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2019 20 Lunedì 18 marzo ore 16.00 - 18.30 - 21.00 Martedì 19 marzo ore 15.30 - 18.00 - 20.30 Mercoledì 20 marzo ore 16.00 - 18.30 - 21.00 Giovedì 21 marzo ore 16.30 - 19.00 - 21.30 Il corriere (The Mule) Regia: Clint Eastwood. Con: Clint Eastwood, Bradley Cooper, Laurence Fishburne, Michael Peña, Dianne Wiest. Durata: 1h56’ - USA 2018 - Drammatico Earl Stone, floricoltore appassionato dell’Illinois, è specializzato nella cultura di un fiore effimero che vive solo un giorno. A quel fiore ha sacrificato la vita e la famiglia, che di lui adesso non vuole più saperne. Nel Midwest, piegato dalla deindustrializzazione, il commercio crolla e Earl è costretto a vendere la casa. Il solo bene che gli resta è il pick-up con cui ha raggiunto 41 stati su 50 senza mai prendere una contravvenzione. La sua attitudine alla guida attira l’attenzione di uno sconosciuto, che gli propone un lavoro redditizio. Un cartello poco convenzionale di narcotrafficanti messicani, vorrebbe trasportare dal Texas a Chicago grossi carichi di droga. Earl accetta senza fare domande, caricando in un garage e consegnando in un motel. La veneranda età lo rende insospettabile e irrilevabile per la DEA. Veterano di guerra convertito in ‘mulo’, Earl dimentica i principi di fiero difensore del Paese per qualche dollaro in più. Ma la strada è lunga. Per Clint Eastwood la questione è il tempo che gli resta. Una questione pressante emersa in Mystic River e in Gran Torino e ripresa undici anni dopo, in un road-trip testamentario supplementare. Ma Il corriere - The Mule è più di questo, più del nuovo ritratto di un vecchio eroe reazionario che monda i suoi peccati. Per Clint Eastwood non è più il tempo di scrivere la sua leggenda e di giocare col suo mito. Perfettamente cosciente di quello che suscita, si diverte ma resta secco e autentico dietro le rughe di un uomo che non ha più l’angoscia di invecchiare ma la paura di morire. Quando appare sullo schermo con quella silhouette che non ha perso niente della sua eleganza ma che non può e non vuole nascondere il peso delle sue primavere. Al tempo che incalza, come gli scagnozzi del cartello messicano, l’autore risponde rallentando. www.cantinavalpantena.it CHIAMA Tel. 328.0665146 Comunale Verona GRUPPI RIONALI QUARTIERE BORGO VENEZIA http://avisbarana.wordpress.com [email protected] Per informazioni non aspettare: SCOPRI COME È SEMPLICE SALVARE UNA VITA! CHIAMA Tel. 328.0665146 CERCHI O VENDI CASA ? l’agenzia del tuo paese Via Villa Cozza, 42 www.grandisimmobiliare.it 045 4686710

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Lunedì 18 marzo ore 16.00 - 18.30 - 21.00Martedì 19 marzo ore 15.30 - 18.00 - 20.30 Mercoledì 20 marzo ore 16.00 - 18.30 - 21.00Giovedì 21 marzo ore 16.30 - 19.00 - 21.30

Il corriere (The Mule) Regia: Clint Eastwood.Con: Clint Eastwood, Bradley Cooper, Laurence Fishburne, Michael Peña, Dianne Wiest. Durata: 1h56’ - USA 2018 - Drammatico

Earl Stone, floricoltore appassionato dell’Illinois, è specializzato nella cultura di un fiore effimero che vive solo un giorno. A quel fiore ha sacrificato la vita e la famiglia, che di lui adesso non vuole più saperne. Nel Midwest, piegato dalla deindustrializzazione, il commercio crolla e Earl è costretto a vendere la casa. Il solo bene che gli resta è il pick-up con cui ha raggiunto 41 stati su 50 senza mai prendere una contravvenzione. La sua attitudine alla guida attira l’attenzione di uno sconosciuto, che gli propone un lavoro redditizio. Un cartello poco convenzionale di narcotrafficanti messicani, vorrebbe trasportare dal Texas a Chicago grossi carichi di droga. Earl accetta senza fare domande, caricando in un garage e consegnando in un motel. La veneranda età lo rende insospettabile e irrilevabile per la DEA. Veterano di guerra convertito in ‘mulo’, Earl dimentica i principi di fiero difensore del Paese per qualche dollaro in più. Ma la strada è lunga. Per Clint Eastwood la questione è il tempo che gli resta. Una questione pressante emersa in Mystic River e in Gran Torino e ripresa undici anni dopo, in un road-trip testamentario supplementare.

Ma Il corriere - The Mule è più di questo, più del nuovo ritratto di un vecchio eroe reazionario che monda i suoi peccati. Per Clint Eastwood non è più il tempo di scrivere la sua leggenda e di giocare col suo mito. Perfettamente cosciente di quello che suscita, si diverte ma resta secco e autentico dietro le rughe di un uomo che non ha più l’angoscia di invecchiare ma la paura di morire. Quando appare sullo schermo con quella silhouette che non ha perso niente della sua eleganza ma che non può e non vuole nascondere il peso delle sue primavere. Al tempo che incalza, come gli scagnozzi del cartello messicano, l’autore risponde rallentando.

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Lunedì 25 marzo ore 16.00 - 18.30 - 21.00Martedì 26 marzo ore 15.30 - 18.00 - 20.30Mercoledì 27 marzo ore 16.00 - 18.30 - 21.00 Giovedì 28 marzo ore 16.30 - 19.00 - 21.30

Regia: Guillaume Senez.Con: Romain Duris, Laure Calamy, Laetitia Dosch, Lucie Debay, Basile Grunberger. Durata: 1h38’ - Belgio, Francia 2018 - Drammatico

Per quali battaglie vale la pena impegnarsi? Ha senso vincere una sfida, se così facendo si perde la guerra? E ancora: abbiamo il diritto di ritirarci da quell’arena che è la vita, o dobbiamo combattere a oltranza? Intorno a questi interrogativi gira, con un equilibrio che ricorda i migliori Dardenne, il secondo film da regista del franco-belga Guillaume Senez, alle prese con una storia di assenza, psicologica e fisica, e di lavoro che ingombra, travolge e paralizza il privato dei protagonisti.Al centro della vicenda c’è Olivier, un magnifico Roman Duris. Olivier si divide fra un ruolo di sindacalista nell’azienda in cui lavora, che lo impegna in una quotidiana lotta sincera contro le piccole e insopportabili ingiustizie, e una famiglia in cui la dolce moglie Laura sembra pensare a tutto, al suo lavoro e ai due figli. Fino a che crolla e sparisce, lasciandoli tutti e tre in balia della più grande  delle battaglie, quella quotidiana.  Una vita sconvolta dall’oggi al domani, senza neanche poter provar razionalmente, dopo un’iniziale sbandamento, un odio nei confronti di una donna che, semplicemente, non ce l’ha più fatta, più fragile e incapace di fermarsi un attimo prima di compiere un passo così tanto agognato in momenti di esasperazione. Occasione per rendersi conto dei piccoli riti domestici che aveva ignorato dedicandosi quasi completamente al lavoro. L’educazione dei figli diventa la priorità per un capo reparto che ha sempre visto la sua squadra lavorativa come il vero nucleo bisognoso di sostegno. Senez dimostra un’abilità nel rendere realisticamente le dinamiche quotidiane fra adulti e con i bambini, portandoci con naturalezza e coinvolgimento a vivere la ricerca di un nuovo equilibrio in un solido tavolo a cui è stata tagliata di netto una gamba.Nos batailles non si risparmia quasi nessuna sfida a cui sottoporre la famiglia, senza mai superare la soglia

dell’accanimento posticcio, sempre sostenuto nella credibilità dai suoi interpreti, compresi i bambini, riuscendo anche a delineare in profondità ogni personaggio che entra nella loro orbita. Nos batailles è un nuovo capitolo del racconto che il cinema francese ci sta proponendo della sua società che cambia, in cui il lavoro è sempre meno stabile e con esso le vite di chi deve contare su quell’entrata. Una guerra mai ufficialmente dichiarata, ma sotto gli occhi di tutti e sempre più subdola, di cui Senez delinea una nuova battaglia combattuta senza compatirsi, sempre energica e vibrante, con la speranza che aumenta ogni volta che i soldati al fronte vedono con amore per chi e con chi la stanno combattendo.

21 Le nostre battaglie (Nos batailles)

Il ritmo in The Mule, è quello di un uomo cosciente che non gli rimane più molta strada da percorrere ma che non ha davvero nessuna fretta di arrivare a destinazione. A bordo di un Ford F-100 degli anni Settanta si gode il viaggio. Solido come un mito, lucida la sua ‘carrozzeria’ e avanza nel film radioso, col cappello in testa, increspando il sopracciglio, canzonando degli spacciatori armati fino ai denti, regalando fiori alle signore o cantando canzoni al volante. Basta osservare con attenzione tutti i suoi gesti, che costituiscono la materia prima del film, per indovinare cosa lo anima a ottantotto anni: cavare tutta la vitalità che rimane nel suo corpo e in quello della sua nazione, i due finiscono sempre per coincidere nel suo cinema. Corpi di cui non smette di sondare le crepe e le contraddizioni. Ma è troppo tardi per colmarle, manca il tempo, e allora è meglio forse prendere quello che si può. Per farlo, Eastwood trova il travestimento perfetto: quello di un bianco un po’ misogino e un po’ razzista, tanto conservatore e tanto vecchio, così vecchio che nessun poliziotto potrebbe mai sospettarlo. In un mondo regolato dal politicamente corretto, il suo Earl ha un linguaggio e un comportamento irriducibilmente inappropriati. Se nella vita Eastwood disprezza apertamente il politicamente corretto e insiste sulla responsabilità individuale, nel cinema è infinitamente più sottile.The Mule non fa che ribadire la complessità, la ricchezza e anche il carattere (in)discutibile del suo cinema.

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Regia: Alfonso Cuarón. Con: Yalitza Aparicio, Marina de Tavira, Marco Graf, Daniela Demesa, Diego Cortina Autrey.Durata: 2h15’ - Messico, USA 2017 - Drammatico

Messico, 1970. Roma è un quartiere medioborghese di Mexico City che affronta una stagione di grande instabilità economico-politica. Cleo è la domestica tuttofare di una famiglia benestante che accudisce marito, moglie, nonna, quattro figli e un cane. Cleo è india, mentre la famiglia che l’ha ingaggiata è di discendenza spagnola e frequenta gringos altolocati. I compiti della giovane domestica non finiscono mai, e passano senza soluzione di continuità dal dare il bacio della buonanotte ai bambini al ripulire la cacca del cane dal cortiletto di ingresso della casa: quello in cui il macchinone comprato dal capofamiglia entra a stento, pestando i suddetti escrementi. Perché nel Messico dei primi anni Settanta tutto coesiste: il benessere ostentato dei padroni e la schiavitù “di nascita” dei nullatenenti. Tutto convive in un sistema contradditorio ma simbiotico in cui le tensioni sociali non tarderanno a farsi sentire. In un bianco e nero pastoso che mescola ricordi nostalgici e denuncia sociale, con Roma Cuaron torna alle proprie radici e racconta il Messico della sua infanzia, nonché il debito di riconoscenza che tutti i figli della borghesia messicana devono alle tate e alle “sguattere” che li hanno cresciuti con amore e devozione. Roma è il suo film più intensamente personale e più provocatoriamente politico, e racconta un intero Paese attraverso il suo frattale minimo, e il più indifeso. Cuaron applica la propria consumata maestria tecnica e compositiva ad una storia girata in sequenza in 108 giorni, e interpretata da non attori di rara autenticità. La sequenza su cui scorrono i titoli di testa è già un capolavoro ed enuclea tutta la narrazione a seguire: nello specchio della lisciva con cui Cleo pulisce i pavimenti appare il riflesso dell’aeroplano che porterà via chi può dalla quotidianità degradata del quartiere.

Venerdì 29 marzo ore 16.00* -18.30* - 21.00*(* Proiezioni in lingua originale con i sottotitoli in italiano)

(Ingresso intero € 7,00 - Tesserati Cineforum € 4,00)

Film d’Essai Roma

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Lunedì 1 aprile ore 16.00 - 18.30 - 21.00Martedì 2 aprile ore 15.30 - 18.00 - 20.30Mercoledì 3 aprile ore 16.00 - 18.30 - 21.00 Giovedì 4 aprile ore 16.30 - 19.00 - 21.30

Regia: Peter Farrelly.Con: Viggo Mortensen, Mahershala Ali, Linda Cardellini, Sebastian Maniscalco, P.J. Byrne. Durata: 2h10’ - USA 2018 - Commedia

Che cos’è il Negro Motorist Green Book? Un manuale, un vademecum per una vacanza “senza pensieri”. Per persone di colore. Negli anni Sessanta elencava gli alberghi e i locali dove ci si poteva rilassare senza entrare in contatto con i bianchi. Era indispensabile, specialmente per gli automobilisti che sceglievano di andare nel profondo Sud degli Stati Uniti. Si torna indietro nel tempo, al 1962, per interrogarsi sul presente. Siamo all’inizio del decennio: il Sessantotto è lontano, e l’uomo guarda la luna da migliaia di chilometri di distanza. Neil Amstrong è appena arrivato alla Nasa, i fratelli Kennedy cercano di costruire un mondo nuovo, e la Guerra in Vietnam sta per entrare nel vivo.In Green Book, gli Stati Uniti vengono descritti come un Paese ancorato alle vecchie tradizioni, ai retaggi di un’altra epoca. Louisiana, Mississippi, Georgia: qui sembrano aver dimenticato la dignità umana. Bianchi e neri non possono mangiare allo stesso tavolo, usare lo stesso bagno, bere un bicchiere nello stesso bar. Martin Luther King stava lottando per la parità, e sarebbe stato assassinato sei anni dopo. Il percorso per l’uguaglianza era ancora lungo.Ma alcuni andavano già oltre le apparenze, come il buttafuori italoamericano Tony Lip e il pianista afroamericano Don Shirley. Dalla loro amicizia nasce Green Book. Sembra di rivedere A spasso con Daisy, con

Green Book

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Regia: Sebastián Lelio. Con: Julianne Moore, John Turturro, Caren Pistorius, Michael Cera, Brad Garrett.Durata: 1h42’ - USA 2018 - Commedia

Sebastián Lelio rifà... se stesso. Il regista cileno entra nel novero di quegli autori , tra cui ricordiamo Alfred Hitchcock, che hanno firmato il rifacimento di una pellicola da loro diretta in precedenza.È avvenuto con Gloria Bell, (auto)remake americano di quel Gloria, che al Festival di Berlino del 2013 aveva regalato a Lelio diversi riconoscimenti e alla protagonista Paulina García l’Orso d’Argento come miglior attrice.Al centro di Gloria Bell c’è una cinquantenne con la passione per il ballo che, nonostante le diverse esperienze non andate a buon fine, continua a credere nell’amore. In un club conosce Arnold, e chissà che non possa essere lui il (nuovo) uomo della sua vita...Lelio si conferma un regista capace, come pochi altri nel cinema contemporaneo, di scavare nel profondo della psicologia femminile, e ci regala un “ritratto di signora” intenso e delicato allo stesso tempo. Lo stile visivo è raffinato nella scelta dei colori e della luce (ed è su questo che la fotografia di Natasha Braier si distanzia dal film originale), una traccia stilistica assolutamente riconoscibile che l’autore lascia in ogni sua opera. Per realizzare questo adattamento a stelle e strisce, Lelio ha chiesto la collaborazione della sceneggiatrice Alice Johnson Boher, ma chi conosce il film originale si troverà di fronte a una pellicola che segue le fondamenta del copione precedente, senza introdurre particolari guizzi. Eppure, pur conoscendone già la trama, il film risulta appassionante e credibile. La prova di Julianne Moore, perfettamente in parte, è davvero magnetica.

Venerdì 5 aprile ore 17.00 -19.00 - 21.00*(* La proiezione delle ore 21.00 è in lingua originale con i sottotitoli in italiano)

Film d’Essai GLORIA BELL (Gloria)

(Ingresso intero € 7,00 - Tesserati Cineforum € 4,00)

i ruoli invertiti. Al volante c’è Viggo Mortensen, mentre il suo ricco datore di lavoro è Maershala Ali. L’artista e l’uomo di strada, gli opposti che si scontrano per poi attrarsi, e creare un legame forte.Lip e Shirley si studiano, si conoscono, diventano migliori, in un on the road attraverso le ipocrisie e la discriminazione. Naturalmente non mancano i contrasti, legati alla loro educazione: da una parte le buone maniere, dall’altra la violenza come unica soluzione a ogni disputa. Ma, mentre il paesaggio fuori dal finestrino continua a mutare (deserto, boschi, città, paesi, campi e case di ricchi proprietari terrieri), i due imparano a comprendersi, a comunicare. Per i protagonisti non conta la meta, ma il viaggio, non solo “geografico”. Percorrono grandi distanze, per un paio mesi condividono ogni istante della giornata. Comprendono l’importanza del rispetto e della condivisione. Il regista Peter Farrelly (questa volta senza il fratello Bobby) abbandona i toni da commedia demenziale (Tutti pazzi per Mary, Lo spaccacuori, Scemo & + Scemo 2) per mettere in scena un racconto umano, pieno di sentimento, con una coppia di attori di grande talento. Un film che fa bene all’anima.