24/05/12 Italia Oggi 24/05/12 La Voce di Romagna Ravenna · LA CURIOSITÀ Ma l'ex pornostar Selen...

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Cronaca Cultura e Turismo Economia e lavoro Pubblica Amministrazione Sanità, sociale, servizi per l'infanzia INDICE Terremoto Emilia, l'Anc chiede sospensione tributi 24/05/12 Italia Oggi 2 Ma l’ex pornostar Selen sceglie il rito religioso Il 7 luglio fiori d’arancio in San Giovanni Evangelista 24/05/12 La Voce di Romagna Ravenna 3 “Disfida dei Bursôn 2012”, vince Zini 24/05/12 Corriere Romagna Ravenna 4 Di Zini il migliore fra i Burson Sabato la premiazione 24/05/12 Il Resto del Carlino Ravenna 5 Il Bursôn 2008 di Zini miglior etichetta nera dell’anno 24/05/12 La Voce di Romagna Ravenna 6 I tagli appiedano il trasporto locale 24/05/12 Il Sole 24 Ore 7 Fabbricati montani senza Imu e Irpef 24/05/12 Il Sole 24 Ore 8 Sud e sanità, la beffa dei rimborsi 24/05/12 Il Sole 24 Ore 9 Trasporto pubblico bloccato dai tagli 24/05/12 Il Sole 24 Ore 12 Verifiche in 20 giorni per lo stop all'Imu 24/05/12 Il Sole 24 Ore 13 Interventi urgenti: stanziati dieci milioni 24/05/12 Il Sole 24 Ore 14 Il biomedicale in ginocchio per il sisma 24/05/12 Il Sole 24 Ore 15 Fondi da banche ed enti locali per ripartire 24/05/12 Il Sole 24 Ore 17 Le proteste contro Equitalia gonfiate dall'opportunismo 24/05/12 Italia Oggi 18 Lo stato paga con buoni del tesoro 24/05/12 Italia Oggi 19 Tassa soggiorno solo sul turista 24/05/12 Italia Oggi 21 L'università non può essere affidataria di incarichi da altre pa 24/05/12 Italia Oggi 22 Il mancato rispetto del Patto travolge i gettoni di tutti i consiglieri 24/05/12 Italia Oggi 23 Terremoto Emilia, l'Anc chiede sospensione tributi 24/05/12 Italia Oggi 2 Mutui, cresce il debito delle regioni 24/05/12 Italia Oggi 24 La Pec va sul web 24/05/12 Italia Oggi 26 Sud e sanità, la beffa dei rimborsi 24/05/12 Il Sole 24 Ore 9 Pagina 1 di 26

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Cronaca

Cultura e Turismo

Economia e lavoro

Pubblica Amministrazione

Sanità, sociale, servizi per l'infanzia

INDICE

Terremoto Emilia, l'Anc chiede sospensione tributi24/05/12 Italia Oggi 2

Ma l’ex pornostar Selen sceglie il rito religioso Il 7 luglio fiori d’arancio in San Giovanni Evangelista24/05/12 La Voce di Romagna Ravenna 3

“Disfida dei Bursôn 2012”, vince Zini24/05/12 Corriere Romagna Ravenna 4

Di Zini il migliore fra i Burson Sabato la premiazione24/05/12 Il Resto del Carlino Ravenna 5

Il Bursôn 2008 di Zini miglior etichetta nera dell’anno24/05/12 La Voce di Romagna Ravenna 6

I tagli appiedano il trasporto locale24/05/12 Il Sole 24 Ore 7

Fabbricati montani senza Imu e Irpef24/05/12 Il Sole 24 Ore 8

Sud e sanità, la beffa dei rimborsi24/05/12 Il Sole 24 Ore 9

Trasporto pubblico bloccato dai tagli24/05/12 Il Sole 24 Ore 12

Verifiche in 20 giorni per lo stop all'Imu24/05/12 Il Sole 24 Ore 13

Interventi urgenti: stanziati dieci milioni24/05/12 Il Sole 24 Ore 14

Il biomedicale in ginocchio per il sisma24/05/12 Il Sole 24 Ore 15

Fondi da banche ed enti locali per ripartire24/05/12 Il Sole 24 Ore 17

Le proteste contro Equitalia gonfiate dall'opportunismo24/05/12 Italia Oggi 18

Lo stato paga con buoni del tesoro24/05/12 Italia Oggi 19

Tassa soggiorno solo sul turista24/05/12 Italia Oggi 21

L'università non può essere affidataria di incarichi da altre pa24/05/12 Italia Oggi 22

Il mancato rispetto del Patto travolge i gettoni di tutti i consiglieri24/05/12 Italia Oggi 23

Terremoto Emilia, l'Anc chiede sospensione tributi24/05/12 Italia Oggi 2

Mutui, cresce il debito delle regioni24/05/12 Italia Oggi 24

La Pec va sul web24/05/12 Italia Oggi 26

Sud e sanità, la beffa dei rimborsi24/05/12 Il Sole 24 Ore 9

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Terremoto Emilia, l'Arte chiede sospensione tributi

Sospensione dei termini degli adempimenti tributari, previdenziali e processuali per i territori colpiti dal sisma del 20 maggio. La richiesta arriva dall'Associa-zione nazionale commercialisti che ha inviato una nota al presidente del consiglio Mario Monti. Nella riunione del consiglio dei ministri di ieri infatti, non è stato an-nunciato nessun blocco del termini per gli adempimenti fiscali e affini ma solo la sospensione dell'Iran per case e fabbricati che risultino da esame danneggiate. «L'Associazione Nazionale Commercialisti» scrive

Marco Cucirei, presidente di Anc, «a seguito del grave evento sismico che ha colpito pesantemente le popola-zioni delliendlia, ritiene indispensabile che il Governo intervenga tempestivamente con un immediato provve-dimento di proroga di tutti gli adempimenti tributari, previdenziali, di natura processuale, nonché delle sca-denze nei confronti degli istituti di credito, a favore delle comunità che si trovano nella condizione di emer-genza. Circoscrivere l'eventuale proroga alla sola Imo, costituirebbe una misura dall'effetto limitato rispetto alla gravità della situazione».L'Associazione Nazionale Commercialisti ritiene inoltre improcrastinabile l'esa-me, da parte del Legislatore, di una normativa atta a rendere automatico, in occasione della dichiarazione dello stato di calamità naturale e dello stato di emergen-za, il provvedimento di proroga di tutti gli adempimenti fiscali previsti.

Pagina 25 Unico 2012 proroga allargata

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ItaliaOggi

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LA CURIOSITÀ

Ma l'ex pornostar Selen sceglie il rito religioso Il 7 luglio fiori d'arancio in San Giovanni Evangelista RAVENNA Va in controten-denza Luce Caponegro. La 45enne ravennate, ex regi-na dell'hard allontanatasi dai set a luci rosse ormai 12 anni fa - il prossimo 7 luglio, alle 16, convolerà a nozze con il fidanzato, il terapeuta ed esperto di tecniche olistiche Toni Putortì (47 anni). E lo farà davanti all'altare. Niente matrimonio civile, dunque, perché Luce - che ormai ha abbandonato de-

finitivamente il nome d'ar-te Selen e oggi è afferma-ta attrice e Dj - ha scelto di sposarsi con rito religioso. Per l'attrice e showgirl si tratta del secondo matrimonio, il primo - fini-to in fretta - fu a 18 anni in municipio. Questa volta Luce giurerà amore eterno al suo Toni, esperto di yo-ga (non a caso sulle parte-cipazioni i futuri sposi ven-gono ritratti mentre sono uniti in meditazione) e lo

farà davanti all'altare della Basilica di San Giovanni E-vangelista, lo stesso altare che a fine aprile l'ha vista ricevere il sacramento del-la cresima direttamente dal vescovo Verucchi. "Il matrimonio unisce anche lo spirito - afferma l'attrice - per questo sono pronta a sigillare questa unione in chiesa. Poi, dopo la ceri-monia, gran festa con più di 200 invitati a Villa Ghigi a Godo di Russi. Le partecipazioni

I

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VOC IA -

Ravenna

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Fatidico sì? Ora si può dire anche ulta Classense

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di Ravenna ~ere press unE

24/05/2012

"Disfida dei Bursón 2012" , vince Zini È un 2008 dell'azienda di Boncellino l'etichetta nera uscita vincitrice dal concorso

BAGNACAVALLO. Il mi- glior Bursón etichetta ne-ra attualmente in commer-cio è quello prodotto dall'a-zienda Zini di Boncellino. E' questo il responso della "Disfida dei Bursón 2012", svoltasi al ristorante La Scottona. Giunta alla sua nona edizione, l'iniziativa ideata dagli aderenti al consorzio "Il Bagnacaval-lo" per decretare il miglior vino Bursón in circolazio-ne, ha riscosso come di consueto un grande suc-cesso. A far gli onori di ca-sa non poteva che essere l'enologo del consorzio, Sergio Ragazzini, che ha condotto la serata e guida-to i circa 120 commensali presenti nelle vesti di giu-rati, con l'arduo compito di decidere tra i vini fina-listi quello migliore. In particolare sono stati cin-que i Bursón proposti in degustazione, tutti indivi-duati in precedenza du-rante le cene a tema che si sono svolte nel corso delle ultime settimane. Si tratta del Bursón 2007 dell'azien-da Paolo Gordini di Bon-cellino (vincitore della ce-na presso l'Osteria di Piaz-

za Nuova a Bagnacavallo in collaborazione con il Lions Club di Lugo); del Bursón 2007 della Tenuta Uccellina di Russi (vinci-tore della cena presso Pa-lazzo Baldini di Boncelli-no in collaborazione con il Rotary Club Lugo); il Bur- s "Cm 2008 dell'azienda Anto-nio Casadio di Cotignola (vincitore della cena pres-so il ristorante Terantiga di Castel San Pietro Terme

in collaborazione con l'Ac-cademia della Muffa Nobi-le); il Bursón 2007 dell'a-zienda Randi di Fusignano (vincitore della cena pres-so la Ca de Vén di Raven-na). Ed infine, ovviamen-te, quello che è risultato il vincitore della serata: il Bursón 2008 dell'azienda Zini di Boncellino, già vin-citore della cena presso il ristorante Honolulu di Li-do di Spina. Il miglior Bur-

I I rappresentante

dell'azienda Zini è accanto

all'enologo Ragazzini (alla

sua dx) e all'orafo Ponzi e

tiene in mano il gioiello che

gli verrà ufficialmente

consegnato sabato

s Cm. sarà a questo punto premiato sabato, all'inter-no di "Alla Corte di Bac-co", quando piazza della Libertà tornerà a trasfor-marsi ne "La piazza in ta-

vola", allestimento di oste-rie tradizionali, con menù ispirati ai vini e ai prodotti tipici. Al vincitore verrà consegnato il "Cavallo ne-ro", un esclusivo gioiello

realizzato dall'orafo Paolo Ponzi di Bagnacavallo. La serata dedicata a quello che è il prodotto di nicchia del consorzio è stato anche un momento per ripercor-rere insieme quanto di im-portante è stato fatto in questi anni da un punto di vista commerciale. «Nel 2011 - ha detto Sergio Ra-gazzini - la produzione delle bottiglie è aumentata del 15 %, arrivando a quota 70mila. Vogliamo comun-que mantenere il Bursón come prodotto di nicchia all'interno del mercato vi-nicolo». E gli affari sem-brano andare bene anche oltre i confini nazionali. «Non solo in Europa - con-clude Ragazzini - ma or-mai il Bursón lo troviamo in America, in Giappone e presto verranno commer-cializzate circa tremila bottiglie anche in Cina».

Emanuele Staffa

Pagina 14 Cronaa Lugo

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Ilgiudicesentealtritestimmi Cantinidesnilloromeuemarmo'

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VN LA GIURIA HA DECISO

Di Zini il migliore fra i Burson

Sabato la premiazione

DOPO nove anni, il titolo di miglior 'Burson' è tornato nelle mani dell'azienda Zini di Boncellino. L'elezione è avvenuta di martedì al ristorante La Scottona al termine del percorso di cinque selezioni dedicate alle etichette nere 2007 e 2008. In gara, oltre a Zi.:n.i, che ha vinto la prima edizione del premio istituto nel 200.3, c'erano le aziende Casadio di Cotignola, Gordini di Bagnacavallo, ibridi di Fusignano, vincitrice dell'edizione 2011, e Cellina di Russi. Sul podio, oltre a Zini con 82,85 punti, Casadio con 81,92 punti e Gordini con 79,81. La prerniazione, con consegna del 'Cavallo nero', gioiello ideato dall'orafo Paolo Ponzi è prevista sabato alle 16 durante `Le osterie in piazza' a Bagnacavallo. Il Burson, vino tipico della zona, deve il suo nome all'appellativo con H quale era conosciuta la famiglia Longa:n.esì che custodiva uno dei pochi esemplari rimasti da vitigno. «La produzione — spiega l'enologo Sergio Ragazzini — ha ottenuto un incremento del 15% pari a un totale di 70mila bottiglie, Tre aziende in particolare stanno esportando in Cina e Giappone».

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(1.a.mpg cera ''acco-oe

press LIETE 24/05/2012

a Resto del Carlino

RAVENNA

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press unE LAVOCE.,.' 24/05/2012

Ravenna

II Bursón 2008 di Zini miglior etichetta nera dell'anno

II rappresentante della Zini accanto a Paolo Ponzi

il Bursón 2008 dell'azienda Zini di Boncel- lino l'etichetta nera uscita vincitrice dalla "Disfida dei Bursón 2012". Si tratta della se- conda vittoria per l'azienda che già si im-

pose nella prima edizione dell'iniziativa, nel 2004.11 ver- detto è uscito dalla cena finale della sfida, svoltasi mar- tedì al ristorante "La Scottona" in collaborazione con l'Accademia Italiana della Cucina. La giuria che ha giu- dicato i cinque vini finalisti era composta dalle 125 per- sone che hanno riempito il locale di Bagnacavallo. Sono intervenuti. Emilio Antonellini dell'Accademia Italiana della Cucina, Daniele Longanesi, presidente del Consor- zio "Il Bagnacavallo" e i sommelier Emilio Lorenzini dell'Accademia della Muffa Nobile e Giorgio Amadei. Le degustazioni sono state condotte, come nelle cinque "e- liminatorie", dall'enologo Sergio Ragazzini Questa la classifica completa dalla sfida finale: 1. Bursón 2008 Zini Boncellino; 2. Bursón 2008 Antonio Casadio Cotignola; 3. Bursón 2008 Paolo Gordini Boncellino; 4. Bursón 2007 Randi Fusignano; 5. Bursón 2007 Tenuta Uccellina Russi.

La premiazione ufficiale avverrà nella serata di sabato, in occasione della manifestazione "La Piazza in tavola", nel centro di Bagnacavallo. A novembre il vino vincitore sarà ospite di un confronto con altri prestigiosi vini ita-liani. Il rosso Bursón è sempre più internazionale. Ai mercati del Giappone (che da solo assorbe ogni anno il 20% della produzione di Bursón), degli Stati Uniti, della Germania e del Regno Unito si è aggiunto di recente an-che quello cinese.

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Il primo secolo c'elle suore Lre.. a B9mra

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press unE 24/05/2012

Il Sole12

I tagli «appiedano» il trasporto locale MANCA NN NA NO PER LA M ONT UTA

tretto tra le urgenze della crisi e i tempi distesi di proget- ti di riforma sempre troppo lontani dalla pratica, il tra-

L..› sporto pubblico locale vive una fase di profonda trasfor-mazione. Ma senza strategie.

Il calo del potere d'acquisto tiene sempre più italiani lonta-ni dall'auto privata, ma mentre cresce la domanda di mobilità pubblica diminuiscono gli strumenti finanziari per risponde-re. L'incrocio fra i tagli agli stanziamenti pubblici, l'aumento dei prezzi dei carburanti e gli incrementi delle tariffe cambia la struttura dei ricavi, mettendone una quota crescente sulle spalle degli utenti. In teoria il processo non è sbagliato, se ac-compagnato da forme di tutela per le fasce di utenza più biso-gnose, ma lo scambio fatica a funzionare: il biglietto, infatti, aumenta mentre l'offerta si riduce, insieme alla soddisfazio-ne dell'utenza, e l'età media dei mezzi circolanti sfiora gli n anni invece dei 7 previsti come obiettivo nazionale. In tempi economicamente più felici, il piano per la mobilità non è stato fatto: per questo rimediare oggi è ancora più complicato.

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Fbm e imebfli, I confini dell'esenzione

Fabbricati montani senza Imu e Irpef Gian Paolo Tosoni

I fabbricati rurali strumen-tali ubicati nei comuni classifi-cati come montani o parzial-mente montani, i quali sono esclusi dall'Imu, non sono as-soggettati alle imposte sui red-diti e relative addizionali. La conferma è stata oggetto di una risposta del dipartimento delle Finanze nel corso del question time di ieri alla Commissione Finanze della Camera.

La questione è stata affronta-ta in modo dettagliato nella cir-colare ministeriale numero 3/DF del 18 maggio 2012, dove è stato ribadito che devono co-munque essere assoggettati al-le imposte sui redditi e relative addizionali gli immobili esenti dall'Imu. Il chiarimento è inter-venuto a seguito della modifica dell'articolo 9, comma 9 del de-creto sul federalismo fiscale (Dlgs 23/20n) a opera del decre-to legge sulle semplificazioni fi-scali (D116/2011).

La modifica legislativa dero-ga al principio che con l'introdu-zione dell'imposta municipale non è più soggetta a Irp ef la ren-dita fondiaria degli immobili non locati. La nuova norma pre-cisa in modo inequivocabile che in presenza di un'esenzio-ne ai fini dell'Imu, devono co-munque continuare ad appli-carsi le regole ordinarie pro-prie che disciplinano l'Irpef e le relative addizionali. Però, nel

caso dei fabbricati rurali a uso strumentale ubicati nei comuni montani e parzialmente monta-ni (di cui all'elenco Istat), l'esen-zione Imu non determina l'as-soggettamento all'Irpef e relati-ve addizionali poiché per tali immobili, in b as e alla disciplina Irpef, le imposte sui redditi non sono comunque dovute.

Si ricorda che i comuni pos-sono considerare direttamente adibita ad abitazione principa-le l'unità immobiliare possedu-ta a titolo di proprietà o usufrut-to in Italia dai cittadini italiani non residenti nel territorio del-lo Stato, a condizione che la stessa non risulti locata. La ri-sposta fornita sempre nel que-stion time di ieri ha confermato quanto era già stato chiarito dal dipartimento delle Finanze nel-la circolare 3/DF del 18 maggio. Con il riconoscimento a tali uni-tà immobiliari dello stesso trat-tamento previsto per l'abitazio-ne principale, le stesse potran-no usufruire dell'aliquota ridot-ta e le detrazioni per i figli convi-venti di età inferiore a 26 anni. Viene precisato che qualora il comune deliberi questa agevo-lazione, sull'imposta da versare non deve essere computata la quota riservata allo Stato, di cui al comma i dell'articolo 13 Dl 201/2011, analogamente a quan-to avviene per l'abitazione prin-cipale e le relative pertinenze.

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Sud e sanità.la laetTa dei rimborsi

PìPaM'ne dOtA Pa, IL decreto esclude dalla certificazione dei crediti gli enti sottoposti ai piani di rientro da deficit e debito ,

Sud e sanità, la beffa dei rimborsi Cresce la protesta delle imprese - I governatori a Monti: è un atto incostituzionale

Francesco Benucci Roberto Turno

La Asl i di Napoli centro ha appena toccato il record (negati-vo) di sempre:1.686 giorni - 4 an-ni, 8 mesi e 15 giorni - prima di rim-borsare i fornitori di biomedicali. In Calabria le stesse imprese so-no vittime di un altro record alla rovescia appena consumato: le lo-ro fatture restano nei cassetti del-le asl in media 999 giorni. C'è poi il fresco primato in Calabria a dan-no delle industrie farmaceutiche: i rimborsi arrivano dopo 740 gior-ni. Attese che resteranno attese. Per le imprese resta infatti off li-mit la certificazione dei crediti promessa dal decreto Monti, e dunque la compensazione tra cre-diti e debiti con la Pa, proprio nel-le regioni commissariate o anche solo con piano di rientro dai me-ga disavanzi sanitari. E così mon-ta la protesta degli imprenditori: in Campania la Confindustria lo-cale è pronta a scendere in piaz-za. Ma è tutto il Sud che ribolle, quel Sud dove asl e ospedali han-no divorato deficit miliardari e dove i ritardi di pagamento sono al top. Tanto che i governatori di Campania, Lazio, Calabria, Moli-se, Abruzzo e Sicilia sono pronti a fare quadrato: è pronta una lette-ra a Monti contro una misura «ir-

ragionevole e incostituzionale che determinerebbe una ingiusti-ficata disparità di trattamento» verso le imprese creditrici. E in Parlamento fioccano le proteste e le interrogazioni al premier: fac-cia retromarcia.

Cinque regioni con la sanità commissariata: Lazio, Campania, Molise, Abruzzo e Calabria. E al-tre tre sotto piano di rientro dai

CASI LIMITE Alla Asl 1 di Napoli centro il record negativo:1.686 giorni di ritardo verso i fornitori; in Calabria fatture nei cassetti per 999 giorni

debiti: Puglia, Sicilia, Piemonte. In queste otto regioni la bozza del decreto Monti esclude le imprese dal rientro più rapido dai crediti, escludendole dalla certificazio-ne. Un beffa: è da Roma in giù che i creditori aspettano anni prima di incassare il dovuto. Intanto fal-liscono e addio posti di lavoro.

«Cornuti e mazziati», dicono gli imprenditori napoletani (e non solo). Che intanto affilano le armi. Giorgio Fiore, presidente di Confindustria Campania, ha an-

nunciato «una mobilitazione con tutte le forze politiche e sociali delle regioni coinvolte, affinché si cambi rotta». Azione conferma-ta dal presidente della locale Unioncamere, Maurizio Madda-loni: «Siamo pronti a mobilitare le nostre 5oomila imprese». Non è da meno Paolo Graziano, presi-dente dell'Unione degli industria-li di Napoli: «Stanno decretando il fallimento di una parte d'Italia».

Una reazione veemente, ma per nulla inattesa. Disagi degli im-prenditori e dell'economia loca-le, che il governatore Stefano Cal-doro conosce bene. E così è parti-to anche lui all'attacco: «Si sta commettendo un errore, un'ingiu-stizia, un crimine. Metteremo in campo ogni azione a tutela del tes-suto economico e sociale della no-stra regione». Nel mirino delle sei regioni pronte a scrivere a Monti anche l'esclusione della co-pertura del fondo di garanzia sul-le cessioni pro-soluto e pro-sol-vendo di crediti.

Garantisce Renata Polverini (Lazio): «Siamo leader in Italia della certificazione dei crediti pro-soluto, il decreto Monti non fermerà la nostra attività». Ma non ci sta la Camera di commer-cio di Roma. E neppure Federla-zio: «Inaccettabile escluderci dal-

lo sblocco dei crediti», afferma Massimo Flammini Mentre lo sta-to maggiore di tutti i Pd regionali fa quadrato: «Proprio in presenza di deficit strutturali, la possibilità di certificare i crediti può essere lo strumento utile a dare certezza sulla consistenza della massa de-bitoria». Intanto a palazzo Mada-ma il gruppo Pd ha rivolto un'in-terrogazione urgente al premier: faccia marcia indietro. E l'Udc non è da meno.

E anche a livello nazionale le imprese bocciano il decreto. Con-testa Confcommercio. «Un'ingiu-stificata e inaccettabile penalizza-zione per chi produce ricchezza e occupazione», fa eco Paolo Ange-lucci, presidente di Assinform (servizi informatici). Cauto per il momento il presidente di Farmin-dustria, Massimo Scaccabarozzi: «Bene lo spirito del decreto Mon-ti, ma aspettiamo la versione fina-le perché ci sono delle criticità». Ma Stefano Rimondi, presidente di Assobiomedica, non ha dubbi: «Le otto regioni escluse sono le peggiori pagatrici: hanno il 63% del debito di 5,6 miliardi verso le nostre imprese. Senza dire che già in quelle regioni non è possibi-le avviare azioni esecutive». Cor-nuti e mazziati, appunto.

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Il Sole12

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Sud e sanità.la laetTa dei rimborsi

La top ten dei ritardatari nella sanità

I ritardi di Asl e Ospedali nei pagamenti alle imprese biomedicali; numero di giorni di ritardo; dati aggiornati al mese di marzo 2012

Giuseppe Chiellino MILANO

Il parametro di riferimento per definire i costi delle anticipazioni delle banche sui crediti che le imprese vantano nei confronti della Pubblica amministrazione è legato al costo della provvista degli istituti di credito presso la Bce. Attualmente oscilla tra i i8o e i 237 centesimi. Questo prevede il protocollo siglato tra ieri e martedì dall'Abi e dalle associazioni delle imprese. A questo parametro di base, tuttavia, occorre aggiungere uno spread fatto almeno di altre due voci. La prima, la più importante, dipende dal merito di credito, il rating, che ciascuna impresa può vantare nei confronti della banca. L'altro elemento di costo che inciderà sulle anticipazioni bancarie è legato al tipo di contratto: il pro-soluto (che trasferisce alla banca il rischio di

insolvenza del debitore) costerà di più rispetto al pro-solvendo (che invece lascia il rischio in capo all'impresa creditrice) esattamente come avviene oggi.

Il costo finale, dunque, per ottenere l'anticipo dell'importo a fronte della certificazione del credito dipenderà in buona parte dalla forza contrattuale di ciascuna impresa con la banca. Gli istituti di credito potranno anticipare l'intero importo del credito certificato, ma solo il 70% sarà garantito dal Fondo centrale di garanzia. Secondo le stime del ministero dell'Economia, l'operazione dovrebbe smobilizzare una ventina di miliardi dei circa 70 calcolati dalla Banca d'Italia. Mancano all'appello i debiti delle Regioni che devono rientrare dall'extra-deficit della sanità, oltre ad una quota fisiologica e a quelli contestati.

Le anticipazioni ai tassi della Bce

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ASL N pol Or

846

obasso

Az. Sanitaria Regionale

878

Pozzu

O di Cosenz

L297

ASL Salerno

L123

ASL Napoli 1 Centro

Az. Sanitarir itari

L068

Az. Osp. Pugliese - Ciaccio

aro

1.182

Az. Osp. Mater Domini

L686

Az. Osp. Univ. Federico II

L525 1.010

Fonte: Assobiomedica

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Sud esanità.la laetTa dei rimborsi

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Dallo sblocco esclusa quasi mezza Italia

Il ricorso tiene fermo il credito conteso

Gianni Trovati MILANO

La Regione Campania è uno dei peggiori pagatori d'Europa, le imprese nei suoi confronti un maxi-credito da 10,2 miliardi di euro: nemmeno un centesimo, però, potrà salire sul treno sblocca-pagamenti avviato martedì dal consiglio dei ministri, perché i decreti sulla certificazione escludono dal meccanismo le regioni impegnate in piani di rientro dall'extra-deficit sanitario: si tratta quasi di mezza Italia, perché accanto al Piemonte, la pioggia dei deficit ha invaso tutto il Mezzogiorno, coinvolgendo Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. Fuori gioco anche gli enti locali commissariati per infiltrazioni mafiose, anche se in questo caso il problema è più contenuto: oggi i Comuni in questa condizione sono 29, tutti al Sud tranne Ventimiglia e Bordighera (in Liguria) e Leinì

(in Piemonte). Nata da ragioni di finanza

pubblica, la clausola così concepita rischia di determinare una situazione paradossale, perché in generale le Regioni con i conti in ordine, che hanno quindi la porta aperta alle certificazioni, sono anche quelle che vantano i tempi di pagamento migliori. Nel Mezzogiorno, poi, il tessuto industriale più rarefatto aumenta il grado di dipendenza delle imprese dal committente pubblico, e quindi il tasso di sofferenza per i mancati pagamenti.

Sul versante dei Comuni, invece, l'intoppo potrebbe essere un altro, ben più ampio rispetto alla platea degli enti commissariati: i pagamenti post certificazione, come spiega l'articolo 2 del decreto su Regioni ed enti locali, non hanno nessuna esclusione dal Patto di stabilità, esattamente come accadeva fino a ieri.

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MILANO

Trai crediti esclusi dal meccanismo della certificazione che prova a sbloccare la liquidità delle imprese ci sono anche quelli al centro di procedimenti pendenti (lo spiegano l'articolo 2, comma 3 del decreto sulle amministrazioni centrali e l'articolo 3, comma 3 di quello su Regioni ed enti locali). Da un punto di vista giuridico, la misura è quasi pleonastica, perché il credito al centro di un ricorso non può essere considerato «certo, liquido ed esigibile», e di conseguenza non hai crismirischiesti per entrare nello sblocca-pagamenti. Passando dalla tecnica giuridica alla sostanza delle situazioni concrete, però, il meccanismo può intervenire a bloccare proprio i crediti più sofferti: in pratica, infatti, tra i «procedimenti giurisdizionali pendenti» che stoppano la possibilità di certificare il credito c'è il caso classico

dell'impresa che fa ricorso per ottenere un pagamento incagliato oltre ogni limite ragionevole. Risultato: il sistema della certificazione può sciogliere i crediti delle imprese che non hanno fatto ricorso, ma tiene fermi quelli nei confronti dei soggetti che avendo incontrato un grado di sofferenza ancora maggiore hanno tentato anche la strada delle carte bollate per ottenere la liquidazione. Sullo stesso piano va consideratala limitazione delle compensazioni ai soli debiti iscritti a ruolo.In questo caso la giustificazione è di finanza pubblica, perché limitalo sforzo a carico del bilancio statale e di quelli locali: la conseguenza, però, è che le imprese in regola con i tutti i versamenti fiscali e tributari possono disinteressarsi del nuovo meccanismo perché non le riguarda.

G.Tr.

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mobffita rapporto Isfort-Asstra

Trasporto pubblico bloccato dai tagli

Gianni Trovati MILANO

La crisi ha fermato gli italia-ni, che nel 2011 hanno effettuato in media 17 milioni di sposta-menti in meno al giorno rispetto all'anno prima, con una flessio-ne del 13,6%. In questo quadro sempre più fermo, cresce però la «fetta di mercato» del traspor-to pubblico locale, che abbrac-cia i113,5% della mobilità contro il 12,9% dell'anno precedente. I primi spostamenti a essere ta-

gliati sono infatti quelli con i mezzi privati, ma il caro-carbu-ranti (insieme alle sforbiciate ai finanziamenti pubblici) si fan-no sentire anche dalle parti dei

EFFETTI COMBIATI Gli italiani si spostano meno (-17 milioni di viaggi al giorno) Cresce la domanda di bus ma lo stop agli investimenti colpisce la qualità del servizio

gestori del servizio. I numeri arrivano dal nuovo

Rapporto Isfort sulla mobilità urbana che sarà presentato oggi a Desenzano del Garda (Bre-scia) nelle giornate della mobili-tà organizzate dall'Associazio-ne delle società del trasporto pubblico locale (Asstra). Men-tre alimenta la domanda di tra-sporto pubblico, la crisi rende più accidentato il terreno per chi lo gestisce. L'anno scorso le reti di trasporto pubblico si so-

no contratte fra il 5 e il m% a se-conda delle zone, e mentre le ri-sorse pubbliche si assottigliava-no le tariffe hanno cominciato a correre. Comuni e gestori prefe-riscono concentrare gli aumen-ti sui biglietti singoli a tempo, rincarati in media del 10% a mar-zo 2012 rispetto allo stesso mese del 2011, per tutelare di più l'ab-bonamento (+2% nel costo me-dio nello stesso periodo) che si rivolge all'utenza abituale del trasporto pubblico rappresenta-

ta spesso da lavoratori e pensio-nati a basso reddito. Un modera-to aumento tariffario, secondo il capitolo del rapporto dedica-to alle opinioni dell'utenza, è considerato tollerabile dalla maggioranza di chi usa i mezzi pubblici, mentre sei "clienti" su 10 ritengono «inaccettabile» una riduzione del servizio. Già oggi, infatti, il livello di soddisfa-zione medio arranca intorno al-la sufficienza (e scende nei gran-di centri urbani), e un'ulteriore riduzione dell'offerta farebbe avvicinare al punto di rottura.

Il problema, visto con gli oc-chi di chi gestisce le aziende, è però la sostenibilità economi-

ca. Mentre nel 2010 andavano a esaurirsi gli effetti degli stanzia-menti pubblici messi a bilancio dalla Finanziaria di due anni pri-ma, il prezzo dei carburanti fa-ceva aumentare del 6% i costi per materie prime, con una ten-denza che si è riprodotta fedel-mente nel 2011. Intanto, senza ri-sorse per gli investimenti il par-co circolante continua a invec-chiare, l'autobus italiano medio sfiora ormai gli il anni di età (+11,4% rispetto al 2006) e l'obiettivo dei 7 anni fissato a li-vello nazionale pochi anni fa si trasforma in una chimera.

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Verifiche in 20 giorni per lo stop all'Imu Gianni Trovati MILANO

Verifiche sprint, da chiudere in tre settimane per individuare gli immobi-li inagibili prima della sca-denza Imu in calendario per il i8 giugno. È il pro-gramma annunciato ieri dal presidente dell'Emilia Ro-magna Vasco Errani, men-tre la Protezione civile met-te sul piatto loo euro al me-se per ogni sfollato (zoo per single, anziani over 65 e di-sabili) fino a un massimo di 800 euro a famiglia.

Mentre si attendono i provvedimenti governativi sul rinvio dei versamenti fi-scali (anche Irpef e Ires, ol-tre all'Imu) e contributivi per le popolazioni colpite, la macchina delle ammini-strazioni locali è partita. Dei primi 2.159 immobili ve-rificati, solo il 2% Si è rivela-to inagibile, ma il primo par-ziale censimento non riesce certo a identificare i termini del problema.

Lo confermano i segni di tensione che hanno comin-ciato a sollevarsi dalle cate-gorie, che ieri sono tornate a lamentare il carattere «in-sufficiente» della previsio-ne di sospendere l'Imu per i soli fabbricati inagibili. L'attesa, sull'esempio di quanto accaduto in Veneto e in Abruzzo, è per un rin-vio di tutti gli obblighi fi-scali e contributivi a carico dei contribuenti più colpi-ti, ma l'Imu aggiunge ovvia-mente un ingrediente in più al problema: in molti Comuni vicini all'epicen-tro sono inagibili, per esem-pio, i centri di assistenza fi-scale chiamati ad aiutare i cittadini al debutto dell'im-posta, e il pagamento può essere un problema grave per chi dopo il sisma ri-schia il posto di lavoro.

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Interventi urgenti: stanziati dieci milioni

Mentre la Protezione civile stanzia dieci milioni di euro per i primi interventi urgenti, Confin- dustria Emilia Romagna stima in diverse centinaia di milioni dan- ni causati dal sisma, cui si aggiun- gono gli oltre zoo milioni stimati dal sistema agricolo (si veda al- tro articolo in pagina). Da parte sua, Confindustria Modena se- gnala che oltre il 70% delle azien- de dell'area nord della provincia ha subito danni strutturali ed è stato costretto a interrompere l'attività. Anche l'associazione degli industriali di Ferrara ha ela- borato ieri una stima dei danni, quantificati in circa zoo milioni di euro. Allo scenario economi- co si aggiungono, ovviamente, gli aspetti umani e sociali: le per- sone sfollate e senza casa che am- montano a circa 6mila, tutte assi- stite dall'intervento della Prote- zione civile. Sul fronte della soli- darietà si registra anche lo stan- ziamento di 5omila euro da parte della fondazione del Dalai Lama.

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Eme„genza terremoto Colpito il 90% delle imprese che costituiscono un polo d'eccellenza da 800 milioni di fatturato nell'area di Mirandola

Il biomedicale in ginocchio per il sisma Nel distretto lavora il 60% dei 5mila addetti per cui oggi viene richiesta la cassa integrazione

Paolo Bricco MIRANDOLA. Dal nostro inviato

«Alla fine, ne ho incontrato uno onesto. Meno male. Mi farà pagare, al mese, 4o euro al metro quadro. Negli ultimi tre giorni non ho fatto che correre da una parte all'altra della Bassa per tro-vare un capannone libero e in pie-di. Qui, fra Mirandola e Medolla, prima era pieno di affittasi. Ades-so, invece, vogliono tutti vendere. Chissà perché». A Mauro Manto-vani è crollato il magazzino. Ora sa dove sistemare i suoi prodotti. La Aries, 26 dipendenti e 5 milioni di euro di fatturato nel segmento dei dispositivi medici monouso, è una delle cento piccole imprese che, insieme ai cinque big player (Sorin, Covidien, Gambro, Bell-co e Braun Carex), formano un polo industriale biomedicale ac-creditato, fino a un minuto prima della notte di sabato, di 5mila ad-detti e un fatturato aggregato di 800 milioni di euro. Sì, perché il si-sma ha disarticolato questo parti-colare tessuto roduttivo con una tale violenza da rendere un mirag-gio la conservazione, nei prossimi mesi, di una simile fisionomia. I danni strutturali dovrebbero am-montare a 3o o milioni di euro. E si trovano qui 3mila dei 5mila addet-ti per cui oggi partirà la richiesta di cassa integrazione congiunta Confindustria Modena-sindacati.

Uno scenario drammatico. Con re-azioni economico-emotive pola-rizzate. Quasi da tempo di guerra. «Ci sono gli speculatori - sorride amaro Mantovani- ma ci sono an-che tanti amici, clienti e fornitori che con generosità mi hanno offer-to un aiuto materiale. E, poi, i di-pendenti. In dodici ore, tutti insie-me, abbiamo rimesso in sesto una parte dell'azienda». Una risposta sperimentata anche alla Gambro, la multinazionale svedese che qui,

a DRAMMA DEL T ERRITOM) Molte realtà stanno cercando

capannoni non lesionati

vicino a Carpi e Modena

Rischia di disgregarsi

il tessuto socio-economico

con le macchine e i dispositivi usa e getta per la dialisi, ha 800 addetti e un valore della produzione supe-riore ai 250 milioni di euro. «Fati-chiamo a tenere i lavoratori distan-ti dalle aree inagibili», racconta Marco Zanasi, direttore dello sta-bilimento. E aggiunge: «Un centi-naio sono già operativi. La Ricer-ca e Sviluppo non è stata danneg-giata. E le infrastrutture informati-che sono rimaste intatte». I periti delle assicurazioni stanno valu-tando i danni. Con gradualità, i la-

voratori della Gambro torneran-no in fabbrica. Per chi appartiene a reparti ancora inagibili, è stata formalizzata la richiesta di otto settimane di cassintegrazione. Un ammortizzatore sociale che vale anche per le piccole aziende. «La camera bianca - dice Mantovani -è ferma. Otto operaie andranno in Cig. E probabilmente succederà lo stesso ai dieci magazzinieri». L'occupazione è il primo proble-ma. Ma c'è anche la questione dell'orizzonte strategico di un si-stema economico locale in cui co-esistono piccole imprese e stabili-menti di grandi gruppi. «Alcuni di essi - spiega Roberto Righi, il funzionario della Cgil di Modena con la delega sul biomedicale - so-no a controllo straniero. Per que-sta ragione abbiamo gli occhi aperti: è importante che effettui-no subito gli investimenti per fare ripartire la produzione. Per ora non abbiamo alcun segnale negati-vo». Una osservazione condivisa dall'ottantenne Mario Veronesi, padre del biomedicale di Miran-dola, fondatore di quattro start-up poi cedute a gruppi maggiori: «Molte delle grandi aziende han-no appena ultimato cicli di investi-mento. Non vedo perché, su un dramma significativo ma comun-que superabile come il terremoto, debbano disinvestire». Dunque, il nodo sono soprattutto le picco-

le società. «Un mese di stop - rife-risce il titolare dellaAries - signifi-ca mezzo milione di euro di man-cati introiti. Non ci voleva, questo terremoto. Avevamo chiuso il pri-mo quadrimestre con un +15 per cento». Il rischio è quello di un ra-pido deterioramento finanziario delle piccole aziende, che peral-tro hanno come cliente prevalen-te la sanità italiana. «I tempi di pa-gamento sono esasperanti», affer-ma Mantovani, scorrendo l'elen-co debitori (Ospedale di Verona 503 giorni, Istituto dei tumori di Bari 1.218 giorni, per citarne due). Lasciando alla letteratura indu-strialista se il biomedicale emilia-no sia un distretto o un polo pro-duttivo, di certo esiste un proble-ma di tenuta del capitale sociale e di continuità della comunità eco-nomica. «Noi piccoli imprendito-ri siamo sempre stati in questo faz-zoletto di terra - riflette Mantova-ni - io, come molti altri, lavoravo in una grande azienda, poi mi so-no messo in proprio. Ci conoscia-mo tutti. Ci strappiamo i dipen-denti più validi. Prima di trovare il capannone in affitto qui vicino, sono andato a vederne uno a Pog-gio Rusco, in provincia di Manto-va. Alcuni cercano fabbricati non lesionati dal terremoto verso Car-pi e Modena. Cosa succederà se molti cambieranno sede?».

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Il Sole DIS press unE 24/05/2012

I numeri dei settori più colpiti dal sisma

di cui

5 W° colpite dal terremoto

>3.000 In cassa integrazione da ieri per 9/12 settimane

Fatturato di 800 milioni di euro

aggregato - tra ::re

800 milionidicuro. Ora c'

PI ma possibile,ceichino

Danni strutturali stimabili, esclusi i danni per fermo produzione:

300 milioni di euro

ksX 0".1: 4r 4,r

Tra Ferrara e Modena 18.781 unità locali*

di cui

danneggiate in modo grave

.4580 colpite in modo meno grave nella fascia B

(*) Le unità locali sono un pò più del numero

di aziende perché comprendono anche stabilimenti

di aziende con sede legale altrove

29.546 addetti

sisma, lagticoLtura,chein Emilia:dà vita allacosidd etta „

Distribuita uniformementesul ter itorlo interessato dal terremoto, rea concentrata tra Ferrara Carpi, ilse toreconta tra le

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di cui >3300

nelle aziende più danneggiate

Produzione lorda vendibile di 1,2 miliardi di euro

Danni strutturali stimabili

200 milioni di euro

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Fonte: Assobiomedica - Coldiretti, Confagricoltura e Fedagri

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..kmutì Fondi da banche ed enti locali per ripartire

Nuovi aiuti dalle banche italiane per chi è stato colpito dal sisma. La Cassa di rispar-mio di Ravenna mette a dispo-sizione m milioni di finanzia-menti, sia chirografari sia per-sonali, destinati alla ricostru-zione. Unipol Banca ha stanzia-to un plafond di 15 milioni a tas-so agevolato senza spese di istruttoria né di estinzione anti-cipata. Banca Antonveneta (Mps) ha avviato una raccolta fondi. Si può contribuire con un versamento sul cc intestato "pro-terremotati Emilia Roma-gna maggio 2012" - codice Iban IT 6o X oio3o 14200 0000 0862 2257. Le donazioni sono esenti da spese o commissioni. Aiuti arrivano anche dagli enti loca-li: l'ufficio di presidenza dell'as-semblea regionale dell'Emilia Romagna ha deciso di destina-re 2 milioni a favore di famiglie, imprese e strutture storiche colpite. La Provincia di Ferrara ha stanziato 25omila euro.

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Le proteste contro Equitalia gonfiate dall'opportunismo

DI VINCENZO GALGANO*

Le manifestazioni di protesta contro Equitalia, le minacce, le violenze, gli attentati in danno di dipendenti e di locali

spingono indietro nel tempo i pensie-ri quando le popolazioni, spogliate di tutto dalle esose pretese di feudatari, signori e sovrani, costrette dalla fame, si ribellavano contro gli esattori, i pub-blicani, subendo poi le vendette e le repressioni feroci e crudelissime dei destinatari dei tributi. A partire dal-la decadenza dell'impero romano sino alla fine del Diciannovesimo secolo la storia è piena di questo tipo di rivol-te. Tuttavia una modesta riflessione compromette la ragionevolezza del ricordo: sono torme di affamati coloro che manifestano, anche con violenza, contro Equitalia? Non sembra. Quelli che protestano e si ribellano, in genere, hanno poco da dolersi delle imposte e di Equitalia. Sembra che essi perse-guano la radicalizzazione violenta di tutte le contese con i pubblici poteri, tra le quali giganteggia la non ancora esausta questione No Tav in Piemon-te. Va aggiunto che (diversamente da quanto accadúto in altre vicende) essi sono sorretti e giustificati da un robu-sto movimento di opinione, provocato e gestito da un compatto coro di mezzi di comunicazione di massa. Quando si è avvertita la decisa volontà del gover-no Monti di combattere con qualche successo l'evasione fiscale, è subito ve-nuto alla luce il carattere eccessivo e vessatorio delle pratiche di Equitalia. Allora si è polarizzata l'attenzione su

suicidi, connessi, non ai mali della vita, ma all'esosità di Equitalia. Spesso si tratta di connessioni inventate di sana pianta, e, quando ricorre un grave di-sordine della psiche, esso viene taciuto o fortemente attenuato. Tenendo fede ai caratteri immodificabili della poli-tica italiana, subito vari esponenti di partito si sono prodigati nel deprecare le durezze ed insensibilità di Equitalia. Alcuni sindaci hanno a gran voce dichia-rato che a partire dal 2013 Equitalia non sarà più l'esattore dei tributi di compe-tenza dei Comuni da essi amministrati, sperando così di raggranellare qualche consenso. Anche per i tributi regionali si è assistito ad analoghe prese di posi-zione. Per comprendere quale livello di rappresentazione distorta del vero può essere attinto dai sindaci che vogliono farsi propaganda a tutti i costi, soprat-tutto quando fingono di essere portatori di un nuovo costume amministrativo, si ricorda che Equitalia, con comunicato stampa del 3 maggio scorso, ha fatto pre-sente che per legge i Comuni dovranno gestire direttamente la riscossione dei propri tributi a partire dal gennaio 2013. Certo è, per altro, che Comuni e Regioni dovranno organizzare complessi servizi di riscossione, affrontando notevoli co-sti nella prospettiva di ampie aree di evasione, verso cui — come è avvenu-to in passato — sarà ancora una volta sperimentato un contegno di paziente e moderata tolleranza. La qual cosa nella penuria delle risorse disponibili dovrebbe essere censurata e opposta da popolazioni meno pazienti e disat-tente delle nostre.

*dal Corriere del Mezzogiorno

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Il presidente del consiglio firma un decreto che sblocca il pagamento alternativo. Istanze entro giugno

Lo stato paga con buoni del tesoro L'impresa può chiedere Cct in cambio delle forniture ai ministeri

DI LUIGI CIIIARELLO

Icrediti da oltre mille euro, che le imprese vantano verso le pubbliche amministrazioni statali, per aver venduto beni

e servizi, potranno essere pagati su richiesta dei fornitori median-te titoli di stato. Il budget che lo stato mette a disposizione per fi-nanziare l'operazione ammonta a due miliardi di euro. Ai creditori verranno assegnati speciali Cer-tificati di credito del Tesoro, che avranno decorrenza dal primo novembre prossimo e scadenza fissata al primo novembre 2016. Le domande per l'assegnazione dovranno essere inoltrate entro il 28 giugno 2012 al ministero de-bitore.11 taglio minimo dei buo-ni del tesoro sarà di 1.000 euro; l'interesse sarà fisso e pagabile in rate semestrali posticipate. Un decreto di emissione dei certificati di credito fisserà, di volta in volta, il tasso di interesse applicato, in base alle condizioni di mercato vi-genti al momento dell'emissione del buono. Lo prevede un decre-to del ministro dell'economia, già bollinato dalla Ragioneria dello stato e firmato da Mario Monti. Il provvedimento rende operativa la facoltà di pagamento rapida, decisa il 24 gennaio scorso col decreto legge 112012 (liberaliz-zazioni, ndr), poi convertito nella legge 27/2012. Che prevede che i crediti maturati al 31 dicembre 2011, su richiesta dei creditori, possano essere estinti mediante titoli di stato «in luogo del paga-mento disposto con le risorse fi-nanziarie». Di più. In merito alla copertura finanziaria assicurata dallo stato per l'operazione, il de-creto liberalizzazioni dispone che il budget di due mld di euro (confermato nel dm attuativo) possa «es-sere incrementato»; ma a scapito dei fondi speciali stanziati per la reiscrizione dei residui passivi perenti (di

parte corrente e di conto capitale), la cui dotazione lo stesso decreto liberalizzazioni ha stabilito es-sere di 2,7 mld di euro. Andiamo ora a vedere come il decreto del ministro dell'economia disciplini caratteristiche dei titoli e moda-lità di assegnazione.

LE RICIIIZSTE. In primis, il de-creto spiega che le imprese che intendono farsi pagare con titoli di stato devono indicare nella da manda di assegnazione degli stes-si l'importo del credito vantato, al netto di rimborsi o compensazio-ni (parziali o totali) già ottenuti o effettuati. La domanda andrà inoltrata all'amministrazione de-bitrice, che ha assunto l'impegno di spesa a bilancio per la forni-tura ricevuta. Attenzione: in caso

di fusione tra società, la domanda di estinzione

del credito mediante assegnazione di titoli di stato dovrà essere presentata dalla in-corporante. O dalla società risultata dal-la fusione.

I CREDITI ALIENA- BILI. I debiti verso i

fornitori, che le ammini-strazioni dello stato po-

tranno alienare con titoli di stato, ovviamente, non devono essere stati già pagati, ma devono aver generato al 31 dicembre scorso residui passivi iscritti a bilancio o residui perenti iscritti sul conto patrimoniale dell'amministrazio-ne. Il dm fissa anche un paletto: il pagamento delle somme dovute, dice, «non deve comportare un peggioramento dell'indebitamen-to netto delle pubbliche ammini-strazioni». E, proprio per questo

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Niente certificazioni per quattro Regioni

Non è per tutti la certificazione dei crediti delle imprese con la p.a. e la possibilità di compensare le somme con gli importi iscritti a ruolo. I decreti illustrati martedì scorso dal governo (si veda ItaliaOggi di ieri), infatti, escludono le regioni assoggettate a piani di rientro da deficit sani-tari, Molise, Lazio, Campania e Calabria. Ieri l'allarme è partito dai segretari dal Pd del Lazio e dal deputato del Pd Marco Causi, della commissione Finanze della Camera. I quali hanno spiegato come queste regioni siano escluse dalla possibilita' di certificare i crediti, con la conseguente impossibilita' per le imprese di rivolgersi ai canali di finan-ziamento attivati dal governo per accelerare i pagamenti. In fibrillazione anche i parlamentari Pd calabresi, che hanno rilevato come «la Calabria, a questo punto pagherebbe un doppio prezzo" visto che la mancata chance si inscriverebbe in un quadro economico compromesso.

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motivo, lo stesso dm dispone che i crediti alienabili siano quelli contratti dalle amministrazioni centrali per soddisfare «i consumi intermedi».

LE DOMANDE. Le istanze delle imprese fornitrici ai ministeri dovranno essere elaborate in fac-simile, utilizzando modelli scari-cabili dai siti internet www.mef gov.it, www.dt.tesorolt/it e www rgs.mef. govit/VERSIONE-IL Il ministero debitore a cui verrà consegnata la domanda dovrà rilasciare ricevuta. Nel caso di istanza inviata al dicastero con raccomandata ah-, per l'ordine di presentazione farà fede la data di spedizione della domanda.

LE VERIFICHE, LIINSERIMENTO NELL'ELENCO CREDITORI, IL PAGA. MENTO. Una volta che gli uffici del ministero debitore avranno veri-ficato l'esistenza del credito e il rispetto dei requisiti necessari af-finché sia liquidabile, sfileranno un elenco dei crediti in ordine di precedenza. Che sarà per anno, a partire dal meno recente; poi per data del titolo di pagamento. E, infine, per importo, a partire dal meno elevato. La lista dei crediti alienabili sarà poi sdoppiata: una parte conterrà i residui passivi al 31 dicembre 2011, l'altra i residui andati in perenzione. In entrambe

le sottoliste dovranno essere in-serite per ciascun credito vantato tutte le informazioni utili a soddi-sfare il richiedente titoli di stato (dati dell'istanza; ammontare del credito complessivo; ammontare del credito rimborsabile con titoli di stato; ammontare del credito rimborsabile per via ordinaria; giustificativo di spesa; clausole, ecc). Le liste verranno poi spe-dite entro fine luglio agli uffici centrali del Bilancio, che fatti i dovuti accertamenti, le trasmet-teranno entro il 28 settembre successivo alla Ragioneria del-lo stato. Quest'ultima (svolte le verifiche di competenza) invierà l'elenco dei creditori al Tesoro, entro il 31 ottobre 2012; con l'in-dicazione degli importi da estin-guere mediante titoli di stato. A quel punto, il Tesoro procederà all'emissione e all'assegnazione dei titoli mediante Bankitalia, dando contemporaneamente comunicazione all'Agenzia delle entrate dell'importo dei titoli in corso di assegnazione.

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ItaliaOggi

lizr Veneto promuove il prelievo ma non la funzione di sostituto d'imposta dell'hotel

Tassa soggiorno solo sul turista Non sanzionabile l'albergatore per mancato pagamento

DI DARIOFERRARA

Legittima la tassa di sog-giorno introdotta dal Comune per finanziare la manutenzione dei suoi

beni culturali: il tributo non lede i principi costituzionali dell'impo-sizione fiscale. Il legislatore può legittimamente presumere che chi scende in un hotel guadagni abbastanza per farlo. E poi il bal-zello arriva al massimo a 5 euro per notte, somma piuttosto conte-nuta, che non può essere indicata come un evento distorsivo della li-bera concorrenza. Ma attenzione: il gestore della struttura ricettiva, che pure è chiamato a incassare il «pedaggio» dall'ospite dell'alber-go, non può essere indicato come soggetto passivo del tributo né è sostituto d'imposta. In caso di mancato pagamento, insomma, può essere sanzionato soltanto il cliente «evasore». Lo precisa il Tar Veneto nella sentenza 653/12, pubblicata dalla terza sezione.

Sostituto escluso Dovranno rassegnarsi l'asso-

ciazione dei commercianti e gli glbergatori di Padova rivoltisi al

giudice amministrativo contro i provvedimenti del Comune: l'an-nullamento scatta soltanto per la norma ch e indica il titolare dell'hotel come sostituto d'impo-sta. In realtà il gestore non ri-scuote il tributo per un interesse proprio, connesso a un possibile guadagno ricavabile dall'attività di riscossione, ma opera soltanto come titolare della struttura sen-za poterne ricavare un beneficio economico. Il regolamento comu-nale, poi, deve essere interpreta-to nel senso che la sanzione per omesso versamento dell'imposta colpisce il «vero» soggetto passi-vo, cioè chi pernotta nell'albergo e non invece chi lo gestisce.

Costituzionalità. ok Inutile per gli albergatori sol-

levare dubbi di costituzionalità sulla tassa di soggiorno: di questi tempi permettersi un soggiorno in hotel è indice di buone dispo-nibilità economiche. La spesa che il cliente sopporta per l'ospitalità alberghiera, osservano i giudici amministrativi, è una spesa che è «indice sintomatico di ricchez-za». In tanto si spende, in quanto si dispone delle somme necessa-

rie per pagare. Né può si parlare di duplicazione dell'imposizione, in quanto il soggetto interessato sarebbe tassato a monte, quan-do produce il reddito, e a valle, quando ne dispone. L'esborso per il soggiorno in hotel è considerato dal legislatore indice di capacità contributiva distinto dal diverso indice di capacità contributiva dato dalla percezione del reddito. E ciò è coerente col sistema tri-butario italiano che prevede una molteplicità di indici di capacità contributiva in modo da assicu-rare il prelievo di una capacità contributiva effettiva, che può manifestarsi non solamente nella percezione del reddito, ma anche in ulteriori forme di ricchezza.

Fruizione della città Non coglie nel segno neanche

un'altra censura proposta dagli operatori turistici, secondo cui il tributo finirebbe per colpire so-prattutto chi è ospite in albergo per lavoro e non i turisti veri e propri. E ciò nonostante il balzello sia stato introdotto per finanzia-re la manutenzione dei beni cul-turali in città. Gli albergatori di Padova, fra l'altro, temono che la

tassa finisca per i favorire i con-correnti che operano in altre lo-calità della provincia. In realtà il gettito dell'imposta di soggiorno è destinato a finanziare interventi in materia di turismo, compresi quelli a sostegno delle strutture ricettive, oltre che interventi di manutenzione, fruizione e recupe-ro dei beni culturali e ambientali locali. Senza dimenticare i relativi servizi pubblici locali. Insomma: usufruisce dei vantaggi connessi

agli interventi finanziati con l'im-posta di soggiorno anche chi non è turista, dal momento che le opere realizzate non riguardano il tu-rismo in senso stretto, ma più in generale la fruizione della città. ()Riproduzione nservata-11

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press unE 24/05/2012

ItaliaOggi

L un iversità non può essere affidataria di incarichi da altre p.a.

Le università non possono essere affidatarie dirette di incarichi da altre amministrazioni per servizi di ingegneria e consulenza; gli accordi previsti dalla legge 241/90 non possono essere utilizzati per eludere l'obbligo di affidare a terzi con gara servizi di consulenza; se infatti l'accordo non ha ad oggetto lo svolgimento di una attività comune alle amministrazioni e prevede un compenso, si tratta di un contratto di appalto soggetto a gara e i professionisti e le società devono potere competere per l'acquisizione del contratto. Sono queste le conclusioni che l'Avvocato generale Verica Trstenjak ha pro-posto ieri alla Corte di giustizia per la decisione della causa C 159/11 che vede come parti in causa da un lato l'Azienda sanitaria locale di Lecce e dall'altro lato l'Oice, l'Ordine degli ingegneri della Provincia di Lecce e il Consiglio nazionale degli ingegneri. La vicenda prende le mosse da un affida-mento, per importo soggetto alla normativa comunitaria, dei servizi di studio e valutazione della vulnerabilità sismica di strutture ospedaliere, disposto dalla Asl Lecce a favore dell'Università del Salento. Dopo la sentenza di primo grado del 'far Puglia, che aveva dichiarato illegittimo l'affidamento diretto dell'incarico all'università, per omesso ricorso alle procedure di evidenza pubblica, il Consiglio di stato aveva rimesso la questione alla Cor-te di giustizia in via pregiudiziale. Si trattava di stabilire se l'affidamento potesse ritenersi legittimo e inquadrabile in un accordo ex articolo 15 della legge 241/90 e se quindi fosse necessario esperire una gara. In attesa della sentenza della Corte, l'Avvocato generale nelle sue conclusioni si orienta nel senso di ritenere illegittimo l'affidamento in quanto l'accordo non co-stituisce una forma di cooperazione in comune di attività fra due ammini-strazioni aggiudicatrici (così come prevede la legge 241/90), bensì un vero e proprio contratto di consulenza per servizi a fronte del pagamento di un compenso per il quale occorreva procedere con gara, ammettendo tutti gli operatori economici interessati ad acquisire la commessa. Pertanto l'Avvo-cato generale ritiene contrario alle direttive appalti pubblici «una disciplina nazionale che consente di stipulare accordi scritti tra un'amministrazione aggiudicatrice e un'Università di diritto pubblico verso un corrispettivo non superiore ai costi sostenuti per l'esecuzione della prestazione, ove l'Università esecutrice possa rivestire la qualità di operatore economico». In sostanza l'Avvocato generale, riconoscendo all'Università la qualità di operatore economico, sulla base della sentenza C-305/08 del 23 dicembre 2009, afferma indirettamente che in tale qualità non avrebbe potuto sotto-scrivere un accordo ma poteva semmai partecipare a una gara, con gli altri operatori, per l'aggiudicazione dell'appalto. In ogni caso, poi, l'accordo non corrisponde ai requisiti previsti dalla legge, anche ribaditi dall'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici, e in particolare non prevede né alcuna attività in comune, né l'assenza di corrispettivi (sono invece ammessi i meri rimborsi spese).

Andrea Mascolini

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Il mancato rispetto del Patto travolge i gettoni di tutti i consiglieri

Il mancato rispetto del patto di stabilità travolge le indennità e i gettoni di tutti i consiglieri. Infatti, Il taglio del 30% dell'indennità degli amministratori e del getto-ne di presenza spettante ai consiglieri degli enti locali, dovuto a causa del mancato rispetto del patto di stabilità 2011, così come previsto dal dlgs n.149/2011, scatta sia per gli amministratori che sono cessati dalla carica che per quelli che sono suben-trati al termine della recente tornata elettorale. La ratio della riduzione prevista dal legislatore, infatti, non è quella di colpire con tagli «ad personam» quanto piuttosto l'intero corpus degli organi istituzionali degli enti locali inadempienti, avendo essi permesso il mancato rispetto del patto di stabilità 2011.

È quanto ha messo nero su bianco la sezione regionale di controllo della Corte dei conti per la Regione Lombardia, nel testo dell'interessante parere n.15312012, con il quale ha fatto luce sulla portata applicativa delle disposizioni contenute all'articolo 7, comma 2 del dlgs n.149 del 2011 (il decreto delegato che regola i meccanismi san-zionatori e premiali relativi a regioni, province e comuni), con particolare riguardo alle amministrazioni inadempienti al Patto di stabilità dello scorso anno e che nella recente tornata amministrativa, hanno rinnovato gli organi di direzione politica.

Nei fatti oggetto del parere in esame, il comune di Villongo (Bg) richiedeva l'inter-vento della magistratura contabile lombarda in funzione consultiva, in merito alle modalità di calcolo delle riduzioni previste sulle indennità di funzione e sui gettoni di presenza degli amministratori locali, quali effetto sanzionatorio del mancato rispetto del patto di stabilità per l'anno 2011. In particolare, il comune istante chiede se le riduzioni previste dalla nonna sopra citata, pari al 30% della misura in godimento al 30 giugno 2010, si applichino anche ai nuovi amministratori eletti dal recente scrutinio elettorale. Sul punto, la Corte lombarda non ha avuto il minimo dubbio che il taglio debba riguardare sia gli amministratori «uscenti» che quelli subentranti. A detta della Corte, infatti, la disposizione sopra richiamata «non lascia alcun margine di discrezionalità agli enti locali». In particolare, quando non sia stato rispettato il patto di stabilità, l'ente locale è tenuto a rideterminare le indennità di funzione e i gettoni di presenza ed è tenuto a farlo in misura determinata dalla stessa nonna, ovvero concretizzandosi in una riduzione del 30% rispetto all'ammontare risultante alla data del 30 giugno 2010.

Il tenore letterale e perentorio della norma, pertanto, ha indotto la magistratura contabile lombarda a ritenere che la riduzione del 30% delle indennità di funzione e dei gettoni di presenza che il comune dovrà applicare ai propri amministratori riguarderanho (per tutto l'anno corrente) sia il sindaco, gli assessori e i consiglieri comunali in carica fino allo scorso 6 maggio sia quelli che sono stati eletti a seguito della recente tornata elettorale amministrativa. Lo scopo della disposizione contenuta all'articolo 7, comma 2 del dlgs n.149/2011, ha proseguito la Corte, non è quello di

colpire gli amministratori con tagli mirati o «ad personam», quanto piuttosto quello di col-pire l'intero corpus degli organi istituzionali, «avendo essi permesso il mancato rispetto del patto di stabilità 2011».

Antonio G. Paladino

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Il testo della seruen-

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1 dati, della Ragioneria. Comuni: firmi anche a causa delle interpretazioni restrittive della Corte conti

Mutui cresce il debito delle regioni Devono 17 mld. Gli enti locali 50, ma la cifra è stabile

DI FRANCESCO CERISANO

è la crisi ma regioni ed enti locali sono sempre più indebita-ti. Al 1° gennaio 2011

l'esposizione complessiva del comparto ha toccato quota 67,9 miliardi di euro a fronte dei 66,6 miliardi registrati al 1° gennaio 2010. Un incremento pari allo 0,1% del pil. A continuare a chie-dere prestiti al sistema bancario sono soprattutto le regioni che nel 2010 hanno beneficiato di credi-ti per 2,3 miliardi, quasi il triplo della cifra richiesta nel 2009 (952 milioni). Ma a indebitarsi sono stati solo in tre: Piemonte, Lazio e Sicilia, ossia le regioni più esposte finanziariamente. Il Lazio, infatti, (si veda tabella) ha un debito residuo di 3,4 miliardi, il Piemonte di 3,2.11 che significa che sulla testa di ogni cittadino laziale grava un debito di 598 euro, mentre ciascun piemontese dovrebbe rimborsare 719 euro. quanto emerge dal tradizionale rapporto della Ragioneria gene-rale dello stato che ogni anno pi bblica l'aggiornamento sullo stato di indebitamento delle au-tonomie. Il report, basato sulle informazioni acquisite da un campione dí 68 istituti di credito oltre alla Cassa depositi e presti-ti, conferma come i nuovi paletti alla sottoscrizioni di mutui (assie-me ai vincoli del patto di stabili-tà) abbiano frenato la propensio-ne agli investimenti soprattutto di comuni e province.

Infatti, se il valore dei mutui delle regioni cresce, quello dei contratti sottoscritti dagli enti locali si riduce. Secondo la Ra-gioneria nel 2010 sono stati con-cessi prestiti agli enti locali per 3 miliardi di euro, mentre le con-cessioni del 2009 valevano 3,9 mi-liardi. A tagliare maggiormente la voce mutui sono stati i comuni con più di 20 mila abitanti e le province. Nel complesso il debito residuo dei governatori è passa-to nel corso di un anno da 15,6 a 17 miliardi, mentre quello degli enti locali è rimasto sostanzial-mente invariato a quota a 50,9 miliardi.

Questa diversa propensione al debito si spiega anche col diffe-rente trattamento previsto dalla legge. Mentre le regioni sono ob-bligate a contenere il peso finan-ziario dei mutui entro il limite del 20% delle entrate tributarie (pena l'impossibilità di contrarre nuovi mutui), per gli enti locali tale percentuale è destinata a de-crescere sensibilmente nel corso degli anni: 12% nel 2011, 8% nel 2012, 6% nel 2013 e 4% nel 2014. Una road map, quella prevista dalla legge di stabilità 2012 (n. 183/2011), già di per sé restrittiva ma ulteriormente irrigidita da re-centi interpretazioni della Corte dei conti che stanno mettendo in allarme i sindaci.

Una recente delibera della se-zione autonomie (n. 5 del 30 apri-le 2012, depositata 1'11 maggio), suffragata anche dalla Ragione-

ria e dal Mef, ha previsto che i limiti all'indebitamento di cui sopra debbano essere rispettati già in sede di bilancio triennale. Ciò significa, per fare un esempio, che un ente che oggi è in regola con il limite vigente per il 2012 e vuole accendere un nuovo mutuo (perché ha un rapporto debiti/en-trate sotto l'8%) non può farlo se non è in grado di garantire che scenderà sotto il 6% l'anno pros-simo e il 4% nel 2014. La ratio è chiara- costringere i comuni a non contrarre nuovi mutui in modo da ridurne progressiva-mente l'esposizione debitoria. Una tendenza che già emerge dai dati della Rgs, seppure rife-riti al 2010. Se l'interpretazione della sezione autonomie dovesse far scuola rischierebbe di met-tere fuori legge municipi che al momento rispettano i parametri di legge. Le interpretazioni della sezione autonomie, tuttavia, non sono vincolanti per le sezioni re-gionali e c'è già chi scommette che in giro per l'Italia fioccheranno interpretazioni più favorevoli ai sindaci. Con la conseguenza che spetterà alle sezioni unite l'ulti-ma parola.

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VALORI ASSOLUTI (MLN EURO)

VALLE D'AOSTA 82 PIEMONTE 3.208 LOMBARDIA 2075 TRENTINO-ALTO ADIGE 136 VENETO 562 FRIULI-VENEZIA GIULIA 319 LIGURIA 385 EMILIA-ROMAGNA 365 TOSCANA 141 UMBRIA 265 MARCHE 679 LAZIO 3.425 ABRUZZO 52 MOLISE 34 CAMPANIA 1.237 PUGLIA 512 BASILICATA 331 CALABRIA 350 SICILIA 1.719 SARDEGNA 1.163

ITALIA 17.041

REGIONI

0,5 18,8 12,2 0,8 3,3 1,9 2,3 2,1 0,8 1,6 4,0

20,1 0,3 0,2 7,3 3,0 1,9 2,1

10,1. 6,8 100

PRO CAPITE (IN EURO)

638,0 719,7 209,3 130,7 113,9 257,9 238,1 82,4 37,5 292,9 433,6 597,9 38,7

106,9 212,0 125,2 563,7 174,2 340,4 ' y 694,4 281,1

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Basilicata si rifà alle ultime novità normative

La Pec va sul web P.a. inerte costretta dal giudice

DI ANTONIO CICCIA E ALESSIO UBALDI

amministrazione deve pubblicare sul pro-prio sito web il suo indirizzo di posta

elettronica certificata (pec). In mancanza il giudice può costringerla a farlo.

Lo ha stabilito il Tribunale amministrativo regionale per la Regione Basilicata con la sentenza numero 478/2011 che, per la prima volta, si oc-cupa di questo problema.

Alcuni cittadini, insieme a due associazioni, lamentano l'assenza di ogni riferimento di posta elettronica certificata sul sito web della Regione Ba-silicata con la quale vorrebbe-ro comunicare.

L'obbligo per le ammini-strazioni italiane di dotar-si di un proprio indirizzo di posta elettronica certificata rendendolo pubblico è pre-visto da più testi legislativi.

In particolare, è soprattutto il nuovo Codice dell'ammini-strazione digitale (decreto le-gislativo 7 marzo 2005 n. 82) ad imporre alle amministra-zioni pubbliche di adeguarsi allo sviluppo tecnologico per dialogare non solo tra loro ma anche con i cittadini. Quest'ultimi, infatti, godono di un vero e proprio diritto a richiedere ed ottenere l'uso delle tecnologie telematiche per qualsiasi tipo di comuni-cazione o invio di documenti. Anche il «Decreto Brunetta» (decreto legislativo 27 ottobre 2009 n. 150) conferma questo impegno, al fine di ottimizza-re la produttività del lavoro pubblico nonché l'efficienza e la trasparenza dell'azione amministrativa.

La posta certificata è consi-derata un sistema di comuni-cazione sicuro e semplice da utilizzare, imposto per legge alla pubblica amministra-zione, che però, fa fatica ad allinearsi. E il ritardo crea, secondo i giudici amministra-tivi, un'inefficienza che legit-tima gli interessati (perlopiù

associazioni portatrici di in-teressi collettivi) ad intentare un giudizio contro le ammini-strazioni negligenti. Nel caso di specie, tra le varie lamen-tele dei ricorrenti, il giudice lucano ha riconosciuto l'inte-resse ad agire di un'associa-zione dedita, per statuto, alla difesa delle «libertà digitali» e allo sviluppo di «una comu-nicazione in rete che sappia coinvolgere ed informare».

Al Tar viene fatto presente il diritto di ogni cittadino a poter gestire i propri rappor-ti con le amministrazioni nel modo più semplice e veloce. Viene inoltre sottolineata l'esigenza che gli estremi te-lematici dell'amministrazione vengano resi visibili e facil-mente reperibili.

Tali esigenze non sono sta-te soddisfatte dalla Regione Basilicata. Di conseguenza il giudice, dopo aver accertato la fondatezza del ricorso, ha con-dannato l'amministrazione a pubblicare il proprio indirizzo pec e ad allinearsi alla disci-plina vigente. ©Riproduzione riservata

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