22 ORRIERE DELLA ERA L'inchiesta Qualcuno ha ucciso la … · 2016-12-13 · ... la Procura di...

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22 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA DOMENICA 11 DICEMBRE 2016 Qualcuno ha ucciso la bella Pamela ? L’inchiesta La poetessa Reynolds fu trovata senza vita a Capri il 27 maggio 1935. Aveva vent’anni. A lei è dedicato l’ultimo romanzo di Monaldi & Sorti. Ora, dopo una istanza di riesumazione della salma, la Procura di Napoli ha aperto un fascicolo C ome morì l’inquieta e sensibile Pamela, poetessa inglese ven- tenne, protagonista della vita mondana nella conturbante Ca- pri anni Trenta? Volando giù dal- la scogliera, come si è sempre creduto, o per effetto di un abile e crudele piano omi- cida, all’ombra di spie, complotti e coup de foudre? Da evento storico-letterario, che anima le svagate chiacchiere in piazzetta da decenni, a cold case, con tanto di timbri e atti ufficiali presentati in Procura, analisi della scena criminis, vaglio delle possibili piste. E, al centro di tutto, un romanzo, Malaparte. Morte come me, il sofisticato giallo d’atmosfera della coppia Monaldi & Sorti, nelle librerie dalla scorsa estate. La novità, in questo viaggio tra molte suggestioni, è senza precedenti: sulla base di un libro e dei documenti allegati, la ri- costruzione storica della fine della bella Pamela, figlia di Richard William Reynol- ds, consulente di romanzieri famosi come Lawrence e Tolkien, potrebbe avere un esito giudiziario. Due grafologi e crimina- listi, patrocinati da un avvocato, hanno in- fatti depositato nell’ufficio del procurato- re di Napoli, Giovanni Colangelo, una ri- chiesta di riesumazione della salma. Oggi, addirittura 81 anni dopo? Cosa mai potranno dire quei resti? Una prima risposta — in attesa che la magistratura partenopea si pronunci — è nelle otto pa- gine dell’istanza, e rimanda a invasioni di campo più celebri, l’Émile Zola a proposi- to dell’affaire Dreyfus, il Manzoni della Colonna infameIl cadavere della poetessa fu trovato in mare da un barcaiolo, sotto la rupe del for- tino di Òrrico, nel territorio di Anacapri, il 27 maggio 1935. A prima vista, stando alle testimonianze di alcuni abitanti, era intat- ta. «Com’era bella. Anche dopo morta era bella», è la vox populi, ora riusata in chia- ve indiziaria. Qualora infatti l’eterea «Pam», sepolta nel cimitero acattolico dell’isola, si fosse suicidata o fosse preci- pitata per disgrazia, il corpo avrebbe evi- denziato «fracassamento del cranio e sfi- guramento delle fattezze», in caso di im- patto con gli scogli, o «i caratteristici pro- cessi di decomposizione, per effetto dei gas putrefattivi», accompagnati dal «livor niger, il colorito nero del volto» tipico de- gli annegati, se finito in acqua. Ma le annotazioni dei periti Andrea e Enzo Faiello, che nelle prossime settima- ne saranno sentiti a Palazzo di giustizia co- me persone informate dei fatti, vanno ol- tre. «Molti elementi militano nel senso di far ritenere la morte di Pamela Reynolds frutto di un omicidio», è la premessa. Un secondo indizio conduce al luogo del mi- stero: la terrazza della presunta caduta «non vede la presenza di uno strapiom- bo», bensì di rocce digradanti, «che cala- no a mare seguendo una linea obliqua». E ancora, terzo tassello: quel maggio radio- so nella Capri folgorata dal sole e da me- morabili feste danzanti, tra ricconi ameri- cani, ufficiali nazisti, agenti dei servizi se- greti di Sua Maestà e quel mattacchione di Curzio Malaparte, l’estroso scrittore mal sopportato dal fascismo, non pareva infe- lice, anzi. Pamela era orgogliosa delle sue composizioni poetiche e lusingata dai tanti corteggiatori, come quell’Edwin Ce- rio, amico di famiglia ed ex sindaco di Ca- pri, che le fece recapitare un «dono disini- bito», delle orchidee. L’ultimo indizio balza agli occhi. Si trat- ta della foto «corretta» a carboncino e ma- tita: per avvalorare la pista del suicidio — hanno scoperto Rita Monaldi e Francesco Sorti — l’unica immagine di «Pam» fatta circolare all’epoca fu ritoccata, «scavando le guance, modificando il taglio di labbra e occhi, comprimendo il seno», per darle «i tratti dell’anores- sica-bulimica, afflitta da de- pressione psichica». Morale: solo la riesumazio- ne potrebbe risolvere l’enig- ma. L’anatomopatologo Raf- faele Zinno è pronto a verifi- care se la morte sia dipesa dal- lo schianto dall’alto o da altre cause. «Data la presumibile buona nutrizione dovuta al- l’agiatezza della famiglia, si deve supporre che le ossa abbiano conser- vato i segni delle fratture che, nel caso del- la caduta da un precipizio, avrebbe ripor- tato il corpo». Se arriverà l’ok dalla Procu- ra, insomma, le probabilità che i resti del- la giovanissima ereditiera possano «raccontare» qualcosa sono ritenute alte. Il lavoro più impegnativo del duo Mo- naldi & Sorti (insieme anche nella vita, ri- siedono a Vienna con i figli) è quello preli- minare alla stesura: lo scavo nel passato, le giornate in biblioteca, le ricerche su vecchi atti, nella speranza di cogliere un dettaglio rivelatore… «Ciò che non smette di stupir- ci — raccontano — è la facilità con cui la verità storica viene sepolta nei meandri del tempo. A volte ci sentiamo un po’ co- me i pompieri. Appena intravediamo un caso in cui i fatti sono stati occultati o de- formati, corriamo a sirene spiegate per ri- mettere le cose a posto, cercando di salva- re questa o quella testimonianza». Nella tragica epopea di «Pam», i cui ver- si furono apprezzati anche da Benedetto Croce, ombre e depistaggi sarebbero stati numerosi. Le indagini, non al riparo dalla plumbea cappa del regime, si chiusero con l’ipotesi suicidio/incidente dopo quattro anni e, tra i capresi, continuarono a circolare dubbi, oggi rilanciati dall’inve- stigazione letteraria. Ma qual è il movente? Gli scrittori-de- tective ne indicano tre. «Il collegamento della famiglia Reynolds con uomini del- l’MI6 inglese, come lo scrittore svedese Axel Munthe, oppure con circoli esoterici tipo la Golden Dawn, o con la setta di Alei- ster Crowley, il satanista inglese che di- morò in Sicilia tra le due guerre». Baste- ranno, i molti indizi da romanzo, a con- vincere la Procura ad uscire dall’ambito del divertissement letterario per inoltrarsi sul terreno duro e concreto di un cold ca- se? Il fascicolo è aperto, la riesumazione sarebbe il primo passo. Per ora, Monaldi & Sorti si consolano con la candidatura — notizia fresca — di Malaparte. Morte come me alla prossima edizione del premio Strega. «Pur essendo arrivato più volte in finale, Malaparte non vinse mai. Nel 2017 vogliamo ricordare il 60° dalla morte facendolo tornare ideal- mente in gara con il nostro lavoro, dove l’io narrante è lui stesso e lo stile ispirato alla sua splendida prosa». E il pensiero torna ancora, un’ultima volta, alla dolce inglesina... È l’ennesimo, ineffabile gioco di specchi. «Se si aprirà la tomba di Pamela, non sappiamo cosa tro- veremo. Di certo, dovremo essere pruden- ti. Potremo scovare una verità terrena, giu- diziaria, che soddisfa l’intelletto ma, si sa, non sempre corrisponde alla verità vera». [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA di FABRIZIO PERONACI Libri Il caso La Gioconda di latta è una straordinaria collezio- ne di 442 scatole alimentari, rigorosamente in latta, che Paolo Stefanato ha raccolto in tren- t’anni di viaggi. La prima arriva da Chicago, era il 1987 e contiene della passata di pomodoro californiana, marca La Contadina. La mostra — fino al 14 gennaio, show room Del Tongo di via Solferino 22 a Milano — prende il nome dall’illu- strazione di una scatola che contiene un dolce di patate alla vaniglia prodotto in Argentina. Il mondo in 442 latte { Downtown di Stefano Righi Le immagini Dall’alto: il certificato di morte di Pamela Reynolds e, qui sopra, l’istanza presentata dai grafologi Andrea e Enzo Faiello, che nelle prossime settimane saranno sentiti a Palazzo di giustizia di Napoli; al centro: un ritratto di Rita Monaldi (1966) e Francesco Sorti (1964), scrittori di gialli storici, moglie e marito nella vita, autori di Malaparte. Morte come me (Baldini&Castoldi, 2016) e della serie con protagonista Atto Melani, vissuto tra il 1626 e il 1714, cantante castrato, diplomatico e spia (era uno degli agenti segreti preferiti del Re Sole), amico di papi, principi e re. In alto a sinistra: la tomba di Pamela Reynolds a Capri e, qui accanto, un suo ritratto (nella foto piccola l’immagine corretta a carboncino «per avvalorare la pista del suicidio»). Nel trittico: un dipinto di Achsah Brewster (1878–1945), legata alla corrente dell’impressionismo americano. Pamela Reynolds è la giovane a destra con il gatto. Le altre due sono le sorelle Diana e Hermione

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22 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA DOMENICA 11 DICEMBRE 2016

Qualcuno ha ucciso la bella Pamela?L’inchiesta La poetessa Reynolds fu trovata senza vita a Capri il 27 maggio 1935. Aveva vent’anni. A lei è dedicato l’ultimo romanzo di Monaldi & Sorti. Ora, dopo una istanza di riesumazione della salma, la Procura di Napoli ha aperto un fascicolo

C ome morì l’inquieta e sensibilePamela, poetessa inglese ven-tenne, protagonista della vitamondana nella conturbante Ca-pri anni Trenta? Volando giù dal-

la scogliera, come si è sempre creduto, oper effetto di un abile e crudele piano omi-cida, all’ombra di spie, complotti e coup defoudre? Da evento storico-letterario, cheanima le svagate chiacchiere in piazzettada decenni, a cold case, con tanto di timbrie atti ufficiali presentati in Procura, analisidella scena criminis, vaglio delle possibilipiste. E, al centro di tutto, un romanzo,Malaparte. Morte come me, il sofisticatogiallo d’atmosfera della coppia Monaldi &Sorti, nelle librerie dalla scorsa estate.

La novità, in questo viaggio tra moltesuggestioni, è senza precedenti: sulla basedi un libro e dei documenti allegati, la ri-costruzione storica della fine della bellaPamela, figlia di Richard William Reynol-ds, consulente di romanzieri famosi comeLawrence e Tolkien, potrebbe avere unesito giudiziario. Due grafologi e crimina-listi, patrocinati da un avvocato, hanno in-fatti depositato nell’ufficio del procurato-re di Napoli, Giovanni Colangelo, una ri-chiesta di riesumazione della salma.

Oggi, addirittura 81 anni dopo? Cosamai potranno dire quei resti? Una prima

risposta — in attesa che la magistraturapartenopea si pronunci — è nelle otto pa-gine dell’istanza, e rimanda a invasioni dicampo più celebri, l’Émile Zola a proposi-to dell’affaire Dreyfus, il Manzoni dellaColonna infame…

Il cadavere della poetessa fu trovato inmare da un barcaiolo, sotto la rupe del for-tino di Òrrico, nel territorio di Anacapri, il27 maggio 1935. A prima vista, stando alletestimonianze di alcuni abitanti, era intat-ta. «Com’era bella. Anche dopo morta erabella», è la vox populi, ora riusata in chia-ve indiziaria. Qualora infatti l’eterea«Pam», sepolta nel cimitero acattolico dell’isola, si fosse suicidata o fosse preci-pitata per disgrazia, il corpo avrebbe evi-denziato «fracassamento del cranio e sfi-guramento delle fattezze», in caso di im-patto con gli scogli, o «i caratteristici pro-cessi di decomposizione, per effetto deigas putrefattivi», accompagnati dal «livorniger, il colorito nero del volto» tipico de-gli annegati, se finito in acqua.

Ma le annotazioni dei periti Andrea eEnzo Faiello, che nelle prossime settima-ne saranno sentiti a Palazzo di giustizia co-me persone informate dei fatti, vanno ol-tre. «Molti elementi militano nel senso difar ritenere la morte di Pamela Reynoldsfrutto di un omicidio», è la premessa. Unsecondo indizio conduce al luogo del mi-stero: la terrazza della presunta caduta«non vede la presenza di uno strapiom-bo», bensì di rocce digradanti, «che cala-no a mare seguendo una linea obliqua». Eancora, terzo tassello: quel maggio radio-so nella Capri folgorata dal sole e da me-morabili feste danzanti, tra ricconi ameri-cani, ufficiali nazisti, agenti dei servizi se-greti di Sua Maestà e quel mattacchione diCurzio Malaparte, l’estroso scrittore mal

sopportato dal fascismo, non pareva infe-lice, anzi. Pamela era orgogliosa delle suecomposizioni poetiche e lusingata daitanti corteggiatori, come quell’Edwin Ce-rio, amico di famiglia ed ex sindaco di Ca-pri, che le fece recapitare un «dono disini-bito», delle orchidee.

L’ultimo indizio balza agli occhi. Si trat-ta della foto «corretta» a carboncino e ma-tita: per avvalorare la pista del suicidio —hanno scoperto Rita Monaldi e FrancescoSorti — l’unica immagine di «Pam» fattacircolare all’epoca fu ritoccata, «scavandole guance, modificando il taglio di labbra e

occhi, comprimendo il seno»,per darle «i tratti dell’anores-sica-bulimica, afflitta da de-pressione psichica».

Morale: solo la riesumazio-ne potrebbe risolvere l’enig-ma. L’anatomopatologo Raf-faele Zinno è pronto a verifi-care se la morte sia dipesa dal-lo schianto dall’alto o da altrecause. «Data la presumibilebuona nutrizione dovuta al-l’agiatezza della famiglia, si

deve supporre che le ossa abbiano conser-vato i segni delle fratture che, nel caso del-la caduta da un precipizio, avrebbe ripor-tato il corpo». Se arriverà l’ok dalla Procu-ra, insomma, le probabilità che i resti del-la giovanissima ereditiera possano«raccontare» qualcosa sono ritenute alte.

Il lavoro più impegnativo del duo Mo-naldi & Sorti (insieme anche nella vita, ri-siedono a Vienna con i figli) è quello preli-minare alla stesura: lo scavo nel passato, legiornate in biblioteca, le ricerche su vecchiatti, nella speranza di cogliere un dettagliorivelatore… «Ciò che non smette di stupir-ci — raccontano — è la facilità con cui laverità storica viene sepolta nei meandridel tempo. A volte ci sentiamo un po’ co-me i pompieri. Appena intravediamo uncaso in cui i fatti sono stati occultati o de-formati, corriamo a sirene spiegate per ri-mettere le cose a posto, cercando di salva-re questa o quella testimonianza».

Nella tragica epopea di «Pam», i cui ver-si furono apprezzati anche da BenedettoCroce, ombre e depistaggi sarebbero statinumerosi. Le indagini, non al riparo dallaplumbea cappa del regime, si chiuserocon l’ipotesi suicidio/incidente dopoquattro anni e, tra i capresi, continuaronoa circolare dubbi, oggi rilanciati dall’inve-stigazione letteraria.

Ma qual è il movente? Gli scrittori-de-tective ne indicano tre. «Il collegamentodella famiglia Reynolds con uomini del-l’MI6 inglese, come lo scrittore svedeseAxel Munthe, oppure con circoli esotericitipo la Golden Dawn, o con la setta di Alei-ster Crowley, il satanista inglese che di-morò in Sicilia tra le due guerre». Baste-ranno, i molti indizi da romanzo, a con-vincere la Procura ad uscire dall’ambitodel divertissement letterario per inoltrarsisul terreno duro e concreto di un cold ca-se? Il fascicolo è aperto, la riesumazionesarebbe il primo passo.

Per ora, Monaldi & Sorti si consolanocon la candidatura — notizia fresca — diMalaparte. Morte come me alla prossimaedizione del premio Strega. «Pur essendoarrivato più volte in finale, Malaparte nonvinse mai. Nel 2017 vogliamo ricordare il60° dalla morte facendolo tornare ideal-mente in gara con il nostro lavoro, dovel’io narrante è lui stesso e lo stile ispiratoalla sua splendida prosa».

E il pensiero torna ancora, un’ultimavolta, alla dolce inglesina... È l’ennesimo,ineffabile gioco di specchi. «Se si aprirà latomba di Pamela, non sappiamo cosa tro-veremo. Di certo, dovremo essere pruden-ti. Potremo scovare una verità terrena, giu-diziaria, che soddisfa l’intelletto ma, si sa,non sempre corrisponde alla verità vera».

[email protected]© RIPRODUZIONE RISERVATA

di FABRIZIO PERONACI

Libri Il casoLa Gioconda di latta è una straordinaria collezio-ne di 442 scatole alimentari, rigorosamente in latta, che Paolo Stefanato ha raccolto in tren-t’anni di viaggi. La prima arriva da Chicago, era il 1987 e contiene della passata di pomodoro

californiana, marca La Contadina. La mostra — fino al 14 gennaio, show room Del Tongo di via Solferino 22 a Milano — prende il nome dall’illu-strazione di una scatola che contiene un dolce di patate alla vaniglia prodotto in Argentina.

Il mondo in 442 latte

{Downtowndi Stefano Righi

Le immaginiDall’alto: il certificato di morte di Pamela Reynolds e, qui sopra, l’istanza presentata dai grafologi Andrea e Enzo Faiello, che nelle prossime settimane saranno sentiti a Palazzo di giustizia di Napoli; al centro: un ritratto di Rita Monaldi (1966) e Francesco Sorti (1964), scrittori di gialli storici, moglie e marito nella vita, autori di Malaparte. Morte come me (Baldini&Castoldi, 2016) e della serie con protagonista Atto Melani, vissuto tra il 1626 e il 1714, cantante castrato, diplomatico e spia (era uno degli agenti segreti preferiti del Re Sole), amico di papi, principi e re. In alto a sinistra: la tomba di Pamela Reynolds a Capri e, qui accanto, un suo ritratto (nella foto piccola l’immagine corretta a carboncino «per avvalorare la pista del suicidio»). Nel trittico: un dipinto di Achsah Brewster (1878–1945), legata alla corrente dell’impressionismo americano. Pamela Reynoldsè la giovane a destra con il gatto. Le altre due sono le sorelle Diana e Hermione