21222465 Antologia Palatina Tutte Le Poesie d Amore Libro Quinto

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Antologia Palatina - Libro quinto |LIBRO QUINTO| |1| Per appiccare un incendio sapiente al cuore dei giovani, metterò Amore in testa alle mie parole, perché Amore sa bene come ardere con le parole. Antologia Palatina - Libro quinto |2| Stenelaide, la preziosa che infiamma l'intera città succhiando l'oro a chi la desidera, nuda mi si è coricata accanto, in sogno, per tutta la notte, e mi si è data gratis, finché è venuta l'aurora. Non pregherò più quella barbara, non piangerò su me stesso, visto che il sogno può darmi di queste delizie. |3| ANTIPATRO DI TESSALONICA Si è fatto giorno, Crisilla, e ormai da tempo il canto del gallo ha portato l'alba invidiosa. Va' alla malora, il più odioso fra tutti gli uccelli, che mi spingi fuori di casa, in mezzo alle sciocchezze dei giovani. Diventi vecchio, Titone: perché così presto, nell'alba, scacci dal letto Aurora, la tua compagna? |4| FILODEMO Da' da bere, Filenide, l'olio alla lampada, testimone taciturna dei nostri misteri, e poi vattene. Ad Amore non piacciono i testimoni viventi; e chiudi a chiave la porta. E tu baciami, Xanto; e tu impara, letto d'amore, tutto il resto che appartiene alla divina Afrodite. |5|

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STATILIO FLACCO Flacco mi donò - argentea testimone fedele delle notti amorose - alla sua Nape infedele, e adesso mi consumo al letto della spergiura, a vedere tutte le vergogne che compie, mentre te, Flacco, ti consumano insonne le angosce, infelice: entrambi bruciamo, l'uno lontano dall'altra. Antologia Palatina - Libro quinto |6| CALLIMACO Ha giurato Callignoto a lonide che non avrà nessun altro, né uomo né donna, più caro di lei; l'ha giurato. Ma è vero quello che dicono, che i giuramenti d'amore non arrivano mai all'orecchio degli immortali. Ora arde di passione per un ragazzo, e dell'infelice non fa più caso né conto, come dei Megaresi. |7| ASCLEPIADE Su di te, lucerna, ha giurato tre volte Eraclea che sarebbe venuta, e non viene; se sei divina, punisci l'ingannatrice, e quando gioca assieme ad un altro amante, spegniti, e non farle più luce. |8| MELEAGRO Notte sacra, e tu lucerna, vi abbiamo prese a testimoni dei giuramenti che ci siamo scambiati, voi e non altri: lui ha giurato di amarmi, e io di non lasciarlo per sempre; avete avuto l'impegno di entrambi. Ora lui dice che quel giuramento scivola sopra l'acqua, e tu, lucerna, lo vedi tra le braccia di altri.

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|9| RUFINO Mando mille auguri di felicità alla mia dolce Speranza, io, Rufino, se senza di me può esser felice. Non ce la faccio più, lo giuro sui tuoi occhi, a sopportare la solitudine e il letto dove tu non ci sei. Scorrono sempre le lacrime quando vado a Coresso, oppure al tempio della grandissima Artemide. Ma domani la patria mi accoglierà, e volerò ai tuoi occhi, per farti ancora mille e poi mille auguri. |10| ALCEO Odio Amore: perché non piomba violento sopra le fiere, ma colpisce sempre con le sue frecce il mio cuore? Bella gloria che un dio fulmini un uomo! Quale trofeo, se mi uccide, ricava dalla mia testa? |11| Se salvi i naufraghi in mare, Afrodite benigna, salva anche me che sto morendo, naufrago in terra. |12| RUFINO Facciamo il bagno, Prodice, e coroniamoci il capo di fiori, e prendiamo per il vino coppe più grandi. È breve il tempo della letizia, poi per il resto ce lo impedirà la vecchiaia e la fine, la morte. Antologia Palatina - Libro quinto |13| FILODEMO

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Sessant'anni compie Carito, eppure ancora resta nerissima la cascata dei suoi capelli, sul petto ancora i seni marmorei restano eretti senza che una fascia li cinga; la pelle è senza rughe e profumata d'ambrosia, stillante di seduzione e di grazie innumerevoli. Voi che non sfuggite ai desideri violenti d'amore, venite qui, scordatevi pure i suoi anni. |14| RUFINO Dolce è il bacio di Europa, anche se tocca appena le labbra, dolce anche se sfiora appena la bocca; non è alle labbra che s'accosta, ma preme la bocca, e dal profondo rapisce l'anima intera. $@Antologia Palatina - Libro quinto %16%|15| RUFINO Dov'è Prassitele? Dove sono le mani di Policleto che alla loro arte davano vita? Chi saprà riprodurre i capelli profumati di Melite, o gli occhi ardenti, o la luce del candido collo? Dove può esservi chi la modelli, chi la scolpisca? A questa bellezza dovremmo consacrare un santuario, come alle statue degli immortali. |16| MARCO ARGENTARIO Luna dalle corna dorate, lo vedi cosa succede? E voi stelle lucenti che l'Oceano accoglie dentro il suo grembo, vedete come la dolce Ariste se ne è andata, lasciandomi solo, e dopo cinque giorni non riesco a ritrovarla, la strega? E tuttavia le darò ancora la caccia, mandandole dietro i segugi d'amore, i cani d'argento. |17| GETULICO

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Tu che proteggi gli scogli del mare, ti offro in sacrificio, modesto, queste focacce; domani attraverserò il vasto mare Ionio correndo verso il seno della mia Idotea. Splendi propizia sulle mie vele e sul mio amore, Afrodite, signora dei letti e delle rive. |18| RUFINO Piuttosto delle donne altere scegliamo le schiave, noi che non abbiamo gioia dei piaceri rubati. Le une hanno pelle olezzante, portamento superbo, e il loro amplesso sfiora sempre il pericolo. Le altre hanno pelle e grazia naturale, facile letto, e non richiedono spese inaccessibili. Imito Pirro, figlio di Achille, che al letto di Ermione preferì quello di Andromaca, ed era schiava. |19| RUFINO Non vado più pazzo per gli uomini, ma per le femmine, ora per me il disco si è mutato nel crotalo; invece dell'incarnato naturale dei giovani mi piacciono i fiori di cipria e di rossetto. Potrà dunque essere che il delfino pascoli sull'Erimanto boscoso, e le cerve veloci sopra le onde del mare canuto. |20| ONESTO Non mi attira il matrimonio con la vergine né con la vecchia, dell'una ho compassione, dell'altra rispetto. Né l'uva acerba, né passa: la bellezza matura è quella che più si conviene al letto d'Amore. |21| RUFINO

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Non te lo dicevo, Prodice, "Invecchiamo", non te lo dicevo "la fine dell'amore verrà ben presto"? Ecco adesso le rughe, la canizie, il corpo logoro, e la bocca non possiede più le grazie di prima. Forse qualcuno adesso ti cerca, superba, ti adula, ti supplica? Come a una tomba ti passiamo davanti. |22| RUFINO Amore che dà dolci doni mi ha dato a te come schiavo, Boopi, sottomettendo al giogo del desiderio un toro che serve di sua volontà e ben volentieri, uno schiavo assoluto che mai chiederà, fino alla vecchiaia, alla canizie, la libertà che gli sarebbe amarissima. E che il malocchio non colpisca le nostre speranze. |23| CALLIMACO Possa tu dormire, Conopio, come mi fai dormire, davanti a questa porta gelata, malvagia! Possa dormire come fai dormire il tuo amante, che non ha avuto da te neppure un'ombra di compassione! I vicini hanno pietà, tu neanche un'ombra. Ma quando i capelli saranno bianchi, ti ricorderai tutto questo. |24| MELEAGRO Il cuore me lo dice, che sfugge al desiderio di Eliodora, sapendo già prima le lacrime e le gelosie. Sì, ma di fuggire non ho la forza. Sfacciato, me lo dice, ma pure dicendolo, l'ama. |25| FILODEMO Tutte le volte che ho osato, di giorno o di sera,

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gettarmi tra le braccia di Cidille, so bene che mi apro una strada verso l'abisso, so bene che getto tutti i dadi con la mia vita per posta. Ma a che serve saperlo? È un temerario l'amore che ci trascina, e non conosce mai neppure l'ombra della paura. |26| Chi ti vede risplendere, signora, di neri capelli e poi invece bionda - sempre la stessa grazia balena nelle due forme, e anche se fossero bianchi i capelli, Amore vivrebbe tra loro. |27| RUFINO Dove sono, Melissa, gli incanti dorati e le bellezze della tua immagine, che tanto furono celebri? Dov'è l'orgoglio, l'alterigia, il portamento superbo, il lusso dei gioielli dorati ai tuoi piedi? Ora i capelli sono poveri e secchi, ai piedi pelle di capra; ecco dove finisce il lusso delle cortigiane. |28| RUFINO Ora dici "ciao", ora che se n'è andato il tuo viso, sciagurato, che era più liscio del marmo; ora scherzi con me, ora che sono caduti i capelli che s'agitavano sul tuo collo orgoglioso. Non venire più da me, non cercarmi, superbo: non accetto le spine al posto della rosa di un tempo. |29| CILLACTORE È dolce fare l'amore. Chi può negarlo? Ma quando richiede soldi, diventa amaro come l'elleboro. |30| ANTIPATRO DI TESSALONICA

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Omero ha sempre detto tutto benissimo, ma soprattutto quando ha chiamato "aurea" la dea Afrodite. Le sei caro se porti soldi: allora non c'è portinaio tra i piedi, né cane: sta legato nell'atrio. Ma se vieni diversamente, c'è Cerbero. Avidità di ricchezza, quale delitto commetti a danno dei poveri! |31| ANTIPATRO DI TESSALONICA C'era una volta l'età dell'oro, poi quella d'argento, di bronzo: al giorno d'oggi Afrodite è tutto questo insieme: venera l'uomo dell'oro, bacia l'uomo del bronzo, non scappa mai via dagli uomini che hanno argento. È come Nestore. E credo che Zeus scese da Danae non come pioggia d'oro, bensì portando cento monete. |32| MARCO ARGENTARIO Fai tutto ciò che fa l'ape amica dei fiori, lo so, Melissa, l'ho bene in testa presente: stilli il miele dalle labbra baciando, ma quando chiedi colpisci col pungiglione maligno. |33| PARMENIONE Sei balzato su Danae, Zeus, in forma di pioggia d'oro, perché la ragazza cedesse ai doni, e non perché avesse paura. |34| PARMENIONE Zeus ha avuto Danae grazie all'oro ed anch'io te, grazie all'oro: più di Zeus non posso dare. |35|

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RUFINO Io, proprio io sono stato chiamato a giudicare tre culi: loro m'avevano scelto e mi mostrarono il loro nudo splendore. L'una fioriva della bianca dolcezza dei glutei, suggellata da fossette rotonde, l'altra si apriva e la sua carne di neve diventava vermiglia, più rossa di una rosa purpurea; la terza era come mare in bonaccia, percorso da tacite ondate, la morbida pelle scossa da uno spontaneo tremore. Se il giudice delle dee avesse visto quei culi, non avrebbe voluto vedere quelle altre. |36| RUFINO Rodope, Melite e Rodoclea contesero chi delle tre aveva la fica più bella, e mi scelsero a giudice: come le dee famose, stettero davanti a me, nude, stillando nettare. Quella di Rodope splendeva in mezzo alle cosce come una corolla di rosa, attraversata da Zefiro; ............... Quella di Rodoclea era come cristallo, come una statua nel tempio, appena scolpita, di delicata fattura. Ma io, sapendo quello che passò Paride per la sua scelta, mi affrettai ad incoronare tutt'e tre le divine. |37| RUFINO Non abbracciare una donna né troppo magra, né troppo grassa: scegline una intermedia. All'una manca la carne, l'altra ne ha troppa: tu non prendere il troppo né il troppo poco. |38| NICARCO Una bella donna alta mi affascina, Similo, sia che tocchi il fiore degli anni, o sia più matura. La giovane mi abbraccerà, ma l'anziana,

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sia pure vecchia e rugosa, Similo, saprà succhiarmi. |39| NICARCO Non devo morire? E allora cosa m'importa d'arrivare al regno dei morti con la podagra, o di corsa? Ci sarà chi mi porta; lasciatemi essere zoppo: non è una buona ragione per rinunciare ai bagordi. |40| NICARCO Non ascoltare tua madre, Filumena: se me ne vado, una volta che ho messo piede fuori città, non badare agli scherni; a tua volta scherniscili, e datti da fare per superarmi in guadagni. Smuovi anche i sassi, trattati bene, e scrivimi presto a quale riva di piacere sei giunta. Insomma, amministra tutto per bene, e se ti rimane qualcosa, pensa anche a me che giorno per giorno devo pagare l'affitto. Se aspetti un bambino, tienilo, non preoccuparti: troverà il padre da grande. |41| RUFINO Chi t'ha buttata fuori di casa, nuda, chi t'ha frustata? Chi può avere un cuore tanto di pietra? Non t'ha guardata? Forse, arrivando all'improvviso, ha trovato un altro amante? ma, figlia mia, è quello che fanno tutte. Tranne che d'ora in poi quando hai qualcuno dentro e lui è fuori, metti il paletto, che non ti capiti un'altra volta. |42| RUFINO Odio la donna facile, odio la donna troppo pudica: l'una dice di sì con troppa lentezza, l'altra di fretta. |43|

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RUFINO Un uomo butta fuori una donna perché le ha scoperto un amante, come non fosse un amante anche lui, ma un allievo di Pitagora, e tu per questo, bambina, piangi e ti sciupi il volto, e soffri il freddo alla porta di un pazzo furioso? Asciugati gli occhi, non piangere: un altro ne troveremo, che non sia capace di vedere ed usare la frusta. |44| RUFINO Le due etere Lembio e Cercurio sono ormeggiate nel porto di Samo. Fuggite tutti, ragazzi, le corsare d'amore: chiunque le accosti finisce sommerso e risucchiato da loro. |45| CILLACTORE Ciò che dà più profitto a una giovane donna non proviene dall'arte, ma dalla natura. $@Antologia Palatina - Libro quinto %47%|46| FILODEMO - Buon giorno. - Buon giorno. - Come ti chiami? - E tu? [- Troppa fretta, non chiederlo. - E neanche tu. - Ma hai qualcuno? - Volta a volta chi m'ama. - Vorresti cenare con me questa sera? - Se vuoi. - Va bene, ma... quanto? - Prima, niente. - È strano. - Dopo l'amore darai quello che credi. - È giusto, ma dove stai? Ti mando a prendere. - Indovinalo. - Ma quando vieni? - All'ora che vuoi. - Voglio subito. - Andiamo.

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|47| RUFINO Spesso ho desiderato, Talia, di possederti di notte, e soddisfare così l'ardente passione dell'anima. Ora che sei qui con me, il corpo dolcissimo nudo, io soccombo sfinito al bisogno di sonno. Povero cuore, che fai? Svegliati e non desistere, ti troverai a rimpiangere questa suprema fortuna. |48| RUFINO Gli occhi d'oro, le guance di cristallo, la bocca più dolce di una corolla di rosa purpurea, candido collo, e seni fulgidi, e piedi più bianchi dei piedi d'argento di Teti; se tra i capelli balena già qualche spina, non farò attenzione ai capelli bianchi. |49| TUDICIO GALLO Io, Lide, sono capace di soddisfare in una volta tre uomini: uno sopra, uno sotto e il terzo dietro. Accolgo amanti di uomini e donne, e violenti: se vuoi venire con altri due, vieni pure. |50| La povertà e l'amore sono i miei guai; facilmente sopporto la povertà, ma non posso sopportare la fiamma d'amore. $@Antologia Palatina - Libro quinto %52%|51| Ho amato, ho baciato, ho avuto successo, mi ama. Ma chi eri e come è successo, lo sa soltanto la dea.

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|52| DIOSCORIDE Abbiamo giurato ad Amore un giuramento comune, che dava a Sosipatro la fedeltà costante di Arsinoe. Lei è bugiarda, sono vuoti i suoi giuramenti, lui invece ha conservato saldo il desiderio. Ma non è chiara la potenza divina. Possa tu udire, Imeneo, alle porte di Arsinoe lamenti di lutto, che rinfacciano il tradimento. |53| DIOSCORIDE La seducente Aristonoe, divino Adone, mi ha ferito battendosi il petto al tuo santuario. Se per me fa altrettanto, anche a costo ch'io muoia, niente scuse: prendimi come compagno nella tua traversata. |54| DIOSCORIDE Non prendere fronte a fronte la donna che aspetta un bambino, non cercare l'amore nella posizione feconda; c'è come un'onda nel mezzo, e non è poca fatica in quello stato per lei remare, e per te muoverti. Girala piuttosto, e godi del culo rosato, e fa' conto che sia l'Afrodite dei maschi. |55| DIOSCORIDE Ho disteso sul letto Doride, che ha il culo di rosa, e sono stato, tra i suoi freschi fiori, immortale. Mi teneva stretto tra le sue gambe stupende e correva perfettamente la gara d'amore. Guardava con occhi languidi, e come foglie nel vento, tremavano scintillando nel fremito del suo corpo, finché entrambi versammo la nostra forza, e Doride rimase stesa, con le membra allentate. |56|

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DIOSCORIDE Mi fanno impazzire le labbra di rosa, e le parole ornate che struggono l'anima, e sono il vestibolo della bocca divina, e le pupille che brillano sotto le ciglia folte, e sono reti che prendono il mio cuore, e la coppia dei candidi seni, desiderabili, più dolci delle corolle di tutti i fiori. Ma perché mostro gli ossi ai cani? La bocca intemperante ha sempre i suoi testimoni: le canne di Mida. |57| MELEAGRO Se troppe volte scotti l'anima che ti gira intorno, ti fuggirà, Amore: anche lei ha le ali. $@Antologia Palatina - Libro quinto |58| ARCHIA Piccolo Amore, distruggimi a regola d'arte. Su, vuota la faretra contro di me, non lasciare altre frecce. Colpirai me soltanto, e se devi mirare a qualche altro, ti troverai a non avere più neanche una freccia. |59| ARCHIA "Bisogna fuggire l'Amore." Fatica inutile: a piedi non posso sfuggire a chi m'insegue implacabile, ed ha le ali. |60| RUFINO Una ragazza dai piedi argentei faceva il bagno, spruzzando i candidi seni, mele dorate; le natiche ben tornite palpitavano di un movimento armonioso, era la loro pelle più insinuante dell'acqua. E con la mano distesa teneva celata

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la vasta fessura, non tutta, quanto era possibile. |61| RUFINO Giocavo al gioco dell'asta con Filippa dai cigli neri, e l'ho fatta ridere dal profondo del cuore: "Dodici volte ho colpito, e domani ancora di più o almeno altre dodici: so che ne sono capace". Venne al mio invito e ancora ridendo le dissi: "Ti avessi chiamata, quando ti sei svegliata, stanotte!". |62| RUFINO Il tempo non ha ancora spento la tua bellezza; restano ancora residui intatti della giovinezza passata; restano le grazie che non invecchiano e lo splendore e il sorriso del seno, e le rose non sono sparite. Quanti ne ha bruciato allora il tuo sguardo divino... |63| MARCO ARGENTARIO Da siciliana che eri, Antigone, sei divenuta una del Lago Salato, ed ecco: io sono Parsi. |64| ASCLEPIADE Zeus, fa' venire la neve, la grandine, il buio, la folgore, scuoti sopra la terra le nubi scure; se mi uccidi, cesserò allora, ma se lasci ch'io viva e mandi anche cose peggiori di queste, farò baldoria. Mi trascina il mio e tuo signore, al quale obbedisti quando in forma di pioggia d'oro penetrasti la stanza di bronzo. |65|

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In forma d'aquila Zeus venne a Ganimede, in forma di cigno alla bionda madre di Elena. Sono cose inconfrontabili; c'è a chi sembra migliore l'una, a chi l'altra, e quanto a me, tutt' e due. |66| RUFINO Ho visto Prodice sola, per buona fortuna, e l'ho pregata e le toccavo le divine ginocchia: "Salva - dicevo - un uomo vicino alla morte, donagli il soffio di vita che sta fuggendo". Pianse sentendo queste parole ma poi, asciugate le lacrime, con le sue dolci mani mi buttò fuori. |67| CAPITONE La bellezza senza grazia non possiede, dà solo piacere come senza l'amo l'esca vaga sull'acqua. |68| LUCILLIO O POLEMONE O cancelli del tutto l'amare, Amore, oppure vi aggiungi l'essere amato; o sciogli o comunichi il desiderio. |69| RUFINO Atena ed Era dai sandali d'oro videro un giorno Meonide e dal profondo del cuore gridarono ad una voce: "Non ci spoglieremo più, ci basta il giudizio di Paride: non è bello essere due volte sconfitte in bellezza". |70| RUFINO

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Hai la bellezza di Afrodite, la bocca della Persuasione, la freschezza delle Ore primaverili, la voce della Musa Calliope, la mente e la saggezza di Temi, le mani di Atena. Con te, mia File, le Grazie diventano quattro. |71| RUFINO O PALLADA Hai sposato la figlia di Vittoria e Guerrino, Zenone: per forza hai la guerra nella tua casa. Va' a cercarle un amante, Pacifico: avrà compassione, e ti libererà dalla figlia di Guerrino, Guerrina. |72| PALLADA Questo e nient'altro è la vita: la vita è piacere. Alla malora le angosce. È breve il tempo per vivere. Presto, il vino, le danze, le corone di fiori, le donne. Voglio star bene oggi, giacché è oscuro il domani. |73| RUFINO Dei, non sapevo che Citerea, dopo aver sciolto di sua mano le trecce sul collo, faceva il bagno. Perdono, signora, non t'irritare con i miei occhi che hanno visto la tua figura immortale. Ora ho capito: non è Afrodite, è Rodoclea. Ma questa bellezza da dove viene? L'hai tolta, io credo, alla dea. |74| RUFINO Ti mando, Rodoclea, questa bella corona di fiori che ho intrecciato per te con le mie mani. C'è il giglio, la rosa, l'anemone rugiadoso, il narciso sottile, la viola dal cupo splendore. Mettila in testa, e cessa di essere tanto orgogliosa: fiorisci e sfiorisci anche tu, non meno della corona.

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|75| RUFINO Avevo per vicina Amimone, giovane bella come Afrodite, che m'aveva acceso in cuore una grandissima fiamma. Scherzava con me, e io ci provavo alla prima occasione. Arrossiva. Che dire di più? Capiva i miei tormenti. Tutto ho provato, ed ho vinto. Ora ho sentito che ha un figlio, e non so più che fare, se rimanere o fuggire. |76| RUFINO Una volta aveva una pelle amabile, un seno fiorito, belle caviglie, begli occhi, capelli, figura tutta. È cambiata col tempo per la vecchiaia e per la canizie, e ora non ha neanche il sogno della bellezza passata; capelli finti e il viso pieno di rughe, quali invecchiando non le ha neanche una scimmia. |77| RUFINO Se dopo l'amplesso avesse ancora le stesse grazie, non cesseremmo mai di stare con la nostra donna. Ma diventano tutte, dopo l'amore, sgradevoli. |78| PLATONE Baciavo Agatone e avevo l'anima a fior di labbra: se n'è andata, infelice, da me, per entrare dentro di lui. |79| PLATONE

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Ti getto una mela; se tu acconsenti ad amarmi, accettala in cambio della verginità; se il tuo sentimento è quello che dio non voglia, lo stesso prendila: guarda la giovinezza, quanto poco resiste. |80| PLATONE Sono una mela, e chi mi getta è chi t'ama. Acconsenti, Santippe: io e te alla stessa maniera appassiamo. |81| DIONISIO SOFISTA Tu con quelle rose, hai una grazia rosata. Ma cosa vendi, te stessa o le rose, o tutto insieme? $@Antologia Palatina - Libro quinto %83%|82| Superba bagnina, che bagno infuocato prepari? Prima ancora d'essere nudo avverto la fiamma. $@Antologia Palatina - Libro quinto %84%|83| Fossi vento, e quando tu esci all'aperto, ti denudassi il seno e ricevessi il mio soffio. $@Antologia Palatina - Libro quinto %85%|84| Fossi una rosa purpurea, e tu mi prendessi in mano, e mi donassi il tuo seno di neve. $@Antologia Palatina - Libro quinto %86%|85|

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ASCLEPIADE Risparmi la tua verginità. A che scopo? Non è scendendo al regno dei morti che troverai chi ti ama. Il piacere d'amore sta solo tra i vivi; nell'Acheronte, ragazza mia, giaceremo tutti, ossa e cenere. $@Antologia Palatina - Libro quinto %87%|86| CLAUDIANO Siimi propizio, Apollo: tu che scocchi frecce veloci, sei pure stato colpito da Amore con frecce un po' più veloci! $@Antologia Palatina - Libro quinto %88%|87| RUFINO Melissia nega d'amare, ma urla il suo corpo che ha ricevuto un'intera faretra di frecce, e il passo incerto, il respiro affannoso, le occhiaie, gli occhi pesti. Voi, Desideri, per conto di vostra madre Afrodite dalla bella corona, bruciate questa ragazza ribelle finché dica "brucio". $@Antologia Palatina - Libro quinto %89%|88| RUFINO Se non puoi, dio incendiario, accendere la stessa fiamma in due persone, spegnila, oppure estendila all'altra. $@Antologia Palatina - Libro quinto %90%|89| MARCO ARGENTARIO Non è amore, se un uomo desidera di possedere una donna bella, fidando nella ragione dei propri occhi; ma chi ha visto una brutta e l'ama, come colpito d'assillo, e brucia nel suo cuore folle, questo è l'amore,

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questo è il fuoco. Piacciono le cose belle ugualmente a tutti quelli che sanno discernerle. $@Antologia Palatina - Libro quinto %91%|90| Ti mando un dolce profumo, onorando con un profumo un profumo, come si liba a Bacco il vino di Bacco. $@Antologia Palatina - Libro quinto %92%|91| Ti mando un profumo soave: sarà un piacere per il profumo, non già per te: sei tu che puoi profumarlo. $@Antologia Palatina - Libro quinto %93%|92| RUFINO Rodope va orgogliosa della propria bellezza; se la saluto, risponde appena, col sopracciglio aggrottato; se appendo corone di fiori davanti alla sua porta, si arrabbia e li calpesta col piede superbo. Rughe, vecchiaia spietata, venite presto, presto, se potete convincere Rodope. $@Antologia Palatina - Libro quinto %94%|93| RUFINO Contro Amore ho indossato una corazza sul petto, la ragione, e non mi vincerà in una lotta uno contro uno; mortale, affronterò un immortale. Però se chiama Bacco in aiuto, contro due cosa posso? $@Antologia Palatina - Libro quinto %95%|94| RUFINO Hai gli occhi di Era, Melite, e le mani di Atena,

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il seno di Afrodite e le caviglie di Teti. Beato chi ti guarda, tre volte di più chi ti ascolta, un semidio chi ti ama, un dio chi ti possiede. $@Antologia Palatina - Libro quinto %96%|95| Quattro sono le Grazie, due le Afroditi, dieci le Muse, perché Dercilide è tutto: Musa, Grazia, Afrodite. $@Antologia Palatina - Libro quinto %97%|96| MELEAGRO Il tuo bacio è un vischio, Timario, gli occhi una fiamma; come guardi bruci, come tocchi incateni. $@Antologia Palatina - Libro quinto %98%|97| RUFINO Se dirigi le frecce verso ambedue, sei un dio, Amore, se inclini verso una parte soltanto, non sei un dio. $@Antologia Palatina - Libro quinto %99%|98| ARCHIA? Armati d'arco, Afrodite, e vattene tranquillamente a cercare un altro bersaglio: non ho più posto per le ferite. $@Antologia Palatina - Libro quinto %100%|99| Vorrei quando sono con te, cara la mia citarista, imitarti: toccare in alto e farti vibrare nel mezzo. $@Antologia Palatina - Libro quinto %101%|100|

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Se qualcuno mi biasima perché, al servizio di Amore, cammino tenendo sugli occhi il vischio dei cacciatori, pensi a Zeus, ad Ades, al signore del mare, che tutti furono schiavi di desideri possenti. Se loro sono dei, e ci dicono di seguire gli dei che colpa ho io se apprendo gli insegnamenti divini? $@Antologia Palatina - Libro quinto %102%|101| - Salve, ragazza. - Salve. - Chi è quella che ti precede? - Che te ne importa? - So io. - La nostra padrona; - Posso sperare? - Che vuoi? - Una notte. - Che offri? - Denaro. - Abbi fede. - Questo. - Non se ne fa niente. $@Antologia Palatina - Libro quinto %103%|102| MARCO ARGENTARIO Vedrai la scarna Dioclea, un'Afrodite di pelle e ossa, ma tutta bella dei suoi buoni costumi. Non ci sarà molto in mezzo a noi: sul fragile petto giacerò vicino, vicinissimo alla sua anima. $@Antologia Palatina - Libro quinto %104%|103| RUFINO Fino a quando, Prodice, verrò da te a piangere, fino a quando ti supplicherò, crudele, senz'essere udito? Ma ecco che ti spuntano in testa capelli bianchi, e subito mi darai quello che a Priamo dà Ecuba. $@Antologia Palatina - Libro quinto %105%|104| MARCO ARGENTARIO Lascia il vestito a rete, civetta, non muovere i fianchi camminando a quel modo, Lisidice. Il peplo che indossi non ti chiude nelle sue pieghe, si vedono

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e non si vedono tutte le tue nudità. Se ti sembra carino, anch'io ti posso mostrare qualcosa ritto sotto un velo sottile. $@Antologia Palatina - Libro quinto %106%|105| MARCO ARGENTARIO Si dice tra le ragazze che Menofila è cosa dell'altro mondo, capace com'è di gustare qualunque lascivia. Statele accanto, astronomi: la volta celeste del suo palato racchiude le costellazioni del Ca...ne e dei Gemelli. $@Antologia Palatina - Libro quinto %107%|106| DIOTIMO DI MILETO Vecchia, cara nutrice, perché abbai quando m'accosto, e rendi due volte più aspro il mio dolore? Porti una bella ragazza, ed io seguo i suoi passi, ma bada, cammino per la mia strada, solo guardandola, la dolce figura. Perché avere invidia degli occhi, sciagurata? Perfino gli dei possiamo guardare. $@Antologia Palatina - Libro quinto %108%|107| FILODEMO Io so, mia cara, dare tutto il mio amore a chi mi ama, e anche mordere chi mi morde, a mia volta. Non irritare me che ti amo troppo, non provocare le Muse: la loro ira è pesante. Questo gridavo e ripetevo, ma come le onde del mare Ionio, così tu davi ascolto alle mie parole. Ora piangi e urla come un cane a tua volta, io riposo nel seno della mia Naiade. $@Antologia Palatina - Libro quinto %109%|108| CRINAGORA Infelice, quale parola dirti per prima, quale per ultima?

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Infelice: questa è la verità per ogni sciagura. Te ne sei andata, splendida donna, che per la bellezza e per i costumi dell'anima meritavi il premio più alto. Prima, avresti dovuto chiamarti: era tutto in second'ordine, se messo a confronto con le tue inimitabili grazie. $@Antologia Palatina - Libro quinto %110%|109| ANTIPATRO Prendi per una dracma l'Europa attica, senza paura di nessuno e senza dover affrontare rifiuti; offre un letto ineccepibile, e quand'è inverno, del carbone. Inutilmente, Zeus, ti sei fatto toro. $@Antologia Palatina - Libro quinto %111%|110| MARCO ARGENTARIO Versami per Lisidice, schiavo, dieci bicchieri, e uno ancora per la bellissima Eufrante. Dirai che amo di più Lisidice. No, per il dolce Bacco che bevo avidamente in questa coppa, Eufrante da sola ne vale dieci: anche la luce della luna vince da sola astri infiniti. $@Antologia Palatina - Libro quinto %112%|111| ANTIFILO Io l'avevo detto, quando era ancora innocente il fascino di Terina: "Cresciuta, innamorerà tutti quanti". Schernivano l'indovino, ma ecco il tempo che io dicevo, e già da molto ho sentito la piaga. Che fare? vederla è tutto un fuoco, stornare lo sguardo è ansia. Se le chiedo qualcosa, è vergine. Sono perduto. $@Antologia Palatina - Libro quinto %113%|112| FILODEMO Amavo. E chi non ama? Ho fatto bagordi. E chi non li ha fatti?

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Sono impazzito: ma non è forse per colpa di un dio? Alla malora: ormai i capelli si affrettano ad imbiancarsi, messaggeri della stagione che porta saggezza. Quando era tempo di giocare ho giocato, ora che non è più tempo, cercherò di seguire pensieri più nobili. $@Antologia Palatina - Libro quinto %114%|113| MARCO ARGENTARIO Eri ricco e innamorato, Sosicrate, ora sei povero e non ami più: è il rimedio che dà la fame. Prima Menofila ti chiamava suo profumo, suo principe azzurro, ora ha il coraggio di chiederti quale è il tuo nome. "Chi sei? Quale è la tua patria?" Meglio tardi che mai: hai capito che nessuno ha caro chi non ha niente. $@Antologia Palatina - Libro quinto %115%|114| MECIO Filistio, sgradevole in tutto, che un innamorato non l'ha accolto mai se non per moneta sonante, mi sembra più trattabile adesso di prima: niente di strano, non credo proprio che sia cambiata la sua natura. Diventa più mite talvolta anche la vipera, ma nondimeno il suo morso è sempre letale. $@Antologia Palatina - Libro quinto %116%|115| FILODEMO Amai Demo, nativa di Pafo: niente da meravigliarsi. Poi Demo di Samo: anche qui, tutto in regola; e poi Demo di Isia (allora non è più uno scherzo) e poi ancora Demo, originaria d'Argolide. Il destino mi ha messo il nome di Filodemo, perché sempre mi possiede il desiderio ardente di Demo. $@Antologia Palatina - Libro quinto %117%|116| MARCO ARGENTARIO

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Amare una donna è l'amore più bello per gli uomini, quanti hanno animo onesto nel desiderio. Se vuoi l'amore di un maschio, so come indicarti un rimedio col quale placare la passione malsana. Gira Menofila sul suo bel culo ed immagina d'avere tra le braccia un maschio, Menofilo! $@Antologia Palatina - Libro quinto %118%|117| MECIO M'accende d'amore il bel Cornelio, però ho paura di questa luce, che già diventa incendio immenso. $@Antologia Palatina - Libro quinto %119%|118| MARCO ARGENTARIO Isia dal dolce respiro, se anche già sai di dieci profumi, svegliati e ricevi questa corona nelle tue mani: ora è fresca, ma sul venire del giorno la vedrai appassire, simbolo della tua giovinezza. $@Antologia Palatina - Libro quinto %120%|119| CRINAGORA Puoi girarti a destra come a sinistra, Crinagora, sul tuo letto vuoto: se la graziosa Gemella non viene a sdraiarsi accanto a te, dal tuo sonno non avrai riposo, ma pena soltanto. $@Antologia Palatina - Libro quinto %121%|120| FILODEMO Nel mezzo della notte ho lasciato il mio compagno di letto, e vengo qui tutta bagnata da una pioggia battente. E poi restiamo senza far niente, senza parlare o dormire (s'intende come è legge degli amanti dormire)?

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$@Antologia Palatina - Libro quinto %122%|121| FILODEMO Piccola e nera è Filenio, ma più riccioluta dell'apio, ha la pelle più dolce del velluto, ed un fascino più forte della cintura di Citerea. Dà tutto e spesse volte non chiede nulla. Questa è Filenio, ed io vorrei amarla, divina Afrodite, fin quando non ne ho trovato una più bella. $@Antologia Palatina - Libro quinto %123%|122| DIODORO Neanche se ti è più caro degli occhi, ragazzo, il figlio di Megistocle, Clino, neanche se esce splendente dal bagno delle Grazie, non stargli attorno, non è gentile, non è senza malizia, sta a cuore a molti e non è inesperto d'amori. Fa' attenzione a non attizzare la fiamma! $@Antologia Palatina - Libro quinto %124%|123| FILODEMO Astro notturno a due corni, amico delle veglie festive che appari attraverso le finestre, illumina con la tua luce la splendente Callistio: gli amanti non possono non farsi vedere agli occhi degli immortali. Tu celebri la nostra felicità, lo so bene; anche la tua anima Endimione l'accese. $@Antologia Palatina - Libro quinto %125%|124| FILODEMO L'estate non è ancora nuda di corolle, non è scurito il grappolo che matura le grazie della tua giovinezza. Ma già i giovani Amori aguzzano le loro frecce, Lisidice, e il fuoco si alimenta in segreto. Fuggiamo, amanti infelici, finché la freccia non è ancora sul nerbo,

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sento che presto scoppierà un incendio grandissimo. $@Antologia Palatina - Libro quinto %126%|125| BASSO Non voglio piovere in pioggia dorata, e qualche altro diventi toro o cigno amoroso sopra la riva. Li faccia Zeus questi scherzi: io consegno i due oboli a Corinna e finisce lì, non metto le ali. $@Antologia Palatina - Libro quinto %127%|126| FILODEMO Un tale dà a una tale cinque talenti in cambio di una sola volta, la possiede tremando e non è poi tanto bella; io a Lisianassa do cinque dracme per dodici volte, e la possiedo, più bella, alla luce del sole. O sono matto io, oppure a quel tale bisognerebbe tagliare con la scure i coglioni. $@Antologia Palatina - Libro quinto %128%|127| MARCO ARGENTARIO Ero innamorato pazzo della giovane Alcippe, ed un giorno l'ho persuasa e mi si è data di nascosto sul letto. Ad ambedue il cuore tremava, che non venisse qualcuno, e non vedesse il nostro enorme desiderio nascosto. Ma le sue chiacchiere non sfuggirono alla madre, ed appena ci vide, propose: "facciamo a metà, figlia mia". $@Antologia Palatina - Libro quinto %129%|128| MARCO ARGENTARIO Il mio petto appoggiato al suo petto, il mio seno al suo seno, le labbra premute contro le dolcissime labbra, tenevo il corpo di Antigone vicino al mio, tutto il resto lo taccio; un testimone può dirlo: la lampada.

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$@Antologia Palatina - Libro quinto %130%|129| AUTOMEDONTE La ballerina orientale, che si muove in posizioni lascive fino alla punta delle unghie, mi piace non perché in tutto mette del sentimento, o perché agita le tenere mani in questa o quell'altra maniera, ma perché sa darsi da fare attorno ad un tronco ormai fradicio e non si tiene lontana dalle rughe della vecchiaia; bacia, graffia, abbraccia, e se muove le gambe allora riporta su la clava dal regno dei morti. $@Antologia Palatina - Libro quinto %131%|130| MECIO Perché così triste, Filenide? perché i capelli strappati in disordine, e gli occhi inondati di lacrime? Hai visto il tuo amante tra le braccia di un'altra? Dimmelo: io conosco bene i rimedi al dolore. Piangi, e dici di no, ma negarlo è inutile: sono più degni di fede gli occhi che non le parole. $@Antologia Palatina - Libro quinto %132%|131| FILODEMO Suono, chiacchiere, un dolce sguardo che affascina, il canto di Santippe - il fuoco che appena si accende ti brucerà, mio cuore; di dove venga e come e quando io non lo so, ma sappi che ne sarai consumato. $@Antologia Palatina - Libro quinto %133%|132| FILODEMO I piedi, le gambe, le cosce per cui è giusto morire, il culo, il pube, i fianchi, i seni, le spalle, il collo delicato, le mani e quegli occhi che mi fanno impazzire, quel modo di muoversi raffinato, ed i baci profondi, incomparabili

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e i gridolini che amo... Se anche è una provinciale, una Flora, e non sa cantare i versi di Saffo, ebbene, anche Perseo s'innamorò, una volta, di Andromeda, indiana. $@Antologia Palatina - Libro quinto %134%|133| MECIO Ho giurato sul tuo potere, Afrodite, che per due notti sarei rimasto tranquillo, lontano da Edilio. Penso che avrai riso, conoscendo il mio male; la seconda notte non la sopporto e vadano al diavolo i giuramenti. Preferisco essere empio per amore di lei, che, per scrupolo, osservare i giuramenti, dea veneranda, e morire. $@Antologia Palatina - Libro quinto %135%|134| POSIDIPPO Versa, anfora attica, la ricca rugiada di Dioniso, versa, ed il convito s'inondi di brindisi; taccia Zenone, il cigno sapiente, e la Musa di Cleante. Pensiamo solo all'Amore, dolce ed amaro. $@Antologia Palatina - Libro quinto %136%|135| Rotonda, tornita, con un solo orecchio ed un lungo collo, con la testa alta e la bocca stretta, ancella lieta di Bacco, delle Muse e di Citerea, tu che con un dolce sorriso amministri i nostri banchetti, tu perché sei brilla quand'io sono sobrio, e se sono ubriaco tu sei senza vino? Questo è tradire la fraternità del convito. $@Antologia Palatina - Libro quinto %137%|136| MELEAGRO Versa, e ripeti, ripeti: "per Eliodora!", mescola al vino puro questo nome soave, poi cingiti il capo con corone di fiori di ieri, eppure ancora stillanti il profumo della memoria.

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Guarda: sta piangendo la rosa, amica d'amore, perché la vede altrove, non più sul mio petto. $@Antologia Palatina - Libro quinto %138%|137| MELEAGRO Versa in onore di Eliodora, che per me è Afrodite, e la Persuasione, e la Grazia dal dolce parlare! Solo lei per me è divina, ed io voglio bere il suo amabile nome mischiato al vino puro. $@Antologia Palatina - Libro quinto %139%|138| DIOSCORIDE Atenio mi ha cantato del cavallo famoso: era in fiamme Troia tutta ed io bruciavo con essa. Non ho sofferto le decennali fatiche dei Greci; in quel solo giorno io e i Troiani siamo insieme periti. $@Antologia Palatina - Libro quinto %140%|139| MELEAGRO Un dolce canto, Pan ne sia testimone, trai dalla tua cetra, Zenofila, un dolce canto: Pan ne sia testimone. Dove sfuggirti? Da tutte le parti gli Amori mi circondano e non mi lasciano respirare un istante. Le tue forme mi gettano addosso il desiderio, il tuo canto, la grazia... che dico? Tutto: ardo nel fuoco. $@Antologia Palatina - Libro quinto %141%|140| MELEAGRO Le Muse che suonano dolcemente la cetra, il saggio discorso con la Persuasione, l'amore che regge le redini della bellezza, ti assegnano lo scettro dei desideri, Zenofila, giacché a te le tre Grazie hanno concesso tre grazie. $@Antologia Palatina - Libro quinto

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%142%|141| MELEAGRO Lo giuro su Amore, preferisco sentire al mio orecchio la voce di Eliodora che la cetra di Apollo. $@Antologia Palatina - Libro quinto %143%|142| È la rosa la corona di Dionisio, oppure lui stesso è la rosa della propria corona? Io credo che la corona sia vinta. $@Antologia Palatina - Libro quinto %144%|143| MELEAGRO L'ornamento sfiorisce sul capo della bella Eliodora, ma, ornamento dell'ornamento, lei stessa risplende. $@Antologia Palatina - Libro quinto %145%|144| MELEAGRO È fiorita la primula, è fiorito il narciso bisognoso di pioggia, è fiorito il giglio in montagna. Fiore maturo in mezzo ai fiori, è fiorita l'amorosa Zenofila, dolce rosa della Persuasione. Prati sciocchi, perché sorridete del vostro splendente tappeto? La ragazza vale di più delle corone olezzanti. $@Antologia Palatina - Libro quinto %146%|145| ASCLEPIADE Restate là, corone, appese a questa porta, e non scuotete troppo in fretta le foglie che ho bagnato di lagrime - scende la pioggia dagli occhi degli amanti. Ma quando la porta verrà spalancata, e lo vedrete, versate sulla sua testa il mio pianto, che lo bevano meglio i biondi capelli.

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$@Antologia Palatina - Libro quinto %147%|146| CALLIMACO Quattro sono le Grazie: alle tre un'altra s'è aggiunta, modellata da poco, stillante ancora profumo: è la splendida Berenice, ammirata da tutti, senza di lei le Grazie non sarebbero Grazie. $@Antologia Palatina - Libro quinto %148%|147| MELEAGRO Farò una ghirlanda di primule e di soavi narcisi, assieme al mirto ed ai gigli ridenti, e al dolce croco: aggiungerò anche il giacinto purpureo ed anche le rose propizie all'amore, perché, sulla fronte profumata di Eliodora, una corona adorni la splendida chioma. $@Antologia Palatina - Libro quinto %149%|148| MELEAGRO Penso che un giorno Eliodora, che parla così dolcemente, vincerà in grazia anche le Grazie medesime. $@Antologia Palatina - Libro quinto %150%|149| MELEAGRO Chi mi ha portato Zenofila e le sue dolci chiacchiere? Chi mi ha portato una delle tre Grazie? Veramente si può dire che mi ha fatto la grazia, recandomi in dono grazioso la Grazia medesima. $@Antologia Palatina - Libro quinto %151%|150| ASCLEPIADE

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Eravamo d'accordo che veniva stanotte la celebre Nico; su Demetra l'aveva giurato, e non viene e la guardia è passata. È dunque spergiura? Se è così, servi, spegnete la lampada. $@Antologia Palatina - Libro quinto %152%|151| MELEAGRO Zanzare dalla voce acuta che succhiate, insolenti, il sangue degli uomini, mostri alati, notturni, ve ne prego, lasciate a Zenofila un breve sonno tranquillo e piuttosto saziatevi - eccomi - delle mie membra. Ma perché parlo invano, mentre le bestie insaziabili godono il tepore del suo morbido corpo? Ve lo dico ancora una volta: bestiacce, smettetela, o sentirete il peso delle mie mani gelose. $@Antologia Palatina - Libro quinto %153%|152| MELEAGRO Vola, vola, zanzara, messaggero veloce, e sfiorando appena l'orecchio di Zenofila, dille: "Non può dormire e t'aspetta; tu dormi, invece, scordando chi t'ama". Va dunque, vola, insetto armonioso, parlale piano e non svegliare il suo compagno di letto: susciteresti odio contro di me, e gelosia. Se tu me la porti, ti vestirò della pelle di leone, e ti metterò in mano la clava. $@Antologia Palatina - Libro quinto %154%|153| ASCLEPIADE Il dolce volto di Nicareta, preso dai desideri, appare spesso dietro a una finestra lontana; l'hanno consunto, divina Afrodite, i lampi azzurri, lo sguardo soave di Cleofonte alla soglia. $@Antologia Palatina - Libro quinto %155%|154| MELEAGRO

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Lo giuro su Afrodite che attraversò il mare azzurro, Grazia è veramente una grazia, anche d'aspetto. $@Antologia Palatina - Libro quinto %156%|155| MELEAGRO Dentro il mio cuore Eliodora, che parla così dolcemente, anima della mia anima l'ha fatta Amore medesimo. $@Antologia Palatina - Libro quinto %157%|156| MELEAGRO L'amorosa Asclepiade ha gli occhi come il mare quieto, persuade tutti a navigare l'amore. $@Antologia Palatina - Libro quinto %158%|157| MELEAGRO Unghia di Eliodora, sei cresciuta così appuntita per Amore: i tuoi graffi penetrano in fondo all'anima. $@Antologia Palatina - Libro quinto %159%|158| ASCLEPIADE Un giorno giocavo con l'affascinante Ermione, che aveva, signora di Pafo, una cintura ricamata di fiori e una scritta in lettere d'oro: "Amami interamente e non soffrire se mi possiede qualche altro". $@Antologia Palatina - Libro quinto %160%|159| SIMONIDE

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La flautista Boidio e Pizia, un tempo amanti, dedicano ad Afrodite le cinture e le immagini. Mercanti, marinai, la vostra borsa sa bene da dove vengano le cinture e le immagini. $@Antologia Palatina - Libro quinto %161%|160| MELEAGRO Demo dalle candide guance, un altro uomo ha la gioia di tenerti tra le sue braccia; dentro di me il cuore geme. Se ti ha preso il desiderio sabbatico, non mi stupisco: c'è il fuoco d'amore anche nei sabati freddi. $@Antologia Palatina - Libro quinto %162%|161| EDILO O ASCLEPIADE Eufro, Taidie, Boidio, vecchie streghe, barcacce per venti marinai, avete cacciato ognuna il suo amante, Agide, Cleofonte, Antagora, nudi più infelici dei naufraghi. Ma voi fuggitele con le vostre navi, queste piratesse d'amore: sono più funeste del canto delle Sirene. $@Antologia Palatina - Libro quinto %163%|162| ASCLEPIADE La vorace Filenio m'ha ferito, e anche se la ferita non si vede, il dolore penetra fin nel profondo. Me ne vado, Amori; sono finito; tra sonno e veglia ho inciampato in un'etera, e tocco il regno dei morti. $@Antologia Palatina - Libro quinto %164%|163| MELEAGRO Ape che ti nutri di fiori, perché tocchi la pelle della mia Eliodora, lasciando le corolle primaverili? Vuoi dirmi che ha in sé il pungolo del terribile Amore, che è per l'anima sempre dolce ed amaro?

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Questo, penso, vuoi dirmi: vattene, amante d'amore, da tanto tempo conosco la tua ambasciata! $@Antologia Palatina - Libro quinto %165%|164| ASCLEPIADE Notte, chiamo te a testimone, quale violenza subisco da Pizia figlia di Nico, amante di tutti gli imbrogli. Venni chiamato, sì, chiamato da lei: che le tocchi lo stesso, che si lamenti con te davanti alla mia porta! $@Antologia Palatina - Libro quinto %166%|165| MELEAGRO Ti chiedo una cosa sola, Notte amica, madre universale degli dei: ti chiedo, Notte divina, compagna dei miei bagordi, che se qualcuno si scalda, disteso sotto il lenzuolo di Eliodora, al tepore di un corpo che toglie il sonno, voglio che il lume si addormenti, e l'uomo, abbandonato sul seno di lei, giaccia come un altro Endimione. $@Antologia Palatina - Libro quinto %167%|166| MELEAGRO Notte, e mio desiderio insonne di Eliodora, tortura lagrimosa di crepuscoli ambigui, dite, conserva qualche residuo d'amore, e qualche bacio riscalda ancora il ricordo nel suo freddo letto? Ha le lacrime per compagne e stringe al suo seno, e bacia la mia ombra che viene a ingannarla? O c'è un amore nuovo? Possa tu mai non vedere, lampada, giochi nuovi: vigila quella ch'io t'ho affidata. $@Antologia Palatina - Libro quinto %168%|167| ASCLEPIADE Era pioggia e notte e, terzo ostacolo alla passione, ero ubriaco. C'era un vento gelido ed ero solo.

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Ma più forte di tutto fu il bel Mosco: "Possa tu a questo modo vagare, e mai trovare, a nessuna porta, la pace". Così, tutto fradicio, ho gridato. Zeus, fino a quando? Zeus caro, taci. Anche tu hai appreso l'amore. $@Antologia Palatina - Libro quinto %169%|168| Colpiscimi col fuoco, con la neve, col fulmine anche, se vuoi; gettami in mare o in un precipizio. Chi è sfinito dai desideri, domato da Amore, neppure la folgore scagliata da Zeus lo distrugge. $@Antologia Palatina - Libro quinto %170%|169| ASCLEPIADE È dolce d'estate a chi ha sete bere la neve, dolce ai naviganti veder uscire d'inverno la Corona primaverile, più dolce quando un solo lenzuolo copre gli amanti, e da ambedue insieme è celebrata Afrodite. $@Antologia Palatina - Libro quinto %171%|170| NOSSIDE Niente è più dolce d'amore; ogni altra felicità viene dopo, al suo confronto perfino il miele sputo di bocca. Così dice Nosside: ma chi da Afrodite non viene amato non può sapere quali rose siano i suoi fiori. $@Antologia Palatina - Libro quinto %172%|171| MELEAGRO Dolce è la gioia del calice: dice che tocca le labbra gioconde della soave Zenofila. Beato lui! Vorrei che accostasse alle mie le sue labbra e bevesse d'un sorso l'anima mia! $@Antologia Palatina - Libro quinto %173%|172|

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MELEAGRO Mattina nemica d'amore, sei giunta veloce al mio letto, e appena m'ero scaldato sul corpo della mia Demo. Oh potessi tornare indietro ed essere di nuovo sera, tu che porti la dolce luce, a me amarissima! Un'altra volta, per Alcmena, ti sei trovata sulla strada di Zeus; lo conosci dunque, il modo di tornare indietro. $@Antologia Palatina - Libro quinto %174%|173| MELEAGRO Mattina nemica d'amore, perché così lentamente giri sul mondo quando un altro si scalda sul letto di Demo? Quando io tenevo la bella tra le mie braccia, sopraggiungevi veloce, come a colpirmi con una luce lieta della mia pena. $@Antologia Palatina - Libro quinto %175%|174| MELEAGRO Tu dormi, Zenofila, dolce germoglio. Potessi io come il sonno, pur senza avere le ali, posarmi sulle tue palpebre, che non ti tocchi lui, che incantò anche gli occhi di Zeus, e io, io soltanto sia quello che ti possiede. $@Antologia Palatina - Libro quinto %176%|175| MELEAGRO So tutto: a che servono giuramenti spergiuri, quando denunciano la tua lussuria i capelli umidi ancora di profumo, e l'occhio pesante, che non ha avuto riposo, e la corona intrecciata attorno alla testa, i riccioli sconvolti da una violenza recente, e le membra che traballano a causa del vino? Va' alla malora, donna di tutti: ti chiama l'arpa, strumento dei bagordi, ed il battito delle mani sui timpani. $@Antologia Palatina - Libro quinto %177%|176|

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MELEAGRO Terribile Amore, terribile. Ma a che serve ripetere, tante volte, piangendo, terribile Amore? Di questo ride il ragazzo, e insultato più volte, se la gode, e cresce ancora, se gli dico insolenze. È strano come, comparsa dal mare azzurro, tu, Afrodite, abbia dato la vita ad un fuoco. $@Antologia Palatina - Libro quinto %178%|177| MELEAGRO Cercasi Amore, il selvaggio: appena un attimo fa se ne è andato volando via dal mio letto. È un ragazzo capace di dolci lacrime, chiacchierone, lesto ed intrepido, ride col naso camuso, ha le ali ed una faretra. Non so dire chi è il padre: il cielo, il mare, la terra negano d'avere dato la vita a quel temerario. Dappertutto e da tutti è odiato. Badate bene che non tenda ancora le reti ai vostri cuori. Guardalo, eccolo, pronto all'agguato. Ti ho visto, arciere, nascosto negli occhi della bella Zenofila. $@Antologia Palatina - Libro quinto %179%|178| MELEAGRO Vendiamolo, anche se dorme ancora in seno alla madre, vendiamolo: perché dovrei allevare quello sfacciato? Ha le ali, il naso camuso, le unghie che graffiano profondamente, e ride spesso in mezzo alle lacrime; e inoltre è incorreggibile, chiacchierone, curioso, selvaggio; neanche la madre riesce ad ammansirlo. Un mostro. Vendiamolo dunque, se qualche mercante che sta [per salpare vuole comprare un bambino, si faccia avanti! Guardalo adesso: supplica, piange. Ma no, sta' tranquillo: non ti vendo; rimani qui, vicino a Zenofila. $@Antologia Palatina - Libro quinto %180%|179| MELEAGRO

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In nome di Afrodite, Amore, brucio tutto il tuo armamentario, l'arco, le frecce e la faretra di Scizia. Sì, lo brucerò. Perché ridi, sciocco, ed arricci il naso camuso? Presto ti farò ridere verde. Ti taglierò le ali veloci del desiderio, ti stringerò i piedi dentro ceppi di bronzo. Ma sarà una vittoria di Pirro, se ti tengo incatenato, vicino all'anima mia, come il lupo accanto all'agnello. Vattene via, invincibile, riprendi i calzari alati, spiega verso altri il tuo rapido volo! $@Antologia Palatina - Libro quinto %181%|180| MELEAGRO Che c'è di strano se Amore, distruttore di uomini, lancia frecce di fuoco e ride amaro negli occhi fulgenti? Sua madre non ama forse Ares, non è la sposa di Efesto, non è partecipe delle spade e del fuoco? E la distesa marina, madre della madre d'Amore, non urla selvaggiamente, sotto la sferza del vento? Non si sa il padre, né il padre del padre. Perciò possiede la fiamma d'Efesto, l'ira dei flutti, le frecce cruente di Ares. $@Antologia Palatina - Libro quinto %182%|181| ASCLEPIADE - Va' a comprare noci (ma verrà poi?) e anche cinque corone di rose. - Ma che... - Basta! tu dici che non ci sono più soldi? Siamo perduti. Nessuno metterà alla tortura questo bandito? Un pirata ho io, non un servo. Non m'imbrogli? - No. - Rendimi conto. Vieni qua, Frine, e porta il pallottoliere. Ah maledetta volpe! Cinque dracme di vino, due di salsicce, testina, lepre, sgombri, dolci di sesamo, miele. Domani faremo meglio i conti. Adesso corri da Aiscra, la profumiera; prendi per cinque monete d'argento, e di' la parola d'ordine: Baccone ha fatto l'amore cinque volte di fila: il letto lo testimonia. $@Antologia Palatina - Libro quinto %183%|182| MELEAGRO

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Riferiscile, Dorcade: torna ancora da lei, una seconda, una terza volta, diglielo, corri! non attendere, vola! Ma no, aspetta un momento: dove corri se ancora non hai sentito tutto? A quello che ho detto devi aggiungere... o piuttosto... ma che sciocchezza! non dire proprio niente... No, riferisci tutto quanto, non omettere niente. Ma perché, Dorcade, ti mando se anch'io vengo con te, come vedi? $@Antologia Palatina - Libro quinto %184%|183| POSIDIPPO Quattro sono i bevitori, e ognuno di loro ha portato la sua donna. Una damigiana non basta per otto persone, Ragazzo, corri da Aristio, e digli che subito ce ne mandi metà. È sufficiente per due bevute e ne avanza anche, credo. Ma corri: per mezzogiorno saremo qui tutti riuniti. $@Antologia Palatina - Libro quinto %185%|184| MELEAGRO Lo sapevo, non m'hai imbrogliato. Lascia stare gli dei, lo sapevo, non m'hai imbrogliato. E non giurare adesso: so tutto. Era questo dunque, spergiura? Tutta sola volevi dormire? Che spudoratezza: "da sola", continua a ripetere. E il famoso Cleone? Sta' attenta! Ma perché ti minaccio? va' alla malora, bestiaccia da letto, va' alla malora anche subito! Ma così ti faccio un favore: so bene che il tuo desiderio è di vederlo. No, resta qui prigioniera. $@Antologia Palatina - Libro quinto %186%|185| ASCLEPIADE Va' al mercato, Demetrio, e compra da Aminta tre maccarelli e dieci piccoli muggini, e ventiquattro - ma fatteli contare uno per uno - gamberetti. Poi, fatte le spese, ritorna.

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Ah, e prendi anche da Tauborio sei corone di rose, e già che ci sei invita Grazia, ma subito! $@Antologia Palatina - Libro quinto %187%|186| POSIDIPPO Non pensare d'ingannarmi, di convincermi con le tue lacrime, Filenide. Io lo so bene: assolutamente più di me non ami nessuno - fino a quando sei a letto con me; ma se stessi insieme ad un altro, diresti che ami più lui. $@Antologia Palatina - Libro quinto %188%|187| MELEAGRO Di' a Licenide, Dorcade: "Vedi come nell'artificio d'amore sei stata scoperta: il tempo rivela l'amore posticcio". $@Antologia Palatina - Libro quinto %189%|188| LEONIDA Sono innocente; non ho colpe verso l'Amore, ne chiamo a testimone la dea Afrodite: sono stato colpito dall'arco ingannevole e ridotto in cenere; freccia dopo freccia mi getta, brucianti, e non smette mai di colpirmi, neanche un momento. Io, mortale, ho scoperto il colpevole, e se è mortale anche il dio, mi vendicherò; per difesa sarò accusatore. $@Antologia Palatina - Libro quinto %190%|189| ASCLEPIADE Lunga è la notte d'inverno, il sole tramonta fra le Pleiadi e io sono là, bagnato, alla sua porta, colpito dal desiderio dell'ingannatrice. No, non è amore questo che mi ha mandato Afrodite, ma una freccia [angosciosa di fuoco. $@Antologia Palatina - Libro quinto %191%|190|

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MELEAGRO Onde amare d'Amore, gelosie che soffiate senza tregua, tempesta dei miei bagordi, dove andrò se è allentata la barra della ragione? Tornerò ancora una volta alla lussuria di Scilla? $@Antologia Palatina - Libro quinto %192%|191| MELEAGRO Stelle, e tu luna, che dai la tua splendida luce agli amanti, e tu notte, e tu, strumento di gozzoviglie, dite: la troverò ancora sul letto, la lussuriosa, senza sonno, con la luce accesa, piangente? O avrà qualcuno nel letto? Legherò corone di supplice bagnate di lacrime alla sua soglia, con scritto: "A te, Afrodite, Meleagro, iniziato fedele dei tuoi misteri, offre le spoglie della sua passione". $@Antologia Palatina - Libro quinto %193%|192| MELEAGRO Se vedi nuda Calistio, dirai, straniero: che nel suo nome piuttosto che la #a#, si deve mettere l'#u#. $@Antologia Palatina - Libro quinto %194%|193| DIOSCORIDE La bella Cleo mi ha fatto, Adone, sua preda colpendosi il candido petto nella tua veglia. Se per me fa altrettanto, anche a costo ch'io muoia, niente scuse: che mi prenda a compagno della sua traversata. $@Antologia Palatina - Libro quinto %195%|194| POSIDIPPO O ASCLEPIADE

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Gli Amori stessi hanno visto la tenera Irene, mentre uscivano dalle stanze della dea Afrodite: fiore divino dai piedi alla testa, come scolpito nel marmo, e tutto ricolmo di grazie virginee. E allora scoccarono molte frecce sui giovani dalle corde purpuree dei loro archi. $@Antologia Palatina - Libro quinto %196%|195| MELEAGRO Le tre Grazie, tripla corona, circondano il letto di Zenofila, simbolo di una tripla bellezza. L'una ha infuso al suo corpo il desiderio, l'altra alla sua figura la seduzione, la terza dolcezza alla sua parola. Tre volte felice la donna alla quale Afrodite ha ornato il letto, la Persuasione il discorso, Amore la dolce bellezza! $@Antologia Palatina - Libro quinto %197%|196| MELEAGRO A Zenofila Amore ha dato bellezza, Afrodite il filtro che rende dolce l'amplesso, le Grazie hanno dato la grazia. $@Antologia Palatina - Libro quinto %198%|197| MELEAGRO Sì, per i riccioli seducenti di Timo, per la pelle fragrante di Demo che toglie il sonno, per gli amabili giochi di Iliade e per la fiaccola insonne che ha visto tante mie gozzoviglie, solo un po' di respiro, Amore, è rimasto sulle mie labbra; se vuoi anche questo, dillo: lo esalerò volentieri. $@Antologia Palatina - Libro quinto %199%|198| MELEAGRO No, per i capelli di Timo, per il sandalo di Eliodora, per il vestibolo tutto olezzante della piccola Demo,

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per il sorriso florido di Anticlea dai grandi occhi, per le corone di fiori freschi di Dorotea, non contiene più armi, Amore, la tua faretra: dentro di me sono tutte quante le frecce. $@Antologia Palatina - Libro quinto %200%|199| EDILO Il vino, i brindisi infidi, l'amore soave di Nicagora hanno addormentato Aglaonice. Ancora stillanti di profumo, le spoglie del suo desiderio di vergine sono consacrate ad Afrodite; ed i sandali, e la delicata fascia che cingeva il suo seno, testimoni del sonno e della violenza. $@Antologia Palatina - Libro quinto %201%|200| Il croco, le corone d'edera scura di Alesso che spirano ancora profumi, sono qui dedicati al dolce Priapo, che guarda con occhi lascivi i doni, ricordo della festa notturna. $@Antologia Palatina - Libro quinto %202%|201| Leontide ha vegliato fino alla splendida stella mattinale, godendo il bellissimo Stenio; in ricordo di questa notte offre ad Afrodite la cetra che ha suonato in grazia alle Muse. $@Antologia Palatina - Libro quinto %203%|202| ASCLEPIADE O POSIDIPPO La frusta purpurea, le redini scintillanti ti offre Plangone, nel portico dai bei cavalli, dopo aver vinto al trotto la focosa Filenide, quando nella sera cominciano a nitrire i puledri. Adorata Afrodite, concedi alla sua vittoria gloria infallibile e rendi questo dono perpetuo.

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$@Antologia Palatina - Libro quinto %204%|203| ASCLEPIADE Lisidice ti consacra, Afrodite, lo sprone equestre, ornamento delle sue belle gambe, con cui tante volte ha montato a cavallo, e mai le sue cosce, mosse agilmente, si sono macchiate di sangue: senza bisogno di pungoli compiva la corsa: per questo appende l'oggetto dorato alla porta del tempio. $@Antologia Palatina - Libro quinto %205%|204| MELEAGRO Lo scafo di Timario, un tempo vascello veloce, non lo fa navigare Afrodite, per quanto remi; sono curve le spalle sul dorso, come l'asta sull'albero; i bianchi capelli come stragli mollati; i seni flaccidi, come vele allentate; tutto il ventre è segnato e attraversato da rughe; sotto, la barca fa acqua, e la salsedine invade la stiva; il rollio fa tremare i ginocchi. Povero chi, ancora vivo, attraversa lo stagno d'Acheronte a bordo di questa vecchia carcassa. $@Antologia Palatina - Libro quinto %206%|205| La ruota di Nico, capace di attirare un uomo oltremare, di fare uscire dalle stanze i ragazzi, cesellata in oro, tagliata in ametista trasparente, ti viene consacrata, Afrodite, in dono prezioso, legata al centro con morbida lana purpurea d'agnello: è questa l'offerta della maga di Larisa. $@Antologia Palatina - Libro quinto %207%|206| LEONIDA Melo e Satira, figlie mature di Antigenida, ancelle fedeli delle Muse Pimpleidi, consacrano a loro, Melo il flauto agile

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e l'astuccio di bosso che lo custodisce, Satira, amante d'amore, la sua zampogna notturna, compagna ai bagordi dei bevitori, dolce strumento col quale vedeva l'aurora sorgere dalla notte, e bussava alle porte. $@Antologia Palatina - Libro quinto %208%|207| ASCLEPIADE Bitto e Nannio, ragazze di Samo, non vogliono accettare l'impero di Afrodite e le sue leggi, e disertano da altre parti, non belle. Divina Afrodite, punisci le donne che abbandonano il letto a te sacro. $@Antologia Palatina - Libro quinto %209%|208| MELEAGRO Non ho passione per i ragazzi. Ditemi, Amori, che c'è di bello nel cercare gli uomini, che vogliono prendere e non dare niente? Una mano lava l'altra, ed io voglio una bella: vadano alla malora i maschi e le loro strette! $@Antologia Palatina - Libro quinto %210%|209| POSIDIPPO O ASCLEPIADE Sulla tua riva, Afrodite, signora di Citera e Pafo, Cleandro vide Nico, che nuotava tra i flutti azzurri, e fu acceso d'amore: sì, dalla ragazza bagnata vennero a lui carboni ardenti. E nel tempo che lui naufragava in terra ferma, la spiaggia benigna ricevette lei che veniva dal mare. Ora hanno entrambi lo stesso desiderio d'amore; non furono vane le preghiere innalzate per lei sulla riva. $@Antologia Palatina - Libro quinto %211%|210| ASCLEPIADE Con la sua bellezza Didima mi ha catturato, ed io mi struggo

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come cera accanto al fuoco, contemplando la sua bellezza. Se anche è mora, che importa? Così i carboni: quando bruciano brillano come corolle di rose. $@Antologia Palatina - Libro quinto %212%|211| POSIDIPPO Lacrime e feste, perché mi attirate prima ancora che metta il piede fuori dal fuoco, in un altro incendio d'amore? Non cesserò mai dunque d'amare e sempre il desiderio che non discerne mi porterà nuove pene della divina Afrodite? $@Antologia Palatina - Libro quinto %213%|212| MELEAGRO Sempre il suono d'Amore s'insinua nelle mie orecchie e l'occhio offre in silenzio al desiderio un tributo di lacrime. Né la notte né il giorno mi danno riposo; per opera degli incanti sta sul mio cuore un suggello visibile. Amori alati, che così bene sapete volarmi addosso, non avete mai la forza per volare lontano? $@Antologia Palatina - Libro quinto %214%|213| POSIDIPPO Se Pizia ha qualcuno, me ne vado; però se dorme sola, ti prego in nome di Dio, chiamala per un momento; di' la parola d'ordine: "È venuto ubriaco, passando tra i ladri sotto la guida ardita d'Amore". $@Antologia Palatina - Libro quinto %215%|214| MELEAGRO Ho dentro di me un Amore che gioca a palla, e a te, Eliodora, rimanda il mio cuore vibrante. Accettalo, gioca anche tu; ma se mi respingi via da te, non tollererò questo gioco scorretto.

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$@Antologia Palatina - Libro quinto %216%|215| MELEAGRO Ti prego, Amore, dà pace al mio desiderio insonne per Eliodora, abbi compassione della mia supplice Musa; lo giuro sul tuo arco, che non sa prendere altri di mira, e sempre su me rovescia le frecce alate, se mi uccidi lascerò scritta una voce che dica: "Guarda, straniero, un assassinio d'Amore". $@Antologia Palatina - Libro quinto %217%|216| AGAZIA SCOLASTICO Se ami, non mostrare mai un animo abbandonato, distrutto, pieno di suppliche, fragile; al contrario sii dignitoso, tieni alta la fronte, e guarda con occhi avari. Così sono le donne: fuggono gli uomini troppo superbi, ma si fanno beffe di quelli che ispirano pena. L'amante perfetto è chi sa mescolare entrambe le cose, e nelle sue pene mette un po' di fierezza. $@Antologia Palatina - Libro quinto %218%|217| PAOLO SILENZIARIO In forma d'oro Zeus ha violato la vergine Danae, dopo essere penetrato nella sua stanza di bronzo. Il mito significa questo: il denaro, che tutto domina, vince anche le mura di bronzo e le catene. Sfida tutti i chiavistelli e le chiavi, piega le donne orgogliose così come ha piegato il cuore di Danae. L'amante che offre denaro può fare a meno d'invocare la signora di Pafo. $@Antologia Palatina - Libro quinto %219%|218| AGAZIA SCOLASTICO Ricordate il fiero Polemone, che nella #Donna Rapata#

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di Menandro, tagliava i capelli alla moglie Glicera? Un altro Polemone l'ha imitato e con mano oltraggiosa ha tagliato a Rodante i capelli; non solo, ma, sostituendo all'azione comica la sofferenza della tragedia, ha frustato la tenera giovane. Vendetta di un uomo geloso: qual era la colpa, se ha avuto pietà del mio struggimento? Sciagurato: ci ha separati mettendo in mezzo tra noi il livore maligno della sua gelosia. Certo, lui è l'#Odiato#, ma io sono il #Bisbetico# da quando non vedo più la #Donna rapata.# $@Antologia Palatina - Libro quinto %220%|219| PAOLO SILENZIARIO Rubiamoli i baci, Rodope, e l'opera amabile e rischiosa insieme della dea dell'amore. È dolce nascondersi, sfuggire all'occhio vigile dei sorveglianti: più di quelli esposti sono piacevoli i letti segreti. $@Antologia Palatina - Libro quinto %221%|220| AGAZIA SCOLASTICO Seppure la canizie ti ha calmato, adesso, e smorzato l'assillo bruciante della passione amorosa, vorrei che non scordassi, Cleobulo, i desideri della giovinezza e avessi pietà per i dolori dei giovani. Non irritarti per cose che sono consuete, e non tagliare alla tenera giovane tutti i capelli. A lei finora sei stato caro alla stregua di un padre, ed adesso d'improvviso sei diventato un padrone. $@Antologia Palatina - Libro quinto %222%|221| PAOLO SILENZIARIO Fino a quando vorremo nascondere gli sguardi ardenti e lanciarci l'uno con l'altra occhiate furtive? Diciamo apertamente la nostra passione, e se qualcuno spezza i dolci legami che sciolgono tutte le pene, rimedio per entrambi sarà una spada: per noi è meglio cercare insieme la vita o insieme la morte.

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$@Antologia Palatina - Libro quinto %223%|222| AGAZIA SCOLASTICO Se prende il plettro in mano e tocca la cetra, la ragazza gareggia col suono della musa Tersicore; se la sua voce irrompe nel gesto della tragedia, riproduce il rimbombo di Melpomene stessa; se ci fosse una gara di bellezza, Afrodite in persona sarebbe vinta, anche a giudizio di Paride. Ma su di noi silenzio, che non senta Dioniso ed abbia invidia per l'amore della mia Arianna. $@Antologia Palatina - Libro quinto %224%|223| MACEDONIO Stella del mattino, non fare violenza all'amore, non imparare stando vicino ad Ares, ad avere un cuore feroce! Come un tempo, vedendo il sole nella casa di Climene, non hai affrettato il tuo passo all'Oriente, così a me, nella notte che tarda a sorgere per il mio desiderio, vieni lentamente, come fai tra i Cimmeri. $@Antologia Palatina - Libro quinto %225%|224| MACEDONIO Lascia, Amore, il mio cuore e il mio fegato; se tu desideri colpirmi ancora, colpisci altre parti del corpo. $@Antologia Palatina - Libro quinto %226%|225| MACEDONIO È una ferita questo mio amore, e il sangue della ferita è il pianto che scorre, e mai la piaga si chiude. La mia malattia è disperata, e neanche Macaone può darmi i farmaci lenitivi che occorrono. Se io sono Telefo, sii tu per me, ragazza, un Achille leale: con [la bellezza

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mi hai colpito; con la stessa bellezza guarisci il mio desiderio. $@Antologia Palatina - Libro quinto %227%|226| PAOLO SILENZIARIO Occhi miei, fino a quando suggerete voi il nettare degli Amori, ed avrete l'audacia di bere la bellezza schietta? Fuggiamo lontano più che è possibile e, nella bonaccia, offrirò ad Afrodite benigna libagioni prive di vino. Ma se anche là sarò in preda all'assillo, bagnatevi allora di lacrime gelide, ad espiare un giusto castigo, giacché per colpa vostra sono giunto a una tale fucina di fuoco. $@Antologia Palatina - Libro quinto %228%|227| MACEDONIO Ogni anno si fa la vendemmia e mai nessuno tagliando i grappoli, s'interessa ai viticci. Ma te, che hai le braccia di rosa, tesoro dell'anima mia, ti tengo avvinta a me con soavi catene, e vendemmio l'amore; non so aspettare l'estate né un'altra primavera, perché per me sei tutta ricolma di grazie. Così tu possa avere la giovinezza per tutto il tempo, ma se venisse qualche viticcio storto di rughe, lo accoglierò con amore. $@Antologia Palatina - Libro quinto %229%|228| PAOLO SILENZIARIO Per chi ti pettinerai i capelli? per chi curerai le mani tagliando tutt'intorno le unghie? E perché ornerai di porpora il tuo vestito, se non andrai più dalla splendida Rodope? Con gli occhi che più non vedono Rodope, non voglio nemmeno [vedere la luce dorata della splendida aurora. $@Antologia Palatina - Libro quinto %230%|229| MACEDONIO

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Un giorno un pastore, vedendo il pianto di Niobe, si stupì che una roccia potesse versare lacrime. Ma di me che ho pianto nel buio di una lunghissima notte non ha avuto pietà Euippe, che è una roccia vivente. Per entrambi la causa è l'amore; un fiume di pena a Niobe per i suoi figli, a me per la mia passione. $@Antologia Palatina - Libro quinto %231%|230| PAOLO SILENZIARIO Con un solo capello strappato alla sua chioma bionda, Doride mi ha legato le mani come ad un prigioniero di guerra. Io da principio ho riso, convinto che avrei potuto spezzare facilmente le catene della mia bella, ma ho visto che non ne avevo la forza ed ho pianto, come chi è preso nella ferrea morsa dei ceppi. E ora, tre volte infelice, sono sospeso a un capello, stretto e trascinato dove mi porta la mia padrona. $@Antologia Palatina - Libro quinto %232%|231| MACEDONIO La bocca colpisce con le sue grazie, il viso con i suoi fiori, con la passione gli occhi, con la cetra la mano. Rubi la luce con gli occhi, col canto le orecchie: dei poveri ragazzi fai preda in ogni maniera. $@Antologia Palatina - Libro quinto %233%|232| PAOLO SILENZIARIO Bacio Ippomene ed ho la mente fissa a Leandro; quando sono attaccata bocca a bocca a Leandro, ho nell'animo la figura di Xanto; abbracciata a Xanto, ecco che il cuore torna a Ippomene. Sempre rifiuto chi ho tra le braccia, e accogliendo tra le braccia ora l'uno ora l'altro, sempre diversi, mi procuro una grande ricchezza d'amore. Se c'è chi mi biasima, lo lascio volentieri alla miseria di un solo amore.

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$@Antologia Palatina - Libro quinto %234%|233| MACEDONIO "Ti vedrò domani." Ma il domani non viene, e il ritardo s'accresce: è un'abitudine. Questa è la grazia che accordi al mio desiderio; doni volta a volta a chi vuoi, e rifiuti la mia devozione. "Ti vedrò questa sera." Ma quando è sera per una donna? Quando è vecchia, e piena d'innumerevoli rughe. $@Antologia Palatina - Libro quinto %235%|234| PAOLO SILENZIARIO Io che prima, nella mia giovinezza, avevo un animo rigido e rifiutavo la legge di Afrodite, che manda l'assillo, inaccessibile un tempo alle frecce d'amore che distruggono il [corpo, ora a te, Afrodite, chino la testa quasi canuta. Accoglimi col tuo riso, poiché hai vinto Atena, la saggia, più che nella gara per la mela dorata. $@Antologia Palatina - Libro quinto %236%|235| MACEDONIO Sei venuta insperata al mio desiderio, hai stupito e scosso l'immaginazione dentro il mio animo. Tremo, e nel profondo il mio cuore è sconvolto dall'assillo, il respiro soffocato dall'onde d'amore. Salvami tu da questo naufragio in terraferma, ti prego, salvami, e accoglimi dentro il tuo porto. $@Antologia Palatina - Libro quinto %237%|236| PAOLO SILENZIARIO Sì, forse la punizione di Tantalo, laggiù, nel regno dei morti, è più leggera del dolore che mi tormenta. Non gli è impedito, vedendo la tua bellezza, di unire le sue labbra alle tue, più tenere delle corolle di rosa.

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E dunque piange senza ragione: teme soltanto la pietra che incombe, ma più che una volta non può morire. Io, ancor vivo, sono distrutto dall'assillo amoroso, ed ho vicina nel mio sfinimento la morte. $@Antologia Palatina - Libro quinto %238%|237| AGAZIA SCOLASTICO Piango per tutta la notte; poi, quando arriva l'alba e mi porta la grazia di un po' di riposo, mi garriscono intorno le rondini e mi riportano a piangere, allontanando da me il dolce sonno. Scrutano gli occhi e non vedono, perché il pensiero di Rodante torna di nuovo a sconvolgermi l'anima. Smettetela, chiacchierone gelose! non sono stato io a tagliare la lingua di Filomela; andate a piangere Iti sui monti, a lamentarvene sulle rocce che offrono nido alle upupe, lasciatemi dormire un poco: forse mi verrà un sogno a riportare Rodante tra le mie braccia. $@Antologia Palatina - Libro quinto %239%|238| MACEDONIO Perché sguainare la spada? Lo giuro sulla tua testa, amore mio, che non è per fare niente contro Afrodite, ma per mostrarti come Ares, per quanto aspro, si piega ai voleri della morbida dea dell'amore. Questa spada mi guida nel cammino del mio desiderio e non ho bisogno di specchi, perché mi ci vedo riflesso, bello come lo è sempre chi ama; ma se tu mi scordi, ecco che la spada affonderà nel mio fianco. $@Antologia Palatina - Libro quinto %240%|239| PAOLO SILENZIARIO Si è spenta la fiamma del fuoco e io più non soffro, ma muoio ghiacciato dalla dea signora di Pafo. Già s'insinua nelle mie carni e più ancora nelle ossa e nel cuore, con l'ansia che tutto consuma, Amore amaro. La fiamma dei sacrifici, quando tutte le offerte sono bruciate,

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non più alimentata, si raffredda da sola. $@Antologia Palatina - Libro quinto %241%|240| MACEDONIO Cerco l'amore con l'aiuto dell'oro. Non è con l'aratro, né con la vanga che si compie il lavoro delle api, ma con la rugiada di primavera; l'oro allo stesso modo è il servitore sottile della dolce Afrodite. $@Antologia Palatina - Libro quinto %242%|241| PAOLO SILENZIARIO "Addio", stavo per dirti, ma poi torno indietro e ritiro la mia parola e ti resto accanto. Temo non meno la lontananza angosciosa da te che la notte amara dell'Acheronte. La tua luce è come quella del giorno, ma il giorno è muto e tu invece mi rechi una parola più dolce del canto delle Sirene; ad essa sono sospese tutte quante le speranze della mia anima. $@Antologia Palatina - Libro quinto %243%|242| ERATOSTENE SCOLASTICO Come vidi Melita, il pallore mi prese. Insieme con lei c'era il marito, e così dissi tremando: "Posso togliere il catenaccio dalla tua porta, e liberare la spranga della mia porta, e penetrare la soglia umida oltre il vestibolo, facendo entrare fino in fondo la chiave?". Disse ridendo e guardando il marito in tralice: "Sta' lontano dal mio vestibolo, o perdi gli arnesi!". $@Antologia Palatina - Libro quinto %244%|243| MACEDONIO Ho sognato una notte che tenevo stretta fra le mie braccia

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la ragazza che è tutta un sorriso. Mi accontentava in ogni cosa, mi permetteva di accostarmi al suo corpo con ogni carezza. Però Amore invidioso mi ha teso un agguato notturno, ed ha disperso il nostro amplesso, interrompendomi il sonno. Sì, neppure nel sogno Amore mi lascia godere il frutto del dolcissimo abbraccio. $@Antologia Palatina - Libro quinto %245%|244| PAOLO SILENZIARIO Sono lunghi e sonori i baci di Galatea, morbidi quelli di Demo, Doride morde. Chi è la più seducente? Non è l'orecchio che giudica i baci: e a Doride darò il mio voto quando avrò gustato le sue labbra asprigne. Mio cuore, come ti sei smarrito! conosci i morbidi baci di Demo, e la dolcezza rugiadosa della sua bocca. Rimani a quelli; ben meritata è la sua vittoria, e se qualcuno ha gusti diversi, non mi strapperà mai da Demo. $@Antologia Palatina - Libro quinto %246%|245| MACEDONIO Ridi, e il tuo riso è un nitrito che prelude all'amplesso; mi fai un lieve cenno; ma inutilmente mi provochi. Ho giurato e spergiurato che a chi rifiuta l'amore mai avrei rivolto uno sguardo d'amore. Gioca da sola a baciare; schiocca da sola le labbra nude, che non s'incontrano con altre labbra. Io me ne vado per un'altra strada. Tante altre ci sono migliori di te, al servizio dell'amorosa Afrodite. $@Antologia Palatina - Libro quinto %247%|246| PAOLO SILENZIARIO Dolce è il bacio di Saffo, dolci le strette delle sue candide braccia, dolci tutte le membra, ma il cuore è d'acciaio indomabile; Amore giunge fino alle labbra, appartiene alla verginità tutto quanto è più oltre. Chi è in grado di reggere a questo? Forse chi può sopportarlo sopporterà facilmente anche la sete di Tantalo.

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$@Antologia Palatina - Libro quinto %248%|247| MACEDONIO Costanza, di nome ma non di fatto... eppure l'avevo creduto udendo il tuo bel nome, ma sei più amara per me della morte. Sfuggi a chi t'ama, e chi non t'ama lo insegui, per sfuggirlo a sua volta, quando si sia innamorato. La tua bocca è un amo che fa impazzire: io l'ho morsa, e mi tiene sospeso alle tue labbra rosate. $@Antologia Palatina - Libro quinto %249%|248| PAOLO SILENZIARIO Mano sacrilega, hai osato afferrare un ricciolo d'oro e, senza mollare la presa, hai osato strapparlo? Non ha frenato la tua audacia la voce pietosa, lo scempio dei capelli, il collo morbidamente piegato? Inutilmente ora batti e ribatti la fronte: non potrai più accostare al suo seno le mani. Ti prego, signora, non darmi un così grande castigo; accetterei volentieri piuttosto un colpo di spada. $@Antologia Palatina - Libro quinto %250%|249| IRENEO REFERENDARIO Orgogliosa Rodope, hai finalmente ceduto alle armi di Afrodite, hai lasciato la tua tracotante superbia. Ora mi hai tra le braccia e nel tuo letto; e io giaccio incatenato, e non voglio tornare più libero. Così si riversano le anime e i corpi degli uomini si uniscono, portati via dalla corrente d'amore. $@Antologia Palatina - Libro quinto %251%|250| PAOLO SILENZIARIO Quant'è soave, amici miei, il sorriso di Laide, quanto sono soavi le lacrime che versa nel dolce moto degli occhi.

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Ieri piangeva senza motivo, appoggiando sulla mia spalla a lungo la testa china. Piangeva, ed io la baciai, e come da una sorgente fresca le lacrime si riversavano sulle bocche accostate. "Perché piangi?" le chiesi, e lei così mi rispose: "Temo che tu mi abbandoni. Siete tutti spergiuri". $@Antologia Palatina - Libro quinto %252%|251| IRENEO REFERENDARIO Giri gli occhi che svelano un fuoco segreto, e protendi le labbra tinte di lieve rossetto, e ridendo forte scuoti lo splendore dei riccioli, e vedo abbandonarsi le mani superbe. Ma non è spezzato l'orgoglio del tuo cuore altero, no, non ti ammorbidisci neppure appassendo. $@Antologia Palatina - Libro quinto %253%|252| PAOLO SILENZIARIO Gettiamo, amore mio, le vesti ed accostiamoci, il mio corpo nudo e il tuo corpo nudo intrecciati, e niente sia in mezzo; la tua veste leggera mi sembra come le mura di Semiramide. Avviciniamo l'uno all'altro il petto e le labbra; sul resto silenzio: non mi piace il parlare indecente. $@Antologia Palatina - Libro quinto %254%|253| IRENEO REFERENDARIO Perché chini la testa e guardi per terra, Crisilla, e giochi ad armeggiare con la tua cintura? Il pudore è lontano dalla dea dell'amore: se taci, fammi almeno un cenno, che le sei sottomessa. $@Antologia Palatina - Libro quinto %255%|254| PAOLO SILENZIARIO

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Avevo giurato, amore mio, che ti sarei stato lontano fino al compiersi - povero me! - di dodici giorni. Ma non ho retto e già l'indomani mi è apparso, su te stessa lo giuro, più lontano di dodici mesi. Prega gli dei, cara, che non scrivano nel registro delle pene i miei giuramenti; placa con le tue grazie il mio cuore: fa' sì che non mi bruci, divina, la tua sferza, e neanche quella degli dei beati. $@Antologia Palatina - Libro quinto %256%|255| PAOLO SILENZIARIO Ho visto gli amanti: le labbra confitte nelle labbra dell'altro con frenesia smisurata, non erano sazi del generoso amore, ma desiderando, fin che è possibile, penetrare nel cuore l'uno dell'altro, placavano appena la stretta del loro bisogno vestendo le morbide vesti l'uno dell'altro. Lui era simile in tutto ad Achille, com'era l'eroe, nel palazzo di Licomede, ma la ragazza, con il chitone che le arrivava fino al bianco ginocchio, sembrava Febe. E ancora di nuovo le labbra si univano, poiché era in loro la fame della passione che non dà tregua, che distrugge le membra. È più facile sciogliere l'intreccio dei rami di vite, cresciuti insieme nel lungo corso del tempo, che per gli amanti sciogliere i loro corpi intrecciati nel reciproco abbraccio, stretto e morbido insieme. Tre volte felice, mia cara, chi è avvolto da queste catene, tre volte felice, mentre noi bruciamo lontani. $@Antologia Palatina - Libro quinto %257%|256| PAOLO SILENZIARIO Ieri sera Galatea mi ha sbattuto in faccia la porta, aggiungendo all'atto anche parole oltraggiose; "L'oltraggio è la fine dell'amore": proverbio insensato: l'oltraggio alimenta piuttosto la mia bruciante passione. Ho giurato di restare lontano da lei un anno intero ed eccomi, ahimè, già questa mattina, che vengo a supplicarla. $@Antologia Palatina - Libro quinto %258%|257| PALLADA

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Ora capisco: Zeus non è un vero amatore, se non si trasforma per questa fiera bellezza, che pure per fascino non è inferiore ad Europa, e neanche a Danae, e neanche alla tenera Leda. Ma forse non vuole puttane: è noto che la sua arte è di sedurre le vergini di sangue regio. $@Antologia Palatina - Libro quinto %259%|258| PAOLO SILENZIARIO Preferisco le tue rughe, Filinna, al fiore di tutta la giovinezza: amo tenere fra le mie mani i tuoi seni, tremolanti in punta, piuttosto che i seni tutti ritti di una ragazzina. Il tuo crepuscolo vale più della sua primavera, il tuo inverno è più caldo dell'estate di altre. $@Antologia Palatina - Libro quinto %260%|259| PAOLO SILENZIARIO I tuoi occhi sono pesanti, Cariclo, esalano amore, come se fossi appena alzata dal letto. I capelli sono scomposti, il raggio delle guance rosate è adesso pallore livido, il corpo è afflosciato. Sono questi i segni della battaglia notturna? Vola al di sopra di ogni gioia umana quell'uomo che ti tiene tra le sue braccia; ma se ti strugge un amore ardente, vorrei che per me ti struggesse. $@Antologia Palatina - Libro quinto %261%|260| PAOLO SILENZIARIO Una fascia ferma i tuoi capelli? Io mi struggo dal desiderio, mi sembra di vedere Rea ornata di torri. Hai il capo scoperto? Il cuore mi esce, mi si riversa dal petto alla vista della tua chioma bionda. Nascondi in un velo bianco i tuoi riccioli? Allora il mio cuore è posseduto da una fiamma ancora più aspra.

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A questa triplice forma si accompagna la trinità delle Grazie, ed ogni forma accende in me un fuoco suo proprio. $@Antologia Palatina - Libro quinto %262%|261| AGAZIA SCOLASTICO Non amo il vino; però se mi vuoi ubriacare gustalo tu per prima, e allora l'accetto. Se lo toccherai con le labbra, non è facile restare sobrio, e neanche sfuggire alla mia dolce coppiera. La coppa trasporta il bacio da te fino alla mia bocca, e mi annuncia la grazia che ha ricevuta. $@Antologia Palatina - Libro quinto %263%|262| PAOLO SILENZIARIO Ahimè, l'invidia impedisce le dolci chiacchiere e gli sguardi, e il linguaggio segreto degli occhi. Siamo sbigottiti dall'occhio vigile della vecchia che è accanto, come dai cento occhi del guardiano di Io. Resta pure a spiare, tormentati il cuore invano: non allungherai i tuoi occhi fin dentro l'anima. $@Antologia Palatina - Libro quinto %264%|263| AGAZIA SCOLASTICO Lampada, non fare mai la muffa, e non annunciare la pioggia, non impedire che venga il mio amore. Hai sempre invidia tu per Afrodite? E quando Ero si unì a Leandro... ma sul resto silenzio, mio cuore. Tu appartieni ad Efesto, e penso che, disturbando Afrodite, non fai che servire al rancore del tuo padrone. $@Antologia Palatina - Libro quinto %265%|264| PAOLO SILENZIARIO Perché mi rimproveri i miei capelli, bianchi come quelli di un [vecchio,

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e gli occhi gonfi di pianto? Ecco gli scherzi del nostro amore, ecco gli affanni del desiderio inappagato ed il segno delle frecce e le veglie nella lunghissima notte. Così i fianchi si sono tutti già raggrinziti, pende flaccida la pelle sotto la gola. Quanto è giovane e vivo il fiore di fuoco, tanto invecchia il mio corpo per la pena che rode le membra. Abbi pietà di me; fammi la grazia, e vedrai che subito la pelle rifiorirà e la testa sarà ancora nera. $@Antologia Palatina - Libro quinto %266%|265| COMETA CARTULARIO Fillide volgeva gli occhi a cercare la nave, il giuramento vagava lontano e Demofonte le era infedele. Ora eccomi qui, il tuo Demofonte fedele, sulla riva del mare; ma come mai sei tu, Fillide, diventata infedele? $@Antologia Palatina - Libro quinto %267%|266| PAOLO SILENZIARIO Si dice che chi viene morso da un cane rabbioso vede nell'acqua l'immagine della belva feroce. Amore ha piantato rabbiosamente in me i suoi denti terribili, e ha fatto preda delle sue smanie il mio cuore. La tua adorabile immagine io la vedo nel mare, nell'acqua dei fiumi, nella coppa che mi versa il vino. $@Antologia Palatina - Libro quinto %268%|267| AGAZIA SCOLASTICO - Perché piangi? - Amo. - Chi ami? - Una ragazza. - Bella? - Bella almeno appare ai miei occhi. - E dove l'hai trovata? - Là: ero andato a pranzare e l'ho vista seduta al mio stesso tavolo. - E speri di averla? - Certo, però non voglio che il nostro amore sia pubblico: deve restare nascosto. - Vuoi evitare il matrimonio legittimo? - So troppo bene che sono piuttosto scarse le sue sostanze. - Lo sai? Allora menti, e non è vero che ami. Come può un'anima folle d'amore, fare i calcoli giusti?

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$@Antologia Palatina - Libro quinto %269%|268| PAOLO SILENZIARIO Nessuno più abbia paura dei dardi del desiderio; il violento Amore ha vuotato su me la faretra. Nessuno più tremi al suo battito d'ali; da quando è montato sopra di me col suo piede feroce, resta lì fermo, impassibile, e non si muove: sembra che in mio onore si sia tagliato le ali. $@Antologia Palatina - Libro quinto %270%|269| AGAZIA SCOLASTICO Una volta rimasi solo a giacere in mezzo a due donne, desiderando l'una, desiderato dall'altra. Quella che mi amava mi tirava verso di sé, ma io, come un ladro, risparmiavo le labbra per baciare quell'altra, e ingannavo la gelosia della prima, temendo le critiche, e il pettegolezzo che minacciava la fine del nostro amore. Alla fine, stufo, ho gridato: "Quant'è difficile amare ed essere amato, per chi ha questo doppio tormento". $@Antologia Palatina - Libro quinto %271%|270| PAOLO SILENZIARIO Come la rosa non ha bisogno di corone, così neppure tu, mia divina, di vesti né di diademi intessuti di pietre preziose. Le perle sono sconfitte dalla tua pelle e l'oro non ha il fulgore dei tuoi capelli liberi al vento. Lo zaffiro dell'India ha la grazia del fuoco splendente, ma molto molto più debole degli sguardi che getti. Nelle labbra rugiadose e nella soave armonia dei tuoi seni sta la cintura della dea signora di Pafo. Tutto questo mi avvince, ma solo gli occhi m'incantano perché in essi sfavilla una speranza dolcissima. $@Antologia Palatina - Libro quinto %272%|271| MACEDONIO

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Quella che un tempo impazzava in mezzo alle donne, scuotendo lascivamente le nacchere d'oro, ora la possiede la vecchiaia, ed una implacabile malattia; gli amanti che un tempo venivano tanto a pregarla, ora hanno schifo di lei: la luna s'è eclissata e non c'è più congiunzione. $@Antologia Palatina - Libro quinto %273%|272| PAOLO SILENZIARIO Ho i suoi seni nelle mie mani, sulla bocca la bocca, e nella follia incontenibile divoro il suo candido collo. Ma non ho posseduto tutto ancora l'amore; ancora mi affanno a inseguire la vergine che mi rifiuta il suo letto. Solo per metà appartiene ad Afrodite, e l'altra ad Atena: io tra le due sto in mezzo e mi consumo. $@Antologia Palatina - Libro quinto %274%|273| AGAZIA SCOLASTICO Quella che un tempo andava superba del suo splendore, e scuoteva i riccioli ben pettinati, altezzosa, quella che si vantava delle mie pene, adesso ha perduto la grazia di allora ed è tutta piena di rughe. Le cascano i seni, le pendono le sopracciglia, si spegne lo sguardo, le labbra balbettano solo suoni decrepiti. È la canizie la Nemesi del desiderio: arrivando più presto, giustamente punisce le donne orgogliose. $@Antologia Palatina - Libro quinto %275%|274| PAOLO SILENZIARIO La mia immagine, che Amore audace aveva impresso un tempo nella calda profondità del tuo cuore, ahimè, l'hai sputata via; ed io non me lo aspettavo, e serbo in me intatta l'impronta del tuo splendore. Barbara, la mostrerò al sole ed al dio dei morti, e contro di te chiederò giustizia a Minosse.

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$@Antologia Palatina - Libro quinto %276%|275| PAOLO SILENZIARIO La bella Menecratide, immersa nel sonno diurno, giaceva col braccio piegato intorno alle tempie. Audacemente entrai nel suo letto e già avevo compiuto con gioia metà della strada d'amore, quand'essa si risvegliò dal sonno e con le candide mani mi tirava tutti i capelli sul capo; dopo fu la lotta, e il compimento dell'impresa d'amore, ma la ragazza, piena di lacrime, disse: "Sciagurato, hai fatto ciò che volevi, per cui tante volte ho rifiutato l'oro che la tua mano mi offriva: ma ora tu te ne vai e abbraccerai un'altra donna: siete insaziabili operai di Afrodite". $@Antologia Palatina - Libro quinto %277%|276| AGAZIA SCOLASTICO Ti porto questo velo, mia sposa, splendente di ricami dorati; mettilo sui tuoi capelli, e, gettandolo sopra le spalle, fa' in modo che avvolga il petto candido; sì, soprattutto il tuo petto, che si dispieghi là tutto e protegga i seni: lo indosserai finché ancora sarai ragazza; ma pensa già al letto nuziale, e ad una prospera fioritura di figli, perché io possa allora donarti una cintura d'argento, ed un velo trapunto di pietre preziose. $@Antologia Palatina - Libro quinto %278%|277| ERATOSTENE SCOLASTICO Altri si pigli i ragazzi, io so amare soltanto le donne che si serbano ad un affetto più duraturo. Non sono belli i ragazzi; detesto i loro peli, quegli odiosi peli che crescono con tanta fretta. $@Antologia Palatina - Libro quinto %279%|278| AGAZIA SCOLASTICO

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Afrodite in persona e gli amabili amori si vendicheranno del mio odio struggendomi il cuore vuoto. Se prendo ad amare i ragazzi, mi auguro di non avere successo, di non cadere in errori più grandi di prima. Bastano quelli commessi per donne, e quelli li accetto ma i ragazzi li lascio a quel pazzo di Pittalaco. $@Antologia Palatina - Libro quinto %280%|279| PAOLO SILENZIARIO Cleofantide tarda, e già il terzo lume comincia ad abbassarsi lentamente ed a spegnersi. Oh si spegnesse col lume anche la fiamma del cuore, e non bruciasse più nell'insonne passione. Quante volte ha giurato su Afrodite che sarebbe venuta la sera, ma non ha riguardo per gli uomini né per gli dei. $@Antologia Palatina - Libro quinto %281%|280| AGAZIA SCOLASTICO Anche tu senti il desiderio, Filinna? Anche tu soffri, e ti consumi con gli occhi essiccati dal pianto? Oppure hai un sonno dolcissimo e delle mie pene non hai pensiero, né preoccupazione nessuna? Presto, anche tu, sciagurata, avrai la stessa esperienza, e vedrò le tue guance bagnarsi di lacrime fitte. Afrodite è maligna in tutto, ma almeno una cosa ha di buono: detesta le donne orgogliose. $@Antologia Palatina - Libro quinto %282%|281| PAOLO SILENZIARIO Ieri Ermonassa, mentre, ubriaco di vino, intrecciavo corone intorno alla sua porta, mi ha gettato l'acqua da un calice e mi ha sciupato i capelli, che con tanto tempo e fatica avevo acconciato. Ma l'acqua mi ha infiammato ancora di più, perché il calice aveva in sé il fuoco segreto della sua dolcissima bocca.

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$@Antologia Palatina - Libro quinto %283%|282| AGAZIA SCOLASTICO La flessuosa Melite, giunta alla meta di una lunga vecchiaia, non ha ancora perduto la grazia della giovinezza; le splendono ancora le guance, gli occhi non hanno scordato il loro incantesimo: eppure, non sono pochi i decenni! E le resta l'orgoglio dei giovani: così ho capito che il tempo non può mutare la nostra natura. $@Antologia Palatina - Libro quinto %284%|283| PAOLO SILENZIARIO Ho avuto tutta la notte sul letto la bella Teano, e piangeva tanto da muovere a compassione. Quando la stella serotina è salita all'Olimpo, la rimproverò perché annunciava l'aurora. Niente va secondo il volere di noi, creature caduche; gli adoratori d'amori dovrebbero avere notti boreali. $@Antologia Palatina - Libro quinto %285%|284| RUFINO DOMESTICO Amo tutto di te, ma odio l'occhio che non sa scegliere, che si compiace della vista di uomini odiosi. $@Antologia Palatina - Libro quinto %286%|285| AGAZIA SCOLASTICO Non potendo baciarmi sulla bocca, la divina Rodante distese in mezzo la sua cintura di vergine, e baciò quella, ma io, esperto nell'incanalare, traevo all'altro estremo la corrente d'amore, e aspirando il bacio e schioccando le labbra sulla cinta della ragazza, la baciavo a mia volta a distanza. Un palliativo al nostro tormento: la dolce cintura fu un ponte gettato tra le labbra dell'uno e dell'altro.

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$@Antologia Palatina - Libro quinto %287%|286| PAOLO SILENZIARIO Pensa, Cleofantide, quale fortuna quando un amore violento piomba e sconvolge ugualmente la vita di due persone. Quale guerra, o quale terrore, anche immenso, o quale ritegno può separare coloro che si scagliano ad abbracciarsi? Magari il mio corpo fosse inchiodato dalle catene forgiate dall'incudine a Lemno e da tutta l'arte di Efesto, purché, amore mio, tenga tra le braccia il tuo corpo, ammaliato e vibrante del tuo contatto. E che ci veda uno straniero, un vicino, un passante, idolo mio, o anche un prete, o mia moglie. $@Antologia Palatina - Libro quinto %288%|287| AGAZIA SCOLASTICO Ansioso di sapere se la bella Ereuto mi amava, ho tentato il suo cuore con un astuto espediente: "Parto per una terra lontana: e tu aspettami ferma, serbando memoria della nostra passione". Ha sobbalzato, ha pianto, si è colpita sul volto, si è strappata un ricciolo dei bei capelli; Mi supplicava di rimanere: restio, le ho fatto solo un cenno, uno sguardo di sufficienza. Sono davvero fortunato in amore; volevo restare a tutti i costi, e l'ho concesso come una grazia sovrana. $@Antologia Palatina - Libro quinto %289%|288| PAOLO SILENZIARIO Da quando di soppiatto, mentre bevevo, Cariclo mi ha messo addosso la sua corona, mi strugge una fiamma angosciosa; credo che la corona sia come quella che bruciò un tempo Glauce, figlia del re Creonte. $@Antologia Palatina - Libro quinto %290%|289| AGAZIA SCOLASTICO

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Decrepita come tre cornacchie, più volte, per nostra disgrazia, deve avere ottenuto il rinvio della morte; ha cuore spietato e non si lascia addolcire dall'oro e neanche da coppe enormi di vino forte. Sorveglia senza tregua la ragazza e se la vede lanciare intorno uno sguardo segreto, la picchia, la prende a schiaffi, con arroganza sfrontata, e la dolce creatura piange da fare pena. Se veramente un tempo hai amato Adone, Persefone, abbi pietà del nostro comune dolore. Per tutt'e due ti chiedo una grazia sola: che liberi dalla vecchia la giovane, prima che accada qualcosa di brutto. $@Antologia Palatina - Libro quinto %291%|290| PAOLO SILENZIARIO Di nascosto dallo sguardo della sua mamma, vigile, inquieto, una stupenda ragazza mi ha dato due mele rosate. Forse segretamente ha messo dentro le mele il fuoco incantato della passione. Infelice, quel fuoco mi avvolge tutto, ma invece dei seni, ahimè, mi trovo in mano le mele inanimate. $@Antologia Palatina - Libro quinto %292%|291| PAOLO SILENZIARIO Se mi hai mandato, cara, l'immagine del tuo seno, questo dono è grandissimo, e mi rendi felice. Ma se ti fermi a quel punto, è un torto che tu mi fai: accendi una fiamma violenta, e rifiuti di spegnerla. L'eroe che ferì Telefo, lo sanò dalla ferita; non essere più amara verso di me che un nemico. $@Antologia Palatina - Libro quinto %293%|292| AGAZIA SCOLASTICO Qui la terra, rigogliosa di rami fioriti, mostra tutta la grazia delle foglie e dei frutti. Qui dai cipressi ombrosi gli uccelli cantano

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la tenerezza materna verso i piccoli implumi; i fringuelli mandano un grido acuto, la rana gracida acquattata nella macchia spinosa. Ma quale piacere ho da questo, quando vorrei sentire la tua voce piuttosto che la cetra di Apollo? Un doppio amore mi assedia: l'uno, la nostalgia di vederti, l'altro, di rivedere la soave creatura che a pensarla mi strugge l'anima. Ma mi trattiene lontano dalla cerbiatta, l'impegno delle questioni di legge. $@Antologia Palatina - Libro quinto %294%|293| PAOLO SILENZIARIO Amore violento non ha mai conosciuto le leggi e nessuna, nessuna altra cosa distoglie l'uomo dalla follia dell'amore. Se dunque ti occupa l'impegno degli affari forensi, non è amore profondo quello che c'è nel tuo petto. Quale amore, quando un piccolo braccio di mare è sufficiente a separare il tuo corpo dalla ragazza che ami? Leandro ha mostrato col nuoto qual è la forza d'amore, e non si è dato pensiero delle onde notturne. Tu, mio caro, hai anche le barche, eppure frequenti piuttosto Atena, e respingi indietro Afrodite. Atena possiede le leggi, Afrodite il desiderio: tu dimmi, qual uomo può servire a due padrone, Afrodite ed Atena? $@Antologia Palatina - Libro quinto %295%|294| PAOLO SILENZIARIO La vecchia odiosa era sdraiata accanto alla ragazza, ed appoggiando la schiena di traverso sul letto, faceva da baluardo inaccessibile e, ancora a difesa, una lunga camicia copriva la giovane. Una serva sprezzante aveva chiuso le porte della stanza, e dormiva, stordita dal vino. Pure non ebbi paura: con mano silenziosa, sollevai un poco i battenti e col vento del mio mantello spensi le luci brillanti, poi m'introdussi di lato dentro la stanza, sfuggendo alla guardiana assonnata, e sotto il letto m'insinuai strisciando sul ventre, e mi raddrizzai poco a poco dov'era il varco della difesa; e appoggiando il mio petto sopra il petto della ragazza, m'impadronii del suo seno, mi deliziai del suo volto,

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piena la bocca della dolcezza della sua bocca. Splendida preda le labbra, ed il suo bacio era promessa di una battaglia notturna. Ma non ho dato ancora l'assalto alla fortezza di vergine che ancora possiede intatta, come in una tregua; però quando in un altro incontro attaccheremo battaglia, presto la conquisterò, la sua fortezza di vergine, non mi fermeranno gli spalti; e se avrò successo, intreccerò corone per te, vittoriosa Afrodite. $@Antologia Palatina - Libro quinto %296%|295| LEONZIO Tu tocchi le labbra soavi, coppa; gusta la tua fortuna, e sia pure, ma vorrei tanto essere io al tuo posto. $@Antologia Palatina - Libro quinto %297%|296| AGAZIA SCOLASTICO Fu come sfogliare la margherita il rimbombo del vino dentro la coppa profetica: allora ho saputo che mi ami, però maggiore certezza puoi darmi dividendo il letto con me per tutta quanta la notte. Solo così si sa tutta la verità: agli ubriaconi lascio il piacere d'ascoltare i suoni del vino. $@Antologia Palatina - Libro quinto %298%|297| AGAZIA SCOLASTICO Ai ragazzi non toccano tutte quante le pene che sono toccate in sorte a noi povere donne. Hanno amici della stessa età, ai quali confidano i loro dolori ed affanni con voce sicura. Hanno il conforto dei giochi e possono anche passeggiare per strada, guardando i dipinti; a noi non è concesso neppure vedere la luce: rinchiuse in casa, siamo consunte da pensieri angosciosi. $@Antologia Palatina - Libro quinto %299%|298| GIULIANO, PREFETTO D'EGITTO

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La bella Maria va superba: tu, Giustizia divina, punisci la sua superbia e il suo orgoglio; però ti prego, regina, non con la morte; al contrario, che arrivi ad avere i capelli tutti bianchi e il suo viso si raggrinzi di rughe; la sua canizie sconti le mie lacrime; la sua bellezza l'errore dell'anima, giacché dell'errore fu causa. $@Antologia Palatina - Libro quinto %300%|299| AGAZIA SCOLASTICO "Niente di troppo", ha detto un saggio; ma io mi sentivo piacevole e bello e così mi esaltavo tutto d'orgoglio; mi pareva di avere in mano il suo cuore intero, e lei, lei forse ne approfittava soltanto. Più di me s'impettiva, portava la fronte altera, come a dire che s'era pentita dei modi di prima. Ed ora io, l'uomo di ferro, indomabile, austero, che prima stavo tanto alto, d'improvviso sono caduto. Ora tutto è cambiato, ora cado ai suoi ginocchi gridando "pietà: è stato un errore di giovinezza". $@Antologia Palatina - Libro quinto %301%|300| PAOLO SILENZIARIO L'uomo superbo, che portava alta la fronte ed aggrottava le sopracciglia, ora è zimbello di una debole donna; l'uomo che prima credeva di dominarla con il suo orgoglio, ora è domato, ed ha perduto qualunque speranza. Così lui, caduto, supplica come una femmina, ed è lei ad avere negli occhi un'ira virile. Ragazza dal cuor di leone, se anche la collera è giusta, spegnila: l'hai pur vista Nemesi assai da vicino. $@Antologia Palatina - Libro quinto %302%|301| PAOLO SILENZIARIO Se anche porti il tuo passo più lontano di Meroe, Amore alato mi porterà da te con l'alato pensiero.

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Se anche arrivi all'Oriente, all'Aurora che ha il tuo stesso colore, ti seguirò a piedi per innumerevoli miglia. Se ti mando un dono dal fondo del mare, gradiscilo, cara: è Afrodite marina che te lo manda; sconfitta dalla bellezza del tuo corpo desiderabile, ha perso l'antica fiducia che riponeva nel suo splendore. $@Antologia Palatina - Libro quinto %303%|302| AGAZIA SCOLASTICO Quale via seguire verso l'amore? Per strada ti lagnerai delle puttane vogliose, ed avide d'oro. Se ti accosti a un letto di vergine, arrivi al matrimonio legittimo, oppure a scontare la pena che tocca al seduttore. Risvegliare senza gusto l'amore per la propria moglie, trascinato a compiere l'obbligo, chi potrà sopportarlo? I letti adulteri sono i peggiori, i più lontani dall'amore, e con loro vada la passione per i ragazzi. La vedova allegra si prende un uomo qualunque e si comporta da puttana in tutto e per tutto. La vedova saggia ha appena finito di fare l'amore, e subito è presa da un aspro rimorso e si pente, e odia quello che ha fatto, raccoglie i resti del suo pudore e si ritira ed annuncia solennemente la fine. Se fai l'amore con la tua serva, tu stesso sopporterai di diventare schiavo di schiava. Se con quella di un altro, la legge ti appioppa l'infamia, ed il reato di offesa contro la roba di altri. A tutto questo è scampato Diogene: con la sua mano s'è cantato da sé l'imeneo, senza bisogno di Laide. $@Antologia Palatina - Libro quinto %304%|303| Mi arrivano grida all'orecchio, un frastuono enorme nei trivi: tu te n'infischi, signora di Pafo? Eppure è tuo figlio che passava di là: l'hanno preso tutti quelli che hanno nel cuore il fuoco del desiderio. $@Antologia Palatina - Libro quinto %305%|304| Quand'eri in germoglio non mi hai degnato di un cenno, matura

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mi hai rifiutato; non mi negare almeno un po' di uva passita. $@Antologia Palatina - Libro quinto %306%|305| Una ragazza mi ha dato un bacio di sera, con le labbra umide. Era nettare il bacio (la bocca stillava nettare), e mi ha ubriacato il bacio, a lunghi sorsi ho bevuto l'amore. $@Antologia Palatina - Libro quinto %307%|306| FILODEMO Piangi, mi dici parole toccanti, mi guardi in modo strano, sei gelosa, mi sei sempre addosso, mi baci senza respiro. Questo è amore; ma quando ti dico "eccomi", e tu resti immobile, allora in te d'amore non vedo più niente. $@Antologia Palatina - Libro quinto %308%|307| ANTIFILO Ecco il fiume Eurota, a Sparta, ed ecco Leda senza veli, ed il figlio di Crono nascosto in un cigno. Voi accendete il mio amore infelice. Ed io, in che posso mutarmi? In uccello: se Zeus è cigno, io voglio essere allodola. $@Antologia Palatina - Libro quinto %309%|308| ANTIFILO, O FILODEMO Aspetta, bella. Qual è il tuo dolce nome, e dove posso vederti? Ti darò tutto quello che vuoi. Ma perché non rispondi? Dove stai? Manderò a cercarti. Ma sei di qualcuno? Bella sdegnosa, addio. Neppure addio tu mi dici? Ma io ti cercherò ancora. So come molcire anche donne più aspre di te. Addio per ora, ti dico. $@Antologia Palatina - Libro quinto %310%|309| DIOFANE DI MIRINA

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Tre volte brigante potrebbe chiamarsi amore a ragione: non dorme la notte, è audace, toglie di dosso i vestiti. $@Antologia Palatina - Libro quinto %311%|310| Una pietra sola risplende dei multiformi misteri di Bacco, e sopra gli amorini alati vendemmiano in coro. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %312%|LIBRO DODICESIMO| %313%|1| STRATONE "Cominciamo da Zeus", secondo il precetto di Arato, ma non disturberò quest'oggi voi Muse: se amo i ragazzi e sto insieme ai ragazzi che avranno mai a che fare le Muse con questo? $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %314%|2| STRATONE Non cercare nelle mie pagine Priamo accanto all'altare, i lutti di Medea o quelli di Niobe, Iti nelle sue stanze o gli usignoli nel bosco: questo già a profusione l'hanno scritto gli antichi, ma il dolce Amore misto alle amabili grazie, e Dioniso: a questi l'austerità non si addice. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %315%|3| STRATONE L'appendice dei ragazzi può avere una triplice forma, Diodoro: te ne dirò tutti i nomi. Quando non l'ha ancora toccata nessuno si chiama cosino, pisello quando comincia ad essere florida,

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quando vibra nella mano lucertola, quando è adulta, sai bene come si chiama. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %316%|4| STRATONE Mi piace la floridezza dei dodici anni, però più ancora è desiderabile il ragazzo di tredici; chi ne ha quattordici, è il fiore degli amori più dolci, chi è all'inizio dei quindici dà ancora un piacere più grande; sedici anni è l'età degli dei, diciassette non sono io che li cerco, ma è Zeus medesimo. Se qualcuno li ama più vecchi, non è per il suo piacere, quello che cerca è già "a lui così disse in risposta". $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %317%|5| STRATONE Amo i ragazzi pallidi, ed anche i rosei, ed i biondi: ciò non per tanto mi piacciono anche i moretti. Non disprezzo gli occhi chiari, però più di tutti amo lo splendore lucente degli occhi neri. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %318%|6| STRATONE Culo e oro hanno lo stesso valore numerico: me ne sono accorto contando per caso. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %319%|7| STRATONE La vergine non ha sfintere, e non è semplice il suo bacio, non è profumata la pelle, non ha quel dolce linguaggio postribolare, né quello sguardo schietto, e quanto più impara diventa peggiore. Sono frigide tutte di dietro, e ciò che più conta, non c'è dove posare la mano insinuante.

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$@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %320%|8| STRATONE Passando per i negozi di fiori, ho visto un ragazzo che intrecciava una ghirlanda con grappoli. Mi ha ferito, non ho potuto passare avanti, mi sono fermato e gli ho chiesto piano: "A quanto mi vendi il tuo fiore?". Divenne più rosso delle sue rose e chinandosi mormorò: "Tira di lungo, che non ti veda mio padre". Per la forma ho comprato i fiori, e tornato a casa ho dedicato le corone agli dei, supplicando di averlo. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %321%|9| STRATONE Adesso sei bello, Diodoro, maturo per chi ti ama: se anche ti sposi, noi non ti abbandoneremo. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %322%|10| STRATONE Se anche ti è spuntata la prima peluria e sulle tempie spirali bionde di riccioli, non per questo abbandono il mio amore: che siano capelli, o barba, è mia anche questa bellezza. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %323%|11| STRATONE Ieri notte avevo Filostrato, ma non ce l'ho fatta, benché (come dirlo?) lui fosse disposto a tutto. Amici, non tenetemi più per amico, gettatemi giù da una torre: sono come il piccolo Astianatte, senza asta. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %324%|12| FLACCO

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Sta mettendo la prima peluria Ladone. Bello e crudele con chi lo ama, ama un ragazzo. È veloce la Nemesi. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %325%|13| STRATONE Ho visto medici glabri, infelici in amore, che stavano frizionando un antidoto naturale. Scoperti, mi pregarono di mantenere il silenzio, e io risposi: "D'accordo, ma curerete me pure". $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %326%|14| DIOSCORIDE Se Demofilo, giunto al fiore della sua adolescenza, darà ai suoi amanti, Afrodite, baci simili a quelli che dà a me, adesso che è ancora bambino, la porta di sua madre non sarà più quieta la notte. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %327%|15| STRATONE Una tavola in bagno ha morso il culo di Grafico: se anche il legno ha sentimento, che sarà di me uomo? $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %328%|16| STRATONE Non celare l'amore, Filocrate: basta che il dio medesimo calpesti il mio povero cuore. E tu concedimi un bacio sereno: vedrai, verrà il momento che anche tu ad altri chiederai questa grazia. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %329%|17|

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Non ho nel cuore passione per le donne; fuochi maschili mi mettono sotto carboni inestinguibili. È un incendio maggiore: quanto è più forte della donna l'uomo, altrettanto il desiderio è più acuto. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %330%|18| ALFEO DI MITILENE Infelice chi vive una vita priva d'amore: non si può fare, non si può dire niente senza l'amore. Io che ora sono così lento, se solo vedessi Senofilo, volerei più veloce del fulmine. Perciò dico a tutti di non sfuggire il desiderio soave, ma di perseguirlo. Amore è la cote che affina l'anima. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %331%|19| Vorrei ma non posso averti amico: non chiedi, non dai quello che chiedo, quello che do non lo accetti. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %332%|20| GIULIO LEONIDA Zeus sta di nuovo a godersi il banchetto Etiope, o, nella forma dell'oro, si è insinuato nella stanza di Danae; se no, come avrebbe potuto vedere il bel Periandro, e non rapirlo alla terra? Non gli piacciono più i bei ragazzi? $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %333%|21| STRATONE Fino a quando ruberemo i baci e in segreto accenneremo l'uno all'altro con occhi avari? Fino a quando staremo a chiacchierare inerti, aggiungendo vuoti rinvii a rinvii? Nell'attesa

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sciuperemo il bello. Ascolta, Fidone: prima che vengano i peli odiosi, uniamo i fatti ai discorsi. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %334%|22| SCITINO È venuto a me un gran dolore, una grande guerra, un gran fuoco: Iliso, ricolmo degli anni dedicati all'amore, i fatali sedici anni, e assieme ad essi tutte le grazie, piccole e grandi, una voce dolcissima nella lettura e le labbra nel bacio, e perfetto nel prenderlo in culo. Che mi succede? Bisogna guardare soltanto, dicono, e io spesse volte veglierò a combattere con la mano una vuota battaglia d'amore. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %335%|23| MELEAGRO Sono stato preso - io che spesso un tempo ridevo delle serenate, degli amori infelici dei giovani. L'amore mi ha inchiodato alla tua porta, Topino, scrivendoci sopra "spoglie strappate alla temperanza". $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %336%|24| TULLIO LAUREA Se il mio Polemone fosse tornato, signore di Delo, sano e salvo, come quando è partito, non avrei ricusato di sacrificare al tuo tempio il gallo che ti ho promesso nelle mie invocazioni. Ma se tornava con qualcosa di più o qualcosa di meno, allora la mia promessa era sciolta. Ed ecco che torna con la barba. Se te l'ha chiesta lui come grazia, esigi il sacrificio da chi ha fatto il voto. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %337%|25| STATILIO FLACCO

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Quando è partito Polemone, ho pregato, Apollo, che ritornasse sano e salvo, e gli ho promesso in sacrificio un gallo. Mi torna peloso. No, Apollo, non è tornato da me: da me piuttosto è fuggito con fretta amara. Non ti sacrifico il gallo: non m'imbrogliare, dandomi stoppie invece di spighe. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %338%|26| STATILIO FLACCO Se Polemone, che se n'è andato, mi torna salvo ................................................................................. ma ora è salvo per conto suo, per me non è salvo, Apollo, chi mi arriva con tanto di barba. Può darsi che abbia pregato lui che gli spuntino i peli; ed allora sacrifichi lui, che ha pregato il contrario delle mie speranze. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %339%|27| STATILIO FLACCO Quando è partito Polemone, e aveva le guance uguali alle tue, Apollo, io ti ho promesso il sacrificio di un gallo. Ed ecco che torna con le guance ispide, odiose. Non è per quest'uomo che ho pregato, infelice! Non è giusto che venga spennato il gallo innocente, o si spenni anche lui, Polemone. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %340%|28| NUMENIO DI TARSO Carlo è caro: che cosa importa una lettera? La sua bellezza non la leggo, ma la contemplo. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %341%|29| ALCEO Protarco è bello, e non vuole. Vorrà più tardi, ma l'età fiorente corre una gara a staffetta.

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$@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %342%|30| ALCEO Le gambe ti si fanno pelose, Nicandro: sta' attento che senza che tu te ne accorga lo stesso non capiti al culo, o saprai quanto sono rari gli amanti. Fin d'ora pensa che l'età non si può richiamare. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %343%|31| FANIA Per Temi, per la coppa di vino che mi fa traballare, Panfilo, un piccolo tempo contiene il tuo amore. Già le cosce sono pelose, fiorisce la barba, e il desiderio conduce a una diversa follia. Quando ti restano ancora poche scintille, non essere avaro: l'occasione è amica d'amore. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %344%|32| TIMOCLE Ricordi, ricordi, quando dicevo la sacra parola: bellissima è la giovinezza, e rapidissima: neanche il più veloce uccello del cielo è più rapido. Ora guarda come i tuoi fiori sono buttati per terra. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %345%|33| MELEAGRO Quando c'era, era bello Eraclito; ma dopo la giovinezza, una cortina dichiara guerra a chi l'attacca di dietro. Pensaci, figlio di Polisseno, e non essere troppo orgoglioso: ricorda che anche sul culo fiorisce la Nemesi. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %346%|34| AUTOMEDONTE

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Ho cenato ieri sera presso l'istruttore Demetrio, l'uomo più felice di tutti gli uomini. Teneva un ragazzo sul petto, un altro in spalla, uno portava il cibo e l'altro da bere. Meraviglioso quartetto: io scherzando gli dissi: "Caro amico, anche di notte li alleni?". $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %347%|35| DIOCLE "Buon giorno", disse qualcuno a un ragazzo che non salutava: neppure "buon giorno" dice Damone, straordinaria bellezza? Ma verrà il tempo a fare giustizia di questo: tutto peloso, dirà "buon giorno" a chi non risponde neppure. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %348%|36| ASCLEPIADE Adesso preghi, quando la lieve peluria avanza sotto le tempie e un pelo aspro sopra le cosce. Adesso dici "mi piace": ma chi potrà preferire le stoppie al grano fiorente? $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %349%|37| DIOSCORIDE Amore distruttore di uomini ha plasmato, scherzando, a Sosarco di Anfipoli, il culo tenero come il midollo, per fare dispetto a Zeus, perché le sue cosce sono molto più dolci di quelle di Ganimede. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %350%|38| RIANO Le Ore e le Grazie versarono sopra di te un dolce olio,

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bel culo che non lasci dormire neppure gli anziani. Dimmi di chi sei la gioia, di quale ragazzo l'ornamento, e il culo rispose: "Menecrate". $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %351%|39| Si è spento Nicandro, dalla sua pelle è volato via il fiore, e delle grazie non è rimasto neppure il nome nel ragazzo che un tempo contavamo tra gli immortali. Giovani, non mirate al di là dell'umano: ci sono i peli. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %352%|40| Non togliermi, amico, il mantello, ma guardami come una statua di legno, con le estremità soltanto di marmo. Se cerchi la nuda bellezza di Antifilo, tu puoi trovarla come la corolla di rosa che spunta in mezzo alle spine. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %353%|41| MELEAGRO Per me non è più bello Terone, e neanche Apollodoto, che un tempo aveva gli occhi di fuoco, adesso è un lume spento. Voglio un amore di donna; lascio ai pastori, che montano capre, di godersi gli amplessi pelosi. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %354%|42| DIOSCORIDE Guarda ad Ermogene con mani piene, uccello rapace di giovani, e presto otterrai quello che sogna il tuo cuore, e scioglierai l'aspra tensione delle sue sopracciglia; ma se lo peschi gettando in mare una lenza senz'amo non caverai altro che acqua; non c'è ritegno né compassione in un ragazzo che fa il prezioso. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %355%|43|

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CALLIMACO Come odio i poemi del Ciclo, e non mi piace una strada che tanti percorrono chi qua, chi là, così odio anche amare persone volgari. Non bevo alla fonte, mi fa ribrezzo tutto ciò che è comune. Sì, Lisania, sei bello, bello... Ma fatemi finire bene la frase: sei bell'e perduto. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %356%|44| GLAUCO Una volta i ragazzi desiderosi di doni si facevano sedurre da quaglie, o dadi, o palle di pezza; adesso ostriche e soldi: i balocchi non servono: cercate qualcos'altro, voi che li amate. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %357%|45| POSIDIPPO Colpite, Amori: eccomi qui, bersaglio per molti. Non risparmiatemi, sciocchi: se mi vincete, avrete illustre fama tra gli immortali, come arcieri e padroni di una grande faretra. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %358%|46| ASCLEPIADE Non ho ancora ventidue anni e a vivere faccio fatica. Perché mi fate male, Amori? perché mi bruciate? Che ricavate dalla mia pena? È chiaro, Amori, che continuerete a giocare stupidamente coi dadi. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %359%|47| MELEAGRO

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Amore bambino, giocando a dadi nell'alba in braccio ad Afrodite, si è giocato il mio cuore. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %360%|48| MELEAGRO Eccomi a terra; calpestami pure sul collo, demonio selvaggio. Per gli dei, ti conosco, e per quanto pesante, so reggerti; conosco le frecce infuocate: ma se dai fuoco al mio cuore non potrai bruciarlo: è già tutta cenere. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %361%|49| MELEAGRO Bevi vino forte, amante infelice, e Dioniso che fa scordare, darà riposo alla fiamma per il ragazzo; bevi, e vuotando la coppa, scaccia dal tuo cuore la pena odiosa. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %362%|50| ASCLEPIADE Bevi, Asclepiade. Perché piangere? Che ti succede? Non te soltanto ha catturato la dura Afrodite, non contro te soltanto arma l'arco e le frecce Amore amaro. Perché, ancora vivo, giacere sotto la cenere? Beviamo la forte bevanda di Bacco: il tempo è breve come un dito: o forse aspettiamo di vedere la lampada che ci mandi a dormire? beviamo, non c'è l'amore tra poco riposeremo nella lunga notte. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %363%|51| CALLIMACO Versa, e ripeti: "Per Diocle": l'acqua non tocca le coppe sacre per lui. È bello il ragazzo, è troppo bello, per l'acqua, e se qualcuno non è di questo parere, sarei contento d'essere il solo a conoscere le cose belle.

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$@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %364%|52| MELEAGRO Il vento del Sud, propizio ai naviganti, ha rapito, amanti infelici, Andragato, la metà del mio cuore. Tre volte beate le navi, tre volte felici le onde, quattro volte felice il vento che porta il ragazzo. Fossi un delfino e potessi portarlo sulle mie spalle fino a vedere Rodi, ricca di bei ragazzi! $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %365%|53| MELEAGRO Ricche navi che attraversate l'Ellesponto, accogliendo nel vostro seno il bel soffio di Borea, se mai vedete Fanio guardare al mare azzurro sulle rive dell'isola di Cos riferitele queste parole, splendide navi: che il desiderio non mi porta per mare, ma mi conduce per una strada a piedi. Se le direte, messaggere benigne, questa parola, subito Zeus spirerà sulle vostre vele il suo divino favore. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %366%|54| MELEAGRO Afrodite nega di avere mai partorito Amore, dopo aver visto tra i giovani Antioco, una seconda immagine del Desiderio. Coltivate, voi giovani, l'amore nuovo, sappiate che questo ragazzo è Amore più potente d'Amore. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %367%|55| ARTEMONE? Tu possedesti Delo cinta dal mare, figlio di Leto, figlio del grande Zeus, che a tutti dai vaticini; ma un secondo Apollo attico, Echedemo, possiede la terra di Cecrope: in lui risplende l'amore

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nel fiore dei dolci capelli, e la sua patria, Atene, signora di terra e di mare, con la bellezza di lui ora tiene schiava la [Grecia. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %368%|56| MELEAGRO Prassitele ha scolpito in marmo pario una statua d'Amore, riproducendo l'aspetto del figlio di Afrodite, ma adesso Amore, il più bello fra tutti gli dei, ha plasmato Prassitele a sua immagine, una statua vivente; in tal modo l'uno sparge i suoi incanti tra gli uomini, l'altro nell'etere, e i desideri governano insieme la terra e i beati. Felice la sacra città dei Meropi, che ha educato il nuovo Amore, il figlio di un dio, il re dei giovani. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %369%|57| MELEAGRO L'antico scultore Prassitele modellò una statua di delicata fattura, ma senza vita, un'immagine muta della bellezza, dando forma alla pietra: il nuovo scultore, artefice magico d'esseri vivi, mi ha plasmato nell'anima Amore, il re dei furfanti. Il nome è lo stesso, le opere assai più grandi, perché non ha trasformato la pietra, ma lo spirito. Possa benignamente plasmarmi il carattere, così da avere dentro di me un tempio d'Amore. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %370%|58| RIANO Buona nutrice di giovani è Trezene; non si sbaglia a lodare fosse pure anche l'ultimo dei suoi ragazzi. Ma tanto di più brilla Empedocle, quanto fra gli altri fiori rifulge in primavera la splendida rosa. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %371%|59| MELEAGRO

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Teneri ragazzi, mi sia testimone l'Amore, educa Tiro, ma Topino è il sole che splendendo scolora le stelle. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %372%|60| MELEAGRO Se vedo Terone, vedo tutto; se vedo tutto e non vedo Terone, non vedo niente. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %373%|61| Bada: non consumare tutta Cnido, Aribazo; anche la pietra, a furia di essere erosa, scompare. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %374%|62| Madri persiane, avete messo al mondo bei figli; ma per me Aribazo è più bello del bello. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %375%|63| MELEAGRO Eraclito, in silenzio, dice con gli occhi queste parole: "Sono capace di dare fuoco anche alle folgori di Zeus", e Diodoro a sua volta, dal cuore: "Col calore della mia pelle posso fondere anche la pietra". Infelice chi dagli occhi dell'uno ha ricevuto la fiamma, dall'altro il fuoco soave che strugge di desiderio. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %376%|64| ALCEO Zeus, signore di Pisa, incorona Pitenore, secondo figlio di Afrodite, ai piedi dell'arduo monte di Crono;

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e non calare come aquila a rapirlo, signore, per fargli fare il coppiere al posto del bel Ganimede. Se mai ti è stato gradito un mio dono poetico, concedimi l'accordo con questo ragazzo divino. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %377%|65| MELEAGRO Se Zeus è ancora quello che rapì Ganimede nel fiore degli anni, per avere un coppiere del nettare, anch'io devo nascondere dentro di me il bel Topino, che non mi sorprenda spiegando su lui le sue ali. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %378%|66| Giudicate, Amori, cosa merita questo ragazzo. Se un dio, pazienza... con Zeus non posso combattere. Ma se resta qualcosa per gli uomini, ditemi, Amori, di chi era Doroteo e a chi è stato dato. Ufficialmente dicono sì; è mia la vittoria, però lui parte. Non precipitarti anche tu, invano, sulla bellezza. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %379%|67| Non vedo più il bel Dionisio. Forse, Zeus padre, è stato rapito tra gli immortali come secondo coppiere? Dove hai portato, aquila, quel bel ragazzo sbattendo fitte le ali? Non avrà l'impronta dei tuoi artigli? $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %380%|68| MELEAGRO Non voglio Caridemo: guarda a Zeus quel bel ragazzo come se già facesse il coppiere agli dei; non lo voglio. Perché avere il re degli dei come rivale in amore? A me basta se quando sale all'Olimpo il ragazzo, porta su dalla terra le mie lacrime per lavarsene i piedi in memoria

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del mio amore, e mi dia un solo sguardo, umido, dolce, ed un bacio in punta di labbra. Il resto se lo prenda Zeus, com'è giusto: se vuole, forse anch'io potrei trovarmi a gustare l'ambrosia. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %381%|69| Goditi, Zeus, il primo Ganimede, ma il mio Dessandro guardalo da lontano, Signore. Questo non te lo vieto. Se me lo vuoi portar via con la violenza, il tuo impero è insopportabile, e allora sotto di te rinuncio anche a vivere. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %382%|70| MELEAGRO Mi opporrei anche a Zeus se volesse rapire te, Topino, per farti fare il coppiere del nettare. Tante volte mi ha detto: "Che temi? Non ti voglio infliggere la gelosia. Anch'io ho patito; so avere compassione". Sì, dice così; ma se vola intorno anche una mosca, ho paura che Zeus mi manchi di fede. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %383%|71| CALLIMACO Povero Cleonico, povero! In nome del sole che tutto penetra, non ti conosco. Dove sei stato? Ti sono rimasti solo i capelli e le ossa. Forse un destino come il mio ti possiede ed hai ricevuto dal dio un duro colpo? Lo so: è Eussiteo che ti ha rapito; furfante, quando venivi qui, non avevi occhi per altro. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %384%|72| MELEAGRO Già è la dolce mattina; insonne alla porta, Damide esala il poco respiro che gli è rimasto, infelice, dopo aver visto Eraclito; percosso dal lampo

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dei suoi occhi, s'è sciolto come cera sul fuoco. Svegliati, povero Damide: anch'io ho la ferita d'amore e verso lacrime sulle tue lacrime. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %385%|73| CALLIMACO La metà della mia anima ancora respira; l'altra metà non so dire se l'ha rapita Amore o la Morte, so che è perduta. È andata da qualche ragazzo? Eppure l'avevo proibito spesso: "Non accogliete, ragazzi, la fuggitiva". Sono sicuro che è lì, da qualche parte, la maledetta, e si rotola in un amore infelice. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %386%|74| MELEAGRO Se mi capita qualche cosa, Cleobulo (la maggior parte di me è [ferita dall'amore per i ragazzi, giaccio come un relitto nella cenere), prima d'andare sotto terra, ti supplico: ubriaca l'urna di vino schietto e scrivici: "Dono d'Amore alla [Morte". $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %387%|75| ASCLEPIADE Se ti spuntassero l'ali, e in mano l'arco e le frecce, non sarebbe Amore il figlio di Afrodite, ma tu, ragazzo! $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %388%|76| MELEAGRO Se Amore non possedesse l'arco, la faretra, le ali, né le frecce infuocate dei desideri, mai, lo giuro sullo stesso fanciullo alato, si potrebbe capire dall'aspetto quale dei due è Zoilo e quale è Amore.

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$@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %389%|77| ASCLEPIADE O POSIDIPPO Se tu avessi l'ali dorate, e alle candide spalle fosse appesa la faretra ricolma di frecce, e stessi accanto allo splendido Amore, per Ermes, neanche [Afrodite saprebbe riconoscere il figlio che ha partorito. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %390%|78| MELEAGRO Se anziché le ali Amore avesse il mantello, e invece dell'arco e della faretra portasse il petaso, sì, lo giuro sullo splendido giovane, Antioco sarebbe Amore e Amore Antioco a sua volta. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %391%|79| Antipatro mi ha baciato mentre il mio amore appassiva, e dalla fredda cenere ha riacceso la fiamma. Due volte, contro la mia volontà, ho preso fuoco. Amanti infelici, fuggite, che non appicchi l'incendio a chi mi è vicino. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %392%|80| MELEAGRO Cuore che piangi lacrime amare, perché la ferita d'amore, già placata, arde di nuovo nelle tue viscere? No, no, in nome di Zeus, cuore amante della follia, non attizzare il fuoco che ancora balugina sotto le ceneri. Cuore che hai scordato le angosce, se Amore di nuovo ti coglie, subito ti metterà alla tortura come uno schiavo fuggito. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %393%|81| MELEAGRO

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Amanti infelici, che ingannate le vostre anime, che conoscete l'amore per i ragazzi, che avete gustato il miele amaro, versate acqua gelida presto, di neve appena squagliata, sopra il mio cuore. Io ho avuto il coraggio di guardare Dionisio. Voi che mi siete compagni di schiavitù, spegnete l'incendio prima che tocchi le viscere. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %394%|82| MELEAGRO Correvo sfuggendo all'amore, ma dalle ceneri accese una piccola fiamma e scoprì il mio nascondiglio. Non piegò l'arco, ma con solo la punta delle sue dita appiccò il fuoco e me lo scagliò di nascosto. Crebbe e mi circondò da ogni parte. Fiammetta, piccola luce, hai acceso un grandissimo fuoco dentro il mio cuore. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %395%|83| MELEAGRO Amore non mi ha ferito con l'arco, non ha acceso la fiaccola ardente, come già un tempo, sotto il mio cuore. Ma la Fiammetta di Afrodite, compagna di feste e di desideri, fragrante, me l'ha scagliata sugli occhi. Ne è sorto un fuoco che mi consuma: sì, quella lieve Fiammetta è diventata un incendio acceso nella mia anima. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %396%|84| MELEAGRO Salvatemi, amici! Appena uscito dal mare dopo il mio primo viaggio, ho toccato la terra, mi trascina Amore violento e portando come una fiamma, balena su di me il fascino di un bel ragazzo. Passo dopo passo lo seguo, e rapendo la dolce immagine impressa nell'aria, la bacio con le mie labbra. Sono dunque scampato al mare amaro per attraversare in [terraferma l'onda di Afrodite che è molto, molto più amara?

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$@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %397%|85| MELEAGRO Accoglietemi, banchettanti, sono scampato al mare e ai pirati, ma in terraferma colpito a morte. Appena lasciata la nave e messo il piede a terra, mi ha dato la caccia e mi trascina qui Amore violento, qui dove ho visto camminare il ragazzo e da sé senza mia volontà mi portano i rapidi piedi. Di fuoco, non di vino sono ubriaco. Ospiti, amici, datemi un piccolo aiuto; aiutatemi, ospiti, e per amore di Amore, protettore degli ospiti accogliete un uomo che muore, supplicando amicizia. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %398%|86| MELEAGRO Afrodite che è donna ispira passione per donne, Amore stesso governa la passione per i ragazzi. A chi dedicarsi? Al figlio o alla madre? Ma la stessa Afrodite ammette: "Ha la meglio il ragazzo sfrontato". $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %399%|87| Amore sciagurato, non mi travolgi nel vortice della passione, per le donne, ma nell'incendio del desiderio dei maschi. Ora mi brucia Damone, un'altra volta, guardando a Ismeno, soffro sempre lunghissime pene. E non a questi soltanto guardo, ma l'occhio folle viene catturato nelle reti di tutti. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %400%|88| Due amori piombati su di me mi consumano, Eumaco; a una doppia follia mi trovo incatenato. Da una parte inclino verso Asandro, dall'altra con più forza gli occhi mi guidano a Telefo.

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Tagliatemi in due, sì, volentieri, con una bilancia precisa dividetevi per sorteggio le parti della mia persona. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %401%|89| Perché scagli, Afrodite, tre frecce contro un solo bersaglio e tutte e tre si piantano in un'anima sola? Da una parte sono bruciato, trascinato dall'altra; dovunque mi volgo è il dubbio, e l'ardore del fuoco selvaggio. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %402%|90| Non amo più. Ho lottato con tre desideri, per un'etera, una ragazza e un ragazzo. Per tutti ho sofferto. È stata una grande fatica convincere le porte dell'etera, nemiche di chi non ha niente. Davanti alla porta della ragazza sono rimasto senza dormire e le ho dato una cosa sola, un bacio agognato. Ahimè, che dire del terzo amore? Da quello ricevo niente altro che sguardi e vuote speranze. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %403%|91| POLISTRATO Un doppio amore accende il mio animo. Occhi che sempre guardate le stranezze da tutte le parti, avete guardato ad Antioco, adorno di grazie dorate, fiore di splendida giovinezza. E basta così. Per quale ragione guardate anche Stasicrate, il dolce, delicato germoglio della dea di Pafo, coronata di viole? Ardete, bruciate, consumatevi tutti: in due non sapete prendere un'anima sola. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %404%|92| MELEAGRO Traditori dell'anima, segugi dei bei ragazzi, occhi sempre invischiati dal fascino di Afrodite,

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avete preso un altro Amore - sì, come gli agnelli prendono il lupo, la cornacchia il serpente, la cenere il fuoco che cova nascosto. Fate quel che volete. Ma perché versare un fiume di lacrime, perché disertare così in fretta? Cuocetevi alla bellezza, bruciatevi a fuoco lento: l'Amore è un meraviglioso cuoco dell'anima. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %405%|93| RIANO Sono i ragazzi un labirinto senza uscita. Dove tu getti l'occhio, è sempre preso come nel vischio. Da una parte Teodoro attrae con la floridezza del corpo, e il fiore ancora intatto delle sue membra; dall'altra, il volto dorato di Filocle, che non è alto, però fiorisce di una grazia divina. Se poi ti volgi verso Leptine, non potrai più muovere un muscolo, resterai come coi piedi inchiodati a una morsa di ferro, di tale luce il ragazzo con gli occhi t'infiamma dalla testa fino alle unghie dei piedi. Salute, dolci ragazzi! Possiate giungere al culmine della giovinezza ed un giorno avere bianchi i capelli. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %406%|94| MELEAGRO Diodoro è piacevole, ha begli occhi Eraclito, dolce parola Dione, Uliade splendide cosce. Tocca la tenera pelle dell'uno, Filocle, e l'altro guardalo, col terzo parla, col quarto fa... tutto il resto. Vedi come il mio cuore è sgombro di gelosia. Ma se concupisci Topino, allora ti auguro di non vedere più il bello. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %407%|95| MELEAGRO Filocle, se ti amano i Desideri e la fragrante Persuasione, e le Grazie che colgono ogni bellezza, possa tu avere tra le braccia Diodoro ed il dolce Doroteo ti canti dinanzi, e giaccia Callicrate alle tue ginocchia, Dione riscaldi e tenda il tuo arnese infallibile,

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Uliade te lo scoperchi, e Filone ti dia un dolcissimo bacio. Terone ti allieti con le sue chiacchiere, e tu intanto sotto il mantello tocchi il petto di Eudemo. Beato te, se un dio ti dà queste delizie, puoi fare una vera insalata di bei ragazzi. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %408%|96| Non a caso si dice quel proverbio tra gli uomini: "gli dei non hanno dato a tutti tutte le cose". La tua figura è impeccabile, negli occhi una modestia nobilissima e sul tuo petto fiorisce la grazia. Ecco le doti con le quali conquisti i giovani, ma non ti è stato concesso di avere nei piedi la medesima grazia. A meno che queste scarpe non te li nascondano, Pirro, e con la loro bellezza ti rendano lieto. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %409%|97| ANTIPATRO Eupalamo è biondo e roseo, uguale ad Amore, fino ai Paesi Bassi, ma da quel punto in poi non ha niente illuminato d'aurora: ecco l'invidia della natura, la grande madre comune. Se avesse uguali le parti di sopra e di sotto sarebbe migliore di Achille, nipote di Eaco. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %410%|98| POSIDIPPO Il desiderio lega sopra un letto di spine la cicala poetica e pretende di addormentarla bruciandola ai fianchi; ma l'anima, educata dai libri, trascura il resto e si lagna del dio tormentoso. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %411%|99| Sono stato preso da Amore, e non me l'ero neppure sognato,

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non sapevo di nutrire in me una voglia di maschi. Preso, sì, ma non ho desiderio del male, soltanto uno sguardo mi ha bruciato, schietto, sincero, compagno della modestia. Che si sfaccia pure il lungo lavoro poetico - il mio animo è gettato nel fuoco e porta il peso di un dolce dolore. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %412%|100| A quale strano porto dei desideri mi guidi, Afrodite, senza pietà? Eppure anche tu hai avuto esperienza di pene. O vuoi che sopporti l'insopportabile e dica: "Solo Afrodite ferisce l'uomo sapiente, che sta assieme alle [Muse"? $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %413%|101| MELEAGRO Non ero stato ancora ferito dai desideri, ma Topino mi ha colpito nel petto con gli occhi gridando: "Ho colpito l'audace, e con i miei piedi calpesto l'orgoglio della sapienza, che si proclamava sovrano". E io, preso appena respiro, gli dissi: "Mio caro, di che ti stupisci? Perfino Zeus Amore cacciò dall'Olimpo". $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %414%|102| CALLIMACO Il cacciatore sui monti bracca tutte le lepri e cerca le impronte, in mezzo alla neve e alla brina, di tutte le gazzelle, Epicide. Ma se gli dicono "guarda, una bestia ferita", quella non la cattura. Così è il mio amore: sa inseguire chi fugge, sorvola su chi giace disteso davanti. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %415%|103| So amare chi mi ama ed odiare chi mi fa torto. Di entrambe le cose non sono inesperto.

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$@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %416%|104| Il mio amore rimanga con me soltanto; se va con altri, Afrodite, detesto un amore diviso. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %417%|105| ASCLEPIADE Piccolo Amore inesperto, volato via dalla madre, non volo via però dalla casa di Damide; resto là senza gelosia, amando ed amato, non sto con molti, ma in armonia con uno soltanto. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %418%|106| MELEAGRO Solo una bellezza conosco: il mio occhio bramoso sa solo vedere Topino; sono cieco per tutto il resto. Rappresenta tutto per me: forse gli occhi adulatori vedono quello che vuole l'anima? $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %419%|107| Il bel Dionisio, Grazie, conservatelo bello, se sceglie me, di stagione in stagione; se sceglie un altro e mi abbandona, gettatelo come una bacca marcia, nella spazzatura. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %420%|108| DIONISIO Genuino, se m'ami, possa tu avere la stessa sorte del vino di Chio, solo molto più dolce; se mi preferisci un altro, ti ronzino intorno

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zanzare nate da una botte d'aceto. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %421%|109| MELEAGRO Il tenero Diodoro, mentre appiccava l'incendio al cuore dei giovani, è stato preso dagli occhi voraci di Timario e colpito dall'arma dolce-amara d'Amore; Questo è un nuovo prodigio; brucia il fuoco acceso dal fuoco. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %422%|110| MELEAGRO Splende una dolce bellezza; guarda come dagli occhi scaglia le fiamme. Forse Amore ha creato un fanciullo armato di folgori? Salve, Topino, che porti agli uomini il raggio dei desideri! Benigno verso di me, rifulgi sopra la terra. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %423%|111| Amore è alato e tu sei veloce nel correre. Quanto a bellezza è uguale. Perdiamo, Eubio, per via delle frecce. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %424%|112| Acclamate, ragazzi. Arcesilao porta Amore, legato con le purpuree catene di sua madre Afrodite. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %425%|113| MELEAGRO Anche lo stesso Amore alato è stato preso nel cielo, dal fascino dei tuoi occhi, Timario. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo

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%426%|114| MELEAGRO Astro mattinale, messaggero dell'alba, salute! Ma tu arriva veloce, stella del vespro, riportando in segreto quella che mi rapisci. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %427%|115| Ho bevuto schietta follia e ubriaco di belle parole mi metto in marcia, ben armato di furia. Bagorderò. Che m'importa dei tuoni e dei fulmini? Se Zeus li scaglia ho un'arma impenetrabile, Amore. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %428%|116| Farò baldoria; sono tutto ubriaco. Ragazzo, prendi questa corona bagnata dalle mie lacrime. Non farà invano la lunga strada; è notte fonda, ma Temisone per me è una grandissima luce. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %429%|117| MELEAGRO - Il dado è tratto: accendi la luce ed andiamo. - Che faccia di bronzo! Sei ubriaco. - Che te n'importa? Voglio fare baldoria. - Baldoria? Ma dove corri, mio cuore? - Che serve pensare in amore? Fammi luce, fa' presto. - Dov'è finito lo studio? - Alla malora la lunga fatica della sapienza. Io so soltanto che Amore catturò anche la mente di Zeus. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %430%|118| CALLIMACO Se di mia volontà, Archino, ho fatto baldoria, fammi mille rimproveri, se contro la mia volontà, perdona l'audacia. Mi hanno costretto il vino e l'amore; l'uno mi trascinava,

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l'altro non mi lasciava la mente savia. Ma arrivando non ho gridato chi ero, ho solo baciato la soglia: se questa è una colpa, va bene, confesso. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %431%|119| MELEAGRO Sopporterò la tua audacia, Bacco, su te stesso lo giuro; su, comincia il bagordo e tu che sei dio governa il cuore mortale; nato nel fuoco ami anche il fuoco d'amore, e mi riconduci incatenato, tuo supplice. Ma sei traditore e malvagio, nascondi i tuoi misteri, e i miei adesso li vuoi portare alla luce. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %432%|120| POSIDIPPO Sono bene armato e non ricuso il combattimento contro di te, pur essendo mortale. Amore, non attaccarmi. Se mi cogli ubriaco, portami via prigioniero, ma finché sono sobrio, schiero contro di te la ragione. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %433%|121| RIANO Mentre andavi, Cleonico, per uno stretto sentiero, con te s'incontrarono forse le splendide Grazie e ti presero nelle loro braccia rosate, ragazzo; anche tu sei diventato tutto una grazia. Salute! ma stammi lontano; non è sicuro che un ramo secco s'avvicini troppo alla fiamma. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %434%|122| MELEAGRO Voi Grazie, guardando nel volto il bell'Aristagora, lo prendeste nelle tenere braccia; per questo dal suo aspetto spira la fiamma della bellezza e le parole

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sono soavi ed anche in silenzio parla piacevolmente con gli occhi. Mi stia lontano. Però a che serve? Come Zeus dall'Olimpo il ragazzo sa adesso scagliare le folgori. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %435%|123| Ho coronato con dieci soffici fasce il figlio di Anticle, Menecarmo, che aveva vinto la gara di pugilato, e, tutto sporco di sangue com'era, l'ho baciato tre volte. Il sangue era più dolce per me della mirra. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %436%|124| ARTEMONE? Mentre guardava di nascosto attraverso la porta, di nascosto ho baciato Echedemo, fiorente ragazzo, splendido, con paura; l'ho visto in sogno con una faretra e dei galli, sorridendo a momenti, a momenti con aria ostile. Forse ho toccato uno sciame di vespe, oppure l'ortica, o la fiamma? $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %437%|125| MELEAGRO Dolcemente Amore mi ha portato in sogno sotto il lenzuolo un diciottenne dal sorriso soave che vestiva ancora il mantello. Ed io, stringendo al mio petto il corpo delicatissimo, nutrivo in me attese vane. Anche adesso mi scalda il desiderio della memoria; ancora ho negli occhi il sonno che dà la caccia a quell'alata visione. Anima infelice in amore, cessa di riscaldarti, anche nel sogno di fronte alle immagini mute della bellezza. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %438%|126| MELEAGRO La pena ha iniziato a toccare il mio cuore. Amore ardente vagando intorno lo sfiorò con la punta dell'unghia

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e disse ridendo: "Avrai di nuovo la dolce ferita, amante infelice, sarai bruciato da miele violento". Da allora, quando vedo tra i giovani il fresco virgulto di Diofanto, non posso più né restare né andarmene. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %439%|127| MELEAGRO Ho visto Alessi che nel meriggio camminava per strada, nella stagione che sono appena raccolti i frutti d'estate. Due raggi mi hanno incendiato: quelli d'Amore dagli occhi del ragazzo, e quelli del sole. Ma questi la notte li manda a dormire; quegli altri l'immagine della bellezza li accende più ancora nei sogni. Il sonno che scioglie le pene a me ha portato una pena, raffigurando nell'anima la grazia di un fuoco vivente. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %440%|128| MELEAGRO Zampogne pastorali, non celebrate più Dafni sui monti per fare piacere a Pan, il dio delle capre, e tu cetra, profetessa di Apollo, non cantare più di Giacinto, incoronato del virginale alloro. Era Dafni, finché viveva, amato sui monti, e Giacinto amato da te; ma ora abbia Dione lo scettro dei desideri. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %441%|129| ARATO Filocle d'Argo è bello ad Argo; lo dicono anche le stele di Corinto e lo gridano le pietre tombali di Megara. Fino alle Terme di Anfiarao sta scritto che è bello, ma è poco: a scritte ci vincono, è vero, ma testimoni per il mio amore non sono le scritte, ma Prieno che l'ha veduto di persona, ed è molto molto più bello dell'altro. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %442%|130|

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È bello, è bello, tante volte l'ho detto e lo dirò ancora, come è bello, come è grazioso alla vista Dositeo. Non su una quercia né su di un pino l'abbiamo scritto e neppure su un muro: Amore sta dentro il mio animo. E se qualcuno lo nega, non credergli; mente, lo giuro, dio, su te stesso. Io lo dico ed io soltanto so il vero. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %443%|131| POSIDIPPO Tu che percorri Cipro, Citera, Mileto, e la bella pianura di Siria che tutta risuona di cavalli, vieni benigna a Callisto, che mai ha cacciato dalla porta della sua casa un innamorato. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %444%|132| MELEAGRO Non te l'ho gridato, mio cuore, "Per Afrodite sarai preso in un amore infelice, se continui a volare sul vischio"? Non te l'ho gridato? Ma sei stato preso, ed adesso perché agitarsi invano? Lo stesso Amore ti ha legato le ali, ti ha gettato nel fuoco e sparso di dolci profumi; alla tua sete ha dato da bere lacrime calde. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %445%|132 A| MELEAGRO Anima afflitta, ora bruci nel fuoco, ora risorgi e prendi un breve respiro. Perché piangi? perché hai nutrito in petto l'inflessibile Amore? non sapevi forse che cresceva contro di te, non lo sapevi? ora conosci il compenso delle nutrici, patendo insieme il fuoco e la neve gelida. Tu hai scelto questo: sopporta la pena. Lo meriti per quello che hai fatto, di essere arsa nel miele bollente. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %446%|133| MELEAGRO

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D'estate, arso di sete, baciai quel ragazzo tenero e, saziata la sete arida, dissi: "Zeus, forse tu bevi il nettare nel bacio di Ganimede, ed è questo il vino che versa alle tue labbra?". Quando ho baciato Antioco, il più bello tra i giovani, ho bevuto il dolcissimo miele dell'anima. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %447%|134| CALLIMACO Non sapevamo che l'ospite fosse ferito. Hai visto con quale pena esalava dal petto il respiro dopo avere bevuto il terzo bicchiere? e le rose della sua corona caddero a terra, perdendo i loro petali. Qualcosa di grande lo brucia. Per gli dei, non lo dico a caso: il ladro conosce le tracce del ladro. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %448%|135| ASCLEPIADE Il vino denuncia l'amore. Nicagora, che negava d'amare, è stato smentito dai moltissimi brindisi. Piangeva, scuoteva la testa, aveva lo sguardo abbattuto e non restava salda la corona sulla sua testa. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %449%|136| Garruli uccelli, perché strillate? Non datemi noia mentre mi scaldo alla tenera pelle del mio ragazzo, usignoli nascosti in mezzo alle foglie. Se anche le femmine sono ciarliere, ve ne prego, restate tranquille. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %450%|137| MELEAGRO

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Messaggero dell'alba, messaggero di guai per gli amanti infelici! maledetto, gracchi di notte sbattendo le ali contento sul letto perché l'amore ha solo ancora un breve tempo notturno, ridi beatamente sulle mie pene. È questa la riconoscenza per chi t'ha allevato? su quest'alba [pallida lo giuro: è l'ultima volta che canti il tuo canto amarissimo. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %451%|138| MNASALCE Vite, ti affretti a gettare al suolo le foglie perché temi il tramonto delle Pleiadi ad Occidente? Aspetta che il dolce sonno cada su Antileonte steso sotto di te. Allora devi concedere tutto alla bellezza. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %452%|139| CALLIMACO C'è, lo giuro su Pan, un fuoco nascosto da qualche parte, sì, lo giuro su Dioniso, un fuoco sotto la cenere. Non mi fido. Non m'abbracciare. Spesso un fiume tranquillo senza che nessuno s'accorga, distrugge le mura. E così anch'io, Menesseno, temo che nel silenzio costui si insinui dentro di me e mi porti ad amare. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %453%|140| Quando ho visto il bell'Archestrato, giuro su Ermes, non ho detto che era bello, non mi sembrava poi tanto. Così dissi e mi rapì la Nemesi e finii in mezzo al rogo, e lo Zeus ragazzo mi scagliava addosso i suoi fulmini. Devo placare il ragazzo o la dea? ma il ragazzo è per me più potente, e Nemesi vada in malora. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %454%|141| MELEAGRO

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Hai detto, per Afrodite, quello che neanche un dio avrebbe detto, cuore che hai appreso l'audacia. Terone non ti è parso bello. Terone non ti è parso bello. Hai dunque affrontato senza timore il fuoco folgorante di Zeus. Ma tu che così chiacchieravi, la Nemesi ti ha rivelato, esempio di una lingua che non sa contenersi. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %455%|142| RIANO Dessionico diede la caccia ad un merlo col vischio sotto un platano verde; lo prese per le ali, e il sacro uccello gracchiava gemendo. Ma io, caro Amore e splendide Grazie, io vorrei essere un tordo o un merlo, così da potere versare nella sua mano la voce e la dolcezza del pianto. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %456%|143| - Ermes, colpito dall'arco, mi sono strappato la freccia. - Anche a me, straniero, è toccata la stessa sorte. Mi distrugge il desiderio di Apollofane. - Amante d'atleti, mi hai prevenuto. Siamo saltati in due nella stessa fiamma. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %457%|144| MELEAGRO Perché piangi, rapitore di anime? Perché getti le frecce selvagge e l'arco, e ripieghi le ali? Forse Topino, combattente invincibile, ti ha bruciato con gli occhi? come è duro per te imparare a patire quello che hai fatto! $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %458%|145| Smettetela, amanti dei ragazzi, la vostra vuota fatica, smettetela, sciocchi: ci fanno impazzire speranze impossibili. È come vuotare il mare a riva, è come contare tutti i granelli della sabbia di Libia

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cercare l'amore dei ragazzi: la loro bellezza vanagloriosa è dolce per gli uomini e per gli immortali. Guardate a me, tutti: la mia vuota fatica di un tempo è acqua versata su un'arida spiaggia. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %459%|146| RIANO Ho dato la caccia al cervo e l'ho mancato. Io che ho sofferto innumerevoli pene a mettere reti e palizzate, me ne vado, a mani vuote, e chi non ha fatto fatica, Amore, mi porta via il mio: la tua collera possa colpirlo. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %460%|147| MELEAGRO È stata rapita! chi può essere tanto selvaggio? chi può sollevare la guerra contro Amore in persona? Accendi le lampade, presto! sento un passo, è Eliodora: ritorna di nuovo dentro il petto, mio cuore. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %461%|148| CALLIMACO So che le mie mani sono vuote; però, Menippo, te ne prego per le Grazie, non dirmi quello che so a memoria. Soffro sempre a sentire queste amare parole; sì, mio caro, è questo in te che più allontana l'amore. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %462%|149| CALLIMACO "Scappa, Menecrate, o ti pigliano", io gli dicevo il venti agosto ed in settembre... che giorno? sì, il dieci, il toro venne da sé a sottomettersi al giogo. Che fortuna ho avuto! Per quei venti giorni, pazienza. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo

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%463%|150| CALLIMACO Quale grande incantesimo trovò per il suo amore Polifemo! Per la Terra, non era sciocco il Ciclope. Caro Filippo, le Muse assottigliano Amore, e la sapienza è il rimedio per tutti i mali. Questo soltanto di buono ha, credo, anche la fame, che taglia via la passione morbosa per i ragazzi. All'Amore crudele posso sempre dire una cosa: "RagazzinO, fatti tagliare le ali: non ho paura di te, neanche un poco, giacché i rimedi della dura ferita, tutt'e due li possiedo". $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %464%|151| Se hai visto da qualche parte il più amabile fiore di tutti i ragazzi, non c'è dubbio, hai visto Apollodoto, e se l'hai visto, straniero, e non sei stato preso dalla passione ardente, allora senz'altro sei un dio, oppure una pietra. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %465%|152| Il mio amore, Eraclito, è Magnete, e non attira con la pietra il ferro, ma con la bellezza il mio animo. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %466%|153| ASCLEPIADE Un tempo Archeade si tormentava per me, ora neppure per scherzo, poveretta me, si volta a guardarmi. Il dolce amore non è sempre dolce, ma spesso diventa più dolce agli innamorati quando dà loro dolore. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %467%|154| MELEAGRO

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Dolce è il ragazzo e anche il nome che porta. Topino, è per me dolce e grazioso. Come potrei non amarlo? È bello, per Afrodite, è tutto bello, e se mi tormenta, è Amore che sa mescolare al miele l'amaro. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %468%|155| - Non mi parlare più in questo modo. - Non è colpa mia; è lui che mi manda. - E lo ripeti? - Sì. Va', mi ha detto, va', non tardare. T'aspettano. - Prima lo devo trovare, poi verrò. Cosa accade dopo, lo so da un pezzo. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %469%|156| Simile a una tempesta di primavera, Diodoro, il mio cuore segue le onde incerte del mare. Ora una grande pioggia, altre volte appari sereno, e ridendo riversi tenerezza dagli occhi. Io, come un naufrago sopra i marosi, misuro le onde cieche, sbattuto qua e là dalla tremenda bufera. Dammi una meta, che sia d'amore o anche di odio, che possa sapere qual è il mare in cui sto nuotando. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %470%|157| MELEAGRO Afrodite è il mio capitano. Amore tiene il timone, reggendo in mano la barra dell'anima mia. Soffia il vento tempestoso del desiderio e io nuoto nel mare dei ragazzi di tutte le sorti. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %471%|158| MELEAGRO La divina signora dei desideri mi ha dato a te, Teocle; Amore dai delicati calzari mi ha lasciato nudo, straniero in terra straniera, e mi ha preso in una morsa

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indissolubile. Io voglio avere un affetto saldo, ma tu rifiuti chi t'ama e il tempo non ti addolcisce, e neppure le prove della nostra comune saggezza. Abbi pietà, signore, poiché il destino t'ha fatto mio Dio, in te sta il compiersi della mia vita e della mia morte. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %472%|159| MELEAGRO In te, Topino, è la corda alla quale si attacca la mia vita, in te è il respiro che ancora mi resta. Per i tuoi occhi, ragazzo, che sanno parlare anche ai sordi, per i tuoi sopraccigli splendenti, ti giuro che se mi getti uno sguardo corrusco, vedo l'inverno; se tu mi guardi teneramente, fiorisce la primavera soave. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %473%|160| Coraggiosamente sopporterò nel mio petto il dolore acuto e il legame delle dure catene. Non ora soltanto, Nicandro, ho appreso i colpi d'Amore, tante volte mi sono accostato al desiderio. Tu, Adrastea, puniscilo come si merita per il suo animo ostile e tu, Nemesi, la più amara fra gli immortali. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %474%|161| ASCLEPIADE Dorcio, che ama i ragazzi, come un ragazzo tenero lancia il rapido dardo dell'Afrodite volgare, fiammeggiando il desiderio dagli occhi e dalle spalle il petaso... il manto mostra le cosce nude. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %475%|162| ASCLEPIADE Non è arciere, non è selvaggio, è bambino il mio Amore, sta con Afrodite ed ha un piccolo libro dorato,

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balbetta per l'anima di Diaulo gli incanti che per Antigene ha creato Filocrate. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %476%|163| ASCLEPIADE Amore ha trovato come unire il bello al bello, non lo smeraldo con l'oro, che non fioriscono allo stesso modo, non l'ebano con l'avorio, il nero col bianco, bensì Cleandro con Eubioto, fiori di Persuasione ed Affetto. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %477%|164| MELEAGRO Dolce è mischiare al vino il soave liquore delle api, dolce amare i bei ragazzi quando si è belli, come Alessi ama Cleobulo dalla tenera chioma; insieme fanno il vino mielato di Afrodite, immortale. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %478%|165| MELEAGRO Cleobulo è un fiore soave, Sopoli tutt'al contrario ha un colorito asprigno; entrambi portano i fiori sacri per Afrodite. Da ciò la mia passione per i ragazzi. Gli amori intrecciano in me un viluppo di miele ed agro. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %479%|166| ASCLEPIADE Questo che rimane del mio cuore, lasciatelo, Amori, vi supplico in nome degli dei che abbia riposo; oppure non colpitemi più con le frecce, ma con le folgori, e riducetemi tutto a carbone e cenere. Su, su, colpitemi, Amori: sfinito d'angoscia, questo voglio da voi, se ancora voglio qualcosa. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo

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%480%|167| MELEAGRO Il vento è tempestoso, ma mi strappa, Topino, ai bagordi e mi porta da te Amore dal pianto soave. È tempestoso il soffio del desiderio; tu accogli nel seno chi ha navigato il mare della divina Afrodite. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %481%|168| POSIDIPPO Versa due coppe per Nanno e per Lide, e poi una per l'amante d'amore Mimnermo, e per il saggio Antimaco, e dopo versa per me la quinta, la sesta, Eliodoro, per tutti quelli che amano, la settima per Esiodo, per Omero l'ottava, la nona per le Muse, la decima per la Memoria. Bevo la coppa piena all'orlo; per il resto gli amori ... $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %482%|169| DIOSCORIDE Sono sfuggito al tuo peso, Teodoro, ma appena ho detto: "Sono sfuggito al mio destino amarissimo", uno più amaro mi ha catturato. Servendo Aristocrate in mille modi, aspetto il mio terzo padrone. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %483%|170| DIOSCORIDE Libagioni ed incensi, demoni mescolati alla coppa, che governate il compiersi dei miei affetti, voi chiamo a testimoni, perché su voi tutti ha giurato, divini poteri, il bel moretto, Ateneo. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %484%|171| DIOSCORIDE

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Zefiro, dolcissimo fra tutti i venti, come l'hai preso, riportami indietro Eufragora, il bel pellegrino, fa' che duri pochi mesi l'assenza; per l'uomo che ama, anche un piccolo tempo sembra di anni infiniti. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %485%|172| EVENO Se amare è pena e odiare è pena, tra questi due mali io scelgo la ferita del dolore benefico. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %486%|173| FILODEMO Demo e Termio mi uccidono. Questa è un'etera, l'altra ancora non conosce Afrodite. All'una m'accosto, all'altra non posso. Per Afrodite, non saprei dire quale sia per me più desiderabile. Dirò Demo, la vergine: non voglio ciò che ho a portata di mano, ma sempre quello che è ben custodito. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %487%|174| FRONTONE Fino a quando mi farai guerra, carissimo Ciro, e perché? Non hai pietà del povero tuo Cambise? rispondi: non diventarmi avaro: presto sarai uno scita barbuto, e la canizie farà di te un Astiage senz'asta. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %488%|175| STRATONE Non essere geloso con i tuoi amici per gli schiavetti, non prenderti coppieri con aspetto di femmina. Chi è incorruttibile dall'amore? chi non si lascia

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vincere dal vino, e non guarda alla bellezza curioso? Questa è la vita; se vuoi, Diofonte, vattene dove non ci sono amori e neanche ubriachezza. E là fa bere Tiresia e Tantalo; l'uno non vede nulla, l'altro vede soltanto. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %489%|176| STRATONE Perché così accigliato, Menippo, e bardato fino alla caviglia, tu che prima portavi le vesti al ginocchio? È me che vuoi evitare, passando curvo, e neanche rivolgermi la parola. So quello che mi nascondi. Sono arrivati i famosi peli. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %490%|177| STRATONE L'altra sera Meride, al momento della buonanotte, mi ha abbracciato, non so se davvero od in sogno. Tutto il resto l'ho nella mia mente ben chiaro, tutto quello che disse e quello che chiese, ma se mi ha baciato o no, devo congetturarlo. Perché, se è vero, come mai, pur essendo mutato in un dio, cammino per terra? $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %491%|178| STRATONE Ho preso fuoco, vedendo Teudi splendere in mezzo agli altri [ragazzi, come splende il sole sorgendo in mezzo alle stelle. E sto ancora bruciando, quando si copre di peli bui; anche al tramonto il sole è pur sempre il sole. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %492%|179| STRATONE Ho giurato, Zeus, che mai, neppure a me stesso, avrei rivelato quello che Teudi mi ha concesso di prendere.

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Ma non c'è da fidarsi dell'anima, che vola in alto esultando, e non sa tenere nascosta la sua fortuna. Lo dirò e tu perdonami: è vero, sì, mi ha ceduto. Zeus padre, che gioia c'è se la fortuna è segreta? $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %493%|180| STRATONE Un grande calore m'ha preso: ti prego, smetti, ragazzo, di scuotere accanto a me il lino sottile. Ho un altro fuoco, acceso in me dalle coppe di vino, ed il tuo gesto sempre più e più lo alimenta. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %494%|181| STRATONE È una menzogna, Teocle, che siano buone le Grazie, e anche che ce ne siano soltanto tre ad Orcomeno; sono cinquanta quelle che danzano attorno al tuo viso, armate d'arco, e fanno preda delle anime altrui. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %495%|182| STRATONE Ora mi dai baci inutili, ora che il fuoco d'amore si è spento, e non ti considero più neppure un amico. Ricordo com'eri, un avversario difficile. Eppure, anche tardi, Dafni, lasciamo che il pentimento abbia luogo. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %496%|183| STRATONE Che piacere c'è, Eliodoro, nei baci, se tu non mi baci fortemente con le labbra impetuose, ma appena in punta con la bocca chiusa, immobile come per casa mi può baciare, senza bisogno di te, un simulacro di cera? $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo

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%497%|184| STRATONE Non precipitarti a prendere Menedemo per frode, ma fagli un cenno coi sopraccigli e dirà chiaramente: "Ti seguo". Non c'è ritardo, anzi "precede perfino la propria guida", più navigabile, nonché di un canale, addirittura di un fiume. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %498%|185| STRATONE Questi ragazzi boriosi, vestiti di porpora, che non possiamo raggiungere, Difilo, sono come fichi maturi in cima a rocce ardue; se li mangiano i corvi, Difilo, e gli avvoltoi. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %499%|186| STRATONE Fino a quando, Mentore, avrai quei sopraccigli altezzosi, e non ti degnerai neppure di dire "buongiorno", come dovessi restare per tutta la vita giovane e ballare sempre la danza pirrica? Guarda al futuro: ti crescerà la barba, l'ultimo male e il più grande, e allora capirai quanto rari sono gli amici. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %500%|187| STRATONE Come puoi, Dionisio, insegnare a leggere ad un ragazzo, quando non sai neppure i passaggi di note? Dalla più alta sei passato subito ad una profonda, dalla più sottile a quella più tesa e più gonfia. Io non ti sono ostile; solo ti dico: "studia", e toccando [entrambe le corde, di' agli invidiosi di prenderlo in #b #e anche in #c#. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %501%|188|

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STRATONE Se ti faccio torto baciandoti, se pensi che sia una violenza, puniscimi con la stessa violenza: anche tu dammi un bacio. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %502%|189| STRATONE Chi t'ha cinto la testa di rose? se è stato un amante, beato lui, se è stato tuo padre, beh... ce li ha, gli occhi. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %503%|190| STRATONE Felice chi ti ha ritratto e felice la cera che ha saputo lasciarsi vincere dalla tua bellezza. Quanto vorrei diventare un tarlo o una tigna, balzarti addosso e divorare quel legno. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %504%|191| STRATONE Ma ieri non eri ragazzo, e neanche sognavi la barba che t'è venuta? Come è successa la cosa terribile che ha coperto di peli la bellezza di prima? Quale prodigio è questo, ieri Troilo ed oggi Priamo? $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %505%|192| STRATONE Non mi piacciono i lunghi capelli, i riccioli esuberanti che sono prodotto dell'arte, non già di natura; ma lo sporco e la polvere di un ragazzo che fa ginnastica, e il colore della pelle strofinata con l'olio. Il mio amore è dolce se non ha fronzoli; la forma incantatrice è l'opera femminile della signora di Pafo.

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$@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %506%|193| STRATONE Non pensi, Artemidoro, a quello che ti ammoniscono le Nemesi di Smirne "non andare mai oltre misura", parli in modo sprezzante, selvaggio, perfino eccessivo in un attore, e non fai altro che fingere. Te ne dovrai ricordare, ragazzo superbo; amerai anche tu e allora la parte che reciterai è #L'esclusa.# $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %507%|194| STRATONE Se Zeus rapisse ancora dalla terra ragazzi mortali in cielo per farne coppieri del dolce nettare, già l'aquila avrebbe portato sulle sue ali il nostro bellissimo Agrippa al servizio degli immortali. Zeus, padre dell'universo, se l'avessi veduto, sul tuo nome lo giuro, troveresti da ridire sul nipote di Dardano. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %508%|195| STRATONE Non hanno tanti fiori i prati amanti di Zefiro, non hanno così fitti splendori di primavera, quanti sono i ragazzi nobili che vedrai, Dionisio, plasmati dalle mani di Afrodite o delle Grazie. Ma sopra tutti, ecco, fiorisce Milesio, come la rosa riluce dei petali profumati. Non sa forse che, come un bel fiore è ucciso dal caldo, così la bellezza viene distrutta dai peli. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %509%|196| STRATONE Hai negli occhi scintille, divino Licino, o piuttosto, signore, raggi di fuoco;

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anche per poco tempo non riesco a guardarti di fronte, a tal punto mandano lampi i tuoi occhi. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %510%|197| STRATONE "Sappi conoscere l'occasione propizia", disse uno dei Sette sapienti, Filippo, perché tutto è più amabile quand'è nel suo fiore; il cetriolo che vedi dapprima nell'orto è prezioso, ma quando è fradicio, è cibo per i maiali. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %511%|198| STRATONE Sono amico dei giovani e non preferisco mai un ragazzo ad un altro per la sua bellezza. Chi ne ha una, chi un'altra. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %512%|199| STRATONE Ho bevuto a sufficienza: si sta sciogliendo l'equilibrio della mia mente e della parola. Vedo divisa in due la fiamma del lume, e conto il doppio, provando e riprovando, il numero dei commensali. Ormai sono sconvolto, non solo per il coppiere del vino, ma anche per l'Acquario, e sia pure fuori stagione. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %513%|200| STRATONE Odio i baci difficili e le grida di lotta e il contrasto violento delle braccia. Peraltro non mi piace il ragazzo che tra le mie braccia s'arrende subito, si abbandona, si offre. Vorrei qualcosa di mezzo tra questi due, uno ugualmente capace di concedersi e anche insieme di non concedersi. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo

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%514%|201| STRATONE Se Cleonico non viene, non lo vorrò in casa mia, mai più, in nome... Ma no, non voglio giurare. Se non è venuto a causa di un sogno, se tornasse domani, non moriremo per l'assenza di oggi! $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %515%|202| STRATONE Amore alato mi porta per l'aria, Damide, da quando ho visto la lettera che mi annunciava la tua venuta, ed eccomi a Sardi da Smirne: se Zete e Calais avessero corso, arrivavano dopo di me. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %516%|203| STRATONE Mi baci contro la mia volontà, ti bacio contro la tua volontà, gentile quando scappo, scorbutico quando ti accosto. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %517%|204| STRATONE "Oro per bronzo", è il caso di dire. Giocano a dare e ad avere il bel Sosiade ed il peloso Diocle. Chi confronta le rose ai rovi, i fichi alle muffe? chi un agnello di latte col bue? Tu, sciocco ragazzo, guarda cosa dai e cosa ricevi in cambio: i doni che fece a Glauco il figlio di Tideo. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %518%|205| STRATONE Il tenero figlio del mio vicino molto mi provoca,

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ride con aria esperta, si mostra d'accordo; non ha più di dodici anni: i grappoli acerbi sono incustoditi; maturi, hanno guardie e steccati. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %519%|206| STRATONE Tu afferralo al mezzo, curvalo in basso ed abbraccialo; cadi sopra di lui e tienilo stretto. - Sei matto, Diofanto; non sono capace di farlo: tutt'altra è la lotta che si fa coi ragazzi. - Sta' fermo e resisti, Ciri, mentre io ti sono addosso; impara ad esercitarti insieme, meglio che solo. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %520%|207| STRATONE Ieri, facendo il bagno, Diocle mostrava una lucertola sorgente dall'acqua come Afrodite. Se qualcuno l'avesse mostrata a Paride quella volta sull'Ida, giudicava le tre dee senza dubbio di molto inferiori. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %521%|208| STRATONE Non t'invidio, piccolo libro fortunatissimo: mentre ti legge, il ragazzo ti sfrega, ti accosta al mento, ti preme con le tenere labbra, ti poggia sulle cosce soavi, beatissimo libro, e frequenterai tante volte il suo petto, oppure, gettato sopra la sedia, oserai toccarlo da quelle parti senza timore. Molte cose dirai in segreto; però, ti prego, parlagli spesso, spesso di me, libriccino. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %522%|209| STRATONE Difilo, non giacere con me così cupo e abbattuto,

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non fare come fanno i ragazzi comuni. Ci siano baci arditi, e scherzi preliminari, e toccare e graffiare e baciare e parlare. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %523%|210| STRATONE In tutto sono tre su di un letto, eppure due attivi e due passivi; sembra che racconti un miracolo, eppure è vero: fa due servizi quello che è in mezzo: fa godere di dietro e gode davanti. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %524%|211| STRATONE Se fossi ancora inesperto di quello che ti propongo, avresti ragione a temere, pensando a una cosa terribile; ma se il letto del tuo padrone ti ha fatto un artista perché non darlo - e riceverlo - anche ad un altro? Lui ti chiama per il suo piacere e poi ti licenzia e va a dormire senza neanche un saluto: è il padrone. Ben altro trovi da me: giocheremo e chiacchiereremo alla pari tutto ti verrà chiesto e niente ordinato. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %525%|212| STRATONE Ahimè, perché ancora in lacrime, perché così sconfortato, ragazzo? Parla: non darmi dolore: che vuoi? Mi tendi la mano aperta, sono finito; vuoi dunque un compenso, e questo dove l'hai appreso? Non ti piacciono più le focacce e i dolci di sesamo, le noci da giocarci al tiro al bersaglio, hai l'animo tutto volto al guadagno. Sia maledetto chi te l'ha insegnato, il mio ragazzo me l'ha distrutto. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %526%|213| STRATONE

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Appoggi al muro, Ciri, i tuoi splendidi fianchi: perché provocare la pietra? non può farci niente! $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %527%|214| STRATONE Dammelo, e prendi il compenso. Mi dirai: "Sono ricco". Allora, come un re, dammi in dono questo favore. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %528%|215| STRATONE Ora sei primavera, e dopo estate. Che aspetti, Ciri? Pensaci, o diventerai una stoppia. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %529%|216| STRATONE Ora che non c'è sei ritto ed in salute, maledetto: ieri che c'era, non mandavi un respiro. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %530%|217| STRATONE Già corri alla guerra, ragazzo, ancora inesperto e tenero. Bada a quello che fai, ti scongiuro; cambia idea: chi ti ha persuaso a prendere scudo e lancia? chi a nascondere questo bel capo nell'elmo? Beato, chiunque sia, quel nuovo Achille che nella sua tenda si godrà questo Patroclo. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %531%|218| STRATONE

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Fino a quando sopporterò che tu rida soltanto e non dica una parola? Rispondimi, Panfilo, a questo. Io chiedo, e tu ridi; torno a chiedere e tu non rispondi; piango e tu ridi. Barbaro, sono cose da ridere? $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %532%|219| STRATONE E chiedete anche un compenso, maestri ingrati! È forse cosa da poco guardare i bei ragazzi? E chiacchierare con loro, salutarli, baciarli, tutto questo non vale cento monete d'oro? Se qualcuno ha bei ragazzi, li mandi a me; che mi bacino e avranno loro da me un compenso: quello che vogliono. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %533%|220| STRATONE Non è per avere rubato il fuoco che sei in catene, sciocco Prometeo, ma per avere sciupato l'argilla di Zeus. Modellando gli uomini, hai fatto i peli: di qui la terribile barba e le gambe irsute dei ragazzi. Per questo ti divora l'aquila che rapì Ganimede, perché la barba anche a Zeus è odiosa. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %534%|221| STRATONE Vattene, sali al cielo, aquila, porta con te il ragazzo stendendo le ali, vattene col delicato Ganimede e non mollarlo, il coppiere dei più soavi calici del padre Zeus; ma sta' bene attenta a non insanguinare il ragazzo con gli artigli ricurvi, che Zeus non ne abbia dolore ed irritazione. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %535%|222| STRATONE

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Una volta un fortunato maestro, che dava lezioni ad un ragazzo tenero, lo teneva nel mezzo, piegandolo sulle ginocchia, toccandogli con la mano i coglioni. Per caso venne il padrone di casa a cercare il ragazzo, e lui prontamente lo girò sulla schiena sgambettandolo e stringendo con le mani la gola. Ma il padrone, che conosceva bene la lotta, gli disse: "Basta, così il ragazzo lo strangoli". $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %536%|223| STRATONE Quando mi viene incontro, mi basta il suo viso incantevole, non mi volto a guardarlo indietro quando è passato. Così guardiamo anche la statua ed il tempio del dio, e non ci giriamo verso la stanza di dietro. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %537%|224| STRATONE Siamo insieme sulla strada giusta, Difilo: bada che resti sempre com'era all'inizio. Tutt'e due abbiamo avuto in sorte qualcosa di alato, a te la bellezza, a me l'amore: cose fuggevoli entrambe. Messe insieme resistono, ma se si lasciano senza sorveglianza ecco che volano via, se ne vanno. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %538%|225| STRATONE Mai accoppiare alla luce del sole nascente il ca...ne voglioso al toro; potrebbe accadere che, quando si sono inumiditi i frutti della feconda Demetra, si bagni la villosa virilità giovanile. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %539%|226| STRATONE

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Tutta la notte, con gli occhi bagnati di lacrime, ho cercato di dare riposo al cuore insonne, per l'angoscia che mi ha colpito alla partenza del mio compagno - sì, mi ha lasciato solo, per tornare alla sua Efeso, Teodoro ieri - e se non torna indietro subito, non posso più sopportare il letto deserto. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %540%|227| STRATONE Se anche voglio passare oltre, quando incontro un bel ragazzo, passo oltre, ma appena dopo mi volto indietro. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %541%|228| STRATONE Se un ragazzo sbaglia quando non è ancora il tempo della [ragione, l'infamia colpisce piuttosto l'amico che lo corrompe; se un giovane si sottomette a chi l'età l'ha ormai passata, questo è due volte più turpe per chi cede. C'è un'età quando per entrambi non è più brutto, Meride, e non lo è ancora: è l'età che tu ed io abbiamo in questo momento. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %542%|229| STRATONE Com'è buona Nemesi, la dea per la quale giuriamo, sputando nel petto e temendo il suo lento arrivo. Tu non l'hai vista inseguirti; hai pensato che avresti avuto per sempre la tua bellezza. Adesso è perduta. È venuta la dea dall'ispida collera e io, già tuo servo, ora tiro di lungo senza darti un'occhiata. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %543%|230| CALLIMACO Se Teocrito, quel bel brunetto, mi odia,

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odialo tu quattro volte, Zeus, e quattro volte amalo se mi ama. Zeus celeste, in nome di Ganimede dai bei capelli, anche tu hai amato: non dico altro. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %544%|231| STRATONE Euclide è innamorato e ha perso il padre. Lui fortunato! anche prima suo padre era buono, gli dava tutto ciò che voleva; adesso è un morto benigno. Invece io amo in segreto, ho un destino maligno e un padre immortale. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %545%|232| SCITINO Ora sei ritto e non defletti, cosa innominabile, sei teso come dovessi non smettere mai; ma quando Nemeseno tutto mi si abbandonava, dandomi tutto quello che voglio, parevi un morto. Ora puoi tenderti, romperti, piangere: non serve a niente: dalla mia mano non otterrai compassione. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %546%|233| FRONTONE Scrittore di commedie, credi che la giovinezza sia un #Tesoro#; mentre invece è rapida più del #Fantasma# a sparire; il tempo farà di te #L'odiato# e poi il #Contadino# e allora darai la caccia alla #Donna rapata.# $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %547%|234| STRATONE Se ti vanti della tua bellezza, sappi che anche la rosa fiorisce, ma una volta appassita si getta via con la spazzatura; il fiore e la bellezza hanno in sorte il medesimo tempo, e il tempo, invidioso, entrambi li fa appassire.

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$@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %548%|235| STRATONE Se la bellezza invecchia, fammene parte prima che se ne vada; se invece resta, perché esiti a dare ciò che comunque ti resta? $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %549%|236| STRATONE Un certo eunuco ha dei bei ragazzi; a che cosa gli servono? e lui a loro fa un danno ignobile; è come il cane che ha rose per pranzo, e abbaia stupidamente, e non serve a nulla né a se stesso né agli altri. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %550%|237| STRATONE Addio, falso nemico del male, addio, ragazzo dappoco, che prima giuravi che non l'avresti più dato. Non giurare più; so tutto, non puoi nasconderlo, so il dove e il come e a chi e a quale prezzo. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %551%|238| STRATONE Molto piacere si danno gli uni con gli altri i cuccioli dei cani quando giocano insieme. Si assaltano a vicenda da tergo e ugualmente si impegnano a fare ed a subire. Nessuna prevaricazione sugli uni o sugli altri; sta sotto a sua volta quello che prima l'ha messo. Assolutamente come dice il proverbio, secondo il suo turno, ogni asino usa sfregarsi sull'asino. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %552%|239| STRATONE

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Chiedi cinque, ti darò dieci, ma anche venti puoi averne. Una moneta d'oro ti basta? È bastata anche a Danae. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %553%|240| STRATONE Già i miei capelli sono bianchi sopra le tempie, in mezzo alle cosce il cazzo penzola inerte, i coglioni non servono a niente, la dura vecchiaia mi invade. Ahimè, so come metterlo in culo, ma non ne sono capace. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %554%|241| STRATONE Hai lanciato un amo, ragazzo mio, ed io sono il pesce. Tirami dove vuoi, ma non correre, oppure ti sfuggo. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %555%|242| STRATONE Ieri, Alcimo, avevi una lucertola come un dito rosato, e già oggi ce l'hai come un braccio rosato. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %556%|243| STRATONE L'inculare mi ha rovinato, e perciò mi tormenta la podagra. Zeus, trasformami in una forchetta! $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %557%|244| STRATONE Se vedo un ragazzo candido, sono finito, se ne vedo uno bruno,

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brucio, se biondo, mi sciolgo subito dentro. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %558%|245| STRATONE Tutti gli esseri senza ragione fottono solo; noi animali ragionevoli abbiamo questo in più degli altri animali, che sappiamo metterlo in culo. Chi si fa dominare dalle donne non ha niente in più degli esseri senza ragione. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %559%|246| STRATONE Una coppia di fratelli mi ama, ed io non so quale di loro scegliermi per padrone: li amo entrambi. L'uno se ne va e l'altro arriva; dell'uno la cosa più bella è la presenza, dell'altro la nostalgia nell'assenza. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %560%|247| STRATONE Come Idomeneo si portò a Troia da Creta Merione dalle belle cosce per suo scudiero, così io mi porto, Teodoro, te come amico diletto. Ma quello talvolta era servo, talvolta amante. E allora, durante il giorno tu sbriga pure per me tutti quanti gli affari; ma la notte, per Zeus, voglio assaggiare le cosce. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %561%|248| STRATONE Chi può sapere se il suo amato sfiorisce quando è sempre con lui e non resta mai solo? Chi può non piacere oggi, se ieri piaceva? E se piace che cosa gli deve succedere perché domani non piaccia? $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %562%|249|

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STRATONE Ape nata dalla carcassa di un bue, dove hai visto il mio miele che voli sul fulgido viso del mio ragazzo? Vuoi smetterla di ronzare e di toccare con le zampette che raccolgono fiori la sua pelle purissima? Va' alla malora, a cercare i favi di miele, o ti mordo; anch'io ho un pungiglione: l'amore. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %563%|250| STRATONE Andando di notte, dopo cena, a fare bagordi, io, il lupo, ho trovato un agnello alla porta di casa, il figlio del mio vicino Aristodico, e l'ho abbracciato e baciato offrendogli tutti i miei giuramenti. Adesso che cosa gli porto in dono? Non posso ingannarlo, non è degno di lui lo spergiuro all'italiana. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %564%|251| STRATONE Prima ci baciavamo a vicenda sul viso e godevamo i preliminari, Difilo: eri ancora un bambino. Ora ti supplico "per quelli di dietro, che non ci saranno domani": ogni cosa si deve svolgere nell'età giusta. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %565%|252| STRATONE Ti brucerò con la torcia, porta, e brucerò chi sta dentro, poi, ubriaco, scapperò presto in fuga e attraversando l'Adriatico che ha il colore del vino, e peregrinando, m'acquatterò a una porta che la notte si apre. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %566%|253| STRATONE

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Dammi un momento la destra (non perché voglia smettere di ballare, anche se quel bel ragazzo m'ha preso in giro); se disgraziatamente non fosse accanto a suo padre, non invano m'avrebbe visto ubriaco. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %567%|254| STRATONE Da quale tempio arriva questo stuolo d'amori questo fulgore abbagliante? amici, io non ci vedo. Chi di loro è schiavo, chi è libero? io non so dirlo. Il loro padrone è un uomo? no, non può essere. Ma se lo è, è molto più grande di Zeus, che ebbe il solo Ganimede, ed è il dio che sappiamo. E allora lui che ne ha tanti? $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %568%|255| STRATONE Sciocco, non te lo dice il nome stesso, se lo si riporta alla parola autentica dalla quale deriva? Si dice pederasta, Dioniso, non vitellonerasta: puoi forse fare qualche obiezione al riguardo? Io mi occupo dei giochi Pitici, tu degli Olimpici: quelli che io scarto tu li ammetti alle gare. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %569%|256| MELEAGRO Amore ha fatto per te, Afrodite, cogliendo con le sue mani fior di ragazzi, una corona che inganna l'anima. Vi ha intrecciato Diodoro, giglio soave, ed Asclepiade, la dolce primula; poi vi ha aggiunto Eraclito, simile ad una rosa in mezzo alle spine, e Dione, fiorente come un pollone di vite. Vi unì ancora Terone, dai capelli di croco dorato, ed ancora Uliade, virgulto di timo, e colse infine, virgulto d'olivo perenne, germoglio amatissimo della virtù, Topino dalla tenera chioma. Isola fortunata fra tutte la sacra Tiro, che possiede una selva

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fragrante di bei ragazzi, fiori devoti alla dea dell'amore. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %570%|257| MELEAGRO Io, lo svolazzo che annuncia l'ultimo giro, guardiano fedelissimo delle pagine scritte, dico che Meleagro ha compiuto la sua fatica raccogliendo in questo libro i versi di tutti i poeti, e che con questi fiori ha intrecciato una corona che resterà perenne, in onore di Diocle. Io, ricurvo e piegato come il dorso di un drago, sorveglio qui il termine della bella raccolta. $@Antologia Palatina - Libro dodicesimo %571%|258| STRATONE Forse qualcuno in futuro, ascoltando questi miei scherzi, penserà che siano mie tutte queste pene d'amore; ma io offro versi all'uno e all'altro fra quanti amano i bei ragazzi, giacché un dio mi ha infuso quest'arte.