2 · 2020. 1. 24. · che ci separa dalla meta. Ebbene contarle tutte è veramente impossibile....

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    Cambiano le stagioni e con esse leamministrazioni ma i metodi sono sempregli stessi, come dimostra il recente inter-vento tampone (l'ennesimo) sull'ormaiesausto manto stradale della nostra città.Insomma a Enna possono cambiare leteste pensanti ma le buone tradizioni resi-stono. E così noi ennesi ci siamo accorti,qualche giorno fa uscendo dal portone, lamattina per andare a lavorare, che puressendo cambiato tutto, di fatto, non eracambiato nulla: il rattoppatore è ancora alsuo posto.

    Non si tratta infatti di un'entitàumana ma, siamo propensi a supporre,piuttosto di un virus che contagia chiunquevarchi la soglia di palazzo di città per assu-mere la funzione di amministratore. Macome tutti i virus, specialmentequelli informatici, con il passaredel tempo tende ad adattarsiall'ambiente in cui si è installatomigliorando la propria resi-stenza e le proprie capacità.Infatti il nostro rattoppatore hacolpito in pochissimo tempo econ una quantità di "materiaprima" da far impallidire le pre-cedenti versioni.

    E così, come tanti altriconcittadini, l'altra mattina,percorrendo i pochi metri cheseparano il portone di casadalla macchina, ci accorgiamo

    di una quantità impressionante di "macchienere" disseminate sul selciato. All'inizio èl'istinto di autoconservazione ad avere lameglio, facendoci catapultare in macchinain preda al terrore che la via in questioneabbia contratto il "morbillo stradale" e,temendo un imminente contagio, abbiamopensato di barricarci dentro.

    Ma proprio in quel momento pas-sano gli "untori", ovvero due operai che,minuti di pala e coadiuvati da un allegrocamioncino rosso, rattoppano il mantostradale laddove c'è bisogno. Sentendocisollevati ci avviamo verso l'ufficio comin-ciando, così per gioco, a contare le macchienere disseminate lungo il tratto di stradache ci separa dalla meta. Ebbene contarletutte è veramente impossibile. Insomma

    anche da queste piccole cose possiamoaccorgerci che il nostro tranquillo "trantran" quotidiano non verrà turbato da nes-sun rimpasto perché il virus del rattoppo èsempre là, pronto a fagocitare capacità edintelligenze.

    Ma per tornare un attimo ad unminimo di serietà ci permettiamo di sugge-rire a chi di dovere che non è proprio piùpossibile andare avanti per decenni coninterventi tampone. Ovviamente ci rendia-mo perfettamente conto del fatto chereperire le somme necessarie non è affattosemplice, soprattutto da quando un certoinquilino romano ha deciso di tagliare letasse agli italiani facendo pagare il conto agliEnti Locali ( e quindi sempre agli italiani) maciò non giustifica il fatto che negli ultimi

    dieci anni non è stato fattonemmeno un tentativo perreperire le risorse necessarieper un piano di interventocomplessivo per il recuperodelle vie cittadine.

    Certo che se poi si ha pre-sente la vicenda dell'ex assesso-re Ingallina che, appena si èmesso di buona lena su questastrada è stato impallinato, dubi-tiamo che qualcuno possa facil-mente seguire il suo buonesempio. Forse solo un buonantivirus potrebbe salvarci.

    Gianfranco Gravina

    Ci permettiamo di precisare chedi voli si tratta, ma senza ali, senza ammor-tizzatori e senza rete. Questa entusia-smante esperienza viene offerta gratuita-mente a quanti si trovassero a percorrerein moto e motorino, quindi su due ruote,il tratto della Pergusina ripreso dalla foto.

    Pare che siano già in parecchi ifortunati che si sono trovati a potere con-dividere il fascino di un "volo" che nulla hada invidiare a quello di Icaro, compresol'epilogo. La tipologia del volo viene, ovvia-mente, determinata dalla grandezza equantità delle buche prese dalle ruote;mentre per l'atterraggio, si invitano gliaspiranti piloti a raccomandarsi alle "altesfere" perché non transitino automobili ocamion sul medesimo tratto. Pare cheanche i guidatori delle tre ruote siano inte-

    ressati all'esperienza, in vista di un possibi-le Trelly dei Laghi.

    Molto infuriati i possessori di fuo-ristrada e jeep, ancora una volta esclusi daesaltanti esperienze e costretti alla nor-male guida per le strade della città. Pareche il tutto sia sponsorizzato dalle localiamministrazioni, in vista della stagioneestiva, affinché il "brivido" di questa possi-bile esperienza, possa rinfrescare le caldesere e notti estive.

    A fine stagione saranno opportu-namente collocate le apposite targhe aricordo dei partecipanti, unitamente aifiori; il tutto abbellirà ulteriormente que-sta simpatica strada. Piangere o ridereresta in facoltà di chi ci legge, chi di dove-re, gli occhi li tiene ben chiusi.

    Giusi Stancanelli

    Via Risorgimento

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    Cambiano le stagioni e con esse leamministrazioni ma i metodi sono sempregli stessi, come dimostra il recente inter-vento tampone (l'ennesimo) sull'ormaiesausto manto stradale della nostra città.Insomma a Enna possono cambiare leteste pensanti ma le buone tradizioni resi-stono. E così noi ennesi ci siamo accorti,qualche giorno fa uscendo dal portone, lamattina per andare a lavorare, che puressendo cambiato tutto, di fatto, non eracambiato nulla: il rattoppatore è ancora alsuo posto.

    Non si tratta infatti di un'entitàumana ma, siamo propensi a supporre,piuttosto di un virus che contagia chiunquevarchi la soglia di palazzo di città per assu-mere la funzione di amministratore. Macome tutti i virus, specialmentequelli informatici, con il passaredel tempo tende ad adattarsiall'ambiente in cui si è installatomigliorando la propria resi-stenza e le proprie capacità.Infatti il nostro rattoppatore hacolpito in pochissimo tempo econ una quantità di "materiaprima" da far impallidire le pre-cedenti versioni.

    E così, come tanti altriconcittadini, l'altra mattina,percorrendo i pochi metri cheseparano il portone di casadalla macchina, ci accorgiamo

    di una quantità impressionante di "macchienere" disseminate sul selciato. All'inizio èl'istinto di autoconservazione ad avere lameglio, facendoci catapultare in macchinain preda al terrore che la via in questioneabbia contratto il "morbillo stradale" e,temendo un imminente contagio, abbiamopensato di barricarci dentro.

    Ma proprio in quel momento pas-sano gli "untori", ovvero due operai che,minuti di pala e coadiuvati da un allegrocamioncino rosso, rattoppano il mantostradale laddove c'è bisogno. Sentendocisollevati ci avviamo verso l'ufficio comin-ciando, così per gioco, a contare le macchienere disseminate lungo il tratto di stradache ci separa dalla meta. Ebbene contarletutte è veramente impossibile. Insomma

    anche da queste piccole cose possiamoaccorgerci che il nostro tranquillo "trantran" quotidiano non verrà turbato da nes-sun rimpasto perché il virus del rattoppo èsempre là, pronto a fagocitare capacità edintelligenze.

    Ma per tornare un attimo ad unminimo di serietà ci permettiamo di sugge-rire a chi di dovere che non è proprio piùpossibile andare avanti per decenni coninterventi tampone. Ovviamente ci rendia-mo perfettamente conto del fatto chereperire le somme necessarie non è affattosemplice, soprattutto da quando un certoinquilino romano ha deciso di tagliare letasse agli italiani facendo pagare il conto agliEnti Locali ( e quindi sempre agli italiani) maciò non giustifica il fatto che negli ultimi

    dieci anni non è stato fattonemmeno un tentativo perreperire le risorse necessarieper un piano di interventocomplessivo per il recuperodelle vie cittadine.

    Certo che se poi si ha pre-sente la vicenda dell'ex assesso-re Ingallina che, appena si èmesso di buona lena su questastrada è stato impallinato, dubi-tiamo che qualcuno possa facil-mente seguire il suo buonesempio. Forse solo un buonantivirus potrebbe salvarci.

    Gianfranco Gravina

    Ci permettiamo di precisare chedi voli si tratta, ma senza ali, senza ammor-tizzatori e senza rete. Questa entusia-smante esperienza viene offerta gratuita-mente a quanti si trovassero a percorrerein moto e motorino, quindi su due ruote,il tratto della Pergusina ripreso dalla foto.

    Pare che siano già in parecchi ifortunati che si sono trovati a potere con-dividere il fascino di un "volo" che nulla hada invidiare a quello di Icaro, compresol'epilogo. La tipologia del volo viene, ovvia-mente, determinata dalla grandezza equantità delle buche prese dalle ruote;mentre per l'atterraggio, si invitano gliaspiranti piloti a raccomandarsi alle "altesfere" perché non transitino automobili ocamion sul medesimo tratto. Pare cheanche i guidatori delle tre ruote siano inte-

    ressati all'esperienza, in vista di un possibi-le Trelly dei Laghi.

    Molto infuriati i possessori di fuo-ristrada e jeep, ancora una volta esclusi daesaltanti esperienze e costretti alla nor-male guida per le strade della città. Pareche il tutto sia sponsorizzato dalle localiamministrazioni, in vista della stagioneestiva, affinché il "brivido" di questa possi-bile esperienza, possa rinfrescare le caldesere e notti estive.

    A fine stagione saranno opportu-namente collocate le apposite targhe aricordo dei partecipanti, unitamente aifiori; il tutto abbellirà ulteriormente que-sta simpatica strada. Piangere o ridereresta in facoltà di chi ci legge, chi di dove-re, gli occhi li tiene ben chiusi.

    Giusi Stancanelli

    Via Risorgimento

  • - 4 -

    In questi giorni sonoapparse, sulla stampa siciliana,due notizie apparentementedistinte e distanti, ma sulle quali ènecessario invece avviare unariflessione, per comprenderneconnessioni e risvolti nella vita ditutti noi.

    La prima notizia riguar-da la possibilità di riavvio, dopoanni di abbandono, dell'attivitàestrattiva nelle miniere siciliane disale potassico, da tempo chiusein virtù di un patto scellerato trala Regione Siciliana e il "padrone"Morgante, grazie al quale il pro-prietario dell'Italkali ha pilotato lapolitica estrattiva del governosiciliano portandola alla completainattività, a tutto vantaggio dellosfruttamento delle risorse mine-rarie dei paesi dell'est, dove, peresempio, la manodopera costaun quarto di quella siciliana.

    Ma per noi ennesi lavera notizia è che la miniera diPasquasia non rientrerebbe inquesto piano di ripresa dell'attivi-tà estrattiva. Tutto ciò è statomesso in risalto dall'interventodel prof. Cimino, attento osser-vatore della realtà politica edeconomica della nostra provincia,il quale si pone giustamente unadomanda che da anni non trovaalcuna risposta, ovvero perchéPasquasia è rimasta, dal giornodella sua chiusura, ai di fuori diqualsiasi progetto di rilancio eco-nomico e produttivo che ha inte-ressato in questi anni il nostroterritorio.

    Ma lasciamo per un atti-mo da parte questo interrogativoe puntiamo la nostra attenzionesu un'altra notizia. Eccola: la Siciliadetiene il primato di incidenzadella sclerosi multipla in Italia eEnna ne detiene il triste primatonell'isola. Lo studio, attuatodall'Istituto di neuropsichiatriadell'Università di Palermo e che èstato pubblicato sulla prestigiosarivista statunitense "Neurology",evidenzia come la provincia diEnna guidi la tragica classifica con125 casi per centomila abitanti.Se pensiamo che la media nazio-

    nale è di circa 50 casi si capiscebene la gravità della situazioneche lo studio evidenzia in modoinequivocabile.

    Lo stesso studio nonapprofondisce le possibili cause diquesto primato sulle quali esisto-no solo delle ipotesi. Una di que-ste potrebbe essere legata ad unfattore, per così dire, "storico"ovvero la lunga permanenza digente normanna nel nostro terri-torio avrebbe lasciato delle trac-ce genetiche che incidono sullosviluppo della malattia. Ma un'al-tra ipotesi, che ogni ennese dibuon senso potrebbe formulare,è legata alla domanda che abbia-mo lasciato in sospeso poco fa:perché Pasquasia non riapre?Perché Pasquasia non rientra innessun progetto di ripresa di unattività produttiva che purepotrebbe essere, per tanti anni avenire, a livelli altissimi?

    E' chiaro come il soleche in questa vicenda ci sonotroppe cose non dette o, meglio,troppe verità nascoste sulla pelledi noi ennesi. E' quindi giunta l'oradi fare chiarezza affinché tante,troppe, morti possano trovare,giustizia. I vertici istituzionali, conin testa il primo cittadino che è, loricordiamo, per competenzadiretta responsabile della salutedella popolazione amministrata,hanno il dovere di capire e di farcicapire.

    Qualche tempo favenne chiesto all'allora sindacoAlvano d avviare uno screeningsanitario per avere un quadrocompleto dello stato di salutedella popolazione ennese. Oggipiù che mai questa iniziativa nonè più rinviabile, anche se è neces-sario affiancarla ad un approfon-dito studio sulle possibili causa(inquinamento, elettrosmogecc.). Ma nello stesso tempo laverità su Pasquasia deve venire agalla una volta per tutto.Abbiamo il diritto di conoscerlaper i nostri morti. Abbiamo ildovere di conoscerla per i nostrifigli.

    Gianfranco Gravina

    Che la città di Enna siapuntualmente soggetta alleassurde anomalie dei tanti dis-servizi che la caratterizzano èassodato da tempo, ma non sipuò non accorgersi che i cittadi-ni che vivono in città non colla-borano così come dovrebberoper rendere a loro stessi la vitaun pò meno complicata.

    Corso Sicilia è unesempio eclatante di questapremessa. In una strada tantoimportante quanto questa perlo sfogo del traffico cittadinosono tanti i disservizi che chi didovere dovrebbe immediata-mente sistemare, ma non man-cano neppure comportamentipoco civili da parte di chi fre-quenta la zona.

    Ciò che rende la stra-da molto pericolosa nelle oreserali e notturne è senza alcundubbio la evidente precarietàdell'illuminazione pubblica, cheandrebbe di gran lunga rinfor-zata, in modo che gli automobi-listi non abbiano alcun proble-ma di visibilità nel percorrerla.Spesso, poi, si intravedono vet-ture posteggiate in doppia fila,o per meglio dire su una delledue corsie della strada, vistoche questa risulta essere moltostretta, così che il traffico subi-sce enormi rallentamenti, con-siderato che spesso a passare

    sono autobus. Infine, forse la nota più

    incivile, anche se potrebbeessere quella più facilmenterisolvibile, visto i lunghi tempi dichi di competenza nell'andare arimuovere disservizi: nelle oredi calma, soprattutto quelleserali e notturne, è quasi abitu-dine trovare automobili emotorini che fanno a gara su chipuò causare per primo degliincidenti, facendo diventare ilCorso Sicilia una pista dove toc-care le velocità più alte.

    Riguardo a questa ano-malia sono veramente tante lesegnalazioni che Dedalo haricevuto e ciò non fa sicura-mente bene alla città, poichè ildisservizio viene provocato

    direttamente dai cittadini.Sicuramente non fa piacere anessuno aver paura di attraver-sare la strada sotto casa e, pur-troppo, succede proprio que-sto in Corso Sicilia.

    Tante potrebberoessere le soluzioni per risolverequeste anomalie, ma innanzitutto bisogna trovare un puntodi incontro tra chi di dovere ecittadinanza, perchè se ognunose ne sta per gli affari suoi ilfuturo della città è soltantodestinato al declino più totale.

    Giovanni Albanese

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    In questi giorni sonoapparse, sulla stampa siciliana,due notizie apparentementedistinte e distanti, ma sulle quali ènecessario invece avviare unariflessione, per comprenderneconnessioni e risvolti nella vita ditutti noi.

    La prima notizia riguar-da la possibilità di riavvio, dopoanni di abbandono, dell'attivitàestrattiva nelle miniere siciliane disale potassico, da tempo chiusein virtù di un patto scellerato trala Regione Siciliana e il "padrone"Morgante, grazie al quale il pro-prietario dell'Italkali ha pilotato lapolitica estrattiva del governosiciliano portandola alla completainattività, a tutto vantaggio dellosfruttamento delle risorse mine-rarie dei paesi dell'est, dove, peresempio, la manodopera costaun quarto di quella siciliana.

    Ma per noi ennesi lavera notizia è che la miniera diPasquasia non rientrerebbe inquesto piano di ripresa dell'attivi-tà estrattiva. Tutto ciò è statomesso in risalto dall'interventodel prof. Cimino, attento osser-vatore della realtà politica edeconomica della nostra provincia,il quale si pone giustamente unadomanda che da anni non trovaalcuna risposta, ovvero perchéPasquasia è rimasta, dal giornodella sua chiusura, ai di fuori diqualsiasi progetto di rilancio eco-nomico e produttivo che ha inte-ressato in questi anni il nostroterritorio.

    Ma lasciamo per un atti-mo da parte questo interrogativoe puntiamo la nostra attenzionesu un'altra notizia. Eccola: la Siciliadetiene il primato di incidenzadella sclerosi multipla in Italia eEnna ne detiene il triste primatonell'isola. Lo studio, attuatodall'Istituto di neuropsichiatriadell'Università di Palermo e che èstato pubblicato sulla prestigiosarivista statunitense "Neurology",evidenzia come la provincia diEnna guidi la tragica classifica con125 casi per centomila abitanti.Se pensiamo che la media nazio-

    nale è di circa 50 casi si capiscebene la gravità della situazioneche lo studio evidenzia in modoinequivocabile.

    Lo stesso studio nonapprofondisce le possibili cause diquesto primato sulle quali esisto-no solo delle ipotesi. Una di que-ste potrebbe essere legata ad unfattore, per così dire, "storico"ovvero la lunga permanenza digente normanna nel nostro terri-torio avrebbe lasciato delle trac-ce genetiche che incidono sullosviluppo della malattia. Ma un'al-tra ipotesi, che ogni ennese dibuon senso potrebbe formulare,è legata alla domanda che abbia-mo lasciato in sospeso poco fa:perché Pasquasia non riapre?Perché Pasquasia non rientra innessun progetto di ripresa di unattività produttiva che purepotrebbe essere, per tanti anni avenire, a livelli altissimi?

    E' chiaro come il soleche in questa vicenda ci sonotroppe cose non dette o, meglio,troppe verità nascoste sulla pelledi noi ennesi. E' quindi giunta l'oradi fare chiarezza affinché tante,troppe, morti possano trovare,giustizia. I vertici istituzionali, conin testa il primo cittadino che è, loricordiamo, per competenzadiretta responsabile della salutedella popolazione amministrata,hanno il dovere di capire e di farcicapire.

    Qualche tempo favenne chiesto all'allora sindacoAlvano d avviare uno screeningsanitario per avere un quadrocompleto dello stato di salutedella popolazione ennese. Oggipiù che mai questa iniziativa nonè più rinviabile, anche se è neces-sario affiancarla ad un approfon-dito studio sulle possibili causa(inquinamento, elettrosmogecc.). Ma nello stesso tempo laverità su Pasquasia deve venire agalla una volta per tutto.Abbiamo il diritto di conoscerlaper i nostri morti. Abbiamo ildovere di conoscerla per i nostrifigli.

    Gianfranco Gravina

    Che la città di Enna siapuntualmente soggetta alleassurde anomalie dei tanti dis-servizi che la caratterizzano èassodato da tempo, ma non sipuò non accorgersi che i cittadi-ni che vivono in città non colla-borano così come dovrebberoper rendere a loro stessi la vitaun pò meno complicata.

    Corso Sicilia è unesempio eclatante di questapremessa. In una strada tantoimportante quanto questa perlo sfogo del traffico cittadinosono tanti i disservizi che chi didovere dovrebbe immediata-mente sistemare, ma non man-cano neppure comportamentipoco civili da parte di chi fre-quenta la zona.

    Ciò che rende la stra-da molto pericolosa nelle oreserali e notturne è senza alcundubbio la evidente precarietàdell'illuminazione pubblica, cheandrebbe di gran lunga rinfor-zata, in modo che gli automobi-listi non abbiano alcun proble-ma di visibilità nel percorrerla.Spesso, poi, si intravedono vet-ture posteggiate in doppia fila,o per meglio dire su una delledue corsie della strada, vistoche questa risulta essere moltostretta, così che il traffico subi-sce enormi rallentamenti, con-siderato che spesso a passare

    sono autobus. Infine, forse la nota più

    incivile, anche se potrebbeessere quella più facilmenterisolvibile, visto i lunghi tempi dichi di competenza nell'andare arimuovere disservizi: nelle oredi calma, soprattutto quelleserali e notturne, è quasi abitu-dine trovare automobili emotorini che fanno a gara su chipuò causare per primo degliincidenti, facendo diventare ilCorso Sicilia una pista dove toc-care le velocità più alte.

    Riguardo a questa ano-malia sono veramente tante lesegnalazioni che Dedalo haricevuto e ciò non fa sicura-mente bene alla città, poichè ildisservizio viene provocato

    direttamente dai cittadini.Sicuramente non fa piacere anessuno aver paura di attraver-sare la strada sotto casa e, pur-troppo, succede proprio que-sto in Corso Sicilia.

    Tante potrebberoessere le soluzioni per risolverequeste anomalie, ma innanzitutto bisogna trovare un puntodi incontro tra chi di dovere ecittadinanza, perchè se ognunose ne sta per gli affari suoi ilfuturo della città è soltantodestinato al declino più totale.

    Giovanni Albanese

  • - 5 -

    Incredibile ma vero. In Italia.Secondo i dati Istat - ultimo rap-porto - vi sono ben più di quattromilioni di persone che lavoranocome volontari in 5.515 coopera-tive per aiutare il mondo del biso-gno nel senso più ampio.La cosa interessante è che pro-prio qui da noi in Sicilia si è avuto,nel corso del 2003, un aumento dicooperative e di volontari che nefanno parte dal 3,6 al 5,6 rispettoal numero esistente in tutto ilpaese. E sotto gli occhi di tuttiquello che le associazioni nongovernative (NGO) e quelle divolontariato stiano oggi facendoin condizioni di grande rischio epericolo in Iraq e che continuanoa fare in Afghanistan, Cecenia edin tanti altri paesi - la lista è lunga- del mondo operando un'azionedi supplenza - molte volte - e dicollaborazione altre, a quanto ilcosiddetto "pubblico" - cioè stati,governi etc. - non riescono da solia realizzare per aiutare le personenecessitanti di un qualsiasi aiutoper sopravivere.Non sfuggiamo al fenomeno:organizzazioni sia non governativeche di volontariato presenti nel

    nostro territorio, così come intutta Italia, agiscono senza alcuncoordinamento tra loro. Ne deri-va vuoi una duplicazione degliinterventi e questo può ancheessere buono; ma a volte un pleo-nasmo di intervento: e questonon è buono perché si dà qualco-sa già donato a qualcuno e se nepriva un altro.In un evento al quale partecipavoavendo interlocutore corampopulo la Regione Siciliana - cheperaltro ha in corso di revisione ilsuo statuto - ho proposto - edapparentemente è stato accettato- la creazione di un "roster" - cioèdi un elenco - di tutte le organiz-zazioni di volontari - le NGO - edi volontariato, nonché quella diuna Consulta che sia utilizzata dalgoverno regionale allorquandointraprende azioni ed attivitàumanitarie rivolte al mondo delbisogno.L'idea non è peregrina. Già a suotempo fatta e messa in opera alleNazioni Unite e poi al Consigliod'Europa e poi ancora - questa infieri - nella nuova CostituzioneEuropea (che, a Dio piacendo edagli uomini di buona volontà,

    dovrebbe essere chiusa nella suaapprovazione entro il prossimomese di Giugno ma gli scettici adoggi, battono gli altri 2 a 1). A partela augurabile statuizione nel nuovostatuto siciliano, sarebbe augurabi-le che i comuni, e soprattutto icapoluoghi di provincia, avesseroelenco di quanti operano nella pro-pria area giurisdizionale e validatele titolarietà delle singole organiz-zazioni ad operare - importantissi-mo! - creare la consulta delleNGO ed Associazioni di volonta-riato umanitario che possa aiutarenell'individuazione delle aree delbisogno e nell'aiuto concreto - nonpre-elettorale - da offrire.Il citato rapporto Istat, fa anchevedere l'esistenza in Italia di benl'11% delle famiglie che vivonosotto la soglia di povertà - calcola-ta su una spesa di 823,45 Euro cheuna famiglia di due componentideve poter affrontare per soprav-vivere -. Ma anche di ben altre 900mila famiglie che sono al limite delminimo per cadere dentro questopaniere inimmaginabile di povertàsolo perché hanno da 10 a 50 Euroin più - rispetto alla somma sopra-detta - da poter spendere. Quantesono ad Enna città o ad Enna pro-vincia i "poveri" intesi nel senso dicui sopra? E cosa facciamo tutti noiper cercare di ovviare un fenome-no che, di là dell'enorme tristezza,

    denota ingiustizia sociale ed insen-sibilità profonda? Se chiedessimo achi non ha peccato di scagliare laprima pietra, rimarremmo certa-mente indenni da ferite e contusio-ni: ahimè, dentro ci siamo tutti. Maimportante è che il fenomenovenga considerato per poterloemendare con le intraprese relati-ve. E che appunto si sproninovolontari e volontariato che esple-tano azione di sussidiarietà a coor-dinarsi e tra loro e con i responsa-bili della vita pubblica, per cercaredi alleviare - che risolverlo è quasiutopico - tanto triste fenomeno.Il momento forse non è il miglioreper parlare di cose di tal fatta. Tuttiintenti come sono - ma anchecome siamo - a stabilire se dobbia-mo rimanere o andare via dall'Iraqed in subordine chi mandare alparlamento europeo per rappre-sentarci. Tale momento grave eserio - ma distrattivo - passerà. Edoccuparsi del vicino di casa forse èmeno complicato che risolvere -noi, per chi ne ha responsabilità - ilproblema orientale.Troisi diceva "ricomincio da tre".Ma "da uno" è più semplice oltreche fattibile. I black out annunciati, sottraendo-ci all'instupidimento televisivo, cidaranno tempo per pensare anchea chi si aspetta un aiuto.Cerchiamo di non deluderli.

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    Incredibile ma vero. In Italia.Secondo i dati Istat - ultimo rap-porto - vi sono ben più di quattromilioni di persone che lavoranocome volontari in 5.515 coopera-tive per aiutare il mondo del biso-gno nel senso più ampio.La cosa interessante è che pro-prio qui da noi in Sicilia si è avuto,nel corso del 2003, un aumento dicooperative e di volontari che nefanno parte dal 3,6 al 5,6 rispettoal numero esistente in tutto ilpaese. E sotto gli occhi di tuttiquello che le associazioni nongovernative (NGO) e quelle divolontariato stiano oggi facendoin condizioni di grande rischio epericolo in Iraq e che continuanoa fare in Afghanistan, Cecenia edin tanti altri paesi - la lista è lunga- del mondo operando un'azionedi supplenza - molte volte - e dicollaborazione altre, a quanto ilcosiddetto "pubblico" - cioè stati,governi etc. - non riescono da solia realizzare per aiutare le personenecessitanti di un qualsiasi aiutoper sopravivere.Non sfuggiamo al fenomeno:organizzazioni sia non governativeche di volontariato presenti nel

    nostro territorio, così come intutta Italia, agiscono senza alcuncoordinamento tra loro. Ne deri-va vuoi una duplicazione degliinterventi e questo può ancheessere buono; ma a volte un pleo-nasmo di intervento: e questonon è buono perché si dà qualco-sa già donato a qualcuno e se nepriva un altro.In un evento al quale partecipavoavendo interlocutore corampopulo la Regione Siciliana - cheperaltro ha in corso di revisione ilsuo statuto - ho proposto - edapparentemente è stato accettato- la creazione di un "roster" - cioèdi un elenco - di tutte le organiz-zazioni di volontari - le NGO - edi volontariato, nonché quella diuna Consulta che sia utilizzata dalgoverno regionale allorquandointraprende azioni ed attivitàumanitarie rivolte al mondo delbisogno.L'idea non è peregrina. Già a suotempo fatta e messa in opera alleNazioni Unite e poi al Consigliod'Europa e poi ancora - questa infieri - nella nuova CostituzioneEuropea (che, a Dio piacendo edagli uomini di buona volontà,

    dovrebbe essere chiusa nella suaapprovazione entro il prossimomese di Giugno ma gli scettici adoggi, battono gli altri 2 a 1). A partela augurabile statuizione nel nuovostatuto siciliano, sarebbe augurabi-le che i comuni, e soprattutto icapoluoghi di provincia, avesseroelenco di quanti operano nella pro-pria area giurisdizionale e validatele titolarietà delle singole organiz-zazioni ad operare - importantissi-mo! - creare la consulta delleNGO ed Associazioni di volonta-riato umanitario che possa aiutarenell'individuazione delle aree delbisogno e nell'aiuto concreto - nonpre-elettorale - da offrire.Il citato rapporto Istat, fa anchevedere l'esistenza in Italia di benl'11% delle famiglie che vivonosotto la soglia di povertà - calcola-ta su una spesa di 823,45 Euro cheuna famiglia di due componentideve poter affrontare per soprav-vivere -. Ma anche di ben altre 900mila famiglie che sono al limite delminimo per cadere dentro questopaniere inimmaginabile di povertàsolo perché hanno da 10 a 50 Euroin più - rispetto alla somma sopra-detta - da poter spendere. Quantesono ad Enna città o ad Enna pro-vincia i "poveri" intesi nel senso dicui sopra? E cosa facciamo tutti noiper cercare di ovviare un fenome-no che, di là dell'enorme tristezza,

    denota ingiustizia sociale ed insen-sibilità profonda? Se chiedessimo achi non ha peccato di scagliare laprima pietra, rimarremmo certa-mente indenni da ferite e contusio-ni: ahimè, dentro ci siamo tutti. Maimportante è che il fenomenovenga considerato per poterloemendare con le intraprese relati-ve. E che appunto si sproninovolontari e volontariato che esple-tano azione di sussidiarietà a coor-dinarsi e tra loro e con i responsa-bili della vita pubblica, per cercaredi alleviare - che risolverlo è quasiutopico - tanto triste fenomeno.Il momento forse non è il miglioreper parlare di cose di tal fatta. Tuttiintenti come sono - ma anchecome siamo - a stabilire se dobbia-mo rimanere o andare via dall'Iraqed in subordine chi mandare alparlamento europeo per rappre-sentarci. Tale momento grave eserio - ma distrattivo - passerà. Edoccuparsi del vicino di casa forse èmeno complicato che risolvere -noi, per chi ne ha responsabilità - ilproblema orientale.Troisi diceva "ricomincio da tre".Ma "da uno" è più semplice oltreche fattibile. I black out annunciati, sottraendo-ci all'instupidimento televisivo, cidaranno tempo per pensare anchea chi si aspetta un aiuto.Cerchiamo di non deluderli.

  • - 7 -

    a cura di Giusi Stancanelli

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    a cura di Giusi Stancanelli

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    Il convegno si è svoltopresso i locali del LiceoScientifico "P. Farinato" diEnna, a conclusione di un pro-getto didattico di educazionealla legalità fortemente volutodal collegio dei docenti e dellacui realizzazione sono statianima, i professori Caterina LaScala e Renzo Pintus.

    Un impegno emozio-nante per chi ha condotto lun-ghe ed estenuanti ore di pre-

    parazione didattica e pedago-gica al tema della legalità.Accolto con entusiasmo egrande partecipazione daparte degli studenti che hannofornito al progetto contributipersonali di grande rilievo, ilconvegno non rappresenta sol-tanto la conclusione di un pro-getto formativo ma si inseriscenell'ottica di un percorso dipromozione dell'esperienzavissuta che nei prossimi annipotrà coinvolgere altri istitutid'istruzione nell'ambito dell'in-tera provincia.

    L'iniziativa è statapatrocinata dalla ProvinciaRegionale e dal Comune;erano presenti il sindacoR.Ardica, il presidenteC.Salerno ed il questore Dr.

    Jacobone per il quale, la lottaalla mafia non è solo repressio-ne ma anche formazione diuna cultura della legalità; sultema dell'illegalità nel mercatodel lavoro è intervenuto ilSegretario della CGIL SigfridoFadda.

    Hanno partecipato ilDr. G. Fontana dirigente delCSA, il dirigente scolastico delliceo Anna Marmo che hamoderato gli interventi, la

    P r o f . s s aM . P i aB l a n d a n iresponsabi-le nazionaledell'associa-z i o n e" L i b e r aScuola" cheha sottoli-neato l'ori-ginalità delprogetto edil Dr.S.CardinaleProcuratored e l l a

    Repubblica presso il Tribunaledi Enna.

    Il progetto ha regi-strato la partecipazione deglioperatori del SERT, il cui quali-ficato contributo ha affermatoche "la comprensione delleproprie capacità ed il prendereatto delle esigenze dell'altro,serve a combattere l'indiffe-renza e le ineguaglianze" edunque l'illegalità.

    La D.ssa CannarozzoM. Angela ha descritto alcunedinamiche di animazione rea-lizzate all'interno del progetto,mentre il Dr. Stefano Dell'Areaha esortato gli studenti a pro-iettarsi nell'universo dei DirittiUmani riconoscendo se stessinegli altri e consapevoli dipoter conquistare il futuro

    come qual-cosa che gliappartiene,affermandoin modoattivo laloro parte-c i p a z i o n ealla vitasociale. Cosa possaservire ecosa sidebba fareè un ingre-diente diffi-cile nellaricetta di un mondo migliore;professori, alunni, politici espettatori che abbiano assistitoal convegno, hanno compresoquanto l'educazione e la pro-gettazione siano propedeuti-che di ogni sviluppo personale,sociale, culturale e di trasfor-mazione.

    Ha concluso il conve-gno il Dr. S. Cardinale che haapprezzato l'impegno profusodurante la manifestazione, elo-

    giandone la sensibilità e l'ap-prendimento degli alunni, l'im-pegno valido e prezioso delcorpo docente, la ricchezza ecompletezza degli sforzi soste-nuti che, inseriti nelle iniziativedi educazione alla legalità all'in-domani della ricorrenza dellastrage di Capaci, rendonoancor più importante l'impe-gno della scuola come luogodove coltivare questi valori.

    Cristiano Pintus

    Il tavolo della presidenza

    Uno degli interventi

    Il pubblico presente

  • - 9 -

    Il convegno si è svoltopresso i locali del LiceoScientifico "P. Farinato" diEnna, a conclusione di un pro-getto didattico di educazionealla legalità fortemente volutodal collegio dei docenti e dellacui realizzazione sono statianima, i professori Caterina LaScala e Renzo Pintus.

    Un impegno emozio-nante per chi ha condotto lun-ghe ed estenuanti ore di pre-

    parazione didattica e pedago-gica al tema della legalità.Accolto con entusiasmo egrande partecipazione daparte degli studenti che hannofornito al progetto contributipersonali di grande rilievo, ilconvegno non rappresenta sol-tanto la conclusione di un pro-getto formativo ma si inseriscenell'ottica di un percorso dipromozione dell'esperienzavissuta che nei prossimi annipotrà coinvolgere altri istitutid'istruzione nell'ambito dell'in-tera provincia.

    L'iniziativa è statapatrocinata dalla ProvinciaRegionale e dal Comune;erano presenti il sindacoR.Ardica, il presidenteC.Salerno ed il questore Dr.

    Jacobone per il quale, la lottaalla mafia non è solo repressio-ne ma anche formazione diuna cultura della legalità; sultema dell'illegalità nel mercatodel lavoro è intervenuto ilSegretario della CGIL SigfridoFadda.

    Hanno partecipato ilDr. G. Fontana dirigente delCSA, il dirigente scolastico delliceo Anna Marmo che hamoderato gli interventi, la

    P r o f . s s aM . P i aB l a n d a n iresponsabi-le nazionaledell'associa-z i o n e" L i b e r aScuola" cheha sottoli-neato l'ori-ginalità delprogetto edil Dr.S.CardinaleProcuratored e l l a

    Repubblica presso il Tribunaledi Enna.

    Il progetto ha regi-strato la partecipazione deglioperatori del SERT, il cui quali-ficato contributo ha affermatoche "la comprensione delleproprie capacità ed il prendereatto delle esigenze dell'altro,serve a combattere l'indiffe-renza e le ineguaglianze" edunque l'illegalità.

    La D.ssa CannarozzoM. Angela ha descritto alcunedinamiche di animazione rea-lizzate all'interno del progetto,mentre il Dr. Stefano Dell'Areaha esortato gli studenti a pro-iettarsi nell'universo dei DirittiUmani riconoscendo se stessinegli altri e consapevoli dipoter conquistare il futuro

    come qual-cosa che gliappartiene,affermandoin modoattivo laloro parte-c i p a z i o n ealla vitasociale. Cosa possaservire ecosa sidebba fareè un ingre-diente diffi-cile nellaricetta di un mondo migliore;professori, alunni, politici espettatori che abbiano assistitoal convegno, hanno compresoquanto l'educazione e la pro-gettazione siano propedeuti-che di ogni sviluppo personale,sociale, culturale e di trasfor-mazione.

    Ha concluso il conve-gno il Dr. S. Cardinale che haapprezzato l'impegno profusodurante la manifestazione, elo-

    giandone la sensibilità e l'ap-prendimento degli alunni, l'im-pegno valido e prezioso delcorpo docente, la ricchezza ecompletezza degli sforzi soste-nuti che, inseriti nelle iniziativedi educazione alla legalità all'in-domani della ricorrenza dellastrage di Capaci, rendonoancor più importante l'impe-gno della scuola come luogodove coltivare questi valori.

    Cristiano Pintus

    Il tavolo della presidenza

    Uno degli interventi

    Il pubblico presente

  • - 11 -

    Quale idea per lacittà? A questa domanda nonè facile rispondere. Tutti invario modo tentiamo di capi-re come organizzare la nostravita e rafforzare e qualificarele relazioni interpersonali, percondividere progetti, speran-ze, impegni sociali e politici.Però, sempre più coinvolti dainostri "doveri" personali econcentrati su fatti e storiepiù o meno coinvolgenti, nonriusciamo a compiere un'ade-guata e dinamica lettura dellarealtà sociale né tanto menoabbiamo maturato la capacitàdi rispondere in modo sem-plice e chiaro a domandecomplesse su come viviamoed intendiamo procedereinsieme nella città.Nonostante tale constatazio-ne, sono convinto che tutti icontributi di analisi e di pro-posta, se orientati da amoreper la città e per i suoi abitan-ti, possono essere il riferi-mento concreto per com-prendere dove andare ecome fare. Ma intanto cidovremmo porre preliminar-mente una domanda: Amiamola nostra città? Come?

    Per rispondere pro-pongo il criterio di invertire,partendo da se stessi, la valu-tazione delle testimonianzepersonali in tutti gli ambitidella vita privata e pubblica.Un'autovalutazione che con ilnecessario amore per le pro-prie debolezze ed energie

    interiori possa fare superare ilsenso d'impotenza e di fru-strazione, ricostruendo sulpiano culturale e motivazio-nale i propri progetti, le spe-ranze e le ambizioni a progre-dire.

    Queste affermazionile vorrei meglio chiarire pro-ponendo una riflessione. E'noto a tutti che la popolazio-ne della provincia di Ennadiminuisce progressivamentemanifestando quasi una ten-denza "irreversibile" che atte-sta la fuga "costretta" deinostri giovani verso il lavoroladdove si trova.

    Ho una sensazioneche i giovani vivono le primefasi della loro vita con la cer-tezza che nel proprio paesenon vi è futuro e non vi è lasperanza di un inserimentolavorativo né tanto meno lapossibilità di costituire unafamiglia. E spesso innanzi adobiettive difficoltà, incorag-giati dalle famiglie, si attrezza-no con una buona dose dipessimismo e rassegnazione atrascorrere gli anni in attesadi affrontare le battaglie deci-sive. Un amaro rinvio chem'induce a pensare se ci tro-viamo su una piattaforma ditransito ove tutti organizzia-mo pur non sapendo o volen-do l'addio dei nostri figli e conloro lo sfumarsi della nostrastoria e di Enna.

    Questa realtà ciinterroga tutti con un susse-

    guirsi di domande. Siamo ingrado di invertire una tenden-za riscoprendo le ragioni di unimpegno personale che consi-deri la città come una "comu-nità educante" intesa comeambito ove si possa realizzarela formazione permanente efavorire la partecipazione e lacittadinanza attiva dei giovani? Sappiamo farci carico delfuturo nostro e degli altri pro-ponendo pur con i necessarisacrifici, ambiziosi obiettivioltre il muro della indifferen-za e dello egoismo? Riconosciamo e incoraggiamola vitalità innovatrice dellenuove generazioni? Come ci attiviamo per crearele condizioni culturali perpromuovere la conoscenzadella nostra storia ricca esapiente, ascoltandola edincontrandola nei suoi senti-menti resi vivi e tramandatidai nostri padri e madri e da

    noi? Fermiamoci e cer-

    chiamo in noi e negli altri laspiritualità e la vitalità fruttodi una storia comune.Troviamo le ragioni profondedel perché viviamo ad Enna enon altrove. Creiamo le con-dizioni affinché i giovani simisurino, si sfidino e lottinoper i valori e i progetti in cuicredono.

    Solo dallo spirito diservizio per il bene comune edalle testimonianze concretee disinteressate possononascere un clima di fiducia e il"sentire" di "appar-tenere" aduna comune storia degliuomini fondata sul cointeres-se a vivere pienamente ebene. Solo così, scaturendol'amore per la città possiamotrovare la risposta ai tantiinterrogativi. Proviamoci.

    Gaetano Mellia

    FFeessttaa ddee ll GG..AA..SS..

    - 12 -

    Mi pare di aver già parlato di immaginario col-lettivo degli ennesi. Uno schermo gigante nonbasterebbe a contenere la sola idea che gliennesi hanno del Piano regolatore generale:l'importante è che sia pronto, il resto nonimporta. Venti e ben più di venti anni fa in uncontesto politico forse più nobile di quelloodierno ma non per questo meno logorato,una brusca minaccia di "tintinnar di manette"(come si sarebbe detto tanti anni dopo) consi-gliò al Consiglio Comunale di approvare il PRGa scatola chiusa. Oggi, e non è solo una sensazione, non sembranecessario nemmeno questo. Siamo talmenteansiosi che l'unico patema sono da un lato itempi di approvazione o, dall'altro, le righededicate sul tema dalla stampa. Nemmeno unaparola sui contenuti, sulle scelte, sulle strategiedi sviluppo. Qualche tempo fa Dedalo pubbli-cò per intero e a futura memoria il documen-to con cui il Consiglio Comunale nel 1997aveva approvato lo schema di massima, conpuntuali rilievi, indicazioni e raccomandazioni.L'assessore all'Urbanistica dell'epoca (ohps…)aveva iniziato la sua illustrazione in aula con unlapidario "questo non è il piano del Sindaco" edil documento di approvazione che fu steso suc-cessivamente assieme ai capi gruppo e votatoall'unanimità sancì questa posizione sostanzial-mente critica. Siamo curiosi oggi di sapere che ne è stato diquel pronunciamento "vincolante", di quale

    posizione hanno assunto e assumeranno lediverse forze politiche e quale sarà l'avvisodelle forze sociali ed economiche di fronte allastesura definitiva. Tacerò, per la premessa fattaalla rubrica e la promessa fatta a me stesso, sualcuni aspetti della vicenda; mi limiterò a mani-festare le perplessità che mi sorgono in questigiorni da cittadino prima e da urbanista poi eche non ho sentito ancora sollevare da nessu-na maggioranza e da nessuna opposizione(comunque consistano e comunque sianoschierate). Un problema centrale è quello del… centrostorico. Il Consiglio Comunale aveva ratificatoquesta ineluttabile previsione del prof. Urbani,ma aveva attentamente sollevato il problemadegli attuali piani di recupero che risentonodell'età e delle pregresse destinazioni urbani-stiche. La soluzione ipotizzata nel documentoche abbiamo citato prima era esemplare: ilConsiglio aveva chiesto di individuare il fabbi-sogno abitativo del prossimo quinquennio pro-prio nel centro storico attraverso una "integra-zione o rivisitazione dei piani di recupero". Èabbastanza semplice anche per i non addetti ailavori: i cittadini, con l'apposizione del vincolostorico, saranno certo limitati nel proprio dirit-to di proprietari di case a Enna Alta; diamogliallora la possibilità di compensare tale indubbiodanno con una strategia che li favorisca nel rin-novo degli immobili e che indirizzi colà le risor-se imprenditoriali dell'edilizia e non più su Enna

    Bassa, che non ha certo bisogno di nuove casema, semmai, di riorganizzare i percorsi e i ser-vizi. E questa era la seconda indicazione preci-sa del Consiglio per gli ambiti delle "prescrizio-ni esecutive": la riqualificazione urbana diS.Anna. Ci risulta invece che nel periodo di commissa-riamento (Zaccone per intenderci) siano stateindividuate altre aree per i piani esecutivi e chenessuno lo abbia fino ad ora rilevato. Ci saràperciò propinato il piano particolareggiato diuna classica "area di espansione" nella partebassa della città disattendendo esplicitamentele precise indicazioni dei nostri rappresentantieletti. Ma c'è di più. Leggendo le proposte contenutenei pur interessanti "contratti di quartiere" mi èsembrato di veder ricomparire fantasmi chepensavamo, da urbanisti, definitivamente supe-rati: gli sventramenti e i grandi parcheggi multi-piano fuori terra, primo fra tutti quello tra viaS.Agata e via Fratelli Vigna, che non solo con-trastano con la nuova previsione di centro sto-rico e distruggono una porzione estremamen-te interessante del tessuto urbano ('a rocca),ma contraddicono esplicitamente il voto delConsiglio Comunale che si è espresso negativa-mente "sulla effettiva necessità di megapar-cheggi a Enna Alta, di fronte all'evidenza di untraffico gommato ormai insostenibile". Devoaggiungere altro? Credo di sì, ma penso che perquesta volta dobbiate accontentarvi.

  • - 11 -

    Quale idea per lacittà? A questa domanda nonè facile rispondere. Tutti invario modo tentiamo di capi-re come organizzare la nostravita e rafforzare e qualificarele relazioni interpersonali, percondividere progetti, speran-ze, impegni sociali e politici.Però, sempre più coinvolti dainostri "doveri" personali econcentrati su fatti e storiepiù o meno coinvolgenti, nonriusciamo a compiere un'ade-guata e dinamica lettura dellarealtà sociale né tanto menoabbiamo maturato la capacitàdi rispondere in modo sem-plice e chiaro a domandecomplesse su come viviamoed intendiamo procedereinsieme nella città.Nonostante tale constatazio-ne, sono convinto che tutti icontributi di analisi e di pro-posta, se orientati da amoreper la città e per i suoi abitan-ti, possono essere il riferi-mento concreto per com-prendere dove andare ecome fare. Ma intanto cidovremmo porre preliminar-mente una domanda: Amiamola nostra città? Come?

    Per rispondere pro-pongo il criterio di invertire,partendo da se stessi, la valu-tazione delle testimonianzepersonali in tutti gli ambitidella vita privata e pubblica.Un'autovalutazione che con ilnecessario amore per le pro-prie debolezze ed energie

    interiori possa fare superare ilsenso d'impotenza e di fru-strazione, ricostruendo sulpiano culturale e motivazio-nale i propri progetti, le spe-ranze e le ambizioni a progre-dire.

    Queste affermazionile vorrei meglio chiarire pro-ponendo una riflessione. E'noto a tutti che la popolazio-ne della provincia di Ennadiminuisce progressivamentemanifestando quasi una ten-denza "irreversibile" che atte-sta la fuga "costretta" deinostri giovani verso il lavoroladdove si trova.

    Ho una sensazioneche i giovani vivono le primefasi della loro vita con la cer-tezza che nel proprio paesenon vi è futuro e non vi è lasperanza di un inserimentolavorativo né tanto meno lapossibilità di costituire unafamiglia. E spesso innanzi adobiettive difficoltà, incorag-giati dalle famiglie, si attrezza-no con una buona dose dipessimismo e rassegnazione atrascorrere gli anni in attesadi affrontare le battaglie deci-sive. Un amaro rinvio chem'induce a pensare se ci tro-viamo su una piattaforma ditransito ove tutti organizzia-mo pur non sapendo o volen-do l'addio dei nostri figli e conloro lo sfumarsi della nostrastoria e di Enna.

    Questa realtà ciinterroga tutti con un susse-

    guirsi di domande. Siamo ingrado di invertire una tenden-za riscoprendo le ragioni di unimpegno personale che consi-deri la città come una "comu-nità educante" intesa comeambito ove si possa realizzarela formazione permanente efavorire la partecipazione e lacittadinanza attiva dei giovani? Sappiamo farci carico delfuturo nostro e degli altri pro-ponendo pur con i necessarisacrifici, ambiziosi obiettivioltre il muro della indifferen-za e dello egoismo? Riconosciamo e incoraggiamola vitalità innovatrice dellenuove generazioni? Come ci attiviamo per crearele condizioni culturali perpromuovere la conoscenzadella nostra storia ricca esapiente, ascoltandola edincontrandola nei suoi senti-menti resi vivi e tramandatidai nostri padri e madri e da

    noi? Fermiamoci e cer-

    chiamo in noi e negli altri laspiritualità e la vitalità fruttodi una storia comune.Troviamo le ragioni profondedel perché viviamo ad Enna enon altrove. Creiamo le con-dizioni affinché i giovani simisurino, si sfidino e lottinoper i valori e i progetti in cuicredono.

    Solo dallo spirito diservizio per il bene comune edalle testimonianze concretee disinteressate possononascere un clima di fiducia e il"sentire" di "appar-tenere" aduna comune storia degliuomini fondata sul cointeres-se a vivere pienamente ebene. Solo così, scaturendol'amore per la città possiamotrovare la risposta ai tantiinterrogativi. Proviamoci.

    Gaetano Mellia

    FFeessttaa ddee ll GG..AA..SS..

    - 12 -

    Mi pare di aver già parlato di immaginario col-lettivo degli ennesi. Uno schermo gigante nonbasterebbe a contenere la sola idea che gliennesi hanno del Piano regolatore generale:l'importante è che sia pronto, il resto nonimporta. Venti e ben più di venti anni fa in uncontesto politico forse più nobile di quelloodierno ma non per questo meno logorato,una brusca minaccia di "tintinnar di manette"(come si sarebbe detto tanti anni dopo) consi-gliò al Consiglio Comunale di approvare il PRGa scatola chiusa. Oggi, e non è solo una sensazione, non sembranecessario nemmeno questo. Siamo talmenteansiosi che l'unico patema sono da un lato itempi di approvazione o, dall'altro, le righededicate sul tema dalla stampa. Nemmeno unaparola sui contenuti, sulle scelte, sulle strategiedi sviluppo. Qualche tempo fa Dedalo pubbli-cò per intero e a futura memoria il documen-to con cui il Consiglio Comunale nel 1997aveva approvato lo schema di massima, conpuntuali rilievi, indicazioni e raccomandazioni.L'assessore all'Urbanistica dell'epoca (ohps…)aveva iniziato la sua illustrazione in aula con unlapidario "questo non è il piano del Sindaco" edil documento di approvazione che fu steso suc-cessivamente assieme ai capi gruppo e votatoall'unanimità sancì questa posizione sostanzial-mente critica. Siamo curiosi oggi di sapere che ne è stato diquel pronunciamento "vincolante", di quale

    posizione hanno assunto e assumeranno lediverse forze politiche e quale sarà l'avvisodelle forze sociali ed economiche di fronte allastesura definitiva. Tacerò, per la premessa fattaalla rubrica e la promessa fatta a me stesso, sualcuni aspetti della vicenda; mi limiterò a mani-festare le perplessità che mi sorgono in questigiorni da cittadino prima e da urbanista poi eche non ho sentito ancora sollevare da nessu-na maggioranza e da nessuna opposizione(comunque consistano e comunque sianoschierate). Un problema centrale è quello del… centrostorico. Il Consiglio Comunale aveva ratificatoquesta ineluttabile previsione del prof. Urbani,ma aveva attentamente sollevato il problemadegli attuali piani di recupero che risentonodell'età e delle pregresse destinazioni urbani-stiche. La soluzione ipotizzata nel documentoche abbiamo citato prima era esemplare: ilConsiglio aveva chiesto di individuare il fabbi-sogno abitativo del prossimo quinquennio pro-prio nel centro storico attraverso una "integra-zione o rivisitazione dei piani di recupero". Èabbastanza semplice anche per i non addetti ailavori: i cittadini, con l'apposizione del vincolostorico, saranno certo limitati nel proprio dirit-to di proprietari di case a Enna Alta; diamogliallora la possibilità di compensare tale indubbiodanno con una strategia che li favorisca nel rin-novo degli immobili e che indirizzi colà le risor-se imprenditoriali dell'edilizia e non più su Enna

    Bassa, che non ha certo bisogno di nuove casema, semmai, di riorganizzare i percorsi e i ser-vizi. E questa era la seconda indicazione preci-sa del Consiglio per gli ambiti delle "prescrizio-ni esecutive": la riqualificazione urbana diS.Anna. Ci risulta invece che nel periodo di commissa-riamento (Zaccone per intenderci) siano stateindividuate altre aree per i piani esecutivi e chenessuno lo abbia fino ad ora rilevato. Ci saràperciò propinato il piano particolareggiato diuna classica "area di espansione" nella partebassa della città disattendendo esplicitamentele precise indicazioni dei nostri rappresentantieletti. Ma c'è di più. Leggendo le proposte contenutenei pur interessanti "contratti di quartiere" mi èsembrato di veder ricomparire fantasmi chepensavamo, da urbanisti, definitivamente supe-rati: gli sventramenti e i grandi parcheggi multi-piano fuori terra, primo fra tutti quello tra viaS.Agata e via Fratelli Vigna, che non solo con-trastano con la nuova previsione di centro sto-rico e distruggono una porzione estremamen-te interessante del tessuto urbano ('a rocca),ma contraddicono esplicitamente il voto delConsiglio Comunale che si è espresso negativa-mente "sulla effettiva necessità di megapar-cheggi a Enna Alta, di fronte all'evidenza di untraffico gommato ormai insostenibile". Devoaggiungere altro? Credo di sì, ma penso che perquesta volta dobbiate accontentarvi.

  • - 15 -

    "Cats", il glorioso musical prodottoa Londra nel 1981 e record di repliche nellastoria di Broadway, basato sui poemetti de"Il vecchio libro dei gatti tuttofare" di T. S.Eliot, continua a esercitare la sua forza diattrazione. Questa volta a metterlo in scenasono gli alunni del Liceo Socio-Psico-Pedagogico "Dante Alighieri", con uno spet-tacolo presentato al Palazzetto dello Sport il23 e 24 maggio, patrocinato dal Comune diEnna e dalla Provincia Regionale di Enna.

    La manifestazione conclude, comed'abitudine, il Corso per Animatori nei vil-laggi turistici che la scuola svolge da sei annicon successo, in collaborazione conl'Agenzia di animazione e spettacolo"Samarcanda".

    Dopo Greese, il primo fortunatospettacolo, e poi Peter Pan, Gli sposi pro-messi, La Bella e la Bestia, Aladin - questoCats è stato particolarmente apprezzato dalpubblico per il brio e l'allegria che la saputocomunicare, la vivacità delle azioni sceniche,le capacità messe in luce dai giovanissimiprotagonisti. Nonostante le difficoltà diun'impresa che poteva apparire ambiziosa,lo spettacolo è riuscito grazie all'abile ridu-zione e regia di Dado Frustaci, all'indovinatacoreografia di Milena Giammattei (ambeduedell'Agenzia Samarcanda) e all'impegnogeneroso dei quaranta studenti che hanno

    saputo mettere egregia-mente in pratica le tecnichedi animazione apprese -dalla creazione di scenogra-fie con mezzi poveri altrucco, dal canto alla recita-zione e alla danza.

    La storia dei"Jellicle Cats" che si riuni-scono in una notte dimezza estate, sotto la lunapiena, per aspettare il pre-scelto che entrerà a farparte del gruppo, si snodaattraverso una serie diaccattivanti fisionomie feli-ne, fino alla integrazione diGrizabella, vecchia gatta untempo espulsa, e alle note della stupenda"Memories" cantata appassionatamente datutti i ragazzi.

    Ma al di là dell'ottimo risultato, lospettacolo vale come esperienza di "comu-nità al lavoro", a coronamento di un anno diattività. Il Corso biennale per Animatori neivillaggi turistici, offerto dal Liceo Socio-Psico-Pedagogico "Dante Alighieri" si conso-lida, nella sua duplice valenza di favorirel'espressione di sé e la socializzazione da unlato e creare opportunità di esperienzelavorative, dall'altro.

    "Anche quest'anno, dodici ragazzistanno per partire per la stagione lavorativain vari villaggi turistici italiani - ci dice laresponsabile del progetto, prof. FlaviaScrimali - Un'esperienza positiva per tutti,che porterà alcuni, come già successo, adessere stabilmente assorbiti, altri a metterea frutto le abilità apprese in iniziative diver-se di servizio alla collettività, come il "PuntoSole" che ha fino all'anno scorso creato aEnna un valido riferimento per l'animazioneestiva per bambini".

    Cinzia Farina

    Il gruppo di animazione

  • - 15 -

    "Cats", il glorioso musical prodottoa Londra nel 1981 e record di repliche nellastoria di Broadway, basato sui poemetti de"Il vecchio libro dei gatti tuttofare" di T. S.Eliot, continua a esercitare la sua forza diattrazione. Questa volta a metterlo in scenasono gli alunni del Liceo Socio-Psico-Pedagogico "Dante Alighieri", con uno spet-tacolo presentato al Palazzetto dello Sport il23 e 24 maggio, patrocinato dal Comune diEnna e dalla Provincia Regionale di Enna.

    La manifestazione conclude, comed'abitudine, il Corso per Animatori nei vil-laggi turistici che la scuola svolge da sei annicon successo, in collaborazione conl'Agenzia di animazione e spettacolo"Samarcanda".

    Dopo Greese, il primo fortunatospettacolo, e poi Peter Pan, Gli sposi pro-messi, La Bella e la Bestia, Aladin - questoCats è stato particolarmente apprezzato dalpubblico per il brio e l'allegria che la saputocomunicare, la vivacità delle azioni sceniche,le capacità messe in luce dai giovanissimiprotagonisti. Nonostante le difficoltà diun'impresa che poteva apparire ambiziosa,lo spettacolo è riuscito grazie all'abile ridu-zione e regia di Dado Frustaci, all'indovinatacoreografia di Milena Giammattei (ambeduedell'Agenzia Samarcanda) e all'impegnogeneroso dei quaranta studenti che hanno

    saputo mettere egregia-mente in pratica le tecnichedi animazione apprese -dalla creazione di scenogra-fie con mezzi poveri altrucco, dal canto alla recita-zione e alla danza.

    La storia dei"Jellicle Cats" che si riuni-scono in una notte dimezza estate, sotto la lunapiena, per aspettare il pre-scelto che entrerà a farparte del gruppo, si snodaattraverso una serie diaccattivanti fisionomie feli-ne, fino alla integrazione diGrizabella, vecchia gatta untempo espulsa, e alle note della stupenda"Memories" cantata appassionatamente datutti i ragazzi.

    Ma al di là dell'ottimo risultato, lospettacolo vale come esperienza di "comu-nità al lavoro", a coronamento di un anno diattività. Il Corso biennale per Animatori neivillaggi turistici, offerto dal Liceo Socio-Psico-Pedagogico "Dante Alighieri" si conso-lida, nella sua duplice valenza di favorirel'espressione di sé e la socializzazione da unlato e creare opportunità di esperienzelavorative, dall'altro.

    "Anche quest'anno, dodici ragazzistanno per partire per la stagione lavorativain vari villaggi turistici italiani - ci dice laresponsabile del progetto, prof. FlaviaScrimali - Un'esperienza positiva per tutti,che porterà alcuni, come già successo, adessere stabilmente assorbiti, altri a metterea frutto le abilità apprese in iniziative diver-se di servizio alla collettività, come il "PuntoSole" che ha fino all'anno scorso creato aEnna un valido riferimento per l'animazioneestiva per bambini".

    Cinzia Farina

    Il gruppo di animazione

  • Tra le bluesband più affermate in Sicilia e inItalia, entra di diritto la Gai Bennici & BlueRoosters. Abbiamo intervistato questo trio ilcui esponente evidente è Gai Bennici(voce&chitarra), Alberto Parla (basso),Angelo Spataro (batteria). Riconosciutodalla stampa specializzata come uno deimigliori chitarristi blues d'Italia, Gai Benniciin attività dalla fine degli anni '80, vanta oggiun curriculum di prim'ordine, ha infatti divi-so il palco con alcune tra le più grandi stelledel blues mondiale: Sherman Robertson,Chico Banks, The Holmes Brothers, RoyRoberts, Churly Musselwithe, Eddie Floyd ela leggendaria Blues Brothers Band.

    Il bluesman siciliano ha firmato nel-l'estate del 2003 un contratto discograficocon la 'Crotalo International' prestigiosa eti-chetta discografica, per la realizzazione diuna raccolta che rappresenti il meglio delblues in Italia.

    Il cd oggetto della nostra recensione è "Fell youso" contenente 9 brani tra cui 3 brani di pro-duzione 100% Gai Bennici, le altre sono dellecover ben riarrangiate di W.Dixon, C.Burnett,E.James ed altri grandi autori. L'intro "TexasDust" apre il cd, e subito si nota la grandecapacità chitarristica di Bennici. Velocità, lim-pidezza, e pulizia del suono sono gli ottimiingredienti di Gai Bennici, che accompagnatoda una perfetta linea di basso (Alberto Parla) ebatteria (Angelo Spataro), si sprigiona in deiBlues unici. La traccia n.4 "The sky is Cryng" èun bel blues da whisky, donna (preferibilmentebella), e sigaro; beffe a parte dimostra come

    anche i blues lenti possano emet-tere delle vibrazioni molto forti;voce calda in perfetta sintonia conle grandi voci del blues; grande iltocco di Bennici e grande il gruppoche lo accompagna. In conclusionequesto trio è grandioso e vale lapena almeno una volta (facciamo10 volte), nella vita vederlo dalvivo.

    - Quando si è formata laband?Gai: Ci siamo formati nel 1989, e da quelperiodo siamo andati in giro per la Sicilia, enon solo, a portare la nostra musica.- Il tuo vero nome è Gaetano Bennici,come mai questo nome d'arte?Gai: Non è stata una mia scelta! Ha iniziatomia mamma a chiamarmi Gai, e così mi èrimasto.- A parte la tua passione per il blues daispazio ad altri generi?Gai: Mi interesso solo del Blues, ed hoimpostato la mia vita in funzione del Blues.- Quali sono i chitarristi che ti hannomaggiormente influenzato?Gai: Eric Clapton, Steve Rai Vaughan sonoquelli che mi hanno rovinato la vita! Nelsenso buono ovviamente. E poi i grandi delblues come Otis Rush, Albert King, FreddyKing, BB King, Magic Sam e molti altri.- Quali sono le bluesband siciliane cheapprezzi di più?Gai: Ci sono delle valide realtà in Sicilia.Posso citare: Umberto Porcaro, gli Adel's

    puro malto, e poi ci sono molte altre valideband.- Cosa pensi della scena blues italiana?Gai: E' sicuramente molto ricca. Abbiamodei grandi chitarristi come Roberto Ciotti eRudi Rotta, che sono stati un po' i papà ditutti quelli che suonano il blues in Italia. Iosono molto legato a Rudi Rotta.- Perché il blues tra i giovani non èmolto diffuso?Gai: Sicuramente dei media che propongo-no solo altri generi musicali.- Raccontateci un aneddoto?Alberto: Al ritorno di un concerto a Ragusa,ci fermiamo per prendere qualche aranciadagli alberi, rimessi in strada ci ferma unapattuglia che ci chiede cosa abbiamo nelportabagagli, e aperto quest'ultimo, cadonotutte queste arance che si trovavano inmezzo agli strumenti. Gai imbarazzato glidice "Io faccio il musicista di professione!".Poi hanno capito e ci hanno lasciato; tutto siè concluso con una risata!

    William Vetri

    - 17 -

    Internet è spesso allaribalta per gli illeciti compiutiattraverso di essa soprattuttoper le straordinarie possibilitàche mette a disposizione degliutenti. Di certo Internet haaperto nuove strade al crimine,e questa nuova criminalitàinformatica non colpisce sol-tanto le grandi società o i per-sonaggi famosi, ma può toccareda vicino anche la gente comu-ne.

    Queste aggressionicolpiscono sempre più spessol'individuo: l'onore, la reputa-zione, la riservatezza il dirittoall'immagine e all'identità per-sonale. Molti navigatori hannosviluppato l'ingiustificata con-vinzione che su Internet nonsiano applicabili le consuetenormative di legge, contando

    magari sull'idea che non siapossibile risalire all'autore diquesta o quella violazione.

    Quella che può appari-re come un "simpatico" scherzoo una licenza poco poetica, puòcomportare conseguenzeanche penali. Il codice penale all'art 595 cispiega che perché possa essererealizzato il delitto di diffama-zione occorrono tre requisiti:1. Assenza dell'offeso;2. L'offesa dell'altrui reputazio-ne;3. La comunicazione a più per-sone.

    Senza addentrarsi incomplesse spiegazioni, sonofondamentalmente due lemodalità di realizzazione delladiffamazione via Internet: laposta elettronica, e la pubblica-

    zione di un messaggio su unsito web o attraverso la pubbli-cazione dello stesso presso unnewsgroup o un forum.

    Come difendersi. Lavittima del reato dovrà pronta-mente avvertire la poliziapostale o i carabinieri per tute-larsi penalmente, mentre insede civile si potrà agire con

    atto di citazione per ottenere ilrisarcimento del danno.

    Ogni messaggio diposta elettronica contiene unHeader (una porzione di testoche non compare) che contie-ne tutto ciò che è necessarioper ricostruirne il percorso e laprovenienza. Uomo avvisato…

    Paolo Balsamo

  • Tra le bluesband più affermate in Sicilia e inItalia, entra di diritto la Gai Bennici & BlueRoosters. Abbiamo intervistato questo trio ilcui esponente evidente è Gai Bennici(voce&chitarra), Alberto Parla (basso),Angelo Spataro (batteria). Riconosciutodalla stampa specializzata come uno deimigliori chitarristi blues d'Italia, Gai Benniciin attività dalla fine degli anni '80, vanta oggiun curriculum di prim'ordine, ha infatti divi-so il palco con alcune tra le più grandi stelledel blues mondiale: Sherman Robertson,Chico Banks, The Holmes Brothers, RoyRoberts, Churly Musselwithe, Eddie Floyd ela leggendaria Blues Brothers Band.

    Il bluesman siciliano ha firmato nel-l'estate del 2003 un contratto discograficocon la 'Crotalo International' prestigiosa eti-chetta discografica, per la realizzazione diuna raccolta che rappresenti il meglio delblues in Italia.

    Il cd oggetto della nostra recensione è "Fell youso" contenente 9 brani tra cui 3 brani di pro-duzione 100% Gai Bennici, le altre sono dellecover ben riarrangiate di W.Dixon, C.Burnett,E.James ed altri grandi autori. L'intro "TexasDust" apre il cd, e subito si nota la grandecapacità chitarristica di Bennici. Velocità, lim-pidezza, e pulizia del suono sono gli ottimiingredienti di Gai Bennici, che accompagnatoda una perfetta linea di basso (Alberto Parla) ebatteria (Angelo Spataro), si sprigiona in deiBlues unici. La traccia n.4 "The sky is Cryng" èun bel blues da whisky, donna (preferibilmentebella), e sigaro; beffe a parte dimostra come

    anche i blues lenti possano emet-tere delle vibrazioni molto forti;voce calda in perfetta sintonia conle grandi voci del blues; grande iltocco di Bennici e grande il gruppoche lo accompagna. In conclusionequesto trio è grandioso e vale lapena almeno una volta (facciamo10 volte), nella vita vederlo dalvivo.

    - Quando si è formata laband?Gai: Ci siamo formati nel 1989, e da quelperiodo siamo andati in giro per la Sicilia, enon solo, a portare la nostra musica.- Il tuo vero nome è Gaetano Bennici,come mai questo nome d'arte?Gai: Non è stata una mia scelta! Ha iniziatomia mamma a chiamarmi Gai, e così mi èrimasto.- A parte la tua passione per il blues daispazio ad altri generi?Gai: Mi interesso solo del Blues, ed hoimpostato la mia vita in funzione del Blues.- Quali sono i chitarristi che ti hannomaggiormente influenzato?Gai: Eric Clapton, Steve Rai Vaughan sonoquelli che mi hanno rovinato la vita! Nelsenso buono ovviamente. E poi i grandi delblues come Otis Rush, Albert King, FreddyKing, BB King, Magic Sam e molti altri.- Quali sono le bluesband siciliane cheapprezzi di più?Gai: Ci sono delle valide realtà in Sicilia.Posso citare: Umberto Porcaro, gli Adel's

    puro malto, e poi ci sono molte altre valideband.- Cosa pensi della scena blues italiana?Gai: E' sicuramente molto ricca. Abbiamodei grandi chitarristi come Roberto Ciotti eRudi Rotta, che sono stati un po' i papà ditutti quelli che suonano il blues in Italia. Iosono molto legato a Rudi Rotta.- Perché il blues tra i giovani non èmolto diffuso?Gai: Sicuramente dei media che propongo-no solo altri generi musicali.- Raccontateci un aneddoto?Alberto: Al ritorno di un concerto a Ragusa,ci fermiamo per prendere qualche aranciadagli alberi, rimessi in strada ci ferma unapattuglia che ci chiede cosa abbiamo nelportabagagli, e aperto quest'ultimo, cadonotutte queste arance che si trovavano inmezzo agli strumenti. Gai imbarazzato glidice "Io faccio il musicista di professione!".Poi hanno capito e ci hanno lasciato; tutto siè concluso con una risata!

    William Vetri

    - 17 -

    Internet è spesso allaribalta per gli illeciti compiutiattraverso di essa soprattuttoper le straordinarie possibilitàche mette a disposizione degliutenti. Di certo Internet haaperto nuove strade al crimine,e questa nuova criminalitàinformatica non colpisce sol-tanto le grandi società o i per-sonaggi famosi, ma può toccareda vicino anche la gente comu-ne.

    Queste aggressionicolpiscono sempre più spessol'individuo: l'onore, la reputa-zione, la riservatezza il dirittoall'immagine e all'identità per-sonale. Molti navigatori hannosviluppato l'ingiustificata con-vinzione che su Internet nonsiano applicabili le consuetenormative di legge, contando

    magari sull'idea che non siapossibile risalire all'autore diquesta o quella violazione.

    Quella che può appari-re come un "simpatico" scherzoo una licenza poco poetica, puòcomportare conseguenzeanche penali. Il codice penale all'art 595 cispiega che perché possa essererealizzato il delitto di diffama-zione occorrono tre requisiti:1. Assenza dell'offeso;2. L'offesa dell'altrui reputazio-ne;3. La comunicazione a più per-sone.

    Senza addentrarsi incomplesse spiegazioni, sonofondamentalmente due lemodalità di realizzazione delladiffamazione via Internet: laposta elettronica, e la pubblica-

    zione di un messaggio su unsito web o attraverso la pubbli-cazione dello stesso presso unnewsgroup o un forum.

    Come difendersi. Lavittima del reato dovrà pronta-mente avvertire la poliziapostale o i carabinieri per tute-larsi penalmente, mentre insede civile si potrà agire con

    atto di citazione per ottenere ilrisarcimento del danno.

    Ogni messaggio diposta elettronica contiene unHeader (una porzione di testoche non compare) che contie-ne tutto ciò che è necessarioper ricostruirne il percorso e laprovenienza. Uomo avvisato…

    Paolo Balsamo

  • - 19 -

    Dura da due anni la diasporadei ragazzi della scuola media e deibambini dell'asilo della frazione diVillapriolo. In attesa della riparazione edell'adeguamento dell'edificio scolasti-co, chiuso ormai da moltissimo tempoperché pericolante per gravi danni allefondazioni, iragazzi dellemedie sono ospi-tati in alcunestanze del primopiano dellaD e l e g a z i o n emunicipale, men-tre i bambini del-l'asilo in una stan-za, adibita a pale-stra, della scuolaelementare.

    A causadi tale situazione,si fa sentire laprotesta dellemamme degli alunni che scaturisce dalfatto che, sia i ragazzi che i bambini, sitrovano disagiati e fanno lezioni instanze non certamente adeguate ecostruite per essere utilizzate comeaule scolastiche. Infatti mancano irequisiti e le misure minime ed essen-ziali previste dalle norme per l'ediliziascolastica. Alcuni genitori hannomesso in risalto la necessità di interve-nire al più presto per tutelare la sicu-rezza, per garantire il diritto allo studioin modo pieno e reale e di usufruire diservizi essenziali quali palestre, aulemultimediali, uscite di sicurezza.

    Le lamentele sono tante e laconsapevolezza che hanno gli abitanti

    di Villapriolo, più che non i managerdella scuola o i responsabili politici del-l'istruzione, dimostra che la qualità del-l'ambiente scolastico, non riguardasolo la sicurezza ma anche il diritto allostudio a garanzia di successo formativoper tutti, senza discriminazioni sociali.

    Poiché la sicurezza e la salu-te dei ragazzi e dei bambini, che tra-scorrono nella scuola la gran partedelle loro giornate, è la cosa piùimportante, e poiché è lo stesso dirit-to allo studio che a Villapriolo è messoin pericolo, le risorse vanno reperite alpiù presto anche additando al Comunedi Villarosa, alla Provincia Regionale diEnna e alla Regione, la priorità su cuiconvogliare i finanziamenti di lorocompetenza. Priorità che non possonocerto essere né il finanziamento allescuole private, né il buono-scuola asostegno della libertà di scelta dellefamiglie più abbienti.

    Pietro Lisacchi

    Presentate le liste dei candidati a sindaco e per il rin-novo del consiglio comunale. Candidati alla poltrona di sinda-co della città sono: l'on. Carmelo Tumino della Margherita(candidato del centrosinistra) sostenuto dalla Margherita; Ds;Italia dei Valori-Lista Di Pietro (con Rifondazione Comunistae Partito Comunista); Per Piazza Armerina; Udeur e Sdi.

    Confermata la candidatura del farmacista MaurizioPrestifilippo della lista Piazza Armerina con Sgarbi sostenutoda Forza Italia, Alleanza Nazionale, Liberi per PiazzaArmerina. In lizza anche l'ex sindaco Ignazio Furnari dell'Udcsostenuto dalla Nuova Sicilia e Democrazia Cristiana e l'on.Fulvio Sottosanti con la lista civica Vis Civis.

    Saranno, quindi 4 candidati che si cimenteranno il12 e 13 giungno per l'elezione a sindaco della città di PiazzaArmerina e ben 264 candidati alla carica di consigliere comu-nale (ne saranno eletti solo 20) distribuiti nelle varie forma-zioni politiche.I candidati sindaci hanno presentato la lista dei possibili asses-sori (almeno quattro della loro coalizione). Ed ecco i possibi-li assessori divisi per coalizione: il candidato Carmelo Tuminoha scelto (quattro assessori) Aldo Murella (Italia dei Valori elista Di Pietro), Giuseppe Russo (Sdi), Ranieri Ferrara (Ds) eGiuseppe Lo Iacono (tecnico agrigentino). Maurizio Prestifilippo ha scelto (cinque assessori) VittorioSgarbi (Piazza Armerina con Sgarbi), Fabrizio Tudisco,Giuseppe Mattia (Forza Italia), Massimo Di Seri (Liberi perPiazza Armerina), Patrizia Ferraro (An). L'ex sindaco Ignazio Furnari, ha scelto (quattro assessori):Giuseppe Aloi, Carmelo Randazzo, Ettore Messina,Domenico Politi. E infine la lista civica dell'on. FulvioSottosanti Vis Civis ha scelto (unica lista) i 7 candidati adassessore con le relative deleghe: Speciale Michele (Sport -turismo - spettacolo - cultura e sviluppo economico),Antonino Cavaliere (Sanità e Affari Generali), Maria Satariano(Lavori pubblici, Urbanistica, Pubblica Istruzione ePersonale), Carmelo Rizzo (Solidarietà Sociale, Trasparenza ePubbliche relazioni), Walter Campagna (Vigilanza Urbana,Cimiteri, Informatica), Stefano Di Dio (Agricoltura, Foreste,Giardini Pubblici), Calogero Amato (Bilancio, Finanze ePatrimonio).

    Iside Castagnola

    L'anno scolastico è agli sgoccioli.Con esso giungono al capolinea anche i diver-si progetti che caratterizzano e differenziano idiversi istituti.

    Particolarmente variegata, nell'annoin corso è stata l'offerta formativa del LiceoPedagogico e Scientifico di Barrafranca, tra cuiun corso di aerobica, un laboratorio fotografi-co, un laboratorio artistico e persino un corsodi nuoto. Da segnalare un laboratorio teatra-le, che si sta occupando della messa in scenadi una pièce di Luciano Violante, attività cheben s'inquadra in quella "educazione alla lega-lità" promossa non solo dal Ministero, maanche dalla Prefettura della nostra provincia.Gli insegnanti del Liceo Pedagogico Sociale,infatti, si sono posti un interessante interroga-tivo: "che fine fanno i nostri ragazzi dopo ildiploma? Quanti di lavoro trovano occupazio-ne? Di che tipo? Dopo quanto tempo?"

    Per rispondere a questi quesiti, nel-l'anno scolastico 2002-03 è nato il progetto"Indagine sugli sbocchi occupazionali nel terri-torio di Barrafranca e Pietraperzia", curato dai

    docenti Giuseppa Marotta e CarmeloOrofino, in collaborazione con l'Istat, sederegionale di Palermo.

    Il 6 maggio scorso, presso l'AulaMagna dell'Istituto sono stati presentati i datidi lunghe ed accurate ricerche. La giornata distudio si è aperta con una tavola rotonda, sultema: "Percorsi formativi e scenari occupa-zionali dei giovani". I lavori sono stati coordi-nati da Giuseppe Rizzuto (giornalista Rai3).

    La questione non è da poco, consi-derando che viviamo in una zona ad altissimotasso di disoccupazione (l'indicatore di occu-pazione calcolato sulla popolazione attiva siattesta al 42.2% contro il 56.4% nazionale).Il progetto di indagine statistica sviluppato dairagazzi del Liceo Pedagogico, ha avuto ilmerito di aver raccolto dei dati che mancava-no; lo studio ha analizzato una realtà moltopiccola, ma fortemente interessante dalpunto di vista del dato statistico. La relazionefinale del progetto è stata presentata dalleallieve Silvia Faraci e Adriana Collura delLiceo Pedagogico, che hanno illustrato i dati.

    La presentazione ha costituito l'avvio delladiscussione e delle analisi degli esperti.

    Studenti e docenti hanno potutocontare fin dall'inizio delle rilevazioni, com-piute su un campionamento a tappeto, sullacollaborazione dell'ufficio regionale dell'Istatdella Sicilia, che tramite la dott.ssa LoredanaCatalano e Salvatore Vassallo hanno fornitoun supporto tecnico al lavoro dei docenti. Illavoro si è concluso con la pubblicazione diun volume a cura dell'Istat e della scuola.

    Cosa può fare la scuola per venireincontro a queste esigenze? Innanzitutto,bisogna eliminare ogni chiusura nei confrontidel mondo esterno, per aprirsi al territorio ea enti di formazione esterni con cui collabora-re. Insomma, la scuola non può più vivere nelsuo "splendido isolamento", ma deve con-frontarsi sempre più con il contesto socio-economico in cui vive. E' necessario, quindi,studiare strategie che rendano possibile l'incon-tro fra la domanda e l'offerta, nel mercato dellavoro.

    Iriza Alma Orofino

    La scuola di Villapriolo

    - 20 -

    Si firmava Gianni da Leon, peralcuni era un pò “strano”, ma era un vulca-no di idee, notissimo per la sua genialità eper la capacità di organizzare manifestazio-ni che avevano come obiettivo la promozio-ne turistica, l’esaltazione della sicilianità e lascoperta delle bellezze della nostra terra. Ilsuo paese nativo gli stava stretto, trovò piùspazio in quel di Messina dove fu promoto-re e ideatore,fra l’altro, del Premio “Tindari “.

    Fu proprio in quest’ ambito che ilcompianto Gianni Di Salvo nel 1989 propo-se ai Comuni di Leonforte e di Raccuja ilgemellaggio tra le due cittadine quale pre-supposto di una seria e corretta politicaturistica.

    Ma cosa hanno in comuneLeonforte e Raccuja per essere gemellate?Innanzitutto sono stati feudi della stessanobile famiglia infatti sono appartenute aNicolò Placido Branciforti, 5° Conte diRaccuja e 1° Principe di Leonforte,e poi trai due centri in passato furono stretti intensirapporti economici e commerciali. Dal1610 fino al 1727, da Leonforte, nella tarda

    estate di ogni anno partivano lunghe file dimuli e di asini carichi di sacchi di frumento eceste colme di formaggi e andavano verso iNebrodi seguendo le trazzere regie.Sullestesse strade mandrie di bovini e di oviniraggiungevano a tappe la contea di Raccuja.Nel contempo partite di seta giungevano aLeonforte insieme a maestranze raccujesiper avviare i leonfortesi alla coltivazione delbaco e alla produzione della seta.

    L’idea di Gianni Di Salvo piacque atanti: alle Amministrazioni comunali diLeonforte e di Raccuja che diedero il loropatrocinio, agli storici dei due paesi cheebbero il modo di ricercare le comuni radi-ci, ai soliti “noti” che si costituirono in comi-tato e presero parte anche ai varie feste cheper l’occasione furono organizzate.

    Il gemellaggio venne celebratoadeguatamente dal poeta leonfortese NelloSciuto: “… Li cittadini gridanu alleluja,/ s’af-frataru Leonforti cu Raccuja,/di du paisa,carispettu all’atri/sunu figghi di lu stissupatri/.Havi ca si canuscinu ‘na vita,/si cangia-vinu lu frumentu cu la sita./Lu patri fuNicolò Branciforti,/Conti di Raccuja,Principi

    di Leonforti…”Ma avviate le procedure, il gemel-

    laggio non si è concluso e non ha avutoseguito: si sono solo sperperati soldi pubbli-ci per incontri, conferenze, cene di rappre-sentanza, pubblicità sui giornali. Cadutal’Amministrazione Ilardo-Pontorno, diRaccuja nessuno ne ha sentito più parlare:quel gemellaggio forse non avrebbe risoltograndi problemi, ma quando si intraprendeun progetto è giusto portarlo a termine perrispetto di chi ci ha creduto, di chi ci halavorato e di chi ci ha investito soldi etempo.

    Di sicuro Leonforte ha persoun’occasione unica per inserirsi in un circui-to turistico e migliorare le sue condizionieconomiche ed elevare il suo livello socialee culturale. Sarebbe il caso di riallacciare ifili del discorso del gemellaggio con Raccuja,magari con meno “pompa” e più concre-tezza. Questo servirebbe anche ad onorarela memoria del nostro concittadino GianniDi Salvo, che tanto si adoperò per realiz-zarlo.

    Enzo Barbera

    BENVENUTI ACALASCIBETTA, recitail cartello posto a pochecentinaia di metri dall'in-gresso alla cittadinaxibetana. A dare il ben-venuto ai turisti, ai pas-santi, ai cittadini e achiunque, per un motivoo per un altro, si trovi apercorrere la strada sta-tale che porta a questoantichissimo paese, è unvecchio abbeveratoio,ormai in disuso. Tanto indisuso, che nessuno si èmai accorto che è ormaidiventato preda del-l'usura del tempo!

    Di vecchia data, questo anticoreperto, serviva un tempo per dare dabere agli animali che si trovavano a tran-sitare lungo quella strada, ai i contadini,che potevano così dissetarsi, che anda-vano a lavorare nei campi e a tutti colo-ro i quali avessero bisogno di acqua.L'utilizzo dell'acqua corrente nellenostre abitazioni e la scomparsa dell'im-piego di molti animali, come mezzi ditrasporto o nel lavoro dei campi, haoffuscato del tutto la funzione di questoabbeveratoio.

    E, infatti, non ricoprendo quelloche un tempo era un ruolo di primariaimportanza, è in perfetto stato di abban-dono per via delle erbacce che impedi-

    scono l'accesso allo spiazzale dove è col-locato, e che lo circondano. Ridaresplendore ad un monumento dell'anticaciviltà contadina xibetana, come questoabbeveratoio, significherebbe ridare vitaa quello che potrebbe essere un ottimobiglietto da visita per il paese, agli occhidi chiunque si trovi a passare per quellastrada.

    Non resta che chiedersi comemai l'amministrazione comunale xibeta-na non intervenga nelle opere di ristrut-turazione che rappresentano la memoriadella sua civiltà! Intanto il monumentaleabbeveratoio, posto all'ingresso delpaese, sta sempre lì, ad aspettare chequalcuno, prima o poi, si occupi anche dilui.

    Pietro Lisacchi

    Ha riscosso grande successo il IVconcorso musicale regionale "Città diCalascibetta", svolto lo scorso Martedì 18Maggio nella cittadina xibetana. La manife-stazione, che ha avuto come sede centrale lachiesa di Maria SS. del Carmelo, si è divisalungo tutta la giornata, consentendo a tuttele scuole partecipanti al concorso, oltre chedi esibirsi con i propri canti, anche di visitarei monumenti e le architetture locali piùcaratteristiche.

    Una manifestazione musicale che,quindi, ha dato sfogo anche al turismo, vistoche le scuole che hanno aderito all'iniziativasono arrivate da tutta la Sicilia (Milazzo,Messina, Bagheria, Vittoria, Caltanisseta,Gela, Catania, Taormina, Polizzi Generosa,San Cataldo, Barcellona) oltre che dalla stes-sa provincia di Enna, per un totale di circa1000 studenti.

    Le scuole sono state divise in quat-tro sezioni e alla fine della giornata sonostate premiate dalla giuria con attestati dimerito ed alcuni strumenti musicali.Importante riconoscimento per il Liceo clas-sico di Enna "N.Colayanni", a cui è statoattribuito il premio speciale per il migliorearrangiamento musicale, mentre è andatoall'Istituto tecnico commerciale "A. M. Jaci" diMessina il premio per la migliore presenzascenografica.

    Una manifestazione che, comunque,al di là dei vincitori ha avuto come scopoquello di valorizzare l'arte musicale e perquesto di estrema importanza.

    Giovanni Albanese

    Lo stato di abbandono dell’abbeveratoio

  • - 19 -

    Dura da due anni la diasporadei ragazzi della scuola media e deibambini dell'asilo della frazione diVillapriolo. In attesa della riparazione edell'adeguamento dell'edificio scolasti-co, chiuso ormai da moltissimo tempoperché pericolante per gravi danni allefondazioni, iragazzi dellemedie sono ospi-tati in alcunestanze del primopiano dellaD e l e g a z i o n emunicipale, men-tre i bambini del-l'asilo in una stan-za, adibita a pale-stra, della scuolaelementare.

    A causadi tale situazione,si fa sentire laprotesta dellemamme degli alunni che scaturisce dalfatto che, sia i ragazzi che i bambini, sitrovano disagiati e fanno lezioni instanze non certamente adeguate ecostruite per essere utilizzate comeaule scolastiche. Infatti mancano irequisiti e le misure minime ed essen-ziali previste dalle norme per l'ediliziascolastica. Alcuni genitori hannomesso in risalto la necessità di interve-nire al più presto per tutelare la sicu-rezza, per garantire il diritto allo studioin modo pieno e reale e di usufruire diservizi essenziali quali palestre, aulemultimediali, uscite di sicurezza.

    Le lamentele sono tante e laconsapevolezza che hanno gli abitanti

    di Villapriolo, più che non i managerdella scuola o i responsabili politici del-l'istruzione, dimostra che la qualità del-l'ambiente scolastico, non riguardasolo la sicurezza ma anche il diritto allostudio a garanzia di successo formativoper tutti, senza discriminazioni sociali.

    Poiché la sicurezza e la salu-te dei ragazzi e dei bambini, che tra-scorrono nella scuola la gran partedelle loro giornate, è la cosa piùimportante, e poiché è lo stesso dirit-to allo studio che a Villapriolo è messoin pericolo, le risorse vanno reperite alpiù presto anche additando al Comunedi Villarosa, alla Provincia Regionale diEnna e alla Regione, la priorità su cuiconvogliare i finanziamenti di lorocompetenza. Priorità che non possonocerto essere né il finanziamento allescuole private, né il buono-scuola asostegno della libertà di scelta dellefamiglie più abbienti.

    Pietro Lisacchi

    Presentate le liste dei candidati a sindaco e per il rin-novo del consiglio comunale. Candidati alla poltrona di sinda-co della città sono: l'on. Carmelo Tumino della Margherita(candidato del centrosinistra) sostenuto dalla Margherita; Ds;Italia dei Valori-Lista Di Pietro (con Rifondazione Comunistae Partito Comunista); Per Piazza Armerina; Udeur e Sdi.

    Confermata la candidatura del farmacista MaurizioPrestifilippo della lista Piazza Armerina con Sgarbi sostenutoda Forza Italia, Alleanza Nazionale, Liberi per PiazzaArmerina. In lizza anche l'ex sindaco Ignazio Furnari dell'Udcsostenuto dalla Nuova Sicilia e Democrazia Cristiana e l'on.Fulvio Sottosanti con la lista civica Vis Civis.

    Saranno, quindi 4 candidati che si cimenteranno il12 e 13 giungno per l'elezione a sindaco della città di PiazzaArmerina e ben 264 candidati alla carica di consigliere comu-nale (ne saranno eletti solo 20) distribuiti nelle varie forma-zioni politiche.I candidati sindaci hanno presentato la lista dei possibili asses-sori (almeno quattro della loro coalizione). Ed ecco i possibi-li assessori divisi per coalizione: il candidato Carmelo Tuminoha scelto (quattro assessori) Aldo Murella (Italia dei Valori elista Di Pietro), Giuseppe Russo (Sdi), Ranieri Ferrara (Ds) eGiuseppe Lo Iacono (tecnico agrigentino). Maurizio Prestifilippo ha scelto (cinque assessori) VittorioSgarbi (Piazza Armerina con Sgarbi), Fabrizio Tudisco,Giuseppe Mattia (Forza Italia), Massimo Di Seri (Liberi perPiazza Armerina), Patrizia Ferraro (An). L'ex sindaco Ignazio Furnari, ha scelto (quattro assessori):Giuseppe Aloi, Carmelo Randazzo, Ettore Messina,Domenico Politi. E infine la lista civica dell'on. FulvioSottosanti Vis Civis ha scelto (unica lista) i 7 candidati adassessore con le relative deleghe: Speciale Michele (Sport -turismo - spettacolo - cultura e sviluppo economico),Antonino Cavaliere (Sanità e Affari Generali), Maria Satariano(Lavori pubblici, Urbanistica, Pubblica Istruzione ePersonale), Carmelo Rizzo (Solidarietà Sociale, Trasparenza ePubbliche relazioni), Walter Campagna (Vigilanza Urbana,Cimiteri, Informatica), Stefano Di Dio (Agricoltura, Foreste,Giardini Pubblici), Calogero Amato (Bilancio, Finanze ePatrimonio).

    Iside Castagnola

    L'anno scolastico è agli sgoccioli.Con esso giungono al capolinea anche i diver-si progetti che caratterizzano e differenziano idiversi istituti.

    Particolarmente variegata, nell'annoin corso è stata l'offerta formativa del LiceoPedagogico e Scientifico di Barrafranca, tra cuiun corso di aerobica, un laboratorio fotografi-co, un laboratorio artistico e persino un corsodi nuoto. Da segnalare un laboratorio teatra-le, che si sta occupando della messa in scenadi una pièce di Luciano Violante, attività cheben s'inquadra in quella "educazione alla lega-lità" promossa non solo dal Ministero, maanche dalla Prefettura della nostra provincia.Gli insegnanti del Liceo Pedagogico Sociale,infatti, si sono posti un interessante interroga-tivo: "che fine fanno i nostri ragazzi dopo ildiploma? Quanti di lavoro trovano occupazio-ne? Di che tipo? Dopo quanto tempo?"

    Per rispondere a questi quesiti, nel-l'anno scolastico 2002-03 è nato il progetto"Indagine sugli sbocchi occupazionali nel terri-torio di Barrafranca e Pietraperzia", curato dai

    docenti Giuseppa Marotta e CarmeloOrofino, in collaborazione con l'Istat, sederegionale di Palermo.

    Il 6 maggio scorso, presso l'AulaMagna dell'Istituto sono stati presentati i datidi lunghe ed accurate ricerche. La giornata distudio si è aperta con una tavola rotonda, sultema: "Percorsi formativi e scenari occupa-zionali dei giovani". I lavori sono stati coordi-nati da Giuseppe Rizzuto (giornalista Rai3).

    La questione non è da poco, consi-derando che viviamo in una zona ad altissimotasso di disoccupazione (l'indicatore di occu-pazione calcolato sulla popolazione attiva siattesta al 42.2% contro il 56.4% nazionale).I