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2. PREMESSA

Nell'ambito del presente progetto preliminare per la messa in sicurezza del

costone calcareo incombente sull'abitato di Nerano, frazione del comune di

Massa Lubrense, è stata redatta la seguente relazione geologica preliminare;

In progettazioni del genere la relazione geologica preliminare, i rilevamenti e

le considerazioni tecniche che ne scaturiscono devono fornire le indicazioni

giuste al progettista, affinché, lo stesso possa individuare la tipologia delle

opere a farsi, nel pieno rispetto delle disposizioni legislative in materia di lavori

pubblici.

Foto 1. Panoramica del costone oggetto d'intervento, con il centro abitato di Nerano,

immediatamente al di sotto.

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Pertanto in questa prima fase è opportuno individuare le problematiche che si

rilevano sul versante, correlandole con le condizioni geologico — strutturali

dell'intero ammasso roccioso, nonché gli eventuali rapporti che possono

coesistere tra le coltri di copertura ed il substrato calcareo sottostante.

Il centro abitato di Nerano è ubicato sul versante meridionale del territorio

comunale di Massa Lubrense, di cui è frazione; in effetti, l'abitato ricade

all'interno dei bacini minori della Costiera Amalfitana, quelli che trovano recapito

nel Golfo di Salerno. La maggior parte del centro abitato è posta in destra

idraulica rispetto al Rivolo Cantone, ad una quota di circa 170 m.s.l.m., avendo

come punto di riferimento la piazzetta attraversata dalla SP Termini — Marina

del Cantone.

Lo studio sull'area ha avuto inizio con la raccolta della cartografia di base,

grazie alla quale è stato possibile programmare ed eseguire una serie di

sopralluoghi conoscitivi sul sito, durante questi primi sopralluoghi sono risultate

di notevole importanza le notizie storiche raccolte dagli abitanti del centro.

Successivamente queste notizie sono state verificate sulla cartografia

tematica predisposta dall ex Autorità di Bacino Regionale Destra Sele, che ha

predisposto alcuni elaborati nella fase propedeutica alla stesura del Piano

Stralcio per l'Assetto Idrogeologico del Territorio. Quest'ultima cartografia è stata

verificata criticamente con i dati in possesso dell'Amministrazione Comunale

(ordinanze di sgombero, ordinanze di chiusura della strada, comunicazioni del

Genio Civile, ecc.) e di altri Enti che si sono occupati dei dissesti del Monte San

Costanzo.

La fase di raccolta dati è stata completata da un ulteriore approfondimento in

situ, durante il quale sono state rilevate le condizioni del versante sia dal punto

di vista geolitologico, che da quello geomorfologico; in particolare, seppur senza

usufruire dell'ausilio dei rocciatori (attività da prevedere in fase di elaborazione di

progetto definitivo) sono state rilevate le condizioni di fratturazione dell'ammasso

calcareo, nonché le opere provvisionali e/o strutturali che, nel corso degli ultimi

decenni, l'Ufficio del Genio Civile di Napoli ha posto in essere per mitigare il

rischio da caduta massi sulle abitazioni ed infrastrutture della frazione di Nerano.

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Terminate le fasi di rilevamento e raccolta dati è stata predisposta la

presente relazione geologica preliminare, contestualmente agli altri elaborati

progettuali.

La presente relazione geologica fornisce anche le prime indicazioni sulle

indagini in situ, propedeutiche alla redazione del progetto definitivo, oltre che

fornire primi suggerimenti ed allegati cartografici per la verifica della

compatibilità idrogeologica delle opere a farsi.

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3. INQUADRAMENTO GEOLOGICO E GEOMORFOLOGICO

Il territorio comunale di Massa Lubrense, all'interno del quale ricade la

frazione di Nerano, è ubicato sull'unità geologico — strutturale dei Monti

Lattari. Essi sono essenzialmente costituiti da un basamento calcareo

attribuibile al Cretacico, ricoperto sia da depositi marini dell'Oligocene, sia dai

depositi piroclastici provenienti dalle eruzioni dei centri eruttivi campani.

Il basamento calcareo, che risalta dalle ampie superfici tettoniche di colore

bianco, è costituito dai depositi marini di piattaforma profonda. Essi in

particolare si presentano bianco — cerei, sub — cristallini in formazioni di

notevole spessore. All'interno di queste stesse formazioni calcaree si

rinvengono numerosi fossili come Brachiopodi, Gasteropodi, Orbitoline, ecc.,

che permettono una datazione quasi certa di questi calcari.

Sovrapposti al basamento calcareo vi sono, in chiara discordanza, i terreni

ascrivibili all'Oligocene, soprattutto nella zona di Massa Lubrense, quella

altimetricamente più bassa dell'intera dorsale sorrentina; gli stessi presentano

certamente spessori più significativi, dell'ordine anche di diverse centinaia di

metri.

I terreni piroclastici, generalmente poco coerenti, ricoprono quasi tutta la

"geostruttura" dei Monti Lattari ma con spessori decisamente inferiori, e che

solo nelle depressioni raggiungono spessori di qualche metro; queste coltri di

copertura si sono evidentemente depositate su vecchie superfici di

spianamento morfologico, da cui deriva la discordanza stratigrafica di cui

sopra.

A questa sommaria descrizione geolitologica fa eccezione la cosiddetta

"Baia di Sorrento" caratterizzata da un potente basamento in tufo pipernoide

"campano" con struttura a fiamma, il quale si presenta molto coerente e

raramente con fratture colonnari le quali possono interessare, per l'intera

lunghezza, il costone tufaceo gettante a mare.

Particolare importanza assume sui Monti Lattari il controllo strutturale

dovuto alle numerose faglie dirette con direzione appenninica ed anti

appenninica; si riscontra quindi un maggiore abbassamento partendo da

Salerno verso Punta

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Campanella. Le linee tettoniche delineano pertanto un controllo strutturale

sull'evoluzione della costa, sulla geomorfologia e sull'idrogeologia, creando, con le

faglie tamponanti piccoli bacini idrogeologici.

Proprio nell'analisi dei fenomeni da crollo è di fondamentale importanza lo

studio delle lineazioni strutturali tettoniche, giacché, spesso queste rispecchiano le

direzioni principali delle famiglie di fratture che si rilevano sui costoni calcarei della

Penisola Sorrentina.

Figura 1. Schema strutturale dei Monti Lattari.

In virtù di ciò, la circolazione idrica sotterranea dei Monti Lattari, è

caratterizzata dalla presenza di una importante e produttiva falda basale che

trova recapito in mare dando luogo a numerose sorgenti sottomarine.

Solo dove affiorano le arenarie e gli argilloscisti dell'Oligocene si ha la

presenza di una falda più superficiale, la quale dà luogo a numerose sorgenti

certamente meno produttive di quelle che attingono da bacini idrogeologici

calcarei.

Morfologicamente le pendenze sono condizionate dagli affioramenti litologici,

infatti, ove si rileva la presenza dei calcari, la pendenza è elevata, e gli stessi

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costoni, quasi sempre fratturati, danno luogo ad evidenti fenomeni di crollo e/o

ribaltamento dei materiali litoidi.

Dove invece affiorano i materiali terrigeni flyschioidi, le pendenze sono meno

accentuate, e gli stessi terreni presentano un reticolo idrografico più articolato.

Per quanto riguarda i fenomeni franosi in generale, sull'intera dorsale

Sorrentina si sono verificati, nei tempi storici recenti, numerosi dissesti. Questi, in

effetti, si ripetono con una certa continuità per una serie di cause che possiamo

definire "predisponenti" (geologiche, geomorfologiche, idrauliche) e

"determinanti", come azioni antropiche (strade, disboscamenti, ecc.).

I fenomeni che si presentano in costiera sono di diverse tipologie, si passa

dalle colate rapide che interessano le piroclastiti su calcari ai crolli negli stessi

calcari degradati, agli scorrimenti rotazionali, anche di notevoli dimensioni, che si

verificano nel flysch arenaceo di Massa Lubrense e dintorni.

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4. GEOLOGIA E GEOMORFOLOGIA DELL'AREA

La frazione di Nerano è ubicata in un sito particolarmente interessante dal

punto di vista geologico, caratteristica che, tra l'altro, ha condizionato la stessa

evoluzione geomorfologica del paesaggio.

Difatti il centro abitato è posto in prossimità del limite geologico — strutturale

che delimita i calcari e calcari dolomitici del Monte San Costanzo ad Ovest e

l'alternanza di marne argillose, argille (in profondità) ed arenarie ad Est. Pare

evidente che lo stesso contatto, non ben definito sul terreno, è da attribuire

all'evoluzione più strettamente tettonica delle formazioni, che non a quella più

semplicemente stratigrafica.

Nelle vicinanze, inoltre è facile rilevare la presenza di piroclastiti da caduta

poco rimaneggiate, provenienti dai centri eruttivi campani, tali depositi si

trovano sui pianori dei versanti circostanti e lontani dai corsi d'acqua, dove gli

stessi non hanno potuto convogliare i materiali terrigeni a valle.

Foto 2. Particolare dell'ammasso roccioso con le caratteristiche macro - lineazioni aventi direzione NE - SW.

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Scala 1:2.000

Ubicazione area d'intervento

Calcari e calcari dolomitici

Marne argillose, argille ed arE

Fonte: Carta Geolitologlca

Piano Stralcio per l'Assetto Idrogeologico Autorità di Bacino Regionale Destra Sete Studio Geologico - Tecnico allegato al P.R.G.

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Oggetto di questa progettazione è la messa in sicurezza del costone che, per

semplicità, definiremo calcareo; anche perché la tipologia di dissesto che ne

scaturisce, è tale da provocare grave rischio per la pubblica e privata

incolumità.

Foto 3. Particolare che mette in risalto le condizioni di rischio cui è soggetto il centro abitato.

Le attività di rilevamento hanno messo in risalto l'elevato grado di

fratturazione di questo versante del Monte San Costanzo, caratteristica che

risulta ben evidente dalle fotografie allegate, sulle quali è facile notare alcune

macro — lineazioni aventi direzione NE — SW.

Ad entrare nel dettaglio questa direzione di fratturazione è parallela alle

lineazioni principali tettoniche che caratterizzano l'estremo lembo della Penisola

Sorrentina; inoltre a queste macro — lineazioni si associa un'altra famiglia

principale di fratturazione, ortogonale alla prima. L'intersezione delle due

direzioni delimita volumi di roccia a forma di parallelepipedo allungati in

direzione verticale. Il rilievo sulla parete mette in risalto sia grossi blocchi, sia

materiale lapideo di più piccole dimensioni, casistica dimostrata anche dalle

lo

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STRALCIO AEREOFOTOGRAMMETRICO 1:2.000

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Notizie storiche reperite in situ, dove si hanno notizie sia di grossi blocchi

(fino a qualche mc), che di più piccoli (qualche decimetro cubo) rotolati a valle.

Gli eventi accaduti parlano di grossi blocchi che si sono fermati nei pressi

delle abitazioni all’interno della piazzetta, viceversa quelli di qualche dm3 hanno

addirittura invaso la sede stradale ed i terrazzi delle abitazioni più prossime al

centro.

Ad aggravare le condizioni di pericolosità del versante, e quindi di rischio per

il nucleo urbano, vi è la coltre piroclastica instabile che giace all'interno di una

concavità, rivolta proprio verso Nerano. La coltre giace su pendenze elevate e,

in ogni caso, critiche a tal punto da far presagire la possibilità che possa dar

luogo ad una colata rapida di fango su versante aperto. Questa stessa

superficie, inoltre, rappresenta il piano di scivolamento principale dei massi che

rotolano verso valle (vedi i massi calcarei, anche di notevoli dimensioni, che

giacciono sulla coltre).

Foto 4. La supeficie alla base del versante costituita dalla coltre piroclastica, invasa da una gran

quantità di massi provenienti dalla parete sub - verticale.

Dal punto di vista morfologico l'abitato di Nerano è altrettanto interessante,

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difatti, per alcuni versi, è considerato un caso di studio per molte fenomenologie.

Come si può notare dallo stralcio planimetrico allegato alla presente relazione,

l'area è attraversata da varie fenomenologie di dissesti; il flysch è caratterizzato

da scorrimenti e colamenti lenti, accentuati anche dalla vicinanza del corso

d'acqua, che scalza al piede le coltri argilloso — arenacee.

Il versante Sud, al contatto tra calcari e lo stesso fiysch, è caratterizzato dalla

presenza di una sottile coltre di copertura piroclastica, che da luogo a colate

rapide di fango definite quiescenti (Carta Inventario Fenomeni Franosi Piano

Stralcio per l'Assetto ldrogeologico del Territorio — Autorità di Bacino Regionale

Destra Sele).

Infine il versante oggetto di questa progettazione, in materiale calcareo, soggetto

a fenomeni di crollo. La fenomenologia è da ascrivere all'intenso grado di

fratturazione della roccia, dovuta alle caratteristiche geologiche del sito, nonché

all'esposizione dello stesso versante agli agenti atmosferici (cicli gelo — disgelo,

precipitazioni, vento, ecc.), a ciò va aggiunta l'azione disgregatrice degli apparati

radicali, che giacciono all'interno delle fratture, lungo tutto il versante, dove si è

accumulato una sottile coltre di suolo agrario.

È possibile suddividere il versante oggetto di messa in sicurezza in due parti,

costituenti° altrettanti sottosistemi, con caratteristiche geologiche e

geomorfologiche diverse, sulle quali è possibile intervenire con modalità

completamente diverse.

La prima parte, quella più a monte, delimitata tra la quota di circa 425 m.s.l.m. e

fino a 275 m.s.l.m., ove è presente la parete sub — verticale in calcari con sistemi

di fratture ortogonali tra loro, e zona di alimentazione dei blocchi lapidei, che

invadono periodicamente le case e le strade del centro storico di Nera no.

La seconda parte, quella più a valle, tra la quota 275 m.s.l.m. e fino alla stradina

che costeggia, a monte, il centro abitato, impostata sull'isoipsa di 200 m.s.l.m.

Lungo la fascia pedemontana affiora la coltre detritica, costituita da materiale

calcareo, immerso in un'abbondante matrice sabbioso — piroclastico; tale

deposito deve considerarsi sciolto.

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La parete sub — verticale è soggetta a fenomeni di crollo, gli eventi verificatisi

negli ultimi anni citano di blocchi lapidei di varie dimensioni, prima delle opere

provvisionali realizzate dall'Ufficio del Genio Civile di Napoli, si registravano crolli,

anche di notevoli dimensioni, successivamente, dopo la messa in opera della rete

di protezione metallica, in aderenza alla parete, i blocchi rilevati a valle non

superano qualche decina di centimetri cubi. In ogni caso, sulla parete sono ben

visibili alcuni massi di notevoli dimensioni, con evidenti fratture verticali, che

fanno presagire il rotolamento dei massi sulle case del centro.

La coltre detritica, invece, presenta le classiche strutture a mammelloni,

caratteristica di movimenti lenti verso valle, tuttavia la stessa superficie, allo stato

attuale, rappresenta un piano inclinato, ideale per il rotolamento dei massi. La

coltre detritica è contenuta a valle, in prossimità della stradina che la costeggia,

da una gabbionata metallica che, in più punti, presenta segnali di spanciamento.

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5. OPERE DI MITIGAZIONE A PROTEZIONE DELL'ABITATO!

Le problematiche relative ai fenomeni da crollo, che si manifestano lungo il

costone roccioso che incombe sull'abitato di Nerano, sono note fin dai primi

insediamenti sull'area, ma i problemi si accentuano durante gli anni '80,

quando, grazie anche al sisma del 23 novembre 1980, alcune masse rocciose

vengono scosse dall'evento tellurico, aggravando ancora di più la loro

condizione di equilibrio instabile.

Da quel periodo in poi, si registrano numerosi crolli di blocchi, con

dimensioni variabili da alcuni dm3 a qualche m3. Tale situazione induce gli

Enti preposti alla tutela della pubblica e privata incolumità ad agire per ridurre

il rischio da caduta massi cui sono sottoposti gli abitanti di Nerano e chi

attraversava la zona per raggiungere la spiaggia di Marina del Cantone.

In tal senso l'Ufficio del Genio Civile di Napoli aveva, prima degli anni '80,

realizzato una gabbionata metallica per contenere la coltre detritica che

incombe sulle abitazioni più prossime al versante, e ad una barriera paramassi

per contenere gli eventuali massi che provenivano dal disfacimento della rupe

rocciosa. In ogni caso, i crolli si ripetevano con la stessa continuità di prima,

soprattutto in concomitanza con le forti piogge o con i periodi estivi ed

invernali, quando le condizioni meteoriche sono estreme.

Per ovviare, almeno in parte a questi problemi, l'Ufficio del Genio Civile di

Napoli predispose un progetto generale per la sistemazione definitiva di tutto il

costone, ma ulteriori avvenimenti costringono l'Ente regionale ad accelerare i

tempi e ad eseguire un primo lotto di circa 1 miliardo di vecchie lire; questo I

lotto consiste nella messa in opera do rete di protezione metallica ed in

aderenza alla parete rocciosa. L'intervento mitiga il rischio solo per una piccola

parte del centro abitato, escludendo dal proteggere la maggior parte della

frazione, ovvero tutta l'area retrostante la piazza e comprendente le vie

Grottone, Fontana di Nerano, ecc.

È opportuno precisare che tutte le opere, finora eseguite, non hanno

eliminato il rischio da fenomeni di crollo, in quanto ad esempio le opere, di cui

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poc'anzi, hanno rivestito sempre carattere di somma urgenza, e quindi devono

essere considerate provvisionali. Tali interventi venivano eseguiti solo per

rendere praticabile la strada che conduce a Marina del Cantone e per non

svuotare l'intero centro abitato.

A ciò si aggiunga che le varie ordinanze di sgombero emesse dal 1981 ad

oggi, non sono state mai rimosse, giacché le opere sono considerate

provvisionali.

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6. INDICAZIONI SULLE TIPOLOGIE D'INTERVENTO!

Le condizioni geologiche e geomorfologiche condizionano le scelte sulle

tipologie da adottarsi, al fine di mitigare e/o eliminare il rischio all'interno dei

centri abitati. Le indicazioni da seguire devono in primo luogo rispettare la

logica della buona tecnica operativa, oltre che ottemperare le indicazioni

contenute all'interno del Piano Stralcio per l'Assetto Idrogeologico del

Territorio, redatto, per questa parte della Campania dall'Autorità di Bacino

Regionale Destra Sele.

L'analisi contenuta in questa relazione geologica preliminare ha reso

evidenti due problematiche principali:

l'instabilità del costone roccioso;

la necessità di stabilizzare la coltre detritica.

La tecnica più usata in Penisola Sorrentina, tra l'altro accettata anche in

sede di parere ambientale, è la messa in opera di rete metallica di protezione

in aderenza alla parete, ed ancorata con una maglia di tiranti e funi di acciaio

che saranno definite durante le successive fasi di progettazione. Al fine di

eliminare il rischio, è consigliabile che si predisponga una barriera paramassi

alla base del versante, in prossimità della strada che costeggia a monte il

centro abitato di Nerano; tale opera avrebbe il compito di proteggere le

infrastrutture a valle anche dai blocchi di piccole dimensioni. Infine, sulla

parete, per i massi più grandi è prevista la chiodatura con tiranti in acciaio e

piastra metallica di ancoraggio.

Altra problematica non sfuggita a questa fase di analisi è l'instabilità della

coltre detritica, soprattutto accentuata dal ruscellamento delle acque piovane.

È possibile pensare, su quest'area, un intervento che faccia uso delle tecniche

d'ingegneria naturalistica, in virtù dello spessore e delle caratteristiche del

deposito terrigeno si può scegliere una palificata o una viminata.

L'opera di stabilizzazione della coltre andrebbe completata con un canale di

guardia, possibilmente in legname e pietrame, che raccolga le acque

ruscellanti a monte ed eviti l'erosione dei terreni di copertura.

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Tutti gli interventi previsti devono tener conto del fatto che, ai sensi del Piano

Urbanistico Territoriale l'impatto delle opere deve essere minimo, anche perché

l'area ricade all'interno della Zona Territoriale 13 — Risorse Naturali Integrali

della pianificazione di cui sopra.

La rete metallica e le tecniche di ingegneria naturalistica sono tipologie di

opere, previste dalla normativa vigente.

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7. CONCLUSIONI

Il presente elaborato è parte integrante del progetto di completamento per la messa

in sicurezza del costone, incombente sul centro abitato di Nerano. La relazione

geologica preliminare, oltre ad essere un elaborato che ottempera alla legislazione in

materia di lavori pubblici (L. 109/94 e s.m.i.; D.P.R. 554/99), fornisce utili indicazioni

al progettista circa l'analisi delle problematiche rilevate, nonché sulla tipologia di opere

a farsi.

La redazione del presente elaborato, e contestualmente di tutta la

progettazione ha seguito delle fasi operative che è possibile sintetizzare:

Acquisizione atti amministrativi;

Raccolta dati e cartografia di base;

Acquisizione cartografia tematica;

Sopralluoghi e rilievi in situ;

Verifica critica dati raccolti;

Redazione elaborati progettuali.

L'analisi geologico — tecnica permette di dare utili indicazioni anche alla fasec definitiva

della progettazione, nel corso della quale si acquisiscono tutti i pareri di competenza,

in particolare, già previste nel quadro economico generale, vi sono le spese da

sostenere per l'esecuzione delle seguenti indagini e rilievi:

Ispezione e rilevamento in parete con l'ausilio dei rocciatori;

Aereofotogrammetria terrestre.

Queste ed altre indagini in situ dovranno stabilire i seguenti parametri 'ingresso, per

usufruire di appositi software:

Parametri geomeccanici:

Indice di instabilità della zona di distacco; Volume possibile del crollo per evento;

Volume del masso in rotolamento.

Parametri geomorfologici:

Altezza della scarpata rocciosa;

Lunghezza del pendio

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