2 maggio 2015. Festa bianconera per la consegna della Coppa … · 2016. 12. 6. · c’è solo...

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2 maggio 2015. Festa bianconera per la consegna della Coppa dello scudetto.

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2 maggio 2015.Festa bianconera per la consegnadella Coppa dello scudetto.

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I colori della vittoria I colori della vittoria

Campionato 2014-15

E sono quattro! Il poker tricolore è servito. Ancora una volta con largo anticipo. E’

di Arturo Vidal il gol-scudetto contro la Sa-mpdoria alla 34’ giornata, 2 maggio 2015. Nessuno ha resistito agli strappi juventini. Neppure la Roma di Garcia e Totti, seconda ancora una volta. Eppure la stagione era partita con una scossa tellurica del mas-simo grado: l’addio improvviso di Antonio Conte a ritiro estivo appena iniziato. Il cielo del popolo bianconero si incupisce. Anche perchè il nome del sostituto, Massimiliano Allegri, scatena contestazioni e polemiche, sterili quanto prevenute. Non proprio l’at-mosfera giusta per l’assalto al quarto titolo consecutivo. Ma il mister livornese è uomo intelligente e tecnico capace. Assorbe tutto, valorizza al meglio il lavoro del suo prede-cessore e gradatamente inserisce elementi nuovi nel gioco e nella gestione dello spo-gliatoio. E la Juventus vola. Carlitos Tevez segna venti gol. L’Apache è l’uomo in più, il trascinatore, il vero numero 10. Ma non c’è solo lui. C’è Pirlo che regala lampi di classe purissima e reti pesanti come quella nel derby d’andata a pochi secondi dal-la fine. C’è il giovanissimo Alvaro Morata, uno dei volti nuovi, il vero crack della stagione, un centravanti di li-vello internazionale. C’è Paul Pogba, ancora più spetta-colare e concreto. Ci sono i califfi della difesa da Bonucci a Chiellini, passando per Lich-steiner e Barzagli. Gigi Buffon è la granitica certezza. Marchisio è al top anche quando gioca da regista. Vidal è la solita furia. Il nuovo acquisto Evra è l’esperienza e il carisma. Pereyra, il guastatore sempre utile. Llorente garantisce gol e lavoro spor-co. Ma su tutto e tutti c’è il lavoro di Max Allegri e della società. Perchè l’unica cosa che conta è la vittoria. E sono 31 scudetti, due in più per il popolo bianconero.

Massimiliano Allegri e Armando Pic-chi. Max & Armandino. Dopo 36

anni un altro livornese sulla panchina della Juventus. Estate 1970. Italo Al-lodi, General Manager bianconero ha l’idea di affidare la panchina ad Ar-mando Picchi, 35 anni appena. L’ex libero della Grande Inter nei suoi primi approcci da tecnico ha incantato. Allodi lo conosce benissimo dai tempi del-la comune esperienza nerazzurra. E’ pronto a scommettere su di lui. Picchi ha sicuro carisma, capisce di calcio ed è un vincente. Armandino ha una rosa di giocatori in erba, in gran par te un-der 25. Semina benissimo. Pur troppo il destino gli toglierà la gioia di vedere i frutti del suo lavoro. Il cielo lo rapisce il 26 maggio 1971. A lui verrà intitolata una squadra di calcio nella sua Livor-no: l’Armando Picchi. Dove a metà anni ‘80 giocherà anche un promettente Massimiliano Allegri.

MAX & ARMANDINO

Armando Picchi, a Villar Perosa nell’estate 1970.

Massimiliano Allegri, in trionfo dopo la conquista dello scudetto.

Torna il classico blu per la divisa di riserva stagione 2014-15. Paricollo bordato di giallo; sul davanti spiccano tre grandi stelle tono su tono.Lo scudetto tricolore è ancora una volta posizionato al centro, mentre ai lati trovano spazio il simbolo societraio ed il logo dello sponsor tecnico.

SECONDA MAGLIA F

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PRIMA MAGLIA

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Arturo Vidal, il colpo di testa vincente.

Ad inizio stagione nomi e numeri sono di colore giallo, per poi tingersi di nero. F

Ultimo anno di Nike.Le strisce bianconere si allargano e sono sfalsate rispetto a quelle del retro, chiaro richiamo alle maglie degli anni ‘90.Il colletto di colore nero è chiuso da un triangolino elastico. All’interno del collo compare la scritta “Fino alla fine”, il motto scelto dalpopolo juventino.. Lo scudetto è posizionato al centro.

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I colori della vittoria I colori della vittoria

Coppa Italia 2014-15

Inizia a gennaio il cammino della Ju-ventus in Coppa Italia, dagli Ottavi di

finale. E’ questa la formula. Le squadre sono divise in fasce di merito. Le teste di serie, e la Juve è tra queste, entra-no in gioco a metà percorso. Il debutto per i bianconeri, vestiti con il blu della seconda maglia, è allo Stadium, il 15 gennaio 2015, contro il Verona. Gara secca per l’accesso ai Quar ti. La Juven-tus è già campione d’inverno con un turno di anticipo. Allegri si affida a chi viene impiegato meno in campionato. A par tire dal vice Buffon Marco Storari, por tiere di coppa. Spazio anche per Giovinco, ormai prossimo ai saluti. 6-1: questo dicono i novanta minuti contro gli scaligeri. Più duro l’ostacolo-Parma nei Quar ti, con il gol-par tita di Morata che arriva all’89’. Quindi c’è il doppio confronto in semifinale con la Fioren-tina. A Torino i bianconeri scherzano e i viola vincono per 2-1. A Firenze la Juventus non scherza più e asfalta la squadra di casa con un 3-0 che non lascia nessun dubbio sulla forza e sul carattere degli uomini di Allegri. La finale è conquistata. Si gioca all’Olim-pico di Roma, mercoledì 20 maggio 2015. L’avversario è la Lazio di Stefano Pioli. Gara unica, con supplementari e rigori se necessario. Davanti a Storari la Juve schiera tutti i big. Par te for te la Lazio che passa in vantaggio al 4’. Chiellini aggiusta tutto all’11’. L’equili-brio regge per tutti i novanta minuti. Si va all’extra-time. E la Juve pesca il jolly Matri. Il bomber di scor ta, tornato in bianconero al mercato di gennaio, è in campo dall’84’. La sua zampata nel pri-mo tempo supplementare è vincente. E’ il gol del definitivo sorpasso. E’ la rete che vale la conquista della Coppa Italia. La decima, per un successo che in casa bianconera mancava da venti anni.

T redici minuti. Dal 55’, gol del pareg-gio di Morata, al 68’, nuovo vantag-

gio del Barcellona con Suarez. In quei tredici minuti il popolo bianconero ci ha creduto davvero. Lasciamo stare che su Pogba c’era rigore e che sulla ripar-tenza è arrivato il 2-1 per loro, questi sono dettagli. Ci abbiamo creduto sul serio perché la Juventus faceva sul se-rio e gli avversari si sono impauriti sul serio. Tutto questo a Ber lino, il 6 giugno 2015, nella finale di Champions. Contro Messi, Neymar, Suarez, Iniesta, Piquè, il meglio del meglio del calcio mondiale. Tredici minuti, mille secondi. E la sensa-zione, netta, concreta, tridimensionale, che la Coppa dalle grandi orecchie po-tesse veramente essere adornata dai nastrini bianconeri.

IL SOGNO CHAMPIONSIn piedi da sinistra: Lichtsteiner, Barzagli, Morata, Pogba, Bonucci e Buffon. Accosciati: Marchisio, Evra, Pirlo, Vidal e Tevez.

LA JuVENTuS SCHIERATA PER LA FINALE DI CHAMPIONS LEAGuE CONTRO IL BARCELLONA

TERZA MAGLIA

Il verde scelto dalla Nike è un omaggio alla maglia di riserva in uso negli anni ‘50.Colletto in stile “polo”, lo scudetto è cucito sulla destra sopra il logo dello sponsor tecnico. Sulle maniche e lungo i fianchi scorre un’elegante linea di colore nero.

Alvaro Morata, il suo gol nella finale.Marco Storari,

64 presenze nella Juventus dal 2010 al 2015.

Claudio Marchisio,cresciuto nelle giovanilibianconere. Dal 2005ad oggi ha collezionato340 presenze con 35 gol.

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La Juventus 2015/16: cinque scudetti consecutivicome i bianconeri del “Quinquennio” degli anni Trenta.

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I colori della vittoria I colori della vittoria

Supercoppa Italiana 2015 ADIDAS: TRE STRISCE E TRE STELLE

8 agosto 2015. In Italia sono le due del po-

meriggio. Per la Juven-tus volata in Cina è già tempo di coppe. A Shan-ghai sfida la Lazio. In palio c’è la Supercoppa Italiana. Primo obbiettivo stagionale. Prima tappa da vincere. Non sarà facile. La Juventus ha cambiato pelle. Sono andati via Andrea Pir lo e Car litos Te-vez. A loro si è aggiunto Ar turo Vidal. Tre colonne. La società, tuttavia, non si è fatta trovare impreparata. Marotta e Paratici si sono assicurati campioni come Mario Mandzukic, Sami Khedi-ra e il brasiliano Alex Sandro. Hanno puntato sull’attaccante Simone Zaza. Hanno ripor tato a Torino il difensore Daniele Rugani. Hanno acquistato il francesce Lemina, il brasiliano Herna-nes e il funambolico Juan Cuadrado. Ma soprattutto hanno investito sul miglior prospetto del campionato italiano, e non solo: Paulo Dybala, classe 1993. Un attaccante dal talento straripante. 8 agosto 2015. Il primo momento della verità arriva presto. La Lazio è temibi-le, ma la Juventus è superiore a tutto. Buffon e compagni vogliono iniziare la stagione sollevando la prima Coppa. E l’obbiettivo è raggiunto, nonostante le assenze di Morata e Khedira. Il netto 2-0 matura nel secondo tempo. I gol sono di due dei volti nuovi, forse quel-li più attesi. Mario Mandzukic apre al 69’ con un perentorio colpo di testa su cross di Sturaro. Paulo Dybala, in cam-po da poco più di dieci minuti, raddop-pia al 73’: sinistro di prima intenzione da centro area su deliziosa imbeccata di Paul Pogba. E Gigi Buffon alza al cie-lo la Supercoppa italiana. E’ la settima volta, un nuovo primato per la Juventus che ne ha vinte più di tutti.

L ’annuncio del matrimonio tra Ju-ventus e Adidas era stato dato con

abbondante anticipo. La data delle noz-ze era stata fissata per il primo luglio 2015. Una data storica per una novità assoluta. L’unica eccezione, 40 anni prima, la maglia verde di Zoff, ma quel-la fu una divisa ad personam. Ci siamo: viene sollevato il velo sulle prime ma-glie bianconere con le tre righe sulle spalle. In origine c’era la Kappa, poi c’è stata la parentesi Lotto, quindi la Nike. Ed ora il colosso tedesco fondato da Adi Dassler. Prima maglia classica, se-conda rosa, terza nera con bordi d’oro. Per nuovi traguardi e vittorie. E sullo stemma sociale brillano per la prima volta le tre stelle dorate.

SECONDA E TERZA MAGLIA

Terzo “double” nella storia della Juventus e tre diverse soluzioni per la disposizione dello scudetto e della coccarda tricolore. La prima volta (1960-61) i simboli delle vittorie furono cuciti sotto l’unica stella.Nel 1995-96 lo scudetto è posizionato sulla sinistra sormontato dalle due stelle, mentre la coccarda della Coppa Italia è sul lato opposto appena sotto il logo dello sponsor.Con l’Adidas lo scudetto è al centro; il cerchietto tricolore è collocato sopra il marchio dello sponsor tecnico.

PRIMA MAGLIAScollo a V bianco, undici

sottili righe sul fronte che richiamano la mitica divisa degli anni Settanta.Sulle spalle corrono le tre righe Adidas. Nomi e numeri neri in campo bianco.

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Gigi Buffon, solleva la settima

Supercoppa Italiana.

STELLE, SCUDETTO E COCCARDE NEL TEMPO

Girocollo per entrambe, la seconda è rosa nel ricordo della prima divisa ufficiale.La terza è nera, con bordi e stemma sociale color oro.

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Sulla banda nera a chiusura spicca una J su un motivo geometrico che richiama l’esterno dello“Juventus Stadium”.

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I colori della vittoria I colori della vittoria

Campionato 2015-2016 SuPER G1G1 BuFFON

W e made Hi5tory. Se lo dice da sola la Juventus di capitan Buffon che

ha uguagliato il primato della Juve del Quinquennio. Cinque campionati di fila allora, dal 1930 al 1935. Cinque cam-pionati consecutivi adesso: dal 2011 al 2016. Tre targati Antonio Conte, gli ultimi due a immagine e somiglianza di Massimiliano Allegri. 8 pentascudettati: Buffon, Barzagli, Bonucci, Chiellini, Ca-ceres, Lichtsteiner, Marchisio e Padoin. 34 titoli complessivi per i conti del po-polo bianconero, due in meno per l’albo d’oro ufficiale. Numeri pazzeschi. E dire che la par tenza era stata da incubo. Squadra rinnovata, giovani da inserire e alla decima giornata la Juve è a meno undici dalla vetta. Poi la scossa decisi-va con la vittoria nel derby al 93’ il 30 novembre 2015. Da lì in poi un filotto di successi consecutivi, una rimonta in-credibile, un’andatura a cui nessuno ha saputo resistere. L’ultimo ad arrender-si è stato il Napoli campione d’inverno, superato dal gol di Zaza a due minuti dalla fine nello scontro diretto del 13 febbraio 2016. E lo scudetto è arrivato con tre giornate d’anticipo. Una vittoria fondata sulla impenetrabilità della dife-sa guidata dal recordman Gigi Buffon e dai suoi compari Barzagli, Bonucci e Chiellini. Un successo che passa dalla fantasia di Juan Cuadrado. Dalle incur-sioni di Lichsteiner, Evra e Alex Sandro. Dalle geometrie dinamiche di Marchisio e Khedira. Dai lampi accecanti di Paul Pogba. Dalla tecnica muscolare di Ma-rio Mandzukic. Dai gol raffinati di Alvaro Morata. Dall’istinto animale di Simone Zaza. Ma sopratutto dalle meraviglie di Paulo Dybala. Gioiello purissimo. Ogni sua giocata è da brividi. Pensa veloce, gioca velocissimo. Ed è decisivo. Il pa-ragone con Omar Sivori ci sta tutto. Il sinistro è da favola. Il suo tiro a giro disegna nell’azzurro del cielo un arco-baleno sorridente.

G igi Buffon. Il capitano. 38 anni. Una stagione da ur lo. Interventi sicuri.

Parate decisive, compreso il rigore nel-la par tita-scudetto contro la Fiorentina il 24 aprile 2016. E su tutto il record di imbattibilità di 974 minuti. Dal gol di Antonio Cassano nell’ultima di andata contro la Samp a gennaio, alla rete su rigore di Belotti nel derby di ritorno, ad aprile. Un primato che lo lega ancora di più a Dino Zoff, che nel 1973 non prese gol per dieci par tite. Un primato che Gigi ha voluto condividere con i suoi compagni di repar to, Barzagli, Bonucci e Chiellini, la BBC, la sua triplice allean-za. Gigi Buffon. Il numero uno dei nu-mero uno. Leader bianconero. In guanti e maniche cor te. Come un personaggio dei fumetti Disney.

Gigi Buffonpara il rigore di Kalinicin Fiorentina-Juventus 1-2del 24 aprile 2016.

Per la maglia di Gianluigi Buffon l’Adidas si è ispirata alla divisa da portiere delle stagioni 1981-82 e 1982-83.Nella foto sopra Dino Zoff all’ingresso in campo nel match di Coppa dei Campioni contro l’Aston Villa a Birmingham il 2 marzo 1983 terminato con il risultato di 2-1 per la Juventus.

14 maggio 2016.Al termine di Juventus-Sampdoria (5-0) consueta festa bianconera per la consegna della Coppa dello scudetto. Per l’occasione i giocatori indossano per la prima volta le maglie della stagione 2016-17.

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21 maggio 2016.Paulo Dybala tocca il cielo dopola conquista della Coppa Italia.

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I colori della vittoria I colori della vittoria

Coppa Italia 2015-2016 IL “13” PORTAFORTuNASECONDA E TERZA MAGLIA

S tessa formula della stagione prece-dente per la Coppa Italia. La Juve

entra in gioco a dicembre 2015, Ottavi di finale. Supera in serie Torino, La-zio e Inter e centra la finale. Allegri fa molto turn over a cominciare da Neto, vice Buffon in coppa, per finire con Si-mone Zaza, mattatore contro il Toro. E il 21 maggio 2016, nella magica not-te dell’Olimpico di Roma, arriva anche l’undicesima Coppa Italia. 21 maggio 2016, un’altra data che fa la storia del-la Juventus e del calcio italiano perchè nessuna squadra prima d’ora è riusci-ta a ripetere per due anni consecutivi la doppietta scudetto-Coppa Italia. La Juve sì. E non poteva essere altrimenti. Non è stato facile perchè il Milan, lo sfi-dante di turno, si è arreso solo ad un passo dai rigori. C’è voluta una prodez-za di Alvaro Morata dopo 110 minuti per spezzare l’equilibrio. In campo da un centinaio di secondi, il centravanti spagnolo al primo pallone toccato, ha realizzato il gol che vale l’ennesimo trionfo. Ancora una coppa da alzare al cielo. Ancora una volta un podio illu-minato dai fuochi d’ar tificio e inondato di musica e coriandoli tricolori. E arriva così il terzo successo stagionale dopo la Supercoppa Italiana e lo scudetto. Un triplete da ur lo, a cer tificare una stagione da record. Che sarebbe stata perfetta se solo la for tuna avesse dato una mano ai bianconeri nel cammino in Champions League. Il passaggio ai Quar ti di finale ai danni dei galattici del Bayern Monaco sembrava cosa fatta. Il sogno è svanito a pochi minuti dal novantesimo. Grande la delusione. Ma grande anche la consapevolezza, dopo la finale della scorsa stagione, di aver ormai colmato il gap con le grandi co-razzate europee. Perchè la Coppa dei Campioni possa essere finalmente sol-levata dalle grandi mani di Gigi Buffon.

Due su due. Per la seconda volta consecutiva il gol che vale la coppa

arriva nei supplementari e lo realizza un subentrato. Alessandro Matri nel 2015, Alvaro Morata nel 2016: stesse iniziali, AM, altra fantastica coinciden-za. Il gol dalla panchina, dunque. Il so-gno di tanti. Entro e segno la rete de-cisiva. E quando questo accade, corro ad abbracciare il compagno panchinaro che mi ha predetto la futura segnatura. Nella Juve il primatista assoluto è Ales-sandro Del Piero, con 37 reti, tra cui la sua prima in A contro la Reggiana nel 1994. Poi c’è l’immenso Gaetano Sci-rea che realizza il suo ultimo gol con la maglia bianconera nel 2-2 contro la Sampdoria il 24 aprile 1988, dopo aver sostituito Favero. In mezzo c’è Josè Al-tafini, il “tredicesimo” per eccellenza, goleador par t-time come da contratto: 13 centri negli anni ‘70: gol decisivi per due scudetti.

Josè AltafiniAlla Juventus dal 1972 al 1976,

119 presenze con 37 gol.

Il gol di Alvaro Morata che vale l’undicesima Coppa Italia. è il regalo d’addio del centravanti spagnolo che, in due stagioni alla Juventus dal

2014 al 2016, ha realizzato 27 reti in 93 partite.

Paulo DybalaAlla Juventus

dall’estate 2015.Ad oggi conta 56

presenze e 27 gol.

Seconda uscita stagionale per la maglia ufficiale 2016-17

utilizzata nella finale di Coppa Italia giocata a Roma il 21

maggio 2016 contro il Milan.k

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