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Passaggi e paesaggi Itinerari nell’Appennino modenese

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Passaggi e paesaggiItinerari nell’Appennino modenese

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Pubblicazione realizzata dalla Provincia di Modena, Assessorato al Turismo,in collaborazione con le Comunità Montane

TestiDaniela Ricci

Progetto editoriale, art direction e impaginazioneMaus & Muttley Design - [email protected]

FotografiaNicola Nannavecchia

Direzione editorialeDaniele Bindo

Coordinamento tecnico editorialePaola Bonfreschi

Coordinamento redazionaleMaria Bartolacelli

Comitato tecnico di riferimentoProvincia di Modena: Daniele Bindo, Paola Bonfreschi,Maria BartolacelliComunità Montana Appennino Modena Ovest: Dima Tazzioli, Laura ZonaComunità Montana del Frignano: Paolo Guerri, Maria Cristina RossiComunità Montana Appennino Modena Est: Laura Corsini

StampaArtestampa srl - www.artestampaweb.it

Si ringrazia per la collaborazioneComuni dell’Appennino modenese, IAT e Uffici di informazione turistica,associazionismo turistico e sportivo, Regione Emilia-Romagna, Apt Servizi,Unione Appennino e Verde, Servizio Ambiente (Provincia di Modena),Servizio Cultura (Provincia di Modena)

Gennaio 2004

Provinciadi Modena

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“Non credevo che fosse così bello!”Questo è il ritornello, simpaticissimo, piacevolissimo, che cisentiamo ripetere sempre più spesso da coloro che per la primavolta hanno avuto la fortuna di trascorrere un periodo di vacanzanel nostro Appennino.“Non credevo che fosse così bello!”A noi che, non solo per ragioni che definirei d’ufficio, abbiamosempre saputo che la nostra montagna è bellissima questaconsiderazione, anche se scontata, scalda il cuore, ci sembra ungiusto risarcimento verso terre e paesaggi che soffrono di uningiustificato anonimato, che troppo spesso non vengono tenutinella considerazione che meriterebbero nel contesto delle possibiliscelte di vacanza, che oltre che un’attrattiva forte in virtù delleindiscutibili qualità paesaggistiche hanno nell’accoglienza, caldae amichevole quel valore aggiunto che manca ad altri territori.Con la guida che pubblichiamo ora ci dotiamo di uno strumentoulteriore nella nostra quotidiana opera di promozione e diffusionedelle bellezze del nostro Appennino. Una guida generale di tuttoil territorio montano della Provincia di Modena mancava. Molteguide tematiche e di settore sono a disposizione del turista odell’escursionista, tutte molto curate e di grande pregio; mamolte ci esprimevano il desiderio di uno strumento che ci desseun’immagine complessiva di tutto l’Appennino, che attraversouno sguardo panoramico valorizzasse nel suo insieme un territoriocon forti omogeneità e singolarità. Questa guida è la risposta aqueste sollecitazioni e ai molti che hanno voglia di percorsi varie articolati; ma è stata anche per noi un riscoperta di alcunepeculiarità che avevamo dimenticato o che da tempo non avevanouna contestualizzazione di tipo turistico: pensiamo a tutti gliindizi e le vestigia legate alla Seconda Guerra Mondiale che sonotante nella nostra montagna.Grazie a questa guida noi speriamo che siano sempre di piùcoloro che ci verranno a trovare e, ne siamo certi, la prima cosache ci diranno sarà:“Io non pensavo che fosse così bello!”

Mario LugliAssessore al Turismo Provincia di Modena

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Natura 1Rocce, sassi, rupi e caverne: sulle tracce dei popoliprimitivi dell'Età Neolitica e dei cercatori d'oro

La via colorata di porpora: dalle rosse caverne del Calvarioalle alte brughiere a mirtillo

Sulla strada del Duca nel regno dei mirtilli e sui Sentieridella Luce alla scoperta delle verdi praterie della Valledell'Ospitale

Un magico mondo di roccia: dai pinnacoli delle Rupi diVarana ai Sassi delle Streghe

Camminando tra le foglie dei faggi e dei castagni secolari

Natura 2Il ponte romanico sul torrente Dolo e gli antichi muliniad acqua sui torrenti Dragone e Rossenna

I ponti romanici della Fola e della Luna, le escursionisui torrenti, i laghi d’alta quota e le torbiere

Il monolite del Ponte del Diavolo e il Ponte romanico diOlina, le sculture naturali delle Molasse nella Selva diBrandola, le zone umide della Chioggiola e i balzi delleCascate del Bucamante

Gli antichi mulini tra castagneti secolari e verdi distesenel Parco dei Sassi di Roccamalatina

Storia 1Capitelli e fregi decorati con motivi arcaici di nastriintrecciati e fiori testimoniano la rinascita di un’arte riccadi fantasia

Rare lunette in pietra scolpita, decori con figure di animalidalle sembianze leonine e pregevoli affreschi del ‘400ornano le belle pievi medievali in pietra p. 79

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p. 63

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Indice6

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Le potenti abbazie e le autorevoli pievi fondate nell’annoMille e all’epoca della Contessa Matilde di Canossa, vericentri del potere spirituale e temporale

L’ influenza del Duomo di Modena, ma anche dei bizantinigiunti intorno al Mille fino alla valle del Panaro, neimotivi architettonici e decorativi dell’arte romanica

Storia 2Le sagome solide e massiccie dei castelli e delle case-torrifortificate parlano di incessanti lotte tra fazioni nemiche,incursioni di briganti e assalti di animali feroci in un’epocainquieta e violenta

Misteri ed enigmi in Appennino: le oscure origini dellecapanne celtiche, gli scenari tenebrosi dell’Inquisizione,il racconto di drammatiche epidemie e battaglie

La fitta rete dei castelli e delle fortificazioni arroccatesui poggi a difesa delle terre dell’Appenino modenese

Stretti vicoli, attraversamenti a volta, caratteristici edificia corte nei piccoli borghi antichi disseminati sui pendii

Storia 3Le tracce delle battaglie della Seconda Guerra Mondialenelle trincee della Linea Gotica a Montese e gli antichimestieri degli abili artigiani locali: il calzolaio, il falegname,la tessitura

I gesti quotidiani della vita legata alla natura nel Museodella Civiltà Montanara a Sestola e l’intreccio tra passatoe presente nell’arte della lavorazione della pietra a Fanano

Le botteghe degli artigiani a San Pellegrino in Alpe,il Memorial e il Museo della Resistenza a Palagano eMontefiorino

Sapori e tradizioni

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Natura e storia sono quindi gli elementi che meglio possonodescrivere il nostro Appennino. Per renderne più semplice eaccessibile la conoscenza, nella guida sono contenute alcuneproposte di itinerari legati a tematiche e ad aspetti curiosi e forsemeno conosciuti.

Esempio:Natura 2La strada delle acque, degli antichi ponti romanici e dei mulini

Ciascun percorso è poi stato diviso in tratte percorribili in unagiornata:

Esempio:Storia 3La strada delle radici storiche: la cività contadina eil bellicoso ‘900

Le tracce delle battaglie della Seconda Guerra Mondiale nelletrincee della Linea Gotica a Montese e gli antichi mestieri degliabili artigiani locali: il calzolaio, il falegname, la tessitura

I gesti quotidiani della vita legata alla natura nel Museo dellaCiviltà Montanara a Sestola e l’intreccio tra passato e presentenell’arte della lavorazione della pietra a Fanano

Le botteghe degli artigiani a San Pellegrino in Alpe, il Memoriale il Museo della Resistenza a Palagano e Montefiorino

Come leggere questa guida

L’Appennino modenese è un territorio unico per l’intreccio divicende storiche e umane che qui hanno avuto luogo e per letestimonianze lasciate che si ritrovano all’interno di paesaggiancora integri nella loro purezza e particolarmente interessantiper le caratteristiche morfologiche, la fauna o, semplicemente,l’armonia di certi scorci.

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Questa guida permette quindi di creare escursioni di un giornoo più, secondo le possibilità e le modalità di organizzare unavacanza, una gita o un viaggio di istruzione.

Poiché gli itinerari tematici si intrecciano, nella guida sono indicatiquesti punti e località di intersezione con un quadrato del colorecorrispondente al capitolo collegato e il rimando al numero dipagina relativo. In questo modo è possibile costruire il propriopersonale percorso o semplicemente approfondire aspetti trattatisotto un’altra tematica.

Esempio:«...Qui giriamo a sinistra sulla SP 24 per Palagano e Monchio. Dalcentro di Monchio seguiamo la deviazione che arriva fino al Parco della Resistenza...»

Altri simboli poi sono stati inseriti nel testo per stimolareapprofondimenti:

indica gli estremi per reperire le informazioni necessarie allavisita;

è il rimando ai box di approfondimento posti a lato del testo;

è il rimando ad un argomento trattato al di fuori dei percorsi diparticolare rilevanza o curiosità;

l’argomento può essere approfondito attraverso la lettura di altreguide per le quali vengono indicati gli estremi.

Le schede di approfondimento si distinguono per la diversa

colorazione della pagina (colore giallo pallido).

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La strada dei boschicentenari, delle rocce edelle rupi rosse emerse

da un antico mare

Natura 1

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Rocce, sassi, rupi e caverne: sulle tracce dei popoli primitivi dell'Età Neolitica e dei cercatori d'oro

La via colorata di porpora: dalle rosse caverne del Calvario alle alte brughierea mirtillo

Sulla strada del Duca nel regno dei mirtilli e sui Sentieri della Luce alla scoperta delle verdi praterie della Valle dell'Ospitale

Un magico mondo di roccia: dai pinnacoli delle Rupi di Varana ai Sassi delleStreghe

Camminando tra le foglie dei faggi e dei castagni secolari

Natura 116

Risana il corpo e l’animo questo dolce paesaggio collinare coperto dai boschi di faggi, querce e castagni,con esemplari secolari che hanno visto il passaggio di Matilde di Canossa. Primordiale come le aspreisole rocciose degli ofioliti che colgono di sorpresa lo sguardo del viaggiatore. Sereno come le alte cimesfiorate dalla brezza nelle giornate di sole. Vivace e spontaneo come i fiori rari e gli animali che crescononelle riserve, nelle oasi naturalistiche e nei suoi parchi.

Per gustare al meglio ogni aspetto di questa natura autentica e vera, niente di meglio che avvicinarsiad essa attraverso lo sport, nelle sue diverse forme: trekking, mountain bike, turismo equestre e ancora,volo a vela, orienteering, arrampicata sportiva e ruzzola.

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Appennino modenese

Boccassuolo

MontecretoPonte di Strettara

Montecuccolo

Sassuolo

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Località di raccordoNatura 1Natura 2Storia 1Storia 2Storia 3

Sapori e tradizioni

SP.19

SS.12

SS.12

SP.4

SP.4

ModenaReggio Emilia

Lucca

Pistoia

SP.25

Bologna

Zocca

Festà

Guiglia

RoccamalatinaMonteombraro

Ospitaletto

Montese

Maranosul Panaro

Maserno

Castelluccio

Semelanodi Sotto

Villad’Aiano

Casona

Castel d’Aiano

Montecorone

SP.486

SP.324

P.ssodella Croce

Arcana

P.ssodell’Abetone

Lago Pratignano

M. S. Giulia

Farneta

Roccapelago

Sassostorno

Olina

Monzone

Vesale

Niviano

Semese

Montebonello

Sant’Antonio

Coscogno

Rosola

Pieve diTrebbio

Denzano

Cascatedel Bucamante

Vitriola

Ponte di Olina

Gombola

Rubbiano

M. Cimone

Medola

Lagodella NinfaSassoTignoso

Piandelagotti

Montefiorino

Prignanosulla Secchia

Palagano

Monchio

Pescale

Serramazzoni

Pompeano

Varana

Sassomorello

Sassoguidano

Riolunato

Fanano

Sestola

Fiumalbo

Pievepelago

Ospitale

Romanoro

Fontanaluccia

RiccovoltoVecchio

Frassinoro Lama Mocogno

Polinago

Ponte della Fola

Ponte della Luna

Montalbano

RoncoscagliaS. AndreaPelago

Acquaria

Montecenere

Monteorsello

Renno

RoccaS. Maria

Pavullonel Frignano

S. Martino

Vignola

Dogana

San Pellegrinetto

San Geminiano

P.ssodelle Radici

Serrazzone

S. Pellegrinoin Alpe

Monfestino

Iola

Montemolino

CadignanoSavoniero

La Verna SP.623

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Da Modena, Reggio Emilia e Bologna raggiungiamo Sassuolo.Costeggiando il centro lo superiamo per imboccare la SP 19in direzione di Salvarola Terme e S. Michele dei Mucchietti,fino alle Strette del Pescale. Qui svoltiamo a destra, su unacarreggiata che porta fino al greto del fiume Secchia. Lasciamol’auto al bordo della strada e procediamo a piedi sul sentierocoperto dal tracciato n. 3 dei 45 itinerari nelle Valli Dolo,Dragone e Rossenna che conduce proprio sotto le Strette delPescale, un balcone roccioso affacciato sul fiume, nel territoriodi Prignano. Qui, in un luogo senza età, sulla sponda destradi quel fiume calmo che prende nutrimento dalle acquedell’Appennino e attraversa tutta la pianura modenese e untratto di quella lombarda per confluire nel Po, si erge astrapiombo l'imponente sperone roccioso del Pescale.Un guardiano di pietra, che custodisce i resti della vitaquotidiana di un villaggio preistorico risalente al V - IVmillennio a. C. Può essere piacevole fantasticare su un piccolosasso appuntito che raccogliamo sulle rive del fiume eimmaginare che questo frammento di roccia sia lo stessooggetto che un uomo o una donna vissuti più di 7.000 anni fa,hanno saputo trasformare in un utensile da lavoro.Da Pescale si prosegue verso sud sulla SP 19 passando perCastelvecchio fino a Prignano. Giunti in paese, scendiamoverso il fondovalle sulla SP 21 fino al raccordo con la SP 23 sullaquale svoltiamo a destra, per raggiungere, a poche centinaiadi metri, il bivio di La Volta. Qui giriamo a sinistra sulla SP 24per Palagano e Monchio. Dal centro di Monchio seguiamola deviazione che arriva fino al Parco della Resistenza

Natura 1Rocce, sassi, rupi e caverne: sulle tracce dei popoli primitivi dell'Eta' Neolitica e dei cercatori d'oro

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Paesaggio, Monchio

Boccassuolo

M. S. Giulia

Prignanosulla Secchia

Palagano

Monchio

Pescale

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Monte Santa GiuliaRitroviamo il fascino familiare della pietra nel Parco che copre,nella sua estensione, con fitte boscaglie di querce e castagni,l'intera sommità del monte omonimo. All’ingresso del parcoci accolgono quattordici grandi sculture monolitiche in pietra,erette per onorare la memoria storica della ResistenzaPartigiana. Un comodo sentiero ci guida alla vetta del MonteSanta Giulia, dove si apre un panorama a 360° sulla PianuraPadana e sulle valli montane circostanti. Il parco è dotato diaree per la sosta e per il pic-nic ed ospita il Centro Servizi alturista con ristorante e sale per incontri. Dalle fontanelle delparco sgorga un'acqua fresca e cristallina; non solo in questoluogo, ma un po' su tutto il territorio dell'Appennino modenesesi alternano fontane, fontanili e polle di acqua potabile, di grandequalità e gradevolezza.Ci riportiamo sulla SP 24, superiamo Monchio e Costringnano,per raggiungere Palagano, grazioso paese dal nome evocativo,con il significato di pepita d'oro. Tracce di attività estrattiverimandano agli Etruschi e ai Romani che qui, si dice, portaronoalla luce giacimenti di oro, argento e altri metalli. Inrealtà, a partire dall’inizio dei primi lavori, risalenti all’epocadegli Estensi, per arrivare al 1943, anno in cui le minierecessarono la loro attività, non furono mai segnalati ritrovamentidi metalli preziosi, ci si accontentò di rame comune e neppurein grande quantità. Dal centro dell’abitato inizia il tracciato delsentiero n. 26 dei 45 itinerari nelle Valli Dolo, Dragone e Rossennache conduce alla zona delle miniere e delle cave.Raggiungiamo a piedi la chiesa parrocchiale, la superiamo esvoltiamo a destra sulla strada secondaria che conduce aToggiano e Casa Corsini, fino all’area dei giacimenti. Si trattadi un itinerario molto suggestivo, tuttavia poco agibile in casodi maltempo, che richiede circa 3 ore di cammino tra andatae ritorno. Lungo il tracciato di superficie si aprono ampi scorcipanoramici sulla vallata del torrente Dragone incorniciata daicolori mutevoli dei boschi ombrosi di querce e castagni, legatial variare delle stagioni. Sullo sfondo emergono il Poggio BiancoDragone e il Cinghio del Corvo, luogo incantato dovenidificano diverse varietà di uccelli rapaci. Incontriamo una

Chiare, fresche, dolci acque

Sgorgano in più puntidell’Appennino, fonti di puraacqua sorgiva. Nei dintornidel Parco della ResistenzaMonte Santa Giulia aMonchio, lungo il sentiero n.13 dei “45 itinerari nelle ValliDolo, Dragone e Rossenna”si può bere alle polle potabilidei Lagoni e di Monte diCostrignano.

Centro Servizi al turistaTel. 0536.966112 - 339.7805594

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Boschi di castagno

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ricca vegetazione di cerri, carpini, roverelle, cornioli emaggiociondoli, oltre a zampillanti cascatelle d’acqua e, ai bordidella boscaglia, antichi metati, piccoli edifici in miniatura dovein passato si essiccavano le castagne raccolte in questi stessiboschi. All’interno del giacimento minerario corrono numerosipercorsi di varia difficoltà, da affrontare con particolare cautelae sotto la guida di esperti. Può accompagnarvi il GruppoEscursionistico Montefiorino, associazione che organizzaitinerari guidati e visite alle miniere, fornendo ai partecipantil’attrezzatura necessaria.Rientriamo a Palagano e proseguiamo in auto fino a Boccas-suolo. La strada si snoda lungo la dorsale appenninicasuperando, una dopo l'altra, le cime verdi e boscose dalle formeancora arrotondate e dolci. A Boccasuolo, antico borgoattraversato da caratteristiche strade selciate, ci sorprende unavariazione sul tema. Il campanile al centro del paese si erge sudi uno sperone di roccia rossastra, spigolosa, aspra, che sovrastal'intera vallata del torrente Dragone: il Grotto del Campanile.Con i Cinghi del Corvo e il Poggio Bianco Dragone esso formal'Ofiolite dei Cinghi, il più imponente affioramento ofioliticodell'Appennino modenese. Una escursione a piedi di circa 2ore lungo il sentiero coperto dal tracciato n. 25 dei 45 itinerarinelle Valli Dolo, Dragone e Rossenna ci porta dal centro del paeseal Monte Cantiere.

1300 metri di caverne elabirinti nelle profondita'della terra

Nelle profondità delle minieredi Palagano e Boccassuolosi estende un percorso lungooltre 1.300 metri, articolatoin 12 gallerie di lunghezzavariabile. Si va dai pochimetri dell’attraversamentopiù breve, ai 700 metri diquello più esteso.

Gruppo EscursionisticoMontefiorino –Tel. 347.7584385 - 335.6313183

Dal centro della terra agliappennini: gli ofioliti

Gli ofioliti sono spettacolarie rari ammassi rocciosi diorigine eruttiva, scaturiti2 milioni di anni fa dal fondodell'oceano. Questigiganteschi speroni isolati,di colore bruno o verdastro,offrono punti di osservazionepanoramica privilegiati espiccano nel paesaggiocircostante per lecaratteristiche uniche diforma, struttura e tipologiadella vegetazione.

Antichi metati p. 64

Grotto del Campanile, Boccassuolo

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Da Boccassuolo raggiungiamo Palagano e da qui proseguiamosulla SP 28 fino a Savoniero. Attraversato il ponte a valle lastrada sale, lambendo le pendici poste sulla sponda sinistra deltorrente Dragone. I colori della verde fascia collinare ciavvolgono e ci accompagnano. In autunno sono i toni arancio,rosso e giallo dei boschi, in primavera e in estate sono i colorisolari delle ginestre e delle primule e tutte le sfumature delrosa di anemoni, viole, orchidee e rose di macchia.Raggiungiamo e superiamo Vitriola per immetterci sullaSP 486 che conduce a Montefiorino. Dopo 2 chilometri siamoal bivio in località Casa Volpe, dove svoltiamo a sinistra indirezione di Piandelagotti. Superiamo Casola e lasciamo la SP486 svoltando a sinistra su una strada secondaria che riportale indicazioni per Lago. La strada che si fa via via più strettae un poco sconnessa, ci porta in 15 minuti alla minuscolaborgata di Medola, uno dei luoghi più appartati e antichidell’Appennino modenese. Pare fosse stata citata da Livioquale Castrum Mutilum, adagiata come un presepe sopra unpoggio attorniato da boschi e rocce. L’antico borgo è situato allependici di un imponente massiccio roccioso di originevulcanica: il Grotto del Calvario. Il Grotto, sulla cui sommitàsorge la chiesa della Madonna del Calvario, è uno dei piùinteressanti esempi di ofiolite in Appennino. Posto sulla rivasinistra del torrente Dragone, esso emerge dal pendiosottostante con pareti che raggiungono circa i 100 metri dialtezza.Risaliamo sulla SP 486, seguendo a ritroso la stradaappena percorsa e procediamo verso Piandelagotti perraggiungere di nuovo il Grotto del Calvario. Nella parete

Natura 1

Nei flysch si legge l'eta'delle colline

Gran parte del territoriooccidentale dell'Appenninomodenese è posto su unabase di argille sulla qualesi collocano, come enormizattere, i flysch. Si trattadi rocce marine formatesinel corso di milioni di annisul fondo del mareprimordiale della Tetide,posto all’incirca nell’areaoccupata attualmente dalMar Tirreno, che hannodato origine alla catenamontuosa appenninica.Nella scoscesa pareterocciosa situata nei pressidel Grotto del Calvario, siapre una sezionetrasversale che mostra lediverse stratificazionisovrapposte di flysch,rivelatrici dell’anticaorigine di queste colline.

La via colorata di porpora: dalle rosse caverne del Calvario alle alte brughiere a mirtillo

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Vitriola

Medola

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Piandelagotti

Montefiorino

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San Geminiano

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rocciosa posta a picco sulla strada, si apre una enorme spaccatu-ra che mostra una vasta stratificazione di rocce antichissime:i flysch. Una sosta al Grotto ci consente di ammirare dallasua cima l’ampia veduta panoramica sul fondovalle, dove siestendono i grandi ventagli di accumulo della Frana di Tolarae di Lezza Nuova che circondano l'ofiolite del Poggio diMedola.Proseguendo sulla SP 486 attraversiamo i confini tra la fasciacollinare e quella montana. Siamo nell'area occupata antica-mente dalla Selva Romanesca, una vastissima foresta di pinie abeti, oggi ricca di boschi di faggio e punteggiata da pascoli.Giunti a Piandelagotti, centro turistico e sportivo di granderilevanza per lo sci da fondo, seguiamo le indicazioni per SanGeminiano svoltando a destra sulla SP 38 e subito dopo asinistra sulla deviazione che conduce al Centro TuristicoBoscoreale. In quest’area si intrecciano gli itinerari di vari sentieriescursionistici che si inoltrano nei boschi circostanti innestan-dosi su una viabilità antica. A poche centinaia di metri dal parcheggio imbocchiamo ilsentiero forestale che conduce fino al Passo delle Radici e dinuovo fa ritorno a San Geminiano. Lo percorriamo solo per untratto fino al Passo del Giovarello, in un’ora di cammino traandata e ritorno. Subito ci accoglie l’ombrosa foresta di faggidenominata Boscoreale nella quale si inerpica il sentiero, insalita fino ai Prati di San Geminiano. Uscendo dalla faggeta sisbuca all'aperto sul pianoro delle Maccherie, parzialmenteoccupato dalla torbiera di Le Maccherie, una vasta pianapaludosa, quasi completamente interrata, che può facilmenteessere confusa con un prato. É una zona umida, ambientetipico dell’Alto Appennino, che rivela i segni delle anticheglaciazioni e che ospita: laghi, lagune, paludi, stagni, torbieree pozze temporanee. Le ricche sorgenti d'acqua che sgorganofra i depositi morenici, sui quali nel tempo si sono adagiati degliaccumuli torbosi, contribuiscono a formare questi ambienti chesi differenziano in base a varie caratteristiche, quali laprofondità dell'acqua, le dimensioni della conca, la permanenzadell'acqua nel corso dei mesi. Proseguiamo oltre perraggiungere il Passo del Giovarello, dove si apre una ampia

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Gli abitanti dei boschi:volpi, scoiattoli e cinghialiNei boschi di castagno,facendo attenzione a nonfare rumore, è possibilescorgere volpi, caprioli, cervie scoiattoli. L'alta collina èabitata da colonie dicinghiali, numerose dopo ilripopolamento. E’ ricono-scibile da lontano il cantodel cuculo, annidato tra lequerce, mentre quellodell' usignolo fa compagnialungo i corsi d'acqua.Radure e prati sono il regnodi beccacce, fagiani, lepri epernici.

Tra genzianelle e ranuncoli,spuntano le erbette carnivoreIn tarda primaveraesplodono su questi pendiile più vivaci fioriture.L’ambiente delle torbiereaccoglie la GenzianellaStellata dai fiori azzurrovioletti, tra le tipologiebotaniche più rare, mentresulle rive dei ruscellicrescono la Calta Palustre,una ranuncolacea dallefoglie di un bel verde lucidoe fiori giallo intenso, ed unapiccola pianta detta ErbaUnta (Pinguicola Vulgaris),alta dai 6 ai 15 cm., che siciba di insetti, dopo averliimprigionati, attaccandolicon particolari acidi, perpoterne assorbirne leproprietà nutritive.

Ufficio informazionituristiche Valli del DragoneTel. 0536.960162Fax [email protected]

Zone umide p.60

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veduta che spazia sulle Alpi Apuane e sulla Garfagnana, nelversante toscano, fino al Monte Cusna, nel versante reggiano.Da qui, a ritroso, ci riportiamo verso il parcheggio e in auto cidirigiamo di nuovo verso Piandelagotti che superiamo indiscesa sulla SP 486 per svoltare a sinistra sulla SP 32, seguendole indicazioni per Madonna di Pietravolta e Frassinoro. Dopo3 chilometri, in località il Monte, abbandoniamo la SP 32 persvoltare a destra su una strada secondaria che conduce al borgomedievale di Riccovolto Vecchio che ancora conserva le traccedel suo passato negli elementi architettonici di interesse inseritiin alcuni edifici. Da qui è possibile organizzare una bellaescursione a piedi che impegna circa 6 ore di tempo. Lasciatal’auto nei pressi del borgo, si prosegue a piedi sul sentierocoperto dal tracciato n. 30 dei 45 itinerari nelle Valli Dolo,Dragone e Rossenna che conduce fino al greto del torrenteDragone. Superato il guado, poco agibile nel periodo di pienadel corso d’acqua, si sale in una fitta boscaglia di querce, allaquale subentra, più in alto, una rigogliosa boscaglia di faggi.Il sentiero prosegue fino a raggiungere il vecchio borgo diSant'Antonio, posto in una piccola radura a breve distanza daun laghetto paludoso. Procedendo in salita, il sentiero si inoltradi nuovo in una macchia di faggi, sbuca su radure verdi e dinuovo si immerge nelle faggete e nelle piccole abetaie checircondano i pendii, fino a raggiungere il limite dellavegetazione arborea, la cima del Monte Sant'Andrea e, ancorapiù in alto, gli oltre 1600 metri dell'Alpesigola. Da qui siimbocca il sentiero che scende verso le pendici di SassoTignoso. Un suggestivo esempio di ofiolite che emerge dalcrinale con le sue forme aguzze, sui cui fianchi svettanonumerosi pinnacoli di roccia originati dalla corrosione degliagenti atmosferici.

Il paese fantasma

Una volta l'anno, ma soloper un giorno, il piccoloborgo di Sant'Antonio, oggicompletamente disabitato,riprende vita. Succede nelmese di giugno quandodecine e decine diescursionisti si dannoappuntamento perfesteggiare la tradizionalefesta del patrono.

Gruppo EscursionisticoMontefiorinoTel.0536-965219347.7584385 - 335.6313183

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Paesaggio, San Pellegrino in Alpe

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Scheda

Parco Regionale dell'Alto Appennino Modenese (Parco del Frignano)Una vasta oasi verde si estende sul territorio dei comuni di Fanano, Fiumalbo,Frassinoro, Montecreto, Pievepelago, Riolunato e Sestola: il Parco Regionaledell'Alto Appennino Modenese.L'ampia area protetta, detta anche Parco del Frignano, è distinta in duesettori separati tra loro dalla depressione dell'Abetone e dalla conca diFiumalbo, raccordati da una fascia di pre-parco di 6.000 ettari di verdee solcati da una fitta rete di sentieri segnalati da percorrere a piedi, inmountain bike e, in parte, anche a cavallo. Lungo questi percorsi si scopronoi diversi volti e gli aspetti più segreti del Parco. Subito colpiscono i colorie le sfumature dorate dei fitti boschi di faggi che coprono le pendici deimonti, a metà strada tra i querceti e i castagneti più in basso e le cime, piùin alto, dove si incontrano praterie e brughiere selvagge in cui si allarganomacchie di mirtillo nero e blu, di ginepro e di copodi, piccole piante similial muschio. Con il Cimone, tra le vette principali del Parco e la più altadell'Appennino Settentrionale con i suoi 2165 m., spiccano il Giovo, loSpigolino e il Libro Aperto, mentre l'Abetone resta il punto più depressorispetto alla linea di crinale. Quando si sale in alta quota colpiscono i segnidi un'antica glaciazione. Qui circhi e cordoni morenici hanno dato originea laghi, torbiere e pozze che spesso si mutano in prati umidi dove inprimavera, al momento del disgelo, l'acqua ristagna. Moltissime specieanimali popolano il Parco Regionale. Tra gli uccelli è recentemente riapparsal'aquila reale mentre sono più diffusi l'allodola, la rondine montana, ilsordone. Scendendo di quota, è facile incontrare nelle faggete la capinera,il pettirosso, il fringuello, il cuculo oltre a picchi, gufi e falchi. Altri ospitidel Parco sono il lupo, il daino, il cervo, il cinghiale, la marmotta, il ghiro,la donnola insieme a faine e volpi.

Ente di Gestione del ParcoVia Tamburù, 8 - PievepelagoTel. 0536.72134Centro Visita Due Ponti, FananoTel. 0536.68563 - Fax [email protected] Visita Cà Silvestro, FiumalboTel. [email protected]

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Oratorio vicino al Centro Visita Cà Silvestro, Fiumalbo

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Scheda

Appennino a cavalloIl binomio “uomo-natura” trova nel turismo equestre forse la sua massimaespressione: è infatti grazie al cavallo che è possibile scoprire un territorioricco e lontano dagli itinerari maggiormente praticati. Non è necessariotuttavia essere cavalieri esperti: esiste infatti la possibilità nella montagnamodenese di cavalcare serenamente con l'assistenza di un accompagnatoreo di un istruttore. Il territorio offre poi - per chi è autonomo - percorsi e sentieristrutturati e pensati per chi ama questo modo di fare turismo. Sono itinerariorganizzati che prevedono posti tappa lungo il percorso e naturalmente lapossibilità di abbeverare il cavallo. In Appennino inoltre sono numerosi imaneggi attrezzati per ristorare cavallo e cavaliere; alcuni centri organizzanoescursioni anche per i più piccoli a cominciare dai quattro anni. Che ilrapporto poi con questo animale sia fonte di benessere psicofisico lo dimostraanche la pratica dell'ippoterapia rivolta ai portatori di handicap e checostituisce ormai una disciplina collaudata ed efficace.Si tratta quindi di un modo certamente diverso ed emozionante per esploraree scoprire in armonia la montagna nel rispetto della natura e dell'ambiente.

FITETREC ANTE Emilia RomagnaFederazione Italiana Turismo Equestre Emilia RomagnaTel./Fax 0547.29822ante.emiliaromagna@tiscalinet.itwww.fiteec-ante-emilia-romagna.it

IAT Sestola, Tel. 0536.62324

Ufficio informazioni turistiche Valli del Dragone, Tel. 0536.960162

Centro Turistico ed Ippico Boscoreale, Piandelagotti, Tel. 0536.967193

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Natura 1

Da Riccovolto ci riportiamo in auto sulla SP 32 svoltando asinistra, in direzione di Piandelagotti che superiamo dopoesserci immessi sulla SP 486. In località Imbrancamentosvoltiamo a sinistra sulla SP 324 verso Sant’Anna Pelago, chepercorriamo fino a Pievepelago dove imbocchiamo la SS 12 indirezione di Fiumalbo. Superiamo il bel centro montanoe la località di Dogana. Poco prima di raggiungere Faidello,svoltiamo a destra in direzione della Val di Luce, un tempochiamata Valle delle Pozze per la presenza di numerose fontie sorgenti. La strada secondaria sulla quale svoltiamo conducea Cà Coppi, saliamo ancora in direzione del Rifugio “RamiSecchi” dove lasciamo l’auto e seguiamo le indicazioni per laStrada del Duca, una massicciata di pietre chiamata anche Viadella Foce poiché conduce al passo di Foce Giovo, antico valicotra Emilia e Toscana. Una passeggiata di circa un’ora ci conduceal passo sulla strada del Duca che si inerpica fra boschi di faggioe praterie a mirtillo. Superato il primo tratto, si apre una ampiaveduta sulla bella Valle delle Tagliole, un’area di grandeinteresse naturalistico, all’interno della quale si snoda unitinerario didattico alla scoperta dei boschi di faggio e deglialberi secolari, tra cui un olmo di 600 anni, il più vecchiod’Italia. Tra vaccineti e praterie raggiungiamo, quindi, FoceGiovo.Al rientro risaliamo in auto e ci portiamo di nuovo sulla SS 12in direzione di Fiumalbo. Superato il centro ci dirigiamo versoPievepelago, dove ci immettiamo sulla SP 324 delle Radici perraggiungere prima Riolunato, poi Montecreto, e infine Sestola,importante centro turistico e sportivo per la pratica dello sci

I vaccineti

Nelle praterie di alta quotasi incontrano vaste distesericoperte da pianticelle dimirtillo che formanomacchie arbustivechiamate vaccineti, dalnome latino del frutto:vaccinium myrtillus. I tondifrutti scuri e saporiti,coperti da una patinaprunosa, forniscono un altoapporto vitaminico.

Centro Visita ParcoRegionale del Frignano,località Cà Silvestro –FiumalboTel. 0536.74052Parco Regionale del Frignano,Consorzio di gestionePievepelagoTel. 0536.72134

Sulla strada del Duca nel regno dei mirtilli e sui Sentieri della Luce alla scoperta delle verdipraterie della Valle dell'Ospitale

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La Via del Duca, Fiumalbo

Montecreto

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P.sso dellaCroceArcana

Riolunato

Fanano

Sestola

Fiumalbo

Pievepelago

OspitaleDogana

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da fondo e da discesa. Da qui ci dirigiamo verso Passo del Lupo,nella zona a monte di Sestola. Avanziamo sulla strada secondariaper circa 15 minuti prima di intravedere sulla sinistra leindicazioni per il Lago della Ninfa. A questo punto cifermiamo sullo slargo posto a destra della carreggiata, dal qualeparte il sentiero che conduce al Giardino Botanico AlpinoEsperia. Un’oasi botanica di rilievo nazionale, situata allependici del Monte Cimone e al confine con il Parco Regionaledell'Alto Appennino Modenese. Su un'area di 3 ettari, situata a 1500metri di altitudine, tra una fitta faggeta e una serie di acquitrininaturali, sono presenti quasi tutte le specie di flora alpina esubalpina tipiche dell’area territoriale appenninica.Ci riportiamo a Sestola e proseguiamo in auto sulla SP 324 delleRadici verso Fanano, una delle porte d’accesso al parco. Quiuna deviazione al nostro itinerario ci permette di effettuare unalunga ed interessante passeggiata a piedi sui monti fino ad

Ospitale, località raggiungibile anche in auto su una stradasecondaria che si imbocca all’uscita di Fanano, e al Passo dellaCroce Arcana. A questa escursione vanno dedicate circa 6 oredi cammino. Dopo aver parcheggiato l'auto nella parte alta diFanano ci incamminiamo verso Ospitale, sul sentiero tabellatoCAI incluso nel tracciato della Via Romea Nonantolana.Questa strada ricalca le antiche direttrici viarie praticate nelMedioevo dai pellegrini che da Nonantola e Modena,seguendo la Valle del Panaro, si dirigevano a Pistoia attraversoil Passo della Croce Arcana. Seguendo il sentiero, la segnaleticaci guida verso il ponte del torrente Fellicarolo, poi in salita nelbosco all'Orma del Bue, un enorme masso dalla forma insolita,fino al crinale del Pizzo di Fanano. Avanziamo ancora un po'per raggiungere Le Lamacce, un altipiano coperto da praterieche domina la valle dell'Ospitale, dove si apre un panoramasuggestivo. Da qui procediamo ancora fino al ponte diRifolengo, superiamo il ponte sul rio Ospitale e, più avanti, ilfosso della Mirandola, risaliamo sulla mulattiera che porta sullapiazza di Ospitale, piccolo centro turistico dalla storia anticache offre un ambiente integro e incontaminato, come le suefonti dalle quali sgorga un’acqua tanto buona da esserecaptata e imbottigliata nello stabilimento di acque minerali che

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In un giardino la floraalpina ed appenninica

Faggeta, prateria, zonaumida, questi gli ambientipresenti nel GiardinoBotanico Alpino Esperiache ospita, inoltre, unazona alpina con 200 speciedi piante, aggregate perprovenienza geografica edistribuzione nei diversiambienti montani. Nellavasta faggeta sono presentispecie arboree tipiche epiante erbacee delsottobosco; nella prateria,piante spontanee e pianteofficinali, mentre nella zonaumida (uno stagnocircondato da una zona diprato umido) piante, inalcuni casi rare, del nostroAppennino. Il Giardino èaperto da giugno asettembre dal martedì alladomenica. Nel restanteperiodo dell’anno sonopreviste visite suprenotazione.

IAT SestolaTel. 0536.62324Fax 0536.61621www.museimodenesi.it

La famiglia delle marmottea spasso nel parcoSui ripidi versanti delMonte Cimone, nell’area diPian Cavallaro e lungo lastrada che da FontanaBedini conduce al lagodella Ninfa, si incontranole tane delle marmotte.Animali sociali, originari

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qui è nato. Nella Valle di Ospitale si segnala la presenza dilongevi faggi, vecchi di secoli, situati nelle vicinanze del RifugioCapannaTassone. Ma non sono gli unici.Nel territorio di Fanano vengono custoditi e protetti numerosiesemplari di alberi monumentali. Si segnalano: faggi secolaridi notevoli dimensioni sull’altopiano di Pratignano; una coloniadi antichi castagni da frutto a Montemezzano; un olmo montanoe alcune sequoie secolari a Lotta; un nucleo di querce secolaria Cella di Trentino. L’ itinerario escursionistico prosegue suun altro tratto della Via Romea Nonantolana, che ci consentedi visitare una suggestiva zona di confine. Il sentiero conducedal centro di Ospitale al Passo della Croce Arcana, unattraversamento naturale tra Emilia e Toscana, importantepunto di riferimento per l’escursionismo e di incontro tra chiproviene dalle diverse direzioni: Fanano, il versante toscanoe il sentiero di crinale 00 del CAI.

dell’arco alpino, che vivonoin famigliole formate danumerosi soggetti, dai 5 ai12, in una sorta di“condominio sotterraneo”dove trova alloggio tutta laparentela. Trascorsi inletargo i mesi più freddi,da ottobre fino ad aprile,esse sono attive dall’albaal tramonto durantel’estate. Le marmotte sonostate introdotte in questearee dal Corpo Forestaledello Stato negli anni ’50e negli anni ’80.

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E nella notte il richiamodel lupoDecidiamo di conosceremeglio gli animali del Parcocominciando dal lupo.Lungo il percorso, previstodall'Ente Parco e UfficioCaccia e Pesca dellaProvincia di Modena nelleattività di ricercafaunistica, ci accompagnauna guida. Affrontiamo innotturna l'indagine delletracce lasciate sul posto dailupi e dalle loro prede.

Centro Visita Due PontiFananoTel. 0536.68563Fax [email protected] Visita Cà SilvestroFiumalboTel. [email protected]

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Paesaggio, tra Fanano e Sestola

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Il gioco della ruzzola nel parcoA due chilometri dal centro di Fanano, in una zona verde di rispetto delParco Regionale dell’Alto Appennino Modenese, a ridosso del torrente Leo,è ubicato un impianto per il gioco della ruzzola gestito dal Gruppo Lanciatoridi Fanano. Il divertente sport popolare, tipico dell’Appennino, è di originiantichissime e viene praticato in diverse aree: da Fanano a Montefiorino,da Lama Mocogno a Montese, da Polinago a Zocca. Ingredienti principalidella ruzzola sono: un’ampia corsia tra gli alberi chiamata treppo, ungrosso disco di legno o di formaggio e, naturalmente, un amichevole gruppodi compagni di gioco. Attorno al disco si avvolge uno spago che va tenutoben fermo al polso, dopo aver eseguito alcune estese oscillazioni del bracciosi lancia il disco con forza, verso un punto prestabilito della pista.

Ufficio informazioni turistiche di Fanano Tel.0536.6882 - Fax 0536.68954GL Ruzzola Fanano-Vitrici Tel. 0536.68597Impianto Lama Mocogno - Via Cimone Tel. 0536.44369Impianto Bago (Montese) Tel. 059.981259Impianto Cuccorosso (Polinago) Tel. 0536.47002Impianto Coscogno (Pavullo) Tel. 0536.23032Impianto Acquaria (Montecreto) Tel. 0536.63722

Orienteering: carta e bussola per orientarsi nei boschiIntrodotto di recente in diverse località dell’Appennino modenese, l’orienteeringè uno sport d’importazione nord europea. E’ una attività molto coinvolgente,da vivere nella natura, che richiede buone doti di resistenza, agilità edestrezza. Strumenti indispensabili sono: una cartina topografica dettagliatae una bussola. Aiutano a seguire correttamente il tracciato individuatoall’interno di un territorio sconosciuto, passando dai punti di controllo fissi.

Ufficio informazioni turistiche di FananoFanano È Tel. 0536.68696 - Fax 0536.66561Parco Regionale del Frignano - Pievepelago Tel. 0536.72134 - Fax 0536.71394Centro Visita Cà Silvestro - Fiumalbo Tel. 0536.74052Ufficio informazioni turistiche di Lama Mocogno Tel. 0536.44066-44475Rifugio Capanna Tassone - Ospitale di Fanano Tel. 0536.68364Ufficio informazioni turistiche Valli del Dragone Tel. 0536.960162

La pesca sportiva nei laghi e nei torrentiIl territorio offre numerose opportunità per l’esercizio dello sport della pescalungo i numerosi corsi d’acqua che bagnano l’Appennino: fiumi, laghi etorrenti. A queste si aggiungono le strutture private: laghetti per la pescaalla trota e altre varietà ittiche tipiche.

Laghetto Pesca Sportiva “Il lido”, Torrente Leo, I Ponti (Fanano)Tel. 0536.69810Laghetto “Le Sorgenti”, Isola di Ospitale (Fanano) Tel. 0536.68637

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Da Fanano avanziamo in auto sulla SP 324 in direzione diSestola, dove svoltiamo a destra sulla SP 30 che in poco piùdi mezzora, passando per Poggioraso, Castellaro e Renno, ciconduce a Pavullo. Una ricca e varia vegetazione circonda lacittadina, località di villeggiatura accogliente e pulsante diattività, dotata di un aeroporto civile, sede di una scuola di voloa vela, meta degli appassionati di questa disciplina sportiva.A Pavullo possiamo fare tappa al Museo Naturalisticodel Frignano, situato presso il convento dei Padri Cappuccini.Nel territorio di Pavullo sorgono due interessanti oasi verdi chemostrano i tratti delle due anime che caratterizzano questoluogo: il passato prossimo dal carattere aristocratico del ParcoDucale e quello più remoto e selvaggio della Riserva NaturaleOrientata di Sassoguidano. Nel primo caso si tratta di unbell'esempio di ordinato parco-giardino all'inglese, disegnatoquasi due secoli fa dalla mano dall'austriaco Huller sucommissione del Duca Francesco IV d’Este, che ha mantenutoquasi integra la sua struttura originaria. Il Parco Ducale coni boschi annessi, si sviluppa su un vasta porzione di territorioattorno al Palazzo Ducale ed ospita un superbo esemplare dicedro del Libano, censito tra gli alberi monumentali d’Italia.Nel secondo caso il paesaggio è modellato dall’estro dellanatura. La selvaggia e dura asprezza della roccia è contornatada pendii coperti da castagneti e querceti secolari, da folteboscaglie di cerri e roverelle che si aprono su inaspettate raduree ampie piane erbose, e nasconde la meraviglia di uno specchiod'acqua - oasi WWF - al fondo di un avvallamento a piatto cheaccoglie specie faunistiche e floristiche tipiche di grande

Natura 1Un magico mondo di roccia: dai pinnacoli delle Rupi di Varana ai Sassi delle Streghe

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In vetrina migliaia di specievegetali tipiche

Ci sono erbari, collezionidi fossili, insetti e piccolianimali imbalsamatiappartenenti alla faunalocale, tra le migliaia direperti conservati nel MuseoNaturalistico del Frignanopresso il convento dei PadriCappuccini a Pavullo. Ilpercorso illustra l'ambientenaturale del Frignano erientra negli itinerari rivoltialle scuole.

Museo Naturalistico DelFrignano, Pavullo - Visitesu richiesta Tel. 0536.20103www.museimodenesi.it

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Niviano

Serramazzoni

Pompeano

Varana

Sassomorello

Sassoguidano

Renno

RoccaS. Maria

Pavullonel Frignano

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interesse. Sono questi gli aspetti più caratteristici della Riserva Naturale Orientata di Sassoguidano, dominata dalmassiccio del Cinghio di Malvarone, che raggiungiamo in autoda Pavullo percorrendo la SP 27 che conduce a Verica, girandoa destra, dopo qualche chilometro, sulla strada secondaria indirezione di Niviano e Lavacchio. In breve raggiungiamo ilbivio dove svoltiamo seguendo le indicazioni per il CentroVisita della Riserva. Questa oasi verde, di elevato valorepaesaggistico occupa la valle del Lerna, affluente del Panaro,ed è attraversata da 3 sentieri tematici dotati di tabellesegnaletiche che ne agevolano l'esplorazione.Ci riportiamo in auto sulla strada secondaria che conduce aNiviano per confluire nella SS 12 che porta a Pavullo,oltrepassiamo il centro e ci dirigiamo verso Serramazzoni cheraggiungiamo, svoltando a sinistra sulla SP 3, dopo circa 4chilometri. Aggiungiamo un’altra tappa al nostro itinerario conla visita alla Rupe Ofiolitica di Pompeano e alla suacaratteristica grotta, svoltando su una deviazione a sinistra pocoprima di raggiungere il centro abitato.Ci riportiamo sulla SP 3 e superiamo Serramazzoni per dirigerciverso Prignano sulla SP 21. Alle prime case dell’abitato di SanPellegrinetto, si svolta a sinistra, in direzione sud, versoSassomorello. L’antico borgo di Sassomorello sorge su uncaratteristico ammasso ofiolitico affacciato sul versantesottostante, con una parete alta 70 metri, che offre un magnificoscorcio del paesaggio. Tra boschi di castagno e roverelle,percorriamo a ritroso la strada che ci ha condotto fin qui, perimmetterci di nuovo sulla SP 21 e raggiungere in breve SanPellegrinetto, dove svoltiamo sulla SP 20 in direzione diMontebaranzone, Campodolio e Varana. Per un breve trattoquesta direttrice si sovrappone al percorso dell’antica ViaVandelli. Sul limitare dell’abitato di Campodolio svoltiamo sullastrada secondaria che conduce a Varana, località nota perl’estrazione di una pregiata qualità di pietra arenaria. É questouno dei materiali di fabbricazione più tipici dell’Appenninomodenese, il cui utilizzo ha seguito la vicende storiche di questiterritori, impiegato fin dalle epoche più antiche nellacostruzione degli edifici, dei lastricati di mulattiere, delle

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200 anni ma non li dimostra

Il Parco Ducale di Pavullo,creato quasi 200 anni fa,offre un’ampia raccolta diessenze e piante tipiche deiluoghi oltre a molte specieesotiche. Circa 50 le diversetipologie censite tra alberie arbusti. Numerosi gliesemplari di notevolidimensioni: frassini, acerimontani, sequoie americanee due giganti secolari: uncedro del Libano, dettoPinone, alto 38 metri conuna circonferenza di 6 metrie un massiccio abete biancodi 27 metri di altezza.

Comune di PavulloAssessorato all'AmbienteTel. 0536.29938

Il nido dei rapaci sulcinghio di Malvarone

Nella Riserva NaturaleOrientata di Sassoguidanovivono parecchie speciefaunistiche. Tra queste,uccelli rapaci come il rarofalco lodolaio, la poiana, losparviero, il gheppio e rapacinotturni come gufi, allocchi,civette. E ancora: istrici,ghiri, scoiattoli, volpi, tassi,faine, puzzole e donnole. Dasegnalare la presenza deigamberi di fiume nel torrenteLerna e del tritone crestatoe del tritone punteggiatonello stagno diSassoguidano.

Comune di PavulloAssessorato all'AmbienteTel. 0536.29938

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coperture di abitazioni.Da Varana, proseguendo poco oltre sulla strada secondaria,raggiungiamo la Rupe Ofiolitica di Varana. Uno sperone diorigine vulcanica costituito da una roccia verdastra, ilserpentino, sulla cui superficie si sviluppa una ricchissimavegetazione con esemplari arborei tipici e numerosi tipi dilicheni. Punto di interesse per escursioni guidate organizzatedal Gruppo Naturalistico “L'Ofiolite di Varana” , i Sassi diVarana sono una ottima palestra per l'arrampicata sportiva, unosport emozionante da intraprendere all'inizio con l'aiuto diGuide abilitate. Ci portiamo di nuovo in auto verso Campodolio, da quiraggiungiamo San Pellegrinetto e svoltiamo sulla SP 21 indirezione di Serramazzoni. Giunti nell’abitato della bella localitàmontana, svoltiamo sulla SP 3 Giardini. Circa 4 chilometri ciseparano da Rocca Santa Maria, che raggiungiamo svoltandoa sinistra su una stretta strada secondaria, dopo aver superatole località di Ligorzano e Stella. Il nastro asfaltato si snoda sulcrinale che separa le due vallate dominate dal borgo di RoccaSanta Maria. Nel punto più alto lo sguardo può cogliere inlontananza ampie vedute della Pianura Padana, delle Alpiveronesi e lombarde, dei rilievi appenninici. Davanti a noi siapre un curioso paesaggio da fiaba, ricco di curve e morbidezzeboscose verdi, gialle e brune che si alternano a prati coltivatie a sbalzi di creste sabbiose di colore grigiastro. Svoltiamoancora a sinistra per raggiungere le prime case del borgo. Asinistra della strada, di fianco all’edificio delle ex scuoleelementari, dove lasciamo l’auto, parte uno scosceso sentierosterrato che scende tra i boschi. Dopo circa un chilometro, dalverde sbucano all’improvviso le guglie del Sasso delle Streghe,una enorme torre naturale rocciosa di materiale calcareo, alta30 metri, composta da blocchi e pinnacoli. Nei pressi del grandemonolite, tra argille scagliose e marne, si notano grandi banchidi fossili marini, evidente testimonianza dell'origine marinadell'Appennino.

Gruppo NaturalisticoL’Ofiolite di VaranaTel. 059.570369

Ufficio informazionituristiche di Serramazzoni,Tel. 0536.952464

Il volo a vela nei cielidell’appenninoLe emozionanti attivitàsportive del volo a vela conil deltaplano e delparapendio possono esserepraticate in tuttol’Appennino modenese suinumerosi balzi adatti aldecollo e piani diatterraggio.

Scuola di Volo a Vela c/oAeroporto Paolucci - PavulloClub Aereo PavulloTel. 0536.324613QuotAppennino - SestolaTel. 347.2717294

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Paesaggio, Rocca Santa Moria

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Da Rocca Santa Maria risaliamo sulla SP 3 e svoltiamo indirezione della pianura fino a Maranello, da qui avanziamoverso Vignola per raggiungere Marano, fiorente polo agro-industriale. Attraversiamo e superiamo la cittadina, avanzandosulla SP 4 fino a Casona. Superato il paese svoltiamo a destrasulla SP 22 che conduce a Coscogno, per raggiungere Festà.Già dalla SP 4 Fondovalle Panaro si scorge la storica torre chesegnala il punto di arrivo della nostra tappa. Dopo qualchecurva in salita abbandoniamo la strada per svoltare a sinistrae arrivare a Festà, porta di accesso del Parco Faunistico diFestà, area di tutela naturalistica e ambientale della zonacollinare. Lasciamo l’auto in paese e dal borgo raggiungiamoa piedi il parco, dove lo sguardo corre oltre le colline, sullapianura modenese, sulla sagoma degli speroni dei Sassi diRoccamalatina e sulle cime più alte dell'Appennino. Cervi,caprioli, daini, abitanti di queste terre da antica data, come pure“esotici” mufloni, popolano il territorio del Parco insieme avolpi, cinghiali, lepri e uccelli quali gazze, fagiani o rapaci comepoiane e falchi pellegrini.Da Festà ci spostiamo in auto a ritroso fino alla SP 22 dovesvoltiamo a sinistra verso Coscogno, lo superiamo eraggiungiamo la SP 36 sulla quale avanziamo in direzione diSan Dalmazio. Tenendo la destra seguiamo quindi la SP 21 finoad Ospitaletto. Procediamo fino al limitare del paese, dovesvoltiamo a sinistra imboccando via Rivara che conduce alle

Salse di Ospitaletto. Qualche curva in discesa e raggiungiamolo slargo con le indicazioni per le Salse, posto a sinistra dellastrada, dove lasciamo l’auto, per proseguire a piedi lungo un

Natura 1

Il paradiso di cervi edaini

Si sviluppa sulla mediacollina nei dintorni diMarano il Parco Faunisticodi Festà, un'oasi verdenaturalizzata dove vivonoin semilibertà cervi e daini,visitabile tutte le domenicheda aprile a ottobre. Neimesi di luglio e agosto siorganizzano visite serali,mentre nell'intero arcodell’anno si possonoprenotare visite guidate percomitive e gruppi.

Ente di gestione eprenotazione Coop. FestàNatura, Casona di MaranoTel. e fax 059.703015

Camminando tra le foglie dei faggi e dei castagni secolari

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Oratorio dei Sassi, Parco Regionale dei Sassi di Roccamalatina

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Zocca

Festà

Guiglia

RoccamalatinaMonteombraro

Ospitaletto

Montese

Maranosul Panaro

Maserno

Castelluccio

Semelanodi Sotto

Villad’Aiano

Casona

Montecorone

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comodo sentiero. L’area delle Salse, conosciuta anche comeBombi della Lama, presenta numerosi crateri dai qualifuoriescono, con un continuo ribollire e borbottio, delleemissioni di fango e acqua salata, le salse appunto, generatedalla presenza di idrocarburi nel sottosuolo. Questi fenomenimutano in continuazione, determinando l’effetto di un curiosopaesaggio lunare, inserito nel verde delle colline circostanti.Raggiungiamo di nuovo Ospitaletto per proseguire sulla SP21 in direzione di Marano, passando per Rodiano. In breveil nastro d'asfalto ci conduce a Marano dove, presso l’anticoMulino Montecuccoli, è situato il Museo di Ecologia e StoriaNaturale, un luogo di studio e conservazione della natura cheospita allestimenti e attività didattiche, scientifiche edivulgative.Da Marano ci spostiamo verso sud sulla SP 4, svoltando indirezione di Bologna, attraversiamo il ponte sul Panaro e inbreve ci immettiamo sulla SP 623 del Passo Brasa in direzionedi Guiglia e Zocca. La strada si inerpica sulle pendici delleprime alture appenniniche e raggiunge Guiglia detta “ilbalcone dell’Emilia” per l’invidiabile posizione panoramica

Il museo della natura Nelle tre sale espositive

del Museo di Ecologia eStoria Naturale, luogo distudio e conservazione dellanatura, sono ricostruiti gliecosistemi del modenese: lezone umide (paludi e fiumi),le foreste (castagneti,querceti e faggeti) e lepraterie. Sono in mostra,inoltre: raccolte geologiche,paleontologiche, botaniche,lichenologiche e zoologiche,con reperti provenienti datutt'Europa. Il Museo ècollegato a due itinerarinaturalistici: il CentroNaturalistico Le Cincie, ilPercorso Natura e il ParcoFluviale di Marano sulPanaro.

Museo d'Ecologia e StoriaNaturale di Marano sul PanaroTel. 059.744103Ufficio AmbienteComune di MaranoTel. 059.793004

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p.63p.161

p.126p.152,p.153

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dalla quale si domina tutta la Valle del Panaro.Proseguendo sulla SP 623 del Passo Brasa raggiungiamo

Roccamalatina dove svoltiamo seguendo le indicazioni peril Parco Regionale dei Sassi di Roccamalatina fino araggiungere il Centro Visita di Rocca di Sotto. L’ampia areaprotetta del Parco risale il versante destro del fiume Panaro esi stende, con una ricca varietà di ambienti naturali, attorno allesvettanti guglie dei Sassi di Roccamalatina, alte fino a 70 metri,che dominano il territorio circostante. Tre itinerariescursionistici attrezzati e segnalati si snodano nella bella areaverde. Da segnalare il sentiero “Salita al Sasso della Croce”,con accesso dal Centro Visita di Borgo dei Sassi a Rocca di Sottodi Roccamalatina, che porta ad un punto panoramico di rarabellezza, nel cuore del parco. Da Roccamalatina ci spostiamo di qualche chilometro sulla SP623 verso sud, svoltiamo sulla deviazione a sinistra in direzionedi Montecorone e poco prima di giungere in paese, svoltiamoa destra sulla strada che conduce alle pendici del Sasso diSant'Andrea. Un picco di roccia calcarea stratificata, circondatoda boschi di querce e faggi, orchidee e gigli rustici, dove nidificail falco pellegrino. In questo luogo si organizza una suggestivaescursione notturna sotto la luna. Siamo in una zona nota per la produzione di castagne, spessoprodotte da piante che possono vantare secoli di vita, comel’esemplare esistente a Monteombraro ritenuto di etàmillenaria, di proprietà privata, il cui tronco misura ben ottometri di circonferenza. Si dice che proprio all’ombra di questapianta la contessa Matilde di Canossa, di passaggio in questiluoghi, si fermò a riposare. La bella pianta è posta nei pressidel castagneto secolare che ospita numerosi alberi da fruttodalle forme suggestive e dai tronchi e fronde imponenti. Èsituata nelle strette vicinanze del paese che raggiungiamo inbreve risalendo in auto da Montecorone fino alla confluenzacon la SP 25, dove svoltiamo a sinistra in direzione diMonteombraro. Al pregiato frutto autunnale è dedicato il Museo del Castagno allestito presso l’Ospitale San Giacomoa Le Lame, località posta a due chilometri da Zocca, facilmenteraggiungibile sulla SP 623. A breve distanza da qui si raggiunge

Centro Visita di Borgo deiSassiaperto nei festivi eprefestiviTel. 059.795721

PromAppenninoTel. 059.986524Fax 059.986510

Un sentiero nel verde perconoscere l'ambientecollinareNella tipica fasciapedemontana dei calanchia Casona di Marano sorgeil Centro Naturalistico LeCincie, un sentiero perl'educazione ambientalecollegato al Museod'Ecologia e StoriaNaturale di Marano. Conl’osservazione degli aspettimorfologici e geologici tipicidel territorio, della floracollinare con boschi,arbusti e praterie e dellafauna locale, si apprendonoi concetti basilaridell'ecologia.

Ufficio Ambiente Comune diMarano Tel. 059.793004CIRDA (Centro IntercomunaleDidattica Ambientale)Tel. 059.765016venerdì ore 16-19

Museo del Castagnop.154

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Sassi di Roccamalatina

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l’area di Monte San Giacomo dove si danno appuntamento gliappassionati dell’antico gioco della Ruzzola o Forma.Sei piste attrezzate per lo svolgimento di gare e tornei, postesulle prime pendici del monte, richiamano numerosi sportivianche da altre regioni.Da Le Lame di Zocca proseguiamo in auto sulla SP 623 versosud. In località Trappola lasciamo la SP 623 per svoltare a destrasulla strada secondaria che conduce a Montalto. Giunti in paesesvoltiamo a destra per raggiungere, poco più in alto, MontaltoVecchio. Nelle vicinanze del centro sorge un bel castagnetosecolare, dove è attiva tuttora la produzione, innestato su unimpianto medievale ben riconoscibile, che conta esemplarimonumentali.In auto procediamo ancora lungo la strada che, tra boschisecolari e rupi suggestive, ci porta a Semelano e quindi a Villad’Aiano. Qui lasciamo l’auto per raggiungere a piedi una localitànascosta tra il verde. Dal centro del paese ci dirigiamo versola chiesa parrocchiale, a lato della quale parte il sentiero checonduce in breve all’Orrido di Gea, luogo suggestivo,incontaminato e selvaggio, circondato da ripide pareti rocciosea strapiombo. Tra i massi appuntiti sgorgano sorgenti cheformano piccole pozze e cascatelle. Procedendo lungo l'anticamulattiera, tra orchidee e fiori spontanei, possiamo raggiungerei resti del Mulino di Gea e i boschi del Monte Nuvoletti.Da Villa d’Aiano risaliamo in auto verso Montese e Masernoper raggiungere Castelluccio, nei pressi del quale sorge il Sassodei Carli, tappa di una interessante escursione. Il Sasso dei Carlidetto anche il Cinghio dei Diamanti, è un piccolo affioramentoroccioso di tipo ofiolitico sulle cui pareti si trovano numerosicristalli di quarzo, calcite, ossido di titanio ed altri minerali.Attualmente l’area, recintata e tutelata, è una riservamineralogica.

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Paesaggio, Zocca

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Castagno secolare, Monteombraro

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Le salse: piccoli vulcani che sprigionano colate di idrocarburimisti ad acque marine fossiliLe Salse, diffuse lungo i rilievi dell'Appennino modenese, sono curiosi episodipseudovulcanici, legati alla presenza di giacimenti gassosi di profonditàche spingono verso la superficie terreste un flusso di fanghi ribollenti emelmosi, formati da acque sotterranee miste a fango e sostanze bituminose.La forte pressione esercitata nel sottosuolo origina crateri alti anche 2 metri,dai quali fuoriescono emissioni miste a pietrame voluminoso, talora confragorosi eventi esplosivi. Gli accumuli di metano e petrolio si accompagnanosolitamente a sedimenti di acque salate, da ciò l’origine del nome, chepresentano i caratteri delle acque marine fossili e che rivelano in base aquesto, l’età antica di queste terre. In diverse zone protette della provinciamodenese sono presenti fenomeni geologici di questo tipo. Tra le aree piùinteressanti, oltre a quella dei Bombi della Lama, vi è la Riserva Naturaledelle Salse di Nirano, posta sulle colline poco sopra Fiorano.

Riserva Naturale delle Salse di NiranoCentro Visita Cà Tassi CEA Tel. 0536.921214Gruppo Naturalistico GEFI Tel. 0536.831796

Parco Regionale dei Sassi di RoccamalatinaIl Parco Regionale dei Sassi di Roccamalatina, popolato da una ricca fauna,offre numerosi sentieri di facile percorribilità per escursioni e passeggiatea piedi, a cavallo o in mountain bike. Le rocce e le guglie dei Sassi, alteanche 70 metri, dalle pareti dirupate a picco, cavità, grotte e pozzi, svettanotra le colline argillose, in un ambiente ricco e diversificato. La vegetazioneè quella tipica della media montagna con boschi a querce e castagnetialternati a campi coltivati. Negli affioramenti arenacei convivono speciefloristiche mediterranee come erica arborea ed elicrisio, presenti nei puntimaggiormente esposti e soleggiati, e specie solitamente presenti a quote piùelevate come mirtillo e faggio, che vivono negli anfratti umidi e più ombrosi.

Centro Parco “Il Fontanazzo” di Pieve di Trebbio, Roccamalatina di GuigliaTel. 059.795721 Fax [email protected] Visita di Borgo dei Sassi,Rocca di Sotto, Roccamalatina di Guiglia Tel. 059.797521aperto nei festivi e prefestiviCentro Visita Samone,Samone - Guiglia Tel. 059.735721 - 340.3865065www.regione.emilia-romagna.it/parchi/roccamalatina

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Salse di Nirano

Scheda

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La strada delle acque,degli antichi ponti romanici

e dei mulini

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Il ponte romanico sul torrente Dolo e gli antichi mulini sui torrenti Dragonee Rossenna

I ponti romanici della Fola e della Luna, le escursioni sui torrenti, i laghi d’alta quota e le torbiere

Il monolite del Ponte del Diavolo e il Ponte romanico di Olina, le sculture naturali delle Molasse nella Selva di Brandola, le zone umide della Chioggiola e i balzi delle Cascate del Bucamante

Gli antichi mulini tra castagneti secolari e verdi distese nel Parco dei Sassi di Roccamalatina

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Sui sentieri che lambiscono laghi blu sospesi tra cielo e terra e che si snodanotra boschi ombrosi e praterie punteggiate di fiori rari, l’immagine dei pontiromanici in pietra si specchia nelle acque calme dei fiumi e dei torrenti spumeggianti.Arroccati tra rocce e boschi, sulle fresche rive dei torrenti o nei pressi di sorgentivivaci, sorgono i mulini ad acqua, esempi efficaci di una coesistenza armoniosatra natura e attività umana.

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Appennino modenese

Ponte di Ercole

P.ssodella Croce

Arcana

P.ssodell’Abetone

Lago Pratignano

M. S. Giulia

Farneta

Roccapelago

Sassostorno

Olina

Monzone

Vesale

Niviano

Semese

MontebonelloSant’Antonio

Coscogno

Rosola

Zocca

Festà

Guiglia

RoccamalatinaMonteombraro

Denzano

OspitalettoCascatedel Bucamante

Vitriola

Ponte di Olina

Gombola

Rubbiano

M. Cimone

Medola

Lagodella NinfaSassoTignoso

Piandelagotti

Montefiorino

Prignanosulla Secchia

Palagano

Monchio

Pescale

Pompeano

Montese

Varana

Sassomorello

Sassoguidano

Maranosul Panaro

Maserno

CastelluccioRiolunato

Fanano

Sestola

Fiumalbo

Pievepelago

Ospitale

Romanoro

Fontanaluccia

Riccovoltovecchio

Frassinoro Lama Mocogno

Polinago

Ponte della Fola

Ponte della Luna

Semelanodi Sotto

Montalbano

RoncoscagliaS. AndreaPelago

Acquaria

Montecenere

Monteorsello

Renno

RoccaS. Maria

Pavullonel Frignano

S. Martino

Castel d’Aiano

Vignola

Dogana

San Pellegrinetto

San Geminiano

Serrazzone

Iola

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Montemolino

Savoniero

La Verna

Cerreto Mercato VecchioAradorica

Casola

Monfestino

Boccassuolo

MontecretoPonte di Strettara

Montecuccolo

Sassuolo

Località di raccordoNatura 1Natura 2Storia 1Storia 2Storia 3

Sapori e tradizioni

SP.19

SS.12

SS.12

SP.623

SP.4

SP.4

ModenaReggio Emilia

Lucca

Pistoia

Bologna

SP.486

SP.324

Pieve diTrebbioCasona

P.ssodelle RadiciS. Pellegrinoin Alpe

Cadignano

Serramazzoni

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Da Modena, Reggio Emilia e Bologna attraverso le principalidirettrici stradali raggiungiamo Sassuolo dove proseguiamo sullaSP 486 del Passo delle Radici in direzione di Montefiorino. Lapianura si allontana mentre raggiungiamo le prime colline lambitedal fiume Secchia. Superiamo, una dopo l’altra in salita, le localitàreggiane di Cerredolo, La Cà e Ponte Dolo. Qui, appena dopoil ponte sul torrente Dolo, si lascia la SP 486 per deviare a destrasulla strada secondaria che porta in breve alla Centraleidroelettrica di Farneta, dove il tracciato ha termine. Le forme armoniche della struttura di ragguardevoli dimensioni,realizzata intorno alla metà del primo ventennio del Novecentoe tuttora in funzione, si adagiano sulle pendici verdi e boscosedella valle del Dolo. La Centrale utilizza per la produzione dienergia elettrica un generatore idroelettrico alimentato dalleacque dei torrenti Dragone e Dolo, raccolte negli invasi diFontanaluccia e Riccovolto. Nelle sale interne sono conservate,a scopo didattico e culturale, le attrezzature e gli impianti chetestimoniano la storia della produzione idroelettrica. La visitaconduce al piano sotterraneo dove, accostandosi ad una feritoria,si accede ad un’insolita visuale sul condotto esterno al canale diuscita delle acque del torrente Dolo.Dalla Centrale di Farneta percorriamo a ritroso in auto un brevetratto della strada che corre sulle sponde del torrente Dolo persvoltare a destra, nei pressi del ristorante posto sulla strada, suuna stretta strada secondaria. Il nastro asfaltato si snoda in salitatra boschi fitti e verdeggiati fino a raggiungere l’abitato di Farneta.Dal grazioso centro svoltiamo verso destra su una stradasecondaria, seguendo le indicazioni per Giunzione e Romanoro,

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1500 operai per costruirela centrale e le dighe

Il sistema della Centraleidroelettrica di Farnetacomprende l’impiantostesso, le condutture e idue bacini di Riccovolto eFontanaluccia. Perrealizzare l’intero sistemaoccorsero quattro anni dilavoro, dal 1924 al 1928,e l’impegno di oltre 1500operai. L’ampio invaso diFontanaluccia, chiuso dauna bella diga ad archi,è collegato alla Centraletramite una galleria dioltre 9 chilometri.

Si effettuano visiteguidate all’impiantoesclusivamente per gruppi esu prenotazione, le richiestevanno inoltrate via fax a:ENEL - Unità territorialedi ParmaTel. 0521.295732Fax 0521.299779

Il ponte romanico sul torrente Dolo e gli antichi mulini ad acqua sui torrenti Dragone e Rossenna

Farneta

VitriolaMontefiorino

Palagano

Romanoro

Fontanaluccia

Frassinoro

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CadignanoSavoniero

Cerreto Mercato VecchioAradorica

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dove facciamo tappa.Il borgo di Romanoro è molto antico e conserva numerosielementi decorativi di notevole interesse. Il suo nome documentala conquista longobarda della montagna modenese, avvenuta nellaseconda metà del VIII secolo, ma le sue origini si fanno risaliread un periodo molto più remoto. Dalla strada, raggiungiamo ilcentro svoltando a destra. All’inizio del paese parcheggiamo l’autoe da qui imbocchiamo il tratto modenese del tracciato SentieroMatilde che da Romanoro scende verso il torrente Dolo fino araggiungere il ponte di Cadignano, una armoniosa struttura aschiena d’asino di ispirazione romanica, che ebbe grande rilevanzain passato per la strategica funzione di collegamento tra le terremodenesi e quelle reggiane. La facile passeggiata richiede, traandata e ritorno, circa due ore di cammino. Si procede su unastrada tabellata, con frecce direzionali bianco-rosse, che in breveraggiunge l’abitato di Cerreto. La carreggiata segue i declivi escende verso una radura ricca di fragole e ceppaie abbandonate,poi si addentra in un bosco di frassini e querce per avvicinarsialla zona fluviale, costeggiando il torrente in un tratto in leggerofalsopiano. Qui la carreggiata si fa più ampia, attraversa una zonadalla vegetazione rustica e dai boschi sporadici e disordinati, sulladestra orografica del torrente Dolo per condurre al ponte diCadignano. Il percorso del Sentiero Matilde nel territoriomodenese inizia proprio in questo punto e termina a SanPellegrino in Alpe, al confine con la Toscana.Di nuovo a Romanoro dove ci portiamo in auto sulla stradasecondaria che conduce a Fontanaluccia, località nota per laproduzione di castagne che vengono coltivate nei secolari boschidi castagni, situati nelle vicinanze del paese, rimessi in produzionecon successo dalla locale cooperativa. Superato Muschiosoincrociamo un bivio che ci permette di aggiungere un altro tasselloal nostro viaggio. Svoltando a destra sulla SP 35 si può raggiungere,infatti, la sponda modenese della Diga di Fontanaluccia, il grandebacino che alimenta la Centrale idroelettrica di Farneta. Ilpanorama è insolito: le pareti rocciose della Forra di Gazzano anord, il massiccio del Monte Roncadello a sud e l’invaso delladiga sul torrente Dolo, chiudono ad anfiteatro la valle,conferendole l’aspetto di una verde vallata alpina.

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Particolare di metato

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Da Fontanaluccia risaliamo in auto sulla SP 35 e svoltiamo a destraverso Madonna di Pietravolta, dove giriamo a sinistra sulla SP32 in direzione di Frassinoro, centro turistico e sportivo e unodei comuni italiani più ampi per estensione territoriale. Superatodi poco il centro di Frassinoro ci fermiamo nei pressi delladeviazione a destra che riporta l’indicazione Aradonica. Lasciamol’auto su uno slargo che si apre sulla SP 32 e imbocchiamo a piedila strada ghiaiata per raggiungere in 15 minuti di cammino lalocalità di Aradonica. Da qui la strada, che porta a Mercato Vecchio,ricalca il tracciato dell’antica Via Bibulca, riproposto negli itineraridei Sentieri della Luce. In questa borgata nel XII e XIII secolo,si svolgeva il mercato di Mezzomese, uno dei più importanti delleantiche Terre della Badia di Frassinoro. Dal centro della borgata,discendendo un poco sulla carreggiata, si incontra un mulino indiscreto stato di conservazione. L’opificio, di proprietà privata,era ancora in attività fino a pochi anni fa e conserva tuttora lapotenz ia le funz iona l i t à de l l ’ impianto produt t ivo .Risaliamo quindi verso il punto da cui siamo partiti. In autoprocediamo sulla SP 32 verso nord in direzione di Montefiorino.Prima dell’abitato di La Verna svoltiamo a destra verso Casola.Più in basso svoltiamo a sinistra e ci immettiamo nella SP 486per raggiungere Vitriola. Qui svoltiamo al bivio verso destra sullaSP 28 in direzione di Savoniero e Palagano che superiamo finoa raggiungere Montemolino. Sulla sinistra parte una strada chedal centro della borgata conduce al torrente Rossenna. Ciincamminiamo a piedi e poco sotto l’abitato, nei pressi del torrente,raggiungiamo la località Mulino del Diavolo. Tra gli edifici sorgeun vecchio mulino ancora in uso, esempio tipico di strutturapaleoindustriale, che si distingue per i particolari caratteri dellatipologia lignea nel ballatoio e della lastricatura di tamponamentoin pietra arenaria con colonna centrale a mozzi sovrapposti di palein disuso.

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Mulino di Gombola

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Da Montemolino si procede sulla SP 28 verso Palagano girandoa sinistra nella strada che conduce a Boccassuolo e Serpiano.Qui imbocchiamo, girando a destra, la SS 12 fino a

Pievepelago, dove nel centro storico, di fronte alla chiesa,sorge l’antico Mulino di Domma risalente al ‘500, uno deipochi opifici ancora funzionanti in questa area.Svoltiamo in discesa sulla SP 324 delle Radici in direzione diRiolunato dove, appena usciti da Pievepelago, si nota a destrail Ponte romanico della Fola, splendida opera di ingegneriamedievale a doppia arcata con percorso a schiena d’asino,nominato già in un atto del 1028, che sorge sul torrenteScoltenna in posizione isolata, memoria di una viabilità ormaiabbandonata. Il torrente, caratterizzato da buche profonde,lunghe lame e tratti veloci, è una frequentata “palestra”, conpercorsi dedicati, per la pratica della pesca no kill.Il tratto definito “Ponte della Fola”, dal ponte omonimo amonte del quale ha inizio il percorso, è immerso nel verde eracchiude una delle aree naturalistiche più belle del torrenteche a valle si incunea in un sorprendente orrido per terminarenei pressi del Ponte della Luna a Riolunato. Nell’Appenninomodenese sono cinque i percorsi riservati a questo sport,definiti da apposita segnaletica: Ponte Prugneto, nella partebassa dello Scoltenna, tra il Ponte di Olina e il Ponte Prugneto;Fario, nella parte bassa di Fiumalbo, dalla confluenza del rioAcquicciolo e rio delle Pozze al Ponte del Lago; Lago Santopresso l’omonimo lago; Ponte Docciola, sul fiume Panaro,dalla briglia di Ponte Chiozzo a quella, verso valle, di PonteDocciola e, infine, Ponte della Fola.Proseguiamo sulla SP 324 nel territorio di Riolunato, piccolocentro di soggiorno dell'Alto Frignano di aspetto medievale

L’ombra di demoni e santisugli antichi ponti

Superstizioni e oscurecredenze popolari fannorisalire le origini degliantichi ponti romaniciall’intervento di entitàsuperiori: angeli, santi odemoni. Il Ponte della Folaa lungo è stato temuto daiviandanti che evitavano dipassare da lì per timore diincontrare il demonio inpersona. A lato del ponte sitrova un masso detto“banchina del diavolo”.

Pesca no kill Questa nuova forma di

pesca sportiva trovaispirazione nel termine“cattura e rilascia”, più nototra i pescatori con l'espres-sione anglosassone “catch& release” o “no kill”utilizzato per efficacia sulletabelle segnaletiche. Nellearee dove si pratica la pescano kill è consentito pescarerispettando il divieto ditrattenere, detenere e sop-primere le specie di faunaittica oggetto della tutela.

Ufficio Informazionituristiche di Fanano0536.68696-Fax 0536.66561Consorzio Valli del CimoneSestola -Tel. 0536.325586Pievepelago Mosca [email protected]

I ponti romanici della Fola e della Luna, le escursioni sui torrenti, i laghi d’alta quota e le torbiereNatura 2

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Lagodella Ninfa

Lago Pratignano

SerrazzonePievepelago

Ponte di Strettara

Montecreto

Riolunato

Fanano

Sestola

Ponte della Fola

Ponte della Luna

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nella sua parte più antica, diviso in due dal fiume Scoltenna.In passato, la forza dei numerosi corsi d'acqua che sgorganoda queste valli, era utilizzata per muovere le macine deimulini: solo in questa area ne esistevano oltre venti. Molti diquesti sono ormai in rovina, altri sono tuttora in grado difunzionare come il mulino situato nel centro di Riolunato,ben conservato e mosso dall'energia elettrica e il Mulino dellaCasella posto nei pressi del campo sportivo, raggiungibilesulla strada secondaria che dal centro di Riolunato passa perGroppo, collegandosi alla SS 12 Giardini. Sulla stessa stradasi arriva nei pressi dell'antico Ponte della Luna che collegale due rive del torrente Scoltenna, la cui sagoma è visibiledalla SP 324. Il ponte ad una sola arcata è stato ricostruito nel1800 sui resti dell’antica struttura abbattuta da una frana. Inpassato qui sorgeva un antico mulino del quale non è rimastatraccia.Procedendo in auto sulla SP 324, raggiungiamo Montecreto,antico e pittoresco centro nel Frignano immerso nel verde ecircondato da boschi di castagno. Il paese è arroccato su unpanoramico colle posto sulla sponda destra del torrenteScoltenna, proprio sotto Monte Cervarola. A poca distanza daMontecreto è situata la Centrale idroelettrica di Strettara,costruita nel 1918, nei cui pressi sorge l’antico Ponte diStrettara sul torrente Scoltenna, che possiamo raggiungerescendendo nel fondovalle subito dopo il viadotto di Strettara.Sulla strada lo sguardo corre dal finestrino al paesaggio ecoglie scorci panoramici unici: cime, crinali, pendii, boschi.La SP 324 del Passo delle Radici sale verso Sestola e Fanano,porta d’accesso del Parco del Frignano.Dal centro di Fanano avanziamo in auto verso sud,all’uscita del paese svoltiamo a destra sulla strada che conducead Ospitale che percorriamo in discesa fino al fiume.Qui svoltiamo a sinistra seguendo le indicazioni per Serrazzone.Nella borgata i cartelli stradali ci guidano verso il LagoPratignano su una deviazione stradale che, più in alto, diventasterrata. In alternativa si può raggiungere il lago di Serrazzonepercorrendo un bel sentiero escursionistico che offre ampievedute su scorci panoramici unici. Superiamo in salita

Un tuffo nelle acque limpidedei torrenti montani

É nei mesi primaverili ilperiodo migliore perpraticare la canoa, unosport che consente diesplorare gli ambienti piùnascosti e incontaminatidi questa bella natura:profonde gole, velocirapide, suggestivi orridi.Numerosi sono i corsid’acqua dove si praticala canoa, tra questi: loScoltenna, il Leo,l’Ospitale, il rio Perticara,il torrente Percottile, ilfiume Panaro.

Canoa Club BolognaTel. e fax 051.575354

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Un viaggio avventuroso sullerive dei torrenti

Il torrentismo è uno sportemergente che abbina ilpiacere di vivere a strettocontatto con la naturaselvaggia, al divertimentodello sport. Le escursionia piedi alternano salite ediscese tra le forre, neicanyon, tra gole imperviedove scorrono cascate ebalzi d’acqua. NelFrignano sono disponibiliguide esperte in grado diaccompagnare i turisti inquesta attivitàavventurosa, lungo itorrenti dell’Appennino.

Associazione “Il Ponte”Tel. 0522.330173 - 3386049273

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Ponte della Fola, Pievepelago

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Serrazzone sulla strada che proviene da Fanano e proseguiamofino al punto in cui la strada asfaltata finisce e diventa unsentiero sterrato. Qui lasciamo l’auto e ci incamminiamo apiedi sul tracciato che in mezzora conduce in località Casadel Vento, dove l’orizzonte si apre per regalarci un’ immagineda cartolina di Fanano e della sua valle, prima di raggiungereil lago, posto in una conca a 1309 metri di quota sul crinalea ridosso del Monte Riva, tra le cime che separano la vallebolognese del Dardagna da quella modenese dell’Ospitale.Il Lago Pratignano è di probabile origine tettonica erappresenta, date le sue ampie dimensioni, la maggior torbierad’alta quota dell’Emilia Romagna. La portata del lago non èalimentata da corsi d’acqua, bensì dalle precipitazioniatmosferiche. Ciò rende molto limitata la sua profondità edè causa del rapido congelamento invernale delle sue acque.La composizione floristica presente nell’ambiente del lago èricca e diversificata ed annovera specie rare come la ViolaPalustre e la Rosolida (Drosera Rotundifolia), piccola piantacarnivora che cattura le sue prede, piccoli insetti, grazie alliquido vischioso posto sulle sue foglie. Interessante il tappetonatante di foglie che galleggia sul lago, formando cumulicompatti, affini alle torbiere boreali.Una fitta rete di itinerari escursionistici ci guida in alta quota,alla scoperta della pura bellezza delle acque blu cobalto overde smeraldo dei laghi subalpini che punteggiano l’ampiaarea del Parco del Frignano . Interessanti ambienti dallestraordinarie valenze paesaggistiche e naturalistiche come ilLago Santo e il Lago Baccio alle pendici del Monte Giovo,lo Scaffaiolo a lato del Monte Cupolino, il Lago Turchino edella Ninfa alle pendici del Cimone. Oltre a questi, traboschi e praterie d’alta quota, possiamo visitare altri ambientidi notevolissimo interesse legati alle acque come lagacci,lagacce, lagotti, lagoni, lagaccine. Termini che descrivonopaludi, prati umidi, torbiere, pozze non permanenti, alimentatidalle piogge e dall’acqua originata dallo scioglimento dellenevi. Spesso si tratta di laghi molto antichi, di origine glaciale,ormai in stato di invecchiamento, colmati progressivamenteda residui organici e divenuti quindi torbiere. Conche erbose

Un osservatorio per lo studiodei fenomeni atmosferici

Il Cimone, la cima piùelevata dell’Appennino,ospita un Osservatorio-asilo, luogo di studio e diosservazione scientifica.Presso l’Osservatorio delCimone è allestita unastazione per letelecomunicazioni e per ilservizio meteorologicodell’Aeronautica MilitareItaliana.

Tel. 0536.62512

La leggenda del Lago dellaNinfa

Posto alle pendici delCimone, a 1500 metri dialtezza e circondato daboschi di faggi e abeti, ilLago della Ninfa è meta dinumerose escursioni.Possibile anche la pescasportiva. Secondo laleggenda nelle sue acque,spesso increspate dallabrezza, vive una Ninfa cheattira a sé i viandanti perpoi annegarli.

Sportello Verde Cimone c/oIAT SestolaTel. 0536.62324 –Fax 0536.61621

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Per maggiori informazionisugli itinerari: Centro VisitaDue Ponti a FananoTel. 0536.68563 - Fax [email protected] Turistico BoscorealeTel. 0536.967193

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Appennino, palestra di Mountain Bike

normalmente asciutte nei mesi estivi che solo in primavera,nel periodo del disgelo, si riempiono di acqua come appuntoil Lago Pratignano, il Lago di Crocetta a nord delle Cime diRomecchio ai cui piedi sono situati i Lagacci della Porticciola,la conca erbosa del Lagaccio alle pendici dell’Alpesigola, iPrati di San Geminiano e il Pianoro delle Maccherie a norddell’Alpicella delle Radici, il Padule, nell’ampio circologlaciale ad ovest del Cimone.

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Scheda

Per gli appassionati di questo sport, ma anche per chi vuolesemplicemente rimanere in forma o visitare l’Appennino con mezzialternativi, la montagna modenese offre itinerari tabellati di diversalunghezza e difficoltà. In particolare, nel comprensorio dei Comunidel Cimone (Fanano, Montecreto, Riolunato e Sestola) e della ValDragone (Frassinoro, Montefiorino, Palagano e Prignano) sono statidisegnati percorsi ad anello che si snodano per sentieri e stradesterrate e che conducono fino al crinale toscano.Oltre ai due comprensori, anche il territorio dei Comuni di Fiumalbo,Lama Mocogno, Pievepelago, Pavullo e Serramazzoni offre varieopportunità e percorsi (informazioni presso gli uffici turistici).Per chi predilige invece le specialità del Down Hill e del Free Ridec’è il Cimone Bike Pass: le seggiovie funzionano anche in estateoffrendo opportunità di divertimento uniche.

IAT SestolaTel. 0536.62324 –Ufficio informazioni turisticheValli del DragoneTel. 0536.960162www.mtbappennino.it

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Il monolite del Ponte del Diavolo e il Ponte romanico di Olina, le sculture naturali delle Molassenella Selva di Brandola, le zone umide della Chioggiola e i balzi delle Cascate del Bucamante

Il nostro itinerario prosegue verso Lama Mocogno chepossiamo raggiungere, in un’ora di viaggio, da Fanano sullaSP 324 fino a Montecreto dove imbocchiamo lo svincolo adestra per Lama Mocogno che immette sulla SP 40.Oppure da Modena sulla SS 12 Nuova Estense in direzionedi Pavullo. Il territorio di Lama Mocogno, coperto da vastiboschi di castagni, querce, faggi, e abeti, dove maturanogustosi frutti, presenta caratteristiche e aspetti diversi dovutialla sua particolare posizione a cavallo fra la valle delloScoltenna a sud-est e quella del torrente Rossenna a nord-ovest. Nella parte più alta di quest’area, un’ampia vedutapanoramica coglie il profondo versante nord del Monte Cimonee quello nord-est dell’alta vetta del Monte Cantiere chedomina i dintorni, emergendo da un boscoso pianoro che vada 1300 a 1617 metri di altitudine. A Lama Mocogno unadeviazione su un itinerario escursionistico, che richiede circa4 ore di cammino tra andata e ritorno, ci conduce al Ponte diErcole e a Monzone, in un’area di notevole interessenaturalistico. All’altezza delle prime case dall’abitato di LamaMocogno, arrivando da Pavullo, svoltiamo a destra in auto suVia Ponte Ercole fino al punto in cui la strada finisce.Qui abbandoniamo l’auto per imboccare a piedi la mulattierache si insinua in salita tra verdi castagneti sul tratto della ViaVandelli che da Lama Mocogno, passando per Cà Palagano ePracanina, conduce al Ponte di Ercole, nominato fin dalMedioevo Ponte del Diavolo. Il cosiddetto “ponte”, postosul crinale del Poggio Pennone dove scorre il FossoLavacchiello, nei pressi di Monzone, è in realtà un monolitenaturale ad arco, lungo 33 metri, modellato a forma di ponte,

Ecoturismo tra flora e fauna

Numerosi itineraripraticabili in moutain bikee a cavallo, ideali anche peril trekking, si snodano nelterritorio di Lama Mocognotra boschi di castagni,faggi, querce e abeti.Pascoli e prati del crinalesono ricchi di colori delicatiper la presenza di gigli,narcisi, ranuncoli e arbustidi rododendri, speciefloreali protette. Lungo ipercorsi sono frequenti gliincontri con caprioli, cervi,daini, scoiattoli e variespecie di uccelli.

Ufficio informazioni turistichedi Lama MocognoTel. 0536.44003/44066/44475

Fuoco e fiamme dall’”inferno”sotterraneoNomi di località come IlFuoco a Montefiorino,Inferno a Barigazzo diLama Mocogno,rimandano alla presenza di

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Ponte di Ercole

Olina

Sant’Antonio

Cascatedel Bucamante

Ponte di Olina

Lama Mocogno

Pavullonel Frignano

Monfestino

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nel corso dei secoli, dall’erosione degli agenti atmosferici.In questa zona la forte presenza di arenaria e di terreni siliceifa variare l'aspetto botanico: diminuiscono le querce mentreabbondano i faggi e i pioppi e il sottobosco é ricco di brugoe di ginestre. Dal crinale di Poggio Pennone, seguendo iltracciato tabellato, scendiamo su mulattiere sabbiose perraggiungere le Molasse di Monzone. Si tratta di ammassicedevoli di arenaria che hanno dato origine a sculture naturalidalle forme bizzarre, scolpite dall’acqua piovana e dal vento.Siamo sul limitare di le Selve di Brandola, una vasta area diboschi misti che si estende sulla sponda destra del torrenteRossenna dove abbondano castagni, faggi e querce. La zonaé particolarmente ampia e si spinge fin nella valle del torrenteCogorno, includendo gli abitati di Monzone e Frassineti. Daqui, seguendo a ritroso lo stesso tragitto dell’andata, rientriamoa Lama Mocogno.

idrocarburi nel sottosuolo.I giacimenti gassosidell’Appennino modenese,abbandonati perché pocoremunerativi, furonooggetto di sfruttamento findai tempi antichi.

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Ponte di Olina

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Lasciamo Lama Mocogno procedendo in auto sulla SS 12 indirezione di Pavullo, superiamo Montecenere e dopo un brevetratto svoltiamo a destra, sulla SP 31 in direzione di Olina.Sull’antico percorso viario caduto in disuso che collegavaOlina ad Acquaria, visitiamo l’antico Ponte di Olina checostituisce senza dubbio una delle opere del passato piùragguardevoli ed ardite che ci sia pervenuta. Il ponte a schienad'asino ad un arco soltanto, tra i più belli dell'Appennino, fucostruito nel 1522 sulle rovine di uno preesistente. L’arcatasi alza con sorprendente leggerezza sul greto del fiume, alcentro dell’arco è stata creata un’edicola coperta da tettuccioa due falde che accoglie due maestà devozionali di strutturabarocca. La spalla di destra è impostata su un affioramentodi roccia che costituisce la testata naturale del ponte su questariva. La spalla di sinistra è stata interamente ricostruita.Al rientro, seguendo la SP 31 in direzione di Pavullo, ciriportiamo sulla SS 12 viaggiando verso nord fino a intravederein breve la grande piana circondata da montagne, nel cuoredel medio Appennino modenese, sulla quale si adagia

Pavullo nel Frignano. La cittadina sorge su un poljie,un piano modellato dallo scorrimento dell’acqua sul fondo diuna dolina di tipo carsico. Delle vaste aree paludose cheanticamente occupavano questo piano, resta solo qualchetestimonianza: il nome della cittadina e le zone umide dellaTorba e della Chioggiola, insieme con altre minori.La zona umida della Torba ospita un laghetto, in parte destinatoalla pesca sportiva, ben visibile dalla SS 12 e che si raggiungesvoltando a destra appena dopo il cartello stradale con leindicazioni della località, su una strada sterrata. L’origine delnome si deve alla presenza di combustibile fossile, la torbaappunto, formato dai residui delle piante paludose che si sonoaccumulati nel tempo sul fondo umido dell’area. Solo la partesud dello specchio d’acqua, perimetrato da argini, è protettaed ospita un canneto e altra vegetazione palustre. Negliambienti acquatici vivono diversi anfibi tra cui il rospo comune,la rana verde, il tritone punteggiato e quello crestato, chiamatocosì per la cresta che si sviluppa nei maschi nel periodoriproduttivo, mentre nella oscurità delle grotte vive il geotritone

Il petrolio di Monfestinoillumino’ la Francia nel ‘500

Alla metà del Cinquecentoil petrolio estratto dai pozzidi Montegibbio eMonfestino, fu commercia-lizzato in Francia e nelleFiandre. Utilizzato comebalsamo per gli usi medicipiù stravaganti (cura perlenire ulcere, ustioni, doloridi stomaco e peste) servì neisecoli successivi adilluminare il teatro diReggio Emilia.

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Per maggiori informazionirivolgersi all’UfficioAmbiente del Comune di PavulloTel. 0536.29933

Maesta’ ed edicole votive

Maestà ed edicole votivesono tra le più anticheespressioni della devozionereligiosa popolare, ingenere poste sui punti piùesposti quali incroci disentieri, ponti, valichi,strade ripide. Le maestàsono piccoli pilastri in sassoo nicchie alloggiate neimuri delle abitazioni,recanti le immagini di Santie della Madonna. Leedicole hanno la forma dipiccoli oratori con lafacciata ornata da un arcod’ingresso che incornicial’immagine sacra.

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italiano. La presenza della salamandra pezzata è segnalatanei prati umidi mentre nei pressi dei torrenti, e solo in quellearee, vivono due caratteristiche specie acquatiche: le ballerinegialle e i merli acquaioli.Per raggiungere la zona umida della Chioggiola e il suo piccololago, attraversiamo Pavullo sulla SS 12 e ci portiamo nell’areaa nord del capoluogo frignanese, occupata dalla frazione diSant’Antonio, dove si è sviluppata la zona industriale. Anchein questo caso il laghetto è ben visibile dalla strada e siraggiunge svoltando a sinistra subito dopo il distributore inVia Savonarola.Nell’area della Chioggiola, oltre alla vegetazione palustretipica come: Myriophillum spicatum, Potamogeton natans,Phragmites australis, Thypha latifolia e Carex elata, sonopresenti diverse specie di salici e pioppi.Proseguendo in auto sulla SS 12 verso nord, in direzione dellapianura, superiamo il primo incrocio per Serramazzoni esvoltiamo circa 3 km più avanti su una deviazione a sinistra,seguendo le indicazioni per Pazzano. Percorriamo pochecentinaia di metri quindi svoltiamo di nuovo a sinistra sullastrada per Granarolo, che diventa in breve uno stradellosterrato e ci conduce al parcheggio dove lasciamo l’auto.Da qui ci dirigiamo a piedi verso le Cascate del Bucamante,seguendo il tracciato del sentiero che parte dal parcheggio esale fino al Borgo di Monfestino. Percorsi 100 metri,svoltiamo a sinistra, su un sentiero che in 15 minuti conduceal Fosso Bucamante e alle omonime cascate. Si tratta di unadelle più belle oasi naturalistiche del modenese. Celate trai pendii boscosi di Serramazzoni, le Cascate del Bucamante si snodano in una lunga serie di salti e colate calcaree, createdallo scorrimento delle acque ricche di calcio del torrente, eospitano rari esemplari di flora e fauna acquatica.

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La leggenda delle Cascatedel Bucamante

Intorno alle Cascate delBucamante circola unaleggenda che narra di unastoria d’amore finitatragicamente. Odina,figlia dei signori diMonfestino, si innamorò,ricambiata, di un giovanepastore del luogo di nomeTitiro. I ragazzi siincontravano di nascosto,nei pressi delle cascate.Purtroppo furono scopertie Odina fu segregata nelcastello, finché un giornoriuscì a fuggire e adincontrare di nuovo ilgiovane. L’arrivo delleguardie segnò la lorosorte. Sentendosi perduti,gli amanti siabbracciarono stretti, siguardarono negli occhi esi gettarono nelle acquedella cascata. La bucascavata dal lungo caderedell'acqua li accolse e laroccia li uccise. Da alloraquel luogo divenne pertutti la buca degli amantie fu detta Bucamante.

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Da Monfestino riprendiamo la SP 21 a sinistra che conduce indiscesa all’incrocio con la SS12. Attraversiamo l’incrocio perimmetterci sulla SP 36 e subito dopo, tenendo la destra, sullaSP21 in direzione Marano sul Panaro. Attraversiamo il centroe procediamo ancora fiancheggiando il corso del fiume Panarofino a giungere nell’area del Parco Fluviale di Marano, unadelle porte d'accesso all'Appennino. Il Parco Fluviale, posto sullariva sinistra del fiume Panaro, era in origine un’area di golenadegradata che è stata recuperata per farne una zona verde divalore naturalistico. L’area è ricca di alberi e di arbusti tipici degliambienti fluviali ed è attrezzata per le attività sportive e il tempolibero. L’acqua, in tutte le sue forme, è il tema ricorrente delnostro itinerario che da Marano si sposta verso il Parco dei Sassidi Roccamalatina, alla ricerca dei mulini ad acqua e di limpidie scroscianti torrenti e ruscelli. Da Marano ci spostiamo quindiverso sud sulla SP 4, svoltando in direzione di Bologna,attraversiamo il ponte sul Panaro e ci immettiamo sulla SP 623del Passo Brasa verso Guiglia che superiamo, per giungere a Monteorsello dove si trova il Mulino d’Andrea visitabile soloall’esterno ma che ha conservato quasi interamente i suoi tratticaratteristici. Per raggiungere il mulino superiamo il centro,svoltiamo a sinistra in direzione di Via Selva e, dopo circa unchilometro, è visibile l’edificio posto sulla sinistra della stradaprima del ponte.Ci portiamo di nuovo sulla SP 623 e procediamo in salita, dopoun breve tratto svoltiamo a destra in località Tagliata, seguendole indicazioni per Pieve di Trebbio, e raggiungiamo sulla stradasecondaria il Centro Parco del Parco Regionale dei Sassi di

Natura 2Gli antichi mulini tra castagneti secolari e verdi distese nel Parco dei Sassi di Roccamalatina

Il parco fluviale di Marano Il Parco Fluviale di

Marano ospita ampi spaziverdi, attrezzaturericreative per il gioco e ipic-nic, un arenile in cuiprendere il sole in estate,un percorso fisico-motorioche prende il nome diPercorso Vita; inoltre sonopresenti una struttura peril ristoro (chiosco con bar)ed un’arena per glispettacoli. Questa zona sicollega con i percorsinaturalistici della valle delPanaro (Sole-Natura eBelvedere), con l’itinerarionaturalistico del Centro “LeCince“ e con una visita alMuseo di Ecologia e StoriaNaturale di Marano sulPanaro.

Ufficio Ambiente Comunedi Marano s/P

Rosola

Zocca

Guiglia

Montese

Maranosul Panaro

Maserno

Monteorsello

S. Martino

Castel d’Aiano

Pieve diTrebbio

Cascatelle nell’Orrido di Gea

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Roccamalatina. Qui lasciamo l’auto per proseguire a piedi versosud all’interno del Parco, sul sentiero del Percorso Belvedereche corre a mezza costa tra boschi di castagni e querce e conducesino a Castellino delle Formiche e Samone, passando per Roccadi Sopra. La passeggiata panoramica, che richiede circa 3 ore dicammino tra andata e ritorno, ci conduce nella direzione del RioTregenda che si attraversa nei pressi dei ruderi del Mulino dellaRiva. Procediamo ancora e poco prima di Castellino delleFormiche incontriamo il Mulino delle Vallecchie, visitabile daaprile a settembre su richiesta . Al suo interno si possonoosservare le macine ancora intatte e il bel porticato a tre archidella stalla. Rimaneggiato più volte nel corso degli anni l’opificio,attualmente inattivo, ospita una piccola esposizione di antichistrumenti. All’interno del Parco scorrono diversi ruscelli chepossono essere raggiunti con facili e interessanti escursioni, traquesti gli affluenti del Panaro: il Rio della Vallecchia, che nascedalla confluenza del Rio degli Specchi con il Fosso Tregenda,il Rio Frascara e il Rio Torto. Ma anche corsi d’acqua ridotti comeil Fosso della Germana e Rio Fratta.Le acque limpide lambiscono le sponde dove cresce la linguacervina, una curiosa varietà di felce dalle foglie color verdebrillante. L’ottima qualità di queste acque è “certificata” dallapresenza del gambero di fiume, un crostaceo che sopravvive,purtroppo ormai solo raramente, nei corsi d’acqua più puri.Ci portiamo di nuovo in auto sulla SP 623 dove svoltiamo a destraper raggiungere Zocca, bel centro dal nome evocativo ecaratteristico: “zocco” è chiamato il ceppo di castagno e proprioil castagno può essere considerato il simbolo di questo comune.Una deviazione all’itinerario ci conduce su una strada secondariada Zocca a Rosola, borgo medievale ricco di fascino al centrodel quale sorge una bella torre risalente al ‘200, dove da metànovembre a metà dicembre, è in funzione il Mulino di Rosolacon accanto un piccolo metato dove vengono essiccate lecastagne.Superiamo Zocca sulla SP 623 e proseguiamo fino a Casteld’Aiano, nel bolognese. Qui svoltiamo sulla SP 27 che conducea Montese e procediamo fino a raggiungere prima Salto poi SanMartino dove abbandoniamo l’auto per incamminarci lungo le

I metati, piccole case perl’essiccazione delle castagne

Sono numerosi i metatipresenti in Appennino. Sitratta di piccoli fabbricati adue piani con un'unicafinestrella, destinatiall’essiccazione dellecastagne ed isolati dagli altrifabbricati per evitare gliincendi. Al loro interno lecastagne erano poste su unaserie di graticole formate datravetti fissati al soffitto,venivano trattate al caloredel fuoco per una ventina digiorni. Terminatal'asciugatura le castagnevenivano ripulite dalla bui edai residui, selezionate inbase alla qualità edimensione e portate almulino dove erano macinateper ottenere la farina dicastagne.

Visite su prenotazione nelperiodo d’attivitàTel. 059.987758

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Tel. 059.793004CIRDA (Centro Intercomunaledi Didattica AmbientaleMarano s/P, Savignano s/P,Vignola) Tel. 059.765016(venerdì ore 16-19)

Tel. 059.795534 Mulino delle Vallecchie

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Macine del Mulino delle Vallecchie

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Mulino di Maminoper visite su appuntamento:Tel. 059.981827/982403

Mulino delle Coveraie,per visite su appuntamento:Tel. 059.980165

Ufficio Turismodel Comune di MonteseTel. 059.971106

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strade del suggestivo borgo e raggiungere, procedendo a piedilungo Via Scalinfuori, la discesa che porta alle rive del Rio SanMartino. Al primo bivio scendiamo ancora fino a che appare,proprio di fronte a noi, la sagoma del Mulino di Mamino,recentemente ristrutturato. Il vecchio impianto macinavagrano, castagne, avena, granturco, ceci, orzo, ma anche calce,polvere da sparo, olio di noci, polvere di coppi e mattoni.Funzionano ancora cinque ruote che muovono altrettantemacine. Nonostante l’attività sia stata sospesa ormai da 15 annil’impianto è ancora in perfetto stato di conservazione tanto dasembrare pronto a rimettersi in movimento in ogni istante. DaSan Martino lungo Via Scalinfuori si può raggiungere a piedianche il Mulino di San Martino, percorrendo la strada nelladirezione opposta rispetto al sentiero che abbiamo primaindicato.Risaliamo in auto e da San Martino procediamo su una stradasecondaria verso Maserno, passando per Cà di Grazia.Da Maserno proseguiamo in auto lungo la SP 34 che porta aCastelluccio alla ricerca di altri mulini, preziosi opifici fonte disopravvivenza per le popolazioni locali nei periodi in cuil’economia montana ebbe ben poco da offrire. Avanzando sullastrada che costeggia le pendici di Monteforte si scorge quasisubito a destra l’antica borgata di Maserno Vecchio, dove inalcuni edifici si conservano particolari architettonici di pregio.Procediamo ancora per qualche centinaio di metri e avvistiamoil Mulino delle Coveraie, che raggiungiamo svoltando su unadeviazione a destra. Il Mulino delle Coveraie, posto sullasponda sinistra del Fosso delle Coveraie, era alimentato da acquesorgive, oggi captate da uno stabilimento di acque minerali, chemuovevano due ruote di differenti dimensioni. Ancora oggi siconserva parte di quella efficace, quanto antica, tecnologiacapace di far muovere con la sola energia delle acque le moleper ridurre in farina castagne e cereali. All’interno dell’opificiosono, infatti, custodite le attrezzature e gli utensili del mugnaioe gli apparati delle quattro macine che componevano l’impiantodi molitura. Altri opifici risalenti al XVII secolo, come il Mulinodi Mezzo, il Mulino di Sotto e i resti del Mulino di Polonio, sipossono incontrare scendendo lungo la piccola valle del Fossodelle Coveraie.

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Pale del Mulino delle Coveraie

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Le antiche vie di valicoGiá in epoca romana le terre dell’Appennino modenese eranoattraversate da alcune strade di valico, dismesse successivamente acausa delle frequenti invasioni barbariche. E’ nel medioevo che lestrade tornano lentamente a solcare la montagna, acquistandoimportanza nelle rotte militari, religiose e commerciali che dall’Emiliaconducevano in varie città della Toscana e a Roma. La più anticaè la Via Bibulca che da Sassuolo portava a Montefiorino e Frassinorovalicando l’Appennino a San Pellegrino in Alpe, sul confine toscano.La Via Romea apparteneva al sistema di viabilità voluto dai monacibenedettini dell’Abbazia di Nonantola e collegava tra loro numerosepievi, monasteri e ospitali come quello della valle presso Fanano,chiamata per questo dell’Ospitale. Risale al 1200 la Strada del Passodella Croce Arcana che valicava il crinale d’alta quota collegandoEmilia e Toscana. La Via Guelfa rappresentava una alternativa aquesto attraversamento, collegando Ospitale con l’Alta Valle del Renoe Pistoia. La Via dei Remi, utilizzata per il trasporto del legnamenecessario per la fabbricazione dei remi, collegava l’Alto Appenninomodenese con le terre del Granducato di Toscana, attraverso il passodi Foce Giovo.Nel 1700/1800 le vicende politiche e militari resero necessaria lacreazione di nuove strade. Così, per garantire a Lucca il collegamentocon l’Alta Italia attraverso il passo di Foce Giovo, fu realizzata laStrada Ducale o Via della Foce che tuttavia cadde in disuso dopobreve tempo. Stesso destino conobbe la Via Vandelli, voluta dagliEstensi, che attraversava il Frignano e la Garfagnana, unendo Modenae Massa Carrara, attraverso il valico di San Pellegrino. Maggiorefortuna ha avuto invece la successiva Via Giardini-Ximenes, cosìchiamata dal nome dei progettisti, che congiunge Modena e Pistoia.Terminata nel 1776, fu una delle maggiori opere pubbliche del tempoe sopravvive ancora oggi come Statale dell'Abetone e del Brennero.

La Via Vandelli e i Sentieri della LuceL’itinerario della Via Vandelli ricalca due tracciati storici, costruititra il 1739 ed il 1749. Da Sassuolo la Via Vandelli sale a Campodolio-Varana, Carbonara, Serramazzoni, casa Ghinelli, casa Chiozza dovesi congiunge con il tratto principale della Via Ducale (Vandelli), cheda Modena sale lungo la Val Tiepido, passando per Riccò, S.Dalmazio, Selva, Chiozza, per poi proseguire verso S. Pellegrino eMassa Carrara. A pochi chilometri da Serramazzoni tra i verdi boschie i castagneti che ricoprono il versante nord di Faeto, nella zonachiamata Carbonara, è possibile percorrere a piedi un tratto dellaVia Vandelli con l'originale selciato in sassi.I Sentieri della Luce: il Sentiero Matilde, la Via Bibulca, la Via RomeaNonantolana, si snodano sui tracciati delle più importanti stradestoriche dell’Appennino modenese disegnando itinerari escursionisticisegnati da tabelle con frecce direzionali bianco-rosse che indicanoil percorso da seguire.

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Percorso Belvedere - Percorso Sole-NaturaPensato per i camminatori e i cicloturisti, il Percorso Natura si snodalungo la sinistra orografica del fiume Panaro da Saliceta Panaro(Modena Est) a Casona di Marano, da lì continua attraverso ilPercorso Belvedere, passando per il Parco Regionale dei Sassi diRoccamalatina, Montalbano di Zocca, Montalto e Montello diMontese, per giungere al Monte Belvedere. Da Vignola verso Maranoil tracciato del Percorso Natura si unisce al preesistente tratto delPercorso Sole. A Marano si raggiungono il Museo di Ecologia e StoriaNaturale e il Parco Fluviale di Marano, si entra quindi nella zonacollinare fino a Casona, nelle cui vicinanze si trova il Centronaturalistico Le Cincie.

La sentieristica in AppenninoSono circa cento i Sentieri del CAI che si sviluppano nel territoriodell’Alto Appennino, da Frassinoro a Lama Mocogno, fino al crinalespartiacque comprendendo l’area del Parco del Frignano e un’areadella Toscana. Quasi tutti gli itinerari sono turistici e di facilepercorribilità, solo pochissimi presentano caratteristiche per esperti.Tutti comunque sono evidenziati da segnavia bianco-rossi connumerazione nera.Nella sentieristica del Reno-Panaro, poderosa rete di sentieri nellevalli tra Modena e Bologna, rientra il sistema degli itinerari chetoccano le più caratteristiche località storiche e naturalistiche

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dell’Appennino Modena Est con circuiti ad anello e brevi trekking.I percorsi della sentieristica del Frignano corrono in parte sugli antichitratti delle vie storiche di valico, verso le località più significative delterritorio dal punto di vista paesaggistico, storico e naturalistico.Varitipi di segnaletica riportano le informazioni turistiche e di territorio:cartelli con fondo marrone e scritte bianche sono posti sulle arterieprincipali e sulle strade comunali; cartelli con i marchi identificatividel territorio sui sentieri, mentre in corrispondenza delle principaliemergenze viene indicato il nome e una breve descrizione in linguaitaliana e inglese.La sentieristica dell’Appennino Modena Ovest: “45 Itinerari nelle ValliDolo, Dragone e Rossena”, offre una rete di itinerari segnati e tabellatida percorrere a piedi, a cavallo che si snoda sul territorio alla scopertadi affascinanti testimonianze storiche, culturali e paesaggistiche.

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Per informazioni sulle località e sugli itinerari escursionistici:Parco Regionale del Frignano - Tel. 0536.72134Centro Turistico ed Ippico Bosco Reale, Piandelagotti - Tel. 0536.967193Sportello Verde del Cimone c/o IAT Sestola - Tel. 0536.62324\62762Ufficio informazioni turistiche Valli del Dragone, Montefiorino - Tel. 0536.960162Comunità Montana Appennino Modena Est - Tel. 059.987270Parco Regionale dei Sassi di Roccamalatina - Tel. 059.795721Promappennino Tel. 059.986524

La Strada europea del CastagnoLa “Strada europea del Castagno“ attraversa tutta l'Europa Mediterranea.Partendo dalla lontana Turchia e passando per la Grecia, attraversa laSicilia e tutta la dorsale appenninica dalla Calabria fino alla Liguria perproseguire attraverso il Piemonte, la Francia meridionale e raggiungere laSpagna occidentale e il Portogallo. E’ un itinerario ricco di storia e dicultura, caratterizzato dalla presenza costante dei castagneti. Un trattoimportante della Strada Europea del Castagno attraversa l'Appennino traModena e Bologna e si snoda sulle principali strade dell'Antico Frignano.Con brevi deviazioni si possono raggiungere caratteristiche localitàdell’Appennino dove è ancora presente la coltivazione del Castagno neipressi dei principali centri montani di Zocca, Montese, Fanano, Pavullo eFrassinoro e visitare i castagneti storici che ospitano esemplari secolari aCastelluccio di Montese, Fellicarolo, Fontanaluccia, Magrignana,Montombraro, Monzone.Le numerose testimonianze storico-architettoniche presenti in questo ter-ritorio, arricchiscono l’offerta dell’itinerario che propone diverse occasioniper approfondire la conoscenza della cultura di questi luoghi a tavola, congustosi prodotti tipici e specialità gastronomiche locali derivate dallacastagna.

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Museo del Castagnop.154

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La strada delle antiche pievidi arte romanica

in pietra arenaria

Storia 1

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Capitelli e fregi decorati con motivi arcaici di nastri intrecciati e fiori testimonianola rinascita di un’arte ricca di fantasia

Rare lunette in pietra scolpita, decori con figure di animali dalle sembianze leonine e pregevoli affreschi del ‘400 ornano le belle pievi medievali in pietra

Le potenti abbazie e le autorevoli pievi fondate nell’anno Mille e all’epoca dellaContessa Matilde di Canossa, veri centri del potere spirituale e temporale

L’ influenza del Duomo di Modena, ma anche dei bizantini giunti intorno al Millefino alla valle del Panaro, nei motivi architettonici e decorativi dell’arte romanica

Storia 1

Il fascino di un’arte autentica, vivace e ricca di fantasia, affiora nei fregi e neipregiati rilievi scolpiti sulla pietra

Questo itinerario si snoda lungo tutto l’Appennino modenese sfiorando le bellepievi antiche inserite armoniosamente in un paesaggio verde e rigoglioso, cherappresentano uno dei migliori esempi di quell’arte che tanto influenzò l’architetturanel periodo del basso medioevo: il romanico. Edifici dalle linee semplici e tuttaviaeleganti, realizzati con grandi blocchi simmetrici di pietra arenaria locale,arroccati su poggi rocciosi o immersi nella quieta solitudine dei boschi, essiracchiudono i segni di un risveglio artistico e creativo a lungo trattenuto.

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Ponte di Ercole

P.ssodella Croce

Arcana

P.ssodell’Abetone

Lago Pratignano

Farneta

Roccapelago

Olina

Monzone

Vesale

Niviano

Semese

Sant’Antonio

Coscogno

Rosola

Zocca

Festà

Guiglia

RoccamalatinaMonteombraro

Denzano

OspitalettoCascatedel Bucamante

Ponte di Olina

Gombola

M. Cimone

Medola

Lagodella NinfaSassoTignoso

Piandelagotti

Palagano

Pescale

Pompeano

Montese

Sassomorello

Sassoguidano

Maranosul Panaro

Maserno

CastelluccioRiolunato

Fanano

Sestola

Fiumalbo

Ospitale

Romanoro

Fontanaluccia

Riccovoltovecchio

Lama Mocogno

Polinago

Ponte della Fola

Ponte della Luna

Semelanodi Sotto

Montalbano

RoncoscagliaS. AndreaPelago

Acquaria

Montecenere

Monteorsello

Renno

Pavullonel Frignano

S. Martino

Vignola

Dogana

Casona

Serrazzone

Monfestino

Iola

Montemolino

CadignanoLa Verna

S. MichelePelago

Montebaranzone

Bologna

SP.486

SP.324

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Boccassuolo

MontecretoPonte di Strettara

Montecuccolo

Sassuolo

Località di raccordoNatura 1Natura 2Storia 1Storia 2Storia 3

Sapori e tradizioni

SP.19

SS.12

SS.12

SP.623

SP.4

SP.4

ModenaReggio Emilia

Lucca

Pistoia

Sassostorno

Appennino modenese

P.ssodelle RadiciS. Pellegrinoin Alpe

Montebonello

Serramazzoni

M. S. Giulia

Rubbiano

Casola

Varana

San Pellegrinetto

Prignanosulla Secchia

Montefiorino

Vitriola

Frassinoro

Monchio

RoccaS. Maria

Savoniero

Castel d’Aiano

Pieve diTrebbio

Pievepelago

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p.54Prima tappa del nostro itinerario è la bella Pieve Romanica diSan Silvestro, situata nel centro di Fanano che rag-giungiamo dalla pianura modenese percorrendo la SP 4Fondovalle Panaro fino ad immetterci sulla SP 324 del Passodelle Radici a breve distanza dal paese oppure sulla SS 12Nuova Estense per Pavullo che si innesta a Montecreto sullaSP 324 del Passo delle Radici. La fondazione della Pieveromanica di San Silvestro si fa risalire alla metà del VIII secoload opera di Sant’Anselmo abate, ma solo a partire dall’XIIIsecolo esistono tracce documentate. Diversi interventi hannointeressato nei secoli la struttura della pieve (pare ne abbianomodificato anche l’orientamento) all’interno della quale sipossono ammirare le tre navate sorrette da 12 colonne concapitelli scolpiti in blocchi di pietra arenaria. Varie iscrizioni,incisioni e altri frammenti che fanno parte degli elementistrutturali della pieve, potrebbero suffragare l’ipotesi di unasua edificazione nell’area dove sorgeva l’antico monasterofondato da Sant’Anselmo. Nel corso di alcuni lavori fu portataalla luce l’antica cripta romanica della quale è visibile lapavimentazione con i resti delle basi e parte dei fusti di alcunecolonne. La Pieve di San Silvestro conserva molte operepregevoli tra cui un affresco del 1300 che raffigura la Madonnacon il Bambino, il fonte battesimale realizzato nel 1500 e ilportale d’accesso laterale in pietra arenaria decorato conpregevoli fregi risalente al Cinquecento.Da Fanano in auto ci dirigiamo sulla SP 324 del Passo delle

Storia 1Capitelli e fregi decorati con motivi arcaici di nastri intrecciati e fiori testimoniano la rinascitadi un’arte ricca di fantasia

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Pieve romanica di SanSilvestro

Le terre di Fanano furonoconcesse all’abate Anselmonel 749 dal cognato Astolfo,re dei Longobardi, allo scopodi erigere un monastero e unospizio per i viandanti chelungo il tracciato della ViaRomea, valicavanol’Appennino tra Toscana edEmilia.Fu quindi fondata la Pieve,presto abbandonato daAnselmo, divenuto poi santo,il quale scese a Nonantolaper fondare la celebreAbbazia benedettina.

Vesale

Fanano

Sestola

Fiumalbo

Pievepelago

Roncoscaglia

S. MichelePelago

Montecreto

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Radici verso Sestola, dopo pochi chilometri svoltiamo a destrasulla SP 30 che conduce verso nord, in direzione di Pavullo.Superato Poggioraso svoltiamo ancora a destra per raggiungere

Vesale, bella località nominata per la prima volta nel 752 inun atto di donazione del chierico Orso all’Abbazia di Nonantola.Alle porte del paese lasciamo l’auto per seguire a piedi ilsentiero che sale sullo sperone di roccia che domina la valledel torrente Vesale dove sorge la Chiesa di San Giorgio.Dell’antica chiesa romanica qui edificata restano tracce,nell’abside e nei frammenti decorativi che ritroviamo all’internodella Chiesa. Nei locali posti nei pressi del presbiterio, l’areanelle immediate vicinanze dell’altare riservata al clero, sonostati recuperati degli interessanti affreschi risalenti al XV secoloche raffigurano con straordinaria freschezza, scene sacre.Da Vesale ci mettiamo in auto seguendo la strada secondariache conduce a Roncoscaglia intersecando la SP30.Manteniamo la direzione delle montagne sulla stretta, quantoantica, strada di collegamento fino a raggiungere l’Oratoriodi San Biagio. Il grazioso oratorio sorge al confine con i boschi,immerso in una silenziosa atmosfera di quiete. La semplicestruttura architettonica contrasta con la ricchezza dei due portalid’accesso, uno frontale, l’altro laterale. Le decorazioni delportale maggiore, in particolare, rimandano a quelle della bellaPorta Regia del Duomo di Modena. L’attuale struttura rap-presenta solo una parte dell’antico edificio provvisto di abside,eretto probabilmente nel XI secolo o prima ancora.Lungo la vecchia strada asfaltata arriviamo a Roncoscaglia doveci immettiamo sulla SP324 del Passo delle Radici in direzionedi Montecreto che superiamo per raggiungere primaRiolunato, poi Pievepelago. Qui, seguendo le indicazioni peri campi sportivi, si imbocca una strada in discesa che conducea San Michele, antico borgo posto su un’altura lambita dalleacque del torrente Scoltenna, dove sorge la Chiesa di SanMichele Arcangelo. L’antica chiesa romanica è nominata nel1291 come affiliata alla Pieve di Santa Maria del Pelago, ma

I fregi perduti dell’anticooratorio tra i boschi

L’Oratorio di San Biagioha rischiato più volte discomparire, abbandonatodagli uomini e colpito dalleingiurie del tempo. A questesi aggiunsero i ciechifanatismi dellasuperstizione che scorse neidecori e nei rilievi zoomorfiche abbellivano dentro efuori la struttura, deisimboli diabolici. La Chiesafu detta “del Diavolo” equeste immagini, del tuttosimili a quelle di molte altrechiese romaniche, venneroirrimediabilmente distrutte.

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Chiesa di S. Michele Arcangelo, S. Michele Pelago

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Oratorio di San Biagio, Roncoscaglia

la sua origine è certo più antica come testimonia la suaconsacrazione a San Michele Arcangelo, di origine longobarda.Nel 1600 fu eretto un nuovo edificio che conservò della vecchiachiesa solo l’abside romanica abbellita da motivi ornamentaliche si può ammirare ancora oggi.Ci riportiamo in auto sulla SS 12 dell’Abetone in direzione dellemontagne per raggiungere Fiumalbo il cui nome si diceabbia il significato di “fiume che scende dall’alpe” o ancora“fiume bianco per lo spumeggiare delle acque”, forse perchésorge proprio alla confluenza dei due torrenti che scendonodai monti circostanti e che qui si uniscono formando il beltorrente Scoltenna dalle acque trasparenti e spumeggianti.La storia di questo borgo è antica e documentata già nel 1038nell’atto di cessione della rocca di Fiumalbo da parte delmarchese Bonifacio di Toscana, padre di Matilde di Canossa,al vescovo di Modena Viberto. Della struttura della rocca, citatanel documento, resta traccia nella torre che ancora oggi dominail paese, ricostruita nel 1800. Nel cuore di questo antico borgomedievale di grande fascino visitiamo la Chiesa di SanBartolomeo Apostolo. L’edificio sorge nel luogo in cuiprobabilmente si ergeva una antica chiesa tardo-romanica.Di quella struttura restano tracce di un originario ingresso soprala porta laterale destra dell’attuale chiesa. Sotto l’arco a tuttosesto, formato da conci disposti a raggiera, si intravede ancoraun frammento decorato ad archetti sul modello degli ornamentiscolpiti da Wiligelmo nel Duomo di Modena sopra le scenebibliche nei rilievi della Genesi. Altri rilievi ben conservatiraffiguranti fanti e cavalieri muniti di spade, scudi, lance e archie una figura femminile - Matilde di Canossa, secondointerpretazioni non confermate - e tralci di vite con foglie egrappoli, sono all’interno della Chiesa.Passeggiando tra le viuzze del borgo di Fiumalbo si puòprolungare la visita e ammirare altri edifici di grande interessecome il cinquecentesco Oratorio di San Rocco, alle porte delpaese, abbellito da un affresco della stessa epoca realizzato dal

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pittore carpigiano Saccaccini; l’Oratorio dell’Immacolata,risalente al 1500 e posto nella piazza di fronte alla Chiesa diSan Bartolomeo Apostolo; la Chiesa di Santa Caterina del1600 che ospita il Museo di Arte Sacra di Fiumalbo, situata sullapiazza a lato della cattedrale.

Arredi e dipinti del ‘500al Museo di Arte Sacra diFiumalbo

All’interno della bellaChiesa di Santa Caterinaa Fiumalbo, sede delMuseo di Arte Sacra, siapre un grande spazio adaula con una cappella perlato: l’altare maggioreinteramente dorato è diepoca settecentesca, gliarredi sono in parte quellidell’originaria chiesadomenicana come le dueancore delle cappellelaterali, il quadro sullacappella absidale e il coroin noce. Lo spaziomuseale ospita tavole edipinti di grande fascino,un organo ottocentesco,arredi sacri del 1500,oggetti e paramentiliturgici.

Comune di FiumalboUfficio CulturaTel. [email protected]

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Oratorio di San Biagio, Roncoscaglia

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Da Fiumalbo raggiungiamo di nuovo in auto Pievepelago doveprocediamo sulla SS 12, per dirigerci con un viaggio di pocopiù di mezzora fino a Lama Mocogno e Pavullo. Nel tratto LaSantona - Pavullo il tracciato della SP 12 Giardini si sovrapponea quello della antica Via Vandelli. Procediamo ancora per unbreve tratto sulla SS 12 Giardini, in direzione di Pavullo, finoad incontrare sulla destra la SP 30 sulla quale svoltiamo perraggiungere Renno, località che nell’antichità fu uno deicentri amministrativi e giudiziari più importanti del Frignano.Arrivati qui, poco distante dal punto in cui i corsi dei torrentiScoltenna e Leo si uniscono per formare il fiume Panaro, sorgel’antica Pieve di Renno dedicata a San Giovanni Battista.L’epoca di fondazione non è certa: le sue origini potrebberorisalire al XII secolo o essere molto più antiche e rimandareal VIII - IX secolo. Nell’abside e nel lato nord dell’edificio sinotano i caratteri originali delle mura perimetrali, intatti nelleprime file di pietre squadrate, mentre i tratti irregolari presentinel resto della muratura evidenziano gli interventi avvenutinelle epoche successive. L’interno della chiesa si apre sulletre navate sorrette da pilastri, quattro dei quali presentano unacuriosa forma ottagonale, indizio, secondo alcuni, dell’età anticadella chiesa.Lasciato il borgo fortificato si scende di nuovo verso Pavullo,superiamo l’areoporto e giunti in paese svoltiamo a destra sullastrada secondaria che conduce a Niviano, nei pressi dellaRiserva Naturale Orientata di Sassoguidano. Percorriamo due

L’acquasantiera in marmorosso per il battesimo diRaimondo

Nella Pieve di Renno sonoconservate interessantiopere: un’acquasantierain marmo rosso di Verona,posta vicino all’entrata,donata nel 1606 inoccasione del battesimo diRaimondo Montecuccoli,erede della potentefamiglia che dominòqueste terre ed un affrescoquattrocentescoraffigurante il battesimodi Gesù.

Storia 1Rare lunette in pietra scolpita, decori con figure di animali dalle sembianze leonine e pregevoli

affreschi del ‘400 ornano le belle pievi medievali in pietra

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Niviano

Coscogno

Renno

RoccaS. Maria

Pavullonel Frignano

Montebonello

Serramazzoni

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Interno della chiesa di Montebonello

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chilometri in salita e ci fermiamo per visitare la Chiesa di SanVincenzo. Si trova ai piedi del Monte di San Vincenzo, cosìanticamente veniva chiamato l’attuale Monteobizzo ormaiinglobato nel tessuto urbano di Pavullo. Del primitivo edificioromanico resta l’abside eretta con massicci blocchi di pietrasquadrati nei primi decenni del XIII secolo. L’abside èsormontata da due file di animali dalle sembianze leonine checorrono lungo tutto il perimetro della struttura sorreggendogli archetti pensili mentre due teste dalle sembianze umanechiudono la serie, procurando un vivace effetto decorativo.Qualcuno ha ravvisato lo spunto per questo linguaggioespressivo molto originale, nei rilievi della Ghirlandina aModena.Di nuovo in auto ci riportiamo sulla SS 12 verso Pavullo cheoltrepassiamo. Poco più avanti, superata la frazione di S.Antonio, abbandoniamo la SS 12 per svoltare a destra sulla SP36 e, dopo un breve tratto, sulla SP 22 in direzione di Coscognoche raggiungiamo tenendo sempre la destra.Su un rilievo pianeggiante che degrada verso il fiume Panaro,sorge Coscogno. Il paese ha origini molto antiche e nasce come“villa romana”, lo testimonia il ritrovamento in questi luoghidi una stele funeraria che risale al I secolo, ora conservata aModena presso il Museo Lapidario. Appena superato il piccoloborgo incontriamo, affacciata su un’ampia vallata, in suggestivasolitudine, la Pieve romanica di Sant'Apollinare, di fianco allaquale corre anche il tracciato escursionistico della Via RomeaNonantolana. Sulla facciata della pieve, citata già in undocumento del 996, si apre un bel portale romanico sovrastatoda una rara lunetta scolpita, abbellito da due esili colonne concapitello e fogliami che sorreggono una cornice decorata a giglie un architrave al cui interno è scolpita a rilievo una rosetta.Seguiamo a ritroso la strada appena percorsa per immetterci,dopo poco, sulla SP 36 e di nuovo sulla SS 12 dove svoltiamoa destra in direzione della pianura. In breve raggiungiamouna deviazione secondaria sulla sinistra che conduce aMontebonello. Il borgo di Montebonello è arroccato su

La lunetta scolpita

Sopra il portale dellaPieve di Sant’Apollinareè inserita una bellalunetta in pietra scolpitadi epoca matildica, cheraffigura la lotta di duecaprioli, posti l’uno difronte all’altro. Il motivoscolpito sulla lunettaproviene dalla culturaborgognona giunta fin quisulle vie dei pellegrini dicui Coscogno era crocevia.Insieme a quella diVitriola(vedi p. 86), èl’unica rimasta diquest’epoca nel territoriomodenese.

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un’altura isolata, un tempo racchiuso fra le mura di un possentecastello. Abbandoniamo l’auto alle prime case dell’abitato eci inoltriamo a piedi sulla strada che gira intorno al monte edimmette sulla piazza della Chiesa. Ancor oggi si possononotare i resti dell’originario impianto di fortificazione di cuifacevano parte la torre e la Chiesa della Natività di Maria,fondata intorno all’ XI - XII secolo. Dalla piazzetta, dominatada un bel campanile ottocentesco, si può ammirarel’interessante armonia della facciata meridionale della chiesadove gli elementi romanici sono accostati a motivi gotici.Nella muratura in conci d’arenaria perfettamente squadratisi aprono due portali, uno romanico a pieno centro e l’altrogotico a sesto acuto; un terzo accesso è stato aperto agli inizidel Novecento. All’interno sono stati recuperati degliinteressanti affreschi eseguiti agli inizi del ‘400 che ritraggonofigure e scene della vita dei santi.Ci riportiamo di nuovo in auto sulla SS 12 svoltando a sinistrae imbocchiamo la SP 3 Giardini in direzione di Serramazzoni.Superiamo il centro mantenendo la direzione della SP 3 versoRocca Santa Maria. Dopo aver superato la borgata di Stella,in località Montagnana raggiungiamo la deviazione sullasinistra che si inoltra sul crinale della valle attraversata daltorrente Fossa e che porta al borgo di Rocca Santa Maria e,salendo un poco più in alto, sul piazzale della pieve, posta aipiedi di un solitario sperone roccioso detto il Sasso. Le incerteorigini della pieve pre-romanica indicano una sua possibilefondazione tra il VIII e il XII secolo. L’interno della chiesaè al tempo stesso semplice e maestoso. Gli archi sono ampie imponenti come le colonne che li sorreggono, basse in modoinconsueto, ornate da splendidi capitelli riccamente decoratida intrecci di nastri, volute, rosette e altri motivi di gustoarcaico. L’abside maggiore, a lato del quale sono visibiliporzioni di affreschi tardo-medievali, racchiude un tabernacolodecorato, scavato nella pietra, di epoca molto antica come lamensa dell’altare maggiore e quella dell’abside di destra.

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Infiorata nella navata centrale della pieve di Renno.

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Montebaranzone

M. S. Giulia

Rubbiano

Casola

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Lunetta della Chiesa di S. Andrea, Vitriola.

Sulla stretta strada secondaria scendiamo da Rocca Santa Mariaa Fiorano, passando da Nirano e da qui, svoltando a sinistra,procediamo verso Sassuolo. Da Sassuolo sulla comoda SP 486che porta al Passo delle Radici, saliamo in auto attraverso lependici occidentali dell’Appennino, costeggiando il fiumeSecchia, in direzione di Montefiorino. Superato il ponte cheattraversa il fiume Secchia e successivamente quello cheattraversa il torrente Dolo, procediamo ancora per pochichilometri fino al bivio dove svoltiamo a destra in direzionedi Montefiorino e Rubbiano.Dalla strada in salita si gode una bella visuale sulle cime deimonti reggiani. Il profilo della Pieve di Rubbiano è benvisibile dalla strada asfaltata e si raggiunge facendo unadeviazione a destra su una stretta strada secondaria.La Pieve di Santa Maria Assunta a Rubbiano, fondata forsenella metà del VII secolo e citata in atti dell’880 e 908, è unodegli esempi più rappresentativi ed antichi dell’arte romanicain Appennino. L’interno, disposto a croce latina, è a tre navateseparate da colonne che sorreggono capitelli, volute, cornicidecorate da palmette, foglie d’acanto, figure zoomorfe - leonie altri animali - e antropomorfe. Accanto ad essa si innalza uncampanile del XII secolo dalla linea sobria e massiccia. Postasul tracciato della Via Bibulca, la più antica ed importantestrada di collegamento tra Emilia e Toscana che valical’Appennino al Passo delle Radici, la pieve acquistò grandeprestigio e prosperità a partire dal 727 quando i traffici lungola Via Bibulca ebbero impulso a seguito dell’unificazione del

Le potenti abbazie e le autorevoli pievi fondate nell’anno Mille e all’epoca della ContessaMatilde di Canossa, veri centri del potere spirituale e temporale

Storia 184

Varana

San Pellegrinetto

Prignanosulla Secchia

Montefiorino

Vitriola

Frassinoro

Monchio

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territorio ad opera dei Longobardi che già occupavano laGarfagnana.Da Rubbiano raggiungiamo quindi Montefiorino e all’incrociosvoltiamo a destra sulla SP 32 per arrivare a Frassinoro.Anche il percorso della Via Bibulca, il cui tracciato da percorrerea piedi, a cavallo o in mountain bike si snoda quasi paralleloalla strada asfaltata eppure per la maggior parte lontano da essa,tra boschi e prati, ci porta verso Frassinoro, il cui nome evocail colore dorato delle chiome dei frassini che crescono in questiluoghi. Superato il centro del paese raggiungiamo la Chiesadi Santa Maria e San Claudio, situata nello stesso punto in cuianticamente sorgeva la potente Abbazia di Frassinoro,fondata nel 1071 da Beatrice di Lorena, madre di Matilde diCanossa la più autorevole figura femminile del Medioevo.La Chiesa di Santa Maria e San Claudio è stata ricostruita allafine del XVI secolo dopo che incuria e abbandono furono causadi rovina dell’ Abbazia. Alcuni reperti sono tuttora conservati

La Madonna del Frassino

Tra i racconti più amatisulle origini del nome diFrassinoro vi è quello cheparla di un’anticaimmagine della Madonnaappesa ad un frassino cheirradiava luce tanto vivada rischiarare il camminodei viandanti diretti nelmedioevo ai valichiappenninici. Proprio inquesto punto sarebbestato eretto un oratoriocon annesso un ospizioper i pellegrini, di cui perònon resta traccia.

La “colombina” simbolo delleantiche terre della badia

Dell’antica Abbazia diFrassinoro restano raresuppellettili tra cui labella “colombinaeucaristica” risalente alXI secolo, una preziosapisside (vaso sacro in cuisi conservano le ostieconsacrate) in rame aforma di colomba, untempo rivestita d’oro,rifinita a cesello ericoperta da gemme edecori smaltati. Il piattosul quale essa venivaposata e i pochi altriarredi recuperati, sonoconservati nel MuseoCivico di Modena, mentrela “colombina” è custoditaa Frassinoro.

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nello spazio museale allestito nella Chiesa, altri sono statiriutilizzati nella costruzione dell’attuale edificio, del campanilenovecentesco e della canonica. Ci riportiamo al centro del paese e sulla SP 32 scendiamo indirezione di Montefiorino. Dopo pochi chilometri, raggiungiamoLa Verna dove svoltiamo a destra fino a Casola e qui a sinistrasulla SP 486. Sempre diritto per qualche chilometro, fino araggiungere Vitriola il cui nome è probabilmente legatoalla forte presenza nelle sue acque di tracce di un minerale, ilvetriolo verde, da cui si estrae l'olio di vetriolo (acido solforico).Queste acque, pur essendo limpide, macchiano di un colorelivido e giallastro la terra e la vegetazione che lambiscono.Appena superato il centro svoltiamo sulla sinistra. Davanti a noiappare la Chiesa di Sant’Andrea. La bella struttura, fondatasecondo la tradizione da Matilde di Canossa e dalla madreBeatrice di Lorena alla fine del XI secolo, sorge su un’altura chedegrada verso la valle del torrente Dragone. L’antico fronte dellastruttura e parte dei fianchi sono arrivati intatti fino a noi,mantenendo l’aspetto originario.Una breve deviazione nei dintorni di Vitriola ci consente diammirare ciò che resta delle case-torri, abitazioni fortificatea più piani risalenti al XII e XVI secolo che presentano feritoiee aperture a testimonianza della necessità di difesa avvertitadalla popolazione, stretta tra feroci combattimenti e guerrigliea causa delle continue invasioni. L’accesso al primo piano, dovela famiglia si ritirava per dormire, era garantito da una scala apioli che di notte era ritirata al piano superiore così da isolarloda quello inferiore e impedire eventuali aggressioni.Ci riportiamo sulla SP 28, svoltando a sinistra, in direzione diSavoniero e Palagano. La strada declina dolcemente nellavalle del torrente Dragone fino a raggiungerne le rive. Superatodi poco il ponte sul torrente Dragone si apre una bellapanoramica sulla valle che spazia dalla zona delle sorgenti, inalto verso le montagne, al Grotto del Calvario, correndo suipendii dolci delle colline circostanti. Oltrepassiamo il piccolocentro di Savoniero e al bivio svoltiamo a sinistra sulla SP 24

Alchimia e vita quotidiana:il corrosivo vetriolo

Secondo i misteriosiprincipi dell’alchimia lafigura del leone era legataal vetriolo, il minerale dicui pare fossero ricche leacque di Vitriola, dalquale si estraeva l’olio divetriolo (acido solforico)utilizzato findall’antichità per gli usipiù vari: nella scritturaper la produzione delferrogallico, l’inchiostropiù usato nel Medioevo,nella produzione di tessutie stoffe per tingere in neroo comunque per donareal rosso tonalità più cupe.

La bella lunetta con effigisacre

Nella chiesa romanicadi Vitriola si conserva unalunetta scolpita nellapietra, dai tratti semplicied essenziali, che risalealla metà del XI secolo.Il rilievo raffigura trepersonaggi vestiti dilunghe tuniche ai lati deiquali si trovano un’aquilache tiene un libro tra gliartigli e un angelo con leali aperte, due simbolidegli Evangelisti.La figura centrale,probabile raffigurazionedel Cristo, alza la manodestra benedicente,mentre quelle lateralireggono rispettivamenteun libro ed un incensiere.

Parrocchia di FrassinoroTel. 0536.969818

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in direzione di Sassuolo e Modena per raggiungere Monchio.Oltrepassiamo Susano e Costrignano e proseguiamo fino alcentro abitato di Monchio dove svoltiamo sulla stradasecondaria che conduce in salita al Parco della Resistenzadi Monte Santa Giulia dove è collocata la Pieve romanica diSanta Giulia. Non si conosce con esattezza la data di costruzionedella pieve romanica, definita un tempo Pieve dei Monti, mala tradizione vuole che essa sia stata fondata da Matilde diCanossa. L’attuale aspetto della pieve che sorge sulla sommitàdel Monte Santa Giulia, si deve alla ricostruzione sulle formeoriginarie avvenuta negli anni Cinquanta dopo la suadistruzione nei bombardamenti della Seconda GuerraMondiale. Dell’edificio antico restano gli apprezzabili reperticonservati all’interno della pieve: tre capitelli, parte di unabase di colonna, tre cornici di pilastri. All’ingresso del Parcoripercorriamo la strada asfaltata che si dirige verso ovest,scende fino al centro abitato di Monchio, arriva a La Valle ealla borgata di Cà de’ Gigli, per raggiungere poco più a vallel’Oratorio di San Vitale, edificato nel XIII secolo, una dellechiese affiliate in passato alla storica Pieve di Santa Giulia.Il grazioso edificio ha mantenuto la muratura originale e sorgesu un’altura dalla quale si domina tutta la valle del torrenteDragone. Nella facciata sormontata da un piccolo campanilea vela a due aperture si nota un portale a tutto sesto con unarco monolitico.Riprendiamo l’auto e ci immettiamo di nuovo sulla SP 24 perraggiungere in discesa il bivio di La Volta dove svoltiamo adestra sulla SP21 in direzione di Prignano. Superato il paeseraggiungiamo S. Pellegrinetto e svoltiamo a sinistra nella SP20per raggiungere Montebaranzone, un antico borgo in cui siergeva un castello di grande rilievo fondato da Matilde diCanossa del quale rimangono tuttavia alcune tracce.Qui possiamo visitare la Chiesa di San Michele che custodiscepreziosi arredi sacri: un calice trecentesco, detto di Matilde diCanossa, in argento lavorato a sbalzo ed una croce per leprocessioni in rame dorato, montata su un’asta, che risale alprimo Quattrocento. Non lontano dal paese, in località MonteScisso, sorge inoltre, l’Oratorio di San Biagio che conservanell’abside alcuni conci di origine romanica.

Parco della Resistenaza diMonte Santa Giulia

All’ingresso del Parcosi trova il Centro servizial turista che mette adisposizione dei visitatoriun bar e un ristorante. IlCentro organizza inoltreun fitto calendario dieventi e attività.

Tel. [email protected]

Pieve romanica di Santa Giulia

La pianta della Pieve,nell’intervento diriedificazione, è statariportata allo statooriginale con l’aggiuntadelle due absidi minori,eliminate nel 1800.L’interno è diviso in trenavate da due filecomposte da tre colonne.Appartengono allastruttura più antica trecapitelli con decori amotivi geometrici eornamenti a cerchi estelle, parte delle base diun colonnato e trecoronamenti di pilastri.

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Guiglia

Roccamalatina

DenzanoMaranosul Panaro

Semelanodi Sotto

Montalbano

Zocca

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Capitello della navata centrale, Pieve di Trebbio.

Da Montebaranzone procediamo in direzione nord sulla SP20 che attraversa pendii sempre più dolci e raggiunge le primecolline dell’Appennino modenese, passando per Montegibbionel territorio sassolese, fino a Sassuolo. Da Sassuolo ci dirigiamoverso Vignola e da qui verso Marano che attraversiamo finoall’altezza del Parco Fluviale dove imbocchiamo la SP 21verso San Dalmazio. Risaliamo lungo le prime collinedell’Appennino e alle prime case di Rodiano abbandoniamola SP 21 per svoltare a destra su una stretta strada secondariache in breve ci conduce a Denzano. Sulla cima del colle chedolcemente degrada verso la valle del Panaro, dal quale siapre un’ampia vista sul paesaggio circostante, sorge la Chiesadi Santa Maria Assunta inserita nel bel borgo di Denzano,raccolto intorno alla torre medievale. L’antica chiesa romanicaconserva di quell’epoca la bella abside innalzata con blocchidi pietra arenaria perfettamente squadrati. Anche all’interno,nei moduli architettonici ed ornamentali, si riflette l’influenzaesercitata dal Duomo di Modena. Appare così armonica elieve l’eleganza delle ampie arcate sorrette da semicolonneche poggiano su un alto zoccolo e degli ornamenti dellemensole e dei capitelli.Proseguendo sulla strada in direzione della pianura,raggiungiamo di nuovo Marano. Ci dirigiamo quindi verso lazona orientale dell’Appennino, sulla SP 4, svoltiamo indirezione di Bologna, attraversiamo il ponte sul Panaro e inbreve ci immettiamo sulla SP 623 del Passo Brasa in direzionedi Guiglia che superiamo proseguendo ancora per un brevetratto, fino a raggiungere la deviazione a destra che conduce

Storia 1L’ influenza del Duomo di Modena, ma anche dei bizantini giunti intorno al Mille fino allavalle del Panaro, nei motivi architettonici e decorativi dell’arte romanica

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Pieve diTrebbio

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Capitello della cripta, Pieve di Trebbio. Particolare del borgo attorno alla pieve, Semelano.

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a Pieve di Trebbio, dove si trova uno dei Centri Visitadel Parco dei Sassi di Roccamalatina. Le indicazioni ciconducono al colle che dolcemente declina verso la rivaorientale del Panaro, sul quale sorge la Pieve di San GiovanniBattista, di cui si ha notizia a partire dal 1163 e che la tradizionevuole fosse fondata da Matilde di Canossa. Immersa tra boschie prati in una natura suggestiva sovrastata dai pinnacoli rocciosidei Sassi, la pieve romanica di Trebbio conserva molti trattioriginali: la struttura interna a tre navate, le colonne, i capitelli,la cripta e, all’esterno, il portale d’accesso, i due “occhi” adoppia strombatura dalle caratteristiche sagomature oblique,un archivolto con sculture di pregio, alcuni tratti del cornicionead archetti pensili. I raffinati motivi delle decorazioni sonodovuti alle influenze dei bizantini, popolo che giunse intornoal Mille fino alla valle del Panaro. Ci riportiamo in auto sullaSP 623 del Passo Brasa e avanziamo ancora verso sud, fino a

Roccamalatina dove possiamo effettuare una deviazione pervisitare la seicentesca Chiesa Parrocchiale di Roccamalatinadal bel portale rinascimentale. Da qui proseguiamo in autosulla SP 623 verso Zocca e prima di raggiungere il paesesvoltiamo a destra sulla deviazione che in breve tempo ciconduce a Montalbano. Il poggio su cui è arroccato il borgomedievale è proteso sulla parete rocciosa del Monte della Riva.Ci incamminiamo a piedi alla base del poggio, dove si apre unsentiero che porta alla cima, fino a raggiungere la Pieve di SantaMaria Assunta, un edificio dalle pregevoli fattezze con facciataa capanna ed interno a tre navate.Da Montalbano in auto torniamo a Zocca, giriamo a destraed imbocchiamo la strada per Rosola e Semelano (a destra).Qui facciamo tappa per visitare la bella Pieve di Semelano,nominata nel diploma di Federico I detto il Barbarossa, datato1159. L’interno della chiesa è a tre navate a volta ed archisorretti da colonne e semicolonne. Il portale d’accesso è inpietra arenaria con colonne poste su alti blocchi con basequadrata. Nella parte superiore sono presenti decorazioni amotivi floreali.

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Il territorio dell’Appenninoè ricco di pievi e chieseromaniche.Per approfondimenti:Itinerario RomanicoIllustrato.

Rose stellate, nastri eintrecci geometrici neiraffinati capitelli

Nella pieve romanica diSan Giovanni Battista aTrebbio, fregi sinuosi edeleganti avvolgono icapitelli delle navate.Intrecci geometrici,sovrapposizioni di nastricon affioramenti di rosestellate, foglie d’acanto epalmette, formano uninsieme artistico chereplica i motivi arcaici confantasia e inventiva.La chiesa è visitabile ladomenica mattina inoccasione delle funzionireligiose. Altre visite sonoorganizzate periodica-mente dal Parco dei Sassidi Roccamalatina

Centro Visita di Borgodei Sassi, Rocca di SottoTel. 059.795721

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La strada dei castelli medievali,dei borghi a corte e

delle torri

Storia 2

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Le sagome solide e massiccie dei castelli e delle case-torri fortificate parlanodi incessanti lotte tra fazioni nemiche, incursioni di briganti e assalti di animali feroci in un’epoca inquieta e violenta

Misteri ed enigmi in Appennino: le oscure origini delle capanne celtiche, gli scenari tenebrosi dell’Inquisizione, il racconto di drammatiche epidemiee battaglie

La fitta rete dei castelli e delle fortificazioni arroccate sui poggi a difesa delleterre dell’Appenino modenese

Stretti vicoli, attraversamenti a volta, caratteristici edifici a corte nei piccoliborghi antichi disseminati sui pendii

Storia 2

Il turbinio della storia muove passioni, provoca gioie e ferite, ma ha scompigliatoappena le foglie degli alberi nei boschi di castagni e di querce. Sono inveceprofondi i segni della memoria tracciati sulle pietre scolpite delle case-torri, deicastelli fortificati, dei borghi a corte, delle chiese. Trame e sedimenti, ma anchesentimenti, di una cultura millenaria che ha espresso anche nell’abitare un’arteprofonda.

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Appennino modenese

Boccassuolo

Sassuolo

Località di raccordoNatura 1Natura 2Storia 1Storia 2Storia 3

Sapori e tradizioni

SP.19

SS.12

SP.4

SP.4

ModenaReggio Emilia

Lucca

PistoiaLotta

Montespecchio

Bologna

SP.486Rovolo

Samone

Castellinodelle Formiche

Madonnadi Pietravolta

Ponte di Ercole

P.ssodella Croce

Arcana

P.ssodell’Abetone

Lago Pratignano

M. S. Giulia

Farneta

Roccapelago

Sassostorno

Olina

Monzone

Vesale

Niviano

Semese

MontebonelloSant’Antonio

Coscogno

Rosola

Zocca

Pieve di TrebbioFestà

Guiglia

RoccamalatinaMonteombraro

Denzano

OspitalettoCascatedel Bucamante

Vitriola

Ponte di Olina

Gombola

Rubbiano

M. Cimone

Medola

Lagodella NinfaSassoTignoso

Piandelagotti

Montefiorino

Prignanosulla Secchia

Palagano

Monchio

Pescale

Serramazzoni

Pompeano

Montese

Varana

Sassomorello

Sassoguidano

Maranosul Panaro

Maserno

CastelluccioRiolunato

Fanano

Sestola

Fiumalbo

Pievepelago

Ospitale

Romanoro

Fontanaluccia

Riccovoltovecchio

Frassinoro Lama Mocogno

Polinago

Ponte della Fola

Ponte della Luna

Semelanodi Sotto

Montalbano

RoncoscagliaS. AndreaPelago

Acquaria

Montecenere

Monteorsello

Renno

RoccaS. Maria

Pavullonel Frignano

S. Martino

Vignola

Dogana

Casona

P.ssodelle Radici Serrazzone

S. Pellegrinoin Alpe

Monfestino

Iola

Montemolino

CadignanoSavoniero

La Verna

San Pellegrinetto

SP.623

SS.12

SP.324

Serpiano

MontecretoPonte di Strettara

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Villa d’Aiano

Castellino diBrocco

Groppo

Montecuccolo

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Da Modena prendiamo la SS 12 Nuova Estense per girare adestra, dopo circa 35 chilometri, in direzione di Serramazzoni.Oltrepassiamo il paese e ci dirigiamo sulla SP 21 in direzionedi Prignano. In prossimità di San Pellegrinetto svoltiamo asinistra sulla deviazione che ci conduce al borgo medievale di

Sassomorello, arroccato su una rupe a strapiombo sulla valle.La rupe di Sassomorello emerge, aspra e suggestiva, tra lemorbide curve delle colline bagnate dal torrente Rossenna.Borgo e rupe sono un tutt’uno anche nel nome, che ha ilsignificato di scuro, bruno, dal colore della roccia. Nel borgosi riconoscono le basi della muratura dell’antica chiesa, mentredi fianco all’attuale chiesa parrocchiale svetta l’antica torrecampanaria.Da Sassomorello ritorniamo a San Pellegrinetto dove proce-diamo sulla SP 20 in direzione di Varana e Montebaranzone.La strada ci conduce verso la borgata di Campodolio, dove sinotano alcuni edifici che richiamano la tipologia della casa-torre e una chiesa risalente al 1800, dove svoltiamo a destra suuna stradina secondaria che porta in breve a Varana. Già inlontananza si scorgono le sagome degli edifici del borgo,adagiato sulle rocce nerastre di una maestosa ofiolite chesovrasta la corte di case in pietra e l’antica chiesa di San Pietroe Paolo dalla classica facciata a capanna, con portale architravatosormontato da una finestra semicircolare.Da Varana ci mettiamo di nuovo in auto verso Campodolio eSan Pellegrinetto dove svoltiamo a destra sulla SP21, per

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Le sagome solide e massiccie dei castelli e delle case-torri fortificate parlano di incessanti lotte trafazioni nemiche, incursioni di briganti e assalti di animali feroci in un’epoca inquieta e violenta

Ofiolite p.20

Rovolo

Madonnadi Pietravolta

Vitriola

Piandelagotti

Montefiorino

Prignanosulla Secchia

Monchio

Varana

Frassinoro

P.ssodelle Radici

S. Pellegrinoin Alpe

San Pellegrinetto

Sassomorello

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raggiungere Prignano. L’antico centro di Prignano, diprobabile origine romana, è citato nel diploma carolingio del781 e sorge attorno alla torre campanaria medievale abbellitada bifore in arenaria con pilastri e capitelli. La torre si ergevaa fianco della Chiesa di San Michele che andò completamentedistrutta nei primi decenni del 1900. Lasciamo l’auto nellapiazza principale e ci inoltriamo a piedi nel borgo in cui risaltanoi profili di due case-torri, tipici edifici fortificati cherappresentano una delle mete individuate dal nostro itinerario.La prima è Casa Pellesi, situata lungo Via Sassuolo, tipicoesempio di casa-torre di impianto cinquecentesco, nellaseconda, Casa Berti posta in Via Allegretti, è ancora visibile ilnucleo originale della casa-torre al quale sono stati addossatialtri edifici di epoca successiva. Ci dirigiamo quindi sul piazzaleantistante la Chiesa Parrocchiale di San Lorenzo e da quisvoltiamo sulla mulattiera che coincide con il tracciato del

sentiero n. 10 dei “45 itinerari nelle Valli Dolo, Dragone eRossena” per una passeggiata a piedi, di circa mezzora, checonduce al borgo di Case Gherardi formato da due gruppi diedifici distinti. Nel primo spicca una casa-torre ancora benriconoscibile, nel secondo, a forma di corte aperta, si distingueuna casa-torre con colombaia proprio sul lato della strada. Daqui rientriamo a Prignano seguendo il sentiero a ritroso. Unadeviazione al nostro itinerario, alla quale dedicare circa sei oretra andata e ritorno, ci consente di proseguire l’escursione lungoil sentiero, scendere verso il fosso Biola e più avanti ancoraverso Casa Achille, dove sorge una casa padronale settecen-tesca, fino a Mulino del Sasso sul greto del torrente Rossenna.Attraversato il ponte il percorso si inoltra quindi in direzionedel Monte Santa Giulia.Da Prignano ci dirigiamo in auto sulla SP 21 verso il fondovalle,svoltiamo quindi a destra sulla SP 23 e raggiungiamo l’incrociodi La Volta dove, poco prima del ponte sul Fiume Secchia,svoltiamo a sinistra sulla SP 24 in direzione di Saltino ePalagano. Superato Saltino si raggiunge Pugnago, località

Casa-forte e casa-torre Le case-forti furono

edificate a partire dalTrecento con funzioni dipresidio nei puntistrategici del territorio edi tutela per lepopolazioni locali, strettefra combattimenti difazioni diverse, continuerazzie di bande di ladri,assalti di animali ferocicome lupi ed orsi, presentiin gran numero inAppennino all’epoca. Lemassicce costruzioni abase quadrata, le cuimura superavano spessoil metro di spessore,ospitavano al piano terrale stalle e il magazzinoper gli attrezzi mentre aipiani superiori, collegatial piano terra da unascala pensile che venivaritirata al piano di sopranelle ore notturne,venivano conservate lescorte dei viveri e lepreziose sementi. Duesecoli dopo, quando inqueste terre si affermò ildominio Estense cheridusse il continuo allarmedifensivo, la casa-forte sitrasformò in casa-torre,spesso residenzapadronale.

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visibile dalla strada. Una deviazione a destra ci porta nel borgodove ancora si conservano delle testimonianze dell’anticoimpianto urbano cinquecentesco. Una torre con colombaia ecornicione in arenaria, inglobata in una casa con loggia del 1701,la cui data di costruzione è incisa su una finestra, mostra unesempio significativo delle modificazioni subite nel tempo dallacasa-torre, attraverso sovrapposizioni, stratificazioni e aggiunteedilizie successive.Di nuovo sulla SP 24, proseguiamo in direzione di Palagano perraggiungere Monchio. Qui ci fermiamo e, lasciata l’auto nelcentro del paese, raggiungiamo la Chiesa Parrocchiale di fiancoalla quale parte il sentiero n. 14 dei “45 itinerari nelle Valli Dolo,Dragone e Rossenna” sul quale ci incamminiamo. Il sentieroconduce fino al greto del torrente Dragone. La nostra passeggiatainvece si ferma, molto prima. Raggiungiamo a piedi in circa ventiminuti, l’abitato di Cà de Gigli dove ci aspetta uno degliesempi più belli di casa-torre. Si tratta di un edificio di epocarinascimentale a cinque piani dalla tipica copertura a quattrofalde; il portale d’accesso è ornato di uno stemma scolpito.Da Monchio risaliamo in auto sulla SP 24, superiamoCostrignano e Susano e al bivio di Savoniero svoltiamo a destrasulla SP 28 in discesa fino al ponte sul torrente Dragone, poiin salita verso Vitriola. La strada si inerpica sul versante sinistrodel torrente superando alcuni gruppi di case rurali, altri, piùdistanti, si intravedono brevemente tra il verde. Dopo pochichilometri si scorge dalla strada l’abitato di Cà di Bellucci, unabella borgata di impianto medievale al centro della quale spiccauna casa-torre molto rimaneggiata. Poco più avanti ecco Cà deiBongi, borgo antico dove ancora si conservano testimonianzee particolari architettonici d’interesse: il fianco di una casa-fortetrecentesca, portali scolpiti, conci angolari bugnati e due testeantropomorfe scolpite in rilievo. Entrambe le borgate sonocomodamente collegate alla SP 28.Arrivati nel centro di Vitriola parcheggiamo l’auto eimbocchiamo a piedi la strada in discesa posto di fianco alla piazza.

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Casa Torre, Ca’ de Gigli

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La deviazione porta ad un bivio: a sinistra, in fondo ad unacaratteristica strada selciata, si scorge l’imponente sagoma di CasaTonelli, nella quale si riconoscono le strutture originarie di unacasa-forte. A destra la strada prosegue verso la Chiesa Parrocchialementre una ramificazione conduce a Pignone, località un tempocaratterizzata dalla presenza di due case-forti risalenti al 1200:Pignone e La Tordagna. La prima, in buono stato diconservazione, è a tre piani, con portale due-trecentesco a sestoacuto con chiave d’arco scolpita; della seconda restano solo partedei muri perimetrali.Da Vitriola in auto sulla SP28 poi sulla SP 486 del Passo delleRadici, raggiungiamo Montefiorino. Dal centro del paeseci incamminiamo su un breve viottolo in salita verso l’anticaRocca, eretta nei primi anni del 1300, che domina dall'alto delcolle le valli del Dolo e del Dragone. Probabilmente giànell’antichità qui sorgeva un “castelliere”, antica fortificazionefondata dai liguri, tra i primi ad abitare queste terre, a difesadel territorio e delle vie di collegamento che conducevano aivalichi appenninici, come la Via Bibulca che correva ai piedidi Montefiorino già in epoca pre-romana. Il massiccio edificiodi forma quadrata a quattro corpi di fabbrica sorge attorno allatorre e racchiude un suggestivo cortile interno. Delle tre torridifensive poste all’esterno della Rocca, oggi non ne resta che una, a sud del borgo, detta Torre del Mercato, trasformata dopovari interventi nella attuale torre campanaria della chiesaparrocchiale. La Rocca ospita la sede del Comune, dellaComunità Montana, la Biblioteca, le sale del Museo dellaRepubblica Partigiana di Montefiorino e una raccolta di oggettidel passato. Nei pressi dell’incrocio all’uscita del paese, si fa notare il grazioso Oratorio della Beata Vergine di Loreto DèZerbini che risale al ‘600.Svoltiamo quindi sulla SP32 in direzione di Frassinoro e dopoqualche chilometro raggiungiamo La Verna, un piccolo centrodi antichissime origini, nominato già nel 781, dove si incontrauna bella torre settecentesca con cornicione di colombaia.

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Rocca di Montefiorino

Museo della RepubblicaPartigiana di Montefiorinop.142

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Proseguendo sulla SP32, fiancheggiamo Serradimigni (dovesorge un oratorio settecentesco intitolato a San Filippo Neri)e Tollara, mentre sulla sinistra appare un bosco di castagni conesemplari molto antichi; raggiungiamo e superiamo Frassinoroin direzione di Madonna di Pietravolta dove svoltiamo a destraper raggiungere Muschioso e Rovolo.Giunti a Rovolo lasciamo l’auto per addentrarci a piedi nel borgo.Le prime abitazioni mostrano aspetti caratteristici che rimandanoalla struttura delle case-torri trecentesche. Un dedalo di strettivicoli dal fondo selciato, collegati alla strada principale, si inoltratra le case con balco e i sottopassi. Incamminarsi a piedi lungoqueste viuzze vuol dire calarsi in una dimensione antica esuggestiva. Nei pressi del sottopasso che scavalca la stradaprincipale, sorge una struttura fortificata alla quale è addossatauna serie di edifici aggiunti via via, nel corso dei secoli. Tra lecase si notano dei bei portali quattrocenteschi a mensole concavee convesse scolpiti con i simboli della spirale solare, della rosae del diamante che richiamano i modelli arcaici. Procedendo finoal limitare del paese, al margine della piazzetta dalla quale sidomina la valle del Dolo con una bella prospettiva sulla borgatadi La Cà, dagli elementi architettonici simili a quelli presentia Rovolo, si incontra la seicentesca chiesa di San Prospero. Asud della chiesa sono ancora visibili le strutture difensiveappartenute ad una casa-forte risalente al 1200.Da Rovolo risaliamo la vallata in auto verso Madonna diPietravolta. Prima di raggiungere il bivio per Fontanaluccia sipuò fare tappa a Muschioso, piccolo borgo antico affacciato sullastrada che presenta edifici ornati da portali e finestre scolpite,dove sorge un oratorio seicentesco dedicato a Sant’Antonio daPadova, a pianta rettangolare con campaniletto a vela e portaled’accesso sovrastato da una finestrella circolare.Al bivio di Madonna di Pietravolta svoltiamo a destra sullaSP32, ci immettiamo poi nella SP 486 verso Piandelagotti chesuperiamo per raggiungere il Passo delle Radici dove svoltiamosulla SP 324 per San Pellegrino in Alpe.

Le umane debolezze el’inganno del demonio dietrole figure fantastiche

Bestiari e fregi, fiori,tralci, spirali, nastri,diamanti, sono i soggettiornamentali cheadornano gli edificireligiosi di arte romanica.Modelli arcaici che nonrispondono solo ad ungusto estetico, ma cherivelano una forte valenzasimbolica. Attraversoqueste immagini,facilmente accessibili alvolgo, si intendevanotrasmettere dei concettiche spiegavano ifondamenti del bene e delmale. Così nel Medioevole immagini simboliche, lefigure antropomorfe,fantastiche o zoomorfe,rappresentavano per ilfedele, un vero e propriovangelo illustrato.

Case con balco

Le case con balco obalchio, in uso a partiredal Quattrocento,presentano una scalaesterna coperta checollega al primo piano etermina in un balcone inpietra o legno riccamenteintarsiato e decorato,riparato da una tettoia,spesso un vero loggiatoche si prolunga perl’intera lunghezza dellafacciata. Spesso scale elogge venivano aggregatea case-torri già esistenti.

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Il paese millenario, nominato in un atto del 1110, è collocatoal confine tra Emilia e Toscana, sulla sommità del versanteappenninico dal quale si gode una stupenda visuale panoramicasu bellezze naturali uniche ed incontaminate. Il paese ospitail Santuario e l’Ospizio di San Pellegrino che per secoli hasvolto la funzione di ricovero per i numerosi pellegrini chepercorrevano l’antico tracciato della Via Bibulca diretti a Romapassando per Lucca. Nel Santuario, dove sono conservate lespoglie dei Santi Pellegrino e Bianco, sono visibili deiframmenti di sculture medievali: una vasca rituale, un capitelloin arenaria, cornici decorate.Dal centro del paese imbocchiamo a piedi la strada in discesaverso la Garfagnana svoltando subito a sinistra sul sentiero che

coincide con il tracciato del percorso n. 11 “Val Dragone inMountain Bike”, per una bella passeggiata di circa mezzora.Attraverso i pascoli avanziamo sul crinale, dove lo sfondo èdominato dalla mole del Monte Giovo; la strada si inoltra insalita in una faggeta per sbucare di nuovo sul crinale.Giriamo quindi a sinistra per raggiungere il Giro del Diavolo,località dove sorge una piccola cappella. Facciamo ritorno aSan Pellegrino seguendo lo stesso itinerario.

La leggenda di San Pellegrino

Figlio del re di ScoziaRomano e di sua mogliePlantula, San Pellegrinorinunciò alla successionedel regno e trascorse lapropria vita in cammino.Si rifugiò, infine, sullemontagne dell'Appenninodove visse, fino alla morte,in un albero cavo. Ladisputa sulle spoglie delSanto nata tra emiliani etoscani, si sciolse quandoi due forti torelli chetrasportavano la salma sibloccarono nel luogo dettoTermen Salon. Secondo latradizione popolareproprio in questo puntosorge la basilica dedicataal Santo che ne accogliele reliquie, consacratanell’anno 643.

Il Giro del Diavolo

Al Giro del Diavolo, in unavvallamento nei pressi diuna cappella, si notanodei cumuli di pietre quidepositate per secoli daiviandanti in segno dipenitenza e per voto.Secondo la leggendaproprio in questo luogoSan Pellegrino incontrò ilDiavolo e per scacciarlol'aggredì a ceffoniscaraventandolo sulleApuane dove si aprì unenorme crateredenominato MonteForato, un punto benvisibile nelle giornate disole.

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Metato, Frassinoro

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Da San Pellegrino scendiamo in auto fino al Passo delle Radicie procediamo sulla SP 324 fino a Pievepelago, qui imboc-chiamo la SS 12 dell’Abetone fino a Fiumalbo.Il fascino di questo paese si respira passeggiando sotto le voltericche di mistero, nelle strette viuzze dove si affacciano gliantichi edifici abbelliti da mirabili portali in arenaria.Spostandoci in auto sulle strade che lo collegano ai dintornisi possono raggiungere in breve tempo pittoresche borgateformate da antichi gruppi di case. Il borgo di Villa si incontraappena superate le ultime case del paese sulla strada secondariache da Fiumalbo porta all’Abetone e si raggiunge svoltandoa destra su una strada nei pressi di un albergo. Gli edificiriprendono la struttura tipica delle case-cavalcavia conbertesca e portale tamponato che sovrasta un sottopassoarchivoltato. Di fronte alle case-cavalcavia sorge il graziososettecentesco Oratorio di Maria Ausiliatrice.Dal centro di Fiumalbo, lungo via Roma, si incrocia un sentierosulla sinistra che si inerpica sul pendio e ci consente di raggiungerein breve tempo il borgo Le Baldinare di origine medievale. Gliedifici sono posti a cascata su un ripido pendio, ai lati di un anticosentiero. Al centro del paese una bella casa-cavalcavia abbracciagli altri gruppi di case con un sottopasso a volta.Da Fiumalbo in auto sulla SS 12 dell’Abetone ci portiamo versoPievepelago e proseguiamo in direzione di Lama Mocogno,dopo un breve tratto svoltiamo a sinistra sulla strada secondariache conduce al grazioso borgo di Roccapelago.

Storia 2 - Misteri ed enigmi in Appennino: le oscure origini delle capanne celtiche, gli scenari tenebrosi dell’Inquisizione, il racconto di drammatiche epidemie e battaglie

Case-cavalcavia Nasce dall’esigenza

di esercitare un continuocontrollo sulla viabilità esui punti di transitostrategici, la strutturadelle case-cavalcavia.Questi edifici, eretti supassaggi obbligati,presentano sottopassifacilmente difendibili espesso mostrano tracciadi elementi tipici dellestrutture fortificate comebertesche e caditoie.

Lo stregone di Roccapelago Viene messa in scena

ogni anno nell’Autodafèche si svolge a Fiumalboad agosto, la vicenda ditale Pellegrino di Roccoda Roccapelago, reo diaver professato l’arte dellastregoneria e per questocondannato a morte sulrogo dal tribunaledell’Inquisizione. La suacondanna vennepronunciata sullapubblica piazza diFiumalbo. Egli risultòtuttavia irreperibilepoichè si era dato allafuga appena seppe dellasentenza. Al suo posto,

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Lotta

Roccapelago

Vesale

Fanano

Sestola

Fiumalbo

Pievepelago

S. AndreaPelago

Acquaria

Serpiano

Montecreto

Castellino diBrocco

Groppo

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L’antico nucleo rurale è disposto attorno ad una piazzettairregolare dalla quale si raggiunge l’antico Castello che conservai caratteri originali dell’impianto fortificato feudale. Ancor primadell’anno Mille sulla sporgenza rocciosa dove ora sorge il Castello di Roccapelago o Rocca del Pelago, solo parzialmentevisitabile, esisteva probabilmente un castelliere, fortificazioneeretta a presidio di questo territorio, importante area dicollegamento tra Pianura Padana e Toscana. Verso la fine del1500, quando la fortezza era ormai in declino, l’edificioabbandonò la sua destinazione e fu adattato a chiesa che vennededicata a San Paolo. Accanto al vecchio corpo di guardiasorsero il coro, la canonica e altri edifici di servizio, fu erettoquindi un edificio di raccordo tra la chiesa e le ex prigioni e,verso la metà del 1700, fu innalzato il campanile. Ancor oggila chiesa di San Paolo conserva preziose testimonianze di artesacra come una croce astile del XIV secolo, un seicentescociborio intagliato-antica edicola che sormontava l’altare e alcunidipinti seicenteschi di scuola bolognese. Affacciata sullapiazzetta, tra le case del borgo, si nota la Casa del Capitano,edificio un tempo adibito a scuderia nel quale si aprono duebocche ad arco affiancate. Una di queste è attraversata da unsottopasso che conduce al borgo inferiore su un antico percorso.Da Roccapelago ci portiamo in auto sulla SS 12 svoltando asinistra, in direzione di Lama Mocogno, per girare a sinistradopo poco, sulla deviazione per Sant’Andrea Pelago.Questo borgo medievale, citato già nel 1197, sorge sulle pendicidel Monte Sant’Andrea in posizione panoramica sulla valle delPelago. Al centro del paese troneggia una massiccia torrecampanaria secentesca nelle cui vicinanze sorge l’Oratorio diSan Rocco, costruito in seguito all’epidemia di peste che colpìle popolazioni dell’Appennino modenese nel 1630, con unportale architravato sormontato da un rosone quadrilobato,copertura in lastre di pietra arenaria e campaniletto a vela.Nel borgo, dove ci inoltriamo a piedi, si distingue il PalazzoVecchio Baronio con portale decorato, di fronte al quale è

quale atto dimostrativonei confronti del popolo,fu arso un fantoccio suuna catasta di fascine dilegna. L’episodiorealmente accaduto èdocumentato in un attodella prima metà del1500, conservatonell’Archivio Parrocchialedi Fiumalbo.

Sulle orme del condottieroObizzo

Nelle sala Obizzo delCastello di Roccapelagoo Rocca del Pelago èallestita l’esposizionepermanente “Mostrastorica sulle orme diObizzo Montegarullo.Assalti ai castelli delFrignano nella Cronicadel Sercambi (1392-1397)”, a documentare gliavvenimenti accaduti allafine del XIV secolo nellavalle del Pelago. In mostraanche pregevoli imitazionidi armi antiche.

Visite su prenotazione:Pro LocoTel. 0536.71279Comunità Montana del FrignanoTel. 0536.327511www.comunitamontana-del-frignano.itAssociazione Pro- RoccaTel. 0536.71890

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collocata una fresca fontana ricavata da un unico bloccod’arenaria. Sulla strada che attraversa le case antiche si incontrala chiesa di Sant’Andrea Apostolo costruita alla fine del 1800,all’interno della quale spicca un bel soffitto ligneo decoratocon bassorilievi a soggetto sacro e un lampadario settecentescocon bracci in legno policromo. Al piccolo borgo sono collegatenumerose borgate e casolari rustici isolati, sparsi nelle piegheboscose dei dintorni.Lasciamo Sant’Andrea in auto per procedere sulla strada insalita alla scoperta delle capanne celtiche, fabbricati isolatidi uso agricolo realizzati con una particolare tecnica costruttivamolto antica, riconducibile alla tradizione celtica, dal tipicoprofilo scalinato.Raggiungiamo la bella borgata secentesca di Casoni poi ilnucleo storico di Cà de’ Quattro dove si riconosce una altacostruzione dai tratti tipici della casa-forte medievale. Altermine di una serie di tornanti si può fare una deviazione suun sentiero che conduce in 15 minuti a Roncacci dove è visibileuna capanna celtica del 1772 perfettamente conservata.Proseguendo sulla strada asfaltata superiamo Ca de’ Guerrifino ad incrociare il tracciato a fondo naturale dell’antica

Via Vandelli. Sostiamo in questo punto nelle prossimitàdel Capanno Guerri, un bell’esempio di capanna celtica,immersi in un paesaggio suggestivo senza tempo, fuori da ognimoderna dimensione, e ci lasciamo prendere da quell’incantoche procura una gradevole sensazione di pace. Da qui,procedendo verso destra rispetto alla strada che abbiamoappena lasciato, in direzione di Boccasuolo e Palagano nellavalle del Dragone, si può raggiungere il Passo delle Cento Crocidove sorge un piccolo oratorio ottocentesco. Il nostro itinerario,invece, avanza verso sinistra, per un’escursione a piedi di circaun’ora. Accostiamo l’auto e ci incamminiamo lungo il tracciatodella Via Vandelli che mantiene tutte le caratteristiche dellamassicciata originale. La strada, fiancheggiata da muretti a

Celti o liguri? Misteriosele origini delle capanneceltiche

Le origini delle capanneceltiche, fabbricati adibitiad uso agricolo e alricovero di animali daallevamento, non sonocerte. Gli edifici,generalmente a piantarettangolare, sonorealizzati in sasso concopertura a due spioventirivestita da un manto dipaglia di segale raccoltain mazzi fittamenteallineati sopra a unatrama di travetti in legno.Le penne, lastre inarenaria disposte agradoni che rendono cosìcaratteristico e originalel’aspetto di questi edifici,sostengono l’armatura deltetto e disegnando i duefronti dell’edificiorendendolo molto simile aquelli che sorgono inBretagna e in Irlanda,terre abitate dai Celti.

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Capanna celtica, PievepelagoOratorio delle Cento Croci

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secco, raggiunge La Fabbrica, un edificio adibito a posta ericovero che sorge sui resti di due antiche osterie che nei tempipassati davano alloggio ai viandanti di passaggio, nei cui pressisi trova una bella vasca settecentesca in arenaria dalla qualesgorga acqua purissima. A questo punto possiamo decideredi prolungare la passeggiata sulla strada che si infila tra filaridi frassini e aceri di monte, dedicando circa 6 ore all’escursione,oppure di rientrare e continuare il nostro itinerario.Proseguendo a piedi ci immergiamo nella macchia boschivaper raggiungere la piana in località Pontaccio e più avanti, lamole scura di Sasso Tignoso e l’Osteria del Sasso, storico puntodi ristoro e sosta, in passato covo di briganti. Qui possiamodecidere una deviazione e abbandonare la Via Vandelli perproseguire su uno stradello che si inerpica fino alla cima diSasso Tignoso. Le pendici della rupe si possono raggiungereanche in auto da Roccapelago sulla strada secondaria checollega alla SP 324 in direzione del Passo delle Radici.Rientriamo a Cà Guerri percorrendo a ritroso la Via Vandellie scendiamo di nuovo in auto verso Sant’Andrea Pelago ePievepelago dove svoltiamo sulla SS 12 in direzione di LamaMocogno. Dopo circa 5 chilometri incontriamo Serpiano, uncaratteristico borgo rurale che ospita diversi edifici, ai quali siaccede passando attraverso una casa a corte chiusa.Superato il paese proseguiamo di poco sulla SS 12 e svoltiamoa destra su una strada secondaria che conduce a Castellino diBrocco. Quest’area è posta nella valle dello Scoltenna sul fiancomeridionale del Monte Cantiere in un territorio ricco di ruscelli,sorgenti e attraversato da numerosi sentieri. Già in lontananzasi scorge la sagoma massiccia della torre campanaria risalenteal 1400, eretta sullo strapiombo roccioso che domina la vallata.Sulla strada, situato a breve distanza dal campanile, ci accoglieCasa Gigli, un edificio risalente al 1400 inglobato in unacostruzione settecentesca. Dalla torre campanaria parte unabreve discesa lungo la quale si incontrano gli antichi edifici diCasa Busi con struttura di sevizio e stalla, della chiesa

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parrocchiale di San Geminiano eretta nel ‘500 e di CasaFiorenza, struttura del ‘400 situata nei pressi di una frescafontana. Camminando nel borgo di Castellino di Broccorileggiamo la sua storia sulle facciate delle antiche caseattraverso l’intreccio di simboli, decorazioni ed emblemi chearricchiscono i portali in pietra, gli architravi, i conci di arenaria,tutte opere degli abili maestri artigiani locali della pietra.Ci riportiamo in auto sulla SS 12 Giardini che imbocchiamoa ritroso in direzione di Pievepelago, dopo qualche chilometrosvoltiamo a sinistra sulla strada secondaria che conduce aRiolunato passando per Groppo. A Riolunato ci immettiamonella SP 324 delle Radici per raggiungere Montecreto.Il bel centro montano ha mantenuto le caratteristiche originalidel suo antico borgo che ospita la duecentesca torre medievaledi origine longobarda, il complesso del Monastero e la Chiesadel Trogolino.Procediamo ancora per un breve tratto sulla SP 324 prima disvoltare a sinistra sulla SP 31 che conduce ad Acquaria, cheraggiungiamo dopo qualche chilometro. Nel borgo di Acquaria,menzionato in un documento del 1205, sorgono diversiinteressanti edifici: la bella chiesa di Sant’Andrea con absidesemi-ottagonale e finestre romaniche ricostruita nel 1600;l’antica torre campanaria nata come struttura di fortificazione;il secentesco Oratorio di San Rocco dal caratteristicoportichetto; Cà Parlotti, un edificio riconducibile alla casa-torre,abbellito da decorazioni ed elementi architettonici di pregio,con corte lastricata in arenaria, alla quale si accede attraversoun bel portale.Lasciamo il paese sulla SP 31 e proseguiamo in direzione diPavullo e Olina. Percorsi circa tre chilometri, svoltiamo a destrasu una strada secondaria che mette in collegamento la valledello Scoltenna con la valle del Rio Vesale e attraversa i pendiisfociando sulla SP 30, dove svoltiamo a destra in direzione diSestola. Superiamo Castellaro, dove si erge l’antica chiesasecentesca della Beata Vergine Assunta nei pressi di una

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massiccia torre campanaria, e oltrepassiamo il bel nucleo ruralea corte di Fontanaccia dove tra gli altri edifici si distingue unacasa-torre cinquecentesca incorporata in una casa padronale.Percorriamo ancora un breve tratto sulla SP 30, poi svoltiamoa sinistra su una carreggiata che conduce a Vesale. Giuntisulla piazzetta del suggestivo borgo, menzionato già nel 1197,su un sentiero di selci si raggiunge la sommità del poggio, dacui si apre una straordinaria veduta sulla valle e sul massicciodel Cimone. Sull’altura sorge la chiesa di San Giorgio, affacciatasul sagrato come la canonica e l’Oratorio di San Donnino.Scendendo lungo il sentiero che riporta alla piazza si passaaccanto al secentesco Oratorio di San Rocco.Da Vesale ci spostiamo sulla SP 30 in direzione di Sestola,che raggiungiamo in breve.Sulla cima che sovrasta il capoluogo dell’antica provincia delFrignano, circondato da boschi di faggio e abeti, ci attende ilCastello di Sestola. Appare maestoso e misterioso, come moltidei castelli che incontreremo ed in effetti nasconde un verotesoro: la ricchezza della storia e delle vicende che nei secolilo hanno attraversato. Il Castello, presidio militare strategicogià nell' VIII secolo, fu teatro di una delle più importantivicende che investirono la zona a partire dal medioevo. Era ilpunto di controllo dei confini tra i territori modenesi ebolognesi per questo la ghibellina Modena e la guelfa Bolognase lo contesero lungamente. Robuste mura cinquecenteschecircondano la fortezza, ricostruita nel 1570 da Alfonso II d'Este,ed abbracciano il borgo e la rocca. Del borgo fanno parte iquartieri dei soldati, le prigioni, la palazzina del comandantee l'Oratorio di S. Nicola. Nella rocca sporge la struttura di untorrione mozzato sul quale è eretta la Torre dell'Orologio. Lafortezza ospita il Museo degli Strumenti Musicali Meccanicie il Museo della Civiltà Montanara, oltre ad interessanti affreschirisalenti al 1400 appartenuti alla chiesa di Roncoscaglia.Da Sestola in auto sulla SP 324 delle Radici raggiungiamo

Fanano, centro di antiche origini. Pare fosse sede di

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Borgo di Villa, Fiumalbo

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Museo degli StrumentiMusicali Meccanici e il Museodella Civiltà Montanara p.138

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un insediamento romano, mentre ritrovamenti rinvenuti sulposto testimoniano con sicurezza la presenza degli etruschi. Certa e documentata è la fondazione del paese nell’anno 450ad opera di cittadini fiorentini in fuga dai Goti. Nel 749 inseguito alla donazione da parte dei Longobardi al DucaAnselmo del Friuli, si insediò in questa zona una comunità dibenedettini che fondò il monastero di S. Salvatore in Fananoe un ospizio per pellegrini e viandanti in Val di Lamola, l’attualeOspitale.Nodo nevralgico della Via Romea Nonantolana, Fanano èposto alla confluenza delle valli dei torrenti Fellicarolo eOspitale ed un’ampia area del suo territorio è compresa nelParco Regionale del Frignano. Nasce qui il torrente Leo che,con lo Scoltenna, dà vita al Panaro. Fanano conserva preziosetestimonianze di un ricco patrimonio storico-architettonico:la pieve tardo-romanica di S. Silvestro, la Chiesa di SanGiuseppe del ‘600, Palazzo Lardi risalente al ‘300, il Palazzodel Municipio realizzato nel ‘600, la torre di guardia delPoggiolo. Nei dintorni si conservano numerosi conventi, oratorie borgate che mantengono le tipologie architettoniche edecorative originali. Come Lotta, che si raggiunge svoltandoin auto su una strada secondaria all’ingresso di Fanano. Ilpiccolo borgo, in cui si nota una bella casa a corte aperta, siraccoglie attorno alla chiesa parrocchiale di Santa Margheritadel ‘600 che conserva ancora i suoi caratteri originali. Sullafacciata si possono ammirare i due portali a timpano interrotto,il rosone con cornice modanata e, all’interno, opere di arte sacra,alcuni dipinti e vari arredi di pregevole fattura. Lotta offre ampiscorci sulla valle del Leo e sulle prospicienti pendici boscosedove sorgono gli antichi centri fortificati di Serrazzone eTingano, collocati lungo uno degli antichi percorsi checonducevano al valico della Calanca.

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San Pellegrino in Alpe

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Da Fanano possiamo prendere la direzione del Passo delleRadici sulla SP 324 per raggiungere in auto con un’ora diviaggio Pievepelago. Da qui procedendo sulla SS 12 Giardiniin direzione di Lama Mocogno, superiamo La Santona e dopoqualche chilometro, poco prima di Borra svoltiamo a destra suuna deviazione che ci conduce al piccolo borgo di Sassostorno.Risalendo il pendio si incrocia a destra la strada che porta a LeCorone, borgata medievale citata in un atto del 1437, nellaquale si fa notare un raro edificio quattrocentesco, più avantisi nota il complesso settecentesco a corte di Cà di Leo, situatosu un piccolo pianoro e, infine, si giunge nei pressi della solidachiesa secentesca di San Michele.Da qui si può raggiungere, su una stretta viuzza che arriva sinoa La Santona, la caratteristica borgata di Lago che conservainteressanti elementi rinascimentali.Ci riportiamo in auto sulla SS 12 Giardini e giriamo a destrain direzione di Lama Mocogno, che oltrepassiamo.Poco più avanti incontriamo il borgo di Montecenere dove sifa notare l’imponente torre di avvistamento dai caratteri tipicidella architettura militare medievale.Da Montecenere avanziamo per un breve tratto in direzionedi Pavullo, svoltiamo quindi a sinistra sulla strada che porta alborgo di Monzone, sede in passato di un possente fortiliziodifensivo. La struttura del castello è andata perduta, resta soloqualche traccia della cinta muraria nei pressi della torre chesovrasta il borgo, trasformata in campanile, di fronte alla quale

Storia 2114

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Particolare della fontana, borgo di Monzone

La fitta rete dei castelli e delle fortificazioni arroccate sui poggi a difesa delle terredell’Appenino modenese

Sassostorno

MonzoneSemese

Montebonello

Gombola

Serramazzoni

Pompeano

Lama MocognoMontecenere

Pavullonel Frignano

Monfestino

Montecuccolo

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Donne di pietra: le marcolfe

Tipici conci antropomorfiraffiguranti volti umani,ornano le anticheabitazioni medievalifrignanesi. Gli enigmaticivolti in pietra scolpiti inaltorilievo hanno fattezzefemminili e probabilmentesvolgevano una funzionepropiziatoria escaramantica. Lemarcolfe erano leguardiane delle case:scacciavano gli spiritimaligni e assicuravanoprosperità e benessere.Simili decorazioni di bellafattura sono presentianche a Fiumalbo.

sorge un bell’edificio a corte con portali in arenaria scolpiti. Ci accoglie all’ingresso del paese l’Oratorio di Santa MariaLongana e più avanti la chiesa di San Giorgio, citata in un attodel XIII secolo, la cui facciata è abbellita da un portale in stilerinascimentale arricchito da un altorilievo databile al 1517,raffigurante San Giorgio che lotta contro un drago. La viaprincipale si inoltra nel borgo dove scopriamo una ricca galleriadi antiche decorazioni e ornamenti sulle facciate degli edifici,tra cui due maschere scolpite a tutto tondo, le marcolfe.Sulla piazza principale del paese, Piazza del Generale, siaffaccia la Domus Communis Fregnani, trecentesco palazzoa tre piani, in passato sede governativa del Frignano, riccamentedecorato con i motivi della rosa a sei petali, dell’aquila, dellacroce e della spirale solare, scolpiti sugli architravi in arenaria.Da Monzone una stretta strada ci conduce in auto nella Valledel Rossenna, ci immettiamo quindi nella SP33 in direzionedi Polinago, svoltando a sinistra. Proseguiamo per un brevetratto fino a giungere nei pressi del ponte sul torrente Rossennadove giriamo a sinistra, su una deviazione che conduce alCastello di Brandola. L’accesso al Castello, citato fin dall’ XIsecolo, è guardato da un arco in conci di arenaria squadrati oltreil quale si sviluppa, su un’unica strada, il borgo fortificato cheospita il palazzo della Podesteria, la torre campanaria, leabitazioni e una chiesa ottocentesca, oggi sconsacrata,distanziata dagli altri edifici.Di nuovo in auto sulla SP 33 che, attraversato il ponte, conduceverso Polinago dove svoltiamo sulla SP 23 in direzione diPrignano, per raggiungere Gombola. Circa quindici chilometrici separano dal paese, menzionato già nell’XI secolo, conriferimento al castello fortificato che qui si ergeva su un enormemasso a strapiombo sulle acque del Torrente Rossenna. Dalcentro di Gombola raggiungiamo su una strada asfaltata l’areadel castello, di cui non resta alcuna traccia, perché distruttoanticamente da una frana. Lungo il tragitto si incontra primail secentesco Oratorio della Beata Vergine del Carmine in pietra

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Rosa a sei petali,dell’aquila, della croce e dellaspirale solare p.101

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a vista, con copertura in lastre di arenaria e campaniletto a vela,poi il secentesco edificio della Podesteria, oggi restaurato edadibito ad ostello e, infine, la chiesa di San Michele Arcangelo,a lato delle quali si erge il campanile probabilmente ricavatoda una torre preesistente. Al complesso edilizio è collegata lavecchia canonica con annessa una torre colombaia.Proseguiamo in auto sulla strada secondaria che dal centro diGombola conduce a Serramazzoni dopo pochi chilometrisvoltiamo a sinistra su una deviazione che porta al Borgo di

Pompeano e da qui al Castello, armoniosa struttura arroccatasulla cima di una massiccia roccia ofiolitica, attualmente nonvisitabile perchè interessata da lavori di restauro. Dal borgoaffrontiamo a piedi la breve rampa che introduce, attraversoun portale ad arco acuto, al complesso fortificato della Roccadove sorgono: il palazzo del feudatario con sala di rappresentan-za decorata ad arte, la Chiesa di San Geminiano al Sasso, iltorrione di avvistamento a pianta quadrata, la secentesca torrecampanaria e una torre colombaia medievale a pianta circolare.Da Pompeano ci immettiamo nella strada secondaria checonduce alla SP 3 Giardini verso Serramazzoni che imboc-chiamo a sinistra. Giunti in paese svoltiamo in direzione diModena, sulla SP 21 che si collega alla SS 12 Nuova Estense.Percorso un breve tratto abbandoniamo la SP 21 per salire lungouna deviazione a sinistra che porta al vecchio borgo dove si ergela Rocca di Monfestino, di proprietà privata, visibile soloall’esterno. L’assetto della fortificazione è quello tipico delcastello-recinto all’interno del quale sorgono i fabbricati doverisiedevano il podestà e i funzionari del luogo. La Rocca è cintada solide mura intervallate da torri cilindriche di epocaquattrocentesca come il cassero merlato rinforzato conbertesche, dal quale si accede al complesso. Di fronte allaRocca si erge la medievale chiesa di San Faustino e Giovitacon facciata a capanna e portale archivoltato, che conservaall’interno interessanti arredi e dipinti. Tutt’intorno siraggruppano le case dell’antico borgo, abbellite da finestre e

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Castello di Montecuccolo

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portali in pietra arenaria, ornati con stemmi e modanaturescolpiti. Di fianco alla chiesa parte il sentiero che conduce, conuna passeggiata a piedi di circa un’ora, alle suggestive Cascate del Bucamante.Da Monfestino ci riportiamo in auto sulla SP 21 per immetercinella SS12 Nuova Estense a destra, la percorriamo per circa3 chilometri, per girare a destra su una strada secondariaseguen-do le indicazioni per Montebonello. Percorso un brevetratto svoltiamo a destra per raggiungere in salita il colle su cuisorge il borgo di Montebonello, noto in passato per la qualitàdell’ ”olio di sasso” che sgorgava nei dintorni dai giacimentisotterranei di idrocarburi. Attraverso un sentiero che si inerpicatra i tipici edifici rurali abbarbicati al mastio medievaledell’antica struttura fortificata, non più esistente, raggiungiamoa piedi la bella torre arroccata sulla rupe da cui si domina ilpaesaggio circostante. L’edificio a quattro piani è a piantarettangolare con portale originale sopraelevato. Poco distantesorge la Chiesa della Natività di Maria che ospita all’internopregiati affreschi a soggetto sacro.Da Montebonello ci riportiamo sulla strada principale SS 12per svoltare a destra verso Pavullo che superiamo perraggiungere in breve una deviazione a destra, sulla qualesvoltiamo, che conduce al Castello di Montecuccolo. La stradain salita conduce al borgo situato ai piedi del castello medievale,arroccato su uno sperone roccioso a guardia della valle delloScoltenna e delle vie di comunicazione con la Toscana.Dal borgo, affacciato su una bella piazzetta dove sorge laquattrocentesca chiesa di San Lorenzo, sale una ripida rampaverso la struttura principale alla quale si accede attraverso unportale a sesto acuto sormontato da una bertesca. L’impiantodel maestoso complesso - realizzato quasi completamente insasso dal tetto ai portali - è quello di un castello-recintodominato da un mastio e chiuso da tre cinte murarie difensivedentro le quali è posta la dimora feudale.I vari piani di questo bel fabbricato sono collegati tra loro con

Il circuito modenese dellerocche e dei castelli

Rocche e castelli modenesiracchiudono secoli distoria e rappresentanouna importante risorsaturistica e culturale. Pervalorizzare questo riccopatrimonio architettonicoe artistico, ma anche letradizioni el’enogastronomiamodenese, nasce – suiniziativa della Provincia- il Circuito Terre Estensiche accoglie il Castello deiPio di Carpi, il Castellodelle Rocche di FinaleEmilia, il Castello diSpezzano, il Castello diFormigine, la Rocca diMontefiorino, la Rocca diMontese, il Castello diMontecuccolo, la Roccadel Pelago, la rocca diS.Felice s.P., il Castello diSestola, la Rocca diVignola e Castello diPanzano.

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una scala a chiocciola in pietra. Il Salone di Raimondo, postoal primo piano, è ornato con ricchi fregi decorativi e accoglieun ampio camino d’epoca scolpito; all’ultimo piano ci sono icamminamenti di ronda, mentre dall’ingresso si raggiungonole prigioni sotterranee. Al rientro da Montecuccolo ci immettiamo nella SS 12imboccando la deviazione che conduce verso est, in direzionedi Verica e Semese. In breve raggiungiamo una deviazione asinistra che conduce al borgo e al Castello di Semese, situatoin posizione dominante sulla valle di Verica. Raggiunto il borgodi Semese, stretto attorno ad una piazzetta erbosa, si puòammirare la struttura del castello, oggi di proprietà privata.Risalendo a piedi sulla stradina che costeggia il fortilizioraggiungiamo il poggio sul quale si erge una bella torre a piantaquadrata, un’imponente dimora feudale a tre piani che sisviluppa su un largo perimetro e l’antica chiesa di San Giacintooggi adibita ad abitazione. A sud si nota il bel portale principaled’accesso ad arco acuto con accanto il corpo di guardia e unacisterna scavata nella roccia. Il castello, risalente al XIII secolo,è collocato a ridosso dell’antico sentiero che collegava la concadi Pavullo con Montese.

Per visite guidaterivolgersi all’ufficioCultura del Comune di PavulloTel. 0536.23032

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Da Verica proseguiamo fino all’innesto nella SP 4 FondovallePanaro, dove giriamo a destra per svoltare subito dopo, a sinistrasulla SP 27 che conduce a San Giacomo, San Martino eMontese. Procediamo per qualche chilometro prima di svoltarea destra su una deviazione che conduce a Montespecchio, indirezione di Maserno. Pochi chilometri ci dividono dal piccolonucleo del borgo di Montespecchio formato da una bella torrecampanaria eretta nel XIX secolo, dalla chiesa di San MicheleArcangelo risalente al ‘200 al cui interno è visibile un affrescodel ‘500 e da un fabbricato massiccio, sviluppato in lunghezza.La ricchezza più preziosa di questo luogo è tuttavia il paesaggio.Dalla cima boscosa di Montespecchio si apre una vedutapanoramica mozzafiato sulla valle del Panaro, dalla confluenzadei torrenti Scoltenna e Leo, allo sviluppo del fiume in discesaverso la pianura. Ad occidente lo sguardo cade su Niviano eSemese, ad est su San Giacomo e sulla Rocca di Montese.Proprio questa sarà la nostra prossima meta. Per raggiungerlaseguiamo in auto la strada secondaria che da Montespecchioporta a Maserno, dove ci immettiamo nella SP 34 perraggiungere Montese.Secondo diverse interpretazioni, le origini del nome Montesepotrebbero essere attribuite alla presenza di un’antica selvadi castagni e querce, oppure alle caratteristiche tipiche delluogo, montano appunto, o ancora all’esistenza di luoghi diculto dedicati a divinità galliche o etrusche. Di sicuro esse sono

Storia 2121

Stretti vicoli, attraversamenti a volta, caratteristici edifici a corte nei piccoliborghi antichi disseminati sui pendii

Borgo di Montespecchio

Montespecchio

Samone

Castellinodelle Formiche

Zocca

Guiglia

Monteombraro

Denzano

Montese

Maranosul Panaro

Maserno

Montalbano

Villa d’Aiano

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Giardino-Orto botanico dellarocca di Montese

La pineta circostante laRocca di Montese è stataparzialmente trasformatain Giardino-Orto botanicodelle specie autoctonedell’Appennino,rappresentando alcuni deimicro-ambienti checaratterizzano il territoriodi Montese. È stata curatal’identificazione di ognipianta mediante unatabella che riporta il nomescientifico e volgare dellaspecie. Il Giardino-Ortobotanico, attrezzato conaree di sosta, èattraversato da una retedi sentieri che sisviluppano per circa unchilometro.

Ufficio informazionituristicheTel. [email protected]

molto antiche, lo dimostrano i ritrovamenti di punte di frecciae piccoli attrezzi silicei primitivi, alcuni bronzetti etruschi,monete di epoca romana che testimoniano la presenzadell’uomo in età molto distanti dalla nostra.Giunti a Montese ci inoltriamo in auto nel paese lungo laSP 27 che conduce a Salto e a San Giacomo seguendo leindicazioni per la Rocca di Montese che domina dalla cima diun monte boscoso, l’alta vale del Panaro. Fuori dalle mura dellaRocca ci accoglie la duecentesca chiesa di San Lorenzo.Da lì raggiungiamo a piedi l’impianto difensivo medievaledominato dalla bella torre in pietra a pianta quadrata, ornatacon una corona merlata di foggia ghibellina. La torre è postaal centro di un sistema fortificato di cinte murarie a protezionedel palazzo feudale. La pineta circostante la Rocca di Monteseè stata parzialmente trasformata in un Giardino-Orto botanicoche ospita le specie botaniche tipiche dell’Appenninomodenese.Dalla Rocca di Montese procediamo sulla SP 27 in direzioneSalto per svoltare, dopo breve a destra, sulla strada secondariache conduce a Villa d’Aiano e da qui ci dirigiamo a Semelanoe Rosola, per raggiungere prima Zocca e poi Montalbano.Il borgo di Montalbano presenta un impianto tipicamentemedievale con begli edifici in pietra, l’uno a ridosso dell’altro,abbelliti con finestre tamponate, architravi in arenaria, muria scarpa. Alla base del poggio su cui si ergeva un tempo ilcastello e che oggi accoglie la Pieve di Santa Maria Assunta,sorgono alcune antiche abitazioni che probabilmentesegnavano l’ingresso della cinta muraria fortificata. Risalendosulla strada che conduce alla cima si nota una bella costruzionea corte del ‘500, arricchita con un portale a tutto sesto decoratocon uno stemma e un loggiato in legno sorretto da colonne inarenaria sormontate da capitelli finemente scolpiti. Sulla cimadel poggio, proprio di fronte alla pieve sorgono altre strutturedi rilievo: un edificio con portale del ‘600 a tutto sesto e ingressisu due piani, la vecchia e la nuova canonica e la torre

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Borgo di Denzano

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campanaria con i tipici finestroni ad arco secenteschi. Da quisi snoda uno stradello in discesa che conduce al borgo inferiore.Lasciamo in auto Montalbano sulla strada secondaria indirezione di Missano che superiamo per raggiungere dopopochi chilometri l’innesto sulla SP 26 dove svoltiamo a destraverso Samone.Il centro di Samone si compone di due nuclei urbani, uno piùmoderno, l’altro antico: Carobbio e Poggiolino. Poggiolino èil cuore della prima origine e sorge attorno al poggio situatoad oriente. Raggiunta l’area perimetrale del castello, di cui ogginon resta traccia, ci inoltriamo a piedi nel borgo medievaleattraverso un sottopasso con arco a tutto sesto che appartienead un bell’edificio trecentesco. Sulla cima del poggio sorge lachiesa di San Nicolò e il secentesco campanile a forma di torremerlata. Una bella casa-torre del borgo antico è sede del CentroVisitatori di Samone, agenzia per la valorizzazione degli aspettidella cultura e delle tradizioni locali, ed ospita la “ Mostrapermanente della Tigella”, allestita nella Sala degli Stemmi. DaSamone una deviazione al nostro itinerario sul sentiero n. 8

“Parco Regionale dei Sassi di Roccamalatina” ci conduce aduna piacevole escursione, che ci impegnerà circa due ore,all’interno del Parco Regionale dei Sassi di Roccamalatina, peruna visita al borgo di Castellino delle Formiche.Raggiunta in auto la SP 26 e percorso un breve tratto della SP623 in direzione di Roccamalatina, svoltiamo quindi a destrasu una strada secondaria in direzione di Montecorone.Il borgo di Montecorone, dalla caratteristica strutturamedievale, è posto in una conca circondata da rilievi boscosie pendii coltivati. Raccolto a semicerchio intorno al colle sucui sorge la cinquecentesca chiesa di Santa Giustina e SanCipriano, affiancata dalla torre campanaria, il borgo èraggiungibile con una bella passeggiata tra le stradineacciottolate, sulle quali si affacciano le antiche case cinque-centesche del paese.Da Montecorone una deviazione al nostro itinerario può

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Borgo di Castellino delle Formiche

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condurci al borgo di Monteombraro passando per Zocchettasu una vecchia strada di comunicazione. Lungo il percorso, ocomunque sempre a breve distanza da esso, si incontranolocalità che ospitano interessanti esempi di casa-torre quattro-centesca come Castagnedola, I Razzoli, Fontanini di Sotto,Zocchetta Vecchia e Monteombraro.Qui, in località Costa, si erge un castagno monumentale altopiù di 13 metri e con una circonferenza di oltre 8 metri, chesi dice abbia mille anni di vita.Raggiungiamo di nuovo la SP 623 passando per Montecoronee svoltiamo a destra, verso la pianura, in direzione di Guiglia,per toccare un’altra tappa del nostro itinerario tra torri, rocchee castelli. Percorso qualche chilometro ci viene incontro il borgodi Monteorsello. Nell’abitato spicca la torre trecentesca conmuratura in conci di arenaria e colombaia e la chiesa dellaAssunta. Procedendo ancora per un tratto sulla SP 623, siamoa Guiglia dove all’ingresso del centro storico, si nota uninteressante arco monumentale settecentesco posto a fiancodella cinquecentesca Torre dell’Orologio. L’unica traccia ancoraconservata dell’antico castello è il torrione merlato quattrocen-tesco, accorpato all’edificio del palazzo signorile deiMontecuccoli-Laderchi.Da Guiglia discendiamo sulla SP 623 verso Marano cheraggiungiamo in breve immettendoci sulla SP 4 e oltrepassandoil ponte sul fiume Panaro. Dal centro Marano svoltiamo sullaSP 21, in direzione di San Dalmazio. Alle prime case diRodiano abbandoniamo la SP 21 per svoltare a destra su unastretta strada secondaria che ci conduce a Denzano. Il piccoloborgo di Denzano, raccolto attorno all’antica chiesa di SantaMaria Assunta ed affacciato sulla valle del Rio Faellano, apparecome una graziosa balconata. Il pittoresco quadro ricreato dagliedifici che compongono il borgo offre l’interessante spaccatodi uno scenario urbanistico medievale. Tra case con corte eedifici rurali con loggia, la strada ci conduce alla piazzetta sul

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poggio dove sorgono in posizione dominante, la torre risalenteal 1300, ai piedi della quale sono conservati i resti dell’anticocastello; la pieve romanica di Santa Maria Assunta dalla bellaabside decorata, al cui interno si conserva un organo del XVIIIsecolo; la canonica che risale al XVIII secolo e la torrecampanaria eretta nel 1600.

Per completare il panoramadelle rocche e dei castellidel modenese:”Castelli dellaProvincia di Modena”.

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La strada delle radici storiche:la civiltà contadina e il bellicoso ‘900

Storia 3

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Si snoda nel verde, tra parchi e musei, la strada delle radici storiche che mette inluce gli accadimenti del secolo scorso e la cultura di una civiltà ormai lontana.Ci fu un tempo di fatiche, chiasso e risate, prati seminati e raccolti maturi.La luce del sole scaldava i volti della gente accalcata nelle aie ad ascoltare il Maggioe quella delle candele illuminava di sera la veglia nelle stalle. Ma l’uomo è ancoraquello “della pietra e della fionda” e ci fu un tempo buio di sangue e lutto tra fratelli.Furono poi le campane a ritmare il passaggio delle giornate di nuovo calme e lunghe.Ancora oggi, talvolta, il loro suono più vero si rincorre tra i pendii.

Le tracce delle battaglie della Seconda Guerra Mondiale nelle trincee della Linea Gotica a Montese e gli antichi mestieri degli abili artigiani locali:

il calzolaio, il falegname, la tessitura

I gesti quotidiani della vita legata alla natura nel Museo della Civiltà Montanara a Sestola e l’intreccio tra passato e presente nell’arte della lavorazione della pietra a Fanano

Le botteghe degli artigiani a San Pellegrino in Alpe, il Memorial e il Museo della Resistenza a Palagano e Montefiorino

Storia 3130

S

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Appennino modeneseAppennino modenese

Bologna

SP.486

Boccassuolo

Montecuccolo

Sassuolo

Località di raccordoNatura 1Natura 2Storia 1Storia 2Storia 3

Sapori e tradizioni

SP.19

SS.12

SP.4

SP.4

ModenaReggio Emilia

Lucca

Pistoia

Montespecchio

Rovolo

Samone

Castellinodelle Formiche

Madonnadi Pietravolta

Ponte di Ercole

P.ssodella Croce

Arcana

P.ssodell’Abetone

Lago Pratignano

M. S. Giulia

Farneta

Roccapelago

Sassostorno

Olina

Monzone

Vesale

Niviano

Semese

MontebonelloSant’Antonio

Coscogno

Rosola

Zocca

PieveTrebbioFestà

Guiglia

Roccamalatina

Monteombraro

Denzano

OspitalettoCascatedel Bucamante

Vitriola

Ponte di Olina

Gombola

M. Cimone

Medola

Lagodella NinfaSassoTignoso

Piandelagotti

Montefiorino

Prignanosulla Secchia

Palagano

Monchio

Pescale

Serramazzoni

Pompeano

Montese

Varana

Sassomorello

Sassoguidano

Maranosul Panaro

Maserno

CastelluccioRiolunato Sestola

Fiumalbo

Pievepelago

Ospitale

Romanoro

Fontanaluccia

Riccovoltovecchio

Frassinoro Lama Mocogno

Polinago

Ponte della Fola

Ponte della Luna

Semelanodi Sotto

Montalbano

RoncoscagliaS. AndreaPelago

Acquaria

Montecenere

Monteorsello

Renno

RoccaS. Maria

Pavullonel Frignano

S. Martino

Vignola

Dogana

Casona

P.ssodelle Radici

Serrazzone

S. Pellegrinoin Alpe

Monfestino

Iola

Montemolino

CadignanoSavoniero

La Verna

San Pellegrinetto

SP.623

SS.12

SP.324

Serpiano

MontecretoPonte di Strettara

Montello

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Fanano

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Dalla pianura ci dirigiamo verso Vignola e raggiungiamo Marano.Da qui ci spostiamo verso sud sulla SP 4 svoltando a sinistra indirezione di Bologna, attraversiamo il ponte sul Panaro e in breveci immettiamo sulla SP 623 del Passo Brasa in direzione di Guigliae Zocca. Superiamo Zocca e proseguiamo ancora sulla SP 623 cheabbandoniamo a Castel d’Aiano, nel bolognese, per dirigerci verso

Montese. Giunti in paese procediamo sulla SP 27 seguendole indicazioni che ci conducono alla Rocca di Montese.L’imponente Rocca si erge in posizione dominante sull’alta valledel Panaro, sovrastando il paese. Un ampio parco di oltre dueettari, con un bel giardino-orto botanico che ospita le essenzetipiche dell’Appennino, circonda l’antica fortezza, eretta nel ‘200,che accoglie al suo interno un importante museo storico dove èdocumentata l’evoluzione nella storia del rapporto tra uomo eterritorio. Nelle sue sale sono state create due isole dedicate allefasi di produzione e utilizzo del latte, dalla tradizionalepreparazione casalinga del formaggio e della ricotta, allaproduzione di Parmigiano Reggiano. La mostra raccoglie variutensili da lavoro in legno: dagli attrezzi agricoli, agli strumentiper la preparazione del cibo e per i lavori di cesteria. Il MuseoStorico di Montese custodisce inoltre numerosi oggetti dellavita quotidiana legati alle vicende della Seconda Guerra Mondiale:abbigliamento e divise, armi e materiale bellico in dotazione aisoldati americani, tedeschi e brasiliani che combatterono nelperiodo del secondo conflitto mondiale in questa area, interessatadalla Linea Gotica, e ancora materiale di propaganda edocumenti partigiani del periodo bellico. La tappa al Museo diMontese rientra in un itinerario più ampio che tocca l’ex Campo

Storia 3Le tracce delle battaglie della Seconda Guerra Mondiale nelle trincee della Linea Gotica aMontese e gli antichi mestieri degli abili artigiani locali: il calzolaio, il falegname, la tessitura

Museo Storico di Montesee Forum Artis MuseumUfficio Turismo ComuneTel. 059.971106/971127Fax 059. [email protected]@mail.aitec.itwww.comune.montese.mo.itoppure Ufficio InformazioniTuristiche MonteseTel. 059.971122Da ottobre a marzo il museoresta aperto la domenica,dalle 11.00 alle 13.00 edalle 15.00 alle 17.00.Nei mesi di aprile, maggio,giugno e settembre èvisitabile il pomeriggio delsabato e la domenica dalleore 11.00 alle 13.00 e dalle16.00 alle 19.00. Nei mesidi luglio e agosto ilpomeriggio da lunedì a sabato,dalle ore 16.00 alle 18.00,e la domenica tutto il giorno.www.museimodenesi.it

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p.123p.164

Montese

MasernoIola

Montello

Mietitura, Montese

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di Concentramento di Fossoli di Carpi, il Museo Monumento alDeportato di Carpi, il Museo del Combattente di Modena, VillaEmma di Nonantola, l’Istituto Storico di Modena, il Museo dellaRepubblica Partigiana di Montefiorino e il Parco della ResistenzaMonte Santa Giulia a Monchio di Palagano. All’interno dellaRocca, è allestita anche una ricca esposizione di arte moderna: il

Forum Artis Museum che accoglie le opere di 90 artisticontemporanei di 16 diversi paesi, in rappresentanza di tutti icontinenti. Da Montese risaliamo sulla SP 34 verso Maserno,giunti in paese svoltiamo a sinistra sulla strada secondaria checonduce alla frazione di Iola, dove il nostro viaggio nel tempo enella memoria ci porta ai primi anni dell’800. Gli usi e i costumi,le abitudini, la vita quotidiana dall’800 al ‘900, sono documentatinella Raccolta di Cose Montesine allestita presso la locale canonica,edificio risalente al 1683. Accanto agli allestimenti che presentano,con minuziosi dettagli, la fedele ricostruzione di ambientidomestici e di lavoro e illustrano le attività del calzolaio, delfalegname e della tessitura, si trovano gli spazi dedicati allacoltivazione e alla lavorazione della castagna e gli attrezzi del lavorocontadino. Un’area è dedicata a l la stor ia moderna econtemporanea con la raccolta di cartoline e strumenti bellici. Unasezione ospita anche reperti geologici locali, tra cui pietre e fossili.Seguiamo ora a ritroso la strada che da Iola porta di nuovo aMontese, passando per Maserno. Il nostro itinerario sui sentieridella memoria conduce quindi a Montello che da Montese siraggiunge proseguendo per un breve tratto sulla SP 27 checonduce a Salto e San Giacomo. In località La Lienda si svoltaa destra, sulla strada secondaria che conduce a Montello, cheraggiungiamo in pochi minuti. A due chilometri dal centro delpaese è situato il percorso ad anello che si addentra in una zonamolto suggestiva, ricca di cavità naturali e pareti rocciose, nellaquale sono state recuperate diverse postazioni difensivedell’esercito tedesco risalenti alla fase finale della Seconda GuerraMondiale, con camminamenti, rifugi, trincee e camuffamenti inpietra, che idealmente completa la nostra visita al Museo Storicodi Montese.

Gli ambienti della casacontadina e i vecchi mestieri

La Raccolta di CoseMontesine, allestita a Ioladi Montese ospitaaccurate ricostruzionidegli ambientidell’abitazione rurale, lacucina e la camera daletto, della cantina e deltavolo da lavoro delcalzolaio e del falegname. Nei mesi di luglio e agostola mostra resta aperta ladomenica dalle ore 10.00alle 12.00, negli altriperiodi le visite sieffettuano suprenotazione.

Tel.059.980035/980095/980003www.museimodenesi.it

La Linea Gotica

La Linea Gotica era untracciato di sbarramentocreato nel 1944 daimilitari tedeschi perarrestare l’avanzata deglialleati. Essa correva daMassa Carrara a Pesaro,separando l’Italia a metà,ed era dotata di trincee,camminamenti, rifugi,bunker e depositi perl’artiglieria. Molte diqueste opere a caratteredifensivo sono staterecuperate e sono oggivisitabili all’interno dispecifici percorsi didatticie culturali.

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Laboratorio di artigiano, Monteorsello

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Dal versante orientale dell’Appennino modenese ci spostiamoin auto nel territorio del Frignano sulla SP 27 che da Monteseconduce a Salto e a San Giacomo per arrivare fino alle spondedel Fiume Panaro. Attraversato il ponte svoltiamo a sinistra,sulla SP 4 Fondovalle Panaro, per raggiungere in poco più dimezzora Fanano.Il tracciato della SP 4 si snoda in salita fiancheggiando il corsodel fiume, tra prati e boschi verdeggianti. Superato il tratto incui i torrenti Scoltenna e Leo si uniscono per formare il fiumePanaro, il nastro asfaltato prosegue a lato del torrente Leo versole cime che si intravedono in alto, fino all’innesto con la SP324 che conduce a Fanano. Qui incontriamo di nuovo unaconfluenza di acque, quelle dei torrenti Fellicarolo e Ospitaleche scendono dalle valli più elevate a formare il torrente Leo.In questi luoghi correva la Linea Gotica e proprio sullependici del Monte della Riva di Fanano si combatté nellaPrimavera del 1945 la prima ed importante battaglia degli alleatiper liberare l’Italia.L’arrivo a Fanano introduce al Parco Urbano di Sculturesu pietra. Sulle facciate delle abitazioni nel caratteristico centrostorico di Fanano, come su quelle delle vicine borgate di Lotta,Serrazzone, Trignano, Ospitale, Fellicarolo e Trentino, si apreuna vasta galleria di sculture in pietra realizzate da centinaiadi artisti, provenienti da tutto il mondo, nel corso delle varieedizioni biennali del Simposio Internazionale della Sculturasu pietra di Fanano. Il Parco Urbano d’arte contemporaneaaccoglie oltre 200 sculture a testimonianza del grande amore

Storia 3I gesti quotidiani della vita legata alla natura nel Museo della Civiltà Montanara a Sestolae l’intreccio tra passato e presente nell’arte della lavorazione della pietra a Fanano

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La Linea gotica p.133

Simposio Internazionaledella Scultura su pietrap.173

p.110p.156,

p.74

p.170,p.173

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Indicazione per il Passo della Croce Arcana presso la Capanna Tassoni, Fanano

Sestola

Fanano

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di questa comunità per l’arte e la cultura della pietra.Un materiale che accompagna da tempi immemorabili laquotidianità delle genti dell’Appennino modenese, che a loroappartiene e che ne documenta le vicende e la storia, comemostrano i selciati delle strade romanesche e medievali, lecostruzioni monastiche altomedievali, i fabbricati e i pontiromanici, gli edifici religiosi, fino alle abitazioni rurali.I manufatti e le opere realizzate nel passato, mettono in lucel’abilità degli artigiani locali, detti “picchiarini”, veri artisti dellalavorazione della pietra. Ma la tradizione a Fanano non è andataperduta grazie ad un gruppo di artigiani locali che con le pietreancora realizzano, secondo criteri tramandati da secoli,lavorazioni artigianali e opere artistiche. Da Fanano raggiungiamo in auto Sestola sulla SP 324 delleRadici. Il centro storico del paese è posto ridosso dellasporgenza rocciosa che domina l’abitato, sulla quale sorge labella Rocca risalente al ‘500 che ospita il Museo della CiviltàMontanara. Nelle sale delle ex scuderie della Rocca di Sestola,il tempo si è fermato per conservare la memoria di unaquotidianità che testimonia i diversi aspetti della vita contadinae i mestieri artigiani di una volta. Gli allestimenti del Museoricostruiscono la bottega del fabbro, del ciabattino, delfalegname: ogni ambientazione è ricreata con dovizia diparticolari. Un settore è dedicato ai diversi locali della casa.Nella camera, accanto al letto, sono in vista gli utensili di usoquotidiano: i catini in ferro per i lavaggi, lo scaldaletto in legnodove si collocavano le braci roventi tolte dal camino perriscaldare le lenzuola nei freddi mesi invernali e le culle invimini. Nella cucina, dotata di stoviglie, attrezzi per fare la pastae lampade, domina un grande camino.Uno spazio ospita la cantina, la stalla e le sale del cucito, deltelaio per la lavorazione di lana e filati, della neve e del freddo.All'interno del Castello di Sestola è possibile visitare anche il

Museo degli Strumenti Musicali Meccanici. Centinaia di pezzitra carillons a cilindro e a disco di fattura svizzera e tedesca,pianole, organetti e grammofoni, di cui più della metà

Il Museo della CiviltàMontanara

Le attività della vitacontadina e i “ferri” deimestieri artigiani di untempo, sono in mostra nelMuseo della CiviltàMontanara a Sestola. IlMuseo resta aperto nei mesidi luglio e agosto tutti igiorni, dalle 10.00 alle 12.00e dalle 16.00 alle 19.00;durante l’anno tutte ledomeniche e i festivi dalle 10alle 12 e dalle 15 alle 18.

IAT di SestolaTel. 0536.62324Fax 0536.61621www.museimodenesi.it

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funzionanti, restituiscono cinquecento anni di storia dellariproduzione musicale.

Antichi mestieri: ”i picchiarini”Abili artigiani nella lavorazione della pietra arenaria, gli scalpellinio “picchiarini” erano anche artisti di fertile creatività, maestri nellaproduzione degli elementi di decoro che ancora oggi si conservanonei portali, negli archi, sulle facciate delle case in Appennino.Quest’arte antica non è andata perduta e sopravvive ancora oggia Fanano, Frassinoro e Pavullo.A Fanano una piccola esposizione di opere in pietra realizzate daartigiani locali è allestita presso la sede dell’Ufficio InformazioniTuristiche Fanano È.

Ufficio informazioni turistiche Comune di FananoTel. 0536.68825, Fax 0536.68954 oppureFanano E’ Tel. 0536.68696www.fanano.itUfficio informazioni turistiche Valli del DragoneTel. 0536.960162

Museo degli StrumentiMusicali Meccanici.

Nelle sale del Palazzo delGoverno, all'interno delCastello di Sestola, èallestito il Museo degliStrumenti MusicaliMeccanici. Nei mesi diluglio e agosto il museoresta aperto tutti i giorni,dalle 10.00 alle 12.00 edalle 16.00 alle 19.00;durante l’anno tutte ledomeniche e i festivi dalle 10alle 12 e dalle 15 alle 18.

IAT di SestolaTel. 0536.62324Fax 0536.61621www.museimodenesi.it

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Scheda

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Da Sestola possiamo attraversare il territorio dell’Alto Frignanoper spostarci in auto nell’area più occidentale dell’Appenninomodenese percorrendo la SP 324 delle Radici in direzione diSan Pellegrino in Alpe.Raggiungiamo circa in un’ora e mezza di viaggio il Passo delleRadici dove svoltiamo a sinistra, fiancheggiando la chiesettache sorge nei pressi dell’incrocio. Il momento della giornatapiù bello per affrontare questo tratto è sicuramente quello chevolge al tramonto. Scendendo verso il crinale, l’aria si fafrizzantina e i colori dal giallo all’arancio fiammeggiano inlontananza sopra la Foce dei Carpinelli; ogni pendio, ognisporgenza, assume tonalità diverse che sfumano con il calaredel sole dietro i monti. Giunti a San Pellegrino in Alpeammiriamo da un fantastico belvedere la Garfagnana e il profilodelle Apuane.Lasciamo l’auto nel parcheggio posto sulla strada, scendiamoa piedi tra le case in pietra per raggiungere la galleria che passa

Storia 3Le botteghe degli artigiani a San Pellegrino in Alpe, il Memorial e il Museo della Resistenza

a Palagano e Montefiorino

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M. S. Giulia

Vitriola

Piandelagotti

Montefiorino

Monchio

Frassinoro

P.ssodelle Radici

S. Pellegrinoin Alpe

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sotto il nucleo di case strette attorno al medievale Santuariodi San Pellegrino che ospita le spoglie dei santi Bianco ePellegrino. Il passaggio lastricato è ripido ma estremamentesuggestivo, come il paesaggio che si apre davanti a noi nelmomento in cui usciamo dal tragitto coperto. Nei pressi dellagalleria si trova l’ingresso del Museo Etnologico ProvincialeDon Luigi Pellegrini, situato nelle sale del millenario Ospitaledi San Pellegrino. Attraverso testimonianze ed oggetti di usoquotidiano sono illustrati i vari aspetti della civiltà contadinadagli inizi del 1800 ad oggi, molti dei quali ormai scomparsi.Nato dalla ricerca di Don Luigi Pellegrini, al quale lo spazioespositivo è dedicato, il Museo si snoda in 14 sale e raccoglieoltre 4000 pezzi tra suppellettili, manufatti, elementi di arredodomestico ed attrezzi da lavoro e rappresenta uno dei piùimportanti musei etnografici del centro Italia. Nelle sale sonostati ricreati gli ambienti della casa rurale con la ricostruzionedella cucina e della camera da letto e della cantina, oltre a quellidel lavoro domestico e artigianale. Appositi spazi sono dedicatialle attività del ricamo e della filatura, della cereria per lapreparazione delle candele, del mulino, del calzolaio e delfabbro. Un’area ospita inoltre vecchie macchine agricole.Risaliti in auto, lasciamo San Pellegrino e percorriamo a ritrosola strada che tra boschi di faggio conduce al Passo delle Radici,dopo circa 2,5 km in località Imbrancamento deviamo a sinistra,svoltando sulla SP 486 per Piandelagotti. Superato il paesesvoltiamo a sinistra sulla SP 32, qualche tornante in salita e ciimbattiamo nella frazione di Madonna di Pietravolta, posta aoltre mille metri di altezza su un avvallamento del crinale.L’aria tersa e pulita ci consente di scorgere dal sagrato delSantuario della Madonna della Neve, edificato nel ‘600 ericostruito alla metà del ‘900, proprio dietro le colline reggianedi Carpineti, le sagome bianche delle prealpi bresciane.Da Madonna di Pietravolta proseguiamo sulla Provinciale 32scendendo fino a Frassinoro, capoluogo dell'Alta Valle delDragone. In questi luoghi ancora oggi si tramanda la tradizione

La civilta’ contadina e gliantichi mestieri

Negli allestimenti ricreatipresso l’OspitaleMedievale di SanPellegrino in Alpe sonoconservate letestimonianze delleattività domestiche eartigianali e del lavorocontadino e pastorale delpassato. Il Museo è apertotutto l’anno, gli orari sonoda richiedere all’ufficioinformazioni turisticheValli del Dragone.

Tel. 0536. 960162Tel. 0583.649072www.museimodenesi.it

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Passo delle Radici

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del Maggio Drammatico. Un'antica forma spontanea di teatropopolare, recitata e cantata, nata nell’ Appennino tosco-emiliano e molto diffusa in alcune località di questo territorio,come Frassinoro e Romanoro, ma anche nei paesi reggiani ein vari altri centri montani della Toscana.Il nostro itinerario della memoria prosegue sulla SP 32 e ciconduce da Frassinoro a Montefiorino. Raggiunto il paese,lasciamo l’auto nella piazza principale e ci incamminiamo sulbreve viottolo lastricato che conduce alla Rocca medievale.All’interno della Rocca è situato il Museo della RepubblicaPartigiana di Montefiorino. Un percorso ricco di testimonianzeche richiamano i valori della libertà e della democrazia, per iquali queste terre si sono battute. E’ la storia della SecondaGuerra Mondiale, della Resistenza al nazifascismo e inparticolare, quella della Repubblica di Montefiorino, primaarea dell’Italia Settentrionale ad essere liberata dalle forzepartigiane nel 1944. Il percorso allestito nelle sale del Museoè suddiviso in aree tematiche che colgono i diversi aspetti dellavita militare, politica e civile dell’epoca ed ospita in sei saleespositive oggetti di vario tipo: dalle armi utilizzate nel corsodell’ultimo conflitto mondiale nei combattimenti tra leformazioni partigiane e le truppe nazifasciste, alle scatole checontenevano le razioni dei viveri e i piccoli oggetti dellaquotidianità. Accanto a questi, gli allestimenti offronotestimonianze scritte e in viva voce dei protagonisti con brevitesti narrativi, immagini fotografiche, filmati d’epoca.Proseguendo lungo l’Itinerario della Resistenza ci portiamoda Montefiorino a Monchio di Palagano per visitare il Parcodella Resistenza di Monte Santa Giulia.Lasciamo in auto Montefiorino e avanziamo sulla stradaProvinciale in direzione di Vitriola. Al primo bivio svoltiamoa sinistra sulla SP 486, giunti al bivio di Vitriola svoltiamo quindiverso destra sulla SP 28 in direzione di Savoniero e Palagano.Superato il ponte sul torrente Dragone raggiungiamo

La storia della SecondaGuerra Mondiale e dellaResistenza italiana

Nelle sei sale espositiveall’interno del Museo dellaResistenza e dellaRepubblica Partigiana aMontefiorino si respira laquotidianità della vitanelle narrazioni tematicheche ricostruiscono levicende del periodo storicoche, attraverso laResistenza, conduce allanascita della repubblicaed alla liberazionedell’Italia con la fine dellaguerra.

Comune di MontefiorinoTel. 0536.965139oppure: Istituto Storicodella Resistenza di ModenaTel. 059.219442 - 242377istitutostorico@tin.itwww.istitutostorico.mo.itwww.museimodenesi.it

Il mistero legato al nomedella Valle del Dragone

Nella Chiesa parrocchialedi Santa Margherita aCostrignano si trova,secondo alcuni, la chiavedi lettura sull’origine delnome della Valle delDragone, che vieneravvisata nel culto diSanta Margherita diAntiochia, molto diffusonel territorio in epocamedievale. La Santaveniva spesso raffiguratanell’atto di abbattere undrago. E, appunto,l’immagine di un drago

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Scultura del Parco della Resistenza Monte Santa Giulia

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Savoniero, qui svoltiamo a sinistra, sulla strada Provinciale 24,verso Monchio. Oltrepassiamo Susano e Costrignano eproseguiamo fino al centro abitato di Monchio dove svoltiamosulla deviazione che conduce al Parco della Resistenza diMonte Santa Giulia. All’interno del Parco, è stato eretto il

Memorial Santa Giulia , un complesso monumentalecomposto di 14 grandi sculture monolitiche in pietra realizzatetra il 1989 ed il 1993 da artisti italiani e straneri, disposte acerchio ai piedi di una bella pieve romanica che sovrasta ilterritorio delle località di Monchio, Susano e Costrignano, teatronel marzo del 1944 di un feroce eccidio nazista.

appare scolpita in unconcio di arenaria sullafacciata della chiesadedicata a SantaMargherita. Altre versioni,invece, fanno risalirequesta origine allapresenza di unimmaginario animaleferoce nell’antica SelvaRomanesca, oramiscomparsa, sull’AltoAppennino.

Centro servizi al turistaTel. 0536.966112www.ideanatura.net

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Casa colonica nella stagione della mietitura

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Antichi mestieri: la transumanza e i “segantini”Agli inizi del 1900 l’economia delle famiglie nell’Appennino modeneseera basata principalmente sullo sfruttamento delle risorse naturalimediante l’agricoltura e l’allevamento delle pecore. Dall’allevamentodelle greggi si poteva ricavare il latte ed ottenere quindi un pregiatoformaggio, mentre la lana, opportunamente lavorata, era usata percreare coperte, materassi e vari capi di abbigliamento. Primadell’arrivo dei mesi invernali, quando non era possibile pascolarei pochi capi posseduti nei campi coperti dalla neve, i pastoriradunavano le greggi e si incamminavano sui sentieri dell’Appenninoe tra i boschi per raggiungere le località di pianura. La transumanzaricalcava la migrazione naturale delle mandrie e dei branchi chesi spostano secondo le stagioni, per trovare nuovi pascoli.Meta del viaggio erano le aree incolte, in parte paludose, dellaMaremma in Toscana, della pianura romagnola e di quella modenese,ferrarese e bolognese dove i pastori e greggi alloggiavano per parecchimesi. Questa forma di allevamento era praticata dai pastori già nelMedioevo e proseguì fino alla metà del ‘900 quando le grandibonifiche resero coltivabili quelle stesse aree. Anche i contadini nelperiodo invernale si spingevano lontano da casa per cercare lavoroe, quindi, sostenere un’economia domestica certo non florida. Essierano abili artigiani e grandi lavoratori, molto richiesti come boscaioliovvero “segantini”, manovali o spaccapietre, in Maremma, Corsica,Sardegna, dove restavano fino a tarda primavera.

Credenze e superstizioni: il santone della canalacciaSantoni e guaritori erano figure molto popolari ancora nel secoloscorso. Per lungo tempo, quando rivolgersi a medici e ospedali nonera consuetudine, prestando fede ad antiche credenze su malocchioe streghe, si ricorreva a loro per guarire da ogni genere di male. Traquesti il Santone della Canalaccia, nato a Frassinoro alla fine del1800. Egli, come tanti in Appennino, emigrò in America all’età di28 anni. Non fece fortuna, ma tornò a casa qualche anno doporicco di conoscenze sull’arte misteriosa della stregoneria. Lunghicapelli biondastri gli avvolgevano la nuca mentre il viso era copertoda una lunga barba dello stesso colore; gli occhi chiari, come quellidegli uomini del Nord Europa, dallo sguardo brillante e penetrante,incutevano timore. Per tutto egli aveva una cura: mal di testa, doloriarticolari, mal di schiena irriducibili, toglieva il malocchio, riportavaalla luce oggetti smarriti, prediceva il futuro. Viveva in una piccolacasa in località Canalaccia, nei pressi della medievale Via Bibulcae della chiesetta di Sant’Antonio. Qui si recavano i “pazienti” chevenivano ricevuti in uno studio ricavato dal sottoscala, provvisto didue sedie impagliate, sulle quali paziente e “guaritore” sedevanol’uno di fronte all’altro per procedere al rituale che vedeva il Santoneemettere strani suoni, fischi, soffi con un gran roteare di mani.

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Scheda

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Il piacere del gusto e dell’ospitalita’:antichi sapori in festa

Sapori e tradizioni

I poemi epici cavallereschi, le vicendedella Contessa Matilde e delle sue terre,

i tribunali dell’Inquisizione:miti, tradizione e cultura in Appennino

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Sapori di campoPatataCiliegia

Sapori della dispensaCinghialeSalumi caserecci ed insaccati

Sapori distillatiNocinoMirtillino e Fragolino

Sapori spontaneiErbe aromatiche e officinaliAcqua

Sapori e tradizioni

È dolce questa montagna, come il gusto dei suoi frutti. Saporito e zuccherino è l’aromadei piccoli frutti di bosco e dei mirtilli, da gustare già pronti oppure da raccogliereda sé nelle brughiere di alta quota. Delicato e pieno è il sapore dei prugnoli di campoe dei funghi; forte e deciso il gusto del pregiato tartufo che accompagna i piatti tipicidella gastronomia montanara. Prende corpo a tavola quell’alchimia antica tra uomoe natura, ragione e sensi, che appaga e restituisce con semplicità il gusto più autenticodella vita.

Nelle manifestazioni di piazza e nelle sagre di paese che si rincorrono, in primavera,durante l’estate e nell’autunno inoltrato, lungo i pendii dell’Appennino modenese,rivivono i sapori di una volta e le tradizioni di un passato autentico che affonda leproprie radici in una cultura secolare.

Sapori rusticiPane Rustico, Crescentina, Borlengo,CiaccioPolentaCastagna Castagnacci, Polenta,Frittellozzi

Sapori antichiMieleCroccanteFormaggio Parmigiano Reggiano,Formaggio pecorino, Ricotta

Sapori del sottoboscoPiccoli frutti Mirtilli, lamponi, fragole,ribesFungoPrugnoloTartufo

Il piacere del gusto e dell’ospitalita’: antichi sapori in festa

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Primavera Estate Autunno

Crescentina Ultima domenica di agosto>Pavullo

BorlengoII e III settimana di maggio >Guiglia

Inizi di giugno >Serramazzoni

Ciaccio II fine settimana di giugno >Palagano

Polenta Ultima domenica di settembre,I domenica di ottobre >Guiglia

II domenica di novembre >PrignanoPrimi di ottobre>Riccò di Serramazzoni

III domenica di ottobre>Fontanaluccia di FrassinoroUltima domenica di ottobre >Montecreto

II domenica di ottobre >Fanano

Penultimo e ultimo fine settimanadi ottobre >Maserno di Montese

II fine settimana di novembre >Monchio

II, III e IV domenica di ottobre >Zocca

Castagna

IV domenica di ottobre >ZoccaLumacaI domenica di settembre>Ospitale di Fanano

Miele

I fine settimana di luglio>Piandelagotti di Frassinoro

ParmigianoReggiano

I fine settimana di agosto>San Michele di Fiumalbo

Frutti delsottobosco

Settimana centrale di agosto>Barigazzo di Lama Mocogno

II fine settimana di agosto>Tagliole di Pievepelago

II fine settimana di luglio>Acquaria di Montecreto

Frutti dibosco

II fine settimana di ottobre >Frassinoromese di settembre >Riolunato

penultimo fine settimana disettembre >Marano

Ultimo fine settimana di ottobre e primofine settimana di novembre >Montefiorino

III domenica di ottobre>Rubbiano di Montefiorino

Frutti dicampo,cinghiale,salumi einsaccati

I fine settimana di settembre>Montese

14-15 agosto> Monteombraro di Zocca

novembre >Brandola di Polinago

Croccante II fine settimana di ottobre >Sestola

II domenica di maggio > Piandelagotti

Ultimo fine settimana di settembre>Montebaranzone di Prignano

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Pane Rustico

CrescentinaÈ un antico pane montanaro ottenuto da un sapiente impastodi farina, acqua e sale, cotto sul fuoco in apposite piastre dimetallo. I piccoli dischi spessi di forma tondeggiante si gustanocaldi e croccanti, serviti con gli ottimi salumi e insaccati localioppure conditi con un pesto di lardo, aglio e rosmarino e unaspolverata di Parmigiano Reggiano grattugiato.Si possono anche consumare al posto del pane con la cacciatorae gli umidi ai funghi. Insieme alle crescentine è servito spessolo gnocco fritto o crescentina fritta dalla caratteristica formaa bolla, preparato con lo stesso impasto della crescentina, matagliato a rombi e fritto nello strutto bollente, da farcire apiacere con salumi e formaggi.Un tempo era cotta in formelle tonde di terra refrattaria, dette

tigelle, poste nel camino a diretto contatto con le braci.Oggi si prepara con utensili di concezione moderna, ma comeieri resta inalterato il gusto e l’ottimo sapore.A memoria del passato resta il decoro impresso sulla lorosuperficie dalle piastre di cottura. Il disegno più comuneraffigura l’immagine stilizzata di una rosa a sei petali eprende spunto dalla ricchissima simbologia medievale deimodelli antichi.Piatto forte di numerose sagre paesane, questa gustosapreparazione diventa protagonista a Sestola e nelle frazionidurante tutta l’estate nelle numerose rassegne dellagastronomia locale che propone crescentine, borlenghi e

prodotti tipici. IAT SestolaDa protagonista a regina incontrastata della tavola a Pavullonella Festa della Crescentina, in programma l’ultima domenicadi agosto dove la sottile sfoglia calda e farcita si gusta con unpesto a base di lardo e rosmarino. Negli stand gastronomicisi apre una rassegna delle proposte tipiche della culturamontanara in cucina: ottimo prosciutto e intingoli alla

IAT SestolaTel. 0536.62324Fax [email protected]

Simbologia antica:

la rosa a sei petali

L’immagine della rosa èlegata al cerchio, simbolo delcielo e del disco solare, ed haincarnato nella simbologiamedievale vari significati:esoterici, popolari, religiosi.

La crescentina: un pane umilee antico

Il significato dei terminicrescentina e tigella, rendemanifesta la loro lontanaorigine. Crescenta derivadal latino crescere ossiagonfiarsi e tigella dategere, coprire. Il curiosonome delle tigelle, allequali la tradizioneattribuisce natalimodenesi, trae origine daidischi di terra refrattariadetti appunto tigelli, deldiametro di circa 10 cm,nei quali anticamente eracotto l’impasto dellecrescentine sulle braci delcamino, adagiato tra fogliedi castagno o di noce.Attualmente le tigelle sicuociono dentro stampimetallici doppi, in generedi ghisa, caratterizzati dadue, quattro, sei o piùdischi convessi, in gradodi accogliere più focaccinealla volta e rendere piùrapida la loropreparazione.

Sapori e tradizioniSapori rustici

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cacciatora, fagioli con le cotiche, funghi, salsicce e formaggi. Ufficio informazioni turistiche di Pavullo

Il Museo della tigellaLa Mostra Permanente dellatigella, allestita a Samone diGuiglia, illustra tutti i ciclidelle attività legate allaproduzione di questistrumenti e delle gustosepreparazioni gastronomichecon essi realizzate. Si vadalla trebbiatura e molituradel grano, dalla prepara-zione alla cottura dellecrescentine. La mostra offreun ampio panorama sulletecniche, sui materiali e glistampi per la creazione delletigelle o “testi”. Suggestive leformelle in esposizione,decorate con la classica rosaa sei petali.La mostra è aperta ladomenica e nei festivi dalle14.30 alle 18.00.

Centro Visitatori diSamone: Tel. 059.795721

Già presente nella culturalongobarda, il simbolo dellarosa ha rappresentato l'ideadella perfezione e dell'infinitoe quella della natura, grandemadre generatrice, qualeresiduo dei culti pagani. E’stata, infine, associata allafigura della Vergine Mariaassumendo l’importantesignificato di redenzione,purezza, devozione.

Ufficio informazionituristiche di PavulloTel. e Fax 0536.20358

Tigelle

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BorlengoIl borlengo, come la crescentina, è un tipico pane montanaromolto antico. La sua origine è un intreccio di gastronomia estoria, si fa risalire addirittura all’epoca preistorica, quando leterre dell’Appennino modenese erano abitate da popoliprimitivi. La loro dieta alimentare includeva pani non lievitati,semplici ma molto nutrienti, composti di acqua e farinamacinata grossolanamente. Gli stessi ingredienti che sonotuttora alla base di questa gustosa preparazione. La paternitàdel borlengo non è certa: secondo alcuni esso è nato a Guiglia,a detta di altri il paese d’origine è Zocca, centro di antichiscambi commerciali tra le varie zone dell’Appennino.Un sottile foglio di “colla” cucinato in un “sole”, sotto l'occhiovigile di un Maestro Borlengaio, armato di "granadello", prontoa stendere la “cunza” e la “forma”. Se il codice linguisticopuò apparire ai più oscuro, per comprenderne al volo ilsignificato basta adottare la strategia dell’assaggio e addentarequella sfoglia leggera e friabile di pane montanaro chiamataborlengo, che si scioglie in bocca, in un mare di gusto.Viene servito con un saporito ripieno, ben sminuzzato, dilardo, aglio, rosmarino e cosparso di Parmigiano Reggianograttugiato.A Guiglia la Sagra del Borlengo si tiene la II e III settimanadi maggio. PromAppenninoA Serramazzoni la Festa del Borlengo si svolge agli inizi digiugno. Durante la manifestazione si celebra la tradizionegastronomica montanara con ottimi borlenghi, crescentine egnocco fritto, mentre ampio spazio viene dato a tradizione efolclore nelle varie iniziative promosse dalle associazioni locali.

Ufficio informazioni turistiche Serramazzoni

CiaccioSpecialità montanara ottenuta da un impasto denso di farina,acqua e sale, cotto su piastre di ferro denominate “cottole”.Il ciaccio può essere di farina di castagne o di frumento, dolce

PromAppenninoTel. [email protected]

Ufficio informazionituristiche SerramazzoniTel. 0536.952310Fax 0536.954665

Un pane per “burla”:il borlengoIl nome borlengo puòcambiare secondo lalocalità di produzione edivenire in alcuni luoghizampanella e in altriburlengo o berlengo. Lacultura orale ne traman-da il nome (berlingaccio)prendendo in prestito iltermine usato in epocamedievale per indicare ilcarnevale, periododell’anno in cui questocibo era maggiormentecucinato e degustato.

La Compagnia dlà CùnzaTra Guiglia e Zocca si ècostituita la Compagniadlà Cùnza, gruppo diesperti nell’arte dellapreparazione del borlengoche si dichiaranodepositari della suaformula originaria. LaCompagnia ha sede neilocali dell'Ospitale di S.Giacomo, nei pressi delMuseo del Castagno, edorganizza corsi e scuoleitineranti per lapreparazione diborlenghi.

PromAppennino (vedi sotto)oppure, Comune di ZoccaTel. 059.985711

Sapori e tradizioniSapori rustici

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o salato, ripieno di ricotta e zucchero o di un trito di lardo,aglio e rosmarino. Si ottiene un disco sottile che si farcisce e si chiude, piegandolo in quattro parti. Simili ai borlenghi, iciacci hanno dimensioni più ridotte e sono più consistenti. Simangiano caldi, accompagnati da panna e ricotta o conprosciutto e ciccioli montanari.A Palagano la Fiera del Ciaccio Palaganese DOP è inprogramma nel secondo fine settimana di giugno. Durante lafiera sono offerti assaggi del tipico ciaccio ma anche difrittellozzi di castagna, un altro preparato gastronomico cheha ottenuto il riconoscimento di tipicità e denominazione,oltre a croccanti crescentine, delicate e gustose torte di patatee piatti a base di polenta. Ufficio informazioni turistiche Vallidel Dragone

Polenta

Caratteristico piatto molto diffuso in tutta la montagnamodenese, accompagna tradizionalmente la mensa rustica.Preparata con farina gialla di granoturco, la polenta va servitanel piatto con il condimento di saporiti ragù di carne e difunghi, formaggi, salse e umidi di cacciagione oppure tagliataa fette e fritta per accompagnare altre portate.A Guiglia l’appuntamento con la Sagra della Polenta è perl’ultima domenica di settembre e la prima domenica diottobre. PromAppennino A Prignano sulla Secchia la secondadomenica di novembre si svolge la Polentata di San Martino.Ufficio informazioni turistiche Valli del Dragone

A Montebaranzone di Prignano l’ultimo fine settimana disettembre si svolge la Sagra del Vino. Due serate dedicatealla degustazione di vini locali che accompagnano ottimi menùa base di polenta condita con carne di cinghiale, maiale, asino,capriolo. Da non perdere a fine pasto, l’assaggio dei sughi dimosto nostrano. Ufficio informazioni turistiche Valli del Dragone

I musei della cucinaIl ciclo della lavorazionedel cibo della cucinatipica montanara (pane,crescentine, castagne,formaggio) è complesso eviene documentatoattraverso la raccolta diutensili e attrezzi,testimonianze originali dipercorsi culturali e tecnici,in mostra nel Museo dellaCiviltà Montanara diSestola, nel MuseoEtnografico Provinciale diSan Pellegrino in Alpe enella Raccolta di CoseMontesine a Iola diMontese.

Museo della CiviltàMontanara di SestolaTel. 0536.62324Fax 0536.61621Museo Etnografico Provincialedi San Pellegrino in AlpeTel. 0583.649072Raccolta di Cose Montesinea Iola di MonteseTel.059.980-035/-095/-003www.museimodenesi.it

Ufficio informazionituristiche Valli del DragoneTel. 0536.960162Fax [email protected]

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Castagna

Matura nel periodo autunnale questo antico frutto coltivatonei boschi che, da ponente a levante, coprono vaste aree dellamontagna appenninica. Sono numerose le varietà di castagnee marroni presenti in questa zona, come numerosi sono iprodotti ottenuti dalla loro trasformazione. I frutti e la farinadi castagna, ricchi di sali minerali e vitamine, conservanoancora oggi un ruolo importante nella gastronomia montanaramentre in passato hanno costituito una delle maggiori risorsealimentari delle popolazioni dell’Appennino.La coltivazione del castagno venne introdotta in Appenninodalla Contessa Matilde di Canossa intorno all’anno 1000.L’inserimento di questa produzione migliorò notevolmentele condizioni di vita della popolazione, generando in pochianni una piccola rivoluzione in grado di modificare il paesaggio,le abitudini e lo stile di vita delle comunità locali. Il gustosofrutto della castagna è coltivato e lavorato secondo metodiantichi e naturali. Numerose sono le manifestazioni ad essodedicate in Appennino.A Riccò di Serramazzoni i primi di ottobre si organizza laFesta della Castagna con un’esposizione di prodotti tipici edassaggi delle preparazioni tradizionali. Allieta la festal’esibizione del Corpo Bandistico di Riccò, fondato nel 1919,con i suoi tradizionali concerti. Da alcuni anni lo spettacoloè accompagnato dal gruppo delle majorettes serramazzonesi.

Ufficio informazioni turistiche SerramazzoniA Fontanaluccia di Frassinoro la Festa della Castagna si svolgedurante la III domenica di ottobre. La castagna tipica diFontanaluccia si produce nei castagneti posti sulle pendicidel monte Gamello. Sia la coltivazione, sia la lavorazione diquesto prodotto avvengono nei modi più tradizionali e naturali.L’essiccazione viene ancora oggi realizzata nei metati,piccole costruzioni in pietra poste nelle vicinanze dei castagneti.Le castagne vengono distese su graticci rialzati di legno, sotto

Il Museo del CastagnoPer celebrare edocumentare la storia delcastagno nasce il Museodel Castagno a Zocca,allestito presso l’OspitaleSan Giacomo, anticoedificio risalente al 1186,gestito nel Medioevo dafrati che offrivanoospitalità ai pellegrini dipassaggio. Nelle tre salededicate al Museo, inseritonella Strada Europea delCastagno, sono in mostragli utensili e ladocumentazione relativialla coltivazione eall’utilizzo delle castagne.La visita al Museoprosegue all’esternodell’Ospitale, lungo unsentiero pianeggiante cheattraversa i castagneti diMonte S. Giacomo.Le 13 tappe del sentiero,attrezzato con cartelliinformativi, illustrano lediverse fasi dellacoltivazione del castagno.

Museo del Castagno diZoccaTel. 059.985584/ 986524Il Museo è aperto da fine digiugno a fine ottobre ladomenica e i festivi, dalleore 10.00 alle ore 12.30 edalle ore 14.00 alle ore19.00. Visite di gruppo surichiesta nel restante periododell’anno e nei feriali.www.museimodenesi.it

Ufficio informazionituristiche SerramazzoniTel. 0536.952310Fax 0536.954665

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Pannocchie stese ad essicare

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i quali resta acceso un fuoco lento, ininterrottamente, perquaranta giorni. Il calore e il fumo seccano le castagne edonano ai frutti un aroma unico. Ufficio informazioni turistiche

Valli del Dragone

A Montecreto l’appuntamento con la Festa della Castagna èper l'ultima domenica di ottobre. L’esposizione e ladegustazione dei prodotti tipici locali avviene in un clima difesta, musica e allegria, alla presenza di ospiti famosi dellamusica, dello spettacolo e dello sport. In tutto il paese sonoallestiti stand gastronomici che offrono deliziosi piatti a basedi castagne cucinate in mille modi diversi: polenta, frittelle,ciacci, castagne bollite e caldarroste. Si può inoltre acquistarefarina di castagna e castagne di ogni varietà, per cucinarequeste gustose preparazioni a casa propria o magari inventarnedi nuove. Ufficio informazioni turistiche Montecreto

A Fanano la Festa della Castagna è in programma la IIdomenica di ottobre. Sempre a Fanano, tutte le domenichedi ottobre e di novembre sono riservate ai piaceri della tavolanella Rassegna Gastronomica in corso presso i ristoranti localiconvenzionati, con menù a base di prodotti tipici. Ufficio

informazioni turistiche Fanano E’

Seguendo la via dei castagneti secolari che attraversa da ovestad est l’Appennino, la Festa della Castagna conduce a Masernodi Montese il penultimo e l’ultimo fine settimana di ottobre.Lungo le strade del paese è allestita una ricca esposizione diprodotti tipici di alta qualità mentre presso i numerosi e benriforniti stand gastronomici, vengono servite le specialitàlocali. Un curioso spazio espositivo ospita esemplari di animalida cortile, come maiali, capre e asini, oltre a molte razze divolatili dai piumaggi bizzarri, per colore e forma. Nel cartellonedella festa è in programma una gara di ruzzolone ed unadimostrazione di ricerca del tartufo con i cani. PromAppenninoA Monchio di Palagano nel secondo fine settimana di novembrel’appuntamento è con l’Estate di S. Martino festa contradizionale castagnata, vino novello, menù a base di castagne

Ufficio informazionituristiche Valli del DragoneTel. 0536.960162Fax [email protected]

Ufficio informazionituristiche MontecretoTel. 0536.63700 [email protected]

Ufficio informazionituristiche Fanano E’Tel. 0536.68825Fax [email protected]

PromAppenninoTel. 059.986524Fax [email protected]

Centro Servizi al TuristaTel. 0536.966112 –cell. [email protected]

CastagnaccioPreparazione gastrono-mica con diverse varianti,ottenuta dall’impasto difarina di castagna, latte,sale, fritta nello strutto ocotta nel forno. Secondol’area di produzione èprevista l’aggiuntaall’impasto di pinoli,uvetta, strutto e scorzad’arancia o di limone.A Rubbiano diMontefiorino la IIIdomenica di ottobre sitiene la Festa deiCastagnacci. Una “duegiorni” autunnaleall’insegna dellagastronomia tipica, conanimazione musicale, per

Sapori e tradizioniSapori rustici

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Associazione Il PonteTel. 0536.49195

Ufficio informazionituristiche Comunità Montana

CastagnaccioIngredientifarina di castagne 500 gr.acqua 750 gr.olio extravergine d’oliva 150 gr.uvetta sultanina 80 gr.pinoli 60 gr.un pizzico di sale

PreparazioneVersare in una terrina la farina setacciata e aggiungere l’acquaed un pizzico di sale. Mescolare con cura per evitare che siformino grumi. Mettere a bagno in acqua tiepida l’uvetta e ipinoli. Ungere una teglia di olio, versarvi l’impasto livellandoloall’altezza di circa un centimetro e cospargerlo con l’uvetta ei pinoli che nel frattempo saranno stati asciugati con cura.Irrorare con un filo d’olio e infornare a 250° per 15”.

I frittellozzi di farina di castagnaIngredientifarina di castagne 400 gr.uvetta 30 gr.acqua quanto basta

PreparazioneStemperare la farina con l’acqua in modo da ottenere unapastella abbastanza densa. Aggiungere l’uvetta e friggere acucchiaiate in abbondante olio d’oliva.

la ricetta FrittellozziLa fantasia in cucinaarricchisce le preparazionibasate sull’utilizzo dellerisorse naturali di unterritorio. Rientrano tra ipiatti creativi dellatradizione montanara ledeliziose frittelle dicastagna che si ottengonocon una pastella di farinadi castagna e poco sale,fritta in olio.

Polenta di castagnaUn ottimo piatto dellacucina rurale. La polentadi castagna, realizzatacon la farina ottenutadalla molitura del tipicofrutto autunnale, si gustacalda o fredda accompa-gnata da formaggi localie latticini, lardo,pancetta.

gustare le più tradizionalipreparazioni montanarea base di castagne: ilcastagnaccio, i frittelozzi,la polenta di castagne e imnüfach.

Ufficio informazionituristiche Valli del Dragone(vedi pagina precedente)

e passeggiata nei castagneti di Matilde. Centro Servizi al Turista

Polinago rende omaggio al prezioso frutto dei suoi boschinella Festa della Castagna che si svolge in autunno inoltrato,nella cornice medievale del castello di Brandola. Durante lafesta vengono preparati gustosi piatti a base di castagne:caldarroste, castagnaccio, frittelle, polenta, che seguono antichericette tramandate di generazione in generazione. AssociazioneIl Ponte A Zocca ci attende l’appuntamento con la Sagra dellaCastagna la II, III e IV domenica di ottobre. La manifestazioneprevede stand gastronomici di degustazione e di vendita delprodotto ma anche spettacoli, animazione e mostre. La IVdomenica di ottobre a Zocca ha luogo, contemporaneamente,la Sagra della Lumaca. Ufficio informazioni turistiche ComunitàMontana Modena Est Promappennino

Modena Est/ PromappenninoTel. 059.986524Fax [email protected]

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Miele

Sulla fascia collinare e montana è praticata da semprel'apicoltura che consente di ottenere ottimi prodotti dal nettaredelle piante di lupinella, sulla, castagno, rovo, acacia, tiglio,lampone e pruno selvatico. A Ospitale di Fanano presso il Rifugio Capanna Tassone laI domenica di settembre si svolge la Festa del Miele: oltre agustare assaggi di questa delizia alimentare, si può acquistareil miele prodotto artigianalmente dagli apicoltori del luogo.

Ufficio informazioni turistiche Fanano E’

Croccante

Un dolce prodotto ricco di storia, il croccante si presta anchea creazioni artistiche. A Sestola il secondo fine settimana diottobre si svolge “Giochi di cioccolato e croccante”, unakermesse di pasticceri professionisti e un’occasione per gustarequeste delizie.

Formaggio

Parmigiano ReggianoE’ sicuramente il "re dei formaggi”: fonti di epoca romanaconfermano l’esistenza di un formaggio con caratteristichevicine a quelle del Parmigiano Reggiano già all’inizio dell’eracristiana, mentre il Boccaccio nel Decamerone, scritto intornoal 1350, descrive l’impiego del Parmigiano Reggiano a tavola.Le tecniche di lavorazione di questo prezioso prodottostagionato non sono variate; è riconosciuto in tutto il mondocon il marchio di Denominazione di Origine Protetta.A Piandelagotti di Frassinoro nel I fine settimana di luglio sisvolge la Sagra dei prodotti tipici e della vita di alta quota.Passeggiando tra gli stand della fiera si possono gustare assaggidi Parmigiano Reggiano e di specialità tipiche del territorio,

Un miele per ogni fioreDi millefiori, di castagnoo di abete, differenti peraspetto, sapore e gusto,secondo la diversa originebotanica, i mieli, alimentinaturali ed energetici pereccellenza, possono esseremolto aromatici, oppuredelicati e neutri.Nell’Appennino modeneseprevale la produzione dimiele di castagno dallacolorazione ambrata consfumature scure edall’odore forte epenetrante. Al primoassaggio il suo sapore èpungente e si usa comemiele da tavola.

Il Parmigiano Reggiano, unalimento pregiatoIl Parmigiano Reggiano,conosciuto già al tempodei Romani, è ancor oggiconsiderato il re deiformaggi, apprezzato intutto il mondo qualeesempio tipico dellagastronomia italiana dialta qualità. Le suecaratteristiche sonouniche: gusto delicato epieno al tempo stesso,grande digeribilità, altovalore nutrizionale ebiologico. Il segreto dellasua bontà sta nellalavorazione artigianale enell’utilizzo di latte di

Ufficio informazionituristiche Fanano E’Tel. 0536.68825Fax [email protected]

Sapori e tradizioniSapori antichi

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mentre i ristoranti locali propongono un’ampia scelta di saporitipici, dall’antipasto al dolce, nelle ottime preparazionigastronomiche a base di Parmigiano Reggiano inserite neimenù a prezzi convenzionati. Ufficio informazioni turistiche

Valli del Dragone

Formaggio pecorinoTradizionale formaggio stagionato a pasta tenera o semiduraottenuto dalla lavorazione del latte di pecora. Il sapore èdolce e leggermente piccante. E’ in vendita nelle botteghelocali, nelle sagre o presso gli allevatori.L’area situata tra i pendii dell’Alto Appennino ospita la zonadi produzione del formaggio pecorino, uno dei gustosi prodottitipici della montagna. Nelle ampie radure sopra i 900 metridi altezza ancora oggi, infatti, viene praticata la pastorizia cheha ricoperto, in passato, notevole importanza per l’economiadi questi luoghi, poichè offriva lana, latte, formaggi e carne.La varietà della vegetazione di cui si nutrono le greggi rendeparticolarmente gradevole il gusto del latte e dei prodotti chederivano dalla sua lavorazione: ricotta e formaggio.

RicottaProdotto caseario derivato dalla lavorazione del latte vaccinoo di pecora. La ricotta è un formaggio fresco dal gusto delicatoe poco calorico, da consumare entro pochi giorni dallaproduzione. E’ in vendita presso i caseifici locali.

Il formaggio pecorinoIl formaggio pecorinoviene prodotto secondo unmetodo artigianaleutilizzando unicamentelatte di pecora. Questonutriente alimento vieneversato in piccolirecipienti, fatto cagliaree poi pressato negliappositi stampi.È possibile acquistare leforme stagionate diformaggio pecorinodirettamente dal pastore,nelle botteghe dei varicomuni montani, nellefiere e nelle sagre di paese.

primissima qualità per lasue caseificazione.Profondamente radicatonella cultura gastrono-mica emiliana, questoformaggio è un elementoindispensabile nellapreparazione di piattitipici quali: tortellini,lasagne e tortelloni.

Ufficio informazionituristiche Valli del DragoneTel. 0536.960162Fax [email protected]

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Frutti del sottobosco

Mirtilli, lamponi, more, fragole, ribesNei boschi dell’Appennino crescono spontaneamente i piccolifrutti del sottobosco dal gradevole sapore. Mirtilli, lamponi,more, fragole e ribes si trovano in abbondanza in questi luoghi,pronti per il consumo fresco, oppure conservati e trasformatisecondo le ricette tradizionali dalle aziende locali, presso lequali è prevista anche la vendita diretta dei frutti, inmarmellate, confetture, sciroppi e liquori.Salendo in quota verso le cime più alte dell’Appenninomodenese si incontrano le praterie dove crescono i cespuglidi mirtillo. La presenza di questo frutto in questi luoghi èstata accertata fin dal 4.000 a.C. La raccolta del mirtillo, chematura da metà luglio a metà settembre, è regolata da LeggiRegionali e dalla normativa del Parco dell’Alto AppenninoModenese che ne fissano i limiti giornalieri di raccolta in 1kg. a persona per i non residenti e in 5 kg. a persona per iresidenti. Tale limite è elevato per i raccoglitori professionistiin possesso di apposito tesserino. Comunità MontaneA San Michele di Fiumalbo, il I fine settimana di agosto sisvolge la Sagra dei prodotti del Sottobosco. Ufficio informazionituristiche Fiumalbo

A Barigazzo di Lama Mocogno il 14 e 15 agosto e il finesettimana precedente si tiene la Festa dei Lamponi. Ufficioinformazioni turistiche Lama Mocogno.A Tagliole di Pievepelago è fissato il II fine settimana diagosto l’appuntamento con la Sagra del Mirtillo, popolarerassegna dei prodotti del sottobosco con degustazioni espettacoli. Per raggiungere Tagliole attraversiamo l’omonimavalle che offre un suggestivo ed ampio panorama sui pendiisettentrionali del Giovo e del Rondinaio e sui numerosi laghidi origine glaciale che essi accolgono. L’origine del nome,secondo alcuni, può derivare dal latino e riferirsi ad un’intensaattività di disboscamento praticata in questi luoghi già in

Comunità Montana AppenninoModena Ovest, MontefiorinoTel. 0536.965219Fax 0536.965312Comunità Montana Modena Est,ZoccaTel 059.987270Fax 059.986432Comunità Montana delFrignano, PavulloTel 0536.327511Fax 0536.23455

Piccoli frutti:

il mirtillo neroIl mirtillo ha un gradevolesapore acidulo e zuccheri-no, è ricco di vitamine epossiede moltepliciproprietà: è antisettico,antiemorragico, astrin-gente. Tra le parti dellapianta utilizzate dall’uomovi sono le foglie, fresche edessiccate, e le bacchemature. Il frutto del mirtilloè utilizzato in molti modi:nell’industria alimentareper la produzione dimarmellate, sciroppi,crostate, liquori, gelatine,yogurt e in quellacosmetica per la produzio-ne di creme curative eprodotti di bellezza.A Barigazzo, frazione diLama Mocogno, è possibileprovare la “mirtilloterapia”

La Sorgente del Benessere,Tel. 0536.45256,www.lasorgentenet.com

Sapori e tradizioniSapori del bosco

Ufficio informazionituristiche FiumalboTel. e Fax 0536.73909

Piccoli frutti:il mirtillo nero

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tempi lontani, con l’abbattimento di numerose piante.Il colore più scuro della parte alta della valle è provocato dauna netta predominanza di boschi di faggio. La vegetazionedel fondovalle, più chiara, rivela la forte presenza di piantedi salice, sviluppatesi in un’area ricca d’acqua. La valle siraggiunge da Fiumalbo sulla SS 12 dell’Abetone, all’altezzadi Dogana si svolta a sinistra su una deviazione secondariache passa per Rotari e arriva fino a Tagliole.

Ufficio informazioni turistiche Pievepelago

Ufficio informazionituristiche Lama MocognoTel. e Fax 0536.44003-44066

Ufficio informazionituristiche PievepelagoTel. e Fax 0536.713304

Frutti di bosco

FungoDa gustare fresco, passato nella farina e poi fritto, oppurecucinato in mille modi diversi, questo delizioso prodotto invitaa tavola accompagnando da protagonista appetitosi ragù, sughie umidi da base di carne. Cresce nei boschi, in modo spontaneo,lungo tutta la fascia appenninica.Ad Acquaria di Montecreto il II fine settimana di luglio sisvolge la Festa del Fungo. Una rassegna gastronomica cheoffre deliziose preparazioni a base di funghi porcini e prodottitipici della montagna. Oltre agli assaggi di piatti genuini, nellagiornata di domenica viene organizzata la Festa dellaTrebbiatura e una colorata Fiera mercato del passato e deimestieri contadini. IAT Sestola

A Riolunato nel mese di settembre si tiene una interessanteMostra Micologica. L’appuntamento, interamente dedicatoai funghi, gustosi frutti del sottobosco che si possono raccoglieresui pendii circostanti, non è privo di interessanti e gustoseattinenze gastronomiche, da declinare ai tavoli dei ristorantilocali. IAT Sestola

A Marano sul Panaro, che in parte si adagia sulle terre dellapianura rese note dalla produzione di ciliegie, il penultimofine settimana di settembre è in programma un’interessanteMostra dei Funghi, Piante e Frutti del Sottobosco.

IAT SestolaTel. 0536.62324Fax [email protected]

Raccolta dei funghiPer la raccolta dei funghiè necessario munirsidell’apposito tesserinopresso le ComunitàMontane.

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Un’occasione per scoprire doti, caratteristiche e tipicità dellaflora di montagna. L’appuntamento si tiene presso il Museod'Ecologia e Storia Naturale di Marano sul Panaro. Alle porte del Parco Regionale del Frignano, dominato dallecime dell’Alto Appennino modenese che fanno da cornice asuggestivi panorami, è ambientata la Sagra del Fungo e deiProdotti del Sottobosco, in programma a Frassinoro il secondofine settimana di ottobre. Ospitalità cordiale, gustosagastronomia e una mostra mercato micologica consentono diconoscere meglio, ed eventualmente acquistare, i prodottitipici del sottobosco. Tra le iniziative collaterali si segnala il“Funghi Day - MTB”, una serie di escursioni sulle due ruote,lungo le antiche vie di collegamento fra Toscana ed Emilia:il Sentiero Matilde e la Via Bibulca. Ufficio informazioni turistiche Valli del Dragone

PrugnoloDi piccole dimensioni, delicato e profumatissimo, questofungo primaverile si raccoglie tra i boschi e nei campi. Si prestaad accompagnare diverse preparazioni gastronomiche, ottimo

Funghi sott’olio

PreparazionePulire con cura i funghi e tagliarli in pezzi. Farli bollire per circa 10minuti in 1/4 di aceto, 3/4 d'acqua e un po’ di sale. Togliere dal fuoco,lasciare asciugare e riporre i funghi in vasi di vetro a chiusura ermetica,aggiungere gli aromi (grani di pepe, chiodi di garofano, cannella,alloro) e ricoprire con olio d'oliva.

la ricetta

Museo d'Ecologia e StoriaNaturale di Marano sul PanaroTel. e Fax 059.744103www.museimodenesi.it

Funghi in vaso al naturale (Porcini e Prugnoli)

PreparazioneRaccogliere i funghi piccoli e freschi. Pulirli, lavarli e scolarli. Versarliin una pentola e cuocerli in acqua per circa 15 minuti, quindi colarlie riporli ancora caldi in vasi di vetro di dimensioni medio-piccole perconsentirne un rapido consumo, evitandone il deperimento. Lasciarebollire ancora il liquido usato per la cottura dei funghi, filtrare edaggiungerne una piccola quantità sui funghi già riposti nei vasi, conaglio e prezzemolo. Chiudere e sterilizzare per circa 60 minuti abagnomaria in acqua bollente (98-100 gradi).

Sapori e tradizioniSapori del bosco

Museo d'Ecologia e StoriaNaturale di Marano sul Panarop.40

Ufficio informazionituristiche Valli del DragoneTel. 0536.960162Fax [email protected]

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TartufoIl tartufo è l'ingrediente più pregiato della cucina tipica dellecolline modenesi. Da gustare accompagnato con tagliatelle,uova, fonduta, filetto di vitello. Questo prezioso frutto sisviluppa spontaneamente sottoterra nelle vicinanze di alcunespecie arboree con le quali instaura un rapporto di simbiosi.All’ombra delle piante tartuficole più diffuse nell’Appennino,quali pioppo, salice, tiglio, nocciolo e carpino, da settembrea dicembre matura il tartufo bianco, qualità particolarmenteprofumata e ricercata dai buongustai.A Montefiorino durante l’ultimo fine settimana di ottobre eil I fine settimana di novembre, l’aria si profuma di un pregiatoaroma nella Sagra del Tartufo Modenese. All’ombra dellamaestosa Rocca medievale, visitatori e tartufai, turistibuongustai e operatori del settore si danno appuntamentoper celebrare il frutto sotterraneo più apprezzato, vero “redella tavola” per le sue inconfondibili caratteristiche. Inoccasione della sagra, oltre al mercato del tartufo, si tiene unmercato dei prodotti tipici e dell’artigianato. Tra le numeroseproposte in programma: una mostra micologica, una gara dicani da tartufo, iniziative culturali e tradizionali. Nei ristorantilocali è possibile gustare squisiti menù a base di tartufo, aprezzi convenzionati. Il territorio che ospita l’iniziativa è noto,in particolare, per la produzione di tartufo bianco di ottimaqualità ed è inserito a pieno merito per la bontà dei suoi frutti,nel circuito nazionale Città del Tartufo. Ufficio informazionituristiche Valli del Dragone

Ufficio informazionituristiche Valli del DragoneTel. 0536.960162Fax [email protected]

per i sughi, quanto conservato sott’olio. Il prugnolo è unprodotto che cresce in quantità limitate ed è soggetto ad unrapido deterioramento, va perciò consumato in breve tempodal momento della raccolta. A Piandelagotti si può degustarenei ristoranti locali la seconda domenica di maggio alla Festadi primavera. Ufficio informazioni turistiche Valli del Dragone

Il tartufo dal 1598In una lettera custoditapresso l’archivio di statodi Modena, risalenteall’anno 1598, l’alloranotaio di MontefiorinoDomenico Scala scrive alprimo consigliere ducaleLaderchi una supplicariguardante ilconferimento dell’ufficiodi notaio a Castelnuovodi Garfagnana,accompagnando questalettera con l’omaggio “diun poco di tartufala”.

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Patata

Una pregiata qualità di patata viene coltivata nei territorimontani tra Montese e Zocca, al confine tra le province diModena e Bologna. Ingrediente principale di diversi piattitradizionali dell'Appennino, la patata è utilizzata nellapreparazione di numerose ricette, dai primi ai secondi, finoai dolci: minestre, zuppe, gnocchi, timballi, crocchette e letipiche torte salate di patate.A Montese il I fine settimana di settembre, nella Festa delParmigiano, della patata e dei prodotti agricoli, si celebra lapatata, un prodotto della terra di origini umili, ma di grandepregio. Questo versatile tubero ben si presta a numerosepreparazioni e interpretazioni. Le specificità climatiche e delterreno, rendono la patata di Montese un prodotto di grandequalità.Durante la festa viene organizzato il Palio della Formaggia,una curiosa gara di forza nella quale gli atleti gareggianoportando sulle spalle delle monumentali forme di ParmigianoReggiano. La sfida consiste nel percorrere una distanza di800 metri nel minor tempo possibile. Chi arriva primo vincee si porta a casa la forma che ha “traghettato” all’arrivo, lealtre vengono consumate sul posto dai presenti.

Ufficio informazioni turistiche Montese

Ciliegia e susina

I frutti di ciliegio e susino sono una vera e propria ricchezzadel territorio modenese. Protette dal marchio di qualità eorigine, le ciliegie e le susine prodotte nell’area di Vignolache arriva a lambire le prime colline appenniniche e checomprende Marano sul Panaro, hanno caratteristiche di saporee nutrizionali davvero ottime.

Ufficio informazionituristiche MonteseTel. 059.981491Fax 059.982444PromAppenninoTel. 059.986524Fax [email protected]

La Strada dei Vini e deiSapori Citta’, Castelli eCiliegiMarano, Guiglia e Zoccasono attraversate dallaStrada dei Vini e deiSapori Citta’, Castelli eCiliegi che si snoda tra ilterritorio modenese ebolognese, alla scopertadelle principali areevinicole e ad alta valenzagastronomica. Tra iprodotti tipici individuatinelle localitàdell’Appennino modenesesi trovano: castagne emarroni, patate, fruttatipica (ciliege e susine),tartufo bianco pregiato,funghi e frutti del bosco.Tra le preparazionisegnalate: ParmigianoReggiano, pani tipici(borlenghi, ciacci,crescentine, gnocco fritto),dolci tipici (torta di riso),mieli, tortellini e pastafresca, nocino, infusi edistillati.

Tel. e Fax 059.776711info@cittacastelliciliegi.itwww.cittacastelliciliegi.it

Sapori e tradizioniSapori di campo

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Cinghiale

Corposa, profumata e ricca di sapore, la carne di cinghiale sipresta in tavola a diverse preparazioni. Ideale per piatti saporiti,accompagna degnamente i primi piatti negli intingoli e neisughi, ottima come secondo piatto cucinata in umido o arrosto.A Monteombraro di Zocca il 14 e 15 agosto si svolge la Sagradel Cinghiale. La tradizionale festa propone spettacoli e standgastronomici con degustazione di vari piatti a base di carnedi cinghiale, accompagnati da crescentine montanare ed altrespecialità locali.

Salumi ed insaccati

Salame, coppa di testa, lardo, salsiccia, prosciutto crudo,pancetta, cotechino, ciccioli: la lista delle prelibate specialitàdi salumi e insaccati tipici dell’area appenninica è davverolunga. Frutto di una tradizione antica e di pratiche che sitramandano uguali da secoli, l’abilità salumiera e gastronomicadella lavorazione e della conservazione della carne suina,raggiunge nella nostra regione livelli di alta qualità e arrivaa creare “opere d’arte gastronomica” dal gusto sopraffino. Sipossono acquistare nelle botteghe e degustare nelle fiere esagre accompagnati alle crescentine, gnocco fritto e pane fattoin casa.

Sapori e tradizioniSapori della dispensa

Ufficio informazionituristiche Comunità MontanaModena Est/PromappenninoTel. 059.986524Fax [email protected]

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NocinoLiquore digestivo tradizionale, di origini modenesi, il nocinoviene preparato seguendo riti e regole antiche. E’ quasi unacerimonia l’operazione di raccolta delle noci, alla base dellasua ricetta, da staccare dalla pianta ancora verdi la sera di SanGiovanni, il 24 giugno. I frutti vengono quindi messi ininfusione con zucchero, aromi e alcool per due mesi al terminedei quali il nocino ancora “acerbo” viene filtrato e lasciatoinvecchiare.

Mirtillino e fragolinoDai frutti che l’Appennino offre con generosità, nascono moltealtre varietà di liquori e infusi naturali dai sapori e colori unici.Le ricette e i metodi di preparazione sono ancora quelli dellatradizione, con interessanti variazioni da zona a zona, e vengonoconservati gelosamente. Tra i liquori distillati più caratteristici,prodotti sul posto e disponibili in vari punti vendita: ilmirtillino, il fragolino, il laurino.

Erbe aromaticheSono erbe dagli aromi inconfondibili di cui si utilizzano foglie,fiori e radici, in cucina per esaltare il sapore dei piatti, comeper usi cosmetici e curativi. A Zocca, in particolare, vengonocoltivate salvia, melissa, timo, menta piperita, rosmarino,finocchio, lavanda grazie ad un’interessante esperienza dicoltivazione delle piante officinali. Molte di queste erbe, edaltre ancora, sono disponibili allo stato spontaneo in numerosearee dell’Appennino.

AcquaLa presenza di molte fonti e getti di acqua sorgiva rende ilterritorio dell’Appennino modenese particolarmente suggestivoe ricco di vegetazione. Queste acque nascono dalla profonditàdei terreni argillosi, tra boschi incontaminati, e sgorgano pureda fontane e fontanili sparsi su tutto il territorio dell’Appennino,fresco ristoro per viaggiatori ed escursionisti. Alcune di questesorgenti sono utilizzate da industrie delle acque minerali, checommercializzano queste acque ricche di pregi, sul mercatoitaliano.

Saporispontanei

Saporidistillati

Sapori e tradizioniSapori distillati e Sapori spontanei

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Primavera Estate

Il Maggio Luglio e agosto - ogni anno>Romanoro e Frassinoro>Rassegna Nazionale di teatro popolare

tra il 30 aprile/I maggio - ogni tre anni>Riolunato>Il Maggio delle regazze

II domenica di maggio - ogni anno>Riolunato>Il Maggio delle anime

Folclore e spiritualità durante la Pasqua - ogni tre anni>Fanano>Rievocazione del Venerdì Santo

periodo pasquale - ogni due anni>Lama Mocogno>Via Crucis

periodo pasquale - ogni tre anni>Frassinoro>Via Crucis Vivente del Venerdì Santo

mese di giugno - ogni anno>Pievepelago>Infiorata del Corpus Domini

Ferragosto - ogni anno >Polinago>Festa di Santa Maria Assunta>Polinago in Festa

24 agosto - ogni anno>Fiumalbo>Festa di San Bartolomeo

fine aprile inizio di maggio - ogni due anni>Fanano>Simposio Internazionale di Scultura su Pietra

Feste tradizionali I fine settimana di luglio> Sestola>Il Castello in festa

I domenica di luglio - ogni anno>Montecreto> Palio degli Asini>Festa della Beata Vergine del Trogolino

ultima settimana di luglio - ogni anno>Frassinoro>Settimana Matildica nelle terre della Badia

Penultimo fine settimana di agostoogni anno >Montebaranzone di Prignano>Festa Matildica

I fine settimana di agosto - ogni anno>Fiumalbo>Autodafè

Sapori e tradizioniI poemi epici cavallereschi, le vicende della Contessa Matide e delle sue terre,

i tribunali dell’Inquisizione: miti, tradizioni e cultura in Appennino

II domenica di luglio> Frassinoro>Festa della Madonna delle Grazie

luglio-agosto> Comunità Montana Modena Est>Rievocazioni storiche

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La poesia in musica: storia, miti e cultura nella anticatradizione popolare del Maggio

L’arrivo della bella stagione viene annunciato dai canti delMaggio, una delle tradizioni più antiche dell’Appennino, lecui origini si fanno risalire alle feste pagane della primavera.

Il Maggio è una rappresentazione recitata e cantata di testipoetici interpretati da cantori popolari e si ispira ai poemiepici cavallereschi del Tasso e dell'Ariosto, a leggendemedievali, a favole e racconti tramandati oralmente dagenerazioni. Nasce tra le genti semplici, nei borghi rurali,quale espressione di una cultura e dei suoi miti. Le melodiedel canto sono tutte tramandate oralmente e lo spettacoloviene messo in scena dalla gente stessa in uno dei teatri piùaffascinanti: la natura. Ecco quindi le aie ed i prati trasformarsiin palco e gli alberi dei boschi diventare quinte di scena,mentre gli effetti della scenografia vengono amplificati dallafertile fantasia del pubblico. Così un ramo conficcato nelterreno si trasforma in un bosco, un nastro azzurro diventa unfiume o il mare e una treccia che pende dall'elmo trasformal’attore in una avvenente donzella. Il pubblico partecipa contanta intensità ai canti da sostituirsi, a volte, agli stessiprotagonisti, entrando in scena in modo imprevisto.A Riolunato si tramandano due interessanti interpretazionidel Maggio: il Maggio delle Ragazze e il Maggio delle Anime.La prima è a cadenza triennale e si svolge nella notte fra il30 aprile ed il 1° maggio e durante la domenica di maggiosuccessiva. Durante il Maggio delle Ragazze, un corteo formatodagli uomini del paese saluta con il canto l’arrivo della bellastagione e porta di casa in casa i “rispetti”, ossia gli omaggipoetici in forma di sonetto augurale, con l'accompagnamentodi strumenti quali chitarra, violino e mandolino. Ufficio

informazioni turistiche Riolunato

Vengono omaggiate prima le autorità del paese, poi tutti icapi famiglia. Nella notte rischiarata dai lumi accesi, risuonano

I mercatini del passatoOggetti antichi, prodottitipici, gastronomia eartigianato locale, sono inmostra nei colorati mercatiniche si svolgono nel corsodell’anno in Appennino.A Pavullo la I domenica diogni mese si tiene ilMercatino del Passatomentre tutti i martedì diluglio e agosto è inprogramma il MercatoSerale. A Zocca, nel centrostorico, la III domenica diogni mese, da marzo anovembre, si svolge ilMercatino dello Scambio edell’ hobbistica.Un divertente Mercatino dellePulci è organizzato a

Il Maggio drammatico

Il Maggio è una formaspontanea di teatropopolare rappresentatain occasione della festa diCalendimaggio (1°maggio). Le sue originisono molto antiche e sifanno risalire allecerimonie paganepropiziatorie che sisvolgevano in primavera.Il Maggio è in cartellonenel periodo estivo in tuttii Comuni della ComunitàMontana Modena Ovest.

Ufficio informazionituristiche Valli del DragoneTel. 0536.960162Fax [email protected]

Ufficio informazionituristiche RiolunatoTel. 0536.75119

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i messaggi dei “maggiolanti”, che si inoltrano nelle piazzettee nelle vie del paese per raggiungere le case, dove vengonoaccolti con un buon bicchiere di vino nostrano e gustosi assaggidi cibo. E di casa in casa vengono consegnate anche le“ambasciate”, messaggi amorosi intonati dai “maggiolanti”sotto le finestre chiuse delle donne amate, per conto diinnamorati desiderosi di dichiararsi. Il canto della “serenata”riprende lo stile antico, rielaborato in chiave popolare, che sifa risalire alla seconda metà del 1500, per opera del noto poetaGiulio Cesare Croce. Gli aspetti più caratteristici di questamanifestazione, si scoprono in pieno sole nella secondadomenica di maggio, con una sfilata nei costumi tradizionali,al termine della quale viene allestito un goloso banchetto.Il carattere della festa diventa spirituale nel Maggio delleAnime, che si svolge ogni anno a Riolunato la II domenica dimaggio, con manifestazioni a carattere sacro e religioso.

Ufficio informazioni turistiche RiolunatoRomanoro e Frassinoro sono fra le tappe più importanti dellaRassegna Nazionale di teatro popolare, manifestazioneorganizzata ogni anno nel periodo estivo nell’Appenninotosco-emiliano, in Garfagnana e in altre aree della Toscana,secondo un nutrito calendario di appuntamenti, reperibilepresso gli uffici turistici locali.

Ufficio informazioni turistiche Valli del Dragone

Montefiorino nella IVdomenica di ogni mese.A Serramazzoni il MercatinoArtigianato e Natura sisvolge nei venerdì sera diluglio e agosto. A Sestola ilMercatino dell’Antiquariatosi tiene il II e III finesettimana di luglio e agosto.Infine a Guiglia nella IIdomenica di maggio, giugno,luglio e agosto si tiene laMostra Mercatodell’Antiquariato.

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Le attuali “sperimentazioni”Da diversi anni, questi filonitradizionali si sono ampliati)in virtù di nuove“sperimentazioni”, arrivandoa comprendere tragediegreche, romanzi, storiefantastiche, fatti storici o divita quotidiana piuttostorecenti. La sperimentazioneinveste tutte le caratteristichedello spettacolo: la durata,la scelta dei costumi,l’impiego di libretti per unamigliore comprensione dellospettacolo ed una piùgenerale tendenza alla curadel particolare.

Ufficio informazionituristiche RiolunatoTel. 0536.75119

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Passeggiate e giochi perbambini e bambineLaboratori creativi nel verde,passeggiate tra i boschi incompagnia di simpaticiasinelli, laboratori di cucinatipica montanara, giochi eanimazioni teatrali. Queste,e tante altre, le iniziative peri bambini e le bambinepromosse durante i mesiestivi nei comuni delcomprensorio del Cimone(Fanano, Montecreto,Riolunato e Sestola), delterritorio della ComunitàMontana Appennino ModenaOvest (Frassinoro,Montefiorino, Palagano ePrignano) e della ComunitàMontana Appennino ModenaEst (Guiglia, Montese,Marano e Zocca). Animatoriesperti coinvolgono i ragazziin divertenti giochi edescursioni. Le mamme ed ipapà possono decidere diunirsi a loro oppure ditrascorrere da soli, in tuttatranquillità, un pomeriggioo una mattinata allascoperta dell’Appenninomodenese.

IAT SestolaTel. 0536.62324 - Fax [email protected] informazionituristiche Valli del Dragone:Tel. 0536.960162Fax [email protected]

Folclore e spiritualità nelle manifestazioni religiose chesi celebrano da antica data

Sono suggestive, ricche di atmosfera e di colore, lemanifestazione legate alla tradizione religiosa che ancora oggisi celebrano in Appennino. Ogni frazione, ogni borgata, ha lasua festa attraverso la quale rinnova la propria storia, secondoun cerimoniale che ricalca vecchi riti.A Fanano ogni tre anni durante la Pasqua si svolge laRievocazione del Venerdì Santo. Le vie del paese, come vuolela tradizione che risale al settecento, vengono ornate di archie croci di foglie sempreverdi e rischiarate da suggestivi lumiche illuminano le statue sacre nei quadri delle stazioni.La popolazione divisa in contrade partecipa al corteo recandoin processione una bella Statua settecentesca del CristoMorto. Comune di Fanano e Ufficio informazioni turistiche FananoNei comuni della Comunità Montana Modena Est si svolgonodurante i mesi di luglio e agosto le Rievocazioni Storiche. Nate con l’intento di riproporre, con il rigore della ricercastorica documentata, un evento proprio del territorio, sonodiventate una tradizione consolidata sul territorio e vantanoe vantano un’ampia partecipazione di pubblico. Contribuisconoinoltre alla riscoperta dei borghi, alla realizzazione di eventied alla valorizzazione della gastronomia locale che spessoaccompagna l’evento. Ufficio informazioni turistiche Comunità

Montana Modena Est

Ufficio informazionituristiche Comunità MontanaModena Est/PromappenninoTel. 059.986524Fax [email protected]

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A Lama Mocogno la Via Crucis si rinnova ogni due anni nelperiodo pasquale. Ufficio turistico comunale di Lama MocognoA Frassinoro la Via Crucis Vivente del Venerdì Santo è acarattere triennale . Tutto il paese partecipa ai preparativi eall'animazione dei quadri viventi che raffigurano le quindicistazioni della passione e morte di Cristo, dislocati in diversipunti del capoluogo ed animati da figuranti in costume d'epoca.L'allestimento in notturna, rischiarato dalla luce di centinaiadi torce, rende ancora più suggestivo questo appuntamento,sia per il credente, sia per il laico. Tutti gli aspetti di questoevento sono “speciali” per l’intervento dell’uomo nonchè perl’innesto della natura e la tradizione che risale agli inizi del‘900. Ufficio informazioni turistiche Valli del Dragone

Ufficio informazionituristiche Valli del DragoneTel. 0536.960162Fax [email protected]

I murales di LavacchioLavacchio, antica localitàsituata nei pressi di Pavullo,è nota per i suoi murales.Sulle facciate delle casespiccano disegni ed affreschiche compongono unainteressante e ricca mostrapermanente d’arte all’aperto.Ogni anno nel paese, durantela prima decade di luglio, siripete una manifestazionededicata ai murales, con larealizzazione di un’opera.

Comune di FananoTel. 0536.68803 oppureUfficio informazionituristiche "Fanano È"FananoTel. 0536.68825,Fax [email protected]

Ufficio turistico comunaledi Lama MocognoTel. 0536.44003-44066

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La Pasqua tradizionale rivive anche nei divertenti giochi conle uova che si svolgono in moltissime località dell’Appennino.La domenica di Pasqua o il Lunedì dell' Angelo nella festadel Coccin Coccetto si raggruppano nelle piazze i contendentialla conquista del maggior numero di uova sode colorate. Sigioca in coppia colpendo con la punta delle proprie uovaquelle del concorrente e si aggiudica la vittoria chi per primoriesce a romperne il guscio. Oppure si gioca in gruppo, conuna dozzina di concorrenti posti in cerchio che si affrontanoa turno finchè non resta un solo uovo intatto.Lungo le vie del centro storico di Pievepelago si svolge ognianno nel mese di giugno, durante la festività del CorpusDomini, l’Infiorata del Corpus Domini. Oggi, come ieri, latradizione continua e Via Tamburù, nel cuore storico diPievepelago, viene ricoperta da un fiume di petali profumati,con i quali si realizzano delle artistiche composizioni florealia soggetto sacro. Per comporre questi multicolori tappeti lagente di Pievepelago si mette al lavoro già nelle primissimeore del mattino della domenica. Tutto deve essere pronto amezzogiorno, quando su di essi camminerà il sacerdote, nelcorso della processione solenne che si svolge in questa giornata.

Ufficio informazioni turistiche PievepelagoA Polinago si celebra a Ferragosto la Festa di S. Maria Assunta.Una suggestiva processione sfila in mattinata per le vie delcentro, tra due ali di folla, con la statua della Madonna portataa spalla dai fedeli. Tutt’intorno sventolano gli stendardi portatidalle confraternite abbigliate con le tradizionali divise. Inserata la piazza del paese si riempie di tavole apparecchiateper la sagra gastronomica Polinago in Festa che proseguedurante la giornata successiva, un tempo dedicata all’anticaFiera di San Rocco. Ai tavoli si gustano le specialità dellatradizione montanara: crescentine, polenta, frittelle di castagnee di baccalà. Ufficio informazioni turistiche PolinagoA Fiumalbo cultura, storia e tradizione si intrecciano in una

Ufficio informazioni turistichePievepelagoTel. 0536.71304

Ufficio informazioni turistichePolinagoTel. 0536.47000

Festa della Madonna delleGrazieCelebrata la secondadomenica di luglio aFrassinoro. Una suggestivaprocessione notturnarisalente agli inizi del 1800quando fu trovata l’iconadella Madonna delle Grazie.Il quadro dell’immaginesacra viene portata a spalla,da uomini vestiti con unatunica bianca, lungo il paeseallestito con fiori, stendardie lanterne. Ai latidell’immagine dellaMadonna, stendardi elampioni processionarivengono portati dalle personedella confraternitacontraddistinte da una fasciaazzurra. Il corteo dei fedeliè munito di fiaccole eintonando lodi e canti sostanei due punti dove sonoallestiti gli altari per labenedizione del paese.

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interessante manifestazione che si svolge ogni anno il 24agosto, nella festività dedicata a San Bartolomeo, patrono delpaese. La Festa di San Bartolomeo si rinnova da tempoimmemorabile lungo le viuzze del borgo storico di Fiumalbo,tra edifici di notevole interesse architettonico come l’Oratoriodi San Rocco e l’Oratorio dell’Immacolata, risalenti al 1500;la Chiesa di Santa Caterina eretta nel 1600 e la Chiesa di SanBartolomeo Apostolo. La sera della vigilia la luce di torce,lumi, fiaccole e candele, illumina le strade del centro storicodove si snoda la processione con la statua del Santo, ai latidella quale sfilano le due storiche Confraternite cittadine deiBianchi e dei Rossi nei tradizionali costumi.Lungo il tragitto sventolano gli stendardi antichi quanto gliedifici che essi sfiorano, conservati gelosamente da secoli daifiumalbini. Ufficio informazioni turistiche Fiumalbo

Storie di donne e uomini: contesse, monaci e abati,dame e giullari, tra battaglie e agguati all’ombra diantiche pievi e castelli

La memoria della storia, quale testimonianza e racconto dellevite che ci hanno preceduto, ci guida nel nostro passaggio allascoperta della civiltà rurale. Per lungo tempo questi territorisono stati capaci di conservare molte delle loro tradizioni, cheora offrono con spirito di autentica ospitalità sia a chi arrivada fuori, sia a chi in esse vuole ritrovare le proprie radici.La cultura, la tradizione e la storia della lavorazione artisticadella pietra è tenuta viva dal Simposio Internazionale diScultura su Pietra, manifestazione biennale organizzata tra lafine di aprile e gli inizi di maggio a Fanano. Il Simposiocoinvolge artisti provenienti da ogni parte del mondo.Le sculture realizzate nelle piazze del paese a partire dablocchi di pietra arenaria, vanno ad arricchire diversi puntidel territorio. Comune di Fanano Ufficio informazioni turistiche Fanano E’

Simposio Internazionale diScultura su Pietra

La cultura e la tradizionedella lavorazione artisticadella pietra è tenuta vivadal “SimposioInternazionale di Sculturasu Pietra”, manifestazionebiennale che coinvolgeartisti provenienti da ogniparte del mondo, nata aFanano nel 1983. Leopere vengono realizzatenelle piazze del paese apartire da blocchi dipietra arenaria, lo stessomateriale di cui sono fattigli edifici del posto, evanno ad arricchirediversi punti del territorio.

www.simposiodifanano.itUfficio informazionituristiche Fanano ÉTel. 0536.68825Fax [email protected]

Ufficio informazionituristiche FiumalboTel. 0536.73909

Comune di FananoTel. 0536.68803Ufficio informazionituristiche Fanano E’Tel. 0536.68825Fax [email protected]

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A Sestola durante il I° fine settimana di luglio, viene organizzatadalla locale associazione culturale E’scamadul, unamanifestazione denominata “Il Castello in festa” che prevedegiochi, spettacoli, concerti e attività culturali relative alla storiadel castello; la festa si svolge nella rocca, parte museale delCastello e nel parco attrezzato a ridosso delle mura, dedicatoalla pace e alla canzone d’autore. IAT Sestola AMontecreto ogni anno viene proposto l’appuntamento con ilPalio degli Asini che si tiene la I domenica di luglio, inoccasione della Festa della Beata Vergine del Trogolino.Il Palio viene disputato dalle sei contrade del paese: La Piazza,La Canalina, Fontana, Mezza Costa, Pigiolo e Trogolino.Ad ogni contrada è associato un asino che viene bardato coni finimenti che riprendono i colori tipici di ciascuna borgata.Alla “parata d'onore” per le vie del paese segue l’arrivo alcampo dove, nel pomeriggio, si svolge la gara. Ufficio informazionituristiche Montecreto

A Frassinoro l’ultima settimana di luglio, si svolge la SettimanaMatildica nelle Terre della Badia, manifestazione che celebrale vicende di Matilde di Canossa e delle sue terre, tra cuiquelle di Frassinoro dette della Badia, con una rievocazionestorica in costume d’epoca che vede la partecipazione di oltre100 figuranti tra dame, cavalieri, monaci e giullari. Durantela festa vengono proposti i piatti antichi della cucina medievale,sapori e aromi che ancora oggi, come allora, ritroviamo sulletavole locali: zuppe di farro e cereali, speziati e saporiti insaccatidi suino, croccanti arrosti insaporiti con erbette aromatiche,polenta di mais con umidi a base di funghi, antiche ricette diliquori e distillati a base di frutta ed erbe locali. Ufficioinformazioni turistiche Valli del Dragone

Anche a Montebaranzone di Prignano viene festeggiata lacelebre contessa con una suggestiva manifestazione, la FestaMatildica, che ha luogo nel penultimo fine settimana di agosto.La festa si articola in due appuntamenti: il sabato sera va inscena uno spettacolo teatrale, mentre la domenica pomeriggio

IAT SestolaTel. 0536.62324Fax [email protected]

Ufficio informazionituristiche MontecretoTel. 0536.63722Fax 0536.63470

La secchia rapitaModana siede in una granpianurache da la parte d'austro ed'occidentecerchia di balze e di scoscesemuradel selvoso Apennin laschiena algente;Apennin ch'ivi tanto a l'ariapuras'alza a veder nel mare il solcadente,che su la fronte sua cinta digielopar che s'incurvi e che riposiil cielo

AlessandroTassoni(1622/1630)

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Ufficio informazioni turisticheValli del DragoneTel. 0536.960162Fax [email protected]

Ufficio informazioni turisticheFiumalboTel. 0536.73909

Autodafé

Il termine significa alla lettera“atto di fede”. In Spagna,durante il periododell'Inquisizione, era ilproclama solenne dellasentenza emessadall'inquisitore, seguito dallaritrattazione o dalla condannadell'eretico. Da allora prese ilsignificato di esecuzione sulrogo dell'eretico che non volevasottomettersi all'abiura.L'Inquisizione è il primotribunale ad aver resoordinaria la pena delladetenzione. In pieno Medio Evovigeva la pena di morte, lamutilazione di naso, lingua opiù ancora, e l’unicaalternativa alla morte o allatortura risiedeva nel sistemadelle ammende.

si può assistere alla rievocazione storica. Ufficio informazionituristiche Valli del Dragone

A Fiumalbo nel primo fine settimana di agosto si mette inscena l’Autodafè, uno spettacolo teatrale all’aperto cheprende spunto da una vicenda legata all’Inquisizione,realmente accaduta in questi luoghi intorno alla metà del1500. I protagonisti (monaci, inquisitori, stregoni e popolani)recitano le varie scene movendosi tra piazze, aie e lungo ilgreto del fiume, mentre il pubblico rapito dalla narrazione,li segue in corteo. Ufficio informazioni turistiche Fiumalbo

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OspitalitàPubblicazioni

E’ possibile inoltrerichiederla a: ServizioPromozione Turisticaviale J. Barozzi 340 - ModenaTel. 059.209520 Fax [email protected] pubblicazione è disponibileintegralmente nel sitowww.provincia.modena.it

L'opuscolo è distribuitogratuitamente presso lo IAT diSestola, Corso Umberto I,3Tel. 0536.62324 Fax [email protected]

E’ possibile richiederla a:Servizio Promozione Turisticaviale J. Barozzi, 340 ModenaTel. 059.209520 Fax [email protected] pubblicazione è inoltredisponibile integralmente nelsito www.provincia.modena.it

E’ possibile richiederla a:Servizio Promozione Turisticaviale J. Barozzi, 340 ModenaTel 059.209520 Fax [email protected]

E’ possibile richiederlaall’Area Ambiente della ProvinciaUfficio Parchi e EducazioneAmbientale,viale J. Barozzi, 340 ModenaTel. 059.209425/6/[email protected] è visionabile anche nel sitowww.provincia.modena.it

Sport e NaturaPubblicazioni

Ospitalità: Annuario alberghi e altre struttureturistico-ricettive di Modena e provinciaPubblicazione annuale contenente tutte le informazioniutili in merito alle strutture ricettive del territoriomodenese, oltre a informazioni in merito a eventi, servizi,guide, agenzie di viaggio. Viene distribuita gratuitamentepresso gli uffici di informazione turistica del territoriomodenese.

Ospitalità a Sestola:Pubblicazione annuale contenente tutte le informazioniin merito a alberghi, rifugi, campeggi e Bed & Breakfasta Sestola.

Sentieri della LuceGuida completa – comprendente la cartografia - delSentiero Matilde, della Via Bibulca e della Via RomeaNonantolana, antiche strade praticate nel medioevo,oggi ripercorribili come itinerari turistici storico-culturali.Viene distribuita gratuitamente presso gli uffici diinformazione turistica del territorio modenese ed èdisponibile anche in inglese e tedesco.

La Via VandelliGuida e cartografia del percorso settecentesco che daModena conduce fino alla provincia di Lucca. Vienedistribuita gratuitamente presso gli uffici di informazioneturistica del territorio modenese.

Parchi e aree naturali protette nella provincia diModenaPubblicazione della Provincia di Modena sui parchi eriserve del territorio. Viene distribuita gratuitamente edè disponibile anche in lingua inglese.

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ItinerandoGuida agli appuntamenti escursionistici (da aprile adicembre) che si svolgono ogni anno in una vasta areaappenninica tra Bologna e Modena, comprendente:passeggiate, escursioni e trekking alla scopertadell'ambiente rurale e dei prodotti agricoli e gastronomicicon visite ad aziende, incontri musicali nel verde aconclusione di suggestive passeggiate.L'opuscolo è distribuito gratuitamente presso gli ufficidi informazione turistica.

Natura W-Parchi e Riserve ModenesiGuida agli appuntamenti e agli eventi organizzati daaprile a novembre nei parchi e nelle riserve modenesi.Oltre 100 idee per passare il week end a contatto con lanatura: Idee in cammino: passeggiate, escursioni e trekking peresordienti ed esperti camminatori dalla pianura allamontagna fra sapori, musica, teatro; Natura W bimbi: giochi e divertimento, campeggi evacanze naturali proposte da allegri animatori perbambini, ragazzi e famiglie fra piazze, parchi e fattorie; In forma di parco: visite teatralizzate nell’ambientenaturale dei parchi.L’opuscolo è distribuito gratuitamente presso gli uffici diinformazione turistica.

Carta Escursionistica dei Comuni di Guiglia, Marano,Montese e Zocca (Ed. Calderini Grafiche)Disponibili le tre carte singole oppure in confezione triplapresso edicole, bar e ristoranti convenzionati o pressoPromappennino.

45 Itinerari nelle Valli del Dolo, Dragone e RossennaGuida alla rete dei sentieri (attrezzati con segnaleticaorizzontale e verticale) nei Comuni di Frassinoro,Montefiorino, Palagano e Prignano che conducono ilvisitatore a scoprire un territorio ricco di testimonianzestoriche, architettoniche e naturalistiche. La guida sipuò acquistare (euro 5,00) presso l’Ufficio informazionituristiche Valli del Dragone e nelle edicole del territorioo ricevere direttamente a casa versando la somma sulconto corrente postale N. 10965416 intestato a “ComunitàMontana Appennino Modena Ovest – Servizio Tesoreria”.

E' possibile riceverlo ancherichiedendolo a:PromappenninoVia Mauro Tesi, 120941059 Zocca (MO)Tel. 059.986524Fax [email protected]

Per informazioni:Consorzio Valli del CimoneTel. [email protected]

Promappennino,Via Mauro Tesi, 120941059 Zocca (MO)Tel. 059.986524fax [email protected]

Ulteriori informazionipresso l’Ufficioinformazioni turistiche“Valli del Dragone”Tel. 0536.960162Fax [email protected]

Sport e NaturaPubblicazioni

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Guida dei sentieri di Sestola e dintorniGuida a tutti i sentieri numerati e del CAI e dellepasseggiate nei dintorni di Sestola fino alla vetta delCimone. La guida si può acquistare a euro 1,00 pressolo IAT di Sestola. Carta Turistica di Sestola:in scala 1:30.000 riporta notizie sulla storia, l’ambiente,i monumenti, le tradizioni, lo sport e il tempo libero.

In pubblicazione:Ecomusei della Comunità Montana dell'Appennino ModenaEst con itinerari tematici a breve disponibili in versionemanuale e su web.

Modena in BiciItinerari ciclabili in provincia di Modena: si tratta didue guide contenenti la descrizione degli itinerari e lacartografia in formato 1:25.000. Sono in vendita pressole principali librerie ed edicole della provincia di Modena.Il prezzo è di euro 12 per la Biciguida n. 2 (14 itinerari)e di euro 2 per la Biciguida n. 1 (1 itinerario).

Val Dragone in Mountain Bike:15 Itinerari turisticiGuida agli itinerari da percorrere in mountain bikenell’area ovest dell’Appennino modenese; oltre 360chilometri di percorsi permanenti che utilizzanocarrareccie, mulattiere e antiche vie transappenniniche.L'area interessata va da un territorio collinare fino alcrinale posto al confine con la Toscana. I percorsi, didiversa lunghezza e difficoltà, sono tutti organizzati adanello con partenza dai principali centri abitati. Ognipercorso è contrassegnato da apposita segnaleticaindicante il numero dello stesso con una simbologiagrafica coordinata che lo rende riconoscibile dai sentierigià individuati per gli escursionisti a piedi, coincidenticon gli stessi in diversi tratti. La guida contiene: lacartina topografica nella quale sono individuati i percorsie relativa numerazione, 15 schede con le caratteristichetecniche dei percorsi, una scheda turistica con tutte leinformazioni utili.

IAT di SestolaCorso Umberto I, 5Tel. 0536.62324Fax [email protected]

Possono essere richiesteall’Area Ambiente della ProvinciaUfficio Parchi e EducazioneAmbientale,viale J. Barozzi, 340 ModenaTel. 059.209425/6/[email protected] informazioni:www.provincia.modena.it

Presso l’Ufficio informazionituristiche“Valli del Dragone”Tel. 0536.960162/965219Fax [email protected] può acquistare la guida perEuro 5. È disponibile anchenelle edicole del territorio.Si riceve direttamente a casaversando la somma sul contocorrente postale N. 10965416intestato a “Comunità MontanaAppennino Modena OvestServizio Tesoreria”.Ulteriori informazioni:www.mtbappennino.it

Cicloturismo e Mountain BikePubblicazioni

Sport e NaturaPubblicazioni

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Cimone in Mountain BikeGuida completa di tutti gli itinerari praticabili inmountain bike nel territorio dei Comuni di Fanano,Montecreto, Riolunato e Sestola. Vengono descritti i 15percorsi di cross country e i 16 di free ride alla portatadi biker esperti e principianti. La rete di percorsi, tuttitabellati, si snoda su sentieri e solo in piccola parte sustrade sterrate. Nella guida, contenente una cartina diinsieme e la scheda dettagliata di ogni percorso, sonoinoltre indicati i punti di ristoro e le fontane.

Castelli della Provincia di ModenaItinerari turistici per scoprire torri, rocche e castelli nelterritorio modenese. La pubblicazione di p. 215, èacquistabile a euro 19 nelle librerie. La Provincia e gliuffici di informazione turistica distribuisconogratuitamente un estratto disponibile anche in linguainglese, tedesca e francese.

Itinerario romanico illustratoUna guida che propone sei itinerari articolati per areegeografiche, entro le quali sono state individuate le piùimportanti testimonianze d'arte romanica presenti sulterritorio della provincia di Modena. La pubblicazionedi p. 132, è acquistabile a euro 10,33 nelle librerie.La Provincia e gli uffici di informazione turisticadistribuiscono gratuitamente un estratto disponibileanche in lingua inglese, tedesca e francese.

Musei. Itinerari DidatticiPubblicazione annuale contenente le proposte dei 60musei appartenenti al Sistema Museale della Provinciadi Modena per itinerari didattici e laboratori.Presso la Provincia e gli uffici di informazione turisticaviene inoltre distribuito l’opuscolo con le informazionisu tutti i musei del territorio.

Presso lo IAT di Sestola,Corso Umberto I,5Tel. 0536.62324 Fax [email protected] può acquistare l’agendaper Euro 2,5Ulteriori informazioni:www.mtbappennino.it

Servizio Promozione Turistica,viale J. Barozzi,340 ModenaTel. 059.209520 Fax [email protected] pubblicazione è disponibileintegralmente nel sitowww.provincia.modena.it

Servizio Promozione Turistica,viale J. Barozzi, 340 ModenaTel. 059.209520 Fax [email protected] pubblicazione è disponibileintegralmente nel sitowww.provincia.modena.it

La pubblicazione è distribuitagratuitamente presso il ServizioCultura della Provinciaviale J. Barozzi, 340 ModenaTel. 059.209557 Fax [email protected]’indirizzo:www.museimodenesi.ittutte le informazioni sui museidi Modena e provincia

Arte e CulturaPubblicazioni

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Modena una provincia da scoprire. Rocche e castelli,musei e raccolte, itinerari nella storia.Guida arricchita di schede informative, itinerari turisticie culturali. La pubblicazione di p. 248, è acquistabilea euro 10.

Le strade di montagna. Suggestioni di viaggionell’AppenninoGuida turistica con descrizione di 6 itinerari, la storia,le emergenze architettoniche, la cultura, le attività e lemanifestazioni, la gastronomia e i prodotti tipici, dovemangiare e dove dormire.

Le strade del BorlengoAgenda/libro che, con la scusa di raccontare dettaglia-tamente la storia e la cultura del Borlengo, fornisce allettore tutti gli elementi conoscitivi per dedicarsi allavisita del territorio appenninico: tragitti, percorsi storici- paesaggistici, informazioni turistiche, indirizzi,avvenimenti. La pubblicazione è in vendita a euro 10,33.

Cartoguida della Strada dei Vini e dei Sapori Città,Castelli e CiliegiCartina completa del territorio della Strada dei Vini edei Sapori, i prodotti tipici, gli itinerari, gli aspetticulturali del territorio, le aziende socie.La pubblicazione viene distribuita gratuitamente pressogli uffici di informazione turistica.

Presso Promappennino,via Mauro Tesi, 1209 - Zoccae presso le edicole delterritorio.PromappenninoTel. 059.985584/986424Fax [email protected]

E’ possibile inoltrerichiederla a:Strada dei Vini e dei SaporiCittà, Castelli e Ciliegivia Ponte Muratori, 6 VignolaTel. 059.776711 fax 059.7702930info@cittacastelliciliegi.itwww.cittacastelliciliegi.it

Presso le librerie e pressoil Servizio Cultura dellaProvincia di Modenaviale J. Barozzi 340, ModenaTel. 059.209557 Fax [email protected]

Disponibile gratuitamentesu richiesta a:Consorzio Valli del CimoneTel. 0536.325526 Fax [email protected]

EnogastronomiaPubblicazioni

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