15/12/2010 - Rassegna Stampa

73
GIORNALI LOCALI

description

Rassegna Stampa Università

Transcript of 15/12/2010 - Rassegna Stampa

Page 1: 15/12/2010 - Rassegna Stampa

GIORNALI LOCALI

Page 2: 15/12/2010 - Rassegna Stampa

Cartelli al Rettorato, guerriglia al Senato

A Firenze simbolica occupazione del Rettoratoda parte del personale universitario di Cgil, Cisl,Uil, dei ricercatori, dei lavoratori in appalto. Stri-scione con «No alla riforma» e bandiere della pa-ce per ribadire che «le Università rischiano la pri-vatizzazione e che - mentre si tolgono fondi perla ricerca - si aumenta la spesa per le armv>,

A Roma le manifestazioni che in mattinata han-no attraversato pacificamente la città sono poi sfo-ciate in scontri violenti. Protagonisti i black block,che verso le 15 hanno preso la testa del corteo de-gli studenti universitari, con pietre, bombe carta ebastoni contro le forze dell'ordine. A fine giornatail bilancio è di 57 agenti feriti, 41 i fermati.

Page 3: 15/12/2010 - Rassegna Stampa

La protesta a Firenze, mentre a Roma si votava alla Camera e al Senato la fiducia al governo

-Rj*.cercaton* occupano íl R_ettorato' Yu rio~ Gelmini nrm premia affatto ipiù meritevoli"

FIRENZE - Occupato "simbolica-mente" il rettorato dell'ateneo fio-rentino, in segno di protesta controil Governo e la riforma Gelminidell'università, nel giorno in cui aRoma si votava la fiducia al pre-mier Berlusconi. Autori del blitzsono stati circa 30 ricercatori, alcu-ni dei quali sono entrati nell'edifi-cio esponendo dalle finestre stri-scioni con le scritte "Il futuro sigioca a scuola", "No alla riforma" ebandiere multicolori della Pace. Al-tri sono rimasti fuori esponendocartelli con lo slogan, tradotto invarie lingue "salviamo l'istruzionepubblica"."Abbiamo deciso di 'rispolverare'in questa occasione le bandiere del-la Pace perché con la Finanziaria ilgoverno taglia il 9% dei fondi al-l'Istruzione, mentre aumenta del-l'8% le spese per gli armamentibellici" ha spiegato il lettore di In-glese della Facoltà di Lettere e se-gretario Flc Cgil Università di Fi-renze John Gilbert. "Questa iniziati-va - ha aggiunto - è pensata in soste-gno agli studenti fiorentini che pro-testano nella capitale: noi, con lo-ro, speriamo che il Governo cada,e che questa pessima riforma siaaffossata e finisca in un binariomorto".Marco Biffi, che da gennaio saràrappresentante dei ricercatori nelcda dell'ateneo fiorentino, ha attac-cato il ministro Gelmini: "Questariforma è stata presentata come la

riforma della meritocrazia; a me pe-rò risulta che lei stessa sia andata afare un concorso in Calabria per-ché a Brescia non riusciva a supe-rarlo; mi risulta che non abbia alcu-na competenza in ambito di scuolae università". Alla manifestazione,spiega una nota, hanno aderito, trale varie sigle, Cgil, Uil, coordina-mento dei ricercatori dell'universi-tà di Firenze e coordinamento deiprecari universitari.Un presidio di una ventina di perso-ne, contro il governo e il ddl Gelmi-ni, è stato organizzato di fronte allasede della prefettura di Firenze nelprimo pomeriggio di ieri: ad orga-nizzarlo sono stati alcuni studenti,appoggiati da Rifondazione comu-nista e Cgil."Siamo qui per sostenere i ragazzinella loro battaglia contro un ddlnegativo, da abbattere, e per ribadi-re la nostra contrarietà ad un gover-no traballante e politicamente fini-to", ha spiegato durante la protestail segretario provinciale di Rifonda-zione Comunista Andrea Malpezzi.Durante il presidio gli esponenti diRifondazione hanno anche attivatoanche un banco di vendita di "aran-ce metalmeccaniche": `11 ricavatoche otterremo vendendo questafrutta - ha detto Malpezzi - saràutilizzato per sostenere le vertenzedei lavoratori toscani di due azien-de del settore metalmeccanico ingrave crisi, la ex Mabro di Grossetoe la Eaton di Massa".

Protesta I ricercatori hanno occupato il Rettorato a Firenze

Page 4: 15/12/2010 - Rassegna Stampa

E A SIENA STRISCIONE DALLA TORRE DEL MANGIA

Il copione si ripete: rettorato «okkupato», ma senza proposteCome da copione , una trentina di ricercatori ieri ha certi termini sono indigesti a molti prof "rossi" e altret-«okkupato» simbolicamente il rettorato dell'ateneo fio- tanti ricercatori che ricercano da una vita forse senzarentino, in segno di protesta contro il governo e la rifor- produrre niente di importante per il Paese . Cerchiamo dima Gelmini. I ricercatori sono entrati nell'edificio in piaz- far prevalere il buon senso : chi oggi rema contro, saleza San Marco esponendo dalle finestre striscioni con le sui tetti, si scaglia contro le forze dell'ordine e favoriscescritte Al futuro si gioca a scuola» , «No alla riforma' e il blocco della didattica lavora solo per una ristretta cer-bandiere multicolori della Pace. Altri sono rimasti fuori chiadi personaggi che finorahanno sempre vissuto tran-esponendo cartelli con lo slogan , tradotto in varie lingue quilli all'ombra di privilegi o baronie.«salviamo l ' istruzione pubblica» . Proposte più concrete , Intanto, sulla sommità della Torre del Mangia a Sienano. Nell'occasione si sono riviste le bandiere della pa - ieri è stato affisso uno striscione con la scritta «Sì allace. «Abbiamo assistito alla solita occupazione scuola , no alla guerra» , esposto per circa dieci minuti.`simbolica' del rettorato per denunciare la presunta fine La Torre è stata chiusa ai turisti per qualche minuto e glidell'Università pubblica. Il problema per queste perso - autori del gesto sono stati identificati dalla municipale:ne è un altro : presto nascerà una nuova università fatta sono due ragazzi di Siena , uno studente universitario edi meritocrazia , efficienza e qualità. Sappiamo bene che uno delle scuole superiori.

Page 5: 15/12/2010 - Rassegna Stampa

I ricercatori occupano il rettorato:piazza San Marco diventa un tazebaoNel pomeriggio presidio di Rifondazione comunista e Cgil davanti alla prefettura

STUDENTI universitari a Roma,ricercatori in piazza San Marco.Uniti da un unico filo conduttore:la protesta contro la riforma Gelmi-ni. Ieri mattina, mentre la Cameravotava la fiducia al governo Berlu-sconi, una trentina di ricercatoridell'ateneo fiorentino ha occupatosimbolicamente il rettorato, espo-nendo dalle finestre striscioni conle scritte «Il futuro si gioca a scuo-la» e «No alla riforma». In piazza lebandiere di Cgil e Uil e cartelli congli slogan «Salviamo l'istruzionepubblica», «Più futuro più demo-crazia», tradotti in varie lingue.«Questa iniziativa - ha spiegatoJohn Gilbert lettore di inglese dellafacoltà di lettere e segretario FlcCgil dell'università - si svolge incontemporanea in diversi rettoratidi tutta Italia. Abbiamo ricevuto lasolidarietà del rettore, che per noi èmolto importante. L'occupazioneè un modo per tenere alta l'attenzio-ne sul territorio, mentre gli studen-ti sono a Roma a manifestare con-tro questa pessima riforma che nonpremia il merito. Quando il mini-stro Gelmini dice il contrario è inmala fede, perché da quattro anniaspettiamo la creazione dell'istitu-

spese per gli armamenti bellici».Boccia la riforma (e il ministro Gel-mini) Marco Biffi, che da gennaiosarà rappresentante dei ricercatorinel cda dell'ateneo fiorentino:«Quando la Gelmini dice che chiprotesta sta con i baroni usa sloganpopulisti, è vero semmai il contra-rio, la sua riforma non dà certezze anoi ricercatori». E Isabella Gagliar-di, portavoce del coordinamento ri-cercatori dell'università aggiunge:«Da mesi chiediamo invano unconfronto con la Gelmini, ritenia-mo necessaria una riformadell'Università, ma non questa,non così, senza aver ascoltato an-che la nostra voce». All'occupazio-ne simbolica del rettorato hannoaderito Cgil, Uil, coordinamentodei ricercatori dell'università di Fi-renze e coordinamento dei precariuniversitari.E ieri pomeriggio, quando le spe-ranze del mondo universitario si so-

no infrante contro l'esito del votoalla Camera, una ventina di studen-ti, appoggiati da Rifondazione co-munista e Cgil, ha organizzato unpresidio contro il governo e la rifor-ma Gelmini davanti alla sede dellaprefettura. «Siamo qui per sostene-re i ragazzi nella loro battaglia con-tro un disegno di legge negativo,da abbattere, e per ribadire la no-stra contrarietà ad un governo tra-ballante e politicamente finito», haspiegato il segretario provinciale diRifondazione Comunista AndreaMalpezzi.Durante il presidio gli esponenti diRifondazione hanno anche attivatoun banco di vendita di `arance me-talmeccaniche'. «Il ricavato - haaggiunto Malpezzi - sarà utilizza-to per sostenere le vertenze dei lavo-ratori toscani di due aziende del set-tore metalmeccanico in grave crisi,la ex Mabro di Grosseto e la Eatondi Massa».

Agata Finocchiaro

I manifestanti hanno vendutole "arance metalmeccaniche"ai lavoratori ex Mabro ed Eaton

to nazionale di valutazione». Perl'occupazione avete rispolverato labandiera della pace, ha ragione ilministro quando dice che usate vec-chi temi? «No, il problema è attua-le perché con la Finanziaria il go-verno taglia il 9% dei fondi all'Istru-zione, mentre aumenta dell'8% le

pieni Sei A]arcn diccuLi wi Luelno

Page 6: 15/12/2010 - Rassegna Stampa

La facoltà di Scienze dellaformazione ha inauguratoieri un 'aula attrezzata construtture per gli studenticon disabilità . Nell'aula - alprimo piano di via Laura 48 -è presente una postazionemultifunzionale per diversetipologie di disabilità e unoscanner con sintesi vocaleper studenti non vedenti.

Occupazione al rettorato:lascia un commentoe guarda le foto.Clicca suwww.lanazione. it/firenze

I DUE BLITZNella foto grande l'occupazione

simbolica del rettorato con glistriscioni alle finestre

e in basso il presidio di Rifondazionecomunista e Cgil

davanti alla prefettura

Page 7: 15/12/2010 - Rassegna Stampa

I n 400 a Romacontro La GelminiSONO rientrati ieri notte icirca 400 studenti che inmattinata erano partiti daFirenze, a bordo di settepullman, per manifestare aRoma contro la riformaGelmini. «Eravamo in codaal corteo - racconta Catiadi Sabato, rappresentantedegli Studenti di sinistra -non siamo stati coinvoltinegli scontri, ma abbiamopercepito il clima ditensione e i tafferugli. E'stata una brutta giornata perl'università, ma la nostraprotesta non si ferma».

Page 8: 15/12/2010 - Rassegna Stampa

Agitazione Dai balconi bandiere della pace e striscioni: "Il futuro si gioca a scuola". "Sì al merito, no alla privatizzazione"

Università, i ricercatori occupanoCol sì al governo la riforma avanza e torna la protesta. Blitz simbolico in rettorato

Stefania Ressa

FIRENZE - Le proteste contro il DdlGemini non accennano minimamen-te a placarsi. Ieri mattina, mentre inParlamento si votava la fiducia al pre-sidente del consiglio Berlusconi, alcu-ne decine di lavoratori - tra ricercato-ri, docenti, lettori di madrelingua,personale tecnico amministrativo esigle sindacali (Cgil, Cisl, Uil e Snals)hanno occupato simbolicamente ilRettorato in piazza San Marco. Hannosventolato e srotolato dalle finestredell'edificio striscioni con su scritto:"No alla riforma" e "Il futuro si gioca ascuola", e bandiere della pace colorarcobaleno. "Oggi è una giornata dimobilitazione nazionale - ha com-mentato John Cilbert, segretario Flc-Cgil e lettore di madrelingua all'uni-versità di Firenze - il Governo ha mes-so letteralmente in ginocchio il pae-se. La nostra speranza è l'affossamen-to del disegno di legge Celmini (passa-to alla Camera ilio novembre e prossi-mamente al voto al Senato). Conti-nuiamo a volere - precisa Cilbert - unariforma basata sul merito e non sullaprivatizzazione". E aggiunge il sinda-calista: 'Ta nuova finanziaria prevedeun taglio alle spese del personale del-1'8% che significa 9o mila posti dilavoro in meno nel 2011. Inoltre sonostate aumentate dell'8% le spese perl'acquisto di nuovi armamenti. L'Ita-lia - incalza Cilbert - non sta investen-do nella formazione, basti pensare ai70 milioni tagliati agli Atenei".

Blitz in rettorato Gli striscioni srotolati ieri dai balconi di piazza S. Marco

Page 9: 15/12/2010 - Rassegna Stampa

Via Laura, aula per disabili

FIRENZE - Studiare e condividere la vita universitariain uno spazio senza barriere. La Facoltà di Scienzedella formazione dell'Università di Firenze ha inaugu-rato ieri un'aula attrezzata con postazioni e strumen-tazioni ideate per gli studenti con disabilità. Nell'aula- al primo piano della Facoltà, in via Laura 48 - èpresente una postazione multifunzionale per diversetipologie di disabilità e uno scanner con sintesi vocaleper studenti non vedenti. "All'Università di Firenzesono iscritti circa 36o studenti con disabilità - ha dettoSandra Zecchi, presidente del Centro studio e ricerchesulle problematiche della disabilità dell'ateneo fioren-tino - quest'aula si aggiunge a quelle delle Facoltà diPsicologia e di Medicina e Chirurgia". (caf)

Page 10: 15/12/2010 - Rassegna Stampa

Presidi di solidarietà in ToscanaIn 300 a Roma lontano dagli scontri

pullman nella Capitale per la manifestazione nazionale. Proteste a Sienae a Firenze con l'occupazione simbolica del Rettorato. Barducci: «Sono con voi»

SILVIA [email protected]

'è delusione nelle voci de-gli studenti di ritorno daRoma: in 336, a bordo di6 pullman organizzati da-

gli Studenti di sinistra, più unoriempito dal collettivo di Lettere,sono partiti ieri mattina alla voltadella capitale al grido"riprendiamoci il nostro futuro".Ma la speranza di assistere alla finedell'era Berlusconi e al definitivo af-fossamento della riforma Gelmini èstata vana: «Purtroppo era abba-stanza prevedibile» racconta Simo-ne, già in viaggio verso casa. Arriva-ti su ponte Margherita insieme alcorteo partito dalla Sapienza, lospezzone fiorentino ha deciso di la-sciare il corteo e allontanarsi dagliscontri in atto tra manifestanti e po-lizia: «Non siamo arrivati a piazzadel Popolo, era inavvicinabile».

In appoggio alla delegazionepartita per Roma, a Firenze ierimattina ricercatori, docenti preca-ri, addetti tecnici amministrativi elavoratori in appalto dell'ateneoaderenti a tutte le sigle sindacalihanno occupato simbolicamente ilRettorato di piazza San Marco.«Protestiamo contro un governoche parla di meritocrazia, ma nei

Lo striscione al Rettorato di Firenze

fatti fa altro: sono 4 anni che chiedia-mo l'Istituto nazionale di valutazio-ne!», ha spiegato l'italianista MarcoBiffi, che da gennaio sarà rappresen-tante dei ricercatori nel Consigliod'amministrazione. Dalle finestre so-no stati calati due grandi striscioniper dire no alla riforma, oltre ad alcu-ne bandiere della pace: «Non l'abbia-mo messe per caso - spiega l'inse-gnante di inglese e rappresentantedella Flc Cgil per l'ateneo John Gil-bert - la Finanziaria taglia il 9% deifondi all'Istruzione, mentre aumen-ta dell'8% le spese per gli armamenti

bellici. Soldi che serviranno a com-prare aerei 131 F35 in grado di tra-sportare ordigni nucleari: ma chi vo-gliamo bombardare?».

Contro le spese militari anche lostriscione che due studenti senesi,un liceale e un universitario, hannoesposto ieri mattina dalla Torre delMangia: «Sì alla scuola, no alla guer-ra». Pullman verso Roma sono partitianche dalla città del Palio, mentre glistudenti rimasti in città protestava-no in segno di supporto. E in solida-rietà agli studenti si è espresso ancheil presidente della Provincia di Firen-ze Andrea Barducci: «Sono solidale evicino a quanti" manifestano in que-ste ore in difesa del diritto allo studioe della ricerca. Hanno il diritto di ma-nifestare la loro contrarietà controquesta riforma e contro i tagli alla cul-tura». Le proteste sono proseguitenel pomeriggio, quando in via Ca-vour davanti alla sede della Prefettu-ra, studenti appoggiati da Rifonda-zione comunista e Giovani comuni-sti hanno allestito un banchino per lavendita di "arance metalmeccani-che": «Il ricavato che otterremo ven-dendo questa frutta - ha spiegato ilsegretario provinciale di Prc AndreaMalpezzi - sarà utilizzato per sostene-re le vertenze dei lavoratori toscanidi due aziende del settore metalmec-canico in grave crisi, la ex Mabro diGrosseto e la Eaton di Massa». v

Page 11: 15/12/2010 - Rassegna Stampa

GIORNALI NAZIONALI

Page 12: 15/12/2010 - Rassegna Stampa
Page 13: 15/12/2010 - Rassegna Stampa

n piazza Incendi e devastazioni provocati da duemila persone

«pisclielh»a :í__niccia accesa

dagli anarchici del NordROMA - Intorno alle 13 all'in-

gresso di via delle Botteghe Oscure,sotto il balcone dal quale si affaccia-va Enrico Berlinguer, un blindatodei carabinieri viene bersagliato dauna pioggia di sacchetti d'immondi-zia, qualche bastonata, un paio di pe-tardi. C'è una «carica di alleggeri-mento», come recita il gergo questu-rino. Pochi minuti e il corteo riparte.Quell'assalto fa parte della «dinami-ca concordata», secondo il linguag-gio dei manifestanti.

Anche lo sfondamento tentato po-co dopo a corso Rinascimento, versoil Senato, era previsto, completo di«fronteggiamento fisico» con le for-ze dell'ordine schierate in assetto an-ti-sommossa. Altra carica di allegge-rimento. Ma già qui, alcuni alzano ifazzoletti sul viso e abbassano i cap-pucci, prendono altre strade e si lan-ciano all'assalto delle vetrine dellebanche e di qualche auto costosa. So-no quelli venuti apposta per crearedisordini, quasi tutti da fuori: i servi-zi d'ordine degli spezzoni più orga-nizzati del corteo li individuano eprovano a isolarli. Ma si sapeva chesarebbero entrati in azione, ed è qua-si impossibile fermarli. Si può solotentare di tenerli a distanza.

Sono, per lo più, gli anarchici arri-vati dal nord-est, ma anche da Tori-no e da Bologna, dai centri socialiche raccolgono le realtà più estremi-ste. Duecento persone, forse più, maun numero molto ridotto rispetto altotale dei dimostranti. Addestrati edecisi quanto basta, però, a rovescia-re distruggere tutto quello che trova-no e scatenare un «effetto calamita»su molti altri ragazzi più rabbiosi

A testuggineLa " testudo"(testuggine) è unaformazione di fanteriausata dall'esercitoromano : i soldatiprocedevano compatti,creando un muroe un tetto di scudi.In piazza , ieri, glistudenti l'hannoricreata. Sugli scudi,titoli di opere letterarie

Giovanni B ianconi

0

sì una «dinamica di massa» (gergopolitico-militante) che è difficileconfinare nell'esplosione violenta diqualche «testa calda». Assomigliapiuttosto a una ribellione che nonconosce regole, tantomeno quellerappresentate dai blindati; che man-da in fumo i furgoni, attacca celerinie carabinieri (sbeffeggiati con i coridello stadio) e fa gridare «guardie in-fami» a qualche ragazzina che pas-seggia in via del Corso per tutt'altrimotivi. E si alimenta dell'«effetto zo-na rossa» che come dice Andrea Al-zetta, consigliere comunale di Ac-tion, «finisce sempre per far scattareun meccanismo di violazione».

La polizia di prevenzione parla di«non meno di duemila estremisti»che si sono abbandonati a distruzio-ni e incendi; magari saranno stati unpo' meno, ma certamente più diquelli che hanno acceso le primemicce. E gli oggetti rimasti a terra do-po le cariche, quando gli aggressorisi sono dispersi, testimoniano ches'è trattato di una guerriglia combat-tuta con le armi improprie trovatesul posto: bulloni, aste e pezzi di fer-ro, sampietrini, e tutto ciò che han-no potuto raccogliere e lanciare.Questo porta a dire che qualche di-sordine era certamente programma-to, ma ciò che è accaduto è andatooltre le previsioni grazie al recluta-mento sul campo di una nuova levadi violenti approdati allo scontro dipiazza prima ancora che alla politi-ca. È un aspetto che ha colto di sor-presa sia le forze dell'ordine che imanifestanti. E forse è il più preoccu-pante.

che politicizzati. Gio-vani e giovanissimi. Anche ro-mani. Alcuni universitari e altri cre-sciuti nelle curve degli stadi, chequando vendono un blindato o unadivisa partono a testa bassa.

Tutto questo - a differenza delle«dinamiche concordate» e delle «ca-riche di alleggerimento» - non eraprevisto. E sfugge di mano a tutti,manifestanti e forze dell'ordine chenon riescono più a governare la si-tuazione. Quando il serpente umanoraggiunge piazza del Popolo, i primiscontri ci sono già stati. L'idea dei

contestatori a voltoscoperto è quella di organizza-

re un'assemblea popolare, ma vienetravolta dagli eventi. Qualche agita-tore di professione più anziano pro-va a dire che basta, il corteo è riusci-to e si può tornare alle basi, ma inpochi lo ascoltano. Perché la parolad'ordine ormai è diventata «andia-mo sotto i palazzi del potere», e nes-sun mezzo blindato lo deve impedi-re.

Le facce dei ragazzini che comin-ciano a dare manforte a chi divellepanchine e segnali stradali, rimuovecassonetti e distrugge semafori, fini-scono per stupire perfino i capipopo-lo più adusi ai cortei degli ultimi an -ni. E fanno dire loro che stavolta èdiverso. Non ci sono più solo i «pro-vocatori» (linguaggio poliziesco) o«i compagni più incazzati» (espres-sione da dimostrante), ma anchetanti «pischelli», termine romane-sco per indicare giovanissimi senzaesperienza e per lo più sconosciutiche si accodano ai tumulti. Si crea co-

La "testuggine" neibassorilievi dellaColonna Traiana, a Roma

Page 14: 15/12/2010 - Rassegna Stampa

Barricate nel cuore Roma, cento feritiCortei degli studenti, irrompono i black l'loc. Raid alla Protezione civile e alla Borsa di Milano

ROMA - «Ge-no-va,Ge-no-va-». Dal corteo che sfi-la alle Botteghe Oscure a un trat-to s'alza questo grido cupo, dabrividi. La memoria subito tor-na sinistramente ai fatti del2001, Genova e il G8, la mortedi Carlo Giuliani. Brutto presen-timento. Roma, 14 dicembre2010, i movimenti antagonistisi danno appuntamento per«sfiduciare dal basso» il gover-no Berlusconi nel giorno delloshowdown alla Camera. Con lo-ro ci sono anche migliaia di stu-denti medi e universitari datempo in lotta contro la rifor-ma Gelmini: si sono autoribat-tezzati «book bloc» e avanzanoinfatti con degli scudi rettango-lari di gommapiuma che sem-brano libri. Ma non lo sono. LaCapitale è blindata e i manife-stanti si muovono con l'intento

La «zona rossa»L'obiettivo era sfondarela «zona rossa» cheproteggeva Montecitorio,Senato e Palazzo Grazioli

I

dichiarato (bastava scorrere i si-ti alla vigilia) di sfondare la «zo-na rossa» che protegge Monte-citorio, il Senato e Palazzo Gra-zioli (la residenza del premier).«Come a Londra..», gridano pu-re, pensando all'auto di Carlo eCamilla presa a calci. Polizia, ca-rabinieri e Guardia di finanzahanno chiuso le strade con gliautomezzi e gli agenti dietro so-no tutti schierati. In piazza ci so-no anche la Fiom, i terremotatidell'Aquila, le mamme vulcani-che di Terzigno, le neonate «Bri-gate Monicelly> e i disoccupatinapoletani che vorrebbero mar-ciare «uniti contro la crisi». Mapresto prendono il sopravven-to i black bloc, gli anarco-insur-rezionalisti venuti dal Nord-est

e dal Piemonte, gli ultrà roma-ni e napoletani con i caschi e icappucci neri. Bruciano auto-mobili (6 in tutto), un blindatodella Finanza e un furgoncinodei rifiuti, lanciano bombe-car-ta, palloncini di vernice e leta-me in via degli Astalli, attacca-no le banche sul corso VittorioEmanuele, sfondano in via delCorso, strappano le fioriere diBulgari sul lungotevere e i ce-stoni di ghisa dell'Aura per far-ne proiettili, terrorizzano nego-zianti e passanti lungo le viedello shopping. Alzano barrica-te incendiando reti e cassonettia piazza del Popolo e tiranosampietrini e benzina contro lapolizia che carica e rispondecon i lacrimogeni. Assaltano an-che la sede della Protezione civi-le di via Ulpiano. Traffico in tilt.Quattro ore di guerriglia urba-

Il corteo pacifico

Bornbc o-Auto incendiatee bombe cartaGli scontri in via dei Corsoe in piazza del Popolo

na e bilancio pesante: più diZoo feriti (57 tra le forze dell'or-dine, 62 tra i manifestanti) e 41fermati, accusati di violenza, re-sistenza e devastazione. Conte-stato più tardi il sindaco Ale-manno, non solo dagli studentima anche dai residenti infuriatiper i vandalismi in Centro.

A Milano, intanto, nelle stes-se ore gli studenti occupano laBorsa. A Palermo gli universita-ri bloccano l'aeroporto. A Cata-nia un automobilista imbotti-gliato in un corteo viene coltoda malore e muore poco dopoin ospedale. Mentre Berlusconialla Camera ottiene per tre votila fiducia

Fabrizio Caccia

Non solo scontri ieri a Roma e in altre cittàitaliane. Ci sono stati anche cortei pacifici deglistudenti che manifestavano contro la riforma

dell'università (Foto Frassineti)

Page 15: 15/12/2010 - Rassegna Stampa

r II responsabile dell'Interno: non li abbiamo lasciati liberi di fare, come dimostra il fatto che non ci sono stati né vittime né feriti gravi

Maroni: «Poteva esserci il mortoFermati i professionisti della violenza»Il ministro respinge le critiche: c'è stato equilibrio nella gestione della piazza

ROMA - Alle ig, mentre i tele-giornali trasmettono le immaginidella guerriglia che ha assediatoRoma per tutto il pomeriggio, Ro-berto Maroni telefona al questoredi Roma. Esprime «vicinanza e soli-darietà per i contusi», ma soprat-tutto «apprezzamento per l'equili-brio e l'oculata gestione dimostra-ta in tutte le fasi della manifestazio-ne».

Ministro, vuole far credere chelei è soddisfatto?

«Non potrei esserlo, di fronte aquesti filmati. Ma posso e voglio di-re che è andata bene».

Il centro di Roma è stata assal-tato. Ci sono stati mezzi blindatiin fiamme e più di quaranta ferititra manifestanti e forze dell'ordi-ne.

«Poteva esserci il morto. Questolo dico senza timore di esseresmentito. Le notizie che avevamonei giorni scorsi ci dicevano che ol-tre un migliaio di persone era de-terminato ad assaltare la Camera eil Senato durante il voto di fiduciaal governo per bloccare i lavori».

E voi avete ritenuto di blindarei palazzi lasciandoli liberi di assal-tare via del Corso e piazza del Po-polo?

«É stato predisposto un pianoper mettere in sicurezza i luoghidelle istituzioni e le persone. I det-tagli tecnici spettano ai responsabi-

li dell'ordine pubblico, ma questeerano le disposizioni che avevo da-to. Qui non siamo di fronte a genteper bene, non sono studenti e ope-rai che manifestano dissenso. Quici troviamo di fronte a 2.000 perso-ne - la maggior parte provenientidai centri sociali - che entrano inun corteo di 20.000 con una violen-za capace di scatenare il finimon-do».

A vederli in azione sembravanoalcune centinaia e comunque so-no riusciti ad aggredire le forzedell'ordine, violando la zona chedoveva essere interdetta.

«A chi mi critica chiedo: in alter-nativa dovevamo usare i carri ar-mati? Non voglio immaginare a

che cosa sarebbe accaduto se an-che a Roma, proprio come a Lon-dra, avessero assaltato le sedi isti-tuzionali e l'auto della famiglia rea-le».

Non è vero che li avete lasciatifare, proprio come era accadutoa Genova durante il G8?

«Assolutamente no e infatti nonci sono state né vittime, né feritigravi come invece questi criminaliavrebbero voluto. E inutile girarciintorno, si tratta di delinquentiche vanno fermati, professionistidella violenza che non sono più tol-lerabili. Su questo bisogna adessointervenire con decisione».

Come?

«É una riflessione che va fatto alivello politico coinvolgendo gli en-ti locali. Si devono attivare verifi-che sui luoghi dove queste perso-ne si riuniscono, sgomberare gliedifici occupati abusivamente».

Lei sta pensando di chiudere icentri sociali?

«Io voglio fare tutto ciò che ser-ve per fermare questi delinquenti.E terrorismo urbano e non può es-sere tollerato anche perché ci sonoprossime scadenze che possono di-ventare l'occasione per nuove vio-lenze».

Si riferisce alle proteste annun-ciate in vista dell'approvazione alSenato della riforma universita-ria?

«Esattamente. Se andrà tutto co-me previsto, tra una settimana po-tremmo ritrovarci nella stessa si-tuazione di queste ultime ore. Manon possiamo consentirlo. L'avevogià detto quando un centinaio dipersone riuscì a varcare il portonedel Senato. Da allora, e sono tra-scorse appena due settimane, c'èstata una pericolosa escalation. Éuna spirale che va fermata al piùpresto».

Ieri il governo ha ottenuto la fi-ducia. Adesso che cosa succede?

«Per ora ci godiamo la vittoria.Silvio Berlusconi ha accettato laprova di forzadi Gianfranco Fi-ni e l'ha vinta».

Esultate per

tre voti?«No, anche

perché non ab-biamo alcuna in-tenzione di finire come il governoProdi. Però abbiamo dato una gran-de dimostrazione di compattezza.Ora vedremo. La Lega ha sempredetto che bisognava andare a vota-re, ma è stata leale con Berlusconie ha accettato il suo tentativo perallargare la maggioranza».

Pierferdinando Casini ha giàdetto che l'Udc non entrerà nel go-verno.

«Vedremo. Diamo tempo al pre-sidente del Consiglio fino agli inizidi gennaio. Dopo le festività pren-deremo una decisione. Ma la pre-giudiziale deve essere chiara: l'Udcche aveva votato contro il federali-smo fiscale deve pubblicamente ap-provarlo. Altrimenti non se ne fanulla, anche tenendo conto che sitratta di uno dei partiti che ha per-so le elezioni».

E Fini?«Per scelta politica non chiederò

le sue dimissioni da presidente del-la Camera. Diverso è il mio giudi-zio personale, anche tenendo con-to che da quattordici anni non acca-deva che sullo scranno più alto diMontecitorio sedesse un esponen-te dell'opposizione. Voglio solo evi-denziare una stranezza di questastranissima situazione: l'ufficio dipresidenza ha una composizioneche penalizza la maggioranza. So-no tre contro due con la prevalen-za di chi è contro il governo. E unacircostanza istituzionalmente inac-cettabile».

Fiorenza Sarzanini

Page 16: 15/12/2010 - Rassegna Stampa
Page 17: 15/12/2010 - Rassegna Stampa

Quei violentiche cancellanola moltitudinedei ragazzi

di SILVIA AVALLONE

Siamo arrivati anche aquesto: le barricate.Dove scorrevano le

fiumane dello shoppingnatalizio, ci sono auto ecassonetti inceneriti. Scene diguerra che non si vedevano dapiù di trent'anni. Il fumo salesopra i tetti delle istituzioni.Ma siamo nel 20io non nel'68, non sventolano bandieredi nessun colore al di sopradel corteo, nessuno chiede chela fantasia vada al potere.Dopo decenni di lotte trastudenti di destra e di sinistra,adesso sono tutti uniti. Nonsolo contro la riformauniversitaria, ma controun'intera generazione politicae contro un'intera visione delmondo: quella che ristagnanella compravendita dei votidei deputati e non vede chefuori la realtà ha valicato illivello di guardia. I mieicoetanei non gridano un'idea,bensì una concreta mancanza:quella del futuro. Eppure lastessa manifestazione contro ilniente precipita nella pancia

della rabbia, nel ferro e nelfuoco. A dispetto dei bookblock, avanzano quelli con ilpassamontagna. La voce di chicammina ed esibisce il titolodi un libro al posto di unoslogan si perde tra i vetri infrantumi e la corsa delleambulanze. Feriti e arrestati:non può essere questo il soloepilogo di una verità che oggiha cercato di farsi sentire purstrattonata dalla violenza. Lamia generazione che assediapacificamente la Capitale e itetti dei monumenti non vuolenaufragare nei cassonettibruciati. La generazione chesta manifestando non vuolecomprare un sogno, ma unacasa. Non vuole fare la fine deifratelli maggiori che salendosulle barricate hanno perdutola forza delle parole e delleidee. In mezzo a chi brinda e achi appicca il fuoco, c'è unamaggioranza fatta di giovaniche sanno perfettamente chesenza di loro questo Paese èmorto. La mia generazionevuole solo poter diventareadulta.

Page 18: 15/12/2010 - Rassegna Stampa

UN FRONTE COMUNE

CONTRO 1 VIOLENTIdi FIORENZA SARZANINI

Hanno assaltato i palazzi delleistituzioni, i blindati. Hanno devastato

negozi, incendiato auto e furgoni, distruttocassonetti e semafori, preso a sprangate ibancomat. Hanno attaccato gli uomini delleforze dell'ordine, lanciato petardi e bombecarta, tirato sassi contro chiunque.

CONTI N UA A PAGINA 54

Page 19: 15/12/2010 - Rassegna Stampa

CONTRO I VIOLENTI DELLA PIAZZA

SERVE UN FRONTE COMUNE (VERO)

SEGUE DALLA PRIMA

Una violenza cieca , brutale che avevaun unico obiettivo : sfasciare . E sono riu-sciti a raggiungerlo.

La foto del finanziere aggredito in viadel Corso che tenta di salvare la propriapistola e poi viene soccorso dai colleghiè una delle immagini che segnano que-sta giornata . Insieme a quelle del fumodenso e nero che si leva dai falò appiccatiin piazza del Popolo al culmine di unabattaglia che va avanti per oltre due ore.

Roma è stata sfregiata come non acca-deva dal'77, dai terribili anni di piombo.Centinaia di delinquenti sono riusciti aoscurare la protesta pacifica di migliaia emigliaia di persone mobilitate per chie-dere al governo di mantenere le promes-se fatte ai cittadini , e per provare a «sfidu-ciare dal basso» il presidente del Consi-glio. Con i volti coperti e i bastoni in ma-no sono riusciti ad avere la meglio suquei poliziotti , carabinieri e finanzieriche dall'alba erano in piazza a presidiarele sedi istituzionali.

Qualche errore nella gestione dellapiazza può esserci stato. La scelta di chiu-dere il centro storico creando di fatto

una «zona rossa» ha probabilmente con-tribuito ad eccitare gli animi dei più faci-norosi. Se qualcosa non ha funzionato, ilministro dell'Interno e il capo della poli-zia, ai quali spetta la gestione della piaz-za, devono correggere gli sbagli commes-si.

Questo non può e non deve essere ilpretesto per aprire una polemica sulle re-gole da applicare nei servizi di ordinepubblico. Perché se si teme l'assalto alParlamento, al cuore pulsante della demo-crazia, il contrasto non può che essere fer-reo. E perché di fronte alla violenza l'uni-ca risposta deve essere la condanna una-nime e compatta dì tutti. Una presa di po-sizione forte che non duri lo spazio diqualche giorno, ma si trasformi in sensodi responsabilità collettivo. Anche gli or-ganizzatori delle manifestazioni devonoguardarsi da chi sfrutta le mobilitazioniper strumentalizzare la protesta. Perché ilcontrasto politico, anche il più aspro,non può essere preso a pretesto in alcunmodo per quell'insensato furore al qualei blindati delle forze dell'ordine ieri han-no dovuto fare doveroso argine.

Fiorenza SarzaniniRI P P.ODUZIONE RC ERVATA

Page 20: 15/12/2010 - Rassegna Stampa
Page 21: 15/12/2010 - Rassegna Stampa

Cosa vogliamonoi studenti

Pubblichiamo una rispostaall'editoriale di Michele Boldrin"Cari studenti, cosa volete?"del3 dicembre

di Giuseppe Martelli*

Gentile professor Boldrin,noi ci siamo confrontati,abbiamo protestato e ma-nifestato, contro disegni

di riforma provenienti da mini-stri più vari, di orientamenti ipiù vari. Chiaramente questovuol dire che le nostre idee sul-l'università non sono per nullapatrimonio condiviso. Il fattoche Lei affermi che le piazze so-no rimaste vuote in passato te-stimonia che abbiamo fatto be-ne a salire sui tetti: evidente-mente in questo Paese che or-

mai perde di unità e spirito ci-vico la gente, per far sentire lapropria voce, deve salire su tor-ri, tetti, e gru. Lei chiede: Ave-te una proposta alternativa?Oppure combattete per lo sta-tus quo?".La risposta è sì, vogliamo unariforma, e no, non vogliamoche tutto rimanga com'è. Sa-lendo sui tetti abbiamo fatto so-lo capire la nostra opposizionea questa riforma. Per far capireche cosa vogliamo probabil-mente bisognerà andare sullaLuna. L'università che voglia-mo è pubblica perché solo que-sta è in grado di tutelare l'inte-resse collettivo, e non quello diparte; è una risorsa economicae civile, che produce cultura,sviluppo e ricchezza; è liberaperché bloccare l'accesso all'i-struzione superiore sulla basedi un quiz a crocette è una mi-sura classista; è di qualità per-ché solo così può garantirequella mobilità sociale di cui ilnostro Paese, congelato da an-ni, ha un disperato bisogno.Per ottenere questi quattroobiettivi è necessario, in primoluogo, che si sblocchino ifina.n-ziamenti. Marcia indietro sui ta-gli alle Regioni, che cercano ditenere insieme un sistema di di-ritto allo studio che, salvo casieccezionali, casca a pezzi. Unodi questi casi eccezionali è laToscana, che tuttavia dovrà au-mentare drasticamente la tassaper il diritto allo studio (già lapiù alta d'Italia) per compensa-re il dimezzamento dei fondiannunciato dal governo. Mar-cia indietro sui tagli della 133.Nuovi investimenti che ci por-tino a livelli percentuali degnidell'Ocse.Ma senza una riforma vera, i sol-di non bastano. Occorre che,partendo da eguali condizionidi partenza, la qualità sia pre-miata. La qualità dello studio,prima di ogni cosa, ritrovando

i i..che desìderíarno

solo quella è logrado dí tutelare

"1Interesse ie non quello 1 unas parteG lí atenei sono unarisorsa civile cheproduce rícchezza

non solo la serietà dell'esame,ma anche la volontà di premia-re l'approfondimento, peresempio con più corsi semina-riali e non frontali. Nessunochiede il 18 politico. Però vo-gliamo che la valutazione ven-ga fatta all'esame e non primadi immatricolarsi, come avvie-ne per i corsi a numero chiuso,con test a crocette che hannoprodotto almeno uno scandaloall'anno.

LA QUALITÀ della didattica,poi. Si trovino strumenti per lavalutazione della didattica seri eefficaci. E si parametri sudi essiil prestigio e - perché no? - an-che la retribuzione del docente,creando una graduatoria nazio-nale dei professori in base ai ri-sultati raccolti nella valutazio-ne. La qualità della formazione.Si valutino gli atenei sulla basedi quanti laureati trovano lavoroa due anni dalla laurea. Si valu-tino i corsi di laurea in base allacorrispondenza fra i settori diassunzione dei laureati e glisbocchi occupazionali presen-tati sulle guide dello studente.

La qualità della ricerca. Si valu-tino atenei, facoltà e diparti-menti in base alle pubblicazio-ni, sia in qualità che in quantità,con parametri europei. Si valu-tino quanti professori stranierivogliono venire da noi a colla-borare a progetti di ricerca o acrearne di propri. La qualità de-ve sostituire l'anzianità comecriterio base. Quindi pensiamoche fra ricercatori, associati eordinari, non ci debbano esseredistinzioni, che si debba arriva-re a una classe docente unica esottoposta al vaglio di una valu-tazione competente e attenta.Soprattutto, ci si liberi dal gro-viglio di contratti atipici che po-pola l'università e tarpa le ali ditanti ricercatori che non sannose e come il loro progetto potràandare avanti quando sarà sca-duto il contratto. Questa è la no-stra proposta. E se ci ascoltaste,i Giavazzi, i Perotti, il ministro,la politica tutta scoprireste cheabbiamo molto da dire. E la pri-ma cosa che vi diremmo sareb-be che noi mai, abbiamo difesolo status quo.

*Udu (Unione degli universitari)

Page 22: 15/12/2010 - Rassegna Stampa

PROTESTA FIUMEPiù di centomila persone a Roma dicono "basta"

Non solo scontri , anche molte propostedi Caterina Perniconi

Un fiume di persone ha sfi-lato ieri per le strade diRoma. Non ci sono statisolo scontri, ma anche

migliaia di cittadini che hannomanifestato tutte le voci del dis-senso contro un governo chenon li rappresenta più.Il corteo più grande è partito dapiazzale Aldo Moro, davanti al-l'ingresso dell'università La Sa-pienza. Lì sono arrivati oltre 100pullman da tutta Italia carichi distudenti, precari e ricercatori.In testa i ragazzi con gli "scudiletterari" colorati, ognuno coltitolo di un grande autore. Sonoloro i veri protagonisti dell'on-data di proteste contro il ddlGelmini, presenti all'inizio diogni corteo. A fine giornata,molti degli scudi sono stati ab-bandonati per le strade del cen-tro, durante le fughe causate da-gli scontri. Tra i contestatori c'e-rano rabbia ed esasperazioneper le condizioni in cui è statoridotto il paese. La frangia estri-mista, quindi, ha inasprito laprotesta fino al conflitto con leforze dell'ordine.

MA IL CONTENUTO dellamanifestazione era un altro: la di-fesa del diritto allo studio e deidiritti del lavoro che sono "sottoun attacco senza precedenti".Durante il percorso, all'altezzadel Colosseo, il corteo degli stu-denti si è arricchito delle altre vo-ci di protesta: i cittadini de LA-quila, gli abitanti di Terzigno esa-sperati dall'emergenza rifiuti, glioperai di Pomigliano d'Arco e gliesponenti della Fiom.Superata piazza Venezia, si sonoverificati i primi scontri all'altez-za di palazzo Grazioli, residenzadel premier. Poi è stata la voltadell' "assalto" apalazzoMadama.Era da poco tornata la calmaquando si è diffusa tra i manife-

stanti la notizia della fiducia ac-cordata al governo dalla Cameradei deputati. L'annuncio è statoaccolto dal coro "ven-du-tiven-du-ti" e il clima si è nuova-mente surriscaldato. Ma la mag-gior parte dei ragazzi ha marcia-to pacificamente sul Lungoteve-re, fino a piazza del Popolo, dovesono avvenuti gli scontri più for-ti. A quel punto, però, i manife-stanti arrivati a Roma per prote-stare pacificamente avevano giàabbandonato il corteo.Ne abbiamo raggiunti un gruppoche camminavano verso la fer-

Gli studenti:"AbbiamosfiduciatomoralmenteBerlusconiper i gravi tagliall'istruzione"

mata Lepanto della metropolita-na. Arrivavano dalla facoltà diLettere di Napoli. "t un peccatovedere le colonne di fumo e do-ver scappare in un giorno comequesto - spiega Rossella, una stu-dentessa - così ci strumentaliz-zeranno e diranno che siamo tut-ti teppisti. Invece eravamo mi-gliaia di persone che non si ras-segnano a vedere un governoche distrugge il loro futuro".Il coordinamento universitarioLink, anima della protesta, haspiegato come "con cortei in tut-te le città gli studenti hanno sa-puto porre in maniera netta lalo-ro contrarietà alle politiche delgoverno Berlusconi: dai tagli ascuola e università, alle politiche

di precarizzazione delle nostrevite".

GLI ORGANIZZATORIhanno raccontato che "migliaiadi studenti hanno evitato di es-sere coinvolti dagli scontri chestavano avvenendo in piazza, e ilcorteo è tornato verso LaSapien-za, mentre la polizia inscenavauna vera e propria caccia all'uo-mo in corrispondenza di alcunestazioni della metropolitana. Taliprovocazioni non vanno raccol-te ma denunciate pubblicamen-te. Chiediamo perciò l'immedia-to rilascio di tutti coloro che so-no stati fermati dalla polizia du-rante questa grottesca retata".La condannaper i gesti diviolen-

za è stata unanime da tutti i par-titi politici, da associazioni e sin-dacati: "Siamo solidali con glistudenti e con tutti quelli che an-che hanno manifestato pacifica-mente, ma condanniamo ogniviolenza senza se e senza ma" hadichiarato il capogruppo del-l'Idv alla Camera Massimo Dona-di. "La straordinaria partecipa-zione ha nei fatti sancito la evi-dente frattura tra il Governo Ber-lusconi e le tantissime ragazze eragazzi che hanno animato i cor-tei in tutta Italia - ha dichiarato ilsegretario nazionale della FlcCgil Minimo Pantaleo - tutte leviolenze devono essere condan-nate senza alcuna giustificazio-ne".

w111t0I IsI;I III 11I.

Page 23: 15/12/2010 - Rassegna Stampa

degli studenti sfila pacificamente per la Capitale

Page 24: 15/12/2010 - Rassegna Stampa
Page 25: 15/12/2010 - Rassegna Stampa

o

IberaLo strano via IlSara Menafra no ha la fiducia e resta in piedi. Un pri- sta parola in Italia), ma sono giovani

Sembrava una giornata tranquil-la, con una grossa manifestazio-ne, soprattutto studentesca. Si è

trasformata in una guerriglia perma-nente, con centocinquanta feriti, cari-che, scontri e il centro storico in fiam-me. E che finisce per mettere in discus-sione l'intera gestione dell'ordine pub-blico.

L'inizio è soft. I tre cortei provenien-ti dall'università, da Ostiense e dal Co-losseo, arrivano in una piazza Veneziablindata e proseguono verso via delleBotteghe oscure, quindi diretti al Sena-to. Qui c'è il primo fronteggiamento al-l'altezza della strada, corso Rinasci-mento, che conduce a quell'ingresso«assaltato» qualche settimana fa. Unpaio di cariche, lacrimogeni, manga-nellate di troppo e la manifestazioneprosegue, diretta al lungo Tevere e ver-so piazza del Popolo. Il tam tam di mo-vimento dice da giorni che l'unico mo-do per provare ad avvicinarsi al Parla-mento è entrare da qui, da piazza delPopolo, sebbene la strada da percorre-re sia parecchia.

E infatti è all'arrivo in piazza che suc-cede qualcosa di strano. Gli ingressiche portano al parlamento sono com-pletamente sgombri: nessun agente,neppure una camionetta dei vigili ur-bani. La blindatura che ha bloccato ilcentrostorico dalla mattina, qui nonesiste. Sembra quasi un via libera a chivuole provare ad avvicinarsi, tanto piùche nel frattempo - sono ormai quasile 14 - è circolata la notizia che il gover-

mo gruppi di manifestanti è già entra- poco più che ventenni, molti del nord,to dal lungo Tevere verso la camera a Piemonte, Lombardia, qualcuno dallametà corteo, un altro ha deviato oltre il Campania. Alcuni hanno una sciarpafiume verso la sede della Protezione ci- da stadio sul viso, qualcuno rivendi-vile. «I mezzi della polizia erano impe- cherà poi sui siti di movimento di ap-gnati già su due fronti, arrivare verso partenere agli Studenti autonomi con-piazza del Popolo ha richiesto più tem- tro la crisi, altri alle reti antifasciste.po del previsto», spiegheranno a fine Gli scontri più violenti finiscono pergiornata dalla Questura. concentrarsi verso piazza del Popolo.

Il catino circolare si riempie rapida- Prima per respingere quelli che si so-mente: la manifestazione è stata nume- no spinti verso il parlamento, poi perrosa e il furgone di Uniti contro la crisi sgomberarne completamente il diame-si piazza rapidamente in fondo alla tro. Le camionette caricano due volte,piazza: «Facciamo un'assemblea di prima la polizia, poi la guardia di finan-movimento, chiudiamo la giornata in za. La maggior parte dei cento feriti tramodo intelligente», urla qualcuno dal i manifestanti cade a terra qui e qui simicrofono del sound system. Invece, fanno la maggior parte dei fermi.un drappello di alcune centinaia di Qui, soprattutto, c'è un episodiopersone si stacca e prende la strada che mette i brividi. Un agente delladel parlamento. Lo segue un secondo, guardia di finanza, rimasto isolato da-su, veloci per via del Corso. Arrivano gli altri e caduto in ginocchio, estrae latutti fin quasi alle spalle della camera, pistola d'ordinanza. Il comando gene-in piazza Augusto imperatore, l'ultimo rale delle Fiamme gialle dirà poi cheslargo prima del parlamento. Danno l'ha fatto perché gli stavano sfilando lafuoco ad un camioncino della nettez- pistola dalla fondina, ma l'immagineza urbana, buttano giù cassonetti. E' accende la tensione ancora di più. So-solo a questo punto che camionette di no le 15, 30, le barricate all'imboccopolizia e guardia di finanza fanno capo- del catino prendono fuoco. Su via dellino da via del Corso. E caricano per- Babbuino viene incendiato anche unché i manifestanti hanno ampiamente blindato della finanza.violato la zona rossa fissata già da tre La piazza viene sgomberata, ma gligiorni. Gli inseguimenti si diramano scontri proseguono ancora almeno super via del Corso, via del Babbuino, via tre rami di accesso al circolo, poi sudi Ripetta e qualche vicolo laterale. I nelle strade che portano in cima, a vil-manifestanti rispondono, fanno barri- la Borghese e fin quasi all'università. Sicate, tirano pietre, ritentano l'assalto. chiudono solo verso sera, con un bilan-C'è chi parlerà di infiltrati e black bloc cio di feriti e scontri che Roma non ve-(qualunque cosa abbia significato que- deva da più di dieci anni.

Page 26: 15/12/2010 - Rassegna Stampa

SENATO. Oggi la conferenza dei capigruppo. Martedì prossimo la legge in Aula. La Flc Cgil: ritirare il provvedimento

Torna in pista il ddl Gelmini. Con i tempi contingentatiRo. Ci.

L a conferenza dei capigruppo al Senato è stata convocatastamattina per incardinare la riforma Gelmini dell'uni-versità. Il giorno prescelto per la discussione generale

sul provvedimento sarà con ogni probabilità martedì prossi-mo. Il voto finale dovrebbe essere previsto per il giorno dopo.La decisione è stata annunciata a poche ore dalla fiducia che ilgoverno ha ottenuto alla Camera, rispettando l'intesa raggiun-ta in una precedente riunione dei capigruppo di palazzo Ma-dama mercoledì 2 dicembre. Le violente polemiche che han-no contrapposto ieri il Popolo della libertà al gruppo di Futuroe Libertà a Montecitorio non hanno dissolto il clima d'intesamaturato durante l'iter sofferto, polemico e interminabile delDisegno di legge che cambierà il profilo e la sostanza dell'uni-versità italiana. In controtendenza rispetto ad una maggioran-za che si è appena dissolta, e a un governo in grave crisi di dire-zione politica, quello dell'università resta un terreno dove è an-cora possibile trovare un accordo e un consenso tra l'opposi-zione (quella dei finiani) e il partito di Berlusconi. «Siamo con-sapevoli - ha affermato il plenipotenziario Fli agli affari univer-sitari Giuseppe Valditara - che nonostante le pecche, la scarsi-tà dei finanziamenti, il Ddl resta nel complesso un buon prov-vedimento».

Il disegno di legge era stato approvato alla Camera lo scorso30 novembre in un clima segnato dalla doppia bocciatura delgoverno sugli emendamenti presentati proprio da Futuro e li-bertà. La pesante sconfitta subita ieri da questo partito cheaveva scommesso tutto sulla sfiducia al presidente del Consi-glio non ha fatto arrestrare i suoi esponenti dal continuare aproporre nuovi emendamenti. In maniera surreale, Fabio Gra-nata è intervenuto sulla scena del delitto proponendo nuovicorrettivi ad una riforma di cui ha da tempo elencato i limiti.«L'università è una questione delicata - ha riconosciuto - Al Se-nato vedremo di presentare emendamenti ad esempio sul Ce-pu». Vale a dire sul segmento telematico denominato E-Cam-pus di un'azienda universitaria privata alla quale sono stati ri-conosciuti i requisiti per ottenere il finanziamento dello Stato.

L ricominciato intanto il ballo delle cifre da destinare aduna riforma che non ha una copertura finanziaria. La commis-sione Istruzione del Senato ha approvato nel pomeriggio di ie-ri il parere favorevole allo schema di decreto ministeriale sullaripartizione del Fondo ordinario per l'università. Il presidentedella commissione Guido Possa (Pdl) ha apprezzato l'aumen-to della dotazione del fondo a 1,769 miliardi di euro. Nel 2009ammontava a 1.642 miliardi. Cifre che dovranno essere verifi-cate nei prossimi giorni. Domenico Pantaleo, segretario dellaFlc-Cgil - è tornato a chiedere il ritiro del Ddl. «Se così non fos-se - ha detto - Flc sarà a fianco dei ragazzi che rivendicano pa-cificamente un futuro migliore, partendo dalla difesa del dirit-to allo studio».

Page 27: 15/12/2010 - Rassegna Stampa

Ragazzi derubima non in vendÌtà

Roberto Ciccarelli

ROMAE stato un singulto. Un urlo strozzatoche ha tradito lo sconcerto, e la sorpre-sa, di vedere il blindato della Finanza

prendere fuoco, insieme all'Alfa abbandona-ta sul marciapiede di via del Babbuino. Veni-va dalle retrovie dei ragazzi incordonati die-tro le balaustre che separano la fontana del-l'obelisco dall'arena lastricata in piazza delPopolo, oppure da quelli assiepati in alto sul-le rampe che portano al Pincio. La voce eraquella di almeno diecimila ragazze (in mag-gioranza) e poi ragazzi, tutti giovanissimi ve-stiti con tinte scure, molti caschi al braccio,foulard al collo grondanti acqua e limone, oc-chi lucidi per le decine di lacrimogeni esplo-si per ore nel Tridente.

Hanno osservato per più di un'ora la sce-na tumultuosa di inedita durezza per la sto-ria recente della Capitale. In questo esattomomento è accaduto qualcosa che non siera ancora visto, e nemmeno immaginato fi-no ad oggi. La scena delle fiamme che man-giano le carcasse d'acciaio, il lancio di segna-li stradali, assi di legno, sanpietrini, poi la pri-ma carica della polizia respinta in un corpoa corpo con 500 rioters bardati e coperti haspinto la folla pacifica dei ventenni, o pocopiù, ad una risposta corale. In quel suonoc'era indignazione, rabbia, orrore. E ci sonostati molti applausi.

Un gesto che dovrà essere compreso a fon-do nei prossimi mesi. La sensazione circola-ta in pochi istanti, tra un andare e venire del-le cariche, prima dell'ultima violentissimalanciata dalle gimcane dei blindati dei carabi-nieri e della finanza, è che si è rotto il velo diuna finzione. Nella sospensione di un atti-mo, nell'emissione di questo suono lungo egutturale, è emersa la radicale separazione,l'intima estraneità, di una generazione inpiazza, quella nata tra la fine degli anni Ot-tanta e i primi anni Novanta dal resto di unasocietà che dolorosamente ignora cosa staincubando la sua crisi. Per questo la scenadegli scontri bisognava osservarla con le spal-le girate rispetto al palcoscenico. In questimomenti bisogna allungare lo sguardo, e an-dare oltre l'estetica, pur grave, dello scontro.È possibile così ricongiungere discorsi, ecomportamenti, che vediamo circolare damolti mesi in Italia. Nelle università, ad

esempio, che lottano sempre più intensa-mente contro l'approvazione del disegno dilegge Gelmini, che si presume sia ormai pros-simo. E nelle scuole, già rimodulate dalla ri-forma, che rappresentano in questo momen-to la mappa in tempo reale di una generazio-ne privata di futuro.

La sua determinazione a restare in piazzadel Popolo, e a non disperdersi durante l'af-frontamento, se non per tornare a sfilare sulMuro Torto a migliaia, è il segno di un cam-biamento rispetto a una vita senza garanzie,precaria sino al punto di avere spolpato lesperanze coltivate dalla generazione prece-dente nata negli anni Settanta, quella legataal sogno tradito del successo personale, del-l'autopromozione delle competenze, delle«professionalità» da valorizzare sul mercato.Osservando da vicino le reazioni in tutto ilretroscena di piazza del Popolo era possibilerintracciare uno stato, un passaggio, insom-ma uno scarto verso una disaffiliazione poli-tica rispetto a un paese in cui tutto si com-pra, i voti, i corpi, il lavoro, ma non l'indigna-zione. C'era chi commentava il fatto che i vo-ti che hanno salvato, ancora per poche setti-mane, il governo Berlusconi sono statiespressi da tre ex componenti del centro-si-nistra. E c'era chi, ragionando sulla riformadell'università, non ha nascosto lo sconfortodi vedere approvata una legge di questa im-portanza da un governo che navigherà in ac-que incerte ancora per molte settimane.

A questa generazione il governo proponeun'università su modello Ikea. Spazi vuoti,con sempre meno ricercatori e docenti, disil-lusi e precari. Spazi che saranno attraversatisempre di più da studenti-consumatori pre-occupati dall'accumulo dei crediti, e dai de-biti da recuperare. E da una laurea inutileper svolgere dei lavori, e non un lavoro. Perquelli servono solo attitudini al buon servag-gio, senso dell'opportunità, conoscenze pre-cise. Non è il presagio di un futuro. È la real-tà del presente nel quale un esercito in for-mazione di ultra-istruiti si confronta conuna domanda di bassa qualità delle impresee della società. «La democrazia è stata violen-tata» si è letto in uno dei comunicati diffusiin serata dagli studenti. È sul senso della de-nuncia di questa violenza subita in anni chenon sembrano offrire alternative alla depres-sione o alla recriminazione, che si gioca il fu-turo di chi ha vent'anni, oggi.

Itanv zí derubiila non in t ndi1,

Page 28: 15/12/2010 - Rassegna Stampa
Page 29: 15/12/2010 - Rassegna Stampa

ind7rnte.li

Ti_1,_1, s ara v i, e ori/

1

11

0

L 'ira deglistudenti: ilnostroerauncorteopacificoRIA NOVELLA DE LUCA

ROMA-Sono le 13,45 diieri po-meriggio quando il cielo dellamanifestazione da azzurro tersodiventa cupo, nero di fumo geni,carico di nubi e di di sperazione. Fquando si diffonde la notizia cheper tre voti" tutti comprati", gri-dano gli studenti, Berlusconi haottenuto lafiducia, è quichel'im-menso corteo, fino ad allora"quasi" pacifico, cambia pelle,umore, e la rabbia si fa tangibile,esplosiva. Si staccano spezzoni,aree, frange, parte la battagliache trasformerà il centro di Roma

in zona di guerra, ma la sera dallaSapienza in assemblea il movi-mento fa sapere «è successo, cihanno spinti a farlo, non c'è nes-suna condanna, tranoi non ci so-no buoni o cattivi, ma soltanto di-versi modi di protestare, adessoci dobbiamo occupare dei com-pagni fermati». E pensare al futu-ro.

E stata una giornata divisa indue quella di ieri, come l' anima diquesta protesta, prima degliscontri e dopo gli scontri, un gri-do corale e rabbioso che cam-bierà per sempre il volto del mo-vimento. Era partito allegro e pa-cifico il corteo dei centomila daPiazzale Aldo Moro, universitari,lavoratori, immigrati, disoccu-pati, la Fiom, gli studenti medi, iricercatori, i gruppi per l'acquapubblica, elenuove e vecchie ga-lassie rivoluzionarie, un fiume disigle e di gente, tanta, come non

se ne vedeva dai cortei studente-schi degli anni ` r 0. Così avevanodeciso i collettivi di facoltà dellaSapienza, pur sapendo, ammet-te Francesco, uno dei leader diLettere, «tra di noi c'è chi ritieneche non si possa e non si debbapiùsopportare, cistannoportan-do alla disperazione, se la poliziaprovoca è impossibile non ri-spondere». Poi scoppia la guerri-glia, il Bday gela gli animi e le spe-ranze, eppure il movimentosembra restare compatto, anchese ieri durante gli scontrila mag-gioranza del corteo è stata a guar-dare, fotografando da lontano igruppi (black bloc, gruppi anar-chici, alcuni centri sociali) che af-frontavano la polizia.

Ragiona Valerio C., del liceoscientifico Cavour, uno degli ol-tre diecimila studenti medi checon i loro striscioni chiudevanola manifestazione: «Alcune azio-ni del corteo sono state esagera-te, come gli incendi alle automo-bili. Giustifico, invece, il tentati-vo di forzare il blocco delle forzedell'ordine: è la seconda voltache ciirnpediscono dimanifesta-resottoMontecitorio esotto ilSe-nato. Il sentimento che ha pre-valso è stata la frustrazione: cisentiamo ignorati da questo Go-verno, che mentre centinaia dimigliaia di persone scendevanoin piazza contro la riforma Gel-mini, la approva, così corno havotato la fiducia a Berlusconi».

Nelle parole di Valerio si legge,poi, una sorta di accettazioneverso un'inevitabile escalationdella tensione. «La situazione èdegenerata, ma non si può dareagli studenti la responsabilità ditutto: lanciare pietre è sbagliato,rna bisognava difendersi dallecariche delle forze dell'ordine edallancio dilacrirnogeni. Sicura-

mente c'erano alcuni infiltrati,ma non credo che in via del Cor-so ci fossero solo blackbloc». E sei Giovani Democratici e la retedegli universitari Rim, diffondo-nopoiunanotadicondarnna«perquei facin oro si che nullahanno ache fare né con la protestano conl'università», alla Sapienza ierisera l'assemblea rilancia occu-pazioni e nuove manifestazioni.Racconta Marina Montanelli,studentessa di Filosofia: «F vero,c'è un forte senso di sconfitta tradinoi, e stiamo cercando di capi-re che cosa è davvero successo inquesta manifestazione, che co-munque è stata enorme, e ha di-mostrato che la protesta non èsoltanto quella diun'intera gene-razione, ma c'è un'Italia dispera-ta che chiede voce. La violenza?Tra dinoinon ci sono buoni e cat-tivi». E loro, gli autori dell'assalto(o della difesa) rilanciano: «Iblackbloc? Sono un'invenzione.Non c'era nulla dipredetermina-to. Quando gli agenti schierati so-no indietreggiati sotto la nostraspintaci hanno applaudito tutti imanifestanti, e anche chi non hapartecipato al tentativo diviolarela zona rossa, era con noi».

Page 30: 15/12/2010 - Rassegna Stampa

TIFOSIIn piazza,tra imanifestanti,molti anchegli ultras diRoma eLazio checercavano loscontro conle forzedell'ordine

STUDENTIAgli scontridi piazzahannopartecipatoanchenumerosistudenti,molti deiquali anchelicealiminorenni

ANTAGONISTINumerosiancheimembridei centrisocialiantagonistiprovenienteda diversecittà italiane,soprattuttodel Nord

E

SIGLEPresentianche alcunevecchiesigle dellalotta dipiazza come imilanesi delCarc e iromani diAction eAcrobax

Page 31: 15/12/2010 - Rassegna Stampa

giorno di guerriglia a Romail centro messo a ferro e fuoco

Un finanziere impugnala pistola durante gli scontri

CORRADO ZUNINO

ROMALE COLONNE di fumo nero ai

quattro angoli di piazza delPopolo, catino finale di una

rivolta di piazza generazionale,devastante e devastatrice, sono losfondo di una giornata che haportato il più grande corteo nellastoria del movimento studente-sco - centomila in strada, alrne-no, allungati lungo quindici chi-lometri della città - dentro unaribellione violenta mai vista inqueste proporzioni nella Capita-le.

SEGUEAPAGINA12

SERVIZI ALLE PAGINE 12,13,14 E 15

Repubblica

Eetiu.,um ;>i: iIuir; t.. goti 13:m't11C, - ,i l I i i. Roin, nel]

Page 32: 15/12/2010 - Rassegna Stampa

amcate e scon, Roma brucia11

tra fre di eig1iaAssalto a Camera e Senato, centoferiti.Eticnfinanziereiínpugnalapistola

A1132 kl111r01 lR 51

RE ore di scontri, centi-naia di ragazzi contro lepolizie nel centro storico

di Roma, la capitale bloccata dabarricate di legna in fiamme, tu-risti in fuga, commercianti as-serragliati nei negozi, dieci autobruciate e cosîventicassonetti eun compattatore dei rifiuti, seimezzi delle forze dell'ordinegravemente danneggiati, deci-ne di pali divelti, centinaia disampietrini lanciati, quattrobanche sfondate. Dopo tre oredi scontri 97 feriti, di cui 57 tra leforze dell'ordine. Eventiquattroragazzi arrestati, diciassette de-nunciati.

Scorrendo le residenze deifermati -Trento, Asti, Genova,poi Pisa, Ferlî, Orvieto, Todi,Chieti, Teramo, Pescara e Napo-li, Bari, persino la Francia - e leloro comprese età tra i sedici e iventott'anni (a parte un 34 cinee un 37 enne) si comprende co-me la marcia dei centomila, pa-cifica dall'università La Sapien-za fino alla residenza del pre-mier, fosse formata da studentimedie molti universitari di tuttoilpaese (c'erano anche venezia-ni, padovani, milanesi, bolo-gnesi e gruppi di Urbino, Saler-no, Benevento) più alcuni gio-vani greci e marcantoni dell'an-ticapitalismo tedesco molto at-tivi al telefonino. L'idea dellosfondamento dellazonarossa, ipalazzi del potere protetti da

sessanta blindati a chiudere ivarchi d'accesso del centro sto-rico con milleseicento uominiriparati dietro, era annunciatada giorni dalla Generazione P. ela possibilità di una degenera-zione violenta si comprendevagià dalle prime ore del mattino.«Uccidere un fascista non è unreato...», tornava a risuonare nei

cori degli anarchici che impe-gnavano bandiere nere con il te-schio.

La prima deriva alle 12,46. Latesta dell'ipercorteo, con gli or-mai affermati book-bloc in pri-

ma fila, i libri da salvare dallemacerie Gelmini, scorre davan-ti a un presidio di blindati senzaneppure fischiare, ma il gruppodi mezzo - i padovani, gli anar-chici, i redivivi Carc-fanno se-guire al tumulto il primo lanciodi bastoni e bombe di vernicedentro palloncini epalle dinata-le. I carabinieri, da dietro i rnez-zi, tirano qualche manganella-ta. L'accerchiamento forzatodella zona rossa prosegue lungovia delle Botteghe oscure e Lar-go Argentina. A fianco della li-breriaFeltrinelli, come due set-

timane fa, c'è l'unico varco la-sciato libero: consente un in-gresso stretto che porta a Mon-tecitorio, ma quelli della S apien-za proseguono lungo corso Vit-torio Emanuele Il e scelgono ditentare l'assalto al Senato dacorso Risorgimento, zona piaz-za Navona. Libri-scudi alti, ca-schi serrati: l'assalto, in realtà,sono altri quattro minuti dibombardamento dei blindati edella polizia che non si vede. Imanifestanti fanno esploderealcune fragorose bombe carta.La replica è un fitto sparo di la-

crimogeni che ricaccia indietroil corteo. Una successiva caricatiene gli studenti lontani daicentri della politica.

Si riparte in corso Vittorio, masui Nokia rimbalzano i risultatidella politica "assediata": il go-verno Berlusconi ha vinto la ga-ra della sfiducia, la frustrazionedi piazza è un contagio che fer-ma la musica, i tamburi, i balli.Quelli di "Uniti contro la crisi"(c'è l'intramontabile disobbe-diente Luca Casarini, il consi-gliere comunale e leader di Ac-tion "Andrea "Tarzan" Alzetta)

usano ilpertugio diTorreArgen-tina per raggiungere piazza diMontecitorio via Pantheon. Invia degli Uffici del Vicario un al-tro blocco blindato, e giù altrilanci, petardoni. Dal corteoprincipale, che nelle cento as-semblee della vigilia avevapostolimiti al conflitto, aveva chiestodimantenere alto il consensotrala gente, si staccano blocchi diragazzi che iniziano a sfondarele vetrine delle banche (Carige,Banca di Roma e Barclays nel-l'ordine), tirar giù cartelli, porta-rifiuti in ghisa. Si approdainlun-gotevere, paralizzando definiti-vamente il traffico e facendo sal-tare cinquemila corse dei bus:non c'è l'ombra di un poliziottoe quando i centomila arrivanoall'Ara Pacis lo stile "black bloc"prende il sopravvento. Due vetrisfondati a una Mercedes neraparcheggiata, unamolotovden-tre, il primo incendio.

Attraversando via Tornacelliun gruppo va a sfidare ifinanzie-ri a difesa di via del Corso: mor-taretti e petardi contro lacrimo-geni. La violenza cresce e alleavanguardie violente si affian-cano studenti, ragazzini, molteragazze. La polizia prima arre-tra, poi in segue i gruppineivico-li attorno alCorso e inpiazzaAu-gusto Imperatore prima i mani-festanti danno fuoco a un com-pattatore dell Am a (450milaeu-

ro di danni, sarà il calcolo totaledell'azienda dei rifiuti) con lespazzine in fuga e poi alzanobarricate con i tavolini sottrattial ristorante "Gusto". Tutti inpiazzadelPopolo,passandoperle vie interne oppure dal lungo-tevere. Le forze dell'ordine con-fluiscono lì conventidue blinda-ti, ma spesso vanno sotto: lavio-lenza ora è di massa, di una ge-nerazione intera. Molti agenticercando lo scontro personale,gli universitari che vanno a terravengono seppelliti di calci emanganellate, alcuni funziona-ri perdono il controllo e anima-nettano a caso. Ormai, e sono letre e quaranta del pomeriggio, isanpietrini volano sui caschi dipoliziotti, carabinieriefinanzie-ri dalle quinte del Valadier, lestrade che s'affacciano su piaz-za del Popolo. Quelli di Terzi-gno, saliti dal Napoletano con iloro sacchi di spazzatura, mo-strano la loro esperienza. Per at-taccare i blindati alcuni usanopicconi, addirittura, racconta lapolizia, versa liquido infiarnrna-bile sulla carrozzeria. I cinquecortei iniziali, spezzati dalle

Page 33: 15/12/2010 - Rassegna Stampa

cento cariche, sono diventatiunrivolo di rivoltosi aggrumati invia Flaminia, nelle strade che siaffacciano su Prati, lungo il Mu-ro Torto. Gli automobilisti nonapplaudono più gli studenti, co-me hanno fatto per quattro set-timane. Qualcuno rischia di es-seretravolto dai lancidi bottigliee pietre e così chi si affaccia dal-le finestre. I cassonetti con leruote, come in un film di Spiel-berg, vengono dati alle fiamme espinti contro la polizia. Le autoin fiamme iniziano a suonare dasole e poi esplodono.

Glistudentimedi daunpezzohanno lasciato la strada, quellidella 1 ink, motore della protestaanti-Gelmini, hanno deciso disciamare verso le metropolita-

ne: ogni regola, che hanno pro-vato a gestire, in questa giornataè saltata. A tarda sera scriveran-no: «Non volevamo essere coin-volti negli scontri di piazza a se-guito di iniziative separate dalresto del corteo». Ma chi è rima-sto in piazza dice: «I black blocnon esistono, la rivolta è statamolto naturale, sostenuta da unsentimento collettivo. Quandogli agenti schierati sono indie-treggiati sotto la nostra spinta inpiazza del Popolo ci hanno ap-plaudito tutti i manifestanti».

i

L, Al JBlitz degli studenti aPiazza Affari, lancio diuova contro le vetrinedi una sede del Pdl,vernice e fumogenicontro una filiale dellabanca Mediolanum

TORINOIn migliaia per le viedel centro. Presidio diricercatori e docentidavanti a palazzoCarignano, occupatii binari della stazionedi Porta Nuova

VENEZIAProtesta sul ponte deiRialto dove è statoappeso lo striscione:"La nostra fiducia nonl'avete". A Bolognabloccato il trafficosotto le due Torri

FIRENZEOccupato il rettoratodell'ateneo di Firenze.A Siena lo striscione"Sì alla scuola, no allaguerra" esposto dallaTorre dei Mangia inpiazza del Campo

PALERMOOccupati i binari dellastazione, la pistadell'aeroporto e ilporto a Palermo. ACatania, bloccato dalcorteo, uomo muored'infarto in auto

La drammatica sequenzadell'aggressione alfinanziere che impugnanella mano destra la pistolad'ordinanza rivolta verso terra,con il dito sul grilletto

Page 34: 15/12/2010 - Rassegna Stampa

de Co to

Po,)d

szY-e. a-a:r: l G7h

-. Ls.;r! reíesertor di N4ors, *

SF.: atQ

piaa7,x;, _, Palauo Venez'sr;. ^,ra ic?i

corsoV ttor o

EnarwP,k* Il

.. .,. etran,Q

Page 35: 15/12/2010 - Rassegna Stampa

Da sinistra, barricate in piazzadei Popolo, via dei Babuinoin fiamme, scontri tra forzedell'ordine e manifestantie un blindato della poliziache brucia in mezzo allastrada. Sotto, le devastazioniin piazza del Popolo.Foto Ansa

Page 36: 15/12/2010 - Rassegna Stampa

U2- cent_íí_qí; sociuLiA -Aenza entra nel Irovinientola viol

Pochi leadere tanta rabbia: mnnon sianio hlack GlocROMA -Alle 6 del pomeriggio,dove via del Corso si apre supiazza delPopolo,Tommaso,18anni, ciondola intorno ai restidella barricata da cui, neppuretre ore prima, ha provato a darel'assalto alla "zona rossa". F tut-to finito, o quasi. Le saracine-sche sono di nuovo alzate. Ilpas-seggio natalizio si è fattaproces-sione di curiosi su un tappeto divetri e scarpe abbandonate nel-la battaglia, che scattano foto ri-cordo sullo sfondo di una car-cassa d'auto carbonizzata, diuncestino dei rifiuti sventrato co-me una lattina, di una pezza diasfalto sbriciolata per farneproiettili. Tommaso hauna"Ce-res" nella mano sinistra e il te-lefonino nella destra, schiaccia-to all'orecchio. «Sì, `amo fatto un

é più né un giovane, né un vec-chio maestro. Ma solo uno sta-gionato padre di famiglia che stadando unamano a"Uniticontrola crisi"». Casarini, che è arrivatodal Veneto insieme a 21 pull-man, dice qualcosa di più: «Sequalcuno pensadiraccontarsi lafavola di un pugno di violentiche tiene in scacco un movi-mento, si sbaglia. Se qualcunoazzardaparagoni conilG8 di Ge-nova è fuori strada. Oggi abbia-mo visto un tappo saltare. Apiazza del Popolo c'erano rni-gliaia di ragazzi e ragazze. Nes-suno è stato vittima del delirio diqualche singolo. Tutti eranoconsapevoli di quanto stava ac-cadendo. Tutti sono rimasti inpiazza trai lacrimogeni e le cari-che. Perché è lì che volevano sta -re, per fare quello ehe hanno fat-to. Come a Londra e a Parigi.Questo è un movimento tenutoinsieme dalla rabbia di chi èschiacciato da condizioni di vitamateriale sempre più insosteni-bili e dall'arroganza pubblicadellapolitica».

F un movimento senza verileader e dall'età media che si ab-bassa, abbracciando molti stu-

bel casino», dice. Lo incrociauna elegante signora di rnezzaetà che ha voglia di affrontarlo:«Siete dei violenti e basta. Ci saràpure un altro modo per dire chenon siete d'accordo». Tommasolainveste, grida, perché lo senta-no tutti: «E allora anche tu seiuna merda. lo te pago la pensio-ne col lavoro che nun c'ho. 'I'uche fai per me? Dimmelo, chefai? Ce state araba' lavita».Vestedi nero dalla testa ai piedi, Torri-maso. Ma definirlo un «blackbloc» è una semplificazione che,come tutte le semplificazioni,non aiuta e non porta da nessu-na parte. Perché quelnero è solouno dei colori di unpezzo di que-sto Paese che, per un giorno, hadeciso dimettere in scenalapro-pria rabbia sociale.

«Spontaneismo ribelle», lodefinisce Francesco Caruso, illeader dei Disobbedienti napo-letaniche, oggi, in questa piazza,sembra improvvisamente vec-chissimo. «Un tumulto», chiosaLuca Casarini, che, ormai, «non

dentimedi. E una lava che faticaa trovare rappresentanza politi-ca e tiene insieme vecchie sigledegli anni'80 riapparse dal nul-la (come i sinistri "Care"), la sto-ria decennale dei centri socialidel nord-est ("Pedro") e delnord-Ovest ("Askatasuna"),qualche vecchio professionistadella piazza (Nunzio D'Erme di"Action", i romani di "Acro-bax"), ma anche e soprattuttoistanze sociali che si fanno car-tello per un giorno, una settima-na, un mese. Siano la rivolta diTerzigno e la piaga dei rifiuti, il«diritto alla casa», o all'acqua

pubblica. All'istruzione o allacultura, magari dietro uno stri-scione che annuncia la costitu-zione delle "Brigate Monicelli".F un movimento che, in piazzadelPopolo, va allo scontro arca-ni nude, cercandolo, ma senzaaverne preordinato o pianifica-to la se quenza, senza dunque unarsenale allestito allavigilia. Chesi arma dunque nella furia del-l'aggressione cori quello che tro-va. Manici di piccone raccattatiin qualche cantiere, sampietrini,cartelli stradali e semafori divel-ti dal selciato, angolari di impal-cature, stampelle trafugate dauna vetrina sfondata, sgabellirubati in um negozio di ottica.Che, nella devastazione, sele-ziona con accortezza i simbolidel lusso. Accartocciando, difronte all'ingresso dell'hotel "DeRussie" (l'albergo dove "chi con-

ta" si fa massaggiare alla pausapranzo o allasera) unaMercedeseunaBmw, rnalasciando intattii quattro motorini che gli sonoparcheggiati accanto. Che parlauna lingua composita. Comequella di Laura, 17 anni, chementre l'Aura comincia aripuli-re piazza del Popolo, continua asaltare con le sue due amichecoetanee sotto gli archi che dan-no su piazzale Flaminio, cantic-chiando slogandastadio («Libe-ri, liberi, liberi. Siamooo libe-ri..").Alcollohaunasciarpagial-lorossa conla croce celtica. Si di-ce «emozionata». Perché, ag-giunge, «è la prima volta checarichiamo le guardie fuori dal-l'Olimpico», lo stadio.Lauranonsa nulla dei "black bloc", degli"anarchici", greci o italiani chesiano, o degli anni `70. Nei giornide 1 G8 2 001, p ettinavale b amb o-le e andava in curva con il padre,«un ferroviere», a vedere la Ro-ma. Il suo battesimo politico èoggi.Ela stia acerbabiografiaav-verte che le bussole con cui datempo si guarda alla piazza pro-vando a dare nome e indirizzi so-lidi aunarabbialiquida, sono in-servibili. Come del resto sostie-ne un mite signore dai capellibianchi che di nome fa TanoD'Arnica. A chi chiede, alui che èstato "il Fotografo" di trent'annidiMovimenti, acosasomigliil 14dicembre di piazza del Popolo,seal'68 o al'77, risponde così: «Aimoti di Parigi del 1848».

Page 37: 15/12/2010 - Rassegna Stampa

VIOLENZA ANNUNCIATAGIUSEPPE D'AVANZO

A VIOLENZA, alla fine, è diventata l'unica realtàdi una giornata che ha visto manifestare a Romagli aquilani senzaricostruzione , inapoletani sen-

za diritto alla salute, minacciati da tonnellate di rifiuti,e soprattutto - in decine e decine di migliaia - gli stu-denti senza futuro, agitati dalla riforma Gelmini. Unarappresentazione dunque del disagio, dell'insicurezzadi un Paese che non riesce più a farsi ascoltare, che nontrova più alcuna linea di condivisione tra se stesso e chilo governa; un Paese abbandonato, dimenticato, smar-rito nelle nebbie di un illusionismo mediatico che ri-scrive la realtà reinventandola con una narrazionespettacolare dove l'Aquila è statagià ricostruita.

SEGUEAPAGINA48

ci la Reptibblica T

Febo u,n;>i: luII' t,. cxi

Page 38: 15/12/2010 - Rassegna Stampa

VIOLENZAANNUNCIATA

GIUSEPPE D'AVANZO

apoli è stata già pulita; scuola, università e ri-cerca sono state già risanate dalle innovazionidel ministro. Ilracconto autocelebrativo e bu-giardo semina in chi lo subisce- e, subendo-

lo, è ridotto al silenzio - rancore, risentimento, rabbia.Sentimenti che in questi lunghimesi-perNapoli e L'A-quila, anni - sono rimasti freddi, sotto controllo e nonhanno mai prodotto brutalità perché lucida è la consa-pevolezza che la violenza cancella ogni ragione e ognipossibilità di averne.

Noti è stato così ieri, quando la violenza si è fatta as-soluta. Come sempre accade quando diventa assoluta,la violenza ha raschiato via gli obiettivi futuri dei movi-meriti che erario in piazza- le loro speranze, le loro ra-gioni- e si è fatta padrona della giornata. Ha dominatola situazione nella ellittica spirale dove la violenza dellapolizia reagisce alla violenza dei dimostranti e c'è postosoltanto per la tensione, la paura, le urla, il fuoco, ilrit-mo dei colpi, le bastonature.

Che cosa è accaduto? Quel che si sapeva da giorni sa-rebbe accaduto. Un gruppo di black bloc o anarchici,chiamateli come volete, si sono impossessati della pro-testa e del "cuore" della Capitale. Con logiche e organiz-zazione "militari" hanno cercato e ottenuto lo scontrodiretto con le forze dell'ordine. Hanno costruito barri-cate. Hanno sistematicamente bruciato auto,vandaliz-zato «i simboli del capitalismo» come agenzie bancariee bancomat e distrutto l'intera area del Tridente - viadel Corso, via del Babuino, via di Ripetta- a ridosso deipalazzi della Repubblica, a Montecitorio la Camera deiDeputati; a Palazzo Madama, il Senato; a Palazzo Chigi,la presidenza del Consiglio; a Palazzo Grazioli, la resi-denza privata del capo del governo. Con operazioni di-versive, che hanno ingannato i "reparti mobili", sono

riusciti a far esplodere tre bombe carta agli Uffici delVi-cario, a pochi metri dalla Camera; a minacciare PalazzoGrazioli, a "conquistare" per lungo tempo via del Corsoe poi, per più di un'ora, piazza del Popolo.

Come è potuto accadere? E quel che il governo do-vrebbe spiegare. Si sapeva che il "blocco nero" ci sareb-be stato. Si sapeva che con loro ci sarebbero state frangedei movimen ti anarco insurrezionalisti greci e tedeschi,come poi è davvero stato. E allora? Perché si è accettatodi subire la loro prepotenza con lo stesso fatalismo concui si accetta che piova e faccia freddo? Ora natural-mente ci sarà l'intelligence che dirà «l'avevamo detto»,le polizie che diranno: «d'allarme era troppo generico esommario per intervenire». Ilrisultato non cambia: sot-to gli occhi delle forze dell'ordine, unp aio di centinaia di"neri" hanno potuto devastare il centro storico di Roma,il "cuore" politico e istituzionale della Capitale e im-bruttire movimenti di protesta responsabili che finorahanno fatto leva soprattutto su parole, analisi, ragione-voli argomenti. Soltanto gli irresp onsabili corifei del So-vrano possono sovrapporre le violenze dei blackbloc alvoto di fiducia. Soltanto un Gasparri può vedere nelle«violenze di piazza, la conseguenza della predicazioneviolenta di troppi apprendisti stregoni». Quale predica-zione violenta? Quella paziente e pacata degli aquilani?Quellaostinataemite degli studenti e deiricercatoriuni-versitari che, con la più violenta delle scelte, salgono suun tetto per «farsi vedere»? La verità è che nel governo,nellatnaggioranza c'è chivaluta come un'occasione po-litica- non disprezzabile cori i tempi che corrono - ilritorno a una stagione diviolenza. Consente di invocare«repressione», come fa Sacconi, ancor prima di com-prendere e giudicare. Permette di inaugurare una nuo-va emergenza e ancorauno "stato d'eccezione". Soprat-tutto concede di nascondere, tra i fumi delle auto bru-ciate e le grida contro il "nuovo terrorismo", il fallimen-to di tiri governo incapace di dare risposte a un'Italia sof-ferente e fragile. E quella che ieri, con Roma, hapagato ilmaggior prezzo a tre ore di violenza annunciata.

Page 39: 15/12/2010 - Rassegna Stampa
Page 40: 15/12/2010 - Rassegna Stampa
Page 41: 15/12/2010 - Rassegna Stampa
Page 42: 15/12/2010 - Rassegna Stampa
Page 43: 15/12/2010 - Rassegna Stampa
Page 44: 15/12/2010 - Rassegna Stampa

Dai rifiuti comincia il percorso a ostacoliImboscate in vista:si rischia di vanificaresubito il vantaggioappena acquisito

mi giorni. In questa sede certamente ilPopolo della libertà cercherà di fare ditutto per allungare il più possibile i tem-pi del voto in Aula, proprio per cercaredi far svaporare l'ira dei «futuristi» edevitare di arrivare a uno showdown chea caldo potrebbe creare più di un grat-tacapo. Andare sotto uno o due giornidopo la vittoria di ieri mangerebbe unabella fetta del capitale politico conqui-stato ieri dal centrodestra di governo.

Sulla carta, la riforma Gelmini - ap-provata alla Camera e adesso all'esamedel Senato, in data ancora da calenda-rizzare - e il provvedimento sui rifiutinon dovrebbero avere problemi. Lostesso Gianfranco Fini a suo tempo haspeso parole positive sulla riforma delsistema universitario. In teoria non cidovrebbero essere ragioni per un «no»neanche per il provvedimento sui rifiu-ti, che scadrà il 25 gennaio e per cui itempi sono già stretti. Al termine dellariunione di ieri dello stato maggiore delFli, l'intenzione sembrava quella di nonmettersi di traverso su questi due testi,o al limite di valutare il da farsi su qual-che emendamento. Sui rifiuti, in parti-colare, però la maggioranza teme rap-presaglie immediate, ed è probabile che

cercherà di spostare il voto dopo un pa-rere della commissione Bilancio.

Diverso è il discorso per le tre mozio-ni. La prima, quella di sfiducia indivi-duale presentata dall'Italia dei Valoricontro il ministro Calderoli per aver fat-to varare una legge ad hoc per evitareun processo a 36 militanti leghisti mem-bri della «Guardia Nazionale Padana»,rischia di essere la prima prova di forzadella fase post-14 dicembre. C'è già sta-ta la discussione generale, manca solo ilvoto; se passasse, verrebbero tolte ledeleghe al ministro per la Semplificazio-ne. La seconda è quella del Fli sul plura-lismo in Rai: bisogna capire che faràl'Udc, ma in questo caso è chiaro che uneventuale sconfitta non avrebbe conse-guenze dirette sul Cda Rai. Più insidio-sa la terza mozione di sfiducia indivi-duale, presentata da Pd e Idv contro ilministro dei Beni Culturali Bondi dopo icrolli di Pompei; ma ancora deve affron-tare la discussione generale.

Sempre a Montecitorio ci sono altritre provvedimenti «pronti» su cui pre-sto i deputati dovrebbero votare. La pri-ma è la mozione del Pd per la riforma fi-scale, che però contiene proposte su cuiil Fli non è comunque d'accordo. Poi, cisono due progetti di legge: quello del-l'Idv per l'abolizione delle province, euno di un gruppo di deputati Pdl per in-centivare l'imprenditorialità.

ROBERTO GIOVANNINIROMA

I «futuristi» masticano amaro, maadesso affilano le armi per far pagareun prezzo pesante a Berlusconi e al go-verno. L'idea è quella di andare a unasorta di «Vietnam» parlamentare, im-boscate e trappole per dimostrare chesenza i loro voti una maggioranza nonesiste. Le occasioni non mancheranno,e anzi, ce ne sarebbero diverse sin daiprossimi giorni. Quelle più succose so-no cinque: il decreto legge sui rifiuti, lemozioni di sfiducia contro i ministriBondi e Calderoli, la riforma Gelminidell'Università, la mozione Fli sul plura-lismo in Rai.

Stamattina è prevista una riunionedei capigruppo di Montecitorio per sta-bilire il calendario dei lavori per i prossi-

IL DECRETO LEGGE SCADE A GENNAIO . LA MAGGIORANZATEM E

RAPPRESAGLI E IMMEDIATE, E PU NTA A SPOSTARE IL VOTO

La (Mmini al ù_1q-CMINORI OSTACOLI PERLA RIFORMA UNIVERSITARIAGIAAPPROVATA

ALLA CAMERA: LO STESSO FINI HA DATO UN GIUDIZIO POSITIVO

Page 45: 15/12/2010 - Rassegna Stampa
Page 46: 15/12/2010 - Rassegna Stampa
Page 47: 15/12/2010 - Rassegna Stampa
Page 48: 15/12/2010 - Rassegna Stampa
Page 49: 15/12/2010 - Rassegna Stampa
Page 50: 15/12/2010 - Rassegna Stampa
Page 51: 15/12/2010 - Rassegna Stampa
Page 52: 15/12/2010 - Rassegna Stampa
Page 53: 15/12/2010 - Rassegna Stampa
Page 54: 15/12/2010 - Rassegna Stampa
Page 55: 15/12/2010 - Rassegna Stampa
Page 56: 15/12/2010 - Rassegna Stampa
Page 57: 15/12/2010 - Rassegna Stampa
Page 58: 15/12/2010 - Rassegna Stampa
Page 59: 15/12/2010 - Rassegna Stampa
Page 60: 15/12/2010 - Rassegna Stampa
Page 61: 15/12/2010 - Rassegna Stampa
Page 62: 15/12/2010 - Rassegna Stampa
Page 63: 15/12/2010 - Rassegna Stampa
Page 64: 15/12/2010 - Rassegna Stampa
Page 65: 15/12/2010 - Rassegna Stampa
Page 66: 15/12/2010 - Rassegna Stampa
Page 67: 15/12/2010 - Rassegna Stampa
Page 68: 15/12/2010 - Rassegna Stampa
Page 69: 15/12/2010 - Rassegna Stampa
Page 70: 15/12/2010 - Rassegna Stampa
Page 71: 15/12/2010 - Rassegna Stampa
Page 72: 15/12/2010 - Rassegna Stampa
Page 73: 15/12/2010 - Rassegna Stampa