamo noi”: quando siamo veramente nelle mani di Dio e ci lasciamo usare da queste mani, allora vengono fuori opere meravigliose, in cui Dio opera in noi e attraverso noi e noi operiamo in Lui. Fra queste opere ci sono senz’altro i 25 anni di settimane di spiritualità carismatica-ignaziana, che si svolgono dal 15 luglio al 15 settembre di ogni anno a Fugotto.

Molti sono stati i segni della Presenza viva di Dio in queste settimane. L’ho vista nell’afflusso costante di anziani, adulti, giovani e fanciulli, persino bambini, e dalla pazienza con cui affrontavano i sacrifici inerenti agli alloggi, che non a tutti davano quel comfort che oggi si cerca nei periodi estivi di vacanza; poi nell’intensità dell’impegno spirituale che si protraeva per tutta la giornata e si concludeva a tarda sera con tempi di adorazione e di preghiera di vario genere. Mai ho visto segni di stanchezza e di noia, ma sempre il fervore cresceva man mano che i giorni passavano.

La meditazione continua della Parola di Dio, la preghiera carismatica nell’entusiasmo dei canti e degli interventi liberi, la preghiera contemplativa di adorazione, le condivisioni fraterne, le rappresentazioni teatrali sul Vangelo, le celebrazioni eucaristiche e penitenziali, e, infine, la gioia di scoprire un rapporto più profondo con Dio, che solo può saziare l’anima: ecco, tutte queste cose vengono da Dio e non sono certo farina del nostro sacco, che spesse volte è riempito del contrario di tutto questo. Chi in un momento, chi nell’altro, tutti venivano toccati da un particolare passaggio di Dio, che cambiava in meglio e arricchiva la loro vita.

In questi anni ho potuto portare avanti la meditazione di alcuni temi molto importanti per la formazione di un cristiano adulto nella fede, che progressivamente si riveste della mentalità di Cristo, Abbiamo trattato l’Apocalisse di Giovanni, il vivere per la gloria di Dio, la pace e altri che non ricordo. Per me in ogni settimana ho cercato di comunicare ai partecipanti ciò che lo Spirito mi metteva in cuore di volta in volta, giorno per giorno, a volte anche di ora in ora e così spero di aver trasmesso qualcosa di vivo e di sentito interiormente. Mi ricordo che una volta, mentre in macchina raggiungevo Fugotto, chi guidava mi chiese il tema del ritiro. Glielo dissi, ma nelle ore seguenti la mente andò ad un altro tema, che però mi era apparso alla coscienza da poco tempo, diverso da quello che avevo preparato. Così cominciai a parlare di quel tema, perchè sentii che lo Spirito voleva che trattassi quello. Dico questo un po’ per condividere qualcosa di me stesso nel momento che vengo a Fugotto, un po’ per esortare tutti a lasciarsi guidare dallo Spirito nelle svariate vicende della vita, soprattutto quando lavoriamo per cose che appartengono più a Dio che a noi e, per lavorare bene, ci vuole una sapienza più divina che umana.

Ho trovato sempre un uditorio attento e desideroso di sapere di più delle vie del Signore e di crescere nell’adorazione e nell’esperienza di Dio. Io sono napoletano e i napoletani sono calorosi, ma ho trovato i siciliani altrettanto calorosi, forse perché i catanesi hanno l’Etna sopra di loro come noi napoletani abbiamo il Vesuvio! Per questo l’intesa è stata spontanea e abbiamo potuto passare assieme una settimana in gioia spirituale e nella crescita dello Spirito. P. Badami, poi, con cui ho condiviso i primi due anni di noviziato nella Compagnia di Gesù e altri anni della formazione seguente, è stato sempre presente nei momenti forti e la collaborazione tra noi due è stata perfetta per un miglior servizio dei fedeli.

Auguro che la Comunità Carismatica-Ignaziana del Crocifisso dei miracoli cresca sempre più in qualità spirituale e in numero di aderenti per la maggior gloria di Dio e la salvezza delle anime.

P. Carlo Colonna S.J.

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Chi viene qui porta con sé la disponibilità a vivere in pace con gli altri, ad accettare piccoli disagi. Si gode della compagnia di altre buone persone. Non c’e la televisione e i giornali che spesso inquinano la nostra giornata, riportando solo cattive notizie e inculcando la moralità che ciò che piace è lecito. Così è facile formare un clima di preghiera che porta all’incontro con Dio e alla pace interiore. I canti, le catechesi, la S. Messa, le altre liturgie che riempiono la giornata, le allegre chiacchierate, tutto concorre a poter dire che Fugotto è un angolo di paradiso in terra. E la settimana passa veloce e lascia il rimpianto per essere stata breve e il desiderio di tornarci al più presto possibile. Sarebbe meno difficile la nostra vita se si riuscisse a vivere ogni giorno come si vive a Fugotto. P. Vincenzo Arcieri S.J.

L’anima mia magnifica il Signore… perché grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente. Ecco, penso sia questo il modo più appropriato, sintetico e profondo per esprimere a Dio la mia gratitudine per questo luogo, dono del suo Amore, che è Fugotto. “Venite in disparte e riposate”, con queste parole affettuose di Gesù, gli Apostoli si sentivano già chiesa. Queste parole riecheggiano ancora oggi, in segno di accoglienza per tutti noi, in questo luogo di preghiera, di ascolto, di comunione fraterna. Luogo in cui la benedizione di Cristo si sperimenta e non solo col creato, ma con tutti quegli sguardi, sentimenti, emozioni che ci fanno sentire anche se per attimi “un sol cuore ed un’anima sola”. Ho sempre gustato la bellezza e l’armonia di Fugotto, che ci fa sentire chiesa pur nella diversità di ognuno. E’ la Parola di Dio seminata in un cuore pronto che segna l’anima e la mente fissandola nella propria memoria. “Vieni e vedi” in queste parole evangeliche c’è tutto il mistero di Cristo per ognuno di noi, noi che per primi siamo stati chiamati a perseverare, ad amare, a custodire il suo bene, l’opera che Dio ha preparato per ognuno di noi in questo tempo di grazia in cui viviamo. E’ in questo tempo che Egli ci chiama ad essere comunità, ci chiama alla mensa della sua Parola. Fugotto non è solo una esperienza da fare, ma un cammino da continuare. Roberto P. Arrivare qui è come aprire la porta di casa dopo un lungo viaggio. Vieni avvolto da quella sensazione di benessere che ti da il sentirti di nuovo a casa. Ritrovi l’abbraccio dei tuoi cari, i muri amici, le tue cose di ogni giorno, le tue abitudini. Qui è Maria Santissima che ti accoglie con il sorriso e il calore dei fratelli, con i quali vivrai un’esperienza preziosa per il tuo spirito. Varcato il portone d’ingresso ritrovi i muri amici, la cappella dove Gesù ti aspetta, la tua stanzetta che condividi con persone che conosci o che incontri per la prima volta. Ritrovi il suono della campana che scandisce le giornate di preghiera. Ecco sei tornato a casa dopo un lungo viaggio. Un viaggio durato un anno. Mariella B.

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Fugotto è:

Conversione (Mariella C.) Intimità con Gesù (Anna S.) Palestra dello Spirito (Nuccia R.) Pace, preghiera e fratellanza (Eddy R.) Ricarica dello Spirito (Nino S.) Rifugio prezioso per l’anima (Mariella B.) Gioia di scoprire un rapporto più profondo con Dio

(P.Colonna S.J.) La manifestazione dell’amore di Dio (Maria Rita G.) Riscoperta di Dio Anticipo di Paradiso Le tre tende di Pietro Un cammino

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I bambini

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Foto di gruppo

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La gioia di stare insieme

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La condivisione

La meditazione

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La Grotta

10 come un ulivo verdeggiante pieno di frutti, e come un cipresso svettante tra le nuvole. (Sir 50, 10)

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Madre Santa, sei stata la prima a varcare la soglia di questa casa e ne hai preso fermo possesso. Tu la guardi benigna da venticinque anni ed è solo grazie alla Tua intercessione se quella che era una masseria abbandonata è diventata casa di preghiera, l’Oasi che porta il tuo nome: “Madonna del sorriso”. Con questo tenero sorriso accogli chi si accosta a Te nella solitudine delle prime luci del giorno o sul far della sera. Quante preghiere, suppliche, ringraziamenti, richieste di consolazione si sono innalzate a Te da questa grotta. Nessuno è tornato indietro deluso. A tutti dai la forza di guardare avanti e di essere come gli ulivi che punteggiano il viottolo che conduce a TE: forti, tenaci, fiduciosi e capaci di portare frutto, pur tra mille difficoltà. Grazie Madre Santa.

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Fugotto Chi li sente parlare quando tornano da Fugotto, sembra che siano stati alle Seycelles o alle isole di Capo Verde dopo una vacanza spensierata e stupenda. La felicità esplode da tutti i pori, ed è smaniosa di volersi comunicare. Per tutto il resto dell’anno continueranno ad assaporarla. In verità si tratta di una ex masseria, sita nei pressi di Modica, circondata da campi, aridi di stoppie, recintati da muri di pietra locale, tirati a secco, qua e là interrotti da grossi carrubi dal verde intenso. Niente di più. Per capire dove risiede tanto fascino, devi farne esperienza. Tu arrivi a Fugotto, per esempio, il Lunedì. Ti accoglie subito un’aria gioiosa, come di vigilia, complici la frescura del gelso, l’ambiente pulito e la mitezza della campagna. Poi, la sera, quando vai all’edicola dell’Immacolata, ti accorgi che tutte quelle stelle, in processione con te, vanno a deporre dentro ogni grano del tuo rosario, i mille pensieri che si affollano, insieme con i progetti. presto capisci che il titolo di “oasi Madonna del Sorriso” è davvero appropriato. La campana che ti desta al mattino, ti dà il brivido del giorno che chiama. Intuisci qual è il centro, attorno a cui gravita tutta la pace che invade lo spirito: la cappellina, dove vai a deporre il vocio di tutte le cose inutili, abbandonate a valle. Ti sorprende il silenzio, il silenzio di cui non sapevi di averne tanto bisogno. Un nuovo tocco di campana ti invita a nuove verifiche: si insinua nella tua interiorità la determinazione, per cui ti disponi ad accogliere gli inviti inequivoci della Parola di Dio. La preghiera, della quale ora avverti l’importanza, ti guida verso mete insospettate; e una certezza nuova ti rassicura: ecco, Io sto alla porta e busso; se apri, sentirai: “beati quelli che il Signore al suo ritorno troverà desti. In verità vi dico, si cingerà le sue vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli.” La tavola imbandita contiene mille portate che andrai delibando mentre ti vengono offerte. La misura sarà sempre congrua con le tue aspettative, senza scompensi, e adatta sempre al livello tuo di crescita. Qualcuno dall’alto, ti suggerirà le ispirazioni che tu andrai annotando sul taccuino della vita, che ha già imboccato direzioni migliori. Quando, al termine dell’esperienza, ti scenderanno lacrime silenziose, sarà segno che un cammino più vero è stato intrapreso, che ti ha riappacificato con quella felicità, cercata per lidi diversi. Ora invece possiedi la certezza di essere stato sul Monte, dove si potevano costruire tre tende. Le hai costruite e, scendendo, sei certo che là, sul Colle, tu Lo hai visto, e ti ha anche parlato!.... (E’ il 25° anno di Fugotto, ma oggi parla a te). Padre Luigi Macaluso S.J.

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Centro di Spiritualità Carismatica Ignaziana www.rocciadisalvezza.it Uso manoscritto. 7 – 2008_1