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IL SETTIMANALE de il Quotidiano Immobiliare 156 16 luglio 2016 INTERVISTA ALL’ARCHITETTO ELISABETTA FABBRI CENTRI COMMERCIALI CNCC: È TEMPO DI RIQUALIFICARE I TEATRI CHE RIVIVONO SICUREZZA UN VALORE PER GLI EDIFICI AL WORKSHOP DE ilQI

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IL SETTIMANALEde il Quotidiano Immobiliare

15616 luglio 2016

IntervIsta all’archItetto ElisabEtta Fabbri

CENTRI COMMERCIALICNCC: è tempo di riqualifiCare

I teatrIche rIvIvono

sICuREzzAuN valore

per gli edifiCi al Workshop

de ilqi

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2S

artiColi

sommarIo

sommario

la macchina complessadel restauro storico

pagiNa 10

centri commerciali:parola d’ordine riqualificare

pagiNa 21

quanto valore per gli edificidalla sicurezza?

pagiNa 25

rubriChe

editoriale

report

qitv

deals

focus h1: mercato in ripresa,ma travagliata

pagiNa 31

la “potenza” inafferrabiledel profumo

pagiNa 34

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servizi tecnici, i nuovi protagonistiLa grande rivoluzione dei servizi per l’immobiliarediventa la spinta per una nuova industria

giovedì 8 settembre - milaNo

scopri di più

ilQI

il punto sui sErvizi tEcniciPaola Gianasso, Scenari Immobiliari

advisor E sErvizi pEr la gEstionE Pierre marin, JLL ItaliaJoachim sandberg, Cushman & Wakefieldalessandro mazzanti, CBRE

building ManagEMEnt carlo mastrangelo, United Risk ManagementFabio Bruschi, Honeywell Building SolutionsJean-claude Ghiotti, B&B Hotels Italialuca verpelli, Odos

l’EvoluzionE dEi sErvizi tEcnici micaela musso, Abaco Teammichele candeo, Prelios Integraenzo albanese, Sigest

alessio casonato, FININT Green Hubalessandro Pasquarelli, Innovation REFederico Donda, IPI

il Facility ManagEMEnt maurizio massanelli, Manutencoop FMoliviero tronconi, Politecnico di Milanoluciano manfredi, Yard

il punto di vista dEllE associazioni Filippo Delle Piane, ANCEleo civelli, AssoimmobiliareGabriele scicolone, OICE

Convegno

maiN spoNsor spoNsor

Paolo Bentivoglio, Moretti General Contractorvalerio castelnuovo, SystemaDavide radice, KONE

oscar merendoni, Engiecarlo nicotera, Romeo Gestionimaurizio Focchi, Focchi

massimo moretti, CNCCantonio Ive, RICS

building rE-Evolution: pEnsarE, costruirE E gEstirE l’EdiFicioGiancarlo cavazzoni, Cavazzoni Associati

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Guglielmo Pellicciolifondatore ed editorialista de

il Quotidiano Immobiliare

4S

sicurezza comevalore immobiliare“Mettere in sicurezza” in gergo tecnico significa predi-sporre tutte le misure affinché una personalità, un og-getto, un evento, un mezzo possano svolgere la loro funzione senza interferenze o minacce dall’esterno. Ol-tre che ottimale è la condizione sufficiente e necessaria perché anche chi opera in quel contesto non subisca rischi o danneggiamenti personali. Ovviamente in que-sto numero parliamo di sicurezza in campo immobilia-re dove l’accezione del termine è, se possibile, ancora più vasta. Nel mondo del real estate e delle costruzioni la sicurezza si declina in termini di protezione da inci-denti esterni, da guasti prodotti dagli impianti, da danni infrastrutturali, da intrusioni informatiche o di persone o mezzi, di regole cantieristiche. Insomma, poche parole sono più cariche di significati che il termine ‘sicurezza’. E quando ciò accade significa che i rischi sono due. O che questa parola sia esageratamente enfatizzata o, al contrario, troppo ignorata. Dei due estremi nessuno va bene perché nel primo caso diventa uno strumento di asservimento dei processi produttivi o di ciò che co-munque si vuole proteggere ma non impedire di opera-re mentre nella seconda ipotesi è facile il pretesto per non adottarla a causa della sua compessità. Occorre quindi che la sicurezza sia un mezzo e non un fine per proteggere qualcuno o qualcosa e che essa abbia delle regole precise senza troppe variabili interpretative.Intervistando i nostri ospiti durante il workshop televi-sivo ad essa dedicato, ci siamo resi conto di come sia importate allargare il tema a tutte le sue componenti e affrontare ciascuno di questi in maniera ancora più circostanziata. La sicurezza deve essere una costan-te che fa parte integrante di un progetto: dalla fase di studio a quella realizzativa, fino a quella gestionale e va intesa come un valore aggiunto dell’immobile.

editoriale

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deals 6S

Vai alla TABELLA DEALS 2016Scarica la TABELLA DEALS COMPLETA in excel

dealsgenova - 5,1 milioni

IDea FImIt sGr ha acquistato dei terreni per conto del fondo housing sociale liguria (le cui quote sono de-tenute da CDP Investimenti SGR per conto di Fondo Investimenti per l’Abitare, F.C.R. Spezia, C. San Paolo, F. De Mari e altri investitori privati). L’operazione riguarda i settori 2 e 4 dell’area ex stabilimento Boero in Geno-va molassana. Il prezzo indicato non comprende l’IVA. Il fondo acquirente realizzerà sull’area un programma di housing sociale.

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L'andamento del mercato

nel I semestre 2016

H12016

FOCUS QI®

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report 8S

Secondo l’indagine sulle famiglie di Nomisma 2016, si stima che in Italia le famiglie proprietarie dell’abitazione con un mutuo in essere siano circa 3,5 milioni, in calo dal 2013 per l’effetto combinato dei mutui estinti e della contrazione dei nuovi mutui ac-cesi. La numerosità delle famiglie mutuatarie è più elevata nel Nord Est del Paese (28% dei mutuatari), con le altre tre ripartizioni intorno al 23-24%. Il profilo più comune tra le famiglie mutuatarie riguarda coppie con figli (60% dei nuclei), con il capofamiglia di età nella fascia 45-54 anni (38,5%) e con profilo lavorativo impiegatizio (33%). Il reddito medio mensile risulta compreso tra 1.800-3.500 euro nel 56% dei casi. Con riferimento alla fragilità finanziaria delle famiglie rispetto al mutuo, l’indagine evidenzia come circa 235 mila nuclei famigliari dichiarino di essere in ritardo con il pagamento di una o più rate (6,7% dei mutuatari), mentre oltre 560 mila nuclei dichiarano di avere registrato un ritardo nei pagamenti ma di essere comunque riusciti a corrispondere le rate scadute (16%). In particolare, i nuclei più esposti sono riconducibili a famiglie con quattro e più componenti, con capofamiglia di età compresa tra i 34 e i 54 anni con residenza nel Mezzogiorno e in un centro urbano di grandi dimensioni.

casa, scende il numero delle famiglie con mutuo

report a cura dInomIsma

IntenzIone delle famIglIead accendere un mutuo

(% sul totale delle famIglIe che hanno IntenzIonedI acquIstare una abItazIone neI prossImI 12 mesI)

numero dIfamIglIe mutuatarIe In ItalIa

(mIglIaIa)

44,6 43,0 41,1 34,8 39,5 46,3

30,8 37,4 23,7 38,5 35,1

34,8

14,4 11,0 24,2

19,2 8,6

10,3 8,7 8,6 11,0 7,5

16,8 8,6

0%

20%

40%

60%

80%

100%

2011 2012 2013 2014 2015 2016

Sicuramente si Probabilmente si

Probabilmente no Sicuramente no

4.852 5.019 5.210 4.724

4.182

3.489

0

1.000

2.000

3.000

4.000

5.000

6.000

2011 2012 2013 2014 2015 2016

Mig

liaia

Fonte: Nomisma, indagine sulle famiglie, anni vari

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LA BANCA D’ITALIA AVVIA LA VENDITADI UN IMMOBILE NEL CENTRO STORICO

DI BELLUNO SENZA BASE D’ASTA

La Banca d’Italia intende alienare l’immobile sito in Belluno, Piazza dei Martiri n. 29, con una procedura di vendita senza base d’asta.

Lo stabile si trova nel centro storico di Belluno e ha una superficie commerciale complessiva di circa 4.627 mq distribuito su 5 piani oltre a n. 3 locali commerciali al piano terra, n. 5 unità immobiliari da definire essendo ancora allo stato grezzo. L’immobile è dotato di un’autorimessa al

piano terra di circa 44 mq. E’ in corso di conclusione l’acquisizione di n. 11 posti auto in garage confinante.

IPE compreso tra 35,82 e 388,79 kWh/m²anno. Classe energetica compresa tra E e G.

Il termine per la presentazione delle manifestazioni di interesse di acquisto è il 29 luglio 2016.

Per maggiori informazioni e dettagli, www.bancaditalia.it/chi-siamo/beni-immobili

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10Sla macchina complessa del restauro storico

Intervista a Elisabetta Fabbri, architetto

di Marina Bettoni

la macchina complessadel restauro storico

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11Sla macchina complessa del restauro storico

Vent’anni fa, il 29 gennaio 1996, il cuore di Venezia

veniva colpito da un disastroso incendio doloso che distrusse

il Teatro La Fenice, per la seconda volta. Una ferita che

echeggiò in tutto il mondo per la perdita di uno dei teatri più belli d’Italia, protagonista

della vita operistica, musicale e culturale non solo italiana

ma europea. Nei giorni successivi Elisabetta Fabbri

veniva chiamata dall’allora presidente dell’Associazione

industriali di Venezia, Ivano Beggio, intenzionato a

lasciare un segno forte alla città partecipando alla

ricostruzione del teatro. Questo fu il suo primo incarico

“importante” e segnò tutta la carriera professionale di

Elisabetta diventando la sua “specializzazione”: il restauro

del patrimonio storico. Il 14 dicembre del 2003, dopo sette

anni, il teatro riaprìal pubblico…

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12Sla macchina complessa del restauro storico

Cosa ha significato per te la ricostruzione della Fe-nice? Quale ruolo hai avuto?Mi chiamarono perché da subito si voleva realizzare uno studio di pre-fattibilità, e mi chiesero una opi-nione su chi fosse l’architetto che avrebbe potuto occuparsene. Osservai che non sarebbe servita una archistar internazionale ma qualcuno che sapesse come accedere agli archivi, conoscesse gli artigia-ni che lavoravano in Venezia e soprattutto sapesse realizzare uno studio di fattibilità lavorando di con-certo con tutte le istituzioni cittadine. Ritenevo che per essere in prima linea servisse un professionista low profile. Mi chiesero: “ma tu lo sapresti fare? Se sì, torna tra una settimana e spiegamelo”. Fu una vera sfida. I miei incarichi furono prima come consulen-te dell’associazione industriali, poi come consulente del Prefetto, poi come unico architetto della direzio-ne lavori del cantiere. Il lavoro di progettista per la Fenice fu di Aldo Rossi.

Possiamo dire che il restauro del patrimonio storico è un lavoro quasi investigativo?Sì, il metodo della ricerca è il pane quotidiano nel la-voro di restauro. Va attivato un processo di cono-scenza che è di vera indagine: si devono raccogliere meticolosamente informazioni su storia, materiali, geometria, immagini documentali, … Qui a Venezia il lavoro fu quasi maniacale, si cercava la perfezio-ne, l’identico, e tutto veniva verificato di continuo con sopralluoghi. Quello che resta dopo un restauro è un patrimonio di informazioni immenso. Bisogna sape-re però come muoversi e in questo serve anche una buona dose di capacità manageriale. Per la Fenice si immaginava un restauro che la facesse tornare esattamente come prima dell’incendio e la domanda fu: chi conosceva ogni dettaglio di questo teatro? È

elIsabetta fabbrI

Persona

2014 Premio Nazionale INARC-

ANCE per la migliore opera realizzata in Italia negli ultimi

5 anni, assegnato a Committenza/

Impresa /Progettisti assegnato al Nuovo

Teatro d’Opera a Firenze. E per la

Committenza insieme al Comune di Firenze (sindaco Nardella) è

stata premiata anche la Presidenza del

Consiglio dei Ministri-Commissario Delegato arch. Elisabetta Fabbri.

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vero che le informazioni esistevano, ma chi le aveva? In quella prima fase mi aiutò molto l’esperienza da manager di mio padre. Iniziai a lavorare allo studio di fattibilità e, due mesi dopo, venne illustrato al Pre-fetto con una presentazione molto ad effetto con sli-de su un mega schermo davanti a una commissione. Nel 1996 fu una cosa molto all’avanguardia. Il giorno seguente mi chiamò il capo ripartizione lavori pubblici e mi disse: “Abbiamo bisogno del vostro lavoro”. Fu un momento indimenticabile.

Parliamo di conti. Con quale bu-dget fu rifatta la Fenice?Lo studio di fattibilità prevedeva che la Fenice sarebbe stata rifatta con 150 miliardi di lire. La Fenice ricostruita è costata di fatto 65 mi-lioni di euro. Uguale! Si rimase all’interno delle previ-sioni dello studio di fattibilità, e questo non può es-sere considerato una casualità. Rispettare i budget non è certo facile, il “segreto” sta in un’analisi ben fatta all’inizio. Il problema sta sempre alla base, nel capire si dall’inizio esatta-mente cosa si vuole fare. Avendo un chiaro obiettivo si può indivi-duare correttamente un percorso (compresi gli ostacoli che si pos-sono incontrare) e quindi si può definire un budget complessivo. E noi ci riuscimmo. Nel caso della Fenice si trattava quasi comple-tamente di soldi pubblici e in minima parte vi fu un contributo dell’assicurazione.

13Sla macchina complessa del restauro storico

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14Sla macchina complessa del restauro storico

Ti sei resa conto che questo incarico avrebbe cam-biato la tua vita professionale?No, per nulla. Furono mesi d’inferno. Ero travolta da-gli eventi: avevo uno studio da mandare avanti, l’as-sociazione industriali che mi pressava sulla puntua-lità dei lavori, i conti da far tornare. Andai a bussare a tutti i teatri italiani per raccogliere informazioni su altre ricostruzioni, formandomi con un’esperienza professionale enorme. Più tardi chie-sero a me come avevamo lavorato a Venezia. Da qui nacque l’incarico alla Scala.

Incarico che ti è valso la nomina a Commendatore…Sì, per il lavoro svolto al Teatro alla Scala sono stata insignita dal Presidente Azeglio Ciampi nel dicembre 2005 di questa onorificenza. Per il Comune di Milano feci il progetto di conservazione della parte monu-mentale del teatro e del museo, e poi ebbi la direzio-ne artistica dei lavori. E nel 2006 Il sindaco di Milano Gabriele Alberini ci ha conferito anche l’“Ambrogino d’Oro”, massima onorificenza della Città di Milano, ed è stata assegnata una Medaglia dall’European Union Prize for Cultural Heritage/Europa Nostra Awards 2006). Poi venne il mio contributo, in fase di gara, al Petruzzelli, poi il San Carlo a Napoli ed il teatro Co-munale dell’Aquila. Oggi sto lavorando a Bari al te-atro Piccinni, il più antico della città, come direttore dei lavori.

A quale altro progetto tieni in particolar modo?Forse proprio al San Carlo di Napoli, quello che ho re-alizzato con un ruolo principale rispetto agli altri. Per la Fenice non progettai la ricostruzione. A Napoli la committenza si fidava moltissimo di me, accolsero le mie proposte. Ero più matura professionalmente e avevo alle spalle le esperienze di Venezia e Milano. Furono introdotte molte modifiche agli spazi interni

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compresa la realizzazione di un nuovo ridotto sotto la platea che considerando l’importanza storica del Teatro fu davvero un grandissimo “segno”, tuttavia misu-rato nella percezione. Anche nel progetto del Teatro dell’Aquila abbiamo ‘osato’ molto trasformando la calamità terremoto in opportunità e cercando di spingere il ripristino del teatro recuperando spazi interni del teatro.

I teatri sono ormai la tua casa. Un po’ sì, lo sono. I teatri sono una bella macchina, un luogo brioso e pulsante con gente che vi vive ogni giorno. Sono macchine complesse che richiedono una progettazione integrata, consapevole dei meccanismi di funzionamento di ogni attività che vi si svolge. Perché il teatro non è solo il luogo chiuso che si accende quando c’è lo spettacolo ma è il luogo di lavoro quotidiano per molte persone che vi si recano per le prove, per le scenografie, lo smontano e rimontano in modo di-verso. Il coinvolgimento dello scenografo per esempio è stato fondamentale alla Scala. Noi progettavamo dentro il teatro mentre si provava. Potevamo capire di cosa realmente si avesse bisogno. Il teatro è vivo e con un cuore sempre aperto. Se non lo capisci puoi fare errori fondamentali. Come dicevo devi capire la funzio-ne dell’edificio. E questa è una regola di qualsiasi recupero o architettura.

15Sla macchina complessa del restauro storico

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Hai un tuo mito in architettura o dei modelli da seguire? Moltissimi e nessuno perché lavorando da sempre nel restauro è difficile trovarne. Non ci sono modelli. Vi sono molti teorici, molte soluzioni. Nel restauro è importante declinare la tua mano in quello che già esiste, coglierne l’anima, il carattere del luogo. In un certo senso non si può far emergere lo stile dell’ar-chitetto, invece deve distinguersi la valorizzazione di quello su cui si sta lavorando. E come se non si dovesse “lasciare un segno”. Un restauro perfetto è prendere un edificio, studiarne i tratti caratteristici, usarli per quello che sono, anche modificando lo spa-zio se serve, ma in modo tale che poi il restauro sia completamente integrato nell’edificio stesso, senza dominarlo. Devi poter dire “non torniamo più indietro, è perfetto così”. Marco Ermentini nel suo libro Archi-tettura timida, parla di restauro timido come arte di saper ascoltare. Nel restauro non esiste l’esigenza di lasciare segni come nell’architettura moderna. La copia esatta naturalmente non si può fare, bisogna anzi integrarsi nell’originale senza creare figure alla Frankenstein.

Quale è allora il futuro dell’architettura nel restauro?Innanzi tutto ribadiamo che il restauro non è solo “conservare” ma valorizzare. Ecco allora che devo avere ben chiaro il tipo di uso che farò di quel luogo

la macchina complessa del restauro storico

Nel biglietto da visita di Elisabetta Fabbri troviamo i progetti per la ristrutturazione di teatri quali La Fenice di Venezia, La Scala di Milano, il San Carlo di Napoli, il Petruzzelli di Bari. Attualmente sta seguendo il restauro del Teatro Comunale dell’Aquila, come progettista, e del

Piccinni di Bari, in qualità di direttore dei lavori.

workshop ilqiPatrimonio storico

guarda i video

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sul quale devo intervenire. Per me è fondamentale questo concetto. Non tutto sta nelle icone, nelle mode o nel progetto geniale. Franco La Cecla nel suo libro Contro l’architettura sostiene, in modo molto condivisibile, che il futuro non è nell’architettura delle archistar ma nella responsabilità verso il territorio e i luoghi dell’appartenenza. Se la funzione è rispettata il gioco è fatto. Comunque mi piace molto andare a perlustrare le opere di altri colleghi, entrarvi e viverle per capire cosa mi trasmettono. Non è vero che le architetture tradizionali o quelle razionali sorprendono meno. Lì i rapporti tradizionali si scardinano. Bisogna capire il per-corso di vita e professionale del progettista.

la macchina complessa del restauro storico

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Quale è il tuo rapporto con la Soprintendenza?Ho sempre avuto buoni rapporti perché mi pongo in modo dialogante, anche se spesso ci sono state lunghe discussioni. Conta il metodo di lavoro: una volta che hai capito che edificio hai davanti, quali caratteristiche ha e perché fai le modifi-che, allora le scelte che vengono dopo sono quasi una conseguenza naturale. Mi interessa sapere quello che ognuno pensa e mettere insieme le competenze di tutti quelli che sono seduti al tavolo di lavoro. La rigidità non aiuta in questo set-tore. La fortuna è poi trovare persone illuminate e senza pregiudizi. Il ruolo delle soprintendenze è molto difficile e a volte penso che se io fossi al loro posto sarei anche più conservativa. Io vengo dalla gavetta del restauro, dal cantiere e dalla conservazione, e mi piace usare anche le tecniche del passato. Tante volte mi è stato chiesto di sostituire mate-riali giunti a fine del ciclo di vita e io ho detto “no, si può conservare, quindi non lo cambiamo, lo con-serviamo”.

E il tuo ruolo al teatro dell’Opera di Firenze?A giugno del 2009 fui nominata Commissario delegato, con Ordi-nanza della Presidenza del Consi-glio dei Ministri. La missione era quella di condurre la realizzazio-ne del Nuovo Teatro dell’Opera di Firenze, non ancora formalmente iniziata, verso le celebrazioni del 150° anniversario dell’unità d’I-talia entro l’anno 2011, traguardo che non poteva essere rinviato. Ol-tre alle ‘normali’ mansioni di con-trollo di tempi e costi dello stralcio finanziato, aveva come obiettivo anche quello del riassestamento del progetto per il contenimento

18Sla macchina complessa del restauro storico

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dei costi generali di un’opera che dimensionalmente era ad una scala “grandiosa”: 60.000 mq di superficie utile, 360.000mc. Il più grande investimento cultu-rale del nostro Paese. Il 1° ottobre 2009 partirono i lavori e il 21 dicembre 2011, con 810 giorni di lavoro, una produttività media di circa 5 mln di euro mensili ed a fronte di circa 156mln di euro di lavori, Il rag-giungimento di questo traguardo è la prova, oltre la retorica e con tutta “la luminosa evidenza dei fatti”, come disse il Presidente Napolitano, che nel nostro Paese gli obiettivi anche i più ambiziosi si possono raggiungere, soprattutto se e quando le amministra-zioni lavorano in squadra con un obiettivo comune.

la macchina complessa del restauro storico

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21Scentri commerciali: parola d’ordine riqualificare

centri commerciali:parola d’ordine

riqualificareCasi di studio e prospettive al convegno del CNCC

di Cristina Giua

“Più efficienza e dunque meno costi” è uno dei man-tra su cui convergono gli interessi del mondo del retailer, della proprietà e dei gestori. In particolare sotto l’aspetto tecnico-impiantistico legato agli im-mobili e al consumo energetico: ma non solo, perché ogni aspetto del ciclo di vita di uno shopping center può essere ottimizzato, dal consumo dell’acqua, alla quantità di rifiuti prodotti. Non è un caso dunque che al tema complesso della riqualificazione il CNCC ab-bia dedicato un convegno dal titolo Deep Renovation. Motore dell’incontro, che si è svolto il 14 luglio presso il CentroSarca di Sesto San Giovanni, è la Commis-sione Architettura tecnica e sostenibilità (ATS), cre-ata dal CNCC giusto un anno fa. Alla Commissione, presieduta da paolo Facchini, chairman & partner di lombardini22, l’incarico di studiare gli interventi di revamping degli shopping center, sottoposti al pas-sare del tempo e alla necessità di essere “ripensati” alla luce di nuovi criteri e obiettivi di gestione.

massImo morettI

Persona

cncc

socIetà

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22Scentri commerciali: parola d’ordine riqualificare

Dopo il saluto di benvenuto del presidente del cncc Massimo Moretti, la parola passa a Paolo Facchini, in veste di moderatore dei tre panel che si sono suc-ceduti nel corso del pomeriggio e che premette, pri-ma di dare il via all’incontro: “oggi parleremo di temi tecnici, ma facilmente comprensibili anche a chi si occupa del settore, ma tecnico non è”. Premessa mantenuta, per quanto possibile, visto che sul palco ha trovato spazio un ampio ventaglio di interventi su case history e best practice legate agli interventi di recupero di immobili retail italiani, tedeschi, francesi, turchi e spagnoli. Numeri e dati, ma soprattutto modus operandi: il punto di partenza, dove i relatori tornano più volte, è, infatti, il monitoraggio energetico, che permette di ot-tenere uno storico dei costi, su cui analizzare i punti più energivori del sistema centro commerciale. Par-tono da lì gli interventi sugli edifici per ridurne l’im-patto energetico e aumentarne allo stesso tempo la sostenibilità. Al termine del convegno l’impressione è che da parte degli operatori italiani l’attenzione su questi temi ci sia e che anzi sia maturata parecchio nel corso degli ultimi anni, a fronte di potenzialità di riduzione dei costi che in molti casi hanno margini di miglioramento notevoli: rischioso in questo caso generalizzare e dare una quantità fissa per tutti, ma l’esperienza di alcune riqualificazioni parla di un 30% di taglio su alcune voci di costo energetico.

Paolo facchInI

Persona

l22

socIetà

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servizio

Il rinnovo sostenibiledegli shopping center

QItvservizio e IntervIste

intervista

la “deep renovation”investe i centri

commerciali italianiMassimo Moretti, CNCC

intervista

il monitoraggio energetico negli immobili retailMarco Beltramo, SIRAM

intervista

l’efficienza degli impianti nei centri commerciali

Davide Grimaldi, CLIVET

23Scentri commerciali: parola d’ordine riqualificare

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LA BANCA D’ITALIA AVVIA LA VENDITADI UN IMMOBILE SITO NEL CENTRO STORICO

DI MATERA SENZA BASE D’ASTA

La Banca d’Italia intende alienare l’immobile di Matera, Piazza San Francesco n. 2 con una procedura di vendita senza base d’asta.

Si tratta di un asset immobiliare costituito da due corpi di fabbrica, libero ed in buono stato di conservazione, situato nel centro storico della città, con una superficie commerciale complessiva di circa 3.960 mq.

L’edificio principale è adibito in via prevalente ad uso ufficio (seminterrato, piano rialzato e 1° piano) e ad uso abitativo (2° e 3° piano). L’edificio secondario si sviluppa su tre livelli, con accesso da Piazzetta Cittadinanza Attiva.IPE compreso tra 16,45 e 244,83 kWh/m²anno. Classe energetica compresa tra Ee G.

Il termine per la presentazione delle manifestazioni di interesse di acquisto è il27 luglio 2016.

Per maggiori informazioni e dettagli, www.bancaditalia.it/chi-siamo/beni-immobili

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workshop

la sicurezzacome valoreper gli edifici

12 luglIo 2016copernIco 40

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25Squanto valore per gli edifici dalla sicurezza?

quanto valore per gli edificidalla sicurezza?

Il nuovo workshop de ilQI su un tema di attualità

di Marina Bettoni

Siamo giunti già al settimo workshop organizzato pres-so la nostra sede. Questa volta vi proponiamo un tema sul quale non cala mai l’interesse: la sicurezza. Nella fase di organizzazione, nello sviluppare questo argo-mento, ci siamo chiesti come potesse essere legato al miglior ciclo di vita di un edificio, alla sua valorizzazione e alle attività che normalmente le persone vi svolgono: l’abitare, il lavoro, lo shopping per esempio. La scelta è caduta sul dare un taglio il più possibile multidisciplinare a questa mattina di lavoro, declinan-do l’argomento in 4 panel di discussione: la sicurezza statica degli edifici, gli edifici intelligenti, la vigilanza egli impianti di sicurezza e la sicurezza ambientale.

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26Squanto valore per gli edifici dalla sicurezza?

GIancarlocavazzonI

Persona

luca benettI

Persona

Abbiamo invitato nei nostri studi un gruppo qualifi-cato di speaker e ospiti, che per un’intera mattina si sono alternati tra lo studio TV per le riprese e la sala riunione dove venivano trasmesse in diretta le tra-smissioni e si accendevano conversazioni. In coda a questo articolo potete rivedere le quattro trasmissio-ni cliccando sui video.La sicurezza statica degli edifici è stata al centro del primo panel di discussione con giancarlo cavazzoni di cavazzoni e associati e luca benetti di stahlbau pichler. Un tema che spesso torna al centro dell’at-tenzione, in un Paese come il nostro ad alto rischio sismico: “In Italia la solidità e la sicurezza statica dell’edificio sono tradizionalmente affidate al cemen-to, poca la cultura dell’uso dell’acciaio”, ha sottoline-ato Luca Benetti. Esperienza quella del sisma vissuta in prima persona da Giancarlo Cavazzoni, ingegnere originario proprio di Reggio Emilia che ha spiegato come un edificio, sia residenziale sia destinato a uso produttivo, per quando bello e ben costruito per es-sere sicuro e produttivo deve essere progettato inte-grando sempre di più impianti, strutture e tecnologia. Se si vuole dare valore all’edificio la statica non deve essere di interesse solo per gli strutturisti. Chiedia-moci per esempio quali costi hanno le anomalie nel tempo.

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27S

Gli edifici cosiddetti “intelligenti” possono allora cre-are valore? Sì, secondo gli speaker del secondo pa-nel: Fabio bruschi, Honeywell building solutions, alex nuhi, akno business parks, andrea barba-ro, cbrE. I sistemi che popolano gli smart building “possono essere considerati vere e proprie entità in grado di prendere decisioni corrette in base alle in-formazioni che ricevono – ha spiegato Fabio Bru-schi – generando dati da integrare nell’IOT grazie al Building Management System (BMS) che è l’infra-struttura che da ‘intelligenza’ all’edificio”. Andrea Barbaro spiega invece come l’aspetto della sicurez-za è oggi un asset intangibile nelle svariate destina-zioni d’uso degli edifici, in particolare per quelli che sono aperti al pubblico (uffici o centri commerciali). Ma i clienti investono in sicurezza? Negli ultimi anni l’investimento sembra aumentato: se negli ultimi anni per esempio per i centri commerciali era nell’or-dine del 10%, i dati più recenti mostrano un 15%, no-nostante i tagli dovuti alla crisi. Conferme che arri-vano anche da Alex Nuhi per il settore logistico che spiega come l’investimento si distribuisce in security, safety e sicurezza ambientale. Non solo gli stranieri chiedono oggigiorno di alzare gli standard qualitativi della sicurezza, forte l’attenzione anche a livello na-zionale.

quanto valore per gli edifici dalla sicurezza?

alex nuhI

Persona

andrea barbaro

Persona

fabIo bruschI

Persona

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Nel terzo panel si entra più dettaglio della sicurezza intesa anche come vigilanza, valore imprescindibile per il cliente finale. Ne hanno discusso carlo Mastran-gelo di united risk Management e renato ricciardi di sicuritalia. La sicurezza è il primo elemento che con-diziona la scelta del compratore, non solo in ambito residenziale ma anche in tutti quei luoghi che le per-sone frequentano per i più svariati motivi. Un tema complesso quello della vigilianza che va a toccare anche le problematiche delle aree urbane degradate. Infine, ma non ultima per importanza, la rilevanza della sicurezza ambientale che i nostri speaker han-no discusso dando evidenza al tema della comples-sità normativa e giuridica di questo specifico ambito. Quello della sicurezza ambientale e delle bonifiche è, infatti, un settore che secondo Mario cigno di baker & McKenzie studio legale necessità di maggiore chiarezza e semplificazione, e che tuttavia ci invita a considerare maggiormente per la qualità delle norme che per la quantità, anche in un’ottica più europea. a paolo tininini di corbat abbiamo chiesto invece quanto le norme aiutano gli imprenditori. “Oggi l’as-sistenza legale è diventata indispensabile in questo ambito in quanto le leggi si sono ulteriormente com-plicate e moltiplicate” ci ha risposto. A questo punto vi invitiamo a guardare le quattro tra-smissioni!

quanto valore per gli edifici dalla sicurezza?

carlomastranGelo

Persona renatorIccIardI

Persona

marIo cIGno

Persona

Paolo tInInInI

Persona

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la sicurezza staticadegli edifici

Giancarlo Cavazzoni, Cavazzoni AssociatiLuca Benetti, Stahlbau Pichler

copernico 40

i video su qitv

la sicurezza negliedifici intelligenti

Fabio Bruschi, Honeywell Building SolutionsAlex Nuhi, Akno Business Parks

Andrea Barbaro, CBRE

copernico 40

vigilanza, sicurezzainformatica, impianti

di sicurezzaCarlo Mastrangelo, United Risk Management

Renato Ricciardi, Sicuritalia

copernico 40

la sicurezza ambientaleMario Cigno, Baker & McKenzie Studio Legale

Paolo Tininini, Corbat

copernico 40

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Stiamo selezionando 20 immobili in Italia,

che rappresentino l’eccellenza della filiera

immobiliare italiana e siano espressione della

sinergia tra il costruito e la tecnologia.

L’opera, in lingua italiana e inglese, verrà presentata in anteprima il prossimo

10 novembre in occasione del convegno “Italia Futura” in cui

sarà consegnata la prestigiosa Pentola d’Oro 2016 de ilQI.

CONTATTACI PER SEGNALARE UN BUILDING: serviceilqi.it | +035 211356

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IL TESTO E LE IMMAGINI FONDERANNO IN UN UNICO CONTENUTO LE ESPERIENZE DI:

DEVELOPER INVESTITORI PROGETTISTI ARCHITETTI

FORNITORI DI COMPONENTISTICA E IMPIANTI

IMPEGNATI NELLA REALIZZAZIONE DI EDIFICI INNOVATIVI IN TERMINI DI QUALITÀ

E SOSTENIBILITÀ, PORTATI A TERMINE NEGLI ULTIMI ANNI IN ITALIA.

ilQI premio copernico de ilqi

Tra le aziende manifatturiere presenti nell’opera verrà selezionata e premiata con la prima edizione

del premio Copernico de ilQI, quella che ha saputo portare la soluzione più innovativa

nella realizzazione di un building di qualità e sostenibilità.

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ilQI

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31Sfocusqi h1: mercato in ripresa, ma travagliata

focusqi h1: mercatoin ripresa, ma travagliata

Seconda edizione del volumeche traccia il bilancio dei primi sei mesi del 2016

di Elena Curnis

Il primo semestre 2016 è stato positivo per il mercato immobiliare italiano, che ha visto una crescita delle transazioni e un ritrovato interesse da parte degli inve-stitori internazionali in quasi tutti i comparti. Sono queste le principali indicazioni che emergono dal nuovo numero di FocusQI H1 2016, online dallo scorso lunedì, che abbiamo realizzato elaborando i dati dei primi sei mesi del mercato immobi-liare, grazie anche ai contributi dei principali manager delle società di consulenza, ricerca e advisoring operanti in Italia, che hanno illustrato anche le prospettive per il prossimo futuro.

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32Sfocusqi h1: mercato in ripresa, ma travagliata

Prospettive, però, che paiono molto incerte: a ‘rovi-nare’ il buon semestre è arrivato, proprio alla fine di giugno, l’esito del referendum della Brexit. L’inaspet-tata scelta UK di uscire dall’Unione europea, ha de-stabilizzato anche il mondo del real estate italiano. Gli operatori che hanno collaborato alla realizzazione del FocusQI H1 si dicono preoccupati, perché si apre per il panorama europeo una nuova fase di incertez-za che potrebbe portare instabilità anche all’immobi-liare italiano.Tornando all’analisi del primo semestre del mercato possiamo dare un giudizio molto positivo per le tran-sazioni e l’interesse degli internazionali verso com-merciale e uffici che fa segnalare una netta crescita. Bene il semestre anche per l’alberghiero e per il retail che ha visto un aumento anche della pipeline. Anche il settore residenziale fa registrare dati in crescita, mentre più stabile la situazione nel logistico.Visto l’interesse riscontrato lo scorso anno dai player, anche internazionali, per il FocusQI dedicato all’an-damento del mercato (sia per quello del primo se-mestre, sia per quello annuale), abbiamo deciso di tradurre interamente il FocusQI H1; la versione in in-glese sarà disponibile per il download gratuito dalla prossima settimana.Al FocusQI H1 2016 hanno contribuito con la realiz-zazione di un articolo: Nomisma, Scenari Immobilia-ri, CNCC, CRIF, Assoimmobiliare, REAG Duff&Phelps, BNP Paribas Real Estate, IPI, JLL Italia, Colliers In-ternational Italia, CBRE Italia, Cushman & Wakefield Italia, Gabetti Property Solutions, World Capital, GVA Redilco, Sigest, Tecnocasa, Casa.it, RE/MAX, Horwa-th HTL.

provenienzaacQuirenti

H1 2016 (vs H1 2015)

65%

34%

1%

26% 72% 2%

ital

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2015:

scaricail pdf!

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LA BANCA D’ITALIA AVVIA LA VENDITADI UN IMMOBILE NEL CENTRO STORICO

DI VARESE SENZA BASE D’ASTA

La Banca d’Italia intende alienare l’immobile sito in Varese, Via Cavour n. 21 con una procedura di vendita senza base d’asta.

L’immobile, con una superficie lorda di circa 2.784 mq oltre spazi esterni, è composto da un unico corpo di fabbrica di 2 piani fuori terra con sottotetto, piano interrato e cortile interno. IPG: l’immobile è esonerato dall’Attestazione di Certificazione Energetica ai sensi del punto 9.6 della DGR Lombardia n. VIII/8745.

Il termine per la presentazione delle manifestazioni di interesse di acquisto èil 22 luglio 2016.

Per maggiori informazioni e dettagli, www.bancaditalia.it/chi-siamo/beni-immobili

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34Sla “potenza” inafferrabile del profumo

la “potenza” inafferrabile del profumo

La sperimentazione di MOOD Milanoin uffici, hotel e negozi

di Roberta Minardi

Una delle paure più radicate nel genere umano è la perdita del controllo su quanto accade intorno e, so-prattutto in quest’epoca durante la quale si è presa sempre maggiore coscienza dell’essere vittime di manipolazione da parte dei media, l’uomo cerca di rimanere in costante allerta verso qualsiasi stimolo che arrivi dall’esterno e che lo induca ad una rispo-sta che esuli dal suo volere. Siamo tutti consapevoli che spesso i nostri sensi ci tradiscono e cerchiamo di mantenere lucidità e obiettività nell’agire e nell’o-perare le nostre scelte e tentiamo di farlo in maniera consapevole. Ma quando si parla di olfatto ciò risulta praticamente impossibile.

Nonostante oggi si utilizzino in prevalenza l’udito e la vista, l’uomo ha mantenuto la sua innata e inconsa-pevole capacità di risposta agli stimoli che derivano dall’olfatto. Il ruolo fondamentale che questo senso esercita sull’uomo si evidenzia sia sul fisico sia sulla mente, infatti non è raro che la percezione di odori particolari possa rievocare e scatenare ricordi che si ritenevano sepolti nella memoria. Proprio a causa di queste inconsapevoli e inarresta-bili risposte emozionali, molte aziende stanno speri-mentando l’utilizzo di aromi e profumi per ottimizza-

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35Sla “potenza” inafferrabile del profumo

re il risultato di eventi, per indurre i clienti all’acquisto o per stimolare positivamente i propri collaboratori.Gli aromi, infatti, svolgono anche funzioni importanti come: attenzione, protezione, allerta e risultano quin-di assai utili anche per il mantenimento della salute umana. È facile prevedere che gli aromi evocatori di momenti di vacanza avranno un effetto anti-stress, e che quelli che ricordano la casa e la famiglia saranno maggiormente rassicuranti e rilassanti.La psicologia del profumo dipende in primo luogo dalla psicologia dell’olfatto, vale a dire dell’effetto che l’odore produce sul sistema nervoso e sulla psi-che umana attivando il sistema endocrino in modo costante e prevedibile: com’è stato dimostrato dai ri-cercatori nel campo della psico-aromaterapia, alcuni aromi sono veri e propri archetipi di un linguaggio.Il Marketing olfattivo di cui spesso si parla , è basato sulle ultime scoperte nei campi della fisiologia e della psicologia dell’olfatto. L’elaborazione di un logo ol-fattivo o la tematizzazione di un ambiente si opera in funzione del bersaglio che ci si prefigge di raggiun-gere e lo stimolo olfattivo parla all’inconscio in modo assai più eloquente e convincente di un discorso. Potendo prevedere l’effetto di un gran numero d’odo-ri, ci si è messi all’opera per sfruttarne il risultato.

Alcune imprese in Giappone, infatti, ormai da diversi anni profumano i propri uffici con la finalità di opera-re un’influenza sui dipendenti: essenza di limone al mattino per stimolare l’attenzione e la produttività, odori di fiori nel pomeriggio per prolungare la resi-stenza, profumo di bosco alla sera per trasmettere una sensazione di ottimismo. L’analisi di tutti questi aspetti ha portato MOOD Mi-lano e i professionisti che con lei collaborano, a la-vorare sugli effetti di alcune fragranze per offrire o

mood

socIetà

roberta mInardI

Persona

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creare insieme ai propri clienti aromi selezionati in base alle prevedibili reazioni che producono. Abbiamo sperimentato, ad esempio, quanto un’essenza dalla funzione stimolante possa contrastare gli effetti soporiferi di certi interminabili eventi creando maggior sinergia con il pubblico, oppure un aroma frizzante riesca a trasmettere energia e maggior determinazione a un gruppo di venditori e ne influenzi le prestazioni finali o ancora, è stato sperimentato, anche in occasione di Fiere come il SIA di Rimi-ni nel 2015, quanto un aroma a base di agrumi e basilico possa attrarre e creare maggiore interesse e predisporre all’ascolto i clienti.Aromi e profumi quindi sono già una realtà e un potente strumento del marketing.MOOD Milano, lavorando da anni per migliorare le performance degli ambienti legati al benessere SPA e centri wellness, ha studiato e ideato, in collaborazio-ne a noti “nasi” nazionali e internazionali, una linea di fragranze naturali con olii essenziali, create in funzione di trasmettere effetti precisi sulle emozioni e con-seguenti stati d’animo. Ecco che sono state create le ‘Fragranze Funzionali’, un menù di fragranze innovative e accattivanti che permettano, inserite in ambienti e in momenti studiati e pianificati di esercitare effetti positivi sull’uomo e sul suo benessere.Negli uffici e servizi al pubblico è stato verificato che inserire una fragranza a base di finocchio, melissa, mirra e pino consente di abbassare il livello di tensione e di stress aumentando la capacità di relazione con il pubblico e una migliore capacità di gestione delle situazioni di stress; differentemente nelle aziende, soprattutto in ambienti open-space, dove risulta più utile mantenere un livello di attenzione e

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un’alta capacità di concentrazione, sono state spes-so studiate e proposte fragranze a base di eucalipto e limone. Infatti, come è stato anche dimostrato da recenti studi ad opera di Vittoria Neri Counselor, se l’ambiente lavorativo è profumato al limone chi la-vora al computer compie il 54% di errori di battitura in meno, con il gelsomino il 33% in meno e il 20% in meno con la lavanda.Differente è stata negli anni la richiesta da parte de-gli esercizi commerciali e delle catene: alcune han-no preferito trovare una fragranza che identificasse il loro marchio e la loro mission, altri hanno scelto di creare una relazione con la stagione e con i prodotti venduti.Per gli hotel la diffusione di una gradevole fragranza nelle aree comuni trasforma il soggiorno dell’ospite in un’esperienza memorabile.Molte catene internazionali hanno adottato con suc-cesso questo tipo di comunicazione emozionale ot-tenendo ottimi risultati sulla fidelizzazione e sulla soddisfazione del cliente, nonché sulla sensazione di pulizia e di cura degli ambienti. Lavorando sulla memoria olfattiva, in un’ottica di strategia di comu-nicazione, altre catene hanno fatto tesoro di quan-to riportato dagli studi di Fred Dale, esperto che ha dimostrato la superiorità della memoria olfattiva in una serie di esperimenti: mentre la memoria visual perde il 50% della propria intensità dopo 3 mesi, i ri-cordi legati alla sfera olfattiva perdono solamente il 20% della propria intensità anche dopo un anno. Concludendo, per lasciare un sensibile e indelebile ri-cordo che possa segnare in maniera permanente la mente delle persone nulla è più potente di una nota aromatica abbinata a una fantastica esperienza!

aromatiCoNfort è un’azienda italiana

che parte dal concetto della stimolazione

sensoriale degli aromi sull’umore e sugli stati

d’animo. Si avvale di materie prime altamente selezionate e certificate di provenienza italiana,

francese e tedesca. Il continuo sviluppo in

ambito aromatico offre al consumatore tecnologie innovative sicure e dalle

alte prestazioni e dal ricercato design.

mood milaNo

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qitv

Fino a qualche anno fa, acquistare casa dal co-struttore era un processo molto pericoloso, legato alle sorti della società edile stessa. Oggi però esi-stono tutele previste dalla legge, che intervengono a partire dalla fase delle trattative per approda-re anche in sede di contratto definitivo. Ne parla arrigo roveda, presidente del Consiglio Notarile di Milano, in questa nuova puntata del ciclo Comprar casa senza rischi nella trasmissione Formazione Real Estate.

formazione e notai: l’acquistodal costruttorecopernico 40

formazione

In questo Forum dedicato alla valutazione alber-ghiera sono ospiti pierpaolo Mazzella di aedes real Estate sgr, dario leone di cushman & Wa-kefield, danilo papaleo di Mazars. I tre ospiti pre-sentano un progetto partito qualche anno fa dal board di RICS che riguarda le destinazioni turistico ricettive. Il documento è il risultato di un tavolo di lavoro che si è occupato di capire quanto il valore di un albergo sia legato alla gestione alberghiera. Valore dell’immobile gestione dello stesso sono infatti strettamente connessi. Nel forum viene il-lustrata anche la metodologia di una valutazione secondo le diverse tipologie alberghiere.

come si valuta un albergo?copernico 40

forum

S 38Sqitv

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Il progetto dell’Eastgate Park di Portogruaro sta vivendo una nuova fase di rilancio dove la desti-nazione industriale e logistica si intreccia con un futuro legato allo sviluppo del territorio anche in chiave turistica o più commerciale. In studio Fran-cesco allegretta di Celtic Italy, Paolo Bellotto già assessore dello sviluppo del territorio del Comune di Portogruaro, Presidente di Polins e attualmente dirigente di MAW, e Fabio vendrame, Direzione La-vori e Fabbricati dell’Eastgate Park.

eastgate park: propostaper la nuova “city” logisticscopernico 40

progetti

Lo stato di salute migliora, anche se si tratta di un recupero più incerto e lento del previsto. Questa l’indicazione di fondo emersa nel corso del conve-gno di presentazione dell’Osservatorio Nomisma sul mercato immobiliare italiano. Il dossier, presen-tato a Milano il 13 luglio 2016 nella sala delle Colon-ne di BPM, ha preso in esame il primo semestre di quest’anno in 13 grandi città italiane.

nomisma: lo stato di salutedell’immobiliare migliora, lentamentemilano

servizio

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Il rapporto con le banche che finanziano l’acquisi-to di immobili e le novità normative sugli standard di valutazione sono al centro dell’intervista con Federica selleri, responsabile valutazioni crIF real estate service, in occasione della presentazione al pubblico del’Osservatorio Nomisma sul mercato immobiliare italiano del primo semestre del 2016.

selleri: banche e standard valutativimilano

intervista

Brexit, andamento dei prezzi delle materie prime e altri eventi di economia internazionale pesano an-che sugli immobili. A tracciare il quadro generale è andrea Goldstein, Managing director nomisma, a margine della presentazione del secondo Osserva-torio Nomisma 2016 sul mercato immobiliare ita-liano.

goldstein: brexit ed economia internazionale influenzano il mercatomilano

intervista

luca Dondi dall’orologio, Head RE di nomisma, commenta per ilQI i dati e le tendenze emerse dalla presentazione dell’Osservatorio sul Mercato Immo-biliare con un occhio al rallentamento della dina-mica di ripresa, dovuto anche all’instabilità econo-mica globale e al comportamento delle banche in relazione al sostegno al settore.

dondi: dati e tendenze dall’osservatorio nomisma 2016milano

intervista

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il social housing in italia cresce grazie alle iniziati-ve di operatori specializzati come Investire SGR che sta mettendo sul mercato una serie di progetti de-dicati che cercano di abbinare una qualità dell’abi-tare a canoni sostenibili per le fasce fuori mercato. Ne parla Fabio carlozzo, Investire sGr, a margine della presentazione del rapporto Nomisma 2016.

carlozzo: investire sgr concentratasu progetti di housing socialemilano

intervista

La ripresa c’è, anche se corre a velocità diversa in ciascuna delle 13 grandi città prese in esame dall’Osservatorio Nomisma sul mercato immobilia-re italiano del primo semestre del 2016. Ne parla elena molignoni, analista economico nomisma, a margine della presentazione del rapporto.

moligoni: diverse velocità di crescitadelle città italianemilano

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