1°C Formaglini Eva Maria Teresa Lisi Mariasole · 2019-01-14 · protagonisti il Re Salomone e la...

21
1°C Formaglini Eva Maria Teresa Lisi Mariasole

Transcript of 1°C Formaglini Eva Maria Teresa Lisi Mariasole · 2019-01-14 · protagonisti il Re Salomone e la...

Page 1: 1°C Formaglini Eva Maria Teresa Lisi Mariasole · 2019-01-14 · protagonisti il Re Salomone e la Regina di Saba. La leggenda narra che re Salomone, innamoratosi perdutamente della

1°C

Formaglini Eva Maria Teresa

Lisi Mariasole

Page 2: 1°C Formaglini Eva Maria Teresa Lisi Mariasole · 2019-01-14 · protagonisti il Re Salomone e la Regina di Saba. La leggenda narra che re Salomone, innamoratosi perdutamente della

IL COUS COUS

Page 3: 1°C Formaglini Eva Maria Teresa Lisi Mariasole · 2019-01-14 · protagonisti il Re Salomone e la Regina di Saba. La leggenda narra che re Salomone, innamoratosi perdutamente della

Il cous cous è il piatto più popolare in Marocco e nel Nord Africa, ma diffuso in

tutto il mondo. La storia ha elaborato diverse opinioni circa le sue origini.

Alcuni ritengono che il cous cous, come la pasta, sia stato creato in Cina,

mentre altri sono sicuri della sua origine dall’Africa dell’est.

Tuttavia, l’evidenza più palese sembra indicare il Nord Africa.

Inoltre, proprio qui, delle scoperte archeologiche risalenti al non secolo,

avrebbe portato alla luce degli utensili da cucina per preparare il cous cous.

Le origini del cous cous risalgono ad una leggenda biblica che vede

protagonisti il Re Salomone e la Regina di Saba. La leggenda narra che re

Salomone, innamoratosi perdutamente della Regina di Saba, passasse le notti

insonni, smaniando e deperendo a vista d’occhio. Il medico di corte,

interpellato, gli preparò un sapiente impesto di semola di grano duro,

insaporito da alcune essenze vegetali.

Il re, ripreso vigore, poté finalmente regnare in pace.

Nacque così il cous cous, o almeno, così racconta la leggenda dove compaiono

due delle parole chiave che fanno di questo piatto qualcosa di più che un

semplice soggetto gastronomico: amore e pace.

Barbi Pietro

Page 4: 1°C Formaglini Eva Maria Teresa Lisi Mariasole · 2019-01-14 · protagonisti il Re Salomone e la Regina di Saba. La leggenda narra che re Salomone, innamoratosi perdutamente della

LA CARBONARA

Page 5: 1°C Formaglini Eva Maria Teresa Lisi Mariasole · 2019-01-14 · protagonisti il Re Salomone e la Regina di Saba. La leggenda narra che re Salomone, innamoratosi perdutamente della

Nelle miniere di carbone i minatori dovevano spesso rimanere anche più giorni nelle

viscere della terra pertanto non era possibile conservare prodotti freschi tranne

alcuni. Ad esempio pasta, uova, guanciale stagionato e pecorino. Secondo la storia è

da questi prodotti che nacque la ricetta degli spaghetti alla carbonara.

La probabile leggenda dice anche che i minatori, non avendo molta acqua a

disposizione, riciclassero quella della cottura della pasta.

L’utilizzare l’acqua del giorno prima la rendeva particolarmente collosa, dando al

piatto maggior cremosità e il leggero profumo di salvia copriva quel possibile odore

“freschino”, provocato dall’uovo. Si dice inoltre che i vistosi puntini neri provenissero

dal carbone finito nel piatto, successivamente sostituito dal pepe nero.

Una seconda leggenda narra che un ex carbonaio (spazzacamino) romano, si dedicò

successivamente alla ristorazione e inventò questo piatto in onore del suo vecchio

mestiere chiamandolo “carbonara”.

Carlà Matilde

Page 6: 1°C Formaglini Eva Maria Teresa Lisi Mariasole · 2019-01-14 · protagonisti il Re Salomone e la Regina di Saba. La leggenda narra che re Salomone, innamoratosi perdutamente della

LE CREPES SUZETTE

Page 7: 1°C Formaglini Eva Maria Teresa Lisi Mariasole · 2019-01-14 · protagonisti il Re Salomone e la Regina di Saba. La leggenda narra che re Salomone, innamoratosi perdutamente della

Quando si dice crepes si pensa subito alla Francia, ma in realtà la ricetta originale

della crepes Suzette, elegante dessert reso goloso da una delicata salsa

all’arancia e al “Grand Marmier”pare essere monegasca.

La storia della nascita di questo piatto vede protagonista il “cafè de Paris” di

Montecarlo alla fine dell’ottocento. Sembra che la ricetta sia nata dall’errore di

un giovane apprendista cuoco Henry Charpentier, incaricato di preparare il

dessert del principe del Galles. Il giovane versò del liquore per sbaglio nella

padella che si infiammò a contatto con il gas. La crepe così flambata venne

comunque servita al principe che la trovò talmente squisita da chiederne il bis. Il

nome Suzette venne dato in onore della figlia di un amico del principe.

Secondo un’altra leggenda l’inventore di questo piatto è il maitre Joseph del

ristorante Marivaux di Parigi che nel 1897 dedicò la ricetta ad un’attrice

dell’opera di nome Suzette.

In Francia, comunque le crepes sono considerate un simbolo di alleanza e di

amicizia; nei giorni della Candelora e del martedì grasso, n’è l’usanza di

esprimere un desiderio mentre si girano le crepes.

Fini Pietro

Page 8: 1°C Formaglini Eva Maria Teresa Lisi Mariasole · 2019-01-14 · protagonisti il Re Salomone e la Regina di Saba. La leggenda narra che re Salomone, innamoratosi perdutamente della

LE SFRAPPOLE

Page 9: 1°C Formaglini Eva Maria Teresa Lisi Mariasole · 2019-01-14 · protagonisti il Re Salomone e la Regina di Saba. La leggenda narra che re Salomone, innamoratosi perdutamente della

Se impastiamo farina, zucchero, uovo, tiriamo la sfoglia sottile, la riduciamo a

strisce, la friggiamo in olio, burro e strutto, serviamo tutto spolverizzato di

zucchero a velo, abbiamo ottenuto un tipico dolce di Carnevale.

Qui a Bologna le chiamiamo sfrappole, in Toscana cenci,in Piemonte e Liguria

bugie.

Esse hanno origini antichissime: si pensa infatti che in epoca romana si

preparassero i frictilia, dolcetti a basa di uova e farina e fritti nel grasso di maiale

per festeggiare i Saturnali.

Queste leccornie venivano servite alla folla che si recava in strada per festeggiare

e, poiché erano semplici da preparare, se ne potevano fare tante e a basso costo.

Una leggenda invece ritiene che le sfrappole, chiamate anche chiacchere, abbiano

origini napoletane.

Si narra che la regina Savoia, mentre chiacchierava con i suoi ospiti venne colpita

da un attacco di fame chiamò quindi il cuoco di corte per farsi preparare un dolce

per lei e per i suoi ospiti.

Egli, prendendo spunto dalla chiacchierata diede il nome di chiacchiera al dolce

appena fatto.

Formaglini Eva Maria Teresa

Page 10: 1°C Formaglini Eva Maria Teresa Lisi Mariasole · 2019-01-14 · protagonisti il Re Salomone e la Regina di Saba. La leggenda narra che re Salomone, innamoratosi perdutamente della

LA PIADINA

Page 11: 1°C Formaglini Eva Maria Teresa Lisi Mariasole · 2019-01-14 · protagonisti il Re Salomone e la Regina di Saba. La leggenda narra che re Salomone, innamoratosi perdutamente della

La piadina romagnola, chiamata in dialetto Piè o Pjida o Pièda ha origini antichissime.

Gli amanti della piadina la fanno risalire ad Enea e precisamente al momento del suo

sbarco sulle coste italiche.

Si narra infatti, che dalla fame, gli esuli decisero di mangiare le schiacciate di farina e

acqua che normalmente servivano da piatto dopo aver consumato i poveri frutti

selvatici sulle quali erano posati.

Una variante della classica piada era il prodotto, ormai dimenticato, preparato con

acqua e farina di granoturco e uva secca.

Garagnani Laura

Page 12: 1°C Formaglini Eva Maria Teresa Lisi Mariasole · 2019-01-14 · protagonisti il Re Salomone e la Regina di Saba. La leggenda narra che re Salomone, innamoratosi perdutamente della

IL CROISSANT

Page 13: 1°C Formaglini Eva Maria Teresa Lisi Mariasole · 2019-01-14 · protagonisti il Re Salomone e la Regina di Saba. La leggenda narra che re Salomone, innamoratosi perdutamente della

Il croissant, secondo la leggenda, fu creato per celebrare un’impresa eroica.

Vienna,nel1683, era assediata dai Turchi.

La capitale austriaca resisteva e si rifugiava dentro le mura, perciò, le truppe

ottomane scavarono dei tunnel per andare nel cuore della città e conquistarla.

Però i fornai, svegli in piena notte per lavorare, si accorsero dei misteriosi movimenti

e diedero l’allarme.

Una volta sconfitti i Turchi, i viennesi conquistarono la libertà e, per festeggiare,

inventarono un dolce particolare, dalla forma di mezzaluna, simbolo dell’impero

turco. Nacque così il croissant.

Giardini Caterina

Page 14: 1°C Formaglini Eva Maria Teresa Lisi Mariasole · 2019-01-14 · protagonisti il Re Salomone e la Regina di Saba. La leggenda narra che re Salomone, innamoratosi perdutamente della

IL TORTELLINO

Page 15: 1°C Formaglini Eva Maria Teresa Lisi Mariasole · 2019-01-14 · protagonisti il Re Salomone e la Regina di Saba. La leggenda narra che re Salomone, innamoratosi perdutamente della

Il tortellino racchiude dentro la sua bontà storie e leggende, scritte e cantate che ne vogliono trovare un origine.

Il suo nome deriva dal diminutivo di tortello, dall’italiano, torta e sull’origine sono state raccontate variopinte

versioni, da cui sorge anche la disputa sulla sua paternità, contesa tra la città di Bologna e Modena.

Si narrava che….

Nel 1200 arrivò in una locanda chiamata Corona, a Castelfranco Emilia, una giovane e bella Marchesina da una

carrozza tirata da 4 cavalli per riposarsi.

Il locandiere accompagnò la dama in camera e attratto irrimediabilmente dalla sua bellezza rimase a spiarla dalla

serratura, rimanendo colpito dal suo ombelico.

Al momento di preparare la cena, l’immagine lo aveva talmente ispirato da tirare la sfoglia riproducendo le

fattezze dell’ombelico della giovane nobile, ma non sapendo che cosa fare di quei pezzetti di sfoglia, li riempiì di

carne. E così nacque il prelibato tortellino ripieno.

Per altri la medesima storia assume un valore divino, vedendo, al posto della Marchesina, protagonista la Dea

Venere. Secondo lo scrittore Alfredo Panzini, il tortellino ha origine sul fondo di un secchio. Per la precisione dalla

“Secchia rapita” cantata dal poeta modenese Alessandro Tassoni nel 1624. Il poema narra per dodici canti l’eterna

rivalità tra le vicine Modena e Bologna per cui persino un comune secchio da pozzo per l’acqua era motivo di

disaccordo e lite. Quando la secchia fu rubata dai Modenesi scoppiò una guerra che vide coinvolkti personaggi

eroici, nobili e divinità dall’olimpo, scesi a a battagliare nel tragicomico duello delle belligeranti città. Dalla

“Secchia Rapita” si sarebbe ispirato il poemetto ottocentesco di Giuseppe Ceri, narrante la spedizione terrena di

tre divinità: Bacco, Marte e Venere. Gli Déi schierati dalla parte dei modenesi si fermarono a ristorarsi alla locanda

di Castelfranco Emilia, al confine tra le province. E lì si riprende il mito delle locandiere folgorato dalla bellezza di

Venere, a cui dedica la creazione culinaria del tortellino. Altra variante della leggenda, con filo comune il poema

della “Secchia Rapita”, vuole una Venere dormiente, lasciata sola alla locanda e trovata al risveglio dal locandiere

in vesti discinte e ammalianti. Le leggende, con la loro anima orale, modificano dettagli per rendersi più

appetitose, resta noto che ad una donna si deve la forma minuta e soffice del tortellino.

Gnudi Ludovica

Page 16: 1°C Formaglini Eva Maria Teresa Lisi Mariasole · 2019-01-14 · protagonisti il Re Salomone e la Regina di Saba. La leggenda narra che re Salomone, innamoratosi perdutamente della

LA CIOCCOLATA

Page 17: 1°C Formaglini Eva Maria Teresa Lisi Mariasole · 2019-01-14 · protagonisti il Re Salomone e la Regina di Saba. La leggenda narra che re Salomone, innamoratosi perdutamente della

Per quanto riguarda la storia della cioccolata e le sue leggende ne esistono due.

Nella prima leggenda si narra che nelle lontane Americhe esistesse un Dio di nome Azteco,

egli possedeva molte ricchezze tra cui l’oro, l’argento e molti alberi di cacao di diversi colori.

Prima di scomparire da questo mondo egli donò ai mortali il seme del cacao con il quale si

preparava una bevanda amara e piccante dagli straordinari sapori.

La seconda leggenda narra di una principessa bellissima che dovette lasciare suo marito

perché doveva partire in guerra, il principe raccomandò alla principessa di tenere guardia al

suo immenso tesoro.

Quando il principe partì la principessa fu assediata dai nemici che volevano sapere il

contenuto del tesoro e rubarlo, anche se lei, catturata non rivelò mai nulla e nemmeno il

nascondiglio del tesoro e allora la povera ragazza fu uccisa.

Dal suo sangue nacque la pianta del cacao i cui semi sono amari come la sofferenza e rossi

come il sangue, ma eccitanti e forti come la virtù.

Nuvoli Giada

Page 18: 1°C Formaglini Eva Maria Teresa Lisi Mariasole · 2019-01-14 · protagonisti il Re Salomone e la Regina di Saba. La leggenda narra che re Salomone, innamoratosi perdutamente della

PASTA REALE

Page 19: 1°C Formaglini Eva Maria Teresa Lisi Mariasole · 2019-01-14 · protagonisti il Re Salomone e la Regina di Saba. La leggenda narra che re Salomone, innamoratosi perdutamente della

La chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio, nota come “ la Martorana”, fu fondata a Palermo, nel 1143

per volere di Giorgio D’Antiochia, il grande ammiraglio al servizio del re normanno Ruggero II.

Il vicino monastero, fondato nel 1194, fu invece voluto dalla nobildonna Eloisa Martorana per le “nobili

signore dell’ordine di San Benedetto”.

Le suore della Martorana sono note per avere inventato una delle specialità dolciarie più famose di

Palermo: la pasta reale di mennule anche chiamata, Pasta di Martorana o frutta martorana.

Il monastero della Martorana delle “nobili signore di San Benedetto” arcinoto, infatti, per i suoi “frutti”

di pasta di mandorle, confezionava frutta di pasta reale di ogni tipo, cercando di imitare alla perfezione

quella naturale.

La leggenda narra che ne giugno 1537 Carlo V visitò il giardino del monastero, ricco di alberi di aranci di

cui le “nobili signore” andavano fiere, ma che, visto il periodo, erano sprovvisti di frutta.

Le monache per abbellire gli alberi e dare l’idea di un giardino curato, realizzarono con la pasta di

mandorle, “succose” arance e frutta della stagione, che colorata e appesa agli alberi del loro monastero

dava al giardino un effetto più vistoso, elegante e bello.

Nonostante quegli alberi avessero inaspettatamente dato frutto tutti insieme, il re non si accorse

dell’inganno e ingenuo pensò che quei frutti fossero reali, e le astute monache di Santa Maria

dell’Ammiraglio furono assai contente di aver burlato il buon re che, incredulo rimase stupito da tanta

abbondanza. Dopo la soppressione delle corporazioni religiose, avvenute nel 1866, l’attività e la

produzione dolciaria del monastero della Martorana cessarono completamente e le specialità “nobili

signore” di Santa Maria dell’Ammiraglio divennero patrimonio dei pasticceri della città.

All’epoca, infatti, questo dolce ebbe talmente tanto successo che superò le mura del convento fino ad

arrivare alla corte del re, diventando così, in quel momento, “pasta Riali” (pasta reale). Era un tipico

originale dolciume consumato durante la commemorazione dei defunti e per il Natale, anche se oggi è

reperibile in ogni stagione, e considerata un vera e gustosa opera d’arte della pasticceria siciliana

Paglianti Maria Francesca

Page 20: 1°C Formaglini Eva Maria Teresa Lisi Mariasole · 2019-01-14 · protagonisti il Re Salomone e la Regina di Saba. La leggenda narra che re Salomone, innamoratosi perdutamente della

RISOTTO ALLO ZAFFERANO

Page 21: 1°C Formaglini Eva Maria Teresa Lisi Mariasole · 2019-01-14 · protagonisti il Re Salomone e la Regina di Saba. La leggenda narra che re Salomone, innamoratosi perdutamente della

Nel settembre del 1547, erano in corso i lavori di costruzione per il Duomo.

Tra gli artigiani c’era il mastro vetraio Valerio di Fiandra che, stava lavorando ad alcune

vetrate rappresentanti gli episodi di Sant’Elena.

Tra i suoi allievi, ce n’era uno molto abile nel dosare i colori, grazie al suo ingrediente

segreto che aggiungeva nell’impasto: lo zafferano. E’ proprio zafferano fu il soprannome di

questo allievo.

Mastro Valerio, che era a conoscenza del suo trucco, lo prendeva spesso in giro dicendogli

che prima o poi, avrebbe iniziato a condirci anche il risotto con quella polvere.

Il giovane allora, decise di fare uno scherzo al suo maestro corrompendo il cuoco che si

occupava della preparazione del pranzo per le nozze della figlia di Valerio.

Ai tavoli arrivò quel risotto giallo che stupì tutti gli invitati ma, dopo l’assaggio si resero

conto che si trattava di una novità decisamente gustosa.

Così lo scherzo non ebbe l’effetto sperato, ma diede vita ad uno dei piatti più apprezzati

nella cucina nostrana

Saccardo Vittoria