17/12/2010 - Rassegna Stampa

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GIORNALI LOCALI

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GIORNALI LOCALI

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UNIVERSITA'

1 Gelmínì, mercoledìcorteo in San Marco

Gli studenti universitaritornano a manifestare, eminacciano di farlonuovamente in piazza SanMarco. In vista delladiscussione al Senato dellariforma Gelminisull'Università, indetto uncorteo alle 16:30 conraduno in piazza San Marco,difronte il Rettorato.

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PROTOCOLLO TRA COMUNE E UNIVERSITA'

Camper, bisogna favorire di più l'innovazione sostenibileSTIMOLARE e favorire una"innovazione sostenibile",suggerire le innovazioni . Sono gliobiettivi del protocollosottoscritto anche dal Comune diBarberino e che vede coinvoltel'università di Firenze e leaziende del settore del camper,mobile e arredo, meccanica per le

macchine della lavorazione dellegno. A distanza di pochi mesiseguiranno meccanica per lemacchine edili, vetro e cristallo,agroalirnentare. Il progetto"Competitività e Innovazione inValdelsa" analizza ilposizionamento strategico delleimprese coinvolte, suggerisce le

innovazioni che potranno essereattuate per migliorare ilposizionamento competitivo delleimprese, fornisce indicazioni pernuove opportunità di sceltestrategiche verso nuovi prodotti enuovi mercati . Il tutto in un'otticaterritoriale che sviluppil'innovazione della Valdelsa.

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Università Dopo le irregolarità riscontrate al test il tribunale ammette altri ragazzi. Il 23 febbraio l'udienza finale

Ricorsi , il Tar 44rimpolpa,' le facoltà

22 studenti vincono il terzo round ed entrano a Medicina. 9 in più a Odontoiatria

li test della discordia Raffica di vittorie ai

Stefania Ressa

1pricorsi al Tar degli studenti

FIRENZE - "Abbiamo vinto edora possiamo ritenerci comple-tamente soddisfatti. Ci dispia-ce soltanto per coloro che ri-marranno fuori". Con questeparole Michele Bonetti - l'avvo-cato romano che insieme all'U-du (il sindacato degli universi-tari) ha seguito la querelle in-torno alla facoltà di Medicina -commenta la vittoria degli stu-denti all'indomani della sen-tenza del Tar sulla terza tran-che, l'ultima che è stata valuta-ta mercoledì.Una giornata significativa dun-

que, soprattutto perchè il ver-detto tanto atteso è arrivatopure per gli studenti di Odon-toiatria che da mesi aspettava-no che si sciogliesse il nodo chelegava la loro sorte ad un desti-no incerto.Sono stati più di un centinaio iricorsi presi in considerazionedal tribunale amministrativoregionale. Su 89 ricorrenti leporte della facoltà del presideGensini si apriranno per 22 stu-denti; su 5o ricorrenti di Odon-toiatria invece, 9 saranno i for-tunati che andranno ad ag-giungersi ai 20 che hanno supe-rato il test d'ingresso a settem-

bre. Medicina quindi arriva aquota 48 considerando sia gliultimi ricorrenti che hanno in-cassato la vittoria, sia quellidella prima e della secondatranche.Si conclude così la vicenda del-l'università fiorentina più di-scussa degli ultimi tempi: il 2 eila settembre quando si è svoltoil test di ammissione, in duedelle aule adibite per la prova, èspuntata una tavola periodicadegli elementi che avrebbe per-ciò agevolato nei quiz di chimi-ca chi si trovava lì. "Malgrado ilTar abbia riconosciuto la validi-tà solo di cinque domande -precisa Bonetti - noi siamo sicu-ri che siano di più. Lo sostieneanche Ilario Agati, presidentedell'ordine dei Chimici".Avvalora le perplessità del lega-le poi, il fatto che nonostantel'Università avesse preparatoun verbale interno in cui rico-nosceva le 5 domande che eranostate considerate falsate, "il do-cumento è arrivato soltanto po-chi giorni fa - fa sapere il legale- costringendo l'Ateneo ad in-genti spese. Si parla di due milaeuro per ogni tranche".Non resta che attendere a que-sto punto il 23 febbraio, giornoin cui è stata fissata la primaudienza di merito in cui saran-no i magistrati stessi ad espri-mersi sul destino ultimo deiragazzi.

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W1212010, 05:30

La scoperta conferma l'altalena btar9, 3 1 ccarags a chratic ira altri studi às quenze p ar , anche durante t a acgaz ra la natura para-aratar9tJca d2 questo m cca ts ,con evidenza a lcune f az nelle rlazz ra chi a c 3nt mute ne l settore Indo - ace c nelse A tlantico della calotta Est ntar9tca tra 16. 000 e 1 4. 500 anng fa.

La scoperta riassume il lavoro dei ricercatori di 5 paesi europei,

quali Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna e Svizzera.

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GIORNALI NAZIONALI

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Università, riforma lunedì in Senato tra le polemichePd e Italia dei valori annunciano ostruzionismo duro

DA MILANO

lta tensione in Senato in vista del-la ripresa della discussione in au-la del ddl di riforma dell'univer-

sità, prevista per lunedì mattina con votofinale mercoledì 22. Ieri pomeriggio, laCommissione istruzione si è conclusa sen-za esaminare i circa 500 emendamenti pre-sentati da Pd e Italia dei valori e quindi il te-sto andrà in aula senza il mandato del re-latore, il senatore del Fli, GiuseppeValdita-ra. «Eravamo disponibili a ritirare tutti i no-stri emendamenti se ne avessero accolti al-meno due o tre di un certo interesse - hacommentato il capogruppo del Pd in Com-missione , Antonio Rusconi - ma il ministroGelmini e la maggioranza hanno ribaditoche non vi è la disponibilità a modificarenulla, né a trovare risorse, ammettendo, perla prima volta, il taglio di 300 milioni deglistanziamenti rispetto all'anno scorso».Per questa ragione, Pd e Idv hanno annun-

ciato l'intenzione di fare ostruzionismo inaula, illustrando tutti gli emendamenti al te-sto. «C'è un paese intero che dice no a que-sta riforma - ha sottolineato il capogruppodipietrista in Commissione, Fabio Giam-brone -. Anche se è super blindata noi cer-cheremo di fermarla».A riguardo, il ministro Gelmini ha confer-mato che sul testo del ddl «è sovrano il Se-nato», auspicando «una pronta approva-zione per poter dar luogo immediatamen-te ai decreti delegati e bandire i concorsiper associati (1.500 posti ndr.) e individua-re i criteri per gli scatti meritocratici (120 mi-lioni in tre anni ndr.)».Inoltre, il ministro ha rinnovato la disponi-bilità «al confronto pacato e costruttivo congli studenti». Ai giovani, che hanno già an-nunciato una nuova mobilitazione permercoledì, in occasione del voto al Senato,ha anche detto di «non aver paura di unariforma che mette al centro il loro interes-se». (P. Fer.)

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«Universitari , condividetela pazienza del costruire »IlPapa: serr rnbn o intellettuali azpiaci di soluzioni ccmmte

DA ROMA GIANNI CARDINALE

Nci nostri tempi si avverte il bi-

« sogno di una nuova classe diintellettuali capaci di inter-

pretare le dinamiche sociali e culturali of-frendo soluzioni non astratte, ma concretee realistiche». É l'auspicio espresso da Be-nedetto XVI nell'omelia pronunciata ieri se-ra durante la recita solenne dei Vespri nelprimo giorno della novena di Natale. La li-turgiavespertina è stata celebrata insieme a-gli studenti degli atenei romani accompa-gnati dal cardinale vicario, Agostino Vallinie dal responsabile della pa-storale universitaria, mon-signor Lorenzo I.euzzi. Il Pa-pa ha sottolineato come siaproprio l'Università ad es-sere chiamata a svolgere il«ruolo insostituibile» dicreare questa «nuova classedi intellettuali», e «la Chiesa- ha aggiunto - se ne fa con-vinta e fattiva sostenitrice».«La Chiesa di Roma, in par-ticolare - ha riconosciuto ilPontefice -, è da molti anniimpegnata nel sostenere lavocazione dell'Università c

«Occorresuperarepregiudizicheimpedisconolo sviluppodi unaculturaautentica»

a servirla con il contributo semplice e di-screto di tanti sacerdoti che operano nellecappellanie e nelle realtà ecclesiali». A que-sto proposito il Papa ha espresso «ancora u-na volta» l'apprezzamento al cardinaleVal-lini e ai suoi collaboratori «per il program-ma di pastorale universitaria che, quest'an-no, in sintonia con il progetto diocesano, èben sintetizzato dal tema: "Ite, missa est...nel cortile dei gentili"». «Il saluto - ha spie-gato - al termine della celebrazione eucari-stica - "Ite, missa est" - invita tutti ad esseretestimoni di quella carità che trasforma lavita dell'uomo e così innesta nella società ilgerme della civiltà dell'amore».Al mondo universitario nel suo complessoil Papa ha indicato la via della «pazienza del"costruire"». «(:ostruire la propria esistenza

ha sottolineato -, costruire la società nonè opera che possa essere realizzata da men-ti e cuori distratti e superficiali».Il Papa ha spiegato come «la comunità uni-versitaria romana, con la sua ricchezza di i-

stituzioni statali, private, cattoliche e ponti-ficie, è chiamata ad un compito storico no-tevole: quello di superare precomprensionie pregiudizi che talvolta impediscono lo svi-luppo di una cultura autentica». E ha spie-gato che «lavorando in sinergia, in partico-lare con le Facoltà teologiche, le Universitàromane possono indicare che è possibile unnuovo dialogo e una nuova collaborazionetra la fede cristiana e i diversi saperi, senzaconfusione e senza separazione, ma condi-videndo la medesima aspirazione a servirel'uomo nella sua pienezza».Rivolgendosi agli studenti il Papa ha detto:«E molto importante la presenza di giovaniuniversitari preparati e desiderosi di comu-nicare ai propri coetanei la fecondità dellafede cristiana non solo in Europa, ma in tut-

to il mondo». E ha evocato Al ricordo dellaCroce delle Giornate Mondiali della gio-ventù». Sottolineando come proprio alla fi-ne della celebrazione l'Icona di Maria SedesSapientiae sarebbe stata consegnata dalladelegazione africana a quella spagnola, dan-do così inizio al pellegrinaggio di questa ef-figie mariana in tutte le Università iberiche,«un segno che ci orientaverso l'incontro delprossimo mese di agosto a Madrid».Alla celebrazione di ieri sera hanno parteci-pato anche 150 giovani universitari che han-no deciso di prepararsi al sacramento dellaConfermazione. A rivolgere il saluto al Papasono stati il professore Renato Lauro, retto-re della Università di Roma TorVergata e u-na studentessa, PaolaToma, iscritta al quar-to anno di Giurisprudenza alla Luiss.

un, —C' I. om I•,. l ila pazienza del costmire>

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_ dubbí sulle scarcerazionie ragioni della polízíadi ANTONIO MACALIJSO

i capo della polizia, si sa, parla poco. Ma quandolo fa, va ascoltato bene. Se poi in poche settimane

lancia due volte lo stesso allarme, bisogna preoccuparsi.Antonio Manganelli è un uomo prudente e un ottimocapo della polizia. Se chiede che i suoi uomini - più ingenerale tutti gli addetti alla sicurezza - non sianolasciati soli a fronteggiare un'emergenza sociale semprepiù evidente, nervosa, aggressiva, bisogna rispondere.

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MA, LE RAGIONI DELLA POLIZIAE DUBBI SULLE SCARCERAZIONI

SEGUE DALLA PRIMA

E, se invece che risposte, a stretto giroarriva la pressoché generalizzata scarcera-zione dei giovani arrestati martedì a Ro-ma nel corso dei gravi incidenti, qualcosanon funziona.

Su un tema forte come la sicurezza, sulquale si misura la vivibilità di un Paese esi vincono e perdono le elezioni, bisognainvestire soldi, evitare chiacchiere e avereun polso democratico ma fermo. I giudiciche ieri hanno deciso di rimandare a casai giovani fermati martedì, tutti tranneuno, avranno avuto ottime ragioni. E, delresto, nessuno vuole una giustizia che pu-nisca a caso, condannando nel mucchio.Certo, però, la decisione stride con quelloche abbiamo visto dal vivo o in tv. Possibi-le che i veri «cattivi» siano fuggiti e le for-ze dell'ordine abbiano sbagliato pratica-mente tutti i fermi? Oltre al dubbio, cichiediamo se così facendo non si aiuti ildiffondersi tra i teppisti di ogni risma diun pericoloso senso di impunità. Tuttoquesto, mentre Manganelli chiede per isuoi uomini vicinanza morale e sostegnoconcreto. Oggi in Parlamento il ministrodell'Interno Roberto Maroni dirà quel

che è ormai sotto gli occhi di tutti: le co-siddette «zone rosse», quelle dove isola-re le Istituzioni, non servono a evitare lescorribande dei violenti. Ci piacerebbeche, con le nuove strategie operative, Ma-roni potesse annunciare anche un aumen-to di risorse e di mezzi per la polizia. Chela stessa cosa facesse il collega della Dife-sa, Ignazio La Russa, per i carabinieri. Eche il ministro dell'Economia Giulio Tre-monti, nella doppia veste di referente del-la Guardia di Finanza e detentore della«cassa», scovasse un po' di risorse per tut-ti. Operazione non impossibile. Appenaun paio di settimane fa, in sede di appro-vazione della legge di stabilità, è statobocciato (col contributo di 45 parlamenta-ri dell'opposizione) un emendamento diBrunoTabacci che toglieva 20 milioni dalfinanziamento dei partiti per destinarli airicercatori. Senza voler fare facile dema-gogia, siamo sicuri che esistano altre epiù consistenti partite da spostare non so-lo nelle buste paga dei poliziotti ma an-che nei settori che rischiano di diventareveri e propri serbatoi di rancore e rivoltasociale.

Antonio Macaluso9 RI-RODI ZONE RISERVATA

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Le intercettazioni durante gli assalti rivelano che i presunti capi non sapevano cosa stesse succedendo

difesa va aula con i v eo, Ora caccia ai violenti fuggiti

I giovani rimessi in libertà nonerano accusati dei fatti più graviMostrato filmato su YouTube

ROMA - Scrivono i giudici chehanno scarcerato alcuni dimostrantifermati negli scontri di martedì, che«sotto il profilo della sussistenza deigravi indizi di colpevolezza, apparenecessario approfondire le posizioniindividuali». E nella prosa semprecontorta dei provvedimenti giudizia-ri spiegano che «non si ravvisano esi-genze cautelari, attesa l'eccezionalitàdell'evento nel quale le condotte in-criminate hanno trovato occasionedi manifestarsi, la giovane età e lo sta-to di incensuratezza degli arrestati,elementi che inducono a ritenere chela pur breve privazione della libertàpersonale subita abbia avuto effica-cia deterrente idonea a dissuaderlidalla reiterazione di analoghe condot-te delittuose».

Tutti liberi, dunque. Senza nean-che l'obbligo di firma che il pubblicoministero aveva chiesto perché, co-me ha argomentato nella sua requisi-toria, «in questa manifestazione incui ci sono stati comportamenti cheattentano all'ordine sociale e alla sicu-rezza pubblica, non è emersa alcunacapacità di frenare la violenza, e dun-

que sussiste il pericolo che atti similisi possano ripetere». Restano le accu-se di resistenza aggravata e lesionicontro i poliziotti e i carabinieri cheli stavano fermando, e per questo gliimputati saranno presto processati.Ma sui singoli episodi affiora qual-

Nei tre fermi immagine tratti da«YouTube» Riccardo Li Calzi, 26 anni,laureando in Lettere a Bologna, vienepreso a calci e a manganellate dagliagenti mentre è già a terra e cerca diriparare gli occhiali. Il filmato è servitoal suo legale Francesco Romeoper farlo scarcerare immediatamente

che dubbio. Come nel caso di Riccar-do Li Calzi, ventiseienne laureandoin Lettere a Bologna. Il suo difensore,l'avvocato Francesco Romeo, s'è pre-sentato ai giudici con un video estrat-to dal sito Internet YouTube. Dura di-ciassette secondi, e si vede il suo assi-stito preso a calci e manganellate,mentre da terra si toglie gli occhiali ecerca di ripararsi il capo; i giudicihanno acquisito e valutato le immagi-ni in camera di consiglio, e ad essehanno fatto esplicito riferimento permotivare la decisione di rispedire acasa l'imputato, senza alcuna prescri-zione.

Per contro, una diversa sezione del-lo stesso tribunale ha messo agli arre-sti domiciliari un imputato, impostoa un altro di presentarsi alla poliziagiudiziaria due volte al giorno e ad al-tri tre il divieto di dimora a Roma. De-cretando che «la condotta violenta in-tegra certamente i delitti contestati»,e che ci sia «il concreto pericolo chegli arrestati possano commettere ulte-riori reati della stessa specie di quelliper cui si procede». Questi giudici so-stengono che «d'aggressività conco-mitante alle agitazioni in corso è diconsiderevole entità e spiccato allar-me sociale». Ma è un fatto che ieri,alla sbarra, non c'erano i presunti re-sponsabili delle devastazioni del

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«martedì nero». Non gli autori degliincendi di auto e furgoni blindati apiazza del Popolo e in altre vie delcentro di Roma, degli assalti alle ban-che o alle vetrine dei negozi, e nem-meno i responsabili delle carichecontro gli agenti. Lo si intuisce daireati contestati - piuttosto lievi, vi-sto il contesto generale - e dalla cir-costanza che nessuno degli arrestatiavesse un casco in testa. Di uno,quello mandato ai domiciliari, la po-lizia ha riferito che portava addossotre sampietrini, di un altro che bran-diva una cintura. «Autodifesa», s'ègiustificato lui.

La forze dell'ordine e i magistratidella Procura ritengono che in que-sto gruppo di arrestati c'erano le se-conde e terze file del corteo che inalcuni tratti è diventato molto vio-lento e ha mandato in onda le imma-gini di una città «a ferro e fuoco».Gli aggressori che hanno picchiato,lanciato oggetti e appiccato fiammedopo i blitz si sono dileguati per an-dare a colpire altrove, lasciando ilcampo alle retrovie trovatesi a fron-teggiare poliziotti e carabinieri. I pri-mi, addestrati agli scontri, sono ri-sultati imprendibili sul momento;gli altri, meno esperti e coinvolti nelparapiglia, sono finiti in manetteper colpe presunte e reati minori, eperciò rispediti a casa in meno diquarantott'ore.

Delle violenze più gravi dovrà ri-spondere qualcun altro, se le indagi-ni in corso (soprattutto attraverso

l'esame dei filmati) daranno qualchefrutto. Indagini dalle quali è già emer-so un altro dato abbastanza chiaro ainvestigatori e inquirenti: gli assalti ele distruzioni di martedì pomeriggio,sebbene innescati da gruppi organiz-zati e decisi a scatenare la violenza

il caso

L'unico ai domiciliarefiglio di un r di AutOp

Mario Miliucci, 32 anni,è l'unico al quale sono staticonvalidati gli arrestidomiciliari. E il figlio diVincenzo Miliucci, leader diAutonomia operaia a Romanegli anni 7o (netta fotoContrasto, un'assemblea nellasede di Via Volsci nel 1977), edell'avvocato Simonetta Crisci.Il ragazzo, difeso dalla madre,è accusato di aver lanciato duepietre da due chili l'una controi poliziotti.

diffusa, non avevano una regia uni-taria. Tantomeno ad opera di perso-naggi noti e, controllati dalle forzedell'ordine. E quanto emerge dalleintercettazioni telefoniche di mili-tanti che in passato sono stati coin-volti in altri scontri di piazza e so-spettati di averli fomentati, ascoltatiin diretta durante il corteo e i «cor-po a corpo» tra manifestanti e forzedell'ordine. Loro stessi, durante i di-sordini, facevano fatica a capire checosa stesse accadendo, e si dicevanoperfino sorpresi dalla durezza della

contestazione e della rivolta, allaquale si stavano aggregando moltepiù persone del previsto. Perlopiùsconosciute, agli organizzatori dicortei e alle forze dell'ordine.

Sconosciuti ai responsabili dellasicurezza erano tutti i fermati porta-ti ieri davanti ai giudici. Nessuno diloro aveva precedenti penali, nem-meno una segnalazione per intempe-ranze durante qualche evento o di-mostrazione di stampo politico.«Ma appena fuori di qui io tornerò amanifestare - promette Angelo, ba-rese studente di Lingue, uno degliotto alla sbarra nell'aula al piano ter-ra del palazzo di giustizia di Roma-. Magari avrò l'accortezza di anda-re in mutande, così non potranno di-re che portavo addosso qualche og-getto contundente». Lui sostieneche stava solo correndo durante unacarica, di essersi appiattito all'ingres-so di un negozio dove ha preso qual-che manganellata che gli ha procura-to una ferita in testa prima di esserecaricato sul furgone della polizia.

Accanto ad Angelo, in attesa delverdetto di scarcerazione, c'è Alice,21 anni. Ha un occhio pesto, e nel fug-gi fuggi generale ha perso una scar-pa. La accusano di aver lanciato og-getti contro gli agenti, lei si proclamainnocente e racconta che dopo l'arre-sto è stata insultata e provocata. Lostesso dicono i ragazzi vicini a lei sulbanco degli imputati, tutti studentitranne un ricercatore universitario;suo padre, in attesa fuori, garantisce

IndaginiSecondo gli investigatorile distruzioni, innescate dagruppi organizzati, nonavevano una regia unitaria

che è un tipo pacifico, «ha fattol'obiettore di coscienza». Nessuno diloro può negare le violenze scatenatedal corteo al quale hanno partecipa-to, ma adesso che sono finiti sottoprocesso ne prendono le distanze e ri-fiutano di essere catalogati tra i vio-lenti: «Le guardie hanno preso noiche eravamo a mani nude, mentre iresponsabili delle macchine incendia-te e delle vetrine sfondate se la svi-gnavano. Hanno rovinato tutto, gliuni e gli altr ».

Giovanni Bianconi0 ftiIFHODU ZON EftiISER• AFA

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Università usa e gettadi Roberto Faenza

A ll'indomani di Roma mes-sa a ferro e fuoco, parteci-po a un'assemblea alla Sa-pienza come moderatore.

Mi hanno invitato per il docu-mentario che sto producendodal titolo Autobiografia dell'Univer-sità, realizzato in prima personada studenti ed ex studenti. Al-l'assemblea partecipano centi-naia di giovani, ricercatori e do-centii. E convinzione comuneche gli episodi di violenza sianoil frutto non tanto della rabbiadei manifestanti, quanto piutto-sto della decisione di blindare ilcentro città, impedendo la pro-testa e alimentando la presenzadi provocatori e infiltrati. Que-sti episodi vengono stigmatizza-ti con convinzione: servono acriminalizzare l'intero movi-mento, a far emergere le frangeestreme anziché la maggioranzapacifista. Cui prodest? Le vegliesui tetti, i cortei gioiosi, il coin-volgimento dei familiari... tuttociò che abbiamo visto in questimesi rischia di essere infangatoda una giornata tutta ancora dachiarire. E opinione correnteche la riforma Gelmini passerà,specie ora che il governo ha in-cassato la fiducia. Lungi dal ri-tenersi sconfitto, il movimentopensa che la legge avrà vita duraper essere attuata, perché privadi adeguate risorse finanziarie eperché fondata su slogan e "lo-ghi" da marketing, anziché subasi sostanziali. Il movimento èagguerrito.

IL PRIMO SLOGAN dellaGelmini: "Studenti non fatevifregare dai baroni" dovrebbe ser-vire a separare gli uni dagli altri.Invece mai c'è stata tanta unità ecoesione tra corpo accademicoe studentesco. Il secondo sloganè: "Battersi perla meritocrazia".Passa invece la certezza che pro-prio lameritocraziaverràazzera-ta, perché nessuno studente enessun ricercatore di valore vor-rà restare in un paese dove, dopocirca quindici anni di attesa traborse di studio, assegni di ricer-ca e dottorati vari, la sola speran-za è un misero stipendio di 1.200euro mensili, tra i più bassi d'Eu-ropa. Basta rovistare tra le righedella proposta di legge e tra i con-ti della Finanziaria per rendersiconto che questo è lo stato dellecose. Nessuno intende difende-re i baroni, né parentopoli: fan-no parte di una patologia ende-

mica. Non è la loro riduzione l'o-biettivo della riforma. È semmaivero il contrario: riducendo ilturnover e al tempo stesso il nu-mero dei concorsi per introdur-re nuove leve, sarà proprio il do-minio dei baroni a rafforzarsi ul-teriormente. Agli slogan da cam-pagna pubblicitaria della mini-stra, gli studenti oppongono unoslogan ben più veritiero: ciaspetta un futuro senza futuro. Ecitano le cifre: meno 86% neifondi destinati al diritto allo stu-dio. Una cifra mostruosa. Datifalsi, replica la Gelmini. Ma se vaia leggere la Finanziaria appenaapprovata, vedi che la realtà èun'altra. Gli studenti non si la-sciano blandire. Citano gli stan-ziamenti per il fondo integrativodestinato alla borse di studio:25.731.000 di euro nel 2011,12.939.000 euro nel 2013. Nel2011 la copertura su scala nazio-nale di borse di studio sarà del54% contro l'82% del 2008. Inpratica solo un idoneo su dueavrà la borsa di studio che glispetta. Ministro Gelmini, non lebasta? Allora senta queste altrecifre, sul rapporto di investimen-to tra Italia, Francia e Germania. Idue paesi hanno una popolazio-ne studentesca simile allanostra,ma negli ultimi due anni mentrein Italia si sono spesi circa 481milioni di euro l'anno, in Germa-nia e in Francia ne sono stati spe-si 1.400. Dicesi quasi 3 volte tan-to.Non sfugge all'assemblea dellaSapienza che gli errori dei nostrigoverni vanno equamente divisitra centrodestra e centrosinistra.Quest'ultimo, con Berlinguerministro, pochi anni fa ha pro-gettato la riforma del cosiddetto3+2, finalizzato a ridurre la mo-ria di laureati. Scarsi sono stati irisultati e poco o nulla si fece al-lora per rinnovare davvero l'uni-versità. Fu una riformicchia, di-ce un ricercatore. Di questa scar-salungimiranzane paghiamo og-gi le conseguenze. Il ministroTremonti, che Brunetta ancoradi recente ha definito giurista enon economista, sottintenden-do che di economia non sa ab-bastanza, ha convinto la Gelminiche la riforma dell'Università ètra le più importanti. Non le haspiegato però che le riforme non

si possono fare a costo zero. In-curante di questa verità, Tre-monti ha poi aggiunto con tonitrionfalisti che è stata varata unariforma "a metà strada tra il mo-dello continentale e quello ame-ricano". Studenti e ricercatori ir-ridono queste affermazioni, per-ché la frase "a metà strada"avrebbe un senso se si indicassequale strada. Invece, di percorsila riforma Gelmini non ne im-bocca nessuno, restando inmez-zo al guado tra statalismo accen-tratore e liberalismo di mercato.Una delle proposte che generamaggiore indignazione è l'in-gresso dei privati nel consiglio diamministrazione. Dovrebberomettere soldi in cambio di servi-zi e prodotti. Si cita l'esempioamericano, dimenticando chelaggiù le industrie investono nel-le università non per far scappa-re, ma per far restare. Da noi siriducono gli stipendi ai ricerca-tori, incoraggiando i migliori diloro a migrare verso paesi più ac-culturati. In America invece si faa gara a pagare di più per avere imigliori cervelli, non per morti-ficarli. Stando a questa indiscu-tibile differenza, quale potrebbeessere la ricaduta conseguenteall'ingresso dei privati nei nostriatenei? Semplice: l'acquisto diforza lavoro aprezzi stracciati, digran lunga inferiori ai valori dimercato, sfruttando un esercitodi precari sottopagati.PRESTO LA RIFORMA Gel-mini passerà alvaglio del Senato.La prova di forza di martedì scor-so dovrebbe scoraggiare nuovedimostrazioni. Il prefetto di Ro-ma ha già assicurato maggioredurezza. L'assemblea odiernanon si lascia intimidire. Studentie ricercatori scenderanno per lestrade ancora più numerosi. So-no uniti da una convinzione co-mune: basta con la precarizza-zione delle future generazioni.Non vogliono finire come un lau-reato a pieni voti in Fisica, cheper sopravvivere fa il potatore a900 euro al mese, salendo suglialberi dieci ore al giorno per ta-gliare i rami in quel di Viterbo.Uno studio della Banca d'Italiaha dimostrato, dati alla mano,che l'investimento nella forma-zione giovanile è più redditiziodi qualsiasi investimento finan-

ziario in titoli sia pubblici cheborsistici. Di fronte a questi dati,la cecità dei nostri governanti èdoppiamente responsabile. Dauna parte ignora dove corre lamodernità. Dall'altra prefigurauna scuola e un'università pub-bliche impoverite ed emargina-te, rispetto a quelle private. Nona caso l'attuale riforma toglie alleprime per dare alle seconde. Ve-di la scandalosa equiparazionedelle università telematiche, inmolte delle quali ci si laurea "adistanza", facendo gli esami suuna chiavetta da computer, anzi-ché confrontarsi con i docenti egli altri studenti. Il disegno ulti-mo di questo progetto di riformaè creare un'università "usa e get-ta", di nessun peso, dinessunva-lore. Per il ministro l'universitànon è un investimento. È un co-sto. Come tale, va abbattuto e ri-dotto quanto più possibile.Del resto, l'ha detto anche Tre-monti, la cultura non si mangia.Dunque perché rafforzarla? Ache serve studiare, formarsi, cre-scere intellettualmente? Non asistemarsi, né tantomeno a tro-vare lavoro. L'ha ripetuto Berlu-sconi alle ragazze che gli chiede-vano consiglio. Care ragazze, vo-lete sistemarvi? Cercatevi un belpartito, magari uno ricco comemio figlio Pier Silvio. E se non ar-rivate a tanto, allora guardateviattorno. In giro è pieno di tantiLele Mora che possono sempredarvi un passaggio verso Arco-re.

nel :oi

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Gelmini da 30 e lodel'università si salvacon i tagli e le riformeIl «cervello infuga» che insegna in America: avanticosì, meno potere ai baroni e più meritocrazia

Eccola lettera che una nostra let-trice, assistente presso l'Universi-tà statale della Pennsylavania,ha indirizzato al ministro del-l'Istruzione . Pio sfogo di un «cer-vello in fuga» contro il sistemauniversitario italiano che pena-lizza il merito e premia gli amici

di Gloria Alpini*

M Gentilissimo ministro Gel-mini, credo che sia già moltooccupata non solo a lavorarema anche a difendersi da chinon ama che altri lavorino be-ne. Ho però una storia da rac-contarLe perché temo che il do-lore silenzioso sia inutile e per-ché credo ancora nel poteredelle parole e delle coscienze.Un giorno Émile Zola si è alza-to e ha scritto un articolo intito-lato «J'accuse» e così faccio oraio, che però non ho la sua fa-ma: scrivo un altro j'accuse ri-volto al sistema universitarioitaliano e allo scambio di favoriche esiste ed è ormai consolida-to dietro i concorsi da ricercato-re. Scambi che hanno ucciso lameritocrazia.

Sono uno di quei ricercatoriaspiranti ed erranti che è fuggi-to all'estero due volte anche sela mia non è una fuga (perchénon ho fatto nulla di male l'hosolo subito) ma un esilio dolo-roso. Ho fatto gran parte deimiei studi universitari in Inghil-terra ma anche in Italia, ho mol-ti titoli di studio, incluso unPhD (dottorato di ricerca) con-seguito presso l'Università diCambridge (UK) e ho moltepubblicazioni in particolaresulla letteratura per l'infanziaanglo-irlandese del 1700. Hotradotto in italiano per la pri-ma volta racconti per bambine

del 1788 di Mary Wollstone-craft, grande sostenitrice del di-ritto allo studio e dei diritti del-le donne tanto da scrivere al pri-mo ministro francese dopo larivoluzione del 1789 per con-vincerlo a creare scuole stataliper bambini e bambine. An-che la lettera di Mary Wollsto-necraft mi spingere a scriver-Le. Come scrisse un altro esu-le, «Amor patrio mi spira... e aquel modo ch'e' ditta dentrovo significando...»

Sono un'esperta di letteratu-ra femminile europea e mi con-centro sull'arricchimento reci-proco delle culture europeegrazie alle traduzioni di donnestraordinarie (ho insegnato tra-duzione anche presso l'Univer-sità di Warwick dove insegnaProf Emeritus Susan Bassnettmadre del cultural turninTran-slation Studies). Credo ferma-mente nei Translation Studiese nell'importanza della lettera-tura per l'infanzia come stru-mento politico, emotivo e spiri-tuale per cambiare le sorti e ilfuturo del Nostro Paese. Eccoperché ho lavorato per 7 anni,anche se sottopagata e senzatanta speranza per il futuro, al-la Facoltà di Scienze della For-

dei baroni. Ma è anche un appas-sionato invito a proseguire lungola strada che il ministro ha intra-preso fin dall'inizio del suo inse-diamento al dicastero: quella deitagli agli sprechi e delle riformeche rendano più efficienti le scuo-le e le università italiane.

SELEZIONE Sono statabocciata al concorsoindetto nell'ultimodegli atenei italiani

mazione dell'Università di Ma-cerata con condizioni di lavorospaventose, soprattutto per lapaura di non avere il contrattorinnovato ogni anno. I giochiperversi di quella Universitàmettono paura anche a chi hacoraggio da vendere ma non èmai disposto a vendere la pro-pria coscienza. Il «do ut des» vi-ge imperante e per uno stipen-dio fisso ho visto fare di tutto.Non io che mi sono rifiutata diregalare agli studenti voti a de-stra e a manca (sistema chenon ha nulla a che fare con il18politico degli anni `60 ma è lega-to a interessi economici e allatotale mancanza di scrupoli) eper questo sono risultata sco-moda. Ripetevo a tutti ma nes-suno ascoltava che a lungo ter-mine l'intera università avreb-be pagato un prezzo troppo al-to. Infatti l'Università di Mace-rata è risultata ultima nella clas-sifica italiana. E invece di rim-boccarsi le maniche si è preferi-

to dire che i criteri di valutazio-ne sono stati cambiati! Questoè il mal costume più diffuso ne-gare la verità, distorcerla, farfinta. Finalmente esce il con-corso da ricercatore e convintache da dentro le cose si possa-no cambiare seriamente piùche stando ai margini ho fattodomanda (Lingua e Traduzio-ne inglese, 4 giugno 2009). Nelfrattempo però sentivo voci dicorridoio riguardo scambi trail futuro rettore e il personaleaccademico in grado di darevoti al futuro rettore: il concor-so non è per te mi viene dettoripetutamente tra le righe.Non ho creduto alle voci e ho

LETTERA Il I11.,IEaIa,.,IE1o.,ao11R1-

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continuato per la mia stradaconvinta che lavorando sodotutto si sistemi. Tuttavia houna bambina di dieci anni e co-sì ho deciso di fare anche do-manda all'estero e vengo subi-to selezionata per un posto daricercatore (post doc) in unadelle 10 migliori università sta-tali americane (Penn State Uni-versity).

Ora vivo in una città meravi-gliosa piena di alberi in una ca-sa di legno del 1840, un sogno enel giro di pochi mesi sono sta-ta promossa da ricercatrice adAssistant Professor, sulla basedei miei titoli e delle mie impor-tanti pubblicazioni nel settoredella letteratura per l'infanziae della traduzione, basta vede-re la meravigliosa introduzio-ne che il numero uno al mon-do esperto nel settore, Profes-sorEmeritus JackZipes (edito-re della prestigiosa Rutledge),ha scritto nel mio libro Transla-ting Social Action Texts (www.arasedizioni.com).

Perché le scrivo? Perché seb-bene mi senta benedetta dallaProvvidenza per aver trovatoun posto speciale e aver realiz-zato il mio sogno di poter inse-gnare letteratura per l'infanziapenso spesso almio amato Pae-se e mi sento responsabile perquei pochi studenti italianiche amavano studiare a Mace-rata, mi sento responsabile delloro futuro. Vorrei fare qualco-sa per loro e così a novembresono tornata per fare il concor-so a Macerata e proprio comemi era stato detto il concorso èstato una farsa. La candidatache ha vinto non ha neanchepubblicato il suo dottorato di ri-cerca né altri libri ma solo degliarticoli ed è una collega di unodei commissari che dovevanodecidere il candidato più adat-to (commissario di Bologna).Ha parlato della traduzionedei colori! Il commissario diBo-logna pur essendo inglese si èadattato al nostro sistema e du-rante il mio colloquio mi ha in-terrotto dicendo: non mi im-porta niente del fatto che tu co-nosca gli studenti di questa uni-versità mi importa solo di lin-guistica e tu sei un'esperta diletteratura e non di linguistica.

DUBBI La mia bambina:strano, in Pennsylvaniadicono che sei bravae invece a Macerata no

Persino mia sorella, che mi eraalle spalle, ha sentito l'aggressi-vità linguistica che mi è stata ri-servata durante tutto il collo-quio. Ora è apparso il giudiziodella commissione che sminui-sce con arte tutto il mio enor-me lavoro di ricerca condottopresso alcune delle miglioriuniversità europee. Tutto que-sto anche se il mio libro, «Tran-slating Social Action Texts», inrealtà è incentrato sulla mia in-novativa teoria linguistica chela letteratura per l'infanzia ri-chiede inparticolare una tradu-zione intralinguistica (termineusato da Roman Jacobson, fa-mosissimo linguista). Ma ilmio lavoro è stato ed è ancheinterdisciplinare poiché cercadi unire letteratura femminilecomparata, Translation Stu-dies, Cultural Studies e Lettera-tura perl'infanzia alla linguisti-ca, unico modo per rendere lalinguistica meno tecnica e me-no sterile nei confronti deglistudenti della Facoltà di Scien-ze della Formazione (che mihanno onorato con una targad'argento «Appassionati» neldoppio senso di «professori ap-pàssionati e tu studente appas-siònati»), nei confronti dun-que dei futuri insegnanti deinostri bambini/e e delle gene-razioni a venire. A me gli stu-denti importano più di tuttoperché sono il futuro del No-stro Paese. Come mi importa-no i bambini/e. Ma non so an-cora rispondere alla domandadi mia figlia: mamma, perchései abbastanza brava per lavo-rare per una delle 10 miglioriuniversità americane ma nonabbastanza per lavorare perl'ultima università italiana?Forse dovrei fare ricorso al Tarma i baroni sanno come nonfartelo vincere.

Continui il Suo prezioso lavo-ro e non si lasci mai scoraggia-re perché il futuro è nella cono-scenza, nell'amore perla cono-scenza della nostra cultura, sto-ria, nella conoscenza delle al-

tre culture (ecco l'importanzadella traduzione), delle altrestorie che ci aiutano a cono-scerci meglio. Grazie alla cono-scenza persino la politica po-trebbe migliorare e con lei il si-stema universitario! Ma senzala giustizia la roccia di Sisifocontinuerà a cadere giù.

Continui a tagliare gli spre-chi. Siamo «tagliati» per il suc-cesso noi che combattiamocontro gli sprechi economici egli «sprechi» dei cervelli nazio-nali costretti ad andare all'este-ro.

Buon Natale a Lei, alla Suabambina e a tutti i bambinid'Italia.

*Assistente della Pennsylva-nia State University

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STUDENTI Anche i voti agli esami a volte entrano nel «do ut des»

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TUTTI SCARCERATI I TEPPISTI DI ROMA

LIBERI DI BRUC IARE L ' ITAL IAHanno fatto 20 milioni di danni e pestato 50 agenti: dopo 48 ore sono già fuori. Toghe sotto accusa

Minacce di morte alla futurista che ha votato la fiducia al Cavaliere . Maroni le dà la scorta

di MATTIAS MAINIEROÈ ufficiale: a Roma, martedì pomerig-gio, non è successo nulla. La città è stata spranghe. Una giornata di ordinariamessa a ferro e fuoco, assalti, lacrimo- guerriglia urbana organizzata e realiz-geni, auto in fiamme, poliziotti e finan- zata da black bloc e manifestanti infe-zieri pestati, giovani incappucciati, rociti. Una piccola (mica tanto piccola)

Genova del G8 per fortuna senza mor-to. Venti milioni di danni, (...)

segue a pagina 2BRUNELLA BOLLOLI

ENRICO PAOLI all'interno

LIBERI DI BRUCIARE L'ITALIA

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i no-Cav all'assaltoLA LEZIONE AGLI STUDENTI Da un tribunale esce

questo segnale qui: cari giovani, se vi dovesse capitare di

perdere di nuovo la testa, nulla di preoccupante per voi

Tutti già fuori i teppisti di RomaI magistrati liberano ventidue dei ventitré fermati per gli scontri nella capitale. Uno temporaneamente aidomiciliari. Motivazione: prove insufficienti. Morale: la violenza è giustificata. Sfasciare le città si può

::: segue dalla primaMATTIAS MAINIERO

(...) venti milioni di euro, non di lire. Una cifraenorme. Ricordate? Avete visto le foto? Aveteseguito i filmati? Dimenticate tutto, cassatefoto e registrazioni. A Roma sul serio non èsuccesso nulla. Deve essere stato tutto fruttodi un'immensa fantasia collettiva.

La notizia: tutti i manifestanti arrestati pergli scontri avvenuti dopo il voto di fiducia so-no tornati liberi. Tutti tranne uno, ora agli ar-resti domiciliari.

Si è cominciato nella mattinata di ieri. Mi-chele Luciano: libero. Matteo Angius e LeoFantoni: liberi. Dario Campagnolo, Emanue-le Gatti e Fabrizio Ripoli: scarcerati con il di-vieto di tornare aRoma. Charlie Plaza, france-se: in libertà senza alcuna misura. E poi Mi-chele e Martino, Anna Chiara e tutti gli altri. Intotale, 22 in libertà, con i parenti e gli amiciche alla notizia hanno urlato la propria soddi-sfazione, il sindaco Alemanno che ha espres-so tutta la sua contrarietà e gli italianiincredu-li. In libertà perché, secondoigiudici, èneces-sario «approfondire il quadro delle accuse».In altri termini: quelle accuse, ad occhio e cro-ce, non erano molto fondate. Forse eranogonfiate. Sicuramente sono da rivedere. E igiudici rivedranno esentenzieranno. Nelfrat-tempo, resta l'incredibile realtà di un martedìdi guerriglia che giudiziariamente parlando sista traducendo in un nulla di fatto. Resta, au-torevolmente certificata, una storia alluci-nante e tipicamente italiana (nel senso di giu-stizia italiana): quel martedì pomeriggio, perle strade devastate della Capitale, c'era ununico Rambo che seminava il panico.

Ha fatto tutto lui, Mario Miliucci, 32 anni,figlio di Vincenzo, uno dei nomi storicidell'Autonomia operaia romana, e di Simo-netta Crisci, avvocato, che difenderà il pargo-lo dinanzi ai giudici. Rambo Miliucci, l'uomoche da solo distrusse una città. È accusato diresistenza aggravata e danneggiamento an-che questo aggravato. Secondo l'accusa,avrebbe usato tre pietre da 2,5 chili l'una. To-tale: 7,5 chili. Altre due pietre, se le cronachesono fedeli, gli sarebbero state trovate addos-so. Fantastico, strepitoso, inimitabile Miliuc-ci. Con tre pietre tre, e forse due che non han -no lasciato le sue capienti tasche, ha fatto unfinimondo. Figuriamoci cosa avrebbe potutofare un giovane del genere se le pietre fossero

state otto o nove. Con una ventina di pietre,questo qui distrugge l'Europa e pure l'Africa.Inchinatevi dinanzi al devastatore solitario,che però, alla fine, potrebbe anche non essereufficialmente un devastatore.

Quando si ha a che fare con la giustizia ita-liana, purtroppo, non si finisce mai di restaresbigottiti. Sentite questa: superMario Miliuc-ci, unico agli arresti domiciliari, rimarrà nellascomoda posizione solo per qualche giorno.Perlaprecisione, una settimana. Diciamo cheè una specie di colpevole protempore. Le cosesono andate così: l'udienza di MisterRambo èstata rinviata. Si terrà i123 dicembre, fra unasettimana, appunto. E quel giorno, se i giudicidovessero rimanere coerenti con se stessi (e igiudici sono sempre coerenti), anche Miliuc-ci sarà libero in attesa di giudizio. Presumia-mo che la giustizia italiana non lo manderà inviaggio premio in Sardegna, magari per orga-nizzare una manifestazione contro Silvio Ber-lusconi.

Da notare: mercoledì 22, vigilia dell'udien-za, in Parlamento si discuterà di nuovo dellariforma Gelmini. Voto finale al Senato. Mer-coledì 22 sarà un'altra giornata molto difficileper Roma e per la convivenza civile. La spe-ranza, ovviamente, è che non accada nulla digrave. L'esperienza e il pizzico di intelligenzadi cui siamo dotati ci dicono che ci sarannonuove barricate. E da un tribunale italianoesce questo segnale qui: cari giovani, se vi do-vesse capitare di perdere di nuovo la testa,nulla di preoccupante per voi. La città saràmessa a ferro e fuoco. Voi sarete arrestati. Poisarete rimessi in libertà. Forse solo uno di voidovrà trascorrere qualche giorno in più agliarresti domiciliari. Gli altri no, riusciranno adevitare anche questo fastidio. Ergo, carissimigiovani, distruggete pure.

P.S. Ieri, dinanzi all'ingresso principale delTribunale di Roma, si sono radunati gruppi digiovani in attesa dei verdetti. Uno dei gruppiha esposto uno striscione: «Reprimete o pro-cessate ciò che non potete mai fermare. Li-bertà per tutti/e». Cori, spintoni e pure qual-che tafferuglio tra agenti e dimostranti. E nonera in discussione la riforma Gelmini, il Sena-to non aveva votato. Immaginate un po' cosapotrebbe accadere fra qualche giorno. Ma lagiustizia ha sentenziato: cari giovani, tornatepure a casa vostra. E noi ci inchiniamo allagiustizia. Portando dentro tanto rispetto eun'infinita sensazione di ingiustizia.

::: LAVICENDA

TUTTI LIBERITutti liberi. Tranne uno agli arresti domiciliari.Così hanno deciso le sezioni dei Tribunale diRoma, dove si sono tenuti i processi perdiret-tissima nei confronti dei 23 arrestati mercole-dì per gli scontri avvenuti martedì nella Capi-tale, dopo il voto sulla fiducia al Governo. Po-lemico il sindaco Gianni Alemanno : « Prote-sto a nome della città di Roma per questa de-cisione, c'è un senso profondo di ingiustiziaperché quello che è successo richiedeva benaltra fermezza».

LA DIFESA«Sono stati presi nel mucchio . Questi ragazzinon c 'entrano niente con quello che è avve-nuto», ha detto l'avvocato Francesco Romeo,difensore di Riccardo Li Calzi. II penalista hadepositato e fatto vedere un video alla IV se-zione del tribunale . Le immagini sono stateanche «postate» su Youtube.

L`AGGRESSORE DEL FINANZI EREDavanti al gip del Tribunale dei minori com-parirà stamattina il ragazzodi 16anni fermatodurante gli incidenti e in un primo tempo rila-sciato dagli investigatori dopo l ' identificazio-ne. E' il figlio di un esponente della vecchiaAutonomiaOperaiachefu protagonista neglianni passati delle lotte di piazza. II ragazzo èanche amico di Mario Miliucci l'unico dei 23manifestanti al quale oggi il tribunale non haconcesso la libertà disponendo che rimangaagli arresti domiciliari. II ragazzo è accusato dirapina per aver sottratto un manganello e lemanette ad un finanziere che era stato aggre-dito durante la manifestazione . Attualmenteè trattenuto in un centro di prima accoglienzae oggi comparirà davanti al giudice che deci-derà se lasciarlo in carcere o mandarlo agli ar-resti domiciliari.

L'UNICO IN ARRESTOMario Miliucci, 32 anni, è l'unico a non averguadagnato la libertà. È finito ai domiciliariper resistenza aggravata e danneggiamentoaggravato perché su di lui grava "il concretopericolo che possa compiere reati della stessaspecie". Perquesto motivo il suo arresto è sta-to convalidato dai giudici della seconda se-zione penale al pari degli altri, che invece sonostati rilasciati : stando al verbale di sequestro,il ragazzo , bloccato in via del Babuino, avevacon sè tre sassi che avrebbe lanciato alla poli-zia. Fuori dall'aula, il papà, Vincenzo Miliucci,leaderstorico dell'autonomia operaia.

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FANTASMI PER LE STRADE

Peri giudici, martedì nessuno ha messo a ferro e fuoco Roma

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Riforma degli atenei,metroledi li voto

estudentiinpidi ALESSANDRA MIGLIOZZI

RONZA- «Non ci sono giustificazioni possi-bili per gli atti di violenza e per i danneggia-menti alle cose e alle persone. Bisogna avereil coraggio di prendere le distanza confermezza da certi episodi». Il ministro del-l'Università Mariastella Gelmini si preparaa incassare il sì alla sua riforma, calendariz-zata in aula al Senato da lunedì prossimocon il voto in programma mercoledì 22, eintanto critica con fermezza gli episodi diviolenza di martedì. Per il giorno dell'ok allalegge sull'università sono già previste nuovecontestazioni. Gli studenti romani, soprat-tutto quelli della Sa-pienza, saranno in piaz-za mercoledì, mentre il21 i sindacati e le asso-ciazioni dei ricercatorie della docenza hannoindetto una giornata dimobilitazione.

Il ministro rinnovala propria disponibili-tà al confronto «paca-to» per «accogliere, perquanto possibile, vistoche siamo in terza lettu-ra» nuovi suggerimen-ti degli studenti. Mainvita anche a isolare iviolenti. E intanto au-spica che il senato vari«quanto prima» la ri-forma perché ci sono«120 milioni da spen-dere in tre anni» per gliscatti meritocratici evanno predisposti i de-creti per «i concorsi daassociato per 1.500 po-sti». In commissioneIstruzione, a Palazzo

Madama, sono arrivati cinquecento emen-damenti dell'opposizione, tra Pd e Idv. Ieriè partito il dibattito, con il ministro presen-te, che ha ripetuto che sul testo «è sovrano ilSenato» a chi gli chiedeva se fossero possibi-li modifiche. Ma il governo, di fatto, haspinto perché di cambiamenti non ce nesiano. Così ieri la commissione ha chiuso ilavori fermandosi ai primi articoli, senzavagliare tutti gli emendamenti e senza dareil mandato al relatore. La partita si giocheràin aula dove è già annunciato il sì di Pdl,Lega e Fli. Il Pd riproporrà tutti i suoiemendamenti, circa duecento. Lunedì mat-tina il via al dibattito. La senatrice democra-tica Mariangela Bastico ha stigmatizzato gliavvenimenti in commissione: «Nessunaproposta migliorativa è stata accettata. Daparte delgoverno c'è stato un atteggiamentodi totale chiusura». Antonio Rusconi, capo-gruppo del Pd in commissione, spiega: «Era-vamo disponibili a ritirare tutti i nostriemendamenti se ne avessero accolti almenodue o tre di un certo interesse, ma il ministroGelmini e la maggioranza hanno ribaditoche non vi è la disponibilità a modificare

olla». L'Idv preannuncia che farà ostruzio-nismo in aula «perché questo ddl non lo

I MINISTROGE LMIN I

«Non si possonogiustificaregli attidi violenza controcose e persone»

condividiamo e illustreremo tutti i nostriemendamenti». Il Pd avanzerà alcune pre-giudiziali di costituzionalità. Intanto fuoridel palazzo ci saranno di nuovo gli studenti,si parla di un corteo cittadino.

O NIPROD W IONE RISERVATA

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MARK ELENA VINCENZI

ROMA- «Tutti liberi», cantava-no gli amici fuori. E tutti liberi losono davvero i 23 ragazzi fermatidurante gli scontri di martedì aRoma. Tornano nelle loro città,dalle loro famiglie, dai loro ami-ci. Qualcuno con l'obbligo difir-ma, in tre (tutti genovesi) con ildivieto di dimora, uno solo agliarresti domiciliari, Mario Miliuc-ci, figlio dell'ex leader di Autono-mia Operaia, Vincenzo, e di unavvocato, Simonetta Crisci, cheieri lo ha difeso davanti alla il se-zione del Tribunale di Roma.Convalidati tuttiifermi, iproces-si sono stati aggiornati di qui aiprossimi due mesi. Ieri è stato ilgiorno degli abbracci e delle la-crime, delle polemiche, di primedecisioni in aule di giustizia che

dividono, di indagini della Pro-cura che camminano in cerca dinuovi nomi e altre responsabilità(la Digos ha acquisito una note-vole mole di materiale video peril cui esame sono previsti tempinon brevissimi).

L stata una giornata difficile. Enon sono mancati momenti ditensione. Quando i sei imputati aprocesso nella Seconda Sezionesono usciti dall'aula, gliamici hari-no cercato di fare breccia nel cor-done di sicurezza. Ne è natountaf-

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feruglio con ipoliziotti (unaragaz-za è stata identificata e denuncia-(a). Chenon scalfisce le convinzio-ni di mamma Caterina, che aspet-tava suo figlio, 20 anni, fuoridall'aula: «Altro che terrorista, èsolo un ragazzino». E l'impressio-ne nel vedere questi giovani, in-censurati e perfetti sconosciuti di-ventati amici dopo unanotte alfre-sco, è che non fossero un gruppopreparato alla guerriglia, ma solopersone deluse scese in piazza permanifestare la loro rabbia. Im-pressione che, a giudicare dalleprime ordinanze che li rimandanoliberi, sembrano avere avuto an-che i giudici.

Delresto, almomente, neppurela Procura ha elementi in grado disostenere che i fatti di martedì sia-no figli di una qualche «pianifica-zione» o «regia». AI contrario, ilprocuratore aggiunto Pietro Sa-viotti, hasin qui constatato che esi-stono indizi che proverebberol'opposto. Inconsapevoli di essereascoltati nelle loro conversazionitelefoniche, martedì pomeriggio,infatti, alcune figure chiave delmovimento antagonista presentiin piazza confidavano il loro smar-rimento eincertezzasuldafarsinelmomento in cui gli scontri hannoavuto inizio.

I primi esiti delle direttissimenon sono piaciuti al sindaco di Ro-ma, Gianni Alemanno. «Sono co-stretto - ha detto - a protestare anome della città contro la decisio-nedirimettereinlibertàinattesadigiudizio quasi tutti gli imputati de-gli incidenti dimartedì scorso. C'èunaprofondasensazione diingiu-

stizia perché i danni provocati e lagravità degli scontri richiedonoben al trafermezzadi giudizio.Nonè minimizzando che si dà il giustosegnale per contrastare il diffon-dersi della violenza politica. Que-ste persone hanno dimostrato diessere soggetti pericolosi per lacollettività. C'è da augurarsi dinonvederli di nuovo all'opera sullariforma universitaria». Parole cherendono omogenee delle ordi-nanze per altro non tutte uguali (laseconda sezione, per esempio, hastigmatizzato che sugli imputati«gravano gravi indizi di colpevo-lezza») e che hanno mandato sututte le furie il presidente del-l'Anm, Luca Palamara: «La criticaai provvedimenti dei magistrati èlegittima, ma non lo sono gli insul-ti nei confronti dei giudici e dell'i-stituzione». Immediata la telefo-nata chiarificatrice del sindaco aPalarara.

Toni accesi anche ieri sera adAnnozero dove il ministro della Di-fesa, Ignazio I.a Russa, ha discussocon uno studente romano. «Vi-gliacco, è una vergogna che quinon ci sia aparlare unragazzoin di-visa», ha ripetuto più volte La Rus-sache haminacciato diandarsene.Prevista per stamattina l'udienzadi convalida davanti al gip del Tri-bunale per i Minori per "L'uomocon la pala", accusato di essere uninfiltrato e che, invece, era soltan-to un ragazzino di 16 anni.

C+ HIPNOOUZ IONE RI3ERVA »

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CALPESTA' O DA UN AGt4 I'ELA QUESTURA INDAGA

Per il video su YouTube incui si vede un manifestante

fermato dalle forzedell'ordine, preso a calcie calpestato, il questore

di Roma, FrancescoTagliente, ha avviato

un'indagine interna"per accertare l'identità

dell'autore e adottarei provvedimenti del caso"

REPULI .ITSul sitola galleriafotograficacompletae i videodegli scontri

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NichiVendola, leader della sinistra vicina ai movimenti: la politica non faccia prediche, ha dato spettacoli benpeggiori

"Giusto ribellarsi, sono senza fuhuroma la guerriglia è un vicolo cieco"

ROMA - «Ho cercato di evitare diparlare degli scontri di Roma. Miaddolora. Perché vedo i miei cin-que nipoti, i tanti ragazzi, la do-manda sparpagliata, carsica, didignità della vita e di cambia-mento. C'è una carica di dispe-razione...».

Nichi VVendola , questo dà ra-gioni alla guerriglia di Roma?Ha scritto Roberto Saviano, inuna lettera ai ragazzi del Movi-mento, che la violenza è unatrappola, un favore al Potere, aivecchi signori che hanno fallitocon le loro strategie violente.Lei, leader della sinistra vici-na ai Movimenti , è d'accor-do?

«La violenza è sicuramen-te una trappola; è entrare inLui vicolo cieco; èil contrariodella radicalità. Violenza èuna forma di autodegrada-zione. Significa lasciare che labrutalità dei mezzi diventi ilcannibalechesimangialabontàdei fini. Saviano proponeun dia-logo con un movimento nascen-te e adolescenziale che è una i imensa speranza in un paese in cuigli adulti hanno adulterato anchela speranza. Ma è tutto il vecchiocontinente - l'incendio nelle ban-lieueparigine, la ciclica esplosionedi sommovimenti giovanili in di-verse metropoli europee - aignora-reunagenerazionechenonhanul-la da perdere».

Giustifica in parte questa vio-lenza, quindi?

«Non intendo giustificare, vo-glio capire. C'è un dato inedito nel-la condizione giovanile ed è la spo-liazione del futuro. In Italia i giova-ni sono la "generazione del lavoromai", come peri condannati all'er-gastolo, per sempre precari. Ra-gazzi che vivono in scuole euniver-sità sempre più dequalificate; as-suefatti a immagini di morte, dalla

GOV7R8.3,ATOREII presidentedella Regione PugliaNichi Vendola

macchia di petrolio del golfo delMessico al plastico del garage diAvetrana in uno studio tv».

Ma lei da che parte sta , da quel-la degli studenti?

«Assolutamente si. Sto con que-sta generazione. Sempre contro laviolenza, sempre con i giovani chesi ribellano. Questa è una genera-zione che ha una repulsione spon-taneaverso il Potere che haprodot-to l'esecuzione sommaria di Fede-rico Aldrovandi e Stefano Cucchi.Come se i giovani fossero vuoti aperdere. Ecco, lapolitica deve darerisposte a questo passaggio d'epo-ca; riconnettere la domanda divisae di libertà. Un lavoratore deve ar-rampicarsi su una gru per fare ve-derela sua disperazione ele sue ra-gioni. C'è una società alla deriva, ilnuovo nome della questione so-ciale èmolto antico ed è povertà».

Per i partiti, per i politici c'è in-differenza se non disgusto?

«La fanghiglia e il teppismo cheabbiamo visto nelle aule parla-mentari durante il voto sulla fidu-cia a Berlusconi, impediscono allapolitica di fare prediche. Questagenerazione ha trovato forme d'i-dentificazione nell'appartenenza

allecurvedello stadio, nel tifoiden-titan o. Anche lo stadio è un surro-gato di ciò che è venuto meno: lascuola la famiglia, la politica, ipar-titi, tutto èvenuto meno. Restano latv e lo stadio».

I poliziotti hanno manganella-to, la sinistra denuncia la repres-sione. Ma se lei, che si candideràalla leadership del centrosinistra,fosse stato al governo , cosa avreb-be fatto?

«Questo governo non ha ascol-tato nessuno, ha spezzato le gam-be alla speranza della scuola e del-l'università. Berlusconi avevapro-

messo le tre 'i' (inglese, impresa,informatica) e ha realizzato le tre"p" (paura, povertà, precarietà).Potrei mettere una quarta "p" main Italia si preferisce dire escort».

Il Pd ha parlato di infiltrati, èstato un errore?

«Questa volta a me pare che tut-ti hanno cercato di capire di più.Lasciamo perdere servizi segreti,poliziotti, infiltrati blackbloc, è ac-cadutauna cosa che noti cancellailfatto che la stragrande maggioran-za dei giovani che protestano sonnopiù studiosi di come è stata la Gel-mini e sono pacifici. C'è un humusdi violenza che attraversa questafase della storia italiana e della sto-ria europea, che si determinaquando il mondo adulto non saaprire le finestre e impedisce ai ra-gazzi di guardare il futuro. B questala bomba di orologeria in sé».

La rabbia è inevitabilequando gli adulti nonsono capaci di darerisposte alle speranzedei giovani

4Lm D i 1 1is1udAie n- o - nwici

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"In cellaper caso tra botte e insultici hanno detto: ricordatevi Bolzaneto"Ifermatisid'fendonoinhibumnle.lfegali: quei video liscagionano

ROMA - Nell'aula della quartasezione penale, Sasha Montanini,Angelo DeMatteis, NicolaCorsini,Gerardo Morsella, Federico Serra,Andrea Donato, Riccardo Li CalzieAlice Niffoi siedono composti suuna doppia fila di panche in legnooltre la balaustra che divide i libe-ri dagli arrestati. Sono 8 dei 23 dipiazza del Popolo. Enon sono lupiche si fanno d'improvviso agnelli.Ad eccezione di Gerardo, che dianni ne ha 37, laureato in fisicateorica, ricercatore universitarioalla cattedra di Matematica del-l'Università di Tor Vergata a Ro-ma, hanno un'età media di 22 an-ni. E condividono poche cose: ilcapo di imputazione (resistenzapluriaggravata all'arresto); unafe-dina penale immacolata; venti-quattro ore di detenzione che nondimenticheranno.

Alice, studentessa di Scienzepolitiche alla "Sapienza", i capellilisci di un nero corvino, gli occhi

neto. Finché non è arrivato un su-periore chehaordinato dinontoc-carci». Anche al commissariato"Trevi" ci sono stati momenticomplicati.Alicehauna smorfia dipudore: «Diciamo che non ho vo-glia di ripetere cosa mi ha dettouno degli agenti che ci sorveglia-vano».

Sostengono i verbali di arrestoche Alice, Sasha e Gerardo abbia-no lanciato «un oggetto contun-dente», forse un tondino di ferro,contro i reparti di polizia schieratiin via Gol doni. E che i tre, da quelmomento, siano stati inseguiti fi-no alla cattura in piazza del Popo-lo. Alice spiega al Tribunale di es-sere stata arrestata da sola, in viadel Corso, quando una carica hatravolto il cordone di studenti cuiera allacciata. «Non indossavo ca-schi, cappucci. Avevo solo la sciar-pa che mi proteggeva dal freddo».Alice spiega di aver visto perla pri-ma volta la faccia di Sasha, comequella di Gerardo quando li hannoscaraventati sul fondo del cellula-

resistito all'arresto». Trasecola.Ha dei punti in testa e il mignolofratturato. Giura di essere statopreso alle spalle da una carica invia del Corso. Che di «selvaggio»c'è stato solo l'accanimento diuno sfollagente sulla sua testa,mentre era ormai sull'asfalto. IlTribunale lo ascolta perplesso.Finché l'avvocato Francesco Ro-meo non mostra su un notebookun video pescato su "You tube"("La Polizia si accanisce sui mani-f e s t a n t i "http:/ limm.youtube.com/wat-ch?v=mV-3AAXI`V 8). Riccardo sidistingue rannicchiato in posizio-ne fetale. Non ha il volto coperto.Implora di non colpirlo ancora,mentre tenta di salvare gli occhia-li che stringe nellamano sinistra. IlTribunale acquisisce le immagini.

Anche Angelo De Matteis noci siriconosce nella descrizione delbrogliaccio di arresto che lo accu-sa di resistenza. È uno studentebarese di lingue. Ha un bendaggiosullatesta che copre i tre punti che

re in cui lei era già ammanettata. E

vispi, l'accento sardo addolcito incinque anni da fuorisede, si acca-rezza l'ematoma violaceo che legonfia lo zigomo e la palpebra de-stra. Sorride: «Non è qui che hopreso le manganellate. Quelle mele hanno date allaschienae alla te-sta. Però mi hanno spiegato chedopo unpo'l'ematomascende...».Le manca una scarpa da martedì(«l'ho persa cadendo»). Ha fame efreddo. «Abbiamo passato lanotteinvia Patini, dove fanno il fotose-gnalamento. Ci hanno messo inuno stanzone senza una sedia ouna panca in cui hanno tenutosempre aperte le finestre. Nientedamangiare, niente da bere». Nonriesce a dimenticare le parole diquando è stata caricata sul pavi-mento del "cellulare" dopo l'arre-sto: «Ci hanno legato i polsi con lestringhe di plastica e un poliziottoci ha detto che ci avrebbero fattovedere cosa era successo aBolza-

Gerardo conferma. Lui, l'hannoacciuffato sul lato dipiazzadelPo-polo che dà su piazzale Flaminio,mentre provava a ripararsi dallecariche. A quasi un chilometro didistanza dal punto in cui avrebbetirato il tondino che giura di nonaver mai afferrato. «Davvero lohanno inseguito o al contrario lohanno rastrellato in mezzo a unamoltitudine?», chiede il suo avvo-cato.

Riccardo Li Calzi, palermitano estudente fuori sede a Bologna, èaccusato di aver «selvaggiamente

suturano laferita aperta dallo sfol-lagente chelohaabbattuto davan-ti alla saracin esca di un negozio divia del Corso, cui aveva bussato,implorando di aprire, quando lecariche erano cominciate. «Ricor-do questo poliziotto corpulentoconnlamaschera antigas e unbrac-cio grande come] a mia gamba checontinuava a darmele. Ricordoanche che mi hanno sputato».Ag-giunge: «In piazza non ho fattoniente. Non ho tirato neanche unacartaperterra. E so chein piazza citornerò. Questa vol la in mutandee a mani alzate, così vediamo».

Il pm chiede per tutti e 8 la scar-cerazione con obbligo di firmaquotidiano inun ufficio di polizia.Il collegio si riunisce per decidere.Alle 4 del pomeriggio, la letturadell'ordinanza che rimanda gliimputati liberi, senza nessun ob-bligo di firma, mostra che il rac-conto di Sasha, Alice, Angelo, Ni-cola, Gerardo, Federico, Andrea,Riccardo ha aperto unvarco. «Sot-to il profilo della sussitenza deigravi indizi di colpevolezza-scan-disce ilpresidente Costantini - ap-pare necessario approfondire leposizioni individuali degli impu-tati alla luce degli elementi acqui-siti durante l'odierna udienza». Ilprocesso è aggiornato ametàfeb-braio del 20 i L.

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RI SC TINelle foto asinistra,alcuni deigiovanifermati dopogli scontri dimartedì aRoma erilasciati ieridopol'udienza diconvalida delprovvediment,

PROTESTALo strisciane

espostodai collettivi

studenteschia piazzale

Ciodioa Roma,davanti

al tribunale,per chiederela liberazione

dei giovanifermati

negli scontridi martedì

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La violenza, il movimento contro la Riforma Gelmiri e il futuro d` giovani italiani. Roberto Saviano risponde ai

a mia lettera nasce dallarabbia. Spesso mi capita discrivere sotto la passionedella rabbia, una rabbiac' ie tifa analizzare le cose».

Roberto Saviano trova nel sentimento che loha ispirato per scrivere la sua lettera ai ragazziche sono scesi in piazza un tratto che lo acco-muna al movimento. Una rabbia che però hapreso una strada sbagliata in quella piazza,quella della violenza, che ha offuscato tutte lelotte e le proteste che avevano visto protago-nisti i ragazzii n questi mesi. «D'improvviso misono ritrovato davanti a una comunicazionecompletamente egemonizzata dagli scontri.Noti credevo che potesse accadere anche a

questi movimenti, chesi sono caratterizzatiper il carico di novitàche hanno portato.Anche loro, all'im-provviso, si sono ritro-vati dentro i vecchi,vecchissimi schemidella protesta ridotta ascontro di piazza, deimanifestanti contro ipoliziotti. E dentroquesto schema li haschiacciati mia picco-la, piccolissimaparte».

Caro Roberto. Letue parole sono comesempre bellissime; maquesta volta, ahimè,sterili . Ho 26 anni, duelauree e tanta voglia difare. Sono arrabbiata,stufa, sconfortata.

razzi che erano inpiazza il 14 dicembre

Non ho più ragione dicredere che con "le buone " si ottenga qualco-sa, non a questi livelli. Un anno fa mi sarei in-dignata per Roma, oggi no, oggi sono felice.Perché è vero che laviolenza è uno schifo, maè l'ultima risorsa di chi è disperato . Uso que-sto termine non a caso : disperato è colui sen-za speranza. E io sono così . Io non ho futuro:ho 26 anni e nonne ho già più uno. Non potròmaicomprarmiunacasaperchénonfarò maiun lavoro che mi permetta di accendere unmutuo, i miei genitori non possono aiutarmieconomicamente e non so nemmeno se po-trò mai comprarmi una macchina nuova.

SEGUE NELLE PAGINE SUCCESSIVE

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Gelmini,

la contestazione alla R ifo a

Gli studenti

dopo la sua letteraaperta di ieri che condannava gli scontri del 14

dicembre.

e avrò dei figli non riu-scirò a pagare le tasseper mandarli all'univer-sità, e quando sarò vec-chia non avrò pensione.

Nonho più niente daperdere e co-me me tantissimi , troppi altri.

martabenLetue sono parole molto amare.

Ma ragionare così significa darlavinta a questo tipo di potere. Direche con le buone non si ottienenulla e invocare la resa dei conti,vuol dire cadere nella trappola. Latrappola degli anni `70, di cui sisente già ilpuzzo, quella che vuolealzare il livello della lotta: «Pren-diamo le pistole, facciamoglielapagare», proprio come allora. Mapoi a cadere sotto i colpi di quelleanni sono statele persone che cer-cavano di cambiare il paese, irifor-misti. Perché quelli che hanno im-pugnato le pistole volevano dimo-strare che non si riforma, si abbat-te. Il movimento di oggi è ancorasano. Mi piacerebbe dire ai ragaz-zi che oggi scendono in piazza:«Ascoltateli e ridetene, ridete diquesti vecchi signori, o eterni gio-vani, che hanno fallito cori le lorostrategie».

Chi non prova rabbia in questomomento? E la rabbia ti crescedentro, li porta a urlare, a mostra-re che non ne puoi più, che non èpiù possibile vivere in questa si-tuazione. Ma nonla si può risolve-re picchiando un finanziere ospaccando una vetrina. Dobbia-mo dire ai protagonisti dei movi-menti delpassato chenoi siamo al-tro. Dico noi perché mi sento par-te di questa generazione, anche seho una storia diversa da quella deimiei coetanei. La lettera che ho

Non ho più ragionedi credere che con lebuone si ottenga qualchecosa, non a questilivelli. Non ho piùniente da perderemartabcn

scritto ai ragazzi del movimento èun modo per dire: attenzione, nondobbiamo accettare provocazio-ni. La violenza non ci appartiene,porta a ununico risultato: terroriz-zare quelli che non ancora hannopreso parte alla protesta, le perso-ne non convinte, che sentono il di-sagio manoniianno ancorascelto.Laviolenza a cui hanno assistito liporterà a scegliere di non scende-re in piazza, a non dare espressio-ne a quel disagio. E lasceremo lapiazza solo ai violenti.

Caro Roby , sono convinta che èin atto la resa dei conti finale deiricchi contro i poveri, e i primi ri-corrono a ogni mezzo pur dischiacciare i secondi , e pur di ac-crescere stupidamente i loro pri-vilegi. Nonposso credere cheipo-veri siano così stupidi al punto dispegnere il fuoco con benzina...

lurninal8lLa tua è una metafora bellissi-

ma. La benzina e il fuoco sono im-

magini che descrivono esatta-mente quello che hanno fatto ivio-lenti. I violenti, chi ha organizzatole barricate, chi ha bruciato le ca-mionette, sono loro i pompieri delmovimento. Non sono io con lamia lettera e le mie riflessioni avo-ler calmare, sono i violenti a voler

spegnere il movimento. Spaccareuna vetrina, bruciare un banco-mat, isolare un poliziotto per pe-starlo, qualunque gesto violentomette il silenziatore alle domande,alle istanze del movimento. Con-quista le prime pagine dei giorn aliper un attimo, e oscura tutto il re-sto. È una logica daultrà- e di ul-tràinpiazza ce n'erano, celo dico-no leinformative-che si bardadaguerrigliero per giocare ilvideoga-me dello scontro di piazza.

Io non ho risposte, non so indi-

Continuare anascondersi dietroun dito dicendo cheè colpa dei blackblocnon serve a nullaLoro non esistono

siambamm

care la strada da intraprendere,ma sento di p oter segnalare la stra-da che non si deve seguire. Questomovirriento ha già dirnostrato diessere capace di inventare le pro-prie forme di espressione e di pro-testa. Occupare i monumenti èstato geniale, è stato ilmodo più ef-ficace per parlare al mondo, per-ché per il resto del mondo l'Italia èi suoi monumenti. E stato come di-re che l'Italia che ci rappresenta èla bellezza. Tutto il resto, quelloche sta avvenendo è lo schifo, ilfango. Noi ripartiamo da lì, dallabellezza. Lo stesso vale per i bookbloc, perl'idea diusare ilibri, lapa-rola corrre forrrra di difesa.

Gentile Saviano , condanno leviolenze avvenute aRomail 14 di-cembre , ma allo stesso modo midomando: dov' è la reale coscien-za di cambiamento ? In un giornoo in qualche manifestazione nonsi riesce a sensibilizzare l'animodi un popolo . Bisognava essere lìieri, oggi , domani e tutti i giorni aseguire ... mettendosi seduti pervia del Corso a parlare continua-mente. Bisogna farsi valere. I di-ritti ci sono.

raffvgiraff y86Molti ragazzi alla prima espe-

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rienza sono stati sedotti dall'espo-sizione mediatica: lanciando unsarripietrino o incendiando unamacchinaèfacile conquistare lari-balta. La colpa è anche dei inediache sottovalutano le manifesta-zioni pacifiche, le relegano allebrevi, e creano l'evento solo quan-do ci sono gli scontri. La luce che imanifestanti pensano di otteneteconlaviolenza è unaluce effimerae negativa.l o speravo eh e con qu e-sta manifestazione si potesse direal Paese: da oggi sempre in piazza,sempre di più. E invece è stato unpasso indietro. Tutto il clamore,tutta la visibilità ottenuta con gliscontri può anche far pensare chela strada giusta per essere ascolta-ti sia questa.

Usiamo la fantasia , usiamo l'i-ronia, sbeffeggiamo il potere, èl'unico modo di protestare effica-cemente. Schieriamoci con i poli-ziotti quando vengono caricati,scudi umani a difesa di altri pove-ri e frustrati . La poesia di Pasolini'Ti odio , cari studenti", adessotanto declamata dalla destra,mette in luce l'inutile scontro tradue oppressi , e l'unico beneficia-rio rimane il potere.

rntrovato73Condivido appieno queste pa-

role. Ho provato pena per il ragaz-zino con lapala, quello che abbia-mo visto nelle foto sui giornali e intelevisione assaltare il camionci-no della Guardia di finanza. Lo hafatto quando dentro c'era solol'autista; e poi quando è stato fer-mato hadetto: «Sono minorenne»,come se fosse stato solo un gioco.lo ho una grossa paura che tuttoquesto si possa trasformare inqualcosa di molto brutto. E che atrasformarsi siano anche i ragazzi,gli studenti. Ho paura che arrivino

Roberto, daccela tuquell' alternativa:scendi in politicae dimostraci checambiare il Paeseè possibiledylan79

a pensare e a dire: «Ora facciamo ifatti».

Sto per andarmene via da que-sta Italia che non mi appartienepiù e che forse non mi è mai ap-partenuta davvero. Ringrazio imiei genitori che mi hanno fattastudiare e capire le buone cosedell'essere italiana. Ora con que-sto bagaglio e pochi soldi me nevado via. E scappare?

streghetta84E un tema che conosco, manon

so dare una risposta, non so dire sevale lapenarimanere o andare via.E allo stesso tempo non credo chechi va via tradisce. Questa genera-zione non ha un futuro. Ma credoche ancora si possa fare qualcosapercambiare questoPaese.Eiohosempre creduto che lo si può rico-struire partendo da una sorta diComitato di liberazione naziona-le. A cui partecipino tutti, anche iragazzi che vivono all'estero, per-ché attraverso la rete non sono so-lo spettatori.

Ho 30 anni e ho sbollito la rab-bia incontrollata da 18enne, ma èuna rabbia nuova quella che lamia generazione condivide, larabbia per il non essere ascoltati,per l'essere dimenticati . E quellarabbia si sfoga, diventa violenta

perché non c'è un ' alternativa. Cisentiamo imbrigliati in una gros-sarete, e cosafail pesce imbriglia-to? Si dimena , con tutte le sue for-ze, senza pensare alle conseguen-ze. Roberto , daccela tu quell'al-ternativa , scendi in politica e di-mostraci che il miracolo di cam-biare davvero questo Paese èrealmente possibile.

dylan79L.a politican on mi sembra ilmio

mestiere, anzi sono terrorizzato daquesta politica. Quando vai all'e-

Usiamo la fantasiaper protestare, usiamol'ironia, sbeffeggiamoil potere. É l'unicomodo di protestareefficacementemtrovato73

stero ne senti parlare come qual-cosa dibello, che serveperfare, percostruire. Qui in Italia appena ti ciavvicini ti accorgi subito che è ran-cido.Anchechilofacoridelleidee,con la voglia e la capacità di cam-biare le cose a un certo punto si ac-corge che esistono i compromessi.B brutto persino il nome che si dàall'impegno in politica: oggi mihanno scritto "scendi in campo".Come scendi? Semmai salgo.

Continuare a nascondervi die-tro a un dito dicendo che è colpadel baickbloc non serve a nulla. Ilbiack bioc neanche esiste ! Savia-no, guardaci negli occhi, siamonoi, ragazzi normali, senza un fu-turo, pieni dirabbia . Poveripoliti-ci di sinistra, non capite neanchecosa sta succedendo.

slanabarrirriLa sinistra è debolissima, è

scontato dirlo. E anche questa de-bolezza è una premessa di quelloche sta accadendo. Se non ti sentirappresentato, se non ti identifi-chi, non riesci a trovare un percor-so entro il quale canalizzare le tueidee, le tue energie. E allora finisceche ti ritrovi a fare quello che ti pas-sa per la testa una volta che sei giàin strada. Anziché andare in piaz-za a testa alta, metti il passamonta-

gna. Basta scannarci, basta ragio-nare con le ideologie. Sentirsi ag-grediti, come è successo ame, peraver detto che si può dialogare conuna destra legalitaria. O al contra-rio diventare un rosso pericolosoquando ho detto che una partedella comunità africana sta sal-vando intere aree del Sud. E unmodo di ragionare che non appar-tiene a noi, alla nostra generazio-ne.

(a cura di Lorenzo Maria Falco)

0RIPR ZONE RI5ERVA fA

Sto per andarmene viadall'Italia. Mene vadoda questo ipocrita, riccoNord dove moltipensano che la mafia siaun problema degli altristreghetta84

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La replica degli universitari della Sapienza

"Roberto sbaglie una vera rivolta"

aro Saviano, in questi anni abbiamoapprezzato molte delle tue inchiestecoraggiose, capaci di dire verità sco-mode. Ora proviamo noi aracconta-

re una verità scomoda. Il più grande corteostudentesco della storia del Paese si è trovatodifronte un potere impermeabile, rappresen-tato daunParlamento blindato e dall'ennesi-ma zona rossa. Il movimento aveva deciso diviolare i divieti per riportare la democraziasotto i palazzi di una politica sorda alla mag-gioranza dei cittadini contraria alla riformauniversitaria. Alla notizia della fiducia al go-verno a mezzo di una pratica corrotta, la rab-bia è diventata contagiosa. In piazza del Po-polo decine dimigliaiadipersone sono esplo-se sorprendendo chiunque: una rivolta socia-le. Tutti Back bloc? Oltre agli studenti in piaz-za c'erano Terzigno, L'Aquila, i metalmecca-nici, i precari. Un Paese senza garanzie, dirittie futuro che interroga la politica, i sindacati egli intellettuali. Ci sono due possibilità: aprireun dibattito sulle ragioni di questa rivolta o ri-durla a problema di ordine pubblico. Siamosicuri che farai parte di questo dibattito, ancheperché in quella giornata il tuo libro, Gomor-ra, era in piazza ed eraparte di quella rivolta.

Sapienza in mobilitazione

La Rete degli studenti medi

"No, hai ragionebasta con le pietre"

aro Saviano, la tua lettera-appelloesprime un sentimento diffuso nelmovimento tra quanti,lamaggioran-za, non si riconoscono e non accetta-

no la violenza come strumento politico. Cre-diamo sia giusto difendere la dignità di un mo-vimento nato per contrastare le scelte scelle-rate di questo Governo epermetterlo alle stret-te. Crediamo sia giusto rivendicare un altromodo di ribellarsi e che il tuo intervento rap-presentilucidamente le paure e le speranze dichivede questo movimento come un elemen-to sano della nostra società e vuole difenderloda una degenerazione violenta. Gli scontri dimartedì offuscano una mobilitazione straor-diriariarnente condivisa, le immagini delleviolenze di stradasono una sconfitta. La nostragenerazione ha un'altra strada da percorrere.La ribellione, quella sana e colorata, che inqueste settimane ha paralizzato per interegiornate ilPaese, ha dato una spintapropulsi-va e una visibilità inaspettata a un movimentoche oggi havissuto dalla società italiana comeun elemento di novità, di cambiamento. Unagenerazione che usa parole più pesanti dellepietre e sa scendere in piazza a viso scoperto.

Unione degli Universitari - Retedegli Studenti Medi

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Roberto Saviano rispondeagli studenti: in questepagine il colloquio,andato in ondasu Repubblica Tv,tra ì ragazzidel movimentocontro la Riforma Gelminie lo scrittore.Ieri l'autore di Gomorraaveva indirizzatoloro su Repubblicauna lettera aperta,dopo gli scontricon la polizia nellamanifestazionedel 14 dicembre

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Caro Saviano,la tua lettera

è ipocritaDI STEFANO CAPPELLINI

Ce una patina di ipocrisia

nella «Lettera ai ragazzi delmovimento» pubblicata ie-

ri suRepubblica da Roberto Savia-no. La sua forzata lontananza daifatti del 14 dicembre merita rispet-to. Ma per chi vuole cercare di ca-pire cosa è successo in piazza, enon solo oscillare tra l'ovvia con-danna delle violenze e l'altrettanto

facile assoluzione del movimento,il suo è un contributo di disinfor-mazione. SEGUE A PAGINA 5

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Caro Saviano , la tua letteraal movimento è ipocrita

SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

Due tesi si fronteggiano da giorni sui disordini di Romadel 14 dicembre. La prima vuole che un gruppo di fa-cinorosi professionisti abbia approfittato dell'occasio-

ne di piazza per mettere in atto un piano preordinato di guer-riglia urbana a spese della massa pacifica di studenti e mani-festanti. La seconda sostiene che tracciare una linea netta trai "violenti" e i "buoni" non è così semplice, sia perché molti deiprotagonisti degli scontri (e delle udienze di ieri al Tribunale diRoma) hanno facce e curricula del tutto analoghi a quelli de-gli "angeli dei tetti", sia perché le azioni più estreme hanno go-duto, se non della partecipazione diretta, comunque del con-senso di una larga parte del corteo.

Saviano sposa la prima - la più rassi-curante, la più "democratica" - delle duetesi. Anzi, la porta alle estreme conse-guenze: il movimento è buone cose, buonefacce e buoni propositi, poi «ci sono cin-quanta o cento imbecilli che si sono tiratidietro altrettanti ingenui sfogando su uncamioncino o con una sassaiola la loro rab-bia», che hanno agito a danno e dispetto dichi vuole cercare pacificamente di cam-biare le cose. Non solo, questi «cinquantao cento» sarebbero doppiamente estraneial movimento, perché pure Saviano si ap-poggia sulla comoda etichetta mediatica dei black bloc. «Il bloc-co nero è il pompiere del movimento», scrive l'autore di Go-morra, additandolo come l'agente di una nuova «strategia dellatensione». Qui le sciocchezze sono due in un colpo solo.

Saviano, e molti prima di lui, chiaramente non sa di cosascrive quando parla di black bloc. I quali sono un'area ben de-finita, con una "ideologia" e un network internazionale. E a Ro-ma non c'erano. Dopo Genova 2001, black bloc è diventato si-nonimo di teppista politico e, ogni qual volta si verificano in-cidenti gravi da parte di manifestanti mascherati, sui media sichiama in causa a sproposito il «blocco nero», con la stessa fa-ciloneria con cui alla fine degli anni Novanta si parlava in casianaloghi di "squatter" e nei decenni precedenti di "autonomi".Sono definizioni a prescindere, è un'informazione un tanto alchilo. E spiace che Saviano se ne faccia autorevole tramite. An-che perché gli sarebbe bastato leggere, proprio su Repubblica,gli informati pezzi di Carlo Bonini, compreso quello pubblica-to ieri in contemporanea al suo, per capire che la partecipazionedei black bloc è una leggenda, una bufala. O, per meglio dire, unalibi. Che Saviano ingigantisce evocando addirittura una nuovastrategia della tensione.

Un professionista delle parole come lui dovrebbe stare piùattento a ciò che dice e scrive. In Italia la «strategia della ten-sione» c'è stata. Ha significato bombe, stragi, depistaggi, col-lusioni tra pezzi di Stato e criminalità organizzata. E stata unatragedia nazionale. Evocarla a proposito dei fatti del 14 dicem-bre è ridicolo e serve solo ad alimentare una distorta visione die-trologica, offrendola in pasto a un pezzo di opinione pubblica- i ragazzi delusi, non a torto, dalla politica e dalla sinistra "uf-ficiale" - in cui già da anni spacciatori a tempo pieno di Com-plotti e Inciuci producono danni pesanti. Se poi Saviano crededavvero al bau-bau, all'uomo nero e al blocco nero pure lui, al-lora eviti di scrivere che «carabinieri e finanzieri usano le ca-mionette come esca su cui far sfogare chi si mostra duro e vio-lento in strada». Questa dei manifestanti traviati dalle provoca-zione delle camionette lasciate ad arte sul percorso del corteoè, nella sua rozza partigianeria, una versione da velina dellaQuestura. E pure una contraddizione: se, come sostiene lo scrit-tore, in strada c'erano i professionisti della guerriglia, non ave-vano bisogno di «esche» per darsi alla guerra.

Ma se non si vuole essere ipocriti, se non si vuole fare la fi-gura di quei commentatori da Raisport che davanti ai tafferugliallo stadio se la cavano con un «scene che non vorremmo maivedere», bisogna aggiungere un'altra e più importante consi-derazione. Non si può evocare e denunciare quotidianamente lacrisi, il disagio, l'impoverimento - tutte realtà autentiche del-l'Italia del 2010, tutti temi su cui Saviano si è soffermato - e poiavere paura di guardare a quali conseguenze può portare que-sta situazione. Si badi, non si tratta giustificare la violenza. Madi fare uno sforzo maggiore di comprensione dei fenomeni, dinon chiudersi nelle versioni edulcorate e apologetiche della pro-testa, di non pensare che la sofferenza produca solo elenchi eospiti da talk, questo sì, dovrebbe essere obbligatorio per chivuole raccontare credibilmente il paese. Cullarsi sull'illusioneche la violenza venga da fuori, da agenti provocatori e infiltra-ti, è comodo. Più arduo è farci i conti quando diventa la prassi diventenni che non sono né black bloc né vecchi arnesi della con-testazione. Il conflitto sociale, caro Saviano, non è un pranzodi gala. E nemmeno un format televisivo di prima serata.

STEFANO CAPPELLINI

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Le Universitàspiegano Sienaagli studenticon un'agenda

A.MAT.

[email protected]

Un'agenda per conoscere meglioSiena. L'hanno realizzata insie-me le due università senesi ed èdestinata agli studenti che hannoscelto la città del Palio per studia-re. «È una chiave per entrare nel-la città - sottolinea il rettore del-l'Università per Stranieri Massi-mo Vedovelli - realizzata da per-sone curiose, attente e rispettosedella sua identità, eppure voglio-se di capire, di condividere i valo-ri che fondano l'identità senese».«Per crescere e far crescere il dia-logo con la città - aggiunge il ret-tore dell'Università Angelo Ricca-boni - è indispensabile apprezza-re e comprendere il contesto incui si sceglie di vivere»

L'agenda, che è arrivata allasua seconda edizione, è un modomolto semplice e chiaro per aiuta-re gli studenti che arrivano da re-altà diverse di capire una cittàmolto attaccata alle sue tradizio-ni. Che spesso li considera peròsolo come fonte di reddito quan-do si tratta di affittare una stanza

o un posto letto a prezzi spessotroppo elevati rispetto alla quali-

Un volume pieno diimmagini e segretidella città del Palio

tà offerta. Una parte importantedella pubblicazione, realizzata acosto zero dagli atenei grazie allasponsorizzazione di vari enti, ri-guarda le contrade e la festa delPalio con la spiegazione delle pa-role più utilizzate dai contradaio-li. Ma ci sono anche notizie in bre-ve anche sulla storia della città, apartire dalla via Francigena, sull'arte, sulle mostre in programmail prossimo anno, sullo sport,mentre non mancano riferimentialla storia dell'Unità d'Italia. Ulti-mo elemento, ma non meno im-portante ai fini di una fruizionesempre più diffusa, il volume è an-che una pubblicazione da leggeree da guardare perché non manca-no anche belle illustrazioni e fotodella città e delle contrade del Pa-lio.v

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