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    Aforismi navali romani - pagina 1

    Aforismi

    navaliromani

    Amm. Domenico Carro

    2013 Societ Italiana di Storia Militare

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    Aforismi navali romanidi Domenico CarroAmm, Div. (r)

    1. Premessa

    Il fascino limpido e potente del pensiero di Raimondo Montecuccoli,magistralmente presentato nelledizione curata da Raimondo Luraghi,raggiunge la sua massima intensit nel trattato di arte militare DellaGuerra col Turco in Ungheria, pi noto sotto il nome diAforismi. Ci inquanto tale opera venne scritta dal geniale condottiero italiano nella suapiena maturit, quando egli, ovunque vittorioso, aveva ampiamente

    dimostrato sul terreno il valore del proprio comando ed aveva giraggiunto la pi alta carica in seno allimpero, essendo ormai secondosoltanto allo stesso imperatore. La lettura degliAforismi, in effetti, rivelalincomparabile talento di uno tra i maggiori teorici militari chel'umanit abbia mai conosciuto1, evidenziandone, in particolare, oltre alpregevole carattere universale ed allo spirito universalista, anche tutta lasolare italianit: per il robusto retaggio della tradizione militare italiana eper la vitale linfa dellumanesimo rinascimentale, a sua volta alimentatodallappassionato studio della classicit romana2.

    Agli occhi dun marinaio, tuttavia, si presenta la necessit di colmare

    una lacuna che il Montecuccoli, per carenza di specifiche esperienze, hadovuto necessariamente lasciare nei suoi Aforismi: pur avendoviintrodotto la distinzione fra guerra marittima e terrestre, precisandoaltres che i Romani dividevano la Milizia in gente da pi, da cavallo, eda marineria3, egli evita qualsiasi ulteriore cenno sulla Marina. Ma seavesse voluto parlarne, per completare il suo trattato, avrebbecoerentemente iniziato dallantica Roma.

    2. La storia navale romana

    Lidea di raccogliere una serie di aforismi navali dispirazione romanapotrebbe apparire perlomeno bizzarra, soprattutto se si rimane troppoancorati ai vieti pregiudizi sulla congenita idiosincrasia dei Romani per ilmare. In realt, non inverosimile che fra i primi abitanti dei colli

    1 R. Luraghi, in Le opere di Raimondo Montecuccoli, vol. I, a cura di RaimondoLuraghi, Ufficio storico Stato Maggiore Esercito, Roma, 1988, p. 112Ibid, pp. 12-13, 71 e 823Le opere di Raimondo Montecuccoli, vol. III, Roma, 2000, pp. 261 e 267

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    bagnati dal Tevere, allaltezza dellisola Tiberina, vi fosse anche qualche

    pastore e qualche agricoltore, insieme ai mercanti, agli artigiani, aibattellieri ed agli avventurieri che frequentavano quel trafficato crocevia.Ma, per quanto rustica possa essere stata la primissima popolazionedellUrbe, ammesso che lo sia mai stata, a noi interessa giudicare quantovenne fatto da tutte le generazioni successive, per oltre dodici secoli distoria.

    Nellultra-millenario svolgersi della storia navale di Roma antica4 nonvi alcuna traccia di Romani imbranati per mare. Vi si trova invece unarete di traffici marittimi efficacemente organizzati, fin dalle pi remoteorigini5, per i rifornimenti vitali dellUrbe ed una marina da guerra attiva

    e determinataperlomeno dal IV sec.a.C.; la flotta assunsedelle dimensioniimponenti a partire dalsecolo successivo, persfidare e sconfiggereper mare i Cartaginesi.Da allora i Romani,con le loro flottesempre vittoriose,

    hanno condotto per oltre due secoli la loro espansione oltremare, proprioper via marittima, affrontando e superando una dopo laltra tutte le altremaggiori potenze navali del mondo classico, fino ad estendere il loroimpero su tutte le isole e le sponde dellampio mare Mediterraneo.Stabilita infine la pace sulla terra e sui mari, le nuove flotte imperialipermanenti garantirono stabilmente la sicurezza ed il rispetto dellalegalit su tutte le acque del mondo romano.

    3. Il pensiero navale romano

    4 Ricostruzione organica in D. Carro, Classica (ovvero "Le cose della Flotta") - Storiadella Marina di Roma - Testimonianze dall'antichit, ed. Rivista Marittima, Roma,1992-2003 (12 vol.); sintesi in D. Carro, Roma Navale, E.S.S., Roma, 2005-06 (10tascabili)5Roma, utile il dichiararlo subito, fu marinara sino dai suoi umili principi di portofluviale e di mercato di scambio: A. V. Vecchj, Storia generale della Marina Militare,vol. I, Tipografia di Raffaello Giusti, Livorno, 1895, p. 44.

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    Il ruolo determinante delle forze navali romane nella conquista

    dellimpero e nel successivo mantenimento della pace statocorrettamente interpretato come sintomo di un pensiero navaleromano6. Peraltro, una certa attenzione agli insegnamenti di strategianavale desumibili dalla storia romana era gi sorta nell800 pressostudiosi del calibro di Domenico Bonamico ed Augusto Vittorio Vecchj7.

    Non va nemmeno dimenticato che perfino Alfred Thayer Mahan, ilvenerato evangelista del sea power, ha introdotto le proprie riflessionicon una lucida analisi della strategia navale vincente adottata dai Romaniper battere Annibale8 nonostante le disastrose sconfitte subite dallelegioni; merita citare lineccepibile spiegazione fornita dallo stesso

    6les Romains ont eu assez tt conscience de l'importance stratgique de la mer ; par

    la suite une pense navale relativement volue a pu natre, permettant l'organisation etla mise en uvre des forces navales impriales: J. Pags, Y a-t-il eu une pensenavale romaine ? , inL'volution de la pense navale. Tome III, sous la direction deHerv Coutau-Bgarie, Economica, Paris, 1993, p. 137il mito di Roma antica sul mare offriva a personaggi della statura di un Bonamico odi un Vecchj la possibilit di riflettere criticamente sul passato, riservandosi diapplicarne poi al presente la lezione strategica pi valida: E. Ferrante, L'eredit di

    Roma antica nel pensiero navale italiano, ed. Rivista Marittima, novembre 1980, p. 318 A. T. Mahan, The influence of sea power upon history, 1660-1783, Little, Brown andCompany, Boston, 1890, pp. 14-22.

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    autore a conclusione della sua analisi, per indicare le cause della generale

    sottovalutazione del fondamentale ruolo svolto dalla marina romana inquellimmane conflitto: as it acts on an element strange to mostwriters, as its members have been from time immemorial a strange raceapart, without prophets of their own, neither themselves nor their callingunderstood, its immense determining influence upon the history of thatera, and consequently upon the history of the world, has beenoverlooked..

    Una sensibile difficolt nellindividuare il pensiero navaleallorigine degli eventi storici deriva proprio dalla limitata conoscenzadelle cose di mare. Per

    un marinaio che hatrascorso lunghissimeore, giorno e notte, peranni ed anni, a scrutarelorizzonte e a dirigereed osservare la propria ele altre navi operare permare, impossibile nonriconoscere a primavista un altro marinaio ecapire al volo il senso

    delle relative azioni, senza alcun bisogno di verbose spiegazioni. probabilmente per questo motivo che gli autori precedentemente citati, aiquali aggiungo senzaltro un autorevole studioso di strategia navalecome il compianto ammiraglio Antonio Flamigni9, non hanno esitato avalutare molto appropriato luso del potere marittimo da parte degliantichi Romani. Per contro, ci che appare di tutta evidenza agli occhidun esperto navale, non lo affatto per molti altri studiosi che, puressendosi diligentemente documentati ed avendo appreso a discettareabilmente di sea power e di fleet in beeing, muovono dei severirimproveri alla condotta delle forze navali da parte dei Romani,

    giungendo fino a far perdere loro sulla carta delle guerre navalistoricamente vinte10. Ci ci induce ovviamente ad una pi vivaattenzione ed alla massima prudenza nei nostri tentativi di estrapolare il

    9 A. Flamigni,Il potere marittimo in Roma antica dalle origini alla guerra Siriaca, ed.Rivista Marittima, Roma, 199510 L. Loreto,La grande strategia di Roma nell'et della prima guerra punica (ca. 273 -ca. 229 a. C.): l'inizio di un paradosso, Jovene, Napoli, 2007, pp. 62-74

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    pensiero degli antichi dalle poche e frammentarie informazioni che da

    essi stessi ci sono pervenute.

    4. Le fonti antiche

    Unulteriore difficolt nella nostra ricerca di aforismi navali romani siincontra proprio nella individuazione delle pertinenti fonti antiche. Ilnostro primo impulso sarebbe naturalmente quello di concentrarelattenzione sui trattati di argomento navale e/o militare scritti in epocaromana. Anche se gli antichi Romani erano fondamentalmente deipragmatici pi convinti della necessit dellazione11 e dei buoni esempi

    di virt, che non di teorie astratte essi ebbero comunque degli ottimitesti, redatti da Marco Porcio Catone il Censore (de disciplina militari, inquattro libri dedicato al figlio), Marco Terenzio Varrone (i vari librinavales, compilati per Pompeo Magno), Aulo Cornelio Celso (trattatosullarte militare incluso nella sua opera enciclopedica Artes), SestoGiulio Frontino (trattato De re militari, cui egli stesso accenna nellaprefazione dei suoi Stratagemata), imperatori Augusto, Traiano edAdriano (Constitutiones principis: decreti imperiali relativi alle forzearmate)12, Onasandro Platonico (Strategiks: trattato di arte militaredellepoca di Claudio e Nerone, basato sulle esperienze acquisite daiRomani13), Eliano (Taktike theoria: sintesi dellepoca di Traiano ed

    Adriano di trattati tattici ellenistici), Lucio Flavio Arriano (Tactica,simile al precedente) e Polieno (Taktika, in tre libri14 non pervenuti;Stratagemata).

    Queste sono le principali fonti, in ordine cronologico, fino al II sec.a.C.; di esse ci sono pervenuti solo gli Stratagemmi di Frontino equalcosa degli ultimi quattro autori. Di tali testi mancano tuttavia le partispecificamente nevali, ad eccezione di alcuni brevi stratagemmi diFrontino e Polieno, fonti comunque interessanti perch venivano

    11 Cicerone riflette bene la mentalit romana scrivendo: tutto il pregio della virtconsiste nellazione. (Cic. off. 1, 19). Analoga preminenza dellazione nel pensierifilosofici di Marco Aurelio (M. Aur. 9, 16)12 Le predette opere, tutte perdute, sono citate da Vegezio (Veg. 1, 8 e 4, 41)13 Onas. praef. 5-8; A. Galimberti, Lo Strategiks di Onasandro, in Guerra e dirittonel mondo greco e romano, a cura di Marta Sordi, Vita e Pensiero, Milano, 2002, p.14314 Suda, Polyainos

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    utilizzate, unitamente alla storia vera e propria, per la formazione dei

    giovani destinati alla carriera militare

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    .

    La carenza di trattati di arte militare a carattere navale o anche la lorosemplice perdita potrebbero apparire come sintomi di un modesto

    interesse verso tali argomenti da parte della societ romana16

    . Talesospetto va tuttavia recisamente rimosso, poich nessuno oserebbe maidubitare che le questioni navali non rivestissero un elevato interesse nelmondo ellenistico: eppure non ci sono nemmeno pervenuti i trattati ditattica navale greci, ad iniziare da quelli di Enea Tattico17 fino a quelli diPolibio e Pausania18.

    15 L. Ariel, Storia militare e cultura militare nei primi due secoli dell'impero, in Lacultura storica nei primi due secoli dell'impero romano. Milano, 3-5 giugno 2004, a

    cura di Lucio Troiani e Giuseppe Zecchini, L'Erma di Bretschneider, Roma, 2005, p.14116 In alternativa, potrebbe aver radicato il pregiudizio che il combattimento navale nonseguisse in fondo regole e forme sue, del tutto diverse da quelle del combattimentoterrestre: V. Ilari, Roman sea power. Lemersione di un tema storiografico, Rivista

    Marittima, Marzo 2012, p. 9217 Nella Poliorketika, unica sua opera pervenutaci, egli rinvia la trattazione della difesadagli sbarchi navali e della protezione di porti al suo libro Sui preparativi di guerra(Aen. Tact. 8, 2)18 Ael. tact. 1; Arr. tact. 1

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    Daltronde i trattati disponibili allepoca di Adriano erano ancora

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    . Le nostre difficolt derivano quindi solo dalle enormiperdite verificatesi nel medioevo, com purtroppo accaduto a tutta laletteratura classica. Per nostra fortuna ci sono perlomeno giunti tretrattati di tattica navale di epoca pi tarda: la seconda parte (Praeceptabelli navalis) del libro IV della Epitoma rei militaris di Flavio RenatoVegezio20, il testo pressoch intero dello Strategicon di SirianoMagistro21 ed il capitolo XIX (De navali proelio) dei Tactica di LeoneVI imperatore22.

    Il contenuto di questi tre testi concerne soprattutto alcuni aspettiorganizzativi delle flotte e le relative istruzioni tattiche. Pertanto, per

    avere la percezione del pensiero navale dei Romani, per quanto attienealla strategia ed alle attivit delle forze marittime e del navigliomercantile in guerra ed in pace, non sar sufficiente limitarsi alle fontifin qui considerate, ma ci si riferir pi in generale ad ogni altra fonteantica utile ai fini della ricostruzione della storia e dellessenza dellacivilt romana.

    5. Aforisma numero uno

    Il primo e pi eloquente degli aforismi navali reperibili nellaletteratura del mondo romano proviene da una lettera di Cicerone23 cheriferisce il pensiero di Pompeo Magno in questi termini:

    Qui mare teneat, eum necesse esse rerum potiri

    espressione che coincide perfettamente con il seguente aforisma numerouno vergato da Giulio Rocco24 (lideatore e primo teorico del concetto di

    19 Eliano afferma infatti: Sarei troppo lungo se volessi elencare tutti quelli che hannoscritto sulla Tattica e di cui ho letto le opere. (Ael. tact. 1)20 Epitome del IV-V sec., presumibilmente tratta dallopera perduta di Frontino.21

    Opera bizantina conosciuta anche sotto il titolo di Naumachica; probabilmente ilrifacimento di un trattato anteriore. Non nemmeno da escludere che tale perdutotrattato sia stato scritto nel V secolo e poi rimaneggiato nel IX: S. Cosentino, Siriano.La guerra navale (Naumachica), in Storia della marineria bizantina, a cura di AntonioCarile e Salvatore Cosentino, Lo scarabeo, Bologna, 2004, p. 27622 Opera del IX sec., anchessa ritenuta ampiamente influenzata da qualche testo tardo-romano.23 Cic.Att. 10, 8, 4 (lettera del 2 maggio 49 a.C.)24 G. Rocco, Riflessioni sul potere marittimo, Lega navale italiana, Roma, 1911(ristampa dell'edizione di Napoli del 1814), p. 192

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    potere marittimo, di cui ha anche dato, 200 anni fa, una definizione

    tuttora valida

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    ):Colui il quale ha il dominio dei mari necessariamente signoreggia.

    Il convincimento che chi padrone del mare diviene padrone di tutto evidentemente stato uno dei pi radicati principi ispiratori della grandestrategia di Roma, perlomeno a partire dallepica lotta per il dominio delmare durante la prima guerra punica, poi per tutta la successiva fasedellespansione oltremare, ed infine in epoca imperiale, quando con lapace augustea lintero Mediterraneo e le altre acque dellimpero furonosottoposti, per la prima ed unica volta nella storia, alla pi assoluta formadi dominio del mare che si possa immaginare, ovvero alla legge di un

    solo stato: quella legge di Roma che, peraltro, garant a tutti la libert dinavigazione, la libert di pesca e la sicurezza contro la pirateria e controogni altro sopruso in mare.

    Limplicito riferimento al principio del dominio del mare si ritrovacostantemente in tutti i conflitti sostenuti dai Romani in epocarepubblicana fin dalla cattura delle navi di Anzio, non solo nelle azionibelliche direttamente compiute contro le forze navali nemiche, ma anchenella protezione delle proprie linee di comunicazione marittime, nellaintercettazione di quelle di interesse nemico, nonch nella sistematicaimposizione di clausole navali restrittive in tutti i trattati di pace26.

    Il pi complesso ed articolato impegno bellico in cui i Romani detteroprova della loro costante attenzione allimportanza del dominio del marefu proprio, come bene aveva intuito il Mahan, la seconda guerra punica.In questo conflitto, la risoluta ed ininterrotta attivit svolta dalle flotteromane fra lItalia, lAfrica e le penisole iberica e balcanica mostrachiaramente che il cosiddetto temporeggiamento adottato da QuintoFabio Massimo27 dopo il disastro del Trasimeno, e poi ripreso dopo larotta di Canne, poggiava sulla fiduciosa attesa dei risultati nonimmediati, ma inesorabili della strategia navale, visto che questa eraintesa a bloccare ovunque gli aiuti che avrebbero potuto essere inviati ad

    25 Il potere marittimo nell'ordine politico una forza somma risultante di una benordinata Marina Militare e di una numerosa Marina di Commercio. Vedasi in merito:A. Brauzzi, Un precursore italiano del Mahan?,Rivista Marittima, gennaio 1972, pp.61-7426 Tale criterio venne applicato a partire dal 338 a.C., precludendo il mare agli Anziati(Liv. 8, 13-14).27 Come disse di lui il poeta Ennio: Un uomo solo, temporeggiando, rialz le nostresorti (Cic. Cato 4, 10). Per la paziente attesa: Sen. dial. ira 1, 11, 5 e 8.

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    Annibale: dai suoi fratelli operanti in Spagna, dal governo di Cartagine e

    dal re Filippo V di Macedonia.

    6. Aforisma numero due

    Il secondo aforisma che mi sembra opportuno accompagnare con unbreve commento luniversalmente nota esclamazione di PompeoMagno28:

    Navigare necesse est, vivere non est necesse

    Della assoluta necessit della navigazione,anche a costo della vita, i Roman furonosempre perfettamente convinti, perchlapprovvigionamento alimentare dellUrbenon pot mai fare a meno delle importazionimarittime: nei primi tempi tale esigenzavitale discendeva dalla scarsa affidabilit deirifornimenti terrestri, dato latteggiamentoostile o infido degli Etruschi e delle altrepopolazioni viciniore29; successivamente, il considerevole ampliamentodella Citt eterna ha richiesto lafflusso di crescenti quantitativi di granoed altre derrate dalle province doltremare, per insufficienza della

    produzione nella Penisola30

    . La dipendenza di Roma dalle importazionimarittime ha indotto i Romani a potenziare sempre pi il naviglio dacarico, giungendo a disporre, in epoca imperiale, di una flotta mercantilele cui enormi dimensioni ed il cui volume di carico sono rimastiinsuperati fino al XIX secolo, quando fiorirono le grandi compagnie dinavigazione dellepoca moderna31.

    7. Aforismi dell'arte della navigazione

    Avendo brevemente illustrato i due primi aforismi, rispettivamente

    relativi alle due essenziali componenti, militare e mercatile, del potere

    28 Plut. Pomp. 5029 Dion. Hal. ant. 5, 26, 3-4; Liv. 2, 34. Plutarco spiega la presenza di una nave sullepi antiche monete romane con lapprezzamento dei Romani per lafflusso dei viveriimbarcati sulle navi (Plut. qu.R. 41).30 Varro rust. 2,proem., 3; O. Hckmann,La navigazione nel mondo antico, Garzanti,Milano, 1988, p. 11231 L. Casson,Navi e marinai dell'antichit, Mursia, Milano, 1976, p. 235

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    marittimo, segue ora la trascrizione, a titolo esemplificativo, di un

    limitato numero (per ovvi vincoli di spazio) di altri aforismi indicatividel pensiero navale romano.

    La nave

    La nave che viene giudicata buonanon quella dipinta con colori

    preziosi, o dal rostro argentato odorato, n quella con la divinit

    protettrice scolpita in avorio, ocarica di tesori o di altre ricchezzeregali, ma la nave ben stabile e

    robusta, con giunture saldamenteconnesse ad impedire ogni

    penetrazione dell'acqua, tanto solidada resistere agli assalti del mare,docile al timone, veloce e nonsuccube dei venti. (Sen. epist. 9, 2)

    Nave grande, grande tenuta al mare. (Petron. 76)

    Cosa potrebbe rendere, se manca il comandante, una nave ormeggiatain un porto sonnolente, quandanche essa disponesse di tutta la suaattrezzatura e potesse sciogliere le sue vele? (Pis. 226-229)

    Una nave robusta, costruita a regola darte con tutta lattrezzaturaper la manovra se il comandante non la governa e padroneggia nellatempesta, con quanta facilit, pur con il suo egregio armamento, lainghiottiranno gli abissi del mare o la faranno a pezzi gli scogli. (Apul.

    flor. 23)

    Il comandante

    Con la sapienza, e non con la forza, il comandante governa la nave.(Titin. Set. fr. 13)

    necessario essere marinaio prima di occuparsi del timone. (App. civ.1, 94).

    Si forse buoni comandanti per governare una nave sotto un cielosereno e quando il mare di una calma assoluta? Si pu forse far valerecos la propria arte? Ma quanto maggiore la superiorit delcomandante che prevede ed intuisce la tempesta, che prende tutte lemisure per evitarla, e che, se non pu nonostante tutto sottrarvisi,conserva tuttavia integra la sua nave con il suo carico. (Iul.pan. Const.20)

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    Anche nel momento del pericolo il comandante si serve della musica

    affinch lequipaggio sostenga pi facilmente la fatica. (Cens. 12, 3)Il comandante non scioglie mai completamente le vele con tantasicurezza da non tenere ben disposta e pronta lattrezzatura perserrarle. (Sen. dial. ira 2, 31, 5)

    Navigazione nella burrasca

    Se uno dice che navigare ottima cosa, ma poi aggiunge che non si devenavigare in un mare in cui si verificano dei naufragi e scoppiano

    frequenti tempeste improvvise che costringono il comandante indirezione opposta alla sua rotta, ebbene credo che quel tale mi

    proibisca di salpare lancora proprio mentre fa le lodi dellanavigazione. (Sen. dial. otio 8, 4)

    proprio da stolti aver paura del mare quando risaputo che, per farciperire, basta un po dacqua che cada a goccia a goccia! (Sen. nat. 6, 2,5)

    Non giovano alla nave nella burrasca le grida dei marinai, n i vililamenti o le vane preghiere potrebbero mitigare i venti e le onde. Per lasalvezza di tutti occorre impegnarsi al massimo e combattere con tutte leenergie per regolare le vele, aspirare lacqua, sistemare le diversemanovre, attenendosi a tutti gli ordini dellesperto comandante. (Claud.

    b.Goth.271-277)Va lodato, anche in un naufragio, colui che viene inghiottito dal marementre stringe la barra del timone e permane risoluto. (Sen. cons.Marc.6, 3)

    Sbaglia ad accusare Nettuno chi fa naufragio la seconda volta! (Publ.235)

    8. Aforismi dell'arte della guerra marittima in astratto

    StrategiaBisogna costruire le navi da guerra in numero sufficiente per unabattaglia navale contro le navi nemiche che ci fronteggiano. Tenutoconto delle caratteristiche di queste ultime, la struttura delle nostre navideve potersi confrontare in ogni combattimento con quelle avversarie.(Leo VI nav. 3)

    Il comandante della flotta deve badare scrupolosamente, di persona, aipreparativi per la guerra (Syr. 9, 8)

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    Predisporrai ogni cosa nel modo che ti sembra pi idoneo per la

    specifica missione: le navi, i combattenti in esse imbarcati, le armi, levettovaglie ed il materiale di rispetto sulle navi da trasporto. (Leo VInav. 22)

    Qualora la forza degli schieramenti contrapposti si equivalga ..., se inemici non procedono contro di noi, allora anche noi temporeggiamo. ...Se invece ci attaccano o saccheggiano la nostra terra, alloracombattiamoli32.(Syr. 9, 11)

    Se i nemici sono invece molto superiori a noi, ma un grande pericoloincombe sulle nostre citt dobbiamo combatterli pi con l'intelligenzache con la forza, prendendo attentamente in considerazione altri fattori,

    quali il momento opportuno, il tempo e il luogo, fattori per mezzo deiquali spesso i pi deboli hanno vinto i pi forti. Circa il tempo,attaccando i nemici quando abbiamo i venti a favore ...; circa i luoghi,(scegliendo) o uno stretto o un fiume, dove la superiorit del nemico vanificata dalla ristrettezza delle acque. (Syr. 9, 12)

    Organica

    Un comandante in capo deve possedere queste quattro doti: profondaconoscenza dell'arte militare, valore, prestigio, fortuna33. (Cic. Manil.28)

    Larte militare consta di armi e uomini. Queste forze sono suddivisein tre parti: la cavalleria, la fanteria e la flotta. (Veg. 2, 1)

    Tutto ci che si prepara per la guerra spetta al mare o alla terra. Infatti,i soldati combattono in terra ed altri militi combattono in mare. (Arr.tact. 3)

    Le truppe di terra servono solo sul terreno; le altre, imbarcate sullenavi, combattono sul mare e sui grandi fiumi (Ael. tact. 2)

    Quando le navi sono perfettamente equipaggiate, impossibileaggiungere agli effettivi non dico parecchi uomini, ma nemmeno uno per

    nave. (Cic. Verr. 2, 5, 133)

    32 Un analogo criterio venne attribuito a Scipione Africano: bisogna affrontare inbattaglia il nemico solo quando sia capitata loccasione favorevole o non se ne possafare a meno. (Val.Max. 7, 2, 2)33 Il tema, riferito al comando di Pompeo Magno che aveva appena conclusovittoriosamente la guerra marittima contro i pirati , viene ulteriormente approfonditonel prosieguo della stessa orazione (Cic.Manil. 29, 36-38 e 43)

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    Di ciascuno dei tuoi uomini devi conoscere a fondo l'indole, la

    disposizione mentale e ogni altra qualit concernente il valore (Leo VInav. 21)

    Logistica

    Per il trasporto di viveri farai anche costruire altre navi, chetrasporteranno l'intero vettovagliamento degli uomini, onde evitare chele navi da guerra ne siano appesantite. (Leo VI nav. 11)

    A tutte le altre contingenze si pu rimediare, ma per evitare la penuriadi rifornimenti non c altro mezzo che la previdenza. (Veg. 3, 3)

    Occorre curare con ogni diligenza che le vettovaglie possano essere

    trasportate in sicurezza per mare ed a terra fino allaccampamento. Soloa tale condizione i fornitori saranno solerti a recapitare tutti i generinecessari. (Onas. 5, 12)

    Tattica

    Si conducono degli assalti improvvisi contro gli equipaggi che non selaspettano, o si tendono degli agguati negli opportuni passaggi ristretti

    fra le isole. (Veg. 4, 45)

    Una forza navale non ben schierata pi predisposta a sbandarsi. (Syr.9, 1)

    Manterremo la formazione anche durante la navigazione primadell'apparire del nemico, perch, una volta abituate le nostre forze a

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    disporsi anticipatamente in ordine di battaglia, possano mantenere la

    formazione anche al momento opportuno. (Syr. 9, 5)Caio Duilio, vedendo che le sue navi, poco manovriere, erano facilmenteschivate dallagilit delle navi puniche e che veniva perci annullato ilvalore dei suoi uomini, invent le mani di ferro34: non appena esseagganciavano una nave nemica, i Romani si lanciavano allarrembaggiocon lausilio di passerelle ed affrontavano corpo a corpo i nemici sullastessa nave arrembata. (Frontin. strat. 2, 3, 24)

    Coloro che sono resi temerari dal proprio coraggio, accostate le navi daguerra e gettate le passerelle, saltano sulle navi avversarie ed ivi, comesuol dirsi, ai ferri corti, combattono corpo a corpo con le spade. (Veg.

    4, 44)

    9. Aforismi riflessi dalle guerre marittime effettuate

    Dominio del mare

    I Romani non per vicende casuali, ... ma assolutamente a buon diritto,dopo essere stati messi alla prova in tante grandi e pericolose imprese,audacemente concepirono il disegno di conseguire il dominio del mare35e attuarono il loro proposito. (Polyb. 1, 63)

    Espansione oltremare (transmarina)Il popolo romano, dalla nascita fino alla fine della sua fanciullezza, perun periodo di circa trecento anni sostenne guerre intorno alle sue mura.Poi, nel fiore delladolescenza, dopo difficili e frequenti guerre,oltrepass le Alpi e il mare. (Amm. 14, 6, 4)

    Questa fu la terza et del popolo romano, quella transmarina, nel corsodella quale, osando uscire dall'Italia, esso port le armi in tutto ilmondo. (Flor. epit. 1, 47. 1)

    Sbarchi anfibi

    [Durante lo sbarco navale] ogni ordine sia eseguito al segnale ed atempo, come richiedono i canoni dell'arte militare, e soprattutto quellidella guerra marittima, soggetta ad improvvisi e rapidi mutamenti.(Caes. Gall. 4, 23)

    34 Si tratta dei rampini darrembaggio, divenuti di uso comune fino allepoca moderna.35 Dominatore del mare (possessor pelagi) venne infatti chiamato Gaio Lutazio Catulo,il vincitore della risolutiva battaglia navale delle Egadi (Sil. 6, 687)

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    Tutti raggiungono contemporaneamente la terra con la flotta, sbarcano

    dalle navi e dalle imbarcazioni e, stabilito l'accampamento, innalzano leinsegne.36 (Coel.Ant. 4 fr. 41)

    Addestramento

    Farai svolgere esercitazioni di variogenere agli equipaggi e alle stessenavi (Leo VI nav. 28)

    Una nave dotata di decine di remi perparte andr a fondo per un cavo malsistemato. (Fronto epist. amic. 2, 13)

    Agrippa, quando sopraggiungeva unatempesta, era solito ordinare ai suoiuomini di portare le sue navi fra i

    marosi allo scopo di agguerrirli con labitudine a non temere ilpericolo. (Serv.Aen. 8, 682)

    Stratagemmi

    M. Porcio Catone, gettatosi in mezzo alla flotta mista dei nemici, dopoaver gi prima vinta quella dei Punici e distribuito fra i suoi uomini learmi e le vesti puniche, affond molte navi dei nemici, che avevaingannati sotto le spoglie d'un alleato. (Frontin. strat. 4, 7, 12)

    Gneo Scipione, in una battaglia navale, lanci sulla flotta nemica anforepiene di pece e di legni resinosi, il cui getto mirava a recar danno, e peril peso e perch lo spargimento delle materie contenute porgeva escaall'incendio. (Frontin. strat. 4, 7, 9)

    Operazioni navali condotte da privati

    Alcuni privati Romani ottennero luso di navi a condizione di ripararle,ma con il diritto di trattenere per s tutto il bottino catturato. Fra levarie offensive chessi condussero contro i nemici, essi navigarono finoal porto di Ippona, citt africana, e vi diedero fuoco a tutte le navi e a

    gran parte delle installazioni portuali37

    . (Zon. 8, 16, 3-4)

    36 Asciutta ma efficacissima descrizione dello sbarco navale di Scipione in Africa con440 navi, 16000 fanti e 1600 cavalieri: vi si ravvedono celerit e sincronismo, in lineacon i canoni delle moderne operazioni anfibie.37 Queste inconsuete azioni corsare romane, iniziate forse con la partecipazione dellexconsole Caio Duilio (Frontin. strat. 1, 5, 6: evento erroneamente collocato a Siracusa,ma coincidente con quello di Ippona), proseguirono per sette anni, dal 247 al 242 a.C

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    Durante la navigazione invernale, [il giovane Giulio Cesare] fu

    catturato dai pirati Pagati poi cinquanta talenti e liberato, nonindugi un istante: procuratesi delle navi, rincorse per mare i piratimentre si allontanavano; catturatili, li pun col supplizio capitale chebeffardamente aveva loro promesso38. (Suet.Iul.4)

    10. Aforismi applicati alla pace augustea sui mari

    Le flotte imperiali

    Il popolo romano, per il suo prestigio e per le esigenze della suagrandezza, pur non essendovi costretto da alcun imminente pericolo, in

    ogni tempo mantenne allestita la flotta, onde averla sempre pronta adogni necessit. Indubbiamente, nessuno osa sfidare o arrecare danno aquel regno o popolo, che sa essere pronto a combattere e risoluto aresistere ed a vendicarsi.(Veg. 4, 31)

    Due flotte proteggevano l'Italia, l'una sul Tirreno presso il capo Miseno,l'altra sull'Adriatico presso Ravenna. (Tac. ann. 4, 5)

    Con le flotte erano stanziate una legione presso Miseno ed una pressoRavenna, sia perch non si allontanassero eccessivamente dalla difesadi Roma, sia perch, allinsorgere di unesigenza, potessero recarsi conle navi, senza indugio e senza dover aggirare la Penisola, in qualsiasi

    parte del mondo. (Veg. 4, 31)

    Ogni nave da guerra aveva il proprio comandante, il quale, oltre aglialtri compiti nautici, curava laddestramento quotidiano dei timonieri,dei rematori e dei militi navali.(Veg. 4, 32)

    Intensificazione della navigazione

    Unimmensa moltitudine naviga sul mare, aperto per tutta la suaestensione, e trova ospitali approdi su qualsiasi costa. (Plin. nat. 2, 118)

    Vedi come i porti ed il mare pullulino di grandi navi! Quasi tutta la

    gente vive ormai sui flutti. Ovunque si presenti una speranza diguadagno, ivi una flotta accorrer (Iuv. 14, 275-278)

    (Zon. 8, 16, 8) e conseguirono anche un successo navale di grande rilievoallimboccatura del golfo di Cartagine nel 245. (Flor. epit. 1, 18, 30).38 Celeberrimo episodio raccontato con maggiori dettagli da molte altre fonti (Vell. 2,41-42; Plut. Caes. 1-2; Val.Max. 6, 9, 15; Polyaen. 8, 23, 1)

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    Il mare Mediterraneo come una cintura cinge il centro del mondo39

    Qui affluisce, da ogni parte della Terra e del mare, quello cheproducono le varie stagioni, le singole regioni Partenze ed arrivi dinavi si susseguono senza sosta; c da meravigliarsi che non nel portoma nel mare ci sia abbastanza posto per tutte le navi mercantili. (Aris.enc. 11-12)

    Estensione della navigazione

    I vascelli corrono per tutti i mari, ... congiungendo le varie parti dellaTerra, e ci procacciano con laiuto dei venti tutti i beni che il mondo pu

    fornire. (Manil. 5, 54-56)

    Oggigiorno anche delle ampie flotte vengono inviate lontanissimo, fino araggiungere l'India ed i limiti estremi dell'Etiopia (Strab. 17, 1, 13)

    Lisola di Taprobane ... si protende verso lIndia ... come hannodimostrato le navi romane40. (Mart.Cap. 6, 696)

    Abbreviazioni delle fonti antiche

    Ael. Aelianus [Tacticus], Tactica theoriaAen. Tact. Aeneas Tacticus, PoliorceticaAmm. Ammianus Marcellinus,Rerum gestarumApp. Appianus Alexandrinus,Bellorum civilium

    Apul. Lucius Apuleius, FloridaArist. Publius Aelius Aristides, Encomium RomaeArr. Lucius Flavius Arrianus, TacticaCaes. Gaius Iulius Caesar,De bello GallicoCens. Censorinus,De die nataliCic. Marcus Tullius Cicero, ad Atticum; Cato Maior de senectute;De

    officiis;pro lege Manilia (de imperio Cn. Pompei); in VerremClaud. Claudius Claudianus,De bello GothicoCoel.Ant. Lucius Coelius Antipater,Bellum HannibalicumDion. Hal. Dionysius Halicarnassensis,Antiquitates RomanaeFlor. Lucius Anneus Florus, Epitoma de Tito LivioFrontin. Sextus Iulius Frontinus, StratagemataFronto Marcus Cornelius Fronto, Epistulae (ad amicos)

    Iul. Flavius Claudius Iulianus Imp., Panegyricus ConstantiiIuv. Decimus Iunius Iuvenalis, SaturaeLiv. Titus Livius,Ab Urbe condita

    39 Roma ed il suo grande porto marittimo imperiale, il Portus Augustus, costruito daClaudio e Traiano.40 Taprobane (Ceylon, od. Sri Lanka) venne raggiunta dai Romani allepoca di Claudio,mentre a partire dal principato di Marco Aurelio le rotte romane si estesero fino allaCina.

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    Leo VI Leo VI Sapiens Imp.,De navali proelioM.Aur. Marcus Aurelius Antoninus Imp.,Ad se ipsum

    Manil. Marcus Manilius,AstronomicaMart.Cap. Minneius Felix Martianus Capella,De nuptiis Mercurii et PhilologiaeOnas. Onasander Platonicus, StrategiksPetron. Petronius Arbiter, SatiriconPis. [auctor incertus]Laus PisonisPlin. Gaius Plinius Secundus (Plinius maior),Naturalis historiaPlut. Plutarchus Chaeronensis, Quaestiones Romanae; Vitae parallelae

    (Pompeius, Caesar)Polyb. Polybius Megalopolitanus,Historiarum libriPolyaen. Polyaenus, StratagemataPubl. Publilius Syrus, SententiaeSen. Lucius Anneus Seneca, de Consolatione (ad Marciam); Dialogi (de

    Ira;de Otio); Epistulae ad Lucilium; Naturales quaestionesServ. Maurus Servius Honoratus,In Vergilii AeneidosSil. Tiberius Catius Silius Italicus, PunicaStrab. Strabo Amaseus, GeographicaSuda [auctor incertus] Suda = SuidaSuet. Gaius Suetonius Tranquillus,De vita XII Caesarum (divus Iulius)Syr. Syrianus Magister, Strategicon (Naumachica)Tac. Publius Cornelius Tacitus,AnnalesTitin. Titinius, SetinaVal.Max. Valerius Maximus, Facta et dicta memorabiliaVarro Marcus Terentius Varro,De re rusticaVell. Marcus Velleius Paterculus,Historiae RomanaeVeg. Flavius Renatus Vegetius, Epitoma rei militari

    Zon. Ioannes Zonaras, Epitome Historiarum