24 gennaio 2016DALL’ESPERIENZA VIVA … G. Porro · gioisca il cuore di chi cerca il Signore. ®...
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24 gennaio 2016 www.compastlentate.it
s.te messe della Comunità Pastorale BIRAGO prefestiva 20.30 festive 8; 10.30 martedì, giovedì, venerdì 9
CAMNAGO prefestiva 18 festive 10; 20.30 martedì, giovedì, venerdì 8.30
CIMNAGO prefestiva 20 festiva 10 lunedì, mercoledì, venerdì 18.30
COPRENO prefestiva 18 festive 9; 11 lunedì, mercoledì, venerdì 8
S.VITO prefestiva 18 festive 8; 11; 18 da lunedì a venerdì 7 e 8.30
sabato 8.30 sabati di maggio e ottobre 7 e 8.30
MOCCHIROLO mercoledì 20.30 (escluso maggio e luglio-agosto)
* a S. Vito: ogni sabato 16.30 - 17.30: esposizione eucaristica * a BIRAGO, CAMNAGO, CIMNAGO, COPRENO: in caso di funerale la s. Messa d'orario di quel giorno viene sostituita dal funerale
AVVISI DELLA COMUNITÀ PASTORALE
APPUNTAMENTI COMUNITARI
24 gennaio FESTA PATRONALE DI S. VINCENZO a CIMNAGO ore 10 S. MESSA SOLENNE ore 15 BENEDIZIONE e poi TOMBOLATA in oratorio
sabato 30 gennaio FAMIGLIE IN CAMMINO dalle 17 ospiti della COMUNITÀ DI FAMIGLIE IL MONTEBELLO di Limbiate
MINISTRI STRAORDINARI DELL’EUCARESTIA - corso di formazione e aggiornamento. Sulle pagine di questo INFORMAZIONE troviamo il pro-gramma preciso, sia per i nuovi che per tutti gli altri. Ricordiamo che è OBBLIGATORIO. Comunicare a don Italo la propria disponibilità.
QUO VADO? domenica 24 gennaio ore 16.30 e 21.15
SACERDOTI PER LE CONFESSIONI
sabato 30 gennaio 2016 nelle chiese parrocchiali 16.30 - 18
BIRAGO don Angelo, CAMNAGO don Ambrogio
CIMNAGO don Mario A., COPRENO don Andrea, S. VITO don Italo inoltre 20 minuti prima di ogni s. Messa, compresi i funerali
domenica 31 gennaio FESTA DELLA SACRA FAMIGLIA - ANNIVERSARI DI MATRIMONIO NEL 2016 in tutte le 5 parrocchie BIRAGO, CAMNAGO, CIMNAGO, COPRENO, S. VITO
FESTEGGIAMO 1°, 5o, 10o, 15°, 20°, 25o, 30°, 35°, 40°, 45°, 50°, 55°, 60°, 65°, … ECCO IL PROGRAMMA PER TUTTE LE COPPIE INTERESSATE
VENERDÌ 29 GENNAIO alle 21 a s. Vito RIFLESSIONE E CONFESSIONI DOMENICA 31 – FESTA DELLA S. FAMIGLIA CELEBRAZIONE ANNIVERSARI
10 a CIMNAGO e CAMNAGO - 10.30 a BIRAGO - 11 a COPRENO e S.VITO
AL TERMINE DELLA S. MESSA LE COPPIE CON I LORO FAMIGLIARI SONO INVITATE PER L’APERITIVO
ISCRIZIONI
entro 24 gennaio
nelle sacrestie
o in segreteria
p.za s.Vito
NUMERI UTILI IN COMUNITÀ PASTORALE don Italo 320.2244053, don Andrea 333.9142493 don Mario 339.2042262, don Ambrogio 0362.525275 don Angelo 334.1837553, Mariella (religiosa) 339.8838012
Natelli diacono G.Paolo (resp. Caritas) 346.8225985 SEGRETERIA della Comunità Pastorale
p.za s. Vito 27, 0362.560210 - fax 0362.688175 apertura: lunedì, giovedì, sabato 17-19 - martedì, mercoledì, venerdì 9-11
il parroco, don Italo, è a disposizione nelle case parrocchiali 17-19 lunedì a Cimnago giovedì a S. Vito martedì a Camnago venerdì a Copreno mercoledì a Birago
CENTRO ASCOLTO CARITAS interparrocchiale Copreno - via Montenero 13, 0362.565858 oppure 346.8225985
ogni lunedì 15 - 18 e giovedì 17.30 - 19.30 sito della comunità pastorale di Lentate www.compastlentate.it
calendario mensile per i battesimi in ogni parrocchia della Comunità Pastorale sempre alle ore 16.30
BIRAGO nella prima domenica di gennaio – marzo – maggio – luglio - ottobre - dicembre
CAMNAGO nella seconda domenica di gennaio – marzo – maggio – luglio - ottobre – dicembre
CIMNAGO nella prima domenica di febbraio – aprile – giugno – settembre – novembre COPRENO nella seconda domenica di febbraio – aprile – giugno – settembre – novembre S. VITO ogni ultima domenica di tutti i 12 mesi
—————————————————————————————————- Le prenotazioni necessariamente in segreteria
di p.za s. Vito 27 o direttamente dal parroco (320.2244053)
Sal 104 ® Il Signore ricorda sempre la sua parola santa.
sempre il commento al salmo responsoriale di ogni domenica
24 gennaio 2016 - III domenica dopo l’Epifania
Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome, proclamate fra i popoli le sue opere. A lui cantate, a lui inneggiate, meditate tutte le sue meraviglie. Gloriatevi del suo santo nome: gioisca il cuore di chi cerca il Signore. ®
Si è sempre ricordato della sua alleanza, parola data per mille generazioni, dell’alleanza stabilita con Abramo e del suo giuramento a Isacco. ®
L’ha stabilita per Giacobbe come decreto, per Israele come alleanza eterna, quando disse: «Ti darò il paese di Canaan come parte della vostra eredità». ®
Ha fatto uscire il suo popolo con esultanza, i suoi eletti con canti di gioia. Ha dato loro le terre delle nazioni e hanno ereditato il frutto della fatica dei popoli, perché osservassero i suoi decreti e custodissero le sue leggi. ®
Il salmo, come tutti gli altri 149 è fatto risalire al re Davide.
Si inizia con un invito a lodare Dio e a proclamarne le opere tra le
genti.
Nessun complesso di inferiorità devono avere gli Israeliti di fronte al
fasto e alla potenza delle nazioni pagane, poiché essi conoscono il
vero Dio e da lui sono stati eletti a suo popolo: “Gloriatevi del suo san-
to nome”.
“Chi cerca il Signore”, cioè l'intima conoscenza di lui ottenuta con la
fede, con l'amore, con l'obbedienza alla sua Parola, non può essere
triste: “Gioisca il cuore di che cerca il Signore”.
Il salmo invita così a “cercare” il Signore: “Cercate il Signore e la sua
potenza, ricercate sempre il suo volto”.
È un cercare dopo essere stati raggiunti da Dio; è un cercare che na-
sce dall'aver trovato; ed è un trovare che porta ancora a cercare,
all'infinito.
Il salmista invita a ricordare le meraviglie che Dio ha compiuto. Que-
sta “memoria” attiva e promuove la corrispondenza nelle opere di ogni
giorno all'amore di Dio. Dio pure “si è sempre ricordato della sua alle-
anza ...”, cioè è fedele, indubitabilmente fedele.
Il salmo procede poi facendo memoria di quanto Dio ha fatto per il suo
popolo a partire da Abramo, Isacco e Giacobbe. Gli Israeliti furono
liberati dall'Egitto, e Dio “castigò i re per causa loro”, affinché avesse-
ro "le terre delle nazioni".
Gli Israeliti sono presentati come “consacrati” (unti), perché eletti da
Dio in virtù delle promesse fatte ad Abramo, dell'alleanza del Sinai, e
della fede in lui, in attesa del futuro Messia. Essi sono designati come
“profeti”, perché depositari delle promesse.
Una storia meravigliosa di fedeltà quella del popolo ebraico: FEDELE
è Dio che opera prodigi per la SUA gente, FEDELE di conseguenza è
il popolo che risponde generosamente al SUO Dio.
Dio non ci dimentica mai e noi non possiamo dimenticarci di Lui.
donitalo [email protected]
SCOLA: «LA CHIESA NON È UN’AZIENDA,
LA SUA ATTRATTIVA È UN CUORE APERTO A CRISTO» Visita pastorale dell’Arcivescovo nel popolosissimo Decanato Seveso-Seregno il 19 gennaio scorso. Ai fedeli, giunti in gran nume-ro nella chiesa di Santa Maria Nascente a Meda, ha raccomandato una pastorale di insieme capace di affrontare le sfide di oggi.
Un Decanato nato il 9 settembre 2014 dall’unione di
due, Seregno e Seveso, su un territorio intensamente
popolato nel cuore della Brianza, che conta più abi-
tanti di tutta la Valle d’Aosta. Cinque Comunità pasto-
rali, un’Unità, una parrocchia, oltre 184 mila persone,
un Consiglio pastorale decanale di cui fanno parte 41
membri. E, poi, scuole, strutture ospedaliere e socio-
assistenziali, conventi e monasteri con una presenza
massiccia di Ordini maschili e femminili, realtà asso-
ciative e di volontariato attivissime nel contesto cari-
tativo e culturale. Insomma, una realtà fondamenta-
le, nella geografia non solo della Zona V della Diocesi,
ma per l’intera fisionomia della Chiesa ambrosiana,
che vive la sua prima convocazione pubblica corale
come meglio non potrebbe fare, attraverso la Visita
pastorale del cardinale Scola. Nella chiesa gremita di
Santa Maria Nascente a Meda, facente parte della
Comunità pastorale Santo Crocifisso, lo sottolinea il
decano don Flavio Riva, che ricorda la prossima inizia-
tiva unitaria, il 17 aprile, col Giubileo decanale cele-
brato presso la Porta Santa del Santuario di San Pie-
tro Martire a Seveso.
«Grazie per questa bella occasione, che mi permette
di vivere con voi un gesto a cui do tanto peso. La
vostra, di essere qui, è una scelta di convinzione e
quindi l’abbraccio ideale che mi offrite è un dono
grande, un sostegno per il mio compito e per il Mini-
stero di Vescovo in senso specifico», risponde
l’Arcivescovo dopo gli applausi all’ingresso e il saluto
di benvenuto. «Quando i Cristiani prolungano
l’Eucaristia incontrandosi, sappiamo di essere convo-
cati dallo spirito di Gesù risorto. Siamo una famiglia
radunata nell’unità e questo dà un tono diverso alla
modalità di espressione, per cui prendere la parola
diventa un modo di edificazione della comunità e
l’ascolto si fa ascolto di fecondazione», spiega, invi-
tando i fedeli ad andare «ben oltre la curiosità, arri-
vando alla radice di un atteggiamento che ci spalanca
a quell’esperienza di bontà e di verità che è l’incontro
con Gesù». Questo lo “stile”, dunque, con cui speri-
mentare la Visita pastorale che, anche nella sua arti-
colazione, ha un rilievo diverso dal consueto e fonda-
mentale «perché, pure nel tempo della società delle
reti, non vi è nulla che valga il “faccia a faccia”, e-
spresso da quell’essere fisicamente insieme che Comunità pastorale Lentate - 21/01/16 LM
LABORATORI FORMATIVI DI CATECHESI
Mercoledì 27 gennaio, giovedì 4 e giovedì 11 febbraio presso l’asilo di Camnago incontri di formazione sul nuovo percorso di catechesi.
I laboratori, proposti a tutte le catechiste attuali e future, sono aperti a tutta la comunità educante (genitori, educatori, …)
DALL’ESPERIENZA VIVA … G. Porro
Caro don Italo, pochi minuti fa ho avuto la possibilità di assistere alla visita di un mini-stro dell'Eucarestia a mia mamma che, da qualche settimana e ancora per qualche tempo per problemi di salute, non può partecipare alla S. Messa. Devo dire che questo è un servizio veramente grande che la Comunità Pa-storale fa per i suoi figli; non è solo per il fatto di portare il Signore nella casa degli ammalati che, già di per sé, è una Grazia ma anche perché gli ammalati, attraverso queste visite e quelle dei sacerdoti, ricevono l'ab-braccio di tutta la comunità che, nei momenti difficili, li sostiene con il ca-lore e l'affetto che solo la fraternità cristiana può dare. Grazie di cuore.
scaturisce dall’Eucaristia ed è espressione di un reali-
smo tutto cristiano». Appunto per questo, la scelta
precisa di un ritrovarsi feriale intende avere il caratte-
re di quella quotidianità di comunione - sottolinea
Scola -, che inizia con la presenza dell’Arcivescovo,
preparata dalla relazione che gli viene inviata, prose-
gue con l’elaborazione, sotto la cura del Vicario di
Zona, dei Decani e dei Consigli pastorali, di una capil-
larizzazione missionaria (non può che essere così, di
fronte alla maggioranza di battezzati che hanno per-
so la “via di casa”) al fine di individuare i temi più
rilevanti da trattare in un confronto appassionato,
per arrivare, infine, alla verifica del cammino emerso
dalla Visita mediante l’espressione del passo che ogni
comunità è chiamata a compiere. E tutto ciò realizza-
to a partire dal contenuto primo della Visita stessa,
nata dalla consapevolezza che la scissione tra fede e
vita - già richiamata dal giovane Montini negli anni
Trenta del Novecento, a proposito della cultura - sia
ormai divenuta un fossato.
Come mettere un freno a tutto questo?
«Rendendoci conto di tale frattura, affrontando le
circostanze e i rapporti, soprattutto a partire dai
giovani, con i “fondamentali” della vita cristiana e-
spressi da Atti 2, 42-47 e riattualizzati dalla Lettera
pastorale Educarsi al pensiero di Cristo. C’è oggi il
rischio di un affaticamento, una tristezza in Europa, di
fronte alla quale vogliamo ritrovare il volto di Cristo,
la sua mente, uno stile di vita che fa portare in letizia
anche le prove più dure, perché sappiamo dove
andiamo, seppure non conosciamo i passi verso la
meta», osserva il Cardinale.
Si avvia così il dialogo tra domande e risposte: Davide
della Comunità San Giovanni Paolo II di Seregno
chiede della pastorale di insieme, qui, evidentemen-
te, molto sentita; Luisa della Comunità San Pietro da
Verona di Seveso, si interroga sulle scuole paritarie.
«La pastorale d’insieme, se le Comunità pastorali
sono bene intese, rappresenta un evento profetico e
il futuro ne mostrerà la bontà, anche se ci vorrà tem-
po - scandisce Scola -, perché fare Comunità è ben
diverso dal parlare genericamente di pastorale di
insieme o organizzare qualche iniziativa in comune.
Bisogna fare in modo che questa esperienza diventi
più proponibile, lasciandoci alle spalle l’idea che la
Comunità nasca dalla mancanza di preti, anche se
innegabile. Non è solo questo il suo scopo, ma è la
missione della Chiesa, ossia lasciare passare il volto di
Cristo in ogni ambiente dell’umana esistenza, senza
perdere la fisionomia propria e la capillarità tipica
delle parrocchie. È evidente che una proposta, per
esempio, fatta ai giovani all’interno di una Comunità
può raggiungere un numero maggiore di ragazzi e
può farlo in maniera qualitativamente migliore e con
più fascino». Il riferimento è alla necessità di una
cultura della fede diversa, adeguata a leggere la pre-
senza di Gesù come contemporaneo a ciascuno di
noi. «In un cambiamento di epoca che non è sempli-
cemente epoca di cambiamenti - basti pensare alle
tecno-scienze, allo sviluppo delle biotecnologie, alla
civiltà delle reti, alla mutazione della finanza e
dell’economia, per cui 62 persone posseggono la
metà della ricchezza del pianeta - dove è la giustizia?
- si chiede l’Arcivescovo -. Occorre saper cambiare,
con disponibilità alla rinuncia se si vuole bene alla
Chiesa». Chiaro, allora, arriva il suggerimento di una
lettura attenta a ciò che molto concretamente, è
scritto nella Lettera pastorale, per esempio, sulla
famiglia.
Poi, la risposta sul ruolo della scuola. «L’educazione,
specie dei fanciulli, è un fatto fondamentale. Scattino
a livello diocesano e intra-diocesano, solidarietà
pratiche. Occorre fare ogni sacrificio possibile, doves-
simo andare anche con le pezze ai pantaloni, per le
scuole specie dell’infanzia e le materne, aprendoci a
tutti, a 360°, come già avviene con i tanti bambini
musulmani che frequentano i nostri oratori. Con il
massimo dei sacrifici messi in campo, ma con sagacia
e prudenza, dobbiamo comunque sostenerci, pur
nelle difficoltà economiche».
Ancora domande e riflessioni, come quella di Ardua,
della parrocchia Santo Stefano di Cesano Maderno,
che insiste sul «tanto bene» e sugli spazi di bellezza e
speranza che ci sono comunque nell’oggi e si interro-
ga su come vivere il
tempo di grazia del
Giubileo. Filippo,
della Comunità
pastorale Santo
Crocifisso di Meda,
affronta la questione
dei Centri Culturali.
«La mentalità di-
stratta è il punto
debole di oggi, per-
ché la nostra è un’epoca di oblio del senso della sto-
ria, del valore della fedeltà, di Dio stesso, di Gesù.
Domandiamoci che peso ha il Signore nella mia gior-
nata, Lui che vuole bene a ciascuno di noi, che ci ha
scelti a uno a uno prima che fossimo concepiti e che
ci accompagna tenendoci la mano sotto il mento. L’io
distratto è, appunto, l’io dimentico di questa presen-
za. Il primo modo per prendere sul serio la misericor-
dia di Dio, che il Giubileo ci fa provare in questo anno,
è liberarci da tale smemoratezza, magari invitando
parenti e amici, battezzati, al gesto umile e semplice
di oltrepassare la Porta Santa che ci libera da questa
sorta di “Icmesa” (ossia di avvelenamento) dello
Spirito. È vero, infatti, che c’è tanto bene, ma è la
dimenticanza di Dio che ci impedisce di seguire Gesù
nella comunità cristiana, pur con tutti i nostri limiti, e
non fa conoscere la vera natura dell’amore che ha in
sé il “per sempre”». Un tema - questo - carissimo al
Cardinale che ammonisce: «Ci vuole serietà negli
affetti e nel lavoro, equilibrio nella festa. Non dobbia-
mo abbatterci per le difficoltà inedite di oggi, perché
questo è il tempo che Dio ci ha dato e non è un tem-
po “delle passioni tristi”, come diceva Spinoza, ma
della speranza. Se siamo fraternamente solidali in
Cristo, se viviamo la vita parrocchiale e, con le debite
distinzioni, quella civile aiutandoci, abbiamo già visto
la strada per non perdere il dono immenso
dell’incontro con Gesù e perseverare in esso».
Un ragionamento simile riguarda anche la cultura,
«che non è questione di libri, ma di qualcosa di vivo
che la fede genera, per il solo fatto che spiega
all’uomo chi è, come disse magistralmente San Gio-
vanni Paolo II all’Unesco del 1987. Tuttavia, ciò che
dobbiamo realizzare è un salto di qualità, anche per-
ché i Centri culturali e le Sale della comunità sono
strumenti preziosissimi per avere il pensiero e i senti-
menti di Cristo, e, dunque, vanno curati e ben usati,
senza paure, portando sul territorio i contenuti -
l’auspicio è che così accada per i “Dialoghi di Vita
Buona” promossi dalla Diocesi -, con l’obiettivo di
essere un fermento continuo, capace di utilizzare
tutte le forme espressive». Senza mai dimenticare
che solo uno scambio di esperienza fa vivere: tale è la
testimonianza, che non è solo il buon esempio, ma
una conoscenza della realtà che diviene comunicazio-
ne di verità». Per questo l’Arcivescovo ricorda la
tremenda vicenda dei cristiani perseguitati in Medio
Oriente e la fede testimoniata dai profughi di Erbil,
«persone provate dall’avere perso tutto, talvolta
anche i propri cari, ma animate dalla speranza e dalla
preghiera».
Infine, dopo un ulteriore giro di domande “libere”
sulla mancanza di vocazioni, l’oratorio e la capacità di
essere attrattivi per i giovani, la consegna finale, quasi
a suggellare lo “stile” di una Chiesa in uscita e in gra-
do di affrontare le sfide di domani: «Da dove viene
l’attrattiva? Da un cuore largo che accoglie Gesù. Noi
non siamo un’azienda, dobbiamo essere liberi dai
risultati che sono nelle mani di Dio. Non siamo agit-
prop che devono convincere. Il Cristianesimo è
l’uomo nuovo e una comunità che non fa fiorire la
persona non è tale. Per testimoniare bisogna incon-
trare persone vive, comunicando da esperienza a
esperienza, da vita a vita: si pensi al ruolo.
Corsi base per ministri straordinari dell’eucarestia al primo incarico Organizzati a Milano e a Seveso dal Centro ambrosiano di documentazione e studi religiosi.
Il Centro ambrosiano di documentazione e studi religiosi organizza il corso base per ministri straordinari al primo incarico.
A Seveso gli incontri saranno il 5, 12, 19 marzo; 2, 9 e 16 aprile alle 15 presso il Centro pastorale (ex Seminario, via S. Carlo, 2).
Il corso (30 euro) è rivolto a tutti i ministri straordinari al primo incarico.
Corsi per ministri straordinari già in carica Al via anche il corso di approfondimento Anno C per i ministri straordinari già in possesso del mandato e che svolgono questo servizio da
anni (costo 20 euro). I percorsi proposti sono tre e gli incontri si tengono sempre alle 10.
Sempre a Seveso (ex Seminario, via S. Carlo, 2) il 20 e 27 febbraio, 5 e 12 marzo.