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1997 Corso Biennale "Ca sa del Sole" - G. Prevedi 1 metodologie e tecniche concrete per l’elaborazione di interventi di sviluppo delle abilità di base (in riferimento alle principali patologie del linguaggio) studi di linguistica (implicazioni ) principi dell’E.L. ritardi semplici, fonologici, disgrammatism i, disgrafie, dislessie disortografie ecc. derivati da: (minorazioni sensoriali), insufficienza mentale, psicosi infantili, neurolesioni ecc. comunicazi one non verba le verba le scritt o e parlat o L’approccio didattico in presenza di disturbi di linguaggio bisogn i

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1

metodologie e tecniche concrete per l’elaborazione di interventi di sviluppo delle abilità di base

(in riferimento alle principali patologie del linguaggio)

studi di linguistica (implicazioni)

principi dell’E.L.

ritardi semplici,

fonologici,

disgrammatismi,

disgrafie, dislessie

disortografie ecc.

derivati da: (minorazioni sensoriali), insufficienza mentale, psicosi infantili, neurolesioni ecc.

comunicazione

non verbale

verbale

scritto e parlato

L’approccio didattico in presenza di disturbi di linguaggio

bisogni

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principi dell’E.L.

• La lingua nel curricolo ha carattere

trasversale

• E.L. significa considerare la lingua nella

varietà dei sui usi in relazione ai bisogni

• E.L. significa sviluppare le quattro abilità

• L’apprendimento linguistico è progressivo

e continuo

• Potenziamento della competenza

linguistica nell’ambito della competenza

comunicativa attraverso la

verbalizzazione e la semantizzazione

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bisogni

• funzionali: riguardano le diverse

necessità della vita quotidiana al di

fuori della scuola

• curricolari trasversali: riguardano

l’apprendimento scolastico

• curricolari specifici: riguardano in

particolare la metalingua (e la

letteratura)

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funzionali (1)

• routine di comunicazione sociale• contatto oculare al saluto

• stringere la mano, sorridere

• “Grazie”

• “Per favore”

• “Scusa”, “Come stai”, “Mi dispiace”

• ...

• informazioni sulla propria identità• “Come ti chiami?”

• “Qual è il tuo nome?”

• “Dove abiti?”

• “Quanti anni hai?”

• “Sei sposato?”

• “Ti va bene questa misura?”

• ...

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funzionali (2)

• abilità linguistiche di base• “Chi è questo?”

• “Dov’è il quaderno?”

• “Chi ne ha di più?”

• “E’ mio”, “E’ tuo” ...

• Uguale - diverso. Grande - piccolo...

• “Non lo so”

• “Di cosa hai bisogno?”

• ...

• espressione linguistica dei concetti di base

• relazioni spaziali

• numero, quantità, denaro,

• relazioni temporali

• salute, sicurezza e cambiamento

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funzionali (3)

• ascoltare inviti, richieste, istruzioni

• ascoltare semplici messaggi impersonali trasmessi dai mass-media

• formulare richieste di chiarimenti

• prendere parte a una conversazione informale ed esporre le proprie opinioni

• leggere testi regolativi (opuscoli, regolamenti, avvisi ecc.)

• leggere semplici testi giornalistici

• produrre testi di maggior frequenza sociale: moduli, lettere, bollettini ecc.

• ...

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curricolari

• ascoltare spiegazioni e lezioni dell’insegnante (con

l’uso di linguaggi specialistici)

• riferire su quanto descritto , narrato o argomentato

• relazionare su un’esperienza o un lavoro

• prender parte a un dibattito - conversazione

• leggere tipi di testi diversi adattando diverse

strategie di studio

• produrre testi documentativi o rielaborativi

• scrivere testi aventi struttura analoga a quella

individuata nella lettura

• ...

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SOCIOLINGUISTICA Analisi dei rapporti tra lingua e società

• L’insegnante dovrebbe in primo luogo essere in grado di osservare e valutare le modalità che egli stesso mette in atto nell’interazione comunicativa

• Occorre prendere coscienza dei propri pregiudizi sulla lingua ed individuare l’influenza che esercitano sull’allievo

• Rilevare a grandi linee il repertorio linguistico posseduto dagli allievi in modo da basare su quello l’insegnamento per portarlo ad uno standard più formale

• Alla base dell’educazione linguistica devono stare obiettivi correlati ad un appropriato uso della lingua in una varietà di situazioni comunicative, scolastiche ed extrascolastiche:

– b) momenti di addestramento ma anche situazioni comunicative strutturate dove l’allievo possa trovare soluzione ad un problema linguistico

– a) conoscere i bisogni comunicativi dell’allievo

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PSICOLINGUISTICA Analisi dei componenti psicologici

nell’acquisizione e nell’uso della lingua

• Lo sviluppo del linguaggio è favorito, almeno fino ai 10 - 12 anni dal rapporto con esperienze operative e, anche in età più avanzata, resta comunque legato ai bisogni reali

• Occorre tener conto che alcune funzioni linguistiche richiedono una piena padronanza dei concetti formali e il loro uso deve essere proposto non prima dei 12 - 13 anni (metalinguistica)

• Il feed-back nello sviluppo linguistico è di fondamentale importanza: non dovrebbe per questo consistere in una semplice correzione ma meglio in una riformulazione

• La riflessione sul linguaggio usata dal bambino stesso ha, già in età molto precoce, l’effetto di favorire lo sviluppo linguistico.

• L’acquisizione della lingua è essenzialmente un fatto cognitivo e non imitativo, pertanto devono avere un ruolo importante le situazioni di “problem solving”.

• Si dovrebbe insistere maggiormente sulle strutture semantiche della lingua piuttosto che sugli aspetti superficiali (morfologia).

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LINGUISTICA TESTUALE Analisi della costruzione e dell’uso dei testi

nella comunicazione

• Testo: qualunque discorso, parlato o scritto, di qualunque lunghezza, che costituisca un tutto organico.

• Co - testo: ciò che sta attorno alla frase

• Contesto: ciò che è fuori dal testo

• Mondo del testo: ciò a cui si fa riferimento quando si descrive il testo (intertestualità)

• Mondo presupposto dal testo: serie di conoscenze condivise da emittente e destinatario (inferenze, omissioni, deissi ecc.)

• Principi costitutivi

• Principi regolativi

• La conoscenza della linguistica testuale è fondamentale per l’insegnante per organizzare e graduare i testi

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Principi costitutivi

• coesione: insieme di relazioni semantiche che interconnettono le diverse unità presenti all’interno del testo: in particolare si ha coesione ogni qualvolta un elemento di un testo è interpretato in funzione di un altro

• coerenza: riguarda la struttura tematica del testo: un testo deve avere un argomento, che rappresenta la “continuità“ o la sua “omogeneità“; poi all’interno il testo deve articolarsi in sequenze che, rispetto al tema (il già noto) introducano differenze, cioè informazioni nuove: ciò che si dice intorno al già dato (rema). Il rapporto tra tema e tema è soggetto a restrizioni che assicurano la coerenza del testo

• intenzionalità: produrre un testo coeso e coerente capace di soddisfare le intenzioni dell’emittente

• informatività: misura nella quale gli elementi testuali proposti sono attesi o inattesi, oppure noti o ignoti/incerti

• situazionalità: adeguatezza del testo, sia sul piano del contenuto sia sul piano della realizzazione linguistica di tale contenuto, alla situazione comunicativa (rispetto allo scopo, al destinatario, al contesto)

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coesione

• rapporti sintattici:• pronomi e proforme (anafore, catafore,

deissi),

• connettivi,

• ellissi,

• strutture verbali,

• tempi, modi,

• punteggiatura,

• prosodia ( pause, ritmo, intonazione)

• rapporti semantici:– Sinonimia (ripetizioni, sinonimi)

– Inclusione (iponimi, iperonimi)

– Opposizione (antinomia, complementarità, reciprocità)

• rapporti grammaticali: genere, numero

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coerenza

• continuità e omogeneità, tema e rema

• Il rapporto tra tema e rema è soggetto a restrizioni che assicurano la coerenza del testo.

• Gli elementi nuovi che vengono introdotti devono avere un qualche collegamento, esplicito o implicito e comunque deducibile, con gli elementi già presenti nel testo.

• Un cambiamento di situazione o di “mondo” (il passaggio ad un altro mondo possibile) deve comportare che la nuova situazione o il nuovo mondo siano accessibili (o resi tali attraverso elementi espliciti o chiaramente deducibili) alla situazione o al mondo già rappresentati nel testo.

• Inferenze: apporto da parte del ricevente di conoscenze appartenenti alla propria enciclopedia, per ricostruire informazioni non esplicitamente date.

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Principi regolativi

• appropriatezza: accordo tra il contenuto del testo e i modi in cui vengono soddisfatti le condizioni della testualità

• efficienza: facile decifrabilità, senza particolari sforzi da parte dell’interlocutore (leggibilità del testo)

• efficacia: grado di avvicinamento allo scopo proposto dall’autore

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Intertestualità

• funzione: descrivere, narrare, argomentare, esporre, regolare

• struttura: caratteristiche linguistiche

• mondo reale: letterari, scientifici, ecc.

• referente: realistici, fantascientifici, ecc.

• emittente: soggettivo, oggettivo

• stile: sportivo, cronaca, ecc.

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Cooperazione testuale o normalizzazione del testo

• aspettative rispetto all’argomento, alla situazione o al contesto dell’interazione

• informazioni su testi analoghi, prodotti da situazioni simili e dalla stessa persona

• proposizione dell’argomento presente nel titolo, nel sommario ecc.

• l’uso di particolari accorgimenti (tipografici, immagini, schemi ecc.) che segnalano le frasi o le parole chiave

• la struttura retorica del testo che può in parte aiutare a prevedere i contenuti semantici a livello globale

• la struttura schematica del testo, soprattutto se rispondente a stereotipi

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LINGUISTICA PRAGMATICA analisi degli atti linguistici e dei contesti in

cui sono realizzati (anche “microsociolinguistica” in riferimento

all’evento di interazione comunicativa)

• ATTO LINGUISTICO: la più piccola unità suscettibile di essere un costituente di un’interazione comunicativa, ovvero l’unità di comunicazione linguistica che il parlante può produrre con un unica e precisa interazione e senza che vi si frapponga l’intervento dell’ascoltatore

• Fattori: emittente, destinatario, messaggio, codice, canale, referente.

• Situazione (variabili di interazione): argomento, ruolo, tempo, luogo, presupposizione.

• Dare ampio spazio alle situazioni comunicative in classe.

• Accentuare l’attenzione sugli elementi contestuali e sugli scopi della comunicazione.

• Sostituire il concetto di correttezza con quello più ampio di “appropriatezza”.

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Situazione

• argomento

• ruolo:

– unidirezionale, bidirezionale, scambio

– sociale, psicologico

• tempo:– durata

– frequenza

• luogo:– vicinanza / lontananza (distanza)

• presupposizione

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Presupposizione(o sottinteso)

• Un atto linguistico, oltre a comunicare il suo significato proposizionale e la sua “forza illocutiva”, comunica anche presupposizioni che il parlante assume come già note e che possono essere facilmente ricostruibili dall’ascoltatore.

• Referenziale: il valore di verità di un enunciato presuppone la verità di un altro enunciato

• Pragmatica: l’atto di parola è appropriato dal punto di vista della situazione comunicativa

• Semantica: nella voce lessicale esiste una parte di significato (tratto semantico) presupposto.

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Livelli d’analisi

• locutivo: proferire un enunciato corretto

• illocutivo: proferire un enunciato con una determinata funzione comunicativa: le ragioni dell’enunciato ci sono e sono riconoscibili dal ricevente

• perlocutivo: effetti, volontari o involontari, prodotti dall’enunciazione sull’ascoltatore

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atti illocutivi (Searle, 1978)

• rappresentativi:– affermare, asserire, spiegare, prevedere,

classificare

• direttivi:– ordinare, comandare, richiedere, istruire,

implorare

• commissivi:– promettere, giurare, garantire, offrire

• espressivi:– ringraziare, congratularsi, scusarsi, fare le

condoglianze

• dichiaratavi:– porre il veto, nominare

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scritto e parlato

variazioni

informalità

formalità

parlato

scritto

variazione funzionale contestuale

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scritto e parlato

caratteristiche (1)

PARLATO

• compresenza degli interlocutori

• presenza di altri mezzi di comunicazione “non verbali”

• frequente ricorso a deittici per rapporti:

– interni al testo

– tra testo e situazione

• possibilità di feed-back:

– verbale

– non verbale

• correggibile

SCRITTO

• è differito

• tutti i segnali che accompagnano la c.o. devono essere tradotti

• occorre esplicitare tutto ciò che nella c.o. può essere lasciato implicito o espresso tramite deittici

• la mancanza di f.b. impedisce di modificare il testo in funzione del destinatario

• deve prevenire il fraintendimento

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scritto e parlato

caratteristiche (2)

PARLATO

• lessicalmente più povero: si serve soprattutto delle parole di maggiore frequenza (occorrenza lessicale)

• è discontinuo: presenza di pause, esitazioni, correzioni...

• è frammentario e impone strategie di autoriparazione: intercalari, segnali generici, “mh”, “ehm”, espressioni di ripresa dopo le pause

SCRITTO

• è dissimmetrico rispetto alla c.o.: non è solo trascrizione ma richiede ulteriori competenze

• controllato/controllabile

• chi scrive deve definire ed esplicitare un programma di lettura

• (a causa dell’assenza di retroazione)

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scritto e parlato

caratteristiche (3)

PARLATO

• possiede espressioni di “contatto”

• scarsa pianificazione che incide sui fenomeni di concordanza, di coerenza e di coesione testuale

• altri aspetti dell’oralità

SCRITTO

• è distanziato: scrivere richiede anche capacità di mediazione cosciente che si interpone tra realtà della situazione (il vissuto) e l’atto stesso dello scrivere; da uso del linguaggio come proiezione immediata dell’io ad uno più riflessivo e controllato: presuppone il superamento del lingaggio egocentrico

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l’oralità(origine)

• mistica– onomatopee

– interiezioni

– voci spontanee

• naturale– imitazioni sonore

– stretto legame parola - gesto: parallelismo dello sviluppo tecnico e linguistico, operatività e simbolicità, faccia e mano come mediatori con l’ambiente

• convenzionale– convenzionalità e arbitrarietà

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l’oralità(aspetti)

• forte motivazione

• le parole concrete sono assai più

numerose di quelle astratte

• il lessico è relativamente povero e

polivalente

• semplicità sintattica

• forte presenza di elementi

paralinguistici e cinesici

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• forte motivazione– (l’opposto di “arbitrarietà“)

– fonetica: suono connesso al significato; icone acustiche e onomatopee

– semantica: significati connessi ad altri significati (somiglianza - metafora, contiguità - metonimia). Aspetti che seguono spesso la “corporalità“ per un mondo concepito animisticamente, come proiezione di sé in una costruzione egocentrica

• il lessico è relativamente povero e polivalente– relazione con i bisogni conoscitivi e

comunicativi

– il reale è percepito in termini unitari e più semplici

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• le parole concrete sono assai più numerose di quelle astratte– il nome permette di evocare la cosa– idea di legame “essenziale” e non solo

“formale” tra le parole e le cose– nominalizzazione e cosmogonie– concezione magico - animistica della

lingua (sostanzialistica)

• semplicità sintattica– si evitano le costruzioni e le relazioni

complesse– adesione alla sequenza degli

avvenimenti– uso della giustapposizione senza la

rielaborazione degli eventi– semplicità legata al linguaggio

originale dei gesti– tendenza sintetico globalistica dei

linguaggi orali originali

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• forte presenza di elementi paralinguistici e cinesici– gesti e suoni completano e precisano il

linguaggio

– il linguaggio continua ad essere legato al corpo e alla concretezza

– la lingua, più che una realtà interiore, è una realtà visibilmente corporea, legata all’agire e al manifestarsi della persona

• principali linguaggi extaverbali– contatto corporeo– utilizzo dello spazio– tono neuromotorio– sguardo– la voce (tono, ritmo)– gesto– prossemica– cinesica

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ascoltare(competenze)

• tecnica: aspetti esteriori, fisici del codice, competenza fonologica, discriminazione

• semantica: rapporti tra significati e significanti con la mediazione della propria enciclopedia

• sintattica e testuale: rapporti sull’asse sintagmatico (in un enunciato o in un testo)

• pragmatica: rapportare le informazioni con le caratteristiche della situazione comunicativa

• selettiva: utilizzare un messaggio per un determinato scopo

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tecnica:• fonemi e contrasti

fonemici• intonazioni, ritmo,

accenti ...• (in funzione

dell’atteggiamento generale del parlante)

semantica:• distinzione fonema -

monema• prevedibilità (ipotesi

di interpr.)• tratti sopresegmentali

(prosodia)• funzioni• deissi• accettabilità /

inaccettabilità• lessemi noti / non notisintattica e testuale:• ordine degli item,

concordanza, funzionali

• individuazione dei referenti

• normalizzazione del testo

pragmatica:

• scopi (espliciti e impliciti, ruolo e punto di vista del parlante)

• informazioni esplicite

• inferenze

• gerarchia delle idee (principale, secondaria ecc.)

• feed-back

selettiva:

• scambio di ruolo

• ascolto diretto

• canale

• scopi

• contesto

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parlare(competenze)

• ideativa: pianificare il contenuto del proprio messaggio

• pragmatica: adeguare la produzione alla situazione comunicativa

• sintattica e testuale: produrre frasi sintatticamente accettabili e testi dotati di coerenza e senso

• semantica: scegliere modalità adatte al significato che si vuole comunicare e allo scopo che si vuole perseguire

• tecnica: aspetti esteriori, fisici del codice, competenza fonologica, produzione

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ideativa:• scopo• oggetto• elemento centrale /

accessori• pianificazionepragmatica:• selezione delle

informazioni• organizzazione• scelta del lessico• modalità, intonazione,

enfasi• livello di ridondanza• ritmo, pause• linguaggi extraverbali• registro, sottocodice,

stile• esplicitazioni

(presupposizioni)• feed-back,• deittici• canale

sintattica e testuale:

• esplicitazione degli elementi necessari

• concordanza, ordine degli item, pause, funzionali

• proforme, deittici

• tempi verbali

• espressioni di collegamento

semantica:

• richiamare aree semantiche

• selezionare lessemi specifici

• intonazione

tecnica:

• pronuncia comprensibile

• tono, ritmo,

• prossemica (e posizione)

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leggere

• La lettura è un processo di riduzione delle incertezze, basato fondamentalmente sulla ridondanza: i lettori fanno uso di tutte le forme disponibili, all’interno del linguaggio scritto, di ridondanza ortografica, sintattica e semantica per ridurre la loro indipendenza dalle informazioni visive. L’informazione può essere considerata come una riduzione di incertezza, intendendo per incertezza il numero di alternative tra le quali il lettore può scegliere. (Smith, 1978)

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leggere

• “Se comprendiamo che il cervello è

l’organo umano di elaborazione

dell’informazione; che il cervello non è

prigioniero dei sensi ma che controlla gli

organi sensoriali e usa selettivamente

l’input che da essi riceve; allora non ci

sorprenderà che quello che la bocca dice

nella lettura ad alta voce non è quello che

l’occhio ha visto ma quello che il cervello

ha prodotto perché la bocca lo dica”.

(Kenneth Goodman, 1977)

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leggere(competenze)

• tecnica: aspetti esteriori, fisici del testo scritto

• semantica: rapporto tra significanti e significati attraverso la mediazione delle proprie esperienze personali e modelli concettuali

• sintattica: cogliere sull’asse sintagmatico i rapporti degli item

• testuale: cogliere gli elementi che distinguono il testo dal “non testo”

• pragmatico-comunicativa: ricostruire il testo, individuazione dello scopo, punto di vista ecc.

• rielaborativa-valutativa: riutilizzazione del testo, dare giudizi

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tecnica:

• rapporto segno - suono

• prevedibilità di combinazioni tra segni probabili

• artifici tipografici

lettura ad alta voce

• combinazione segni - catene sonore simili al parlato

lettura silenziosa

• combinazione segni - immagini mentali

semantica:

• lessemi noti / non noti

• morfemi (numero, genere, grado, tempo, aspetto, modo, ecc.)

sintattica:

• rapporti tra i sintagmi

• funzioni

• proforme

testuale:

• coesione grammaticale

• coesione lessicale

• rapporti semantici tra unità testuali

pragmatico-comunicativa:

• referente

• presupposizione

• mezzo

• intertestualità

(rielaborativa-valutativa)

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scrivere(competenze)

• ideativa: pianificare, selezionare, collegare gli elementi del testo in funzione del destinatario, scopo, funzione ecc.

• pragmatica: valutazione e consapevolezza delle intenzioni, situazione comunicativa, scopi

• testuale: adeguatezza, coerenza, ecc.

• sintattico-semantica: appropriatezza, accettabilità

• tecnica: aspetti fisici e significati del codice

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tecnica:• grafia• ortografia• relazione grafema -

fonema• spaziatura• completezza della parola• ordine grafico,

impaginazione• revisione - correzione

ideativa:• scopo, oggetto, elemento

centrale, informazioni accessorie,

• successione dei paragrafi• prevedibilità

pragmatica:• destinatario, referente,

funzione, canale ecc.• esplicitazioni (livello)• atti linguistici• sottocodice, registro,

stile• oggettivo - soggettivo• reale - fantastico

• tono (neutro - emotivo)• ridondanza• impaginazione,

grafica ...

testuale:• proforme e deissi• coesione grammaticale e

lessicale• scansione dei paragrafi• tema - rema• revisione del testo

sintattico-semantica:• modalità• morfemi• punteggiatura: modalità

(“!”, “?”), enfatizzare• rapporti lessemi -

sintagmi (ordine, punteggiatura, funzionali)

• rapporti tra frasi (funzionali e espressioni di collegamento

• tempi e modi verbali, ordine, interpunzione

• aree semantiche

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le quattro abilità

competenze ascoltare parlare leggere scriveretecnica

semantica

sintattica(testuale)

pragmatica

ideativa

selettiva(rielaborativa)

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disturbi di linguaggio

• classificazioni (sindromi)– disfonica (voce)– dislalica

(pronuncia) – disartrica

(spastici)– disfemica

(parlato)– dislessia (lettura)– oligofrenica (i.m.)– audiogena

(sordità)– afasica

(comunicazione)– ritardo semplice

(linguaggio)

• cause– organiche

• encefaliche• organi sensori• organi motori

– funzionali– emotivo-

relazionali

• funzioni– realizzatrice

(integrità anatomo-funzionale)

– ordinatrice (mezzi cognitivi)

– “appetitiva” (motivazione)

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ICDH (Disabilità) Classificazione internazionale delle menomazioni, delle

disabilità e degli svantaggi esistenziali (OMS 1980)

• Disabilità nella comunicazione– disabilità nel parlare

– comprensione del discorso– discorrere– altre

– disabilità nell’ascoltare– ascoltare il discorso– altre

– disabilità nel vedere– prove visive macroscopiche– individuazione dei dettagli– altre

– altre disabilità nella comunicazione– scrivere– altre

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ICDH (Menomazioni)Classificazione internazionale delle menomazioni, delle

disabilità e degli svantaggi esistenziali (OMS 1980)

• Menomazioni del linguaggio– menomazioni delle funzioni del linguaggio

• menomazione grave della comunicazione

• menomazione della comprensione e dell’uso del linguaggio

• menomazione delle funzioni extra e sub eloquio

• menomazione di altre funzioni dell’eloquio

• altre menomazioni dell’apprendimento

– menomazioni della favella

• disturbo di produzione della voce

• altre menomazioni della produzione vocale

• menomazione della struttura della favella

• alterazione del contenuto della favella

• altre menomazioni della favella

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Pragmatica della comunicazione

• impossibilità a non comunicare: il comportamento è comunicazione

• contenuto (informazione) e relazione (comportamento): la relazione orienta l’interpretazione dell’informazione, collocandosi come elemento di metacomunicazione

• analogica: possiede semantica ma non è dotata di sintassi in grado di ridurre l’ambiguità

• numerica: possiede sintassi complessa ma scarsa semantica di relazione

• ciascuno interpreta la relazione comunicativa

• assunzione di ruolo: simmetrica / complementare

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alcuni mediatori...

• telefono– segreteria

telefonica

– “cellulare”

• fotografia– documento

d’identità

– fotoromanzo

– illustrazioni (descrizioni)

• registratore– interviste

– appunti

– dialoghi

• videocamera– cortometraggio

– videobox

• computer– internet

– videoscrittura

– giornale

– opuscolo

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medium e tecnologia

• “Le tecnologie sono modi per tradurre un tipo di conoscenza in un altro: queste tecnologie devono ricorrere a semplificazioni, tanto che si potrebbe dire che la tecnologia è chiarezza, ovvero, la traduzione sarebbe un’espressione semplificata delle forme di conoscenza

• Tutti i medium sono metafore attive in quanto hanno il potere di tradurre l’esperienza in nuove forme: la parola parlata è stata la prima grazie alla quale l’uomo ha potuto lasciare andare il suo ambiente per afferrarlo in modo nuovo

(M. Mc Luhan, 1977)

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riduzioni

• Le caratteristiche del medium

contenitore (tecnologia) influiscono

decisamente sul medium che

contengono (linguaggio verbale)

tanto da modificarne il campo di

variazione: ne deriva uno scarto tra

aspettative degli interlocutori e

situazione imposta dal medium -

contenitore

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un’ipotesi

• filtri analizzatori

• isomorfi

• conduzione forzata

• reticolo

• criteri funzionali

• gradi di libertà

• variabili

• bidimensionali tridimensionali

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giochi altezza della voce

– bisbigliare

– mormorare

– borbottare

– balbettare

– esclamare

– gridare

– strillare

– strepitare

– urlare

– grado zero

– tra sé

– sottovoce

– tra i denti

– piano

– sommessamente

– a mezza voce

– chiaramente

– forte

– ad alta voce

– a voce spiagata

– a squarciagola

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giochi: i toniLo stesso testo viene ripetuto con diversi toni

di voce (registro - stile)

• comiziante• lettore• avvocato• timido• ironico• arrabbiato• convincente• dubbioso• inquisitorio

• spaventato• acido• imperativo• allusivo• insinuante• piagnucoloso• militaresco• strafottente• orgoglioso• umile• ...

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giochi

• La distanza• Il play-back• Lo schermo• La radio• Il telefono• Le espressioni• Gesto / voce• Finto dialogo• I forestieri• Le situazioni• I mestieri

• Le situazioni• Il finto dialogo• Cambio di

destinatario• Il nuovo

arrivato• Giochi di ruoli• Il destinatario

sbagliato• L’errore di

argomento

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metodi tradizionali:sintetici

• corrispondenza tra l’orale e lo scritto• corrispondenza tra il suono e la grafia• si procede dalla “parte” al “tutto”• gli elementi minimi dello scritto sono le

lettere (poi, per il parlato, i fonemi)• prerequisiti:

– pronuncia corretta per evitare confusione tra fonemi;

– grafie di fonemi simili devono apparire separatamente

• si insegna una coppia grafema - fonema per volta

• successione nella lettura: meccanica (decifrazione), intelligente (comprensione), espressiva (intonazione)

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metodi tradizionali:analitici (globale)

• riconoscimento globale della parola o della proposizione: l’analisi degli elementi che la compongono è un lavoro posteriore

• iniziare da unità significative per il bambino (ideo - visuale)

• è un metodo prettamente visivo (mentre quello sintetico sarebbe essenzialmente uditivo)

• in ogni caso deve fare riferimento:

– alla competenza linguistica del bambino

– alle sue capacità cognitive

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punti cardine della teoria piagetiana (1)

• se il bambino ha:– una buona lateralizzazione;– un equilibrio emotivo adeguato;– una buona discriminazione visiva e

uditiva;– un Q.I. nella norma;– una articolazione adeguata– ...

• allora è anche possibile che apprenda a leggere e a scrivere senza difficoltà. In sintesi: se tutto va bene, anche l’apprendimento andrà bene ...ma:

• una correlazione positiva non è una correlazione causale

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punti cardine della teoria piagetiana (2)

• uno stesso stimolo (un oggetto) non è lo stesso a meno che non lo siano anche gli schemi assimilatori a disposizione

• al centro del processo sta il soggetto di apprendimento e non ciò che conduce a tale apprendimento (il metodo), o chi lo trasmette (l’insegnante)

• il metodo (azione specifica dell’ambiente) può aiutare o frenare, facilitare o rendere difficile l’apprendimento ma non può crearlo

• le proprietà dell’oggetto saranno più o meno osservabili per un soggetto in ragione dello sviluppo degli schemi interpretativi posseduti.

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punti cardine della teoria piagetiana (3)

• errore costruttivo: il cammino verso la conoscenza non è lineare ma procede attraverso ristrutturazioni graduali, alcune delle quali sono erronee rispetto al punto finale, ma costruttive per giungere ad esso

• conflitto cognitivo: la presenza di un oggetto di conoscenza non assimilabile costringe il soggetto a modificare i suoi schemi assimilatori, ossia a compiere uno sforzo di accomodamento tendente ad incorporare ciò che non era assimilabile

• area prossimale: occorre aiutare il soggetto a procedere nel senso di una nuova assimilazione

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ipotesi sulla scritturaa quattro anni

• non è soltanto un tratto o un segno ma anche un oggetto simbolico, una rappresentazione

• ... ma non ancora come rappresentazione della lingua parlata (formalismo)

• il disegno è ancora la forma privilegiata della rappresentazione grafica

• inizia a stabilire le differenze tra disegno e scrittura e, parallelamente tra immagine e testo

• successivamente il bambino inizia ad esplorare nuove soluzioni (di ipotesi sulla scrittura)

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“iconica”

• La lettura riceve significato dall’immagine che l’accompagna

• i significati vengono percepiti come simili, cambiano i significanti

• non è ancora linguaggio scritto

• agli oggetti grandi corrisponde una scrittura proporzionale alla loro grandezza

• spesso, a fianco dei disegni, per garantire il significato, viene scritto un “testo” con tratti grafici che ricordano la scrittura dell’adulto

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“il nome”

• vengono eliminati gli articoli quando si tanta una predizione del contenuto del testo, sono presenti invece quando si prende come riferimento l’immagine

• ipotesi del nome: dove il testo conserva soltanto uno degli elementi rappresentabili (nome dell’oggetto)

• inizia l’indipendenza dall’immagine ma no è ancora rappresentazione grafica del linguaggio

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“grafico non - iconico”

• il riconoscimento del tipo e delle forme delle lettere appare solo con la possibilità di conoscere modelli trasmessi socialmente (es. iniziali dei nomi)

• nella prima differenziazione tra immagine e testo vengono trascurate alcune caratteristiche differenziali del testo stesso (lettere - numeri - interpunzione ...)

• solo successivamente si passa a prendere in considerazione le caratteristiche formali dello scritto

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proprietà minime scoperte dal bambino (1)

• necessità di una quantità minima di grafismi per consentire un atto di lettura (ipotesi della quantità)

• produzione di due categorie applicata a diverse grafie (numeri, lettere, segni ...): leggibile, non leggibile in funzione della quantità (almeno tre)

• anche se non si tratta di un problema percettivo ma concettuale

• il leggibile generalmente viene definito “lettera”, il non leggibile “numero”; ciò a prescindere dalle proprietà specifiche ma dal fatto di essere raggruppato o isolato

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proprietà minime scoperte dal bambino (2)

• non vengono differenziati i tratti pertinenti di ogni tipo di grafismo

• la necessità di distinguere i significati appare espressa nella differenza dei significanti (varietà delle grafie)

• le caratteristiche specifiche della scrittura si trasformano in osservabili quando vengono incorporate all’interno di un sistema come “necessarie”

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indicatori

• distinzione tra leggere e guardare (azioni specifiche o non specifiche rispetto al testo)

• Indici esteriori: direzione e tempo di fissazione dello sguardo (presupposto: accettare la lettura silenziosa come atto di lettura)

• raccontare - leggere: si racconta un’immagine, si legge un testo (distinzione implicita: disegnare, scrivere)

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quale corrispondenza nell’emissione con le varie “parti”

della scrittura? (1)

• ipotesi sillabica: ripartizione della parola rispetto alle sue sillabe. Solo in questo momento la scrittura diviene direttamente connessa al linguaggio in quanto modello sonoro con proprietà specifiche e differenti rispetto all’oggetto di riferimento

• conflitto con le precedenti ipotesi (della quantità minima necessaria e del nome)

• nuovo conflitto con l’ipotesi sillabica: non tutte le grafie possono essere interpretate

• abbandono dell’ipotesi sillabica per quella alfabetica

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quale corrispondenza nell’emissione con le varie “parti”

della scrittura? (2)

• relazione tra il tutto e le parti: quando l’unità d’analisi è la proposizione si pone un nuovo problema e non sempre si ammette che tutte le parole che la compongono siano necessariamente scritte in un frammento autonomo di scrittura

• il verbo transitivo rappresenta una relazione tra attore dell’azione e ricevente e con difficoltà il bambino capisce che può essere rappresentato in un frammento isolato

• analogo problema per l’articolo (che del resto non regge nemmeno all’ipotesi della quantità minima)

• emerge il problema di “ciò che avanza” ...

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convenzioni

• due convenzioni particolari:• l’ortografia

• la separazione tra le parole

• caratteristiche dei bambini

– rigorosa coerenza che esigono da se stessi:

• non si possono ripetere lettere uguali

• si possono usare solo “x” caratteri

• bisogna esprimere differenze di significato attraverso differenze nel risultato oggettivo

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percorso

• logica interna del procedimento

seguito (distinzioni):

– grafico - iconico

– grafico - “non iconico”(grafie):

– non lettere

– lettere:

• ipotesi sillabica

• analisi fonetica

• analisi ortografia

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Scrivere non vuol dire copiare un modello dato

• l’ordine nell’apprendimento della scrittura e della lettura nei bambini può variare in dipendenza delle ipotesi che questi sono in grado di fare

• lasciare comunque scrivere il bambino attraverso un suo sistema (anche se diverso da quello alfabetico) in modo che possa individuare ragioni valide per sostituire le proprie ipotesi con le nostre

• impedendo di scrivere (di verificare le sue ipotesi) ed obbligandolo a copiare (cioè ripetere quanto tracciato da altri, senza comprenderne la struttura) impediamo al bambino di imparare e scoprire da solo

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disturbo di apprendimento della lettura

• reazioni al disturbo: disagio, insicurezza, rifiuto

• effetti evidenti: lentezza, incertezze, esitazioni, ripetizioni, errori

• frequenti conseguenze sulla strutturazione dell’autostima (l’inabilità viene spesso attribuita a pigrizia, cattiva volontà, mancanza di interesse)

• il “dislessico” non compie sistematicamente lo stesso tipo di errore ed ha un livello di lettura variabile

• tutti gli sforzi sono volti a decifrare le lettere e le parole tanto che il significato del testo gli sfugge: impossibile di conseguenza il riassunto della lettura

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errori fondamentali

• confusione /inversione di forme uguali topologicamente (p/q; b/d; u/n; a/e ...)

• mancata discriminazione tra forme che differiscono leggermente (m/n; c/e; ...)

• confusione tra fonemi simili (/p//b/; /t//d/; /f//v/; /s//z/ ...)

• inversione di lettere e di sillabe (il/li; al/la; da/ad...)

• sostituzione di parole con altre simili per suono o per forma grafica (mano/nano; casa/cassa...)

• omissione di lettere o di parole che presentano difficoltà

• tendenza ad “indovinare” nel tentativo di dare un senso alle parole che non si riesce a leggere

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modelli evolutiviSeymour - Frith

• stadi:

– pittografico

– logografico

– alfabetico

– ortografico

– lessicale

• il passaggio attraverso stadi successivi non

corrisponde all’abbandono dei precedenti

• il trattamento del disturbo deve considerare

lo “stadio” e la “via” prevalente

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logografico

• preceduto dal pittografico, per un limitato numero di parole che appartengono al vocabolario visivo

• prescolare e primo anno

• riconoscimento della parola nella sua forma “globale” o in base ad alcuni “indizi” formali (lettera iniziale, tipo di carattere ...)

• non sono ancora sviluppate le abilità relative alla specificità della lingua

• difficoltà:

– coordinamento visuo-motorio (sx-dx)

– discriminazione visiva

– discriminazione uditiva

– percezione dell’ordine temporale

– corrispondenza grafema fonema

– MBT: lettura “lettera per lettera”

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alfabetico

• primo ciclo• scoperta della relazione (indipendente dal

significato) che esiste tra la forma verbale e la forma scritta

• la relazione è mediata dal codice (alfabetico)

• acquisizione della tabella dei valori di conversione tra i due codici

• capacità di lettura di parole e non-parole• consapevolezza fonemica• difficoltà:

– sostituzioni

– omissioni

– aggiunte

– inversioni

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ortografico (1)

• scoperta delle regolarità nella mappatura grafema - fonema:

– contesto (e asse sintagmatico)

– ricorsività

• capacità di segmentazione

– digrammi - trigrammi

– radici / morfemi

• graduale abbandono della via fonologica (o perdita d’importanza) a favore della via visiva, più veloce, piè economica (in termini di processi) e più efficiente

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ortografico (2)

• ciò permette:• di diminuire il numero delle

fissazioni oculari• di aumentare il numero di parole

coperte da un’unica fissazione• di diminuire il lasso di tempo tra le

fissazioni• di diminuire il numero di regressioni

oculari• disturbi:

– nella codifica - decodifica di gruppi di lettere, in particolare quelle che presentano peculiarità ortografiche o lessicali

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analisi ortografica (1)

• identificazione della forma complessiva della parola o del suo perimetro esterno

• segmentazione grafemica della stringa, che avviene a più livelli contemporaneamente e comprende:– identificazione delle singole lettere,

processo che avviene in parallelo attraverso la computazione degli attributi formali

– categorizzazione delle lettere, identificate attraverso l’analisi dei loro attributi formali, ovvero la loro trasformazione in un codice astratto che consente di estrarre le invarianze strutturali

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analisi ortografica (2)

• codifica della posizione relativa di ogni lettera all’interno della stringa in modo da poter ricostruire l’ordine sequenziale. (Necessaria perché l’identificazione iniziale procede in parallelo influenzata dalle convenzioni della lingua es: sx - dx

• Processo che procede per moduli specializzati e che lavorano in parallelo, automatizzati e relativamente impermeabili ai livelli cognitivi più alti (scarsa consapevolezza e modificabilità del lavoro svolto)

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lessicale

• si scrivono direttamente le parole senza applicare le regole di conversione grafema - fonema (salvo che per le parole sconosciute, o a bassa frequenza, o non - parole)

• prerequisiti:

– consapevolezza fonologica

– fusione fonemica

– memoria verbale B.T.

– discriminazione visiva e orientamento spaziale

• disturbi: errori categoriali (funzioni) e sostituzione di parole (errori semantici)

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il doppio accesso lessicale

• via lessicale diretta (o visiva - globale):

• codifica grafemica (riconoscimento di alcuni garfemi)

• riconoscimento della parola

• (comprensione del significato*)

• pronuncia finale

• (* semantica - non semantica)

• via fonologica (scomposizione in grafemi):

• riconoscimento dei singoli grafemi

• associazione grafema - fonema

• unione (sequenza di fonemi)

• individuazione del significato

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valutazione delle difficoltà di lettura

• prove M.T.• modello evolutivo U. Frith:

– lettura di singole lettere, parole isolate, non-parole isolate, frasi, parole con accentazioni regolare e irregolare, parole di diversa categoria grammaticale e parole con struttura morfologica

– lettura di un testo (correttezza e rapidità)

– decisione lessicale– comprensione di parole omofone e

discriminazione di frasi omofone– comprensione di un testo

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processi mentali

stimolo

ambiente

operazioni

mentali

risposta

organismo

“scatola nera”

1 2 3

1, 3: osservabili (comportamentisti)

2: non osservabili (cognitivisti)

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stimolo

msv msu

memoria di lavoro

analizzatore delle caratteristiche

distintive

magazzino

grafemi - fonemi

confronto (seriale e parallelo)

identità:

fisica

nominale

regole

memoria semantica

risposta

primo stadio

secondo stadio

terzo stadio

permanenza dello stimolo

v: 1/4 sec.

u: 1-2 sec.

(memoria lungo termine)

(memoria breve termine)

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fissazioni oculari

• TESTO: ERA UNA NOTTE BUIA E TEMPESTOSA

• 1 fiss. ERA UNA NOTTE

• 2 fiss. NOTTE BUIA E TEPE

• 3 fiss. E TEMPESTOSA

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psicologia sperimentale

• l’occhio lavora a salti di 1/4 di sec. circa• ogni fissazione è di circa 10/12 battute • vediamo lettere con gradi diversi di chiarezza

(vicinanza al punto di fissazione)• lo spostamento oculare è di 8/9 caratteri (ogni

fissazione contiene circa il 50% dei caratteri percepiti nella fissazione prec.)

• ci sono ritorni all’indietro e salti più importanti alla fine di ogni riga

• se le lettere sono presentate a caso si identificano si identificano non più di 4/5 item

• se lo stimolo sono “parole” si può arrivare fino a dodici

• se c’è organizzazione sintattica si può arrivare a quattro parole o a 20 lettere

• quello che si vede quindi dipende dal livello di organizzazione dello stimolo

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memoria sensoriale uditiva

– non cambia in funzione dell’età, quindi se le difficoltà nell’apprendimento della lettura sono derivate da questo problema occorre essere scettici nel fare riferimento alle tappe evolutive per la rieducazione

– i dislessici ricordano in media peggio

– e in particolare gli item nelle ultime posizioni

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memoria sensoriale visiva

• dura più a lungo nei dislessici

• i dislessici impiegano più tempo dei normali a trasferire l’informazione letta dalla msv alla mbt: ciò causa un “sovraccarico” nella memoria sensoriale incapace di smaltire le lettere che contiene

• la metodologia dovrebbe permettere un’adeguata codificazione delle lettere in modo da ovviare al sovraccarico (lettura verticale)

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metodologie storiche

• Alfabeto di apprendimento iniziale: uso dei colori per sillabe diverse

• Metodo impressivo: leggere il materiale all’unisono. Il bambino dovrebbe seguire col dito le parole lette senza avvantaggiarsi o ritardare. L’insegnante non deve preoccuparsi del riconoscimento delle parole e non deve utilizzare eventuali figure di supporto. Successivamente il bambino farà domande sul testo appena letto

• Costruire tutte le lettere utilizzando solo tre simboli: O I < , un metodo che costringe ad analizzare le caratteristiche delle lettere

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la ricerca visiva

• confronti tra le lettere presentate e lettere in memoria e successiva discriminazione

• confronto visivo tra lettere presentate e lettere in memoria (A, A)

• confronto nominale (A, a)

• confronto tra lettere fisicamente simili (C, D; F, E ...)

• confronto simultaneo di più lettere

• confronto e riconoscimento di sillabe nell’insieme di altre

• (LETTURA VERTICALE)

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riferimenti

• fattori genetici• lateralità• schema corporeo• spazio• tempo• ritmo• disturbi affettivi• astrazione• specializzazione emisferica• memoria sensoriale visiva e uditiva

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scuole

• neurologica:– correlazioni con le lesioni cerebrali– disturbo a base costituzionale ed

ereditaria

• psicoanalitica:– disturbo comunicativo conseguente a

problemi affettivi: l’attenzione è posta sul rapporto educatori - bambino

– Mucchielli e Bourcier: disturbo di relazione “bambino - ambiente”

• cognitiva:– cattivo funzionamento dei processi di

codificazione - decodificazione– studi su MSV, MSU, MBT, emisferi...