20 - Note Sull' Antico Egitto

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    Quaderni del Gruppo di Ur

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    NOTE SULL'ANTICO EGITTO

    I Ediz. Agosto 2007

    L'Egitto ai tempi di Tutmose III

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    Ogni quaderno del Gruppo di Ur raccoglie, in forma organica e sintetica, quanto emerso nell'omonimoforum, in relazione ad un determinato argomento. In esso si trovano, perci, sia citazioni degli autoristudiati, sia commenti. I quaderni si devono considerare in continuo aggiornamento, dal momento chel'emergere di nuovo materiale sull' argomento trattato pu rendere opportuna una nuova edizione.

    INTRODUZIONE

    L'Egitto e la sua Tradizione sono argomenti trattati in molti dei nostri quaderni - ad es in quello sulPitagorismo (Iniziazione di Pitagora), in quello sul Papato (Culto di Serapide) etc. -. In questa sederaccogliamo quegli argomenti, peraltro di notevole interesse, che non hanno gi trovato posto altrove.L'indice del presente quaderno pertanto il seguente:- Libri dei Morti;

    - Ra e Osiride;- L'Era di Misram;- L'Eresia Monoteista;- Lunazioni e Medicina;- Nectanebo II : Un Faraone Mago.Gli autori di alcuni interventi pertinenti all'argomento, ma pervenuti privatamente, sono stati come alsolito collettivamente indicati come "Turba Philosophorum".

    LIBRI DEI MORTI

    Horo conduce il defunto alla presenza di Osiride

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    Sirio: Una caratteristica delle Piramidi di Unas (ultimo re della V dinastia) e di Teti (primo sovrano dellaVI dinastia) la presenza dei cosiddetti "Testi delle Piramidi", forse i pi antichi testi religiosi scopertisino ad oggi. La scoperta risale al 1881 e si deve a Gaston Maspero. I Testi, in forma geroglifica,ricoprono le pareti delle due piramidi. Risalgono all'epoca preistorica egizia e sono perci molto piantichi rispetto al Libro dei Morti. Testimoniano l'antica religione stellare di Osiride-Orione. Secondoquesti testi, il re morto sarebbe rinatosimilmente a Osiride. L'anima del defunto avrebbe raggiunto le stelle di Orione (il Duat) viaggiando nelcielo e per proteggere il suo viaggio viene dato un insieme di formule e riti. Nei Testi di Unas si legge ad

    es.: "O Re, tu sei la grande stella, compagno di Orione, che attraversa il cielo con Orione". Ma se Orione la "meta", cosa simboleggia la "via"? Il "Nilo Celeste", cio la Via Lattea, si snoda nel cielo, toccandovarie costellazioni, tra cuiOrione. E la splendente Sirio, "vicina" alla meta, ... illumina il Cammino.Tarquinio Prisco: Il Libro dei Morti egizio una delle pi discusse (per diversi aspetti) raccolte antichedi carmi magici. Ad es., Gregorio Kolpaktchy, nella sua introduzione alla I ediz. italiana (Milano, 1956) ditale testo, cos esprime il suo punto di vista:"Il dissolversi del corpo umano dopo la morte , per la coscienza materialista attuale, l'unico aspetto,l'unica realt della morte, escludente tutte le altre. Non era affatto considerata in tal modo dalla scienzaesoterica di altri tempi. La Morte costituiva per l'Egiziano il primo anello di una lunga catena di fenomenidi ordine superfisico. Il ragionamento che si seguiva in certi centri iniziatici di quel Paese, tradotto nelnostro attuale linguaggio, potrebbe riassumersi press'a poco come segue: La Morte fisica, essendo il

    primo anello di questa catena, se si fosse venuti a paralizzare e neutralizzare modificandola la NATURAstessa di questa prima maglia, tutta la catena ne avrebbe risentito, come per uno squilibrio provocanteun tale sconvolgimento, da permettere di essere dislocata e orientata a volont. In altri termini, la "magia"poteva intervenire modellando a piacere il corso dell'evoluzione post-mortem".Danilo di Mambro: Quanto dici mi ha fatto pensare al Libro Tibetano dei Morti e la mente subitoandata al libro "L'esperienza psichedelica" di Leary, Metzner e Alpert - SUGARCO Edizioni - 1974 di cuiriporto la nota di copertina:"L'esperienza psichedelica un viaggio in nuovi regni di consapevolezza. Droghe psichedeliche quali loLSD, la psilocybina, la mescalina, il DMT hanno offerto a tutti questa possibilit. Questo manuale,riprendendo l'esoterico Libro Tibetano dei Morti, alla cui interpretazione gli autori danno un importantecontributo, conduce per mano l'ego durante tutto il viaggio rassicurandolo, tranquillizzandolo eimpedendogli di perdersi nel labirinto delle allucinazioni. Gli autori hanno condotto personalmente

    esperimenti con LSD e altre droghe psichedeliche sotto gli auspici dell'Universit di Harvard, fino aquando non furono sospesi a causa del loro contenuto esplosivo."Chiss se anche il libro dei Morti egizio pu essere considerato un viaggio iniziatico da vivi oltre che iltentativo di interpretare il viaggio post mortem?Ultraviolet: Reu Nu Pert Em Rhu, il "Libro per Uscire nel Giorno", riferendosi al viaggio dell'anima deldefunto, implica il concetto di Duat (=Bardo/Purgatorio?): la "terra di mezzo", tra Cielo e Terra, un luogoparticolare - non precisamente definito - ove si trovano le anime dei defunti. Un "luogo" concaratteristiche di materialit terrena e spiritualit celeste. Mi ricorda qualcosa.Tutto si svolge su di un piano che non ancora esclusivo per l'anima che abita la carne viva ma che puessere riconosciuto, raggiunto con la coscienza anche prima della morte del corpo fisico. Ogni intervento simultaneo su tutti i piani (la suddivisione dell'Essere un fatto convenzionale). A saperlo fare, ci siporta avanti gi da vivi... Mi viene in mente un altro dei testi funerari dell'Egitto antico: Il Libro di Ciche nella Duat (testo di riferimento: Misteri Egizi Nuova luce sull'antica conoscenza spirituale, di LucieLamy) in cui si narra del viaggio del dio Sole attraverso il regno oscuro dell'oltretomba, "dimora delleanime". il percorso notturno dell'astro diurno... Anche qui colgo un'assonanza, ancora vaga, con unodei miei primi "riti" ed esercizi di studio: il modo con cui cerco di attraversare il passaggio tra la veglia e ilsonno.Sipex: A differenza del Reu Nu Pert Em Rhu, l'Amduat (Ci che nella Duat) non semplicemente untesto "funerario", perch passibile di un uso anche da vivi. Come si fa a saperlo? Semplice, lo diceespliciamente. Qui in Occidente e, in generale presso le religioni cosiddette "abramiche" (1), siamoabituati a leggere testi esoterici dei secoli passati, scritti in modo criptico, per evitare accuse di eresia.Ma nell'antico Egitto questo problema non esisteva minimamente: esoterismo e religione erano fusiarmonicamente ed inoltre erano pochi coloro che erano in grado di leggere i testi sacri. Dunque tali testi

    sono in genere abbastanza espliciti, salvo ovviamente ... l'inesprimibile.(1) Termine provvisorio di cui verr mostrata l'infondatezza nel corso di questo stesso quaderno.

    L'illustre egittologo Boris de Rachewiltz mise bene in evidenza questo carattere dell'Amduat gi nel 1959

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    (Il Libro egizio degli inferi, Roma), evidenziando nell'introduzione le relative parole del testo:- (Ora I) Chiunque avr conoscenza di queste similitudini che sono questo stesso grande dio, avrgrande giovamento sulla terra.- (Ora II) Chiunque conosce queste parole che gli dei del Duat dicono a questo dio e le parole chequesto dio dice loro nel suo viaggio tra gli dei inferi, avr grande utilit sulla terra.- (Ora VII) E' lo stesso aver compiuto ci nell'occulto del Duat o sulla terra . Chi conosce ci tracoloro che sono nella Barca di Ra in cielo e in terra. La mancanza di conoscenza di queste coseimpedisce di respingere il drago Nakht. (Invece) Nakht non pu bere l'acqua di colui che ha conoscenza

    di ci sulla terra ... Colui che conosce queste cose non viene divorato dal coccodrillo Abu ...- (Ora XII) Colui che conosce queste cose sulla terra avr utilit in cielo e in terra. Chi non conosceci condannato alla miseria.Dunque, nell'ambito dei testi "funerari", occorre distinguere quelli destinati esclusivamente aimorenti e ai riti in loro favore (come il Reu Nu Pert Em Rhu o il Bardo Thodol), da quelli in cui la morte invece pi genericamente assunta come simbolo iniziatico ed il caso dell'Amduat.Nilius: Esistono infatti testi esoterici la cui applicazione (anche se ci possono essere aspetti preparatori)deve essere fatta effettivamente al momento della "morte fisica". Tali sono, ad es., il Bardo Thodol(Liberazione tramite l'udire nello stato intermedio) un po' impropriamente chiamato Libro Tibetanodei Morti, e il Libro dei Morti egizio.Abraxa: Questi nomi impropri, che perdurano oggi per inerzia (e forse anche perch libri dai nomi facilisi vendono meglio) sono dovuti all'accoglimento alquanto approssimativo, da parte della cultura ufficiale,

    che questi testi hanno ricevuto inizialmente nel mondo occidentale. Ad es. stato Lepsius, nel 1842, achiamare Libro dei Morti, "Das Todtenbuch der gypten" (1) il "Reu Nu Pert Em Hru", letteralmente"Libro di Incanti per Uscire nel Giorno", quando pubblic il Papiro di Torino, che contiene il maggiornumero di incanti (165).

    (1) Das Todtenbuch der gypten nach dem hieroglyphischen Papyrus in Turin mit einem Vorworte zumersten Male Herausgegeben. Leipzig: G. Wigand, 1842.

    L'incantesimo XIII ("L'ingresso nell'Amenti") del "Reu Nu Pert Em Hru" recita:

    Io entro nel Cielo, simile a un Falco.Io percorro le Regioni celesti, simile a una Fenice.Gli dei adorano Ra e gli apprestano le vie.Al presente, io mi inoltro in pace, nel bell'Amenti.Eccomi sulle rive dello stagno consacrato a Horus.Io tengo al guinzaglio i suoi cani.Che la via sia sgombra per me!Che io possa percorrerlae giungere ad adorare Osiride, Signore della vita Eterna!

    L'annessa Rubrica spiega:Recitare questo incantesimo sopra una ghirlanda composta di fiori ankham e dispostasull'orecchio destro del defunto; recitarlo parimenti sopra un'altra ghirlanda avvolta in un tessuto color

    porpora sul quale, il giorno dei funerali, si scriver il nome del trapassato.Si pu notare che la pratica del tutto simile a quella descritta nel Bardo Thodol. Questo incantesimo,come del resto gli altri della raccolta, era verosimilmente fatto oggetto di pratica durante la vita:imparandolo a memoria eaccompagnandolo con le descritte visualizzazioni. Al momento della morte, al sacerdote-maestro (o, inmancanza, anche ad un semplice amico-praticante) non rimaneva che ricordarne il testo al moribondoritenuto, come in Tibet, ancora in grado di udire. Il "tubo" di fiori (ghirlanda) serve a convogliare tutta lavoce dell'officiante all'orecchio destro del morente e a creare un suono pi attraente. Il tubo di fioriperch non si pu esser certi che il senso del tatto sia gi del tutto svanito. Se non lo fosse e sipremesse con un tubo di legno, avorio o altro materiale pesante si rischierebbe un' "uscita" della partesottile del morente proprio dall'orecchio usato e non dalla "fontanula", come generalmente si ritiene

    consigliabile. Il contatto con soffici fiori non dovrebbe invece disturbarlo. La seconda parte del ritoconsiste nel ripetere l'incantesimo su un altro tubodi fiori, disposto su un panno color porpora, avvolgendo poi il tessuto sulla ghirlanda, cos chesimbolicamente l'incantesimo vi permanga avvolto. Il giorno del funerale, scrivendo il nome deltrapassato sul panno, a mo' di "indirizzo", si convoglier un'altra volta a lui l'incantesimo. In tale giorno,

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    non avrebbe pi valore parlargli all'orecchio, essendo venuto meno anche il senso dell'udito (almenoquello connesso al corpo): si preferisce perci affidarsi alla potenza del simbolo, per risvegliare laMemoria del defunto.L'incantesimo XIII uno dei pi brevi a recitarsi, ma ve ne sono di lunghi e lunghissimi. La scelta(da parte del maestro) dipende dalla personalit del discepolo. Ieri come oggi, ve ne sono alcuniche, se non gli proponi un rituale complicatissimo, pensano di non poter ottenere niente. Questaprevenzione blocca la loro magia e, poich rischiano di morire prima di liberarsene, all'inizio non si pufar altro che dar loro un rituale intricato (pieno di dettagli tecnici), perch soddisfi la loro mente

    complicata, che cos si placa. Altri son invece versati per i rituali semplici: tra loro, quelli poco dotti, maanche colui che "sovra li altri com'aquila vola".Nilius: T. Leary, ma non l'unico, ha trattato il Bardo Thodol come un generico rituale iniziatico, perciapplicabile anche a chi non moribondo, ma ad es. sta facendo una esperienza con un allucinogeno.L'equivoco nasce dal fatto che si vuol portare troppo oltre il paragone tra morte fisica e morteiniziatica. L'unico tipo umano che pu trasformare la prima nella seconda ovviamente ... il moribondo.Ed per lui che il libro stato scritto: di testi iniziatici per i vivi (non moribondi) ne esistevano gi a iosa.In questo genere di cose preferibile non azzardare interpretazioni personali, ma ... chiederesemplicemente ai rappresentanti di quella tradizione. Perch l'iniziazione per i vivi diversa da quella peri moribondi? Perch durante la vita c' una cosa che non pu mai verificarsi e che avvieneesclusivamente durante la morte fisica, cio il venir meno dei 5 elementi grossolani (scr: bhutas) e dellefunzioni sensoriali corrispondenti. Essendo l'udito l'ultima funzione a venir meno, si sfrutta questo

    fatto, unendo le visioni del moribondo alle parole del maestro che lo "guidano" , onde ottenerecompleta liberazione o perlomeno trasmigrazione favorevole. Il termine "stato intermedio" si riferisceappunto all'intervallo tra la condizione di esistenza precedente (cio quella umana) e quella successiva(quale che sia). L'intervallo, cio, in cui possibile operare delle "scelte". I "gradi di libert" che possiedeun moribondo, per il separarsi completo dal corpo fisico, sono decisamente maggiori rispetto a quello diun vivo, fosse anche quest'ultimo sotto l'effetto di una droga o addirittura in una condizione di morteapparente. Questi maggiorati "gradi di libert" vengono opportunamente sfruttati dal rituale: le parole delmaestro combattono l'unico vero avversario, l'ignoranza, che pu impedire al moribondo di valutarepienamente la sua situazione. Inutile dire che, per avere in atto e non solo in potenza, una TradizioneIntegrale, i riti per i moribondi devono essere ripristinati su vasta scala anche in Occidente eoccupare quell'intervallo di tempo che oggi assurdamente si usa per ... prelevare organi ai cadaveri!Occhi di If: E' un'esigenza che l'esoterismo cristiano ha dimostrato di condividere. E' del 1974 (ma

    pubblicata solo nel 1895) l'opera di Tommaso Palamidessi "Il Libro Cristiano dei Morti", che ripropone,in chiave simbolica cristiana, gli obiettivi e il modus operandi del Bardo Thodol.Danilo di Mambro: L'interpretazione che del Bardo Thodol danno gli autori del "manuale" (T. Leary etc.),a me pare convincente. Mi pi facile pensare che si tratta di esperienze in vita piuttosto che da morti eanche se i Tibetani mi dicono il contrario io non ci credo. Questo a prescindere dalla validit o menodell'uso di allucinogeni, che non sono in grado di discutere. Vorrei solo aggiungere che l'impiego didroghe nelle esperienze di tipo iniziatico mi fa pensare alle acque corrosive degli alchimisti. In propositodevo dire per che non ho esperienze n conoscenze di alcun tipo, ho fatto solo associazioni coi ricordidi quel po' che ho letto in merito.Pietro Negri: E perch mai, caro Di Mambro? Quella tibetana una degna Tradizione. Dire che TimothyLeary (che non era neppure un iniziato) abbia potuto interpretare un testo della loro Tradizione meglio di

    quanto non facciano essi stessi voler essere "pi realisti del re". Sarebbe opportuno limitare i nostrigiudizi alla Tradizione che conosciamo. Solo cos le altre Tradizioni saranno disposte a cooperare con laNostra per la costruzione di un mondo migliore (cosa che, in verit, gi i Tibetani fanno). Del resto glistudi sul LSD di Leary (1920-1996) non approdarono a nulla di significativo (dal punto di vistainiziatico) e neppure quelli dell'entourage di Emilio Servadio (nonostante gli iniziali entusiasmi) cheiniziato invece lo era. Tant' che l'essere umano attuale, eccettuata forse la sessualit, in genere menoportato di quello antico all'uso iniziatico delle "acque corrosive". A parte gli scarsi risultati ottenuti, il facileservaggio nei confronti delle droghe, contro cui anche personaggi sicuramente volitivi come A. Crowleyebbero a combattere, ne una conferma. Peraltro, anche nel caso dell'uomo antico, la droga non costitumai una via completa, proprio per il fatto che si va a dipendere, per i risultati, da una sostanza esterna,cosa contraria all'atteggiamento effettivamente magicoDanilo di Mambro: Ci mancherebbe che mi metta a contestare la dignit della tradizione tibetana! Ci

    non toglie per che, diciamo cos, stento a credere alle esperienze del dopo morte. Sar sicuramente unlimite ma per adesso pi forte di me.

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    RA E OSIRIDE

    La Barca del Sole(Dio Ra) naviga tra Cielo (Dea Nut) e Terra (Dio Geb)

    Ida La Regina: C' qualche motivo particolare - mi auguro che non sia segreto - per il quale la magiasolare dell'O.E. stata definita osiridea? Taluni egittologi considerano quello di Osiride un culto per cosdire "popolare" ed invece considerano "aristocratico" quello di Ra. Ha fondamento questa differenza? o solo religiosa e non ha ripercussioni in campo iniziatico?

    Vandermok: E' probabile che il culto di Ra fosse riservato ad una lite. Il sole era considerato nei suoiquattro aspetti, alba (Kheper), mezzogiorno (Ra), tramonto (Atum), mezzanotte (Osiride). Ra era la luceperpetua allo zenit, Osiride il sole che la notte discendeva nel regno dei morti per rinascere all'alba comescarabeo. Sembra che in origine solo al Faraone e agli iniziati assimilati nel suo Ka collettivo fosseriservata l'immortalit; in seguito il culto osiriaco-isiaco, pi "popolare", apr le porte della Duat (che pergli Egizi era fra le stelle, un mondo eterico pi che sottoterraneo) a tutti. "Io sono Osiride", diceva ildefunto. Si tratta del culto asiatico-matriarcale del dio morente e risorgente grazie alle arti magiche diIside, passato anche nel cristianesimo. Nel vangelo quel passaggio dai grandi ai piccoli misteri rappresentato dal momento in cui alla crocifissione "il velo del tempio si squarci".Nilius: L'egittologo pi noto che ha sostenuto la suddetta differenza probabilmente Boris de Rachewiltz(ad es. ne "I Miti Egizi") . Da un punto di vista sociale questa differenza si pu anche accettare. Sembrache Osiride abbia avuto effettivamente un pi largo seguito, ma l'istituzione dei relativi Misteri ha

    garantito la trasmissione esoterica. Perci non possibile accettare il punto di vista di De Rachewiltz,quando egli vuole allargare tale differenza anche a quella trasmissione. Ad es. egli sostiene che il LibroEgizio degli Inferi (da lui tradotto e commentato) appartiene al culto aristocratico e invece il Libro deiMorti al culto popolare. Il che contraddittorio, giacch non pochi capitoli del Libro dei Morti sonointeramente dedicati a Ra (ad es. il XII, il XV, il CI, il CII, il CXXXI, il CXXXVI) e moltissimi altri capitoli lovenerano assieme ad altre divinit. Inoltre il "tono" di tale libro decisamente aristocratico; dice ad es. ilcap XVII:"Qui iniziano gli inni teurgici da pronunziarsi nel momento in cui il defunto uscito dal corpo penetra nelglorioso Mondo Sotterraneo e nel bello Amenti, ovvero nel momento in cui, uscito verso la piena Luce delGiorno, pu manifestarsi a volont in qualsiasi forma esistente. ...Egli dir:Io sono il dio Tum,

    solitario negli infiniti Spazi Cosmici.Io sono il dio Ra,che sorge all'Alba dei Tempi Primordiali,simile al dio Nu.Io sono la Grande Divinit

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    che si genera da s stessa.I misteriosi poteri dei miei Nomicreano le Celesti Gerarchie.Io avanzo e gli dei non vi si oppongono;Poich Io sono lo Ieried Io conosco il Domani. ..."

    Son forse queste le parole di un "popolano"?

    Giuseppegvs: Il Sole Osirideo il Sole notturno, quel sole che affronta le tenebre della notte, chepassa negli inferi per poi risorgere al giorno dopo. Il sole di mezzoggiorno Ra: il Sole che asseta laserpe nel deserto e secca la pianta malata. L'Osiris corrisponde alla fase della veglia notturna, veglia chel'iniziato "osirideo" conosce. Se dunque l'O.E. si definito osirideo perch i suoi membri erano in gradodi affrontare le tenebre notturne e le pratiche effettuate erano specificatamente volte ad affrontare lanotte. Di fatti per regola l'iniziato Osirideo doveva coricarsi al tramonto e risvegliarsi all'alba. Questi pochielementi dovrebbero bastare a far intendere perch l'O.E. si defin Osirideo e non improntato su Ra: perla scelta delle pratiche da effettuarsi. Difatti gli Osiridei agivano in astrale, i sacerdoti di Ra direttamentesul campo materiale e visibile.Nilius: Dice il cap. CLXXX del Libro dei Morti, in relazione al tramonto di Ra:

    "Ecco Ra che discende verso l'Orizzonte Occidentale!

    Egli si manifesta nelle sembianze di Osiride,nell'irraggiamento degli Spiriti deificatie di tutti gli dei dell'Amenti.Perch egli l'unico, il dio celato nel Duat,l'Anima consacrata che presiede ai destini dell'Amenti,l'Essere-Buono di cui eterna la Vita! ..."

    Gli Osiridei agiscono in astrale, ma con ripercussioni anche materiali. Dice infatti Kremmerz (IConversazione al Circolo Vergiliano del 3 Gennaio 1921):

    "L'uomo pu mettersi in comunicazione con il mondo occulto in due maniere differenti: la mistica e lamagica. La prima passiva, la seconda attiva. Il mistico entra in relazione con la divinit mediante la

    concentrazione, la meditazione, l'estasi. Questo metodo non il nostro. Il Mago comunica con l'al di lcon le pratiche, cio con i riti. Con tale sistema egli trasvola il piano materiale e va a metter capo al pianoo alla zona superiore, nella quale stanno esseri diversi da noi. Questo il nostro metodo che richiedeallenamento pi o meno lungo.Tale allenamento pi o meno lungo a seconda della via che si tiene, perch le vie, ossia le iniziazioni,sono due: l'isiaca e la osiridea. L'isiaca, cos detta da Iside, o dalla Luna, consiste nel mettere il propriointerno in istato recipiendario, cio in modo da ricevere le impressioni delle forze esteriori. Questo ilmetodo pi lungo ma pi facile, col quale si diviene maestro isiaco. Dopo l'isiaca la via osiridea, cosdetta da Osiride, ossia dal Sole, generatore per eccellenza, datore a tutto l'universo di forza attiva.L'iniziazione osiridea o solare quella che mette il praticante nella possibilit di esteriorizzare lasua forza. Questa iniziatura pi rapida, ma difficilissima. Chi arriva diviene mago osirideo. Devoavvertire che altro lo sviluppo individuale e altro il funzionamento collettivo, cio ci che si ottiene conle operazioni di circolo. Ogni essere umano dotato dalla Natura di una facolt speciale che pusviluppare meglio di altri individui e di altre facolt. Chi ne ha una, chi un'altra. Noi siamo come tante pilepsichiche funzionanti pi o meno bene rispetto alla totalit della catena o circolo. Io ho riprodotto nellaPorta Ermetica il Cerchio delle Sibille o circolo magico. Le Sibille sono circondate da un serpente - lacorrente psichica. Il principio e la fine della catena toccano la dirigente che sta in mezzo alle altre vergini.Tutte le sibille che attorniano la dirigente e la dirigente stessa sono curve con un dito che toccala terra e non gi che diretto verso il cielo. Questo simbolo indica che la meta da realizzare terrena, non celeste, che positiva, non mistica".

    Al "solve" (notte - separando - Osiride) segue sempre il "coagula" (giorno - messa a terra - Ra). Il"Solve" e il "Coagula" sono entrambi indispensabili all'alchimia, ma se non ci si scioglie preventivamente

    dalla comune condizione umana (separando - Osiride) il "coagula" (messa a terra - Ra) non possibile.Dice infatti Kremmerz:

    "Il separando l'enigma della magia dei grandi maghi ed la sola finalit assoluta" (I Tarocchi, 1905).

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    Ancor prima di arrivare agli assorbimenti attivi (mag) e agli "sdoppiamenti", ci risulta vero gi a partiredalle prime elementari pratiche di presenza mentale. Dice ancora Kremmerz (Dialoghi sull'Ermetismo,IX)

    "L'autore alchimico che si fece chiamare Rupescissa, nei suoi manoscritti, esprime, a modo suo e deltempo in cui scriveva:

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    Vandermok: Il passaggio precessionale all'Era dell'Ariete si lega anche alla leggenda in cui il Toro (ogiovenca) Celeste ad ogni era successiva perde una zampa e una parte delle stelle su cui governava.Pleiadi, Toro ed Orione furono sostituiti dall'Ariete come costellazione iniziale dello zodiaco. Ora, l'iniziodell' Et Oscura varia secondo gli autori, dal 4230 a.C. (Ghivarello) al 4450 (Georgl, Gunon). Secondoil primo autore, l'evento avrebbe coinciso proprio con la congiunzione fra piano equatoriale galattico,eclittica e nodo discendente solare (0 Bilancia). Alla fine di ogni Yuga s'invertono infatti i parametri

    d'osservazione dei nodi solari stessi. Difficile chiarire senza grafici (vedere Sergio Ghivarello, "Studiteorici sulle basi del pensiero astrologico", Nuovi Orizzonti, Milano 1989, pag. 179). A proposito di ere,ricordiamo che nella cripta sotterranea del tempio di Hathor a Denderah (muro sud), esistono degliinteressanti rilievi con due serpenti dentro loti ancora chiusi, e col pilastro Djed e i quattro ripiani delle ereormai inclinati, dopo l'inizio del Kali Yuga. Il rito del Giubileo ne tentava un magico "raddrizzamento".Qualcuno sa se tutto questo abbia relazione con il cosiddetto anno della vera luce, 4001 a.C., a cui siispira il rito di Memphis Misram?Sipex: Vi si ispira una parte della Massoneria, ma non mi risulta essere una caratteristica chedistingua il Memphis Misram.Ea: Gi nella Costituzione di Anderson del 1723 si parla dell'Annus Lucis (A.L.) o Anno della VeraLuce, seguendo la credenza, diffusa all'epoca, che la "Creazione" del mondo attuale avvenne 4000anni a. C. Questa usanza si allarg anche agli altri paesi - tra i quali l'Italia - dove oggi, di conseguenza,

    il 2007 E. V. corrisponde all'A.L. 6007.Vari Riti ed Ordini massonici hanno per ritenuto opportuno adottare un Calendario con caratteristicheparticolari. Per l'Antico e Primitivo Rito Orientale di Misram e Memphis, il 2007 - per lieve differenzanel calcolo della data iniziale- l'Era di Misram 6003. Invece, l'Antico e Primitivo Rito di Memphis eMisram si serve - nella documentazione ufficiale - come data di partenza del 1292 a.C., che coincidecon l'inizio della XIX dinastia faraonica (Ramses I, II, III etc). Durante tale dinastia avvennero dueeventi principali:- dal punto di vista religioso, la fine dell'eresia di Akhenaton e la conseguente fuga dei seguaci diAkhenaton, unitisi agli Ebrei, dall'Egitto.- dal punto di vista muratorio, la costruzione di templi come quelli di Karnak e di Luxore di colossalistatue sparse in tutto l'Egitto.Vandermok: In seguito al rilievo di Ea, cito la fonte completa (1) , con le dovute cautele:"Ho citato questo rito in quanto in esso sembrerebbe confluire, almeno in parte, il retaggio iniziatico delrito di Misram-Scala di Napoli e del Rito di Memphis. Inoltre negli Archivi del Rito Unificato sembravenissero incorporati quelli della Loggia Trionfante di Lione della massoneria Egiziana di Cagliostro.Comunque, il patrimonio iniziatico dei Riti Massonici consiste oggi per lo pi in ci che sopravvissutonei simboli, nelle leggende e nei rituali dei vari gradi, almeno a livello di organizzazione preiferica.Questo rito infatti il solo che riassuma ancora nell'Architettura Simbolica che lo caratterizza ilpatrimonio astrologico-ermetico-kabalistico nella sua reale metafisica, in quanto l'OTTAVA e l'UNITA'costituiscono ancora l'allegorica chiave di volta di questa stessa architettura. Il patrimonio originale diconoscenza a cui il rito si ispira definito "LA VERA LUCE", e la sua data di origine stabilita nell'anno4001.a.C. Le date dei documenti ufficiali sono pertanto sempre seguite dalla frase "Anno delle VeraLuce" e conteggiate in anni egizi dal 4001 a.C., poi, secondo le successive riforme del calendario. Cos

    ad esempio il 1979 il 5983 Anno della Vera Luce. Questa data sembrerebbe confermare l'ipotesi diuna "cronologia lunga" delle Dinastie faraoniche avanzata da A. Pochan, nella quale il regno di CHEOPEe la costruzione della grande Piramide si collocherebbero prima del 4000 a.C."

    (1) Sergio Ghivarello: Studi Teorici sulle basi del pensiero astrologico, Nuovi Orizzonti, Milano 1889).

    Ea: Ghivarello fa un po' di confusione, giacch sembra adottare, in teoria, come anno iniziale il4001 a.C., ma poi di fatto usa come anno iniziale il 4004 a.C. (tale infatti la differenza tra 5983 e1979). Entrambe le date iniziali sono state effettivamente adottate in certi ambienti ma, scelta unaqualunque data d'inizio, bisogna poi perlomeno attenersi ad essa.La scelta del 4001, come Annus Lucis, anzich il 4000 a.C. - comunemente adottato - si deve a chi siispira, almeno in parte, al calendario ebraico, ove l'anno (e il mondo) si faceva nascere all'equinozio

    d'autunno.La scelta del 4004 si deve all'arcivescovo anglicano irlandese James Ussher (1581-1656) che, nel libro"Annales Veteris Testamenti, a prima mundi origine deducti" (1650) attribu, in base a studi biblici, lanascita della Terra all'anno 4004 a.C., 23 Ottobre, ore 9,00 antimeridiane. Vari massoni dell'epoca siadeguarono a questo computo e perci diversi documenti inglesi massonici del Settecento portano date

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    basate su quel supposto inizio. In alcuni paesi, come la Scozia e l'Irlanda, questo sistema usato ancoroggi.Aggiungo che vi poi chi si rif in toto al calendario ebraico (ad es.il Rito Scozzese Antico eAccettato) anche per quanto riguarda l'anno della creazione, detto Annus Mundi (A.M.) o AnnoHebraico (A.H.). Gli studiosi ebrei, a partire dal IX sec. d.C., hanno avanzato varie date, comunquecomprese tra il 3762 e il 3758 a.C., ma attualmente viene generalmente accettata la data del 6 Ottobre3761 a.C., 5 ore e 204 parti dopo le ore 18 (ogni ora essendo divisa in 1080 parti) e perci poco primadella mezzanotte. Di conseguenza molti autori - per semplificare - dicono arrotondando 7 Ottobre 3761

    a.C.. Ne deriva che il 2007, fino al 6 Ottobre l'annus mundi 5767 (2007+3760), ma dal 7 Ottobre in poi gi l'annus mundi 5768 (2007+3761).Vandermok: Mio addendum: Riguardo al 4000 o 4001 a.C. lo stesso autore ha dato un'oscuraspiegazione, in cui il mondo sarebbe nato come "atto magico", con la sua storia infinita gi interamentecostruita alle spalle nel momento "storico" dell'emersione della coscienza attuale, dove osservatore edosservato sono ormai separati, come la testa e la coda del serpente (del tempo). Se ne pu trovare unaversione razionalizzata nel suo "La stella di Eridu" (Linguaggio Astrale n.93-94, Cida, Torino1993).In verit, anche i numerosi tentativi di rilevare la datazione della Grande Piramide e della Sfinge daicanali che si dipartono dalle camere del Re e della Regina orientati verso il passaggio di certe stelle ecostellazioni (Moreux, Piazzi Smyth, Schwaller De Lubicz, West, Proctor...) non sembrano incoraggiantin per la cronologia breve (2700 a.C.) n per quella lunga. E' improbabile che gente capace di orientarela piramide esattamente sui punti cardinali con un difetto di un decimo di grado sbagliasse nell'orientare il

    canale reale verso l'allora circumpolare Alfa Draconis di ben 3 (Lauer, Hawkins). Anche nel 4001 a.C.(solstizio estivo, latitudine di Giza), il transito di Alfa Draconis risulterebbe a 3428' di altitudinesull'orizzonte contro l'inclinazione di 3133' del canale reale Nord (Petrie), almeno per quanto sonoriuscito a verificare col programma Sky Map. Se qualcuno ne sa di pi pregato di segnalarlo.Pietro Negri: Ren Guenon , nel saggio "Alcune considerazioni sulla dottrina dei cicli cosmici" , afferma(2): " .. la base principale di questi [cicli], nell'ordine cosmico, il periodo astronomico della precessionedegli equinozi, la cui durata di 25.920 anni, per cui lo spostamento dei punti equinoziali di un gradoogni 72 anni". Recensendo un'opera di Gaston Georgel, aggiunge (3): ".. la durata di 25.765 anni si deveprobabilmente a qualche calcolo ipotetico di astronomi moderni, la durata reale indicata tradizionalmenteessendo di 25.920 anni". Dunque egli dissentiva quando vedeva, in relazione ai cicli cosmici, calcoli diqualche scienziato moderno, che si discostavano da quelli che (secondo lui) erano gli unici validi, perchtradizionali. Ma Ipparco (I sec. a.C.), che stimava quel periodo di 28.800 anni, certo non era uno

    scienziato moderno.Dopo alcuni recenti eventi catastrofici (Tsunami del 26-12-2004), diventa evidente quanto Guenon sisbagliasse. Infatti la durata dei cicli legata al fenomeno della precessione equinoziale, a sua voltalegato all'inclinazione dell'asse terrestre. Tale inclinazione, in un mondo magico e perci mutevole comeil nostro, varia nel tempo, in concomitanza di fenomeni planetari di una certa entit, come il suddettoterremoto-maremoto verificatosi sulle coste dell'Asia. Variando l'inclinazione, varia anche (di poco o ditanto non importa) il computo dei cicli cosmici, che perci non affatto costante, come pretendeva"l'eternalista" Guenon. Di conseguenza, quando ci si riferisce ad epoche antiche, i dati pi attendibilisono probabilmente quelli antichi e lo scienziato moderno dovrebbe ben guardarsi dalla tentazione di"retrodatare" la validit dei suoi calcoli, basati su dati contemporanei, perch in passato gli stessi datipotevano avere valori ben diversi. Ma quando ci si riferisce all'epoca a noi conteporanea, i dati daconsiderarsi per i calcoli scientifici sono proprio quelli attuali e quelli antichi diventano inattendibili.

    (2) In R. Guenon, "Forme Tradizionali e Cicli Cosmici", Roma 1974; p. 18(3) op. cit. p. 24

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    L'ERESIA MONOTEISTA

    Akhenaton e Nefertiti praticanti il culto di Aton

    Tullio Quasimodo: Nel quaderno "Contro il Materialismo Volgare", Ea ha scritto: "Vero e proprio cultomonoteista, tributato alla dea materia, il materialismo ha ammorbato, assieme ai tre monoteismi

    abramici, gliultimi secoli di vita della nostra Terra".Il Mussolini della prima ora - quello che non dispiaceva a taluni esoteristi - lo aveva capito. Scrisse infatti(Popolo d'Italia n1, 1 Gennaio 1920): "Due religioni si contendono oggi il dominio degli spiriti e delmondo: la nera e la rossa. Da due Vaticani partono, oggi, le encicliche: da quello di Roma e da quello diMosca".Purtroppo aggiunse: "Noi siamo gli eretici di queste due religioni. Noi, soli, immuni dal contagio".E sbagliava, perch ... loro sono gli eretici ... gli eredi eretici dell'eretico Akhenaton. E la presuntaimmunit dal contagio dur poco. Gi in occasione della morte di papa Benedetto XV, sul Popolod'Italia del 22 Gennaio 1922, Mussolini esalt la missione universale della Chiesa cattolica e "la rinascitadel sentimento religioso proclamandone il potere d'evasione per le masse tormentate e miserabili". Nel1929, i Patti Lateranensi confermarono che il "morbo" aveva ormai preso piede.Vandermok: In Egitto, i due regni, quello del cobra e quello dell'avvoltoio, trovarono momentaneoequilibrio in Akhenaton e Nefertiti, che riesumarono il culto del disco solare unico, Aton, ma non avendofigli maschi sposarono una propria figlia al ragazzo Tut-ankh-Amon (nome sacro: kheperu-neb-Ra =signore delle trasformazioni di Ra) che per fu verosimilmente tolto di mezzo da una congiurasacerdotale.Nilius: Akhenaton, e forse Nefert-iti, crearono e non "riesumarono il culto del disco solare unico, Aton",perch riesumare significa disseppellire ci che gi vissuto ed morto, cosa che prima di essereaffermata - sono in genere certi monoteisti a supporla - dovrebbe essere verificata.Kiligil : La rivoluzione di Akhenaton era un ritorno all'antico culto di Eliopoli che con il monoteismoabramitico nulla aveva a che vedere.Afrodite Urania: Ad Heliopolis veneravano un intero Pantheon, costituito da nove dei principali (Grande

    Enneade) pi altre deit minori. Atum - proprio come nel Pantheon romano Juppiter - era il "Padre" diquesti dei. Il re Akhenaton introdusse invece la religione monoteistica di Aton, il divino discosolare, che cosa diversa da Atum (il Sole spiritualmente inteso). Quindi l'affermazione di Kiligil e diVandermok non pu essere accolta. Semmai, si potrebbe prendere in considerazione l'affermazione dichi vede, nella religione di Akhenaton, pi un enoteismo o una monolatria che un monoteismo vero e

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    proprio. Qual la differenza tra questi termini? Enoteismo (dal greco antico hen=uno e theos=dio, "unsolo dio") un termine coniato dal filosofo F.W. Schelling (1775-1854) nel suo studio sulla mitologia. Lous per definire forme di monoteismo imperfetto, "relativo e rudimentale", quale era - ai suoi occhi - lareligione dei popoli preistorici.Il termine fu ripreso da F. Max Mller (1823-1900), considerato il fondatore della mitologia comparata,che lo utilizz per definire quel particolare politeismo rintracciabile, secondo lui, nelle descrizioni che ilRgveda fa delle divinit . Egli constat che, nelle invocazioni rituali dedicate a ogni singola divinit,quest'ultima veniva considerata dai fedeli come se fosse unica, assoluta, isolata dal resto del Pantheon

    indiano. Ridefin alloral'enoteismo come credenza nelle singole divinit, cio inteso come culto di un unico dio alla volta. MaxMller perci us, come sinonimo, anche il termine catenoteismo (da kath' hena theon= un dio allavolta).Egli rintracci l'enoteismo o catenoteismo un po' ovunque, anche fuori dall'India: in Grecia, in Germania,in Italia, etc. Aderendo ai modeli evoluzionistici propri della sua epoca, immagin che la fase enoteisticadovesse essere una fase universalmente diffusa e precedente tanto alla fase politeistica vera e propriache a quella monoteistica. A parte l'impostazione evoluzionistica da considerarsi superata, quella diMax Mller l'accezione di enoteismo usata oggi, negli studi di storia delle religioni, nel senso cio di unaforma di cultoin cui viene venerata in particolar modo una singola divinit senza tuttavia negare l'esistenza di altri deiaccanto ad essa. Anche nella monolatria (dal greco monos=uno solo, e latreia="culto", "un solo culto")

    non si esclude l'esistenza di altri dei, ma essi vengono ritenuti inferiori e non sono o non possono essereoggetto di forme di culto. La monolatria - lei s - pu evolversi facilmente nel monoteismo (credenza in ununico dio), perch la mancanza di forme cultuali fa inevitabilmente e progressivamente trascurare ledivinit minori, a vantaggio di quella ritenuta principale. Gli storici ritengono per lo pi che Akhenatonportasse avanti i suoi piani gradualmente. All'inizio, non abol il sistema teologico precedente ma, allafine del suo regno, interdisse il culto degli antichi dei e ritir ai sacerdoti del culto di Amon il potere e lericchezze che avevano accumulato. Il culto di Aton non fu praticato unicamente ad Akhetaton (Amarna),sua citt consacrata e reale, ma fu imposto nei santuari delle divinit maggiori del paese, grazie anchealla costituzione di un gruppo di predicatori del nuovo culto, incaricati di diffondere il verbo in tutto ilpaese. Perci gli intenti del faraone erano chiaramente monoteistici, anche se, data la brevit delsuo regno, non ebbe certo il tempo di cancellare il ricordo delle precedenti divinit.

    Abramo

    Tarquinio Prisco: E' d'uso chiamare "religioni abramiche" l'insieme costituito dalla religionegiudea, da quella cristiana e da quella islamica, dando per buone le affermazioni "di parte" dellesuddette religioni. Mi chiedo, per, se Abramo sarebbe d'accordo nell'accettare, e in che misura,tale triplice paternit. E ci non solo per i difetti che presentano tali religioni, ma anche perch il

    Pentateuco, ove si parla di Abramo, risale solo ai tempi di Mos, un personaggio sulla veridicit delquale non mi sentirei di giurare e che poteva avere pi di un motivo per inventarsi tale principescaascendenza.Tullio Quasimodo: E' probabile che il Pentateuco risalga addirittura a tempi posteriori a Mos. Oggi siritiene che, nella migliore delle ipotesi, solo il Deteuronomio (Devarim in ebraico) potrebbe essere

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    stato scritto da Mos. Infatti, in Esodo, Levitico e Numeri i diversi argomenti trattati sono sempreintrodotti dalle parole: "Vaidaber (o Vaiomer) Adonay hel Moshe etc. = E il Signore parl (o disse) aMos etc..".Perci una terza persona a riferire che Dio ha parlato a Mos, dicendogli etc..In Devarim, invece,l'inizio di ogni brano introduttivo di un nuovo argomento sempre:"Vaidaber (o Vaiomer) Adonay helay etc. = E il Signore mi parl (o mi disse), etc..".Il discorso perci in prima persona. Devarim ebbe una sorte differente dagli altri libri summenzionati. Sivuole che, consegnato ai Leviti perch lo custodissero nell'Arca Santa, rimase qui dimenticato per

    parecchi secoli. Per caso fu il sacerdote Hilkija a ritrovarlo (II Re, 22.8), nel buio locale del Santo deiSanti, dove lui solo poteva avere accesso, per consegnarlo poi al re Giosia (640-609 a.C.), che delritrovamento si serv per promuovere la sua riforma religiosa. Naturalmente ancora pi probabile cheDevarim sia solo un apocrifo compilato da Hilkija, appunto per permettere a Giosia la sua riforma eche l'uso della prima persona serva a dargli autorit, fingendo che, a differenza degli altri, sia stato scrittodirettamente da Mos.Frater Petrus: Se Abramo fosse stato veramente monoteista, non si sarebbe mai inchinato davanti aMelchisedec, sacerdote di una divinit (El Elyon) pi elevata di quella di Abramo (El Shaddai). Abramovenerava El Shaddai, non perch questi fosse l'unico dio, ma perch non aveva le qualificazioni pervenerare direttamente El Elyon. Quello di Abramo era perci, se non vero politeismo, al massimo unenoteismo, nel senso di Max Mller. Non arrivava di certo ad essere una monolatria, perch El Elyonera ritenuto superiore e non inferiore a El Shaddai. Il monoteismo nacque invece con Akhenaton e

    Mos. E vi solo da valutare se, come pensano taluni, vi sia identit tra i due personaggi o seMos fu invece un seguace di poco posteriore ad Akhenaton. Poich il Pentateuco risale all'epocamosaica - se non ad epoca pi tarda - ovvio che, della storia precedente a Mos, si mise in evidenzaci che conveniva - a partire da un ipotetico collegamento etnico con la stirpe di Abramo e, ancor piipotetico, con quella di Sem - anche se non si poterono, di conseguenza, tacere del tutto episodi notori -legati a quella stirpe dalla tradizione orale - come appunto quello di Abramo e Melchisedec. Notizie inmerito ai rapporti tra Atonismo ed Ebraismo si possono raccogliere da storici antichi come Manetone eStrabone. Tra gli studiosi moderni il primo a ipotizzare che l'Atonismo sia all'origine dell'Ebraismo probabilmente Sigmund Freud, nel saggio "L'uomo Mos e la religione monoteista". Tra gli altri studiosiche maggiormente hanno contribuito a queste ricerche sono da menzionare ad es. Robert Feather,Joseph Campbell, Jan Assmann, Ahmed Osman, e Ralph Ellis.Turba Philosophorum: Del resto che il monoteismo di Mos fosse "fresco fresco" e non risalisse ad una

    tradizione confermato dai numerosi tratti paganeggianti di questo personaggio.Tarquinio Prisco: Ad. es. piuttosto noto che il Mos di Michelangelo rappresentato con le corna intesta, tanto da rassomigliare ad un satiro o al Dio Pan. Secondo alcuni studiosi odierni, Mos, ordinandodi distruggere il Vitello d'oro e di adorare un nuovo Dio, mantiene qualcosa (una sorta di trofeo o disimbolo del potere) del vecchio Dio, che stato scalzato dal nuovo.Sipex: Nella Vulgata, traducendo Esodo 34:29, 30, 35, S.Girolamo (340-420 d.C.) , dice per tre volteche la faccia di Mos era "cornuta":Ex. 34,29 "cumque descenderet Moses de monte Sinai tenebat duas tabulas testimonii et ignorabat quodcornuta esset facies sua ex consortio sermonis Dei"Ex. 34,30 "videntes autem Aaron et filii Israhel cornutam Mosi faciem timuerunt prope accedere"Ex. 34,35 "qui videbant faciem egredientis Mosi esse cornutam sed operiebat rursus ille faciem suam si

    quando loquebatur ad eos"Il termine ebraico tradotto con cornuta KRN, da leggersi secondo tale interpretazione Keren. In epocasuccessiva, sfruttando il fatto che nell'ebraico antico le vocali venivano omesse, si prese a leggereKaran, "raggiante" o "luminosa", come traducono di solito le Bibbie di oggi. Che si tratti di un"accomodamento" successivo dimostrato dal fatto che Girolamo, se avesse potuto, non avrebbe avutodifficolt alcuna a tradurre con "raggiante", visto che l'evento narrato sarebbe andato allora a confermareci che viene detto, in occasione della trasfigurazione di Ges, proprio nei riguardi di Mos ed Elia (Luca9: 30-31) :"et ecce duo viri loquebantur cum illo erant autem Moses et Heliasvisi in maiestate et dicebant excessum eius quem conpleturus erat in Hierusalem"( Ed ecco due uomini parlavano con lui: erano Mos ed Elia, apparsi nella loro gloria, e parlavano dellasua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme).

    Girolamo dovette attenersi alla tradizione ebraica allora prevalente, nonostante le interpretazionipaganeggianti che il termine "cornuta" andava indubbiamente a favorire. Michelangelo (1475- 1564) siattenne anche lui alla tradizione e sono piuttosto ingenue certe interpretazioni estetiche moderne chevorrebero le due corna essere in realt due "raggi", stilizzati con difficolt a causa del materialescultoreo. Il Mos un autentico capolavoro ed il suo artefice non avrebbe avuto alcuna difficolt a

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    dotarlo di un'aureola al posto delle corna. Del resto il contemporaneo Concilio di Trento (1545-1563)riconferm, come versione ufficiale della Bibbia, la Vulgata di S. Girolamo. Alla tradizione si attenneanche Mark Chagall (1887-1985) che, in tre litografie, raffigura anch'egli Mos con le corna.Afrodisia: Quel che certo che con Mos venne fomentata in modo esplicito quell'obbrobrio che laguerra di religione. Egli infatti, in quell'occasione, ordin l'uccisione di quelle migliaia di uomini cheavevano cessato di credere nel dio da lui ... raccontato.

    Esodo 32,5: 26-29

    26Mos si pose alla porta dell'accampamento e disse: Chi sta con il Signore, venga da me!. Gli siraccolsero intorno tutti i figli di Levi. 27Grid loro: Dice il Signore, il Dio d'Israele: Ciascuno di voi tengala spada al fianco. Passate e ripassate nell'accampamento da una porta all'altra: uccida ognuno il propriofratello, ognuno il proprio amico, ognuno il proprio parente.28I figli di Levi agirono secondo il comando di Mos e in quel giorno perirono circa tremila uomini delpopolo. 29Allora Mos disse: Ricevete oggi l'investitura dal Signore; ciascuno di voi stato contro suofiglio e contro suo fratello, perch oggi Egli vi accordasse una benedizione.

    Mos avrebbe dovuto semplicemente vergognarsi di attribuire la volont di quell'eccidio, da lui voluto achiaro scopo di potere, al loro dio. E non fu che uno dei massacri che lui e i suoi seguaci compirono neltentativo di impadronirsi delle terre di Canaan.Non c' peggiore piaga dei monoteismi. E' troppo facile affermare: "Esiste un unico dio ed il mio!" e con

    questa scusa trucidare chi su diversa posizione religiosa.Occhi di If: Tra gli studiosi che si sono, pi o meno recentemente, occupati dell'effettiva nazionalit diAbramo si pu ricordare Flavio Barbiero, che, ne La Bibbia Senza Segreti (Milano, 1988), affronta moltitemi biblici (a cominciare dalla localizzazione effettiva di Ur dei Caldei) esponendo i suoi punti di vista inrelazione ad essi. Un punto, per, ci sembra meglio documentato degli altri, cos da non costituire unasua semplice opinione.Nel cap. 11 della Genesi viene descritta la discendenza di Sem, giungendo, alla fine del capitolo, aparlare del padre di Abramo, Terah o Tare, in questi termini:"[26]Terah aveva settant'anni quando gener Abram, Nahor e Aran.[27]Questa la posterit di Terah: Terah gener Abram, Nahor e Aran: Aran gener Lot.[28]Aran poi mor alla presenza di suo padre Terah nella sua terra natale, in Ur dei Caldei.[29]Abram e Nahor si presero delle mogli; la moglie di Abram si chiamava Sarai e la moglie di Nahor

    Milca, ch'era figlia di Aran, padre di Milca e padre di Isca.[30]Sarai era sterile e non aveva figli.[31]Poi Terah prese Abram, suo figlio, e Lot, figlio di Aran, figlio cio del suo figlio, e Sarai sua nuora,moglie di Abram suo figlio, e usc con loro da Ur dei Caldei per andare nel paese di Canaan. Arrivaronofino a Harran e vi si stabilirono.[32]L'et della vita di Terah fu di duecentocinque anni; Terah mor in Harran.La genealogia di Abramo confermata da Luca 3,34 "...figlio di Giacobbe, figlio di Isacco, figlio diAbramo, figlio di Tare, ..."Abitualmente Abramo viene considerato un beduino. Invece, osserva Barbiero: "Questo un luogocomune da sfatare. Non c' alcun riscontro. Chi apparteneva alla categoria sashu era disprezzato dallepopolazioni residenti. Invece dal Genesi risulta che Abramo viene trattato come una personalit di rango.Gli ittiti di Ebron - per esempio - si rivolgono a lui chiamandolo 'gran principe'. Lo fa pensare anche il suonome, come quello di sua moglie-sorella Sara che vuol dire 'principessa'. Abramo inoltre molto ricco,arriva in terra di Canaan con una quantit di beni e servi. Anche i suoi costumi matrimoniali - ha sposatoSara che anche sua sorella - sono quelli delle famiglie allora regnanti nel medioriente".E continua: "La Bibbia c'informa che suo padre discendeva addirittura in linea diretta da No. Eradunque capo di antica e nobile stirpe. Sappiamo inoltre che egli lascia la citt natale di Nahor (Ur) colfiglio Abramo e il nipote Lot e si trasferisce ad Harran. Alcuni anni dopo troviamo Labano, nipote diAbramo, qualificato come 'signore di Harran'. Ma questa terra - dai documenti storici - risulta essere unaprovincia dell'impero Mitanni, il cui sovrano in quell'epoca era il grande Saushsha-Tar".Barbiero perci conclude: "Vive nello stesso periodo, nato nello stesso Paese, regna sulla stessa vastaregione che comprende Nahor e Harran, ha grandi quantit di bestiame, ha le stesse consuetudini eperfino lo stesso nome, infatti la Bibbia chiama il padre di Abramo: Tare (Saushsha significa qualcosacome "il gran re"). Insomma non ipotesi troppo ardita supporre che si tratti della stessa persona"."I Mitanni sono di etnia aria" osserva ancora Barbiero. Infatti si trattava di un'aristocrazia provenientedall'Iran, che, attorno al 1500 a.C., fond il suo impero in Mesopotamia, regnando sulle popolazionihurrite.Ma, se cos , perch la Bibbia afferma, invece, che Abramo era un discendente di Sem?

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    In un sito Internet italiano di orientamento islamico (ricordiamo che gli islamici considerano Abramo "ilprimo musulmano"), abbiamo trovato la seguente giustificazione: " Tornando alla storia dell'Amico di Dio,secondo la Bibbia, il padre di Abramo si chiamava Tare, di origine ariana, capo di un gran casatodell'impero di Mitanni, quasi sicuramente identificato con il principe Mitanno Saushsha-Tar, maprobabilmente, Tare non fu il padre reale del profeta, ma forse il padre adottivo, o colui che loaddestrava, o colui presso il quale lavorava". Troviamo qui un tentativo exoterico ed erroneo digiustificare l'origine semitica di Abramo, presentandolo come figlio soltanto adottivo di un re ariano.L'errore deriva dal fatto che il testo biblico indica chiaramente che non solo Abramo, ma anche Tare e il

    padre di Tare sono discendenti di Sem. Esotericamente il testo biblico si spiega invece benissimo sesi ammette che la genealogia semitica, riportata nel cap. 11 del libro della Genesi, non indichi unafigliolanza materiale, bens una trasmissione spirituale, avente per veicolo le dinastie succedutesisoprattutto in area mesopotamica, indipendentemente dalla loro nazionalit. Cos che, quando iMitanni dominarono quell'area, la trasmissione giunse a Tare, il quale la pass ad Abramo. Dunque gliEbrei di oggi possono considerarsi etnicamente Ariani? Ed anche gli Arabi, in quanto discendenti diIsmaele, figlio di Abramo? Non crediamo proprio. Come Evola ha spesso indicato, gli Ebrei odierni sonoun tipico esempio di un miscuglio etnico, tenuto assieme da una medesima pratica religiosa. Infatti lamescolanza degli originari Mitanni con preponderanti elementi semiti (questa volta in senso etnico) ecamiti, tanto in Egitto che in Palestina, innegabile e analoghe mescolanze subirono gli Ismaeliti inArabia.Nilius: A proposito dell'arianit di Abramo, Tommaso Campanella, nell'Apologia per Galileo,

    commissionata dal Cardinale Bonifacio Caetani, che egli definisce "Patrono Rispettabilissimo delle VirtItaliche", ricorda che "gli Spartani, nel Libro dei Maccabei, vengono detti della stirpe di Abramo:infatti fino dai tempi di Abramo, di Mos e dei Giudici , gli Ebrei erano sparsi in molte parti del mondo."(vedi la "Risposta al sesto argomento"). E' evidente che gli Ebrei sparsi per il mondo all'epoca diAbramo non potevano essere quelli, ormai cananeizzati anche nei costumi, dell'epoca di Ges, benserano ariani di quello stesso ceppo mitanno, al quale forse appartennero anche gli Spartani. Allego diseguito il capitolo del Libro dei Maccabei cui allude Campanella.

    Maccabei 1 - Capitolo 12Relazioni di Gionata con Roma e Sparta[1]Ginata, vedendo che le circostanze gli erano propizie, scelse uomini adatti e li invi a Roma perristabilire e rinnovare l'amicizia con quel popolo. [2]Anche presso gli Spartani e in altre localit invi

    lettere sullo stesso argomento. [3]Partirono dunque per Roma e l entrarono nel consiglio e dissero:Ginata sommo sacerdote e il popolo dei Giudei ci hanno inviati a rinnovare la comune amicizia el'alleanza come la prima volta. [4]E i Romani diedero loro lettere di raccomandazione per le autorit deivari luoghi, perch favorissero il loro ritorno pacifico in Giudea.

    [5]Questa invece la copia della lettera che Ginata scrisse agli Spartani:

    [6]Ginata sommo sacerdote e il consiglio degli anziani del popolo e i sacerdoti e tutto il resto delpopolo giudaico, agli Spartani loro fratelli salute. [7]Gia in passato era stata spedita una lettera ad Oniasommo sacerdote da parte di Areo, che regnava fra di voi, con l'attestazione che siete nostri fratelli,come risulta dalla copia annessa. [8]Onia aveva accolto con onore l'inviato e aveva accettato la letteranella quale vi erano le dichiarazioni di alleanza e di amicizia. [9]Noi dunque, pur non avendone bisogno,avendo a conforto le scritture sacre che sono nelle nostre mani, [10]ci siamo indotti a questa missioneper rinnovare la fraternit e l'amicizia con voi in modo da non diventare per voi degli estranei; molti anniinfatti sono passati da quando mandaste messaggeri a noi. [11]Noi dunque fedelmente in tutte le feste enegli altri giorni prescritti ci ricordiamo di voi nei sacrifici che offriamo e nelle nostre invocazioni, com'doveroso e conveniente ricordarsi dei fratelli. [12]Ci rallegriamo della vostra gloria. [13]Noi invece siamostati circondati da tante oppressioni e molte guerre: ci hanno combattuti i re dei paesi vicini, [14]ma nonabbiamo voluto disturbare n voi n gli altri nostri alleati e amici in queste lotte: [15]abbiamo infatti dalcielo un valido aiuto per il quale noi siamo stati liberati dai nostri nemici ed essi sono stati umiliati.[16]Ora abbiamo designato Numenio figlio di Antioco e Antpatro figlio di Giasone e li abbiamo inviatipresso i Romani a rinnovare la precedente amicizia e alleanza con loro. [17]Abbiamo quindi dato lorodisposizioni di passare anche da voi, per salutarvi e consegnarvi la nostra lettera, riguardante la ripresa

    dei nostri rapporti e la nostra fraternit. [18]Voi dunque farete cosa ottima comunicandoci una risposta suqueste cose.

    [19]Segue ora copia della lettera che essi avevano inviato ad Onia:

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    [20]Areo, re degli Spartani, a Onia sommo sacerdote salute. [21]Si trovato in una scrittura,riguardante gli Spartani e i Giudei, che essi sono fratelli e che discendono dalla stirpe di Abramo.[22]Ora, dal momento che siamo venuti a conoscenza di questa cosa, ci farete cosa gradita scrivendocisui vostri sentimenti di amicizia. [23]Noi intanto vi rispondiamo: I vostri armenti e i vostri averi ciappartengono e i nostri appartengono a voi. Abbiamo quindi disposto perch vi sia riferito in questosenso.

    Akhenaton

    Vandermok: Tornando ad Akhenaton, Il fatto che sia spesso dipinto con una testa deforme - chericorda un insetto - o anche ermafroditico, gravido come una donna, ha un significato simbolico cheormai sfugge...Aurzi: Sono nel giusto se penso che Akhenaton veniva rappresentato con sembianze muliebri in quantoaveva raggiunto l'androginit?Vandermok: Lui e la Mitanni Nefertiti (vero nome Tadukipa: l' Egitto era multirazziale, come attestanole bionde Tuja e Nitocris) possono aver praticato qualche forma di tantrismo magico, come giHascepsut con Sen-Mut. Se l'operazione non riuscita, il corpo del sovrano pu essersi deformato.

    D'altra parte Nefertiti non era certo raffigurata androgina... Per altrettanto vero che il verismo nonesisteva, e i Faraoni erano sempre raffigurati in modo ieratico, idealizzato, simbolico; nessun elementopittorico era mai casuale. Forse l'immagine di Amarna rappresenta una sorta di parto solare del Faraone,che noto per aver instaurato il monoteismo, ma che in realt riconosceva un solo dio solo perchquesto dio era lui stesso, ipostasi sulla terra di suo padre, il sole. O forse la gravidanza maschile indica

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    un parto sul tipo di quello di Atena che esce "in armi" dalla testa di Zeus. Come ho gi detto, il parto, inquesto caso Tutankhamon, risultato un aborto, come succeder anche a Cesare e Cleopatra conCesarione. I misteri sono anche troppi, a cominciare dal rapporto del cristianesimo primitivo con l'Egittostesso.Nilius: I Faraoni erano rappresentati - come la quasi totalit dei soggetti pittorici - in modo stilizzato eperci difficile distinguere i tratti veristici da quelli simbolici. In ogni caso, erano rappresentati come essivolevano. Quale pittore o scultore avrebbe osato fare uno sgarro al Faraone? Dunque Akhenaton furappresentato come egli volle e, mentre i sovrani dell'epoca amavano farsi ritrarre in atteggiamenti

    marziali, non si ha conoscenza di reperti che mostrino Akhenaton nelle vesti di condottiero con learmi in pugno. Al contrario tutte le effigi lo mostrano come persona dall'aspetto femmineo. C'chi ha perci supposto che egli fosse omosessuale o bisessuale, ma da qui a supporre unaandrogineit spirituale ... ne corre.L'ipotesi della sua omosessualit si fatta strada anche per altri motivi. Una mummia, rinvenuta nel 1907nella tomba n.55 a Biban el-Moluk (Valle dei Re) da T.M. Davis , fu da lui e dai suoi collaboratori (tra iquali Maspero) attribuita alla regina Tiye, madre di Akhenaton (Davis, Maspero e al.: The tomb of QueenTiyi, London 1910).Tale formulazione si basava principalmente sui seguenti elementi:- il sarcofago era con ogni probabilit destinato ad una regina (Davis lo attribu alla regina Tiye, poichrinvenne nella tomba un sacello molto probabilmente destinato alla consorte di Amenofi III);- sul capo della mummia fu trovata da Davis la corona a forma di avvoltoio tipica del copricapo delle

    regine;- il corpo era composto con il braccio sinistro serrato sul petto e quello destro disteso lungo il fianco(collocazione funebre tipica delle regine o principesse). I sovrani e co-reggenti erano invece sepolti conle braccia incrociate sul petto, in modo da tenere i fregi del comando.Qualche tempo dopo l'anatomista G.E. Smith sment l'ipotesi di Davis e collaboratori, avendo rilevatoche si trattava invece di un corpo di sesso maschile, sui venti anni approssimativamente (G.E. Smith:The Royal Mummies, Cairo 1912).Perch la salma di un essere di sesso maschile era stata composta come si trattasse di una regina oprincipessa?Oggi gli studiosi sono concordi nell'identificare la mummia della tomba n.55 con Smenkh-ka-ra, probabilefratello di Akhenaton, nominato da questi co-reggente e sposo di Meriyt-Aton primogenita di Nefert-iti.I rapporti tra Smenkh-ka-ra e Akhenaton furono con ogni probabilit di tipo omosessuale . Una

    stele incompiuta, rinvenuta a Tell el-Amarna, oggi conservata a Berlino, mostra i due in atteggiamentoparticolare (Stele n. 17813 di cm. 30 ca., Staatliche Museen di Berlino). Naturalmente, a certi studiosimonoteisti e pieni di pregiudizi, ripugnava che il primo sovrano monoteista fosse stato un omosessuale eipotizzarono di tutto. Qualche studioso ha ad es. proposto che Smenkh-ka-ra non fosse fratello bensfiglio di Akhenaton, e che perci l'affettuosit esternata dal sovrano non fosse altro che l'amore di unpadre nei confronti del proprio figlio, ma tale ipotesi non poggia su alcun elemento di prova e non tieneconto che i due personaggi effigiati mostrano una minima differenza di et. Ancor pi azzardata l'ipotesi di John R. Harris condivisa da L. Borchardt, che vedono nella stele non Smenkh-ka-ra, bens laregina Nefert-iti. Newberry ebbe categoricamente a smentire tale teoria, in quanto entrambi i personaggiappaiono inequivocabilmente rappresentati con la corona reale (azzurra e doppia) di cui solo un sovranoo co-reggente aveva il diritto di fregiarsi.Smenkh-ka-ra era chiamato dal faraone, cos come appare dai cartigli, "prediletto di Akhenaton". Inoltre,Smenkh-ka-ra assunse il prenome di "Nefer-Neferu-aton" (bella la perfezione di Aton) che inprecedenza era stato attribuito a Nefert-iti (dal sesto anno del regno e fino alla morte o alla messa indisparte della regina).La volont del sovrano di dar sepoltura all'amato Smenkh-ka-ra, alla stregua della sua regina, sembra latesi pi rispondente a risolvere l'enigma della tomba n. 55.Turba Philosophorum: Il mistero della tomba n. 55 senz'altro impenetrabile, tuttavia si possonoipotizzare altri motivi che non l'omosessualit per l'attaccamento di Akhenaton a Smenkare. Si puinoltre pensare che la tomba di Smenkare sia stata riaperta per ordine della regina Nofretite,eliminando sarcofagi e sacelli e il corpo sia stato ricomposto nella positura femminile.Nilius: L'ipotesi che sia stata la volont di Nefertiti, anzich quella di Akhenaton, a far mettereSmenkhara in quella guisa non cambia la sostanza delle cose. Far seppellire Smenkhara come una

    regina, per amore (Akhenaton) o per gelosia-disprezzo (Nefertiti), indica in ogni caso la suaomosessualit e di conseguenza quella di Akhenaton. Naturalmente la tua ipotesi implica cheNefertiti fosse ancora viva e sufficientemente importante alla morte di Smenkhara e all'ascesa al trono diTutankhamon. Saprai infatti che, divenuto coreggente Smenkhara, Akhenaton divenne religiosamentemolto pi intransigente. Inoltre Nefertiti venne sostituita, nelle funzioni di regina, dalla di lei figlia

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    maggiore Meritaton. Le ipotesi degli egittologi sono assai varie e vanno dal presupporre la morte diNefertiti ad un suo esilio - per insorte divergenze con il consorte - nella "Residenza reale del Nord", ovesi trovano tracce archeologiche della sua presenza.Turba Philosophorum: Grazie della risposta, ma temo d'aver confuso Nefertiti con Nofretite.Nilius: Non vi differenza tra Nefertiti e Nofretete (o pi raramente Nofretite), trattandosi solo di diversatraslitterazione.

    Raccolta dell'uva e preparazione del vino in una pittura della tomba di Khaemwaset (figlio di Ramses III)

    G.K.: Rimanendo nel medesimo periodo, ma passando ad argomenti pi lievi, un altro enigma che si puproporre agli egittologi il seguente: "Dove si trovavano le vigne di Tutankhamon?"Gli antichi Greci, raffinati consumatori di vino, chiamavano l'Italia Enotria, cio "terra del vino". La vite(Vitis Vinifera) appartiene al genere Vitis, della famiglia delle Vitacee o Ampelidee. I reperti fossili dialcune vitacee rinvenuti a Bolca (Verona) e a Salcedo (Vicenza), risalenti al Medio Eocene (40 milioni dianni fa), furono classificati dal botanico Abramo Massalongo (1824-1860) e inseriti nel genereprovvisorio degli Ampelophyllum, nel quale distinse tre specie: moeticum, bolcense, voltianum.Recentemente sono stati ritrovati a Bolca reperti di foglie di vitacee morfologicamente pi simili ai vitignidei nostri giorni, ma classificabili ugualmente nel genere ideato da Massalongo. Diversi studiosiritengono probabile che le viti vinifere Retiche siano derivate da questa antichissima ampelidea, per poiincrociarsi con altri vitigni giunti dal bacino del Mediterraneo.La Mesopotamia la zona da cui provengono i segni pi antichi - a noi attualmente noti - dellacoltivazione della vite, risalenti al 9000 a.C. Per quanto riguarda il vino, ne sono state ritrovate tracce inun'anfora del 5400 a.C. proveniente dai monti Zagros, nell'Iran settentrionale.Nella tomba del leggendario faraone Scorpione I (3150 a.C. circa), seppellito ad Abydos e appartenentealla cosiddetta "dinastia 0" , si trovarono recipienti che recenti analisi hanno appurato essere orci davino. Dalla forma e dall'argilla usata si appurato che non erano egiziani, ma assai simili ad altri trovatisulla riva est del Mar Morto e in Transgiordania. McGovern ha calcolato che dovevano contenere circa4.500 litri di vino. L'Egitto non doveva essere climaticamente una terra molto adatta alla coltivazionedella vite, cos come non lo attualmente e perci il vino venne a lungo importato. Tuttavia ilritrovamento di affreschi - nella tomba di Nakt della XVIII dinastia (1420-1411 a.C.) con riproduzionedella vendemmia e nella tomba di Userat (regno di Amenofi II, 1450-1425 circa), con riproduzione della

    pigiatura e registrazione delle giare - fa pensare che, a quell'epoca, vi fosse gi una coltivazione locale.Tenendo conto per che i possedimenti e protettorati faraonici si estesero spesso ben oltre i confinidell'attuale Egitto, le vigne raffigurate potevano benissimo esser situate fuori del territorio egizianopropriamente detto. Altrimenti non si spiegherebbe come mai Erodoto, che fu sulle rive del Nilo tra il 449e il 450 a.C. e visit Pelusio, Bubastis, Sais, Eliopoli, Chemmis, Tebe, Menfi, Elefantina, abbia affermatoche gli Egizi normalmente bevevano birra (che egli chiama vino d'orzo) precisando che essi usavanoquesta bevanda perch nelle loro terre non esistevano viti. (1)Alcuni archeologi egiziani hanno recentemente scoperto, vicino al delta del Nilo, una citt romanarisalente al primo secolo dopo Cristo, completa dei resti di attrezzature di produzione del vino. Piprecisamente le rovine si trovano nella regione Kom Nagierea, vicino ad Alessandria. All'interno dellacitt gli archeologi hanno ritrovato un edificio rettangolare che risultato parte di una impianto per laproduzione del vino. Abbiamo perci certezza che solo in epoca romana si coltiv effettivamente la

    vite nell'Egitto propriamente detto.Nel corredo funebre del re Tutankhamon (1339 a.C.) erano incluse delle anfore contenenti vino, conriportata la zona di provenienza, l'annata e il produttore.Questi sono alcuni nomi ufficiali delle vigne di Tutankhamon (Tutankhamen, ISBN 88-734-1220-7,pagina 203):

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    - Casa di Aton - vita!, prosperita'!, salute! - del fiume occidentale- Casa di Aton del fiume occidentale- Casa di Tutankhamon - sovrano di Eliopolis dell'Alto Egitto - del fiume occidentale- etc (quasi tutte le vigne sono localizzate sul "fiume occidentale").Il problema che in Egitto non c' un fiume ad occidente del Nilo, cos che spesso il termine "FiumeOccidentale" viene corretto dagli archeologi in "Riva Occidentale". Si "aggiusta" cio la traduzione perrenderla pi credibile. Ma se i vigneti erano nella regione del Delta (ritenuta la pi adatta a talecoltivazione) il termine Riva Occidentale non ha molto significato, avendo ciascuno dei numerosi rami del

    Delta una riva occidentale ed una orientale. Qualcuno ha allora ipotizzato che le vigne potesserotrovarsi in un paese ad occidente dell'Egitto, ad es. in Italia, dove il faraone avrebbe potuto averacquistato dei vigneti o perlomeno avere ottenuto l'esclusiva sul loro prodotto.

    (1) [Nota di Frater Petrus] Il passo in Erodoto, Historiae II,77/4: "I pani che mangiano sono di olira cheessi chiamano cillesti. E bevono un vino fatto con l'orzo, perch nel loro paese non ci sono vigne.Mangiano i pesci o crudi, seccati al sole, o salati traendoli dalla salamoia".

    Tullio Quasimodo: Nell'ipotesi prospettata, cio che il misterioso "Fiume Occidentale" si trovasse inItalia, si deve ben ammettere che, per non aver bisogno di altre denominazioni, doveva trattarsi di unfiume che aveva per la penisola italica la stessa importanza che il Nilo ha per l'Egitto. Si pu percipensare al bacino del Po, l'antico Eridano. In effetti, negli anni '90, alcuni studiosi della cosiddetta

    "cultura di Golasecca" - prosperata tra il X e il V sec. a.C. a ridosso del Lago maggiore, sulle sponde diuno dei pi importanti affluenti del Po e cio il Ticino - hanno involontariamente portato alla luce alcunetombe e diversi ritrovamenti tra cui dei vasi decorati con sfingi alate e con scene di uomini e animali diperfetta impostazione egizia. Ad es. l'uomo raffigurato di profilo, ma con alcune caratteristichedisegnate di fronte e le azioni quotidiane disegnate su pi righe. Si tratta forse dei ricavati della vendita amercanti Egizi dell'antico Merlot del Ticino? O addirittura di un piccolo insediamento commerciale egizio,avente la funzione di procurare il vino del faraone? Non ci sarebbe affatto da stupirsi perch, come noto, Golasecca era proprio un nodo commerciale: gli abitanti di Golasecca facevano da tramite, per ilcommercio del sale, tra gli Etruschi e la Cultura di Hallstatt (Austria); commerciavano con il mondo greco(scambiando olio, vino, oggetti di bronzo, ceramica attica, incenso e corallo) e con i Celti transalpini,(scambiando stagno della Britannia e ambra del Baltico).

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    Pertanto il metodo "sintetico" delle Lunazioni di gran lunga superiore all'analitica "AstrologiaGiudiziaria", che invano cerca di individuare le singole influenze dei pianeti e delle "stelle fisse", per poiindustriarsi di combinarle. Essa infatti n pu conoscere tutte le influenze, n possiede veramente lachiave per combinarle.Vicario di Satana: Come Vicario di Satana... amo fare... l'avvocato del diavolo! Convincente la faccendadell' "assomma eonica", ma come la mettiamo con ... gli addirittura tre cicli, dei quali nessun "astronomoper bene" ha mai sentito parlare, che Kremmerz assegna alla Luna e ... da dove scaturisce tutto ...quelpo' po' di raccomandazioni? Come sopperire poi al fatto che l'Illustre Maestro ... morto prima di

    completare l'opera? Ma se lo acchiappo... in astrale...!Sagittario: Ti sei forse recentemente iscritto al C.I.C.A.P. ? Scherzi a parte, le tue domande sono deltutto logiche e penso che se le siano poste moltissimi studiosi di Kremmerz. Questi dice, con moltachiarezza, (vedi puntata 136 delle Lunazioni) che il ciclo autenticamente tradizionale il primo,tramandato dal sacerdozio egizio; mentre il secondo nato in Europa, in ambitoastrologico-cabalistico, tra il Medioevo e il Rinascimento, ed il terzo una raccolta di indicazioni di bassamagia, di provenienza arabo-spagnola. Il secondo ed il terzo ciclo vengono dunque dati unicamentecome documenti storici e a scopo di confronto. Kremmerz sottolinea anche il carattere astrologico e nonastronomico del ciclo. Vale a dire che egli lo presenta in modo analogo a quanto fanno i Cinesi per illoro ciclo sessantennale (basato sui cinque elementi e sui dodici animali) cio come una serie diinfluenze sottili che si susseguono ciclicamente e perci senza darsi cura dell'effetto che taliinfluenze possono eventualmente determinare in campo astronomico. Tuttavia, da parte mia, un

    contentino agli astronomi (e al Vicario) lo voglio dare: sia ben chiaro che, se cos facendo commettoerrore, esso mio e non del Kremmerz.E cosa piuttosto nota che la luna ruota attorno al nostro pianeta in un tempo stimabileapprossimativamente in 27,3 giorni (rivoluzione siderale), dopo il quale la luna viene a trovarsinuovamente nella stessa posizione dello zodiaco; mentre le fasi lunari (le pi importanti delle quali sono:novilunio, primo quarto, plenilunio, ultimo quarto) si ripetono in un tempo stimabile, sempreapprossimativamente, in 29,5 giorni (rivoluzione sinodica, detta pi semplicemente lunazione).L'approssimazione non solo dovuta ad arrotondamento, ma anche al fatto che, in un universo inevoluzione come il nostro, la luna non sempre stata alla stessa distanza della terra (attualmente sistima che si allontani di qualche centimetro all'anno) e lo stesso asse terrestre non ha sempre avutol'attuale inclinazione.Perci, dopo 27,3 giorni, la luna si ritrova nella stessa posizione dello zodiaco, ma non esattamente

    nella medesima fase. Ci si pu allora chiedere: dopo quanto tempo la luna si ritrova non solo nellastessa posizione dello zodiaco, ma anche nella medesima fase? Gli antichi sacerdoti calcolarono che ci(in base ai dati della loro epoca, di poco diversi dai nostri da me indicati) si verificherebbe dopo 337lunazioni (il periodo appunto indicato da Kremmerz per il primo ciclo), perch contemporaneamenteavverrebbero 364 rivoluzioni siderali.Gli astronomi non si sono mai posto il problema, perch sono sempre stati presi da calcoli di confrontotra cicli lunari, solari e calendario, anzich tra differenti cicli lunari. Kremmerz, d'altro canto, svincol lelunazioni dal dato astronomico, ben sapendo che, in un universo magico e perci evolutivo, calcoli basatisu dati antichi possono non essere pi attuali e gli effetti astronomici delle forze sottili essere mutevolinel tempo. D'altro canto per, aggiungiamo noi, il dato astronomico non completamente senzaimportanza, perch il giorno che il computo astronomico risultasse troppo diverso da quello dei tempi

    antichi (fortunatamente oggi lo scarto ancora minimo) si dovrebbe sospettare che, ad eventi cosmicicos diversi, corrispondano influenze sottili esse stesse molto diverse: infatti il mondo magico e percimutevole anche a livello sottile!Ci rammarichiamo ovviamente che Kremmerz non abbia completato la sua pubblicazione, ma non eral'unico membro dell'O.E. a conoscere quegli insegnamenti.Sipex: Una variante alle lunazioni kremmerziane costituita dalle lunazioni della tradizione dei nativinordamericani. La differenza pi evidente che, nelle lunazioni kremmerziane ciascuna luna inizia(come sottolinea la stessa lingua italiana) al novilunio, mentre nelle lunazioni nordameriacane l'inizio alplenilunio.Ultraviolet: Certe celebrazioni rituali (Esbat) connesse al ciclo lunare proprie di alcuni ambientineopagani (stregoneria, wicca, etc.) avvengono nella notte di luna piena che, pur rappresentando- astronomicamente - una sorta di "ciclo a met", sancisce formalmente l'inizio di una nuova Luna, cos

    come avviene nella tradizione dei nativi americani. Gli Esbat, contrassegnati da nomi molto simili a quellinordamericani, sono celebrazioni legate alla manifestazione dell'aspetto femminile del divino, della Dea.E' plausibile la scelta del momento: la luna piena, visibile, illuminata. Mi sfugge invece il motivo per cuiun'antica tradizione come quella dei nativi d'america, abbia posto l'inizio di un periodo lunare nello stessoistante in cui, di fatto, se ne manifesta il culmine

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    Sipex: Il ciclo lunare, nelle varie tradizioni, messo in relazione con vari fenomeni: ad es. il ciclomestruale femminile e il ciclo manifestazione (vita) - stato intermedio (post-mortem). Se si leggono i datiche ha raccolto Esther M. Harding, nel libro "I Misteri della Donna", si vede che, riguardo al periodo diflusso, si ha la stessa incertezza che abbiamo visto per l'inizio del ciclo lunare. Cio a dire, alcunetradizioni fanno coincidere il periodo di flusso con il novilunio - che perci "Luna nera", ma anche "Lunarossa" (1) -, mentre altre tradizioni lo fanno coincidere con la luna piena.

    (1) Da non confondersi con la Luna rossa astronomica (eclissi totale di Luna).

    Dal punto di vista della tradizione caldea, trasmessasi pi o meno modificata a tutti i popoli, ancheetnicamente non semiti (2), che regnarono in quella regione, Lilith, che ancor oggi mettiamo in relazionecon la luna nera, era anche colei che "faceva morire" i neonati. Tenendo presente che, nel flussomestruale, si disgrega un ovulo, cio un potenziale neonato, appare evidente la connessione simbolicatra Lilith e l'evento del flusso. Il che conferma l'identit Luna nera=Luna rossa. Nell'ambito di questostesso simbolismo, la Luna Piena va allora a coincidere, sempre simbolicamente, con il periodo dimassima fertilit del ciclo mensile della donna.

    (2) Come stato rilevato in questo stesso quaderno il caso, ad es. degli Ebrei.

    Il passaggio al ciclo vita-postmortem piuttosto semplice. Nella donna incinta, il flusso si interrompe e

    dopo nove lunazioni il flusso sostituito dall'evento della nascita. Dunque la nascita umana, e pi ingenerale la vita, corrispondono ai giorni di flusso e al Novilunio. Ci evidente anche da un punto divista astronomico, perch al Novilunio la luna si trova esattamente tra sole e terra, e nell'uomo vivo ilcorpo lunare globalmente inteso (perci comprendendovi il corpo mercuriale) funge analogamente damediatore tra "corpo solare" e "corpo saturnio" o terreno. Il resto del ciclo corrisponde dunque agli eventipost-mortem (perlomeno a quelli di un uomo comune). La fase di luna crescente corrisponde alprogressivo distacco dei corpi intermedi (lunare-mercuriale) dal corpo solare; separazione che perfettaal Plenilunio, infatti astronomicamente la terra viene a trovarsi tra il sole e la luna, separandoli dunquenettamente. La fase di luna calante corrisponde invece all'aggregarsi, al corpo solare, di nuovi corpiintermedi, che culmina, al Novilunio, con l'aggreggarsi di un nuovo corpo saturnio (periodo di nuovanascita-vita, umana o meno). Qui ovviamente taccio delle evidenti applicazioni ermetico-alchimiche erituali di questo simbolismo ciclico, che cos ricco e cos "logico" da farlo preferire (pur con tutto il

    rispetto) a qualunque altro simbolismo ciclico lunare, nordamericano o di altra origine.Ida La Regina: Tenendo conto che una lunazione pu iniziare nelle ore pi svariate, il primo giornodella lunazione dura 24 ore o meno? e l'ultimo?Luigi Parente: Ti riporto quanto indicato da Kremmerz in un documento autografo:" Il primo giorno di Luna comincia dall'ora in cui avviene la fase. Per esempio: facendo ipotesi che lafase del Novilunio avvenga alle 23.59 e 59 secondi del 31 dicembre, il primo giorno di Luna il 31dicembre per la durata di un secondo, mentre il secondo giorno di Luna l'1 gennaio e comincia dallamezzanotte tra il 31 dicembre e l'1 gennaio alla mezzanotte tra l'1 ed il 2 gennaio. Cos contando i Fr+sapranno fissare bene i giorni faustissimi, fausti, buoni, infausti, cattivi..."Primo Sole: Coloro che studiano o utilizzano le Lunazioni del Kremmerz sicuramente, prima o poi, sichiedono che uso debba farsi delle indicazioni relative ai giorni favorevoli e sfavorevoli di unaqualsivoglia lunazione. Tali giorni sono presenti esplicitamente in tutti i calendari antichi e in forma menoevidente nei moderni: ad es. far festa la Domenica significa implicitamente farne un giorno non idoneoalla maggior parte delle attivit lavorative e, al contrario, idoneo al riposo, allo svago, alle attivitspirituali.Se si osservano calendari antichi e moderni, si nota subito che, a seconda della tradizioneconsiderata, i giorni fausti ed infausti sono, non di rado, diversi. Ci si deve al fatto che,contrariamente all'opinione di svariati studiosi moderni, l'istituzione di tali giorni, pi che astrologica, magica, serve cio a scandire l'attivit di tutti coloro che si riconoscono in una certa tradizione,invitandoli ad atteggiamenti comuni in momenti comuni. Si rafforza cos l'eggregore della tradizionemedesima e, grazie all'identificarsi del singolo con tale eggregore, gli si offre la possibilit di attingerealla predetta forza.Prova ne che "l'Egitto degli astrologi" (3) un Egitto che appare solo in epoca greca e romana: l'Egitto

    pi antico non conobbe temi natali, n previsioni dell'avvenire basate sulle posizioni degli astri. Le formedi divinazione pi antiche erano invece legate proprio ai calendari dei giorni fausti e infausti (4): le ore, igiorni, i mesi (come risulta ad es. dai papiri del Nuovo Regno, 1580-1100 a.C.) essendo governati dadivinit-archetipi al cui comportamento era d'uopo conformarsi. Il "Ciclo Antico" delle Lunazioni delKremmerz non che uno di questi calendari. Anche nel caso dei pi antichi calendari assiro-babilonesi

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    era la sorte - "Pur" -, pi che l'astrologia, a stabilire i giorni fausti o infausti. I Greci, dal canto loro,accogliendo la credenza orientale dei giorni fausti ed infausti del mese, la giustificarono (similmente agliEgizi) richiamandosi ai giorni di nascita dei loro dei olimpici, piuttosto che al cammino degli astri.

    (3) Cos lo definisce il titolo di una celebre opera di Franz Cumont.(4) Che perci, in Occidente fino al XVI sec., furono detti, nel loro insieme, "giorni egiziaci".

    Premesso questo, si deve sapere che l'istituzione di giorni fasti e nefasti ha due livelli operativi: uno

    sociale, comune a tutti gli appartenenti ad una tradizione, e l'altro magico-teurgico, praticatospecificamente dagli iniziati. Il livello sociale particolarmente evidente se si osserva ad es. l'anticocalendario romano, i cui giorni "particolari" erano:Dies Comitialis: I cittadini potevano votare su questioni politiche o questioni di diritto penale.Dies Endotercisus: Giorno favorevole al mattino, e giorno dedicato alle assemblee di pomeriggio.Dies Fastus: Era consentito lo svolgimento delle azioni legali.Dies Nefastus : Nessuna azione legale n una votazione pubblica poteva avere luogo.Dies Nefastus Publicus : Venivano celebrate festivit religiose.Novendinae o nundinae: era giorno di mercato, si tenevano discussioni pubbliche nel Foro Romano.Per quanto riguarda il livello magico-teurgico, bisogna tener presente che i molteplici statid'animo dell'essere umano possono essere raggruppati in tre grandi tipi: neutro (Lentitudo), dibenessere (Consolatio), di malessere (Desolatio). In tutti e tre questi stati si presenta qualche difficolt:

    negli stati neutri difficile mantenere la presenza mentale a causa del torpore, in quelli di benessere facile invece che si produca attaccamento, in quelli di malessere repulsione. Obiettivo del'iniziato l'equanimit (Aequanimitas), che la presenza mentale ("separando di controllo") mantenuta, in ugualmisura, in tutti e tre gli stati. Negli stati di Lentitudo occorre infondere energia; in quelli di Consolatiobisogna non farsi trasportare dall'entusiasmo; in quelli di Desolatio non si mutano i propositi stabiliti neglialtri stati. Prima di ottenere la perfezione del separando di controllo occorre per esercizio,focalizzandosi alternativamente su uno dei tre stati. Nell'esercizio si segue proprio l'alternarsi dei giornifausti (nei quali si presta maggiore attenzione agli stati di Consolatio), infausti (nei quali si presta maggiorattenzione agli stati di Desolatio) e neutri (nei quali si presta maggior attenzione agli stati di Lentitudo). Igiorni neutri sono generalmente in maggioranza, perch la Lentitudo proprio lo stato che richiedemaggiore esercizio. Gli iniziati di una medesima tradizione, seguendo il loro calendario, si addestranonegli stessi giorni, cos da ricevere aiuto dall'eggregore collettivo. Ci valido anche per altre facolt:

    Kremmerz, ad es., citava il caso di quelle persone che, incapaci di visualizzare mentalmente in modo"pittorico", ne diventano capaci, agendo in catena con altre persone.Sagittario: Come noto le lunazioni di Kremmerz, oltre a riportare i giorni fausti e infausti, dannoindicazioni terapeutiche per la lunazione in corso. Per comprendere queste indicazioni bisogna tenerpresente il clima magico del periodo storico in cui esse nacquero. La medicina era allora (e tale ancoraper gli iniziati) un atto magico, celebrato dal medico-sacerdote, la cui volont, per una maggior efficacia,deve unirsi a quella del malato e di quanti sono interessati alla sua guarigione (familiari, amici, etc.).L'atto esterno che sanciva l'unirsi delle volont era l'azione fisioterapica (pi raramentechirurgica) o la somministrazione-assunzione di un medicamento. Tale atto esterno era semprefigurazione analogica del ristabilirsi dell'equilibrio tra il microcosmo del malato e il macrocosmo, la cuiinfluenza simboleggiata dalla lunazione in corso in quel determinato momento. A seconda dellemalattie, i possibili atti esterni erano dunque predeterminati di lunazione in lunazione. Ci avevadue vantaggi:a) Essendo uguali, a parit di malattia, tutti i riti praticati da chi adottava il medesimo calendario (medici emalati) si andava a creare una forza terapica di catena, che aumentava la loro efficacia.b) L'obbligo di differenziare i riti, a seconda della lunazione, faceva s che medici e malati nons'attaccassero a particolari terapie o medicamenti e non perdessero cos di vista che la volont magicacollettiva la principale forza curativa, della quale l'atto esterno solo il veicolo (5).

    (5) Perci, oltre ai medicamenti delle due abituali vie ippocratiche allla guarigione "contraria contraribuscurentur" (allopatia) e "similia similibus curentur" (omeopatia), si possono anche utilizzare dei "placebo".Dice riassumendo Kremmerz: "Questa la cura: una catena [magica di persone] perinfluenzare un medicamento che rappresenta un veicolo fra il malato e colui che lo d. Si

    pu dare al malato [perfino] una sostanza neutra: della mollica di pane, della farina, dellozucchero". (Conversazione del 16 Gennaio 1921 al Circolo Virgiliano-Roma)

    Avendolo dimenticato, la medicina moderna ha finito per ribaltare l'importanza delle cose, dandopi importanza alla presunta efficacia di certe terapie e medicamenti, piuttosto che alla volont di

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    guarigione. Se le cose funzionano (quando funzionano) anche cos, perch la spirituale "volont diguarire" viene surrogata dall'altrettanto spirituale "fede nella terapia": sempre lo Spirito (del medico,dell'ammalato e di tutti gli altri interessati) il principale agente della guarigione, oggi come ieri.Sipex: Gi nel periodo prealchimistico (6), gli Egizi praticarono la medicina e conoscevano lafarmacopea. La funzione di farmacista veniva generalmente svolta dai sacerdoti e dai medici.

    (6) Per i periodi in cui viene abitualmente divisa la storia della chimica si veda il quaderno dedicato allaPorta Ermetica di Roma.

    I principi attivi dei medicamenti erano di origine vegetale, animale o minerale, e non sempre ci notal'azione terapeutica. Le piante venivano impiegate in infuso, polvere, pasta, sospensione oleosa,supposte, suffumigi, lozioni, colliri...e, per questi preparati, gli Egizi si servivano principalmente digrasso, acqua, latte, vino, birra, miele. La mollica di pane, ottenuta dalla farina di frumento, serviva perla preparazione delle pillole. Nel Papiro di Ebers (scoperto nel 1862 a Tebe e datato al 1550 a. C.) sonocitati circa 900 medicamenti, molti dei quali figurano ancora nella moderna farmacopea, come latrementina , la senna (pianta dalle foglie lassative), l'olio di ricino, il timo, la celidonia. Il "paneammuffito", prescritto in altre formule, risultava efficace probabilmente per azione antibiotica. Oltreall'uso di lassativi come senna, olio di ricino e olio di castoro, era praticato l'enteroclisma con l'ausilio diun corno e impiegando, come lavanda, bile di bue, olii o sostanze medicamentose.Per combattere le vesciche delle gengive erano prescritti impiastri e sostanze da masticare, paste

    dentifrice a base di "polvere di piombo verde" [probabilmente piromorfite o clorofosfato di piombo Pb5Cl (PO4)3 ] e miele con cui strofinare denti e gengive. Sulla carie "che rode il dente sino alla carne"venivano applicate erbe aromatiche come il comino e l'incenso o il succo di cipolle e, sui denti vacillanti,la polvere d'incenso, verderame (Solfato di rame CuSO4) e terra di piombo verde. Per la dolorosissimapulpite "il divoramento del sangue nel dente" era prescritto un rimedio a base di cipolle, focaccia, pastada pane, polpa del frutto "qebu": il tutto amalgamato con acqua, da masticare per quattro giorni.Gli Egizi conoscevano vari mezzi per praticare l'anestesia. Plinio il Vecchio narra l'uso, nell' Egitto del Isecolo,