22 - cittadella...Il giovane Tex Willer 60 Giovanni Ruggeri Siti Internet Acquisti in rete 61 Libri...

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TAXE PERCUE – BUREAU DE POSTE 06081 ASSISI ITALIE ISSN 0391 108X periodico quindicinale Poste Italiane S.p.A. Sped. Abb. Post. dl 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Perugia e 2.70 Rivista della Pro Civitate Christiana Assisi la piramide capovolta America latina fine delle conquiste sociali? legge di stabilità a chi parla il governo? politica italiana Renzi e Grillo chi vincerà? istruzione non di solo internet vive la scuola Milano che fare dell’area expo immigrati quando l’accoglienza si fa concreta Sinodo in-concluso per ora 22 15 novembre 2015

Transcript of 22 - cittadella...Il giovane Tex Willer 60 Giovanni Ruggeri Siti Internet Acquisti in rete 61 Libri...

  • TAXE PERCUE – BUREAU DE POSTE – 06081 ASSISI – ITALIE ISSN 0391 – 108X

    periodico quindicinalePoste Italiane S.p.A. Sped. Abb. Post.dl 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46)art. 1, comma 1, DCB Perugiae 2.70

    Rivistadella

    Pro Civitate ChristianaAssisi

    la piramide capovolta

    America latinafine delle conquistesociali?legge di stabilitàa chi parla ilgoverno?politica italianaRenzi e Grillochi vincerà?istruzionenon di solo internetvive la scuolaMilanoche fare dell’areaexpoimmigratiquandol’accoglienza si faconcretaSinodoin-conclusoper ora

    2215 novembre 2015

  • Rocca46 Carlo Molari

    TeologiaDottrina e pastorale, tradizione e novità

    48 Lidia MaggiQoheletUn uomo povero e saggio

    49 Marco GallizioliChe cos’è la religioneLa religione come fatto socialeLa ricerca di Radcliffe-Brown

    52 Giuseppe MoscatiMaestri del nostro tempoRaoul VaneigemIl desiderio crocevia del fare e del pensare

    54 Ilenia Beatrice ProtopapaNuova AntologiaElizabeth Jane HowardSi paga sempre e per tutto

    56 Vincenzo AndraousGiovaniUn maledetto tradimento culturale

    57 Paolo VecchiCinemaThe Program

    58 Roberto CarusiTeatroArmonie, disarmonie

    58 Renzo SalviRf&TvL’isola di Adamo ed Eva

    59 Mariano ApaArteAltdorfer

    59 Michele De LucaFotografiaSguardo di donna

    60 Alberto PellegrinoFumettiIl giovane Tex Willer

    60 Giovanni RuggeriSiti InternetAcquisti in rete

    61 Libri63 Luigina Morsolin

    FraternitàImparare in favela

    som

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    15 novembre2015

    4 Ci scrivono i lettori7 Anna Portoghese

    Primi Piani Attualità

    11 VignetteIl meglio della quindicina

    13 Maurizio SalviAmerica LatinaSta per finire la stagione delle conquiste sociali?

    15 Romolo MenighettiOltre la cronacaLa radice dell’assenteismo

    16 Roberta CarliniLegge di stabilitàA chi parla il governo?

    19 Tonio Dell’OlioCamineiroGiochi di Pasolini

    20 Ritanna ArmeniPolitica italianaRenzi o Grillo: chi vincerà?

    23 Oliviero MottaTerre di vetroL’energia dei sogni

    24 Fiorella FarinelliSindacatiL’ora dei cambiamenti radicali

    27 Stefano CazzatoLezione spezzataPiù buoni a scuola

    28 Pietro GrecoMilanoChe fare dell’area expo?

    31 Gian Carlo CaselliGiustizia in ItaliaTenere insieme libertà e eguaglianza

    33 Luca Facco – Adriana Ciccia – Franco RimanoImmigratiQuando l’accoglienza si fa concretaEsperienze e proposte

    36 Rosella De LeonibusI volti del disagioNei panni dei migranti, immagina

    39 Raniero La ValleLaudato sì’La piramide capovolta

    43 Lilia SebastianiIl concreto dello spiritoSinodo in-concluso (per ora)

  • I VOLTI DEL DISAGIO

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    mmagina per cominciare una cosamolto importante: da Le Garzantine,Psicologia, di Umberto Galimberti,(Garzanti, 1999) prendiamo la defini-zione di empatia: «capacità di imme-desimarsi in un’altra persona fino a

    coglierne i pensieri e gli stati d’animo».Fino a sentire e vedere il mondo dal suopunto di vista, dall’interno della sua espe-rienza. Antitesi del giudizio e del pregiu-dizio, l’empatia ci accompagna dentro idesideri, i timori, le emozioni dell’altro.

    fuggire dalla guerra

    Immagina: stai da anni cercando di soprav-vivere in un paese dove imperversa unaguerra mai ufficialmente dichiarata, mamolto reale. Quando tuo figlio va a scuola,non sai se tornerà a casa. Non sai se la stra-da che fai per andare al lavoro sarà blocca-ta, non sai se oggi troverai il pane o se to-glieranno la corrente. L’altro giorno l’acquaè stata erogata per qualche ora, ma da allo-ra non ne è arrivata più una goccia, per for-tuna siete prudenti, avevate riempito tuttele taniche di plastica. Non sai se è buonada bere, ma l’incubo di doverla bollire ognivolta ti ha dato al cervello, e ormai con tuamoglie avete lasciato perdere. Una enteriterischiate di beccarvela comunque, per viadei cibi che non si possono conservare bene,perché manca la corrente. Avevate rispar-miato duramente, e vi eravate comperatiquesto appartamento, vicino ai parenti, maper conto vostro, e questo già era stato dif-ficile da far accettare alle generazioni piùanziane della famiglia. Ma hanno credutoin voi, nella vostra buona fede, nella edu-cazione che vi avevano dato permettendo-vi di studiare, sia tu che tua moglie, e ora laguerra sta distruggendo tutto. Ogni seracoprite le finestre con i cartoni e il nastroadesivo da imballaggio, i vetri se ne sonoandati da un pezzo e non sarebbe sensatosostituirli, in ogni momento del giorno odella notte può scoppiare qualcosa là fuorie farli a pezzi. Allora di giorno accettate che

    entri un po’ di vento e di polvere dalla stra-da, pur di vedere l’esterno. Ascoltare i ru-mori senza vedere cosa accade mette incorpo troppa ansia, e avvicinarsi alle fine-stre per aprirle vorrebbe dire offrirsi bersa-glio per qualche cecchino in cerca di colpida mettere a segno. L’altra sera sei dovutouscire dopo il tramonto, non c’è un copri-fuoco ufficiale, ma tu sapevi bene che nonera prudente. Dovevi andare a portare undocumento a un amico, uno che vive na-scosto, ricercato per il suo attivismo con-tro questa guerra, e hai corso il rischio.Lui l’avrebbe fatto per te, ti sei detto, an-che se lui non ha famiglia, e questo fa dif-ferenza. All’andata era filato tutto liscio,sai bene come evitare i percorsi pattuglia-ti, e ti eri infilato in viuzze secondarie piùsicure. Al ritorno, per prudenza hai cam-biato strada, se qualcuno prima ti avevaper caso notato, ora saresti stato in peri-colo, ma ad un certo punto ti sei accortoche eri seguito. Hai accelerato, hai gambebuone anche se sei un professore, e appe-na girato un angolo buio ti sei nascostotra le mura diroccate di un palazzo bom-bardato. Dal nascondiglio in alto dove tieri arrampicato vedevi i due uomini che tiavevano seguito, e sentivi le loro paroleconcitate che chiamavano via radio altrepersone. Hai fermato anche il respiro, tre-mavi tutto, sotto la pelle, poi loro se nesono andati, ma tu sei rimasto lì un paiodi ore ancora, pensando a tua moglie e atuo figlio che certo tremavano più di te,temendo che tu fossi stato catturato o uc-ciso. Sei tornato, ma insieme a tua mogliee a tuo figlio hai detto basta. Ora paghiquel che c’è da pagare, non solo il mercan-te di uomini, ma anche affetti spezzati, gliodori e i colori della tua città, la sua lin-gua, i tuoi sogni maciullati dalla guerra.

    fuggire dalla miseria

    Immagina: la tua famiglia, e prima ancorai tuoi avi, hanno vissuto da sempre di pa-storizia e di un po’ di coltivazione, scarni

    nei panni dei migrantiimmagina

    RosellaDe Leonibus I

    Solo Andata… Nonpotete contarci,se contatiaumentiamoFigli dell’orizzonte,che ci rovescia asacco.

    Siamo venutiscalzi, invece dellesuole,senza sentire spine,pietre, corde,scorpioni….Erri De Luca

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    raccolti, sufficienti però per mangiare. Haiconosciuto solo il tuo villaggio e poche cit-tà vicine, dove porti al mercato i tuoi buoi,le tue capre e qualche ortaggio; se fai buo-ni guadagni compri qualche attrezzo, qual-che oggetto per la famiglia. Conosci le sto-rie e le leggende della tua terra, le danze, icanti e le piante, le stelle del tuo cielo. Parliil tuo dialetto, sai un po’ scrivere, ma sonotanti gli anni che sono passati da quelle duestagioni in cui sei andato alla scuola deimissionari. Sei giovane, forte, sei il figliomaggiore. Da un po’ di anni la siccità haridotto i pascoli, ora sono più lontani, ore eore di cammino separano l’erba dal tuo vil-laggio. Ogni giorno ti metti in marcia quan-do si spengono le stelle, e torni appena pri-ma che ricompaiano. Si sono asciugateanche le pozze d’acqua vicino al villaggioe, mentre torni con i tuoi animali, da unpo’ di tempo fai un percorso più lungo, làtrovi ancora una sorgente attiva, fai bere ibuoi e le capre, e riempi la grande zuccache porti con te. Le bestie sono deboli, sinutrono male, e al mercato le vendi a pochisoldi, e parecchie si sono ammalate. Alcu-ne sono morte. Gli ortaggi non si vendonopiù così bene in città, ti hanno già calpe-stato più volte il fazzoletto sul quale aveviallineato le verdure. Le guardie ti hannoscacciato dal mercato, quel giorno, con tuttigli animali, non volevano quelli che prove-nivano dalle parti tue, per via dell’epidemiache aveva colpito anche il tuo villaggio. Lebestie si sono spaventate e hanno comin-ciato a correre, hanno travolto tappeti, ce-ramiche, frutta, riso, cesti e vivande, e qual-cuno le ha catturate, non le ha ritrovate più,non si va tanto per il sottile con le leggiquando c’è fame, se si può catturare unacapra o un vitello, anche magri e ammalativanno bene. Ma tu sì, sei stato trovato, tihanno inseguito e messo in prigione, han-no chiesto alla tua famiglia di pagare i dan-ni, la tua famiglia si è fatta prestare i soldiper questo. Ti hanno liberato, i soldi li han-no tenuti le guardie, tu lo sapevi, ma nonpotevi parlare, ti hanno minacciato. Umi-

    liato, pieno di vergogna, sei tornato a casa.Hai saputo da poco che passerà qui un ca-mion che attraversa il deserto. Porta i di-sgraziati come te, purché siano forti e sani,a lavorare al nord, vicino al mare, a costru-ire strade e caserme. Parti, devi restituire ilprestito contratto dai tuoi, e solo tua ma-dre ti dà la sua benedizione, gli altri nonpossono, è questione di onore della fami-glia, ma ti guardano da dietro le canne, equalcuno ha una lacrima che gli riga il viso.L’abbraccio di tua madre e il suo girarsi discatto, scappando via dall’addio, sono leultime immagini della tua terra, poi solopolvere e sabbia per giorni, sole, fame e sete,freddo la notte. Arrivi senza più nulla, tihanno rubato il fagotto con le tue pochecose, mentre ti eri allontanato una notte perfare i tuoi bisogni, mentre sembrava chetutti dormissero. Ora sei con tanti ragazzicome te, siete stipati in una specie di ca-pannone, all’alba vengono per scegliervi, ipiù robusti per primi, per i lavori duri, sonopagati un po’ meglio. Dopo, gli altri, se ser-vono. I soldi della paga li tiene il «capora-le», ti dà un foglio con scritte cose che ca-pisci appena, è il tuo credito. Ti accompa-gna una volta al mese al money transfer, doveversa i tuoi soldi per mandarli alla tua fa-miglia, ma ne trattiene una percentualevariabile, dovrebbe essere il venti per cen-to, ma ti imbroglia sui conti e tu non puoireagire. Scappi, una notte, con alcuni com-pagni, hai gambe buone e nessuno ti puòcatturare nell’oscurità, sulle piste di sab-bia e terra. Raggiungete a tappe, cammi-nando nascosti nel buio, una città sullacosta, e lì trovate un cantiere che vi pren-de a giornata. La paga è bassa, dormite inun casolare abbandonato, mangiate quelche potete, e tenete i vostri soldi cucitiaddosso, giorno e notte. Uno di voi vienearrestato, ha risposto male ad una guar-dia. Lo hanno picchiato e derubato, e poirinchiuso. Cambiate cantiere, spesso, è piùsicuro. Un giorno arriva la notizia di unabarca che vi porterebbe in Sicilia, se pa-gate. Fate i conti: ci potete arrivare coi

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    I VOLTIDELDISAGIO

    della stessa Autrice

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    COSEDA GRANDInodi e snodidall’adolescenzaall’età adultapp. 176 - i 20,00

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    soldi che avete, bastano giusti. E la nottedella partenza siete lì, con tanti altri, suquella spiaggia, a cercare con lo sguardodove è la Sicilia.

    fuggire da un destino amaro

    Immagina: hai sedici anni, sei bella, seifemmina. Sei già stata destinata a sposareuno un po’ più ricco, che forse potrebbeessere un sostegno per la tua famiglia, sie-te in tante voi figlie, e la maggiore per for-tuna è già accasata. Ti ha raccontato dibotte, di umiliazioni, ha pianto sul tuopetto. Ti ha detto che è incinta e vorrebbemorire, suo marito la picchia anche ades-so, lei sa già che cosa la attende ogni voltache lui beve, ogni giorno. Tu hai voglia divivere: sai, da amiche di altri quartieri, chesi può lavorare nei bar, e guadagnare pa-recchio con le mance, se sei gentile te nedanno di soldi… Non puoi ribellarti a tuopadre, tua madre non può esserti alleata,è riuscita a farti andare a scuola qualcheanno, è già molto, sai anche un po’ di in-glese, sei già fortunata. Allora ti metti acercare, di nascosto, qualcuno che ti portivia, lontano. Trovi un signore che promet-te di farti i documenti adatti. Vuole qual-cosa da te in cambio, è la stessa cosa chedovresti fare con un marito che odi, e allo-ra, tanto vale. La sera in cui vai a ritirare idocumenti, nel luogo nascosto che ti è sta-to indicato, trovi altri quattro uomini, e tispiegano che devi essere gentile con loro,perché sono stati d’aiuto nel preparare lecarte. Non ne esci per niente bene, sei apezzi nel corpo e nel cuore, ma hai in manoi tuoi documenti, coi quali sogni di poterfinalmente partire. Ti verrà a prendere unfurgoncino, sarete una diecina di ragazze,traverserete mezzo continente, e saretevendute alle guardie di ogni frontiera, perguadagnarvi il viaggio. All’ultima frontie-ra hanno guardato meglio, non vi hannocomprate, hanno controllato i documenti,hanno verificato che erano falsi, vi hannoimprigionato, mentre i vostri accompagna-tori hanno pagato una cauzione e sonousciti. Le guardie stavolta hanno avuto davoi gratis quel che volevano, vi venivano aprendere la sera una alla volta, e poi vi ri-portavano dentro subito dopo. Tu sei ri-masta incinta. Una notte, in cella, hai sen-tito un dolore lancinante, poi sanguinavimolto e sei svenuta. Ti hanno buttata fuo-ri subito, come un sacco. Sei stata fortu-nata, sei sana e forte, ti sei svegliata pocodopo, ti sei nascosta e sei sopravvissuta.Dormivi nei magazzini, e di giorno lavo-ravi come lavapiatti, cuoca, pulizie, tutto

    quel che c’era da fare. Non eri più bella,quasi non eri più neppure donna, ma erameglio, almeno per adesso. Anche tu hairisparmiato ogni soldo, hai lavorato anchesedici ore al giorno, per più di una stagio-ne hai fatto un lavoro dall’alba al mezzodìe un altro dal pomeriggio alla notte. Poi labarca, anche per te si apriva la speranzadi un posto dove non saresti stata picchia-ta, violentata, sfruttata, dove forse avrestipotuto lavorare, ti saresti rimessa in for-ma, sapevi anche un po’ di inglese…La barca sulla quale sei salita era sovrac-carica, il mare era grosso, vi siete spaven-tati voi là sopra, non eravate abituati almare, qualcuno di voi non lo aveva nep-pure mai visto, e vi agitavate, vi spostava-te, cercavate un angolo dove le onde nonvi avrebbero raggiunto, e la barca si è ro-vesciata. Vicino alla costa sud di Malta, ipasseggeri di uno yacht, facendo il bagno,hanno ritrovato una sacca di nylon condentro pochi abiti da giovane donna.

    feriti dal silenzio

    Immagina: sei in un paese che non cono-sci, hai avuto anche il permesso di soggior-no, sei stato quasi due anni in un centroper richiedenti asilo, hai visto di tutto, haiattraversato il deserto, il mare, gli interro-gatori, le frontiere, i sospetti, le complica-te regole scritte della legge e quelle nonscritte, ferree, quelle del potere del più for-te che vigono dentro ogni luogo chiuso.Adesso sei fuori, puoi cercarti un lavoro,ma gli sguardi che vorresti incontrare tiattraversano come se fossi di vetro, la tuaanima è muta e dolente, sei solo, solo da-vanti a questo mondo che non sembra vo-lerti considerare umano, pari agli altri indignità e diritti, un mondo che non vuolesapere la tua storia, un mondo che ti pro-ietta addosso i suoi pregiudizi e le sue an-gosce, mentre continua perfino col silen-zio a ferirti, anche se tu ormai hai impa-rato a non reagire.

    se solo mi vedessi quando ti guardo passarese solo lo volessi io ti potrei parlaredell’ultimo tramonto degli occhi di un bambinoe di conchiglie padrone del destinoti porterei con me per mostrarti tutto questocamminofermati non andare troppo lontanoguardali tutti i miei sogni stretti in una mano

    Fiorella Mannoia – Se solo mi guardassi,Sud

    Rosella De Leonibus