2. Insieme - Febbraio 2010- - Portale Ufficiale della … insegnamenti 3 Una vita intagliata...

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nsieme mensile di informazione della diocesi di Andria Febbraio 2010 Il DONO da vivere nel MONDO insegnamenti 02 “La forza della vita una sfida nella povertà” 03 Una vita intagliata nell’essenziale evangelizzazione 04 “La Chiesa a servizio dell’amore per i sofferenti” 05 L’Apostolato Biblico 06 Settimana Biblica 07 Un inviato dell’amore di Dio anno sacerdotale 08 Con te, amico carcerato 09 Un uomo… di misericordia! caritas 10 “Abitare il mondo”: l’accoglienza dei bambini di Chernobyl 11 Giornata nazionale della Raccolta del Farmaco 12 La festa della Befana 12 Comunicazioni Caritas movimenti 13 Il lavoro tra crisi e speranze 14 “Verso l’altro” e “verso l’Alto” 15 La persona fa la differenza dalle parrocchie 16 Reportage sulle 5 zone pastorali della Diocesi di Andria 17 Quale stile di vita? A piedi nudi! società 18 La Canosa che vorrei 19 Per amore della città 20 Elezioni regionali in Puglia 21 Protesta dei disabili 22 Per un comune e più ampio discernimento 23 I fatti del mese: gennaio cultura 24 Tosca nella Chiesa Mater Gratiae 25 Viaggio nella Memoria 26 Immersioni 27 Stato e libertà nel pensiero di Luigi Sturzo adolescenti 28 Noi, giovani idealisti rubrica 29 Teologia Con… TEmporanea 30 Film&Music point itinerari 31 Leggendo… leggendo appuntamenti 32 appuntamenti Prendi un sorriso, regalalo a chi non l’ha mai avuto. Prendi un raggio di sole, fallo volare là dove regna la notte. Scopri una sorgente, fa bagnare chi vive nel fango. Prendi una lacrima, posala sul volto di chi non ha pianto. Prendi il coraggio, mettilo nell’animo di chi non sa lottare. Scopri la vita, raccontala a chi non sa capirla. Prendi la speranza, e vivi nella sua luce. Prendi la bontà, e donala a chi non sa donare. Scopri l’amore, e fallo conoscere al mondo. (Mahatma Gandhi, Un dono)

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nsiememensile di informazione della diocesi di Andria

Febbraio 2010

Il DONOda viverenel MONDO

insegnamenti02 “La forza della vita una sfida nella povertà”03 Una vita intagliata nell’essenziale

evangelizzazione04 “La Chiesa a servizio dell’amore

per i sofferenti”05 L’Apostolato Biblico06 Settimana Biblica07 Un inviato dell’amore di Dio

anno sacerdotale08 Con te, amico carcerato09 Un uomo… di misericordia!

caritas10 “Abitare il mondo”:

l’accoglienza dei bambini di Chernobyl11 Giornata nazionale

della Raccolta del Farmaco12 La festa della Befana12 Comunicazioni Caritas

movimenti13 Il lavoro tra crisi e speranze14 “Verso l’altro” e “verso l’Alto”15 La persona fa la differenza

dalle parrocchie16 Reportage sulle 5 zone pastorali

della Diocesi di Andria17 Quale stile di vita? A piedi nudi!

società18 La Canosa che vorrei19 Per amore della città20 Elezioni regionali in Puglia21 Protesta dei disabili22 Per un comune e più ampio discernimento23 I fatti del mese: gennaio

cultura24 Tosca nella Chiesa Mater Gratiae25 Viaggio nella Memoria26 Immersioni27 Stato e libertà nel pensiero di Luigi Sturzo

adolescenti28 Noi, giovani idealisti

rubrica29 Teologia Con… TEmporanea30 Film&Music point

itinerari31 Leggendo… leggendo

appuntamenti32 appuntamenti

Prendi un sorriso,regalalo a chi non l’ha mai avuto.Prendi un raggio di sole,fallo volare là dove regna la notte.Scopri una sorgente,fa bagnare chi vive nel fango.Prendi una lacrima,posala sul volto di chi non ha pianto.Prendi il coraggio,mettilo nell’animo di chi non sa lottare.Scopri la vita,raccontala a chi non sa capirla.Prendi la speranza,e vivi nella sua luce.Prendi la bontà,e donala a chi non sa donare.Scopri l’amore,e fallo conoscere al mondo.

(Mahatma Gandhi, Un dono)

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di csdcsdcds

Chi guarda al benessere economico alla luce del Vangelo sa che essonon è tutto, ma non per questo è indifferente. Infatti, può servire la vita,rendendola più bella e apprezzabile e perciò più umana. (…)Avvertiamo perciò tutta la drammaticità della crisi finanziaria che hainvestito molte aree del pianeta: la povertà e la mancanza del lavoro chene derivano possono avere effetti disumanizzanti. La povertà, infatti, puòabbrutire e l’assenza di un lavoro sicuro può far perdere fiducia in se stes-si e nella propria dignità. Si tratta, in ogni caso, di motivi di inquietudine pertante famiglie. Molti genitori sono umiliati dall’impossibilità di provvedere,con il proprio lavoro, al benessere dei loro figli e molti giovani sono tenta-ti di guardare al futuro con crescente rassegnazione e sfiducia.Proprio perché conosciamo Cristo, la Vita vera, sappiamo riconoscere ilvalore della vita umana e quale minaccia sia insita in una crescente pover-tà di mezzi e risorse. (…)Il benessere economico, però, non è un fine ma un mezzo, il cui valore èdeterminato dall’uso che se ne fa: è a servizio della vita, ma non è la vita.Quando, anzi, pretende di sostituirsi alla vita e di diventarne la motivazione,si snatura e si perverte. Anche per questo Gesù ha proclamato beati i pove-ri e ci ha messo in guardia dal pericolo delle ricchezze (cfr Lc 6,20–25). Allasua sequela e testimoniando la libertà del Vangelo, tutti siamo chiamati auno stile di vita sobrio, che non confonde la ricchezza economica con laricchezza di vita. Ogni vita, infatti, è degna di essere vissuta anche in situa-zioni di grande povertà. L’uso distorto dei beni e un dissennato consumismopossono, anzi, sfociare in una vita povera di senso e di ideali elevati, igno-rando i bisogni di milioni di uomini e di donne e danneggiando irreparabil-mente la terra, di cui siamo custodi e non padroni. Del resto, tutti conoscia-mo persone povere di mezzi, ma ricche di umanità e in grado di gustare lavita, perché capaci di disponibilità e di dono.Anche la crisi economica che stiamo attraversando può costituire un’oc-casione di crescita. Essa, infatti, ci spinge a riscoprire la bellezza dellacondivisione e della capacità di prenderci cura gli uni degli altri. Ci fa capi-re che non è la ricchezza economica a costituire la dignità della vita, per-ché la vita stessa è la prima radicale ricchezza, e perciò va strenuamentedifesa in ogni suo stadio, denunciando ancora una volta, senza cedimentisul piano del giudizio etico, il delitto dell’aborto. Sarebbe assai povera edegoista una società che, sedotta dal benessere, dimenticasse che la vitaè il bene più grande. (…)Proprio il momento che attraversiamo ci spinge a essere ancora più soli-dali con quelle madri che, spaventate dallo spettro della recessione eco-nomica, possono essere tentate di rinunciare o interrompere la gravidan-za, e ci impegna a manifestare concretamente loro aiuto e vicinanza. Ci faricordare che, nella ricchezza o nella povertà, nessuno è padrone dellapropria vita e tutti siamo chiamati a custodirla e rispettarla come un teso-ro prezioso dal momento del concepimento fino al suo spegnersi naturale.

CALENDARIO CRESIMEFebbraio - Giugno 2010

GIORNO PARROCCHIA ORARIO CITTÀ

FEBBRAIODomenica 21 S. Teresa 11.15 Canosa

MARZODomenica 21 Annunziata 11.00 Andria

APRILESabato 10 Maria SS. Assunta 19.00 CanosaDomenica 11 Meeting dei Ministranti

S. Sabino 10.00 CanosaDomenica 18 Festa Madonna del SabatoSabato 24 S. Mich. Ar. e S. Gius. 19.00 AndriaDomenica 25 S. Giovanni Battista 10.30 Canosa

MAGGIO

Domenica 2 Gesù Liberatore 11.00 CanosaSabato 8 SS. Sacramento 19.00 AndriaDomenica 9 Maria SS. Assunta 10,30 Canosa

SS. Sacramento 19.00 AndriaDomenica 16 B.V. Immacolata 10.30 MinervinoSabato 22 Veglia di PentecosteDomenica 23 Madonna di Pompei 19.00 AndriaSabato 29 S. Agostino 19.00 AndriaDomenica 30 S.M. Add. alle Croci 11.00 Andria

GIUGNO

Mercoledì 2 S. Maria Vetere 18.00 AndriaSabato 5 S. Nicola 19.00 AndriaDomenica 6 Corpus DominiSabato 12 Sacre Stimmate 19.00 AndriaDomenica 13 Mad. della Grazia 11.30 Andria

B.V. Immacolata 19.00 AndriaDomenica 20 S. Francesco e Biagio 11.00 CanosaDomenica 27 S. Francesco d’Assisi 11.30 Andria

“La forza della vitauna sfida nella povertà”Messaggio dei Vescovi italianiper la 32ª Giornata Nazionale per la Vita(7 febbraio 2010)

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Una vita intagliatanell’essenziale

Messaggio CEI per la14ª Giornata mondiale della vita consacrata

(2 febbraio 2010)

Il Servo di Dio Giovanni Paolo II, nellaLettera Apostolica Novo millennio ineun-te, si diceva lieto di aver potuto beatifica-re e canonizzare tanti cristiani che sisono santificati nelle condizioni più ordi-narie della vita. Aggiungeva che “è ora diriproporre a tutti con convinzione questamisura alta della vita cristiana ordinaria”(n. 31). Nella stessa linea, il Santo PadreBenedetto XVI offre a tutta la Chiesa unAnno Sacerdotale, al cui centro ha postoil ricordo di un santo sacerdote, il Curatod’Ars. Questi, infatti, ha veramente vissu-to i giorni ordinari in maniera straordina-ria. A lui devono guardare anzitutto isacerdoti. Ma la luce che promana dallasua santità illumina i cuori cristiani e, inparticolare, apre una finestra sul cieloalle anime di vita consacrata. A lorochiediamo di fare proprie le intenzioniche il Papa raccomanda a tutti in questoanno.La prima di esse riguarda i sacerdoti:occorre pregare perché siano immagineviva del Signore Gesù e portino l’amore diDio alle comunità loro affidate. Unaseconda intenzione tocca i giovani:siamo invitati a pregare perché possanoapprendere dal Santo Curato d’Ars quan-to sia necessario, umile e glorioso il mini-stero sacerdotale che Gesù affida aquanti accolgono la sua chiamata. Lapreghiera per le vocazioni si estende atutta la comunità, affinché ciascunoaccolga e valorizzi i carismi donati conabbondanza dallo Spirito Santo.In questa speciale Giornata vogliamoquest’anno lasciarci guidare da ciò cheil santo Curato d’Ars ha ricevuto dall’in-contro con la vita consacrata. Si posso-no ricordare in proposito almeno tremomenti: la Prima Comunione, la prepa-razione al sacerdozio, il desideriocostante di una vita contemplativa.Quanto alla Prima Comunione, a prepa-

rare Giovanni Maria Vianney furono duereligiose il cui convento, negli anni dellarivoluzione francese, era stato distrutto ela cui comunità era stata dispersa. Lechiese erano chiuse e per pregare ci sidoveva nascondere. (…)Anche la formazione al sacerdozio misein contatto il Vianney con la vita consa-crata. Figura assolutamente fondamen-tale per il suo cammino fu l’Abbé CharlesBalley, Canonico Regolare diSant’Agostino, un vero confessore dellafede ai tempi della rivoluzione francese.(…)Va infine ricordata l’aspirazione delSanto Curato d’Ars alla vita contemplati-va. Dopo due anni di presenza ad Arsemerse il suo dramma interiore: si senti-va inadeguato alla cura pastorale, rite-nendo di non avere scienza e virtù suffi-ciente. Giudicava un atto di presunzionel’aver accettato l’incarico. Si domandavase la sua vera vocazione non fosse piut-tosto la solitudine e la contemplazione.

Per tutta la vita proverà, come intimo tor-mento, la tentazione di lasciare il greggeper avere più tempo per la preghiera e lameditazione. Sarebbe andato volentieriin una trappa o in una certosa, ma i supe-riori non acconsentirono a tale aspirazio-ne. Quanto a lui, il suo tormento interiorenon ne intaccò l’impegno pastorale, a cuisi dedicò con tutte le forze, di giorno eanche di notte, per la vita intera. Fu unvero pastore con l’anima del contempla-tivo.Sono almeno due gli inviti diretti ai con-sacrati che ci sembra di poter coglieredalla testimonianza del Santo Curatod’Ars. Il primo si lega al nucleo più intimodel suo essere: la sua vita personale e ilsuo ministero hanno sempre avuto alcentro la ricerca di una pura e sempliceessenzialità. La vita consacrata non èforse una chiamata a essere testimonidell’essenziale? Vi è, poi, un secondoinvito: quello di coltivare la compagniadei santi. Le ricchezze a cui attingereconoscendo e approfondendo la storiadella santità sono immense. Possiamousufruirne ampiamente, ma possiamoanche trascurare tale opportunitàlasciandola, in certo senso, sepolta. Se laconoscenza della storia della santità èfonte di grande illuminazione e conforto,l’ignoranza di questo tesoro ci rendepoveri e spesso anche miopi nel discer-nere il presente e nell’affrontare leresponsabilità che ci sono affidate. Èdunque fondamentale nutrirci di ciò checi immerge nelle profondità del Vangelo,reso visibile, udibile e palpabile daigrandi testimoni che ci precedono nelcammino della Chiesa. Se la nostra com-pagnia diventerà sempre più quella deisanti, saremo aiutati a comprendere lavolontà di Dio per ciascuno di noi e sare-mo dolcemente sospinti a darvi unarisposta positiva e generosa. (…)

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L’11 febbraio è una data che i cristia-ni associano alla Giornata del Malato ea Nostra Signora di Lourdes.Se oggi quella Grotta raccoglie ognigiorno lacrime, sofferenze e speranzedell’umanità è grazie a S. Bernardetta diSoubirous che l’11 febbraio 1858, mentreraccoglie della legna lungo il Gave, una“Signora” le appare nella grotta e nelsuo messaggio chiede preghiere e peni-tenze per la conversione dei peccatori einvita a recarsi in quel luogo in pellegri-naggio.La Giornata mondiale del Malato, istitui-ta da Giovanni Paolo II nel 1992 è unaoccasione da valorizzare nella comuni-tà cristiana per stimolare i fedeli allapartecipazione nei vari servizi a favoredei malati e delle organizzazioni sanita-rie, di sensibilizzare il popolo di Dio e, diconseguenza, le molteplici istituzionisanitarie cattoliche e la stessa societàcivile, alla necessità di assicurare lamigliore assistenza agli infermi; di aiuta-re chi è malato a valorizzare, sul pianoumano e soprattutto su quello sopranna-turale la sofferenza; a coinvolgere in par-ticolare le comunità cristiane nellapastorale della salute; a favorire l’impe-gno sempre più prezioso del volontariatoe dell’assistenza religiosa degli infermi.Di aiuto sull’approfondimento dei pro-blemi è il messaggio annuale del Papa,che tocca sempre un problema specifi-co.“La Chiesa a servizio dell’amore per isofferenti” è il tema della Giornata mon-diale del Malato 2010. Nel suo Messaggio Benedetto XVI sot-tolinea la necessità di una presenzaattenta e capillare della Chiesa accan-to a chi soffre, invita le comunità cristia-ne a riflettere sul servizio ai sofferenti,con i quali Cristo stesso si identifica (Mt.25,31 – 46).

La sofferenza è una dimensione inelimi-nabile della vita di ciascuno, pur essen-do un mistero insondabile e inspiegabile,non è priva di senso e di valore nel con-testo dell’esperienza umana. Anzi, essadiventa, nella luce di Cristo crocifisso erisorto “luogo di apprendimento dellasperanza” (Spe Salvi di Benedetto XVI).Perché ciò avvenga è necessario che lepersone sofferenti non siano mailasciate sole nel loro dolore e siano suf-ficientemente sostenute nelle loronecessità.Siamo tutti chiamati a consolare chi sof-fre con la vicinanza fraterna, la preghie-ra e le opere di carità.Dall’impegno della Chiesa nasce unaplurisecolare tradizione di consolazioneche si attua mediante l’accoglienza epresa in carico del malato, l’umanizza-zione delle cure e la difesa della vita edella dignità dell’essere umano, dal con-cepimento fino alla morte naturale.Nell’Anno sacerdotale non manca poi ilriferimento del Papa ai sacerdoti “mini-stri degli infermi” “segno e strumentodella compassione di Cristo, che devegiungere ad ogni uomo segnato dallasofferenza”. E ribadisce che “il tempotrascorso accanto a chi è nella prova si

rivela fecondo di grazia per tutte le altredimensioni della pastorale”.Infine il Pontefice chiede ai malati dipregare ed offrire le proprie sofferenzeper i sacerdoti “perché possano mante-nersi fedeli alla loro vocazione e il loroministero sia ricco di frutti spirituali abeneficio di tutta la Chiesa”.

“La Chiesa a serviziodell’amore per i sofferenti”XVIII Giornata mondiale del Malato (11 febbraio 2010)

di don Michele TroiaDirettore Ufficio per la pastorale della salute

« La sofferenzaè una dimensione

ineliminabiledella vita di ciascuno »

« Siamo tutti chiamatia consolare chi soffre

con la vicinanza fraterna,la preghiera

e le opere di carità. »

Programma

della Giornata

ore 17,30: dall’Ospedale Civilemuoverà la Processione con lastatua della Madonna verso laChiesa Cattedrale

ore 19,00:Celebrazione Eucaristica presie-duta dal Vescovo, mons. RaffaeleCalabro.

L’Apostolato Biblico“… attraverso una familiarità sempre più grande degli uomini e delle donne con la Sacra Scrittura,

letta e pregata da soli, nei gruppi e nelle comunità,si riviva quella esperienza del fuoco nel cuore che fecero i due discepoli sulla strada di Emmaus…

Anche per la mia esperienza, la Bibbia letta e pregata, in particolare dai giovani,è il libro del futuro del continente europeo” (C. M. Martini, “Il Regno” 19/99, p. 608)

La Bibbia è la parola che Dio ha fattorisuonare nel tempo, nelle parole deiprofeti, di Gesù e degli apostoli, e chemediante gli scrittori sacri ha conse-gnato prima al popolo d’Israele, poi, inmodo definitivo, alla Chiesa e, tramitesuo, a tutte le persone della terra.Qui sta il segreto della Bibbia, laragione della sua esistenza: Dio hadonato agli uomini la sua stessa paro-la, perché possa risuonare in ognitempo, anche oggi, come fosse laprima volta. È un mistero grande, incui l’opera dello Spirito si unisce aquella dell’uomo. Se nella Bibbia incontriamo la parola diDio, anzi è essa stessa parola di Dio pernoi, non possiamo allora fare a menodella Bibbia: è il nostro cibo. Si tratta dientrare dentro la Bibbia, abitarla, medi-tarla, pregarla; si tratta di lasciarsi ispi-rare da essa, con essa discernere isegni dei tempi, capire la volontà di Dio,metterla in pratica. È questa l’esperien-za della Parola, che costituisce il fineproprio di ogni lettura credente dellaBibbia.

Che cosa si intende per ApostolatoBiblico?Nella Lettera Apostolica NMI, GiovanniPaolo II propone il cammino di fededelle comunità cristiane a partire daltesto evangelico di Gv 12,21: «Vogliamovedere Gesù». Alla radice della fede edella contemplazione del volto delCristo sta soprattutto la Sacra Scrittura,come attestazione scritta della parolarivelata, trasmessa una volta per sem-pre, annunciata e vissuta nel seno dellaTradizione vivente.Ora, questa Parola va comunicata agliuomini, secondo quanto dice anche sanPaolo: «La fede dipende dalla predica-

zione e la predicazione a sua volta siattua per la parola di Cristo» (Rm 10,17).Pertanto, per Apostolato Biblico siintende: - Avere cura e promuovere trail popolo di Dio l’incontro diretto con ilLibro Sacro, in quanto Storia dellaSalvezza.

Quali sono gli ambiti dell’ApostolatoBiblico?A. Incontro con la Bibbia nel contesto

della pastorale ecclesiale1. Catechesi2. Liturgia3. Servizio della carità4. Insegnamento della religione

cattolica5. Progetto culturale

B. Incontro diretto con la Bibbia1. Lectio divina2. Bibbia in famiglia3. Bibbia e giovani4. Bibbia e adulti5. Gruppi biblici

L’animatore biblicoL’identità: l’animatore biblico è unafigura laica, preparata sulla SacraScrittura, che offre alla propria comu-nità il carisma umano e cristiano alloscopo di diffondere tra il popolo la let-tura, l’ascolto e la pratica della Paroladi Dio.

Per rispondere alla sua vocazione,l’animatore biblico si qualifica come:– compagno di viaggio: è il primo trat-

to che caratterizza l’animatore bibli-co: egli, come ha fatto Gesù con idiscepoli di Emmaus, deve affian-carsi agli uomini del nostro tempo,deve incrociare le persone là dovequeste si trovano, accoglierle emettersi al servizio della loro forma-zione cristiana;

– mediatore della parola di Dio: l’ani-matore biblico è un “adulto nellafede” che ha il compito di aiutarealtri giovani e adulti ad accogliere laparola di Dio e a scoprire, grazie adessa, la presenza di Dio nella vitaquotidiana;

– “moderatore del gruppo”: facilitarela comunicazione significa fare sìche ognuno possa esprimere libera-mente le proprie opinioni e condivi-dere non solo le idee, ma soprattut-to le esperienze ed i problemi chestanno vivendo;

– “costruttore di comunione”: egli hail compito di abilitare gli adulti a“vivere la verità nella carità”, adesercitare i propri carismi “per ilbene comune”. Perciò le sue carat-teristiche saranno “la disponibilitàad ascoltare e dialogare, incorag-giare e rasserenare e la capacità ditenere relazioni; manifesterà infinela coscienza di sentirsi inviato dallaChiesa e come tale accettato dallacomunità, nella quale fraternamen-te insieme cammina”.

Linee operative diocesaneFormazione degli operatori Si rileverà la presenza e la modalità diincontri con la Bibbia (Lectiones divi-nae, Gruppi Biblici, Scuole della

« Dioha donato agli uominila sua stessa parola,

perché possa risuonarein ogni tempo,

anche oggi,come fosse la prima volta »

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di don Mimmo MassaroDirettore Ufficio catechistico

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Parola,…) nelle comunità parrocchiali;si censiranno gli animatori di tali gruppiper fornire loro un’adeguata formazio-ne (senza nulla togliere alla loro affer-mata competenza) sulla scorta del-l’esperienza in atto in altre diocesid’Italia. Inoltre, in collaborazione con laPresidenza diocesana di AC, si propor-rà ai responsabili parrocchiali una for-mazione specifica.Itinerari biblici per le diverse etàL’equipe del settore dell’AB dell’UCD

elaborerà e offrirà alle comunità par-rocchiali itinerari biblici per le diverseetà: raccolte di passi biblici per la cate-chesi dei piccoli, percorsi biblici pergiovani, gruppi-famiglia e adulti. In que-sto servizio si terranno presenti gli iti-nerari formativi dei gruppi di AzioneCattolica.Sussidi per gruppi bibliciUn osservatorio sulle case editrici for-nirà indicazioni sui sussidi pubblicatinel settore biblico, per favorire una

scelta oculata e opportuna da partedegli animatori dei gruppi biblici e perla formazione personale del singolocredente. A tal fine ci si servirà del gior-nale diocesano “Insieme”.

Settimana BiblicaNella prima settimana di Quaresimacon la collaborazione di Mons. MicheleLenoci si terrà ogni anno una serie diconferenze su temi biblici inerenti alprogramma pastorale diocesano.

22-25 febbraio 2010

La visione di un momento futuro in cui il Tempio, centro reli-gioso e politico del popolo d’Israele, sarà aperto a tutte lenazioni, mette in luce non un pensiero marginale, ma piuttostouna caratteristica essenziale della religione ebraica. La storiabiblica inizia infatti non con la nascita di Israele, ma con lacreazione dell’Uomo (Adam) che Dio plasma a sua immagine esomiglianza e unisce a sé in un vincolo indissolubile di grazia edi amore. Il racconto del primo peccato mette in luce non tantola separazione dell’umanità da Dio, quanto piuttosto la conti-nuità di questo rapporto nonostante il peccato che contaminala specie umana. È solo in questo contesto che si comprendeuna storia che riguarda un popolo particolare, ma che sfocia,secondo le promesse profetiche, in una salvezza universale.Questa impostazione però non elimina il rischio del particolari-smo, in base al quale l’alleanza viene considerata come un pri-vilegio discriminatorio a favore di un unico popolo. Nella dialet-tica tra universalismo e particolarismo il Terzo Isaia pone l’ac-cento sul primo. È chiaro però che non si tratta di un vero e pro-prio universalismo della salvezza, ma di una semplice estensio-ne dello statuto di Israele agli stranieri disponibili. Nel nuovo contesto interreligioso tipico dei tempi moderni ealla luce del significato che Gesù ha dato a questo testo (cfr.Mc 11,17), esso deve essere letto all’interno di quella che èl’intuizione fondamentale su cui si basa tutto l’impianto teolo-gico del libro. Mediante la creazione Dio ha messo la salvezzaa disposizione di tutti. Dopo la caduta di Adamo questa non èstata abbandonata da Dio, il quale al contrario le è rimastovicino nonostante il peccato, che rappresenta la parte oscuradell’umanità di tutti i tempi. Ciò è confermato dalla storia di

Noè, mediante il quale Dio ha stabilito un’alleanza perennecon tutta l’umanità (cfr. Gen 9,1-17). Interpretando dunque cor-rettamente le categorie bibliche, la salvezza non è un beneche un giorno Dio darà a tutti i popoli, ma è già presente edisponibile per tutti. Il popolo di Israele, come d’altronde lachiesa, non può ritenersi l’unico depositario di una salvezzache attraverso di esso si riversa su tutti, ma deve considerar-si come un testimone che tiene vivo nel seno dell’umanità ilpensiero di Dio e di una salvezza che tutti possono acquistare,non in un altra vita ma in questo mondo.

Lunedì 22 febbraio 2010 d. Guido BenziUniversalismo e particolarismo della salvezza nell’ATMartedì 23 febbraio 2010d. Romano PennaAbitare il mondo con la sapienza della croce (1Cor)Mercoledì 24 febbraio 2010d. Gerard RossèUniversalismo della salvezza nell’opera lucana (Lc –At)Giovedì 25 febbraio 2010Sr. Elena Bosetti“Questi è il Salvatore del mondo” (Gv 4,42):Universalismo della salvezza nel Vangelo di Giovanni.

Così dice il Signore: “Osservate il diritto e praticate la giustizia,perché prossima a venire è la mia salvezza;la mia giustizia sta per rivelarsi.Gli stranieri, che hanno aderito al Signoreper servirlo e per amare il nome del Signore,e per essere suoi servi, quanti si guardano dal profanare il sabatoe restano fermi nella mia alleanza,li condurrò sul mio monte santo e li colmerò di gioianella mia casa di preghiera. I loro olocausti e i loro sacrifici saliranno graditi sul mio altare,perché il mio tempio si chiamerà casa di preghieraper tutti i popoli”. (Is 56,1.6-7)

« …la salvezza non è un beneche un giorno Dio darà a tutti i popoli,

ma è già presente e disponibile per tutti »

Settimana Biblica

(continua della pagina precedente)

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Un inviatodell’amore di Dio

L’esperienza missionaria nel raccontodi Padre Riccardo Zagaria in Costa d’Avorio

A chi mi chiede, spesso rientrandoin Italia “come mai sei missionario, ochi te lo fa fare”…rispondo con: “civuole molta fede, parecchia inco-scienza, e un sacco di pazienza”.Eh sì, il dono della fede ricevuta è cosigrande che dev’essere proposta efatta conoscere; l’uscire da se stessi,dal proprio paese e dalle relativecomodità necessita incoscienza; e ilcondividere con altri popoli e culturela propria identità umana e cristiana,saper attendere e crescere insiemeabbisogna di pazienza. Mi avvio verso il 13 anno di vita mis-sionaria nel continente verde, culladell’umanità, l’Africa con i suoi misteried il suo fascino, continente ricco egente povera, dove trovi il lusso sfre-nato e la miseria, paradiso terrestreper la sua natura e per gli animali,deserto... continente pieno di palesicontraddizioni, ma con un potenzialeumano giovane: l’avvenire gli appar-tiene! 7 anni li ho vissuti nel nord delTogo, in zona presahelica, vasta sava-na semiarida, con qualche albero,molto caldo e tanta semplicità(leggipovertà)e il resto in Costa d’Avorio,lussureggiante paese, di rigogliosanatura, foreste, fiumi, lagune, mare,terra fertile..davvero un paese bene-detto da Dio e a cui l’uomo ha aggiun-to la sua parte: si sta venendo fuori dauna guerra civile nella quale il paese èstato diviso in due, con crimini, ucci-sioni, caccia allo straniero. Il Buon Diofa di tutto per metterci comodi, ma

l’uomo con la sua cupidigia e sete dipotere e dominazione fa il possibileper rendersi la vita scomoda: Davveronon si puo’ avere tutto nella vita! La maggior parte di questi anni li hotrascorsi lavorando con e per le per-sone diversamente abili, impegnando-mi per la loro dignità e promozioneumana, con l’inserzione nel tessutosociale dando loro la possibilità di fre-quentare la scuola, di imparare unmestiere: rimetterli in piedi fisicamen-te con degli interventi chirurgici e darloro la possibilità di poter avere unavvenire. Da quattro anni dirigo ilCentre Don Orione pour Handicapesdi Bonoua: un ospedale unico nel suogenere in questa nazione, specializza-to nell’oculistica e nell’ortopedia.Decine di migliaia le consultazioni,migliaia agli interventi chirurgici, cen-tinaia gli ammalati che passano ognigiorno per la rieducazione, per gliapparecchi ortopedici (scarpe, stam-pelle, busti, protesi), per il dentista, perle analisi, per le radiografie, per le visi-te specialistiche in cardiologia, der-matologia, ginecologia, ....E davvero i ciechi vedono, gli storpicamminano, la speranza e la saluteriappaiono per questi nostri fratelli.L’annuncio del Vangelo, la catechesifatte nei villaggi della foresta o nei

quartieri della città è sostenuto e testi-moniato dall’attività caritativa eserci-tata nel centro. Il Signore, il Diod’Amore predicato in Chiesa è lo stes-so presente nell’ammalato, nel pove-ro, nel disabile, nel sieropositivo...Vangelo e amore camminano, si mani-festano, crescono, e si completanoinsieme: Evangelizzazione eTestimonianza della Carità.“ La carità e solo la carità salverà il

mondo”, soleva ripetere San LuigiOrione ai suoi religiosi, ai suoi amici ebenefattori: se vogliamo un mondodiverso, un mondo piu’ bello riandiamoa cio’ che Gesu’ ha detto “amatevi l’unl’altro”: e allora ci sarà piu’ rispettodell’altro, del diverso, piu’ condivisio-ne, piu’ fraternità e generosità...A fare il bene non si sbaglia mai...

Nato ad Andria nel 1967, entra nel Seminario dell’Incoronata a Foggia per frequentare la scuola media inferiore; continuai suoi studi presso il Centro Don Orione a Tortona; viene ordinato sacerdote orionino il 14/10/1995 nel Santuariodell’Incoronata a Foggia e nel Settembre del 1999 parte come missionario per l’Africa. Qui ci racconta la sua esperienza.

« Ci vuole molta fede,parecchia incoscienza,

e un sacco di pazienza »

P. Zagaria con i suoi amici in Costa d’Avorio

Con te,amico carceratoUn’esperienza particolare di ministero sacerdotale nel carcere di Trani

di don Riccardo Agresti, parroco di S. Maria Addolorata alle Crocie don Vincenzo Giannelli, parroco di S. Andrea Apostolo

Cosa ci spinge a parlare dei carcerati edelle carceri?Da oltre due anni siamo entrati nella CasaCircondariale di Trani non per spirito dicuriosità ma chiamati a servire integral-mente i parrocchiani dei nostri territoriche il Signore ci ha affidato.Sappiamo tutti che in questi anni ilProgetto Pastorale Diocesano è tuttoimprontato sulla riflessione e testimonian-za di “abitare” degnamente da cristiani “lacittà e il mondo” ed essere lievito in esse.Nelle nostre comunità non può rimanere almargine la presenza di persone che pertante motivazioni, le une diverse dallealtre, hanno pensato di prendere la via piùfacile: quella del guadagno immediatoattraverso il crimine e atti illeciti.Noi, che siamo pastori sul territorio, aimmagine di Cristo buon pastore, siamochiamati ad essere accanto alle “pecorel-le smarrite”.Il giudizio della giustizia umana, che fa ilsuo corso, non esime a nessun cristiano diessere vicino a coloro che hanno incon-trato “l’isola del carcere” e le innumere-voli difficoltà che si creano all’internodelle famiglie, nelle quali a volte vi è unostato di sofferenza che produce assuefa-zione e mancanza di speranza.Il nostro percorso compiuto in questi anni,sollecitato anche da innumerevoli incontricompiuti con i familiari dei carcerati, ci hapermesso di evidenziare nei nostri territoriuna mappa chiara delle persone che vivo-no in carcere, le problematiche dei carce-rati, la mentalità che si crea tra di loro e ilcrimine che a volte diventa una via facileda percorrere.Ancora una volta ci poniamo l’interrogati-vo:

Cosa ci spinge a parlare dei carcerati edelle carceri?«…Poiché avevo fame e mi deste da man-giare; avevo sete e mi deste da bere; eroforestiero e mi ospitaste; ero ignudo e mi

rivestiste; ero malato e mi visitaste; ero incarcere e veniste a trovarmi”. Allora ibuoni gli risponderanno: “Signore, quandoti abbiamo veduto affamato e ti abbiamodato da mangiare, assetato e ti abbiamodato da bere? Quando ti abbiamo vedutoforestiero e ti abbiamo accolto, ignudo e tiabbiamo vestito? Quando ti abbiamo vedu-to malato o in carcere e siamo venuti a tro-varti?’. E il Re risponderà: “In verità vi dico:ogni volta che l’avete fatto al più piccolodei miei fratelli, è a me che l’avete fatto»(Matteo 25, 35-40)Non è una questione di aggiungere un pro-blema in più ma è una esigenza del nostroessere sacerdoti e cristiani che non puòprescindere dall’interrogarci su cosa stia-mo facendo verso coloro che ogni giornovengono arruolati come membri dell’ eser-cito del male.Cosa spinge a volte a non accostarci aicarcerati e alle loro famiglie?

Il senso della paura? Il senso del fastidio?Il senso del “sono così e non cambierannomai”? Il senso del “pure se ci proviamo,tanto sappiamo che sono bugiardi”? Ilsenso dell’ inadeguatezza? Il senso di“non abbiamo gli strumenti giusti per poteraffrontare questo grande problema”?Noi ci siamo entrati in questa realtà per-ché chiamati dal grido del povero e dasituazioni gravi di devianza minorile chenon ci ha fatto dormire la notte e abbiamodetto: “Non possiamo rimare a guardare.Dobbiamo sporcarci ulteriormente le maninei confronti di coloro che le mani ce lehanno già sporche però, insieme, si posso-no lavare guardando Gesù Misericordiosoche gioisce quando un suo figlio vieneaccolto nella casa del proprio cuore”.Ci fermiamo qui e chiediamo alla redazio-ne “Insieme” di aprire un dibattito sulMensile Diocesano con lettere e doman-de a cui possiamo rispondere e così ini-ziare un cammino di rinnovamento dellementalità a livello individuale ed eccle-siale.In conclusione è doveroso sottolineareche l’ufficio Migrantes compie nella figuradi Don Geremia Acri un prezioso lavoro diaccoglienza e di sostegno verso i nostrifratelli “stranieri” e percepiamo comel’amore che viene profuso porta tantagioia.Un ringraziamento al Cappellano del car-cere, Don Raffaele Sarno, che ci ha per-messo di svolgere il nostro ministerosacerdotale collaborando alla sua solleci-tudine pastorale verso questi nostri fratel-li in difficoltà.Un ringraziamento anche alla Direttrice,dott.ssa Valeria Pirè, che accoglie semprebenevolmente ogni nostra proposta afavore del “prossimo” detenuto, agli edu-catori ed educatrici e alle guardie carce-rarie.

« Non è aggiungereun problema in piùma è una esigenza

del nostro essere sacerdotie cristiani »

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Un uomo…di misericordia!

A colloquio con don Salvatore Simone

di Lella BuonvinoRedazione “Insieme”

Con il sorriso di sempre, disponibile e accogliente, donSalvatore Simone apre le porte di casa ai molti che continuamen-te vanno a trovarlo per parlargli e per incontrarlo,… anche a noidella redazione che abbiamo voluto dare eco alle sue parole e allasua testimonianza di vita sacerdotale vissuta nella nostra Diocesi.Una presenza umile e riservata che lascia il segno, incide per lasua coerenza, determinazione e intraprendenza. Una testimonian-za di vita libera nello Spirito, orante e attiva.Don Salvatore (67 anni), ordinato sacerdote il 29 giugno 1968 dal-l’allora Vescovo di Andria S.E. Mons. Brustia, è stato educatorenel Seminario diocesano nei primi anni del suo ministero e suc-cessivamente parroco a S. Agostino. Dopo aver avviato laParrocchia di S.Andrea Apostolo, fu nominato parroco della SS.Trinità il 14 settembre 1980 con l’incarico di coordinare anche lapastorale delle nascenti parrocchie vicine ( le attuali comunità diSan Paolo e di S. Andrea Apostolo). A livello diocesano ha svolto incarichi di responsabilità: ha primadiretto la pastorale liturgica e dal 1988 è stato Direttore dell’UfficioCaritas. Arrivando in Diocesi, il nuovo vescovo Mons. RaffaeleCalabro lo ha voluto subito come suo più stretto collaboratore affi-dandogli l’incarico di Moderatore della Curia e, dal 10 Maggio1990, di Vicario generale della diocesi. Serenamente fiero (come lui ama definirsi) del suo sacerdozio,oggi lo vive con la stessa fedeltà gioiosa e una spiritualità saldapur nei limiti del suo corpo fragile. Chi è un sacerdote? “Mi piace rispondere in forma personale. Io amo il mio esseresacerdote anche se oggi lo vivo in una condizione che non mi per-mette di dare il meglio di me stesso. Ho cercato, saldo nella coe-renza al Vangelo,di essere autorevole; autorevole non autoritario;era sufficiente uno sguardo esigente ma amorevole per ottenereascolto”.24 anni del tuo sacerdozio li hai vissuti come parroco dellaSS.Trinità. Qual è stata la tua cura costante?“Nello stile del coinvolgimento ho promosso costantemente tra imembri della comunità la corresponsabilità, la partecipazionepiena , attiva, e cosciente nella liturgia, nella catechesi... Non ilprotagonismo, ma il servizio; non una liturgia “ingessata”,”in divi-sa”, ma orante nella libertà dello Spirito e legata alla vita.Preoccupazione costante è stata l’attenzione alla periferia e ailontani. Il centro “Madonna di Fatima”dove oggi presta serviziolodevolmente don Michele Troia, ne è l’espressione, come anchel’avvio dei “centri di ascolto” dislocati nelle diverse zone dellaparrocchia, le Comunità Ecclesiali di Base…”Il sacerdote ha anche un ruolo sociale? Hai portato delle realtànuove nella Chiesa locale e nella nostra città?

“Certamente. Per certi aspetti durante il mio ministero con la col-laborazione dei laici sono stato l’iniziatore del Centro interparroc-chiale “Mamre” a favore degli immigrati stranieri in città, dellaCaritas parrocchiale e diocesana che promuove l’attenzione atutte le povertà e ai disagi del territorio, degli Oratori parrocchia-li per i ragazzi “lontani”; l’ispiratore della casa “Oasi Madonnadella pace” un progetto pensato per le ragazze al bivio oggi affi-dato ad un’azienda sanitaria privata; ho promosso la formazionedi gruppi di partecipazione cittadina e punti d’incontro, quale‘Città Unita’. Nella pastorale diocesana ho introdotto la prassidella Programmazione alla cui ideazione e stesura vi collabora-vano tutti i responsabili degli Uffici pastorali in piena estate”. Sei stato “maestro” per molti sacerdoti giovani che si sono suc-ceduti come tuoi collaboratori.“Ho dato loro molta fiducia e ho avuto molta collaborazione, si,segno di un lavoro fatto e di una stima che si è diffusa e si diffon-de continuamente. Lo stesso don Gianni Massaro ricorderà leparole che gli dissi con fiducia al momento della scelta sacerdo-tale ‘Prega e va avanti!… Oggi è Vicario della diocesi’ “.I rapporti con il Vescovo?“Gli voglio bene e gli vorrò bene…”Un giorno mi dicesti: “La Misericordia di Dio…se potessi sem-pre cantarla!” Come riavvicinare i fedeli al confessionale, vistoche il sacramento di riconciliazione sembra essere passato simoda? “È sufficiente ’starè nel confessionale ed abolire tutte le ‘grate’,un impedimento non solo fisico ma spirituale. Tenere in conside-razione il sacramento della riconciliazione è fondamentale,… inqualsiasi luogo, anche in casa (qui spesso amici sacerdoti e laicimi chiedono di confessarsi)”. Qualcuno sostiene che per risolvere la crisi di vocazioni sacer-dotali nel mondo è necessario mettere in discussione la normadel celibato. Che ne pensi?“Eliminare il celibato significherebbe eliminare un dono. La crisi divocazione è l’espressione di una crisi di fede, non affettiva.L’Amore di Dio riempie ogni vuoto, anche quello affettivo. Unabuona preparazione al sacerdozio ministeriale deve curare insie-me alla dimensione intellettuale, pastorale, liturgico, anche quel-la umano-affettiva”.L’essere felici è in contraddizione con la sofferenza? Puoi direqualcosa a quei giovani che oggi rifuggono da sacrifici e pensa-no di essere felici solo nel divertimento sfrenato e se si è sani?“Bisogna avere coerenza nella sofferenza; questa fa superareogni ostacolo… È qui la forza!. Se potessi saltare lo dimostrere”.GRAZIE, don Salvatore.

don Salvatore Simore con la sua gente

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“Abitare il mondo“: l’accoglienzadei bambini di ChernobylRiflessioni a margine del Programma pastorale diocesano (quarta parte)

di don Mimmo FrancavillaDirettore della Caritas diocesana

“Educare alla mondialità significa pro-muovere una visione della persona comeparte di un tutto, della famiglia umana e diun cosmo; favorire scelte che aiutino auscire dalla logica dell’individualismo, del-l’autosufficienza e del localismo esaspe-rati per aprirsi ad una fratellanza autenti-camente vissuta. Quanto accade nel restodel mondo non è altro da noi ma ci riguar-da: cogliere le interconnessioni tra lanostra vita di tutti i giorni e quello cheaccade vicino o lontano da noi ci sembraun compito particolarmente importante perla nostra società di oggi” (dal Programmapastorale).La Caritas diocesana sin dal 2003 ha inse-rito nella sua programmazione annualeprogetti di accoglienza dei minori diChernobyl in modo tale da avere in formastabile una attenzione al contesto euro-peo, sottolineando così un’apertura al difuori del nostro territorio, sganciandoci dauna relazione episodica e legata alle soleemergenze con il mondo.La scelta di operare in tal senso ha unaradice remota: l’esplosione del reattore 4della centrale nucleare di Chernobyl avve-nuto il 26 aprile 1986, con il suo carico dimorti e soprattutto con i segni della violen-za perpetrata sulla natura e sulle personeche ancora oggi sono visibili.E proprio su questo pilastro si fonda l’ac-coglienza avviata nel 2003: sostenere pro-getti umanitari a carattere sanitario rivol-ti ai minori provenienti dalla Bielorussia.Infatti, questi progetti prevedono il trasfe-rimento all’estero, in modalità tempora-nea, dei minori perché è scientificamenteprovato, ed il tempo ha convalidato taletesi, che all’estero l’attività respiratoria edil consumo di prodotti alimentari locali pro-ducono sui bambini effetti benefici.Nel programma diocesano vi è indicato ilnostro impegno nel difendere i diritti del-l’uomo e di sviluppare una coscienza diessere cittadini europei.Accanto alla motivazione ambientale si è

riscontrato che la stessa situazione eco-nomica della Bielorussia non consente diprovvedere a far fronte da sola a talesituazione e che la situazione sociale vedepresente alcuni problemi che generano dicontinuo povertà (alcolismo, presenza diistituti per minori, contesti familiari degra-dati…). Il Progetto, così come è stato inteso dallanostra Caritas, prevede il raggiungimentodei seguenti obiettivi verso i minori:- Offrire un tempo opportuno per il risana-

mento tramite una corretta alimentazio-ne e un clima più favorevole per il rag-giungimento di efficaci risultati;

- Permettere ai minori, attraverso unaserie di iniziative programmate nel gran-de gruppo e l’accoglienza e la tutelanelle famiglie ospitanti, di ottenere ilmassimo successo nel periodo di per-manenza circa l’abbassamento del livel-lo di radioattività e il recupero di unavitalità tipicamente infantile.

Anche da parte della famiglia ospitante siattiva un processo di crescita e di trasfor-mazione. Infatti è necessario per essa lacandidatura da parte della parrocchia euna selezione da parte del Comitato.Il Progetto è sì umanitario ma con risvolti,in chi offre la propria ospitalità, di impe-gno nella testimonianza della carità(“Occorre anche fare proposte più corag-giose alle comunità, come l’affido e l’ado-zione di bambini, soprattutto difficili e arischio, l’accoglienza temporanea o per-manente di persone con problemi” - Lo

riconobbero allo spezzare il pane, 9) cosìcome ci viene suggerito dallo stesso CristoSignore (vedi Mt 18,5). Accogliere unminore significa sperimentarsi in una fra-ternità universale e offrire al proprio con-testo familiare, sociale, parrocchiale unaparte del mondo che entri in essa.Per le famiglie è una opportunità in più cheviene offerta e la possibilità di passaredalle parole ai fatti (la famosa pedagogiadei fatti)!Anche per la comunità ecclesiale e per laCaritas si tratta di una opportunità perchéfa crescere il valore dell’ospitalità e creauna cultura di famiglie disponibili all’acco-glienza temporanea nelle emergenze.In questi anni, infatti, nei dodici progettirealizzati sono stati ben 88 i nuclei familia-ri che hanno potuto fare l’esperienza del-l’accoglienza per 300 arrivi. Alcune di que-ste esperienze di accoglienza sono oramaiconsolidate nel tempo. «Su tale orizzonte, i Vescovi ricordanoalcune esperienze “felicemente avviate inquesti anni: scambio di personale aposto-lico, viaggi di cooperazione fra le Chiese,sostegno a progetti di solidarietà e svilup-po, gemellaggi di speranza sulle difficilifrontiere della pace, proposta educativa dinuovi stili di vita, denuncia del drammaticosfruttamento cui sono sottoposti i bambi-ni”»: attraverso questo progetto, la nostraCaritas diocesana, offre indicazioni con-crete per poter attuare il programmapastorale diocesano e fare delle nostrecomunità famiglie con un cuore grande.Sabato 6 febbraio alle ore 19.00 pressol’Opera diocesana “Giovanni Paolo II“ cisarà un incontro – testimonianza sul temae saranno presentate le modalità per par-tecipare al progetto estivo.

« Accogliere un minoresignifica sperimentarsi

in una fraternità universalee offrire al proprio

contesto familiare, sociale,parrocchiale una parte

del mondo che entri in essa »

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Giornata nazionaledella Raccolta del Farmaco

Iniziativa alla Fondazione Banco Farmaceutico

di Francesco di MolfettaFarmacista di Andria

Sabato 13 febbraio 2010 ci sarà ladecima giornata di raccolta del far-maco organizzata in tutta Italia dallaFONDAZIONE BANCO FARMACEU-TICO. Cento milioni di euro l’anno è la stima del fabbisogno farma-ceutico degli indigenti in Italia per i soli farmaci da banco. Unacifra enorme che distoglie notevoli risorse finanziarie deglienti che si occupano dell’assistenza ai nostri fratelli più biso-gnosi. Il Banco Farmaceutico cerca di aiutare le persone indi-genti rispondendo al loro bisogno di farmaci attraverso la col-laborazione con le strutture caritative che operanolocalmente, al fine di educare l’uomo alla con-divisione ed alla gratuità. “C’è qualcosache veramente deve cambiare nellanostra sensibilità quotidiana. Devediventare abituale una nobiltà che ciè ignota, ma che presentiamo e dicui presentiamo la necessità, per-ché sia degna, e piena di fascino,di gusto, la vita: la gratuità” (donGiussani). In questa frase di donGiussani è racchiuso tutto ilsenso di quest’opera di carità.Prima di tutto la centralità dellapersona: avere a cuore e condivi-derne i bisogni significa in questocaso cercare di fornire il farmaco dicui quella persona ha effettiva necessi-tà. Ma quest’opera ha anche un grandevalore educativo per tutti i soggetti che vipartecipano (volontari,farmacisti, cittadini cheentrano in farmacia). Perché soltanto donando un po’ del pro-prio tempo libero, cominciando a fare, come gesto di libertà,che la carità cristiana diventa mentalità, convinzione, dimen-sione abituale. È un contribuire alla costruzione di un benecomune attraverso la formazione di un tessuto sociale ricco dipartecipazione e corresponsabili-tà. Ma questo mettersi in gioco finoin fondo non è certo forza nostra.Nasce dallo scoprire di essere stativoluti ed essere voluti bene, nascedal riconoscere che noi stessisiamo bisognosi e bisognosi ditutto…e che l’Unico che può

rispondere fino in fondo a questobisogno è Gesù Cristo. In fondo farela carità, diventa così un esigenzapropria a noi uomini che Gesù

Cristo con la sua venuta valorizza indicandoci che la caritànon è solo rispondere ad un bisogno “di cose”, ma è anche unfare compagnia, essere insieme! Perché, dietro ogni indigen-te si nasconde un male ancora più terribile: la solitudine! Lo scorso anno durante la giornata di raccolta sono statidonati in tutta Italia 325.000 farmaci; nella nostra Diocesi 660farmaci, superando così tutte le previsioni possibili: in un

periodo cosi negativo per l’economia del nostropaese è possibile affermare che la carità

vince la crisi! Ciò dimostra che dentro lacrisi, la differenza la fa la persona.

Anche nella nostra Diocesi, neicomuni di Andria, Canosa,

Minervino, quest’anno sabato 13febbraio 2010 ci saranno dellefarmacie aperte per turno cheaderiranno all’iniziativa (adAndria: Farmacia Inchingolo viaMontegrappa 70, FarmaciaRidolfi piazza Ruggero Settimo27, Farmacia Padre Pio via

Mozart 55, Farmacia Lorusso,viale Venezia Giulia, 18; a Canosa:

Farmacia Lombardi via Settembrini9; a Minervino: Farmacia Cicchelli

corso Matteotti 122). I cittadini potrannoquindi recarsi in farmacia ed acquistare un

farmaco di quelli senza obbligo di ricetta medicae donarlo al Banco Farmaceutico. I farmaci da acquistaresaranno indicati dal farmacista e dai volontari presenti infarmacia in quanto ciascun ente associato alla farmacia hadelle esigenze particolari. Al termine della giornata i farmaciraccolti saranno distribuiti agli enti convenzionati col Banco

Farmaceutico che nel nostro terri-torio assistono persone disagiate:Caritas Diocesana, Casa di acco-glienza Santa Maria Goretti,Istituto Sacro Cuore di Gesù,Parrocchia Madonna SS. DelCarmelo.

« carità non è solo risponderead un bisogno “di cose” »

« sabato 13 febbraio 2010 ci saranno delle farmacie

aperte per turnoche aderiranno all’iniziativa »

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La festa della Befana

Comunicazioni Caritas

al Centro interparrocchiale di ascolto e prima accoglienza “Emmaus”

Con grande gioia dei bambini la Befanaè arrivata al Centro “Emmaus” il 5 genna-io come ogni anno.Rallegrati dalla presenza del gruppo deigiovani dell’Associazione “Arca” la festaè iniziata con la musica, con canti e ballia cui hanno partecipato tutti i bambinidelle famiglie che ricevono assistenza,insieme ai volontari del Centro.

Ad un certo punto , a luce spenta, èentrata una simpatica e rubiconda “vec-china” con scopa autentica e saccosulle spalle pieno di calze e doni.Accolta con grandi applausi ha iniziatoa distribuire personalmente a ciascunbambino le calze e i regali intrattenen-doli simpaticamente. Sui loro volti si leg-geva la gioia per aver ricevuto un dono!

Dopo è seguito un abbondante rinfrescoper tutti con dolci tradizionali e bevande.La festa della Befana ha segnato l’iniziodi un nuovo anno con l’augurio che possaportare ancora frutti di solidarietà esuperare le difficoltà che queste famiglie,sempre più numerose, incontrano quoti-dianamente.

I volontari del Centro

Domenica 24 gennaio è stata indetta unacolletta straordinaria a favore della popolazio-ne di Haiti colpita dal terremoto.Sul sito della Caritas ci sono i comunicatistampa; il sito viene aggiornato periodicamen-te e vi si possono leggere gli aggiornamenti.Nel prossimo numero sarà dato il resocontodelle offerte. Intanto, chi volesse, può utilizza-re i seguenti numeri per inviare offerte:- bonifico sul conto corrente bancario inte-

stato a Caritas Diocesana – Diocesi diAndria, c/o Banco di Napoli, Agenzia diAndria IT88 V010 1041 3450 0002 0961325specificando nella causale: “ terremotoHaiti“ ;

- conto corrente postale n. 14948350 intesta-to a Banca Popolare Etica S.c.a.r.l. –Padova specificando nella causale: “versa-mento su c/c 110685 intestato a CaritasDiocesi di Andria - terremoto Haiti“.

Si trasmette anche un primo resoconto(aggiornato al 21 gennaio 2010) della collettadell’Avvento di fraternità fatta in Avventonelle nostre comunità parrocchiali aventecome finalità il sostegno alla Casa di ospitali-tà Betania per l’accoglienza dei parenti deipazienti ricoverati presso l’ospedale di Andria:

AVVENTO 2009ANDRIACUORE IMMACOLATO DI MARIAB.V. IMMACOLATA 500,00GESU’ CROCIFISSO 500,00MADONNA DI POMPEI 1.100,00MARIA SS. DELL’ALTOMARE 200,00SACRE STIMMATES. AGOSTINO 270,00S. ANDREA APOSTOLO 450,00SACRO CUORE DI GESU’ 800,00S. GIUSEPPE ARTIGIANO

S. MARIA ADDOLORATA ALLE CROCI 150,00S. FRANCESCO D’ASSISI 410,00S. MICHELE ARCANGELO E S. GIUSEPPES. NICOLA DI MIRA 500,00S. RICCARDO 300,00SS. ANNUNZIATA 130,00SS. SACRAMENTO 300,00SS. TRINITA’ 760,00SAN LUIGI A CASTEL DEL MONTEMADONNA DEI MIRACOLISAN PAOLO AP.MADONNA DELLA GRAZIASANTA MARIA VETERECARMINESANTUARIO SS. SALVATORES. LUCIACANOSA DI PUGLIAS. TERESASAN SABINO 240,00ROSARIO 850,00GESU’ GIUSEPPE MARIA 245,00SAN GIOVANNI BATTISTA 400,00CARMINEGESU’ LIBERATORE 150,00S. FRANCESCO E BIAGIOSANTA MARIA ASSUNTA 200,00SANT’ANTONIOMINERVINO MURGEBEATA VERGINE IMMACOLATA 600,00M. SS. INCORONATAS. MICHELE ARCANGELO 468,00MADONNA DEL SABATOSANTA MARIA ASSUNTA

Si spera in occasione della Giornata diocesanadel Malato di consegnare la quota raccolta alcappellano dell’Ospedale, don Sabino Lambo.I prossimi appuntamenti della Caritas per svi-luppare le proposte del programma pastoralesono:

- sabato, 6 febbraio ore 19.00 presso l’Operadiocesana “Giovanni Paolo II“ in viaBottego, 36 - ci sarà una conferenza a parti-re dal tema dell’anno sull’Abitare il mondo el’accoglienza dei minori di Chernobyl. Dalsabato successivo sarà possibile presenta-re la candidatura per il progetto estivo;

- avvio del Progetto di Anno di VolontariatoSociale “Invitati per Servire“: entro il 10febbraio è possibile dare l’adesione. IlProgetto intende offrire un servizio di forma-zione e di accompagnamento dei giovanialla gratuità e al servizio. Si tratta di speri-mentare come la carità possa stare nellasfida educativa proposta dalla ChiesaCattolica per il prossimo decennio;

- venerdì 12 febbario si rinnova l’edizioneannuale della campagna M’illumino dimeno. Seguendo questo link http://millumi-nodimeno.blog.rai.it/ potrete scoprire i det-tagli della iniziativa e farvi coinvolgere nellaproposta. Per noi si tratta di vivere la citta-dinanza e impegnarci nelle buone pratichedi sostenibilità verso il Creato in linea con ilcammino della Chiesa Italiana e le sollecita-zioni del santo Padre;

- il 2010 è stato proclamato “Anno europeodella Lotta alla Povertà e all’EsculsioneSociale“: mentre si sta preparando il mate-riale per l’animazione, si invita a considera-re la possibilità di compiere un semplicegesto da farsi domenica 14 febbraio o neigiorni seguenti che ricordi alle comunitàparrocchiali o alle zone pastorali della pre-senza dei poveri e dei luoghi di accoglienza;

- sempre per dare attuazione al programmapastorale per questa estate è stato organiz-zato un Campo di lavoro in Egitto. È possibi-le dare le adesioni entro il 28 febbraio.

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Il lavorotra crisi e speranze

Il ruolo del Movimento lavoratori di A.C.

di Anna Maria BasilePresidente diocesano AC

Nella società post moderna in cui viviamo, anche il lavoro,come riferimento esistenziale insopprimibile per la vita dellepersone, appare coinvolto, travolto quasi, dai nuovi terminidella questione antropologica, che è legata alla messa indiscussione dei presupposti della vita e del suo senso.L’orizzonte in cui la società post-industriale iscrive il lavoro,nei Paesi del primo mondo, quelli avanzati, presenta alcuninodi problematici. Sono sotto gli occhi di tutti le condizioni di crisi personale esociale di una realtà occupazionale che si riduce e si fa piùincerta; che promette meno di ieri anche in termini di mobilitàprofessionale. È una realtà accettata per quello che è, soprat-tutto tra i più giovani, ma con disincanto se non con inquietu-dine; con risentimento, se non rabbia, tanto più che si perce-pisce un’assenza di prospettive e diventa più forte il senso diimpotenza.

Le ragioni di questo nuovo scenario sono diverse, tra le pres-sioni di una competitività crescente (tra imprese ma anche trapersone e gruppi sociali); l’accentuarsi della individualizzazio-ne (dei bisogni e dei sogni); la caduta di efficienza delle istitu-zioni con l’indebolirsi delle due categorie di stato e nazione.Il monito della Caritas in Veritate (70) è che c’è necessità diuomini retti, operatori economici e uomini politici che vivanofortemente nelle loro coscienze l’appello al bene comune; enecessità di pensiero, di riflessione profonda di ricerca di unumanesimo nuovo.È in questo contesto che il Movimento Lavoratori ha trovato inquesti anni, più che prima, una strada nuova dentro l’esperien-za dell’Azione Cattolica ed anche nella nostra realtà associa-tiva diocesana si avverte sempre più forte il desiderio di matu-rare la vocazione alla missionarietà, accogliendo e facendoproprio il metodo della pastorale d’ambiente.Don Tonino Bello affermava: “Dovete portare la tuta di lavoro inchiesa e la veste battesimale nell’ufficio, nella banca, ecc….”Cosa vuol dire? Che nella chiesa se mancano i lavoratorimanca moltissimo della sua capacità di leggere la realtà. Uno che “fa” Azione Cattolica non può non essere un creden-te che si misura con la comunità concreta civile, che sta den-

tro la società, che non disprezza questo mondo che stiamocostruendo dentro leggi di giustizia e di pace, non disprezzal’amministrazione comunale, non disprezza il suo Stato. Lovuole migliore. Se ne parla male è perché vuole spenderci lafaccia per migliorarlo. Noi siamo dentro questa società. Cittadini degni del Vangelo. Noi, in questa società, siamoannunciatori del Vangelo. Ma questo Vangelo non è una pre-dica: è la vita, è un cambiamento radicale di modi personali diesprimersi, di vivere, di atteggiarsi, di cercare. La nostra scel-ta è ormai di guardare al mondo perché si stanno creandomovimenti di persone che non fanno più riferimento alla chie-sa, si stanno creando spazi pubblici che non fanno più riferi-mento al Vangelo. E chi è che porta il riferimento al Vangelo senon un movimento che lo vuole incarnare lì, dove vive tutti igiorni con fatica e con difficoltà? Il Movimento Lavoratori questa passione per il mondo con-creto del lavoro la porta dentro la chiesa, e nell’associazioneancor di più, e la vive concretamente a contatto con il mondo.Vuole dire il Vangelo dentro la vita di chi lavora e dentro le sof-ferenze, le umiliazioni, le noie, le attese, le delusioni di chi loaspetta per troppo tempo e non è aiutato a costruirlo o a cer-carlo con la sua creatività e capacità.In questa missione è riferimento importante la dottrina socialedella Chiesa, l’Enciclica Caritas in Veritate, i Messaggi delSanto Padre e i documenti del Magistero.Tempi e modi di realizzazione di questo progetto sono in mensDei, ma come laici e soci di AC non possiamo non impegnarcia maturare una sensibilità sempre più attenta a questi temi.

« Dovete portarela tuta di lavoro in chiesa

e la veste battesimalenell’ufficio, nella banca, ecc…. »

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“Verso l’altro”e “verso l’Alto”

Verso l’altro…L’incontro con don Antonio Andriulo, assistente diocesanoSettore Giovani e ACR della Diocesi di Oria, ha accresciutoin me la consapevolezza che ciascuno custodisce unaminiera di gemme preziose dentro di sé, che aspettano solodi essere scoperte. Singolare ed emozionante ho trovato unparticolare momento: “cuore a cuore”, dove ciascuno ingruppi da tre, ha dovuto vestire i panni del narratore, delconsigliere e dell’osservatore. Che dire?… Non conoscevonessuno prima di fare ingresso a questo appuntamentodove ognuno proveniva dalla propria parrocchia di apparte-nenza, con un proprio passato e cammino spirituale, eppureneanche per un solo istante ho avvertito sintomi di disagio,sinonimo questo di quanto conta avere accanto a sé perso-ne giuste e al contempo predisporsi all’ascolto, ad un’accu-rata meditazione e al lasciarsi denudare completamente.Ciascuno ha così rivelato il colore del proprio cuore all’al-tro, il quale ha gelosamente accolto il messaggio, tuttiabbiamo assaporato una vivanda nuova, non comune, checelava dietro sé un retrogusto che sapeva di buono. Nitidaho letto in coloro che avevo innanzi la voglia di conoscermied io di conoscere loro. Sentirsi accolti e parte integrante diun gruppo del quale prima non si supponeva neppure l’esi-stenza non capita tutti i giorni e trasmettere questo diventaper me un dovere ed un piacere. Mentre scrivo sorridoricordando ogni singolo gesto e parola di ognuno: dai rela-tori, ai sacerdoti tutti per finire a noi giovani. La consapevo-lezza di aver ricevuto un ricco pacco, da scartare con i mieiragazzi, mi rende più che felice. Farò questo con l’auspiciodi porre le mie mani nelle loro per lasciarmi guidare in que-sto cammino, dove io per prima sento di dover crescere edimparare. Vi suonerà familiare ed assurdo, ma ho scavatonei miei pensieri ed ho trovato il mio pensiero felice, e sape-te qual era? Aver condiviso questo weekend formativo convoi!

di Rossella Fusano,animatrice Parrocchia B. V. Immacolata - Minervino Murge

Verso l’alto…Il Dott. Natale Pepe ci ha stimolato, attraverso una serie diimmagini evocative accompagnate da una musica di sotto-fondo, a riflettere sul nostro sogno più grande e ci ha sug-gerito l’importanza di esplicitarlo agli altri. Condividendo inostri sogni, vi abbiamo riconosciuto una parte che portagioia, perché legata a quel desiderio che è la molla che cispinge a realizzarlo, e una parte oscura, di ombra, legataalla paura che molto spesso ci porta a chiuderci: dobbiamosolo riconoscere questa parte ed accoglierla, farla nostraed utilizzarla come fonte di energia!!! Riflettendo sulla società e guardando più da vicino i nostrigiovanissimi, notiamo come sia difficile per loro sognare e“volare alto”, e quanto i messaggi trasmessi dai vari massmedia fanno credere loro di non avere una personalità o,addirittura, dei sogni all’altezza dei loro “bisogni”!Con il prof. Antonio Quacquarelli abbiamo immaginato difare un viaggio, in cui potevamo scegliere il mezzo con cuipartire, una nuova identità, un luogo da cui partire e unameta da raggiungere: che bello essere capaci di volare conla fantasia e di sognare ad occhi aperti!!! Noi educatori, perciò, siamo chiamati a portare loro unnuovo messaggio: per essere protagonisti della propriavita non bisogna omologarsi ed essere infelici perché nonsaremo mai “belli, ricchi e famosi come i divi della TV”, mabasta esprimere se stessi per quello che si è, per i doni e ivalori che abbiamo ricevuto e soprattutto puntare “versol’alto” regalandosi la possibilità di sognare, e “verso l’altro”facendoci dono per chi incontriamo. Dobbiamo, quindi, riconoscere in noi il ruolo di “accompa-gnatori” verso nuovi sogni facendo fare loro esperienza dibellezza!

Annamaria Bevilacqua,animatrice Parrocchia Gesù Crocifisso - Andria

« Conta avere accanto a sé persone giustee al contempo predisporsi all’ascolto,

ad un’accurata meditazionee al lasciarsi denudare completamente. »

Testimonianze del week-end formativo

del Settore Giovani di AC

Uno dei momentidell’esperienza formativa

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AVSI: “Campagna Tende” 2009-2010

di Maria Teresa LeoneAVSI di Andria

La Fondazione AVSI (Associazione di Volontariato per ilServizio Internazionale) è una organizzazione non governati-va, ONLUS, nata nel 1972 e impegnata con oltre 120 progetti dicooperazione allo sviluppo in 37 paesi del mondo di Africa,America Latina e Carabi, Est Europa, Medio Oriente e Asia.AVSI opera nei settori dell’educazione, sanità, igiene, cura del-l’infanzia in condizioni di disagio, formazione professionale, svi-luppo urbano, sicurezza alimentare, agricoltura, ambiente,micro-imprenditorialità, aiuto umanitario di emergenza.La sua missione è promuovere la dignità della persona attra-verso attività di cooperazione allo sviluppo con particolareattenzione all’educazione, nel solco dell’insegnamento dellaDottrina Sociale della Chiesa.Il titolo scelto da AVSI per la Campagna Tende 2009-1010 è:“Crisi o sviluppo: la persona fa la differenza”.Siamo in un momento molto delicato per la crisi globale cheha colpito il mondo intero ed in particolare le persone e lezone della terra più vulnerabili. Per AVSI, la crisi si ripercuoteanche sulla disponibilità di risorse sia pubbliche che private.Se da un lato aumentano le richieste di aiuto, dall’altro vacil-lano le disponibilità economiche per potervi rispondere. Perquesto l’iniziativa di ogni singola persona, anche con un pic-colo gesto, può fare la differenza. È questo lo spirito cheanima da sempre le Tende, un gesto libero di persone deside-rose di esprimere la propria innata tensione alla carità, albene comune. Non vuole essere una campagna organizzatama una catena di iniziative di popolo, destinate a sostenerepersone nelle situazioni più estreme. In questa catena, con rinnovato entusiasmo, si è inseritoanche quest’anno il popolo dei volontari AVSI di Andria, chenel mese di dicembre, in via R. Margherita, ha più volte alle-stito la sua Tenda. Piccoli e grandi si sono impegnati con amo-revole cura nella realizzazione di oggetti di vario genere, dairagazzi delle medie, che hanno imparato la tecnica del décou-page per poter creare raffinate decorazioni natalizie, ad unassortito gruppo di mamme che si è specializzato nel pizzorinascimento, producendo un’ampia e preziosa gamma diaddobbi e centrini.La Tenda è stata arricchita, inoltre, da oggetti scolpiti in legnod’ulivo dell’artigianato di Betlemme, libri, CD, cartoncini augu-rali.Un cenno a parte meritano le collane di Rose, infermiera afri-cana direttrice del Meeting Point International partner di AVSIa Kampala, coloratissime perle di carta di giornale riciclata,

che hanno riscosso uno straordinario successo. Il ricavatodella loro vendita andrà a finanziare in modo specifico lacostruzione di una scuola secondaria per i ragazzi di Kireka,in Uganda, a Kampala. Gli altri progetti sostenuti da AVSI con la Campagna Tende2009-2010 sono i seguenti:- La Banca del Riso per le famiglie degli agricoltori in

Birmania, nell’Ayeyarwaddy;- La Mensa e il Centro per mamme e bambini in Messico a

Oaxaca;- Sostegno a distanza per i bambini delle Scuole in Terra

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È importante ricordare che la Campagna Tende prosegue benoltre il periodo delle festività natalizie. Ad Andria, secondouna consolidata tradizione, sarà organizzata a favore di AVSIuna cena di solidarietà, nella certezza che, ancora una volta,saranno in molti a rispondere alla nostra richiesta di aiuto econdivisione nei confronti dei più bisognosi. La generosità ditanti è attestata, tra l’altro, dalle numerose adozioni a distan-za sottoscritte in città da singoli, famiglie, scolaresche.Consapevoli che il nostro contributo è davvero piccola cosarispetto all’enormità del bisogno, condividiamo fino in fondoquanto afferma l’editoriale dell’ultimo numero di “BuoneNotizie”, il periodico trimestrale di AVSI: “Gocce che formanoun oceano, reale, tangibile. Gocce che contribuiscono a dareun volto umano al nostro mondo, contro il cinismo e lo scetti-cismo che troppe volte travolgono le nostre vite. Non è tuttoinutile. Al contrario. La persona fa la differenza. Tu fai la diffe-renza. Questo ci ha insegnato un Bambino, nato nella grotta diBetlemme 2000 anni fa, che ha scelto di essere uomo tra gliuomini per dirci che di questo mondo, di questa vita nullaandrà perduto, perché abbiamo un Padre, un significato, persempre”.

« Promuovere la dignità della personaattraverso attività di cooperazione

allo sviluppo con particolare attenzioneall’educazione,

nel solco dell’insegnamentodella Dottrina Sociale della Chiesa »

La personafa la differenza

Volontari dell’AVSI di Andria

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Inizia questo mese su Insieme unreportage sulle cinque zone pastorali incui la nostra Diocesi è suddivisa. Per ipochi che ancora non lo sapessero, lanostra Diocesi (composta dalle città diAndria, Canosa e Minervino), è statasuddivisa in cinque parti, le zone pasto-rali appunto. Tre di esse fanno parte delterritorio della città di Andria, mentre lealtre due corrispondono esattamente alterritorio delle altre due città. Ognunadi queste zone pastorali è composta dapiù parrocchie, le quali si coordinanosotto la guida di un coordinatore.Questo mese conosceremo meglio laseconda zona pastorale, quella compo-sta dalle seguenti parrocchie:Madonna della Grazia, Maria Ss.dell’Altomare, S. Francesco d’Assisi, S.Maria Addolorata alle Croci, S. MariaAssunta e S. Isidoro, la Basilica dellaMadonna dei Miracoli, S. Maria Vetere,S. Nicola di Mira, S. Riccardo, Ss.Annunziata e, infine, dalla rettoria delSantuario del SS. Salvatore.Coordinatore di questa zona è Mons.Giuseppe Ruotolo, coadiuvato dal fidosegretario Don Leonardo Pinnelli.Dal colloquio avuto con loro si evinceche si tratta di una bellissima zonapastorale, ove si guarda l’uomo attra-verso gli occhi di Cristo. Nonostanteciò “alto rimane anche qui il rischio diperdere i valori umani, nonché quellicristiani. Ciò spinge questa zona, comele altre, d’altronde, ad impegnarsi sem-pre in prima linea. Ognuno è chiamatoad essere strumento e testimone diCristo”, ci dice Don Leonardo, specie inquelle realtà più periferiche: “Avere unobiettivo unico: mettere al centrol’umanità. Un’umanità che sa crearsi,rigenerarsi, amarsi, basandosi sui valo-ri cristiani”.

Importante la lotta alla povertà, allenuove povertà, oltre che materialianche spirituali. Linea comune deisacerdoti di questa zona pastorale èquella della carità, ma non solo quellaconcreta, basata sulle donazioni divivande varie (di per sé utilissima),quanto piuttosto di una carità “perso-nale”, che vede i ministri di Cristo offrir-si loro stessi in prima persona. Precisadon Leonardo: “Qui i parroci non aspet-tano i parrocchiani. Sono loro stessiche vanno da loro, a trovarli, a far sen-tire la loro presenza effettiva”. Il con-tatto con i fedeli è importantissimo, alfine di conoscere meglio la comunitàin cui si opera: “Ogni primo venerdi delmese i parroci portano la SantaEucaristia e il Sacramento dellaConfessione direttamente nelle case dimolti fedeli. Quale migliore modo perconoscere più da vicino le problemati-che che attanagliano la vita dei nostriparrocchiani, e così, tentare di dar loroanche un piccolo aiuto?”.

Oltre all’insostituibile impegno dei par-roci, altra importantissima risorsa pre-sente in questa zona pastorale (cosìcome nelle altre), è la presenza attivadei laici, i quali, attraverso un ragguar-devole lavoro d’equipe scevro da qual-siasi forma d’egoismo, danno il lorocontributo alla comunità, anche attra-verso la partecipazione a gruppi qualil’Azione Cattolica, la Gifra, così comealle tante altre realtà collegate alle esi-genze particolari di ogni singola par-rocchia.L’importanza dell’esistenza di questaistituzione è anche uno stimolo per por-tare avanti un fruttuoso scambio espe-rienziale. Continua don Leonardo:“Durante i nostri incontri si assiste adun bellissimo scambio di esperienzeparticolari. È come se ognuno di noimettesse in un grande piatto le proprieesperienze parrocchiali più belle, affin-ché anche gli altri possano da essoattingere e servirsene. Stupendi esem-pi sono stati l’Oratorio Estivo e il Camposcuola interparrocchiale dell’Acr. Dueeventi che hanno ben valicato i muridelle nostre realtà particolari.” Semprenell’ottica di una crescita comune, con-tinua Don Leonardo, “importantissimaè l’esperienza dei parroci più anziani,veri e propri punti di riferimento per imembri della comunità, sacerdoti enon.”Concludiamo questo breve reportagecon le parole di Don Leonardo, capacidi riassumere bene lo spirito che animaquesta zona pastorale, così comeanche le altre: “La comunità cristianadeve mutare la miseria in misericordia.Mutare la miseria in misericordia signi-fica davvero preparare il terreno aCristo”.

« La comunità cristianadeve mutare la miseria

in misericordia »

Reportage sulle 5 zone pastoralidella Diocesi di Andria

di Antonio De NigrisRedazione “Insieme”

La seconda zona pastorale

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di Giuseppe SciasciaRedazione “Insieme”

La comunità parrocchiale di San Michele Arcangelo inMinervino Murge, prendendo spunto dagli argomenti trattatinelle due serate di approfondimento della Lettera Enciclica delPapa “Caritas in Veritate”, ha ritenuto opportuno continuare adiscutere e a costruire un percorso formativo che porti adesplorare con quale stile di vita sia possibile prepararsi adaffrontare la sfida del futuro, cercando di essere fedeli ai valorievangelici.A piedi nudi è il titolo dell’itinerario per ricordare:– che si è chiamati a calpestare la terra, a impolverarsi, condi-

videndo e partecipando direttamente alle vicende umane;– che la scelta di uno stile di vita è un cammino lento, faticoso,

non privo di sofferenze e rinunce;– che occorre rivestire l’abito dell’austerità, della semplicità e

della povertà evangelica.Intanto, durante il Santo Natale, sono stati invitati i piccoli e gliadulti nelle veglie di preghiera per il Bambin Gesù a cambiare ilproprio modo di vivere, ad individuare un nuovo stile di vita cer-cando la sobrietà, il gusto del bello, il gusto dell’equilibrio.L’azione è all’insegna di 5 R: ridurre le cose che si comprano,riciclare oggetti, ripararli e non buttarli al primo danno, rispet-tare le cose per rispettare il lavoro di chi le ha costruite e rega-lare a chi è nel bisogno. Poi sono stati individuati alcuni rapporti del nostro vivere quoti-diano: il rapporto con le cose, il rapporto con le persone e il rap-porto con la natura; quindi è stata definita anche la metodologiaper la conduzione degli incontri:– far parlare i fatti quotidiani;– dare una lettura delle varie tematiche alla luce delle encicli-

che e del magistero della Chiesa;– avere momenti di confronto con la cittadinanza per analizzare

temi di particolare interesse e attualità ed ipotizzare percorsipossibili per un modo nuovo e rispettoso di essere nel mondo,

Tutto ciò nella convinzione che “la propria vita non dipende daibeni” e che “è l’uomo, nella sua consapevolezza, a decidere peril suo futuro”.Gli incontri si svolgeranno nel salone parrocchiale dalle ore19.00 alle ore 21.00.Una noticina a margine: era stata avviata, già dal settembrescorso, una serie d’incontri fra i presidenti di A.C. che mirava ariunire gli adulti di Minervino Murge di tutte le Parrocchie intor-no ad un unico percorso formativo.A Minervino si può, considerata l’esiguità dei numeri. Del restoera una modalità sperimentata una decina di anni orsono e conmolte note positive.

Ancora una volta si è registrata una levata di scudi e tutto èritornato nel chiuso delle proprie “chiese” (sic)

QUESTO IL PROGRAMMA:

A piedi nudi … cittadini del mondo. Quale lo stile di vita per ilnostro futuro?L’umanità ha bisogno di un profondo rinnovamento culturale;habisogno di riscoprire quei valori che costituiscono il solido fon-damento su cui costruire un futuro migliore per tutti.Le situazioni di crisi, che attualmente sta attraversando – sianoesse di carattere economico, alimentare, ambientale o sociale–, sono, in fondo,anche crisi morali collegate tra di loro.Esse obbligano a riprogettare il comune cammino degli uomini.Obbligano, in particolare, a un modo di vivere improntato allasobrietà e alla solidarietà, con nuove regole e forme di impegno,puntando con fiducia e coraggio sulle esperienze positive com-piute e rigettando con decisione quelle negative.Solo così l’attuale crisi diventa occasione di discernimento e dinuova progettualità.(dal Messaggio del Papa per la XLIII giornata della Pace 2010)

RAPPORTO CON LE COSE

- Mercoledì 10 Febbraio...convegno pubblico “La condizionalità: lenuove prospettive del mondo agricolo tra impegni ed opportunità” Confronto con le istituzioni, gli operatori del settore agricolo, le forzesindacali e la cittadinanza per un uso della terra in armonia con leesigenze del mercato e della natura

RAPPORTO CON LE PERSONE

- Mercoledì 24 Febbraio ...quale comunicazioneNon solo vicini ma fratelli. I sentieri dello scambioLa comunicazione tra le persone diventa sempre più virtuale, imper-sonale. Perché?

- Mercoledì 3 Marzo ...Dio non è mutoDio parla con l’uomo, lo cerca, stabilisce con lui una relazione eascolta le sue creature. Come Dio comunica con gli uomini ?

- Mercoledì 10 Marzo ...mettiamo lo stile in reteInteragire e collaborare con le miriadi di esperienze locali che nelnostro Paese cercano di lottare contro le disuguaglianze nel Mondo.Una proposta e un’esperienza concreta è quella della Rete di Lilliput.

- Mercoledì 21 Aprile ...convegno pubblico“Le nuove malattie: dall’analisi statistica delle malattie nel nostropaese sorge un’esigenza di verità”.Confronto con medici e operatori sanitari della ASL BAT per avereuna informazione più dettagliata sulla frequenza delle malattie tumo-rali nel nostro paese. Quale profilassi possibile?

« Individuare un nuovo stile di vitacercando la sobrietà,il gusto del bello,il gusto dell’equilibrio »

Percorso formativo di Azione Cattolica

nella parrocchia S. Michele Arcangelo

Quale stile di vita?A piedi nudi!

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La Canosa che vorreiUna Città dalle molteplici potenzialità

di Leonardo ManginiRedazione “Il Campanile” periodico della parrocchia S. Sabino

Oltre all’archeologia, sempre in primo piano e perennemen-te da valorizzare, anche spettacolo e tradizioni popolari sonoda conservare e preservare. Qualche mese fa veniva eviden-ziato come alcuni gruppi musicali stiano emergendo sullescene. Nello stesso modo, con orgoglio, si può tranquillamen-te affermare che spontaneità ed idee innovative garantisconoi loro frutti.Le varie commedie teatrali in vernacolo, ormai, sono un’ulte-riore certezza. La compagnia “Idea Teatro ‘89”, capitanata daFernando Forino, ha esportato per l’ennesima volta l’inconfon-dibile linguaggio al nord, dove da anni risiedono nostri concit-tadini. Un format consolidato e funzionante. Dimostrazione chenon tutti, per fortuna, odiano il meridione e la sua storia, daquelle parti...Ma è proprio a livello locale che Canosa deve mostrare le suequalità maggiori. In una mite serata di metà novembre, peresempio, molti hanno assistito alla trasformazione delle CaveLeone in un potpourri di teatro, musica e degustazione di pre-libatezze locali. Dalle orecchiette al pomodoro alle pettole conle olive, dalle caldarroste all’immancabile vino (tema dellamanifestazione). Il tutto “condito” da un concorso fotograficoe persino da una lotteria. La forza di volontà dell’associazioneculturale Libera...mente, da poco affiliata all’ARCI, ha raccol-to consensi e complimenti. Nonché menzioni ed intervistedalle più note testate regionali (TGR su tutte).

Emergono poi altre occasioni di festa, come quella di SantaLucia: la zona del mercato, notoriamente definita “campocampo”, il 13 dicembre ha ospitato Pro-Loco, AssociazioneSportiva Equestre Canosina e Fondazione Archeologica perl’appuntamento con la classica “fanov”. Altra serata utile perassaporare i prodotti nostrani, accompagnati dall’accensionedella pira e da passeggiate sul calesse degne di un “ritornoalle origini”. Soprattutto i bambini hanno accolto con curiosi-tà la particolare novità, avendo meno possibilità di avere“incontri ravvicinati” con i cavalli. È un dato di fatto: i piccolidel 2009 sono mediamente abituati e vezzeggiati dai sedili delleautomobili e dalle simulazioni di vita bucolica via computer.Un’altra esperienza che ha riscosso successo. Alla pari del-l’inedito “flash-mob” pro ambiente sceso in piazza contempo-raneamente al falò, con gli astanti “immobili” nel bel mezzo delpasseggio serale in pieno centro. Originale maniera per stimo-lare la ricerca di un “accordo concreto” sul clima, mentre aCopenhagen alcuni “grandi” della Terra ne discutevano lesorti.Evidentemente, le circostanze utili per spronare la comunitànon sono più circoscritte solo ai periodi natalizi, pasquali o ai(pochi) giorni di festa patronale. In proposito, per quantoriguarda il culto, è impossibile non citare le processioni, oppu-re le riproduzioni dei presepi (viventi e non) o delle Passioni,tutte ottenute da volontariato, dedizione e sacrifici degli orga-nizzatori, senza escludere le varie sagre volute dai comitati diquartiere, specie nei tempi di festa parrocchiale.Insomma, le forme più disparate di aggregazione stanno pren-dendo piede, ravvivando ulteriormente una città dalle molte-plici potenzialità. Non potevano esserci dimostrazioni miglioriper smentire il luogo comune della “noia” espressa da piùconcittadini. Una lirica di De André può sintetizzarla: “Si sache la gente dà buoni consigli / sentendosi come Gesù neltempio / si sa che la gente dà buoni consigli / se non può piùdare il cattivo esempio”.Le commiserazioni, in pratica, servono davvero a poco.

« Evidentemente, le circostanze utiliper spronare la comunitànon sono più circoscritte

solo ai periodi natalizi, pasqualio ai (pochi) giorni di festa patronale »

Scorcio panoramico di Canosa

Cattedrale S. Sabino

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Per amore della cittàVerso le elezioni comunali ad Andria

di Leonardo FascianoRedazione “Insieme”

A marzo si vota per le comunali adAndria. Finalmente! si sarebbe tentati diesclamare dopo una travagliatissimaesperienza amministrativa con unamaggioranza perennemente lacerata dacontrasti interni. Ora la parola passaagli elettori che giudicheranno e sce-glieranno con volontà sovrana. Ci augu-riamo che le scelte degli elettori venga-no orientate verso quelle liste e candi-dati che meglio possano rappresentareil bene comune della Città, e non sianomotivate dalla ricerca di tutele a inte-ressi individuali o particolaristici, dilobby e di clan. La posta in gioco è assaiimportante per poter anche solo per unmomento immaginare di servirsi dellapolitica allo scopo di conseguire unvantaggio personale o di gruppo.Questo lo diciamo sia per gli elettori siaper i candidati (Consiglieri e a Sindaco)che si propongono per il governo dellaCittà.Al momento, mentre si attende di vede-re ultimato il quadro dei candidati aSindaco, partiti, movimenti, gruppi sonoalle prese con la formazione delle listee, a questo riguardo, ci permettiamo difare qualche breve osservazione.Ci venga risparmiata l’indecenza deicandidati fantasma (con 0 voti) o candi-dati rappresentativi di niente (con votiad una sola cifra), messi in lista comecomparse per fare credere di godere dichissà quale consenso (si veda il box inquesta pagina sulle elezioni comunaliscorse). Chi non ha nulla da dire e dadare alla Città, si tenga fuori e si prepa-ri per future occasioni. D’altra parte, vaevitata l’indecenza opposta di cercarecandidati raccatta voti, senza un mini-mo di competenze e capacità, facilipedine manovrabili da chi la sa piùlunga. A tal proposito, i partiti recuperi-

no urgentemente il loro compito di pre-parazione del personale politico e diformazione di una classe dirigenteall’altezza dei tempi, attrezzata perassumersi degnamente precise respon-sabilità nella politica. Che senso hamettere in lista persone che, se nonelette, spariscono completamente dallascena politica? Se sono delle risorse

per la Città, che vengano curate e ali-mentate in una vita di partito pensatocome stumento di elaborazione di cultu-ra politica.

Liste e candidati si propongano conprogrammi chiari e credibili, a partiredall’individuazione dei problemi veridella Città, con indicazione delle rispo-

ste plausibili che si vogliono offrire aglistessi problemi. Evitare enunciazionigeneriche di principio del tipo: “Ci impe-gniamo per la crescita e il benesseredella Città”. Sì, ma quale crescita? Inche modo realizzarla? Ci si proponga,invece, con intelligenza politica, attra-verso, cioè, un progetto concreto e veri-ficabile di governo della Città, all’internodi una cornice più ampia di ideali e divalori che diano senso a quel progetto. Che la maggioranza di governo uscitadalle urne, qualunque essa sia, si man-tenga compatta e stabile fino alla sca-denza del mandato, nella convinzioneche la stabilità favorisca la governabili-tà. Senza la prima non si dà la seconda.Ciò sarà reso possibile nella misura incui le alleanze che si vanno realizzandonon siano concepite come meri cartellielettorali, per spartirsi, poi, in caso disuccesso, poltrone e potere, macostruite su programmi omogenei econdivisi, per un governo serio eresponsabile della Città. Non vogliamo sfoggiare retorica, ma cipiace immaginare un modo diverso difar politica, tale per cui essa non siaconcepita e praticata come un campodi battaglia dove vince chi fa più mortitra gli avversari-nemici con l’insulto, ildileggio, la demonizzazione dell’altroche ha idee diverse, con il mettere ilbastone tra le ruote solo perché si èinvidiosi del successo dell’altro, con ilnon riconoscere i propri errori solo per-ché non si vuole darla vinta all’altro, conla contrapposizione gratuita solo per-ché bisogna sempre colpire l’avversa-rio, con la ricerca a tutti i costi di visibi-lità e protagonismi narcisistici, ecc.ecc. ecc. Ci piace, invece, immaginare,alla faccia del realismo cinico allaMachiavelli e mettendoci nel solco

Palazzo Comunale di Andria

Candidati Consiglieri fantasma

alle scorse elezioni comunali.

Alle precedenti elezioni comunali adAndria (2005), si presentarono 665 aspi-ranti consiglieri (più 4 candidati aSindaco) distribuiti in 19 liste. 106 candi-dati consiglieri (il 15,9%) risultarono con0 preferenze (cioè candidati fantasma!)mentre 140 candidati (il 21%) consegui-rono preferenze ad una cifra (di cui 32con un solo voto). Sommando gli uni congli altri, arriviamo alla bella cifra di 246candidati (il 36,9%) con preferenze da 0a 9!!! Alcuni casi clamorosi. In una listacon 40 candidati, ben 20 (il 50%) otten-nero 0 preferenze, mentre 11 con voti aduna cifra. In un’altra con 29 candidati,16 (più del 50%) con 0 voti e 8 con votida 1 a 3. In una terza lista con 40 candi-dati, 17 risultarono con 0 voti, altrettanticon voti ad una cifra. Ultimo esempio:lista con 28 candidati, 8 con 0 voti e 14con voti ad una cifra (di cui 8 con 1voto).

(continua alla pagina seguente)

Con una vittoria schiacciante del70% dei voti, Nichi Vendola, Presidenteuscente della Regione Puglia, ha vinto il24 gennaio u.s. le primarie del centrosi-nistra, contro il 30% raggiunto daFrancesco Boccia, sostenuto dal PD.Le primarie, tenutesi in una gelidadomenica invernale, hanno visto intutta la regione la massiccia partecipa-zione alle urne di ben 200mila elettori,cittadini comuni e militanti, circa il dop-pio dei partecipanti alle primarie di cin-que anni fa. Sarà Nichi Vendola il can-didato del centrosinistra contro RoccoPalese del PDL. All’esito delle primariel’UDC ha annunciato la propria alleanzacon IO SUD dell’On.le Adriana PoliBortone, proponendola come candida-ta alla presidenza della Puglia.L’affluenza alle urne ha dimostrato aquanti ostinatamente si rifiutano dicomprenderlo, che lo strumento delleprimarie funziona e che il tempo delledecisioni imposte dall’alto è finito da unpezzo. La massiccia partecipazione alleprimarie, non solo a quelle pugliesi,attesta che le comunità locali sonomature e consapevoli dell’importanzadella partecipazione attiva, in grado diesprimere attraverso la propria prefe-renza quale rotta intraprendere.I numeri non lasciano spazio ad equivo-

ci: mentre il PD,in vista dellec o n s u l t a z i o n iregionali dei prossimi 27 e 28marzo, ha rincorso il progetto diun’alleanza allargata all’UDC,vedendo in Boccia l’unico candidatoattorno al quale convergere, i cittadinihanno espresso un’altra preferenza.Ha sbagliato evidentemente il PD chenon ha saputo interpretare lo spirito deisuoi elettori, che ha guardato con suffi-cienza le primarie, e che, invece di con-siderare Vendola una risorsa per il cen-trosinistra, gli ha chiesto piuttosto unpasso indietro in nome dell’unità dellacoalizione, auspicando un’alleanza conl’UDC, il centro di antica memoria edora improvviso ago della bilancia, nonsolo in Puglia. In occasione delle regio-nali, in casa PD, è tornato al pettine ilproblema delle correnti interne al par-tito. Non è bastata l’elezione di Bersanialla segreteria per acquietare gli animidegli sconfitti, così le diverse linee con-tinuano a confrontarsi con i veltronianiinterpretati da Franceschini e gli ex ppidi Marini e Fioroni. La linea del segreta-rio continua ad essere la ricerca diampie convergenze con UDC e IDV,consapevole che il PD da solo è com-petitivo solo in tre regioni su tredici;

negli altri casi ha bisogno di ampie alle-anze per provare a battere il centrode-stra. Rimane la rinnovata consapevolezzache, riportando le parole del Sindaco diBari, Michele Emiliano, “Anche la piùrazionale delle strategie politiche nonpuò essere calata e non può essereattuata ignorando i sentimenti dirispetto e di affetto delle persone neiconfronti di quei pochi politici che nelbene e nel male sono sintonizzati con ilsenso comune”.

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Elezioni regionali in Puglia Le primarie del centrosinistra

di Maria Teresa CoratellaRedazione “Insieme”

delle migliori tradizioni, laiche e cristia-ne, del pensiero etico-politico, che lapolitica possa essere esercizio di ami-cizia civica tra coloro che, pur con ruolidiversi, di maggioranza o di opposizio-ne, pur animati da forti convinzioni epassioni nella inevitabile dialettica dellediverse posizioni politiche (anche all’in-terno dello stesso partito), tuttavia nonmancano mai di rispetto tra loro, siesercitano alle virtù della lealtà, del-

l’umiltà, dell’onestà, della giustizia, dellaprudenza, della misura e dell’equilibrio,dello spirito collaborativo… È possibileun modo diverso di fare politica? È que-sto solo un sogno? Lo confessiamo: cisono certi sogni a cui non sappiamo enon vogliamo rinunciare.Vogliamo, infine, ricordare a noi stessiprima e, poi, anche agli altri: la politica èuna cosa troppo seria per lasciarlaall’improvvisazione o, peggio, alla logi-

ca del tornaconto personale o di grup-po. Chi pensa di impegnarsi in politica,non se lo scordi: lo fa, lo deve fare, soloper amore della Città.“Anche l’amore è una parte essenzialedella virtù politica. Non è certo l’ecces-so di amore che rischia di sviare gliuomini politici, ma senza amore e senzagenerosità, il falso calcolo e l’acceca-mento sono la regola” (JacquesMaritain).

(continua della pagina precedente)

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Protesta dei disabili

A firmare questa lettera sono le famiglie con persone disa-bili che ad Andria, ma anche in altre città, sono state chiama-te a corrispondere in rapporto al reddito familiare, una quotadi compartecipazione alle spese relativa ai servizi che ricevo-no.Noi riteniamo profondamente ingiusto tale contributo, lo rite-niamo un paradosso che ha costretto alcune famiglie, nonindigenti ma neanche ricche, a rinunciare al servizio di aiutoalla persona rivolto al proprio congiunto proprio perché hannoritenuto improprio ed esagerato il ticket richiesto. Si tratta didisabili gravi, si tratta di persone che non hanno alcun serviziodi assistenza, si tratta di genitori (o fratelli e sorelle) anziani,bisognosi talvolta anche loro di assistenza.Sappiamo che qualcuno si affretterà a giustificare il provvedi-mento come conseguenza della crisi economica che decimale risorse del welfare e che si tratta di disposizioni legislativeregionali e nazionali a cui il Comune deve ottemperare. Ma lasomma che incasserà il Comune di Andria dalla comparteci-pazione dei disabili sarà pressappoco il costo di una sagra diquartiere o se si preferisce le spese di un convegno realizzatoin pompa magna con hostess, banchetto, ecc. ecc.Come si può chiedere a famiglie, già prostrate da problemipatologici molte volte gravi, magari a genitori anziani con unfiglio disabile di 40/50 anni o più, un contributo di 7 euro (comemisura massima) per ciascuna ora di servizio? Ricordiamo chequel contributo in molti casi serve per il minimo fabbisognooppure i genitori tendono a metterlo da parte proprio per unsalvadanaio da destinare al figlio disabile perché possa esse-re decentemente assistito quando i genitori non ci sarannopiù. Secondo noi è un provvedimento alquanto grottesco per unarealtà come la nostra dove la stragrande maggioranza di disa-bili, soprattutto adulti, non gode di alcun servizio: dopo lascuola dell’obbligo il nulla oppure qualche ora del Servizio diAiuto alla Persona e, per qualche fortunato, l’inserimento incentro diurno. Ancora oggi i nostri figli (o congiunti) sono assistiti quasiesclusivamente da noi genitori (…). Sappiamo che il Comune di Andria ha disposto questi provve-dimenti in ottemperanza alle Leggi regionali ma sappiamoanche che ci sono state sentenze che in questi anni e in varieparti del Paese hanno evidenziato che: 1. compete al Servizio Sanitario Nazionale e ai Servizi

Sociali, e non ai parenti, farsi carico dei bisogni socio-sanitari delle persone con disabilità (…);

2. i criteri con cui si determina la compartecipazione alcosto del servizio devono essere conformi alla normativanazionale ISEE, che prevede tra l’altro il principio del rife-rimento alla situazione economica del singolo utente, lad-dove sia in situazione di gravità (…);

3. l’Ente Locale, nel valutare la situazione economica deldisabile, non può prendere in considerazione le provviden-ze economiche assistenziali (indennità di accompagna-mento, indennità di frequenza, assegno di assistenza, pen-sione d’inabilità); inoltre può chiedere il contributo solo albeneficiario del servizio stesso e non ai suoi parenti (…);

4. sembrano indebite le indagini dei servizi sociali sulle pos-sibilità economiche dei parenti degli assistiti; il Garante perla Protezione dei Dati Personali ha affermato che (…) pos-sono essere raccolte solo informazioni personali riguar-danti la situazione economica dell’interessato e non quel-le del nucleo familiare di appartenenza;

5. è pure indebita la sospensione del servizio a causa deldiniego dei congiunti del pagamento della quota di com-partecipazione o per la mancata presentazione dell’ISEEdel nucleo familiare (…);

6. i Comuni debbono coinvolgere le Associazioni delle per-sone con disabilità prima di assumere le decisioni che liriguardano per mettersi nelle condizioni di sviluppare poli-tiche condivise ed efficaci (…).

Chiariamo comunque che: 1. non “esigiamo”, ad ogni costo, la gratuità dei servizi;2. quando è prevista una compartecipazione, la stessa deve

essere “simbolica” e “sostenibile”; in altri Comuni pugliesila quota massima di compartecipazione è di 4 euro;

3. è necessario determinare diversamente la soglia minimadi esenzione e quelle relative alla compartecipazione;

4. è opportuno definire un sistema, come per altro previstodalle disposizioni regionali in materia di servizi sociali, dimonitoraggio dei servizi e delle prestazioni erogate coin-volgendo anche le famiglie e le associazioni rappresenta-tive dei disabili (…).

Chiediamo infine:– che venga rivisto il provvedimento e il relativo regolamen-

to comunale riguardante la compartecipazione alle spese;– un incontro urgente per avere spiegazioni e anche soluzio-

ni e prospettive riguardo ai servizi e alle politiche socialidestinate ai disabili e alle famiglie, sul nostro territorio.

Pubblichiamo ampi stralci di una lettera di protestache le associazioni di volontariato di Andria,

“CAMMINARE INSIEME” e “GRUPPO CON”, hanno indirizzato al Comune di Andria,

ad autorità provinciali, regionali e all’ASL BAT

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Per un comunee più ampio discernimentoI migranti nelle nostre Città

I partecipanti all’incontro conGadmawi Yimer, protagonista del film-documentario “Come uomo sulla terra”,tenutosi il 16 gennaio presso l’Operadiocesana Giovanni Paolo II, in prepara-zione alla Giornata mondiale del migran-te e del rifugiato, facendo proprie le indi-cazioni del programma pastorale “Unacomunità che educa alla cittadinanza:abitare il mondo”, sentono il dovere, dirichiamare, anche alla luce dei fatti diRosarno, l’attenzione della comunitàcivile ed ecclesiale sulle condizioni divita dei migranti nelle nostre città.Convinti che sia necessario effettuareuna riflessione profonda sulle cause chespingono i migranti ad avventurarsi inlunghe, costose e pericolosissime fughedal loro Paese, sulle condizioni in cuivengono a trovarsi durante il viaggio eall’arrivo in quest’Europa sempre piùxenofoba ed individualista, evidenzianoquanto segue.Papa Benedetto XVI si è più volteespresso sul rispetto della dignità dellapersona che vive il dramma dell’emigra-

zione in termini forti ed inequivocabili ,scuotendo le nostre coscienze e invitan-doci a scelte coraggiose e coerenti.Allora perché non chiederci se qualchepasso nella direzione dell’integrazionedei migranti e dei rifugiati sia possibilemettere in atto nelle nostre Città?Oltre quello che la Casa di accoglienza“S. Maria Goretti” in Andria, l’UfficioMigrantes a Canosa, la Zona Pastorale aMinervino, la Caritas diocesana, lecomunità parrocchiali di tutta la diocesigià fanno, occorre creare le condizioniper un soggiorno più rispettoso delladignità della persona e dei diritti di tutti ilavoratori regolari ed irregolari, locali,

comunitari ed extra comunitari. Fino ache punto siamo consapevoli che ilnostro benessere dipende anche dallavoro degli immigrati? Quali opportuni-tà di conoscenza reciproca e di scambiotra i locali e gli immigrati offrono lenostre città? Non potremmo condividerecon loro la richiesta di condizioni di giu-stizia per tutti coloro che sono sfruttatida chi opera nell’illegalità?Su queste problematiche è opportunoche la comunità ecclesiale si apra aduna approfondita riflessione per stimola-re le Istituzioni e per educare ad una pre-senza corresponsabile in attuazione delnostro programma pastorale diocesano“Una comunità che educa alla cittadi-nanza: abitare il mondo”.

Aperture festive dei negozi ad Andria:trovata l’intesa. Ci sarà solo una al mese

Piena intesa tra le Associazioni di Categoria sulla revi-sione del calendario di aperture domenicali e festive deinegozi per l’anno 2010.Unimpresa-Agci, Confcommercio, Confesercenti e laTerza Consulta Attività Produttive si sono trovati tutti d’ac-cordo sia sul numero che sulle date di deroga alla chiusu-

ra festiva obbligatoria dei negozi e dell’Ipermercato.Un grazie le Associazioni di Categoria, ma assolutamentenon per ultimo, lo hanno voluto rivolgere anche allaDiocesi di Andria per il fortissimo segnale inviato a tuteladel diritto al riposo, che, alla fine, rimarrà forse il più pre-zioso, grande, apprezzato insegnamento, per tutti.

« Occorre creare le condizioni per un soggiorno più rispettoso

della dignità della personae dei diritti di tutti i lavoratori

regolari ed irregolari,locali, comunitari

ed extra comunitari »

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I fatti del mese:gennaio

Rubrica di cronache dei nostri giorni

di Tiziana CoratellaRedazione “Insieme”

ANDRIA: FINALMENTE UNA MULTISALADopo alcuni mesi senza una multisala nella città di Andria, finalmente arriva la Multisala Cinemars sitanello stesso stabile che qualche mese addietro ospitava la Multisala Uci Cinemas. La gioia per l’aper-tura della nuova multisala è innegabile, in quanto si ha la possibilità di guardare i film in altissimaqualità video e audio. Il neo, tuttavia, sussiste se si fa riferimento al solito costo spasmodico del bigliet-to o dei cibi e bevande del bar. Probabilmente, sarebbe opportuno diminuire i costi, magari per evitarel’epilogo della multisala precedente. Tuttavia, bisogna tener conto della interessante iniziativa secondocui il giorno 18 gennaio i primi mille membri, appartenenti al profilo di facebook della multisala, poteva-no usufruire di uno sconto pari al 50% del costo normale del biglietto.

PIÙ ATTENZIONE PER LE FAMIGLIE VITTIME DI MORTI BIANCHELe morti bianche, soprattutto in Puglia, coinvolgono numerose famiglie. Premettendo che queste scia-gure non debbano avvenire, la commissione sanitaria della Regione Puglia ha approvato all’unanimi-tà l’istituzione di un fondo di solidarietà per i famigliari dei lavoratori vittime di incidenti mortali, frut-to di disattenzione e superficialità. È scontato affermare che una somma in denaro, anche se cospicua,non può compensare l’affetto del famigliare perduto, ma può pur sempre rendere meno complicataun’esistenza già difficoltosa, proprio per l’assenza di una persona amata.

GIORNATA DELLA MEMORIA: FILM CONTRO IL NAZISMOAnche quest’anno numerose sono state le iniziative inerenti alla Giornata della Memoria. Non è pos-sibile o ammissibile che si dimentichi una tragedia che vede la morte di milioni di ebrei e di persone condiverse idee religiose, sessuali o politiche. È difficile trovare aggettivi che possano spiegare o sintetiz-zare lo stato d’animo che si prova nel pensare a che punto possa arrivare la follia di un uomo comeHitler. È sicuramente altrettanto complicato creare dei film, ma fortuna vuole che ci siano sceneggiato-ri in grado di farlo. I film, certo non servono a cambiare il destino, ma possono in qualche modo riusci-re a non far dimenticare, a scuotere le parti più profonde del cuore umano (per chi ha il privilegio diavere un cuore nobile). Proprio per tale motivo, in occasione della Giornata della Memoria, tutti gli isti-tuti di scuola media inferiore e superiore di Andria hanno dedicato il loro tempo nella visione di tre filmcontro il nazismo: “Il Bambino con il Pigiama a Righe” riservato agli alunni delle scuole medie, mentre“L’onda”e “ Operazione Walkiria” per i ragazzi degli istituti superiori.

CARITAS ITALIANA: VICINA AI TERREMOTATI DI HAITIHaiti è uno dei paesi più poveri dell’America Latina, e purtroppo proprio in questo luogo si è scatenatoun terremoto che ha causato centinaia di migliaia di vittime innocenti tra adulti e bambini. Ciò che faspecie è pensare che in luoghi così poveri e desolati possano manifestarsi i peggiori fenomeni natura-li. Non si può perdere nulla di materialmente prezioso, se non l’unica cosa che un haitiano può posse-dere: la vita. Con questa situazione di emergenza la Caritas Italiana rivolge il suo appello a chi è sicu-ramente più fortunato. La Caritas manifesta puntualmente la sua solidarietà ma chiede a tutti un aiutoche al di là della somma economica, ingente o meno, sia fatto col cuore. Per sostenere gli interventiin corso si possono inviare offerte a Caritas Italiana tramite C/C POSTALE N. 347013 specificando nellacausale: Emergenza terremoto HaitiOfferte sono possibili anche tramite altri canali, tra cui:- UniCredit Banca di Roma Spa, via Taranto 49, Roma - Iban: IT50 H030 0205 2060 0001 1063 119- Intesa Sanpaolo, via Aurelia 796, Roma - Iban: IT19 W030 6905 0921 0000 0000 012- Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma - Iban: IT29 U050 1803 2000 0000 0011 113- CartaSi e Diners telefonando a Caritas Italiana tel. 06 66177001 (orario d´ufficio)

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“Inno alla vita” uno spettacolodi Mimmo Muolo ad Andria

di Sabina Leonetti

“Accade prima o poi a tutti. Un giornoqualcuno ti chiama e tu devi intrapren-dere il viaggio. Dal nulla all’esistere, dal-l’indefinito alla vita, dal buio alla luce. Inquella luce c’è la vita. E la vita è bella..”.Già perché lo scopo della serata tenuta-si ad Andria nella chiesa Mater Gratiae,in una fredda domenica di inizio anno,intitolata “Inno alla vita” con la parteci-pazione di Tosca, è stato proprio quellodi declinare la bellezza della vita in tuttele sue fasi. “Spesso mi trovo a scrivere di questionidi bioetica – commenta l’autore e idea-tore del progetto Mimmo Muolo, e que-sta testimonianza si pone in continuitàcon il mio lavoro quotidiano da vaticani-sta del quotidiano Avvenire. Sia purecon un linguaggio diverso, che vede fusiarmoniosamente musica e teatro, abbia-mo voluto esprimere lo stesso messag-gio di speranza: la vita è bella e vale lapena di essere vissuta sempre, difen-dendola da tutti gli attacchi e ispirando-la all’amore, testimoniato da GesùBambino per tutti gli uomini, specie i piùpoveri. Gesù che è luce e vera pace”.In questa esperienza singolare di“Teatro-canzone”, per certi versi toc-cante nei contenuti, alla parte canora,mirabilmente interpretata dalla versatili-tà di Tosca, al secolo Tiziana Donati,cantante e attrice romana che approdaalla musica nel 1992 notata da RenzoArbore, straordinaria nelle sue potenzia-lità vocali, raffinata nello stile, duttilenella sperimentazione di forme e lingueanche molto lontane dalla nostra tradi-zione, si sono affiancati spazi di recita-zione che hanno esaltato la bellezza deibrani proposti dalla cantante edall’Orchestra, fungendo da corniceideale di un quadro mai retorico e scon-tato. Sul palco, allestito per l’occasionecon il prezioso contributo dell’Ordine

Equestre del Santo Sepolcro, tre giovaniattori provenienti dall’Accademia SilvioD’Amico di Roma, di origine pugliese,Lucia Lanzolla, Pasquale D’Attoma, investe anche di regista, Loris Leoci;l’Orchestra del Mediterraneo, l’Icom diMonopoli, diretta dal Maestro MartinoPalmitessa, un solista al pianoforte, ilmaestro Ruggiero Mascellino, collabo-ratore di Tosca, e docente alConservatorio di Palermo. “Sì perché lavita è bella. Ma quante volte non ce neaccorgiamo. È opportunità, sfida, ric-chezza, mistero, promessa, ma soprat-

tutto amore. Se ci guardiamo intornoprevale un’altra realtà. Ogni anno solo inItalia 1200 persone muoiono sui luoghi dilavoro; 700 persone in incidenti stradali;3000 persone soccombono alle stragidel sabato sera. Ogni giorno la vitasubisce attacchi innumerevoli e la cul-tura della morte miete vittime innocen-ti”. Per queste vittime la serata-concer-to ha proposto alcuni brani di intonazio-ne natalizia, con un incipit in lingua ira-chena di Tosca del celeberrimo “Adestefidelis” e “Tu scendi dalle stelle”. Ebrani famosissimi del suo repertorio,come “Vorrei incontrarti fra cent’anni”con cui Tosca vinse Sanremo in coppiacon Ron nel 1996, o “Il terzo fuochista”Sanremo 2007, o come “La Vita è bella”tratto dall’omonimo film, alternati allarecitazione di testi di scrittori famosi

come Bertolt Brecht o come l’Inno allavita di Madre Teresa di Calcutta o comeil brano mariano dedicato al Giubileo del2000 “Mater Jubilei”. Regalando allaplatea piacevoli e sottili emozioni, inuna serata densa di spunti di riflessionee di attualità. Perché “questa vita mor-tale è, nonostante i suoi travagli, i suoioscuri misteri, le sue sofferenze, la suafatale caducità, un fatto bellissimo, pro-digio sempre originale e commovente,degna di essere cantata in gaudio e ingloria… E la morte non sarà che il trava-glio di una nuova nascita”.L’evento, patrocinato dalla provinciaBAT, con il contributo del Comune diAndria, Settore Cultura e Turismo, èstato curato nei testi da Mimmo Muolo,tra l’altro presidente dell’ICOM, referen-te per la Puglia del Progetto Culturaledella CEI, in cui è inserito questo artico-lato concerto approvato dal CardinaleAngelo Bagnasco, presidente CEI e sot-toscritto dal segretario generale, Mons.Mariano Crociata. Il progetto culturaledella CEI dal 1997 intende concentrarel’attenzione su ambiti ritenuti rilevantiper l’antropologia e la trasmissionedella fede: spiritualità ed espressionedella fede; famiglia e vita; scuola ededucazione; responsabilità verso ilcreato. Tenendo presenti le grandi areetematiche e i temi emergenti nel dibatti-to culturale. “Per offrire risposte evan-gelicamente illuminate che orientino ilpensare e l’agire comune dei cristiani eli rendano capaci di entrare in dialogocon tutti”.

« La vita è bellae vale la pena

di essere vissuta sempre, difendendola da tutti

gli attacchie ispirandola all’amore »

Tosca nellaChiesa Mater Gratiae

La cantante Tosca ad Andria

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Viaggio nella MemoriaLa riflessione di un preadolescente

di Giuseppe Alicinoclasse II A - Scuola Secondaria di Primo Grado “P. Cafaro” - Andria

“Considerate se questo è un uomo” questo è il versodella poesia di Primo Levi, posta in apertura del suo libroSe questo è un uomo, che descrive le condizioni di chi,come lo scrittore, ha vissuto l’incubo dei campi di con-centramento. Questa è la frase che più mi ha colpito, per-ché implicitamente fa riferimento a ciò che di più orribilepuò accadere ad un uomo: l’essere considerato unoggetto da manipolare a piacere, a cui viene tolto tutto,anche la propria dignità di persona. Nessun uomo ha ildiritto di trattare un proprio simile in questo modo. Eppurequesto è stato, proprio durante la persecuzione nazistadegli ebrei, una delle tragedie che più ha segnato l’uma-nità e che ha costretto per la prima volta gli uomini all’usodella parola genocidio, che vuol dire sterminio di un inte-ro popolo. La giornata della memoria è stata istituita appunto perricordare questo sterminio, un momento che molti paesidel mondo commemorano il 27 gennaio, giorno in cuiricorre l’anniversario della liberazione del campo diAuschwitz, per tenere vivo nelle giovani generazioni ilricordo di quanto accaduto perché tragedie simili nonabbiamo a ripetersi più e perché sia possibile costruireun mondo migliore, senza più discriminazioni legate alcolore della pelle o alle differenze di lingua, religione ecultura.Nel nostro Istituto, la Scuola Secondaria di Primo Grado“P. Cafaro”,nell’ambito del Progetto Storia e Memoria e inoccasione della Giornata della Memoria, si è tenuto unincontro con il Colonnello Liuzzi Giovanni, con il qualeabbiamo ricordato un’altra tragedia, quella che ha colpitoalcuni soldati italiani durante la seconda guerra mondiale;più di cento ufficiali del nostro esercito, infatti, furono bar-baramente trucidati nell’isola greca di Kos dai tedeschiperché considerati, dopo l’armistizio dell’8 settembre

1943, dei traditori. Si tratta di una tragedia “dimenticata”,il cui ricordo è bene, però, tenere desto, perché costituisceun’altra significativa testimonianza della crudeltà che pos-sono dimostrare gli uomini nei confronti dei propri similiquando li considerano nemici.

« Ciò che di più orribile può accaderead un uomo: l’essere considerato

un oggetto da manipolare a piacere,a cui viene tolto tutto,

anche la propria dignità di persona »

« È possibile costruireun mondo migliore,

senza più discriminazioni legateal colore della pelle

o alle differenze di lingua,religione e cultura »

18 febbraio 2010

ore 17,30 - 21,00: Opera Diocesana “Giovanni Paolo II”III LABORATORIO LITURGICO MUSICALE

a cura dell’Equipe diocesana di musica sacra:“Il Canto nel tempo di quaresima”

per organisti, cantanti e guide dell’assemblea.

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ImmersioniPresentata una raccolta di poesie

di Francesco Di Niccolo

a cura della Redazione

“Le parole che danno il titolo a que-sta prefazione non sono di chi scrive:sono un omaggio all’autore, aFrancesco. Un attentato al buonsensoè battuta tratta dallo studio teatralePromesse, attese … e partenze, maqueste parole mi sono parse le più feli-ci per provare a introdurre il lettore nelmistero del poeta, nel mistero dellapoesia. Un mistero terrifico eppur indi-spensabile per il respiro stesso del-l’anima. Non si può fare poesia né lasi può leggere e gustare, se si credeal “buonsenso”! A quel “buonsenso”che è giustificazione per chi non ama(o meglio teme) immergersi nelle pro-fondità della propria coscienza, por-tando alla luce i relitti, troppo a lungosepolti, delle emozioni”. Con questeparole il Professor Paolo Farina aprela sua prefazione all’ultimo libro diFrancesco Di Niccolo, “Immersioni”appunto, edito dalla etetedizioni, gio-vane casa editrice di Andria, e neigiorni scorsi presentato ad Andriapresso il Centro di PromozioneCulturale “Le Muse”. Una nuova rac-colta di liriche inedite, intense comenel suo stile, a tratti perfettibili archi-tetture letterarie dal forte potere evo-cativo, che, come ribadisce il profes-sor Vito Di Chio “sono i paesaggi del-l’anima che vengono evocati”, è l’oriz-zonte di senso che emerge dalla ricer-ca del perché del dolore, delle lacri-

me, dell’amicizia, della tenerezza,dell’amore. È pertanto naturaleche le illusioni giochino un ruolodecisivo nella delimitazione dellarealtà, illusioni nel senso leopar-diano, quelle cioè che stimolanoun processo di civilizzazione tragli uomini e portano l’anima sul sentie-ro della emozione pura e della speran-za. Esse sono infatti “tutto il bello e ilbuono di questo mondo”, svelandouna condizione dello spirito, nel quale“tutto è singolare e maraviglioso”,suscitando la capacità di esseresedotto e di sedurre, perché, comeancora si esprime Leopardi, “se ilpoeta non può illudere non è piùpoeta”, o per citare l’Endimione delpoeta inglese John Keats , “a thing ofbeauty is a joy for ever” , “una cosabella è una gioia per sempre”.Francesco si colloca, ancor più che inaltre raccolte poetiche, in un territorioletterario angusto, fatto di sfumatureromantiche e percezioni simboliste,nutrite di intuizioni assolutamentevisionarie.Come un novello Adamo che mette ilnome a tutto ciò che vede e sente ebagna in una nuova atmosfera l’ogget-to nominato, Di Niccolo costruisce unmondo magico e poetico sul filo e sulritmo dei più intimi segreti dell’anima,utilizzando un codice espressivo, che,apparentemente può sembrare ricer-cato e complesso, ma rappresental’unica chiave d’accesso al suo uni-verso. Un universo dai tre volti.Ed ecco, dunque, la triplice e unicaMusa di Francesco, quasi una sorta dilaica trinità poetica: il tormento, l’amo-re e… la poesia!

Quanto a quest’ultima, ecco il j’accu-se dell’autore, che con la poesia litigae fa all’amore: “Dicevano ch’avreipotuto fare il poeta. Ne erano sicuri. /Ci avrebbero scommesso persino,anzi, forse qualcuno l’ha fatto per dav-vero. / Chissà com’è finita? Chissàquanti ci hanno guadagnato? / Io….iono!” (Monologo del poeta) […] La suaaccusa lentamente si fa, infatti, gridosupplice: “Svelati, ti scongiuro!! /…Sono la Poesia, anfora spaventosa/del fallimento umano, misura edinganno, /gonfia di strazio e porpora;sono follia, /pura follia di tempo senzasperanza” (Giuramento notturno).Immersioni, dunque è molto più cheun semplice libro: è una sorta di map-patura emozionale, in cui l’autore cifornisce tutte le coordinate del suo“mondo” e invita il lettore a seguirloattentamente e lealmente, ma...comeaccade nella migliore tradizione deibari… starà veramente fornendo tuttele coordinate? Bisogna semplicemen-te seguirlo…

« …alla ricerca del perchèdel dolore, delle lacrime,

dell’amicizia,della tenerezza,

dell’amore »

« …ecco la triplice e unicaMusa di Francesco,una sorta di laica

trinità poetica:il tormento, l’amore e…

la poesia! »

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Stato e libertànel pensiero di Luigi Sturzo

La concezione della libertà

(III parte)

Il concetto della libertà in Sturzo non èsolo il fondamento del suo pensiero, ma èla chiave di lettura della sua vita, della suaazione, della sua lezione morale e politica.(Non a caso il motto della bandiera delPartito Popolare è “Libertas” e l’appellofondativo del partito è diretto ai “Liberi eforti”, uomini liberi perché forti e forti per-ché liberi!). Meglio forse sarebbe parlare diamore, passione per la libertà in LuigiSturzo. In sintonia con il messaggio cristia-no che è un messaggio di liberazione: “Laverità vi farà liberi”.In tema di libertà Sturzo si richiama all’an-tropologia cristiana, che affonda le sueradici nella Rivelazione e nella lungariflessione della cultura cristiana, da S.Agostino a S. Tommaso fino a Papa LeoneXIII che al tema della libertà dedicò un’en-ciclica chiamata proprio “Libertas” (1888).Dopo la pubblicazione del “Sillabo” di PioIX (1864) la Chiesa era stata accusata disoffocare la libertà dell’uomo modernoconquistata dalla Rivoluzione francese. IlPapa risponde con un’ampia riflessioneteologica e filosofica sulla libertà. Nel solcodi tale affermazione fatta proprio da Sturzo,la libertà si fonda su tre presupposti:a) l’uomo non è l’essere supremo, ma una

creatura di Dio, fatta a sua immagine esomiglianza, che, pertanto, ha la possi-bilità di accedere fino a Dio. Al di sopradell’uomo c’è Dio;

b) l’uomo è un essere socievole, per suanatura fatto per vivere e realizzarsinella società, in comunione con i suoisimili, per cui la sua crescita è propor-zionata alla crescita degli altri uomini;accanto all’uomo ci sono altri uomini;

c) l’uomo, infine, è uno spirito incarnato:vivere nel mondo spazio-temporale faparte della sua condizione naturale.L’uomo vive immerso nella natura.

Alla luce di questi presupposti la libertàdell’uomo non è in contrasto con Dio, con ilprossimo e con la natura, anzi il progetto-uomo raggiunge il massimo della sua per-

fezione in armonia con Dio, con la societàe con la natura intesa come cosmo, storiae cultura.L’uomo è veramente libero, quando è:a) libero di: orientare secondo scelte o

opzioni preferenziali la propria esistenza.b) libero da: superare, con piena consa-

pevolezza, i condizionamenti interni e/oesterni che a volte possono influiresulle scelte della persona;

c) libero per: la capacità di relazionarsiagli altri con atteggiamenti contrasse-gnati da gratuità (libertà oblativa).

In definitiva una concezione della libertàche, figlia dell’intelligenza e della volontà,si rivela e si realizza come responsabilità e,pertanto, con una forte connotazione etica.Non libertà come volontà dì potenza direttaa soddisfare ogni arbitrio prescindendo dauna valutazione etica, ma libertà comeesercizio responsabile delle proprie facol-tà umane (intelligenza e volontà) per con-seguire obbiettivi compatibili con la digni-tà umana.Con questa visione della libertà che rivienedal patrimonio della cultura cristiana, sicomprende perché per Sturzo la libertà èvalore altissimo che da solo qualifica lagrandezza e la dignità dell’uomo.Per la tutela dì questo valore Sturzo nonesita a concepire l’impegno politico, anzila stessa vita, come una battaglia. Ed èsignificativo che uno degli ultimi scritti diSturzo si intitoli appunto “La battaglia perla libertà” Un testo che è doveroso leggereperché, al di là dei riferimenti contingenti,

rappresenta la sintesi - una specie di testa-mento morale - del suo pensiero e della sualezione di vita (L. Sturzo: Statalismo e aper-tura a sinistra. Attenti ai mali passi. Ed.CISS, Roma, 1996).Possiamo riassumere l’insegnamento diSturzo, in ordine al tema, nell’affermazionedi un triplice primato: primato della perso-na sulla società, primato della società sulloStato, primato dell’etica sulla politica. Daquesta affermazione emerge l’intuizionesturziana per una democrazia etica sorret-ta e guidata dai principi della responsabi-lità personale, della solidarietà sociale edella sussidiarietà. Non basta, infatti, lademocrazia politica e neppure è sufficientela democrazia sociale. È necessaria unademocrazia morale che ponga al centro delsuo ordito il valore-uomo nella interezzadelle sue aspirazioni, compresa l’aperturaal trascendente.Una democrazia senza principi morali,senza il riconoscimento di diritti umani ina-lienabili e indisponibili e di imperativi eticinon superabili da nessuna ragione di Stato,è destinata a trasformarsi, prima o poi, inuna forma di totalitarismo, un totalitarismodella maggioranza. Una vera democrazianon può prescindere dall’etica dellaresponsabilità, che ha un solido fondamen-to nell’essere trascendente, Dio.Così Don Sturzo ci lascia in eredità unmonito che fu già di Rosmini:“Se non si avverte il senso del divino nellapolitica, tutto si deturperà, la politica divie-ne allora ben altro, mezzo di arricchimento,corsa al potere”. Occorre cioè recuperareun’anima religiosa alla politica. Era esplici-tamente affermato nell’appello sturziano ai“Liberi e forti”, quando si affermava lanecessità di una ispirazione cristiana nellapolitica.Resta un imperativo attuale per quanti sirifanno in politica a quella tradizione.(Fine. Le 2 parti precedenti sono state pubblicatesui numeri scorsi di novembre e gennaio)

di Fedele D’Atteocollaboratore “Insieme”

don Sturzo (1871-1959)

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Noi, giovani idealistiI giovani e la politica nella riflessione di una diciottenne

di Simona Di CarloRedazione “Insieme”

Giovani idealisti.Ecco di cosa la nostra società ha bisogno.Giovani con le idee chiare.Giovani che sanno rendersi conto della realtà che li circon-da, che a tratti è anche amara.Giovani che credono in qualcosa e fanno di tutto pur di rea-lizzarla.Ma, soprattutto, giovani che sono in grado di essere tuttoquesto insieme.Non è facile, ma è necessario, specialmente ora, che appe-na diciottenni, in un certo senso, siamo responsabili delfuturo del nostro paese.Compiere diciotto anni, oltre ad essere sinonimo di“patente”, è anche sinonimo di “votazioni”. Le prime vota-zioni.Si tratta di prendere una posizione, farsi delle idee, averedei principi, in una parola si tratta di semplice, si fa per dire,POLITICA.È un argomento un po’ arduo da affrontare visto che si con-tano sulle dita di una mano i ragazzi della mia età chehanno, o iniziano ad avere, un orientamento politico, ideechiare, punti di vista e di riferimento; una visione della real-tà, secondo loro, giusta.Come trovare questi ideali?Noi giovanissimi siamo in grado di avere un orientamentopolitico anche alla nostra età?A dire la verità io non ho mai dato molto peso alla politica;l’ho sempre percepita come qualcosa appartenente ai“grandi”, non mi interessava mai da vicino.Ma mi sbagliavo.Ora che ho diciotto anni devo iniziare a interessarmi perchéanche se la politica non è pulita al cento per cento, nono-stante le situazioni recenti e nonostante sia difficile capireda che parte stare, ho capito che tutto questo non è impor-tante, perché io posso fare la differenza, posso far valere lemie idee.Non è detto che queste idee siano condivise dalla maggio-ranza, ma chi mi dice che io non possa a mio modo cambia-re le cose?La cosa importante secondo me, non è votare il partito chepromette di più o quello che “va di moda”, è importanteavere degli ideali e dei sani principi, e non, come si suol

dire, “andare nella direzione in cui soffia il vento” solo per-ché un pinco pallino promette cambiamenti a tutta forza.Ecco perché ci ritroviamo ad avere un paese così malridot-to: la gente non sa più fare la differenza tra ciò che è giustoe giova davvero, e ciò che invece è pura convenienza.Adesso, aldilà di qualunque schieramento politico, la cosache permette a un paese di andare avanti è l’integritàmorale. Perché è vero che siamo noi giovani il futuro di un paese,noi abbiamo il potere di cambiare le cose; ma è anche veroche se questo deve avvenire ci devono essere dei presup-posti.In mano a noi c’è il futuro. Possibile che non ci rendiamoconto di quanto abbiamo nel palmo di una mano?Giovani idealisti: ecco cosa siamo. Ecco cosa possiamoessere. Ecco cosa possiamo fare. “Non chiedetevi cosa può fare il vostro paese per voi.Chiedetevi che cosa potete fare voi per il vostro paese.”John Fitzgerald Kennedy.

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Teologia Con… TEmporaneaLa casella postale con i “tuoi” amici Seminaristi

i Seminaristi della Diocesi di Andria

LE PAURE DEL SEMINARISTA

È molto difficile parlare delle paure e deisogni che noi seminaristi portiamo den-tro. Ma di una cosa siamo certi: ilSignore rivolge a ciascuno di noi la stes-sa esortazione che l’angelo rivolge allaVergine dell’Avvento e dell’attesa: «Nontemere, Maria». Ma che cos’è la paura? Paura ha la stessa radice di pavimento.Viene dal latino pavére; significa: batte-re il terreno per allivellarlo. Anche terro-re ha la stessa radice di terra.Paura, quindi, è la conseguenza dell’es-sere battuto, appiattito, allivellato, cal-pestato.Ora, che cosa dice il Signore di fronte aqueste paure? Rimani lì steso sul pavi-mento? Rimani appiattito, atterrato? No!Ci dice la stessa cosa che ha detto aMaria: «Non temere». La paura è un qualcosa che è sempreesistita e sempre il seminarista, sorpre-so dal «vieni e seguimi», è tentato primao poi di sottrarsi a un tale invito: non èfacile “l’abbandono” e “la consegna disè” totale e senza riserve al Signore!Allora quali sono o possono essere lepaure più frequenti che un seminaristapuò vivere? Possiamo racchiuderle insei paure principali: 1) Non sono libero;2) Non sono capace; 3) Non sonodegno; 4) Non vedo dove questo mi por-terà; 5) Non ho sufficienti garanzieumane; 6) Ho paura di fare fiasco.Analizziamole brevemente una pervolta:«Non sono libero»: è questa una paurafrequente nel seminarista. Non poteruscire quando gli pare e piace, alzarsitardi …il poter dire “oggi non ho vogliadi fare niente”… insomma essere liberoda tutto e da tutti!!!«Non sono capace». È questa una pauraclassica del chiamato. Anche Mosè a

Dio che lo chiama risponde; “Mio signo-re, io non sono un buon parlatore; non losono mai stato prima e neppure daquando tu hai cominciato a parlare altuo servo, ma sono impacciato di boccae di lingua”. Dio deve arrabbiarsi con Luiper convincerlo ad andare: lui va e fabenissimo. Mosè ha una bassissimastima di sé, si considera una nullità. Èuna paura questa che oggi è sempre piùdiffusa nei giovani e di conseguenzaanche nel giovane seminarista.Possiamo anche noi, dunque, avere unascarsa considerazione di noi stessi edessere convinti che non c’è possibilità dimigliorare, perché i nostri fallimenti, inostri errori, le nostre delusioni, parlanochiaro, e, sono divenuti un muro alto e,apparentemente, insormontabile.«Non sono degno». Chi sono io Signore

per essere stato chiamato da Te… nonsono degno e ho paura del mio sì. È que-sta la paura di sentire sopra di sé unpeso più grande di quello che si è capa-ci di portare… ‘Il Mio giogo è soave e ilMio peso è lieve’…«Non vedo dove questo mi porterà». Èquesta una paura molto frequente nelgiovane seminarista; camminare, inter-rogarsi, riflettere ma sentirsi semprevuoti… non vedere la meta di tantocammino.«Non ho sufficienti garanzie umane».Qui viene da pensare a Pietro mentrecammina sull’acqua (Mt 14,22-36). Fareuna scelta comporta sempre un rischio.Però questa paura è il frutto dell’amoree l’amore è il frutto d’un incontro, nond’una pesatura. Ogni cosa nella vitacomporta una certa « scommessa».«…Ho paura di fare fiasco». Un semi-narista ha anche molte volte la paura difallire la propria vita, di non saper rico-minciare. Ma molte volte proprio noidimentichiamo che Seguire Cristo con-duce alla croce: il Signore non ha presonessuno a tradimento (Gv 14,29).L’importante è di non illuderci sulla sof-ferenza che ci attende. C’è dunque latentazione di «arrossire del Vangelo»(Rm 1,16) per non perdere la faccia.Gesù ha, a questo proposito, paroledure: « Se uno si vergognerà di me edelle mie parole, il Figlio dell’uomo sivergognerà di lui quando verrà nellasua gloria » (Lc 9,26). Grandi e tanti sono anche i sogni che ungiovane seminarista porta dentro di sé eche spera di vivere in prima persona.Quali sono questi sogni? Ebbene viverel’amore fraterno; la radicalità evangeli-ca; essere un giorno sacerdoti secondoil cuore di Cristo ed infine vivere nellaVerità la propria esperienza di chiamato.

« Paura, è la conseguenzadell’essere battuto,

appiattito,allivellato, calpestato »

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Regista: Mona AchacheAttori: Josiane Balasko,Garance Le Guillermic, Togo Igawa, AnneBrochet, Ariane Ascaride. Genere: DrammaticoDurata: 100’Nazionalità: FranciaAnno: 2009

Artista: Muse Genere: RockDurata: 54’Anno: 2009

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Film&Music pointRubrica di cinema e musica

a cura di Claudio Pomo Redazione “Insieme”

IL RICCIORenée è la portinaia di un elegante palazzo parigino, popolato da ricchezza e vacuità. Introversa e scontro-sa, dietro la porta e i vetri della sua “cella”, pratica la solitudine e la lettura dei classici. Coltissima concier-ge, appassionata degli amanti di Tolstoj. Renée ha cinquantaquattro anni, un gatto e un segreto doloroso mairivelato. L’arrivo in rue Manuel di monsieur Kakuri Ozu, un ricco giapponese dal cuore nobile, e la disarman-te intelligenza di Paloma, figlia dodicenne di genitori ottusi, eluderanno le spine e riveleranno “l’eleganza delriccio”. Allo stesso modo, la guardiola di Renée diventerà per Kakuro e Paloma luogo di sospensione e altro-ve in cui riparare e pescare “un sempre nel mai”.Il riccio della debuttante Mona Achache sfida l’immaginario dei lettori, incarnando sullo schermo i perso-naggi letterari (e amati) di Muriel Barbery e il suo racconto intimo, chiuso in un condominio e in atmosferedi acceso lirismo. La generosità narrativa dell’autrice cede il passo nel film a una sorta di diario intimo simi-le a quello redatto dalla Paloma letteraria e mutuato in immagini attraverso una vecchia videocamera. La giovane protagonista depone allora penna e calamaio e filma in modo pregnante tutto quello che le rendela vita intollerabile e l’idea del suicidio ammissibile. Ad arginare la sua ossessione e a canalizzare la sua intel-ligenza, indirizzandola verso una sana realizzazione, saranno Renée e il gentiluomo nipponico Kakuro (quel-lo che si dichiara), voci adulte e segnate da ferite profonde che riecheggiano lungo le scale, dentro gliascensori, dietro alle pareti.Renée e Kakuro insegneranno alla bambina i segreti della vita, attraverso un rapporto pedagogico di conti-nua e affettuosa interrogazione e adottando quella “distanza amorosa” che permette di vedere bene e diprendersi cura dell’altro. Allo stesso modo l’entrata in scena e nella vita ripiegata di Renée dei due eccen-trici inquilini disporrà altrimenti la sua esistenza, aprendola finalmente all’azione. Paloma e Kakuro, nonsoggetti per natura (quella dei bambini) e cultura (quella orientale) a pregiudizi o sovrastrutture, scoprono edanno nuova attenzione alla bellezza di Renée, esplorandone la profondità e l’affettività. Il corpo morbido eabbondante della Balasko diviene il set d’elezione dove la regista francese racconta la parabola malinconi-ca eppure mai completamente disperata di una donna invisibile.

MUSEInquietudine e mistero hanno sempre caratterizzato l’affascinante mondo dei Muse. Merito del personalissi-mo mix di rock alternativo pulsante di oscurità e di prog debordante, ma anche dei testi carichi di cripticatensione. In The Resistance la band inglese enfatizza la componente progressive, con livelli di barocchismoestremi che sfociano nella musica classica, fino a comporre un robusto disco di rock sinfonico.Il quinto album in studio, registrato tra Milano e il lago di Como, può essere idealmente diviso in due parti:nella prima ci sono brani nello stile tradizionale dei Muse, un rock suggestivo e malsano che rispetto al pas-sato non concede troppe indulgenza alla melodia orecchiabile. Nella seconda parte, invece, ci sono tre braniorchestrali che costituiscono un’unica sinfonia chiamata Exogenesis.L’unico brano della prima parte che viene blandito da suggestioni classiche è United States Of Eurasia (+Collateral Damage), una suite che si apre e si conclude con un languido piano e degli archi. In mezzo, unaesplosione trionfale che non può fare a meno di richiamare alla mente i Queen: il caratteristico falsetto diMatthew Bellamy si avvicina paurosamente a quello di Freddy Mercury, la chitarra sembra rubata a BrianMay nella sua sciabordante emissione di assoli squillanti, i cori pomposi sono molto simili a quelli diBohemian Rapsody. Bellamy e soci riescono ad evitare paragoni troppo impegnativi caricando il brano delloro tipico mood decadente.Le altre tracce, come la psichedelica Resistance e la rockeggiante I Belong to You (Mon Coeur s’Ouvre a TaVoix) ricalcano le linee generali del consueto stile dei Muse, con una più marcata tendenza al barocchismoe alla complessità degli arrangiamenti.In conclusione, i tre brani della sinfonia Exogenesis sono un misto tra elettronica (Overture) e musica pretta-mente classica (Cross Pollination e Redemption). L’effetto finale è decisamente straniante, soprattutto se si mettea confronto Exogenesis con la prima parte del disco, ma non per questo il risultato è da considerarsi negativo.

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Leggendo… leggendoRubrica di letture e spigolature varie

di Leonardo FascianoRedazione “Insieme”

Se volessimo provare a spiegare cosa sia la preghiera,l’episodio narrato da Rousseau, filosofo e scrittoreginevrino (1712-1778), varrebbe più di un intero tratta-to. Davanti al mistero di Dio, che supera infinitamenteogni umana capacità di comprensione (accennavo aquesto tema nel numero scorso di “Insieme”), nonresta miglior atteggiamento di preghiera che quellodello stupore, della meraviglia per l’infinito che cisovrasta in cui, allo stesso tempo, Dio si rivela e sinasconde. In questo mese inizia la Quaresima, tempoliturgico che invita il cristiano a rivedere il suo impegnodi preghiera per purificarla e renderla più autentica.Ottimi sussidi per questo lavoro interiore sono duerecenti pubblicazioni di indiscussi maestri della fede quali sono ilCard. C.M.Martini e il priore della Comunità di Bose, Enzo Bianchi.Del Card. Martini è Qualcosa di personale. Meditazioni sulla pre-ghiera, Mondadori ’09 (pp. 159, euro 17,50). Dopo aver parlato, nellaPrefazione, della preghiera dell’anziano (riflessione autobiograficadi un uomo di Dio, giunto a 82 anni), la meditazione dell’Autore sisnoda in tre capitoli dai titoli, rispettivamente: “Imparare a prega-re” (pp. 9-67), “La preghiera del singolo come orazione mentale”(pp. 71-113), “La preghiera di intercessione” (pp. 117-159). Checos’è la preghiera? C’è una preghiera dell’ “essere” e una dell’“essere cristiano”. La prima: “La preghiera è qualcosa di estrema-

mente semplice, qualcosa che nasce dalla bocca edal cuore del bambino. È la risposta immediata che cisale dal cuore quando ci mettiamo di fronte alla veritàdell’essere” (p.12). La seconda: “Essa non è semplice-mente la risposta mia alla realtà dell’essere che mi cir-conda, o alla sensazione di autenticità che provo den-tro di me, ma è frutto dello Spirito che prega in me”(p.13). Qual è il senso della preghiera cristiana? “Èquello che Gesù ha indicato nel momento dell’agonia:‘Padre, non la mia, ma la tua volontà’. Oppure, con lapreghiera sulla croce: ‘Padre, nelle tue mani consegnoil mio spirito’. Questo è il culmine della preghiera”(p.22). Quando una preghiera è autentica? “La pietra di

paragone dell’autenticità della preghiera è non il ripiegamento sudi sé o il gusto intimistico che ci spinge a trovare delle soddisfazio-ni personali, ma la franca e chiara messa a disposizione dellanostra vita per tutti coloro che hanno bisogno di noi, per chi soffre,per i più poveri, per i più bisognosi. È un’appropriazione di noi stes-si per il servizio degli altri” (p.24). Quale difficoltà può incontrare lanostra preghiera? “Una difficoltà che io sento molto è il pensierodelle sofferenze di tanti nostri fratelli. E, ancora di più, il pensierodi coloro che di fronte agli avvenimenti dolorosi restano turbatinella fede e si domandano perché Dio non intervenga” (p.9). Unadifficoltà di non poco conto.

Il libro di E. Bianchi Perché pregare, come pre-gare, San Paolo ’09 (pp.124, euro 12,00), dopol’Introduzione, “Pregare oggi” (pp.11-24), si arti-cola in tre capitoli, rispettivamente: “Che cos’è lapreghiera?” (pp.27-51), “Come pregare?” (pp.55-84), “Perché pregare? Difficoltà e ostacoli allapreghiera” (pp.89-116); segue la conclusione conuna bibliografia minima (pp.119-124). Due spigola-ture. La prima riguarda la natura problematicadella preghiera cristiana: “[Essa] è un’operazioneche non va da sé, perché non corrisponde a un’at-tività naturale dell’uomo, né può essere postasotto i segni riduttivi della spontaneità emotiva odell’esoterica ricerca di tecniche di meditazione. Al contrario,lungi dall’essere il frutto del naturale senso di autotrascenden-za dell’uomo o del suo innato ‘senso religioso’, la preghieraappare, secondo la rivelazione biblica, come dono, cioè comerisposta dell’uomo alla decisione prioritaria e gratuita di Dio dientrare in relazione con lui; è accoglienza e riconoscimento,tramite l’ascolto della Parola e il discernimento nello Spirito

Santo, di una Presenza che è in noi anteriormente aogni nostro sforzo di esserle attenti; è un decentra-mento del proprio ‘io’ per lasciare che l’ ‘io’ di Cristodispieghi la sua vita in noi” (p.14). La seconda spigola-tura è di natura pastorale e riguarda la preghiera per-sonale: “Oggi è proprio la preghiera personale a esse-re maggiormente trascurata, e questa situazionerischia a lungo termine di svuotare anche la veritàdella stessa preghiera liturgica. Se nella pastoralemolti sforzi sono dedicati all’iniziazione liturgica, pur-troppo non sono accompagnati da un’adeguata tra-smissione della preghiera personale, che dovrebbeessere insegnata fin dall’infanzia (…). Suonano come

un monito ancora attuale le parole di Martin Buber: ‘Se crede-re in Dio significa poter parlare di lui in terza persona, noncredo in Dio. Se credere in lui significa potergli parlare, alloracredo in Dio’. Oggi i cristiani sanno parlare di Dio; ma sannoanche, come nelle generazioni cristiane passate, parlare aDio?” (p.64). L’onere della risposta a chi vuole vivere bene iltempo di Quaresima.

Il frammento del mese

“Ho letto di un saggio vescovo che, nella visita alla sua diocesi,incontrò una vecchia la quale, per preghiera, sapeva dir solo: “Oh!”. Le disse:

“Buona donna, continuate a pregare sempre così: la vostra preghiera val meglio delle nostre”(J.J.Rousseau, Confessioni, Mondadori ’08, p. 636)

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Appuntamenti

a cura di don Gianni MassaroVicario generale

FEBBRAIO 2010

02: Giornata per la Vita Consacrataore 18,00: c/o parr. S. Maria VetereCelebrazione Eucaristica presieduta da S.E. Mons. R. Calabro

3/4: Convegno Ecclesiale Diocesanoore 19,00-21,00: Istituto Professionale “G. Colasanto”

06: Forum di formazione all’impegno sociale e politicoore 16,30: Biblioteca DiocesanaIncontro di formazione promosso dalla Caritas

07: Giornata per la VitaGiornata del Seminario - Minervino

8/9/10/12:Scuola di Formazione Teologica per Operatori Pastorali (IV modulo)

09: Solennità di S. Sabino11: Giornata Mondiale del Malato12: Ritiro Spirituale per Sacerdoti, Religiosi e Diaconi17: Sacre Ceneri18: Incontro di formazione per il clero giovane

Adorazione vocazionaleLaboratorio Liturgico Musicaleore 17,30-21,00: Opera Diocesana “Giovanni Paolo II”

19: Festa liturgica della Sacra Spina di N.S.G.C.20: Esercizi spirituali giovanissimi

Forum di formazione all’impegno sociale e politico21: 1ª di Quaresima

Esercizi spirituali giovanissimiRitiro spirituale per le famiglieIncontro dei Ministranti, Minervino e Canosa

22/23/24/25:Settimana Biblicaore 19,00: c/o Istituto Professionale “G. Colasanto”

26: Incontro di formazione per il presbiterio diocesano28: 2ª di Quaresima

Incontro ministri straordinari della comunione

insiemeRIVISTA DIOCESANA ANDRIESE

Reg. al n. 160 - registro stampa presso il Tribunale di Trani

Febbraio 2010 - anno 11 n. 2

Direttore Responsabile: Mons. Giuseppe RuotoloCapo Redattore: Sac. Gianni MassaroAmministrazione: Sac. Geremia AcriSegreteria: Vincenzo Chieppa Redazione: Lella Buonvino, Giovina Cellamare,

Maria Teresa Coratella, Tiziana Coratella,Antonio De Nigris, Simona Di Carlo,Francesco Di Niccolo, Leo Fasciano,Simona Inchingolo, Sabina Leonetti,Maria Miracapillo, Francesco Pizzolorusso,Claudio Pomo.

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Di questo numero sono state stampate 1400 copie. Spedite 350.Chiuso in tipografia il 1° Febbraio 2010.

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