1)Presentazione Opuscolo v. Tornatora Rev
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Presentazione
L’opuscolo scritto da mio Padre, Vincenzo Tornatora (Scido
23/01/1888 – Polistena 23/12/1955), intitolato “Chi siamo e che cosa
vogliamo” che vide la luce subito dopo la caduta del fascismo, 25 luglio
1943,fu letto in piazza Bara, oggi piazza della Repubblica, in occasione
della festa del Primo Maggio 1944 alla presenza del poeta Pasquale
Creazzo ed è stato oggetto di diversi commenti e critiche; io, per essere il
più possibile obiettivo voglio soffermarmi su qualche aspetto di tali
apprezzamenti.
Qualche spiritoso mio amico, in chiave sarcastica, asseriva che
l’opuscoletto sarebbe stato tradotto in sette lingue per essere diffuso nel
mondo della globalizzazione. Io naturalmente, ribadivo che , come mio
stesso padre aveva premesso, il suo lavoro non aveva grandi pretese ed era
diretto a persone semplici, che “non avevano avuto il tempo di spolverare ibanchi della scuola”.
Ma, a parte tale commento, ritengo che lo stesso opuscoletto, pur
senza molte pretese, per la sua chiarezza, sintesi e natura degli argomenti
trattati abbia avuto un certo valore politico-culturale, nonché un rilevante
successo locale.
La conferma mi è stata offerta da un singolare episodio da me vissuto
alla fine degli anni ‘50 e che voglio qui rievocare.
Una magnifica sera di settembre, nella piazza principale
dell’abitato di Galatro, antistante il palazzo del municipio e la chiesa
Matrice, davanti alla quale domina la statua marmorea del più celebrepoeta in vernacolo della Calabria, Abate Giovanni Conia (Galatro
1752/Oppido Mamertina 1839). E’ qui che mi trovavo assieme alla prof.ssa
Sara Carrano, quando un simpatico giovane oratore su un improvvisato
podio, che aveva imparato a memoria tutto il lavoro di mio padre, lo ha
raccontato con grande enfasi riscuotendo un notevole successo. Alla fine
del “suo discorso”, mi sono congratulato con lo stesso oratore
esprimendogli tutte le più vive felicitazioni.
La cosa fu di buon auspicio per il viatico politico di quel giovane
volenteroso, che rispondeva al nome di Francesco Papa, insegnante
elementare da poco diplomato, che da lì a poco tempo iniziò la suabrillante carriera di sindaco del vicino paese di Feroleto della Chiesa,
protrattasi, molto proficuamente, per ben dieci consiliature consecutive.
Non mi dilungo ad illustrare i risultati ,che comunque sono
parecchi, delle amministrazioni presiedute dall’insegnante Papa, con il
quale col tempo siamo divenuti fraterni amici (1); ma, dai frequenti
contatti che ho avuto occasione di avere con i suoi amministrati, posso
testimoniare di aver constatato con piacere che egli è sempre stimato ed
apprezzato con riconoscenza dal suo popolo, segno sicuro che Egli ha
saputo incidere profondamente nel loro animo.
Recentemente Antonio Policriti, segretario della Camera delLavoro di Polistena per diversi anni, ha pubblicato nel libro “La vita è
bella” (Ediz. Arti Grafiche Varamo srl Polistena, Ottobre 2010), diversi
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brani dell’opuscoletto, definendo mio Padre uno studioso dello
“umanesimo marxsista”. Gratificando così nella migliore maniera l’opera
del mio genitore.
La formazione culturale di mio Padre si era costruita in lunghi
anni, oltre che con la lettura di svariati libri, riviste e giornali interessanti,
dall’esperienza dell’emigrazione: a soli 18 anni era già a New York dove
soggiornò per motivi di lavoro, per oltre cinque anni; ma, soprattutto,
dall’assidua frequentazione e dalle amicizie ivi contratte, del circolo “29
Ottobre” fondato, agli inizi del secolo scorso dal famoso prof.re
Francescoantonio Leuzzi in Delianuova. Il prof. Leuzzi, apprezzato
cattedratico della facoltà di medicina dell’università “Federico II” di
Napoli, fu un simbolo nazionale di coerenza politica, giacché, unitamente a
pochissimi professori universitari in tutta Italia, rifiutò l’adesione al
regime fascista; gesto che, come era prevedibile, all’epoca, gli costò molto
caro, con la perdita del posto di lavoro ed un primo allontanamento da
quell’Ateneo, seguito da un successivo rientro nella qualità di studente
della facoltà di farmacia e quindi con il conseguimento di una seconda
laurea in questa facoltà. (V. collana 3”calabresi illustri sconosciuti”
Raffaele Leuzzi-Nuova Ediz. Barbaro 2003 “Francescoantonio Leuzzi La
mente data alla scienza ed il cuore al suo Aspromonte”).
Tengo a sottolineare che l’impegno politico di mio Padre anche
durante il triste ventennio della dittatura fascista non è stato mai fiaccato,
come lo dimostra il fatto che nel 1923 il circolo da lui diretto in quel di
Scido, assieme ad un gruppo di antifascisti, intitolato “Risveglio” fu sciolto
dai fascisti perché, evidentemente, dava loro fastidio. (vedi opuscolo a curadi A. Germanò, curato dall’amministrazione comunale di Scido – ottobre
1979 – edito dalla litografia AZ – di Reggio Calabria, “Omaggio a
Michelangelo Papalia”, con la presentazione del sindaco pro tempore,
Fortunato Germanò).
Nel curare la diffusione nel sito internet “Scribd” dell’opuscolo in
parola ho ritenuto opportuno accompagnarla da un volantino vergato da mio
Padre durante la campagna elettorale delle amministrative di Polistena del
1946 dal titolo “Vile e falsa speculazione”, campagna conclusasi con la
vittoria delle forze di sinistra; nonché da una relazione sull’attività
dell’amministrazione comunale dal 1946 al 1952, in cui ricoprì la funzione di assessore anziano.
(1) Amicizia che si è ulteriormente rafforzata negli anni ‘90
allorchè siamo stati eletti entrambi, rispettivamente presidente lui e vice
presidente io, dell’assemblea dell’USLU n°25, che aveva la competenza del
settore della sanità nei 13 comuni dell’ex distretto di Polistena,
(popolazione: 50.860 abitanti; territorio: Kmq 301,59; bilancio annuale:
circa 4 miliardi di vecchie lire); nella cui conduzione c’è stata sempre, tra
noi, perfetta concordanza di vedute.
Polistena lì 29/06/2011
Pasqualino Tornatora
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