2006 IN QUESTO NUMERO IL FASCINO DELLA LAGUNA … · IL FASCINO DELLA LAGUNA DA VENEZIA A GRADO di...

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3 8 Quadrimestrale di informazione bancaria e cultura locale della Banca S. Biagio · Anno 12 · N. 38 · Agosto 2006 Spedizione in abbonamento postale, 70%, filiale di Venezia. ASSEMBLEA 2006 IL FASCINO DELLA LAGUNA CANELLA: BOLLICINE DI SUCCESSO... DALLA BONA: AGRICOLTURA D’AVANGUARDIA 50 ANNI DI BIBIONE IN QUESTO NUMERO

Transcript of 2006 IN QUESTO NUMERO IL FASCINO DELLA LAGUNA … · IL FASCINO DELLA LAGUNA DA VENEZIA A GRADO di...

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Quadrimestrale di informazione bancaria e cultura locale della Banca S. Biagio · Anno 12 · N. 38 · Agosto 2006

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ASSEMBLEA 2006IL FASCINO DELLA LAGUNA

CANELLA: BOLLICINE DI SUCCESSO...

DALLA BONA: AGRICOLTURAD’AVANGUARDIA

50 ANNI DI BIBIONEINQ

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Anno 12 · N. 38 · Agosto 2006

In copertina: barca sul fiume (Fotoreporter).

Le foto interne sono di: Fotoreporter di VinicioScortegagna, Archivio Banca S. Biagio del VenetoOrientale e privati.

Editrice: Banca S. Biagio del Veneto OrientaleViale Venezia, 1Fossalta di Portogruaro/VeTelefono 0421/249811Telefax 0421/789804

Reg. Trib. di Ve n. 1206 del 22.11.1995

Direttore generaleVittorio Canciani Battain

Grafica ed impaginazioneJanna/Pn

Stampa: Tipolito GerominFossalta di Portogruaro /Ve

Direttore responsabileLuciano Sandron

Comitato di redazioneFranco Anastasia · Luca De LucaBruno Mares · Franco RomaninSegreteria di redazioneMarina Presotto · Tel. 0421/249811www.bancasanbiagio.it

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VENETO

PROVINCIA DI TREVISO

PROVINCIA DI VENEZIA

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PROVINCIA DI UDINE

Bibione · Corso del Sole, 104/ACaorle · Via Pretoriana, 15/CCeggia · Via Roma, 11Cesarolo · Via Conciliazione, 75Fossalta di Portogruaro · Viale Venezia, 1Gruaro · Borgo del Castello Medioevale, 1Lugugnana di Portogruaro · Via Fausta, 112Mussetta · Via Concilio, 2Portogruaro · Via F. Baracca, 2San Donà di Piave · Via G. Bortolazzi, 32Teglio Veneto · Via Ponte Nuovo, 3

Cessalto · Via Roma, 77Motta di Livenza · Viale Madonna, 16/17

Latisana · Piazza Indipendenza, 32Lignano Sabbiadoro · Viale Europa, 25Pertegada di Latisana · Via del Molo, 1/A

SEDE E DIREZIONE GENERALE · FOSSALTA DI PORTOGRUARO/VE

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ASSEMBLEA 2006di Luciano Sandron

IL FASCINO DELLA LAGUNA DA VENEZIA A GRADOdi Franco Romanin

CANELLA: BOLLICINE DI SUCCESSO, MA BELLINIE ROSSINI NON SONO I MUSICISTIa cura di Luciano Sandron

I CASONI NELLA LAGUNA TRA BIBIONE E CAORLEdi Franco Romanin

DALLA BONA: AGRICOLTURA DI AVANGUARDIAa cura di Luciano Sandron

I MULINI DI STALISdi Franco Romanin

UN LIBRO PER RACCONTARE I 50 ANNI...di Luciano Sandron e Jennifer Colusso

... 1956-2006L’ECCELLENZA, LA COMPETITIVITÀ ED IL FUTURO…di Jennifer Colusso

… E PER I CINQUANTA, ANCHE «SAPORE DI SOLE»di Jennifer Colusso

FATTI ED AVVENIMENTIdi Ellesse e Teresa Infanti

Seicentoventuno i presenti tra cui alcuni per delega inrappresentanza dei 7.299 componenti la base sociale dicui 7.139 persone fisiche e 160 società, per l’Assembleache si è svolta domenica 30 aprile presso la palestradell’Istituto Comprensivo «don A. Toniatti» di Fossalta

2006Assemblea

Una Banca solida, con grandi prospet-tive di ulteriore sviluppo, è quellaemersa dalla relazione sul bilancio2005, illustrato dal presidente FrancoAnastasia, che partendo da uno scena-rio di riferimento inserito in un conte-sto macroeconomico riferito all’econo-mia statunitense e dei paesi asiatici, inparticolare quello giapponese, è quindipassato a considerare brevemente l’a-rea euro, passando poi ad una analisidelle Banche di Credito Cooperativo alivello nazionale per scendere alVeneto, e quindi, alla «S. Biagio». Il presidente Anastasia ha iniziatoinformando i Soci sull’esito positivodell’ispezione cui la Banca S. Biagioera stata oggetto dal 21.11.2005 al27.01.2006 da parte degli organidella Banca d’Italia; questo, rafforza ilconvincimento a proseguire sulla stra-da dello sviluppo intrapreso, che èorientato alla qualità ed al rafforza-mento del patrimonio, attraverso lacrescita della redditività delle 16 filialicon cui la Banca opera nel veneziano,trevigiano e friulano.

Una redditività che balza evidentedal Conto Economico riclassificatocon un margine di intermediazione increscita del 6,06 per cento, un risul-tato operativo lordo del più 12,14;un utile delle attività ordinarie delpiù 51,52% ed un utile al lordo delleimposte in aumento del 44,42% cheha portato l’utile netto finale al più14,41%.

Un cammino sicuro

Cresce l’utile…

Dati confortanti che aggiunti a quellipositivi anche della base sociale che ècresciuta di ben 562 unità (differenzaalgebrica tra i 716 nuovi entrati e i154 usciti per motivi diversi), stannoa dimostrare l’apprezzamento per iservizi offerti.

…e la base sociale

di Portogruaro, hanno approvato il bilanciodella Banca S. Biagio del Veneto Orientale chechiude al 31.12.2005 con un utile di 4.600.347euro rispetto ai 4.021.089 dell’anno precedente,così come la ripartizione dell’utile.

4.021

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2003 2004 2005

UTILE NETTO D’ESERCIZIO

Valori espressiin migliaia di euro

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La struttura patrimoniale della «S. Bia-gio» ha subito un ulteriore balzo inavanti del 9,17% rispetto all’anno pre-cedente attestandosi a fine 2005 a51,845 milioni di euro.

Le politiche distributive non si sonodiscostate sostanzialmente da quelleesercitate nel 2004 con servizi e pro-dotti distribuiti attraverso i tradiziona-li canali rappresentati dalle filiali, ed icanali innovativi rappresentati daInternet, Remote e Mobile Banking. Icanali innovativi hanno invece avutoun notevole sviluppo nel corso del2005 con aumenti a doppia cifra.

Raccolta diretta ed indiretta in cresci-ta così come gli impieghi, e la diminu-zione dei crediti in contenzioso e dellesofferenze sugli impieghi totali passatidall’1,04 al 0,84 nell’anno appenatrascorso, confermano la validità deicontrolli interni messi in atto dallaBanca.

La politica del solidarismo e della pre-senza sul territorio per la crescita cultu-rale e morale dello stesso, è ben estrin-secata nel bilancio sociale che da annila «S. Biagio» distribuisce assieme aquello finanziario e che nel 2005 haportato l’istituto di credito a devolverea questo scopo oltre 380 mila euro.

Un patrimonio rassicurante

Politiche distributive

Raccolta in crescita Solidarietà

5noi e voi

Nel corso del 2005 inoltre, è conti-nuato il progetto di miglioria degli am-bienti di lavoro, del sistema informati-vo, della organizzazione e preparazio-ne del personale con corsi appropriatie mirati, per un sempre migliore edefficace servizio alla clientela.

La politica per il futuro sarà ancora in-centrata su un consolidamento deitraguardi raggiunti ed uno sviluppocollegato alla redditività e non all’a-pertura di nuove filiali. Una Banca,quella che con la sua sede istituziona-le a Fossalta di Portogruaro e con le16 filiali sparse in Veneto e Friuli, è ingrado di crescere ancora perché fon-data su quelle basi solide che sono ilDNA della Banca stessa voluta daMonsignor Leonardo Zannier nel1896, diventata poi un tutt’uno conquella di Cesarolo fondata dal non di-menticato Commendator AlbinoCartini, ed ulteriormente cresciuta conl’acquisizione di quella di Pertegada,che è quello di essere con la gente, eper la gente, in una simbiosi per lacrescita non solo economica ma anchedi valori irrinunciabili legati al locali-smo ed al solidarismo.

Il saluto della Federazione Veneta èstato portato dal direttore della stes-sa dottor Andrea Bologna, che ha sot-tolineato come la «S. Biagio» sia unaBanca tra le prime nel Triveneto, edabbia le caratteristiche per una cresci-ta sicura e costante nel tempo, perchéamministrata da persone capaci che,con un’originalità del modello operati-vo, hanno messo in atto scelte moltocoraggiose di gestione per consolidarela crescita, un controllo per il conteni-mento dei rischi, ed è operante in unterritorio fertile dove ha trovato l’ap-poggio di una base sociale preparataed entusiasta delle istituzioni che hacontribuito a creare.

Dopo la esauriente relazione del pre-sidente del Collegio Sindacale TarcisioZanet che proponeva ai presenti l’ap-provazione del bilancio d’eserciziochiuso al 31.12.2005, sono seguiti gliinterventi dei Soci Walter Rogato, diCesarolo; dottoressa Perosa, diLatisana; Antonio Boccato di Mus-setta; Beniamino Parcianello diCesarolo, cui hanno risposto a secon-

Ambiente di Lavoro

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Servizi Assicurativi

Politiche per il futuro

Federazione

Relazione sindacale

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Da anni 40 a 49

Da anni 30 a 39

Da anni 50 a 55Inferiore ad anni 30

Oltre anni 55

da degli argomenti il PresidenteAnastasia ed il Direttore Canciani, ilbilancio è stato quindi approvato al-l’unanimità.

PERSONALE SUDDIVISO PER FASCE D’ETÀ

6 noi e voi

«Come avete potuto constatare dai datidi bilancio, il 2005 è stato un annobuono, nonostante un contesto di mer-cato difficile e altamente competitivo.La strategia adottata dal Consiglio diamministrazione per una fase di con-solidamento della redditività ha dato irisultati previsti, che miglioreranno an-cora nel 2006, grazie anche all’iniziodi una ripresa economica che dovreb-be rafforzarsi e consolidarsi nei prossi-mi mesi.Come illustrato nell’ultimo numero delperiodico Noi e Voi, dal 9 all’11 dicem-

Come oramai consuetudine consolida-ta, nel corso della Assemblea, sonostati premiati con una «targa» i Socicon quaranta anni di fedeltà al-l’Istituto. Il riconoscimento è andatoquest’anno a:

Aldo BarbuioFossalta di Portogruaro

Stefano CicutoFossalta di Portogruaro

Antonio Fava SerafinFossalta di Portogruaro

Paolo FurlanettoFossalta di Portogruaro

Pace Giuseppe PaulettoFossalta di Portogruaro

Aldo SandronFossalta di Portogruaro

Bruno Domenico ScanferlaS. Michele al Tagliamento

Armando SommaggioS. Michele al Tagliamento

Melchiorre VidaFossalta di Portogruaro

Angelo ZamborliniFossalta di Portogruaro

Fulvio ZecchinelFossalta di Portogruaro

L’estrazione dei viaggi premio per duepersone a 10 Soci in una delle capitalieuropee estratti a sorte tra i presenti(otto) ed i presenti per delega (*due)ha favorito i Soci:

Remigio BortolozzoFossalta di Portogruaro

Mario GalassoFossalta di Portogruaro

Mario SandronFossalta di Portogruaro

Dino VendramettoFossalta di Portogruaro

Angelo Livio Dalla TorreCesarolo

Giovanni FurlanisPortogruaro

Dino RedigoloMussetta

Luigino SommaggioBibione

*Immobiliare Sasdi Scodellaro GianniPertegada

*Graziano Dalla TorreCesarolo

Conclusione del presidente

Fedeltà Sociale

Viaggi premio

bre si è svolto a Parma il 13° conve-gno nazionale del Credito Cooperativoitaliano, che ha gettato le basi e indi-cato le strategie per un ulteriore svi-luppo del sistema a rete del CreditoCooperativo. Uno sviluppo che dovràavvenire attraverso una maggiore coe-sione del sistema, salvaguardandoperò la nostra autonomia di Banca lo-cale al servizio delle comunità del terri-torio di riferimento.È una sfida non facile, ma che sonocerto vinceremo, non per omologarcicon i grandi gruppi bancari, ma permantenere quella qualità e competiti-vità che ci permettano di continuare asvolgere il nostro ruolo di Banca «a re-sponsabilità sociale» al servizio dellenostre comunità, come abbiamo cerca-to di illustrarvi nel bilancio sociale chevi è stato consegnato e che è comple-mento essenziale al bilancio economi-co che oggi abbiamo approvato».

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AMBIENTI DELLA NATURA

da Venezia a Grado

L’uomo fin dalle sue più lontaneorigini, è stato intimamente vincolatoal mare e, più in generale, all’acqua.I villaggi, le città, gli insediamenti piùantichi sono sorti sulle rive dei mari,fiumi, laghi.Ancora oggi non esiste nazione o statoimportante che non tragga la suapotenza e la sua stessa esistenza dalmare. L’uomo stesso, secondo le piùaccreditate teorie, deriva daantichissimi abitatori del mare.Ma se il mare, i fiumi, i laghi e gli altricorsi d’acqua hanno avuto da semprel’importanza prima per la vita,i sentieri dell’acqua, la natura, le valliin particolare ne hanno avuta per lastessa vita dell’uomo. Ciò si puòconsiderare, perché la laguna è unodegli ambienti naturali più significativie particolari, poiché è caratterizzatodalla presenza alternata e frammistadi quattro biotipi: la prateria,il bosco, le zone umide e le dunecostiere. E poi l’acqua, attraversocanali e ampie distese. E poi le focidei fiumi che sfociano in questo trattodi mare del nord Adriatico: il Sile,il Piave, La Livenza, il Lemene,

il Tagliamento, lo Stella, il Cormor,il Corno-Aussa, il Natisone, il Torre el’Isonzo.La scoperta di questo mondo è unbellissimo viaggio culturale esentimentale: un viaggio seguendofoci, isole, canali in un ambiente percerti versi ancora sconosciuto.La laguna è un’oasi naturale abitatada pesci e uccelli rari, una distesa diacqua solcata da canali chescandiscono l’alternarsi di zonepaludose, barene e velme di fangoclinicamente sommerso, costellata diisole cariche di storia. È certo chese vogliamo esplorare le meraviglieofferte da questo grande bacinoacqueo è preferibile spostarsi magaria bordo di una piccola barca a vela od’un tipico bragozzo, ammirandole bellezze naturali e immergendosinel silenzio carico di suoni di questiluoghi.Alcuni sostengono che la laguna nonè ancora tutta roba da turisti: se ci siva non distratti, non sprovveduti, nonper caso, la laguna è un territorioche per certi aspetti e in certi luoghiappare addirittura quasi intatta.

Per quanto tempo è difficile prevederlo.Oggi, comunque, possiamo direche esiste ancora un mondo dovela storia, intesa come noncoinvolgimento del progresso piùsfrenato, si è fermata e rimane lìa testimoniare che la natura offreancora spunti di una bellezza davantialla quale l’uomo rimane incantato.E allora scopriamo questo mondo.Lo faceva l’uomo antico, lo possiamofare anche noi.Unica è la laguna di Venezia, con lasua vita, la sua storia, i suoi sitiarcheologici, le tracce ancora esistentidi mondi scomparsi dove affioranonomi noti come Murano e Burano coni loro cieli di nuvole leggere, Torcello,con i suoi abitanti orgogliosi, la pacedi San Francesco del Deserto, maanche isole minori dai nomi fantasiosied evocativi. Pare una favola inun ambiente di venti, bore e scirocchi,maree e stagioni. Sorprende la gloriainerte di una chiesa diroccata,di conventi che non sono più cheruderi difesi dai «Carbonassi».La laguna continua ed è più avantiseparata dal mare da una penisola

IL FASCINO DELLA LAGUNA

8 noi e voi

9noi e voi

Lo spettacolo naturale che si puòammirare è decisamente interessantee suggestivo. Oltrepassate le valli diBibione, più in là, oltre il Tagliamento,Lignano, le foci dello Stella e Marano,che ha aggiunto al suo nome anchequello di «Lagunare», proprio atestimoniare che qui è luogo dilaguna, una grande laguna, di pesca,di valli, di acqua e di… gente di mare.Proseguendo per corsi d’acqua cheportano alla laguna di Marano,soprattutto all’alba, si sentono frusciiseguiti dai richiami striduli di garzettee gabbiani che si levano in volo dallebarene, mentre alzavole solitarie

scuotono le secche canne di falasco ea tuffo si gettano nell’acqua salmastra.Questo fascino della laguna arrivaanche a Grado e testimoniala scoperta di un luogo, uno tra i piùaffascinanti dell’ambiente lagunaredell’Alto Adriatico che si spinge finoalle foci dell’Isonzo, tra Valle Cavanatae Valle Artalina.L’aspetto maggiormente significativodella laguna gradese, è dato dalvastissimo canneto costiero che siestende sul lato destro della foce delfiume Isonzo ed in particolare dallapresenza, negli avvallamenti allagatid’acqua dolce situati dietro alle dune,della testuggine palustre. La valle dapesca si presenta come un ampiospecchio lagunare, dove l’aspettoprevalente è quello della palude salsacon le terre emerse ricoperte divegetazione. Sono presenti in grandenumero anatre e folaghe, cormorani eaironi cenerini, oche selvatiche,lombardelle, granaiole e germani reali.Tanto sarebbe ancora da raccontaresu questa parte d’Italia, patrimonioambientale di rara bellezza.Un paesaggio unico, per far capireche la natura è un bene inestimabile,che l’uomo ha il dovere di preservaree difendere.

Franco Romanin

che dal porto San Nicolò del Lido siallunga verso la terraferma jesolana:è la penisola del Cavallino costruitalungo secoli dal materiale alluvionaletrasportato dal Piave.Nella laguna, contornate da barene,valli da pesca e canali lagunari,si trovano le frazioni di Mesole e LioPiccolo, centri di vita in epochealtomedievali.Tutta la zona lagunare, dalla foce delSile alla Valle Altanea, nei territoridei Comuni di Jesolo ed Eraclea,è caratterizzata dalla presenza dialcune tra le maggiori valli da pesca.In particolare il termine «valle», quiricorrente, deriva dal latino vallum(argine difensivo) proprio per lapresenza di arginature stabili con cui,dalla seconda metà dell’Ottocentovennero progressivamente rinchiuseampie zone di laguna prossime alconfine con la terraferma. In questispecchi d’acqua salmastra viene oggipraticata la vallicoltura estensiva, cioèl’allevamento naturale di cefali, orate,anguille, branzini, ecc.Ambiente di rara bellezza è poi tuttala laguna di Caorle con Vallevecchia ele valli di Bibione fino alla foce delTagliamento. Dal mare versol’entroterra si susseguono la ValNova, Franchetti, Grande, Perera,Zignago e Valpellina. Interessante inquesta zona è l’ambiente naturale,con ricchissima avifauna checomprende numerose specie dianatidi nei mesi invernali, e frequentepresenza di aironi, garzette, migrattinie starne nei mesi estivi.Assai particolare si presental’ambiente della vegetazione dellebarene, piccole isole tabulari dellalaguna, con presenza di specie alofile,quali salicomie, obbione e limonio.Ed è proprio in questa zona della costaveneta, la più ricca in Italia di areepalustri strappate al mare e cordonilitorali sabbiosi, che i primi abitatoridi Caprulae (Caorle) trovaronopossibilità di sopravvivenzaaffinando l’arte della pesca,costruendo le barche e le reti.

Servizio ed intervista di Luciano Sandron

bollicine di successoMA BELLINI E ROSSINI NON SONO I MUSICISTI

Mio padre, attacca Alessandra, ha co-minciato ad interessarsi di vino persupportare l’attività di sua mammache aveva un’osteria in centro a SanDonà, e, con in testa il concetto chenon si deve bere troppo, ma bere be-ne, si è dovuto dedicare fin da giova-ne, era rimasto orfano a dieci anni, aricercare tra le campagne del trevi-giano i vini migliori, che poi imbotti-gliava per il Bar. Non ancora venten-ne, dopo il secondo conflitto mondia-le, Luciano Canella era quindi già unesperto in fatto di vini, e nel 1947 glivenne facile precorrere i gusti dellagente, mettersi a commerciare vinoche sceglieva sfuso nelle cantine, e ri-vendeva in bottiglie e damigiane. Nel’50 la prima Vinicola Canella ed il re-parto di spumantizzazione. Tenace, ca-parbio e gran lavoratore, superò ognidifficoltà, e dodici anni dopo, la nuovacantina in viale Libertà, sede tuttoradella Canella Spa era cosa fatta.

DA ALLORA È STATA SEMPRE UNA CON-TINUA ASCESA?Il papà non si è mai fermato, ed an-cora oggi che ha superato gli ottan-ta, è il capo dell’azienda, attivo alcento per cento coadiuvato da noiquattro figli; cioè io, Lorenzo, Nico-letta e Monica, che seguiamo i varicomparti. Io mi occupo prevalentemente di am-ministrazione, Lorenzo vendite esteroe grande distribuzione, Nicolettavendite Italia, Monica informatizza-zione e marketing.

CON LA CRESCITA DELL’AZIENDA, È CRE-SCIUTO DI PARI PASSO ANCHE IL VOSTRO

COINVOLGIMENTO NELLA STESSA? Proprio così, cresceva l’azienda e cre-sceva la necessità per la stessa didarsi una struttura adeguata, quindinoi siamo diventati parte integrantedella struttura complessiva, crescen-do sotto la guida del papà.

Bellini, Rossini, non sono musicisti, e Mimosa nonè personaggio di un melodramma o moderna canzone.Sono prodotti di grande successo, frutto del genioe della capacità imprenditoriale di una famigliadi San Donà di Piave.È una storia tra le tante che caratterizzano l'imprenditoriaveneta che ci facciamo raccontare da Alessandra Canella,una delle figlie del signor Luciano Canella fondatoredella omonima Casa Vinicola.

10 noi e voi

Canella

IMPRENDITORIA A NORDEST

11noi e voi

CONTRARIAMENTE A MOLTE AZIENDE

CHE SONO PRODUTTRICI DI VINO E QUIN-DI SI TRASFORMANO IN AZIENDE COM-MERCIALI, VOI NON SIETE PRODUTTORI

DIRETTI?Noi non siamo produttori diretti, masiamo acquirenti della materia pri-ma, il vino, da produttori selezionatiper la quasi totalità nel trevigiano.Prodotto che è seguito dal nostrotecnico Roberto Pivetta fin dalla pro-duzione dell’uva, che deve corrispon-dere alle caratteristiche di alta qua-lità per la quale siamo conosciuti, siaper il Prosecco che per altri vini Doc.

VOI AVETE UNA CARATTERISTICA, CHE

SI RIFÀ AI VINI FRIZZANTI; PERCHÉ?È stata una scelta dettata da un’in-

tuizione, quella che ci ha portatoverso vini giovani, freschi, frizzantie fruttati che si è dimostrata vin-cente.

PRECURSORI DI QUELLA CHE POI SI È

RIVELATA UNA MODA; QUELLA DELL’A-PERITIVO A BASE DI VINO FRIZZANTE?Infatti, noi, pur essendo in provinciadi Venezia, facciamo parte del con-sorzio del Prosecco, che annoveraaziende del Trevigiano. Possibilitàche ci è stata data proprio per il no-stro impegno di anni ed anni su que-sta linea di prodotto.

la ristorazione di vini pregiati tra cuiSauvignon classico ed un ProseccoSpumante Doc di Valdobbiadene.

BELLINI, ROSSINI, MIMOSA, NOMI

IMPORTANTI PER UN PRODOTTO IM-PORTANTE, COME NASCONO E QUANDO

NASCONO? Sicuramente prodotti importanti;frutto di grande impegno e di un la-voro notevole di ricerca per arrivareal giusto equilibrio tra la frutta ed vi-no. Un lavoro che alla fine ci ha datoil giusto premio. Quel tipo di frutta,e quel tipo di Prosecco nella giustamisura ed in quell’equilibrio che solola grande professionalità ed amoreper questo lavoro sono in grado dimantenere nel tempo. Per il Bellini èindispensabile l’uso assoluto dellapesca bianca coltivata in Romagna,colta al punto giusto; attualmente laacquistiamo da fornitori selezionatiche ci danno un prodotto assoluta-mente ineccepibile; da qualche tem-po però, abbiamo messo a dimoraqui a San Donà un nostro frutteto incinque ettari che sta cominciando adare i primi frutti.

QUANDO NASCONO?Il Bellini nasce attorno agli anni ot-tanta, ma è nel settembre del 1988,dopo che attraverso tutti gli studi ele prove abbiamo avuto la garanzia

QUINDI VINI DI UNA CERTA LINEA, FI-NO A QUANDO È NATA ANCHE UN’AL-TRA IDEA? Sì, intorno alla metà degli anni ottan-ta, abbiamo pensato di affiancare aquesta produzione di Prosecco e vinispumanti e frizzanti, dei Cocktail qua-le bevanda alternativa, meno alcolica,fresca, frizzate, meno calorica, giova-ne. Adatta quindi anche ad un pubbli-co di giovani.

I VOSTRI MARCHI?I nostri marchi sono Canella e Deroàun marchio di San Polo che abbiamoacquisito una decina di anni orsono.Canella con i nostri classici proseccoe Cocktail, e Deroà, alla cui sua tradi-zionale linea di Rabosino Spec, clas-sico prodotto di quelle terre delPiave, ed il Sanpolo Novello, abbia-mo affiancato una linea classica per

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lore di questo fiore, ed il Rosso per ilRossini dal colore della Fragola. Maanche tre nomi importanti e facili daricordare.

E SONO DIVENTATI SUBITO UN SUCCES-SO? Sono diventati il giusto compenso,ed anche il giusto orgoglio per tantoimpegno e tanto lavoro, che tutti allaCanella ci hanno messo, da noi tito-lari, fino all’ultimo nostro collabora-

di poter mettere nel mercato una li-nea di prodotto serio e garantito cheinizia la produzione in bottiglia. Il Mimosa, ha anche lui una «gesta-zione» lunga ed accurata, che alla fi-ne con il giusto equilibrio tra succod’arancia e mandarino di Sicilia edun vino Pinot spumante, diventa nel1992 una splendida realtà. Il Rossini, vede ufficialmente la lucenel 2003 ed è presentato a Veronain occasione del Vinitaly, ed è un

«matrimonio ben riuscito» frutto an-che dell’esperienza oramai acquisitanell’abbinare frutta e vino, tra unProsecco di Conegliano e polpa difragole della varietà «Senga Senga-na» fatte coltivare da noi in modoecologico.

BELLINI, MIMOSA, ROSSINI, TRE PRO-DOTTI, TRE COLORI? Certamente. Il Rosa per il primo natoBellini, il giallo per il Mimosa dal co-

tore o dipendente, perché per averesuccesso è indispensabile essere unasquadra, ben capitanata ma nellaquale ognuno per il ruolo che è chia-mato a svolgere deve dare il meglio.

ABBIAMO VISTO GLI IMPIANTI DI PRO-DUZIONE VERAMENTE D’AVANGUARDIA,CHE CI HA ILLUSTRATO CON DOVIZIA

TECNICA IL VOSTRO ENOLOGO ROBERTO

PIVETTA. CI PUÒ PARLARE DI CLIENTE-LA, GIRO D’AFFARI, PROSPETTIVE,STRUTTURE DELL’AZIENDA, ORGANICO?Il nostro mercato è ovviamente l’Ita-lia, mentre all’estero i più importantisono gli Stati Uniti, la Germania,l’Austria, la Svizzera, ma siamo pre-senti in quasi tutto il mondo, Francia,Brasile, Israele, Danimarca, Grecia,Giappone, Argentina, Inghilterra e

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molti altri. Il nostro fatturato attualee di circa 11 milioni di euro anno, ede suddiviso incredibilmente al 50%tra vini spumanti ed aperitivi-cocktailed al 50% tra Italia ed Estero. InItalia più vino comunque. La nostra rete di vendita è fatta prin-cipalmente attraverso grossisti, perla grande distribuzione invece è unavendita diretta. La nostra produzione, suddivisa al50% tra vini ed aperitivi-cocktail è di

mo il consiglio di amministrazione. Inpratica una Società a capitale socialeinteramente della famiglia». Per quanto concerne l’organico sia-mo in totale 25 persone complessi-vamente tra struttura produttiva,amministrativa e direzione.

UN NOTEVOLE RAPPORTO TRA FORZA

LAVORO IMPIEGATA E FATTURATO?Sicuramente, come ho detto all’ini-zio, ci sentiamo una grande famiglia,

e questo aiuta notevolmente il buonandamento dell’azienda.

UNA AZIENDA LA VOSTRA, CHE NEL

SUO PERCORSO OPERATIVO È STATA

OGGETTO DI MOLTI PREMI INTERNAZIO-NALI, TRA CUI UNO POCHI GIORNI OR

SONO IL «MARCO POLO»?Sì, è stato un premio che ci ha moltogratificato quello ricevuto da Union-camere e dal Centro Estero delleCamere di Commercio che conferma

la nostra Internazionalità, ed al tempostesso il nostro amore per l’Italia eVenezia, basta vedere la nostra eti-chetta sul Bellini per averne la confer-ma. Il premio viene assegnato annual-mente ad aziende particolarmente di-stintesi nei mercati esteri, la «Canella»è stata definita ambasciatrice delbuon gusto veneto nel mondo.

La nostra gentile ospite ci invita adun brindisi beneaugurate per le for-tune della sua azienda, ma anche perquelle della «S. Biagio», con la qualespecifica, abbiamo instaurato degliottimi rapporti, frutto della serietànel modo di operare dell’istituto edel rapporto cordiale e professionalecon il personale datato da anni.Cin… Cin…!

4 milioni di bottiglie. Per il futuro ten-diamo a consolidare i traguardi rag-giunti, aumentando ma gradualmentesenza salti nel buio, puntando nel girodi qualche anno a raggiungere i 13milioni di euro. Tiziano Velludo, diret-tore amministrativo presente anchelui a questa chiacchierata, precisa inproposito che, lo sviluppo è legato an-che al mantenimento della qualità cheè il primo fattore di successo, qualitàche è legata al reperimento della ma-teria prima sia per la frutta che per ilvino che deve essere assolutamenteineccepibile. Continua Alessandra Canella: «La no-stra struttura aziendale è di Spa dicui il papà Luciano è l’amministra-tore delegato, mentre la mamma enoi figli siamo azionisti e componia-

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15noi e voi

La tipica costruzione che da tempoimmemorabile ha ospitato gli abitantidella laguna, per lo più pescatori,è senza dubbio «il casone».Abitazione, ma anche deposito diattrezzature per la pesca, il casoneha fatto la storia di tante generazioniche hanno dedicato la vita e trattosostentamento dal mare.Nelle lagune, in questo paesaggioparticolarissimo, inconfondibile, dallabellezza infinitamente varia,con le sue distese sconfinate, carichedi poesia e di serena dolcezza, conla sua infinita gamma di colorimorbidissimi, luminosi, con la suaricchezza di flora e di fauna, hanno

NELLA LAGUNATRA BIBIONE E CAORLE

trovato posto queste inconfondibilicostruzioni.In un’area che va dalle zone dibonifica di Terzo Bacino, Baseleghe,fino a Caorle, ancora resistonoesempi classici di queste abitazionilagunari, congegnate senza grandiprogetti architettonici, definiteper lo più esempi di «architetturaspontanea», perché costruitisolitamente dalle stesse persone chevi abitavano, senza l’apporto tecnicodi qualche progettista.Intelligenza e mani sapienti, hannofatto nascere un riparo euna protezione alla gente di mare.Abitanti della laguna hanno fatto

innalzare solide costruzioni,all’apparenza misere, che dovevanoresistere alle alte maree eall’impetuoso vento di scirocco.Anche se oggi nel territoriobibionese e a ridosso della laguna diCaorle e tra i canali che confluisconoin essa, di casoni ne sono rimastipochi ed in possesso a persone chenon svolgono l’attività di pesca,come un tempo ormai lontano,queste tipiche costruzioni rimangonoa testimoniare la civiltà di un mondoche pian piano sta scomparendo.Era un mondo tutto particolarequello in cui tanta gente vi è passatacon la propria storia di vita.

I casoni

UNO SGUARDO AL PASSATO

16 noi e voi

I casoni, quasi tutti fatti con palidi legno, circondati tutt’intorno dacanne palustri, compreso il tettospiovente. Una costruzione grezzaall’aspetto, senza canna fumaria,anche se all’interno un «fogolar»scaldava l’ambiente ed era adibitoa cucina. Attorno, internamente,panche per sedersi e una grandetavola in mezzo. Una porta d’entratae anche due finestre, davano unabella visione estetica alla costruzione.In questo luogo regnava la quiete perrilassanti momenti di riposo, doponottate tra le onde del mare.Il lavoro però innanzi tutto, il durolavoro del mare, vissuto in un mondoquasi fantastico: vita e natura legatein simbiosi, dove la giornatalavorativa era scandita non da orarifissi, ma dai cicli delle stagioni, dallevar del sole, dalle varie fasi dellaluna e soprattutto a diretto contattocon gli umori del tempo.E in tutto questo i casoni eranomomento e vita, possesso, ristoro,protezione e riposo per i pescatori,

magari anche solo in certi periodidell’anno e durante la settimana,quando rimanevano in laguna peressere vicini ai propri luoghi dipesca.Il casone era abitato in vari periodidell’anno. D’inverno, anche se conil freddo si pescava meno e la lagunaqualche volta si ghiacciava perparecchi giorni (ancora moltiricordano il grande freddo del 1929,quando si ghiacciò pure il Tagliamento),costringendo i pescatori a rimanerefermi nei casoni.Ricco di vita, il casone era animatomaggiormente nei mesi primaverilied estivi. In aprile e maggio, quandole canne palustri emettevano i primigermogli, si pescava il pesce novello(orate, cefali, branzini e le «passare»).Da settembre a dicembre, di norma,tutta la famiglia del pescatore sitrasferiva a cason, quando la pescasi presentava ricca di pesci adulti esoprattutto anguille.Tutto «il pescato» veniva portato fuoridalla laguna, un po’ nei mercati,

altro finiva nelle mense dei contadinidell’entroterra, dove i pescatoriscambiavano e barattavano spessoil pesce con i prodotti dei campie degli orti: farina, patate, fagioli ealtri cibi che loro non potevano averee coltivare nell’esiguo fazzoletto diterra attorno al casone.

Franco Romanin

17noi e voi

ATTIVITÀ PRODUTTIVE

Articolo ed interviste di Luciano SandronFoto: Fotoreporter di Vinicio Scortegagna

SIGNOR GIANCARLO CI FACCIA CONO-SCERE L’AZIENDA?La nostra azienda è una Sas, che pos-siede 35 ettari di terreno più altridieci in affitto, produciamo mais,soia, foraggio, per la nostra stalla; la-voriamo inoltre con il nostro parcomacchine quali terzisti.

CI PARLI DELLA STALLA E DI QUELLA IN-NOVATIVA MACCHINA CHE FA TUTTO DA

SOLA?Noi alleviamo solamente mucche dellarazza «Frisona» per la produzione dellatte, normalmente contiamo sulla set-tantina di capi, attualmente in lattazio-

ne sono trentacinque per una produ-zione di oltre 10 q.li giornalieri checonferiamo al Consorzio Latterie Friu-lane di cui siamo anche soci.

Sentiamo allora Luciano che nell’a-zienda è quello che sovrintende il«governament» della stalla, per entra-re nel discorso macchina tuttofare.Partiamo dal concetto che i tempi perl’agricoltura, come per altri settori,non è attualmente dei migliori, biso-gna quindi ridurre i costi ed aumenta-re la produzione per restare sul mer-cato con qualche soddisfazione. Daquesto concetto, abbiamo ritenuto in-

Sono arrivati a Lugugnana di Portogruaro dalla Provinciadi Vicenza nel 1927 verso terre appena bonificate o addiritturain via di bonificazione da coltivare; un percorso che moltefamiglie dal vicentino, padovano e rodigino hanno percorso.Famiglie più o meno numerose, ma tutte desiderose di trarredalla terra sostentamento e benessere.Lavoro duro e tanta voglia di emergere. Una di queste famiglieè senz’altro quella di Giancarlo, 65 anni, sposato con MarisaFalcomer, tre figli di cui uno, Antonio, lavora nell’aziendapaterna, le figlie conducono una agenzia immobiliare.Azienda che vede impegnati con mansioni diverse anche

Dalla BonaAGRICOLTURA DI AVANGUARDIA

dispensabile dotarci di mezzi che ciconsentissero di raggiungere gli scopiprevisti, ed abbiamo fatto installarequesta macchina. È una macchina chepraticamente fa tutto da sola, non habisogno di manodopera, è program-mata a computer, ed oltre a provve-dere alla mungitura, elabora poi unaquantità di dati che ci consente sem-pre di avere sotto controllo non sol-tanto la produttività capo per capo,ma anche la qualità del prodotto, leproprietà organolettiche del latte, lasalubrità del prodotto e della mucca,l’ora della mungitura, i passaggi diogni capo e molto altro ancora.

i nipoti Paolo, 46 anni, sposato con Antonella Calligher, duefiglie 19 e 16 anni, studentesse, e Luciano, 45 anni, sposato conNicoletta Pacchiega un figlio, Daniele, 15 anni, studente. Siamo andati a trovarli in via Lame, dove risiedono tuttii nuclei familiari. Nell’accogliente salotto di Giancarlo, attornoal tavolo, come si usava un tempo, e come evidentemente siusa ancora dai Dalla Bona, troviamo zio e nipoti, con la signoraMarisa, discreta e gentile ospite. Vogliamo conoscere l’azienda,ma soprattutto la produzione del latte, e quindi lasciamoparlare Giancarlo, per diritto di anzianità, portavoce dellaDalla Bona Sas.

18 noi e voi

con sicurezza igienico sanitaria asso-luta del prodotto.

VORREMMO UN QUADRO DETTAGLIATO

DELLA STALLA E DELLA SUA PRODUZIO-NE?In stalla attualmente abbiamo 67 ca-pi, tra grandi e piccoli, i piccoli natimaschi vengono venduti subito, lefemmine le alleviamo per la produzio-ne. In lattazione ne abbiamo normal-mente 35, per una produzione media

MA COME È POSSIBILE TUTTO QUESTO?Le bovine hanno ognuna un collarecon inserito un micro-chip di ricono-scimento, le mucche entrano nell’areamungitura, la macchina le riconosce,e se è l’ora inizia l’operazione di mun-gitura, altrimenti le fa uscire.

CI SPIEGHI MEGLIO?La macchina intercetta la mucca ognisei ore, se riscontra la presenza dellatte procede all’operazione mungitu-

per capo di 34 litri, pari ad oltre 10q.li giorno, la punta maggiore rag-giunta da una nostra mucca è stata di74,7 litri giorno in cinque mungituregiornaliere, da quando abbiamo que-sta macchina, la nostra produzionemedia giornaliera è aumentata di ol-tre il 10%.Pensiamo di poter aumentare la no-stra quota latte annua che è ora di3.600 q.li anno, acquistando qualchequota da allevatori che smettono diprodurre per arrivare col tempo adavere una media giornaliera di 60 ca-pi in lattazione, quanti cioè questamacchina è in grado di mungere nelle24 ore per una media di 5 mungiturea capo come detto prima.

TUTTO QUESTO ASSOLUTAMENTE IN AU-TOMATICO SENZA ALCUN SUO INTER-VENTO?Assolutamente sì, tutto è computeriz-zato, se dovesse mancare la correnteo qualcosa d’altro, arriva al telefonodi cui sono dotato uno squillo, ed al-lora intervengo, ma la cosa si verificamolto raramente.

A QUESTO PUNTO LA CURIOSITÀ PER

VEDERE ALL’OPERA LA MACCHINA È

GIUNTA AL LIVELLO PIÙ ALTO, VUOLE

FARCELA VEDERE?Sicuramente, non senza aver primapreso un caffè. Ci prendiamo il caffè gentilmente of-ferto dalla signora Marisa, e quindi ci

ra, diversamente la rimanda al turnosuccessivo, oppure a quando la muccastessa si sente pronta, indipendente-mente dall’ora.

LE OPERAZIONI DI PULIZIA DEL CAPEZ-ZOLO, L’INSERIMENTO DELLA TETTAREL-LA E LE ALTRE OPERAZIONI INDISPENSA-BILI COME AVVENGONO?Tutte in automatico; un apposito mac-chinario lava e disinfetta le mammelle,quindi le tettarelle vanno a posizionar-si su ognuna di esse, secondo una pre-cisa predisposizione, ed inizia l’opera-zione di mungitura. Il latte va diretta-mente nella vasca di consegna posizio-nata nella stanza apposita, da dovepoi viene prelevato dal raccoglitore,

L’idea è nata, dice Giancarlo, dallanecessità di alleviare la fatica, checon l’andar degli anni si sente sem-pre più, quello dell’allevamento perla produzione del latte poi, è un lavo-ro molto duro, senza soste e con ora-ri impossibili, quindi o si chiude o cisi modernizza; abbiamo scelto di co-mune accordo la seconda via, perchéil latte, prodotto a costi giusti, puòessere ancora considerato remunera-tivo.Inoltre, interviene Paolo, che si inte-ressa della conduzione della terra, edassieme al nipote Antonio anche delterziario, con questa macchina abbia-mo ridotto notevolmente i tempi inallevamento, passando da sei/dieci

ore ad un’ora, con la possibilità pernoi che siamo anche terzisti, di averepiù disponibilità di tempo per staresulle macchine, perché personale perquesto lavoro non se ne trova facil-mente.

PER IL LAVORO DI TERZISTI, IN QUANTI

SIETE AD OCCUPARVI?Quando è necessario anche tuttiquattro, e questo grazie proprio an-che alla famosa macchina mungitrice

tuttofare, che libera energie attive;perché deve sapere che al di là delruolo che ognuno ha nell’azienda, quiin casa Dalla Bona, puntualizza Gian-carlo, tutti i soci debbono essereproduttivi. Io ricordo ancora congrande rispetto il lavoro ed il corag-

gio dei miei genitori, sempre in diffi-coltà anche a causa della quota no-vanta di cui per fortuna ho solo senti-to parlare. Io e mio fratello che oranon c’è più, abbiamo sempre avutoun obbiettivo; fare in modo che il la-voro nostro, e quello di squadra ora,ci consentisse di creare reddito suffi-ciente ad un decoroso e sereno man-tenimento delle nostre famiglie.

PER QUESTO ALLORA SIETE TUTTI QUI

IN UN UNICO SITO?Sì, questo ci consente di essere sem-pre «famiglia» nel senso giusto dellaparola.

CONTINUIAMO A VEDERE LA MACCHINA

IN AZIONE, ED INTANTO PARLIAMO DEL

«MEETING» REGIONALE DEGLI ALLEVATO-RI QUI IN FATTORIA PER IL 22 LUGLIO?Sarà un grande incontro tra operatoridel settore, esperti, autorità, si parladi circa sei/settecento persone; unmomento molto importante per par-lare della «Frisona da latte», vedereall’opera la macchina discutere delleproblematiche legate al settore.

La visione della macchina in azione cilascia stupefatti, e ci riporta immedia-tamente alla memoria un vecchioadagio che diceva «Contadino scarpegrosse ma cervello fino». Le scarpe,alla fattoria Dalla Bona sono un po’meno grosse di un tempo, ma il cer-vello è sicuramente molto più fino, vi-sto anche l’attrezzatura installata fac-ciamo notare. Beh, risponde prontoGiancarlo con un sorriso soddisfatto,per la macchina ci ha dato una manoanche la nostra «S. Biagio».

avviamo alla stalla. La nostra curio-sità viene subito appagata, e ci vienespontanea la domanda...

COME MAI QUESTA IDEA, NON SIETE IN

MOLTI AD AVERE QUESTO MACCHINARIO?

A dire il vero, continua Luciano, finoad ora siamo la classica «mosca bian-ca», nel senso che in provincia diVenezia siamo gli unici ad averla, nelVeneto ce ne sono quattro, in Italiami pare solo settanta.

20 noi e voi

In una terra contesa tra due potentifeudatari: i vescovi di Concordia egli abati di Sesto, numerosi erano, intempi assai lontani, i mulini dislocatiin un’area che va da Cordovado aGruaro. Mulini ad acqua cheassolsero in maniera determinante

del mulino ad acqua le cui originirisalgono a circa 2100 anni fa,quando una popolazione del vicinoOriente ideò la prima ruota idraulicaper il primo mulino da grano, conpale montate orizzontalmente su diun asse verticale. Tale tipo di mulinosi adattava bene alle regioni collinosecon abbondanti corsi d’acqua veloci,ma offriva pochi vantaggi se i corsid’acqua erano lenti.Nelle nostre zone rurali, i mulini comesi presentavano evocavano ancheatmosfere romantiche; inquadravanocostruzioni semplici in luoghi ameni,ricchi di acque e di vegetazione,in posizioni strategiche sul territorio.Con la loro struttura indicavano anchela laboriosità e l’ingegno di chi gestival’attività; attorno rumori di scroscid’acqua e all’interno movimentidi ingranaggi e vociare di clienti inattesa. Il mulino era anche luogod’incontro, come e ancor piùdell’osteria; mentre il mugnaio erauna figura che stava in mezzo tra chiproduceva (i contadini) e chiconsumava (sia ricchi che poveri).Nell’immaginario collettivo,il mugnaio era furbo, attento e un po’imbroglione e, in tempi lontani,eretico come quel Menocchio diMontereale Valcellina che nel 1599finì al rogo.Nel Comune di Gruaro, nell’estremoangolo della provincia di Venezia,incastonato nel Friuli, in una porzionedi territorio abbastanza circoscritta,esistevano, grazie a numerosi corsid’acqua, diversi mulini.

ARCHEOLOGIA ARTIGIANALE

I mulini di Stalis

il fabbisogno di cereali macinati siaper l’uomo che per gli animali.Dall’esiguo raccolto di un’agricolturapovera, si traevano risorse per unasussistenza ai limiti della fame:la farina e la polenta erano le reginedelle mense. Per questo i mulini adacqua erano considerati un patrimonioinestimabile dell’antica arte molitoria,storia viva della realtà pre-industriale.Invenzione antichissima quella

LE COSE RACCONTANO

21noi e voi

C’erano mulini nella zona di Boldara,segnati nelle mappe già dal 1579 ec’erano quelli antichi di Stalis. Il mulinodi Stalis, forse il più importante eil più grande, era ubicato a ridosso diun’antica strada, costeggiata daun canale, che collegava Cordovadoall’abbazia di Sesto al Reghena.Questo era uno dei quattro che a queltempo erano presenti nel soloterritorio del Comune di Gruaro;gli altri erano insediati nelle località diBoldara e Bagnara.La bellezza del posto dove il mulinoesercitava la sua funzione, ricordastorie e fatti riferiti ai raccontidi «neviana memoria»: la fontana diVenchieredo e la chiesetta campestredi San Pietro in Versiola, lì vicini,sono stati infatti buoni testimoni delleavventure di Carlino e della Pisana,che Ippolito Nievo immortalò nelle sueConfessioni di un italiano.È un pezzo di storia della vita e dellevicissitudini della gente di Gruaro,quella del mulino di Stalis, cherecentemente è stato valorizzato eaperto al pubblico per poterlo visitare,dopo interventi di ristrutturazione.Interventi realizzati dal Comune diGruaro con l’apporto della Regione edelle Province di Venezia e Pordenonee dei Comuni compresi nell’area conil contributo economico dell’Unione

Europea, nell’ambito di un ampioprogetto che coinvolge l’interoterritorio per la sua valorizzazioneambientale e turistica, denominatoC’era una volta il mare. Acque sorgivee paesaggi della memoria.Ora il mulino di Stalis, non fa soloparte della memoria storica, ma èvisitabile e si può ammirarlo nel suonuovo volto che lo riporta alla suabellezza e alla sua operosità diun tempo.Laura Ruzzoni che ne ha curatogli studi, fa risalire le prime notiziestoriche riguardanti il «Mulino diStalis» al 1432, come risulta daalcuni documenti conservatinell’archivio di Stato di Udine.Al 1783 risale invece la primaraffigurazione del mulino di Stalisfinora a noi rinvenuta, tratta da unamappa raffigurante i beni il cuiquartese era oggetto di disputa trale parrocchie di Bagnara e Bagnarola.Nel rilievo napoleonico e nel relativosommario datato 21 dicembre 1810,troviamo l’indicazione, in localitàStalis, di un mulino a quattro ruote.Nel 1839, data del rilievo austriaco,il mulino compare suddiviso in dueparti, di cui una è censita comemulino da grano ad acqua, l’altra,figura come mulino da grano con pilada orzo. Nel tempo intercorso tra

il rilievo napoleonico (1810) e quelloaustriaco (1839) è stato edificatoil mulino sulla riva sinistra del fiume,censito appunto come mulino dagrano ad acqua. Negli anni ’20 delsecolo scorso all’interno del mulinoottocentesco (chiamato nuovo)macchinari più «moderni», tra cuiun laminatoio a rulli, sostituisconole antiche macine di pietra.Ad un periodo di intensa attivitàmolitoria (si macinava l’orzo,il frumento, il granoturco, ecc.), segueun periodo di decadimento fino alladefinitiva chiusura in successione dientrambi i mulini tra il 1960 (mulinodell’isola) e gli inizi degli anni ’70(mulino nuovo). Il progressivo degradodelle strutture del mulino di Stalisdura fino al 1993, quando nell’ambitodel corso di architettura tecnicatenuto dal professor Mauro Bertagnindella Facoltà di Ingegneriadell’Università di Udine, lo studioe il rilievo di entrambi i manufatti sonoassunti come oggetto di esercitazionedidattica, consentendo la redazionedi alcuni elaborati di riferimentoper lo sviluppo del successivo progettodi restauro.Il «Mulino di Stalis» è tornato cosìa vivere per raccontare la sua storia,inserito anche in un progetto volto allarealizzazione di un percorso didatticoriservato agli studenti.All’interno dell’opificio molitorioè stato riservato infatti uno spazioapposito sull’attività didatticaed attrezzato con tutti i materialinecessari, con un coinvolgimentoancora più diretto dei ragazziattraverso la manifestazione deidiversi tipi di cereali un tempocoltivati, le prove di macinazione el’analisi delle farine. Ulteriori notestoriche e curiosità sono descritte neipannelli didattici oggetto di duemostre permanenti intitolate L’edificioe le macchine e Di terra e diacqua: gli opifici idraulici del territoriodi Gruaro.

Franco Romanin

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BIBIONE 50 ANNI

UN LIBRO PER RACCONTARE

Primavera, estate, autunno ed inver-no: quattro stagioni per raccontare inun libro trilingue, elegante, curato, si-gnorile, ma soprattutto con un suo«cuore», dal quale, attraverso lesplendide foto sprigiona tutto l’amorenel raccontare di questa parte diVeneto meta ambita per tanti appas-sionati del mare e non solo di questo.Le immagini più profonde e suggesti-ve di Bibione, le stesse che esatta-mente 50 anni fa hanno appassiona-to i primi pionieri, al punto da spin-gerli a dedicare tante energie alla na-scita ed alla crescita della località. Eproprio in occasione del 50° «com-pleanno» della spiaggia, il Consorziodi Promozione del Veneto Orientale,con la partecipazione del Comune edil patrocinio della Regione Veneto, harealizzato il libro celebrativo «Bibione1956-2006. Le stagioni», contenenteimmagini storiche ed inedite, esaltatedalle poesie di autori italiani, tedeschied inglesi che le accompagnano. I tu-risti riconosceranno in numerosi scat-ti il litorale che già conoscono, ma necoglieranno, grazie ad altri, aspettidel tutto nuovi, più rari e preziosi, cri-stallizzati nelle fotografie che il pado-vano Luca Masarà ha realizzato nel-l’arco di 12 mesi. Ed erano in moltialla presentazione del libro; operatorituristici, tra cui il presidente di fede-ralberghi Veneto Marco Michielli, po-litici locali e regionali con il vicepresi-dente Luca Zaia, che hanno espressoil loro pensiero e compiacimento per

l ’ iniziativa, e semplici cittadini.Presente, invitata dal Consorzio diPromozione nell’ambito di un nuovoprogetto di media marketing previstoper le prossime celebrazioni, la gior-nalista del Sunday Mirror Tina Walsh.«Fare cultura nel turismo per pro-muovere con amore e professionalitàil territorio – ha spiegato con unagiusta punta di soddisfazione, la pre-sidente del Consorzio ElisabettaDotto – che ha seguito con particola-re attenzione la nascita del libro, è ri-spettare profondamente i valori e i

i 50 anni...

sacrifici di coloro che hanno spesouna vita per creare questa realtà turi-stica dal niente. Progetti come questodimostrano la crescita imprenditoria-le e la maturità della località diBibione». Il libro, destinato per nasci-ta ad un grande successo, potrà esse-re acquistato dagli associati e donatoai turisti, è già stato candidato ad unpremio internazionale. Per Bibione,sicuramente il modo migliore peraprire signorilmente i festeggiamentiper il 50° anniversario della sua fon-dazione.

... segue

A cura di Luciano Sandron e Jennifer Colusso

24 noi e voi

...1956-2006

Un anno in incremento, secondo quan-to emerso al Convegno al Savoy Beachdi Bibione, nel convegno «Bibione1956-2006, l’eccellenza la competi-tività, il futuro» con una crescita dal 5al 20% rispetto all’anno precedente,nel 50°della sua fondazione.Un ospite d’eccezione: Paola Gas-sman, figlia del noto attore Vittorio,assiduo frequentatore della localitànegli anni Cinquanta. «Mio padre eramolto legato a Bibione grazie a Car-men Pericolo – ha spiegato la donnaricordando la costumista sanmicheli-na, scomparsa lo scorso settembreall’età di 91 anni – definirla una «sar-ta» sarebbe riduttivo: mio padre leera stato quasi affidato da mia nonnae lei lo ha sempre accudito con gran-de affetto»; ha affermato la Gassman,prima di recitare delle poesie su Bi-bione tra cui due del padre Vittorio,«Immagini» e quella a lei dedicata: «APaola». Molti i rappresentanti delleistituzioni al convegno; per la Provin-cia di Venezia il presidente DavideZoggia e l’assessore al Turismo DaniloLunardelli, per la Regione; il vicepre-sidente Luca Zaia. Un appuntamentoquesto, ha detto il sindaco SergioBornancin – che apre ufficialmente ifesteggiamenti per il 50° anniversa-rio di questa nostra splendida realtà.Al tavolo dei relatori anche RobertoRocca in rappresentanza del direttoregenerale turismo (Ministero attivitàproduttive) e il caporedattore di «Qui

touring» Mattia Schieppati. Il conve-gno è stato un’occasione per guarda-re a possibilità di sviluppo future, congli interventi dell’urbanista FrancescoFinotto, della dirigente Coses IsabellaScaramuzzi e di Paola Noemi Furlanisdella direzione valutazione Progettied investimenti Regione Veneto; ma

anche per ripercorrere il passato diBibione, con l’intervento della presi-dente Aic Fiorenza Chiarot ed unomaggio ai primi operatori segnalatinegli albi comunali: i l pioniereGiuseppe Comand, la famiglia PietroParon, la famiglia di Vincenzo Di Gio-vanni, i soci Antonio Lorenzon e An-

L’ECCELLENZA, LA COMPETITIVITÀED IL FUTURO…

BIBIONE 50 ANNI

25noi e voi

… E PER I CINQUANTA, ANCHE

Traendo la propria originalità dalla va-rietà di prodotti presenti nel suo terri-torio, circondato da acque dolci e sal-mastre, al convegno «Sapore di sole»,Bibione ha lanciato il suo personalissi-mo dall’accativante titolo: menù-Bi-bione. Un ideale abbinamento per lastagione estiva, di ortaggi e frutta distagione con carni e pesce. «Un valoreaggiunto nella difficile partita dell’of-ferta turistica – ha detto il sindacoSergio Bornancin. L’importanza dellacucina tipica, prende spunto da unaneddoto del conduttore di Melaver-de Edoardo Raspelli, che ha ricordatola delusione di un turista che in Tren-tino si è visto servire piatti caratteri-stici di un’altra regione. «Cucine diver-

se possono convivere – ma si devonovalorizzare quelle locali – ha dettoDanilo Lunardelli assessore provincia-le al Turismo». «Renderei obbligatoriala cucina tipica negli alberghi – gli hafatto eco il presidente della Federal-berghi Veneto Marco Michielli –. Perquanto Bibione sia bella non presentanulla di unico al mondo. A spingere ituristi a farvi ritorno anno dopo annoè di certo l’ospitalità e l’ottima enoga-stronomia». Quella di Bibione, è statadefinita dal gastronomo GiampieroRorato «giovane, ispirata inizialmentealla cucina marinara veneziana, elabo-rata poi a Bibione dal felice incontrodei prodotti del mare, delle valli, delTagliamento e degli orti».

Un convegno importante a cui hannopartecipato partecipato anche il pre-sidente della Federazione ItalianaCuochi Paolo Caldana, gli chef IglesCorelli e Graziano Manzatto, il som-melier Vanino Negro, Carlo Cannelladell’Università la Sapienza di Roma,il presidente della Federazione Re-gionale Coldiretti Veneto GiorgioPiazza ed il macellaio gastronomoFabrizio Nonis.I numerosi relatori, hanno fatto co-noscere ai media internazionali pre-senti al convegno, un aspetto nuovodi Bibione, di certo più intangibiledel mare o della spiaggia, ma sem-pre più apprezzato e ricercato daituristi.

tonio Glerean e la Bibione Mare. Unriconoscimento al Consorzio di Pro-mozione del Veneto Orientale, qualerappresentante di tutti gli operatorilocali.Nel ritirare il premio (una stella di cri-stallo simbolo della purezza delle ac-que di Bibione e del suo splendentefuturo), l’ex sindaco Franco Anasta-sia, attuale presidente della Bibione

Thermae e della Banca S. Biagio delVeneto Orientale, sponsor del conve-gno: «condivido questo premio contutti gli imprenditori – ha commenta-to Anastasia – ma anche con gli am-ministratori che hanno saputo con-servare l’ampio arenile. Dobbiamoavere fiducia in Bibione e continuarea lavorare e a impegnarci per il suofuturo».

«Sapore di sole»

26 noi e voi

Fatti ed avvenimenti

È stato un bilancio positivo,nonostante il maltempo che haimperversato per buona parte sullamanifestazione «Terre dei Dogi infesta» a Portogruaro, giunta alla suaseconda edizione. Anche se a mezzosorriso, gli organizzatori ammettono:«Si può migliorare», la rassegnaenogastronomica della VeneziaOrientale è stata accolta con favoredalla città del Lemene, e l’affluenzadi pubblico, è stata buona, in

Portogruaro:«Terre dei Dogi» bagnatama… positiva

Forum, oltre che dalla gran parte deiproduttori vitivinicoli presenti nelledue giornate di festa. «I giudizipositivi registrati – ha affermatoil sindaco Antonio Bertoncello – cioffrono molte sollecitazioni acontinuare su questa strada, conl’obiettivo di valorizzare sempre più iprodotti tipici della Venezia Orientalee allo stesso tempo la meravigliosacornice che offre la città diPortogruaro». Tra le iniziative chehanno funzionato molto bene quellapromossa dal ComitatoFesteggiamenti Borgo San Giovanni«Pane e Sapori in Borgo»,che ha visto la partecipazionedell’associazione dei panificatori diVenezia, con la qualel’amministrazione comunale, peril prossimo anno, è intenzionata aconsolidare i rapporti. «Terre deiDogi in festa, costituisce un’iniziativasu cui puntare mettendo in campole necessarie sinergie coinvolgendodiversi operatori privati e pubblici,perché ci pare la strada migliore perper promuovere il territorio». Più cauta l’Ascom, organizzatricedella manifestazione. «Nonostante cisia stato un buon riscontro dipubblico – ha detto il presidenteFrancesco Olivo – dobbiamo ancoramigliorare. L’idea della promozionedei prodotti locali è un’idea buonache va sviluppata e rafforzataattraverso una collaborazione fattivacon le aziende vitivinicole eun maggiore coinvolgimento deiristoratori». Soddisfatta la presidentedella Portogruaro Insieme,organizzatrice de «La vita al tempodel Doge», Daniela Zerbini, che hasottolineato la crescita, sia in terminidi pubblico che di iniziative di

La Banca S. Biagio del VenetoOrientale ha consegnato nei giorniscorsi al dottor Renzo Zucconellidirettore dell’Unità OperativaComplessa di Urologia dell’Assl 10Potrogruaro-San Donà, consolidandouna oramai lunga attenzionedell’Istituto che ha sede a Fossalta diPortogruaro, verso il nosocomioportogruarese, con una stretta dimano del presidente FrancoAnastasia e del Direttore GeneraleVittorio Canciani al dottor Zucconelli,un laser ad olmio di ultimissimagenerazione con strumentazioneflessibile in grado di frantumarei calcoli urinari anche nell’alta viaescretrice per via endoscopica.Questo sistema di cui ora vienedotato l’ospedale grazie alla

Portogruaro:urologia... consegnatoil laser

particolare sabato sera e nelpomeriggio di domenica. Un giudiziopositivo è stato espresso dalle scuoledel territorio, coinvolte in variomodo nell’iniziativa, dalla Camera diCommercio di Venezia,dalle associazioni Strada dei Vini eConsorzio dei Vini doc LisonPramaggiore, da Venezia Wine

qualità, della rassegna. «Ci sonoalcune cose da rivedere – ha detto –siamo contenti di come sono andatequeste due giornate». Teresa Infanti

27noi e voi

«S. Biagio», tra i primissimi nelVeneto, «eviterà incisioni e ridurrài tempi di degenza, ha detto il dottorZucconelli, per questo voglioesternarvi il mio grazie personale e,credo, anche quello della miaAzienda per il dono di questadotazione tecnologica, checi consentirà di raggiungere livelliancora più elevati di efficienzaoperativa, rendendoci ancora piùattrattivi nei confronti di un’utenzasempre più alla ricerca di strutturead alto livello ed in grado di offrirecure adeguate e di qualità. L’arrivo diquesta strumentazione è coincisoproprio con i Corsi Residenziali diEndourologia dell’Alta Via Escretricedi Uretroscopia Chirurgia Percutaneadel Rene, che si sono tenuti pressoil presidio ospedaliero di Portogruaronei giorni 7, 8, 9 giugno conla partecipazione di illustri primari,oltre che del dottor Zucconelli, diBologna, Napoli, Pisa, Bergamo;la parte pratica in sala operatoria neigiorni 8 e 9 è stata una occasioneper sfruttare al massimo il nuovomacchinario». La Banca S. Biagio hadetto nell’occasione il presidenteFranco Anastasia, sempre sensibilealle problematiche del territorio,dopo gli interventi che hannoriguardato le altre branche nelpassato, quali Fisioterapia,Ortopedia, Medicina Generale,Cardiologia, Psicoterapia, ecc., èintervenuta anche a favoredell’Urologia dell’Ospedale diPortogruaro, convinta di contribuirecosì, a migliorare l’offerta all’utenza edi rendere ulteriormente efficiente,efficace e di qualità l’offerta dellastruttura. Siamo convinti, gli ha fattoeco il Direttore Generale VittorioCanciani, che questo, rientri trai tanti servizi che diamo alla nostraclientela, che poi di queste strutturene usufruisce, il nostro istituto dicredito, tra i tanti, ha lo scopodi essere volano economico, maanche di crescita culturale e socialedel territorio in cui opera.

Il duomo di sant’Andrea di Portogruarosarà reso più luminoso come ci haprecisato monsignor Pietro Cesco, conil rifacimento di tutto il fatiscenteimpianto interno di illuminazione cheinizierà a breve da parte della dittaT.C. di Pordenone, una ditta espertadel settore di illuminazione per chiesee cattedrali con un curriculum di tuttorispetto. Abbiamo ritenuto necessario,anzi indispensabile, ha affermatomonsignor Cesco provvedereal rifacimento dell’intero impiantoelettrico, per metterlo in sicurezza,come deve essere un luogo pubblico,poi per dare, attraverso una adeguatailluminazione, valorizzazione alle opereartistiche di cui il duomo è ricco.Un duomo più luminoso ed adatto allautilità liturgica, togliendolo da quel

Portogruaro:Duomo più… luminoso

È un libro scritto da don DomenicoSigalotti e presentato nella parrocchiaMaria Regina a Portogruaro, in quellachiesa ed in quella comunità chelo ha visto pastore attento, scrupolosoe per la quale «si è speso» permoltissimi anni con una incredibilegenerosità d’animo e di mezzi.Una fede profonda e un entusiasmoinesauribile ancora oggi alla bella etàdi 83 anni.«Poesia nel Vangelo» presentato conuna cerimonia alla quale hannopartecipato autorità civili e politichesindaco Bertoncello in primis edecclesiastiche con S.E. il Vescovodi Concordia-Pordenone monsignorOvidio Poletto, confratellie soprattutto tanta gente, per diregrazie ancora una volta adon Domenico per il regalo di questatestimonianza di amore. Un vangelonarrato con la forza della fede e conl’intelligenza di chi ha trovatoun interlocutore come il Cristo con cuidialogare piacevolmente trovandosensazioni da trasmettere.Monsignor Pierluigi Mascherinparroco di Concordia Sagittaria chene ha curato la presentazione cita tral’altro… Con la «poesia» di donDomenico mi auguro che i giovani«abbiano visioni» e che gli anziani«facciano sogni». Lui non ha seppellitoil sogno. C’è l’ha raccontato confreschezza e incanto. Grazie.

Portogruaro:i Vangeli in poesia

senso catacombale che attualmentelo coinvolge. Una chiesa più bella edaccogliente, considerato che non èun patrimonio personale del parroco,ma casa di tutti i credenti.La spesa è notevole, per cui oltre alcontributo statale concessoci, abbiamobussato a tante altre «porte», tra cuiquella della Banca S. Biagio, che ci haaperto generosamente la sua con unbuon contributo, per il quale rinnovoi ringraziamenti. Per quello che ancoramanca, confido come sempre, nellaProvvidenza, certo che non mancheràdi materializzarsi attraverso personegenerose e disponibili.

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