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2014 Workshop Conoscenza e tecnologie appropriate per la sostenibilità e la resilienza in urbanistica Knowledge and Appropriate Technologies for Sustainability and Resilience in Planning Funda Atun, Maria Pia Boni, Annapaola Canevari, Massimo Compagnoni, Luca Marescotti, Maria Mascione, Ouejdane Mejri, Scira Menoni, Floriana Pergalani 7 marzo 2014 - 18

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Per l'urbanistica oltrepassare la soglia è uscire dal riduzionismo, passare dal fatto al diritto. Per l'urbanistica si tratta di riconoscere gli ambiti in cui finora è stata confinata: ambiti chiusi entro il fatto -in quanto scelta discrezionale dell'uso del suolo nella maggior parte dei casi- e il riduzionismo -in quanto mero strumento amministrativo della politica, tecnica senza scienza, cioè senza processi conoscitivi in grado di interpretare gli impatti e le conseguenze delle scelte e in grado di fare e trasmettere conoscenza. Oltrepassare la soglia è affrontare in termine di scienza la disciplina, di collocarla nell'ambito dell'ecologia e di derivarne appropriate tecnologie attraverso il diritto, quindi attraverso un processo governabile di scelte e attuazioni. Le tecnologie di processo e le tecnologie di prodotto nella produzione del territorio antropico sono inquadrate nel contesto disciplinare dell’ecologia applicata all’urbanistica. Come l'apparato definitorio della sostenibilità influenza teoria e prassi dell'urbanistica non solo rispetto a questioni generali come la capacità di carico e sostenibilità, il metabolismo urbano, l’impronta ecologica e la qualità dell'ambiente costruito, ma anche nello specifico dei principali aspetti geologici e fisici dei terremoti. Alcune osservazioni sul terremoto del 6 aprile 2009 a L'Aquila serviranno a mostrare l’interazione con la geologia in situazioni dei grandi fenomeni naturali (i terremoti), mentre in altri casi studio si illustreranno le questioni legati alla stabilità dei versanti e più in generale al concetto di vulnerabilità fisica e sistemica nella valutazione dei rischi naturali a supporto di scelte urbanistiche finalizzate alla prevenzione. Lo scopo, a partire dalle responsabilità e competenze nel governo del territorio, indaga le potenzialità dell’urbanistica nella protezione ambientale e nella sostenibilità delle trasformazioni territoriali, evidenziando come il territorio e l’ambiente costituiscano un sistemi con specifiche proprietà sistemiche: da qui scaturiscono i diversi ruoli della ricerca, della politica e dell'amministrazione nel governare gli effetti. Le responsabilità della disciplina urbanistica e della politica a fronte di cambiamenti globali. L'importanza della conoscenza quantitativa, di infrastrutture dei dati territoriali, di protocolli standard e delle certificazioni nell'uso dei dati. Il ruolo delle tecnologie dell'informazione e della conoscenza nelle trasformazioni degli usi del suolo. The responsibilities of the discipline of urban planning and policy in the face of global change. The importance of quantitative knowledge, spatial data infrastructure, protocol standards and certification in the use of data. The role of information technology and knowledge in the transformation of land uses.

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2014 WorkshopConoscenza e tecnologie appropriate per la sostenibilità e la resilienza

in urbanistica Knowledge and Appropriate Technologies for Sustainability and Resilience

in Planning

Funda Atun, Maria Pia Boni, Annapaola Canevari, Massimo Compagnoni, Luca Marescotti, Maria Mascione, Ouejdane Mejri, Scira Menoni, Floriana Pergalani

7 marzo 2014 - 18

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LAUREA MAGISTRALE DELLA SCUOLA DI ARCHITETTURA E SOCIETÀ

Laboratorio organizzato da Luca Marescotti

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PAROLE CHIAVE – KEY WORDS

…....................

cambiamento globale, cambiamento climatico globale, capitale fisso sociale, capacità adattiva, capacità adattiva sociale, carta del rischio, cartografia, colamento, compensazione,

conoscenza, crollo, danno, dati, deterministico, Disaster Risk Reduction DRR, disciplina, ecologia, effetto cumulativo, effetto sistemico, EMAS III, emergenza, energia incorporata,

erosione, esposizione, eventi dinamici/non-eventi dinamici, eventi sistemici, frana, franosità, geologia, Geomorfologia, Geographical Information System GIS, impatti, informazioni,

Information and Communication Technology ICT, interdisciplinarità, transdisciplinarità, ISO, lavori pubblici, Life Cycle Assessment LCA, lineare/non-lineare, locale/globale, mitigazione,

modello, modello digitale del terreno, opere pubbliche, paesaggio, patrimonio (culturale/archeologico/architettonico/ambientale), pianificazione dei trasporti,

prevedibile/imprevedibile, qualitativo/quantitativo, resilienza, riduzione dei rischi, rischio, servizi ambientali, servizi ecosistemici, sicurezza, sismologia, sistemi, stabile-instabile,

standard urbanistici, standard, sviluppo, trasporti (rete/sistema), urbanistica, uso del suolo, valutazione di impatto ambientale VIA, valutazione strategica ambientale VAS, vulcanologia,

vulnerabilità,

…..................................

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Cover

7 marzo 2014Luca Marescotti

L'urbanistica e il nostro comune futuro – Urban Region Planning and Our Common Future.

2014 WorkshopConoscenza e tecnologie appropriate per la sostenibilità e la

resilienza in urbanistica - Knowledge and Appropriate Technologies for Sustainability and Resilience in Planning

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GOVERNARE AZIONI DI LUNGA DURATA

PER COSTRUIRE

città, quartieri, case,industrie o capannoni (?), chiese, scuole,

ospedali, biblioteche, parcheggi, parchi e parchetti, …

oppure

…..............

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L'urbanistica, oggi, e il nostro comune futuro. Perchè rimodulare discipline, competenze e formazione.

GOVERNARE AZIONI DI LUNGA DURATA

Pianificare il nostro comune futuro

PER SAPER RISPONDERE A

“routine emergencies”

“crises” threats never before encountered,

modifying our wellknown environment

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Emergency, Indirect and Cumulative Impacts

European Commission/ L. J. Walker, J. Johnston, Guidelines for the

Assessment of Indirect and Cumulative Impacts as well as Impact Interactions. May 1999, Luxembourg, Office for Official Publications of the European

Communities, 2001

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Emergency, Indirect and Cumulative Impacts

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Emergency, Indirect and Cumulative Impacts

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Emergency, Indirect and Cumulative Impacts

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Nuove prospettive per l'urbanistica (scienza e tecnica).

Lawrence J. Vale, Thomas J. Campanella (a cura di), The Resilient City: How Modern Cities Recover from Disaster, Oxford University Press, Oxford-New York, 2005.

Alan Randall, Risk and Precaution, Cambridge Press,

Anne Whiston Spirn, “Ecological Urbanism: A Framework For The Design Of Resilient Cities”, in: Steward T. A. Pickett, Mary L. Cadenasso, and Brian P. McGrathn (a cura di), Resilience in Ecology and Urban Design, Springer Verlag, 2013.

L'urbanistica, oggi, e il nostro comune futuro. Perchè rimodulare discipline, competenze e formazione.

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Resilience as the capability to rise from the destruction.

Lawrence J. Vale, Thomas J. Campanella (a cura di), The Resilient City: How Modern Cities Recover from Disaster, Oxford University Press, Oxford-New York, 2005.

In 1871, the city of Chicago was almost entirely destroyed by what became known as The Great Fire. Thirty-five years later, San Francisco lay in smoldering ruins after the catastrophic earthquake of 1906. Or consider the case of the Jerusalem, the greatest site of physical destruction and renewal in history, which, over three millennia, has suffered wars, earthquakes, fires, twenty sieges, eighteen reconstructions, and at least eleven transitions from one religious faith to another. Yet this ancient city has regenerated itself time and again, and still endures.

Throughout history, cities have been sacked, burned, torched, bombed, flooded, besieged, and leveled. And yet they almost always rise from the ashes to rebuild. Viewing a wide array of urban disasters in global historical perspective, The Resilient

City traces the aftermath of such cataclysms as:--the British invasion of Washington in 1814--the devastation wrought on Berlin, Warsaw, and Tokyo during World War II--the late-20th century earthquakes that shattered Mexico City and the Chinese city of Tangshan--Los Angeles after the 1992 riots--the Oklahoma City bombing--the destruction of the World Trade Center

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Alan Randall, Risk and Precaution, Cambridge University Press, Cambridge, 2011.

➢Uncertainty about harmful consequences does not justify failure to take precautionary action (Bergen Declaration 1990).

➢Plausible but uncertain harm justifies precautionary intervention (UNESCO 2005).

➢Uncertain harm requires intervention, and the burden of proof is shifted to the proponent of the proposed risky action (Wingspread Statement).1

Resilience as the capability to adopt the precautionary principle to prevent hazards

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Anne Whiston Spirn, “Ecological Urbanism: A Framework For The Design Of Resilient Cities”, in: Steward T. A. Pickett, Mary L. Cadenasso, and Brian P. McGrathn (a cura di), Resilience in Ecology and Urban Design, Springer Verlag, 2013.

“Humans’ survival as a species depends upon adapting ourselves and our…settlements in new, life-sustaining ways, shaping contexts that acknowledge connections to air, earth, water, life, and to each other, and that help us feel and understand these connections, landscapes that are functional, sustainable, meaningful, and artful” (Spirn 1998, 26).

Ecological urbanism aims to advance this goal. It weds the theory and practice of city design and planning, as a means of adaptation, with the insights of ecology – the study of the relationships between living organisms and their environment and the processes that shape both – and other environmental disciplines, such as climatology, hydrology, geography, psychology, history, and art. Ecological urbanism has an aesthetic dimension, but it is not a style; the works of its practitioners may be radically different in appearance even though based on the same principles.

Ecology Urbanisme as new approach to planning

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European Environment Agency, Urban adaptation to climate change in Europe. Challenges and opportunities for cities together with supportive national and European policies, EEA, 2012

La strada da fare …. un problema politico generaleRIO+20 from an european point of view

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Climate change — the risk to cities and Europe

Climate change is happening, projected to continue and poses serious challenges for cities. Extreme weather events resulting in hazards such as heatwaves, floods and droughts are expected to happen more frequently in many parts of Europe.

Urbanisation, population ageing and other socio-economic trends interact with climate change

Climate change is strongly intertwined with other socio-economic changes. Demographic trends such as on-going urbanisation and competing demand for

water from the public and sectors such as industry and agriculture leads to regional water scarcity. An ageing population increases the share of people vulnerable to heatwaves. Urbanisation also reduces the area available for natural flood management or increases the number of homes and businesses actually in flood-prone areas.

….

Cities face specific climate change challenges …

Three quarters of the population of Europe live in urban areas and this is where climate change will be most apparent in everyday life.

La strada da fare …. un problema politico generaleRIO+20 from an european point of view

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… and depend highly on other regions in Europe and beyond

Cities depend heavily on other cities and regions to provide them with indispensable services such as food, water and energy and the infrastructure to deliver them. Ecosystem services from surrounding regions provide fresh air, store or drain flood water as well as drinking water.

Climate change challenges: from risk management to opportunity seizing.

Acting now ensures adaptation in time and at lower cost.

Maintaining the functioning of urban infrastructure requires massive investments.

Investment goes beyond 'grey' infrastructure.

Urban adaptation relies on action beyond cities' borders.

Support from a national and European framework is crucial in assisting cities to adapt.

Europe's future depends on strong and resilient cities — towards a joint, multi level ‑approach to cope with climate change.

La strada da fare …. un problema politico generaleRIO+20 from an european point of view

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L'urbanistica, oggi. Perchè rimodulare discipline, competenze e formazione.

Urban Resilience Young Researchers Network (URBNet)

Young researchers community with interest in multidisciplinary perspectives on urban resilience. Our interest fields cover ecosystem services, sustainability

transitions, social adaptive capacity, sustainable planning, climate change adaptation and mitigation,

urban infrastructural network safety...

La complessità della resilienza rispecchia la complessità

dell'urbanistica

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L'urbanistica, oggi. Perchè rimodulare discipline, competenze e formazione.

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Temporal scale of urban resilience.This figure represents the encompassed processes of urban development

following a shock.

Urban resilience is a multidisciplinary framework to explore the reactive, recovery and adaptive capacities and also the transformability of (and within)

urban systems.

This is achieved by making punctual or progressive adjustments to the urban system (or subsystems) at operational or structural levels.

Furthermore, the figure attempts to encapsulate the timeline of resilience definitions framed in two areas of research: socio-ecological systems (SESs)

and sociotechnical systems (STSs).

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L'urbanistica, oggi. Perchè rimodulare discipline, competenze e formazione.

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L'urbanistica, oggi, e il nostro comune futuro. Perchè rimodulare discipline, competenze e formazione.

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Pianificare città e territori in funzione dei possibili rischi (stati di emergenza o di crisi)

Progettare edifici spazi infrastrutture in funzione dei possibili rischi (stati di emergenza o di crisi))

“routine emergencies”

“crises” threats never before encountered

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L'urbanistica, oggi. Perchè rimodulare discipline, competenze e formazione.

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L'urbanistica, oggi. Perchè rimodulare discipline, competenze e formazione.

GOVERNARE AZIONI DI LUNGA DURATA

usando (ma quali? e come?) dati, informazioni, conoscenze

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REGIONE URBANA

20.000-25.000 kmq

ABITARE

SULLA TERRA

SOTTO IL CIELO

mondo

delle entità

di informazione

PIANIFICAZIONE

E PROGETTAZIONE

dati e informazioni

mondo

degli oggetti

empirici

Rappresentazione IT / GIS SUPPORTO ALLE DECISIONI (POLITICHE)

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REGIONE URBANA

popolazione e risorse umane/sociali

patrimonio esistente

risorse materiali

biodiversità

attività agrarie

ABITARE NELLA

QUALITÀ DELL'AMBIENTE E

DELLA VITA

Sicurezza e salubrità

Educazione

Sanità

Mobilità sicura

mondo

delle entità

di informazione

PIANIFICAZIONE

E PROGETTAZIONE

dati e informazioni (veri?)

mondo

degli oggetti

empirici

Rappresentazione IT / GIS SUPPORTO ALLE DECISIONI (POLITICHE)

SCENARI

&

ALTERNATIVE

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REGIONE URBANA

20.000-25.000 kmq

ABITARE NELLA

QUALITÀ DELL'AMBIENTE E

DELLA VITA

mondo

delle entità

di informazione

PIANIFICAZIONE

E PROGETTAZIONE

mondo

degli oggetti

empirici

regioni bioproduttive

limiti planetari

ecoservizi e rigenerazione sistemi ambientali

rischi naturali

eruzioni

sismi

siccità

alluvioni

Rappresentazione IT / GIS SUPPORTO ALLE DECISIONI (POLITICHE)

SCENARI

&

ALTERNATIVEdati e informazioni: veri

(significativi, certificati, autorevoli, autoritativi,

aggiornati, ...)

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L'urbanistica, oggi, e il nostro comune futuro.

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L'urbanistica, oggi. Perchè rimodulare discipline, competenze e formazione.

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?flussi informativi

infrastrutture di datimodellizzazione

?

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Quanto è grande l'impronta ecologica di Londra? Veramente?Un interessante caso studio: le analisi

Diversi protocolli e diversi risultati confermano comunque una situazione drammatica, che fa sospettare che l'insieme delle città globali stia risucchiando tutte le regioni bioproduttive. Questo non potrebbe essere uno sviluppo di quanto Malthus intuiva e che nel suo tempo non poteva esprimere (1798)?

Herbert Girardet nel 1995: impronta ecologica pari a 125 volte la sua superficie [Fonte: Girardet, Herbert. 1996. “Getting London in Shape”. London First. Il documento è difficilmente rintracciabile, ma citato in: Girardet, Herbert, and Miguel Mendonca. 2009. A Renewable World: Energy, Ecology, Equality : A Report for the World Future Council. Green Books.p.177, p.245].

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Quanto è grande l'impronta ecologica di Londra? Veramente?Un interessante caso studio: le analisi

Environment Agency e GLA Greater London Administration: 293 volte [Chartered Institution of Wastes Management Environmental Body; Best Foot Forward Ltd. 2002. City Limits: A Resource Flow and Ecological Footprint Analysis of Greater London. Oxford: Best Foot Forward Ltd.; Goode, David, and Ian Yarham. 2003. Green Capital. The Mayor’s State of the Environment Report for London. Mayor of London. London: Greater London Authority, City Hall, The Queen’s Walk.].

Environment Agency con il modello messo a punto dallo Stockholm Environment Center: 200 volte (*) (Environment Agency. “Environment Agency - London’s Ecological Footprint - Indicator Three.” ), (*) Anche se oggi (febbraio 2014) il documento è difficilmente rintracciabile e pare in corso la rimozione delle pagine connesse.

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Quanto è grande l'impronta ecologica di Londra? Veramente?Un interessante caso studio: le analisi

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Quanto è grande l'impronta ecologica di Londra? Veramente?Un interessante caso studio: le analisi

RAPPORTO UFFICIALE 2002

49 milioni di ettari globali (gha), cioè a 42 volte la sua biocapacità, oppure 293 volte la sua dimensione geografica (il doppio di quello disponibile nel Regno Unito).

Londra è città turistica: 2,4 milioni gha, TOTALE EF = 51,4 milioni di ettari globali (6,94 gha/ab). EF media mondiale alla stessa data: 2,18 ettari globali per abitanti (gha/ab), EF media inglese: 6,3 gha/ab

Programma di riduzione progressiva: 35% entro il 202080% entro il 2050.

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Quanto è grande l'impronta ecologica di Londra? Veramente?Un interessante caso studio: le risposte

L'impianto logico della politica poneva allora la questione ineludibile e in due studi si trovano i tentativi di risposta con l'impostazione di scenari operativi possibili per ridurre a un quarto l'impronta ecologica entro il 2030:

Lyndhurst, Brook. 2003. London’s Ecological Footprint A Review. June 2003. London: Greater London Authority, City Hall, The Queen’s Walk, London SE1 2AA.

Girardet, Herbert, 2006. “Urban Metabolism: London Sustainability Scenarios.” In IABSE Henderson Colloquium. Cambridge.

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Quanto è grande l'impronta ecologica di Londra? Veramente?Un interessante caso studio: le risposte

L'impianto logico della politica poneva allora la questione ineludibile e in due studi si trovano i tentativi di risposta con l'impostazione di scenari operativi possibili per ridurre a un quarto l'impronta ecologica entro il 2030:

Lyndhurst, Brook. 2003. London’s Ecological Footprint A Review. June 2003. London: Greater London Authority, City Hall, The Queen’s Walk, London SE1 2AA.

Girardet, Herbert, 2006. “Urban Metabolism: London Sustainability Scenarios.” In IABSE Henderson Colloquium. Cambridge.

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Quanto è grande l'impronta ecologica di Londra? Veramente?Un interessante caso studio: le risposte

Il legame tra metabolismo urbano e impronta ecologica

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Quanto è grande l'impronta ecologica di Londra? Veramente?Un interessante caso studio: le risposte

Il legame tra metabolismo urbano e impronta ecologica nella proposta di Girardet.

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Quanto è grande l'impronta ecologica di Londra? Veramente?Un interessante caso studio: le risposte

London Plan 2008 di Ken Livingston

Presentazione della bozza del nuovo London Plan 2010 di Boris Johnson per la partecipazione e la legittimazione

London Plan 2011 approvazionenon esiste più l'impronta ecologica, ma solo la sostenibilità come qualità della vita della città finanziaria globale.

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Protocolli standardCompresenza di dati cloud e dati autoritativi

flussi informativi

infrastrutture di datimodellizzazione

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L'urbanistica, oggi. Perchè rimodulare discipline, competenze e formazione.

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L'urbanistica, oggi, e il nostro comune futuro.Capacità di pianificazione programmazione e intervento.

saper amministrare l'urbanistica

sfide disciplinari e sfide gestionali