1938: l'anno del dolore

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1938 L'anno del dolore Lavoro prodotto dalla Classe III C della Scuola Secondaria di Molteno (Lecco) nell'ambito dell'iniziativa I giovani ricordano la Shoah Anno Scolastico 2010-11

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1938L'anno del dolore

Lavoro prodotto dalla Classe III Cdella Scuola Secondaria di Molteno (Lecco)

nell'ambito dell'iniziativa

I giovani ricordano la ShoahAnno Scolastico 2010-11

Indicibile dolore, regina, inviti a rinnovare,come i Danai distrussero i beni troiani ed il regno

degno di pianto, e le cose tristissime che io vidie di cui fui gran parte.

Quale soldato dei Mirmidoni o dei Dolopio del crudele Ulisse raccontando tali cose

si tratterrebbe dalle lacrime? E già la notte umida dal cieloprecipita e le stelle cadendo consigliano i sonni.

Ma se sì grande (è) l'amore di conoscere i nostri casied ascoltare brevemente la massima angoscia di Troia,

anche se il cuore inorridisce e rifugge dal lutto,inizierò.

Virgilio, Eneide (libro II)

E quella a me: "Nessun maggior doloreche ricordarsi del tempo felicene la miseria; e ciò sa 'l tuo dottore.Ma s’a conoscer la prima radicedel nostro amor tu hai cotanto affetto,dirò come colui che piange e dice.Dante, Inferno (canto V)

INTRODUZIONE

La persecuzione degli Ebrei in Italia dal ’38 al ’45 e la Shoah avvennero dopo un lungo periodo in cui, con il Risorgimento e l’Unità d’Italia, gli Ebrei avevano progressivamente acquisito tutti i diritti civili e politici, al pari degli altri cittadini italiani. Furono anche per questo particolarmente dolorose. Sulla base delle letture fatte, dei film visti e delle testimonianze ascoltate, esprimete le vostre considerazioni ed emozioni.

A partire da questa traccia, la classe Terza C si è posta l'obiettivo di riflettere sullo stato

d’animo dei cittadini italiani che, in quanto ebrei, furono ufficialmente rinnegati e

perseguitati da un paese, il proprio, per il quale avevano lottato e al quale avevano in

vari modi contribuito.

Affrontando lo studio delle tappe che hanno portato all'unità d'Italia, l'attenzione è stata

focalizzata sugli italiani Ebrei che parteciparono al Risorgimento e che insieme all'unità

del paese ottennero l’emancipazione.

In seguito, sono state consultate diverse fonti per ricostruire le fasi che portarono

● all’annullamento della parità,

● alla persecuzione dei diritti,

● alla persecuzione delle vite degli ebrei.

A questo proposito, sono stati utilizzati anche i materiali messi a disposizione da Grazia

Mauri, docente presso la Scuola Primaria di Garbagnate Monastero, e i documenti

prodotti dagli studenti dello scorso anno durante un percorso sulla Shoah che viene

sempre proposto nella nostra scuola.

Questi materiali, allegati a questo fascicolo in quanto parti integranti del lavoro svolto,

derivano dalla partecipazione allo spettacolo teatrale Destinatario sconosciuto, dalla

visione di film, dall'analisi di documenti e dall'incontro con due rappresentanti del Centro

di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano, Maurina Alazraky e Nicoletta

Salom.

Sulla base di questi materiali messi a loro disposizione, i ragazzi hanno realizzato:

- un video sul tema assegnato,

- quattro monologhi attribuiti ad Ebrei protagonisti del Risorgimento che manifestano,

dall'aldilà, i loro sentimenti dopo l'approvazione delle leggi del 1938,

- un monologo attribuito a un adolescente vissuto all'epoca delle leggi antiebraiche,

- un monologo di Primo Levi, l'unico non frutto della fantasia degli alunni, tratto da I

sommersi e i salvati.

INDICE

1. Il lungo percorso della conquista dei dirittiCronologia dei fatti principali legati alla storia degli Ebrei d'Italia

2. Monologhi● Daniele Manin

● Giuseppe Finzi

● David Levi

● Enrico Guastalla

● Isacco, adolescente nel 1938

● Primo Levi

3. Shoah – Per non dimenticarePercorso svolto dalla Terza C dell'anno scolastico 2009-10

Bibliografia e sitografia

IL LUNGO PERCORSO DELLA CONQUISTA DEI DIRITTI

TRA ETA' ANTICA E MEDIOEVO

313 - L’imperatore Costantino emana l’Editto di Milano, che pone fine alle persecuzionicontro i Cristiani e proclama anche la tolleranza di tutti gli altri culti. Tutte le calunniescagliate dai pagani contro i Cristiani vengono ora ritorte da questi contro gli Ebrei.Da ora in poi la storia degli Ebrei in Italia è in gran parte storia delle relazioni fra Ebrei ePapato.

IX secolo - Gli Arabi conquistano la Sicilia, dove si formano importanti Comunitàebraiche.

Anno 1000 – Vengono istituite le Corporazioni di Arti e Mestieri. Per farne parte,bisogna professare la fede cristiana, quindi gli Ebrei vengono esclusi da ogniprofessione, ad eccezione di quella vietata ai cristiani: quella di banchieri. Facendocommercio di denaro, diventano necessari. Per questo motivo sono tollerati.

1215 – Dopo aver tentato inutilmente di convertirli, Il IV Concilio Lateranense convocatoda papa Innocenzo III ordina che gli Ebrei viventi nei paesi cristiani portino comecontrassegno una rotella di stoffa gialla cucita sulla parte sinistra del petto. Il primopaese cristiano che impose agli Ebrei il "segno giudaico", fu l’Inghilterra (1218). In Italiatale disposizione fu adottata in epoche diverse secondo gli Stati; prima ad adottarla fuVenezia: una rotella gialla sostituita in seguito da un cappello giallo.

1282 - La Sicilia passa sotto la dominazione spagnola; da questo momento la sortedegli Ebrei siciliani è legata alle vicende della Spagna.

1348 - Scoppia in tutta Europa una terribile pestilenza, "la morte nera": gli Ebreivengono accusati di avvelenare i pozzi per diffondere la malattia. L'accusa trova creditoanche per il fatto che, vivendo essi segregati e seguendo rigorose norme igieniche,sconosciute ai più, la pestilenza mieteva fra loro minor numero di vittime. Questacalunnia si diffonde e provoca spaventose persecuzioni, specialmente in Germania;molti Ebrei tedeschi cercano rifugio in Italia e vanno ad ingrossare le già esistentiComunità dell’Italia Settentrionale.

L'ETA' MODERNA

1492 - Gli Ebrei sono espulsi dalla Spagna e il 18 giugno dello stesso anno vienel’ordine di espulsione anche dalla Sicilia e dalla Sardegna (appartenenti alla Spagna).

1516 - Fu istituito a Venezia il ghetto, il primo del mondo.

Metà del 1500 - Con la Controriforma si ha un triste periodo per gli Ebrei d’Italia, chedurerà fino al Risorgimento.

1555 - Sale al soglio pontificio il cardinale Caraffa col nome di Paolo IV: è il più feroce e

accanito persecutore degli Ebrei e degli eretici in genere. Con la bolla antiebraica Cumnimis absurdum, si precipita nella più cupa reazione.Entra subito in vigore l’obbligo del segno giudaico, e si dà inizio alla costruzione dellemura del ghetto, naturalmente a spese degli Ebrei.

1569 - Pio V emana la bolla Hebraeorum gens, con cui ordinava che gli Ebrei fosserocacciati da tutte le Terre del Papa, ad eccezione di Ancona e Roma.Anche nel resto d’Italia si sentono le conseguenze della politica antiebraica dei papi. AMilano Carlo Borromeo, poi santificato, propone l’obbligo del marchio giallo per gli Ebreie in un secondo tempo ottiene la loro espulsione.

1577 - Papa Gregorio XIII rimette in vigore la "predica coattiva" per obbligare gli Ebreiad ascoltare prediche che dovevano indurli alla conversione.

1593 - Il Granduca di Toscana Ferdinando I de’ Medici promulga una legge, "laLivornina", che concede ospitalità a tutti gli stranieri, anche agli Ebrei.

Fine 1600 - Quasi tutti gli Ebrei d’Italia sono ormai rinchiusi nei ghetti (quelli delPiemonte un po’ più tardi).

Metà del XVII secolo - In qualche paese (Olanda, Inghilterra, America), gli Ebreigodono ormai di una quasi parità di diritti rispetto ai Cristiani, con qualche solalimitazione di ordine politico; in Italia invece sono tenuti in condizione di umilianteinferiorità.

1755 - A Ferrara l’Inquisizione ordina che siano spezzate le lapidi del cimitero ebraico eproibisce di metterne delle altre.Ovunque nello Stato pontificio si procede alla confisca e alla distruzione dei libri ebraici.

1769 – Papa Clemente XIV cerca di migliorare le condizioni degli Ebrei viventi nelloStato pontificio, di risollevare le Comunità ebraiche dallo stato di miseria morale emateriale in cui le avevano gettate i suoi predecessori; le sottrae alla direttagiurisdizione del Sant’Uffizio, e difende i diritti delle famiglie ebree sui figli oblati(bambini battezzati in stato di incoscienza, che venivano strappati alla famiglia erinchiusi nella Casa dei Catecumeni). Ma purtroppo il suo pontificato è breve.

1775 - Pio VI emana un Editto sopra gli Ebrei, uno dei documenti più mostruosi dipersecuzioni che la storia dell’umanità ricordi.In tutte le Comunità italiane si notano in quest’epoca sintomi di decadenza. Tre secoli divita nel ghetto hanno dato questo risultato: decadenza fisica (l’ebreo è basso di staturae col sistema nervoso rovinato) e morale (superstizione al posto della cultura emancanza di dignità da parte dei poveri).Unica città dove gli Ebrei possono vivere tranquilli è la sola città d’Italia che non ha maiavuto un vero ghetto: Livorno.

LA RIVOLUZIONE FRANCESE

1781 - Giuseppe Il d’Austria, sotto l’influenza degli illuministi francesi, emana il famosoEditto di Tolleranza, che esonera gli Ebrei austriaci dall’obbligo di portare la rotella giallae di vivere segregati nei ghetti

1789 - L’abate Gregorio, deputato agli Stati Generali, tenta di porre il problema ebraicodavanti all’Assemblea Costituente. Si dovette però attendere fino al 27 settembre 1791perché i diritti dell’uomo e del cittadino fossero estesi a tutti gli Ebrei di Francia. Quantoagli Ebrei italiani, essi dovettero attendere fino all’arrivo delle milizie francesi nel 1796.

L'ETA' NAPOLEONICA

1796 - Il giovane generale Bonaparte entra in Italia a capo di un esercito francese cheporta le idee della Rivoluzione. Dove entrano i Francesi, sono abolite le differenzereligiose.La parola "cittadino" entra nell’uso comune anche fra gli Ebrei (si dice per esempio:"Cittadino rabbino") e tutti i loro documenti sono intestati con le fatidiche parole: libertà,fraternità, uguaglianza.

1798 - Napoleone parte per l’Egitto, e l’Italia rimane indifesa, i reazionari hanno ilsopravvento, e gli eventi precipitano. Di questa paurosa reazione le prime vittime sonogli Ebrei.

1800 - Napoleone, "primo console", torna in Italia: gli Ebrei riacquistano tutti i diritti,sono ammessi nelle scuole pubbliche, occupano cariche importanti.

1809 - Napoleone annette lo Stato pontificio all’Impero francese ed anche gli Ebreiromani, che in quest’epoca sono circa 3 mila, vengono a godere di pieni diritti.

LA RESTAURAZIONE

1814-15 - Sotto il governo, più o meno diretto, austriaco, gli Ebrei in Italia vivono più omeno nelle stesse condizioni degli Ebrei austriaci.Nel resto d’Italia invece le condizioni sono ben diverse. Il Regno di Sardegna, dominatodai Gesuiti, diventa ora uno degli Stati più reazionari d’Europa: gli Ebrei sono ricacciatinei ghetti, espulsi dalle scuole; è loro proibito costruire nuove sinagoghe, teneredomestici cristiani. Due soli vantaggi sono concessi agli Ebrei piemontesi inquest’epoca: nel 1816 viene abolito il "segno giudaico" , e alcune famiglie,particolarmente benemerite per avere aiutato le classi più umili durante l’occupazionefrancese impiegandole nell’industria tessile, ricevono dalla dinastia sabauda titolinobiliari.Ma peggiore che in qualunque altra parte d’Italia è la condizione degli Ebrei nello Statopontificio.

1826 - Viene rimesso in vigore l’"Editto sopra gli Ebrei" del 1775: gli Ebrei non possonopiù servirsi nemmeno della "donna del fuoco" (la cristiana che accendeva il fuoco disabato). Anzi, per maggior sicurezza, il papa proibisce senz’altro agli Ebrei diaccendere fuoco di sabato. Nel 1828 le condizioni peggiorano ancora: è obbligatoria lavendita di immobili, si rinnovano i battesimi forzati, si ripetono, con impressionantefrequenza, paurosi casi di oblazioneOvunque c’è atmosfera di persecuzione: in Piemonte si ribadisce l’obbligo del ghetto,tranne che a Nizza; a Parma, un ebreo colpevole di aver chiesto l’ammissione del figlioa scuola è minacciato di arresto: il ragazzo diverrà poi un grande patriota: EnricoGuastalla, uno degli 8 ebrei partecipanti alla Spedizione dei Mille.

Naturalmente gli Ebrei sono esclusi da tutte le Università; tranne che da quella diPadova.Queste penose condizioni di vita suscitano in molti il desiderio di emigrare; cosa nonfacile, perché la tassa di espatrio, che si deve sborsare a favore degli ebrei poveri, èmolto elevata.

IL RISORGIMENTO

Per gli Ebrei, Risorgimento non significava solo unità d’Italia, ma anche e soprattuttoemancipazione; la lotta non era solo contro lo straniero che calpestava il suolonazionale, ma anche contro le classi più retrive della società italiana, preoccupatesoltanto di mantenere gli antichi privilegi e ligie alle tradizioni di conservatorismoclericale. Tutti gli Ebrei -d’Italia partecipano a questa lotta: fanno parte di societàsegrete.

1831 - A Modena Angelo Usiglio e suo fratello Enrico sono collaboratori di CiroMenotti; si può dire che tutto il movimento dei patrioti modenesi è finanziato dabanchieri ebrei. Ora la causa degli Ebrei è più che mai legata a quella dei patriotiitaliani: se un governo reazionario crolla, le leggi antiebraiche vengono abrogate.Nella dura repressione che segue ai moti di Modena, patrioti ed ebrei sono accomunati;Giuseppe Mazzini conta tra i suoi migliori amici degli ebrei.A Torino il movimento mazziniano è finanziato dalla famiglia Todros. David Levi diChieri, il banchiere poeta, scrive un’ode in memoria dei fratelli Bandiera, la cui nonnapare fosse un’ebrea di Ancona.Tutti gli Ebrei anelano al conseguimento di quelle libertà civili cui sanno di avere diritto,ma a lungo essi non ottengono che vane promesse.Ma se tutti gli Ebrei lottavano per l’unità e l’indipendenza d’Italia, anche tutti i patrioti, dalcanto loro, erano favorevoli agli Ebrei: l’emancipazione ebraica è considerata un atto digiustizia che fa parte del programma delle rivendicazioni italianeCarlo Cattaneo e Vincenzo Gioberti, Niccolò Tommaseo sono ardenti fautoridell’emancipazione ebraica; i due fratelli D’Azeglio (Massimo e Roberto) esplicano laloro attività in favore degli Ebrei. Fra gli amici degli Ebrei non dobbiamo dimenticareUgo Foscolo.

1846 - Sale al soglio pontificio Pio IX, al quale guardano con fiducia tutti i patrioti edanche gli ebrei; Infatti egli permette agli ebrei le lapidi funerarie (che da due secoli nonerano permesse), abolisce la predica coattiva e l’imposta di carnevale; si parla perfinodi abbattere i portoni dei ghetti.

IL 1848 E LA PRIMA GUERRA D'INDIPENDENZA

In Italia i moti del ‘48 trovano gli ebrei in prima linea.A Milano (5 giornate, 18-22 marzo) sulle barricate combatte un ragazzo di 15 anni: ilmantovano Ciro Finzi. Giornalisti ebrei, tra cui il triestino Giuseppe Revere, scrivonoarticoli infiammati per esortare i giovani alla lotta. A Torino i giovani, ebrei partono per ilfronte, esortati dal rabbino stesso; e insieme ad ebrei provenienti da altre città, formanola VII Compagnia bersaglieri, che prende parte alla battaglia della Bicocca nella primaguerra d’Indipendenza. A Ferrara si distruggono i pilastrini posti agli sbocchi del ghettoA Venezia, il 23 marzo 1848, è proclamata la Repubblica con a capo Daniele Manin,

figlio o, secondo altri, nipote di un ebreo- Del rabbino Olper si racconta che baciò ilcrocifisso in Piazza San Marco, dicendo: "Siamo tutti fratelli".A Roma, il 9 febbraio 1849, viene proclamata la Repubblica Romana con a capoMazzini e difesa da Garibaldi; il papa Pio IX fugge a Gaeta. Nell’Assemblea nazionale cisono tre ebrei.A difendere la Repubblica Romana accorrono anche ebrei stranieri.Tanto Ciro Finzi che Giacomo Venezian cadono nella difesa della Repubblica Romana:il primo triestino morto per la libertà e l’Italia è un ebreo.La prima guerra d’Indipendenza, militarmente sfortunata, non ha mutato la carta politicad’Italia, ma ha risvegliato le coscienze: si chiede a gran voce libertà religiosa per gliacattolici; Ebrei e Italiani hanno combattuto uniti per l’indipendenza d’Italia, e nell’amoreper la libertà si sono fusi. La prima guerra d’Indipendenza ha dato agli Ebrei dei Regnodi Sardegna l’emancipazione.

L'EMANCIPAZIONE

Il Regno di Sardegna ha il merito di avere concesso per primo l’emancipazione agliEbrei d’Italia. Quando, falliti ovunque i moti rivoluzionari del ‘48, tutti i Governi, revocatoquanto erano stati costretti a concedere, adottarono i pesanti sistemi della reazione,solo in Piemonte la reazione non venne.Carlo Alberto, sul campo dì battaglia di Voghera, firma un decreto col quale concedevatutti i diritti agli ebrei ed agli altri acattolici. Una grande battaglia era vinta; le sconfittemilitari della prima guerra d’Indipendenza non poterono offuscarne la gloria.A Carlo Alberto succede il figlio Vittorio Emanuele II, che mantiene la costituzione e conessa il decreto di emancipazione ebraica. In seguito, questa costituzione sarà estesa atutta Italia. Ministro di Vittorio Emanuele, dal 1852, è il conte di Cavour, provato amicodegli ebrei.Ma tranne che nel Regno di Sardegna, la reazione grava ora su tutta l’Italia; ovunquedomina l’oscurantismo, che opprime patrioti od ebrei e costringe gli uni e gli altri ademigrare e a cercare rifugio in Piemonte o altrove.

LA SECONDA GUERRA D'INDIPENDENZA1859 - Scoppia la seconda guerra d’Indipendenza; Cavour era riuscito a fare stringereun’alleanza militare tra il Piemonte e la Francia; alleanza sostenuta dagli Ebrei francesi,che contribuiscono con offerte volontarie alle spese militari.

1860 - Alla Spedizione dei Mille prendono parte otto ebrei

17 marzo 1861 - Il Regno d’Italia viene solennemente proclamato dal Parlamentoitaliano, al quale tutte le regioni annesse hanno inviato i loro deputati; lo statuto sardodel 1848 entra in vigore in tutto il Regno. Viene così ratificata l’emancipazione ebraica,già riconosciuta nelle varie regioni con relativi decreti, in forma ufficiale.Ma a Roma le condizioni degli Ebrei sono sempre gravi.

LA TERZA GUERRA D'INDIPENDENZA1866 - Con la III guerra d’Indipendenza e l’annessione del Veneto al Regno d’Italia, tuttii cittadini sono dichiarati - con decreto del governatore del re - uguali di fronte alla leggesenza distinzione di fede religiosa.

1867 - Garibaldi tenta di liberare Roma coi suoi legionari, fra i quali combattono alcuniebrei.

20 settembre 1870 - ritirate da Roma le milizie francesi in seguito allo scoppio dellaguerra franco-prussiana, le truppe italiane, al comando del generale Lamarmora,entrano a Roma. Di queste fa parte anche Riccardo Mortara, fratello di Edgardo, rapitoda bambino e diventato sacerdote cattolico.

2 ottobre 1870 - Roma è annessa al Regno d’Italia; 11 giorni dopo un decreto realeabolisce tutte le differenze religiose.

DOPO IL RISORGIMENTOGli Ebrei italiani si sono gettati nella mischia come Ebrei, e ne sono usciti come Italiani.Entrambi popoli mediterranei, non hanno differenze somatiche tali da far distinguerel’italiano dall’ebreo. Gli Ebrei risiedono in Italia da 2 mila anni, parlano ed hanno sempreparlato l’italiano, anche se i dotti scrivevano i loro trattati in ebraico, e se in qualcheComunità si usava come lingua ufficiale lo spagnolo; soggetti a espulsioni, come tutti gliEbrei d’Europa, essendo l’Italia divisa in staterelli, essi passavano dall’uno all’altro Statocontinuando a parlare l’italiano, a differenza degli Ebrei di altri paesi, che avevano ungoverno unitario e che se venivano espulsi, erano costretti a emigrare verso un paesedi altra lingua. Dopo l’emancipazione, gli ebrei italiani si sono dedicati con fervore, conl’entusiasmo dei nuovi venuti, a quegli studi da cui prima di allora erano esclusi,raggiungendo in brevissimo tempo posizioni eminenti nella vita culturale della nazione.Il popolo italiano, provato da tristi esperienze politiche, non nutre pregiudizi contro gliebrei, che sono accolti e trattati ovunque come fratelli. Si può asserire che dopo il 1870le condizioni degli Ebrei italiani e olandesi sono le migliori degli Ebrei di EuropaNel Veneto e nel Piemonte vi sono famiglie ebree che portano titoli nobiliari e unblasone.Gli ebrei tutti prendono parte alla vita politica, militando in tutti i partiti.Questa particolare posizione degli ebrei italiani nel panorama politico nazionale èdovuta soprattutto alla tradizione risorgimentale: il Risorgimento italiano è movimentosociale e nazionale insieme.Dopo una generazione di ebrei emancipati, anche l’aspetto fisico dell’ebreo è migliorato;il tipo caratteristico dell’ebreo del ghetto curvo, dall’atteggiamento umile e sospettoso, èscomparso. Ma con le libertà civili avanza l’assimilazione: frequenti sono i matrimonimisti, specialmente a Trieste. L’irredentismo triestino è l’ultima fase del Risorgimento ene ha tutte le caratteristiche; e per le stesse ragioni per cui gli Ebrei italiani hanno presoparte alle lotte risorgimentali, gli Ebrei triestini, che a cavallo dei due secoli XIX e XXsono oltre 5 mila, pur essendo in gran parte di origine straniera, militano in prima lineanella lotta irredentistica.Dopo la parentesi della guerra, nel 1920, su 350 deputati, 19 sono ebrei.

TRA LE DUE GUERRE – IL FASCISMO1930 - Dopo il Concordato col Vaticano del 1929, Mussolini fa elaborare la Legge Falcosulle Comunità israelitiche italiane. In seguito a questa legge le piccole Comunitàvengono assorbite dalle grandi, che hanno il compito di custodire il patrimonio storico eartistico di quelle.Ma con questa legge il fascismo, col suo governo accentratore, ha voluto soltantoassicurarsi un controllo.

Dopo l’avvento di Hitler al potere, i profughi dalla Germania vengono accolti e il loroinsediamento non è ostacolato dalle Autorità.Ma molti ebrei non si lasciano convincere dalla Politica illusoria del Governo fascista, erimangono nemici dichiarati del Regime. La situazione va peggiorando sempre più colgraduale avvicinamento del Governo fascista a quello hitleriano14 luglio 1938 - viene pubblicato il "Manifesto della razza" , firmato da un gruppo diprofessori, di cui il più autorevole è Nicola Pende, in cui si sostiene l’assurda teoria dellapurità della razza italiana, prettamente ariana: quindi, gli ebrei sarebbero estranei epericolosi al popolo italiano. In realtà, pochi popoli sono razzialmente così misti come ilpopolo italiano.

LA SECONDA GUERRA MONDIALE

1938-1945 – è un periodo tragico per gli ebrei italiani. Quelli che hanno la possibilità,emigrano, i più verso le Americhe, molti in Palestina. Si registrano molte abiure edanche qualche "arianizzazione", ottenuta col presentare documenti falsi e forti sommedi denaro. Invero sono ben pochi quelli che fanno valere una legge, emanata ad hoc,secondo la quale era da considerarsi "ariano" l’ebreo che dimostrava di essere figlio diun adulterio. Gli altri si adattano a vivere come possono, si organizzano in seno allestesse Comunità e continuano, malgrado le loro peggiorate condizioni, ad aiutare ifratelli d’oltralpe che dall’avvento di Hitler al potere sono affluiti numerosi in Italia, privi dimezzi e bisognosi di cure. La Delasem (Delegazione Assistenza Emigranti), unaSocietà creata a questo scopo, provvede i profughi del necessario.

8 settembre 1943 – Dopo l'armistizio la situazione sì aggrava ulteriormente:cominciano gli arresti e le deportazioni nei campi di sterminio. In dicembre il Governo diSalò ordina ufficialmente l’arresto di tutti gli ebrei e la confisca dei loro beni.Nell’esecuzione di questi ordini gli sgherri fascisti sono coadiuvati dai Tedeschi, cheoccupano l’Italia.Ma il contegno del popolo italiano è commovente. Molti, consci del pericolo cui siesponevano, salvano la vita a ebrei italiani e stranieri, nascondendoli nelle loro case; ipartigiani accompagnano alla frontiera svizzera vecchi e bambini, e li mettono in salvo.Molti ebrei trovano rifugio e salvezza nei monasteri. Ma anche gli ebrei si fanno onorenelle lotte della Resistenza. Come durante il primo Risorgimento si battono anchein questo, giustamente chiamato il secondo Risorgimento, scrivendo una bellapagina della sua storia. Insieme ai loro fratelli italiani, gli ebrei combattono emuoiono per la libertà e la giustizia, perché libertà e giustizia sono beni a tuttipreziosi, ma in modo particolare a chi per secoli ne fu privato. Fra i caduti per laCausa, ricorderemo per tutti i giovanetti: il bolognese Franco Cesana, il più giovanepartigiano d’Italia, il torinese Emanuele Artom, speranza dell’ebraismo italiano, e latriestina Rita Rosani.

DOPO LA GUERRAFinita la guerra, e fatto il tragico bilancio delle perdite, risultano assenti 8 mila ebreiitaliani, massacrati con gli altri 6 milioni di fratelli dalla furia omicida nazista.

La cronologia è stata ricostruita a partire da Breve storia degli Ebrei(www.morasha.it), a sua volta tratta da un volume (ormai esaurito) pubblicato nel 1961

dall'Histadruth Hamorìm (Associazione Insegnanti Ebrei d'Italia - Milano) a seguito di unseminario organizzato nel 1959 a Vigo di Cadore.

MONOLOGHIStudiando il Risorgimento italiano, abbiamo scoperto che non dovremmo

ricordare solo i nomi di Giuseppe Garibaldi, Giuseppe Mazzini, Carlo

Alberto, Vittorio Emanuele II...

Gli Ebrei parteciparono attivamente alla costruzione dell'Italia unita e al

servizio dell'Italia misero il loro talento e le loro energie. Chissà che cosa

avrebbero pensato se fossero stati ancora vivi nel 1938...

Abbiamo immaginato di incontrarli. Ascoltiamo la loro voce.

DANIELE MANINMi conoscono tutti come Daniele Manin, liberato dal carcere nel 1848 per assumere la

guida di Venezia, la mia Venezia… Quanto mi è costato il mio impegno patriottico!

Quante notti passate in carcere a pensare. Quanti giorni passati a sperare di sentire

dalla mia cella voci di libertà dal dominio austriaco! E quel giorno finalmente arrivò. Il ’48

mise sottosopra mezza Europa e anche la mia Venezia. Diventammo grandi insieme:

Venezia Repubblica, io il suo Doge. Che orgoglio!

E’ durata poco, ma ne è valsa la pena. Liberare la mia città dal dominio degli Austriaci

era quello che più desideravo nella mia vita, il sogno che mi avrebbe realizzato! E

quando il 17 marzo il popolo protestò e mi sottrassero dal carcere, che gloria fu! Venne

proclamata la Repubblica di Venezia, con grande approvazione di tutti.

Mi ricordano tutti come Daniele Manin. Anche i libri di storia mi ricordano così. Eppure

io non appartengo alla famiglia Manin. All’anagrafe mi registrarono come Daniele

Fonseca. Perché io sono nato Ebreo. Sorpresi? Non dovreste esserlo. Gli Ebrei hanno

partecipato attivamente al movimento nazionale, hanno rischiato la loro vita per un’Italia

che ancora non esisteva.

Io sono fra questi.

GIUSEPPE FINZI

Io mi chiamo Giuseppe Finzi. Anch’io ho partecipato al Risorgimento italiano. Anch’io

sono ebreo ed anch’io ho partecipato alla storia del mio popolo, il mio popolo… Quante

ne ha passate, quanto ha dovuto soffrire. Già da studente aderii alla Giovine Italia, un

gruppo fondato da Giuseppe Mazzini. Mi impegnai a non confessare mai, e così feci.

Per dodici anni rimasi in prigione, persino in quella di Vienna. Mi condannarono al

carcere duro e, in seguito, alla pena dei ferri. Quando mi liberarono, potei combattere a

fianco di Garibaldi: fui davvero felice. Lottare per l’Unità d’Italia, il mio paese, mi rese

grande.

Per questo rimasi molto deluso nel momento in cui mi comunicarono delle leggi razziali

del 1938. Tolsero i diritti a noi, noi ebrei che insieme agli altri avevamo lottato per l’Italia,

a noi che eravamo italiani tanto quanto gli altri. Ci tolsero tutto quello che avevamo

raggiunto dopo anni e anni di sofferenza e di isolamento. Questo mi fece proprio male!

Dopo aver combattuto nella Prima Guerra d’Indipendenza, a fianco di Garibaldi,

pensavo che tutto si fosse risolto. Nella mia vita dovetti affrontare due problemi: la

persecuzione degli Ebrei e l’Italia non ancora unita. E, in queste circostanze, non so

proprio quale tra le due questioni mi interessasse di più.

Vi rendete conto? Perdere qualcosa per cui avevamo lottato UNA VITA INTERA! Per

tutta la storia, dagli inizi, i nostri predecessori impiegarono la loro vita a ottenere la

libertà… E mi dite che nel 1938 andò tutto in cenere!

DAVID LEVI

Così come altri protagonisti del Risorgimento italiano, anche io sono ebreo. Un onore o

un disonore? Be', dipende dai modi di pensare della gente. Molti, forse quasi tutti, ci

hanno giudicati almeno una volta “stranieri”, gente diversa. Solo perché portavamo la

stella di David sui nostri abiti? Solo perché il nostro culto era differente dal loro? Non

me lo sono mai spiegato. Eppure la tolleranza nei nostri confronti fu sancita già al

tempo dell’antico Impero Romano, quando l’imperatore Costantino emanò nel 313

l’Editto di Milano che riconobbe la libertà di professare liberamente la propria religione.

Le prime persecuzioni arrivarono con la Chiesa di Roma, per questo nella mia vita mi

sono impegnato a difesa delle minoranze religiose. Pensate, nel 1869, ho organizzato

persino un “anticoncilio” a Napoli!

Comunque, durante la storia, noi non abbiamo mai ottenuto una posizione stabile nella

società. Il motivo di questa ostilità storica nei nostri confronti non posso comprenderlo

fino in fondo, perché io mi posso basare solo sul mio tempo. Però so che è una storia

che dura da secoli e secoli e che veniamo tormentati. Perché?

Sin da adolescente mi sono imbattuto in

discriminazioni. Io, per esempio, non ho potuto

frequentare una scuola pubblica, perché nel Regno

di Sardegna, dove sono nato, ai

non cattolici non era permesso accedervi.

Nel 1837 mi sono affiliato alla massoneria di Livorno,

una città molto cara a noi Ebrei.

Perché? Semplicemente perché la città del

Granducato di Toscana, sede di un

importantissimo porto, è l'unica a non aver mai avuto

un vero ghetto.

Dopo essermi laureato a Siena, ho deciso

spontaneamente di andarmene in esilio.

Ginevra, Lione, Parigi e Londra mi hanno offerto

l'occasione di conoscere molti patrioti

italiani. Lo stesso Giuseppe Mazzini si è affidato a me per l'organizzazione della

spedizione dei fratelli Bandiera. Poveri ragazzi... La loro fine mi ha spinto ad

allontanarmi un po' dalla politica per dedicarmi alla poesia. Ne ho dedicata una anche a

loro. Sapete che anche Goffredo Mameli, che voi di solito ricordate per l'inno d'Italia, ha

scritto un componimento in onore di Attilio ed Emilio? Be', non è stato l'unico a farlo.

Rientrato in Piemonte, ho deciso di accettare la sovranità dei Savoia, ma ho continuato

a battermi per la questione sociale e l'emancipazione dei ceti popolari. Ho fatto parte

anche a lungo del Parlamento, seguendo in prima persona la formazione del Regno

d'Italia. Che momento! Sono felice di averlo vissuto. Così come sono felice di non aver

vissuto la perdita dei nostri diritti, la cancellazione dell'emancipazione ebraica...

ENRICO GUASTALLA

Sono un uomo del Risorgimento. Posso dirlo ad alta voce, visto che l'ho vissuto

interamente da vicino. Bersagliere nei moti del 1848, difensore della Repubblica

Romana nel 1849. Anche Giuseppe Garibaldi si è accorto del mio valore, infatti mi ha

dato il soprannome di “caporale del Vascello”.

Poi sono diventato Cacciatore delle Alpi e sono partito con i Mille per la Sicilia. Non ero

il solo israelita: eravamo in otto. Ma allora non importava a nessuno se fossi ebreo,

cattolico o ateo. Serviva combattere per l'Italia e noi combattevamo. Sono rimasto

anche ferito nella battaglia del Volturno e incarcerato ai forti del Varignano e di

Fenestrelle. Queste brutte esperienze non mi hanno comunque impedito di partecipare

anche a quella che voi chiamate Terza guerra d'indipendenza.

Durante la guerra del 1866 sono stato nominato tenente colonnello e sottocapo di Stato

Maggiore del Corpo Volontari Italiani. Per essermi distinto nel combattimento di Cimego

e nella battaglia di Condino del 16 luglio, sono stato persino decorato della croce di

ufficiale Ordine militare di Savoia “per la perizia ed intelligente attività nella direzione

dell’ufficio di Stato maggiore e pel valore e capacità militare dimostrata sotto il fuoco

nemico specialmente nei combattimenti”.

Chi poteva più fermarmi? Nel 1867 ho seguito di nuovo Garibaldi per liberare Roma e in

seguito sono stato eletto deputato al parlamento italiano. Prima di morire, all'inizio del

Novecento, mi hanno anche affidato il Museo del Risorgimento di Milano. Insomma, ho

dimostrato per tutta la vita il mio amore e il mio impegno per questa patria. Per questo

sono felice di essermene andato prima del 1938. Non l'avrei tollerato.

ISACCO, ADOLESCENTE NEL 1938

Ma cosa vi ho fatto, amici miei? Sono sempre io! Cosa vi succede?

Perché non posso più venire a scuola con voi o entrare nei nostri negozi?

So che non l'avete deciso voi, ma perché osservate muti quello che mi sta accadendo?

Ecco che cosa rimane della nostra emancipazione, guadagnata in secoli di lotte e

indicibili sofferenze.

Già… L’emancipazione… Ricordo ancora quando il mio bisnonno me ne parlava

qualche anno fa. Mi ripeteva sempre:

“Era nostro dovere combattere al fianco dei carbonari! Eravamo patrioti italiani e per noi

la lotta aveva un doppio valore. Voleva dire liberarsi dall’oppressione straniera e creare

un nuovo governo che avrebbe abolito le leggi antiebraiche. Il riconoscimento di pari

diritti era un atto di giustizia per il nuovo Stato italiano.

Ah, che svolta nel 1848! Non è vero che fu un fallimento. La vera gloria non deriva solo

dalle vittorie militari: lo Statuto di Carlo Alberto rimase in vigore e insieme a questo fu

riaffermata la nostra emancipazione!”.

Sono quasi contento che il bisnonno non ci sia più. Mi sento sollevato dal fatto che lui

non stia assistendo alla cancellazione dei nostri diritti. Chissà perché poi… Non riesco a

farmene una ragione. Mi sembra che l’Italia, la nostra Italia, stia tornando indietro di

secoli, ripiombando nel buio dell’ignoranza e del pregiudizio.

Eppure il duce era stato chiaro qualche anno fa: “L'antisemitismo non esiste in Italia...”.

Perché, allora? Ieri mi sono persino sentito dire che c’è un solo modo per sottrarsi a

queste nuove leggi: ESSERE DISCRIMINATO. Sì, discriminato. Ho sempre pensato

che questa parola avesse un valore negativo… Come cambiano le cose… Se un mio

parente è morto in guerra o per la causa fascista, posso essere discriminato… dagli altri

miei fratelli ebrei!

Mi sento frastornato, incredulo e terrorizzato. Che ne sarà di noi?

Queste maledette leggi razziali!

È come la vita di un bambino… All’inizio tutto gli sembra bello, vive in un mondo nuovo,

esplora e si diverte. Poi, quando diventa adulto, si accorge che la vita si complica. Lo

stesso sta accadendo a noi Ebrei, inizialmente felici e contenti della nostra realtà

italiana e ora delusi e spaventati. Stiamo vivendo un attimo infernale nel quale l’attesa

rallenta i fatti, tutto sembra essere lento e l’ansia pesa. Continua a pesare. E arriva il

punto in cui tutto crolla. Crolla la speranza di aver ottenuto qualcosa per cui si è

dedicata la vita intera! Voi non potete capire il dolore che noi, popolo ebreo, abbiamo

provato alla notizia! I sentimenti provati vanno oltre la delusione. Non potete

comprendere...

PRIMO LEVI

Questo villaggio, o città, o regione, o nazione, è il mio, ci sono nato, ci dormono i miei

avi. Ne parlo la lingua, ne ho adottato i costumi, e la cultura, a questa cultura ho forse

anche contribuito. Ne ho pagato i tributi, ne ho osservato le leggi. Ho combattuto le sue

battaglie, senza curarmi se fossero giuste o ingiuste: ho messo a rischio la mia vita per

i suoi confini, alcuni miei amici o parenti giacciono nei cimiteri di guerra, io stesso, in

ossequio alla retorica corrente, mi sono dichiarato disposto a morire per la patria. Non

la voglio né la posso lasciare: se morrò, morrò “in patria”, sarà il mio modo di morire

“per la patria”.

Mantenne la promessa.

SHOAHPER NON DIMENTICARE

DESTINATARIO SCONOSCIUTO

Spunti per la riflessioneLe domande poste dal libro, di cui noi abbiamo visto una trasposizione teatrale, sonodue:1) In che modo il nazismo ha potuto cambiare la mente di molti tedeschi colti,intelligenti e sensibili fino a indurli a rinnegare l'amicizia che li aveva legati in passato a qualsiasi persona ebrea?2) Come si può uccidere un nazista semplicemente scrivendogli lettere? Ad attrarrel'attenzione di Elliott e Katherine, nel 1938, è un breve articolo riportato dai giornali.Tornati in America dalla Germania, alcuni studenti avevano scritto ai loro amicitedeschi lettere fraterne dove prendevano in giro Hitler. In risposta avevano ricevuto un accorato invito a "smetterla" dato che la posta era sotto stretta sorveglianza: «Siamo in pericolo. Queste persone non scherzano». E' a questo episodio che Katherine si ispira per scrivere Destinatario sconosciuto.1) Il nazismo ha potuto cambiare la mente di molti tedeschi colti “obbligandoli” adaderire al partito. Erano anche in parte attratti e affascinati dal grande carisma diHitler: credevano che un uomo così forte potesse sollevare la Germania, portandolafuori dalla crisi in cui era caduta nell’immediato primo dopo-guerra. Tutto questoviene messo in risalto anche da Martin quando scrive a Max: “Quell’uomo è comeuna scossa elettrica, energico come lo può essere soltanto un grande oratore e unfanatico, ma a volte mi chiedo se sia sano di mente […]. Naturalmente non esprimoapertamente questi miei dubbi. Ora sono un pubblico ufficiale, lavoro per il nuovoregime e devo esibire il mio assenso. […]. Ma non è soltanto un espediente, c’èqualcosa di più, la sensazione che la Germania abbia finalmente trovato il destino eche il futuro ci stia venendo incontro come un’onda che tutto travolge”.2) Si può uccidere un nazista semplicemente inviandogli lettere perché a quell’epoca la posta era controllata dalla censura e se vi trovavano qualcosa di sospetto o che andava contro il regime nazista, il destinatario veniva arrestato. Max si vendica di Martin poiché lui si è rifiutato di salvare la vita a sua sorella Griselle, in quanto ebrea. Gli comunica quindi per posta le dimensioni dei quadri, dei pennelli, i colori dei dipinti da ordinare e altri numeri, per così dire, “campati per aria”. La posta di Max viene controllata, Martin viene arrestato a causa dei molteplici numeri presenti nelle lettere e gli viene chiesto di riferire alla polizia quale sia il codice per decifrare i messaggi. Martin, non essendo a conoscenza di alcun codice, non può rispondere. Si presume abbia fatto una brutta fine perché le lettere inviate tornano a Max con il timbro “Destinatario Sconosciuto”.Dopo l'incontro avvenuto giovedì 28 gennaio 2010, ci siamo confrontati sulle informazioni raccolte.

1) Spiega il significato dei termini: ebreo, giudeo, israelita,israeliano.Ebreo = ivrí = che passò oltre da una religione politeista ad una monoteista Abramo: capostipite delle 3 religioni monoteiste:a.ebraismob.cristianesimoc.islamismoGiudeo = da Giuda, figlio di GiacobbeSi credeva fosse Giuda Iscariota, che tradì Gesù, quindi si sosteneva che gliebrei fossero dei traditori e dei deicidi (uccisori di Dio).Israelita = da Israel GiacobbeIsraeliano = dello stato di Israele2) Cos’è la diaspora? In quale periodo avvenne?La diaspora è la dispersione di un popolo nel mondo dopo l’abbandono delle terre di origine. Un esempio è la migrazione degli ebrei fuori dalla Palestina, avvenuta nel 70 d.C. , dopo la distruzione del Tempio di Gerusalemme da parte deiRomani.3) Cos’è la Torah? Perché è importante per gli ebrei?La Torah è l’Antico Testamento e significa “insegnamento”. Vi è riportato come un buon ebreo deve vivere.E’ importante perché da questa hanno estrapolato i 613 precetti, tra cui anche i 10 Comandamenti, ed è diventata l’Alaha, la legge.4) Chi è il rabbino?Il rabbino è un maestro che si è laureato anche più di una volta e che ha studiato e approfondito la Torah.5) Cos’è la sinagoga? Quali attività vi si svolgono?La sinagoga è il luogo dove gli ebrei si riuniscono, non solo per pregare.Non vi sono immagini sacre perché è vietato rappresentare Dio.6) Cosa rappresenta la Pasqua per gli ebrei? Come la festeggiano?La Pasqua è la prima festività del calendario ebraico.Significa passare (la porta con il segno del sangue dell’agnello all’epoca della decima piaga d’Egitto) e in ebraico viene chiamata Pesach.Celebra l’uscita degli ebrei dalla schiavitù d’Egitto e per questo motivo, in famiglia, si racconta la storia degli ebrei.Si mangia pane azzimo per otto giorni ed erba amara per ricordare le lacrimeversate durante la schiavitù.Si pulisce totalmente la casa.

E’ il primo giorno del primo raccolto.7) Qual è il loro giorno di festa settimanale? Come lo festeggiano?Che cosa non possono fare in quel giorno? Perché?Il giorno di festa per gli ebrei è il sabato (chiamato shabat), che inizia il venerdì sera dopo il tramonto.Lo festeggiano preparando uno speciale pranzo, molto ricco.La donna prepara inoltre un pane, che il padre benedice insieme al vino.In quel giorno non possono compiere alcun lavoro perché è il giorno in cui Dio si è riposato, quindi è proibito svolgere qualunque attività.E’ il giorno dedicato alla famiglia e alla riunione settimanale, alla preghiera e allo studio.8) Quali sono i momenti importanti della vita di un ebreo? Comevengono festeggiati?Circoncisione (milà): si compie a 8 giorni dalla nascita secondo la tradizione ebraica ed entro i 13 anni di età secondo le usanze ismaelite (musulmane).La circoncisione è stata sostituita dal battesimo per i cristiani.Maggiore età (barmizvà): significa assumersi le proprie responsabilità nel rispettare i 613 precetti.Viene svolta a 12 anni per le ragazze e a 13 per i ragazzi.Il ragazzo per la prima volta legge un rotolo di pergamena il sabato mattina, nel giorno sacro.Matrimonio (kiddushin): è una tappa fondamentale ed ogni ebreo si deve sposare perché nella Genesi Dio ha comandato di moltiplicarsi.Ci si può sposare dopo i 18 anni.Si compie la piena realizzazione dell’individuo che crea una famiglia, un nucleofondamentale per il popolo ebraico.Alla fine del rito del matrimonio viene rotto un bicchiere per ricordare la distruzione del Tempio di Gerusalemme.9) In che modo e in quali momenti della giornata devono pregare gliebrei?Per le tre preghiere quotidiane, l’uomo ha degli orari stabiliti, mentre la donna può pregare quando vuole perché deve badare ai figli.Ci sono indumenti appositi per eseguire la preghiera:- il tallet (o tallit) è uno scialle con molte frange, molto importanti, e 613 nodiper ricordare i precetti;- la kippá è una papalina che simboleggia l’umiltà e la sottomissione dell’individuo a Dio;- i tefillin sono dei filatteri che si legano sul braccio e sulla testa.

10) La storia degli ebrei è stata divisa in tre fasi: quali? A qualiperiodi corrispondono?La storia degli ebrei è stata divisa in tre fasi:1. La conversione: gli ebrei non possono vivere tra noi se non si convertono, dal 300 d.C. al 1200 d.C.2. L’espulsione: gli ebrei non possono vivere tra noi, dal 1200 d.C. al 1940d.C.3. Il massacro: gli ebrei non possono vivere, dal 1940 d.C. al 1945 d.C.11) Descrivi cosa avvenne in ciascuna1. L’imperatore Costantino cerca di convertire gli ebrei al cristianesimo, ma senza esiti positivi.2. Si cerca in tutti i modi di espellere gli ebrei assegnandogli vari simboli di riconoscimento.3. Vengono aperti i campi di sterminio per massacrare tutti gli ebrei e le persone che – secondo il partito nazista – andavano contro il governo o che erano inutili e pericolosi perché potevano “contaminare” la razza ariana.12) In particolare, quali erano le accuse che nei secoli venneroattribuite agli ebrei? Quando vennero perseguitati? Con qualiprovvedimenti?Gli ebrei iniziarono ad essere perseguitati già nel 300 d.C., quando li si accusava di essere ebrei e non cristiani: vennero ritenuti cittadini di serie B, vennero tolti dalle cariche pubbliche, vennero proibiti i matrimoni misti e venne cambiato il loro giorno sacro. Iniziarono ad attecchire i pregiudizi.Dal 1200 in poi, fino al 1900, vennero rinchiusi nei ghetti per evitare che fuggissero. Con l’Illuminismo molti ebrei si arricchirono e vennero ritenuti “ricchi a discapito dei tedeschi”, praticavano il prestito ad interesse perché la loro religione lo permetteva e vennero giudicati “usurai”.Già dall’1800, epoca del colonialismo e imperialismo, l’umanità venne distinta in razze:razza semitica = ebreirazza ariana = prototipo di purezza, di ceppo germanicoDal 1900 al 1945 circa, vennero rinchiusi nei ghetti nazisti per poi essereportati al genocidio dei campi di sterminio.13) In particolare, quando furono creati i ghetti? Come eranoorganizzati?I ghetti nazisti furono creati verso il 1900, erano molto piccoli e con un’alta concentrazione di persone. I primi ghetti, però, fecero la loro comparsa già

nel 1516. Erano dei quartieri recintati da mura, molto malsani, in cui venivano rinchiusi gli ebrei.Venivano ammassati in luoghi ristrettissimi, le epidemie si diffondevano molto rapidamente, le scuole ebraiche erano state abolite e soprattutto dal ghetto era vietato uscire.14) Per quali motivi Hitler perseguitò gli ebrei? Con quali accuse?Hitler odiava sia gli ebrei che i comunisti perché per loro i valori importanti erano la libertà, l’uguaglianza, la fratellanza, la democrazia… (ideali attinti dall’Illuminismo), mentre per il Fürer era la lotta.Riteneva inoltre che fossero stati proprio gli ebrei ad aver fatto perdere allaGermania la Prima Guerra Mondiale e che volessero governare tutto il mondodopo averlo conquistato.15) Cosa furono le Leggi di Norimberga?Le Leggi di Norimberga sono state emanate nel 1935 dal partito nazionalsocialista di Adolf Hitler e adottate in Italia nel 1938 con Benito Mussolini.Sono leggi anti-semitiche, che discriminano solamente gli ebrei.16) Cosa fu la “soluzione finale”? Quando fu decisa?La “soluzione finale” rappresentò la decisione di sterminare la razza ebraica aprendo i campi di sterminio. Ne furono istituiti solamente 6 in tutto il mondo e si trovavano tutti in Polonia, dove c'era la massima concentrazione ebraica:Treblinka, Chelmno, Sobibor, Majdanek, Belzec e Auschwitz-Birkenau.La soluzione finale fu approvata il 20 gennaio 1942, quando i gerarchi tedeschi si radunarono a Wansee con il progetto di massacrare 11 milioni di persone.17) Chi veniva deportato e rinchiuso nei campi di concentramentooltre agli ebrei?Nei campi di concentramento, oltre agli ebrei, furono internati anche gli oppositori politici, gli zingari, i criminali, i testimoni di Geova, gli omosessuali, i disabili…18) Quanti furono gli ebrei uccisi nei campi di concentramento?Le persone sterminate nei campi di concentramento e di sterminio furono 10milioni, tra cui 1,5 milioni erano bambini e 6 milioni ebrei.

AUSHWITZ - BIRKENAUAnalisi del documento

1) Quando si decise di costruire un campo di concentramento adAuschwitz? Per quale scopo? Dove venne costruito?Il più grande campo di sterminio venne organizzato dai nazisti a Oswiecim con il nome Konzentrationslager Auschwitz. L’idea di costruire un campo di concentramento per sgombrare le prigioni che pullulavano di polacchi venne espressa per la prima volta verso la fine del 1939 in riferimento alla nuova ondata di arresti di massa.2) Chi vi fu internato a partire dal 1941?Fin dal 1941 la Gestapo cominciò a spedire ad Auschwitz, oltre ai polacchi, prigionieri politici e membri della Resistenza provenienti da tutta l’Europa occupata, prigionieri di guerra russi e tutti coloro che per qualche motivo venivano considerati dannosi per il Terzo Reich.3) Quando iniziò ad essere anche un campo di sterminio? Perché venne scelto proprio Auschwitz?Dal 1942 il Konzentationslager Auschwitz cominciò a svolgere un nuovo ruolo, quello di campo di sterminio degli ebrei europei e poi, dal 1943, anche degli zingari. Venne scelto proprio Auschwitz sia perché la sua ubicazione facilitava il trasporto, sia perché la zona poteva essere facilmente isolata e mascherata.4) Per cosa venivano utilizzati i prigionieri?La manodopera a prezzo minimo, costituita dai prigionieri destinati a morire, serviva innanzitutto alle SS, ma anche ai grandi consorzi industriali, fra cui laIg-Farbenindustrie, la Hermann Göring Werke, la Siemens-Schuckertwerke, la Krupp, ecc…5) Come venivano schedati i prigionieri?I detenuti venivano schedati: i loro dati personali erano registrati e si assegnava loro un numero di carcerazione, che doveva sostituire il cognome diventando così l’unico segno di identificazione. A cominciare dall’inverno del 1940 fino al 1943, i detenuti venivano fotografati in tre pose nel laboratorio fotografico del campo (erkennungsdienst). Col tempo venne introdotta l’usanza di tatuare il numero sull’avambraccio sinistro di ogni prigioniero per prevenire le evasioni dei detenuti dal campo e facilitare, se catturati, la loro identificazione.

6) Cosa significavano i differenti triangoli colorati sulle casacche?Ogni prigioniero veniva contrassegnato con un triangolo, il cui colore dipendeva dal motivo dell’arresto. = nemici della Germania nazista accusati di reati politici

= zingari (ritenuti asociali)

= criminali

= testimoni di Geova

= omosessuali

= ebrei. Il secondo triangolo indicava la causa dell'incarcerazione

7) Quali erano le condizioni di vita dei prigionieri?Il clima malarico Oswiecim, le condizioni sanitarie al di sotto di ogni norma igienica, la fame, i vestiti che non riparavano dal freddo, raramente cambiati,non lavati e mal disinfettati, i topo e gli insetti facevano sì che le malattie si diffondessero con facilità, trasformandosi in epidemie che decimavano i detenuti. Particolarmente difficili erano le condizioni igieniche a Birkenau, dove mancavano sia le fognature che le tubature dell’acqua e per questo si approfittava di ogni pozza per lavarsi.8) Come si svolgevano le giornate? Alzata, pasti, ore di lavoro…Con il “gong” che fungeva da sveglia e annunciava il nuovo giorno, entrava con impeto il capo-blocco che, gridando e picchiando, vigilava che venisse tutto riassettato. Poi venivano cacciati fuori dalle baracche, con qualsiasi tempo, sulla strada principale del campo. La colazione era costituita da mezzo litro di un liquido amaro chiamato caffè, poi tutti si mettevano in fila sulla piazza dell’appello da dove, alcuni minuti più tardi, si recavano a lavorare schierati afile di cinque. Si lavorava ben dodici ore, spesso senza intervallo e di corsa, sotto i colpi dei manganelli di cui erano armate le guardie delle SS ed i Kapò. Il ritmo di lavori era accelerato dai frequenti colpi di manganello e di staffile.Un’ulteriore tortura erano poi gli zoccoli di legno, che rendevano difficile ogni movimento. Durante il ritorno al campo, i prigionieri picchiati a morte o

feriti venivano trascinati o portati sui carrelli e sulle carriole dai loro compagni.Terminato l’appello, i detenuti ricevevano il pasto serale: 300 grammi di pane,30 grammi di margarina, un po’ di decotto di erbe.9) A cosa serviva e in che condizioni si svolgeva l’appello?L’appello serviva per dimostrare che le cifre indicate nel registro corrispondevano allo stato effettivo. Gli appelli serali duravano a volte alcunedecine di minuti o persino alcune ore, durante i quali i prigionieri erano tenuti in piedi o con le gambe accovacciate. Nel campo femminile frequenti erano gliappelli punitivi, durante i quali le prigioniere stavano per ore e ore inginocchiate con le braccia in alto.10) Chi erano i m usulman i ? Cosa succedeva loro prima di morire?I prigionieri che morivano per fame erano chiamati, nel gergo del campo, “i musulmani”. Prima di morire sfilavano nell’ “atrio del crematorio” i malati, sfiniti per mancanza di assistenza medica e di medicinali.11) Che fine facevano i malati?I malati che – secondo le SS – erano ormai inguaribili venivano mandati, dopoun’accurata selezione, alla camera a gas o al forno crematorio dopo essere stati uccisi con un’iniezione di fenolo. Nel campo femminile di Birkenau le malate e le convalescenti che non davano speranze di una guarigione rapida, venivano sistemate nel blocco nr 25, una baracca isolata dalle altre. Destinate a morire nelle camere a gas, erano private di ogni nutrimento. Se morte, venivano ammassate nel cortile, se sopravvissute,venivano, dopo alcuni giorni, trasportate con un camion nelle camere a gas.12) Quali trattamenti avevano i bambini?I bambini nel campo venivano trattati alla stesso modo degli adulti: alcuni servivano ai medici delle SS come cavie per gli esperimenti, gli altri dovevanolavorare duramente.13) Quali tipi di punizioni potevano essere inflitti ai prigionieri? Perquali motivi?Tutto poteva essere motivo di punizione: bastava chinarsi per raccogliere unapatata, accendere una sigaretta, fare un bisogno nel momento sbagliato, scambiare il proprio dente d’oro con una fetta di pane o lavorare in modo poco produttivo. La gravità della punizione ed il suo genere dipendevano dall’umore del soldato delle SS. I più frequenti erano: le frustate, la pena “del palo”, la pena “del pilastro”, gli appelli punitivi, le brigate di lavoro punitive, il lavoro extra, le celle di rigore, la riduzione o la sospensione totale delle razioni di cibo. Nel caso delle evasioni gli ufficiali delle SS applicavano il

principio della responsabilità collettiva. Quelli che erano sospettati di aver collaborato o tentato di evadere venivano pubblicamente impiccati o fucilati.14) Quali tipi di esperimenti venivano compiuti sui prigionieri? A cosa servivano?Come negli altri campi, anche nel kl Auschwitz, i medici delle SS compirono numerosi esperimenti criminali sui prigionieri. Ad esempio, servivano alla scopo di elaborare un metodo di rapida eliminazione biologica, sterilizzare gli uomini e le donne ebrei, avanzare le ricerche genetiche e antropologiche. Ad Auschwitz venivano inoltre sperimentati diversi preparati: si introducevano delle sostanze tossiche nella cute dei prigionieri, venivano eseguiti trapianti cutanei, ecc…15) In cosa consistevano e in che modo avvenivano le azioni speciali?Di queste azioni ce ne sono state centinaia. Si sbarrava la porta ermetica della camera a gas, le SS introducevano negli appositi fori del soffitto il gas ciclone B e nel giro di 15-20 minuti le vittime chiuse nelle camere soffocavano. I corpi venivano bruciati in 4 forni crematori o all’aperto nei roghi, o nelle fosse.16) In che modo venivano uccisi gli ebrei?Gli ebrei venivano uccisi prevalentemente con le camere a gas. Potevano essere uccisi anche con una fucilata nella nuca o dalle bastonate. Alcuni morivano a causa delle epidemie, altri della fame, degli esperimenti scientifici oppure a causa dei frequenti incidenti di lavoro che accadevano. Alcuni invece, arrivati all’esaurimento, si lanciavano contro il filo spinato per suicidarsi. A causa di queste morti, però, le SS prendevano 10 persone a caso e le fucilavano perché le ritenevano responsabili della morte del suicida.17) Che fine facevano i beni e gli oggetti personali degli ebrei deportati e uccisi?Nella ricerca del guadagno non si risparmiavano nemmeno i cadaveri: l’oro deidenti, rifuso, veniva spedito all’Ufficio della Sanità delle SS ed alla Banca delTerzo Reich, i capelli tagliati alle donne venivano trasformati in tessuto e leceneri utilizzate come fertilizzanti.18) A cosa serviva e in che modo avvenne la R esistenza nei campi d i Auschwitz?La Resistenza, un movimento dapprima spontaneo, non organizzato, poi, con iltempo, perfezionato, tentava di salvare i prigionieri in pericolo di vita, di procurare le medicine, di portare l’aiuto medico ed il conforto psicologico. Un

esempio di come agiva la Resistenza ad Auschwitz fu la ribellione del Sonderkommando.19) Cosa fecero i nazisti quando iniziarono le sconfitte dell’esercitotedesco?I nazisti si misero a cancellare ogni traccia della loro attività criminale. I documenti vennero distrutti, le baracche smontate, gli oggetti personali dellevittime bruciati, le camere a gas e i crematori fatti saltare in aria. I prigionieri rimasti in vita vennero evacuati in altri campi sempre come manodopera a basso prezzo, mentre quelli sul punto di morire vennero lasciati nel campo e furono trovati dagli Alleati.20) Quando avvenne la liberazione dei detenuti dei campi di Auschwitz?Il campo di Auschwitz-Birkenau venne liberato il 27 gennaio 1945 dalla 60 Armata del I Fronte Ucraino.

AUSCHWITZFrancesco Guccini

Son morto con altri cento,son morto ch'ero bambino:passato per il camino,e adesso sono nel vento.Ad Auschwitz c'era la neve:il fumo saliva lentonel freddo giorno d'invernoe adesso sono nel vento.Ad Auschwitz tante persone,ma un solo grande silenzio;è strano: non riesco ancoraa sorridere qui nel vento.Io chiedo come può l'uomouccidere un suo fratello,eppure siamo a milioniin polvere qui nel vento.Ancora tuona il cannone,ancora non è contentodi sangue la belva umana,e ancora ci porta il vento.Io chiedo quando saràche l'uomo potrà impararea vivere senza ammazzare,e il vento si poserà.

SE QUESTO E’ UN UOMOPRIMO LEVI (1919–1987)

Voi che vivete sicuriNelle vostre tiepide case,Voi che trovate tornando a seraIl cibo caldo e visi amici:Considerate se questo è un uomoChe lavora nel fangoChe non conosce paceChe lotta per mezzo paneChe muore per un sì o per un no.Considerate se questa è una donna,Senza capelli e senza nomeSenza più forza di ricordareVuoti gli occhi e freddo il gremboCome una rana d’inverno.Meditate che questo è statoVi comando queste parole.Scolpite nel vostro cuoreStando in casa andando per via,Coricandovi alzandovi;Ripetetele ai vostri figli.O vi sfaccia la casa,La malattia vi impedisca,I vostri nati torcano il viso da voi

ANALISI DEL FILM “L’AMICO RITROVATO”Dal romanzo di Fred Uhlman

Anno di produzione 1989 Regia di Schatzberg Produzione franco-anglo-tedesca

L’AMBIENTAZIONEIl film è ambientato a Stoccarda negli anni Trenta del ‘900. Lo si intuisce perché vengono mostrate le svastiche naziste di Hitler, che salì al potere nel 1933. Gli elementi del periodo storico che sono messi in rilievo dal film sono la contestata amicizia tra un tedesco e un ebreo e le persecuzioni contro gli ebrei, che rompono questa magica amicizia. I luoghi in cui si svolge la storia sono dapprima New York e poi Stoccarda. La vicenda trova luogo in molti spazi della città di Stoccarda, principalmente, la scuola, la casa di Hans, la casa di Konradin e molti spazi aperti come il bosco e i campi.

L’INTRECCIOHenry, Hans, è al parco con la sua nipotina che sta giocando. Tornano all’albergo, dove c’è sua figlia, e pranzano insieme. Lei gli dice che non è necessario che affronti questo viaggio, ma Henry crede davvero che sia indispensabile. Si fa accompagnare in un vecchio palazzo, dove probabilmente viveva con suo zio a New York, e trova molti ricordi della sua giovinezza, come le forbici da medico di suo padre e delle monete.Parte per Stoccarda, dove, vedendo gli edifici e le botteghe, affiorano nella sua mente tutti i momenti passati in quella città da ragazzo.Hans frequenta un liceo di Stoccarda. Un giorno arriva in classe con lui Konradin untedesco di stirpe nobile. Il particolare modo di comportarsi di Konradin impaurisce gli altri ragazzi, ma affascina Hans, che desidera diventare suo amico. Un giorno Konradin si accorge che Hans ha una collezione di monete antiche e così scoprono di avere una passione in comune. Sulla strada verso casa, Konradin e Hans iniziano a discutere; da lì inizia un’amicizia basata anche su interessi comuni: Hans invita Konradin a casa sua, gli fa conoscere i suoi genitori e gli mostra la sua collezione di monete. Anche Konradin invita Hans a casa sua: non viene però presentato ai genitori dell’amico e Konradin gli dice che è perché sua madre odia e teme gli ebrei e suo padre ne sostiene la mentalità. Non gradiscono, inoltre, che il figlio frequenti ebrei.Le leggi razziali di Hitler compromettono i rapporti tra i due giovani e le strade deidue ragazzi, quindi, si separano quando i genitori di Hans decidono di mandare il ragazzo da alcuni zii a New York. Una volta messo in salvo il figlio, i genitori di Hans si suicidano con il gas. Da quel momento Hans non sa più nulla delle vicende di casa propria, cambia nome in Henry, diventa avvocato e si costruisce una nuova vita in America.

A distanza di anni, Henry, torna a Stoccarda per ritrovare il suo amico. Dopo numerose ricerche torna nella sua vecchia scuola e scopre che Konradin è stato giustiziato per aver preso parte al complotto per uccidere Hitler. Alla luce di questa rivelazione, Hans si rende conto che il suo amico non aveva gli stessi ideali della madre nazista e capisce di aver ritrovato Konradin, anche se ora non c’è più.

PERSONAGGI PRINCIPALII personaggi principali del film sono Hans, Konradin e sua madre.Hans è di origine ebrea, suo padre è un medico e sua madre lavora in casa. Ha un carattere socievole, è simpatico e sicuro di sé. I suoi interessi sono l’avventura e le collezioni di monete antiche e preziose. E’ convinto che non ci siano distinzioni nettetra ebrei e tedeschi e si chiede come sia fatto un ebreo quando la cugina di Konradin gli dice che non sembra nemmeno ebreo.Konradin è un tedesco di origini nobili. Ha un carattere aperto, solare e senza pregiudizi di alcun tipo. I suoi interessi sono lo studio e le collezioni, come l’amico, di antiche monete. E’ convinto che tra tedesco e ebreo non ci sia alcuna differenza,infatti, seppur i genitori non vogliano, è amico di Hans. Quando va a casa del suo amico, i suoi genitori gli tessono molte lodi a causa della sua ricchezza e nobiltà.Durante la vicenda, nonostante le leggi razziali, cerca di non compromettere il suo rapporto con l’amico, che però si rifugia negli USA per scappare dalle persecuzioni.La mamma di Konradin è prevenuta e cattiva nei confronti delle persone diverse dalei, sia che siano ebrei che neri. Konradin cerca di farle cambiare idea su Hans dicendole che è una brava persona, ma lei, pur di non smentirsi, dice che anche se fosse in fin di vita non si lascerebbe toccare da un medico ebreo (il padre di Hans).

TECNICHE NARRATIVEL’uso del flash-back durante la narrazione (e che prende quasi tutta la durata del film) serve al regista per rimandare indietro la storia dei vari personaggi nel tempo,principalmente quella di Hans, che da anziano ricorda tutta la sua giovinezza arrivando a Stoccarda. L’ordine della narrazione è un intreccio, cioè una tecnica narrativa chenon prevede una narrazione in ordine cronologico, ma comprende molti flash-back, come in questo caso, che servono per spiegare gli avvenimenti passati.L’uso del colore è molto importante; vengono usate tre gradazioni di colori:il colore delle televisioni attuali, molto definito, per gli avvenimenti che riguardano il presente della vicenda, cioè Hans da adulto. Vengono usati all’inizio e alla fine del film;Il colore più attenuato e ridotto per gli avvenimenti che Hans ricorda tornando a Stoccarda e che riguardano il flash-back più lungo e dettagliato. Si incontrano scene di questo tipo per tutto lo sviluppo del film;Il bianco e nero per dei flash-back di brevissima durata, che ricordano al protagonista scene che lui ha vissuto quando era giovane e che adesso sta vedendo

rivivere. Penso si possa definire “déjà vu”, ovvero “già visto”. Viene utilizzato per esempio all’inizio, quando vede che un cane (pastore tedesco) sta rincorrendo sua nipote e si ricorda di due soldati nazisti, visti da ragazzo, con un pastore tedesco che digrignava i denti contro di lui.

RIFLESSIONI PERSONALIIl tema affrontato da questo film è principalmente l’amicizia, che, come dice il titolo “L’amico ritrovato”, si instaura tra due ragazzi che poi si devono abbandonare perché di culture, religioni e classi sociali differenti.Alla fine del film Hans ritrova il suo amico Konradin dopo che ha compiuto un grandioso gesto eroico. Lo ritrova, si può dire, spiritualmente, perché sa che non era cattivo, ma veniva obbligato ad aderire al partito nazionalsocialista.Questo aspetto implicito del personaggio tedesco può essere paragonato anche al protagonista dello spettacolo teatrale “Destinatario sconosciuto”. Martin, infatti, diventato un pubblico ufficiale, non poteva più pensare di rinnegare il partito, ancheperché rischiava di essere ucciso. Il film mi ha fatto pensare molto a come dovevaessere difficile la vita a quel tempo per un ragazzo all’incirca della mia età. Se fossistata in Hans, non avrei esitato a partire per l’America nella speranza di salvarmi, però avrei portato con me tutta la mia famiglia, perché non sarei riuscita a vivere con il pensiero che loro fossero morti per salvare me. Se fossi stata in Konradin, invece, avrei rinnegato subito l’amicizia con un ebreo, non tanto perché ci sia una distinzione razziale, ma per la paura di morire.Non mi è piaciuto il personaggio della madre di Konradin perché secondo il mio parere non esiste una persona superiore all’altra, tanto meno è accettabile che una persona si prenda il diritto di ucciderne un’altra perché la ritiene inferiore. E’ inconcepibile, eppure ci sono state persone così folli e fanatiche che hanno preso questa questione tanto leggermente, e non dobbiamo pensare solo ad Hitler, ma anche a molti altri governatori che, pur di addossare la colpa a qualcuno, hanno puntato il dito proprio contro chi la colpa non l’aveva.

BIBLIOGRAFIAMichele Sarfatti, Gli ebrei nell'Italia fascista, Einaudi, 2000

Michele Sarfatti, Le leggi antiebraiche spiegate agli italiani di oggi, Einaudi,

2002

Michele Sarfatti, La Shoah in Italia, Einaudi, 2005

Vittoria Calvani, Scambi tra civiltà vol.3, A. Mondadori Scuola, 2007

Kressman Taylor Katherine, Destinatario sconosciuto, BUR, 2003

SITOGRAFIAwww.morasha.it

http://it.wikipedia.org

www.cdec.it

www.istoreto.it