GRUPPO · 2016. 10. 18. · GRUPPO NATURALISTICO DELLA BRIANZA Associazione per la difesa della...

32
GRUPPO NATURALISTICO DELLA BRIANZA Associazione per la difesa della Natura in Lombardia 22035 Canzo Periodico trimestrale Anno XLIII N. 3 luglio - agosto - settembre 2006 Poste Italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (convertito in legge 27/02/04 - N. 46) Art. 1 Comma 2 - DCB COMO

Transcript of GRUPPO · 2016. 10. 18. · GRUPPO NATURALISTICO DELLA BRIANZA Associazione per la difesa della...

Page 1: GRUPPO · 2016. 10. 18. · GRUPPO NATURALISTICO DELLA BRIANZA Associazione per la difesa della Natura in Lombardia 22035 Canzo Periodico trimestrale Anno XLIII N. 3 luglio - agosto

GRUPPO NATURALISTICODELLA BRIANZAAssociazione per la difesadella Natura in Lombardia22035 Canzo

Periodico trimestraleAnno XLIII N. 3

luglio - agosto - settembre 2006

Po

ste

Ital

iane

S.p

.A.

Sp

ediz

ione

in a

bb

ona

men

to p

ost

ale

D.L

.353

/200

3 (c

onv

erti

to in

leg

ge

27/0

2/04

- N

. 46)

Art

. 1 C

om

ma

2 -

DC

BC

OM

O

Page 2: GRUPPO · 2016. 10. 18. · GRUPPO NATURALISTICO DELLA BRIANZA Associazione per la difesa della Natura in Lombardia 22035 Canzo Periodico trimestrale Anno XLIII N. 3 luglio - agosto

57

uesto numero di“Natura e Civiltà”

è dedicato ad alcuni ospitimolto particolari dellenostre case."Anche in questo nostromondo moderno e urbanizzato nonmancano i punti di contatto ravvicinatotra uomo e natura, anzi questi si spingo-no fin negli ambienti domestici dovesono in verità assai numerosi i piccolianimali con cui conviviamo. Dobbiamoperò confessare una grande ignoranzanei confronti di questi inquilini, spessoi n d e s i d e r a t i ,guardati consospetto oanche com-battuti, talora aragione ma piùfrequentementein virtù di antichecredenze dei tuttoingiustificate. Moltialtri sono gli organi-smi che ignoriamocompletamente, perchétroppo piccoli o troppodiscreti. Sappiamo che solo dalla cono-scenza della natura nelle sue varie mani-festazioni possono deriva-re comportamenti cor-retti: alcuni ospiti asei zampe dellenostre casesono, è vero,pericolosiper motividi ordinesanitario oppure pos-sono darci qualchefastidio: la gran maggio-ranza si accontenta diquanto noi avanziamo

oppure, come i ragni, ci aiuta asbarazzarci delle presenze

più moleste e indesi-derabili e quindi, a

conti fatti, non ci disturbaaffatto risultando al

contrario assai utile".Così si legge nell’introduzio-

ne dell’interessante volume “Manualedi entomologia domestica”, di AndreaSabbadini, edito dal Consorzio ParcoMonte Barro nel 2003 nella collana“Quaderni della biodiversità”. Grazie alladisponibilità dell’autore e di Mauro Villa,

Direttore delParco Monte

Barro ecoordinato-

re editorialed e l l ’ o p e r a ,

siamo lieti dipresentare ainostri lettori inquesto numero di

“Natura e Civiltà”qualche utile noti-zia sugli Insetti

tratta dal libro sopracita-to, per conoscere meglio questo affasci-nante mondo, non troppo lontano danoi e dalla nostravita quotidiana.

“Ospiti” particolarinelle nostre case

Q

EDITORIALENATURAE CIVILTÀ

ANNO XLIII - N. 3LUGLIO AGOSTOSETTEMBRE 2006

Periodico del GruppoNaturalistico della Brianza,inviato gratuitamente ai soci

REDAZIONESilvia Fasana (Direttore Responsabile)

[email protected] Pozzi

[email protected]

CONSIGLIO DI REDAZIONEIole Celani Agrati

Maria Luisa Righi BaliniSegreteria rivista 031 26 26 01

Spediz. in abbonamento postaleRegistrazione del Tribunale

di Como n. 170 del 3 marzo 1967Progettazione grafica,

fotocomposizione e stampa:GRAFICA MARELLI snc

Via L. Da Vinci, 28-22100 Como

Gli autori sono direttamenteresponsabili delle opinioniespresse nei loro articoli

Il presente periodico è stampatosu carta tipo ECF (senza cloro)

GRUPPO NATURALISTICODELLA BRIANZA ONLUS

Associazione per la difesa dellaNatura in Lombardia

Iscritta al Registro RegionaleLombardo del Volontariato

22035 CANZO (Co)Casella Postale n. 28

Tel. e Fax 031 68 18 21e-mail: [email protected]

www.grupponaturalisticobrianza.it

PRESIDENTECesare E. Del Corno

PRESIDENTE ONORARIOStefano Fedeli

VICE PRESIDENTIMiranda Salinelli

Alberto PozziGiorgio Ferrero

TESORIEREEle Ronzoni

Segreteria Soci 039 20 25 839Aderente alla Federazione

Italiana Pro Natura

QUOTE DI ISCRIZIONEda versare sul C/C Postalen. 18854224 intestato al

Gruppo Naturalistico della Brianza

Socio Euro

Ordinario 25,00

Giovani (fino a 20 anni) 15,00

Familiare (senza rivista) 10,00

Sostenitore 40,00

Benemerito 80,00

Adesione speciale GEV 10,00

In copertina: Imenotterosu un fiore (Foto A. Pozzi)

Page 3: GRUPPO · 2016. 10. 18. · GRUPPO NATURALISTICO DELLA BRIANZA Associazione per la difesa della Natura in Lombardia 22035 Canzo Periodico trimestrale Anno XLIII N. 3 luglio - agosto

58

er quanto riguarda il legnodei mobili, i “nemici” più

classici sono i ben noti tarli,nome con cui vengono indicatialcuni coleotteri della famigliadegli Anobidi, e soprattutto il tarlo comune(Anobium punctatum). Questa specie, a dif-ferenza della maggior parte degli insettixilofagi (cioè mangiatori di legno), riesce atrarre nutrimento anche da legno estrema-mente stagionato, cioè dal legno dei mobi-li, inadatto alle altre specie, per le quali èquasi sempre necessario che il tessuto deilegno presenti un certo grado di umidità. Acausa dello scarso valore nutritivo dei legnostagionato, il ciclo larvale dei tarlo richiedeun periodo molto lungo (in media tre anni),mentre la vita dell'adulto, che sfarfalla abi-tualmente d'estate, non dura in genere piùdi un mese. Gli attacchi dei tarli sono facil-mente riconoscibili (una volta che il dannoè compiuto) per i caratteristici fori di uscitarotondi, dei diametro di un paio di millime-tri. Nonostante le piccole dimensioni dellelarve, la loro attività all'interno dei legno èspesso udibile dall’esterno sotto forma diun rumore secco, a patto che altri rumorinon disturbino l’ascolto. Tra le altre specie di coleotteri xilofagi,numerosissime appartengono ad una fami-glia ben diversa e molto più vasta, quelladei Cerambicidi. La loro presenza negliappartamenti si osserva spesso in seguito asfarfallamento di legna da ardere, e solouna ristretta minoranza di specie intacca illegno in opera, come travi ed infissi, tra cuila più nociva è l’ilotrupe (Hylotrupes baju-lus). Di ben maggiore gravità sono invece idanni che possono provocare le termiti,insetti sociali dell’ordine degli Isotteri. Delledue specie di termiti presenti in Italia, Kalo-termes fiavicollis e Reticulitermes lucifugus,solo la seconda produce danni alle abitazio-ni, intaccandone le travature.

GLI INSETTI.. ....del legno

...dei tessutie degli indumenti

P

NATURA IN CITTÀ

Per prevenire l’attacco dei tarli ai mobilisono in commercio apposite vernici pro-tettive, che impediscono ai tarli l’ovide-posizione; per arrestare un attacco già incorso, risultati soddisfacenti si ottengonoiniettando apposite sostanze nei fori giàpresenti. Per la protezione delle travatu-re, è consigliabile una loro frequenteispezione; nel caso di attacchi da parte diCerambicidi, la presenza di fori d'uscita(più ampi ed ovali anziché rotondi comequelli dei tarli) e di rosura di legno a terrane segnalerà la presenza ad uno stadionon avanzato d'infestazione: per com-promettere la solidità di una trave, infat-ti, sono necessarie più generazioni suc-cessive di questi coleotteri. A questopunto, è peraltro consigliabile l’interven-to di personale specializzato opportunoanche per verificare per tempo un’even-tuale infestazione da termiti.

capi d’abbigliamento di originenaturale (pellicce o tessuti di ori-

gine animale, come la lana, o vege-tale, come il cotone) fornisconoun’importante fonte di alimentazione adiverse specie di insetti, alcune delle qualirisultano perciò ospiti indesiderati delleabitazioni umane.Il più “classico” fra questi nemici dei tessu-ti è un minuscolo lepidottero della famigliadei Tineidi, la tarma (Tinea pellionella), cheattacca di preferenza tessuti di lana e pel-licce. La larva di questa farfallina grigia-stra, oltre che nutrirsi dei tessuto, ne taglia

I

Anobium punctatum

Tinea pellionella

Page 4: GRUPPO · 2016. 10. 18. · GRUPPO NATURALISTICO DELLA BRIANZA Associazione per la difesa della Natura in Lombardia 22035 Canzo Periodico trimestrale Anno XLIII N. 3 luglio - agosto

59

numerosi frammenti con i quali si costrui-sce un involucro protettivo di forma cilin-drica, danneggiando quasi sempre in modoirreparabile i capi attaccati.

...degli alimenti

er la loro stessa natu-ra di sostanze nutriti-

ve, le derrate alimentariattirano una grande quantitàdi insetti; ciò vale sia per gli ali-menti freschi che per le derratealimentari a lunga conservazione. Nelprimo caso i danni da parte di insetti sono

oggi più facili da evitare, sia per il minortempo offerto agli insetti stessi per effet-tuare i loro attacchi, sia per la semplicitàdegli accorgimenti necessari alla protezio-ne degli alimenti, primo fra tutti la conser-vazione in frigorifero dei cibi più o menodeperibili. Ciò rende molto improbabili leinfestazioni da parte degli insetti cheattaccano alimenti freschi, soprattuttocarne, fra cui i più frequenti sono i ditteridelle famiglie dei Calliforidi e Sarcofagidi,comunemente detti “mosconi”. Anche algiorno d’oggi, per contro, sono molto dif-fusi, anche nelle case, gli attacchi da partedi insetti alle derrate alimentari a media elunga conservazione, come biscotti, pasta,farinacei in genere, legumi secchi e simili.Gli insetti che attaccano queste derrateappartengono nella stragrande maggio-ranza dei casi agli ordini dei lepidotteri edei coleotteri.I lepidotteri che attaccano le derrate ali-mentari vengono comunemente indicaticon il nome di tignole, e appartengonoprincipalmente alle famiglie dei Gelechidi,dei Piralidi e dei Tineidi.Fra le specie più frequenti ricorderemo duediverse tignole del grano Tinea granella, eSitotroga cerealella, la comunissima tigno-la fasciata (Plodia interpunctella) e le

tignole grigie del genere Ephe-stia. In particolare latignola fasciata è proba-bilmente la specie che più

capita di osservare nelleabitazioni, anche per la

sua notevole capacità diadattarsi a condizioni avverse e per

la sua estrema prolificità. Anche se ciòche si osserva più spesso nelle case, per la

P

Anche quando, come dovrebbe essere sempre per legge, ma spesso non è in pratica, gli ali-menti risultano immuni da insetti all’acquisto, gli attacchi possono facilmente provenire dainsetti già presenti nelle abitazioni, o che vi sì introducono senza difficoltà dall’esterno. Percautelarsi nel migliore dei modi sarà comunque utile tener presente alcuni accorgimenti dibase. Per quanto riguarda gli alimenti freschi, come già accennato, conservarli in frigorife-ro; per quelli a media e lunga conservazione, soprattutto pasta, farina, biscotti e legumisecchi, non accumulare mai provviste ingenti, e proteggere efficacemente le confezioni unavolta aperte, per esempio riponendole in recipienti a tenuta stagna, o, spazio permettendo,nel frigorifero. In questo modo si eviteranno attacchi massicci, e conseguenti infestazioni.Se si dovesse constatare la presenza in casa di insetti delle derrate alimentari, sarà oppor-tuno ricercare la fonte della possibile infestazione, ed eliminarla una volta individuata. Daevitare, in questi casi, un impiego indiscriminato di insetticidi.

Per prevenire i danni agli indumenti daparte delle tarme, è consigliabile un tem-pestivo lavaggio degli indumenti, cherisulta generalmente letale per questiinsetti; l’accumulo di indumenti sporchi,con il loro accresciuto contenuto disostanze nutritive per gli insetti (residui disudore, prodotti di desquamazione dellapelle e simili) rende molto più probabili gliattacchi. Sarà inoltre opportuno custodiregli indumenti in ambienti più o menochiusi (cassetti, armadi) in presenza diun’adeguata quantità delle tradizionalisostanze insettifughe (come la canfora ela naftalina) o insetticide (come il paradi-clorobenzolo); meglio ancora, soprattuttoquando gli indumenti devono rimanerenegli armadi per lunghi periodi, se i singo-li capi verranno collocati in buste di pla-stica ben chiuse insieme ad appropriatequantità delle sostanze già ricordate, frale quali, perché meno nociva alla salute,va privilegiata la canfora.

Plodia interpunctella

Page 5: GRUPPO · 2016. 10. 18. · GRUPPO NATURALISTICO DELLA BRIANZA Associazione per la difesa della Natura in Lombardia 22035 Canzo Periodico trimestrale Anno XLIII N. 3 luglio - agosto

60

loro maggiore mobilità e visibilità sono lefarfalline adulte, i danni vengono arrecatialle derrate esclusivamente dalle larve,minuscoli bruchi incolori, che non si limi-tano a nutrirsi delle sostanze alimentari,ma le danneggiano ulteriormente con iloro escrementi, le spoglie larvali abbando-nate nel corso dello sviluppo ed i bozzolisericei che tessono per proteggersi. Le der-rate alimentari che nelle case vengono piùspesso attaccate dalle tignole sono lapasta e la farina, ma diverse specie sonodiscretamente polifaghe.Ancor maggiore di quello delle specie dilepidotteri è il numero di specie di coleot-teri che possono attaccare le derrate ali-mentari, appartenenti anche ad un nume-ro maggiore di famiglie, fra cui le piùimportanti, in questo senso, sono quelledegli Anobidi, dei Cucuidi, dei Tenebrionidi,dei Curculionidi e dei Bruchidi. Anche neicoleotteri, come nei lepidotteri, i dannisono arrecati dalle larve.

...in biblioteca

er chi possiede unabiblioteca, gli insetti

possono diventarenemici pericolosi,soprattutto se questa èpreziosa. Quasi nessunpericolo si corre infatticon le edizioni moder-ne, mentre i libri d'epocasono tanto più a rischioquanto più sono antichi, nonsolo per il naturale invec-chiamento della carta, maanche e soprattutto per ladiversa composizione dellecolle per la rilegatura, dellecopertine e della carta stessa, così chediventano particolarmente appetibili peralcune specie di insetti degli ordini deiTisanuri e degli Psocotteri. Fra i primi, lespecie più diffuse sono il pesciolino d’ar-gento (Lepisma saccharina) e l’affine Ther-mobia domestica, che gradiscono ambien-ti ombrosi e discretamente umidi; fra i

secondi, tutti di taglia piccolissima e notianche con il nome di pidocchi corrodenti,la specie più frequente nelle case è Lipo-scelis divinatorius; le condizioni ambienta-li gradite a questa specie sono simili aquelle predilette dai pesciolini d'argento.Entrambe le specie corrodono la carta; sitratta di specie con stadi giovanili similiall’adulto, che risultano dannosi in tutti gi

stadi del loro sviluppo.

...opportunisti

questa categoria appartegonosvariati insetti alcuni dei quali, a diffe-renza di quelli presi fin qui in considerazio-ne, possono presentare per l'uomo incon-venienti di natura igienico-sanitaria. Sitratta di specie che si nutrono delle piùdisparate sostanze di rifiuto, derivatesia dagli scarti di alimenti che dallaspazzatura degli appartamenti. Perquesto motivo, sarebbe da attendersidi non incontrarle mai in apparta-menti dove vengono rispettatebuone norme d’igiene, ma purtropponon è sempre così: dato che in alcu-ni casi si tratta di specie molto mobi-li, esse possono penetrare un po' dovunque(persino nella casa più pulita può volare

PA

I danni nelle biblioteche, a causa deicostumi di vita delle specie nocive, siproducono prevalentemente in ambientioscuri e dotati di un certo grado di umi-dità; un ambiente ben aerato e illumina-to è in grado di fornire una buona prote-zione contro eventuali attacchi; utile èanche il controllo delle eventuali scaffa-lature in legno, per porre rimedio pertempo ad eventuali attacchi di tarli. Perarrestare i danni in un eventuale volumeattaccato, sarà opportuna la sua conser-vazione per un certo periodo (per sicu-rezza, almeno un mese) in un ambiente abassissima temperatura, ad esempio inun freezer, letale per tutti gli stadi del-l'infestante. Per danni più estesi, è consi-gliabile procedere ad una disinfestazioneda parte di personale specializzato.Lepisma saccharina

Blatta orientalis

Page 6: GRUPPO · 2016. 10. 18. · GRUPPO NATURALISTICO DELLA BRIANZA Associazione per la difesa della Natura in Lombardia 22035 Canzo Periodico trimestrale Anno XLIII N. 3 luglio - agosto

61

una mosca!), anche se condizioni igienichesoddisfacenti ne impediscono in ogni casola proliferazione. Gli insetti dei rifiuti pos-

sono distinguersi per comodità indue categorie principali: quella

dei volatori, rappresentatasoprattutto da ditteri (mosche emosconi) e quella dei camminatori,i cui rappresentanti più noti sono leblatte, o scarafaggi.

Le mosche, appartenenti allafamiglia dei Muscidi, ed i

mosconi, appartenenti a quelle dei Callifo-ridi e Sarcofagidi si sviluppano negliambienti urbani soprattutto a spese deirifiuti organici contenuti nella spazzatura,come scarti o avanzi di carni e formaggi. Illoro ciclo di sviluppo è rapidissimo: neiperiodi più favorevoli, le generazioni sisuccedono l'una all'altra nello spazio di unpaio di settimane. Delle mosche, due sonole specie che si osservano più di frequentenegli appartamenti: la mosca domestica(Musca domestica) e la mosca dei lampa-dari (Fannia canicularis). Al pari dellemosche, i mosconi si sviluppano a spese dirifiuti; oltre a ciò, come già accennato inprecedenza, vengono attratti anche dallacarne fresca, se questa viene lasciataincautamente esposta per un certo perio-do, e vi depongono le uova. Le due speciepiù frequenti nelle case sono il mosconegrigio (Sarcophaga camaria) ed il mosconeazzurro (Calliphora eryhtrocephala),entrambi di grossa taglia. Le mosche ed imosconi, al di là del fastidio che possonoarrecare con la loro ronzante presenza,possono pregiudicare anche seriamente l’i-giene ambientale con la deposizione delle

loro feci (molto minuscole e difficili dadistinguere), contenenti germi patogeni.Attualmente il rischio di infezioni più omeno epidemiche causate da questi ditteriè molto ridotto, date le migliorate condi-zioni igieniche degli ambienti, ma nei seco-li passati era molto maggiore. Frequentiabitatrici delle case, anche se meno vistosedi mosche e mosconi, sono anche alcunespecie di moscerini, come il moscerino delmosto (Drosophila melanogaster) ed ilmoscerino dei formaggio (Piophila casei). Residui alimentari di vario genere ed altririfiuti organici costituiscono un’attrattivairresistibile anche ai più agguerriti rappre-sentanti della seconda categoria, già ricor-data, di insetti dei rifiuti: gli scarafaggi. Sitratta di animali notturni, che durante ilgiorno trovano ricovero in fessure dei murio nelle anguste intercapedini esistenti fra ilpavimento ed i mobili o gli elettrodomesti-ci. Adattate ad una vita in relazione strettae pressoché esclusiva con gli insediamentiumani, le specie più note e diffuse da noidi questi insetti, appartenenti all’ordine deiBlattari sono due specie di grande taglia, loscarafaggio comune (Blatta orientalis) e lablatta americana (Periplaneta americana) edue di taglia assai più ridotta, la blattellacomune (Blattella germanica) e la blattelladei mobili (Supella longipalpa). Lo scara-faggio comune e la più rara blatta ameri-cana frequentano più spesso i luoghi diraccolta e i condotti di scarico delleimmondizie, attraverso i quali abitualmen-te si diffondono, mentre le blattelle, esoprattutto la blattella comune, prediligo-no gli ambienti ricchi di residui alimentarie con fonti di calore, come impianti di cot-

Il principale accorgimento contro la presenza in casa di questi insetti, da ostacolare col massimo impegno, èun’attenta pulizia dell'ambiente, ed una frequente eliminazione dei rifiuti organici, il cui stazionamento nelle pat-tumiere può favorire il loro insediamento. Questo, almeno per quanto riguarda l’eliminazione di ogni possibilefonte interna di infestazione. Più complessi, data l'eccezionale prolificità e capacità di diffusione di questi inset-ti, sono gli accorgimenti necessari per eliminarne l'intrusione, talvolta frequente e non trascurabile, dall’esterno.In questo caso è necessario individuare, nello stabile, le fonti originali dei l’infestazione, e porvi rimedio con unintervento collettivo, di cui incaricare personale specializzato. Per i casi di emergenza, comunque, è facile reperi-re in commercio prodotti specifici contro mosche e scarafaggi, da applicare seguendo le istruzioni indicate sulleconfezioni. Efficace può anche essere l'adozione di trappole che utilizzano l'impiego di sostanze adesive atte adinvischiare gli insetti: tali trappole, nel caso degli scarafaggi, sono costituite da scatolette in cui va inserita un’e-sca (ad esempio un pezzo di formaggio), mentre nel caso delle mosche sono costituite da strisce di carta invi-schiata, la cosiddetta carta moschicida

Musca domestica

Page 7: GRUPPO · 2016. 10. 18. · GRUPPO NATURALISTICO DELLA BRIANZA Associazione per la difesa della Natura in Lombardia 22035 Canzo Periodico trimestrale Anno XLIII N. 3 luglio - agosto

62

tura dei cibo e di lavaggio di stoviglie, esono perciò particolarmente frequentinelle cucine, soprattutto di esercizi pubbli-ci. Tutte queste specie, al di là del lorosgradevole aspetto e del fatto che la lorostessa presenza rafforza per chiunque (enon a torto) una spiccata impressione discarsa igiene ambientale, possono contri-buire con le loro deiezioni, al pari dimosconi e mosche, alla diffusione di germipatogeni.

le formiche

rigore le formiche, alme-no per quanto riguarda il loroinsediamento o la loro com-parsa nelle abitazioniumane, rientrano in pienonella categoria degli opportu-nisti; in realtà si tratta di insettidai costumi di vita così particolarie così differenziati da quelli di qualsiasialtro insetto da meritare anche in questocaso una trattazione a sé stante. In primoluogo sono gli unici, fra gli insetti, che sicomportano nei confronti delle abitazionicome dei veri e propri invasori, che entra-no nelle nostre case per compiere dellerazzie. Inoltre, queste “truppe d'invasione”sono sempre composte da operaie, cioèfemmine sterili, che costituiscono la stra-grande maggioranza della popolazionedelle colonie di formiche. Le femmine fer-tili o regine, dalle quali dipende la continuaproduzione di uova e quindi di nuove for-miche, rimangono nei formicai, cioè nelle“sedi fisse” delle colonie, che si trovano ingenere nell'ambiente esterno, anche se tal-volta le formiche possono sfruttare le fes-sure dei muri per allestire il loro nido nelleimmediate vicinanze o addirittura all'inter-no delle nostre abitazioni, sempre però inluoghi a noi pressoché inaccessibili. I for-micai sono collegati ai territori di esplora-zione e rifornimento (fra cui all'occorrenzaanche le nostre case) attraverso una reteestremamente sviluppata di sentieri stabil-mente tracciati, anche quando risultanodel tutto invisibili, dalle emissioni odorose

delle formiche esploratrici. Per questomotivo, anche quando nei nostriappartamenti non si trova in realtànessun insediamento stabile di formiche,capita spesso di doverne rilevare costante-mente la loro presenza, poiché sem-pre nuove operaie percorrono que-sta estesa rete viaria, ed una volta che unappartamento è stato individuato comepossibile fonte di approvvigionamento,viene regolarmente visitato. Quasi sem-pre, osservando le formiche intruse conuna certa attenzione, è possibile individua-re il tracciato dei loro sentieri d'ingresso, ilche può riuscire utile per cercare di porrerimedio alla loro indesiderata intrusione.Le specie di formiche che può capitare ditrovarsi in casa sono numerose, ma alcunevi compaiono con particolare frequenza,come la minuscola Tetramorium cespitum,particolarmente invadente, che vieneattratta da residui di cibo di vario genere,compresi quelli abbandonati nelle pattu-miere. Assai simile alla precedente specie èMonomorium phraraonis, specie esoticaacclimatatasi in Italia già da alcuni decen-ni. Assai frequenti sono anche alcune spe-cie di taglia leggermente superiore edappartenenti al genere Lasius, fra i qualisoprattutto Lasius niger, principalmente

Nei casi più fortunati, per eliminare l’intrusione di formiche saràsufficiente rimuovere accuratamente quanto le attira nell'ap-partamento, ad esempio residui zuccherini, sostanze alimentario rifiuti. In caso di persistenza dell'intrusione, le cose si compli-cano, perché, come già ricordato, gli esemplari che compiono leloro incursioni negli appartamenti sono esclusivamente delleoperaie, così che non è possibile, anche eliminandone grandiquantità, arrestare la riproduzione nella colonia madre. In que-sto caso può essere utile, attraverso l’osservazione diretta, indi-viduare il tragitto d'ingresso seguito dalle formiche, il che puòrendere più efficace la collocazione di apposite sostanze inset-ticide o la creazione di “barriere architettoniche”. Se ad esempio,con queste ricerche si riesce a localizzare un foro nel muroattraverso il quale le formiche ci penetrano in casa, potrebbeanche essere sufficiente (ma non sempre le cose sono così sem-plici, perché le formiche mostrano spesso di possedere insospet-tabili risorse) murare il pertugio ed eliminare l'inconveniente.Nei casi, purtroppo non rari, in cui le formiche mostrano diessere refrattarie ad interventi di contenimento di questo tipo,potrebbe essere indispensabile localizzare il formicaio d’origineper procedere (meglio se con l'intervento di personale specializ-zato) ad un'efficace disinfestazione.

ALasius niger

Sclerodermus domesticus

Page 8: GRUPPO · 2016. 10. 18. · GRUPPO NATURALISTICO DELLA BRIANZA Associazione per la difesa della Natura in Lombardia 22035 Canzo Periodico trimestrale Anno XLIII N. 3 luglio - agosto

63

dalle sostanze zuccherine.

zanzare e affini

na particolare categoria di insetti ècostituita da quelle specie in cui le femmi-ne si nutrono di sangue, alimento di eleva-tissimo valore nutritivo, per portare amaturazione le proprie uova. I più noti fraquesti insetti, tutti appartenenti all’ordinedei ditteri e alla famiglia dei Culicidi, sonole zanzare, le cui larve vivono nelle acquestagnanti.Fino ad un passato ancora recente, le zan-zare erano da noi gli insetti di gran lungapiù pericolosi: come vettori dei plasmodiodella malaria e rendevano quasi inabitabiliaree anche molto estese, soprattutto inprossimità della foce del Po, in Toscana,Lazio, Sicilia e Sardegna. Attualmente, gra-zie alle energiche campagne di bonifica, lamalaria risulta debellata nelle nostre regio-ni; ciò nonostante, anche se non più peri-colose, le zanzare rimangono ancor oggi,almeno dal punto di vista quantitativo, ipiù fastidiosi fra tutti gli insetti delle case,a causa della già ricordata attività di ema-tofagi caratteristica delle femmine (imaschi, innocui, si possono facilmentedistinguere per le antenne vistosamentepiumate). La suzione viene effettuata permezzo delle parti boccali opportunamentemodificate, ed è resa possibile dalla pre-ventiva iniezione di liquido anticoagulante.È proprio l’iniezione di questo liquido checausa le fastidiose irritazioni provocatedalla puntura delle zanzare. Ancor oggi, neipaesi tropicali, diverse specie di zanzaresono responsabili, come vettori degli agen-ti patogeni, della diffusione di malattieanche mortali, in primo luogo la malaria,ma anche la febbre gialla, la dengue (dettaanche “febbre spaccaossa”) ed altre. Lamalaria veniva trasmessa in Italia dall'ano-fele (Anopheles maculipennis), ed ancoroggi nei paesi tropicali da diverse speciedello stesso genere, mentre altre zanzare,appartenenti al genere Aedes sono vettricidella febbre gialla e della dengue. Nessunamalattia, peraltro, è mai stata trasmessa,né ora né in passato, dalla specie più lar-gamente diffusa da noi, la zanzara comu-

ne (Culex pipiens).Recentemente un certo allarme è stato dif-fuso, soprattutto attraverso i mezzi dicomunicazione di massa, per la comparsain Italia di una specie asiatica, la zanzaratigre (Aedes albopictus), responsabile nellasua area di origine della trasmissione delladengue. In realtà, tale rischio non si correcon le popolazioni italiane di questa zan-zara, che comunque ha rapidamente rag-giunto una diffusione abbastanza ampia,ed è diventata comune in alcune regioni,soprattutto in Liguria.Simili alle zanzare, non tanto per aspettoquanto per il tipo di molestie che arrecanoall’uomo, sono altri ditteri di taglia netta-mente inferiore appartenenti alla famigliadei Flebotomidi, il cui rappresentantenostrano più noto è il pappatace (Phlebo-tomus papatasii), che deve il singolarenome comune al suo volo assolutamentesilenzioso (quello della zanzara produceinvece un ronzio ben percepibile a brevedistanza). Sebbene siano ospiti meno“regolari” delle zanzare, anche i pappatacisi introducono non di rado nelle case, e laloro presenza passerebbe dei tutto inosser-vata se non fosse per le fastidiose punture,che non vengono avvertite immediata-

UCulexpipiens

Anophelesmaculipennis

Aëdesalbopictus

Phlebotomuspapatasii

Page 9: GRUPPO · 2016. 10. 18. · GRUPPO NATURALISTICO DELLA BRIANZA Associazione per la difesa della Natura in Lombardia 22035 Canzo Periodico trimestrale Anno XLIII N. 3 luglio - agosto

64

mente, ma che lasciano un minuscolorigonfiamento arrossato alquanto persi-stente. A differenza dalle zanzare, i pappa-taci non compiono il loro sviluppo larvalein raccolte più o meno temporanee d’ac-qua, ma in accumuli di sostanze di rifiuto odi detriti di vario genere in ambienti moltoumidi. I pappataci possono trasmetterecon la loro puntura la leishmaniosi e,almeno da noi, risultano per questo moti-vo più pericolosi delle zanzare.Simili nell’aspetto alle zanzare propria-mente dette sono invece le “false zanzare”della famiglia dei Chironomidi. Del tuttoinnocue come frequentatrici delle abita-zioni, in cui peraltro penetrano piuttosto dirado, creano talvolta inconvenienti d'altrogenere: con le loro frequenti sciamature inmassa: ad esempio, possono formare sullestrade una sorta di tappeto vivente checrea una superficie scivolosa pericolosaper il traffico automobilistico. Nessuninconveniente è presentato invece daiTipulidi, zanzaroni di dimensioni grandi ograndissime, che si nutrono della linfa disvariate piante, come la comune Tipulamaxima, a cui probabilmente si deve lasegnalazione scherzosa, che spesso sisente ripetere, di “zanzare grandi comeaeroplani”: nonostante il loro aspettominaccioso, questi zanzaroni sono in realtà

dei tutto innocui.

inquilinioccasionali

ccanto alle specie che nelle abitazioniumane trovano condizioni di vita

appropriate, compiendovi anche per interoil loro ciclo biologico, vi sono anche nume-rosissime specie che capitano nelle casepiù o meno occasionalmente, o perché vivengono attratte illuminazione artificiale,o perché vi trovano un ricovero più o menotemporaneo, o per puro caso, oppureancora perché parassiti umani. Farfallenotturne, come le falene, farfalle diurne,come la Vanessa (Inachis io), grosse locu-ste (Locusta migratoria), o cimici (Palome-

Per evitare, con l’approssimarsi dell’estate, una comparsa massiccia di zanzare negli ambienti urbani sono necessa-ri interventi di ampio respiro, che non sono alla portata dei singoli, ma di cui devono semmai farsi carico le ammi-nistrazioni locali, con la disinfestazione di ampie raccolte d’acqua ed anche, eventualmente, con l’introduzione dialcune minuscole specie di pesci d’acqua dolce che svolgono un prezioso ruolo di predatori delle larve di zanzara(es. Gambusia). Ogni opera efficace di prevenzione deve infatti intervenire sugli stadi giovanili più che sulle zanza-re adulte, sebbene solo queste ultime risultino moleste. Anche i singoli, però, possono contribuire utilmente proce-dendo ad un controllo dell’ambiente adiacente alla propria abitazione, dove bisogna evitare la formazione di rac-colte d’acqua temporanee, che si possono creare nelle grondaie, o in recipienti lasciati all’aperto e riempiti d’acquapiovana; anche l'acqua contenuta nei sottovasi delle piante ornamentali andrà a tal fine frequentemente ricambia-ta. Per evitare possibili infestazioni di pappataci, sarà invece utile rimuovere eventuali accumuli di detriti in ambien-ti umidi, come le cantine, ed evitare ristagni negli impianti fognari. Indipendentemente dalle opere di prevenzione,comunque, sarà utile provvedere a difendersi da zanzare e pappataci quando questi fastidiosi insetti, a dispetto ditutto, fanno la loro comparsa. Il rimedio più sicuro, largamente adottato in quei paesi dove la puntura delle zanza-re trasmette con elevata frequenza pericolose malattie, è costituito dall'adozione di zanzariere, da applicarsi allefinestre o, in casi estremi, a protezione dei letti. Da noi, fortunatamente, tali precauzioni appaiono eccessive, e saràsufficiente ricorrere ai vari rimedi disponibili in commercio: tavolette e liquidi per fornelletti elettrici, o zampironia lenta combustione, che sviluppano gas tossici per le zanzare e sostanzialmente innocui per l’uomo; impiegandotali rimedi, è consigliabile una moderata aerazione degli ambienti dopo la loro applicazione, senza però cadere inun eccesso di cauteia, anche perché un’aerazione eccessiva disperde i gas sviluppati, e le finestre spalancate favo-riscono l’ingresso dall’esterno di nuovi ospiti indesiderati.L’utilizzo di liquidi repellenti da spalmare sulla pelle è invece molto utile quando ci si reca in luoghi aperti infesta-ti da zanzare.

A

Locustamigratoria

Page 10: GRUPPO · 2016. 10. 18. · GRUPPO NATURALISTICO DELLA BRIANZA Associazione per la difesa della Natura in Lombardia 22035 Canzo Periodico trimestrale Anno XLIII N. 3 luglio - agosto

65

na prasina – o cimice verde, Rhaphigasternebulosa – o cimice grigia, Cimex lectula-rius o cimice pro-priamente detta), opidocchi (Pedicu-lus humanus) epiattole (Phthiruspubis), ne sono degliesempi.Un’attenzione partico-lare merita invece ilcaso non infrequente diimenotteri aculeatisociali, come api, vespe ecalabroni, che, più o menoabitualmente a seconda dellespecie, costruiscono il loro nido nelle case,più spesso sui muri esterni, ma qualchevolta anche in ambienti interni, soprattut-to se accessibili. Tali insediamenti sono

potenzialmente molto pericolosi, perchél’aggressione di uno sciame di questi ime-notteri può produrre disturbi gravissimianche in chi non manifesta una particola-re sensibilità al loro veleno, e persino sin-gole punture possono talvolta risultare

mortali in caso disensibilizzazionei n d i v i d u a l e(shock anafilatti-

co). Il rischio diattacchi, inoltre, è

aggravato dalla vici-nanza dei nido, fattoreche ne incrementanotevolmente l’ag-gressività. Fra le specie

più rappresentative diquesti aculeati sociali vi

sono l’ape (Apis mellifica), lavespa cartonaia (Polistes gallicus), la vespacomune (Vespula germanica) e il calabrone(Vespa crabro).

In nessun caso gli insetti che si introdu-cono isolatamente ed in modo occasio-nale nelle case giustificano interventimirati alla loro eliminazione; in caso dicomparse massicce di specie innocue, sipotrà procedere manualmente alla lororaccolta ed al loro rilascio nell'ambienteesterno. Nel caso invece di nidificazionedi imenotteri aculeati, con l’unica ecce-zione delle colonie ridotte e sostanzial-mente inoffensive di vespe cartonaie,sarà opportuno procedere al loro allon-tanamento, evitando però di prendereiniziative rischiose, ma facendo ricorso apersonale specializzato.

Immagini tratte dal volume “Manuale dientomologia domestica”, di Andrea Sabba-dini, edito dal Consorzio Parco Monte Barronel 2003 nella collana “Quaderni della bio-diversità”.

Palomena prasina

Vespula germanica

Inachis io

Page 11: GRUPPO · 2016. 10. 18. · GRUPPO NATURALISTICO DELLA BRIANZA Associazione per la difesa della Natura in Lombardia 22035 Canzo Periodico trimestrale Anno XLIII N. 3 luglio - agosto

66

n Italia gli Invertebrati hanno semprerappresentato il fanalino di coda di ogni

intervento ma anche di ogni ragionamen-to in tema di conservazione della natura; aimolti motivi di ordine culturale si devonoanche aggiungere difficoltà di tipo pratico,sostanzialmente riconducibili al fatto chesi tratta di un numero enorme di specie,spesso di dimensioni minuscole e difficilida studiare e da conoscere. Il concettostesso di “invertebrato” non fa che eviden-ziare una nostra diffusa ignoranza o man-canza di considerazione verso questa com-ponente, sostanzialmente definita solo perla sua non appartenenza al gruppo dei ver-tebrati.Vale la pena evidenziare che, sebbene inon-vertebrati godano generalmente dimeno considerazione ovunque, da noi lamancanza di attenzione è più accentuata

che altrove: ad esempio, in inglese o intedesco esistono nomi volgari per la granmaggioranza delle specie di insetti, mentrein Italia ciò sarebbe semplicemente privo disenso.Nel 2002 la Regione Lombardia ha chiestoal Parco Monte Barro di occuparsi di que-sto problema al fine di pervenire a listedelle specie presenti sul territorio regiona-le almeno per alcuni gruppi particolarmen-te studiati. È stato individuato un gruppodi taxa sufficientemente conosciuti e rite-nuti di particolare significato conservazio-nistico o di interesse ecologico-applicativoanche in riferimento alla possibilità diorganizzare specifiche campagne di moni-toraggio.La sintesi della raccolta dei dati è laseguente:

Quaderni della Biodiversità

I

LIBRI

I dati finalmente sono in stampa nella serie“Quaderni della Biodiversità”, pubblicatadal Parco del Monte Barro attraverso ilCentro Regionale Flora Autoctona, che cosìprosegue la sua opera di tutela della biodi-versità lombarda. Mentre i primi due volu-mi, introduttivi, sono stati rispettivamente

dedicati all’entomologia domestica e all’atti-vità degli orti botanici a vantaggio della bio-diversità, con il n.3 è iniziata la pubblicazio-ne di cataloghi degli invertebrati lombardisu CD-ROM interattivi.Lo sforzo compiuto è stato considerevole edha implicato la consultazione di abbondan-

Page 12: GRUPPO · 2016. 10. 18. · GRUPPO NATURALISTICO DELLA BRIANZA Associazione per la difesa della Natura in Lombardia 22035 Canzo Periodico trimestrale Anno XLIII N. 3 luglio - agosto

67

tissima letteratura specializzata e la visio-ne critica di numerose collezioni. Dobbia-mo ringraziare a questo riguardo numero-si specialisti e diversi istituti, tra cui i MuseiCivici di Storia Naturale di Bergamo, Bre-scia, Milano, Morbegno, Venezia, Verona.Il primo di questi cataloghi, redatto daEnrico Pezzoli, è già disponibile e riguarda iMolluschi e i Crostacei delle sorgenti edelle acque sotterranee della Lombardia;sono attualmente in preparazione altri 6volumi, secondo il seguente schema:

MOLLUSCHI E I CROSTACEIDELLE SORGENTI E DELLE ACQUESOTTERRANEEAutore: Enrico PezzoliCollaboratori: Fabio Stoch, Francesca Spelta,Isabella Angius, Ivan Camponovo, Laura Fari-na, Lucio Castagnolo, Massimo Lemme,Mauro Villa, Paolo Cesana, Roberto Pettinelli

COLEOTTERI CARABIDIAutore: Vittorino MonziniCollaboratori: Enrico Castioni, Luciano Diotti, Luciano Galbiati, Maurizio Pavesi, Riccardo Monguzzi, Sergio Facchini, Sergio Ronzini, Vittorio Rosa

COLEOTTERI CERAMBICIDIAutore: Andrea SabbadiniCollaboratori: Carlo Pesarini

COLEOTTERI COLEVIDIAutore: Stefano Zoia

ODONATIAutori: Eugenio Balestrazzi, Maurizio PavesiCollaboratori: Dante Vailati, Enrico Ratti, Fabio Penati, Fabrizio Rigato, Leonardo Latella,Massimo Salvarani, Riccardo Groppali, Valentino Rasia

LEPIDOTTERI DIURNIAutore: Enrico MermethCollaboratori: Eugenio Balestrazzi, Giovanni Sala, Paolo Naluzzo, Stefania Santamaria, Ste-fano Bossi, Vincenzo De Castro

RAGNIAutore: Carlo PesariniCollaboratori: Andrea Sabbadini

Il software che consente ricerche avanzate, esportazioni di dati e la trasposizione carto-grafica dei dati di presenza è stato realizzato dalla società CT2 srl di Milano.

“Quaderni della Biodiversità”CFA – Parco Monte Barro.

ISSN 1828-2563(serie diretta da Mauro Villa)

Page 13: GRUPPO · 2016. 10. 18. · GRUPPO NATURALISTICO DELLA BRIANZA Associazione per la difesa della Natura in Lombardia 22035 Canzo Periodico trimestrale Anno XLIII N. 3 luglio - agosto

68

NOTIZIE GEOGRAFICHE

Il Gruppo del Bernina fa parte delle AlpiRetiche e fa da confine tra la Svizzera e l’I-talia, principalmente verso la Valmalenco.Esso culmina col Piz Bernina a 4049m dialtitudine (è la più alta cima della Lombar-dia) che è accompagnato da altre rispetta-bili vette: Piz Scerscen (3971m), Piz Roseg(3937m), Piz Palù (3905m), le quali siinnalzano da una coltre di ghiacciai come identi di un enorme drago. I ghiacciai piùimportanti sono in territorio svizzero, sulversante settentrionale in Engadina: ilVadret da Morteratsch e il Vadret da Rosegdi tipo vallivo, mentre verso sud le vedret-te di Scerscen superiore ed inferiore equella di Fellaria appaiono come distesequasi pianeggianti. Il primo qui nominato èil più vasto, nonostante il ritiro di circa2km, verificatosi dalla fine dell’800, che halasciato una tipica valle ad U accompagna-ta da morene dove la vegetazione tende acolonizzare le parti inferiori da più temposcoperte dal ghiaccio.Il Gruppo del Bernina comprende la lineaspartiacque, cioè quella linea che separa ladestinazione delle particelle di acqua eneve (che può diventare ghiaccio) cadute,tributarie verso nord dell’Inn e quindi delDanubio con meta il Mar Nero, e verso suddel torrente Poschiavino e del Mallero checonfluiranno nell’Adda con meta l’Adriati-co tramite il Po.

I VALICHI

Il nostro massiccio si stende per 27km dalPasso del Maloja (1815m) al Passo del Ber-nina (2328m) entrambi in territorio svizze-ro. Il primo è storicamente il valico transal-pino più importante per la sua quotamodesta, mentre quello del Bernina è statodi più difficile attraversamento. Comunque

tuttora questi valichi sono aperti tuttol'anno per non isolare dalle comunicazionicon la madrepatria, la Svizzera, la Val Bre-gaglia da una parte e la Valle di Poschiavodall’altra, ubicate al di qua della linea spar-tiacque. Anticamente altri sentieri eranoaperti ai commmerci: il passo Tremoggiatra la Val di Fex e la Valmalenco e quello delMuretto tra Chiareggio e il Maloja. Il primo,attivo nel medioevo, fu poi abbandonatoed attualmente è percorso solo da alpinisti,mentre l’altro a 2600m, ancora in ordine emolto interessante, è meta di escursionisti.A Chiareggio ai “Portoni” c’era la doganaper le merci in transito. Le popolazionialpine provvedevano alla manutenzionedei sentieri, a fornire il foraggio agli ani-mali (muli e cavalli), in cambio di una tassadi transito.Effettivamente ci si può stupire che pertrasportare merci dall’Italia all’Europa eviceversa, si dovesse passare per vie cosìpericolose per le intemperie, neve e frane;così come un altro fenomeno stupisce,quello del contrabbando, attivo dall‘800 al‘900, col quale si trasportavano sigarette ecaffè. Ma questa attività integrava le scar-se risorse delle popolazioni locali e i con-

Il Gruppo del Bernina

IL NOSTRO TERRITORIO – PROVINCIA DI SONDRIO

Page 14: GRUPPO · 2016. 10. 18. · GRUPPO NATURALISTICO DELLA BRIANZA Associazione per la difesa della Natura in Lombardia 22035 Canzo Periodico trimestrale Anno XLIII N. 3 luglio - agosto

69

trabbandieri, abili conoscitori delle vie daseguire, la facevano abitualmente in barbaai finanzieri, meno pratici di queste zone.E oggi? In questi luoghi ora vi è un altroflusso importante, il turismo che sta cam-biando tante caratteristiche delle zonemontane. Pertanto come non ricordare laFerrovia Retica, il “trenino rosso del Berni-na” da Tirano verso Skt. Moritz e Coira? Ilsuo percorso è spettacolare sia in estateche in inverno. Con le vetture si sale condolce dondolio nel bosco, poi al di sopra siammirano panorami mozzafiato sui montie i ghiacciai. Il punto di valico è l’Ospiziodel Bernina che ricorda l’antica assistenzaai viandanti; in vicinanza due bellissimilaghi. Anche il nostro Gruppo fece questaesperienza in una meravigliosa giornata difebbraio con tanta tanta neve, col trenofino a Pontresina e poi in slitta in ValRoseg.

UN PO’ DI GEOLOGIA

Come tutte le Alpi anche il Bernina è fruttodell’orogenesi alpina che trae origine dallacollisione tra la placca africana e quellaeuropea, come spiega la teoria della tetto-nica a placche. Si è formato così un corru-gamento con frammenti di crosta che sonostati compressi, ruotati, inclinati e ancheribaltati. Nei terreni risultanti si possonoriconoscere “falde di ricoprimento”, cioèblocchi di rocce sovrapposti che hannodeterminato varie linee di rilievi più o menoparallele da sud verso nord. Si distinguono

tre falde, la prima quella detta Margna cheaffiora, tra le altre, nelle cime affiancatePizzo Tremogge, Pizzo Malenco e Sassad’Entova. Tale falda è formata da micascisti,gneiss, calcescisti, quarzoscisti e delle dolo-mie chiare che si riconoscono bene sul Tre-mogge. Sovrapposta è la falda Sella cheaffiora nelle cime Musella e Fontana ed èformata da rocce intrusive, dioriti e gabbri.Sopra ancora la falda Bernina, cui si deve lalinea di cime maggiori, Roseg-Scerscen-Bernina-Argent-Zupò-Palù. Essa è formatada granodioriti intruse in rocce metamorfi-che. Le falde sono inclinate e si immergonoverso nord, per cui queste cime di solitopresentano la parete verso sud scoscesa equella verso nord con una pendenza assaimeno marcata.Nella zona meridionale (Valmalenco) sonostati inglobati ampi frammenti di rocceprofonde (quelle della crosta oceanica) chehanno dato origine alle serpentiniti, le pie-tre che sono tra i pregi maggiori della vallee di cui abbiamo parlato ampiamente inaltri articoli.

Testo e foto di M.L. R.

Notizie da:Merisio-VannucciniIl Bernina tra Engadina e ValmalencoLyasis edizioni, 2001

Per saperne di più:Carta escursionistica Bernina-SondrioScala1:50000, della Kompass

Page 15: GRUPPO · 2016. 10. 18. · GRUPPO NATURALISTICO DELLA BRIANZA Associazione per la difesa della Natura in Lombardia 22035 Canzo Periodico trimestrale Anno XLIII N. 3 luglio - agosto

70

acendo una passeggiata in montagna ilnostro sguardo abbraccia il “panora-

ma”, cioè una veduta di cime e valli con unmosaico di boschi, paesi, strade. Il panora-ma ti dà un’emozione e cambia con l’oradel giorno, con la stagione, col punto divista. Esso infatti muta via via che ci spo-stiamo. Il panorama è la percezione esteti-ca di un certo paesaggio, ma per passare alconcetto vero e proprio di paesaggio dob-biamo saperne di più: conoscere le suecomponenti e le relazioni che le uniscono. Componenti: il substrato roccioso, il suolo,la vegetazione, l’eventuale fauna selvaticao gli animali domestici, le coltivazioni, lapresenza di pietraie, i corsi d’acqua, i laghie gli artefatti umani. Le differenze tra unpaesaggio e un altro sono dovute a questifattori che ci permettono di fare una clas-sificazione dei tipi di paesaggio. Gli ele-menti guida per questo sono principal-mente il substrato, la vegetazione (che èquella che più salta agli occhi e che è lospecchio delle condizioni climatiche), lemodificazioni e gli artefatti umani. Ciòpermette anche di arrivare a una storia delpaesaggio che, partita da modificazionidurate per secoli, ha visto variazioniabnormi negli ultimi cento anni.Allora bisogna sapere qualcosa di geologia(composizione delle rocce e come si pre-sentano), geomorfologia (azione dei ghiac-ciai, dei torrenti, frane), botanica, disciplinache oltre a conoscere le piante studia leassociazioni tra le varie specie che portanoalla formazione di un certo tipo di bosco, diprato o di pascolo.Azioni antropiche: formazione di cave perottenere pietre, rettificazione di fiumi,arginature, bonifiche di stagni, disbosca-menti per ricavare spazi per coltivazioni epascoli, formazione di sentieri (un tempopreziosi anche per valicare le Alpi), strade,ponti, elettrodotti, dighe, piste da sci,impianti di risalita; e intanto i paesi da pic-

coli agglomerati di case rustiche vedonooggi la proliferazione di un’edilizia disordi-nata e spesso non in armonia con l’am-biente.Intendiamo ora accennare al paesaggiovegetale della provincia di Sondrio. Siamopertanto nel sistema paesistico (= insiemedi paesaggi diversi strettamente collegatifra loro) che si può definire “àlpico”, dovesono prevalenti i boschi che lasciano più inalto il posto alle praterie sovrastate a lorovolta da grandi gruppi montuosi dove nonmancano le nevi perenni. Il clima si puòdefinire continentale perché la differenzatra la temperatura media del mese piùcaldo e quella del mese più freddo è note-vole, e in diverse zone ci sono addiritturacondizioni di aridità.Immaginiamo di spostarci dal fondo vallerisalendo i versanti e andando su verso levette (beato chi può!). potremo fare unasuddivisione di questo sistema paesistico.Paesaggi: a) dei fondi valle, b) delle grandiconoidi, c) delle brughiere termofile e deivigneti.Sui versanti avremo i paesaggi: e) dei

Dal panorama al paesaggio

F

IL NOSTRO TERRITORIO – PROVINCIA DI SONDRIO

Page 16: GRUPPO · 2016. 10. 18. · GRUPPO NATURALISTICO DELLA BRIANZA Associazione per la difesa della Natura in Lombardia 22035 Canzo Periodico trimestrale Anno XLIII N. 3 luglio - agosto

71

boschi di latifoglie, f) del pino silvestre, g)delle peccete, h) delle praterie naturali, i)dei circhi glaciali e delle pietraie.Tra la zona di Livigno e il passo dello Stel-vio l’aspetto cambia rispetto all’arco alpinopiù ad occidente, perché è diverso il sub-strato roccioso; non più rocce cristalline oscistose, ma le cosiddette Dolomiti interne,con terreni a substrato calcareo o calca-reo–dolomitico. Qui troviamo i seguentipaesaggi: del pino silvestre, del pino mugo,delle praterie basifile e pure qui i circhi gla-ciali e le pietraie.Non possiamo descriverli tutti e ne citere-mo solo un paio che risultano assai evi-denti viaggiando lungo la Statale 38 daColico a Tirano.

I VIGNETI: sono estesi fino a una certaaltezza sul versante retico, esposto a mez-zogiorno. Qui con un paziente lavoro disecoli si sono costruiti dei terrazzamenticon la formazione di muretti che fan dacontenimento a terra di riporto. Solo così

le viti riescono a catturare appieno l’ener-gia solare, si ha un aumento delle superfi-cie utile e si verificano le condizioni ade-guate per la lavorazione delle colture. I ter-razzamenti sono quindi opera dell’uomo edanno una connotazione caratteristica alpaesaggio. Costa fatica il loro manteni-mento per i frequenti smottamenti, maquesta è ricompensata dal prodotto otte-nuto; infatti i vini della Valtellina sonoassai ricercati dai buongustai.In Italia vi sono altri esempi di terrazza-menti; il nostro Gruppo ne ha visitati duenelle sue escursioni: quello delle CinqueTerre in Liguria, patria di pregiatissimi vinie, di altro genere, le limonaie del Garda orapurtroppo in abbandono.

PAESAGGIO DELLE PECCETE.: Al di sopradelle latifoglie (querce, betulle, aceri, fras-sini, castagni, faggi) e fino a 2200m vi è lamassiccia presenza dell’abete rosso, (Piceaexcelsa, da cui il termine “pecceta”), condensi boschi di color verde scuro più omeno mescolati al larice e interrotti damaggenghi, prati e pascoli. Questi boschitra l’800 e il ‘900 videro un forte prelievo dilegname, prezioso per molti usi dell’econo-mia povera dei contadini, ma che produsseinsediamenti con stalle, baite e reti di sen-tieri tenuti sempre efficienti perché indi-spensabili per le comunicazioni. Attual-mente la pastorizia è in regresso; quei pratiche non sono più sfalciati si lasciano inva-dere da rovi e arbusti che preparano lastrada alla ricostituzione del bosco.

Maria Luisa Righi

Valmalenco: pae-saggio con impiantidi risalita.

Vigneti terrazzati.

Page 17: GRUPPO · 2016. 10. 18. · GRUPPO NATURALISTICO DELLA BRIANZA Associazione per la difesa della Natura in Lombardia 22035 Canzo Periodico trimestrale Anno XLIII N. 3 luglio - agosto

72

Il tubo: una fama immeritataParte prima - L’acquedotto

Rifornire di acqua un centro abitato richie-de escavazione di pozzi o prelievo di acquada sorgenti o da fiumi, laghi e canali. Ciòabbassa i livelli delle acque sotterranee,riduce od annulla l’erogazione spontaneadelle sorgenti, diminuisce la portata deicorpi idrici superficiali, con pregiudizio pergli altri utenti, in particolare per tutti imembri del vasto mondo animale e vege-tale, che non hanno altra alternativa, mache pure per l’uomo costituiscono, con laloro complementare diversità, l’unicagaranzia di sopravvivenza sul pianeta.

L’acqua poi deve essere portata all’utenteper mezzo dell’acquedotto, ed infine, unavolta utilizzata, trasferita altrove,ma...dove?L’acquedotto comporta un gran lavorio diruspe su pianure, valli e montagne. Neilunghi solchi vengono deposti i tubi, poiricoperti di terra, ma la ferita rimane.L’acqua corrente nelle singole abitazioni,laddove, fino agli anni ‘50 o ‘60, l’acqua siraccoglieva col secchio dal pozzo nel corti-le, fu una gran festa, ma anche l’inizio digrandi sprechi.Mentre per più di metà della popolazionemondiale sarebbe un grande evento poterdisporre di una dotazione giornaliera in

Il reticolo “idrografico”artificialeLuci ed ombre di un cammino incompiuto

UOMO E NATURA: INCONTRI E SCONTRI

el numero 1/2005 di “Natura e Civiltà” abbiamo fornitoalcuni cenni sul reticolo idrografico naturale. Ad ogni latitu-

dine, in qualsiasi condizione climatica, morfologica, di altitudi-ne, ogni goccia d’acqua che cade sulla terra sa dove, come equando andare, quale compito assolvere, quando è giunto ilmomento di chiudere il ciclo passando allo stato di vapore.Il paesaggio, alle nostre latitudini, è prodotto dal lavoro delleacque correnti. Questo lavoro è possibile grazie a due tipi dienergia: l’energia termica fornita dall’irraggiamento solare,che trasforma l’acqua in vapore, permettendole di raggiunge-re gli strati alti dell’atmosfera; l’energia endogena della terra,che, attraverso l’orogenesi, offre all’acqua di pioggia dislivellida percorrere, sotto forma di rigagnoli, torrenti e fiumi, primadi raggiungere l’oceano dalle creste delle catene montuose.L’uomo da sempre ha imparato a riconoscere l’acqua come lapiù preziosa e docile fra le materie disponibili sulla terra, ed hapreso a sottrarne dal reticolo naturale che essa stessa si è crea-ta una quantità sempre più cospicua, utilizzandola per l’ali-mentazione, l’igiene personale e dell’abitazione, la produzionedi energia.Purtroppo l’uomo giunge ad abusare in vario modo dell’acquasilenziosa e pura.In queste pagine osserviamo in particolare cosa succede all’acqua quando è costretta apercorrere strade che non le sono congeniali, imbrigliata entro condotte e tubazioni.

Serbatoio di unacquedotto attua-

le: l’altezza dellatorre è funzionalealla distribuzionedell’acqua ai piani

alti delle abitazioni.

N

Page 18: GRUPPO · 2016. 10. 18. · GRUPPO NATURALISTICO DELLA BRIANZA Associazione per la difesa della Natura in Lombardia 22035 Canzo Periodico trimestrale Anno XLIII N. 3 luglio - agosto

73

acqua potabile di 20 litri/persona, nellenostre città si consumano in media circa400 litri d’acqua potabile al giorno per per-sona.Tutto ciò non è senza conseguenze,soprattutto se accompagnato, come fre-quentemente avviene, dall’incuria.L’impresa che ha costruito l’acquedotto loconsegna alla committenza dopo il collau-do. Quel che succede dopo è di competen-za dell’azienda acquedottistica, e tutti gliinconvenienti che si possono verificarericadono sulla bolletta pagata dagli utenti.Il meno che possa capitare è che i tubi del-l’acquedotto, dalla condotta principale finoal segmento più remoto della rete di distri-buzione, perdano acqua.I dati che si conoscono, probabilmenteapprossimati per difetto, segnalano perdi-te variabili da un 10 ad un 50 % dell’acquadistribuita. (20% nella regione Lombardia,con punte del 30/40 %1)Una stima approssimata porterebbe avalutare per l’intera Penisola, una perditacomplessiva dell’ordine dei 50 mc/secondoper i soli acquedotti civili, corrispondentealla portata media di 10 corsi d’acquacome il nostro Lambro a Lambrugo (4,99m3/s nel periodo 1955-1969).La causa di perdite così imponenti nonrisiede solo nelle condizioni di tubazionilogorate dal tempo, ma anche nella inade-guatezza delle giunzioni fra i tubi, talvoltaanche nel caso di condotte messe in operadi recente.Quali siano le conseguenze provocate sul

territorio dalla sottrazione di acqua al regi-me naturale da parte delle condotte (indi-cativamente 200 m3/s per la sola rete civi-le - pari a 50 volte il già citato Lambro -,cui occorre aggiungere le utenze industria-li ed agricole e le condotte forzate per laproduzione di energia elettrica) e dalle per-dite che sistematicamente li accompagna-no è facile prevedere.Interi bacini vallivi privati delle sorgentinaturali, corsi d’acqua prosciugati fin dallescaturigini montane, alvei invasi dallavegetazione seccagna, che poi crea condi-zioni di pericolo nell’occorrenza dellepiene, fontanili di pianura disseccati. Que-sti fenomeni, già gravi nelle aree caratte-rizzate da abbondanza di risorse idriche,come nell’Arco Alpino e nella PianuraPadana, diventano drammatiche, anche seignorate dalla cultura tecnica dominante,nell’Appennino, nel Mezzogiorno e nelleIsole.Proprio in queste aree, ed in particolare inquelle appenniniche caratterizzate dallapresenza di consistenti formazioni geolo-giche argillose, le perdite d’acqua da partedegli acquedotti sono causa di dissestoidrogeologico, in quanto le acque che fuo-riescono dalle tubazioni, in mancanza diadeguato drenaggio, lubrificano ed appe-santiscono gli strati argillosi e provocanosmottamenti e frane. Gli acquedotti non nesono la causa unica, ma probabilmente laprincipale.Non tutto il male viene per nuocere tutta-via: la maggior parte delle alberature dellenostre città riesce a sopravvivere, malgra-do le condizioni avverse e la cementifica-zione del suolo, grazie alle perdite dellarete dell’acquedotto (ma non solo, comevedremo nel prossimo numero). Nella cittàdi Ferrara, sul finire degli anni ’80, il rinno-vamento delle reti dell’acquedotto efognaria determinò una drastica riduzionedelle perdite liquide e conseguentementeuna moria generalizzata degli alberi delcentro urbano, per la repentina diminuzio-ne dell’umidità del suolo.

Umberto Guzzi

1. Atto di indirizzi per la politica di uso e tutela delle acque dellaRegione Lombardia. Deliberazione consigliare VII/1048 del28/07/2004.

Esempio di reticoloidrografico maturo(bacino di ValleTevera, tributariodel T. Castellano, asua volta affluentedel F.Tronto): essocostituisce ilsistema più razio-nale per l’evacua-zione delle acque dipioggia e dei detri-ti; la sua conforma-zione e densitàvariano in funzionedella costituzionegeologica del terre-no e della intensitàdelle piogge. AvenaGianCarlo,Boll.Soc.Geol.It., 86(1967).

Page 19: GRUPPO · 2016. 10. 18. · GRUPPO NATURALISTICO DELLA BRIANZA Associazione per la difesa della Natura in Lombardia 22035 Canzo Periodico trimestrale Anno XLIII N. 3 luglio - agosto

74

LA DEGLACIAZIONE ALPINA

Il fenomeno della deglaciazione alpina è incorso dalla metà del 1800, ma negli ultimiventi anni si è notevolmente accelerato. LeAlpi si trovano nella zona al confine tra ilclima mediterraneo e il clima della zonad’influenza dei venti occidentali. In questazona di transizione anche le minime varia-zioni nella circolazione dei venti possonoavere ripercussioni considerevoli sullasituazione climatica. Le osservazioni fattefinora e i modelli di calcolo fanno presagi-re che la regione alpina sarà toccata daicambiamenti climatici in misura superiorealla media (in Svizzera le temperaturemedie annue stanno aumentando di circa0,5°C per decennio, mentre la media mon-diale oscilla fra 0,1 e 0,2°C).Se l’osservazione che in pochi decenni ighiacciai alpini si stanno ritirando a vistad’occhio ha un qualche impatto emotivo(non sufficiente, tuttavia, a indurci al cam-biamento del nostro stile di vita per con-servarli), gli effetti sul regime idrico e sullastessa morfologia della pianura Padana,che oggi ancora non si sono manifestati intutta la loro drammaticità, non sono suffi-cientemente presi in considerazione nédall’opinione pubblica né dai governanti.Uno dei più significativi è l’approvvigiona-mento idrico per gli usi potabile, sanitario,industriale o agricolo. Basti considerareche i principali affluenti del Po devonogran parte della propria portata estivaall’acqua di fusione dei ghiacciai. Ad esem-pio, in Lombardia, è il caso di Adda e Tici-no. La loro acqua alimenta le centraliidroelettriche (che, fra l’altro, hanno fatto

la fortuna economica della milanese AEM)e viene poi fatta defluire nei canali d’irri-gazione (e nei canali navigabili, i “navigli”del Milanese) della pianura, permettendouna elevata produzione agricola e foragge-ra anche nei mesi più caldi e asciutti. Èsempre quest’acqua che, scorrendo neicanali e sulle campagne e infiltrandosi nelsottosuolo, mantiene alto il livello dell’ac-qua dei pozzi freatici e artesiani. Ed è solograzie a questa riserva di acqua sotterra-nea che, anche in periodi di grave siccità,l’approvvigionamento idrico estivo di unagrande città come Milano fino ad oggi nonè risultato in alcun modo compromesso.In assenza dei ghiacciai ciò non sarà piùpossibile. Già oggi si vedono i primi segnidi criticità: in alcune realtà prealpine,nonostante si tratti di zone a elevata pio-vosità, l’assenza di un’alimentazionecostante da monte determina gravi penu-rie estive di acqua; ricordiamo ancora benetutti la drammatica scelta sulla destinazio-ne delle scarse risorse idriche, fra agricol-tura e produzione energetica, cui sonostati costretti i governanti nell’estate 2003;infine, i centri abitati delle località sciisti-che si trovano sempre più spesso in diffi-coltà quando devono sottrarre all’usopotabile l’acqua necessaria all’innevamen-to artificiale delle piste. Sono soltanto treesempi, ma Regioni come Lombardia eVeneto devono gran parte della propria ric-chezza economica alla grande disponibilitàidrica superficiale e sotterranea, contenutanei grandi spessori di depositi alluvionalisu cui scorrono i principali corsi d’acquache le percorrono. In futuro potrebberovederla seriamente compromessa da

Il Protocollo di Kyoto (3)

UOMO E NATURA: INCONTRI E SCONTRI

on questa terza puntata si chiude la panoramica sul Protocollo di Kyoto e sulle pro-blematiche italiane e planetarie legate al surriscaldamento dell’atmosfera terrestre.

Abbiamo pubblicato le due precedenti puntate sui numeri 1 (aspetti politici ed economi-ci) e 2 (l’innalzamento del livello dei mari) di Natura e Civiltà del 2006.

C

Page 20: GRUPPO · 2016. 10. 18. · GRUPPO NATURALISTICO DELLA BRIANZA Associazione per la difesa della Natura in Lombardia 22035 Canzo Periodico trimestrale Anno XLIII N. 3 luglio - agosto

75

carenze idriche oggi impensabili.Altro grave problema connesso alla degla-ciazione è quello del dissesto idrogeologi-co. Nelle regioni Himalayane ha già provo-cato effetti drammatici: ad esempio inon-dazioni più frequenti e intense del solitoche, nella sola provincia dell’Assam (nordest dell’India), hanno provocato quasi seimilioni di sfollati e alterato la produzionedel cibo: dove prima era abbondante, oggisoffre la fame il 50% della popolazione.Fatte le debite proporzioni, anche sullenostre Alpi sta già accadendo qualcosa disimile.Il Novecento ha visto, in alcune zone, unaumento nell’intensità delle piogge inver-nali anche del 30-40% e una diminuzionenelle precipitazioni nevose. Mentre la nevetende ad accumularsi e tarda a sciogliersi,in caso di pioggia grandi quantità d’acquascorrono direttamente a valle. Così i fiumi

alpini, come quelli appenninici, sarannointeressati da piene anche rovinose inoccasione delle piogge e da momenti diasciutta nei periodi intermedi. Il fenomenosarà accentuato, durante i mesi invernali eprimaverili, dal diminuito apporto delleprecipitazioni nevose per l’innalzamentogeneralizzato della temperatura, e per ildiminuito tempo di innevamento. Le preci-pitazioni invernali, sotto forma di pioggiaanziché di neve, comporteranno ulterioriinconvenienti dal punto di vista dell’equili-brio idrogeologico. D’inverno, a causa dellaminore temperatura, della quiescenza dellavegetazione, della mancanza dell’effettoevapotraspirante e protettivo del fogliame,l’acqua scorrerà su terreni non disponibiliper accoglierla, e più rovinosa scenderà avalle, asportando fango e detriti insiemecon humus, laddove, nei decenni passati, lacoltre nevosa proteggeva dai freddi estre-mi e assicurava l’umidità necessaria per ilrisveglio primaverile.Se l’arretramento dei ghiacciai è il fenome-no più vistoso dell’effetto serra in altamontagna, lo squilibrio termico provocaeffetti forse altrettanto devastanti sui ver-santi più elevati: per lo scioglimento del“permafrost”, cioè dello strato di terrenointeressato da gelo perenne che, negli ulti-mi cento anni, si è ritirato verso l’alto per150-200 metri. Venendo a mancare la coe-sione garantita dal ghiaccio interstiziale, ilterreno roccioso fratturato si sbriciola cau-sando una generalizzata instabilità dei ver-santi, con gravi danni e pericolosità diffu-sa per gli insediamenti e le attività antro-piche.Quanto esposto, pur limitatamente adalcuni àmbiti “fisico-morfologici”, dimo-stra con evidenza che potrebbe essere piùagevole, ed economicamente conveniente,adoperarsi per contenere gli effetti delriscaldamento planetario, piuttosto chefronteggiarne gli effetti più catastrofici.

(Fine)

Giovanni Guzzi

Dalla rivista “Etica per le professioni - Que-stioni di etica applicata”, FondazioneLanza, Padova, dicembre 2004

Page 21: GRUPPO · 2016. 10. 18. · GRUPPO NATURALISTICO DELLA BRIANZA Associazione per la difesa della Natura in Lombardia 22035 Canzo Periodico trimestrale Anno XLIII N. 3 luglio - agosto

76

a Lombardia si colloca tra le primeregioni italiane ed europee per densità

di popolazione, sviluppo e diversificazionedelle attività produttive. Questo fatto haportato ad una crescente domanda diinterventi di conservazione, recupero eriqualificazione ambientale, domanda chetrova però un limite nelle scarse conoscen-ze della biologia riproduttiva e nella ridot-ta disponibilità di materiale di propagazio-ne di specie vegetali autoctone. La cono-scenza delle caratteristiche ecologiche,morfo-funzionali e riproduttive delle spe-cie autoctone assume, quindi, un’elevatavalenza scientifica, conservazionistico-gestionale ed economico-applicativa.Il presente lavoro è stato rivolto allo studiodella germinazione, quale processo chiavenella vita di una pianta e nella conserva-zione della biodiversità, focalizzando l’at-tenzione su specie che, sulla base di dati diletteratura, mostrano difficoltà nella ger-minazione. I test effettuati hanno avutocome scopo principale quello di individua-re, attraverso l’impiego di diverse tecniche,un metodo ad hoc per interrompere la dor-mienza dei semi e ottenere così un soddi-sfacente tasso di germinazione.Per ogni specie è stato effettuato un test dibase (controllo) con il quale i semi sonoposti direttamente a germinare senza alcunpretrattamento. Le condizioni standard diquesto trattamento consistono nel porre isemi su carta da filtro, inumidita con acquadistillata, in Petri che sono state quindi col-locate in camera di germinazione e sotto-poste ad un ciclo giorno/notte di 12-12h,rispettivamente a 25-15°C. Un test di con-trollo al buio è stato invece effettuato nellestesse condizioni di trattamento, salvo

avvolgere le Petri con pellicola di alluminio.I pretrattamenti sono stati i seguenti: scari-ficazione chimica (con una soluzione diH2SO4), scarificazione con calore (in stufa a100° C), stratificazione a freddo (i semisono stati posti a temperatura di 4-8°C sucarta da filtro inumidita), stratificazionecaldo-freddo (i semi, collocati su carta dafiltro inumidita, sono stati sottoposti a duecicli di temperatura, dapprima a 18°-25°C esuccessivamente a 4-8°C) e pretrattamentocon giberelline. Il trattamento seguito adogni pretrattamento è stato condottosecondo le condizioni standard riportateper il test di controllo.Per ogni test sono stati calcolati il tasso digerminazione dopo 45 giorni di trattamen-to (G45), il ritardo di germinazione (z) e lavelocità di germinazione (T50). L’analisistatistica dei dati è stata condotta appli-cando test parametrici (test t e Anova) suG45. Un valore di G45 statisticamentemaggiore o uguale al 70% è stato, in gene-re, considerato come soglia per definire iltest soddisfacente e quindi poter avviare lariproduzione ex-situ della specie.Complessivamente la risposta ai diversipretrattamenti e trattamenti sembra varia-re non solo all’interno della stessa famiglia,ma anche all’interno dello stesso genere,probabilmente in relazione alle caratteri-stiche autoecologiche che influenzano iltipo di dormienza dei semi. In alcuni taxa isemi, riportati in letteratura come dor-mienti, sembrano non esserlo affatto,mentre in altri non hanno mostrato nessunmiglioramento del tasso di germinazionecon le tecniche applicate.

Lorenza Orsenigo

Impiego di tecniche per l’interruzionedella dormienza nei semi di specie diinteresse naturalistico

L

NATURA E SCIENZA

Siamo lieti di pubblicare il riassunto della tesi di Laurea in Scienze Biologiche presso l’Università dell’Insubria diVarese della Dott.ssa Lorenza Orsenigo, che ha ottenuto il “Premio Achermann” nel 2005 indetto dal nostro Grup-po in collaborazione con l’Università dell’Insubria.

Page 22: GRUPPO · 2016. 10. 18. · GRUPPO NATURALISTICO DELLA BRIANZA Associazione per la difesa della Natura in Lombardia 22035 Canzo Periodico trimestrale Anno XLIII N. 3 luglio - agosto

77

uovi parcheggi in continuazione aMilano: una maledizione? Non pro-

prio, se riportano alla luce le tracce dellacittà antica. Parlammo in un precedentearticolo della costruzione di un parcheggiosotto la Darsena e deprecammo la cosa.Ora notizie più recenti ci dicono che gliscavi hanno riportato alla luce i resti dellemura spagnole e il muro in mattoni chenell’ottocento delimitava l’antica Darsena.Sei mesi fa, dove scorreva l’acqua, emerse-ro delle tavole in legno: sembravano dellesemplici assi, invece gli esperti le identifi-carono come pezzi della “Conca della Fab-brica del Duomo”, il canale costruito nelquattrocento da due ingegneri della Fab-brica, Aristotile Fioravanti e Filippino daModena, per trasportare dal Naviglio allacerchia interna i marmi del Duomo.Pare che lo stesso Leonardo apprezzasse

quest’opera tanto che ne aveva fatto unoschizzo nel Codice Atlantico. Gli archeolo-gi credevano seriamente alla possibilità dialtri ritrovamenti e lanciarono la propostadi realizzare, almeno per i Bastioni, ungiardino archeologico sopra i box del par-cheggio. Le fondazioni delle mura spagno-le corrono per 340 metri fino a toccarealtre mura che proseguono per altri 140metri e fanno parte della Darsena ottocen-tesca. La Darsena, ancora nel 1870, costi-tuiva uno specchio d’acqua di 18 milametri quadrati che si estendevano al di làdei bastioni spagnoli. Le mura racchiude-vano la città in un abbraccio: al di qua casepopolari e verde, al di là quello che eraconsiderato a buon diritto uno dei portipiù importanti d’Italia, dove approdavanole chiatte cariche di materiale da costru-zione. I bastioni furono abbattuti nel 1917,

Le sorpresedella Milano sotterranea

N

MILANO

Page 23: GRUPPO · 2016. 10. 18. · GRUPPO NATURALISTICO DELLA BRIANZA Associazione per la difesa della Natura in Lombardia 22035 Canzo Periodico trimestrale Anno XLIII N. 3 luglio - agosto

78

e i resti oggi ritrovati potrebbero rimanerein superficie – dicono gli esperti – come èavvenuto in viale Maino, mentre le travi inlegno saranno conservate nel Museo dellaScienza e della Tecnica quando l’acqua tor-nerà al suo posto nella Darsena e saràorganizzato un giardino archeologico.Un ritrovamento completamente diverso,macabro ma anch’esso intimamente lega-to alla storia della città, è quello del giugnoscorso: una vera e propria necropoli inpiazza Medaglie d’Oro, a due passi dallaporta Romana, a ridosso delle mura spa-gnole. Durante i lavori di scavo per la rea-lizzazione di un nuovo parcheggio, sonostati rinvenuti 157 scheletri accanto aiquali c‘erano anelli, croci, rosari e fram-menti di ceramica; grazie agli oggetti èstato possibile datare i resti: si tratterebbedelle vittime della peste del ‘600, quelladescritta dal Manzoni. La porta che con-serva il nome “Romana” di romano non hanulla: fu eretta nel 1598 per celebrare ilpassaggio in città di Margherita d’Austria,sposa di Filippo III di Spagna. Lì vicino c’erala barriera di controllo dei pellegrini cheandavano verso Roma e di coloro cheentravano in città; questi ultimi dovevanoavere le cosiddette “bollette di sanità”. Isospettati d’avere la malattia venivano fer-mati per 40 giorni e se morivano finivanonella fossa comune; i più fortunati trascor-revano la quarantena nell’ospedale volutodagli Sforza, la “Cà Granda”, dove oggi èl’Università Statale. Pochi uscivano con leproprie gambe, la maggioranza, senza vita,veniva portata sulla carretta in via dellaSignora (intesa come la Signora dellaMorte) e, dopo aver sorpassato il ponticel-lo sul Naviglio, trovava riposo nella Foppadella Befana. I ritrovamenti non hanno placato il risenti-mento dei milanesi nei riguardi dei par-cheggi; continuano le manifestazioni con-tro i cantieri, ma un’altra notizia, questavolta positiva, li ha rallegrati: la creazionedi un’oasi naturalistica molto particolare, aventi chilometri da Milano in località Cas-sinazza di Giussago, al confine tra la pro-vincia milanese e quella pavese. Qui ilsignor Roberto Garavaglia dirige un’azien-da agricola che, abbandonando la produ-zione di mais e riso, ha ricreato il paesag-

gio originale padano di boschi inframmez-zati da zone paludose che hanno richiama-to uccelli di passo e nidificanti, tra cuiesemplari appartenenti a specie a rischio diestinzione. Per arrivare a questo luogo sin-golarissimo bisogna percorrere la statale35 da Milano a Pavia fino a Giussago, dadove si prosegue per la frazione di Baseli-ca Bologna. La riserva è popolata da 200mila alberi, è circondata da 80 chilometri disiepi, ricca di boschetti con alberi ed erbenate da semi portati dal vento. Il progettoper il futuro è quello di creare un accessoaperto a tutti i visitatori (oggi bisogna suo-nare un citofono a Baselica Bologna eattendere le guide) affinché tutti possanogodere di queste meraviglie.Milano quindi non è la città immobile espenta di cui si parla negli ultimi tempi masi rivela, come sempre, una fucina di idee edi realizzazioni.

Iole Celani

Page 24: GRUPPO · 2016. 10. 18. · GRUPPO NATURALISTICO DELLA BRIANZA Associazione per la difesa della Natura in Lombardia 22035 Canzo Periodico trimestrale Anno XLIII N. 3 luglio - agosto

79

La sofferenza della terraLa pace mondiale è minacciata anche dallamancanza del dovuto rispetto per la natu-ra e dal disordinato sfruttamento delle suerisorse. Situazione che genera un senso diprecarietà e di insicurezza da cui derivanoforme di egoismo collettivo, accaparra-mento e prevaricazione.Di ciò l’umanità ormai si rende conto conpreoccupazione. Non pochi valori etici, difondamentale importanza per lo sviluppodi una società pacifica, hanno una direttarelazione con la questione ambientale.Nelle pagine della Genesi, la chiamata diAdamo ed Eva a partecipare all’attuazionedel piano di Dio sulla creazione, stimolavale capacità ed i doni che distinguono lapersona umana da ogni altra creatura estabiliva un ordinato rapporto tra l’agireumano e l’integrità del creato. “Quando sidiscosta dal disegno di Dio creatore, l’uo-mo provoca un disordine che inevitabil-mente si ripercuote sul resto del creato. Sel’uomo non è in pace con Dio, la terra stes-sa non è in pace”.Comune anche a coloro che non condivi-dono la fede in Dio, l’esperienza di questa“sofferenza” della terra è dimostrata delle

crescenti devastazioni causate dal com-portamento degli uomini, indifferenti alleesigenze recondite, eppure chiaramenteavvertibili, dell’ordine e dell’armonia chereggono la natura.

La crisi moraleÈ evidente che per un’idonea soluzioneoccorre affrontare la profonda crisi mora-le, di cui il degrado ambientale è uno degliaspetti preoccupanti.Alcuni elementi della presente crisi ecolo-gica la rivelano in modo evidente. In primoluogo l’applicazione indiscriminata deiprogressi scientifici e tecnologici può pro-durre, a lungo termine, effetti negativi.Ogni intervento in un’area dell’ecosistemanon può prescindere dal considerare le sueconseguenze in altre aree e sul benesseredelle future generazioni. In alcuni casi ildanno è, forse, ormai irreversibile, ma inmolti altri può ancora essere arrestato.L’intera comunità umana - individui, Statied Organizzazioni internazionali - devequindi assumersi seriamente le proprieresponsabilità.Ma il segno più profondo e più grave delleimplicazioni morali, insite nella questione

Pace con Dio creatorePace con tutto il creato

NATURA E FEDE

n concomitanza con l’uscita di questo numero di Natura e Civiltà ricorre, il 27 ottobre 2006, il XX anniversario dello storico incon-tro interreligioso per la pace convocato ad Assisi da Giovanni Paolo II.

Poche settimane fa, invece, il 1° settembre, si è celebrata la prima “Giornata per la salvaguardia e la difesa del creato” istituita dallaConferenza Episcopale Italiana con l’intenzione di ripeterla ogni anno.Felice coincidenza, a nostro avviso, per due temi più strettamente connessi di quanto in apparenza si possa pensare, e sui quali èindispensabile un’attenta e seria riflessione.La Terra è oggi l’unico pianeta conosciuto sul quale vi sono condizioni favorevoli per la vita umana e di tutte le altre forme di orga-nismi. Le conoscenze e le capacità tecnologiche attuali pongono in mano all’umanità la scelta di continuare a mantenere ospita-le la propria “casa” o di ridurla ad un’arida distesa rocciosa avvolta da gas velenosi.I termini della questione, dalla quale dipendono la qualità la vita delle generazioni presenti e la possibilità di sopravvivenza perquelle future, evidenziano che la tutela dell’ambiente naturale debba sempre più uscire dal limitato ambito scientifico o delle per-sone più sensibili a questi problemi e diventare un tema di ordine etico ed antropologico di interesse generale.Cosa queste argomentazioni abbiano a che fare con la pace, altro tema di urgente attualità, lo spiega, come meglio non potrem-mo fare, il Messaggio di Giovanni Paolo II del 1° gennaio 1990 per la “Giornata Mondiale della Pace” che dimostra lo stretto lega-me esistente tra difesa dell’ambiente e giustizia: umana e divina! E’ un messaggio che, come sempre, parla a tutti, credenti e noncredenti e, nonostante sia stato scritto sedici anni fa, resta sempre attuale. Lo proponiamo in sintesi ai nostri lettori.(Il testo completo è disponibile sul sito www.parrocchiamilanino.it sezione LA SCOSSA IN VETRINA “Papa Wojtyla e la natura”)

(a cura di G. Guzzi)

I

Page 25: GRUPPO · 2016. 10. 18. · GRUPPO NATURALISTICO DELLA BRIANZA Associazione per la difesa della Natura in Lombardia 22035 Canzo Periodico trimestrale Anno XLIII N. 3 luglio - agosto

80

ecologica, è costituito dalla mancanza dirispetto per la vita. Lo si avverte in molticomportamenti inquinanti, quando leragioni della produzione prevalgono sulladignità del lavoratore e gli interessi econo-mici precedono il bene delle singole perso-ne, se non addirittura quello di interepopolazioni. In questi casi, l’inquinamentoo la distruzione dell’ambiente sono fruttodi una visione riduttiva e innaturale, segnodi un vero e proprio disprezzo dell’uomo. Èil rispetto per la vita e, in primo luogo, per ladignità della persona umana la fondamen-tale norma ispiratrice di un sano progressoeconomico, industriale e scientifico.Esistono, tuttavia, alcuni principi basilariche, nel rispetto di legittime autonomie especifiche competenze, possono indirizza-re verso idonee e durature soluzioni perproblemi tanto complessi. Sono principiessenziali per la costruzione di una societàpacifica, che non può ignorare né il rispettoper la vita, né il senso dell’integrità delcreato.

L’universo armoniosoTeologia, filosofia e scienza concordanonella visione di un universo armonioso,dotato di una sua integrità e di un suointerno e dinamico equilibrio. Questo ordi-ne deve essere rispettato: l’umanità è chia-mata ad esplorarlo, a scoprirlo con pru-dente cautela e a farne un uso che ne sal-vaguardi l’integrità; perché la terra è un’e-redità comune, i cui frutti devono essere abeneficio di tutti. È ingiusto che pochi pri-vilegiati continuino ad accumulare benisuperflui, quando moltitudini di personevivono al livello minimo di sostentamento.Oggi è la stessa drammatica dimensionedel dissesto ecologico ad insegnarci quan-to la cupidigia e l’egoismo, individuali ocollettivi, siano contrari all’ordine del crea-to, nel quale è inscritta anche la mutuainterdipendenza.I concetti illustrati mettono in rilevo lanecessità di un sistema di gestione dellerisorse della terra meglio coordinato a livel-lo internazionale, ed a questo livello deveessere trovata la soluzione ai problemiambientali, visto che superano i confini deisingoli Stati. Purtroppo strumenti ed orga-nismi esistenti sono ancora inadeguati allo

sviluppo di interventi coordinati. Ostacolipolitici, esagerato nazionalismo ed interes-si economici, rallentano o, addirittura,impediscono cooperazione ed efficaci ini-ziative sovranazionali a lungo termine.Ciò non riduce la responsabilità dei singoliStati sul proprio territorio, devono preve-nirne il degrado, controllando gli effettidelle nuove scoperte tecnologiche e scien-tifiche, e garantire i propri cittadini dall’e-sposizione ai vari inquinanti. Il diritto ad unambiente sicuro dovrà rientrare in un’ag-giornata Carta dei diritti dell’uomo.

SolidarietàLa crisi ecologica pone in evidenza anchel’urgente necessità morale che Paesi in viadi sviluppo ed altamente industrializzatisiano più solidali e fra loro complementarinel promuovere lo sviluppo di un ambien-te naturale e sociale pacifico e salubre. Segli Stati industrializzati non applicano, perprimi, norme ambientali restrittive, comepossono chiedere ai Paesi in via di indu-strializzazione di non ripetere i propri erro-ri del passato. Non si potranno operarecambiamenti se i responsabili di tutte leNazioni non saranno veramente convintidell’assoluta necessità di questa nuovasolidarietà, essenziale opportunità per con-solidare le pacifiche relazioni tra gli Stati. Il

Page 26: GRUPPO · 2016. 10. 18. · GRUPPO NATURALISTICO DELLA BRIANZA Associazione per la difesa della Natura in Lombardia 22035 Canzo Periodico trimestrale Anno XLIII N. 3 luglio - agosto

81

giusto equilibrio ecologico non potrà esse-re raggiunto senza affrontare direttamen-te le forme strutturali di povertà esistentinel mondo. La terra è affidata ai povericome a tutti gli altri, occorre aiutarli asuperare la loro povertà.

GuerraLa guerra è un’altra pericolosa minaccia.Accordi internazionali proibiscono quellachimica, batteriologica e biologica, ma giàsi dispone (e nei laboratori continua laricerca) di armi offensive capaci di alteraregli equilibri naturali, e che potrebberoavere, a lunga scadenza, effetti imprevedi-bili e ancora più gravi. Qualsiasi forma diguerra su scala mondiale causerebbe incal-colabili danni ecologici, ma anche quellelocali o regionali, oltre a distruggere viteumane e strutture delle società, danneg-giano la terra, rovinano raccolti e vegeta-zione e avvelenano terreni e acque. Proble-mi che si aggiungono agli altri gravissimiche i sopravvissuti alla guerra si trovano adover affrontare.

Stili di vitaLa gravità della situazione ecologica rivelaquanto sia profonda la crisi morale dell’uo-mo che non le troverà soluzione se nonrivedrà seriamente il suo stile di vita. Inmolte parti del mondo incline al consumi-smo ed indifferente ai danni che ne deriva-no. Austerità, temperanza, autodisciplina espirito di sacrificio devono informare lavita di ogni giorno, affinché tutti non sianocostretti a subire le conseguenze negativedella noncuranza di pochi.

EducazioneE’ dunque urgente educare alla responsa-bilità ecologica: verso se stessi gli altri el’ambiente. Ciò comporta un’autenticaconversione nel modo di pensare e nelcomportamento. E tutte le componentidella società hanno un preciso ruolo dasvolgere, con la famiglia come prima edu-catrice, nella quale imparare a rispettare ilprossimo e ad amare la natura, della qualenon si può trascurare il valore estetico, ed ilcui contatto è di per sé profondamenterigeneratore, così come la contemplazionedel suo splendore dona pace e serenità.

Ma anche le città possono avere una loroparticolare bellezza che deve spingere lepersone a porvi attenzione perché unabuona pianificazione urbana è un aspettoimportante della protezione ambientale edindispensabile requisito per ogni insedia-mento.

ResponsabilitàOggi la questione ecologica coinvolge laresponsabilità di tutti. Occorre stabiliredoveri ed impegni dei singoli, dei popoli,degli Stati e della Comunità internazionale.Ciò accompagna i tentativi di costruire lavera pace, li conferma e li rafforza. Inse-rendo la questione ecologica nel più vastocontesto della causa della pace nellasocietà umana, ci si rende meglio conto diquanto sia importante prestare attenzionea ciò che la terra e l’atmosfera ci rivelano:nell’universo esiste un ordine che deveessere rispettato; la persona umana, dota-ta della possibilità di libera scelta, ha unagrave responsabilità per la conservazionedi questo ordine anche in vista del benes-sere delle generazioni future. La crisi ecolo-gica è un problema morale.

Se uomini e donne senza particolari con-vinzioni religiose, per il senso delle proprieresponsabilità nei confronti del benecomune riconoscono il loro dovere di con-tribuire al risanamento dell’ambiente, amaggior ragione i credenti nel Dio creato-re devono sentirsi chiamati ad occuparsidel problema. I loro doveri in questo ambi-to sono parte della loro fede.San Francesco d’Assisi, Patrono dei cultoridell’ecologia, offre ai cristiani l’esempiodell’autentico e pieno rispetto per l’inte-grità del creato. Invitò tutti -animali, pian-te, forze naturali - ad onorare e lodare ilSignore, testimoniandoci che, essendo inpace con Dio, possiamo meglio dedicarci acostruire la pace con tutto il creato laquale è inseparabile dalla pace tra i popoli.“Auspico che la sua ispirazione ci aiuti aconservare sempre vivo il senso della “fra-ternità” con tutte le cose create buone ebelle da Dio onnipotente, e ci ricordi ilgrave dovere di rispettarle e custodirle concura, nel quadro della più vasta e più altafraternità umana”.

Page 27: GRUPPO · 2016. 10. 18. · GRUPPO NATURALISTICO DELLA BRIANZA Associazione per la difesa della Natura in Lombardia 22035 Canzo Periodico trimestrale Anno XLIII N. 3 luglio - agosto

82

Appello per la “Città Giardino”

LA NOSTRA ATTIVITÀ

ul primo numero di Natura e Civiltà di quest’anno abbiamopubblicato l’appello del nostro Presidente per la salvaguar-

dia della “Città Giardino”, storico quartiere costituito da villeLiberty risalenti al 1910 e relativi giardini a Cusano Milanino, cit-tadina alle porte di Milano. Questo complesso architettonico èstato ancora di recente interessato da vicende “edilizie” che nehanno ulteriormente eroso il valore storico-urbanistico-ambien-tale ed hanno valicato i confini locali. L’appello al Sindaco diCusano Milanino (iniziativa della nostra locale Sezione) ha rac-colto in pochi giorni un centinaio di qualificate e prestigiose ade-sioni da tutta Italia (ed oltre) fra paesaggisti, architetti, docentiuniversitari, tecnici ed esperti del settore, esponenti di rilievo diassociazioni ambientaliste, giornalisti e semplici cittadini sensibi-li ed appassionati all’ambiente (a riscontro ne abbiamo già pub-blicato parziale elenco).E’ inoltre stato ripreso e rilanciato da diverse testate giornalistiche a diffusione locale e nazionale.Torniamo sull’argomento ritenendo molto interessante, ed istruttivo, pubblicare parte di alcune delleosservazioni personali inviate al Sindaco in aggiunta al testo base proposto dal nostro Presidente.

ALCUNE FRA LE ULTERIORI CONSIDERAZIONI PERSONALIINDIRIZZATE AL SINDACO

✽ Lascio solo questo spunto di riflessione maturato in anni di lavoro, studio e insegnamento di paesaggio:spesso i danni maggiori non provengono dalle grandi opere circoscritte, ma vengono prodotti dalla sommadei piccoli danni che, nel loro insieme, stravolgono completamente un intero paesaggio naturale, rurale ourbano che sia. E’ ciò che è avvenuto in tutta Italia dal dopoguerra in avanti. Ecco perché mi sento di “spez-zare una lancia” in favore dell’appello. Alle volte è anche un problema di sensibilità per il contesto e di buonaprogettazione: sempre più rare.

Gioia Gibelli, Vice Presidente Associazione Italiana di Ecologia del Paesaggio,docente alla laurea specialistica in Architettura del Paesaggio dell’Università di Genova, Milano

✽ Credo che non riuscirò mai a capire perché in Italia, con l’importanza economica del turismo e con il patri-monio ambientale e artistico che abbiamo, chi governa sembri sempre interessarsi solo della comodità dipochi ed ignorare completamente gli impatti dei lavori di costruzione sul pubblico, sull’ambiente e sulla pae-saggistica. Qui in Inghilterra, se uno ha una casa storica deve chiedere permesso per mettere un chiodo nelmuro, e metà delle volte non glielo danno. Lavoro per un comune inglese nella sezione ambientale da setteanni. La zona in cui lavoro include una fascia urbana con numerosi e piccoli spazi verdi, sia pubblici che pri-vati. Devo ammettere che la ragione principale per la mia permanenza in Inghilterra è il fatto che sia le leggiche i costumi contribuiscono al mantenimento di spazi verdi e località storiche. La lungimiranza inglese, dimo-strata dalle attività di organizzazioni come il National Trust, ha fatto sì che cittadine come la mia siano sia“comode” per le persone, sia piene di spazi di grande valore ambientale e storico, che contribuiscono a ren-derle grandi attrazioni turistiche e successi dal punto di vista della qualità della vita per i residenti.

Anna Valdiserri, St. Edmundbury Borough Council, Bury St. Edmunds, Suffolk, Regno Unito

S

Page 28: GRUPPO · 2016. 10. 18. · GRUPPO NATURALISTICO DELLA BRIANZA Associazione per la difesa della Natura in Lombardia 22035 Canzo Periodico trimestrale Anno XLIII N. 3 luglio - agosto

83

✽ Mi interesso da tempo, anche per motivi professionali, di interventidi questo tipo e so che non si deve intervenire in modo dissacrante sullepreesistenze storico-ambientali. Anche le situazioni che appaiono più com-plesse devono e possono essere analizzate a fondo, e risolte, onde evitare ladispersione di qualunque manufatto e la manomissione di pregiato esistente. Mante-nere la memoria storica e l’ambiente che ci è pervenuto, che in genere (contrariamente alletendenze odierne) si ispira al “bello” credo sia uno degli impegni più delicati che una attentaAmministrazione locale debba tenere presente. Tecnicamente, poi, si può tutto aggiustare e realiz-zare: basta applicare, come si dice, la “volontà politica”.

Gian Piero Spagnolo, Architetto, Milano

✽ Può sembrare un caso piccolo e circoscritto, ma ben esemplifica il rischio di “disattenzione” verso i nostripaesaggi. Come progettista e docente di architettura del paesaggio mi occupo spesso anche di casi comequesto e volentieri sostengo quindi l’appello per la salvaguardia delle ville del “Milanino”, proprio perchécerta che lo stesso Sindaco ben coglierà l’importanza di mettere in campo ragionamenti e alternative pro-gettuali che consentano di coniugare le necessità dell’uomo con quelle del paesaggio, che è risorsa stra-tegica oltre che non rinnovabile.

Flora Vallone, Vice Presidente Nazionale AIAPP(Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio), Milano

✽ Particolarmente sensibile alle “sofferenze” dell’ambiente in cui tutti viviamo, ritengo che il complesso del“Milanino” meriti lo sforzo congiunto di amministratori e cittadini per poter conservare i suoi caratteri e quin-di il suo pregio. L’amministrazione comunale, in sede di esame in commissione edilizia per rilascio di per-messo a costruire, dovrebbe comunque e prioritariamente tutelare le preesistenze di valore architettonico.Conservare bene quanto di valido ci ha trasmesso il passato costa fatica (e per i politici è spesso impopo-lare), ma poi ripaga tutti in termini di qualità del vivere ed anche di apprezzamento del patrimonio edilizio.

Glauco Marchegiani, Architetto e consulente del FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano), Milano

✽ Sono consulente del Ministero per i beni e le attività culturali per il paesaggio e, in tale veste, sono rap-presentante italiano presso il Consiglio d’Europa per l’attuazione della Convenzione Europea per il Paesag-gio, che l’Italia ha firmato. Conosco l’importanza storica e culturale del “Milanino” e aderisco all’appellopromosso per la tutela dei suoi caratteri storici.

Lionella Scazzosi, professore Associato di Restauro Architettonico al Politecnico di Milano,docente di Tutela e gestione del Paesaggio alla Facoltà di Ingegneria-Architettura del Polo di Lecco e

Conservazione dei Giardini storici alla Facoltà di Architettura di Milano-Bovisa, Milano

✽ Aderisco all’appello per garantire a tutti i cittadini che sia assicurata la massima attenzione, la cura ed ilrispetto che la qualità del tessuto urbano richiede e che, una volta perduta, è perduta per tutti e per sempre.

Eugenio Galli, Presidente CICLOBBY onlus, Milano

✽ Se posso comprendere le spinte speculative alle quali è sottoposta un’amministrazione non posso peròné accettarle né giustificarle. Gli strumenti di valutazione che mi ha dato la mia formazione e carriera profes-sionale mi danno forse una visione diversa e più approfondita, ma in estrema sintesi questa scelta è un pie-garsi allo strapotere dell’automobile. Potere che ci sta uccidendo. Le automobili sono la principale causa dimorte per la specie umana, per incidentalità e per inquinamento, eppure per le automobili si sacrifica qua-lunque cosa. Se non è la politica (nel senso più nobile) a fermare questo potere continueremo a festeggiarel’automobile che ci uccide.Sindaco ha di fronte a sé una scelta: essere un “eroe” e difendere l’umanità o essere uno schiavo del “mondodell’automobile”. Può fermare questo scempio semplicemente in quanto responsabile della salute pubblicadei suoi cittadini. Può fermarlo in nome della lotta al PM10. Ha senso costruire nuovi box per poi esserecostretti a bloccare il traffico per superamento dei livelli di inquinamento? Ci saranno bambini di oggi che,adulti domani, forse non la ringrazieranno. Ma se oggi sapessero di poter evitare un cancro al polmone anchegrazie a lei, penso ne sarebbero felici.Un marciapiede verde, un albero, un tratto di campagna, una automobile in meno voglion dire una vita in più.E’ una scelta coraggiosa e lei ne può essere protagonista. Cordialmente

Giovanni Molina, dottore agronomo, Vigevano PV

Page 29: GRUPPO · 2016. 10. 18. · GRUPPO NATURALISTICO DELLA BRIANZA Associazione per la difesa della Natura in Lombardia 22035 Canzo Periodico trimestrale Anno XLIII N. 3 luglio - agosto

84

✽ Invito anch’io a considerare seriamente il problema. Potrebbe dav-vero essere un’occasione per conciliare le legittime esigenze di un pro-

prietario che può realizzare un box interrato mediante la legge Tognoli conle esigenze della collettività, altrettanto legittime, di conservare alcune delle

caratteristiche peculiari della “Città Giardino”, proprio grazie alle quali lo stesso pro-prietario ha scelto di stabilirsi qui.

So che conosce il problema e non è insensibile al nostro punto di vista. Facciamo quindi unosforzo per segnare un precedente che potrebbe costituire un riferimento importante non solo

per la nostra comunità ma anche a livello regionale.Gabriele Marazzini, Cusano Milanino

✽ Non conoscevo l’appellativo della vostra città: “Città giardino”, come purtroppo non si conoscono le mol-tissime bellezze del nostro paese. Ma pensare che un bel marciapiede di margherite possa essere sostituto daaltro manufatto, mi preoccupa. Sig. Sindaco, è noto a tutti che per governare la città serve il consenso dei più,è anche noto che spesso i più si accorgono solo dopo anni delle scelte sbagliate (per disinteresse, per mio-pia, per scarso senso del “bello”, perché sapere e comprendere sembrano non fare più parte della nostrasocietà). Siccome le argomentazioni dell’appello mi sembrano di gran buon senso, ricorro ad un pensiero diThomas H. Huxley: “La scienza non è altro che buon senso addestrato ed organizzato”. Trovi il modo di “orga-nizzare” questo buon senso per una soluzione che non penalizzi il vostro stupendo patrimonio.

Arnaldo Veraldi, Bologna

✽ Da sempre mi occupo di problemi ambientali. Come cittadina e come educatrice e formatrice delle nuovegenerazioni ritengo sia di fondamentale importanza salvaguardare le caratteristiche che fanno della nostra“Città Giardino” un luogo unico e inimitabile, tra queste in particolare il verde pubblico e privato, vanto delnostro comune, bene prezioso e invidiato dai comuni limitrofi. Ricordiamoci sempre che in natura, come inpolitica, l’interesse del singolo non può MAI superare il bene della comunità e che un comportamento lun-gimirante e rispettoso del territorio darà i suoi frutti ora come in futuro, per la generazione presente e perquelle future.

Erica Galloni, insegnante scuola media, Cusano Milanino

✽ Ogni legge permette letture differenti, per cui la volontà politica conta eccome. Non mi reputo certo ingrado di darLe dei consigli nel merito della questione dei box interrati nella “Città Giardino”, tuttavia credoragionevole confidare nella Sua personale attenzione per evitare che una lettura riduttiva e contabile dellalegge inneschi un’involuzione urbanistica o quanto meno un’evitabile disattenzione ai particolari indicati nel-l’appello cui aderisco

Ruggero Sangalli, Cormano MI

✽ Particolarmente interessato ai problemi ealle tematiche ambientali, ritengo che esseriguardino tutti, e che non esistano in questosenso compartimenti stagni. Nessuno di noi èun essere isolato, piccoli o grandi che siano,le questioni ambientali sono di interesse col-lettivo e generale. Per questo aderisco all’ini-ziativa relativa alla salvaguardia del quartiere“Milanino”.Gianmarco Festini Capello, editor casa edi-

trice universitaria, Milano

✽ Più volte mi è capitato di guidare ciclisti invisita alla “Città Giardino” del “Milanino”, incollegamento con i coevi insediamenti dell’ini-zio del Viale Zara e del Villaggio dei Giornali-sti di Milano. Per questo mi sento legato al“Milanino” e sostengo l’appello al Sindaco.Luigi Riccardi, Presidente Federazione Ita-liana Amici della Bicicletta - FIAB onlus, Milano Villa Vitti

Page 30: GRUPPO · 2016. 10. 18. · GRUPPO NATURALISTICO DELLA BRIANZA Associazione per la difesa della Natura in Lombardia 22035 Canzo Periodico trimestrale Anno XLIII N. 3 luglio - agosto

Campagna iscrizioni 2006al Gruppo Naturalistico della Brianza

Qui allegato trovate il modulo di Conto Corrente postale da utilizzare per iscriversi oper rinnovare l’iscrizione al nostro Gruppo per il 2006. Come vedete, nonostante gliaumentati costi di gestione dell’Associazione, la quota di socio ordinario è rimastainvariata, mentre le altre hanno subito piccole variazioni.

Socio ordinario 25 €Socio giovane (fino a 20 anni) 15 €Socio familiare (se convivente) 10 €Socio sostenitore 40 €Socio benemerito da 80 €Adesione speciale G.E.V. 10 €

e come sempre

FAI DI UN TUO AMICO UN NUOVO SOCIOTutti i soci presentatori verranno premiati

con un minerale da collezione o con un libro sulla Natura.

Ricordiamo che ai sensi della legge 196/03 le informazioni fornite sono raccolte e trattate per lesole attività del Gruppo Naturalistico della Brianza – ONLUS. In ogni momento potrete rivolgervial GNB Onlus per consultare, modificare, oppure opporvi al trattamento dei dati.

SommarioEditoriale................................................................................................................................................... 57Gli insetti... ............................................................................................................................................... 58Quaderni della Biodiversità ................................................................................................................. 66Il Gruppo del Bernina - Maria Luisa Righi ................................................................................. 68Dal panorama al paesaggio - Maria Luisa Righi ..................................................................... 70Il reticolo idrografico artificiale - Umberto Guzzi................................................................... 72Il Protocollo di Kyoto (3) - Giovanni Guzzi ................................................................................ 74Impiego di tecniche per l’interruzione della dormienzanei semi di specie di interesse naturalistico - Lorenza Orsenigo ..................................... 76Le sorprese della Milano sotterranea - Iole Celani ................................................................. 77Pace con Dio creatore pace con tutto il creato - a cura di G. Guzzi ............................... 79La nostra attività ................................................................................................................................... 82Le nostre iniziative ....................................................................................................... terza copertina

ANNO XLIII - N. 3LUGLIO AGOSTO SETTEMBRE 2006

La Redazione ringrazia sentitamente Andrea Sabbadini, entomologo, e Mauro Villa, Direttoredel Parco Monte Barro, amici da molti anni del Gruppo Naturalistico della Brianza, per la gen-tile collaborazione a questo numero di “Natura e Civiltà”.

Page 31: GRUPPO · 2016. 10. 18. · GRUPPO NATURALISTICO DELLA BRIANZA Associazione per la difesa della Natura in Lombardia 22035 Canzo Periodico trimestrale Anno XLIII N. 3 luglio - agosto

o scopo delle nostre visite, come ben sanno coloro che ci seguono da anni, è quello di farconoscere aspetti poco noti ma importanti per il buon funzionamento di una città così com-

plessa come è Milano. Perché, se è pur vero che ci sono difficoltà e disguidi che tutti i cittadinilamentano, è anche certo che esistono attività che danno lustro alla città: cerchiamo dunque discoprire gli aspetti positivi che gratificano la nostra vita.È anche una occasione per incontrarci; così si tiene saldo il sottile ma robusto filo che ci unisce:il desiderio di sapere e l’amore per la Natura.

Per i dettagli si consiglia di telefonare, all'inizio del mese programmato, ai soci organizzatori:Iole Celani 02. 35.54.502, oppure Riccardo 02.64.64.912.

Un appello particolare a coloro che non sono ancora intervenuti ai nostri incontri: fatevi sentiree partecipate; sentirete di far parte di una grande famiglia!

L

LE NOSTRE INIZIATIVE

Vogliamo ricordare ai nostri soci e simpatizzanti che continuano gli incontri:

7 OTTOBRE 2006MONTE BARRO - PIAN SCIRESA

(Galbiate-Lecco)

Ore 14,30 ritrovo a Galbiate (LC), piazza ex Mercato. Proseguimento in colonna al parcheg-gio S. Michele, poi a piedi per sentiero (agevole, di modesto dislivello, con durata escursioneca. 3 ore).Uscita da rinviare in caso di pioggia.Galbiate è raggiungibile con la Como-Lecco o con la superstrada Milano-Lecco. Passaggio inmacchina per chi arriva da Erba (14,30) con le FF.N., previo accordo telefonico all’atto dellaprenotazione.Contributo € 5,00 (comprensivo di assicurazione per i Soci).

Informazioni e prenotazioni c/o: Rossi 031 608.020 e Sbezzi 031.281.688

Incontri lariani

Milano: come funziona la città

Page 32: GRUPPO · 2016. 10. 18. · GRUPPO NATURALISTICO DELLA BRIANZA Associazione per la difesa della Natura in Lombardia 22035 Canzo Periodico trimestrale Anno XLIII N. 3 luglio - agosto

Se vuoi costruire una navenon devi per prima cosa affaticarti a chiamare la gentea raccogliere la legna e a preparare gli attrezzinon distribuire i compiti, non organizzare il lavoro.

Ma invece prima risveglia negli uominila nostalgia del mare lontano e sconfinato.

Appena si sarà risvegliata in loro questa setesi metteranno subito al lavoro percostruire la nave.

(Antoine De Saint-Exupéry)

Foto

M.C

orra

di