22/12/2010 - Rassegna Stampa

99

description

Rassegna Stampa Università

Transcript of 22/12/2010 - Rassegna Stampa

DdI università, a rischiol 'approvazione già oggiSìper errore a 4 emendamenti delPcb è bufera

DA ROMA GIANNI SANTAMARIAF uori dal palazzo si manifesta, madentro la tensione prende il so-pravvento al Senato, dove è in di-

scussione il ddl sull'università, la cui ap-provazione potrebbe arrivare tra oggi edomani. Nel pomeriggio il patatrac, cherallenta lavori fino a quel punto a tappeforzate. Succede che la presidente di tur-no, la leghista Rosi Mauro perde le staffee mette in votazione a raffica alcuni e-mendamenti dell'opposizione, dandoneper errore quattro come approvati. Uno,il 6.26, più tardi sarà rivotato e bocciato.Il clima è incandescente. Le votazioni so-no per alzata di mano e la vicepresiden-te di Palazzo Madama va avanti spedita.«Approvato», scandisce più volte, e in-tanto si rivolge all'emiciclo gridando pu-re «vergogna». Si levano grida di «presi-denza», «sospendi» (scene che fanno su-bito il giro delle retesuYou Tube). Alla fi-ne lo scampanellio:la seduta viene inter-rotta e alla ripresa deilavori , un paio d'oredopo, sentiti i capi-gruppo, il presidenteRenato Schifani tor-na in aula con la pro-posta di far ripetere

tezza», ha obiettato Li Gotti, «non due o-re dopo». Alla fine, dopo che il presiden-te fa accantonare tre emendamenti e con-voca la Giunta per il regolamento, i duegruppi non partecipano al voto. Udc e Ffi,pur critici nel merito, appoggiano la pro-posta di Schifani. Appellandosi, coni ca-pigruppo Gianpiero D'Alia e PasqualeViespoli, al senso di responsabilità ri-spetto a quanto accade (ed è previsto cheaccada) fuori dall'aula. Il leghista Federi-co Bricolo, infine, ha espresso solidarietàalla Mauro, e ha imputato all'opposizio-ne un atteggiamento ostruzionistico.Maurizio Gasparri rimarca che i primichiedere la ripetizione sono stati quellidel Pd.Insomma il provvedimento che sta por-tando in piazza una parte del mondo u-niversitario, haper poche ore rischiato ditornare alla Camera per una quarta let-tura. Che il clima fosse teso lo si è capito

Sotto accusa la leghistaRosi Mauro. Schifanifa ripetere le votazioniGelmini : sì finaleanche domani mattina,no al ricorso alla fiducia

le votazioni, invocando il regolamento.«Prima ancora di sapere quello che a-vrebbe detto l'opposizione sulla presun-tavotazione di alcuni emendamenti - haspiegato la seconda carica dello Stato -avevo concordato con i capigruppo dimaggioranza e opposizione di procede-re alla rinnovazione di quelle votazioni».Perché «l'aula ha vissuto un momento dicaos tale da non consentire ai senatori dicapire quanto si stavavotando». Una de-cisione, sottolinea, «presa in buona fedee confermata dalla presidenza».Contraria rivotare Anna Finocchiaro (Pd)e Luigi Li Gotti (Idv). Secondo loro il Se-nato si è espresso e, dunque, si introdur-rebbe un precedente pericoloso. Il tenta-tivo di forcing della Mauro per la capo-gruppo pd è stato una «risposta prepo-tente e dispregiativa delle ragioni del-l'opposizione». Una o due votazioni sipossono ripetere non sette - hanno ar-gomentato entrambi - e nell'«immedia-

dalla mattinata,quando un posticipodi I I minuti nell'ini-zio della seduta hafatto arrabbiare il se-natore del Pd Gio-vanni Legnini, cheha intravisto il tenta-tivo di far arrivare i ri-tardatari della mag-gioranza. Poi l'Idv ha

polemizzato con il ministro Sandro Bon-di, accusato di votare per un collega. «Nongli bastava fare il poeta, adesso si dilettaaddirittura a fare il pianista», l'ironia delcapogruppo dipietrista Felice Belisario.Poi il caso degli emendamenti (non) ap-provati, nato dalle obiezioni di Legnini,che notava una contraddizone: l'articolo6 modifica la legge Moratti e il 29 «abro-ga integralmente» la stessa norma. PerFrancesco Rutelli (Api) il ddl potrebbe es-sere rinviato alla Camera dal Capo delloStato. Infine, a riaccendere la discussio-ne è stato l'intervento del ministro Ma-riastella Gelmini, per la quale il problemasarà risolto con il milleproroghe, che ilConsiglio dei ministri approverà oggi. Chel'ok alla riforma arrivasse già ieri la Gel-mini lo sperava. Anche se in serata am-metteva: è possibile che slitti a giovedì.Una cosa è certa e l'ha ribadita il viceca-pogruppo Pdl Gaetano Quagliariello: nonsarà posta la fiducia.

«RIFORMAVAA FAVORE DEGLI STUDENTIDISSENSO IN PIAZZA, NO AVIOLENZE»Silvio Berlusconi difende a spada tratta la riformaGelmini che «agli studenti è stata spiegata male,all'incontrario. Se c'è una riforma che li favorisce èproprio questa». Lo ha affermato ieri sera allatrasmissione Matrix.Al conduttore che gli fa notarecome moltissime persone siano contrarie, il Cavaliererisponde: «Ci sono moltissimi studenti che vannoall'università dove si svolgono regolarmente lelezioni».A chi protesta, infine, un appello: «Siamo ungoverno democratico che accetta il dissenso anchenelle manifestazioni di piazza. Ma non devono essereportatrici di danni e violenza verso altri».

EM

STUDENTI)LENZE»a riformata male,favorisce èra allagli fa notareie, il Cavaliere.he vannoante le>: «Siamo unenso anchexvono essere

Rosi Mauro : è stato un suo errore a scatenare la bagarre

Gli studenti a Napolitano: «Non firmi»DA Ro1viA LucA LIVERANI

F iori ai poliziotti, lezioni inpiazza, un sit-in in Cam-pidoglio, uno sciopero del-

la fame, una tombolata a RomaTre. Alla vigilia della manifesta-zione nazionale contro la rifor-ma universitaria, nella Capitalevanno in scena prove tecnichedi protesta degli studenti. Ini-ziative colorate e fuori daglischemi, tutte all'insegna dellanonviolenza, a rimarcare una di-stanza dagli scontri del 14 nonsempre esplicitata. E gli univer-sitari intendono consegnare alpresidente Napolitano un ap-pello a non firmare la legge, al-trimenti «Lei sancirà la cancel-lazione del Diritto allo Studio»:«Si renda anche lei indisponibi-le a questo disegno eversivo, nonfirmi, sarà così in piazza ancheLei al nostro fianco».Nel giorno in cui il Senato daràil via libera al ddl Gelmini, gli stu-

denti sfileranno senza violare laZona rossa dei palazzi del pote-re, per rifiutare la logica delloscontro, surriscaldata - dicono -dagli annunci di arresti preven-tivi e dalle ipotesi diDaspo. Nes-sun itinerario predefinito: l'o-biettivo è quello di disorientarele forze dell'ordine e di bloccarela città, puntando all'effetto sor-presa. Saranno infatti al di fuoridella zona blindata gli obiettividei due i cortei, quello degli uni-versitari che parte stamattina dapiazzale Aldo Moro alla Sapien-za, e quello degli studenti mediche prende il via dalla Piramide.Ieri sera in Questura non è arri-vato alcun preavviso formale dimanifestazione. Solo una lette-ra ironica a sindaco, prefetto equestore: «Apprezziamo la vo-stra apertura al dialogo», scrivo-no gli studenti della Sapienza e-lencando le «centinaia di de-nunce per manifestazione nonautorizzata, gli arresti immoti-

vati, la zona rossa in continua e-spansione». E ringraziano per es-sere stati «protetti, tenendocilontani da patetici teatrini ecompravendita di parlamenta-ri»: «Lasceremo i palazzi del po-tere nella solitudine della loromiseria e andremo nella altre zo-ne della città, per parlare con chicome noi è inascoltato da quel-li stessi palazzi». Il bilancio deidisordini del 14 ieri contava 60denunciati per manifestazionenon preavvisata e 8 per lancio di

oggetti.La vigilia della manifestazione èdunque punteggiata di "aperiti-vi" della protesta. All'universitàdi Roma Tre tombolata gigantedavanti al Senato accademico.«Basta dare i numeri sul nostrofuturo»: 14, giorno dell'ultimamanifestazione, 22, oggi, 90, «lapaura che ci vuole teppisti, vio-lenti, potenziali assassini cui da-re il Daspo come gli ultrà». Glistudenti di Ingegneria della Sa-pienza al Campidoglio in trentaoccupano per mezz'ora la scali-nata con slogan e cartelli: «Ga-rantismo per i potenti, giustiziasommaria perla gente». In piaz-za Montecitorio gli studenti del-le superiori rivisitano l'antico in-no hippy «mettete dei fiori neivostri cannoni». Dietro allo stri-scione «Gasparri ecco iviolenti»offrono mazzi di garofani e mar-gherite ai poliziotti: «Noi facino-rosi, violenti, assassini da fer-mare, "daspare", arrestare", viregaliamo un fiore», dice SofiaSabatino, portavoce della Retedegli studenti medi. In via Pal-miro Togliatti, periferia Est, uncentinaio di liceali bloccano peralcuni minuti il traffico vestiti dirosso, verde, viola: «Tutti i coloritranne il nero perché non c'en-triamo nulla coi black block». Inpiazza Campo De Fiori infinetocca a Giorgio Milanetti, pro-fessore di lingua hindi, la quintalezione itinerante. Tema: l'a-stensione dal cibo della tradi-zione indiana. Ad ascoltarlo gliuniversitari di Studi orientali,cinque dei quali sono al quintogiorno di sciopero della famecontro l'accorpamento con la fa-coltà di Lettere. «Noi prendiamocon decisione le distanze dalleviolenze del 14», spiega CristieFiumara. «L'unica violenza -spiega la studentessa orientalista- la facciamo contro il nostrocorpo digiunando, in linea con latradizione gandiana».

La bomba «bluffi>che avvelena il climadi FIORENZA SARZANINI

u na finta bomba che avvelena il climae prova a far salire la tensione. Un

ritrovamento che, alla vigilia dellamanifestazione degli studenti contro lariforma universitaria del ministroGelmini, potrebbe avere come obiettivo lacriminalizzazione di chi protesta.

CONTINUA A PAGINA 6

Proteste e scontri,l'ordigno «buff»che avvelena il climaNessuna rivendicazione, misteriosi i responsabili

4 'le Ì'l,Ì'l,ak3 Z4r O

SEGUE DALLA PRIMA

Il risultato delle analisichimiche svolte dai carabi-nieri del Ris, arrivato in sera-ta, sgombra il campo dallapista anarchica che qualcu-no si era invece affrettato adipotizzare.

Manca la rivendicazione,ma soprattutto l'ordignoera costruito per non esplo-dere, visto che non avevauna parte di innesco e conte -neva carbonato di calcio an-ziché polvere pirica. Vale adire cemento. Le «campa-gne scoppiettanti» degli an-ni scorsi erano pianificatecon ordigni completi, siapur costruiti in maniera arti-gianale.

Le iniziali perplessità de-gli specialisti del Ris dell'Ar-ma sul ritrovamento di quelsacchetto sotto il sedile diun vagone della metropoli-tana trovano dunque confer-ma. E adesso bisognerà sco-prire chi ci sia dietro un epi-sodio che assume il saporedella provocazione. Non acaso si è deciso di non forni-

finto ordigno ritrovatonel metro a Roma era contenuto

,stola nera di cartone

il pacco

AH' ieremo c -cmetailìe roe de6:e da RI. ;ettrìci.

L. scatola erastata fasciatain un vagoneall'Internotli un sacchettodi plastica

re l'esatta composizione del-la polvere, in modo da potervalutare facilmentel'attendibilità di un volanti-no che dovesse giungerenelle prossime ore. Anchese gli esperti danno ormaiper scontato che nessunmessaggio credibile possaessere recapitato.

A pochi minuti dalla sco-perta numerosi politici, intesta il sindaco Gianni Ale-manno, avevano manifesta-to preoccupazione e allar-me. Già a metà giornata si ècapito che quella bomba eraun bluff, ma questo non haimpedito a molti di conti-nuare ad accreditare un col-legamento tra il presunto or-digno e il corteo che sfileràquesta mattina. E forse eraproprio il risultato che vole-va ottenere chi ha confezio-nato il «pacco», tanto che lostesso sindaco in serata hadovuto escludere che potes-se esserci qualsiasi tipo diconnessione. Si torna dun-que a guardare a che cosasuccederà oggi in piazza,con l'incognita di una mani-

festazione non autorizzata.Nonostante l'esortazionepubblica del questore Fran-cesco Tagliente a concorda-re il percorso, nessun preav-viso o richiesta di permessoè stata presentata dai pro-motori del corteo. Si sa chepartiranno alle 9.3o da piaz-zale Aldo Moro, di fronte al-l'Università, ma fino a ierisera nessuno era in grado diprevedere che cosa potreb-be accadere.

L'ipotesi più probabile èche la sfilata di chi protestaverso il Senato e la «zonarossa» possa essere affianca-ta da azioni estemporaneein altre zone della città. Suquesto le disposizioni delministro dell'Interno Rober-

to Maroni al capo della poli-zia sono state esplicite: tolle-ranza zero di fronte ai vio-lenti. E dunque dovranno es-sere fermati tutti coloroche, come avvenuto la scor-sa settimana, provino ad as-saltare bancomat o mezziblindati delle forze dell'ordi-ne, negozi o vetture private.

Nell'ultima riunione di ie-ri il prefetto Antonio Manga-nelli ha utilizzato esplicita-mente la metafora del «forti-no», vale a dire i palazzi isti-tuzionali, che dovrà essere«difeso da possibili tentati-vi di chi cercherà di entra-re». E poi ha chiarito comeanche «fuori» il controllodovrà essere serrato, utiliz-zando i reparti di «pronto in-tervento a presidio del terzi-torio» sia mobili, sia in stra-da. Per questo motivo si èdeciso che le vie strette nelperimetro dell'area interdet-ta del centro storico - quel-le cioè dove è impossibile si-

scenarioAvanzata e poi smentital'esistenza di un legamecon la manifestazionedegli studenti di oggi

i

stemare i blindati - dovran-no essere chiuse con unoschieramento di uomini.

Saranno oltre 2.000 le for-ze impiegate, tra poliziotti,carabinieri e finanzieri, purnella consapevolezza chel'ala più estrema degli anta-gonisti, così come i centrisociali di altre città, fino a ie-ri sera avevano deciso dinon partecipare alla mobili-tazione di Roma. Uno schie-ramento imponente che glistudenti giurano di voler ag-girare manifestando pacifi-camente.

Fiorenza SarzaniniC9 eiPROOUZION E RI3ERVArA

PIUIS _ SE SOLO A CHI LE MERITA

VOTI (S EVERI )AGLI ATEN E Idi FRANCESCO GIAVAZZI

a legge sull'Univer-sità dovrebbe esse-re approvata fraoggi e domani. A

Mariastella Gelmini va ilmerito dell'unica riformavarata in due anni e mezzodi governo . Ma l'esecutivoha perso un 'occasione.

Il dibattito sulla leggeera un'opportunità. Persmascherare chi si è oppo-sto in nome dell'autono-mia della ricerca e dell'in-segnamento , quando in re-altà proteggeva la sua pic-cola rendita . Per convince-re gli studenti che un'Uni-versità più aperta è innan-zitutto nel loro interesse:difendere chi nell 'Universi-tà ha avuto la fortuna di en-trare, tenendo fuori chinon ha potuto godere disorte analoga , danneggiaprima di tutti i giovani. Perincalzare infine l'opposi-zione e vedere se il Pd èpronto a tutelare il meritoanche quando questo en-tra in collisione con i sinda-cati dei docenti.

Invece il governo ha ri-dotto la discussione a unproblema di ordine pubbli-co. Non ha capito che ilmovimento degli studentiha ragioni profonde: è ilsintomo preoccupante dituia generazione che si sen-te sempre più abbandona-ta. Ragazzi allibiti dalla po-litica che raccontano i gior-nali, angosciati dalla pro-spettiva del lavoro che nonc'è, delusi da un governoche non ha fatto nulla perloro. Se lo ha fatto, questaera l'occasione per spiegar-lo. Accettando il dialogo,non invitando i giovani arestare a casa come ha fat-to ieri il capogruppo pdl alSenato Maurizio Gasparri.Gli studenti non rimarran-no a casa perché è l'Univer-sità la loro casa, ma non ca-dranno neppure nella trap-pola di chi vuole farli pas-sare per violenti teppisti.

Ciò premesso, la leggeGelmini non è certo tuia ri-forma perfetta, soprattuttoper una maggioranza chesi dichiara «liberale»: Lui-gi Einaudi avrebbe redatto

un testo molto diverso.Ma, come ho già scritto(Corriere, 3o novembre), èla migliore che possiamoattenderci da questa classepolitica. In due anni di di-scussione le proposte avan-zate dal Pd sono state o va-riazioni marginali sul testodel governo, o modifichepiù sostanziali, ma nella di-rezione di una maggioreprotezione di chi nell'Uni-versità già c'è.

La legge è un canovac-cio tutto da riempire: se sa-rà una buona riforma, di-pende da come saranno re-datti, e in che tempi, i rego-lamenti attuativi. Tenereaccesa l'attenzione è re-sponsabilità dell'opposizio-ne che nei prossimi mesinon dovrà dimenticarse-ne. Se la parziale liberaliz-zazione avrà risultati positi-vi, sarà effetto degli incen-tivi che gli atenei percepi-ranno, cioè dell'efficaciadella valutazione, che è ilvero cardine della legge.(Anche aver trasformato leuniversità telematiche innormali università privatenon è necessariamenteuno scandalo. L'open uni-versity inglese è un'istitu-zione seria e utile. Le no-stre telematiche sono perlo più delle truffe: promuo-vere un insegnamento a di-stanza qualificato sarà unodei compiti della valutazio-ne).

L'Anvur, l'Agenzia nazio-nale per la valutazione del-l'Università e della ricerca,nasce oggi con la designa-zione dei membri del suoconsiglio direttivo. Essi do-vranno essere molto ambi-ziosi, avere come propri ri-ferimenti la Banca d'Italiae la Consob perché la for-mazione del capitale uma-no è più importante sia del-le banche sia della Borsa.Per farlo l'Anvur dovrà ave-re risorse adeguate. La cre-dibilità del ministro si gio-cherà anche sui fondi dicui riuscirà a dotarla: sequesti verranno lesinati, lariforma sarà stata un eser-cizio inutile.

CV q PROOUZONF q SFRVATA

«Qualcuno aveva deciso di creare il caso»

«Ho detto "non approvato"non mi sono sbagliataDall'Aula cattivo esempio»

ROMA - La grande rosa verde distoffa che porta sul petto non si è mos-sa di un millimetro. Invece i capelli fol-ti e corvini risentono del pomeriggiomolto agitato che ha trasformato la se-natrice Rosi Mauro - storica leaderdel sindacato padano, oggi vicepresi-dente del Senato - nel personaggiodel giorno. In Aula, alla ripresa dei la-vori dopo la bagarre, lei va a sedersinel settore della Lega e dalla tribuna lasi vede gesticolare, parlare ad alta vo-ce al telefonino, bisbigliare frasi al vi-ceministro Roberto Castelli e al capo-gruppo Federico Bricolo. Poi anche leicede. E si concede di fumare nell'appo-

Per lei le votazioni sono state rego-lari?

«Io non mi sono sbagliata. Con tut-to quel frastuono non si sarà sentitobene: ma sono sicura di aver proclama-to il giusto. Ho sempre detto "non ap-provato"».

Senatrice su «YouTube» impazzail video con le fasi concitate della se-duta da lei presieduta: si sente beneche lei, proclamando l'esito di quat-tro votazioni su sette, dice «approva-to».

«Ripeto, c'era un frastuono micidia-le, i senatori saltellavano, aizzavano,urlavano. Dal primo banco, quello del

sita saletta ubicata alle spalle dell'emi-ciclo. Spenta la sigaretta, la parlamen-tare che vanta un'amicizia di lunga da-ta con la famiglia di Umberto Bossi -tanto da rendere indispensabile la suaassistenza durante la lunga malattiadel leader della Lega - accetta di rac-contare la sua versione dei fatti.

Discorso preparato«Anche questa volta mi sonolimitata a leggere lo speechpreparato dagli uffici. Quella erala posizione della presidenza»

Presidente Mauro, perché non hasospeso la seduta? La questione pro-cedurale posta dal Pd si poteva risol-vere accantonando un paio di emen-damenti.

«Guardi, in due anni e mezzo di legi-slatura non c'erano mai stati incidentidurante i miei turni di presidenza. Eanche stavolta mi sono limitata a leg-gere lo speech preparato dagli uffici.Quella era la posizione della presiden-za del Senato...».

Sì però il senatore Legnini le hachiesto di interrompere i lavori e lei,per tutta risposta, ha iniziato a chia-mare una raffica di emendamenti.

«C'era un caos incredibile. In Aulavolavano parole grosse, carte e anchelibri...».

Qualcuno ha usato parole ingiurio-se nei suoi confronti?

«Sì. Quando ho urlato "vergogna"l'ho fatto perché ho sentito, sotto ilbanco della presidenza, una frase chenon mi è piaciuta».

Chi è stato?«Se avessi colto l'attimo, farei il no-

me. Ma non sono in grado di indivi-duare il collega».

comitato dei nove, mi hanno chiestodi chiarire e ricordo bene di aver detto"non approvato"».

Dica la verità, si è fatta prendere lamano dall'emotività? Dai banchi del-la Lega è partito un tifo da stadio chela incitava a tirare dritto.

«No, l'emotività non c'entra. C'eraanche un accordo con l'opposizione eio sono andata avanti. Se mi chiede co-sa sarebbe successo se avessi interrot-to la seduta..».

Cosa sarebbe successo?«Qualcuno avrebbe ugualmente vo-

luto creare il caso. Dico questo perchéè chiaro che sulla riforma dell'universi-tà continua ad esserci una grande stru-mentalizzazione».

Però il Senato non ha dato un bel-l'esempio.

«No, non è un bell'esempio versol'esterno. Spero, però, che tutto que-sto non abbia una influenza negativa».

D ino MartiranodA NIPROOULONE HISEHUAIA

rrore - i Rosi Mauro, passano 4 o d lche dell'opposizione. S c ifa i fa rivotareROMA - La riforma dell'uni-

versità - che oggi avrebbe do-vuto tagliare il traguardo dell'ap-provazione definitiva - viaggiaancora in salita dopo una giorna-ta di caos totale nell'aula del Se-nato costretta, ieri sera, a ripete-re ben sette votazioni indettenel pomeriggio in piena bagarredal vice presidente Rosi Mauro(Lega). La proclamazione di 4votazioni - almeno stando alleprime, concitate affermazionifatte dalla senatrice Mauro -ha dato per approvati erronea-mente altrettanti emendamentidell'opposizione. Ma in serata leoperazioni sono state ripetutesotto la presidenza di RenatoSchifani e l'esito degli scrutini èstato favorevole alla maggioran -za. Pd e Idv non hanno parteci-pato al voto, l'Udc invece ha ap-poggiato la decisione di Schifaniche ha poi cercato di sdramma-tizzare affermando che tutti i ca-pigruppo, compresa la Finoc-chiaro e Belisario, in un primomomento avevano chiesto la ri-petizione del voto.

A questo punto, quando man-cano ancora 400 emendamentida votare, la maggioranza non èpiù tanto sicura di farcela entrostasera. E presidente del Consi-

glio è convinto che non ci sianoproblemi: «Mi risulta difficileche chi prima ha votato la rifor-ma possa adesso votare contro».Silvio Berlusconi, però, attaccaPier Luigi Bersani: «E grave chela sinistra abbia sostenuto la ma-nifestazione degli studenti ed ab-bia plaudito al decisione dei giu-dici di rilasciare i fermati». Ma ilPd replica con durezza: «Berlu-sconi si vergogni e non si per-metta di lanciare accuse infonda-te», osserva Maurizio Migliavac-ca.

Eppure ora il ministro MariaStella Gelmini deve ammettereche forse la tabella di marcia su-

birà un aggiustamento: «L'ok altesto potrebbe arrivare domanisera (oggi, ndr) o al limite giove-dì mattina». C'è stato, ha aggiun-to la Gelmini, «un problema dimero coordinamento del testoma alla fine è stata trovata unasoluzione accantonando alcuniemendamenti». Il «problematecnico», di cui il ministro si èdovuto far carico, non è di pococonto ed è all'origine della ba-garre scoppiata in aula. Giovan-ni Legnini (Pd) ha segnalato l'in-congruenza del testo giunto dal-la Camera laddove all'articolo 6modifica la legge Moratti del2005 sui professori aggregati

mentre all'articolo 29 quella stes-sa norma viene abrogata. Delledue una, hanno detto FrancescoPardi e Luigi Ligotti dell'Idv spo-sando la tesi illustrata da AnnaFinocchiaro (Pd) e in parte rece-pita da Gianpiero D'Alia (Udc).La soluzione, ha osservato Legni-ni, ora sarebbe quella di appro-vare un emendamento dell'op-posizione per correggere l'erro-re commesso dai deputati. Maquesto significherebbe una quar-ta lettura alla Camera, seppuremolto veloce, che maggioranzae governo non hanno intenzio-ne di autorizzare. La giunta peril regolamento, riunita dopol'aula, ha votato a maggioranzaun percorso per «aggiustare» iltesto ma Francesco Rutelli (Api)ha avvertito che si «rischia di fa-re un'altra frittata mettendo a ri-schio la legge che potrebbe esse-re rinviata alla Camere». Al dun-que sono rimasti inascoltati iconsigli di Carlo Vizzini (Pdl)che aveva suggerito di accanto-nare gli emendamenti della di-scordia come richiesto dal Pd.Invece è prevalso il tifo da sta-

dio di Pdl e Lega che hanno in-dotto in errore Rosi Mauro.

D.Mart.U RIPRODUZIONE PCERVA A

V'n!e[zt

Se atc

a zonarossa

L'arca in cui oggia capitale

vietato

P,,VLzoJr

arale che la sinistra abbia avuto a sostenere le !narifesca:inni del 14 Berluseoni si vergogni. Accostare le i,iolen;e di strada dei giorni scorsidicembre, in cui si fecero 1504 f eriti tra le, f r e dell' ordine Silvio Bodosconi al Pd è un atto di squad r°isrno degno di questo go verno Mauri io Migi'Mvaca, Rd

Pa^ aZZ6

Un piano pericoloso: mostrare violentoil dissenso degli studenti Luigi De Magistris, Idv

tucci (Salo così non sarete schiacciati dagli imbecilli violenti»

L'inventore dei «katanga» ai ragazzi«Imitateci, fate il servizio d'ordine»

MILANO - Ai tempi lo chiamava-no «Manina»: per via della dimensio-ne del palmo, si dice. La vulgata tra-smessa ai posteri da chi sfilava in cor-teo con lui dice pure che portasse lachiave inglese non davanti, come tut-ti, ma nascosta nella giacca dietro laschiena: per potenziare l'effetto-sor-presa, dicono, e pare funzionasse allagrande. Eppure Mario Martucci, cheoggi ha 67 anni ed è un tranquilloconsulente d'azienda, del periodo incui non solo fondò con Mario Capan-na e altri compagni il Movimento stu-dentesco ma soprattutto inventò i«Katanga» a garantirne il ruvido an-corché efficientissimo servizio d'ordi-

ne non rinnega nulla di nulla, anzi:«Un servizio d'ordine organizzato co-me il nostro - dice - è esattamentequel che manca agli studenti di oggi.Per tener fuori dalle balle quei quat-tro imbecilli violenti. Altrimenti sa-ranno schiacciati da chi vuol solo farcasino, e le ragioni della loro protestanon le ascolterà più nessuno».

Non che a lui mancassero i modispicci, e ancora adesso ride quandoracconta di aver fatto ingoiare, duran-te un'assemblea del liceo Berchet diMilano, un intero foglio con chissàquale mozione a un giovanissimoGad Lerner: «Ma quelle erano ragaz-zate, che c'entra..». Poi si fa serio: «E

il contesto a essere totalmente diver-so. I nostri anni, dico il '68 eccetera,erano anni di protesta volta al futuro.Fiduciosa, in qualche modo: e in effet-ti tutti noi abbiamo trovato lavoro infretta, anche con un certo successo.L'insoddisfazione di ieri era politica,più che sociale o economica. Quelladi oggi, al contrario, è una protestadisperata. Per questo credo sia piùpreoccupante». Ma le «dinamiche in-terne del movimento - prosegueMartucci - quelle sono rimaste iden-tiche».

Spiega. «Allora il momento centra-le del Movimento era l'assemblea edentro poteva esserci di tutto. Il pun-

to è che se non stavi in assemblea erifuori: Curcio non ci veniva, perché inassemblea avrebbe perso. Ecco: quel-li li erano quelli pericolosi. Perchéper farsi sentire dovevano usare un al-tro linguaggio. E oggi il meccanismoè uguale: il grosso degli studenti èquello che cerca momenti di coscien-za, confronto, dialogo anche nellaprotesta più aspra. Poi ci sono le fran-ge estreme, antagoniste, minoritarie.Senza altra strategia che quella carte-siana adattata a loro: fracasso, quindiesisto».

Il «Manina» continua: «Anche allo-ra, come dovrebbe essere oggi, l'ur-genza era quella di difendere il Movi-mento da quelli come loro. Come? Inprimo luogo dialogando con la poli-zia: io ricordo interi pomeriggi tra-scorsi a parlare con gli uomini dellaQuestura, per studiare come isolare iviolenti. E quelli di oggi non sonomatti, in molti casi sono gli stessi diallora. Poi, certo, tu devi anche colla-

borare a tenerli fuori a tua volta, i vio-lenti. Se fai un corteo e l'unica cosache ottieni sono i negozi chiusi perla paura di rimetterci una vetrina haifallito in partenza». I Katanga, in que-sto, erano professionisti: vedi il libroKatanga che sorpresa, scritto da Mar-

tucci nel trentennale del '68, pieno dianeddoti ma anche della sua storiadi «ex» divenuto sempre più riformi-sta, poi socialista, poi decisamentecraxiano: «Contestai Bettino quandoil partito voleva proibire i cortei al sa-bato. Più tardi ho capito che aveva ra-

gione». E oggi dice che «la ri-forma Gelmini, rispetto al-l'università che abbiamo la-sciato noi, rappresenta co-munque un miglioramento».

Tuttavia «è ovvio - con-clude - che il senso di re-sponsabilità devono averlotutti: anche solo pensare agliarresti preventivi, figurarsiproporli, è semplicemente

folle. Così come è folle continuare ainventarsi una zona rossa dietro l'al-tra: che serve solo a far venire a qual-cuno, ogni volta, la legittima vogliadi violarla».

Paolo Foschini® RI PHODJ LIONE RISERVAI A

iniziative Ieri mazzi di fiori ai poliziotti davanti alla Camera. La Digos pronta a contestare il reato di «manifestazione senza preavviso»

Studenti, appello a Napolitano: non firmi«Non cancelli il diritto allo studio». Annunciati cortei «a sorpresa» in tutta Italia

ROMA - Se c'è un uomopolitico, una figura istituzio-nale di cui loro ancora si fida-no, questi è Giorgio Napolita-no, il capo dello Stato, chegià nell'ottobre 2008, alla Sa-pienza, incontrando gli stu-denti in lotta contro i tagli,lo disse apertamente per laprima volta: «Io sto dalla par-te dell'università». Così, og-gi, nel giorno decisivo dellariforma Gelmini, il movimen-to gioca l'ultima carta rivol-gendosi proprio a lui, al pre-sidente. Il corteo degli stu-denti romani, almeno all'ini-zio, sembra intenzionato in-fatti a snobbare la «zona ros-sa» di Palazzo Madama eMontecitorio (al grido di«Voi chiusi dentro i palazzi enoi liberi per Roma») e pun-terà invece dritto al Quirina-le per consegnare a Napolita-no questa lettera aperta: «Seporrà la Sua firma al disegnodi legge Gelmini - scrivonogli studenti a Napolitano -.Lei sancirà la cancellazionedel diritto allo studio, unodei diritti fondamentali dellaCostituzione, che garantisceequità e democrazia. Si ren-da indisponibile a questo di-segno eversivo: non firmi, sa-rà così in piazza anche Lei alnostro fianco».

Un appello accorato, il lo-ro, alla vigilia di un'altra gior-nata lunghissima e assai te-muta dopo gli scontri di mar-tedì scorso, con una fintabomba fatta ritrovare ieri inuna stazione della metropoli-tana di Roma, che non pote-va far danni ma certo ha alza-to ulteriormente la tempera-tura. Gli studenti però non cistanno, rifiutano l'etichettadel «black bloc» e temonopiuttosto di essere finiti den-tro a un gioco più grande di

at »

La portavoce deimanifestanti: tornano glistrateghi della tensione manon cadremo in trappolaI

loro: «Sono tornati ad opera-re gli strateghi della tensione- dice Sofia Sabatino, porta-voce della Rete nazionale de-gli studenti medi -. Ma noinon cadremo nella trappolae porteremo anzi mazzi di fio-ri in corteo da regalare ai po-liziotti». L'hanno già fatto ie-ri, in un flash-mob davantialla Camera. E proteste creati-ve sono annunciate oggi intutta Italia: quelli dell'Accade-mia di Brera a Milano pro-

mettono azioni «a sorpresa»(martedì scorso fu occupatala Borsa), due cortei a Tori-no, mentre a Napoli e Firen-ze bloccheranno le strade elo stesso faranno a Venezia,Palermo, Reggio Emilia. An-che il Natale imminente saràd'ispirazione, con sfilate diBabbi Natale e tombolatecontro la privatizzazione. Enegli striscioni, da Nord aSud, tutti ora si dicono «in-DASPOnibil » con chiaro rife-rimento all'idea del governodi estendere ai manifestantile stesse misure già applicateagli ultrà degli stadi.

In attesa del Daspo, co-munque, ieri la Digos per ifatti del 14 dicembre ha de-nunciato altri 6o giovani per«manifestazione non preav-visata», lo stesso reato in cuirischiano di incorrere i mani-festanti di oggi, che alla que-stura romana hanno manda-to soltanto un fax generico,senza indicare il percorso dafarsi autorizzare. Altri 8, poi,sono stati identificati (grazieai filmati del 14 dicembre)come responsabili del lanciodi oggetti (sampietrini, uo-va, bombe carta) contro leforze dell'ordine. Di sicuronuove denunce arriveranno.

Fabrizio Caccia® RIPRODUZIONE P, 13ERVATA

Gli studenti hanno datovita ieri di fronte aMontecitorio a un«flash mob», i radunilampo non autorizzatiche subito si sciolgono

Per oggi, gli studentihanno fatto sapere cheeviteranno la zonarossa per andare aconsegnare una letteraal capo dello StatoNapolitano al Quirinale

3Manifestazioni sisvolgeranno anche aMilano e a Torino,mentre a Napoli, Firenze,Venezia, Palermo eReggio Emilia sarannobloccate alcune strade

LETTERA APERTA SUL FUTURO

Cari studenti, chiedete ascolto e rispettodi I N-IBERTO AN-IBROSOLI

ari ragazzi e ragazze dei licei edelle università che (pacifica-mente) animate le piazze d'Ita-lia, a guardare le vostre motiva-zioni non si può negare com-

prensione e solidarietà. I tagli all'istruzionesembrano impoverire l'istruzione stessa ela cultura tutta allontanandole di fatto dalmondo del lavoro. Si concretizza, così, giàda subito quella sensazione di precarietàche, come prospettiva nel lavoro, rappre-senta il dramma. Rischia di affermarsi ilpensiero che il proprio presente non sia lapremessa necessaria di realizzazione perso-nale e autonomia.

Eppure, a fronte di questi sentimenti, co-me principale risposta assistete allo svili-mento dei vostri argomenti e delle ragionidelle proteste attraverso l'uso di battute deltipo «chi studia è in aula, i fannulloni sonoin piazza». Constatate addirittura il travisa-mento delle vostre. critiche sostanziali attra-verso argomenti da propaganda, quali laforzata confusione con i gesti dei vostri coe-tanei dissennati e violenti, il 14 dicembre.

Ciò conferma e ribadisce lo stato di in-consapevolezza e irresponsabilità in relazio-ne al fondamentale tema correlato al dirittoallo studio. È paradossale, poi, sentir nega-re la natura e il significato delle vostre pro-teste da parte di chi in quelle stesse piazze,talvolta anche con eccessi che voi non mo-strate nelle manifestazioni, ha costruitoproprio alla vostra età le basi della sua car-

riera politica. L 'vero, è contraddittorio chea non ascoltare e a tarparvi siano anche co-loro che, in gioventù, maggiormente han-no rivendicato il diritto di far sentire la pro-pria voce, sostenendo che la negazione delconfronto era -violenza intollerabile; ma è al-trettanto vero che la dialettica costituisceun bene troppo importante e delicato perdare altro spazio alla polemica.

Già, volete manifestare il dissenso alle ri-forme del mondo dell'istruzione, alla taglio-la nella quale con i fondi sentite essere ca-dute anche alcune aspirazioni, vostre e dichi verrà dopo di voi; giustamente voleteconfronto su questi temi, ma vi accorgeteche il mondo dei grandi spesso lo nega e,quando lo offre, sembra farlo strumental-mente.

Eppure proprio le materie umanisticheche studiate, chi più chi meno a secondadella scelta scolastica, filosofia, storia, lette-ratura italiana ed internazionale, vi insegna-no che la comprensione delle motivazionidi ogni protesta dovrebbe precedere la stig-matizzazione, e ascoltare approfonditamen-te (presupposto di ogni risposta) dovrebbevenir prima di criticare e di negare.

Noi grandi, con la nostra vita, con i nostricomportamenti v'insegniamo questo? Omostriamo che chi la spara più grossa o avoce più alta ha più successo? Che coloroche, per propaganda, combattono la violen-za prospettando maggior violenza, fino agenerare terrore, hanno più seguito?

Eccovi, allora, una ragione in più per eser-citare ascolto se cercate confronto, per rin-negare ogni prevaricazione e violenza se vo-lete cambiare il futuro, se sentite di difende-re e tutelare. il seme della cultura. Ascoltateper esempio con senso critico, ma senzapreconcetti, chi sostiene che questa rifor-ma, che pur necessita di importanti modifi-che, è meglio della situazione attuale. Daquesto confronto con voi, più che da un mu-ro contro muro, possono giungere ideebuone proprio per quegli interventi.

C'è molta speranza verso la vostra capaci-tà di rappresentare un'Italia migliore: chestupisca per maturità, serenità, libertà daschemi di contrapposizione a priori. Avetela possibilità di dimostrarlo oggi, in un in-sieme di manifestazioni che i violenti, slega-ti dalle vostre ragioni e finalità, forse cer-cheranno di fare propria delegittimando levostre ragioni. Non permettetelo! Fate subi-to il vuoto, anche fisico, intorno a chi in unmodo diverso da quello dei grandi, dovessecercare di negare l'ascolto della vostra voce,il significato delle vostre idee, un pezzettodel vostro futuro.

Dimostrate ai pessimisti la vostra maturi-tà, agli scettici la capacità di trasformare ilvostro disagio in proposte costruttive, ai ci-nici che meritate rispetto perché la vostraprotesta ha rispetto. Fate vedere a voi stessiche sapete rispondere alla chiamata dellaresponsabilità.

® RI FHOD UCION, R ISERVAI A

Falsa bomba nel me ò, allarme a RomaAveva fili elettrici e timer, trovata in un vagone. I carabinieri .- azione dimostrativa

ROMA - Pensava che qual-cuno si fosse dimenticatoquella busta sotto il sedile.L'ha presa e l'ha portata fuoridal vagone, fino alla banchi-na. Una passeggiata di qual-che minuto nella galleria ac-canto ai binari della stazioneRebibbia. Arrivato sul marcia-piede ha deciso di dare un'oc-chiata alla scatola nera, di car-tone, in fondo alla sacca, simi-le a quelle dei supermercati.Ed è rabbrividito: due tubi me-tallici, fili elettrici, un timer.«Una bomba, sembrava pro-prio una bomba», si è confida-to ieri mattina con i colleghiun macchinista del convogliodella linea B. Un falso ordi-gno, hanno poi scoperto i cara-binieri, confezionato con curama completamente inoffensi-vo: sostanza inerte - polveredi cemento - al posto del-l'esplosivo e un innesco par-ziale e inservibile, dei fili elet-trici scollegati. É stato trovatoin uno dei treni che si appre-stavano ad entrare in servizioe che stazionava su un binario«tronchino», usato per le ma-novre, a circa 400 metri dallastazione capolinea.

L'allarme è scattato nellatarda mattinata, alcuni minutidopo il ritrovamento della bu-sta, ma il complesso della sta-zione Rebibbia non è statochiuso al pubblico. I treni han-no continuato regolarmente acircolare mentre nel riserboassoluto l'area è stata isolata egli artificieri dei carabinieri so-no scesi fino alla galleria peresaminare il contenuto dellascatola: è bastata un'occhiataagli specialisti per capire chenon si trattava di una bombavera. Le analisi di laboratoriodei Ris sulla sostanza pressatanei cilindri idraulici, che a pri-ma vista poteva anche sembra-

re polvere pirica, hanno esclu-so qualsiasi dubbio.

Ma non hanno allentato latensione. Né fra i passeggeri,molti dei quali colti di sorpre-sa e terrorizzati dalle notizietrapelate in un primo temposu tg e siti Intemet, né fra colo-ro che non escludono un colle-gamento fra il ritrovamentodella falsa bomba e le manife-stazioni dei movimenti stu-denteschi di oggi.

Secondo gli investigatoridell'Arma, coordinati dal co-lonnello Maurizio Mezzavilla,che con la polizia hanno boni-ficato tutte le stazioni roma-ne, si tratta di «un'azione di-mostrativa, senza alcuna fina-lità di fare danni», mentre laprocura ha aperto un'inchie-sta. «Un gesto di presunta ma-trice anarcoide - spiega inve-ce il prefetto Giuseppe Pecora-ro - anche se non ci sono sta-te rivendicazioni. Ora tocche-rà agli esperti saperne di più.

Comunque c'è chi vuole crea-re confusione». Ammoniscechiedendo di «fermarci in tem-po» la presidente della Regio-ne Lazio Renata Polverini chericorda il clima degli anni 70,«anni bui di cui ancora paghia-mo un prezzo molto alto». Disegnale «preoccupante e in-quietante» ha parlato il presi-dente della Provincia di Roma

Nicola Zingaretti E il leaderdell'Idv Antonio Di Pietro defi-nisce la bomba «troppo so-spetta. Chi l'ha messa - ag-giunge - o è un grande stupi-do o un furbacchione. Speroche la magistratura scopra alpiù presto esecutori e man-danti».

R inaldo Frignani1, RIPR ZIONER R`JATA

Sui binariI carabinieriavanzano neltunnel perdisinnescare

homba. Astr.

Itngressodellametropolitanadella stazioneRebibbi.

li caso Lo stesso dipartimento

Il prof astrofisicoe la moglie «idonea»

ROMA - Lui è un astrofisi-co di fama: Paolo de Bernardis,professore ordinario nella facol-tà di Scienze della «Sapienza».É stato responsabile delle mis-sione «BOOMERanG», che at-traverso il lancio di un palloneaerostatico dall'Antartide hapermesso di determinare la cur-vatura spaziale dell'universo.Lei, Silvia Masi, è una ricercatri-ce bravissima, laureata in Fisicacon lode. Anche lei ha parteci-pato alla missione dalla baseamericana di Mc Murdo. Dueeminenti studiosi, con un detta-glio in più: sono marito e mo-glie. Solo che la dottoressa Ma-si, qualche settimana fa, ha co-ronato il sogno incompiuto ditanti suoi colleghi «inchiodati»allo status di ricercatori a vita:è stata giudicata «idonea» nelconcorso per associato (in atte-sa di chiamata), nello stesso Di-partimento del marito, nel qua-le tra l'altro de Bernardis svolgefunzioni di coordinatore del-l'Area astrofisica.

Un altro caso di parentopoli?A stretto rigore no: nessuna in-compatibilità. Né oggi né doma-ni, visto che la riforma Gelminiprevede lo «stop» a parentopolisolo sul piano verticale e nontra consorti. E una delle incon-

gruenze del ddl, fanno notarein ambienti universitari. «Sia-mo d'accordo sul fatto che vadastroncato questo malcostume- dice Marco Merafina, coordi-natore nazionale dei ricercatori(Cnru) - ma la modalità nonpuò essere vietare per legge l'in-gresso di parenti, di dubbia co-stituzionalità. Più giusta ed effi-cace sarebbe l'adozione di codi-

Scienziato Paolo de Bernardis

ci etici, sul modello anglosasso-ne. É un fatto di cultura, di de-ontologia». E della riforma chedite? «Meglio che passi rispettoal nulla. Il riordino tra facoltà edipartimenti e la sistemazionedei ricercatori con il sistemadei 3 anni più 3 sono comun-que passi in avanti. Poi, si potràsempre migliorare».

F.Pe.C RIPRODUJ ONE RISERVA TA

xttori e l'ombraparentololi

negli atnei romani

t « r» er tROMA -Un figlio del retto-

re. Una nuora di un altro. Chesi aggiungono a una figlia, auna moglie. E a un altro figlio.Nella parentopoli universita-ria che nessuno pretende discoprire oggi, perché fu un se-colo fa che la Voce di Giusep-pe Prezzolini parlò della «crisimorale» degli atenei italiani fi-niti alla stanga dei «baroni»,oggi una novità c'è: i consiglidi facoltà di gran carriera - al-la vigilia del varo della rifor-ma che vieta l'assunzione didocenti imparentati fino al 4°grado con professori dellostesso dipartimento - si stan-no facendo sotto. Appro-vano a tutt'andare delibe-re per la «chiamata» di profordinari o associati. Accelera-no le procedure. Danno segui-to ai dispositivi di Senati acca-demici e Cda per la «presa diservizio». Un fenomeno com-mentato ieri dallo stesso mini-stro: «Le frettolose assunzionidi parenti - ha detto Maria-stella Gelmini - dimostranoche i baroni temono la mia leg-ge».

E Roma - in questa corsaal fotofinish - si conferma intesta: i rettori in odore di pa-rentopoli sono due su tre. Nel

mirino è tornato lui, il «magni-fico» della «Sapienza» LuigiFrati, il cui sistema di potere- equilibratissima triangola-zione di cattedre, stipendi efondi in bilancio - ha messoa punto per un quindicenniocome preside di Medicina, fi-nendo a più riprese sotto in-chiesta, prima di indossare,due anni fa, l'ermellino. L'ulti-mo ingresso riguarda il secon-dogenito: ieri il consiglio di fa-coltà di Medicina ha delibera-to la chiamata di Giacomo Fra-ti a professore ordinario nel di-partimento di Scienze e biotec-nologie. Giacomo raggiungecosì l'avanzamento di carrieradi sua sorella Paola, che è ordi-naria di Scienze anatomiche,nota anche per la sua festa dinozze tenuta nell'aula magnadi Patologia. E di Luciana RitaAngeletti, docente di Storiadella medicina sempre alla«Sapienza», alias signora Fra-ti. Quattro in un uno, insom-ma. «II rettore? No comment»chiarivano ieri i suoi collabo-ratori. Non più di 20 giorni faal Corriere, tuttavia, a precisadomanda su parentopoli, Fra-ti rispondeva: «Visto quelloche è accaduto in molte uni-versità, sono stati stabiliti deidivieti... Ma il problema è seviene assunto un ignorante ouno bravo». Il sottotesto erachiaro: non sono d'accordoma mica lo posso dire. E infat-

ti.Anche nell'Università di

Tor Vergata, due giorni fa èstato deliberato un passaggiodi livello che stava a cuore alrettore, Renato Lauro, pure luiex preside di Medicina: il con-siglio di facoltà ha chiamatocome prof associato sua nuo-ra, la ricercatrice Paola Roglia-ni. Ma lui si difende, eccome:«Distinguiamo il grano dallapula! I nostri parenti mica pos-sono diventare di serie B!». Ve-ro, ma sua nuora è finita pro-prio nell'università da lei di-retta... «E allora? - replica il"magnifico" -Paola è stata ri-cercatrice per anni ed è bravis-sima, basta guardare il Cita-tion index sulla valutazionedelle qualità. Ha fatto un con-corso da associato, l'ha vintoe per ora è solo idonea. Checolpa ha? Aver incontrato miofiglio? Cosa vuole, sa come so-no i giovani, si innamora-no...». Rettore, anche suo fi-glio Davide insegna... «Stop,su questo mi mangio le mani!

Intrecci farniliariLa nuora di Lauroè stata chiamata a TorVergata: «Dovrei forseconsiderarla di serie B?»

Davide è stato 5 anni in Ameri-ca, dove aveva dimostrato tut-te le sue qualità. E ordinariodi Biotecnologia nel raggrup-pamento Med5o, mentre ilmio è il Medog. Sono stato ioa dirgli di tornare, per star vici-no ai nipotini... Solo in Italiasi giudica ex ante: in tutto ilmondo anglosassone e civile,prima si valuta, si premia epoi, se occorre, si colpisce...».Dunque la Gelmini su parento-poli e in errore? «Diciamo chenon può dire diversamente,deve sostenere la sua legge».Demagogia? «No, una formamentis sbagliata...».

Fabrizio Peronaci

La SapienzaLuigi Frati,rettore de LaSapienza, èstato elettonel 2008.Frati è anchepreside dellafacoltà diMedicinadell'universitàdi Roma

Renato Lauro, rettoredi Tor Vergata ed expreside di Medicina.Il consiglio di facoltà hachiamato come professoreassociato sua nuora, laricercatrice Paola Rogliani

MA=

II ministro dell'Università

«IG iruzione0

i-riCT à-íutare i _ii-*agazzi»Ge ridare dignità títolì accademici

Caro direttore,le proposte per il dialogo con i giovani di

Dario Di Vico e Maurizio Ferrera mi consen-tono di evidenziare alcune azioni già enun-ciate e in parte già realizzate.

Il disagio di parte del mondo giovanile me-rita adeguate risposte da chi ha responsabili-tà di governo. La stessa responsabilità peròimpone preliminarmente il dovere della veri-tà e non consente proposte demagogiche im-possibili da realizzare. É innegabile che, og-gi, le aspettative dei giovani siano peggioridi quelle dei loro padri. Continuare a riman-dare le decisioni significa solo lasciar persi-stere un vuoto.

Concordo pienamente che istruzione, la-voro e welfare siano i punti fondamentaliper delineare corrette politiche in favore del-le nuove generazioni.

Su questi stessi temi infatti abbiamo ragio-nato, per assicurare ai nostri ragazzi le tutelee le garanzie necessarie per affrontare ilmondo del lavoro. Molte delle proposte diDi Vico e Ferrera sono contenute nel Pianodi azione per l'occupabilità dei giovani, defi-nito assieme ai colleghi Maurizio Sacconi eGiorgia Meloni, nell'ambito della Program-mazione Europa 2020, e sono già diventateriforme. La riforma dell'istruzione tecnica e

RiqualificazioneAnche nei provvedimenti anticresi, è statapromossala formazione dei lavoratorisospesi dal lavoro, per garantirnel'aggiornamento o la riqualificazione

professionale, ad esempio, punta all'innalza-mento della qualità della formazione, percombattere l'abbandono scolastico e creareprofessionalità necessarie al mondo del lavo-ro. C'è poi il rilancio dell'apprendistato, an-che per l'assolvimento dell'obbligo di istru-zione a partire dai 15 anni. Viene realizzatacosì una piena integrazione tra scuola e lavo-ro, attraverso un vero contratto e un percor-so formativo che consente l'acquisizione diuna qualifica professionale. É stata introdot-ta l'Istruzione tecnica superiore, alternativaall'università, gestita da fondazioni in cui co-

• •

esistono istituti tecnici, atenei, enti locali edimprese. Con la promozione degli Its, abbia-mo anche proposto il raccordo con i fondi diformazione interprofessionale di emanazio-ne delle organizzazioni sindacali e datoriali,proprio per favorire la diffusione delle espe-rienze di welfare aziendale, citate da Di Vicoe Ferrera.

Anche nei provvedimenti anticrisi del go-verno, è stata promossa la formazione dei la-voratori sospesi dal lavoro, per garantirnel'aggiornamento o la riqualificazione.

Infine, la riforma dell'università è un pas-so avanti necessario verso il merito, la tra-sparenza e il diritto allo studio. In questi dueanni il confronto con tutto il mondo accade-mico non è mai mancato. Ridare dignità espendibilità ai titoli universitari italiani è in-dispensabile. La riforma è urgente anche perquesto.

riastella Gel m iniMinistro dell'Istruzione,

dell'Università e della Ricerca

I

0

® RIPRODUZIONE RISERVATA

; 1, b, i%i %'(•i%l.! % 7.'l, e'l, i%

l.ì'' 4'ii!'' ilÌ % 1%{'•.•Y%i

X22%2/•'h /`/..•.•.k --r3r 9,'b. (9. 1vi.9

4"rr, 'l, l.1iL'r ° ..'e"2!." •.: ii; ii2 e.4'%"1r.

e"l,%/.:"'8'-r%.•L,I•/.)í%2"iì .pii sii." I'. i2

-9 2,1 2` 9 3, 1 51-111 2`, 1.

1,35 '1 1, 2`

r.:;7.3,!'. 2"/•'$él;f.' i- l.% d 3.Ilé

•; .l%9e'l,'ee:^:i:%'il ,.Gti°l ' 8.li:h.'e%'ll>

,art T2/.'2Y9 NÌ/.i1 ;!I• r" l91 T2'/."r. •.

''/.%' 3%%.% ),,0, §

E'Li1%i"l4." e1i+r'llL'4% /.."

% / /ry

Studio Mariastella Gelmini, ministro dell'Istruzione e dell'università (Cacciaguerra/Emblema)

A LL*". II ministro della Gioventù

«Giusto i° Foraggiarei finanziamenti privatiper i giovani talenti»Meloni: il dicastero del Futuro c'è giìi. F, il mio

ROMA - «Forse non sarà perfetto, ma il mi-nistero del Futuro c'è già ed è il mio» rivendicaGiorgia Meloni, titolare di quello della Gioven-tù. Si è letta i consigli su istruzione, lavoro ewelfare stilati ieri sul Corriere nell'articolo diDario Di Vico e Maurizio Ferrera (ma il copyri-ght del dicastero ideale è di Mario Monti), ap-prezza ma rilancia: «Sto lavorando proprio inquella direzione. Ho rimediato, Tremonti anco-ra non se lo spiega, 300 milioni di euro da inve-stire su giovani e precari e ci ho finanziato unaserie di provvedimenti a favore delle nuove ge-nerazioni. A cui voglio dire: parliamo».

Anche a quelli che oggi tornano in piazza amanifestare contro la Gelmini. «A parte pochiviolenti, sono ragazzi che protestano per espri-mere un disagio vero, di una generazione, laprima, che fronteggia una realtà peggiore diquella dei propri padri. Noi per loro ci saremosempre». Non si capacita, la Meloni, che «sianodavvero contrari a una riforma che distribuiscele risorse in base alla qualità didattica giudicataproprio dagli studenti, che impone a chi ha unacattedra di andare a insegnare, che vieta ai baro-ni di sistemare in facoltà l'intero albero genea-logico, che taglia la ricerca che non produce.Perché i soldi sono pochi e non possiamo spen-derli per dare posti agli insegnanti ma per far sìche lo studio sia funzionale al lavoro».

Poi torna ai rilievi mossi dal Corriere. «Mi di-te che vanno incoraggiati i finanziamenti priva-ti? Bene, ho stanziato Zoo milioni per aziende efondazioni che decidano di investire sulle capa-cità e il talento degli under 35». Offre un dato:dal 2o0o ad oggi su 104 mila brevetti nati dallaricerca universitaria, soltanto 678 sono staticommercializzati.

Diritto allo studio? «Proprio per questo è na-to il prestito d'onore». Chi ha capacità ma nonmezzi economici potrà accedere a un finanzia-mento tra i 3 e i 5 mila euro l'anno, per un mas-simo di 25 mila. Da restituire dopo 30 mesi dal-

l'ultima rata, con tempi dai 3 ai 15 anni. «Comeha fatto il presidente Obama che ha saldato dapoco». Nel pacchetto viene ampliata l'esperien-za del Campus Mentis «dove 600 tra i migliorineolaureati per una settimana sono stati a stret-tissimo contatto con il mondo dell'impresa. Il77% di loro entro un anno ha ricevuto un'offer-ta di lavoro. Stavolta, nel triennio 2011-13 nesaranno coinvolti 20 mila. Speriamo di dimo-strare al sistema che conviene investire sui gio-vani».

Capitolo precari. «Anche qui qualcosa abbia-mo fatto. All'azienda che assume a tempo inde-terminato un under 35 disoccupato o precarioe con figli, viene assegnata una dote di 5 milaeuro». Un libretto del ministero, intitolato«Buon lavoro!» e distribuito nelle scuole, spie-ga come districarsi tra stage, apprendistato econtratti atipici. Un altro nodo che le sta a cuo-re è quello dell'orientamento. «Non si fa mai ab-bastanza. E invece è fondamentale che, primadi scegliere una facoltà, un ragazzo sappia esat-tamente che prospettive occupazionali e di gua-dagno avrà». E cita uno studio di Almalaureasecondo cui per gli avvocati il tasso di disoccu-pazione è del33%o e chi lavora ha uno stipendiomedio di 958 euro, contro i rispettivi o%o e 1637euro di infermieri e ostetriche.

«Sa che mi piacerebbe? Poter parlare all'uni-versità o in una scuola, senza che risulti unaprovocazione e un problema per l'ordine pub-blico. Preferisco il confronto, anche aspro, coni giovani. Che in realtà non sono nemmeno ilnostro futuro, ma il nostro presente».

Giovanna CavalliC HIFIRODUâ ONE RISERVATA

Pi- CiiP!` l`

ffiffiffffiffffi~

nove generazioni Giorgia Meloni, ministro della Gioventù (Dadi)

ALLA FACCIA DEI RAGAZZICon una seduta imbarazzante , l'aula del Senato

ha votato gli emendamenti . E oggi la riforma Gelminidi Caterina Perniconi

Palazzo Madama ieri era giàblindato. Non c'era unavera e propria zona rossa,ma molti poliziotti che

presidiavano l'edificio pronti arespingere attacchi a sorpresada parte degli studenti.Invece l'assalto alla riforma Gel-mini è arrivato dall'interno del-l'aula, per mano della senatriceleghista RosyMauro. La pasiona-ria del Senatur ha offerto unospettacolo indecoroso per unarappresentante istituzionale.Durante il suo turno di presiden-za, la Mauro ha bruscamente ac-celerato le votazioni mentrel'opposizione denunciava unacontraddizione normativa nellalegge, e senza dare ascolto a nes-suno ha cominciato ad urlare lamessa in voto, per alzata di ma-no, degli emendamenti succes-sivi a quello contestato.Ma nella concitazione spasmo-dica, tra le proteste dell'opposi-zione e mentre uno sconvoltofunzionario d'aula cercava difermarla, la vicepresidente con-tinuava con la formula magica:"Chi vota a favore? Chi contro?Non è approvato". Nel parapi-glia, però, la Mauro ha dichiara-to inequivocabilmente la parola

"approvato" anziché "non ap-provato" quattro volte. Che si-gnificherebbe la convalida diquattro modifiche e quindi ridi-scussione della riforma alla Ca-mera.

vece tutto il Terzo polo. Alla fineuno degli emendamenti è stato ri-votato e bocciato, gli altri tre ac-cantonati.Il caos è nato perché all'internodel disegno di legge c'è una con-traddizione evidente: nell'artico-lo 6 un comma abroga una normaintrodotta dalla riforma Moratti,che dava ai ricercatori il titoloonorifico di "professori aggrega-ti" durante i nove mesi dell'annoaccademico, pergiustificare la lo-ro abitudine a svolgere didatticacon continuità. Ma dopo le pro-teste dei 25 mila ricercatori italia-ni, che hanno bloccato l'inizio dimolti anni accademici, dimo-strando che senza di loro gli ate-nei non possono sopravvivere, il

11 ministro della Cultura

mentre vota per il collega di governo,

e di partito, il ministro del Welfare Sacconi

ministro è corso ai ripari e hafattoemendare la legge con una seriedi "toppe". Tra queste, nell'arti-colo 29, la reintroduzione del ti-tolo di professore aggregato, ad-dirittura per tutto l'anno solareanziché per soli 9 mesi. Insom-ma, professori anche in vacanza,ma senza una lira in più. Uno"specchietto per le allodole" chein realtà rischia di bloccare la leg-ge per una successiva modifica.

rittura a fare il pianista" ha dichia-rato il presidente dei senatori dell'Ido, Felice Belisario "come di-mostra ampiamente il video chesta impazzando sul Web non si ètrattato di un isolato incidente dipercorso, ma di un reiterato attodi malcostume politico, di arro-ganza e di sprezzo delle prassiparlamentari".Se alla fine delle votazioni il ddlnon avrà subito cambiamenti, sa-lirà dritto al Quirinale. Il capo del-lo Stato potrebbe rinviare la leggealle Camere con dei rilievi, salvofirmarla obbligatoriamente al se-condo ricevimento. La responsa-bilità diGiorgio Napolitano è alta:sia per la possibilità di correggereun provvedimento ricco di con-traddizioni, che anche il vicepre-sidente dei senatori Giorgio Qua-gliariello ha definito "imperfettoe da rivedere con decreti succes-sivi"; sia per la forte tensione cheun altro passaggio parlamentarepotrebbe creare tra gli studenti.Di certo, dopo l'approvazione diquesta riforma, i ricercatori nontorneranno a fare lezione, bloc-cando gli anni accademici. E apa-gare saranno gli studenti, che og-gi, ancoraunavolta, cercherannodi spiegarlo alla Gelmini sfilandoinpiazza. Perché alministerononsono i benvenuti.

II pasticcio

normativo

IL PRESIDENTE del Senato,Renato Schifani, si è appellato al-l'articolo 118 del Regolamento diPalazzo Madama e ha chiesto divotare nuovamente "in buona fe-de" le presunte modifiche. Ma isenatori del Partito democraticoe quelli dell'ItaliadeiValorinon sisono detti disponibili. Afavore in-

Il presidenteSchifaniha impostodi ripeterela proceduratra le protestedell'opposizione

L'ammissione

del ministro

LA G E LM I N I hadovuto ammet-tere l'errore in aula. "Correggere-mo il pasticcio normativo col de-creto Milleproroghe" ha detto ilministro dell'Istruzione. Chequesta mattina sarà in Consigliodei ministri per cercare di mette-re l'ennesima toppa a una leggefatta senza confronto con le partiin causa.Ma la giornata a Palazzo Madamaera cominciata male. In mattinatail senatore dell'Italia dei Valori,Stefano Pedica, aveva filmato colcellulare e denunciato le mani da"pianista" di Sandro Bondi men-tre votava anche per i colleghi digoverno assenti. "Nongli basta fa-re il poeta, adesso si diletta addi-

Obiettivo: (ri)bloccare la cittàPREVISTI DUE CORTEI, MA GLI ORGANIZZATORI NON HANNO FISSATO I PERCORSI

ori vi preoccupate di te-N nerci lontani dalla politi-ca. È la politica che si è allon-tanata da noi tempo fa". Ironi-ci e sprezzanti gli studenti deLa Sapienza hanno scritto ieriuna lettera indirizzata al sinda-co, al prefetto e al questore diRoma.Il timore di nuovi scontri haportato a misure di sicurezzapiù severe e i ragazzi hannoposto una domanda alle auto-rità: "Siete disposti a garantireil diritto di manifestare? Conla presente - si legge nellamis-siva - comunichiamo che ilgiorno 22 dicembre sfileremoper le strade di Roma".Sono due, infatti, i cortei pre-visti oggi nella Capitale. Quel-lo più importante partirà dapiazzale Aldo Moro alle 9.30.Il secondo, alla stessa ora dallastazione Ostiense. I percorsinon sono fissati perché gli stu-denti hanno intenzione di mi-rare a mete non convenziona-li. Da parte delle organizzazio-ni studentesche non c'è la vo-lontà di sfondare la zona ros-sa, anche se non si possonoescludere gesti isolati di grup-pi estremisti. L'intenzione èpiuttosto quella di bloccare lacittà nelle sue vie di comuni-cazione principali (straded'accesso al centro, raccordoanulare, stazione Termini) ealtre azioni dimostrative."Potete stare tranquilli - han-no scritto gli universitari - la

politica istituzionale si è già al-lontanata dai noi e dal restodella società molto tempo fa.Sono i nostri cortei e i nostriblocchi stradali ad aver ripor-tato la politica vera nelle stra-de e nelle piazze. Per questomotivo lasceremo i Palazzi delpotere nella solitudine dellaloro miseria e andremo nellealtre zone della città, per par-lare con chi come noi è ina-scoltato da quegli stessi Palaz-zi".

UNA DELEGAZIONE rag-giungerà invece il Quirinale:"Vogliamo però interloquirecon chi ha detto che bisognaascoltare il nostro disagio, per-ciò domani porteremo una let-tera al presidente Napolitano,per chiedergli che non firmi lalegge". Ma la questura ha scel-to di tenere la linea dura e inserata ha fatto sapere di non

Unadelegazioneraggiungerail Quirinaleper portareuna letteraa Napolitano

leghisti passano il tempo giocando a scacchi sull'I-Pad Foro Em-

Ieri al Senato durante il voto sul ddl Gelmini: due senatori

aver ricevuto "alcun preavvisodi manifestazione". La lettera,insomma, non basta. E le forzedell'ordine si definiscono"pronte ad affrontare qualsiasiscenario possibile".Ieri, intanto, si sono svolte leprime manifestazioni di prote-sta. A Roma, davanti a Monte-citorio, i giovani della Federa-zione degli studenti hannoesposto lo striscione "Gaspar-ri ecco i violenti" e hanno con-segnato fiori a politici e pas-santi, con una dimostrazionepacifica che ha ricordato pagi-ne di storia delle proteste stu-dentesche del passato, in par-ticolare quelle contro la guer-ra in Vietnam. In serata, inve-ce, un gruppo di precari dellacultura, che hanno legato adoppio filo le proprie protestea quelle di studenti e ricerca-

tori, hanno bloccato la primadello spettacolo "Cenerento-la" al teatro Valle di Roma.

EPPURE la Capitale non è l'u-nico palcoscenico di contesta-zione. Oggi in tutte le grandicittà ci saranno cortei e inizia-tive di protesta: a Milano ieri èstata bloccata da un gruppo distudenti la strada di fronte alPolitecnico sotto lo striscione"sono alla Ricerca del mio fu-turo e me ne sto Occupando".Per oggi previsto invece ungrande corteo. A Palermo èconvocato il "blocchiamo tut-to day". Mentre a L'Aquila i ra-gazzi scenderanno in piazzacontro la riforma Gelmini maanche per chiedere nuovi al-loggi per gli studenti fuori se-de. Questa volta sicuri.

(c.pe.)

MALITALIA arm

Ateneo che vai , barone che troviL a facoltà è la stessa Medicina.

L'Università no, questo è il se-condo ateneo romano, Tor Verga-ta. Eppure, qui di Frati ce n'è unaltro: si chiama Renato Lauro, an-che lui prima preside e poi rettore.Due giorni fa, come racconta 'IlMessaggero', anche lui aveva par-ticolarmente fretta. La cattedra aPaola Rogliani andava assegnataprima dell'approvazione dellaGelmini. Perché? E sua nuora, ov-vero moglie di suo figlio Davide,ovviamente anche lui professoreordinario di Endocrinologia nellastessa facoltà. Dal rettore, comeovvio, levata di scudi: Paola e Da-vide sono regolari vincitori di con-corso, non c'è nulla di male. Maproprio ieri, gli studenti di Tor Ver-gata hanno deciso di porgli qual-che altra domanda: "Chi entrerà,ad esempio, nel Cda di Tor Ver-gata, quando l'ingresso dei privatisarà obbligatorio per legge? En-trerà qualche parente, qualcheamico degli amici? Forse entreràqualche industriale della cricca diBalducci con cui il Rettore è instretto contatto, come dimostrato

dalle indagini in merito agli ap-palti de L'Aquila e del G8 dellaMaddalena? Oppure qualche pa-lazzinaro che ha già messo le ma-ni sul Masterplan di Alemanno?".Si riferiscono ad alcune intercet-tazioni, dove Balducci&C il rettoreLauro lo chiamavano `lo zio"Ma in questi giorni, dove i regalifioccano non solo perché è Natale,gli studenti romani non sono gliunici a farsi delle domande. Anchea Bari, l'Assostampa si chiede co-me mai, il bando di concorso in-

A Tor Vergatadi Romaassuntala nuoradel RettoreCi lavoraanche il marito

detto dall'Università per un con-tratto di consulenza abbia dei re-quisiti così stringenti. Si cerca ungiornalista che abbia "almeno 25anni di esperienza" e "per pre-sentare domanda, agli aspirantivengono concessi dieci giorni, chescadono proprio a Natale". Diffi-cile non pensare che sia uno di queibandi costruiti ad uso e consumo diuna persona già scelta. Un po' lastessa cosa che hanno pensato aSassari: di "ricerca clinica nell'am-bito delle patologie oculari del seg-mento anteriore, dei disordini visiviin corso di malattie sistemiche edella neuroftalmogia, con partico-lare riguardo ai disordini mitocon-driali e ai traumi del nervo ottico",se ne occupano davvero in pochi.Ma tra questi c'è Arturo Carta, ri-cercatore a Parma e figlio di Fran-cesco Carta, professore all'Univer-sità di Sassari. Carta padre nonera tra i commissari - è stato so-stituito da un collega, non appenasaputo che suo figlio era candidato- ma da Sassari fanno sapere chei ricorsi fioccheranno. Come rac-conta `La Nuova Sardegna', il caso

Carta non è l'unico ad agitare l'a-teneo dell'isola: presto si conosce-rà l'esito di altri concorsi. "Uno, perchirurgia generale, vede tra i con-correnti due ricercatori, Carlo eClaudio Feo, figli di Francesco Feo,da qualche tempo in pensione, perun trentennio docente di Patologiagenerale nella stessa facoltà. Alleprove in Malattie infettive parte-cipa Ivana Rita Maida, figlia dell'exrettore. Un secondo figlio, Carme-lo, anche lui ricercatore a Sassari,ha rinunciato al concorso in Odon-tostomatologia".È notizia di ieri, infine, la condannadel pro fessor Gian Camillo Man-zoni, direttore del Centro cefaleedell'ospedale di Parma: un anno e5 mesi di detenzione per abusod'ufficio, anche se la pena è statasospesa. Nel 2005, ricostruisce `LaRepubblica Parma', favorì PaolaTorelli nel concorso per un posto diricercatore nel reparto di Neuro-logia. Questa volta, nessun legameufficiale. Semplicemente, con ladottoressa Paola, il pro fessor GianCamillo aveva fatto due bambini.

(pa.za.)

Frati, pater familias: sistemamoglie e figli (all'università)

I QUATTRO COMPONENTI DELLA FAMIGLIA INSEGNANO TUTTIA LA SAPIENZA DI ROMA. LUI È IL RETTORE

di Paola Zanca

L uigi, Luciana, Paola e Gia-como, quando la sera si sie-dono a tavola, sanno di cheparlare. Sono papà, mam-

ma, fratello e sorella e lavoranotutti all'Università La Sapienza diRoma. Di cognome fanno Frati.Luigi fa il rettore, Luciana inse-gna Storia della medicina, Paolaè docente aMedicinalegale, Gia-como, tra pochi giorni, siederàsu una delle cattedre della classe`Tecniche mediche assistenzia-li'. Il concorso lo ha appena vin-to, giusto in tempo, prima che ilddl Gelmini venga approvato eblocchi l'assunzione dei parentifino al quarto grado nella stessafacoltà. Il governo (ieri a Matrixlo ha fatto lo stesso Berlusconi)usa questo argomento per con-vincere i cittadini che è arrivatalatine delle baronie, dimentican-do però che il divieto di piazzareparentivale solo all'interno dellastessa facoltà, e lascia indisturba-to il `tengo famiglia' in altri ramidegli atenei.D'altronde, anche nel caso Fratinon c'è niente di illegale. Si trat-ta, spiegano alcuni docenti de LaSapienza, di presentare bene icurriculum e di costruirsi unprofilo che ricada a pennello sulposto da coprire. Anche per Gia-como, che nessuno ricorda co-me particolarmente brillante,potrebbe essere andata così. Ilsuo curriculum ha fatto storcereil naso a più di qualcuno: tredicipagine fitte di attività di ricerca,didattica, pubblicazioni tutteconcentrate in pochi anni, vistoche "il rampollo" ha finito di stu-diare nel 2004.Carriera lampo, in sei anni ha già

una cattedra tutta per sé. Il 10 di-cembre, Giacomo ha preso lasua carta intestata e ha scritto alprofessore che dovrà conferma-re le chiamate dei vincitori diconcorso. Spiega di essere "ri-sultato idoneo per un posto diprofessore di Ifascia" masi scusaperché "il tempo ristretto" nongli consente di consegnare per-sonalmente il curriculum come"sarebbe buona prassi". Giaco-mo, evidentemente, sa di non ri-schiare. A vegliare su di lui, c'èpapà.

LA FAMIGLIA Frati , per ora, èrimasta nell'alveo della Medici-na, dove il rettore Luigi è statopreside - per 20 anni - fino all'ot-tobre scorso. A Neurochirurgiaha piazzato il nipote Alessandro,mentre il suo socio nella Millen-nium Biotech Marco Artini - co-me documentò l'Espresso tre annifa - ha vinto un concorso da ri-cercatore sempre nella facoltàguidata da Frati. Nel 2004 firmòl'autorizzazione (a se stesso) peroccupare a fini privati l'aula gran-

Il più piccolo,Giacomo,ha vintoil concorsogiustoin tempo primadella riforma

de di Patologia generale. Dovevacelebrare il matrimonio di sua fi-glia Paola, come raccontarono LeIene, e pensò bene di farlo all'U-niversità, praticamente casa sua.Il "feudo" serve tanto per la po-litica "interna" che per quella"estera". Da anni invita il Papa apartecipare all'inaugurazionedell'anno accademico: non c'èancora riuscito, le proteste lohanno sempre fermato, ma luiprosegue imperterrito ad aspet-tare Sua Santità a La Sapienza, per-ché negargli l'accesso è contro"la libertà di espressione". Sem-pre in nome del "libero confron-to delle idee" fu protagonista delcaso diplomatico che provocòscontri tra gli studenti, contrariad un convegno sulle foibe orga-nizzato da Forza Nuova. Alla fine,fu lo stesso Frati a decidere di an-nullare l'appuntamento. In com-penso, è riuscito a portare in ate-neo il presidente libico Muam-mar Gheddafi. Anche qui, profes-sori e studenti, segnalarono chela visita poteva essere inopportu-na. Frati fece gli onori di casa, e a

I docentispiegano:"Il ragazzo haun curriculumsapientementepresentato, manon è un cima"

chi gli chiedeva un commentosulle `amazzoni', ironia della sor-te, fu costretto a rispondere:"Non posso parlare... c'è mia mo-glie in sala".

ANCHE la politica nostrananon lo lascia indifferente. La seradel 3 dicembre è a Villa Miani perla prima cena di finanziamento diFuturo e Libertà. Pochi giorni fa il"popolare" del Pd, senatore Lu-cio D'Ubaldo ha fatto il suo nomeper la futura sfida ad Alemannocome sindaco di Roma. La città habisogno di "cattolici", secondoD'Ubaldo, niente di meglio cheuno come Frati, colonna romanadi Comunione e liberazione. Ma irapporti con la politica non sonouna novità. Nel 2005 durante unincontro elettorale a Latina, Fratisi lasciò scappare un appello a"votare comunque Storace, sce-gliendo nel suo schieramento,dove ci sono diverse possibilità".L'allora rettore, Renato Guarini,fu costretto a chiarire che quelleerano dichiarazioni "a titolo per-sonale" e che La Sapienza "deve evuole essere equidistante dalla li-bera scelta dei cittadini". Noncontento, Frati lo ha rifatto nel2008, anche se in maniera più ve-lata: "Prendo atto - disse - dellasensibilità di Alemanno per avertrovato il tempo di passare quinell'ultimo giorno della campa-gna elettorale. Mi dispiace cheRutelli non abbia trovato un mi-nuto libero". Il suo mandato sca-de nel 2012, un anno prima diquello di Alemanno. Ma se, tra-volto da Parentopoli, il sindacodovesse andarsene prima, i roma-ni possono stare tranquilli: in te-ma di assunzioni, Frati garantiscecontinuità.

ue punti di ritrovo per i ragazzi,oggi a Roma. Quello piùimportante partirà da piazzale

Aldo Moro alle 9.30, dove ha sedel'Università La Sapienza. L'altro è allastazione Ostiense, dall'altra parte dellacittà. I percorsi non sono fissati: gli studentihanno intenzione di mirare a mete non

convenzionali. L'obiettivo non è sfondare lazona rossa, quella "virtualmente" costruitain centro attorno a Camera e Senato;l'intenzione è piuttosto quella di bloccare lacittà nelle sue vie di comunicazioneprincipali (strade d'accesso al centro,raccordo anulare, stazione Termini) e altreazioni dimostrative.

CULTURA E CANNONEMentre si votano i tagli all ' Università

l'Italia paga oltre 15 miliardi per aerei militaridi Daniele Martini

SichiamaJoint Strike F-35,è un cacciabombardieremonoposto sofisticatissi-mo, definito dai tecnici

di "quinta generazione". Co-sta uno sproposito, 130 milio-ni di euro ad esemplare, e perl'Italia sta diventando la pietradello scandalo. Per diversimotivi. Primo: nonostante ilbilancio dello Stato pianga e ilgoverno tagli in ogni direzio-ne, infierendo soprattutto neiconfronti dell'Istruzione, daifondi per l'Università alla ri-cerca, dalle borse di studio al-le pulizie delle aule, il mini-stro della Difesa, Ignazio LaRussa, è in procinto di firmareil contratto per la fornituradella bellezza di 131 aerei,dando un'accelerata finale aun impegno assunto 12 annifa dal governo presieduto daMassimo D'Alema. Costo sti-mato: oltre 15 miliardi di cu-ro, la spesa più alta in assolutodecisa da un governo italianoper un aereo militare. Aziendafornitrice la Lockheed Martin,marchio che in Italia fa venirealla mente un'altra stagione eun altro scandalo avvenuto trail 1972 e il 1976, collegato an-che quello a una fornitura diaerei, i mastodontici C 130 datrasporto militare. Una vicen-da in cui rimasero coinvolti,tra gli altri, lo Stato maggioredell'Aeronautica e il presiden-te della Finmeccanica, Camil-lo Crociani, che dovette rifu-giarsi in Messico.

Gli spicciolidi Alenia

N ELLA LEGG E di Stabilità (laex Finanziaria) sono già statistanziati i primi 471 milioni perdare all'Italia la possibilità dipresentarsi al tavolo per la fir-ma definitiva, più altri 185 mi-lioni che sono la prima tranchedi un contratto da 800 milioniche lo Stato ha stipulato con laditta costruttrice Maltauro perla realizzazione nell'area del-l'aeroporto militare di Cameri,in provincia di Novara, di han-gar e strutture per la produzio-ne della parte italiana dell'ae-reo (le ali) riservata all'Alenia,società posseduta al 100 percento da Finmeccanica, a suavolta quotata in Borsa, posse-duta solo per un terzo dalla par-te pubblica e per il resto da pri-vati. In pratica lo Stato sta pa-gando per intero i costi per lestrutture produttive di un'a-zienda in larga misura privata.L'avvio dei lavori è previsto perl'inizio di gennaio.Secondo motivo di perplessità:per recuperare le risorse per gliF-35, il ministro non esita a con-trarre gli stanziamenti per l'ac-quisto di un altro aereo da com-battimento, l'EurofighterTyphoon, anche questo moltocostoso, ma che almeno avevail merito, dal punto di vista eco-nomico e strategico, di essereprodotto da aziende europee.L' Eurofighter è frutto della coo-perazione tra Italia, Germania,Inghilterra e Spagna e dà lavoroa 100 mila persone in Europa,più di 20 mila in Italia. E quandofu lanciato diversi anni fa, fupresentato come un esempiodel tentativo di avviare un pro-gressivo sganciamento strate-gico dal dominio americano sulversante della tecnologia e del-la produzione bellica. In con-fronto, gli F-35 americani la-sciano molto meno all'Europa

e in particolare all'Italia (uffi-cialmente considerata solo"partner di secondo livello"),poco più che le briciole, 600operai, secondo le prime sti-me, più 2 mila tecnici, in partespostati dalle linee dell'Eurofi-ghter.

Un gran salutoal caccia "europeo"

I L GOVERNO italiano non hacancellato del tutto gli acquistidel caccia europeo, ma li sta ri-ducendo parecchio e dopoaverne comprato una quaranti-na di esemplari, ne acquisirà al-tri 60 fino al 2018, ma cancel-lerà la fornitura successiva,quella che i tecnici chiamano la"tranche 3B". Per rientrare unpo' dei costi altissimi sostenutifinora per l'Eurofighter, l'Italiasta cercando insieme ad altrigoverni europei (Spagna, Ger-mania, Gran Bretagna) di piaz-zarlo in mezzo mondo, dallaRomania all'India, dalla Tur-chia all'Arabia Saudita, dagliEmirati Arabi al Qatar.Terzo motivo di dubbio: le ca-ratteristiche specifiche dell'ae-reo e i ripetuti rallentamentidella fase di sperimentazionedei prototipi. Secondo SilviaCorti, ricercatrice dell'Archi-vio Disarmo, l'F-35 è un aereo"dotato di grande forza distrut-tiva e in grado di trasportare ar-mi nucleari", requisiti che apri-ma vista non si attagliano moltoalle forze armate italiane. Se-condo un altro esperto, France-sco Vignarca, perfino imassimivertici Lockheed hanno am-messo che lo sviluppo del pro-getto è rallentato da " grossi pro-blemi tecnici e industriali",mentre l'organismo tecnico dicontrollo del parlamento Usa,ha espresso riserve sull'effica-cia di un progetto d'arma cosìmastodontico.

Aumentanole spese

L'ULTIMO ELEMENTO didubbio consiste nel fatto chel'acquisto dei costosissimi F-35avviene nell'ambito di un nutri-to programma di spese militariapprovato alcune settimane fadalla commissione Difesa delSenato (con l'astensione delPartito democratico) nel corsodi una seduta lampo durata me-no di un'ora. In quell'occasio-ne fu dato il via libera all'acqui-sto di un arsenale: 10 elicotteriper l'Aeronautica (200 milionidi euro nel periodo2010-2018), siluri per sommer-gibili (125 milioni), armamenticontrocarro da montare suglielicotteri d'attacco (altri 200milioni), una nave di supportosubacqueo in grado di sostitui-re la vecchia Anteo (125 milio-ni). Poi 22 milioni per l'acqui-sto di mortai da 81 millimetri, einfine l'avvio di un sistemadi in-formazioni fra diversi paesi, ilDii (Defense Information Infra-structure), valore 236 milioni.

La presentazione di un F-35 Joint Strike Fighter della Lockheed Martin

Il ministro dellaDifesa firmeràil contrattoper la fornituradi ben 131caccia dellaLockheed Martin

GUERRIGLIA SULL 'UNIVERSITÀ

Al Senato scoppia la bagarreE la legge rischia di slittareNel clima infuocato la vicepresidenteRosyMauro dichiara approvatigli emendamenti dell'opposizione. Seduta sospesa, Schifani impone il bisFrancesca Angeli

Roma Seduta al calor biancosulla riforma universitaria aPa-lazzo Madama, culminata inun clamoroso errore del presi-dente di turno, la leghista RosiMauro, che costringe l'aula ari-petere una serie di votazionipalesemente irregolari. Vota-zioni durante le quali oltretut-to si approvano quattro emen-damenti presentati dall'oppo-sizione, introducendo così mo-difiche che, per quanto mini-me, avrebbero reso inevitabileil ritorno del ddl alla Cameraper una quarta lettura.

La cronaca di una giornatadi ordinaria follia parlamenta-re inizia con relativa calma an-che se è evidente che l'aula delSenato lavora sotto una pres-sione fortissima. Prima di tutto

PROTESTE Tre votazionida ripetere . Ma Pd e ldvsi oppongono e lascianol'Aula per protestalapreoccupazione perle mani-festazioni annunciate per og-gi, giornata in cui è fissato il vo-to finale. Proprio per evitare disovrapporre il voto conclusivoalle proteste che potrebberosfociare in episodi di violenza,come quelli ai quali ha assisti-to Roma nel giorno del voto difiducia, la maggioranza e il go-verno tentano di accelerare itempi per puntare a un'appro-vazione immediata in serata.Appare subito chiaro però chePartito democratico e Italia deivalori in particolare non inten-dono mollare l'osso e fanno ditutto per rallentare i lavori, che

vanno comunque avanti finoalla votazione dell'articolo 6 edei relativi emendamenti. Aquesto punto il capogruppodel Pd, Anna Finocchiaro rile-va un'incongruenza nel testodel ddl fra l'articolo 6, che mo-difica una norma contenutanella cosiddetta legge Morattie l'articolo 29 della riforma chequella norma invece abroga.La Finocchiaro non si ritienesoddisfatta dalla replica dellaMauro in proposito , che la defi-nisce soltanto «una apparentecontraddizione » e chiede diconvocare lagiunta per il rego-lamento perché, sostienelaFi-nocchiaro , la legge così com'ènon può funzionare.

Ed è qui che scoppialabagar-re. La Mauro respinge larichie-sta della Finocchiaro e prose-gue con le votazioni a ritmo ser-rato mentre l'aula schiamaz-za. Sarà poi il leghista FedericoBricolo ad accusare le opposi-zioni di «una vergognosa ag-gressione al presidente di tur-no Mauro, fatto oggetto di lan-cio di fascicoli e insulti». Accu-se poi respinte dall'opposizio-ne. Non c'è certezza sul lanciodei fascicoli ma è invece evi-dente che la Mauro perde lestaffe e soprattutto il controllodella situazione . Grida rivoltaai banchi «vergogna, non ri-spettate la presidenza ». E, in-cautamente, va avanti con levotazioni a raffica finendo, pererrore, per far approvare benquattro emendamenti dell'op-posizione . Finalmente inter-rompe la seduta e di qui iniziaun vero e proprio psicodram-

ma. Si riunisce la capigruppoper metterci una toppa men-tre si rincorrono voci contrad-dittorie. L'opposizione assapo-ra la vittoria: con gli emenda-menti approvati il testo sareb-be costretto a tornare alla Ca-mera e la sinistra potrebbesbandierare uno stop allarifor-ma.

L ilpresidente del Senato, Re-nato Schifani, a trovare la solu-zione. Rientrato in aula dopola capigruppo si appella al pri-mo comma dell'articolo 118del regolamento del Senato edevidenzia come le votazioni sisiano svolte in condizioni di pa-lese irregolarità e dunque va-dano indubbiamente ripetu-

PERICOLO In casodi modifiche la normaavrebbe dovutotornare alla Camera

te. Ma non solo. Il presidentesottolinea come sia stata pro-prio la Finocchiaro a chiederela ripetizione del voto a causadel caos e come lui abbia subi-to acconsentito pur non sapen-do che erano passati gli emen-damenti del Pd. A favore dellaripetizione dei voti oltre al Pdle alla Lega anche l'Udc e Futu-ro e libertà. Contrari invece siail Pd, che invece era stato il pri-mo a segnalare l'irregolaritàdel voto, e l'Italia dei valori chepoi infatti al momento della ri-petizione del voto, per prote-sta annunciano l'uscita dal-l'aula. Resta comunque da ri-solvere la contraddizione tral'articolo 6 e il 29, tanto che tredegli emendamenti approvatiper errore vengono accantona-ti. Il ministro Gelmini è interve-nuta in aula per annunciareche il nodo verrà sciolto nel de-creto milleproroghe mentre intarda serata si è riunita nuova-mente la giunta per il regola-mento. Oggi si riprende ma èprobabile che il voto finale slit-ti a domani.

W Senara scoppia la bagarreE la legge rischia Oi slitt re

Le iniziative di protesta organizzate oggi dagli studenti universitariin concomitanza con il voto al Senato del ddl Gelmini

M I LA N OPresidio davantialla Statale e altreproteste con "effettosorpresa" e "blitzcreativi" degli studentidi Brera

ROMACorteo nazionale,sit-in e blitzdegli studenti

BO LOGNAAssemblea pubblica

di universitari estudenti delle

superiori

FIRENZEBlocco del traffico.Ritrovo alle 16.30

davanti al rettorato

PALERMO ___."Blocchiamotutto day", organizzatoda universitarie studentidelle superiori

ANSA-CENTIMETRI

Minacciato chi difende la riformaIn 500 tra ordinari, associati e ricercatori firmano l'appello per salvare l'università dalla demagogiaE subito si scatena la caccia all'uomo con accuse di falsi, di estorsione e di essere venduti a Berlusconi

di Giancarlo Loquenzi*

M Quasi cinquecento tra or-dinari, associati e ricercatori(senza contare moltissimidocenti «a contratto») han-no firmato l'appello «Difen-diamo l'Università dalla de-magogia», sostenuto dallaFondazione Magna Carta elanciato dalle pagine de l'Oc-cidentale in difesa della leg-ge Gelmini.

Non c'è nulla di roboante osolenne nelle righe dell'ap-pello, solo la richiesta di fer-marsi un momento a pensa-re, di respingere il riflesso didire «no» a prescindere, el'invito a chinarsi anche soloper curiosità intellettuale suicontenuti della riforma, pernon ridurla a mero pretesto.

Assieme ai moltissimi chelo hanno firmato ne abbia-mo sentito la necessità findai giorni in cui manipoli distudenti bivaccavano sui tet-ti e in cima ai monumenti,graziosamente ricevendo po-litici e intellettuali desidero-si di prostrarsi al senso comu-ne della protesta: viva la cul-tura, viva i giovani, viva il fu-turo.

Pareva già in quei giorni epoi sempre di più fino alleviolenze di piazza, che il te-sto della riforma Gelmini fos-se depositario di un potereinusitato e funesto: «cancel-lare una generazione», «ru-bare il futuro ai nostri ragaz-zi», «uccidere la cultura e laricerca». Sapevamo che non

era così: neppure una leggeche si fosse follemente prefis-sata simili obiettivi avrebbeavuto la garanzia dell'effica-cia. Figuriamoci la riformadell'Università , frutto dicompromessi , trattative, ac-cordi, emendamenti, che nehanno semmai attutito lemolte buone intenzioni.

Questa legge non salva enon danna , è - come diconogli americani - un «pezzo dilegislazione » importante eche va nella giusta direzio-ne. L'appello dimostra cheal di là del vociare dei tetti edelle piazze, sono in tanti nelmondo universitario a pen-sarla così. Solo che la rifor-ma Gelmini ha smesso mol-to presto di essere il tema del-la discussione e dello scon-tro. Al suo posto si è aperta

una voragine demagogicache doveva inghiottire SilvioBerlusconi e tutto il suo go-verno: indegni per definizio-ne e per vizio antropologicodi avere a che fare con la cul-tura e con l'Università.

Per questo le voci disso-nanti hanno fatto fatica farsisentire, sia sul versante deglistudenti che su quello deiprofessori. Chiunque si az-zardasse a dire qualcosa dinon immediatamente avver-so alla legge Gelmini passa-va per un complice oggettivodei barbari distruttori di futu-ro, un venduto all'interesseberlusconiano, un traditore.

La controprova l'abbiamoavuta qui all'Occidentalequando abbiamo pubblica-to il testo dell'appello con leprime firme. Immediata-mente si è scatenata una con-troffensiva fatta di dileggioper i firmatari, di accuse difalsificazione per i promoto-ri, di minacce peri divulgato-ri. In poche ore si è scatenatala caccia alla firma falsa oestorta con la frode. Unvorti-coso giro di e-mail è partitodalle centrali della protestaper aizzare l'opinione pub-blica contro i firmatari. Cheper fortuna non si sono sco-raggiati e anzi ancora in que-ste ore nuove adesioni si ag-giungono a quelle già raccol-te.

Non si tratta di fan di Berlu-sconi, e forse neppure dellaGelmini, ma solo di personeche hanno dedicato la loro vi-ta all'insegnamento e nonvo-gliono fare festa attorno allabara dell'Università italianasolo perché il conformismoimperante ha bisogno di uncadavere e di un assassino.

*Direttore de l'Occidentale(www.loccidentale. i t)

Chi sono i sottoscr ittor i

Anche molti docenti di sinistranel coro che va controcorrenteGabriele Villa

M Il tam tam della rete risuona sen-za interruzione: difendiamo l'univer-sità dal potere delle corporazioni, di-fendiamo l'università dalla demago-gia. «L troppo tempo che l'universitàitaliana ha bisogno di una cura incisi-va ed efficace. L troppo tempo che ilmondo accademico aspetta una rifor-ma capace di restituirgli il prestigioperduto. L troppo tempo che gli stu-denti bravi e meritevoli non hannopiù la possibilità di frequentare istitu-zioni competitive rispetto al resto del-l'Europa e del mondo. Aderisci all'ap-pello dei docenti universitari che so-stengono il disegno di legge Gelmi-ni». Facile intuire che il virgolettatoche abbiamo appena riportato siamolto più che un appello. Un vero eproprio invito a rialzare la testa e a ri-partire con ritrovato orgoglio.

E così lo squillo di tromba internet-tiano diffuso dalla Fondazione Ma-

IN LISTA Tra i nomi piùillustri quello di Galli dellaLoggia e di Di Giovanni,editorialista del «Riformista»

gna Carta si sta traducendo ora dopoora, persino in queste ore cupe in cuisi affastellano grandi minacce di gran-di disordini e barricate varie, in unasorta di censimento dei saggi. Quat-trocentottantacinque firme di docen-ti che, nemmeno il tempo di venirepubblicate a piena pagina su alcuniquotidiani, hanno immediatamenteavuto un effetto volano facendo co-stantemente lievitare il numero delleadesioni. «Unareazione questa- com-menta il professore Gaetano Quaglia-riello, presidente della FondazioneMagna Carta e vicepresidente dei se-natori Pdl - che sta a significare unacosa sola: che anche le egemonie piùconsolidate si rompono e, quando sirompono, anche i silenziosi trovanofinalmente il coraggio di parlare, di

far sentirla loro voce che è la voce difior di insegnanti che hanno a cuore ilbene dell'università e della scuola».

Già, ma se i silenziosi firmatari nonsono soltanto, come si può dare perscontato, i prof di centrodestra, ma an-che parecchi e ben noti docenti di sini-stra, o quantomeno non proprio filo-berlusconiani, allora come la mettia-mo? Come lamettiamo se trai firmata-ri che esprimono il loro «generale ap-prezzamento» per la riforma Gelminifigurano ad esempio Biagio De Gio-vanni, professore sì all'Istituto Orien-tale di Napoli ma anche editorialistadel Riformista? O Ernesto Galli dellaLoggia (docente all'Istituto di ScienzeUmane) che così come suamoglie Lu-cetta Scaraffia (insegnante alla Sa-pienza di Roma) non ci sembra vantitrascorsi di militanza politica a de-stra.

E poi? E poi la lista potrebbe allun-garsi anzi si è già allungata con altriautorevolissimi nomi e cognomi del

mondo universitario e della ricercascientifica che con il centrodestra econ il premier Berlusconi non hannomai, come dire, nemmeno uirtato. Ec-co dunque spuntare dall'UniversitàdiBolognalefirme delprofessorAnto-

CORAGGIO Quagliariello:«Chi firma rischia perchéil pensiero non omologatodà sempre fastidio»

nio Zichichi e del suo collega di ate-neo Paolo Pombeni, mentre dallaScuola Internazionale superiore distudi avanzati di Trieste si associa Ste-fano Fantoni. E ancora dall'Universi-tà di Napoli, il professor Paolo Macry,da quella di Genova, Dino Cofrance-sco, da Firenze, Ennio DiNolfo e LuigiVittorio Ferraris professore all'Univer-sità Roma Tre. Fior di illustri docentiche purprofessando una fede politica

i* a rinm ehi IitrnAr la nfonn.

leggermente differente da quella del-l'attuale governo hanno scelto di usci-re alla scoperto per dire che «se è veroche tutto è migliorabile, e anche que-sto disegno di legge ovviamente lo è, ilprovvedimento a firma del ministroGelmini rappresenta comunque unpasso nella direzione giusta per fareuscire l'università italiana dallo statodi grave prostrazione in cui si trova».

Una riflessione ad alta voce a que-sto punto s'impone: quanto rischia-no nell'università del corporativi-smo, e dei privilegi coloro che, ora do-po ora, stanno sottoscrivendo l'appel-lo di Magna Carta? «Quanto è difficiledirlo, certo è che rischiano - ammetteQuaglariello - perché il pensiero nonomologato, all'interno di certi mecca-nismi dà sempre fastidio e deve esse-re in qualche modo arginato. Ma ciòche mi sembra curioso da evidenzia-re è che una certa sinistra ha persinoaccompagnato e sostenuto il provve-dimento Gelmini in commissione elungo una parte del suo iter legislati-vo, poi, improvvisamente, quando laprotesta è salita di tono ed è sembratacavalcabile allora l'atteggiamento èradicalmente cambiato. Un peccato,un vero peccato».

CORSA CONTRO IL TEMPO

Quei rettori che fanno a gara per assumere figli e nuoreCon l'approvazione della legge Gelmini non sarà più possibile chiamare nello stesso ateneo parenti fino al quarto grado

Roma La riforma universitaria mes-sa a punto dal ministro dell'Istru-zione, Mariastella Gelmini, colpi-sce al cuore lo strapotere dei baro-ni. Molti fra gli studenti evidente-mente non lo hanno capito vistoche anche oggi scendono in piaz-za nel tentativo di fermare la leggee p er questo chiedono al presiden-te della Repubblica, Giorgio Napo-litano, di non firmarla. Ma negliatenei c'è anche chi ha capito be-nissimo che cosa succederà quan-do la riforma entrerà in vigore, col-pendo un sistema di privilegi.

E sono proprio quei professoriche fino a ora in tutta Italia, nord esud senza distinzioni, hanno gesti-to le università in modo «familia-re». Ovvero nominando professo-ri, ricercatori e via dicendo parentipiù o meno stretti. Incarichi asse-gnati nel pieno rispetto delle rego-le e in modo legittimo ed è proprioper questo che è necessario anzi in-dispensabile cambiarle queste re-gole, come appunto si propone difare il ministro Gelmini, altrimentiil sistema non cambierà mai.

Guarda caso proprio in questigiorni, mentre è in discussione lariforma a Palazzo Madama, nel-l'Università di Tor Vergata rettadal magnifico Renato Lauro, presi-de pure della facoltà di Medicina,un paio di giorni fa è stata chiama-ta come professore associato laprofessoressa Paola Rogliani, che

Lauro rivendicala regolarità del-le procedure che riguardano lanuora così come la rivendica il pro-fessor Luigi Frati, rettore della Sa-pienza e anche lui preside della Fa-coltà di Medicina. E infatti è chiaroche non c'è nulla di irregolare. Nes-sunaillegalità nel fatto che in quel-lo stesso ateneo lavorino la mo-glie, Luciana Rita Angeletti, ordi-nario di Storia della Medicina; lafiglia, Paola Frati, laureata in Giuri-sprudenza e docente di Medicinalegale. Ultimo arrivato, fresco fre-sco, pure il figlio Giacomo che è ap-pena stato giudicato idoneo perun posto di professore ordinario al-

la facoltà di medicina, dove era giàpresente come associato.

Con le nuove regole contenutenella riforma tutto questo sempli-cemente non sarebbe ammesso,come ribadisce il ministro Gelmi-ni. «Vedo un'accelerazione sulpia-no di parentopoli prima che entriin vigore la legge - dice il ministro-. Questo dimostra esattamente ilcontrario di quanto dicono gli stu-denti. Questo dimostra esattamen-te che alcuni baroni temono che lalegge non consenta più di assume-re i parenti».

Il testo di riforma contiene infat-ti una norma, introdotta in secon-da lettura alla Camera, che preve-de siano esclusi dalla chiamatacandidati che siano parenti e affini«fino al quarto grado compreso»con un professore «appartenenteal dipartimento o alla strutturache effettua la chiamata o con il ret-tore, il direttore generale o con unconsigliere d'amministrazionedell'ateneo». Una norma che nonlascia spazio a interpretazioni eche dunque colpisce al cuore il si-stema della parentopoli universi-taria.

Quelli segnalati da Roma non so-no che gli ultimi casi che emergo-no da un sistema dove un ateneopuò trasformarsi, legittimamente,in un «affare di famiglia». Sistemache la riforma può demolire.

FA

IN EXTREMIS Gli ultimi casidi arruolamento in famigliaalla Sapienza eall'università di Tor Vergata

poi sarebbe la moglie del figlio diRenato, Davide, pure luiprofesso-re ordinario di Endocrinologia,cattedra prima occupata dal pa-dre.

i* a rinm ehi IitrnAr la nfonn.

jb

l;! i11 )O/ lrl1I

t /'('ÍIO;'I (1,1.11L;';m,IO

(U l,l,(;l, (J J(l;;),lr'II(C;

li l,(t ,')i 1(LÍ'/ 0;)0 (L;?(

1,;l `)(';'I((Í•O,' ll,'l,(lI .I (1j ;'

Íll,;;lÍ:,, (l i 1J'(, iIO 1(l, /,-r)<fi)ì )J1

di MAURIZIO BELPIETRO

Oggi gli studenti saranno di nuovo inpiazza, pare per protesta contro larifor-ma dell'Università. Scrivo pare perchého la sensazione che molti di loro nonconoscano la legge che contestano. Perlo meno non siano informati che ilnuo-vo ordinamento non toglie risorse «almondo della conoscenza», semmai lerestituisce. Non c'è alcuna negazionedel diritto allo studio, né lo smantella-mento delle facoltà pubbliche, comescrivono e urlano nei cortei. Al contra-rio, le misure puntano ad aumentare laqualità dell'insegnamento e per questomotivo dovrebbero essere guardateconfavore dagli studenti, perché rimet-tono un po' d'ordine negli atenei, stabi-lendo nuove regole per salire in catte-dra e altrettante per rimanerci. Nonpretendo ovviamente che i giovani inpiazza mi credano o credano a Maria-stella Gelmini: sono stato giovane an-ch'io e so che da ragazzi si diffida di ognicosa, in particolare del buon senso.

Se non vogliono ascoltare ciò che di-ce la ministra o il giornalista, almenoprestino attenzione al panico che stacontagiando certi baroni (...)

segue a pagina 12

ANALFABETI IN PIAZZACon sonno I'iulinoo nin dicl i. -noo la giirrngIL,

''.A PIAZZA Th-

ANALFABETI IN PIAZZANon sanno l'italiano ma dichiarano la guerrigliaUniversitari dalla grammatica oscena e rettori preoccupati solo di sistemare i parenti tentano d'impedire una svolta sacrosanta

n. segue dalla prima

MAURIZIO BELPIETRO

(...) e se ne chiedano le ragioni. Perché, per esem-pio, in tutta fretta in un paio di università romanesono stati fatti salire in cattedra i parenti di noti pro-fessori? All'Università Sapienza, alla vigilia dell'ap-provazione della riforma, il figlio del rettore LuigiFrati, a 36 anni, è diventato professore ordinario.Già, in un paese normale sarebbe giudicato sgrade-vole diventare docente dove comanda papà, manel caso in questione nell'ateneo insegna anche lasorella. E fino a poco tempo fa, prima di andare inpensione, c'erapure lamamma. Insomma, un'uni-versità in famiglia. Ovviamente tutti i concorsi sa-ranno regolari, anche quello con cui la professores-sa di lettere del liceo è diventata ordinaria in storiadella medicina, ma forse non sta tanto bene, alme-no per l'immagine e l'autorevolezza dell'universi-tà.

Stessa storia aTor Vergata. Sul filo di lana, ovveroprima dell'entrata in vigore delle nuove norme, lu-nedì è stata assunta come professore associato lanuora del rettore, ma nello stesso ateneo insegnapure il figlio, il quale ha ereditato il posto che era delpadre, quasi che l'insegnamento di una materia siada trasmettere, come in una dinastia.

Vi dice nulla, cari studenti, tutto ciò? Se la leggefosse quel disastro che dite, i baroni si affrettereb-bero ad approfittare delle ultime possibilità di far

nominare i parenti? Oppure non ve ne importanulla che a salire in cattedra non siano docenti chehanno vinto un concorso nazionale e vi acconten-tate che a insegnarvi ci siano gli eredi dei prof.? Puòdarsi che vi stiano bene gli insegnanti e anche i lorocari, ma se così è perché lamentarsi poi se non sitrova posto e si finisce disoccupati?

È vero, molti giovani non hanno lavoro e parec-chi, anche laureati, sono costretti ad andareall'estero. Ma siamo sicuri che l'università, cosìcom'è, li aiuti a trovare l'impiego? Io non credo. Iopenso che in molti casi aiuti chi il posto ce l'ha aconservarlo, anche se non possiede i requisiti perricoprirlo, mentre ad altri lo nega. E andare in piaz-za, rovesciando e incendiando le auto come è suc-cesso in questi giorni, non cambierà le cose. Megliostudiare e non farsi fregare dai cattivi maestri.

P.s. L'ordine dei giornalisti di Roma e l'Associa-zione stampa romana ieri hanno avvertito i colle-ghi che si occupano delle manifestazioni degli stu-denti, invitandoli a «esercitare con un particolarescrupolo professionale il diritto-dovere di crona-ca», al fine di assicurare un'informazione rigorosa,serena e puntuale. Che vuol dire? Che i cortei non sipossono criticare? Oppure che chi sgarra ed eccedenel contestare i contestatori rischia la sanzione?Urge chiarimento: non vorremmo che in nomedelle libertà di stampa s'imponesse il bavaglio stu-dentesco.

punti della svoltaMerito, limiti ai rettori e conti in ordineCosì cambieranno le università

.. Quanto dura il mandato dei rettori con lariforma dell'università messa a punto dal mini-stro dell'Istruzione , Maria Stella Gelmini?

Il rettore non potrà restare in carica per più didue mandati. Il che significa che potrà restare incarica per un massimo di otto anni, odi sei anni nelcaso in cui sia stato eletto con mandato unico nonrinnovabile. Secondo i calcoli del Sole 240re, scri-ve il Corriere, se la riforma fosse entrata in vigoregià da questo autunno circa il 60 per cento dei ret-tori in carica sarebbero stati colpiti dagli effetti diquesta nuova norma. La legge dispone inoltre cheil rettore faccia parte del consiglio di amministra-zione dell'università, a cui dovrà proporre un can-didato per l'incarico di direttore generale.

Novità specifiche riguardano la carriera deiprofessori : quali sono i nuovi meccanismi perl'accesso alla carriera di docente e a che età an-dranno in pensione?

I professori dovranno andare in pensione pri-ma. La riforma abbassa il tetto massimo da 72 a 70anni per i professori ordinari e a 68 anni per quelliassociati. Cambierebbero anche i meccanismi diaccesso alla docenza accademica: prima di otte-nere un incarico d'insegnamento sarà necessarioottenere un'abilitazione scientifica nazionale, didurata quadriennale e attribuita ad hoc da unacommissione. Il reclutamento non passerebbepiù quindi attraverso i concorsi locali, ma sarebbedeterminato dallavalutazione espressa dalla com-missione, che come recita il testo diventerà «titolopreferenziale per l'attribuzione dei contratti».

Finisce l'era dei ricercatori a vita quando du-rano i nuovi contratti di lavoro e come sarà rego-lato il rapporto con gli atenei?

La proposta di legge prevede che iricercatori en-trino solo con contratti a tempo determinato (4-5anni), seguiti da contratti triennali. Al termine diquesti contratti dovranno superare un esame diidoneità per avere la conferma a tempo indetermi-nato come professori associati. Nel caso in cui nondovessero ottenere questa idoneità, il loro rappor-

to con l'ateneo sarebbe chiuso per sempre. L ilpunto più criticato della riforma, e quello su cui sisono concentrare le proteste degli ultimi mesi. I ri-cercatori accusano il governo di avere introdottouna nuova e più grave forma di precariato e hannoprotestato con il blocco della didattica. Pur nonavendo nessun obbligo d'insegnamento, i ricerca-tori svolgono i140 per cento delle attività didattichenelle università.

La trasparenza caratterizzerà la gestione con-tabile delle università italiane : i fondi ministe-riali come verranno determinati e quindi eroga-ti?

La riforma vuole introdurre anche nuovi para-metri per rendere più trasparente la gestione con-tabile degli atenei. Le università che non sarannoin regola con i conti verranno commissariate e achi dimostrerà di non essere in grado di gestire lerisorse saranno tagliati parte dei fondi, che verran-no distribuiti in base alla qualità della ricerca e del-la didattica.

Come saranno regolate la razionalizzazionedegli organici e la riduzione delle facoltà?

Ogni ateneo potrà avere al massimo dodici fa-coltà. Le università potranno però federarsi conaccordi inter-ateneo al fine di «razionalizzare la di-stribuzione delle sedi universitarie e di ottimizzarel'utilizzazione delle strutture e delle risorse». Per leuniversità più piccole - con un organico di profes-sori, ricercatori di ruolo e ricercatori a tempo de-terminato inferiore a 500 unità-sarà possibile dar-si «un'organizzazione interna semplificata».

Gli studenti continueranno ad avere risorse adisposizione?Arrivano eccellenza e merito?

La riforma creerebbe un fondo speciale «finaliz-zato a promuovere l'eccellenza e il merito fra glistudenti individuati, per gli iscritti al primo anno,mediante prove nazionali standard e per gli iscrittiagli anni successivi, mediante criteri nazionalistandard di valutazione». Una rappresentanzastudentesca è prevista anche all'interno del consi-glio d'amministrazione.

La letteraI collettivi universitariscrivono al Colle:non firmare la riforma

::: ROMA

ENE Una lettera al presidente Giorgio Napolitanoperinvitarlo a«non firmare» il disegno di legge Gelmi-ni sull'università. Gli studenti della Sapienzamettononero su bianco le loro rivendicazioni che oggi saran-no inviate al Quirinale: «Se firma, lei sanciràlacancel-lazione del diritto allo studio».

Questa mattina, intanto, è in programma l'ennesi-mo assalto ai «palazzi del potere». Gli studenti nonhanno chiesto alcuna autorizzazione all'ufficio diga-binetto diviadiSanVitaleperidue corteiinprogram-ma oggi a Roma. Anzi, hanno perfino orgogliosa-mente puntualizzato «l'illegale autogestione», comefanno notare i responsabili dell'ordine pubblico, inun'altralettera aperta indirizzata aprefetto, questoree sindaco e nella quale gli studenti omettono di indi-care il percorso e i responsabili delle manifestazioni,come invece prevede la norma. «Non violeremo lazonarossa, mavi sorprenderemo», si sono limitati adanticipare.

QUASI DUEMILA UOMINI IN PIAZZAIeri sera, in questura, c'è stato un vertice permetter

a punto il piano sicurezza. In campo, oggi a Roma, cisaranno molti più uomini rispetto al 14 dicembre,quando cene erano mille e seicento. Inoltre sarannoimpiegati poliziotti e carabinieri «non vincolati apre-sidi fissi», ma che seguiranno gruppi di studenti in-tenzionati a violare la zona rossa. Dai commissariatidistaccati saranno invece reclutati uomini per am-pliare lo schieramento di contingenti e «integrare lastrategia dei blindati», già usata la settimana scorsaper tutelare le sedi del Parlamento. Il sistema saràdunque «malleabile», tanto che prevede la chiusuradelle aree a seconda delle esigenze che si possono de-lineare daun minuto all'altro. Inizialmente lazonadimassima interdizione comprenderà l'accesso al Tri-dente, apiazzaVenezia e dal Lungotevere fino a Cor-so Vittorio. Ma potrà essere estesa fino al Campido-glio, il Quirinale, Piazza del Popolo ePiazzaBarberini.Per poi rimodularsi con l'aumentare o il ridursi dei ri -schi. Ad ogni modo nell'incontro di lunedì sera tra ilministro dell'Interno, Roberto Maroni, e il capo dellapolizia, Antonio Manganelli, è stato ribadito chiara-mente che non verranno tollerate violenze.

Dall'altra parte imanifestanti replicano con gli slo-gan. «Siamo tutti in-daspo-nibili», è uno degli stri-scioni preparati dall'Unione degli studenti che saràoggi in diverse città per «dare vita ainiziative disloca-

te, cortei, presidi e flash mob itineranti, blocchi dellestrade e della viabilità», hanno avvisato.

Ieri sono già state messe in atto azioni dimostrati-ve. A Roma è stata occupata la scalinata del Campi-doglio e davanti aMontecitorio qualcuno ha regalatofiori, mentre a Milano una quindicina di ragazzi haattraversato ininterrottamente le strade di accessoalla piazza, nella zona di Città Studi, per creare disagi.Dalle poste di Sassari, invece, è partito un sacco dicarbone per il ministro della Pubblica Istruzione,Mariastella Gelmini.

LE PROTESTE DAMILANOAPALERMOLa vera mobilitazione, in tutta Italia, ci sarà oggi.

Da Potenza e da Catania arriveranno a Roma gli stu-denti in trasferta. A Milano, come nella Capitale, siannunciano «proteste a sorpresa» e tra gli studenti cisaranno anche i professori lombardi del MovimentoScuola Precaria. Come a Torino, dove però sono giàstati autorizzati due cortei per i quali i responsabilihanno rispettato il protocollo. All'Aquila gli universi-tari vogliono manifestare in «maniera pacifica» e sfi-leranno apartire dal polo di Coppito, adiacente la ca-serma che ha ospitato i terremotati subito dopo latragedia del sisma. A Palermo, invece, si parla di as-saltare le sedi della Regione.

LA QUESTURA ARRIVAA 60 DENUNCIATIIntanto aumentano i denunciati, a Roma, per i di-

sordini della manifestazione del 14 dicembre scorso,degenerata con gli scontri a piazza del Popolo.

Fino ad ora sono sessanta le persone identificate edenunciate dalla Digos per manifestazione nonpreavvisata. In più altri otto ragazzi sono stati identi -ficati in quanto responsabili del lancio di oggetti neiconfronti dei contingenti e dei veicoli delle forzedell'ordine impiegate nei servizi di ordinepubblico.Ilnumero è provvisorio, perché in questura stannocontinuando a vedere i filmati degli incidenti. E inprocura, nei prossimi giorni, hanno intenzione disentire Manuel De Santis, il 20enne precario, accusa-to di essere responsabile dell'aggressione aun ragaz-zino di 15 anni.

ROB. CAT.

W

o

sol,ra, la stazione metropolitana Rebibbia diRoma, dove ieri mattina c 'è stato l'allarmebomba. A sinistra, scontri alla manifestazionestudentesca del 14 dicembre . Ansa e LaPresse

e discaricheUN MONDO

SENZAASCESA SOCIALEAndré Gorz

L,Università non può funzionare: impe-diamole dunque di funzionare per-ché l'impossibilità diventi manifesta.

Nessuna riforma, di nessun tipo, può renderequesta istituzione di nuovo vitale; combattia-mo dunque le riforme, nei risultati e nella ispi-razione, non perché siano pericolose, ma per-ché sono illusorie. La crisi dell'istituzione uni-versitaria va oltre, come vedremo, l'orizzonteuniversitario, investendo la divisione tecnicae sociale del lavoro. L bene che questa crisiesploda. Occasioni e modi - più o meno buo-ni - possono essere discussi. Ma possono es-sere legittimamente criticati soltanto da colo-ro che concordano sulla necessità di rifiutareil riformismo, e sul fatto che questa necessitàimplica una posta di natura globale.( ... )

L'ideologia borghese della scuola è quelladella uguaglianza delle probabilità di promo-zione sociale attraverso lo studio. Si è sempretrattato, in realtà, di una uguaglianza solo ap-parente. Tuttavia nel passato meccanismi ecriteri di selezione erano sufficientemente«obiettivi» perché il carattere arbitrario dellaselezione di classe risultasse mascherato: siera eliminati o selezionati, sulla base di un si-stema di attitudini e competenze definito unavolta per tutte. Tradizionalmente la sinistra sibatteva non contro i criteri di classe della sele-zione - il che l'avrebbe obbligata a battersicontro la selezione in sé e quindi contro ilcomplesso del sistema scolastico - ma perchétutti avessero diritto di entrare nella macchi-na selezionatrice. Il carattere contraddittoriodi questa rivendicazione restò nascosto fintanto che teoricamente il diritto era ricono-sciuto a tutti, ma praticamente la possibilitàdi usarlo era negata alla grande maggioranza.Nel momento in cui, estendendosi la diffusio-ne della cultura, la maggioranza tende ad otte-nere in concreto la possibilità di accedere aglistudi superiori, questi perdono il carattere se-lettivo. Diritto allo studio e diritto a una pro-mozione sociale non possono procedere insie-me: se, al limite, tutti possono effettivamentestudiare, non tutti possono essere effettiva-mente promossi a posti di privilegio. Il mecca-nismo di selezione scolastica essendo dunquebattuto, la società cercherà o di sostituirlo con

meccanismi complementari, oppure di re-stringere i diritto allo studio ricorrendo a limi-tazioni di natura amministrativa.

Queste limitazioni amministrative - nume-rus clausus, concorso per l'accesso alle facol-tà - sono così difficili da mettere in atto chetutti i governi che si sono susseguiti (...) han-no rinunciato ad applicarli. Infatti limitare exante il numero degli studenti significa negareapertamente, brutalmente, un principio giuri-dico e una finzione sociale attraverso gli studisono uguali per tutti e la possibilità di studia-re non è condizionata che dalle attitudini per-

sonali. Distruggere questa finzione giuridicasignifica metterne a nudo il carattere illusoriodelle libertà borghesi e, soprattutto, scontrar-si frontalmente, in nome d'una razionalitàtecnocratica - gli studi costano cari e non so-no redditizi se non implicano per i diplomatiuna promozione effettiva - con gli strati inter-medi o pretesi tali, dei quali il regime nonpuò conservarsi il consenso se non facendobalenare loro la possibilità d'una «elevazionesociale» condizionata esclusivamente dal me-rito. (...).

Politicamente la borghesia deve dunqueconservare la finzione che a tutti è aperto l'ac-cesso, attraverso lo studio, ad una promozio-ne sociale. Senonché la realtà demistifica que-sta finzione: l'accesso agli studi resta libero,ma gli studi non approdano più a nulla. Il nu-mero dei diplomati o laureati slavorizza lau-ree e diplomi. Molti sono gli eletti ma pochi ichiamati: i posti sono scarsi. La riduzione nu-merica che la selezione scolastica non è statain grado di operare sarà operata dalla selezio-ne al momento dell'impiego. (...)

Queste contraddizioni dell'università bor-ghese rimandano a contraddizioni di fondo:

- il valore di mercato fin qui riconosciuto al-le lauree si fondava sulla loro scarsità e sullascarsità dell'attitudine allo studio. Quandoquesta diventa generale, il privilegio del diplo-ma logicamente scompare, e con questo la di-visione gerarchica dei compiti;

- se l'attitudine agli studi - sancita o menoda una laurea - tende a generalizzarsi, cessadi funzionare da criterio di selezione; la strati-ficazione sociale non può più fingere di fon-darsi sulla competenza e sul merito. Diritto al-lo studio e diritto alla promozione non vannopiù di pari passo;

- se gli studi non garantiscono più la promo-zione, delle due l'una: o saranno consideratiuna perdita di tempo e un carico sociale su-perfluo, visto che non sono redditizi né per co-loro che li fanno né per la società capitalisti-ca; o assumeranno la natura di una formazio-ne generica, non funzionale, che la societàpuò anche permettersi come un lusso. (...).

Ma è improbabile fermarsi qui: giacchéuna volta accettato che gli studi non sbocchi-no più su una carriera, va ridefinita la naturadegli studi, il loro contenuto e senso: giacchénon conferiscono più una cultura «utile», bi-sogna che conferiscano una cultura «ribelle»;giacché non corrispondono a una domandadella società, bisogna che corrispondano alladomanda di coloro che intendono distrugge-re questa società, abolendo questa divisionedel lavoro.

Ora l'Università è per sua natura incapacedi rispondere a questa domanda: non è fun-zionale né ai bisogni dell'economia capitalisti-ca, né ai bisogni di chi vuole abolire il capitali-smo; non elargisce né una cultura «utile» néuna cultura «ribelle» (che, per definizione,non può essere elargita), elargisce una cultu-ra universitaria, cioè un sapere separato siadalla pratica produttiva che dalla pratica mili-tante. Insomma, è un luogo in cui non si puòimpiegare i tempo né in maniera utile né inmaniera interessante. E non c'è riforma chepossa modificare questa situazione. Non sitratta dunque di riformare l'università, ma didistruggerla per distruggere insieme la cultu-ra separata dal popolo che essa rappresenta(la cultura dei mandarini) e la stratificazionesociale di cui essa resta, malgrado tutto, lostrumento.

Questa è la realtà che la guerriglia universi-taria mette in luce, abbreviando l'agoniad'una istituzione moribonda e rivelando l'ipo-crisia delle corporazioni che la difendono.Qualcuno dirà che gli studenti estremisti nonsanno sostituirla con nient'altro, né sannocambiare la società perché questo «altro» di-venti vitale. Ma gli studenti non possono dasoli né produrre un'altra cultura né fare la ri-voluzione. Quel che possono fare è di impedi-re che la crisi acuta degli istituti borghesi del-la divisione del lavoro e della selezione delle«elites» resti mascherata. L quello che fanno,ed è ciò che tutti i difensori dell'ordine - que-sto o qualsiasi altro ordine autoritario e gerar-chizzato - non perdonano.

J,,(' d1 Sf;addChe

André Gorz...................................................................................................................

Da soli gli studenti non possono anda-re oltre ; la distruzione e anche la con-testazione effettiva (e non solo ideolo-

gica) della divisione del lavoro non può essercompiuta nell 'università ; non può esser com-piuto che nelle fabbriche e nelle aziende: essasuppone l'analisi critica d'una organizzazioneproduttiva la cui apparente razionalità tecnicaè insieme l ' oggettivazione e la maschera d'unarazionalità politica : d'una tecnica di dominio.Essa suppone una conoscenza pratica del pro-cesso di produzione e una pratica attiva permodificarlo, per sottometterlo ai «produttori»associati in modo da sostituire la divisione ge-rarchica con la divisione volontaria del lavoro.

Soltanto , partendo da una critica effettivadella divisione del lavoro può , a sua volta, di-ventare effettiva la critica di un insegnamentoche direttamente (nelle scuole tecniche e pro-fessionali) o indirettamente , forma i quadri, gli

SCAFFALELa descolarizzazionesecondo Ivan Illich

Ivan Illich è stato uno studioso molto atipico. Diorigine austriaca, si formò in scuole e univeristàcattoliche, fino al sacerdozio. Ma è con il Sessan-totto e la relazione con i gruppi di attivisti messi-cani che matura una pressa di distanza dallachiesa cattolica fino all'abbandono del sacerdo-zio. Da allora, Ivan Illich insegnò in varie universi-tà, compresa quella italiana di Trento. Ma anchein questo casò maturò la convinzione che l'istitu-zione scolastica e universitaria fossero istituzionipreposte alla riproduzione delle diseguaglianzesociali esistenti. Su questo tema, va dunque sicu-ramente segnalato «Descolarizzare la società», laraccolta di testi recentemente pubblicata dallacasa editrice Mimesis, dove Illich propone provo-catoriamente l'abolizione della scuola a favore diuna formazione della Aiberazione».

esecutori e gli scarti della produzione capitali-stica. La distruzione dell'università e dell'inse-gnamento di classe non riguarda cioè soltantocoloro che subiscono l'insegnamento: riguar-da la classe operaia, se la divisione capitalisticadel lavoro - di cui la scuola è la matrice - de-v'essere superata. (...)

Se la necessaria violenza della lotta degli stu-denti tende allora a logorarsi in simboliche ri-volte sul piano universitario non è per il gustoperverso d'una violenza fine a se stessa; è per-ché la violenza è la sola capace di spezzare, siapur temporaneamente, l'accerchiamento delghetto universitario e porre un problema delquale i riformisti d'ogni tipo preferiscono igno-rare l'esistenza. Questo problema - la crisi del-le istituzioni e dell'ideologia borghese e delladivisione del lavoro - è per eccellenza un pro-blema politico. Non basta che i partiti politicirifiutino di dare significato alla violenza stu-dentesca e tradurla in politica perché questasia assimilabile al vandalismo: si tratta d'unaviolenza politica, e politicamente necessaria,se non sufficiente

Un testo di André Gorzsull'università dopo il Maggio

francese nel quale invitavaa varcare il confine tra i campus

e la società. Un'appassionatatestimonianza di una tensione

civile che va applicataai conflitti del presente,

dove gli atenei sono diventatinodi nella produzione

della ricchezza

STORIE DEL PRESENTE

L'inarrestabiledivenire produttivodella conoscenza

1 testo che viene presentato in questaI pagina è stato pubblicato nel 1970 dal-la rivista francese Temps Modernes (in

seguito tradotta dalla rivista il manifesto,sempre nel 1970). È un commento a caldodel filosofo francese André Gorz a un pro-getto di riforma dell'università presentatodall'Eliseo dopo il Maggio francese. Fortisono gli echi della critica all'università diclasse avanzata dal Sessantotto. Gorz met-te in evidenza come il progetto governati-vo - numero chiuso per gli ingressi, siste-mi di valutazione in base al merito - eracondannato all'insuccesso perché attraver-sato da una contraddizione insanabile. Dauna parte, proprio quando affermava il di-ritto universale allo studio, e quindi all'ac-cesso nell'università, lo negava istituendoun «dispositivo» di selezione preventiva.Dall'altra, giustificava la centralità dellameritocrazia e una formazione di eccellen-za proprio quando il sistema economicosottolineava la necessità che l'universitàformasse una forza-lavoro mediamentequalificata in base alle necessità delle im-prese.

La società della non conoscenzaCiò che tuttavia colpisce nel testo che quiviene proposto è l'invito dell'autore para-lizzare l'università, perché istituzione ora-mai incapace sia di formare la «futura clas-se dirigente» (obiettivo certo estraneo allacultura politica del filosofo francese) chedi essere una sede per elaborare una «cul-tura ribelle». Ciò che il movimento studen-tesco poteva fare, secondo Gorz, era quel-lo di rompere il muro che separava gli ate-nei dalla società e porsi il problema di por-re le basi, assieme al movimento operaio,di un progetto di trasformazione radicaledella realtà.

Altri tempi, lontani anni luce da quantoaccade nelle università francesi e italiane.L'Europa, all'inzio di questo millennio, hapensato bene che dalla crisi della «societàsalariale» si possa uscire con un forte inve-stimento nella formazione per instaurare

Benedetto Vecchi

la «società della conoscenza». Secondol'Unione europea, infatti, la quota di inve-stimenti nell'università, nella ricerca e nel-la formazione doveva attestarsi al tre percento del prodotto interno lordo in diecianni. Obiettivo miseramente fallito, vistoche in tutta Europa gli investimenti statalisono diminuiti progressivamente. Solo igoverni di Germania e Francia hanno fer-mato la discesa e negli ultimi anni hannoripreso a deviare risorse finanziarie versol'università, la ricerca scientifica e alla for-mazione. Stessa dinamica che può essereriscontrata nell'operato di altri paesi co-munitari, dalla Spagna alla Polonia. E tut-tavia ciò che è emerso in questi dieci, den-sissimi anni universitari è il tentativo direndere l'università un nodo delle reti pro-duttive che oltrepassano se non ignorano iconfini nazionali.

E così a dieci anni di lancio della propo-sta di «società della conoscenza», sul terre-no rimangono solo promesse e detriti. Lepromesse riguardano il rapporto di causaed effetto tra formazione universitaria emobilità sociale verso l'alto. L'accesso alsapere e una formazione di buon livellonon è quindi più più sinonimo di mobilitàsociale.

Il potere dei codiciDa questo punto di vista, i molteplici e dif-ferenziati progetti di «riforma» dell'univer-sità, a Londra, come a Parigi, Madrid e Ro-ma, non prefigurano più una figura di unuomo o di una donna qualificata che en-tra nel mercato del lavoro garantendo gliskills (più prosaicamente le competenzeprofessionali) necessari a una economiadinamica e in sviluppo. Più realisticamen-te un laureato in una città europea deve fa-re i conti con un possibile lavoro molto aldi sotto della propria formazione universi-taria. E per di più si tratta un lavoro preca-rio che solo in alcuni paesi dell'Unione eu-ropea ha come contrappeso delle misuredi welfare state. A nord del Reno o di Bru-xelles realtà nazionali come l'Olanda, laSvezia hanno ipotizzato interventi adegua-ti a una forza-lavoro qualificata e tuttaviaprecaria. Per il resto, a latitudini mediterra-nee o anche in Inghilterra, formazione uni-versitaria e prospettive di una precarietà atempo indeterminato non hanno nessun

contraltare nelle misure messe in campodai governi nazionali.

Anni luce lontani da quello che prospet-tavaAndré Gorz. Ma come declinare, l'invi-to del filosofo francese ad abbattere quelmuro tra università e società? Domandache può avere mille risposte. Ognuna dellequali nomina il problema, ma certo non lorisolve. Per quanto riguarda il presente, èevidente la consapevolezza che il nodo dasciogliere non è se i governi nazionali rie-scono a riattivare il circolo virtuoso tra for-mazione e mobilità sociale. Anche qui, perstabilire differenze e ripetizioni tra la real-tà descritta da Gorz e quella attuale, va sot-tolineato quel cambiamento strutturaleche ha reciso il legame tra formazione uni-versitaria e mobilità sociale, eleggendo aregola dominante la precarietà nei rappor-ti di lavoro a norma generale. Precario è illaureato, ma anche il ricercatore; precario,seppur meglio tutelato, è il docente, maanche lo studente, potenzialmente «sog-getto produttivo» perché inserito in ciclolavorativo che vede coinvolti docenti, ricer-catori, tutti quanti «relatori» di progetti diricerca che hanno effetti collaterali nellaproduzione della ricchezza.

La differenza tra quanto sosteneva il filo-sofo francese e la realtà attuale non è tan-to il modus operandi dei movimenti percontestare efficacemente la divisione so-ciale del lavoro, quanto il fatto che l'univer-sità è divenuta parte integrante di quelladivisione sociale del lavoro. I docenti, i ri-cercatori, perfino gli studenti sono lavorovivo. Sono cioè lavoro sans phrase tantoquanto lo sono chi è alla catena di montag-gio o è inserito in team produttivi.

Temi che prima di morire André Gorzha provato ad affrontare. La sua morte haimpedito che il suo lavoro analitico si arric-chisse dell'accumulo teorico-politico che imovimenti stanno sedimentando con il lo-ro operato politico. Sta dunque a noi assu-merlo e farlo vivere nelle pratiche politi-che della trasformazione.

IN LOMBARDIA PICCHETTI E INCURSIONI. COINVOLTI 33 ISTITUTI

Collettivi in azione, Milano blinda le piazze- MILANO -

«DIFFONDERE la protesta dicittà in città». Questo il motto

sposato, a detto loro, dagli stu-denti e dai centri sociali mi-lanesi. Tradotto: in pochioggi saranno a Roma perprotestare contro la riformaGelmini e il redivivo gover-no Berlusconi. Collettivi stu-denteschi e antagonisti stan-no, piuttosto, organizzandocortei, assemblee e azioni a

sorpresa a Milano. «Quella de-gli antagonisti milanesi nella ca-pitale sarà una presenza del tut-to trascurabile - fa sapere Da-niela Farina, storico animatoredel centro sociale Leoncavallo-. Credo si abbia una visione di-

storta delle iniziative di domani(oggi ndr), almeno per quanto ri-guarda l'adesione dei movimentimilanesi». A chiarire il concetto èil Coordinamento dei collettivistudenteschi del capoluogo lom-bardo, legato al «Cantiere», unodei centri sociali più attivi in que-ste settimane: «Chi andrà a Romalo farà di sua iniziativa. Noi nonpensiamo ad alcuna trasferta per-ché stavolta si è scelto un metododi lotta diverso: non più il concen-tramento della protesta in un sololuogo ma iniziative sparse in tuttele principali città d'Italia e in piùluoghi delle stesse città. Sappia-mo che anche gli studenti di altreprovince si stanno organizzandoin questo modo. La riforma e il go-

«Non ci muoviamo da quiLa nostra presenza nellaCapitale sarà trascurabile»

r

SLOGANManifestazioni controla riforma universitaria.uno studente lanciaproclami con ilmegafono (An.t).Soprauna studentessadavanti alla sede diMontecitoriodistribuisce fiori agliagenti in servizio(Reuters)

verno si combattono di piazza inpiazza».

PER QUANTO RIGUARDAMilano, l'agenda dei collettivi del-le scuole superiori è fittissima. Siprevedono picchetti, manifesta-zioni e assemblee in 33 scuole tracittà e hinterland. Senza contareil presidio e il corteo dell'Univer-sità Statale e le azioni simbolichenelle piazze. Non annunciate neidettagli perché molto, se non tut-to, si punta sull'effetto sorpresa.«Domani (oggi ndr) noi studentiannunciamo iniziative diffuse eimprevedibili - si legge nel co-municato diffuso dai collettivi nelpomeriggio di ieri -. Anche a Mi-lano saremo in mobilitazione,con un solo messaggio: noi non cifermiamo, il movimento che inun mese ha occupato più di cin-quanta scuole, invaso la città concortei, blitz, occupazioni e bloc-chi selvaggi, continua».Parole che fanno presagire un'al-tra giornata di passione, dopo gliscontri in centro in occasione del-la Prima del teatro La Scala e l'oc-cupazione della sede della Borsa.Il livello di allerta all'ombra dellaMadonnina è alto.

Giambattista Anastasio

Un pacco bomba nel metròEd è psicosi da centri socialiArtificieri a Rebibbia. L'ordigno non era collegato

- ROMA -

UNA SCATOLA con due tubi collegatia dei fili elettrici e pieni di polvere pirica.Ma senza innesco. Non poteva esplode-re. Il clima è da vigilia del D-day per lariforma Gelmini al Senato, con la «zonarossa» della capitale presidiata come ilvallo atlantico. E così (in periferia, ma apoche centinaia di metri dal carcere diRebibbia) scatta l'allarme per il ritrova-mento, intorno alle 10 di ieri, di quel«pacco esplosivo» nella stazione della me-tropolitana. Raccontano che un macchi-nista l'ha notato in un vagone sul «bina-rio tronchino», l'area tecnica in cui ven-gono effettuate le manovre dei convoglidella linea B, a 400 metri dalla stazione.Sono intervenuti i vigili del fuoco e gliartificieri dei carabinieri, che hanno iso-

ControLLi sui filmati delle telecamereinterne . «Scatola di esplosivo senzainnesco , ma preparata da esperti»

lato la zona. Lo scalo, però, è rimasto infunzione. «Tutto risolto, potete entrare»,ripetevano gli addetti alla sicurezza, se-condo i quali «non si è verificata alcunascena di panico quando è stato rinvenutoil pacco: il conducente ha avvisato subitola polizia». Ma ancora nel pomeriggio era-no in tanti i passeggeri che, in transitodalla metro, si meravigliavano nel vederelo schieramento di forze. «Dopo verifi-che con gli artificieri risulta che il rudi-mentale congegno non fosse in grado diprovocare un'esplosione: sentiti il Prefet-to e il Questore, posso garantire che tuttele stazioni sono state controllate e non cisono ulteriori problemi», ha dichiarato ilsindaco Gianni Alemanno.

I carabinieri visioneranno comunque ifilmati delle telecamere di sicurezza del-la stazione. E riferiranno alla Procura diRoma, che ha aperto un fascicolo controignoti per detenzione e porto di materia-le esplodente.

NELLA STAZIONE di Rebibbia sonoarrivati anche i militari del Ris, la Scien-tifica dell'Arma. «Faranno un sopralluo-go per i rilievi e poi insieme agli artificie-ri daranno un giudizio tecnico completo- ha spiegato il comandante del primoNucleo investigativo, Bruno Bellini -Questa mattina ci hanno avvisato del ri-trovamento di una busta di nylon con unplico di cartone di 50 centimetri, sospet-to». Poi sono arrivate le con-clusioni, sulla base di quantotrovato. «Un gesto dimostrati-vo, che ha lo scopo di creare ten-sione. Certo non sfugge la conco-mitanza con le manifestazioni inprogramma a Roma, anche se nonabbiamo elementi per legare le duecose. Il momento è di particolare attenzionee delicatezza per l'ordine pubblico». «L'ordi-gno era ben confezionato e realizzato da unesperto: gli accertamenti proseguono», hacommentato il neocomandante provincialedei carabinieri, Maurizio Mezzavilla. Nellascatola non c'era alcuna rivendicazione, cheperaltro fino a sera non è arrivata neanche agiornali o siti internet. L'emulo di «unabom-ber» dorme soddisfatto.

Bruno Ruggiero

n pacAro Iwu h 1 mentìFai c $I(Uu da -0i OJ lU

FAGOTTOL'artificierecon il pacco

bomba,predisposto

senza innesco(Ap)

Riforma, caos in Senato«Il voto rischia di slittare»

Prima sì, poi no ad alcuni emendamenti: l'opposizione insorge- ROMA -

AL SENATO ieri il caos eragrande, le votazioni ossessive ec'è scappato l'errore. E' stato co-sì che, senza accorgersi di quelche stava accadendo, la presi-dente di turno Rosi Mauro hadichiarato approvati dall'aulaalcuni emendamenti presentatidall'opposizione alla riformadell'università che verrà licen-ziata oggi. Scompiglio nell'emi-ciclo, immediata convocazionedei capigruppo. In tempo realecircolano le immagini dell'au-la: l'errore è evidente, ma si dàper scontato che la legge dovràtornare alla Camera per essereopportunamente emendata dal-la maggioranza. E invece no.Quando la seduta riprende, Re-nato Schifani, reinsediatosi sul-lo scranno più alto di palazzoMadama, annuncia che si può,anzi si deve votare nuovamente

gli emendamenti in questione.Il regolamento (articolo 118,comma primo) gli dà ragione.

DURA LA REAZIONE del ca-po dei senatori del Pd, Anna Fi-nocchiaro: «Il mondo sa chequi si è votato. Non condividia-mo la scelta di tornare a votaresu sette voti che sono stati regi-strati. Può costituire un prece-dente grave». Luigi Li Gotti,dell'Idv, è con lei: «Il presiden-te Schifani non sta annullandoun voto irregolare ma ci sta pro-ponendo l'annullamento inblocco di sette voti». E pazienzase il capogruppo dell'Idv, Feli-ce Belisario, nella riunione ap-pena conclusa aveva sostenutol'esatto contrario. Del resto, Ga-sparri ha reso noto che in confe-renza dei capigruppo anche laFinocchiaro aveva sottoscrittola linea Schifani. Di lì a poco ilPolo della Nazione si schiererà

con la maggioranza, spaccandoil fronte delle opposizioni. A fa-vore della decisione di Schifanisi dichiarano l'Udc, Fli, l'Api el'Mpa. Pd e Idv restano soli.Mentre l'Udc, dopo aver votatocontro nei precedenti passaggi,pare orientata ad astenersi. Per

IL ministro dell ' Istruzione:«Forse si va a giovedì»Silvio: «Ce La faremo»

avvicinarsi all'area del governoe uniformare il più possibile levariegate posizioni interne alPolo della Nazione. Dove Fliha finora votato a favore e l'Apis'è astenuta. Il tutto mentre inaula si susseguivano i problemitecnici. «Con l'articolo 6 - hapolemizzava il senatore del Pd

PAAZZOMADAMARosi Mauro

presidente diturno (Ansa)

Legnini - si modifica l'artico-lo 1 della legge 230/2005,l'arti-colo 29 abroga la medesima nor-ma». Un caso di incongruità,che secondo Francesco Rutellipotrebbe indurre il capo delloStato a rinviare la legge in parla-mento.

IN SERATA a Matrix, sulla ri-forma è intevenuto anche Ber-lusconi. «Penso che verrà ap-provata senza problemi. D'altraparte è una riforma che favori-sce gli studenti. Credo che a lo-ro sia stata spiegata male. Inogni caso abbiamo accettato ildissenso, e ciò che non accettia-mo è la violenza».L'aula di Palazzo Madama è ar-rivata all'articolo 7 del ddl e havotato la metà circa degli 850emendamenti delle opposizio-ni. Tanto che il ministro Gelmi-ni ha ammesso che è possibileche il voto slitti a giovedi

r. r.

Hitnrmn. caro iu Senaw<Il urto ri,Lla di littar.

IRA E FANTASIA NEI MESSAGGI E NEI SITI STUDENTESCHI. C'È ANCHE CHI VUOLE I GENITORI IN PIAZZA

Tam tam sul web: «Mamme, sfilate con noi»di ROSALBA CARBUTTI

- ROMA -E la domanda tra le righe è sem-pre la stessa: «Cosa succederàin piazza?». Gli studenti gioca-no sulla suspance: «Vi stupire-mo». Di sicuro quello che vienepostato da Facebook ai blog èlo stesso slogan: «Sarà un cor-teo pacifico». Conferma Marcodell'Università La Sapienza:«Snobberemo la zona rossa».Alessandro Mustillo, responsa-bile del collettivo `Senza Tre-gua', ci tiene a spiegare: «Nonandremo al Quirinale, come èstato scritto. E' una bufala». Eaggiunge: «C'è un clima media-tico, quindi siamo costretti adinventarci qualcosa di nuovo.Anche capriole in aria». E infat-ti le idee per il corteo di oggi aRoma, sul web ieri si sprecava-

no. «Perché non ci mettiamotutti le manette urlando mi le-go le mani, ma non mi tappate

ter.«In ogni caso - scrive `SenzaTregua' su Facebook - potran-no `dasparci', arrestarci o pic-chiarci, ma noi non ci arrende-remo». Nella giornata di ieri adaggiornare studenti e non sullamobilitazione è, invece, atenein-rivolta.org che posta foto di flashmob e la lettera a Giorgio Napo-litano: «Caro Presidente nonfirmi il Ddl Gelmini. Sarà cosìin piazza anche Lei al nostrofianco!».Luigi è scettico e, su Quotidia-no.net, scrive: «Quanti somariha sfornato l'università del'68!». Macché somari, «abbia-mo fame di cultura», scrive il`Coordinamento studi orienta-li'. Lo sciopero della fame percinque di loro continua.

«IL DDL Gelmini torna allaCamera?». E' la domanda cherimbalza sul web. Metti una le-ghista al Senato e scoppia il ca-os, è il titolo del video della ba-garre a Palazzo Madama posta-to su YouTube, mentre la vice-presidente del Senato RosiMauro, suo malgrado, impazzain Rete. «Un idolo al Senato»,commenta freakazoidl988. Laconfusione (giustificata) è tan-ta, ma subito dopo arriva la noti-zia: Al voto si deve ripetere».«Che vergogna», commenta suTwitter Flavia Marzano. E viaal tam tam di critiche. Ma oltrea Rosy Mauro c'è di più.

«Non ci faranno tacereFacciamo di FacebookLa nostra Costituzione»

la bocca?», propone Katia Nai-don sulla bacheca del PopoloViola su Facebook. Macché.Meglio adottare la Costituzio-ne, rilancia Luca Gherghetta:«Facciamo diventare Facebookla nostra Costituzione». E se, in-vece, si «sfilasse insieme ai geni-tori?», chiede nellina99 su Twit-

il punto di P.F.DE ROBERTIS

Anche i baronitengono famiglia

MA COME si fa,come si fa, ministroGelmini...

Lei che appartiene a unpartito che dice di avere lafamiglia tra i valorifondanti, che lotta contro ladisoccupazione, che nonvuol far entrare in Italiatroppa gente dall'estero...Ecco onorevole Gelmini,per tutto questo, come puòun ministro prendersela colpovero barone che proprioin ossequio al valore dellafamiglia piazza inuniversità la figlia, ilgenero, il cugino, il cuginodel cugino? Sono posti dilavoro anche quelli, sa? Ese non ci vanno loro, chi civa? Uno preso a concorso,che magari rientradall'America? Ma siamomatti?Proprio incorreggibileministro Gelmini. E menomale che ci sono glistudenti, che anche oggiarriveranno davanti alSenato per gettare le ultimebombe contro la suariforma. Un tentativo inextremis di salvare iparenti del professoroneche tiene famiglia.Poveri studenti, ridotti adifendere il barone diturno. Che tra qualcheanno assumerà la nipotinainvece del più meritevole diloro.

La parentopoli dei rettori«Premiati figli e nuore»La Gelmini: «Visto? Con la riforma non si potrà»

- ROMA -

NON SI SA se la Riforma Gelmi-ni faccia più paura agli studenti oai «baroni». Se i primi vanno inpiazza, i secondi si affrettano a si-stemare - o almeno così pare -i familiari prima che entri in vigo-re la norma che blocca ogni assun-zione di parenti fino al IV grado.Due i casi dell'ultima ora: uno al-la Sapienza e uno a Tor Vergata.Giacomo Frati, 36 anni, figlio delMagnifico Rettore Luigi sta pas-sando, in questi giorni, dal ruolodi professore associato a quello diordinario. Giacomo, per ottenereil posto, ha battuto 25 concorren-ti e le procedure formali per loscatto sono state concretizzate il19 novembre. Nella stessa facoltàfino a qualche tempo fa insegnavala mamma di Giacomo e tuttorainsegna la sorella Paola. La facol-tà è sempre quella di Medicinadella Sapienza dove Luigi Frati èstato a lungo preside prima di di-venire Rettore.Non c'è da stupirsi, anche a TorVergata c'è una certa presenza diparenti eccellenti. Lunedì scorsosarebbe stata assunta come profes-

sore associato alla cattedra di Ma-lattie dell'apparato respiratorio lanuora del Magnifico, Renato Lau-ro, anche lui a lungo preside diMedicina. E' lo stesso professorLauro a spiegare ai sospettosiche: «Non c'è nulla di strano, iconcorsi sono stati banditi nel2008». «Per gli stessi bandi - pre-cisa il Rettore - sono stati giàchiamati una ventina di vincitoridi concorso. Ma vincere non vuoldire prendere servizio visto che ci

La Sapienza e Tor Vergatareplicano alle accuse:«Esiti di vecchi concorsi»

sono, come è noto, problemi dibudget». Nella stessa facoltà diMedicina insegna anche il figliodel Rettore, Davide di 41 anni, or-dinario di Endocrinologia. La me-desima cattedra a lungo presiedu-ta dal padre ora chiamato al gover-no dell'intera università di TorVergata. Prima di Lauro a capodell'ateneo era stato AlessandroFinazzi Agrò che aveva, nella fa-

Il rettore dell'ateneo di TorVergata , Renato Lauro (nellafoto) assume la nuora, PaolaRogtiano , professore associatoin malattie respiratorie

coltà di Medicina, tre pro-fessori di famiglia: il fi-glio e due nipoti di primogrado. Così come, primadi Frati, era toccato a Re-nato Guarini, alla Sapien-za, avere a che fare con unafamiglia di docenti: tre fi-glie e un genero ma in ruo-li tecnici.

COME STUPIRSI? E co-me meravigliarsi che ora,quando la Riforma sembraad un passo dall'approva-zione definitiva, ci sia qual-che preoccupazione tra chiha parenti numerosi?«Vedo un'accelerazionesul piano di parentopoliprima che entri in vigorela legge - ha commenta-to il ministro MariaStella Gelmini -questo dimostraesattamente ilcontrario di quan-to dicono gli stu-denti. Dimostra che al-cuni baroni temonoche la legge non con-senta più di assumere iparenti».

Il figlio del rettore Lauro,Davide , è professore ordinariotitolare della cattedra diEndocrinologia netto stessoateneo di Tor Vergata

A Tor Vergata anche il nipoteAlfonso Bellia, ricercatore dimedicina interna , ma il rettorenega i rapporti di parentelaattribuiti a quest'uttimo

QUEI . G ZIINASCOLTATI

NADIA URBINATI

A SETTIMANE gli stu-denti sono i protagonistidellapolitica che non c'è,

testimoni diunarelazione inter-rotta tra partecipazione e istitu-zioni senza la quale la democra-zia si fa dominio degli apparaticontro la cittadinanza attiva. Ladialettica sfiducia - consensoche sta allabase delgovemo rap-presentativo è vitale perché leistituzioni non si chiudano alsentire dellasocietà, che siespri-me anche attraverso il dissensoe le manifestazioni di piazza.

SEGUEA PAGINA37

QUEI RAGAZZI INASCOLTATNADIA URBINATI

(segue dalla prima pagina)

uesto governo sa comemanovrare intrighi egestire affari opachi, manon sa fare la cosa più

normale e importante: tenereuna relazione di ascolto riflessivoconi cittadini che fuori dalle isti-tuzionivogliono far sentire la lorovoce a chi è stato eletto per pren-dere decisioni nel nome di tutti.La violenza che si è scatenata neicortei degli studenti è stata mani-polata ed usata per criminalizza-retutto ilmovimento, giustificareil pugno duro della coercizione eimporre il volere di chi comanda.Larisposta al dissenso che questamaggioranza dei 3 voti dilimpidoconsenso dà, è quanto di più im-provvido e autoritario; è la dimo-strazione del fatto che gli studen-ti non sono considerati degni in-terlocutorida questa maggi oran-za, la quale probabilmente mettein conto che quelli degli studentinon sono voti suoi. Punire gli stu-denti è come punire l'opposizio-ne tutta, quella parte del Paeseche questo governo non rappre-senta, che vuole anzi umiliare ereprimere; quella parte che non

applaude e che è rubricata come"comunista" e va dalle toghe nondomate, ai giornalinon padrona-li, agli operai non marchionisti.Gli studenti sono in buona com-pagnia. Le loro esigenze sonosenza voce, trattate come unaquestione di "sicurezza".

Eppure le esigenze espressedagli studenti non sono corpora-tive, non chiedono prebende,l'azzeramento diunmutuo opro-messe di posti ad personam.Chiedono cose politiche: chequesto progetto di riforma vengafermato e rivisto nella sostanzaperché è pessimo per gli studentidi questa generazione e di quellesuccessive. A queste obiezioni, lapolitica che siede a Palazzo Chigie in Parlamento non ha rispostese non il dileggio e il pugno duro.Da settimane gli studenti diconoall'opinione pubblica una cosamolto semplice: manca in questaproposta di riforma unavisione difuturo positiva e di crescita per igiovani, ovvero per il Paese. Unriforma che restringe e rendeasfittica la ricerca, che monitorala didattica con metodi da conta-bilità aziendale, che non riesce adare il senso di un'universitàaperta al ricambio generazionalepermerito provato e documenta-to. L'immagine dell'universitàche il ministro Gelmini ci propo-ne è indifferente al mondo dellaricerca e soprattutto ai principiscritti nella Costituzione che par-lano di eguali opportunità e dicultura come patrimonio nazio-nale da proteggere e alimentare.

Da anni, ivari governi che si so-no insediati, di destra come di si-nistra, hanno voluto lasciare allastoriaunaloro "riforma" dell'uni-versità. In molti casi, hanno sbri-ciolato l'università che c'eran ellerisorse e avvilita nelle potenzia-lità, senza riuscire a renderla mi-gliore. Il risultato di questo sper-pero sistematico è il seguente: lescuole e i licei formano genera-zioni di fuoriuscititi; le tasse deicontribuenti italiani contribui-scono al futuro dei Paesi stranie-ri. Dal Belgio alla Spagna, dall'In-

ghilterra alla Germania, dagli U saal Canada o al Brasile: dovunquesi trova la stessa realtà, quella distudenti italiani espatriati, nonper cercare l'Eldorado o perchéfigli di papà in viaggio, ma perchébravi e senza futuro degno e one-sto nel loro Paese. E questa larealtà, il fatto di riferimento chel'algida Gelmini dovrebbe consi-derare quando trincera la suariforma con larituale dichiarazio-ne che si tratta di una "buonariforma". Non si fa una riformache è "buona". Si fa una riformache è ottima, lamigliore possibiledata la situazione reale alla qualedeve rispondere. Una riforma"buona" in questa contingenza ècattivissima: per il sistema di re-clutamento, perla subordinazio-ne dei criteri del valore a quelliaziendali, per un'intollerabiledecurtazione delle risorse. ZeroEuro. t questo il senso dellarifor-ma Gelmini. L'anorresia dei cer-velli.

Di fronte a questi problemi,che gli studenti comprendonobenissimo, la risposta del gover-no èin linea con la suaidentitàpo-litica: paternalismo («i genitorifacciano stare a casa i figli», comese i ragazzi non fossero adulti eli-beri di decidere) e autoritarismo.Tnfantilizzazione e dominio re-pressivo; anche a costo di rispol-verare l'arresto preventivo, unistituto che con le carte dei dirittinon ha alcuna relazione; mentrece l'ha con il regirne del Venten-nio nero: quando Mussolini an-dava iiivisitainuna città simette-vano preventivamente in carcerei sospetti sovversivi per rilasciarliquando il duce se n'era andato. Lesoluzioni proposte dal governonon sono né impreviste né irra-zionali perché l'autoritarismo èl'esito certo quando si interrom-pe la relazione tra cittadinanza erappresentanza. Non la si chiamidemocraziaautoritaria però, per-ché la democrazia autoritaria èunnon-senso. Ciò chepuò esiste-re e c'è, è un esecutivo autoritarioche soffocala democrazia.

Cd RIPRODUZIONE RISERVATA

fkkj I, LA POLITICACINEPANETTONE

FRANCESCO MERLO

IL SENATO affidato alla matriarca leghista Rosi Mauro«è la pucchiacchia in mano

a creatura». E la sceneggiata, inmezza giornata già un cult diyoutube, sul contrasto tra lapiù sofisticata macchina pro-cedurale e le maniere sbrigati-ve di unavolitivamassaia rura-le che ha cercato di governare ilSenato con la stessa sapienzacon cui si governano e si cuci-nano i conigli. Ma è anche unodei momenti probabilmentepiù maschilisti del nostro Par-lamento.

IRIOSI E LA POLITICADELCINEPANETTONE

FRANCESCO MERLO

- - Tn maschilismo innocuo ma inesorabile, da cine-d li i i di i id hipanettone, ove g am c part to r acc ano e

VII avversari fanno lplli.fi ; iQ B l t Eg t t l l hi l a-

tme ss a o e . n a o eg a isce

sria con una penna che sembra un matterello, «eh no, colle-ghi» ripete, poi grida «vergogna», e sempre agitale braccia esi capisce chevorrebb e farpartire tanti sganassonicori le suegrandi mani, mani di fatica, rosse e nodose, coni] cerchio al -l'anulare. Manon può farlo e dunque accelera, è presa dallevampe, mette ai voti un emendamento prima ancora che ilprecedente sia stato votato, approva e respinge senza guar-dare e senza capire e finisce per dichiarare approvato ancheun emendamento bocciato: era dell'opposizione, di Vin-cenzo Vita, l'esperto di editoriadelPd, ilquale comunquefe-steggiaperché raramente gli è capitato di essere approvato.

E sempre la presidente ignora il funzionario che elegan-te e discreto le sta accanto e prova afermarla o magari solo acalmarlaprotendendo, peruna trentina di volte, una manoinutilmente soccorrevole, «piano, si freni, non corra così».Ma Rosi non lo guarda neppure, solo per un momento glilancia una di quelle occhiatacce che solitamente riserva al-le donne che si avvicinano troppo a Bossi, perché è questo,raccontano i leghisti, l'incarico che ha ricevuto dalla signo-ra Manuela, proteggere non l'esuberanza ma la salute del-l'Umberto, e dunque Rosi lo governa, presiede gli incontricome ieri presiedeva il Senato, lo maneggia, lo trasloca, loguida, lo comanda e mette pure a posto il colletto del "tro-ta". E sono tempi, questi, in cui gli occhi di Bossi diventanofacilmente lucidi e perciò civuole subito la ruvidezza di Ro-si e allora Bossi carnrninaverso di lei come verso un rifugio.

Ma in Senato no, ci vogliono competenze, si fanno millealambicchi, e ci sono i vecchi e i costituzionalisti, e anche icronisti sono più sapienti che altrove: è il tempio dell'alchi-mia... Attenzione però: non perché è leghista, Rosi non è al-l'altezza. Quel mattacchione di Calderoli, per dire, presie-dette con efficace sobrietà, inaspettata in un'estremistaspudorato e, per molti di noi, anche razzista. Il punto è chequel inondo, dove puoi anche arrivare con moltissimi voti,pretende una crescita, richiede una gavetta, e poi continen-

za e soprattutto studio delle procedure, non si possono as-segnare soltanto con il "cencelli" funzioni così speciali co-me lavicepresidenza del Senato. E le competenze si posso-no acquisire, come Rosi tutela il corpo di Bossi i funzionaritutelano la testa dei presidenti, e dunque bisogna attrezzar-si, imparare sul campo perché, dice il proverbio, è lo stessomorto che insegna a piangere.

La morale, se davvero ce n'è una, è tutta nel contrasto trail donnone bruno cori sul petto il fiore verde da matrimoniopaesano e quel funzionario aguzzo e sull'attenti, lei è qua-drata e nocchiuta e lui è lieve e sicuro, stanno vicini ma sonolontanissimi, persino fisicamente sono l'uno l'opposto del-l'altra, lei con quella chioma folta che si perde in svolazzi elui con la stempiatura che mette in rilievo le forme distese eilineamentidiunmoderato. Enon c'è rapporto possibile traloro, ed èpersino ovvio cheluinonriescaneppure afarsi no-tare perché la signora crede solo nell'energia naturale, è lafuria che non vede la saggezza, lei è inpreda alle smanie e luirimarne pacato, come tutti i funzionari parlamentari ha vira-to un concorso difficile, è uno degliuomini di grande dottri-na e di infinita pazienza che hanno visto e sperimentato ditutto, e da bravo marinaio si è accorto subito che questa ca-pitana non distingue la rada e il mare aperto.

É così che una dellapiù spiritose parlamentari italiane è di-ventata su youtube la donna al volante delle barzellette, l'im-branata che imbottigliata nel traffico perde la testa e... via conl'acceleratore, poi il freno e poi dinuovo l'acceleratore, ma nonriesce più a ingranare la marcia e qualsiasi cosa fa peggiora lasua situazione, finché la frizione si brucia e la macchina si fer-ma, mentre tutti suonano, e qualcuno grida e inveisce e i gui-datori maschi e gradassi si accaniscono sul genere femmini-le...: "Buu". Un giorno su questa politica che sempre più fini-sce suyoutube, da Scilipoti alla signora Mauro al povero Bondiche è riuscito anche avotare per il collega assente (un altro "ca-so umano"?) si scriveranno saggi, sicuramente diventerannodocumenti d'epoca. In passato queste immagini sarebbero fi-nite a Striscia la notizia, oggi c'è youtube che è la curva sud diInternet così come lapolitica è il nuovo stadio d'Italia.

0 RIPRODUZIONE RI5ERVA 1A

I- J 1L 1P111'/1

0

Oggistudenhineorteo.AppelloaNapolitano: nonfinni quella leggROMA - Gli studenti scrivonouna lettera al presidente Napoli-tano perché nonmetta la suafir-ma sotto la riforma dell'univer-sità. Il Senato accelera i tempiper l'ultimo sì alla legge. Berlu-sconivain televisione e definiscechi protesta «pseudo studenti» enon risparmia accuse alla sini-stra che «haplaudito alle scarce-razioni».

In un clima teso e imprevedi-bile, senza possibilità di dialogo,dove ognuno tira dritto perla suastrada, si attende oggi la riformaGelmini. Gli studenti sfilerannoin tre cortei, non sono esclusiblitz, flash mob, azioni a sorpre-sa al di fuori della cosiddetta zo-na rossa. Anche perché i corteinon sono autorizzati. Infatti nonè stata fatta al questore nessunarichiesta rispetto a percorsi pre-cisi, e, conlamancatarichiestadiautorizzazione, c'è la possibilitàche chi viene identificato sia an-che denunciato. Gli studentihanno scritto anche una letteramolto netta che consegnerannoal presidente Napolitano, l'uni-co esponente delle istituzionicon cui si sentono dipoter dialo-gare: «Se porràla Sua firma al di-segno di legge Gelmini Lei san-cirà la cancellazione del Dirittoallo Studio, uno dei diritti fonda-mentali della Costituzione inte-sacomepattofondantedellano-

stra società, che garantisceequità e democrazia».

Se gli studenti promettono diresistere, ilpresidente del Consi-glio non sembra volerli ascolta-re. Due inondi paralleli che nons'incontrano. «In piazza ci vauna minoranza di studenti opseudo studenti mentre nelleuniversitàle lezioni vanno avan-ti e ci sono anche molti rettoriche sono a favore dellariforma»,ha detto Silvio Berlusconi nel

corso della trasmissione Matrix,su Canale 5. «Un governo demo-cratico come noi siamo accettaildissenso anche nelle manifesta-zioni pubbliche di piazza, perònon devono essere portatrici diviolenza e danni per gli altri. E lacosa grave è che la sinistra haavuto a sostenere queste mani-festazioni fino ad aver plauditoalle scarcerazioni decise dalgip».

Le trattative con gli studenti,poi ci sono state. «La Gelminitutti i giorni ha parlato con stu-denti e professori. Questa rifor-ma non è campata per aria instanze buie del ministero, maviene dalla trincea dell'univer-sità». L'unico rimprovero che ilpremier muove al suo governo èdi non aver saputo comunicare:«Evidentemente dobbiamo co-municare meglio e spiegare aglistudenti di piazza che questariforrnaèfavorevole proprio alo-re. Non ri esco a capire come si fa

a protestare in piazza, mischian-dosi anche cori i centri socialiche producono violenza, vistoche si tratta di una riforma favo-revole a loro». Berlusconinon harisparmiato critiche a Bersani eal Pd: «Bersani ha un comporta-mento schizofrenico, primasalesui tetti e fa il rivoluzionario, poidiventa conservatore e non vuo-le che si mettafine alle baronie».

Le parole del premier non so-no rimaste senza risposta. Mau-rizio Migliavacca, coordinatoredella segreteria del Pd, ha dira-mato una nota: «Berlusconi sivergogni e non si permetta di

lanciare accuseinfondate.Acco-stare le violenze di strada deigiorni scorsi al Pd è inaccettabi-le, un atto di squadrismo degnodi questo governo come ci han-no insegnato le parole di Ga-sparri . Il Pd si è sempre battutocontro ogni forma di violenza eha sempre condannato le ag-gressioni alle forze dell' ordine. IlPd si è adoperato in tutte le sediper affermare il dialogo. Cosache non si può certo dire per ilcentrodestra che in molti suoielementi sta soffiando sul fuo-co».

0RIPR0 UZON 5ERVA ]

L'unica risposta chesa dare questo governoè la repressionegli studenti a Napoletano

Lasceremo i palazzi delpotere nella loro miseriae andremo in altre zone

gli studenti a questore e prefetto

lilnll?1 del 1 i0iì1111

Le zczu. p> , i n, e Partenze core Obiettivi a rischio

,_,a. i-«1i C,-m,,).

&ii!/, l n rr4Pi/,2s

pc+- on modo tale da consentire sarà "filtrato" per fermare !: ". Aeroporto

accesso soltanto ai residentie alle persone autorizzate

gli eventuali gruppi violenti.

di Ciampino

?',/'; i. 1/, `/ r'

G AMR,RIO

Parentopoli, polemiche a Roma. Il ministro Gelmini: è la prova che i baroni hanno paura

Nuore assunte e figlipromossicorsa al posto prima della riforma

ROMA-Luisi chiama Giacomo,leiPaola. Freschi docenti univer-sitari, a poche ore dall'approva-zione (e senza l'ostacolo) del ddlGelmini. Lui ha appena vinto ilconcorso per ordinario di scien-ze mediche applicate nella fa-coltà diMedicina e Chirurgia del-la Sapienza. Lei, dapo chissimo, èdiventata professoressa associa-ta alla cattedra di malattie del-l'apparato respiratorio nella fa-coltà di Medicina all'UniversitàdiTorVergata. Leielui, segnipar-ticolari: "parenti di". Lui è figliodi Luigi Frati, rettore della Sa-pienza e preside di Medicina. Leiè Paola Rogliani, nuora di Rena-to Lauro, rettore di TorVergata epreside di Medicina. Una pro-mozione, quella di Giacomo (giàassociato) e una nomina, quelladi Paola, che arrivano giusto pri-ma del voto finale sul ddl Gelmi-ni. Appena in tempo per evitarela nonna che vieta l'assunzione

come docenti per coloro chehanno parenti nella stessa fa-coltà. Un divieto esteso fino alquarto grado, un tentativo di li-mitare le tante "Parentopoli" dif-fuse negli atenei di tutta Italia.

Nell'attesa che entri in vigorela riforma, però, i divieti non val-gono. Così, Giacomo Frati e Pao-laRogliani,vincitori di concorso,possono ricongiungersi ai fami-liari. Che, guarda caso, lavoranoin università. Giacomo ritroverànon solo il padre rettore ma an-che la sorella, Paola Frati, laurea-ta in giurisprudenza e ordinariodi Medicina Legale, sempre allaSapienza. Nella stessa facoltà, fi-no a poco fa, prima della pensio-ne, insegnava anche Luciana Ri-ta Angeletti in Frati, madre diGiacomo ePaola e mo glie del ret-

1 DUE RETTORIAsinistra Luigi Frati,rettore della Sapienza.A Medicina sonodocenti ordinari i duefigli. A destra, RenatoLauro, rettore aTorVergata. Ha assuntola nuora e il figlio

tore, professoressa di Storia del-la Medicina, approdata alla Sa-pienza passando da un insegna-mento di Lettere in un liceo. Pao-la Rogliani, invece, lavorerà colmarito Davide Lauro, professoreordinario di Endocrinologia aTorVergata, la cattedra detenutaprima di lui, dal padre Renato,oggi Magnifico rettore.

Giovani docenti, Giacomo ePaola. Soprattutto il primo, ordi-nario a 36 anni, una rarità nell'I-talia dei baroni. Ha battuto laconcorrenza dialtri 25 candidati,24 dei quali più anziani di lui. Lachiamata ufficiale arriverà inqueste ore, senza alcun intralciodalla riforma Gelmini. Ma «labravura non ha nonne e cogno-me», sos tiene il rettore Frati. E in-vece questi episodi sono la pro-

va, perilministro dell'Istruzione,della validità del suo ddl: «Questigesti-ha detto ieri la Gelmini-dimostrano il contrario di quan-to sostengono gli studenti. Alcu-ni baroni temono che la leggenon consenta più di assumere iparenti». Eppure sia Lauro cheFrati avevano riscontrato «aspet-ti positivi» nella riforma, soprat-tutto nellaparte che riguardailri-ferimento al merito. Gli studenti,invece, restano scettici. In unalettera, quelli di medicina dellaSapienza definiscono «inade-guato» il provvedimento su Pa-rentopoli che, comunque, «Fratiè riuscito a prevenire. Questepratiche sono la prassi in molticoncorsi della nostra Facoltà». Inun'altra lettera gli studenti di TorVergata si domandano, «chi en-trerànel cda diTorVergata quan-do l'ingresso dei privati sarà ob-bligatorio per legge? tJn parente,qualche palazzinaro, un amicodegli amici?».

Cd RIPRODUZIONE RISERVATA

•J R'K'VR , ..! - - . L IIV`Lasirlialadicl, Soenti' yseonhr trailprenrieaeil Pd ..r Cl 5 F

p

1

L'ultima sfida degli universitari"Obiettivi a sorpresa, vi stupiremo"Nessun percorso autorizzato, ma eviteranno la zona rossa

I #í] i il J-11 I li solitudine i palazzi del potere».Non si cerca lo scontro con la po-lizia, «vogliamo invece fermareuna riforma che ancora una voltasistafacendopassare conl'ingan -no, i pianisti al tavolo del governoe le truffe sugli erueudameu ti». Nehanno parlato spesso ali'"Esc", ilcentro sociale occupato a SanLo-renzo, nellavi a deivòlsci che evo-ca altre autonomie, tempiseppel-liti: «Dobbiamo suonare la svegliaaun paese narcotizzato».

Nelle ore successive alle deva-stazioni alla Sapienza era rimbal-zata la possibilità di un inaspri-mento decisivo dell'ordine pub-blico. La polizia, di fronte allamancanza di un'autorizzazioneal corteo, l'indicazione di unn per-corso possibile, avrebbe potutoscegliere di non far partire gli stu-denti. Cariche e denunce alla ma-no: "Manifestazione non autoriz-zata". In settimana, però, la pre-fettura ha avviato contatti, toltopeso alle paure e lunedì sera, as-sembleadiScienze politiche, lari-chiestaè statanetta: «Nessunper-corso autorizzato, ilflash sponta-neo è un carattere distintivo diquesta generazione in piazza».Quindi, nella lettera al prefetto (eal questore e al sindaco), ieri siè ri-badita l'indisponibilità al com-promesso: «Siete disposti co-munque a farci manifestare?».Ancora Giorgio, fisica: «La parolad'ordine è imprevedibilità, masarà una manifestazione tran-quilla».

Ancora questa mattina all'albagli operativi di tutti gli atenei han-no fatto alcuni sopralluoghi: oc-cupare il Raccordo anulare? «Tec-

nicamente impossibile». La Tan-genziale Est? «Ha un senso ancheestetico, andrebbe abbattuta».Sull'eventuale percorso del cor-teo maggiore, quello che partiràdallaSapienza, c'è mi palazzo del-la politica geograficamente peri-ferico che si presta all'assedio: ilministero delle Finanze, «da lìTremonti ha impartito i tagli allaGelmini».EinviaXXSettembre,lesue dimensioni, però, non con-sentiranno l'accerchiamento.Già, i numeri, «per noi non sonoimportanti», dice il dottorandoFrancesco, giro collettivi. Non ècosì. Dopo i centomila del 14 di-cembre le strade dovranno riem-pirsi dinuovo per poter dire che ilmovimento non è stato frenatodagli scontri. Quindicimila si,,-

denti divisi fra i tre cortei romanisono l'asticella per dire: «Ce l'ab-biano fatta».

Non c'è sfilata nazionale, oggi,sono almeno trentale manifesta-zioni previste nel resto d'Italia.Ma saliranno a Roma da Matera ePotenza, da Chieti e daPescara. Cisarà ancora la Cgil e, «con la ne-cessità divigilare», iVerdi, l'Italiadei valori, Sinistrae libertà. Le no-tizie dal Senato scandiranno leemozioni della giornata: il pas-saggio della legge non è più datoper certo e tutti rimandano a unalotta che continueràdurantelefe-ste -volantinaggi nei giorni del-lo shopping, annunciano da Tori-no - e di nuovo in piazza a gen-naio.

ROMA - Saranno tre i cortei ro-mani, si decide alla fine di unagiornata sfinente. Assemblee se-riali nelle università, accordi lan-ciati da questura e prefettura, ri-fiutati dagli studenti. Tutti e tre icortei non saranno autorizzati. Sisa da dove partiranno: il principa-le da piazzale Aldo Moro ingressodella Sapienza, dall'Ostiensequello di Roma Tre con pezzi distudenti medi, da piazza Trilussai restanti medi auto organizzati.Non si sa che percorso faranno,dove approderanno. E possibileci sia untentativo fusale diricom-posizione di là del Tevere, davan-ti al ministero dell'Istruzione, matutte e tre le sfilate saranno libere,anche improvvisate. Cariche difantasia e rischi.

L'ultima assemblea romana,"inter-ateneo" la chiamano, si èchiusa che era notte inoltrata, lastanchezza appiccicata agli occhidei ragazzi della Link e di Uniriot,quelli di Ateneinrivoita. Da duemesi costruiscono cortei non au-torizzati e sfornano idee spiaz-zanti e ora, mentre ifuorisede sa-lutano e vanno a Termini a pren-dere il treno, Luca che ad "Anno-zero" ha fatto infuriare il ministroLa Russa, Francesco che dà sem-

pre del lei ai giornalisti, Giorgio diFisica, Elena della Rete della co-noscenza, Gianfranco ricercato-re della "29 aprile" tentano l'ulti-ma sfida. La piùdiicile, strettatrala possibile approvazione dellariforma Gehnini e la necessità diuscire dall'imbuto dell'"ordinepubblico" in cui li ha precipitati il14 dicembre, la piazza del Popoloin fiamme.

Ad Igiene ieri sera ibidelli non lihanno cacciati, come è successola sera prima al ettere. E così nel-l'epilogo dei due giorni di discus-sione si sono passate in rassegnatutte le opzioni di "city mob", lamobilitazione sparsa nella capi-tale. Una certezza: lontani dallazonarossa. «Lasceremonellaloro

IN CORTEONei tre cortei inromani sono previstialmeno 15.000manifestanti. Studentidal Sud e dal Centro

LA POLIZIALa questurapotrà schierarein strada 2.000tra poliziotti,carabinieri e finanzieri

n RIPP.ODU ZO\F RISERVATA

Il vicecapogruppo pd: tradito il diritto allo studio e Schifani al Senato non è superpartes, risponde alle richieste del governo

Zanda: la legge favorisce i figli dei ricchi

ANTONIO F SCHIL

ROMA - «Questa non è unariforma, ma solo una legge chetradisce il diritto allo studio. Unapessima norma che ci voglionofar votare a scatola chiusa graziea una presidenza del Senato chelavora per il governo». Il viceca-pogruppo del Pd a Palazzo Ma-dama, Luigi Zanda, boccia il ddlsull'università epuntail dito con-tro il presidente Renato Schifarti.

Senatore Zanda , perché vi op-ponete a questa riforma?

«Perché prevede il taglio delle

borse di studio, favorendo i figlidei ricchi, ed elimina l'autono-mia degli atenei dando il potereregolamentare al governo. Pernonparlare degli assurdiincenti-vi ai residenti per farli rimanerenell'università vicina».

VICECAPOGRUPPOLuigi Zandavicepresidente deisenatori pd

Però prevede norme contro leparentopoli.

«Norme che riguardano la ge-stione e che sono condivisibili.Ma non èuna riforma. Aldilà de-gli annunci sulla meritocrazia,questo ddl togliendo autonomia

alle università non consente vericontrolli sulla valutazione deidocenti e sul merito».

Perché la maggioranza hatanta fretta di approvare questoddl?

«Pensano che portare in portosubito questalegge sia i in merito,invece nonne così delicate che ri-guardano il futuro del nostroPaese andrebbero discusse e ap-profondite».

Per questo in aula ci sono sta-ti momenti di tensione?

«Purtroppo, anche grazie allagestione dell'aula da parte del

presidente Schifani, si procede atappe forzate pervenire incontroalle richieste del governo. Ormaisiamo diventati un braccio ope-rativo dell'esecutivo».

Dopo gli scontri dei giorniscorsi, gli studenti oggi torne-ranno in piazza . Per Beriusconila sinistra «fomentala violenza».

«Dobbiamo condannare sen-za esitazione la violenza. Ma glistudenti hanno il diritto a essereascoltati. Invece governo e mag-gioranza vogliono solo imporreuna riforma che riforma non è».

C+ HIPNONUZIONE RISERVATA

o'asioni spnm,pstiecioal Senato

Votazioni sprint, pasticcioh do al Senatovice le is asba lia à pera rova%4e en am ent 4 dv

ROMA-LaprovaprovatastasuYoutube. Rosi Mauro ritiene siail momento di procedere comeun caterpillar, nonostante l'auladel Senato in tumulto. «Emen-damerito 6.21: chi è favorevole,chi è contrario, approvato;6.23... approvato; 6.26 approva-to». «Sospendi la seduta», le gri-dano dai banchi dell'opposizio-ne. «Io proseguo nelle votazioni,vergogna», si infastidisce lei, al-zando lavoce. Anche i funziona-rile suggeriscono la calma. Malavice presidente leghista - coc-carda verde sul bavero dellagiacca; sempre accanto a Bossinelle uscite pubbliche padane-vuole accelerare sulla riformaGelmini. Propone votazioni araffica, proclamai risultati. Nonsi rende conto di avere dato l'oka quattro emendamenti di Pd eIdv. Finisce in autogol. QuandoSchifavi si siede sul suo scrannoe riprende lapresidenzadell'au-la, annulla le quindici votazionifatte. «Sono da rifare», decide.Democratici e dipietristi non cistanno. «Il nostro gruppo nonparteciperà alla ripetizione del-le votazioni già effettuate», an-nunci aAnn a Finocchi aro.

Unpasticcionellaconfusionegenterale. I tempi del via liberapotrebbero allungarsi. Il mini-stro Gelmini deve riconoscereche nelrushfinale siè persadivi-sta la coerenza delle norme. Cisono infatti due articoli dellariforma (il 6 e il 29) che diconotutto e il contrario di tutto. «Il go-verno - prende la parola la Gel-mini - risolverà il conflitto neldecreto "milleproroghe"». Giàstamani in consiglio dei mini-

stri. Oggi sarà la gi ornata clo u. Inpiazza gli studenti a manifesta-re; lo spauracchio degli scontri; aPalazzo Madama l'approvazio-ne definitiva della riforma. Cheperò è in forse. Il voto finale puòslittare a giovedì mattina? «Puòessere», ammette il ministro.

Le votazioni concitate aveva-no dato il via libera a un emen-damento del Pd, che prevedevaun tetto di 6.500 euro perle con-sulenze di professori universita-ri e di ricercatori a tempo pieno.Avrebbe significato il ritorno delddl alla Camera. Il Senato ha ri-votato e quell'emendamento èstato bocciato. Schifavi spiega:«Conilcaosinaulaisenatorinonsapevano cosa stavano votan-do». È una «bruttissima paginaparlamentare: il Senato è com-missariato dal governo», de-nuncia il pd, Giovanni Legnini.Gerardo D'Atnbrosio denunciail vulnus al ruolo di legislatoreche si sta provocando. E unagiornata di caos, questa voltanon inpiazza mainParlamento.

Gli studenti si appellano alpresidente della Repubblica,Napolitano perché non firmi ilddl: «Non lo faccia - gli scrivo-no - Noti cancelli il diritto allostudio, così sarà in piazza anchelei al nostro fianco». E a PalazzoMadama la bagarre inizia dalmattino cori lo scontro sui "pia-nisti", quei senatori che votano

per chi non è presente. Ce n'èuno illustre, nei banchi del go-verno, ovvero il ministro dei Be-ni culturali, Sandro Bondi foto-grafato mentre allunga la manonella casella del collega assenteMaurizio Sacconi. Il capogrup-

sente in aula) era stato richiama-to in modo soft. Scaramucce. 1toni si accendono inun crescen-do rnentrelamaggioranzaprovaa forzare sui tempi anche perevitare ripensamenti deifinianiche hanno garantito il loro ok. IlPdparladi «analfabetismo giuri-dico» a proposito degli articoliche regolano contraddicendosiil rapporto tra gli assistenti diruolo, i ricercatori, i tecnici lau-reati. Fino allo show di RosiMauro. I dipie tristi mandano ilfilmata sulla webtv del partito epoi su Youtube. La frittata è fat-ta.

t

podi ldv, Felice Belisario chiedele dimissioni di Bondi o in alter-nativa la riunione della giuntaper il regolamento. Il vice capo-gruppo del Pdl, Gaetano Qua-gliariello ricorda che GianricoCarofiglio, senatore del Pd, chevotava per un collega (però pre-

ql,E'61 dl F 1 JJI'd, a)

LMENDArioENTSono quattrogli emendamentidati per approvatidalla presidentedi turno RosyMauro.Su You Tubeun filmatoio documenta UaravagIia (HId)

FIRMATARILe modificheerano statepresentate daVincenzo Vitae Maria PiaGaravaglia dei Pde FrancescoPardi dell'Italiadei valori

9JCEpVE.é EflE

ALLA CAMERALa modifica deltesto avrebbefatto tornareil provvedimentoalla Camera.II replay dellevotazioni haazzerato lemodifiche

La lunga sequela di errori che ha fatto diventare I'accrocco di Rebibbia un "attacco alla demo ia"

Tra false piste e parole in libertàcronaca di un pomeriggio da incubo

ROMA - Nell'accrocco «confe-zionato da mani esp erte», nei tu-bi da 20 centimetri di lunghezzae un pollice di diametro abban-donati su un vagone del Metro Bnella stazione di Rebibbia c'eradunque solo polvere di cemento.Carbonato di calcio, nell'acce-zione scientifica. E così, dopodieci ore di fibrillazione, la bom-ba che tale era a ora di pranzo(«manufatto atto a esplodere»,«una pipe bomb»), ma che, ametà pomeriggio, era già diven-tata «un simulacro di ordigno»(«è privo di innesco»), si rivelauna finzione. Meglio, «una pro-vocazione», come correttamen-te la definisce una qualificatafonte investigativa quando or-mai è buio. Ma una provocazio-ne di chi e con quale obiettivo?

Le indagini stabiliranno sequella "polvere di cemento" e illuogo del suo ritrovamento (unconvoglio vuoto su un binario dimanovra) consegneranno o me-no la storia di questo "avverti-mento" al contesto che, a questopunto, appare più congruo.Quello della turbolenza che re-centemente ha investito le pro-cedure di appalto per il prolun-gamento della linea B del metro(opere in project financing chesuperano i 400 milioni di euro edovranno collegare la stazione diRebibbia a Casa] Monastero). Etuttavia, è utile registrare che co-sa, perun'interagiornata e alme-no fino all'intervento risolutivodel Ros e dei Ris dei carabinieri,quella bomba di cartapesta è sta-ta fatta diventare.

Accade infatti che al momentodel ritrovamento qualcuno, for-tunatamentedissuaso, persichesia necessario «far brillare» im-mediatamente quell'involucrocori i tubi (il che avrebbe reso leanalisi sui resti oggettivamentepiù laboriose). E, soprattutto, ac-cade che fino alle 5 del pomerig-gio, sull'accrocco di Rebibbiavenga dato per scontato quelloche scontato non è. Che sitrattidi

............... ................................................ .......................

IL RITROVAMENTOSubito dopola scopertadel paccoqualcuno tra gliinvestigatoriipotizza di farlobrillare subito. I Iche avrebbe resoancora piùdiff icileindividuarnecomposizione eprovenienza

i

un ordigno. E un errore marchia-no. La polvere pirica, per consi-stenza e colore non ha nulla a chevedere cori il carbonato di calcio.Granulosa e nera la prima. Chia-ro e farinoso il secondo. Eppure,per sei lunghe ore, fino a quandocioè il materiale preso in conse-gna dairepartiterritorialidell'Ar-manonviene consegnato al Ris e

al Ro s, la circo stanzanon sembrabalenare agli occhi di nessuno.Addirittura, alle 17.21, il coman-dante provinciale dei carabinie-ri, Maurizio Mezzavilla, spiegaalle agenzie di stampa che si è difronte a «un atto dimostrativo».Che «l'ordigno èben confeziona-to», che appare «realizzato damani esperte» e che, «allo statonon esistono elementi per colle-gare il suo ritrovamento alle ma-nifestazioni di mercoledì».

Sono parole che magari vor-rebbero essere anche prudentima che, in realtà, persistendonell'equivoco, non aiutano aspezzare la suggestione che quel

LEIPOTESIil finto ordigno nonè stato ancoraesaminato, equalcuno giàazzarda delleipotesi sugli autoridel gesto:gli anarco-insurrezionalisti,Ma anchel'opposto:"ambienti didestra"

ritrovamento ha prodotto e sucui, da ore, balla la Politica, acce-sa dalle fulminee e allarmistichedichiarazioni del sindaco GianniAlemanno. Delresto,nelle stesseore, anche negli uffici del Dipar-timento di pubblica sicurezza,diverse fonti qualificate, pur rac-comandando «prudenza in atte-sa degli esiti degli accertamenti»,non fanno mistero di una primaanalisi che annodai] metro di Re-bibbia ai cortei di mercoledì.Torna ad essere evocato il fanta-sma s empre verde degli «anarco-insurrezionalisti» e, conlui, quel-lo di segno diametralmente op-posto della «provocazione di de-stra». Comunque non si fa nullaper dissimulare l'inquietudineper una «coincidenza tempora-le» - il ritrovamento e i cortei -«che -si dice - non può essere ta-le».

É la dimostrazione che la spa-ventosa pressione esercitata inquesti giorni dai toni e il conte-nuto delle parole della Politicasugli addetti alla sicurezza un ef-fetto lo ha già raggiunto. E che ilsurmenage emotivo che si coglienegli apparatiin queste ore divi-gilia non è figlio del caso. Al pun-to che la bomba farlocca ne di-venta la metafora. Quanto del re-sto la corsa nelle analisi dispostedal Ris a fissare un punto fermoentro la notte. Prima che i corteipartano.

^s RIPRODUZIONE R.13ERV\

PISTAIn serata la pistaritenuta piùplausibile non èpiù quelladell'eversione, madi un avvertimentolegato al girodegli appaltisui lavori per ilprolungamentodella linea dellametropolitana

Bomba finta sulla metro, ore di paura a Roma'ordigno, senza innesco, contenevapolvere di cemento. 'Un gesto dimostrativo"

r

ROMA-Due tubidimetallo pie-ni di polvere di cemento, un in-nesco sofisticato ma inattivo, filielettrici che uscivano da unapacco nascosto in una busta diplastica. Una bomba finta chenon avrebbe mai potuto esplo-dere ma che ha scatenato paura etensione nella capitale, alla vigi-lia delle manifestazioni contro ildecreto Geimini: una città blin-datachetemetiri replaydellevio-lenze e delle devastazioni del 14dicembre scorso. «Una bruttaprovocazione ma siamo convin-ti che non ci sia una connessionecon quanto accadrà domani» di-ce, nel pomeriggio il sindacoGianni Alemanno anche se sonoin moltia pensare il contrario.

L'allarme scatta alle 10 delmattino malanotizia, incredibil-mente, arriverà alle redazioni deigiornali soltanto alle 14,10. Ilconvoglio della metro B, prove-niente dalla stazione Laurentina,si ferma al capolinea diRebibbia,poco distante dal carcere. I pas-seggeri scendono, poi il treno im-boccail "binario tronchino", unadeviazione di 400 metri circa dadove, poco più tardi, ripartirà indirezione opposta, con lacarroz-za di testa che diventa quella dicoda. Il resto è prassi quotidiana.Il macchinista, un uomo di30 an-ni, attraversa a piedi tutte le car-rozze e, nel frattempo, controllache sia tutto in ordine. Non è unavera e propria ispezione ma unaverifica a vista abbastanza fretto-losa. Routine. Ma sotto uno deisedili il macchinista vede spun-tare qualcosa che lo insospetti-sce: è una busta di plastica da cui

fuoriescono alcuni fili elettrici.Senza pensarci duevolte, Fu omola prende in mano e la porta fuo-ri, la appoggia sulla massicciata esolo allora si rende conto che po-trebbe essere un ordigno: avvisaivigilantes dell'Italpol che chia-mano immediatamente il 112.

Sul posto arrivano i carabinie-ri e, poco dopo, gli artificieri del-l'Arma. Agli esperti basta un'oc-chiata per capire che non c'è pe-ricolo: i due tubi, lunghi circa 20centimetri, sono pieni di unapolvere biancastra, «carbonatodi calcio» come stabiliranno leanalisi effettuate a tamburo bat-tente e all'innesco, collegato a uncomando a distanza, manca laresistenza. Un avvertimentoche, forse, non ha nulla a che ve-dere con questi giorni di tensio-ne ma nasconde altre motivazio-ni.

Gli artificieri portano via ilpacco e, per sicurezza, militari,poliziotti e vigilantes ispeziona-no le stazioni e i cestini dell'im-mondizia ma il servizio non ''ie-ne sospeso. La stazione continuaaingoiareunmaredifolla. Quan-do la notizia, con un ritardo an-cora senza spiegazione, viene fi-nalmente diffusa (ma senza al-cun cessato allarme ufficiale) so-no in molti a far notare che, pro-babilmente, qualche precauzio-ne in più sarebbe stataauspicabile: «Perché il treno nonè stato fermato? E se ci fosserostate altre bombe?» - si domandauna passeggera, Marilisa DelMonaco. «Mai una perquisizio-ne, uno zaino ispezionato, uncontrollo - incalza un altro uten-

te, Pietro Berardi - avrebbero do-vuto bloccare la stazione, ci han-no messituttiinpericolo».Ad ag-gravare la situazione il fatto che,almeno fino alle 16,30, la versio-ne dei carabinieri, a microfoniaccesi, era molto vaga: «Stiamoancora verificando se l'ordignoera in grado di esplodere».

«L'assenza dirivendicazionifapensare a un grave atto di provo-cazione» dice il deputato del Pd

La fermata Rebibbiadella linea B dellametropolitana diRoma si trova in unquartiere perifericolungo la vecchia viaconsolare Tiburtina.I l finto ordigno èstato scoperto su unvagone, dopo chei passeggeri eranoscesi dal convoglio

Ettore Rosato mentre il segreta-rio dei socialisti romani, Atlanti-de Di Tomm aso parla di «Eviden-te buco della sicurezza». AntonioDi Pietro si auspica che la magi-stratura scopra i mandanti delgesto. «Una trovata di cattivo gu-sto ma il dispositivo di vigilanzaha funzionato» replica GiorgioCiardi (Pdl) delegato del sindacoalla sielrrezza.

ZRPR, 'ERgERVAr

L'accesso sotterraneo alla stazione di Rebibbia pattugliato dai carabinieri

Larabbia degli studentie le tessere del pane............................................................................Alberto ArbasinoRoma

MOLTI giovani si dichiarano di-sperati per la mancanza di pro-spettive e aspettative. Parecchiricorrono allarabbia annata, frateppisti ritenuti studenti. Dun-que stupisce e sconcerta il con-temporaneo e inaudito boomdelle industrie del lusso di mas-sa. Con gran pubblicitàinvasivasututtiimedia, e diffuso sfoggiodi griffe e profumi e sciarpe eborse di notevole costo anchefra i giovani. Se però qualcunorimpiange "aimieitempi", ipiúvegliardi rammentano - tutt'alpiù - case bombardate, scuolegelide, tessere del pane, Sciu-scià, Paisà, gran disagi...

I profultra 65ennila risorsa dasfru e............................................................................

Gianni Porretta

QUESTA settimana probabil-mente la riforma Gelmini di-venterà legge al Senato: secon-do inc unabuonariformache vaperò essere migliorata e credopossa aiutare questa propostache mi permetto di avanzare,peraltro condivisa da molti: iprofessori universitari devonoessere mandati inpensione a 65anni, come gli altri lavoratori.Dandogli la possibilità di potercontinuare a insegnare e a farericerca con la loro lauta pensio-ne (spesso più del doppio dellostipendio di un ricercatore, chefa le stesse cose).

Noi al fiancodei nostri allievi............................................................................Piero MariettiUniversità di Roma

SIJLLA manifestazione di oggil'onorevole Gasparri ha chiestoarresti preventivi. I1 sindaco diRomaunazonarossa.Appare an-che qualche manifesto da cam-pagna elettorale. 2000 uominidelle forze dell'ordine schierati.Noi, un "noi" fortemente inclusi-vo, non possiamo lasciare soli inostrifigli,nipoti, allievi. Ognunodovrà fare la suaparte: chipuò sfi-lare, che sfili; chi sa fotografareper documentare lo faccia; chipuò scrivere per dissipare le nu-vole di tempesta prenda carta epenna e non si stanchi; chi sta inSenato combatta la sua battagliadando voce a chi non può avvici-narsi; chi può farsi sentire dai ra-gazzi consigli fermezza senzaviolenza; chipuò promettere unapolitica nuova la spieghi bene e siimpegni a metterla in atto appe-na possibile. Avremo bisogno ditutti questi "noi".

TANTO RUMOREFORSE

PER NULLALUIGI LA SPINA

ul teatro della vita1 pubblica italiana va

in scena, oggi, unacommedia assur-da. Assurda e az-

zardata, perché la rappresen-tazione potrebbe anche tra-sformarsi in tragedia, ma co-me quelle di Beckett, non cer-to di Eschilo. Appelli delle piùalte istituzioni dello Stato allacalma. Minacce di repressio-ni inesorabili. Inviti ai padriperché tengano a casa i figli. Ipalazzi della politica isolati.Annunci di guerriglie urbanefantasiose, guidate da un'im-maginazione che non va più alpotere, come sognavano i ri-belli del '68, ma si rifugia neivicoli di Roma. Insomma,sembra di essere, stamane, al-la vigilia della «madre di tuttele battaglie», alla fine dellaquale la vittoria della Gelminiaprirà il baratro nell'universi-tà del nostro Paese o la suasconfitta sarà la salvezza peril futuro dei nostri giovani.

Come spesso capita nel-l'Italia d'oggi, questo clima dieccitazione guerresca è deltutto sproporzionato rispettoalla realtà. Perché tra le paro-le e i fatti non c'è nessun rap-porto logico e lo scontro, paci-fico come speriamo, cruentocome temiamo, alla fine, saràabbastanza inutile.

CONTINUAA PAGINA 45

TASTO RUMOREFORSE

PER NULLALUIGI LA SPINASEGUE DALLA PRIMA PAGINA

1 motivo, nella sua banalità è desolatamente semplice. Lariforma Gelmini, che dovrebbe essere approvata stase-ra al Senato in via definitiva, è piena di buone intenzioni,propone una ventata di meritocrazia assolutamente ne-cessaria, suggerisce alcuni provvedimenti utili per osta-

colare il familismo d'ateneo, ma ha un difetto fondamentale:non prevede maggiori finanziamenti per l'istruzione e la for-mazione dei giovani italiani. E senza soldi, non c'è riforma chetenga, buona o cattiva che sia.

Ecco perché non vale la pena, per gli avversari della Gelmi-ni, evocare scenari apocalittici. Non sarà l'ingresso di tre nondocenti nei consigli d'amministrazione, una minoranza certonon decisiva, ad asservire la ricerca scientifica e la cultura ita-liana ai biechi interessi del capitalismo e alle spietate leggi delmercato. D'altronde, chi conosce, almeno un po', gli usi e co-stumi dell'università di casa nostra sa benissimo che la stra-grande maggioranza dei professori non correrà alcun rischiodi vedersi decurtato lo stipendio, oltre la misura già decisa daTremonti, perché quasi tutti saranno giudicati meritevoli delmassimo premio. Sa benissimo che nessuno avrà il coraggio disbattere fuori dall'università ricercatori ai limiti dei qua-rant'anni che, per oltre dieci anni, avranno permesso di fareesami, tenere lezioni, discutere tesi. Siccome siamo in Italia enon in America, il mercato del lavoro non è in grado di assor-birli e quindi resteranno, meritevoli o no, dove già sono.

Anche i tifosi del governo, però, dovrebbero mettere la sor-dina alle loro trombe. Come quelle di Berlinguer e della Morat-ti, le modifiche introdotte dalla Gelmini, senza adeguate risor-se, rischiano di cambiare ben poco, nella sostanza, la vita quo-tidiana nelle aule. Con l'effetto inevitabile di aumentare l'acca-vallamento delle norme, della burocrazia, della confusione am-ministrativa e culturale, senza poter portare a quella rivoluzio-ne d'efficienza, a quell'incremento di produttività scientifica edi competitività internazionale che tutti auspicano. La buonavolontà del ministro Gelmini, come quella dei suoi predecesso-ri, non si può discutere. Ma la vera rivoluzione, in questo setto-re, avverrà solo quando ci si renderà conto che l'Italia devestanziare per l'università e la ricerca almeno le stesse risorsedei Paesi europei a noi più vicini, come la Francia.

Non vale la pena, perciò, assediare il Parlamento, sfodera-re caschi e bastoni, lucidare i manganelli, minacciare galere epreparare le molotov. Ma non vale neanche la pena che i politi-ci salgano sui tetti, invochino arresti preventivi, censurino pa-dri che non chiudano a chiave le stanze dei figli. Bisognerebbeche si limitassero a fare i buoni parlamentari e non i protagoni-sti di una commedia che sta diventando pericolosa. Ascoltinole obiezioni, discutano gli emendamenti, approvino pure la leg-ge, se non ritengono si possa fare di meglio. Dopo, però, si con-vincano ad aprire i rubinetti del finanziamento. Altrimenti, sa-rà meglio riporre nei cassetti i sogni rivoluzionari e tornare al-la amministrazione accademica del buon senso, quella che mi-surava le risorse con le riforme possibili. Può sembrare para-dossale, ma un giorno qualcuno potrebbe persino rimpiange-re la faccia larga e sorridente di una democristiana d'altri tem-pi: la ministra Franca Falcucci.

"La cittànon può esserecontinuamente

violentata"domande

aPambianchi

Confcommercio

C esare Pambianchi,presidente di Conf-commercio Roma.

Come vi siete preparati allamanifestazione di oggi?

«Intanto ci stiamo anco-ra leccando le ferite del 14dicembre scorso quando lacittà è stata collaudata finoallo spasimo. Consideriche nel centro storico diRoma ci sono 19 mila azien-de, tra cui 625 alberghi e3.000 pubblici esercizi.Quel giorno abbiamo so-stanzialmente chiuso e ilgiorno successivo, datoche la gente era spaventa-ta, non abbiamo lavorato.Può bastare?».

Ma non c'era un accor-do per salvare le feste diNatale?

«Non me lo stia a ricorda-re! Si capisce che c'era: loavevamo sottoscritto con ilComune, la Prefettura eanche con le organizzazio-ni sindacali. Il senso erachiaro: dal 19 dicembre al 9

gennaio, fateci lavorare inpace. E invece ecco qua:c'è stata la guerra e oggi sipotrebbe replicare, maga-ri con qualche aggiunta».

State distribuendo unvolantino a tutti i com-mercianti : che cosa chie-dete?

«Vogliamo fare fronte co-mune, noi del commercioe dei servizi, ma estenden-do l'istanza anche ai resi-denti e agli altri soggettiche lavorano in centro: sisalvaguardi il sacrosantodiritto a manifestare, masi trovino altre forme divisibilità e altri luoghi.Non so come e non so qua-li, questo deve deciderlol'autorità politica. Ma nonè possibile che nel centrostorico di Roma ci siano,in media, 500 manifesta-zioni l'anno e che nel 2010si sia già superata la so-glia delle 600. Si può vive-re e lavorare così?».

[R. MAS.]

La polizia scegliela linea dura:68 denunciati

il casoGUIDO RUOTOLO

ROMA

Hanno il sapore di avvisi di de-terrenza, le sessanta denuncedella Digos contro ragazzi, so-

prattutto universitari, che hanno par-tecipato alle manifestazioni del mar-tedì nero, cortei non autorizzati. Ses-santa, ai quali occorre aggiungere i23 arrestati e scarcerati immediata-mente (un primo gruppo sarà proces-sato per direttissima il 23 dicembre),altri 8 identificati, e poi c'è ManuelDe Santis, indagato per lesioni gravi.E' il giovane che si è autoaccusato diaver scaraventato il casco contro ilpovero Cristiano, 15 anni, procuran-

LEACCUSEPer ora si tratta di aver preso

parte a una manifestazionenon autorizzata

dogli la frattura del setto nasale e lacommozione cerebrale. Manuel saràsentito a breve.

La stessa enfasi con la quale laquestura di Roma ha annunciato l'at-tività di identificazione è il segnaleche il messaggio che si vuole lancia-re al movimento, alla vigilia delle ma-nifestazioni annunciate per oggi, èchiarissimo: si può manifestare nelpieno rispetto delle leggi. «La Que-stura - si legge nel comunicato - riba-disce che procederà con determina-zione alla denuncia degli autori dimanifestazioni in luogo pubblico nonpreavvisate».

E, dunque, la Questura fa sapereche aspetta che una delegazione distudenti chiedano l'autorizzazione apoter manifestare, fornendo così leindicazioni delle iniziative messe incantiere. Così come è accaduto ieriper la manifestazione volante davan-ti a Montecitorio.

Ai 60, va detto, non vengono conte-stati episodi specifici di violenza, dan-neggiamenti o pestaggi vari. Ma soltan-to il fatto di aver partecipato ad unamanifestazione non autorizzata. Deci-ne di uomini della Scientifica, armati ditelecamere e foto hanno immortalatomigliaia di volti. Che adesso vengonopassati al setaccio, per essere identifi-cati. E il lavoro coinvolge anche leDigos delle altre città, dal momentoche la manifestazione era nazionale.

C'è da aggiungere che la Questurafa sapere di aver identificato (e non an-cora denunciato) altre 8 persone, «re-sponsabili del lancio di oggetti nei con-fronti dei contingenti e dei veicoli delleforze dell'ordine». Sarebbero anarchi-ci, gli identificati. Che si sarebbero op-posti alle cariche di alleggerimento fat-te davanti a Montecitorio.

In queste ore d'attesa, la Questuradi prepara a dover fronteggiare tuttigli scenari possibili. Molto dipenderàdalla «piazza». I segnali sono contrad-dittori. Da una parte gli studenti chelasciano filtrano atteggiamenti «nonviolenti», «pacifisti», poco interessatia sfondare la zona rossa nel giornodell'approvazione al Senato della ri-forma Gelmini.

Il questore Francesco Tagliente va-luterà stamani, sul campo, se, in as-senza del preavviso della manifesta-zione, le autorizzerà, insomma non siopporrà a che i cortei attraversino lacittà. Si lascia, Tagliente, mano libe-ra. Potrebbe anche impedirle e proce-dere all'identificazione e alla denun-cia dei partecipanti per manifestazio-ne non autorizzata.

Un altro scenario che viene valuta-to è che le manifestazioni di oggi provo-cheranno un grande ingorgo cittadinoe nulla più. El'ipotesi più ottimista, in-somma, che non tiene conto della possi-bilità di innesti nel corteo di coloro cheil ministro Maroni - nella sua informati-va in Parlamento sui fatti di martedìscorso - ha definito «i professionisti del-la violenza», anarcoinsurrezionalisti oesponenti dei vecchi Centri sociali.

E poi bisogna valutare l'impatto chehanno avuto sulle realtà studentesche imessaggi del governo, con la richiestadi applicazione del Daspo per i violenti(sottosegretario Mantovano) o, addirit-tura, dell'arresto preventivo (capo-gruppo Pdl al Senato, Gasparri).

G li scontriUna

immaginedegli incidenti

diunasettimana fa

Oltreaigiovani in

attesa diprocesso, la

polizia ne hadenunciati

un'altrasessantina

Prender partea cortei non

autorizzati èinfatti un

reato

Gli studenti insistono"Nessuna trattativa"Cortei senza preavviso, ma non ci sarà l'assalto ai palazzi del potere

FRANCESCO GRIGNETTIROMA

Alla questura di Roma non èarrivata e non arriverà nessu-na richiesta per autorizzare ilcorteo di oggi. Gli studenti inrivolta hanno infatti decisoche anche questa volta non sipiegheranno e non comuniche-ranno alle autorità i loro per-corsi. Brutti segnali alla vigiliadelle manifestazioni previsteoggi, in concomitanza con l'ap-provazione al Senato della ri-forma Gelmini.

Una lettera in verità è giun-ta sul tavolo del questore Fran-cesco Tagliente, del sindacoAlemanno e del prefetto. Ma èuno sfottò. 0 meglio: una piat-taforma politica. «Con la pre-sente - scrivono - gli studenti ele studentesse della Sapienzacomunicano alle autorità che ilgiorno 22 dicembre sfilerannoper le strade di Roma. Apprez-ziamo davvero la vostra aper-tura al dialogo che in questesettimane si è manifestata ripe-tutamente e in vari modi: dallecentinaia di denuncie per mani-festazione non autorizzata,agli arresti immotivati, alla co-struzione di una "zona rossa"permanente e in continuaespansione. Siamo molto lietidi tanta premura nel volerciproteggere, tenendoci lontani

dai patetici teatrini e compra-vendite di parlamentari, cheavvengono ormai come consue-tudine dentro Montecitorio ePalazzo Madama».

A giudicare da quanto an-nunciato, insomma, gli studen-ti non chiederanno alcun per-messo alle autorità, né comuni-cheranno i nomi dei responsa-bili della manifestazione. Materranno ugualmente sit-in, im-provvisazioni, piccoli cortei,blocchi stradali. E ciò, di persé, è già un reato: manifestazio-

L'unica lettera giuntaalla questuraè una sorta di sfottòsu denunce e limitazioni

ne non autorizzata. Allo stessotempo, però, hanno deciso digirare alla larga dai luoghi off-limits, tutte le strade attornoal Parlamento dove si verifica-rono i tafferugli della scorsasettimana, ad esempio, evitan-do in radice la possibilità discontri con la polizia.

«Il 22 - continua la lettera -lasceremo i palazzi del poterenella solitudine della loro mise-ria e andremo nella altre zonedella città, per parlare con chicome noi è inascoltato da que-

gli stessi palazzi». Colpiti dalleparole del Capo dello Stato, unadelegazione porterà poi una let-tera al Presidente Napolitano.

Se davvero andrà così, e se iduemila agenti schierati in as-setto da ordine pubblico saran-no stati inutili, al ministero del-l'Interno e in questura tireran-no un gran sospiro di sollievo.Tutti i tentativi di dialogo diquesti giorni, infatti, erano ca-duti nel nulla. «Garantire il di-ritto di manifestare è uno deiprincipali compiti della polizia,ma sempre nell'ambito dei limi-ti imposti dalla legge», dicevaancora ieri mattina il capo del-la polizia, Antonio Manganelli.E per una volta le dichiarazionidei politici di maggioranza era-no appena un po' più modera-te. A partire da Maurizio Ga-sparri («Come ha detto Napoli-tano, se non ci sono sanzioniper chi mette a ferro e fuoco lecittà, se ci sono pochi fermi eimmediate scarcerazioni, si dàun messaggio sbagliato: sfa-scia pure, perché tanto non cor-ri alcun rischio»), a Renata Pol-verini («La città dovrà essereblindata e questo nuoce all'im-magine della Capitale nei con-fronti dei turisti e anche ai com-mercianti per i quali questi so-no giorni importanti»), a Gian-ni Alemanno («Anche se siamo

Massima allerta, anche se segnali fanno propendere per azioni pacifiche

fuori tempo massimo si sta fa-cendo di tutto per poter avereuna manifestazione pacifica edevitare scontri. Il mio appello èche si abbia senso di responsa-bilità. Ci auguriamo che il buonsenso eviti disordini»).

Ma di dialogo con la politicaintera e con le istituzioni davve-ro non c'è traccia. Si prendal'Unione degli Studenti, che pu-re è un'organizzazione modera-ta e vicina al Pd. Annunciano:«Vogliamo interrogare i cittadi-ni sulla violenza parlamentaremessa in campo da una maggio-ranza che sta in piedi grazie auna onorevole compravenditae per denunciare l'immobili-smo di un'opposizione, total-mente distaccata dalle istanzeche provengono dai conflittimessi in campo dagli studentinegli ultimi tre mesi».

DI MATTIA 1' L" LTRI

Quanto moralismo. Quanto perbenismo.Quanta ipocrisia. Tutti lì a prenderselacon Renato Lauto, il rettore di Tor

Vergata, Roma, che ha dato impiego allanuora nell'università in cui già lavorano lasuocera, il figlio e la figlia. Con GianfrancoFini, perché la suocera casalinga lavora conla Rai. Con Gianni Alemanno per laparentopoli romana. Ora pure con MatteoRenzi per la parentopoli fiorentina. E siamosoltanto agli ultimi casi. Eche la famigliaoggi come oggi è una responsabilità. E unbuon politico le responsabilità se le assume.

Si vota, caos e proteste a1 SenatoIl governo va sotto, Schifani fa ripetere la conta e il Pd insorge

CARLO BERTINIROMA

Succede di tutto in un'aula delSenato che deve licenziare dicorsa la riforma Gelmini e temeun altro assedio degli studenti,pronti a invadere di nuovo lestrade della Capitale. Succedeche la presidente di turno, RosiMauro, ribattezzata affettuosa-mente dai leghisti «la zarina delcerchio magico», metta in vota-zione per alzata di mano una se-rie di emendamenti, mentre èconcentrata a schivare un lan-cio di oggetti vari dai banchi diopposizione. Effetto di una ba-garre provocata dalla scopertadegli astanti che il testo in esa-me non è stato coordinato dagliuffici della Camera. E quindi lariforma presenta una serie di in-congruenze che andrebbero sa-

Il sì ad emendamentidell'opposizioneavrebbe comportatoun riesame alla Camera

nate, visto ad esempio che l'arti-colo 6 modifica una norma del2005 e il 29 la abroga del tutto.

Succede dunque che la leghi-sta di ferro dopo aver trasmes-so all'aula le «incongruenze» no-tate dagli uffici, invece di so-spendere la seduta per le prote-ste, vada avanti come un treno,«chi è favorevole, chi è contra-rio, approvato, respinto». E chenella foga di decisionismo sbaglila proclamazione di alcune diquelle quindici scivolose votazio-ni ad alzata di mano: dichiaran-do approvati tre emendamentidi fatto respinti, tra i quali unodel Pd Vincenzo Vita sui profes-sori aggregati. Ma la forma nel-

le istituzioni è sostanza, e a quelpunto esplode una tempestache soffia fino al Colle più alto.Perché, come dirà un'ora dopoRutelli, può divenire un prece-dente pericoloso che un emen-damento dell'opposizione pro-clamato come accolto «possadalla stessa maggioranza esse-re dichiarato respinto con un'al-tra votazione...». Insomma uncaos totale, con tratti di irresisti-bile parossismo, perché quellache nelle intenzioni doveva esse-re un'azione militare per chiude-re la delicata partita al Senatosenza intoppi, nei fatti si trasfor-ma in un assist magnifico per leopposizioni. Felici di inchiodareministri, senatori e sottosegre-tari per tre ore a discettare diregolamenti e cavilli, rinviandocosì il momento magico di «libe-razione» da questa riforma con-troversa. E il caos dovuto a quel-le che l'Udc D'Alia definisce «leincaute proclamazioni» dellapresidente di turno, potrebbecomportare il grave vulnus diun ritorno in quarta lettura allaCamera sotto Natale e con il ca-lendario già chiuso. Se poi si fanotare al vicecapogruppo PdlQuagliariello che con la spada diDamocle di un'altra giornatacampale di scontri in piazza sa-rebbe stato meglio per tutti farepresto, non stupisce che lui ri-sponda, «e lo dite a me? Non do-veva forzare la mano».

Succede pertanto che il pre-sidente Schifani avochi la que-stione a sè e tenti una mediazio-ne, abbracciando come un rega-lo insperato la richiesta dei capi-gruppo di opposizione di far ri-votare gli emendamenti conte-stati in base all'articolo 118 delregolamento. Ma il diavolo cimette lo zampino e gli inconsa-pevoli capigruppo di Pd e Idv,grazie ad una diretta di RadioRadicale e a You Tube, scopro-no che tre di quegli emendamen-

ti sono stati proclamati come ac-colti. E quindi solo a quel punto,sostiene Quagliariello, «si irrigi-discono», chiedendo di rispetta-re quei voti galeotti che costrin-gerebbero la legge a tornare in-dietro a Montecitorio. La situa-zione precipita e fioccano iretroscena di presunte telefona-te allarmate dal Quirinale, pre-occupato non poco per il rischiodi dover rinviare alle Camereun testo così scombinato, che vaperò approvato entro dicembreper poter dare i finanziamentiall'università il prossimo anno.Succede poi che Pd-Idv respin-gano la proposta di Schifani dirivotare, che Fli-Udc la appoggi-no. Che il presidente difenda lasua buona fede dicendo che seavesse saputo l'esito di quel vo-to avrebbe avuto un dubbio dicoscienza ad applicare l'articolo118. Che la Gelmini annunci lavolontà del governo di sanare leincongruenze nel decreto mille-proroghe oggi varato dal consi-glio dei ministri. E che infine gliemendamenti sub judice venga-no votati e respinti dall'aula.

Dopo giornidi tensione, lapolemica inaula èscoppiata pergli errori nellavotazione dialcuniemendamen-ti dellaminoranza.Nel mirino èfinita lavice-presiden-te RosiMauro,leghistaIn caso dimodifica deltestooriginale, laleggesarebbetornata allaCamera deideputati

L'Ateneo anticipa 1a riforma"Subito stop al nepotismo"

RobertoL allaII rettore

dell'Universi-tà di

Palermo cheha voluto il

codice eticoentrato invigore in

questigiorni: una

commissio-nevigilerà

sul rispettodelle regole

RICCARDO ARENAPALERMO

e a Roma c'è una specie di ultimoassalto alla diligenza, prima del va-ro delle norme anti-nepotismo

contenute nel decreto Gelmini, a Paler-mo l'università va in controtendenza:legge o non legge, l'ateneo siciliano si èdotato di un codice etico in cui è previ-sta espressamente una regola che tagliala strada alle dinastie dei cosiddetti ba-roni. Dalla settimana scorsa, cioè, è vie-tato a «coniuge, parenti o affini entro ilquarto grado» di esse-re inseriti e seleziona-ti nelle stesse struttu-re governate da mari-ti, mogli, cognati, suo-ceri e cugini.

Il testo è stato ela-

partimenti, all'Università di Palermo. Epoi, se qualcuno va a fare un'esperienzaanche presso un altro ateneo, non potràche fargli bene».

La regola è prevista dall'articolo 3del codice, che significativamente è inti-tolato «riprovazione degli abusi»: «Nes-suna unità di personale docente - è scrit-to - può assumere la responsabilità distrutture didattiche o di ricerca, di uni-tà operative, aree, settori o dipartimentiamministrativi, né può far parte di com-missioni di valutazione, se tra le personesu cui è chiamato a svolgere funzioni di

I L PROMOTORE«Conosco figli migliori

dei padri: un'esperienzafuori farà loro bene»

borato nel corso di un biennio da unacommissione di saggi e approvato dal se-nato accademico il 13 dicembre, proprioper limitare i fenomeni di dipartimentiaffidati a professori che portano tutti lostesso cognome o che comunque appar-tengono alla stessa famiglia. Fenomenocui Palermo non è certo immune, anchese, dice il rettore, Roberto Lagalla, «daquando ci sono io, e cioè dal 2008, nonmi è capitato di avere nessun nuovo"figlio di". Non che ci sia nulla di male, inpura teoria, perché conosco molti figlipiù bravi dei padri. Però ci sono tanti di-

coordinamento, di in-dirizzo o di valutazio-ne sono presenti, aqualsiasi titolo ed an-che a tempo determi-nato, il coniuge o pa-renti o affini entro il

quarto grado o componenti, a qualsiasititolo, del suo nucleo familiare».

Una commissione di garanzia forma-ta da docenti e dirigenti, interni ed ester-ni, vigilerà sul rispetto della regola e po-trà muoversi d'iniziativa o su denuncia.E questo, specifica lo stesso codice eti-co, è diretto ad impedire carriere facili,agevolate da professori e anche da fun-zionari amministrativi. «Lo scopo - con-clude il rettore - è garantire pari oppor-tunità anche a chi non ha un cognomepesante e ha diritto di andare avanti co-munque, se ha capacità e qualità».

11 rettore tiene famigliae la nuora sale in cattedra

ROMA

Sanatouro

Luminaredella

medicina, 71anni, èrettore

dell'Universi-tà To r

Vergata diRoma dove

lavora ancheilfiglio:è

docentediEndocrimo-

nologia

A mmesso (e non concesso affat-to) che la riforma Gelmini vadain porto, meglio prendere pre-

cauzioni. Deve aver ragionato così ilrettore magnifico della seconda univer-sità di Roma, Renato Lauro, 71 anni, lu-minare della medicina, e dato che la leg-ge in questione prevede l'impossibilitàdi distribuire cattedre e cadreghini aparenti e consanguinei fino al quartogrado, anche se ne avessero pienamen-te titolo, il Magnifico ha gettato il cuoreoltre ogni eventualeostacolo venturo, eha sistemato la fami-glia, secondo proce-dure - comunque - atutt'oggi formalmen-te ineccepibili.

gata. Si è appreso, infatti, che tra gli ido-nei per un posto di professore ordinarionella facoltà di Medicina e Chirurgiadella prima università, compare il nomedi Giacomo Frati - secondogenito delrettore della Sapienza Luigi Frati - e at-tualmente professore associato. Lachiamata ufficiale è attesa in questigiorni, ma le procedure formali sono an-date in porto il 19 novembre, in tempi -come dire - non sospetti (o quasi). Manon è tutto: Luciana Rita Angeletti, mo-glie del medesimo rettore, è ordinariodi Storia di Medicina a La Sapienza e

I L M I N I STRO«È la dimostrazione di ciò

che sostengo: i baronitemono le nuove regole»

E, tuttavia, politicamente, la questio-ne ha fatto un certo effetto quando igiornali romani l'hanno sollevata. L'uni-versità che il professor Lauro governa,infatti, ha chiamato come professore as-sociato alla cattedra di Malattie dell'ap-parato respiratorio la dottoressa PaolaRogliati, studiosa di fama ma anche suadiletta nuora. La signora è consorte delprofessore ordinario di Endocrinologia,che di nome fa Davide (41 anni) ed è fi-glio del rettore oltre che esserne il suc-cessore sulla medesima cattedra.

Ma il problema non è solo a Torver-

Paola Frati, figlia deidue, è laureata in giu-risprudenza e docen-te di Medicina legalealla Sapienza.

«Vedo - ha com-mentato il ministro

Gelmini - un'accelerazione sul piano diparentopoli prima che entri in vigore lalegge. Credo che questi gesti dimostri-no il contrario di quanto sostengono glistudenti. In realtà dimostrano che evi-dentemente se c'è questa accelerazioneprima dell'entrata in vigore della leggeè perché si teme, o almeno alcuni baronitemono, che la legge non consenta piùdi assumere i parenti». E tutto questonon fa - secondo il ministro - che confer-mare la bontà e anche l'urgenza di unanorma che metta a freno il «tengo fami-glia» nazionale. [R. MAS.]

Lo sgL- ,i i i l i " , Il Capo delloStato visto come figura di garanziadella tenuta istituzionale del Paese

"Presidente, non firmi la leUna delegazione di studenti a Napolitano: ascolti il nostro disago. Ieri flash mob a Montecitorio

FRANCESCA PACIROMA

Vogliono scartare, gli studen-ti. Il governo li addita come pe-ricolosi eversori? E loro cerca-no una sponda nelle istituzio-ni. A cominciare da quellasomma, il Quirinale. Stamatti-na, mentre il grosso del movi-mento sfilerà per le strade del-

Distribuite agli agentimargherite arancioniper testimoniareun nuovo clima

la Capitale sfidando il divietoufficiale e i propri fantasmi,una delegazione di universita-ri della Sapienza recapiteràuna lettera al Capo dello Statoper «interloquire con chi, inquesti giorni, ha detto che bi-sogna ascoltare il nostro disa-gio».La richiesta è essenziale,diretta, perfino ardita: «Ci ri-volgiamo a Lei, Presidente del-la Repubblica Italiana (...), seporrà la Sua firma al disegnodi legge Gelmini sancirà lacancellazione del Diritto alloStudio (...): non firmi».

Nessuno crede davveroche oggi il ddl venga bloccatoma tutti ripetono che, comun-que vada, la protesta continue-rà. Palazzo Chigi è avvertito.

«Ci aspettiamo che Napolitanosi metta in gioco, lui che è la fi-gura di massima garanzia dellatenuta istituzionale del Paese»osserva Luca Cafagna, lo stu-dente protagonista del battibec-co televisivo con il ministro LaRussa. La riforma della scuola,insiste, è solo la punta dell'ice-berg di un malessere profondoche riguarda l'intera società ita-liana e le sue prospettive future.

L'eco degli scontri del 14 di-cembre fa da sottofondo all'atte-sa dei tre cortei odierni. Ma gliorganizzatori sono intenzionati

Protestatifica

Un gruppo distudenti alla

manifestazio-ne di ieri nella

piazza diMontecitorio

a «non raccogliere più la provo-cazione». Vale a dire in piazzaanche senza autorizzazione maben lontani dalla zona rossa.

«L'idea stessa di un'area in-valicabile suggerisce l'obiettivoda puntare, ce ne terremo allalarga» garantisce Cecilia de Ro-sa, 16 anni, liceale del Tasso,mentre distribuisce margheritearancioni ai poliziotti che blin-dano Montecitorio per dimo-strare con il «flash mob» orga-nizzato dagli studenti medi cheil suo dissenso è completamen-te non violento. Intorno a lei i

compagni e le compagne si di-pingono sulle guance giovani an-tichi simboli della pace e applau-dono alla breve arringa di Toni-no Di Pietro venuto a portaresolidarietà «ai ragazzi irrisi daquesto governo».

Nelle assemblee che si molti-plicano in mezza Italia, dallescuole in autogestione agli ate-nei occupati, la parola d'ordineè «mantenere la calma». Mar-cello Deotto, uno dei portavocedegli studenti medi, è convintoche performance a sorpresa e«iniziative mediatiche» funzio-

I giovani come equilibristiNon tagliamogli la cordaC aro Direttore , le parole di Luca Cafagna, lo

studente universitario di 26 anni che ad An-nozero ha litigato col ministro La Russa, nel-

l'intervista sul suo giornale (18/12) hanno rivelato unaterribile realtà. In un paese dove non c'è più una classepolitica reale anche tutto quello che gli sta attorno«non è». Infatti Cafagna ci tiene a specificare cosa lasua generazione non è. Non è però in grado di direesattamente quello che è. A parte autodefinirsi «bam-boccioni» che si appoggiano alla famiglia perché nonpossono appoggiarsi al welfare dello Stato. Ed eccoviene fuori il vero problema, non solo di questa genera-zione, ma della nostra società. Nessuno in Italia riescea stare in piedi con le proprie gambe ma deve necessa-riamente trovare qualcuno al quale appoggiarsi. Lofanno le forze politiche, lo fanno i cittadini di qualsiasietà. Lei che ha vissuto in America per molto tempo sache appoggiarsi in quel paese non è concesso. O si rie-sce a stare in piedi da soli o si cade. Una società crude-le certo ma forse più realista della nostra. Cafagna ha26 anni. Alla sua età Barack Obama faceva già politicaattiva. Se aveva rabbia la univa alla sua passione.

Anziché andare a bruciare auto, quello che sarebbestato il futuro presidente Americano, iniziava a farbruciare quel combustibile positivo che si chiama en-tusiasmo. Cosi anche un signore che lo aveva precedu-to, Bill Clinton, cresciuto in una famiglia disastrata del-l'Arkansas, pura spazzatura bianca come la chiamanobrutalmente gli anglossassoni, anziché appoggiarsi al-la rabbia e alla violenza si costruì le proprie fondamen-ta individuali per rimanere in piedi da solo. Per questoquando Cafagna dice «non abbiamo partiti di riferi-mento», «non abbiamo governi amici» o «quelli dellamia età non sono rappresentati da nessuno» rivela inmodo chiarissimo la debolezza della sua generazione ela sua debolezza individuale. Una debolezza che consi-dera avere 26 anni come averne 12.

A 26 anni si può, si deve, se si vuole avere il diritto diarrabbiarsi, autorappresentarsi, essere il proprio pun-to di riferimento e non aspettare un partito al quale ri-ferirsi o un vago «governo amico» al quale appoggiar-si. A 26 si può, se si vuole, essere soggetti aggressiva-mente positivi e propositivi, non solo soggetti aggressi-vi punto e basta. Certo una società deve poter contaresul sostegno, il welfare, dello stato che la rappresentama deve anche essere costituita da individui capaci dicostruirsi autonomamente gli strumenti per stare inpiedi da soli. Il welfare è la rete di salvataggio, non puòessere anche la fune tesa, la nostra vita individuale,sulla quale ognuno di noi deve avere il coraggio di cam-minare da solo e liberamente. Vorrei suggerire a Cafa-gna e a tutti quelli della sua generazione di provare,prima di decomprimere la propria, giustificata, legitti-ma rabbia, a mescolarla con un po' di passione ed entu-

siasmo individuale. Potrebbero scoprire un sapore di-verso e molto più eccitante di quello della benzina del-le molotov o del gas dei fumogeni.

Infine una riflessione sull'ultima risposta di Cafa-gna. Una risposta che mi ha provocato molta ango-scia. Un riposta che, nonostante Cafagna rifiuti para-goni con le generazioni del passato, riporta alla memo-ria proprio chi in passato affidò alla violenza il propriofuturo giustificandola con assurdi motivi e improbabi-li cause. «La domanda sul se ci saranno ancora violen-ze la giro al governo: ci sarà ancora la compravenditadei voti o verrà aperto un dialogo». In questa rispostainconsistente, che già auto assolve la propria futura,desiderata e inevitabile violenza, c'è il seme di un futu-ro oscuro e inaccettabile, identico ad un passato delquale l'Italia di oggi porta ancora i traumi e le cicatri-ci. Nessuno può comprare il voto di un uomo o di unadonna di 26 anni che crede fermamente in quello chedice e che fa. Per questo Cafagna e la sua generazionecostruiscano il loro strumento politico il più prestopossibile perché un giorno siano loro a sedersi in Par-lamento imponendo le loro idee, rifiutando che il lorovoto venga comprato o scambiato, obbligando l'Italiatutta alle regole di un dialogo civile, contemporaneo ematuro. Se però non hanno voglia o gli fa fatica cam-minare in equilibrio sulla fune della maturità civile sia-no almeno coerenti con i propri desideri. Alla doman-da «Sarà guerriglia come la volta scorsa?» risponda-no semplicemente e onestamente conun tragico «sì».

FRANCESCO SONAMI

Francesco Bonami , critico d 'arte che vive negli Stati Uniti , ha la pas-sione per la provocazione e per le tesi forti, ama scuotere l'interlo-cutore . E di scosse l'Italia ha bisogno, ma non quella della violenzache troppe volte in questi giorni viene evocata, giustificata e sdo-ganata . La lettera di Bonami ha il pregio di riportarci all'alternativapossibile , che è quella dell'impegno e non della distruttività. Oltreall'Obama che, dopo un periodo di droghe e di smarrimento, sce-glie di laurearsi e di diventare attivo socialmente nella comunitànera di Chicago , varrebbe la pena ricordare le parole che il presi-dente ha rivolto ai ragazzi all'inaugurazione dell'anno scolastico2009 : «Le circostanze della vostra vita, ciò che siete oggi , non devo-no determinare ciò che sarete alla fine. Nessuno ha scritto il desti-no per voi. Siete voi a decidere il futuro che avrete».È questo il punto cruciale: non arrendersi , avere passione , coltiva-re un sogno ed essere artefici del proprio destino nonostante tut-to quello che ci circonda.Ma una cosa dobbiamo aggiungere e noi giornali la dobbiamo ri-petere a gran voce: ai ragazzi che si affacciano al mondo del lavoroe dello studio oggi non possiamo chiedere elasticità e flessibilitàche si tradurranno solo nella precarietà . La politica e la società de-vono garantire gli strumenti perché possano realizzare sogni e vo-cazioni : investendo sulla formazione e la ricerca, abbattendo lebarriere e le burocrazie per le nuove iniziative, costruendo mecca-nismi di finanziamenti veloci e possibili. Ai ragazzi dobbiamo dire:datevi da fare e cercate di farcela da soli, ma non possiamo taglia-re la corda su cui cercano di stare in equilibrio.

www.lastampa . itflettere

Studenti, oggi cortei a sorpresaDue manifestazioni a Roma. Lettera a Napolitano: non finare quella legge

di Annalisa D'Aprile

ROMA. «Presidente, non firmi lalegge Gelmini o sancirà la cancel-lazione del diritto allo studio». E'al capo dello Stato Giorgio Napoli-tano che gli studenti rivolgono illoro ultimo appello nel tentativoestremo di bloccare l'approvazio-

Cortei spontanei a Roma,manifestazioni a sorpresa,flash mob e proteste pacifi-che nelle altre città italiane:sono questi i "piani" di mobi-litazione, all'insegna dellanon violenza, messi a puntoda collettivi universitari e re-ti studentesche di scuole me-die e superiori.

Tra un preparativo, unsit-in in Campidoglio e un'im-provvisata sotto Montecito-rio per regalare fiori alle for-ze dell'ordine, gli studenti in-viano anche una lettera alquestore, al prefetto e al sin-daco della capitale con un'i-ronica (non) richiesta di au-torizzazione a manifestare,mentre al presidente dellaRepubblica scrivono un acco-rato appello. «In questi ulti-mi mesi - si legge nella lette-ra degli "Studenti della Sa-pienza in mobilitazione" -sono stati occupati quasi tut-ti gli atenei, abbiamo occupa-to i monumenti, ci siamo riu-niti nelle assemblee, siamosaliti sui tetti, abbiamo inva-so le strade e bloccato lecittà, tutto per far sentire lanostra voce al paese e blocca-re la riforma». Ma la loro vo-ce non è stata ascoltata, cosìinvocano l'aiuto della più al-ta carica dello Stato: «Presi-dente, se porrà la sua firmaalla legge Gelmini - conti-nuano - sancirà la cancella-zione del Diritto allo Studio,uno dei diritti fondamentalidella Costituzione intesa co-

ne della riforma universitaria, dalunedì in discussione a PalazzoMadama. Una giornata freneticaquella di ieri per definire gli ulti-mi dettagli nell'organizzazionedelle contestazioni, previste peroggi in tutto il Paese.

me patto fondante della no-stra società, che garantisceequità e democrazia».

Altri toni invece, per ilpreavviso chiesto dalle auto-rità romane agli studenti suipercorsi dei cortei. «Con lapresente gli studenti e le stu-dentesse della Sapienza co-municano alle autorità che ilgiorno 22 dicembre sfileran-no per le strade di Roma...»,l'incipit è ironico e la letteraprosegue spiegando come icortei spontanei siano partefondante delle loro proteste.«Per il movimento studente-sco - scrivono gli studenti - -il corteo spontaneo è da annila vera pratica con la qualefar vivere e rendere visibileil diritto di manifestare, lavoglia di partecipare e pren-dere parola sul nostro futu-ro. Proprio per questo moti-vo, oggi lasceremo i palazzidel potere nella solitudine

Studenti con ifiori davanti aMontecitorio econ striscioneal Campidoglio

della loro miseria e andremonelle altre zone della città,per parlare con chi come noiè inascoltato da quegli stessipalazz i».

A Roma - dove già ieri glistudenti sono tornati in stra-da con volantinaggio tra lebancarelle di piazza Navonae flash mob "colorati" controil "nero " dei black bloc - siprevedono due cortei in par-tenza alle 9 ,30 dall 'universitàla Sapienza e da Piramide.Mettere a segno "blocchi dif-fusi" ed essere imprevedibilisenza, però , cercare scontricon le forze dell'ordine, è l'o-biettivo degli studenti chesembrano intenzionati asnobbare del tutto la zonarossa, dirigendosi piuttostoverso il ministero dell'Istru-zione. Intanto i commercian-ti, traumatizzati dagli scon-tri del 14 dicembre, hanno an-nunciato la chiusura dei ne-gozi del centro storico. Ma èdal Nord al Sud del Paeseche gli studenti scenderannoin piazza : a Milano prometto-no 1"`effetto sorpresa" conblitz creativi dei ragazzi del-l'Accademia di Brera, a Fi-renze garantiscono il bloccodel traffico ; a Palermo saràla volta del quarto "blocchia-mo tutto day".

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Tolleranza zero con i violenti&nu"perchiparkcipaacortei nonautorr=,ati

ROMA. Palazzi blindati, ilcentro storico off-limits e i re-parti mobili pronti a dispie-garsi nelle zone calde. E fles-sibile il piano di azione mes-so a punto dalla questura ca-pitolina alla vigilia del nuo-vo giorno di proteste studen-tesche.

I collettivi degli studentimedi e universitari hannoannunciato azioni a sorpresalontano dalla zona rossa. Maper la gestione dell'ordinepubblico non saranno ore fa-cili. Alle nove di ieri sera aSan Vitale non era ancora ar-rivata nessuna richiesta diautorizzazione per i tre cor-tei che dovrebbero invecepartire alle 9.30 dalla Sapien-za, da Roma Tre e da PiazzaTrilussa. Il solo fax arrivatonon comunica percorsi nè fai nomi dei richiedenti e nonpuò essere in alcun modoconsiderata una richiesta for-male. Anzi. La lettera, si fanotare, presenta toni ironicisull'apertura la dialogo e leattività investigative.

I segnali, insomma, non so-no dei migliori. E per questola polizia si è detta «pronta afronteggiare qualunque tipodi situazione» tornando a

precisare che chiunque par-teciperà a manifestazioninon autorizzate sarà denun-ciato. In strada, a rafforzarei blindati messi a presidio fis-so degli obbiettivi sensibili-tra cui il Senato e i ministeridell'Economia e dell'Istruzio-ne - ci saranno molti piùagenti (2.000 contro i 1.600del 14 dicembre) in grado disorvegliare gli sviluppi e dispostarsi secondo necessitàsul territorio di sette commis-sariati. Le zone rosse potran-no essere continuamente ri-modulate, ma nel complessotutto il centro storico - dal

Campidoglio a via Veneto,da corso Vittorio a piazza delPopolo passando per il Lun-gotevere - rischierà chiusu-re a singhiozzo.

Inflessibile , invece, l'ordi-ne ribadito dopo il verticefra il ministro dell'InternoRoberto Maroni e il capo del-la Polizia, Antonio Manganel-li: nessuna violenza sarà tol-lerata.

La capitale rischia insom-ma un 'altra giornata di para-lisi. Il sindaco ha inviatato icittadini a non recarsi in cen-tro con automobili privateper non restare bloccati in in-gorghi imprevedibili. Cosìmolti negozianti del centroancora spaventati per laguerriglia divampata la scor-sa settimana, forse non apri-ranno nemmeno . Tanto, dico-no, non verrà nessuno. (n.a)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Poliziaschierataa difesadella sededella Cameraoggi saràpreso di mirail Senato

Università , riforma nel caos A Senato

Forse domani l'approvazione della leggedopo ore di battaglia a Palazzo Madama

Università, riforma nel caos al SenatoBagarre in aula, passano 4 emendamenti del Pd Ma Schifani fa ripetere il voto

di Paolo Carletti

ROMA. Una giornata di ba-garre in Senato dopo l'appro-vazione per errore da partedella maggioranza di quattroemendamenti del Partito de-mocratico alla legge Gelmi-ni, mentre stava presiedendoi lavori la vicepresidente Ro-si Mauro della Lega Nord. Alquasi autogol che avrebbe po-tuto rispedire la legge allaCamera, ha però rimediatocon puntiglio il presidentedel Senato Renato Schifani,che malgrado le proteste del-le opposizioni e le critiche alsuo operato, regolamento al-la mano ha deciso di far ripe-tere le votazioni degli emen-damenti. L'unica concessio-ne che Schifani ha lasciato aPd e Idv (Udc e Fli hannoavuto posizioni maggiormen-te concilianti con la maggio-ranza) è stata quella di con-vocare la giunta del regola-mento successivamente allaconclusione dei lavori del-l'aula.

Al centro della giornatacaotica a Palazzo Madama,la senatrice Mauro, che hareagito con una foga eccessi-

Dura contestàzlonecontestazioni delle op-

delle opposizioni«Errori nel testo»

il via libera datoper sbaglio dallavicepresidente Mauro

posizioni, dopo i rilievi dellapresidente del Pd Anna Fi-nocchiaro su un articolo del-la Legge che conteneva alcu-ne palesi contraddizioni. Lavicepresidente leghista delSenato ha rifiutato il con-fronto con la senatrice Finoc-chiaro e ha anzi invitato l'au-la a non rallentare i lavori,provocando una dura conte-stazione delle opposizioni.Ma lei ha voluto procederecon una prova di forza, facen-do votare in rapida successio-ne una raffica di emenda-menti. Alla fine però è statacostretta a sospendere la se-duta, sia per le proteste delleopposizioni, ma anche per-ché da parte della maggioran-za alcuni senatori si sono ac-corti che nella bagarre eranopassati emendamenti propo-sti dall'opposizione.

L'interruzione è stata gesti-ta dal presidente Schifani,rientrato in aula per cercaredi «normalizzare» una situa-zione sfuggita di mano allamaggioranza. In una riunio-ne con i capigruppo, quandoancora non si sapeva cosafosse stato approvato, Pd eIdv - secondo quanto affer-mato successivamente daSchifani - hanno dato il lo-ro consenso a ripetere le vo-tazioni. Ma quando, rientratiin aula, le opposizioni si so-no accorte del «danno» consi-stente provocato dalla sena-trice Mauro, hanno contesta-to la decisione del Presidente

del Senato di far ripetere levotazioni su emendamentigià votati . «Non condividia-mo la scelta di tornare a vota-re su sette voti che sono statiregistrati e sono già in circui-to. Può costituire un prece-dente grave» ha detto Finoc-chiaro. Secondo le opposizio-ni il testo del disegno di leg-ge sarebbe dovuto tornare al-la Camera. Ma Schifani ha ti-rato dritto per la sua strada.Anche Li Gotti (Idv) ha av-vertito che la decisione diSchifani costituiva una forza-tura a favore della maggio-ranza e contro l'opposizione.Gli emendamenti quindi so-no stati nuovamente votati, ealle 21 il presidente Schifaniha stoppato i lavori che ri-prenderanno questa matti-na, anche se il voto potrebbe-ro slittare a giovedì.

Polemica ha provocato an-che la comunicazione arriva-ta in piena discussione dalministro Gelmini, che ha fat-to sapere alla presidenza delSenato che il pasticcio nor-mativo nella riforma dell'U-niversità «sarà risolto dal go-verno con il decreto millepro-roghe», riferendosi al casosollevato prima dei tumultidalla senatrice Finocchiaro,di una norma cioè che pre-sentava palesi contraddizio-ni. «Un Senato che non legife-ra, ma che è soltanto il brac-cio del governo» ha protesta-to il Pd. Tensione e scambi diaccuse, il clima insommache nessuno a parole auspi-cava in vista delle manifesta-zioni degli studenti di oggi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA